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Progetto per la reintroduzione della Starna (Perdix perdix) in provincia di BENEVENTO e indicazioni per i ripopolamenti di Fagiano (Phasianus colchicus) GEOGRAPHICA srl Studiamo e Comunichiamo la Natura. Geographica Srl - Consulenze Ambientali e Faunistiche Sede legale: Teggiano (SA) 84039 via Prato I, 41, CF/P.IVA 04613200650 - N° REA SA-380331 [email protected] www.geographicasrl.it/ 338.919.6043 fax 050.5201645

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Progetto per la reintroduzione della Starna (Perdix perdix) in provincia di BENEVENTO e

indicazioni per i ripopolamenti di Fagiano (Phasianus colchicus)

GEOGRAPHICA srl Studiamo e Comunichiamo la Natura. Geographica Srl - Consulenze Ambientali e Faunistiche

Sede legale: Teggiano (SA) 84039 via Prato I, 41, CF/P.IVA 04613200650 - N° REA SA-380331

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338.919.6043 fax 050.5201645

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Provincia di Benevento

ATC BENEVENTO

Progetto per la reintroduzione della Starna (Perdix perdix) in provincia di

BENEVENTO 2016-2018

Committente: Ambito Territoriale di Caccia di Benevento data 16-11-2015

Resp. Geographica srl Paolo Varuzza

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PREMESSA

L'art. 37, comma 2 della L.R. Campania n° 26/2012 e s.m.i. elenca tra i compiti dei Comitati

di Gestione, oltre alla "promozione e organizzazione delle risorse ambientali e della

consistenza faunistica e la programmazione degli interventi per il miglioramento degli

habitat", la:

a) la ricostituzione di una presenza faunistica ottimale del territorio anche mediante

lanci di selvaggina da ripopolamento;

b) le coltivazioni per l'alimentazione naturale dei mammiferi e degli uccelli soprattutto

nei terreni dismessi da interventi agricoli, ai sensi del regolamento C.E.E. n.

1094/88 e s.m.i;

c [...]

d) la differenziazione e rotazione delle colture;

e) la ricostituzione di siepi, cespugli ed alberi adatti alla sosta, alla riproduzione ed alla

nidificazione della fauna selvatica;

f) la tutela dei nidi e dei nuovi nati;

g) la collaborazione operativa ai fini del tabellamento, della difesa preventiva delle

coltivazioni passibili di danneggiamento, della pasturazione invernale degli animali

in difficoltà, della manutenzione degli appostamenti e di ambientamento della

fauna selvatica.

Tutte le attività elencate trovano applicazione nel Progetto di reintroduzione della

Starna in provincia di Benevento.

Il progetto vede questo piccolo galliforme come specie bandiera, ma è l'occasione per

far avviare una serie di miglioramenti ambientali a fini faunistici di cui trarranno benefici

altre specie sia di interesse faunistico es. lo stesso fagiano o la quaglia, sia di interesse

conservazionistico presenti in provincia di Benevento come l'Averla piccola, Calandra ed

altri piccoli passeriformi.

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INDICE

PREMESSA ....................................................................................................................................................... 3

INTRODUZIONE ............................................................................................................................................. 5

CENNI DI SISTEMATICA E BIOLOGIA ................................................................................................... 7

IMMISSIONI ................................................................................................................................................... 11

AREE DI REINTRODUZIONE ................................................................................................................... 12

SOGGETTI FONDATORI ............................................................................................................................ 14

MODALITÀ DI RILASCIO .......................................................................................................................... 14

MONITORAGGIO .......................................................................................................................................... 17

TELEMETRIA ................................................................................................................................................ 19

FORMAZIONE ............................................................................................................................................... 21

PROTEZIONE ................................................................................................................................................ 21

MIGLIORAMENTI AMBIENTALI............................................................................................................ 21

INDICAZIONI DI MASSIMA PER I RIPOPOLAMENTI DI FAGIANO .......................................... 24

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INTRODUZIONE

La Starna (Perdix perdix) è un una specie originaria delle steppe erbose temperate ben

si è adattata agli ambienti agricoli aperti ampliando per secoli, il suo areale in Europa di

pari passo con lo sviluppo agricolo. Un'agricoltura basata sulle rotazioni agricole e sul

controllo dei predatori ha accresciuto le popolazioni rendendo la starna una delle specie

più cacciate tra il XIX e XX secoli (Mazzoni della Stella). Il suo drammatico declino è iniziato

alla fine della II Guerra mondiale, nel Regno Unito la riduzione è stata dell'80% in 40 anni.

Attualmente in tutte Europa la specie è considerata a rischio estinzione a medio e lungo

termine. La specie è inclusa nell’Annesso II della Convenzione di Berna e nell'Allegato II/1 e

III/I della Direttiva 79/409/CEE conosciuta come “Direttiva Uccelli”. La normativa europea

indica che il prelievo della starna deve essere regolamentato ed allo stesso tempo vanno

attuate specifiche misure di protezione degli habitat in cui vive. Secondo il sistema SPEC

(Specie europee di Interesse Conservazionistico Birdlife International) la Starna è

classificata come SPEC3 (A2b in Unione Europea) vulnerabile con status di conservazione

sfavorevole a livello di Unione Europea e a livello continentale con un Piano d'Azione

Internazionale. Tuttavia la specie è ancora considerata cacciabile in Italia (L.N. 157/92). La

popolazione europea è stimata in 720.000 - 1.700.000 coppie (Birdlife International, 2004).

Nel nostro Paese le stime indicano 2.000-4.000 coppie (Birdlife International 2004) con un

areale di distribuzione maggiore di 20000 km2 (Boitani et al, 2002).

In Italia popolazioni completamente selvatiche sono da considerare estinte, recenti

ricerche sulla popolazione del Gran Sasso non indicano chiaramente se si tratta di una

popolazione naturale e non contaminata geneticamente (Peronace et al. 2011 Lista rossa

degli uccelli nidificanti in Italia).

L’attuale distribuzione della specie è frutto di continue operazioni di reintroduzione o

di ripopolamento. La distribuzione e le densità risultano essere ben al di sotto delle

potenzialità del nostro Paese anche in relazione ai cambiamenti sociali e ambientali del

territorio.

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Tabella 1 - Status della Starna in Italia. Rapporto sull’applicazione della Direttiva 147/2009/CE in Italia: dimensione, distribuzione e trend delle popolazioni di uccelli (2008-2012)

Le cause che hanno portato la scomparsa della Starna sono da ricondurre alle mutate

condizioni ambientali frutto delle moderne tecniche agricole. La fine delle rotazioni, l'uso

massiccio di erbicidi ed insetticidi, la scomparsa dei margine erbosi, calanchi e siepi hanno

inciso drasticamente sulle fonti alimentari e sui siti idonei alla nidificazione. Allo stesso

tempo un prelievo eccessivo e liberazioni sempre crescenti di fagiano hanno contribuito a

far estinguere questo galliforme in tutta Italia. La perdita degli insetti legati

all'alimentazione dei pulcini con conseguente aumento della mortalità è la causa più

importante del declino della specie.

La reintroduzione della Starna rimane un'operazione estremamente difficile e costosa

che ha visto fallire diversi progetti in Italia anche in Aree Protette.

La provincia di Benevento presenta una grande varietà ambientale ed una vocazione

potenzialmente molto favorevole alla specie. Nel corso del programma di reintroduzione

bisognerà coinvolgere al massimo componente agricola e venatoria, attuare il controllo

conservativo dei predatori almeno nelle ZRC e mettere a punto adeguate tecniche di

liberazione degli animali sul territorio. Il fulcro del progetto dovrà essere l'aumento della

disponibilità alimentare e di rifugio con la messa a punto di un serio programma di

miglioramenti ambientali a fini faunistici, migliorando le condizioni anche di specie di

interesse conservazionistico.

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CENNI DI SISTEMATICA E BIOLOGIA

La starna appartiene all’ordine dei Galliformi ed alla famiglia dei Fasianidi. La specie è

distribuita con diverse sottospecie in tutta Europa e in gran parte dell’Asia prediligendo gli

ambienti aperti con graminacee intramezzati da arbusti, incolti erbacei o siepi. La specie è

politipica a corologia eurasiatica (Brichetti e Fracasso, 2004), si contano 7-8 sottospecie a

seconda si consideri o meno la sottospecie italiana:

Perdix p.hispaniensis - Spagna e Portogallo settentrionali e Pirenei;

Perdix p. sphagnetorum - Olanda e Germania nord occidentale;

Perdix p. lucida - Europa orientale, Finlandia;

Perdix p. armoricana - Bretagna, Normandia e Francia centrale e Nord orientale;

Perdix p. canescens - Turchia, Caucaso, Iran e zona transcaucasica;

Perdix p. perdix - Scandinavia, Isole Britanniche ed Europa centrale fino ai Balcani;

Perdix p.robusta - dal fiume Ural alla Siberia nord occidentale, Kazakhstan;

Perdix perdix italica in Italia anche se considerata probabilmente estinta (Brichetti e

Gariboldi 1997: LIPU e WWF a cura di Calvario et al., 1999, Gustin M., Brambilla M

Celada C. (a cura di) 2010 Valutazione dello stato di conservazione dell’avifauna

italiana). La sottospecie italica descritta nel 1917 da Hartet è considerata

leggermente più piccola delle altre, con minor ruggine nelle parti superiori,

barrature meno castane e le macchie nelle copritrici alari più brune e meno

rossastre della starna centro europea.

I due sessi hanno dimensioni pressoché simili con l’apertura alare di 45-48 cm, la

lunghezza del corpo pari a 29-33 cm ed il peso di 350-450 grammi. Maschi e femmine

possono distinguersi per la presenza nei maschi adulti di una macchia castano scuro a

forma di ferro di cavallo, che si può riscontrare anche in molte femmine, ma con toni più

chiari e di forma incompleta. Maschi e femmine si distinguono bene per la differente

forma e colorazione delle striature delle penne scapolari e copritrici mediane: nei primi è

presente una stratura longitudinale, mentre nelle femmine sono visibili anche due

striature trasversali rispetto all’asse della penna.

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Figura 1 - Copritrici mediane di un’ala di femmina (a sin.) e di maschio di Starna (a des.)

Figura 2 - Differenze tra testa del maschio (a sx) e femmina ( a dx) di starna

Gli adulti subiscono una muta pre-riproduttiva parziale tra maggio e giugno ed una

muta post riproduttiva completa tra luglio e novembre. I giovani hanno una muta

incompleta tra 24 giorni e 90 giorni di età, ed è possibile determinarne l’età basandosi

sull’evoluzione della muta fino a 116 giorni di età.

La starna è una specie gregaria che vive per gran parte dell’anno in piccoli gruppi

composti da 10 fino ed oltre 30 individui e chiamati “brigate”. I gruppi invernali si

disgregano alla fine di febbraio, a marzo le coppie sono stabilizzate. La nidificazione

avviene a partire dalla fine di aprile. La femmina depone in media 15 uova ( estremi 4 -27)

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ad intervalli di 1-2 giorni. Le uova vengono covate soprattutto dalla femmina per 23-25

giorni in un piccolo nido che non è altro che una depressione nel terreno rivestita di foglie,

erba e qualche piuma. Il nido è nascosto lungo una siepe o nella bordure erbacee lungo i

capi. I pulcini sono nidifughi e subito in grado di nutrirsi da soli, nel corso delle prime tre-

quattro settimane di vita hanno un regime alimentare basato su alimenti di origine

animale (insetti, lombrichi, ecc). Progressivamente la dieta diventa vegetariana e già all’età

di un anno è quelle tipica degli adulti: foglie, semi e germogli costituiscono la maggior

parte del nutrimento.

Il gruppo familiare rimane separato fino a quando i pulcini non hanno compiuto i 60

giorni, per poi unirsi agli altri gruppi o a individui che non si sono riprodotti. Le dimensioni

dei territori sono in funzione della disponibilità alimentare, in Italia sono stati registrati

territori di coppie tra 2,1 e 25,5 ha, aree vitali delle nidiate di 6,5 ha, aree vitali dei gruppi

invernali di 7,9 ha.

La starna è una specie con dinamiche di popolazione estremamente fluttuanti. Le

densità di coppia sono in funzione dell’ambiente con densità medie tra 1,7 e 4 coppie per

km2.

In zone collinari il 59-87% delle coppie si riproduce. La percentuale di schiusa delle

uova è molto alta fino al 92,4%, ma percentuale di nidi portata a termine risulta molto

bassa anche meno della metà a causa soprattutto della predazione o delle pratiche

agricole. La perdita dei piccoli è molto alta nei primi 90 giorni di vita, specie nei primi 30

giorni, quando carenze alimentari, predatori, malattie, condizioni meteorologiche

sfavorevoli o altri fattori, possono decimare i pulcini.

Le densità a fine estate sono strettamente correlate all’andamento della riproduzione.

In Italia si registrano densità di 3,9-17,9 individui per km2 con punte fino a 45 starne per

km2. L’incremento medio accertato nel nostro Paese rispetto alle densità pre-riproduttive

è del 231,9% con variazioni marcate dall’83,7 fino a 533,3%. Anche la mortalità invernale

registra valori estremi, dal 8,3% fino al 91,3%.

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IMMISSIONI

La Starna è oggetto di un forte interesse venatorio che porta ATC e Province ad

immettere migliaia di animali sul territorio, raramente o mai supportate da veri progetti di

reintroduzione. Nel caso della Provincia di Benevento nell'ultimo trentennio (29 anni) sono

state liberate poco meno di 33.000 starne con una media annua di 1135 animali.

Purtroppo mancando la lettura dei tesserini venatori non si conoscono i dati sul prelievo e

se esiste una correlazione tra immissioni e abbattimenti.

Grafico 1 - Numero di starne immesse in provincia di Benevento negli ultimi 29 anni

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

star

ne

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AREE DI REINTRODUZIONE

In provincia di Benevento esistono attualmente sei zone di ripopolamento e cattura

per una superficie di 6.175 ha.

Figura 3 - ZRC in provincia di Benevento ZRC Superficie ZRC ha

Apice 855 Apollosa 950

Circello 1.072

Montefalcone - San Giorgio la Molara 907 San Bartolomeo in Galdo 1.050 Morcone 1.343

totale 6.175 Tabella 2 - Superfici delle ZRC

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Uso del suolo

Ap

ice

Ap

ollo

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Cir

cello

Mo

nte

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S. G

iorg

io la

M

ola

ra

Mo

rco

ne

San

B

arto

lom

eo

in G

ald

o

Ambiente urbanizzato e superfici artificiali

4,1 0,9 0,0 9,6 0,6 2,1

Aree a pascolo naturale e praterie di alta quota

0,0 0,0 0,0 0,0 23,7 0,0

Aree a ricolonizzazione artificiale (rimboschimenti)

0,0 0,0 0,0 5,3 0,0 0,0

Aree con vegetazione rada 0,0 0,0 0,0 2,9 0,0 3,4

Aree degradate da incendi e per altri eventi

6,9 0,0 0,0 0,0 0,0 2,0

Boschi di conifere 12,6 0,0 0,0 41,4 0,0 0,0

Boschi di latifoglie 91,1 402,5 154,1 72,7 804,7 72,9

Castagni da frutto 0,0 0,0 0,0 0,0 16,5 0,0

Cespuglieti e arbusteti 23,9 79,9 0,0 0,0 0,0 0,0

Colture temporanee associate a colture permanenti

16,4 0,0 0,0 0,0 8,9 56,9

Erbai 1,7 0,0 0,0 0,0 13,2 0,0

Frutteti e frutti minori 0,0 3,1 1,0 0,0 0,0 0,0

Oliveti 282,0 51,6 51,0 0,0 24,1 3,7

Pascoli non utilizzati o di incerto utilizzo

9,9 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0

Prati avvicendati 0,0 41,1 48,6 0,0 61,7 0,0

Prati permanenti, prati pascoli e pascoli

7,0 0,0 3,0 127,6 292,7 0,0

Seminativi autunno vernini - cereali da granella

328,9 195,2 801,6 640,2 81,6 838,5

Seminativi primaverili estivi - cereali da granella

0,0 52,9 0,0 0,0 0,0 0,0

Seminativi primaverili estivi - colture industriali

11,1 0,0 11,9 7,8 0,0 70,8

Seminativi primaverili estivi - ortive

18,1 89,1 0,0 0,0 0,0 0,0

Sistemi colturali e particellari complessi

27,1 26,5 0,0 0,0 9,9 0,0

Vigneti 14,1 7,6 0,8 0,0 0,0 0,0

Totale complessivo 854,7 950,4 1072,1 907,5 1337,7 1050,4

Tabella 3 - Uso del suolo delle sei ZRC della provincia di Benevento Le aree di reintroduzione saranno scelte tra le diverse ZRC in funzione dell’uso del

suolo, ma anche della collaborazione della componente venatoria e agricola. Una buona

rete di volontari è indispensabile per la buona riuscita del progetto, con il loro contributo

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sarà possibile controllare i richiami, rifornire le mangiatoie e favorire la realizzazione dei

miglioramenti ambientali a fini faunistici. Questo progetto può costituire un punto di

incontro tra cacciatori ed agricoltori con esperienze da estendere poi nel territorio a

caccia programmata.

SOGGETTI FONDATORI

Le Starne saranno acquistate dall’ATC dietro specifico bando e privilegiando

allevamenti con ceppi aventi caratteristiche simili alla sottospecie “italica” e certificati

geneticamente. Dovrà essere garantito il rapporto paritario tra i sessi. Si sconsiglia

vivamente l'uso di ceppi esteri.

MODALITÀ DI RILASCIO

In ogni ZRC saranno liberate 200 starne con rapporto sessi paritario. Tutti gli animali

saranno dotati di un contrassegno con anello alla zampa con codice univoco in modo da

associarli ad luogo di rilascio e di un eventuale ritrovamento.

Si potrà procedere con due metodologie di rilascio con animali di differente età

(Mazzoni della Stella, G. Ferrara, 2014):

1. gruppi di giovani dell'anno, o giovani dell'anno accompagnati da una madre

adottiva (chioccia di piccola taglia);

2. liberazione di coppie di riproduttori nel periodo preriproduttivo, o in

alternativa coppia riprodotta in voliera liberata con tutto il gruppo familiare.

La liberazione avverrà in maniera graduale dopo una fase di ambientamento in piccole

voliere (parchetti) poste all'interno di recinti di ambientamento, o se possibile in ampi

recinti a cielo aperto. I parchetti di dimensioni 5x10x2 m ospiteranno le starne con una

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densità di 1 individuo ogni 2 m2,

costruite in rete morbida e dotate di

mangiatoie e abbeveratoi.

All'interno delle volierette e nel

recinto devono essere predisposti

abbeveratoi e mangiatoie e, nel

recinto, è bene seminare piccoli

appezzamenti di cereali. Le strutture

vanno costruite in zone dove vi siano

cespugli e vegetazione che offra riparo

dai rapaci e che siano già di per sé

luoghi di "rimessa" naturali. L'esposizione dovrebbe essere sud-ovest oppure sud-est. È

meglio evitare le esposizioni nord che possono avere un'umidità eccessiva che può favorire

l'insorgere di alcune malattie. Gli animali vanno immessi nelle volierette dal 1° di agosto al

15 di settembre in misura di 15-20 individui per voliera. Dopo una permanenza di 7-10

giorni, durante i quali vengono trattati con anticoccidici e con prodotti contro le verminosi,

vengono liberati a gruppi di 2-4, voliera per voliera, ogni 2-3 giorni fino a lasciare una

coppia per ogni volieretta fino alla primavera per ottenerne la riproduzione in cattività e

liberare successivamente tutta la nidiata. La funzione del recinto è quella di proteggere le

volierette dai predatori terrestri e di costituire un punto sicuro di rifugio dove gli animali

liberati possono trovare cibo e acqua a sufficienza durante il periodo di esplorazione

dell'ambiente circostante. L'intera liberazione va distribuita in un periodo di 3-4 settimane.

Nelle voliere va lasciata una coppia con funzione di richiamo fino all'inizio dell'inverno, da

gennaio in poi possono essere liberati in quanto con lo scioglimento dei gruppi familiari e

la formazione delle coppie hanno svolto la loro funzione. La posizione ideale delle voliere è

lontana da aree boscate e di potenziale rifugio di predatori e collocata ai margini di diverse

colture erbacee o meglio ancora tra erbaio e stoppie. La distanza delle voliere deve

superare i 500 metri per evitare la formazione di brigate troppo numerose.

L'uso di richiami permette la formazione di legami più stabili tra gli le starne liberate e

territorio, garantendo anche una minore dispersione ed un migliore monitoraggio degli

Figura 4 - Parchetto di ambientamento commercializzato da Ziboni

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animali. Sotto ogni voliera, in uno spazio protetto da rete a maglia larga sufficiente a far

passare le sole starne, si allestiranno delle mangiatoie per tutto il periodo autunno-

invernale. Nelle ZRC sarà creata una rete di mangiatoie a tramoggia e degli abbeveratoi

per permettere agli animali di

abituarsi in maniera graduale al

nuovo ambiente e di sopperire

nei periodi di maggiore

difficoltà a trovare cibo ed

acqua. I punti di foraggiamento

dovranno essere almeno 1 ogni

200 ha e riforniti costantemente

con granaglie e miscugli di semi ,

evitando mangimi industriali.

Il recinto a cielo aperto presenta

sicuramente costi maggiori, ma

permette una maggiore

gradualità di ambientamento

degli animali che trovano rifugio

e cibo nel recinto.

Il Progetto di reintroduzione

sarà graduale e dovrà durare al

massimo 4-5 anni, con la

liberazione a scalare degli animali

per capire se la neoformata

popolazione è in grado di autosostenersi.

Figura 5 - I bagni di cenere o polvere sono indispensabili per la buona salute delle starne (Mazzoni della Stella 2014)

Figura 6 - Esempio di una mangiatoia a tramoggia estremamente capiente

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MONITORAGGIO

Il progetto di reintroduzione prevede un monitoraggio costante delle brigate liberate

con diversi metodi, tra i quali anche l'uso della telemetria e dei cani da ferma.

I censimenti saranno effettuati con il metodo del mappaggio (Blondel 1969, Pepin

1983, Gibbons et al. 1996), in primavera saranno censite le coppie, per aumentare la

contattabilità delle coppie si farà uso di richiami registrati, in particolare nei mesi di marzo

e aprile quando è massima l'attività dei maschi. Per conoscere invece l’andamento delle

nidiate i censimenti vanno svolti quando le covate si sono schiuse e gli starnotti hanno

dimensioni tali da renderli facilmente osservabili. Ciò si verifica in genere tra la metà di

agosto e metà settembre. In questo caso il metodo da adottare consiste nel percorrere dei

percorsi campione ed ispezionare con cannocchiale o binocolo i luoghi di alimentazione al

mattino ed alla sera quando le Starne sono più facilmente osservabili.

L’età delle nidiate e stata determinata dallo stato della muta e i giovani sono stati

classificati come :

< di 30 giorni di età,

tra i 30 e i 60 giorni di età,

tra 60 e 90 giorni di età,

intorno a 90 giorni di età

I censimenti con i cani da ferma serviranno ad estendere il monitoraggio al di fuori

delle ZRC coinvolgendo nel progetto anche la componente cinofila del mondo

venatorio.

Figura 7 - Esempio di figure di riferimento per la stima dell'età dei pulcini

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Studiamo e Comunichiamo la Natura.

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Figura 8 - Valutazione dell'età delle starne dalla muta primaria - Bureau 1911

TELEMETRIA

Una parte degli animali sarà dotata di radiocollare con sensore di attività e frequenza

univoca che oltre a permettere la localizzazione del soggetto, fornirà informazioni sulla

sua attività (fermo, in movimento, deceduto) senza interferire con la biologia dell’animale.

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Il modello individuato e già sperimentato in progetti analoghi è il TXE 124N tipo

Necklace della ditta Telenax, di peso 11,98 grammi offre un ottimo rapporto qualità-prezzo

ed ha una vita media di attività stimata in sei mesi. La possibilità di recuperare l’animale

morto oltre ad essere un deterrente contro il bracconaggio, può tramite l’analisi della

carcassa di individuare le cause di morte (predazione, bracconaggio, malattie, denutrizione

ecc.).

I radiocollari possono portare,

in talune condizioni,

all’osservazione dell’animale

permettendo in questo caso di

localizzare con precisione

l’animale e nel caso della fase di

raggruppamento di caratterizzare

l’intera brigata.

I segnali dei radiocollari

saranno seguiti tramite una

ricevente ed un antenna

direzionale, una combinazione

tipo può essere: radio ricevente

Modello R1000 della ditta e un

antenna direzionale (es. Yagi 3 elementi) che permette di estendere l’intervallo di

ricezione del segnale fino a 4-5 km di distanza.

La spesa per la telemetria è stimabile il 3.500 euro per il primo anno e in 1.500-2.000

per il secondo anno. Le cifre comprendono 12-15 radiocollari, una radio ricevente ed

un'antenna direzionale, quest'ultime da acquistare solo il primo anno.

Figura 9 - Radiocollare TXE 125N specifico per

galliformi

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FORMAZIONE

Tutti i volontari coinvolti a vario titolo saranno formati con specifici incontri sul progetto e

sulle varie fasi di attuazione.

PROTEZIONE

Un ulteriore grado di protezione della specie dovrà essere attuato intervenendo sul

calendario venatorio con la chiusura per almeno tre anni della caccia alla starna in

provincia di Benevento. La Starna è cacciabile in Campania dal 1° ottobre al 30 Novembre,

anche se solo compatibile con i Piani di prelievo pubblicati dagli ATC, al contrario non è

cacciabile la Coturnice (Alectoris graeca) per le diminuite consistenze faunistiche. Di fatto

la specie è assente sul territorio provinciale pertanto un provvedimento di questo tipo non

andrebbe ad incidere sui carnieri, ma garantirebbe protezione agli animali in uscita dalle

ZRC.

MIGLIORAMENTI AMBIENTALI

L’ecosistema agricolo fornisce luoghi di rifugio, di riproduzione e alimentazione a molte

specie selvatiche. Negli ultimi 50 anni l’evoluzione della gestione del territorio dal punto di

vista sociale, agricolo e forestale ha generato diversi cambiamenti ambientali con

ripercussioni sulle specie selvatiche. Alcune di queste hanno beneficiato delle mutate

condizioni, altre sono state fortemente penalizzate. I piani di miglioramento ambientale

costituiscono uno strumento finanziario predisposto dalla Provincia e dall’A.T.C.,

finalizzato a incentivare interventi di creazione, ripristino o mantenimento di condizioni

ambientali idonee alla vita della fauna selvatica, nonché di riduzione dell’impatto

ambientale, causato dalle attività agricole negli agroecosistemi, soprattutto nei riguardi

della distribuzione, della densità e della biodiversità delle popolazioni.

Il diffondersi dell’agricoltura biologica ha generato un’inversione di tendenza favorevole

alle specie selvatiche. Con specifici bandi si dovranno favorire le seguenti pratiche:

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sull’aumento dell’offerta alimentare, specie per il tardo inverno es. strisce di stoppie

di mais non raccolto fino all'aprile successivo;

sugli incentivi per l’introduzione di pratiche agricole ecocompatibili (tra semina, set-

aside);

sull’aumento delle colture a perdere;

sulla realizzazione di margini campestri e boschivi;

sull’aumento delle siepi e/o di piccoli corpi di bosco;

divieto assoluto di uso di erbicidi e insetticidi;

favore la semina di erbe perenni;

controllare il carico di bestiame a pascolo;

programmare piani di taglio conservativi.

Nei bandi si dovranno privilegiare le ZRC e a seguire le aree di collegamento tra di esse

in modo da avere dei corridoi ecologici per le diverse specie.

Lo stesso controllo delle specie antagoniste (volpe, cornacchia grigia e gazza)

all'interno delle ZRC se in densità eccessive può essere considerata come un'azione

migliorativa ai fini della buona riuscita del progetto.

Figura 10 - Il Cavolo da foraggio (a sx) è una pianta rustica in grado di fornire alimentazione diretta ed indiretta, ma soprattutto rifugio a pulcini e adulti; a dx Trappola di Larsen ad apertura laterale con una cornacchia grigia con funzione di richiamo

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Figura 11 - Esempi di strisce realizzate in una ZRC della provincia di Pisa

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INDICAZIONI DI MASSIMA PER I RIPOPOLAMENTI DI FAGIANO

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INDICAZIONI DI MASSIMA PER I RIPOPOLAMENTI DI FAGIANO

Il fagiano è una delle specie che desta il maggior interesse venatorio, tuttavia stiamo

assistendo negli ultimi 20 anni ad un declino costante delle sue popolazioni. Molteplici

sono le cause. É dimostrato ad esempio che popolazioni di fagiano difficilmente tollerano

tassi di prelievo superiori al 20-30% della consistenza. Inoltre se il tasso di reclutamento

dei giovani scende sotto il 24% la popolazione cala drasticamente. Sono tutte condizioni

che si verificano normalmente negli ATC del centro sud Italia. In provincia di Benevento

non esiste una popolazione autosufficiente di fagiani, pertanto si ricorre a ripopolamenti

con una media negli ultimi 30 anni che supera i 4.600 fagiani annui.

Grafico 2 - Andamento storico delle immissioni di fagiani in provincia di Benevento

L'Ambito Territoriale di Caccia di Benevento sta cercando di mettere in atto azioni di

ripopolamento differenziate volte a cercare di far emergere quali sono le difficoltà che i

fagiani incontrano nel territorio beneventano.

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

cap

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Intanto vanno perseguite strategie

differenti nel caso si operi in Zone di

Ripopolamento e Cattura o in territorio libero

e a seconda si liberino animali di cattura o di

allevamento.

Nelle ZRC si potrà procedere con animali di

cattura riproduttori da liberare senza strutture

di ambientamento a fine inverno in modo che

gli animali possano riprodursi. I fagiani

dovranno trovare una rete di mangiatoie e

abbeveratoi sparsa in tutta l'area.

Al contrario fagiani di allevamento

richiedono una liberazione graduale in voliere

di ambientamento a cielo aperto, meglio se nel

periodo estivo e con fagianotti di età compresa

tra 50 e 90 giorni. Per la buona riuscita del

ripopolamento la collocazione, dimensione e

complessità del recinto giocano un ruolo

fondamentale.

In entrambi i casi i programmi di ripopolamento nelle ZRC dovranno avere una

programmazione a scalare distribuita in un periodo al massimo di tre anni. Neopopolazioni

di fagiani non dovranno essere inquinate da nuove liberazioni, che potranno invece essere

programmate nel territorio libero se supportate da un adeguato programma di

miglioramenti ambientali.

Figura 12 - Esempio di mangiatoia a caduta

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Figura 13 - Recinto a cielo aperto realizzato per l'ambientamento di fagianotti, si noti il filo

elettrificato per la protezione da cinghiale