Profanerie Private

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Prefazione in "Profanerie private"di Natalia Bondarenko (Guarnerio, 2010) e su °punto critico (maggio, 2011).

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  • =Anno IV 7/2015 n.17

    Winterblattauf den ein Winterschatten fllt

  • LATEX Literature Project

    email: [email protected]: http://federicofederici.netblog: http://leserpent.wordpress.comcover: The dark side of the room, F. Federici In the fog II, Tim Hecker

    Prefazione in Profanerie Private di Natalia Bondarenko (Guarnerio, 2010)

  • Profanerie PrivateFederico Federici

  • 41I quattro momenti in cui si articola Profanerie private ne sottendonosolo esteriormente la struttura, ponendosi a macroscopica scansione di unvissuto inquieto, fondato su un da vivere pi denso, buono a formulareex novo lintera vita. Il terreno gi segnato dalla scrittura, ma ancoranon consolidato, tenero alle radici, mobilissimo. Sarebbe grossolano erroreconsiderarli alla stregua di segnalibro in uno schedario, in un diario ordina-to nel quale si riportano con metodo temi e tempi, secondo unevoluzionelineare, dispiegata. Casomai, nei continui slittamenti, nelle ellissi tempo-rali, si potrebbe richiamare limprobabile protocollo cronologico allestitoaltrove da unaltra poetessa russa, Darja Suchovej, (ammettiamo che siamarted, diamoci arie che sia gioved etc.), per raggruppare scriteria-tamente lesperienza, accumulando materiali e citazioni nella dialetticareperibilit-deperibilit del tempo.

    I testi antologizzati non sono in traduzione, ma scritti originariamentein italiano, messi dunque a lungo in discussione nei loro minimi termini.

    In questa prova con una diversa madre-lingua, madre-matrigna, Bon-darenko trasporta e consolida costrutti e tensioni della propria lingua-madre. Si scorga una spia di ci negli scatti dapertura come in Ieri/(davvero)/ ero stanca, o in altri felici passaggi nei quali lomissione delverbo, o la spezzatura del verso richiamano lo schema limpido, elencativodel russo.

    Anche lutilizzo di unimmagine guida in alcune poesie, di un centrodespansione dietro il testo, al quale richiamare tutte le parole e dal qualepoi dispiegarle, prova consolidata della stessa tradizione.

    La poesia un momento di passaggio nella vita, di scelta da una primaattitudine tenacemente onnivora, inclusiva di tutti i materiali e gli episo-di, alla rivelazione di una verit ispirata, che pure non si riesce a scriveremai completamente, a interrogare se non trasfigurandola, invalicabile erefrattaria alla parola. Bondarenko sa di questo ostacolo, lo approssima

    1In Profanerie Private di Natalia Bondarenko (Guarnerio, 2010) e su punto critico(maggio, 2011)

  • 5restando sempre sul versante della vita, adoperandosi a sottrarre lele-mento biografico, in cerca di uno strato comune a tutte le esperienze.

    Non affiorano quasi mai esplicite domande (alcune solo sottintese nel-lintonazione). Pi frequenti sono le invocazioni rivolte allesterno del te-sto, verso la vita, a tu non connotati (non immaginari per, spesso ten-tati al dialogo), che diventano un voi collettivo in attesa di definizione,nel quale si abbracciano, in un unico respiro, gli affetti conosciuti e quelliappena nati ([...] Mi porgo risposte/ prima di fare domande. futile/ ilcrepacuore che supera i limiti/ di velocit degli ultimi eventi). Forse ciaccade perch ogni domanda presuppone anzitutto un futuro per esserecompletata, mentre qui lansia rivolta allindietro, scacciata oltre il ten-tativo di ricostruzione di ci che andato disgregandosi: la famiglia, laterra dorigine, gli amori (Mi parlerai di nevi sconfinate,/ [...] del ventodellEst,/ [...] poco accogliente/ penetrante// della casa mia/ nella sof-focante fioritura/ dellacacia dove/ unestranea dalla finestra/ chiamerqualcuno/ che non conosco// mi chiederai degli uomini avuti/ [...]e allafine/ parlerai di niente o ancora Non perdo niente/ ho perso tutto//quando ho lasciato la tua casa, mamma). Si tratta, anche nei casi pifelici, di non-risposte, di prove di verit esibite mettendo assieme indi-zi storici e biografici, spesso ricondotti a uneco sotterranea, che sostienetutta la raccolta: il s e laltro (Tu per io/ io per tu.// Facile estraniarsi/silenzi permettendo), il Dio biblico (ma un altro Dio che non proprioun Dio) o la sua ricostruzione privata (Non sono Il Cristo./ Sono Una,quella della costola/ una sua versione). Lassenza di qualsiasi certezzatrascendente non si risolve in unansia sapienziale, ma viene riconsegna-ta alla dimensione quotidiana di una prassi quasi grottesca, affidata consarcasmo al gioco della parola (Sto aspettando il diluvio promesso.// Mivesto a proposito./ Limpermeabile/ troppo largo. Non mio. tuo.Ride/ lo specchio non trovando alcuno senso).

    Lungo lintero svolgimento, questo doppio fondo non svelato, cifrato,quasi custodito nello spazio del non detto, non testimonia una conflittua-lit in pi tra Bondarenko e il proprio tempo, ma una diversa comple-mentarit, pi mite, ma non meno risoluta di unopposizione.

    Lintonazione cerca lesattezza dellironia, utilizzando ad espedientecostrutti sequenziali, il cui ultimo termine (sono un punto/ di doman-da) sposta la certezza fondata sui precedenti (non mi sono mai piaciutii triangoli/ neppure i rombi/ figuriamoci i trapezi/ i pentagoni o gli esa-goni), oppure costruendo intorno a familiari modi di dire una pi acutametafora, come in sono una frana, quando gi carica di implicazioni eralidentit lacrima-pietra.

  • 6Limpianto drammatico spesso allestito con la leggerezza del gestometodico e preciso, o persino del gioco spensierato, che dilata il disagio delgrottesco nelle cose: la sforbiciata netta alle ali di unincognita-farfalla, ladistrazione improvvisa di un lill spaventato, la frastornante compagniadei passeri.

    Altrove la scrittura si accende in una lirica scaltra, dagli accostamentiaspri, nervosi, vivaci (Il mio male come un seme/ si pianta perfettamentenella voragine/ aperta da un po/ per spuntare), talvolta ha tratti pimisurati, cauti, sempre velati di una fiducia mal riposta, di una confiden-za non corrisposta (Perch non mi scrivi/ due righe/ anche daddio.//Sar felice/ pensando che sei guarito).

    Per la vita ci sono continue sospensioni e cesure, che neppure la scrit-tura pu forzare consolandole, e ci sono faticose resistenze alla speranza(mi giro dallaltra parte/ o, almeno, ci sto provando), vulnerabilit mi-nute nelle pieghe delle cose e nelle parole, nelle quali un dolore atteso,vigilato, riesce ad alleggerirsi appena (il mio male mi fa bene).

    Federico Federici