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Produciamo più elettricità di quanta ne serve. Con gli incentivi abbiamo finanziato cinesi e tedeschi. Ora serve un cambio di passo: bisogna consumare di meno e puntare suDe smarl grid COLLOQUIO CON ALBERTO CLÒ DI PAOLA PILATI a recessione ha messo il freno anche alle ener- gie rinnovabili. I governi, in molti casi per via della crescita del debito sovrano, hanno con- gelato le sovvenzioni al forovolraico e all'coli- co, le banche hanno spinto ancora di più la se- lezione dei progetti da finanziare, e scelgono solo quelli che hanno uno sponsor super sicu- ro. Ma l'Agenzia internazionale dell'Energia, già nel World Energy Outlook 2011 ammoniva: attenti alle false econo- mie. Rinviare al domani gli investimenti può rivelarsi una scelta sbagliata, dato che per ogni dollaro non speso oggi per produrre energia senza emissioni di C02, ne dovremo 126 Il&lspresso I 5 aprile 2Q1.2 spendere 4,3 dopo il 2020 per compensare la nuova cresci- ta delle emissioni. Un dilemma? Non per Alberto Ciò, professore di economia, uno dei massimi esperti del settore, ex ministro dell'Industria nel 1995 con il governo Dini. «Forse non è ancora chiaro per tutti», esordisce: «Ma la recessione questa volta non è 010 un passo all'indietro e poi via, si riparte: questa è una recessione che segna una forte discontinuità nel sistema, soprattutto per l'Italia. Bene che vada ci troviamo di frame a una stagnazione dei consumi per anni. Tutti i parametri di crescita sono da ri- vedere. Anche quelli della capacità elettrica». Eppure un simile epitaffio non vale per tutti. In Europa, secondo

Produciamo piùelettricitàdiquantaneserve.Congliincentivi ... · al comune di Settimo e alla municipalizzata Pianeta, il progetto costerà circa 25 milioni di euro e dovrebbe essere

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Produciamo più elettricità di quanta ne serve. Con gli incentiviabbiamo finanziato cinesi e tedeschi. Ora serve un cambio dipasso: bisogna consumare di meno e puntare suDe smarl gridCOLLOQUIO CON ALBERTO CLÒ DI PAOLA PILATI

a recessione ha messo il freno anche alle ener-gie rinnovabili. I governi, in molti casi per viadella crescita del debito sovrano, hanno con-gelato le sovvenzioni al forovolraico e all'coli-co, le banche hanno spinto ancora di più la se-lezione dei progetti da finanziare, e scelgonosolo quelli che hanno uno sponsor super sicu-

ro. Ma l'Agenzia internazionale dell'Energia, già nel WorldEnergy Outlook 2011 ammoniva: attenti alle false econo-mie. Rinviare al domani gli investimenti può rivelarsi unascelta sbagliata, dato che per ogni dollaro non speso oggiper produrre energia senza emissioni di C02, ne dovremo

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spendere 4,3 dopo il 2020 per compensare la nuova cresci-ta delle emissioni.

Un dilemma? Non per Alberto Ciò, professore di economia,uno dei massimi esperti del settore, ex ministro dell'Industrianel 1995 con il governo Dini. «Forse non è ancora chiaro pertutti», esordisce: «Ma la recessione questa volta non è 010 unpasso all'indietro e poi via, si riparte: questa è una recessioneche segna una forte discontinuità nel sistema, soprattutto perl'Italia. Bene che vada ci troviamo di frame a una stagnazionedei consumi per anni. Tutti i parametri di crescita sono da ri-vedere. Anche quelli della capacità elettrica».Eppure un simile epitaffio non vale per tutti. In Europa, secondo

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erslarla classifica dei paesi più attraenti perun investimento in energie rinnovabili

la ricognizione ap- Portogallopena fatta dalla

Olanda_Ernst&Young nelsuo rapporto sul- Grecial'attrattività delle Norvegia

rinnovabili, se è ve- Rnlandia ~====~=ro che la Spagna NuovaZelanda

-I non è più, come Marocco i======:-::" cinque anni fa, ilo Turchia~ posto più conve-; niente per questo Israele8 tipo di impianti, e Fonte: Emst & Young

U anche il Portogallo ha sterilizzato il regime che premiava le ce n-~~ trall rinnovabili, la Germania invece continua a sostenerle peru colmare il gap dei tagli ai progetti nucleari. Chi ha ragione?* "Chiariamo lo scenario con i numeri: noi siamo ritornati in-M dietro di oltre dieci anni nei nostri consumi di energia. Nel~ 2011 ci sono bastati 78 miliardi di metri cubi dì gas, quando~ le previsioni davano per certo un consumo di 100 miliardi nel

Cina

Usa

Germania

India

RegnoUnito

ITALIA

Francia

Canada

Svezia

Brasile

Australia

Spagna

Giappone

Danimarca

5049

48

48

Certi6cazioni DopSospetti di truffe, carenza di controlli, disparità territoriali,persino una procedura d'infrazione da parte europea. A treanni dall'introduzione completa delle certificazionienergetiche, il Comitato termotecnico italiano ha provatoa fare il punto della situazione. Il rapporto attira oggi piùattenzione che mai, visto che dal primo gennaio di quest'annoanche gli appartamenti in affitto, e non più solo quelli invendita, devono essere certificati. Significa che il proprietariodeve farsi carico di chiamare un tecnico specializzato epagarlo (in media dai 250 ai 500 euro) per aefinire la classeenergetìca d!lll'appartamento. Premessa: anche se la casarisulta della peggiore classe possibile, non esiste l'obbligo dimigliorarla. I critici si domandano se l'introduzione di questoattestato non sia solo un nuovo modo per fare business.La verità, almeno ufficialmente, è che il certificato serve perrendere consapevole il cittadino dei consumi della sua casa.Insomma, uno stimolo verso l'efficienza. Fatto sta che dalrapporto emergono alcune anomalie. Ad esempio la possibilitàdi autocertificarsi, concessa nel 2009 per legge ad Abruzzo,_Calabria, Campania, Sardegna e Sicilia. Com'è finita? Chechi ha potuto risparmiare lo ha fatto. Solo che così, chi hacomprato casa non ha ricevuto informazioni sui consumienergetìcì, né su come migliorare il rendimento dell'abitazione.Perciò, a settembre dell'anno scorso, la CommissioneEuropea, ispiratrice dello strumento, ci ha intimato dimodificare la legge, pena il pagamento di una sanzione. Altroaspetto controverso è quello dei controlli. Per ora sono pochele Regioni che li hanno effettuati. Eppure dal rapporto emergeche in giro ci sono parecchi certificati energetici non conformi.Insomma c'è chi rilascia attestati che non riflettono la realeclasse energetica dell'edificio. Magari in cambio di qualcheeuro in più. D'altronde, se non ci- sono controlli, il giocoè fin troppo facile. Stefano Vergine

IN ALTO: ALBERTO CLÒ. NELLA PAGINAA SINISTRA: CENTRALE IDROELETTRICAA GROSIO, IN PROVINCIA DI SONDRIO

2010. C'è un enorme eccesso di capacità produttiva, e que-sto mentre anche l'industria diminuisce le propria necessità.Non possiamo far finta di niente».In che cosa si sta traducendo questo eccesso?«Abbiamo una potenza elettrica che oggi è il doppio della-do-manda. Pensi all'Alcoa, la multinazionale americana dell'al-luminio che ha deciso di chiudere gli impianti di Porrovesmeperché l'Unione europea ha giudicato come aiuti di Stato letariffe agevolate dell'energia di cui godeva. Solo questo vuoldire due miliardi di kilowattore di consumi che spariscono.Molte centrali, anche di nuova costruzione, sono spente. Hasenso aumentare ancora l'offerta?».Questo eccesso dovrebbe far diminuire i prezzi. Perché non accade?"Perché il nostro non è un vero sistema di mercato: la logicavorrebbe che i prezzi scendessero, invece no. A mancare so-no altri fattori, per esempio le smart grid, le infrastrutture in-telligenti di trasporto e distribuzione, che permetterebberouna circolazione dell'energia più efficiente». lo

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Noi facciamo da soliUna centrale a biomasse, un impianto solare termodinamicoe una rete di teleriscaldamento. Così L'Oréal, gigantemondiale del cosmetici, punta a garantirsi l'energianecessaria per produrre oltre 300 milioni di prodottiall'anno, sbampoo e balsami realizzati nello stabilimentodi Settimo Torinese, Il più grande della multinazionalefrancese. L'obiettivo è duplice: da una parte diventareautonomi nella produzione di energia (12 milioni cii kWhall'anno), dall'altra azzerare le emissioni di anidridecarbonica (7.800 tonnellate annue). Sviluppato insiemeal comune di Settimo e alla municipalizzata Pianeta, ilprogetto costerà circa 25 milioni di euro e dovrebbe esserecompletato entro la fine del 2013. Le biomasse, ha spiegatoIl gruppo, arriveranno dalla zona stessa in cui sorgelo stabilimento, ma la vera novità è rappresentatadall'Impianto solare termodinamlco, Il primo realizzatonel Nord Italia. Se il sole batterà abbastanza forte sul 250specchi parabolici, qualche altra Impresa potrebbeseguire l'esempio dei francesi. S.v.

menta vano, così in due o tre anni ti ripagavi l'investimento.Un tempo record".Ma dalle rinnovabili si aspettava anche una spinta all'intera eco-nomia. Per esempio, la creazione di nuovi posti di lavoro. Obamanegli Usa ne aveva fatto una bandiera. Da noi, gli operatori cheoggi sono allarmati per i tagli ai sussidi, annunciano chiusure elicenziamenti.«Sulla crescita occupazione del modello "green econorny"devo ancora vedere studi affidabili».Secondo lei quale sarebbe la scelta ottimale per il nostro paese?«Puntare sul risparmio energetico. Un euro speso per il ri-sparmio rende più di cinque volte quanto lo stesso euro de-stinato alle rinnovabili. Sono convinto che ridurre la do-manda è complessivamente più profirtevole che aumentarel'offerta» .In che senso?«Nel senso che il nostro sistema ha molte sacche di inefficien-za energetica, pari almeno a un quarto dei con urni. Signifi-ca concentrare i propri sforzi sulla diminuzione della doman-da dei privati, ma anche intervenire sull 'edilizia».Non rischiamo di andare controcorrente? Non tutti i paesi sonoin recessione, e l'impatto delle emissioni delle economie che cre-scono è anche affare nostro. Ora si ipotizza che ci sarà un aumen-to della temperatura del globo più alta dei due-tre gradi stimatifinora. Affidarsi solo al risparmio può bastare? E poi anche le azio-ni pro-risparmio costano. Insomma, non sarebbe il caso di affron-tare il tema dopo una riflessione complessiva sulla nostra politi-ca energetica?«Per carità, non parliamo di un nuovo piano energetico». ~

Ma perché penalizzare solo le rinnovabili, visto che nel mix pro-duttivo di un paese sono considerate necessarie?«Non sono contro le rinnovabili, purché non siano pagate daiconsumatori. Abbiamo già impegnato 160 miliardi con i pro-getti approvati e avviati. Dobbiamo arnrnetterlo: i nostri era-no gli incentivi più alti del mondo. Per farli ripartire, vannopassati a un doppio check-up. Primo, moralizzare il settore,visti i tanti abusi emersi nelle cronache. Secondo, convoglia-re gli incentivi là dove c'è l'industria italiana che ne può trar-re beneficio».A chi sono andati, invece?«Finora abbiamo aiutato I'indu- IL PARCO EOLiCO A CASTIGLIONE MESSER MARINO, IN PROVINCIA DI CHIETI

stria cinese e quella tedesca: agliitaliani è toccato 010 l'a semblag-gio dei prodotti stranieri importa-ti. Ad agosto scorso, era di 11 mi-liardi il buco commerciale conl'estero dovuto all'import di ' di-spositivi fotosensibili", cioè in granparte pannelli solari. Con questo cisiamo mangiati un quinto del no- T

stro surplus commerciale. Siamoproprio un paese strano: lavoriamoper pagare l'energia che dobbiamoimportare» ,E come la mettiamo con il taglio del-le emissioni di anidride carbonica checi siamo impegnati a fare, a livello diUnione europea, entro il 2020?«Intanto anche le emissioni si so-no ridotte, con la chiusura dellefabbriche e il rallentamento del-l'attività produttiva. Poi, io vorreiche i sussidi futuri fo sero commi-surati ai costi che vengono soppor-tati dal sistema: invece finora se i

. costi diminuivano, i sussidi a u-

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Perché no?«Perché aveva senso quando-le leve del comando erano nelle--mani del governo, attraverso l'Enel e PEni. Ma ora è tuttocambiato. Enel ed Eni sono sul mercato e devono essere libe-re di fare le loro politiche. Per di più, ogni scelta del soggettopubblico si deve scontrare con gli interessi e l'azione delle va-rie lobby in campo. Un rompicapo» .

. Ci sarà pure un modo per incidere, per tradurre in realtà delle azio-ni di policy pubblica.«Sì.Ma si deve partire da lilla domanda cruciale: siete pronti aun'energia che costa meno? E quali sono i nostri vincoli?».Lei che risposta darebbe?«Fissiamo prima le priorità del paese e poi valutiamo ogniscelta energetica alla luce di quello che può dare rispetto aqueste priorità. Così possiamo destinare le risorse dove i ri-sultati saranno migliori. Anche se io sono convinto che-oggil'unica strada per aumentare la capacità produttiva sia quel-la di aumentare il tasso di utilizzo degli impianti esistenti. Edi puntare seriamente al rispamio energeticoa.js IMPIANTO GASO OTTO DI RETE GAS

Idee per il futuro Leonardo MaugeriAiuti, è ora di cambiare

Dopo anni di boom, si addensano nubidi tempesta sull'energia pulita.Perfino i governi più "verdi" sono costrettia tagliare o a ripensare i sussidi direttie indiretti alle rinnovabili, sia per la crisieconomica, sia per alcuni risultatiimbarazzanti, sia perché di quei sussidistanno beneficiando in modo crescenteproduttori a basso costo e tecnologiamatura (come i cinesi nel fotovoltaico),e non imprese tecnologicamente avanzatevotate all'innovazione. Inoltre, la crisidi liquidità e l'attesa di un'ulteriorecontrazione dei mercati spingono banchee fondi a togliere credito e finanziamento amolte aziende e iniziative già in difficoltà.Anche l'Italia si trova a affrontare questiproblemi e a cercare la quadratura delcerchio: come evitare di gettare soldi insussidi irragionevoli senza buttare via ilbambino con l'acqua sporca? Alcuneraccomandazioni possono essere utili.In primo luogo, occorre stabilire un ordinedi priorità basato su una spietata analisicosti-benefici degli interventi possibilisull'intero spettro dell'energia pulita.Un'analisi del genere porta a orientare gliincentivi soprattutto su alcuni interventi diefficienza energetica, come (la lista non èesaustiva) la massiccia sostituzione di

impianti di illuminazione pubblica e privatacon impianti a Led o anche a elettro-luminescenza, la sostituzione delle caldaieelettriche con caldaie a gas o a solaretermico, l'acquisto di auto piccole a bassoconsumo e emissioni. Taluni incentivipotrebbero essere "pagati" o resi piùattraenti da altrettanti disincentivi (peresempio, tasse aggiuntive su autoa alte emissioni o divieto per essedi accesso ai centri cittadini).L'efficienza energetica offre molte piùprospettive rispetto alle rinnovabili diinnestare una rivoluzione industriale inItalia: è una questione di competenzenella fisica, nella chimica dei materiali,nell'ingegneria, di basse barriered'ingresso. Un fondo specifico perl'abbattimento dei costi del credito diquesto settore è un imperativo minimo,da rafforzare con incentivi sottratti asettori dell'energia a cui finora è statodedicato troppo. Il fondo, inoltre, potrebbeessere alimentato da una "carbon tax",molto più efficace e immediata delsistema di "cap-and-trade" (attualmentein vigore in Europa) per limitare emissionie spingere il sistema industriale a trovaresoluzioni tecnologiche in grado dicontrastare il peso della stessa tassa.

Quanto alle rinnovabili, è opportunoconcentrare i sussidi sull'energia solare,viste le migliori prospettive tecnologiche edi compatibilità con vaste aree del nostroPaese. Ma l'ammontare totale dei sussidideve essere ridotto rispetto al passato eerogato sulla base della produzione totaledi elettricità dei dispositìei garantita dalvenditore su un arco minimo di dieci anni.Ogni anno, poi, va verificato che laproduzione media nell'anno precedente(a parità di condizione di insolazione)sia stata in linea con quella dichiaratadal venditore, che sarà obbligato acompensare l'acquirente nel casodi produttività più bassa - penal'esclusione dal mercato attraversoil ritiro di un'apposita licenza di qualità.Naturalmente, solo il possesso di questalicenza rende un venditore (e quindi unacquirente) eleggibile per ricevere sussidi.Infine, c'è un problema di concorrenzavera da risolvere. I pannelli cinesi sonoin grado di uccidere la concorrenzamondiale non per meriti tecnologici,ma grazie soprattutto ai massiccifinanziamenti statali di cui godono dalgoverno di Pechino. Pur senza ricorrere aidazi (troppo modesti) imposti dal governoamericano, rivedere le regole checonsentono a quei pannelli di riceveresussidi anche in mancanza di significativimeriti tecnologici quando abbiano ancheun solo componente minore prodottoin Europa è indispensabile per favorirela buona industria contro quella furba.

5 aprile 20121 00.....-1131