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POPOLI E FAMIGLIE
LINGUISTICHE: la famiglia indoeuropea
e la famiglia semitica Paolo A. Tuci
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ella
sto
ria
©2012-2013 Nuova Secondaria – La Scuola Editrice SPA – Tutti i diritti riservati
1. Dove e quando Popoli e famiglie
linguistiche
In questa lezione ci occuperemo delle lingue indoeuropee, un gruppo di lingue
accomunate da molti aspetti simili e aventi un’origine comune.
Possiamo seguire in quattro tappe il processo di diffusione di queste lingue nel mondo, a
partire dalla loro diffusione che si situa tra il V e il II millennio a.C.
Metà del II millennio
a.C. (1500 a.C.)
Metà del V secolo
a.C. (500 a.C.)
Metà del V secolo
d.C. (500 d.C.)
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1. Dove e quando Popoli e famiglie
linguistiche
Ed ecco ora la diffusione odierna delle lingue indoeuropee nel mondo.
In verde scuso: paesi in cui la maggioranza della popolazione parla una lingua indoeuropea.
In verde chiaro: paesi in cui una minoranza della popolazione parla una lingua indoeuropea.
In celeste: paesi in cui una lingua indoeuropea, pur non essendo ufficiale, è parlata da parte
della popolazione. ©2012-2013 Nuova Secondaria – La Scuola Editrice SPA – Tutti i diritti riservati
2. Il concetto di famiglia linguistica Popoli e famiglie
linguistiche
Chiunque può facilmente osservare che alcune lingue presentano aspetti tra loro
somiglianti, a più livelli.
Tra i vari livelli che potrebbero essere considerati (morfologico, sintattico…), il
confronto su quello lessicale (cioè riguardante le parole) è il più semplice e
immediato.
Con un rapido confronto, si può notare che italiano, francese e spagnolo mostrano
numerosi tratti simili, come può mostrare questo semplice esempio:
Italiano Francese Spagnolo
padre père padre
Ciò si spiega con il fatto che queste lingue derivano tutte da un’origine comune, che è
quella del latino: esse, in altre parole, fanno parte di una famiglia linguistica, cioè di
un gruppo di lingue che hanno la medesima origine.
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Popoli e famiglie
linguistiche 2. Il concetto di famiglia linguistica
Nella fattispiecie, le lingue che hanno come antenato comune il latino si chiamano
lingue romanze o neolatine: tra di esse vanno annoverate non solo le tre sopra citate,
ma anche il portoghese, il rumeno e il catalano, oltre a diverse lingue o dialetti di
minore ufficialità (come ad esempio il galiziano, il romancio, il sardo, il friulano…).
In giallo scuro: paesi in cui una lingua romanza è lingua nazionale.
In giallo chiaro: paesi in cui una lingua romanza è parlata comunemente.
Ecco in questa cartina la diffusione delle lingue romanze nel mondo.
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3. La famiglia linguistica indoeuropea Popoli e famiglie
linguistiche
Ma si può indagare ulteriormente e più approfonditamente sulle famiglie linguistiche.
Già nel Settecento (XVIII sec.) fu notato che alcune lingue antiche, come il greco e il
sanscrito, presentavano affinità tra loro, con le lingue romanze e anche con le lingue
germaniche.
Pioniere di questi studi fu sir William Jones, magistrato e
orientalista britannico, il quale in una conferenza che tenne a
Calcutta il 2 febbraio 1786 affermò:
“nessun filologo potrebbe indagarle tutte e tre [le lingue
latina, greca e sanscrita], senza credere che esse siano sorte
da qualche fonte comune, la quale, forse, non esiste più”.
E Jones proseguiva notando che anche altre lingue, oltre alle tre citate, mostravano
segni significativi di stretta parentela.
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Popoli e famiglie
linguistiche 3. La famiglia linguistica indoeuropea
I dotti proseguirono quindi gli studi di quella che viene definita “linguistica
comparativa”, cioè lo studio raffrontato di lingue diverse, e sono giunti nel tempo
a sostenere l’esistenza:
di una proto-lingua comune che venne definita
indoeuropea, dalla quale sarebbero successivamente nate le
diverse lingue appartenenti a quella famiglia;
di una popolazione originaria (o di un insieme di
popolazioni) che inizialmente avrebbe impiegato, più o
meno uniformemente, questo idioma comune.
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4. L’indoeuropeo Popoli e famiglie
linguistiche
L’indoeuropeo, va detto subito, è una lingua non attestata, ma ricostruita dagli studiosi:
non attestata, dal momento che non abbiamo nessuna testimonianza diretta
di testi scritti in questa ipotetica lingua;
ricostruita, dal momento che gli studiosi, sulla base delle analogie tra le
lingue appartenenti a questo medesimo ceppo, hanno tentato appunto di
“ricostruire” le strutture di questa lingua.
La ricostruzione è dunque scientificamente ben fondata e per niente fantasiosa. Essa
riguarda diversi aspetti:
quello fonologico, cioè lo studio del comportamento originario dei diversi
suoni (vocalici, consonantici…) nell’indoeuropeo;
quello morfologico, cioè lo studio del nome, del verbo e delle varie parti
del discorso nell’indoeuropeo;
quello sintattico, cioè lo studio della costruzione della frase
nell’indoeuropeo;
quello lessicale, cioè lo studio del “vocabolario” indoeuropeo.
Si fornirà più avanti qualche esempio dell’ultimo campo, che ancora una volta è
quello di più semplice e immediata comprensione. ©2012-2013 Nuova Secondaria – La Scuola Editrice SPA – Tutti i diritti riservati
5. Gli Indoeuropei Popoli e famiglie
linguistiche
Il termine Indoeuropei indica dunque un insieme di popolazioni che nella loro
ipotetica fase comune originaria vanno collocate:
cronologicamente, tra V e II millennio a.C.;
geograficamente, in un’area molto incerta, che, per limitarsi alle due ipotesi
più note, viene identificata nella Russia meridionale (secondo Maria Gimbutas)
o nell’Anatolia (cioè nell’attuale Turchia, secondo Colin Renfrew).
Le diverse teorie sulla patria degli Indoeuropei
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Popoli e famiglie
linguistiche 5. Gli Indoeuropei
Nel corso dei millenni, essi si sarebbero
poi sparsi in diverse aree dell’Europa e
dell’Asia, come mostra questa cartina che
parte dall’ipotesi della Russia meridionale
come patria originaria degli indoeuropei.
Attraverso lo studio delle parole e
soprattutto dei testi delle lingue derivanti
dall’indoeuropeo, si possono tentare di
ricostruire i tratti di una cultura comune
sotto diversi aspetti:
Le steppe della Russia meridionale, possibile patria
originaria dei popoli Indoeuropei
- la religione e l’oltretomba;
- la famiglia e il matrimonio;
- le figure del re, del guerriero e del poeta.
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6. Classificazione delle lingue indoeuropee Introduzione
Popoli e famiglie
linguistiche
Quali sono dunque le lingue derivate dall’ipotetico indoeuropeo? Si tratta di un alto
numero di lingue delle quali alcune sono estinte, mentre altre in uso ancora oggi.
Proveremo a presentarne un elenco molto sommario, suddiviso sulla base delle varie
sottofamiglie e dell’epoca in cui esse compaiono.
A) Tre rami attestati dal II millennio a.C. 1) Lingue anatoliche
2) Lingue indoiraniche
3) Lingua greca
B) Due rami attestati dal I millennio a.C.
C) Quattro rami attestati nell’era cristiana
4) Lingue italiche
5) Lingue celtiche
6) Lingue germaniche
7) Lingua armena
8) Lingue balto-slave
9) Lingua albanese
Procederemo ora a una breve presentazione di queste nove sotto-famiglie.
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Popoli e famiglie
linguistiche 6. Classificazione delle lingue indoeuropee
A) I Tre rami attestati dal II millennio a.C.
A) Tre rami attestati dal II millennio a.C.
1) Lingue anatoliche
L’Anatolia è la regione corrispondente
approssimativamente all’odierna Turchia.
2) Lingue indoiraniche
Si tratta di due gruppi molto estesi, diffusi
nelle aree tra gli odierni India e Iran:
- le lingue indiane, tra cui soprattutto il
sanscrito;
- le lingue iraniche, tra cui l’avestico, il
persiano, il partico, il sogdiano.
Estensione approssimativa delle lingue indoiraniche
Estensione dell’impero ittita tra XVI e XIII sec.
Le principali lingue anatoliche sono
l’ittita e il luvio.
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Popoli e famiglie
linguistiche 6. Classificazione delle lingue indoeuropee
A) I tre rami attestati dal II mmillennio a.C.
3) Lingua greca
La famiglia greca, nelle sue distinte varietà geografiche e soprattutto
cronologiche, comprende:
il miceneo, i vari dialetti del greco classico, il greco di età
ellenistica, e poi il greco bizantino.
Il Partenone sull’Acropoli di Atene
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Popoli e famiglie
linguistiche 6. Classificazione delle lingue indoeuropee
B) Due rami attestati dal II millennio a.C.
B) Due rami attestati dal I millennio a.C.
4) Lingue italiche
Approssimativa distribuzione delle lingue italiche nel VI secolo a.C.
Le lingue dell’Italia
antica comprendono ad
esempio il piceno, le
lingue osche e umbre, il
falisco e naturalmente il
latino.
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Popoli e famiglie
linguistiche 6. Classificazione delle lingue indoeuropee
B) Due rami attestati dal II millennio a.C.
5) Lingue celtiche
Le lingue celtiche nel primo millennio
a.C. erano parlate in ampie aree
dell’Europa: la penisola iberica, la
Francia, la Germania meridionale, la
valle del Po, l’Austria, la pianura del
Po e quella del Danubio.
Esse possono essere catalogate in due
sottogruppi:
il celtico continentale, cioè quello parlato
sulla terraferma, che comprende il celtiberico, il
gallico, il leponzio.
In verde, i Celti nell’ Italia centro-settentrio-
nale nel IV sec. a.C.
Diffusione delle popolazioni
celtiche nel IV sec. a.C. il celtico insulare, cioè quello localizzato nelle
isole britanniche, che comprende il goidelico (o
gaelico, in Irlanda) e il brittonico (o britannico,
in Bretagna e Gran Bretagna);
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Popoli e famiglie
linguistiche 6. Classificazione delle lingue indoeuropee
C) Quattro rami attestati nell’era cristiana
C) Quattro rami attestati nell’era cristiana
6) Lingue germaniche
Le lingue germaniche, attestate a
partire dal IV sec. d.C. (traduzione
della Bibbia in gotico), si possono
suddividere a seconda dell’area
geografica di appartenenza:
al germanico orientale
appartiene la più antica tra le
lingue germaniche note, il gotico;
al germanico settentrionale
appartengono l’antico nordico e
più tardi le lingue scandinave
(norvegese, islandese, danese,
svedese);
per il germanico occidentale le
attestazioni più antiche sono
l’antico inglese, l’antico sassone e
l’antico alto tedesco.
Le lingue germaniche in Europa oggi
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Popoli e famiglie
linguistiche 6. Classificazione delle lingue indoeuropee
C) Quattro rami attestati nell’era cristiana
7) Lingua armena
L’armeno classico è
noto a partire dal V
sec. (quando fu ese-
guita la prima tradu-
zione della Bibbia).
8) Lingue balto-slave
Le lingue slave, attestate a partire dal IX sec. d.C., si suddividono
in orientali (russo, ucraino, bielorusso), occidentali (polacco, ceco,
slovacco…), meridionali (sloveno, serbo-croato, macedone,
bulgaro…).
Le lingue baltiche, attestate a partire dal XIV sec. d.C.,
comprendono prima l’antico prussiano, poi il lituano e il lettone.
9) Lingua albanese
La lingua albanese nelle sue varietà è attestata a partire dal XIV sec. La diffusione delle
lingue balto-slave oggi
Carta politica attuale
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Popoli e famiglie
linguistiche 7. Esempi di confronti linguistici
Osserva la seguente tabella e cerca di osservare con attenzione i mutamenti linguistici che
caratterizzano le seguenti serie terminologiche.
Italiano Francese Spagnolo Inglese Tedesco Latino Greco Sanscrito
Io/me Je/moi Yo/me I/me Ich/mich Ego/me Egò/emè Aham/ma
Due/tre Deux/troi Dos/tres Two/three Zwei/drei Duo/tres Duo/treis Dva/trajas
Fratello Frère (hermano*1) Brother Bruder Frater (adelphòs*2) Brathar
Padre Père Padre Father Vater Pater Patèr Pitàr
*2) Il termine impiega una radice diversa, ma la radice indoeuropea è conservata nel termine phràter, che
significa “membro di una fratria”, ossia di un organismo che riunisce diverse famiglie.
*1) Il termine impiega una radice diversa, ma la radice indoeuropea comune è conservata nell’aggettivo
“fraterno”, che si dice fraternal.
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8. Altre famiglie linguistiche Popoli e famiglie
linguistiche
Ovviamente, non tutte le lingue parlate nel mondo,
anticamente od oggi, appartengono alla famiglia delle
lingue indoeuropee: vi sono sia altre famiglie, sia lingue
isolate.
Tra le lingue isolate, che gli studiosi non riescono a
classificare in nessun modo, vi sono l’etrusco e il basco
(ancor oggi parlato nel nord della Spagna).
Tra le famiglie linguistiche, oltre a quella indoeuropea, si
possono ricordare:
la famiglia delle lingue austronesiane,
parlate tra Madagascar, sud-est asiatico e
Oceania;
la famiglia delle lingue sinotibetane, tra
cui il mandarino, il cantonese, il tibetano e
il birmano;
ma soprattutto la famiglia delle lingue
afroasiatiche.
Distribuzione delle lingue sinotibetane
Distribuzione delle lingue afroasiatiche
(nei luoghi non colorati in giallo)
Distribuzione delle lingue austronesiane
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8. Altre famiglie linguistiche Popoli e famiglie
linguistiche
Le lingue afroasiatiche hanno particolare importanza, perché sono quelle impiegate in
luoghi geograficamente più vicini a noi.
Esse tradizionalmente venivano chiamate anche camito-semitiche, con riferimento alla
figura biblica di Noè e dei suoi discendenti.
Noè con i tre figli
Secondo l’Antico Testamento, Noè,
scampato al diluvio universale, ebbe tre
figli, che diedero vita a distinte
popolazioni: tra di essi, Sem diede
origine alla stirpe dei Semiti, che si
stanziarono poi nella futura Palestina
costituendo la popolazione degli Ebrei;
e Cam diede origine a quella dei
Camiti, stanziati nel nord Africa.
Semitiche sono dunque le lingue parlate
dai “discendenti di Sem” e Camitiche
quelle dei “discendenti di Cam”.
Oggi si preferisce tuttavia parlare di lingue afroasiatiche.
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8. Altre famiglie linguistiche Popoli e famiglie
linguistiche
Tra le lingue afroasiatiche di sottogruppo “semitico”, si possono ricordare:
le lingue etiopi-
che;
le lingue accadiche (assiro e babilonese, estinte);
l’ebraico;
l’aramaico;
il fenicio-punico
(estinto);
il siriaco;
l’arabo.
Diffusione della lingua araba nei suoi vari dialetti oggi
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8. Altre famiglie linguistiche Popoli e famiglie
linguistiche
Tra le lingue afroasiatiche di sottogruppo
“camitico” si possono ricordare:
le lingue egizie (egiziano antico,
estinto, e copto);
le lingue libico-berbere (tuareg…),
le lingue cuscitiche (somalo…). In verde scuro, luoghi in cui oggi sono parlate
le lingue cuscitiche.
In verde medio, luoghi in cui sono oggi sono
parlate lingue di origine indoeuropea non
appartenenti alla famiglia delle lingue
cuscitiche.
In verde chiaro, luoghi in cui oggi non sono
parlate lingue indoeuropee. ©2012-2013 Nuova Secondaria – La Scuola Editrice SPA – Tutti i diritti riservati
POPOLI E FAMIGLIE LINGUISTICHE:
la famiglia indoeuropea e la famiglia semitica
FINE Paolo A. Tuci
All’a
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della
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ia
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Segue…
Il metodo lessicalistico Approfondimenti: Popoli e famiglie
linguistiche
I primi tentativi di tratteggiare i caratteri della cultura
indoeuropea, effettuati nel corso dell’Ottocento (XIX sec.),
seguirono il cosiddetto “metodo lessicalistico”.
Esso consiste nell’individuare quei termini che in modo più
conservativo si trovano nella maggior parte delle lingue
indoeuropee, deducendone la centralità nel mondo
indoeuropeo.
Ad esempio, la conservatività del termine con cui si indica il
“re” (in vedico, lingua dell’India antica, raj-; in latino rex; in
gallico –rix…) sarebbe indizio della presenza della figura del
re nel mondo indoeuropeo.
Con questo tipo di lavoro, gli studiosi dell’Ottocento
ricostruirono che quella indoeuropea era una cultura di
contadini e allevatori, guidati da re, profondamente religiosi e
dotati di un forte senso della famiglia.
Raffigurazione ottocentesca
di un ragià indiano (il
termine deriva evidentemente
dalla radice sanscrita raj-)
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Il metodo lessicalistico Approfondimenti: Popoli e famiglie
linguistiche
Tuttavia, questo metodo di lavoro è piuttosto elementare e pericoloso per diversi motivi.
Ad esempio:
molte lingue indoeuropee hanno il medesimo termine per
identificare il “leone”, ma è evidente che in Europa i leoni
non esistono affatto;
una medesima radice linguistica può dar vita in lingue
diverse a termini aventi significato simile, ma diverso, il che
rischia di produrre pericolose confusioni (ad esempio, la
radice indoeuropea *sinĝhos dà origine al vedico simha-, che
significa leone, e all’armeno inj, che significa leopardo);
soprattutto, anche quando il quadro dei termini e dei loro significati
è sicuro e omogeneo, non per questo il metodo lessicalistico fornisce
risposte precise (ad esempio, sapere che il mondo indoeuropeo
contemplava la figura del re non ci spiega quali competenze e quali
caratteristiche avesse il monarca).
Di conseguenza, si preferì ricorrere in via privilegiata a un secondo
criterio di indagine, il cosiddetto metodo testuale.
Leone
Leopardo
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Segue…
Il metodo testuale Approfondimenti: Popoli e famiglie
linguistiche
Gli studiosi hanno osservato che il metodo migliore per ricostruire la cultura originaria
degli Indoeuropei è quello testuale, che consiste nell’analisi dei testi antichi dei popoli
appartenenti al ceppo indoeuropeo.
Dato che i popoli indoeuropei hanno trasmesso non solo una serie di parole, ma anche
testi scritti, allora questi possono essere letti in modo “comparativo” per individuare tratti
comuni della originaria cultura indoeuropea.
Uno dei principali traguardi di questo metodo di
lavoro è stata l’individuazione della cosiddetta
“ideologia tripartita” da parte dello studioso francese
Georges Dumézil (1898-1986).
Egli comprese che la cultura indoeuropea ruota e
riconduce ogni aspetto intorno a tre grandi poli:
quello sacrale, quello militare e quello produttivo.
Questi tre aspetti riassumono in sé tutto il reale,
secondo l’ideologia originaria indoeuropea.
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Il metodo testuale Approfondimenti: Popoli e famiglie
linguistiche
Molti e sorprendenti possono essere gli esempi dell’esistenza di questa ideologia. Eccone alcuni.
I primi tre re di Roma rimandano simbolicamente ciascuno a una di queste tre
funzioni: Numa Pompilio (il secondo re), che riordinò i culti religiosi e i collegi
sacerdotali, rappresenta la sfera del sacro; Tullo Ostilio (il terzo re), dipinto dalle fonti
come valoroso guerriero, rappresenta la dimensione militare; e Romolo (il primo re),
che fonda la città, procura mogli ai suoi uomini per assicurare la discendenza e
protegge i pastori dai ladroni, rappresenta la funzione economica.
Il re persiano Dario il Grande (che regnò tra
522 e 486 a.C.), in una iscrizione di Persepoli in
cui invocava il dio Ahuramazda perché tenesse
lontani dal suo popolo tutti i mali, riassumeva
questi ultimi in tre pericoli: la carestia (funzione
economica), l’esercito nemico (funzione militare),
il culto dei falsi dei (funzione sacrale).
Questi e molti altri esempi testimoniano come il metodo testuale sia riuscito a ricostruire un
aspetto importante dell’ideologia degli originari popoli indoeuropei, cioè il fatto che tutto il
mondo reale ruota attorno a tre aspetti: quello sacrale, quello militare e quello economico.
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Segue….
La figura del re Approfondimenti: Popoli e famiglie
linguistiche
Vi sono somiglianze davvero sorprendenti tra testi provenienti da diversi contesti
indoeuropei nel delineare la figura del re: da quelli irlandesi a quelli greci e indiani.
Diversamente da quanto si potrebbe pensare, il re non è primariamente un capo militare.
Nello scontro tra che i Romani, subito dopo la fondazione della città, ebbero con i Sabini
i due eserciti non furono guidati dai rispettivi re, cioè Romolo e Tazio, bensì da due
generali, Ostio Ostilio e Mezio Curzio. Analogamente si può osservare in altri testi
riconducibili al contesto indoeuropeo. Se ne può dedurre che la figura del re nei popoli
indoeuropei non è primariamente quella di un capo militare.
Piuttosto, il re è una figura che si colloca in uno spazio intermedio tra gli dei e gli
uomini: egli è il tramite fra i due mondi e garantisce al suo popolo la protezione e l’aiuto
della divinità.
Testi di culture molto lontane tra loro e tutte afferenti alla famiglia indoeuropea
concordano nel fatto che se il re è un vero re allora le campagne producono raccolti
abbondanti, gli animali sono prolifici, le donne generano figli numerosi e sani, il nemico
non insidia i confini: tutto questo accade perché il re garantisce l’assistenza del dio.
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La figura del re Approfondimenti: Popoli e famiglie
linguistiche
Testi di luoghi diversi testimoniano che l’intronizzazione del re
era sempre connessa con un matrimonio simbolico con una
divinità femminile: così è attestato per una tribù irlandese in
epoca medioevale e così anche nell’India antica; a Roma, il re
Numa Pompilio è definito coniunx (“marito”) della dea Egeria.
Il carattere semidivino del re non ne faceva tuttavia un monarca del
tutto assoluto. Infatti, il re indoeuropeo era probabilmente assistito
da un consesso di maggiorenti, che dovevano essere i capi dei clan
familiari più importanti, variamente attestato in diverse culture
indoeuropee antiche: ad esempio, il senato a Roma e la gerousia a
Sparta; ma istituzioni analoghe sono note anche per altri popoli
dell’Italia antica e del mondo germanico.
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