Upload
selvaggia-adamo
View
216
Download
1
Embed Size (px)
Citation preview
PIANO DI TUTELA DELLE ACQUEPIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
Che cosa è il Piano di tutela delle acque
Il Piano regionale di Tutela delle Acque definisce il quadro delle azioni, degli interventi, delle regole e dei comportamenti finalizzati alla tutela delle acque superficiali e sotterranee attraverso misure volte a prevenire e ridurre l’inquinamento dei corpi idrici e a salvaguardare le acque destinate a usi specifici e gli ecosistemi acquatici.
Il Piano disciplina le azioni di tutti i soggetti pubblici e privati relativamente ai corpi idrici del territorio valdostano. Nel rilascio dei provvedimenti di autorizzazione, concessione, nulla osta, permesso od altro atto di consenso comunque denominato, compresi quelli assentiti per silenzio, le autorità competenti dispongono affinché non siano realizzate opere, interventi o attività in contrasto con le finalità del Piano o che possano compromettere il raggiungimento degli obiettivi dallo stesso fissati (art. 21 comma 4 NTA)
Struttura del Piano
RELAZIONE GENERALE
Relazione illustrativa
contiene il quadro descrittivo generale e sintetico dello stato dei corpi idrici
Relazione di sintesi
sintesi non tecnica in linea con la direttiva europea 2001/42/CE con lo scopo di informare il largo pubblico sui contenuti e sugli effetti del Piano.
• Rapporto Ambientale della Valutazione Ambientale
Strategica (VAS)
Struttura del Piano
RELAZIONE GENERALE
NORME DI ATTUAZIONE E
ALLEGATI TEMATICI
CARTOGRAFIE E MONOGRAFIE DI
BACINO
TITOLO I – DISPOSIZIONI GENERALI
TITOLO II – CLASSIFICAZIONE DEI CORPI IDRICI REGIONALI E DELLE
AREE A SPECIFICA TUTELA
TITOLO III – OBIETTIVI E INDIRIZZI PROGRAMMATICI
TITOLO IV – AZIONI E MISURE DI TUTELA
CAPO I – LINEE DI AZIONE E INTERVENTI
CAPO II – MISURE DI TUTELA
Corsi d’acqua significativi e di particolare pregio
Ambito di applicazione del Piano
Laghi significativi
Ambito di applicazione del Piano
Falde e sorgenti
Ambito di applicazione del Piano
OBIETTIVI GENERALI
Tutela delle acque superficiali e sotterranee attraverso misure volte a prevenire e ridurre l’inquinamento dei corpi
idrici e a salvaguardare le acque destinate a usi specifici e gli ecosistemi acquatici.
OBIETTIVI SPECIFICI
Obiettivi di tutela e di riqualificazione
dell’ecosistema fluvialeObiettivi di tutela quantitativa
della risorsa
Obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione
OBIETTIVI DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
OBIETTIVI DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
Tutela delle risorse idriche dagli inquinamenti
Gestione degli scarichi e il completamento del sistema di raccolta, trattamento e smaltimento delle acque reflue.
Controllo e riduzione degli inquinamenti provenienti dal settore agro-zootecnico.
Protezione dei punti di captazione delle acque destinate al consumo umano al fine di garantirne la qualità e il rispetto dei limiti fissati dalla normativa vigente.
Recupero ecologico e valorizzazione a scopo ricreativo o paesaggistico delle sponde e degli alvei dei corsi d’acqua superficiali.
Interventi nei corsi d’acqua superficiali e prelievi di acqua devono essere compatibili con le caratteristiche idrogeologiche, morfologiche, naturali e ambientali dei corsi d’acqua stessi.
Tutela e riqualificazione dell’ecosistema fluviale
Tutela e valorizzazione dei corpi idrici superficiali ai fini di garantire lo sopravvivenza e lo sviluppo dell’ittiofauna.
Salvaguardare o recuperare regimi idrici il più possibile naturali nei corsi d’acqua superficiali o comunque compatibili con la capacità di autodepurazione delle acque e di mantenimento di popolazioni biologiche ampie e differenziate.
Uso sostenibile delle risorse idriche
Riduzione dei fabbisogni, intesi come domanda di prelievo di risorse idriche dai corpi idrici superficiali e sotterranei, da porre in relazione diretta con le esigenze effettive ed irrinunciabili.
Perseguire il razionale utilizzo delle risorse, inteso come l’impiego dei soli quantitativi effettivamente necessari con le caratteristiche di qualità strettamente necessarie per l’uso particolare.
Favorire l’uso multiplo delle risorse attraverso il riciclo delle acque nei cicli produttivi e il recupero delle risorse utilizzate, ma ancora idonee dal punto di vista qualitativo, e l’impiego successivo per usi diversi, ma compatibili, degli stessi quantitativi derivati.
Garantire i prelievi senza pregiudicare il patrimonio idrico, la vivibilità dell'ambiente, l'agricoltura, la fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli equilibri idrologici con priorità per l’uso idropotabile prima e di quello agricolo poi.
Temi sviluppati dal Piano di tutela
Trattamento dei reflui idrici civili
Rifornimento idropotabile
Gestione e utilizzo delle risorse idriche nel settore irriguo
Gestione e utilizzo delle risorse idriche nel settore industriale e energetico
Modalità di intervento nelle fasce fluviali e disciplina degli interventi in alveo
Gestione delle risorse idriche nel settore delle acque destinate al consumo umano
Allegato “Linee di azione, interventi, programmi di azione” –
Scheda n. 3.A.2. Organizzazione del servizio idrico integrato per razionalizzare i prelievi di acqua nel settore civile
Scheda n. 3.A.3. Interventi per razionalizzare la gestione e l’utilizzo delle risorse idriche nel settore del consumo umano
Norme di attuazione Articolo 35. Organizzazione del Servizio Idrico Integrato Articolo 36. Riequilibrio del bilancio idrico
Allegato “Attuazione del Servizio Idrico Integrato”
Rifornimento idropotabile
Perimetrazione delle aree di protezione dei punti di captazione delle acque destinate al consumo umano
Allegato “Linee di azione, interventi, programmi di azione” - Scheda n. 1.D.1. Perimetrazione delle aree di protezione dei punti di captazione delle acque destinate al consumo umano
Norme di attuazione – Articolo 19. Zone di protezione e aree di salvaguardia delle acque destinate al consumo umano Articolo 41. Misure di tutela delle zone di protezione e delle aree di salvaguardia delle acque destinate al consumo umano
Rifornimento idropotabile
Modalità di gestione dei reflui idrici civili
Allegato “Linee di azione, interventi, programmi di azione”
Scheda n. 1.B.1. Disciplina degli scarichi e delle relative procedure autorizzative
Scheda n. 1.B.2. Organizzazione del servizio idrico intergrato nel settore “trattamento dei reflui”
Scheda n. 1.B.3. Completamento del sistema di collettamento e di trattamento dei reflui idrici civili
Norme di attuazioneArticolo 31. Disciplina degli scarichi Articolo 35. Organizzazione del Servizio Idrico Integrato
Allegato “Attuazione del Servizio Idrico Integrato”
Trattamento dei reflui idrici civili
Modalità di utilizzo delle risorse idriche nel settore irriguo
Allegato “Linee di azione, interventi, programmi di azione” - Scheda n. 3.A.4. Interventi per razionalizzare la gestione e l’utilizzo delle risorse idriche nel settore irriguo
Norme di attuazioneArticolo 36. Riequilibrio del bilancio idrico
Gestione e utilizzo delle risorse idriche nel settore irriguo
Modalità di utilizzo delle risorse idriche nel settore industriale e energetico
Allegato “Linee di azione, interventi, programmi di azione” - Scheda Scheda 3.A.5. Interventi per razionalizzare, la gestione e l’utilizzo delle risorse idriche nel settore industriale ed energetico
Gestione e utilizzo delle risorse idriche nel settore industriale e energetico
Modalità di intervento nelle fasce fluviali e disciplina degli interventi in alveo
Uso sostenibile della risorsa idrica
Tutela della risorsa dagli inquinamenti
Tutela e riqualificazione dell’ecosistema fluviale
Tutela e riqualificazione dell’ecosistema fluviale
Interventi nei corsi d’acqua superficiali e prelievi di acqua devono essere compatibili con le caratteristiche idrogeologiche, morfologiche, naturali e ambientali dei corsi d’acqua stessi.
Recupero ecologico e valorizzazione a scopo ricreativo o paesaggistico delle sponde e degli alvei dei corsi d’acqua superficiali.
Allegato “Linee di azione, interventi, programmi di azione” - Scheda n. 2.A.1. Disciplina degli interventi in alveo Scheda n. 2.B.1. Misure per la riqualificazione fluviale
Allegato “Linee di intervento multidisciplinare e integrato per la salvaguardia e il miglioramento degli idrosistemi regionali”.
Norme di attuazione:Articolo 33. “Riqualificazione degli ecosistemi fluviali”Articolo 42. “Misure di tutela per le fasce A e B dei corsi d’acqua superficiale Articolo 43. “Misure di tutela delle sponde dei corpi idrici superficiali”Articolo 44. “Misure di tutela nella realizzazione di interventi in alveo e sulle sponde dei corpi idrici superficiali ”
Articolo 33. Riqualificazione degli ecosistemi fluviali
Devono essere attivati interventi volti a recuperare, ove possibile e compatibilmente con le esigenze di difesa dalle piene, la funzionalità ecologica e comunque a migliorarne l’inserimento paesaggistico e la fruizione sociale e ricreativa. Ogni intervento che interessa tratti di corso d’acqua caratterizzati da bassi livelli di qualità ambientale deve prevedere contestuali azioni di recupero ecologico nei limiti del possibile, secondo le indicazioni provenienti dall’ingegneria naturalistica, e, comunque, una riqualificazione paesaggistica del tratto, sempre compatibilmente con le esigenze di difesa dalle piene.
Tutela e riqualificazione dell’ecosistema fluviale
Per le fasce A e B di cui all’articolo 36 della legge regionale n. 11/1998 devono essere adottate specifiche misure di tutela ambientale finalizzate a garantire la tutela o il recupero dei corsi d’acqua e degli ecosistemi fluviali.
Nelle fasce A e B sono ammissibili gli interventi individuati dai provvedimenti attuativi della legge regionale n. 11/1998, nel rispetto della loro compatibilità con gli indirizzi generali di tutela ambientale, definiti nei commi successivi, e previa verifica dell’impossibilità di realizzare i medesimi al di fuori delle fasce stesse.
Nella fascia A devono essere privilegiati gli interventi volti alla ricostituzione degli equilibri naturali e all’eliminazione, ove possibile, dei fattori incompatibili di interferenza antropica, deve essere assicurato il mantenimento o il ripristino di una fascia continua di vegetazione spontanea lungo le sponde dell’alveo inciso, come definita all’articolo 43, compatibilmente con le condizioni di sicurezza idraulica e con le interferenze antropiche esistenti, e deve essere perseguito il recupero delle condizioni di equilibrio dinamico dell’alveo assicurando l’evoluzione naturale del corso d’acqua.
Nella fascia B devono essere privilegiati gli interventi volti alla ricostituzione degli equilibri naturali e all’eliminazione, ove possibile, dei fattori incompatibili di interferenza antropica, al mantenimento o al miglioramento delle condizioni di drenaggio superficiale dell’area e all’assenza di interferenze negative con il regime delle falde freatiche presenti e con la sicurezza delle opere di difesa esistenti.
Articolo 42. Misure di tutela per le fasce A e B dei corsi d’acqua superficiale
A tutela delle caratteristiche qualitative delle acque superficiali e dell’ecosistema fluviale, nell’ambito degli interventi ammissibili ai sensi delle normative vigenti in materia di fasce fluviali, laghi e zone umide, è da evitare la realizzazione di interventi opere e infrastrutture in una fascia di 20 metri dalle sponde dei corpi idrici superficiali classificati e non, fatta salva l’impossibilità della loro realizzazione in altro sito per ragioni tecniche e funzionali.
Nelle le aree di cui al comma 1 e compatibilmente con la disciplina d’uso delle fasce fluviali, dei laghi e delle zone umide, è ammessa in particolare la realizzazione degli interventi di protezione dalle piene, per il prelievo delle acque, di sentieri e di limitate strutture accessorie destinati all’escursione, di strutture destinate all’utilizzo ricreativo e sportivo dei corpi idrici stessi, previa verifica della compatibilità degli interventi con la salvaguardia delle caratteristiche morfologiche e naturalistiche dei corpi idrici.
A tutela delle caratteristiche qualitative delle acque superficiali e dell’ecosistema fluviale, non sono ammesse le trasformazioni o la destinazione dei luoghi a scopo agricolo (comprese le attività accessorie quali concimaie, depositi di attrezzi, impianti di irrigazione, spandimento di letame) fino ad una distanza di metri 15 dalla sponda naturale dei corpi idrici superficiali classificati come significativi o di particolare pregio, e di metri 10 dalla sponda naturale o artificiale per tutti gli altri corpi idrici.
Articolo 43. Misure di tutela delle sponde dei corpi idrici superficiali
Articolo 44. Misure di tutela nella realizzazione di interventi in alveo e sulle sponde dei corpi idrici superficiali
Ogni intervento nell’alveo dei corpi idrici superficiali deve avvenire nel periodo più opportuno al fine di arrecare il minor danno possibile alla flora e alla fauna terrestri ed acquatiche.
Ogni intervento che interessa l’alveo di un corso d’acqua, comprese le sponde, deve essere preventivamente autorizzato dalla competente struttura regionale in materia di risorse idriche che stabilisce il livello di tutela da adottare compatibilmente con gli obiettivi fissati e secondo le indicazioni definite per tali obiettivi.
Gli attraversamenti di impluvi e corsi d’acqua minori devono essere realizzati con guado a raso o, se necessario, con traverse tracimabili in massi o, in caso di alveo incassato, con la posa in opera di tubi di lamiera sagomata di dimensioni idonee a garantire lo smaltimento delle acque: in fase di ripristino devono essere rimossi il tubo e la traversa al fine di ricostituire la sezione originaria.
Allegato “Linee di azione, interventi, programmi di azione” - Scheda n. 2.C.1. Misure per la tutela e la valorizzazione dell’ittiofauna
Allegato “Linee di intervento multidisciplinare e integrato per la salvaguardia e il miglioramento degli idrosistemi regionali”.
Norme di attuazione:Articolo 45. “Misure di tutela dell’ittiofauna”
Tutela e riqualificazione dell’ecosistema fluviale
Tutela e valorizzazione dei corpi idrici superficiali ai fini di garantire lo sopravvivenza e lo sviluppo dell’ittiofauna.
Articolo 45. Misure di tutela dell’ittiofauna
Ogni intervento nell’alveo dei corpi idrici regionali deve assicurare il mantenimento delle condizioni di naturalità del popolamento ittico, declinate in funzione dello status dello stesso, così come rilevato sulla base di analisi puntuali e sulla potenzialità del tratto a ospitare popolamenti ittici di qualità.
Ogni attività in alveo (escavazione, ricalibratura, arginature, movimenti idraulici per la manutenzione degli invasi), con particolare riferimento alla Dora Baltea, deve essere limitata durante delle fasi di maggior vulnerabilità dei salmonidi (da fine ottobre ad aprile per la trota marmorata, da febbraio ad aprile il temolo), al fine di consentire una buona riproduzione naturale.
L’autorizzazione alla realizzazione di interventi nel periodo fine ottobre – aprile è subordinata alla valutazione delle effettive caratteristiche del tratto oggetto dei lavori, dello stato attuale e potenziale delle popolazioni ittiche interessate e delle metodologie operative adottate, nonché alla determinazione delle misure di mitigazione degli impatti temporanei e permanenti e della loro localizzazione (in situ o ex situ).
Allegato “Linee di azione, interventi, programmi di azione” - Scheda n. 3.A.1. Disciplina delle procedure di autorizzazione alla derivazione di acque pubbliche e revisione delle concessioni di derivazione di acqua pubblica Scheda n. 3.B.1. Determinazione delle portate di deflusso minimo vitale
Allegato “Modalità di determinazione e di applicazione delle portate di Deflusso Minimo Vitale”
Norme di attuazione:Articolo 37. “Deflusso minimo vitale” Articolo 46. “Misure di tutela nel prelievo di acque” Articolo 47. “Misure di tutela nel nel caso di restituzioni di acque”
Tutela e riqualificazione dell’ecosistema fluviale
Salvaguardare o recuperare regimi idrici il più possibile naturali nei corsi d’acqua superficiali o comunque compatibili con la capacità di autodepurazione delle acque e di mantenimento di popolazioni biologiche ampie e differenziate.
Ogni intervento che interessa un corpo idrico:1) non deve pregiudicare il conseguimento degli obiettivi fissati dal Piano 2) deve essere conforme con le linee di intervento fissate dal Piano
Applicazione del Piano
Il Piano disciplina le azioni di tutti i soggetti pubblici e privati relativamente ai corpi idrici del territorio valdostano. Nel rilascio dei provvedimenti di autorizzazione, concessione, nulla osta, permesso od altro atto di consenso comunque denominato, compresi quelli assentiti per silenzio, le autorità competenti dispongono affinché non siano realizzate opere, interventi o attività in contrasto con le finalità del Piano o che possano compromettere il raggiungimento degli obiettivi dallo stesso fissati (art. 21 comma 4 NTA)
Realizzatore di opere strutturali
Applicazione del Piano
Come realizzare un’opera strutturale senza pregiudicare gli equilibri ambientali connessi ai
corpi idrici interessati
Determinare le trasformazioni dei luoghi causate dalla realizzazione delle opere strutturali previste e quindi la loro compatibilità con le finalità di tutela del corpo idrico stesso
Verificare la conformità delle opere previste con le linee di intervento del Piano
Determinare gli interventi di mitigazione degli impatti
Applicazione del Piano
Pianificatore Come pianificare l’uso del territorio nel rispetto degli equilibri
ambientali connessi ai corpi idrici interessati
Verificare l’eventuale variazione dell’idro-esigenza connessa con l’oggetto della pianificazione e la sua compatibilità con le disponibilità e con l’assetto ambientale del corpo idrico
Determinare le trasformazioni dei luoghi causati dalla realizzazione delle opere pianificate e quindi la sua compatibilità con le finalità di tutela del corpo idrico stesso
Determinare la compatibilità degli eventuali vincoli determinati dall’esigenza di tutela dei corpi idrici con l’oggetto della pianificazione
Determinare le variazioni possibili dei carichi inquinanti e la loro compatibilità con le esigenze di tutela dei corpi idrici interessati
Accertamento, attraverso gli istituti della concorrenza e del contraddittorio, della razionale utilizzazione del corso d'acqua, della legittimità giuridica dell'istanza e della possibilità di rendere compatibili interessi di terzi con la nuova richiesta di utilizzazione.
Tutela del corso d’acqua nelle sue caratteristiche morfologiche, geologiche, geotecniche, pedologiche, idriche e socio-economiche.
Garantire il livello di deflusso necessario alla vita negli alvei sottesi e tale da non danneggiare gli equilibri degli ecosistemi interessati.
Applicazione del Piano
STATO AMBIENTALE E PRESSIONI NEL TRATTO
SOTTESO DALLA DERIVAZIONE
OBIETTIVI DEL PIANO DI TUTELA DELLE
ACQUE
AZIONI DI TIPO MITIGATIVO E COMPENSATIVO
PORTATA DI DMV
COMPATIBILITA’ DELLE DERIVAZIONI CON IL PIANO
COMPATIBILITA’ DELLE DERIVAZIONI CON IL PIANO
FRAGILITA’ NATURALI
TRASFORMAZIONI DI ORIGINE ANTROPICA
CRITICITA’ ANTROPICHE
OBIETTIVI DEL PIANO DI
TUTELA DELLE ACQUE
AZIONI DI TIPO MITIGATIVO E COMPENSATIVO
PORTATA DI DMV
Il DMV è il valore della portata che, in un corso d’acqua, deve essere presente a valle delle captazioni idriche al fine di mantenere vitali le condizioni di funzionalità e di qualità degli ecosistemi interessati
Esso costituisce il fattore di regolazione dei prelievi idrici da corso d’acqua superficiale.
Per le derivazioni esistenti, la finalità principale dell’applicazione delle portate di DMV è di modificare le situazioni compromesse, in linea con gli obiettivi di tutela qualitativa e quantitativa stabiliti dal Piano di tutela delle acque.
Per tutte le nuove derivazioni, la finalità principale dell’applicazione delle portate di DMV è di garantire la compatibilità del prelievo richiesto con le condizioni ambientali del corso d’acqua esistenti o stabilite dal Piano di tutela delle acque.
DEFINIZIONE DI DEFLUSSO MINIMO VITALE
NORME DI ATTUAZIONE DEL PIANO
TITOLO IV – AZIONI E MISURE DI TUTELA
CAPO I – LINEE DI AZIONE E INTERVENTI
Criteri di calcolo delle portate di
Deflusso Minimo Vitale
Il deflusso minimo vitale (DMV) in una determinata sezione del corpo idrico è calcolato secondo la formula seguente:
DMV = k qmediaS *M*Z *A *T (in l/s)
Criterio 1 -> afflusso medio annuo
Criterio 2 -> afflusso medio mensile
Criterio 3 -> valutazione specifica
Si tratta cioè di individuare il regime idrologico del corso d’acqua in grado di garantire la compatibilità del prelievo con le condizioni ambientali del corso d’acqua, quelle naturali, ove esistenti, e quelle poste come obiettivo per il tratto specifico.
CHE COSA SIGNIFICA ADEGUARE LE DERIVAZIONI ESISTENTI AL PIANO DI
TUTELA DELLE ACQUE?
Le concessioni in atto all’entrata in vigore del Piano (comprese quelle già approvate con deliberazione della Giunta regionale) devono essere adeguate alle norme del DMV nei tempi previsti dal Piano stesso e, ove richiesto dal concessionario, a quanto stabilito per le nuove concessioni per quanto riguarda i valori massimi e medi di prelievo.
DEFLUSSO MINIMO VITALEMODALITA’ DI ATTUAZIONE PER DERIVAZIONI ESISTENTI
DERIVAZIONI ESISTENTI
POTENZA> 220 KW
POTENZA< 220 KW
Criterio n. 1 o n. 2
dal 01.01.2007
Criterio n. 2 o avvio sperimentazione con criterio
n. 3 entro 01.01.2008
POTENZA> 220 KW
senza rivalutazione delle portate
Criterio n. 1 dal
01.01.2007 e n. 2 dal
01.01.2016
POTENZA> 220 KW
con rivalutazione delle portate
Criterio n. 1 o n. 2
Entro 7 agosto 2006 presentazione piano di adeguamento
Rilascio delle portate di DMV dal 01 gennaio 2007 con esonero dal pagamento del canone demaniale per gli anni 2007 e 2008.
L’anticipo al 30 giugno 2006 del rilascio comporterà l’esonero dal pagamento del canone demaniale per gli anni 2006, 2007, 2008 e 2009.
DEFLUSSO MINIMO VITALEMODALITA’ DI ATTUAZIONE PER DERIVAZIONI ESISTENTI
POTENZA
< 220 KW
Criterio n. 1 e n. 2
Entro 7 agosto 2006 presentazione piano di adeguamento con la conferma delle portate di derivazione già assentite
Rilascio delle portate di DMV dal 01 gennaio 2007 con esonero dal pagamento del canone demaniale per gli anni 2007 e 2008.
L’anticipo al 30 giugno 2006 del rilascio comporterà l’esonero dal pagamento del canone demaniale per gli anni 2006, 2007, 2008 e 2009.
Dal 1 gennaio 2016 deve essere garantito il rilascio delle portate di DMV determinate con il criterio n. 2
DEFLUSSO MINIMO VITALEMODALITA’ DI ATTUAZIONE PER DERIVAZIONI ESISTENTI
POTENZA > 220 kW
Senza rivalutazione delle portate di concessione
Entro 7 agosto 2006 presentazione piano di adeguamento con indicazione delle nuove portate
Rilascio delle portate di DMV al massimo dal 01 gennaio 2008
Il rilascio di una portata pari al valore al 75% del DMV determinato secondo il criterio n. 1 dal 30 giugno 2006 comporterà l’esonero dal pagamento del canone demaniale per gli anni 2006, 2007 e 2008.
DEFLUSSO MINIMO VITALEMODALITA’ DI ATTUAZIONE PER DERIVAZIONI ESISTENTI
POTENZA > 220 kW
Con rivalutazione delle portate di concessione
CRITERIO N. 2
CRITERIO N. 3 O CRITERIO SPERIMENTALE
Fase sperimentale della durata di anni 5 durante i quali sono definiti le curve dei deflussi idrici e i quantitativi necessari per garantire la compatibilità del prelievo con le condizioni ambientali del corso d’acqua (intese sia come stato attuale sia come stato obiettivo definito dal Piano di tutela), secondo le modalità proprie del criterio di calcolo n. 3. Nel periodo della sperimentazione il canone di concessione è ridotto al 50%.
La fase sperimentale è definita mediante un apposito accordo tra concessionario, Regione e ARPA da stipularsi entro 07.08.2006.
Per tutti i casi per i quali, senza un’adeguata motivazione, non si sia avviata entro il 31 dicembre 2008 la fase di sperimentazione proposta, dovrà essere rilasciata a valle della derivazione una portata pari al 50% di quella derivante dal criterio di calcolo n. 1 (con le modulazioni stagionali previste dal criterio stesso) fino a quando non viene avviata la sperimentazione stessa.
DEFLUSSO MINIMO VITALEMODALITA’ DI ATTUAZIONE PER DERIVAZIONI ESISTENTI
POTENZA > 220 kWCon rivalutazione delle portate di concessione
DERIVAZIONI ESISTENTI – PIANO DI ADEGUAMENTOCRITERI 1 E 2
INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DELL’OPERA
DI DERIVAZIONE
AZIONI DI TIPO MITIGATIVO E COMPENSATIVO
PORTATA DI DMV
DESCRIZIONE DELLA DERIVAZIONE IN ATTO
STATO AMBIENTALE E PRESSIONI NEL TRATTO
SOTTESO DALLA DERIVAZIONE
Caratteristiche tecniche della derivazione in atto concessionata
Descrizione dello stato di fatto delle opere di derivazioni
Descrizione degli strumenti di misura delle portate disponibili
Dati statistici sul funzionamento della derivazione, sulle portate del corso d’acqua ove disponibili, e, nel caso di produzione idroelettrica, sulla produzione elettrica almeno degli ultimi 10 anni (con trasformazione dei dati in valori di portata).
Descrizione dello stato ambientale del tratto sotteso con riferimento agli indicatori del Piano di tutela delle acque
Censimento dei fattori di pressione puntuale, diffusi e da opere nel tratto sotteso
Definizione del bilancio idrico nel tratto sotteso
Analisi critica delle rilevazioni effettuate in relazione allo stato ambientale per evidenziare i fattori di criticità puntuali e diffusi, le alterazioni antropiche e le fragilità naturali
Individuazione degli interventi di adeguamento dell’opera di presa
Individuazione degli interventi strutturali necessari per risolvere o mitigare le criticità riscontrate in relazione agli obiettivi fissati per il tratto sotteso
Nel caso di criticità non risolvibili individuare azioni compensative
Individuare le portate di DMV
Individuare le misure di controllo e di monitoraggio da porre in atto che sono differenziate per quantità della derivazione.
Il capitolo 3.3.2 non indica una data per l’avvio del progetto di sperimentazione che deve essere presentato però, come i progetti di adeguamento, entro il 7 agosto 2006.
Per la complessità del progetto di sperimentazione, specie in relazione alle indagini sul campo che devono essere effettuate, si fissa pertanto una tempistica di scadenze diversificate che, in analogia a quanto previsto per il criterio n. 2, porti ad avviare la fase di sperimentazione al massimo dal 1 gennaio 2008.
DERIVAZIONI ESISTENTI - PIANO DI ADEGUAMENTOCRITERIO 3
Entro il 7 agosto deve essere presentato il Piano di adeguamento che svolge il ruolo di progetto della fase di sperimentazione, cioè di preliminare identificazione degli ambiti di criticità presenti e di individuazione delle fasi di raccolta dei dati necessari per caratterizzare lo stato ambientale attuale del tratto sotteso e degli obiettivi da conseguire.
DERIVAZIONI ESISTENTI – CONTENUTI PIANO DI ADEGUAMENTO DA PRESENTARE ENTRO 07.08.2006 CON IL CRITERIO 3
INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DELL’OPERA
DI DERIVAZIONE
OBIETTIVI DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
DESCRIZIONE DELLA DERIVAZIONE IN ATTO
STATO AMBIENTALE E PRESSIONI NEL TRATTO
SOTTESO DALLA DERIVAZIONE
Caratteristiche tecniche della derivazione in atto concessionata
Descrizione dello stato di fatto delle opere di derivazioni
Descrizione degli strumenti di misura delle portate disponibili
Dati statistici sul funzionamento della derivazione, sulle portate del corso d’acqua ove disponibili, e, nel caso di produzione idroelettrica, sulla produzione elettrica almeno degli ultimi 10 anni (con trasformazione dei dati in valori di portata).IMPOSTAZIONE DEL
PROGRAMMA DI SPERIMENTAZIONE
DERIVAZIONI ESISTENTI – CONTENUTI PIANO DI ADEGUAMENTO DA PRESENTARE ENTRO 07.08.2006 CON IL CRITERIO 3
INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DELL’OPERA
DI DERIVAZIONE
OBIETTIVI DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
DESCRIZIONE DELLA DERIVAZIONE IN ATTO
STATO AMBIENTALE E PRESSIONI NEL TRATTO
SOTTESO DALLA DERIVAZIONE
Sulla base degli indicatori del Piano di tutela delle acque:•descrizione preliminare dello stato ambientale del tratto sotteso •individuazione preliminare dei fattori di pressione puntuale, diffusi e da opere nel tratto sotteso•definizione preliminare del bilancio idrico nel tratto sotteso•rilevazione preliminare dei fattori di criticità puntuali e diffusi, le alterazioni antropiche e le fragilità naturali e delle esigenze di approfondimento
IMPOSTAZIONE DEL PROGRAMMA DI
SPERIMENTAZIONE
Definizione per il tratto sotteso degli obiettivi preliminari sulla base degli indicatori del Piano di tutela
DERIVAZIONI ESISTENTI – CONTENUTI PIANO DI ADEGUAMENTO DA PRESENTARE ENTRO 07.08.2006 CON IL CRITERIO 3
INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DELL’OPERA
DI DERIVAZIONE
OBIETTIVI DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
DESCRIZIONE DELLA DERIVAZIONE IN ATTO
STATO AMBIENTALE E PRESSIONI NEL TRATTO
SOTTESO DALLA DERIVAZIONE
IMPOSTAZIONE DEL PROGRAMMA DI
SPERIMENTAZIONE
DERIVAZIONI ESISTENTI – CONTENUTI PIANO DI ADEGUAMENTO DA PRESENTARE ENTRO 07.08.2006 CON IL CRITERIO 3
INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DELL’OPERA
DI DERIVAZIONE
OBIETTIVI DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
DESCRIZIONE DELLA DERIVAZIONE IN ATTO
STATO AMBIENTALE E PRESSIONI NEL TRATTO
SOTTESO DALLA DERIVAZIONE Individuazione di massima degli
interventi di adeguamento dell’opera di presa
Individuazione di massima degli interventi strutturali necessari per risolvere o mitigare le criticità riscontrate in via preliminare in relazione agli obiettivi fissati per il tratto sottesoIMPOSTAZIONE DEL
PROGRAMMA DI SPERIMENTAZIONE
DERIVAZIONI ESISTENTI – CONTENUTI PIANO DI ADEGUAMENTO DA PRESENTARE ENTRO 07.08.2006 CON IL CRITERIO 3
INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DELL’OPERA
DI DERIVAZIONE
OBIETTIVI DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
DESCRIZIONE DELLA DERIVAZIONE IN ATTO
STATO AMBIENTALE E PRESSIONI NEL TRATTO
SOTTESO DALLA DERIVAZIONE
IMPOSTAZIONE DEL PROGRAMMA DI
SPERIMENTAZIONE
Devono essere definite le principali linee del programma di sperimentazione da presentare entro il 30 ottobre 2006 con riguardo, oltre alle tempistiche di avvio della sperimentazione stessa, ai seguenti argomenti: Modalità di rilevazione dei parametri attraverso i quali descrivere lo stato ambientale e delle pressioni Modalità attraverso le quali si effettua la sperimentazione Modalità attraverso le quali si intende verificare la soddisfazione di ogni portatore di interesse, ecosistema fluviale incluso, per valutare le alternative di soluzione Sistema di monitoraggio degli effetti.
DERIVAZIONI ESISTENTI – CONTENUTI PIANO DI ADEGUAMENTO DA PRESENTARE ENTRO 07.08.2006 CON IL CRITERIO 3
INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DELL’OPERA
DI DERIVAZIONE
OBIETTIVI DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
DESCRIZIONE DELLA DERIVAZIONE IN ATTO
STATO AMBIENTALE E PRESSIONI NEL TRATTO
SOTTESO DALLA DERIVAZIONE
Caratteristiche tecniche della derivazione in atto concessionata
Descrizione dello stato di fatto delle opere di derivazioni
Descrizione degli strumenti di misura delle portate disponibili
Dati statistici sul funzionamento della derivazione, sulle portate del corso d’acqua ove disponibili, e, nel caso di produzione idroelettrica, sulla produzione elettrica almeno degli ultimi 10 anni (con trasformazione dei dati in valori di portata).IMPOSTAZIONE DEL
PROGRAMMA DI SPERIMENTAZIONE
DERIVAZIONI ESISTENTI – CONTENUTI PIANO DI ADEGUAMENTO DA PRESENTARE ENTRO 07.08.2006 CON IL CRITERIO 3
INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DELL’OPERA
DI DERIVAZIONE
OBIETTIVI DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
DESCRIZIONE DELLA DERIVAZIONE IN ATTO
STATO AMBIENTALE E PRESSIONI NEL TRATTO
SOTTESO DALLA DERIVAZIONE
Sulla base degli indicatori del Piano di tutela delle acque:•descrizione preliminare dello stato ambientale del tratto sotteso •individuazione preliminare dei fattori di pressione puntuale, diffusi e da opere nel tratto sotteso•definizione preliminare del bilancio idrico nel tratto sotteso•rilevazione preliminare dei fattori di criticità puntuali e diffusi, le alterazioni antropiche e le fragilità naturali e delle esigenze di approfondimento
IMPOSTAZIONE DEL PROGRAMMA DI
SPERIMENTAZIONE
Definizione per il tratto sotteso degli obiettivi preliminari sulla base degli indicatori del Piano di tutela
DERIVAZIONI ESISTENTI – CONTENUTI PIANO DI ADEGUAMENTO DA PRESENTARE ENTRO 07.08.2006 CON IL CRITERIO 3
INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DELL’OPERA
DI DERIVAZIONE
OBIETTIVI DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
DESCRIZIONE DELLA DERIVAZIONE IN ATTO
STATO AMBIENTALE E PRESSIONI NEL TRATTO
SOTTESO DALLA DERIVAZIONE
IMPOSTAZIONE DEL PROGRAMMA DI
SPERIMENTAZIONE
DERIVAZIONI ESISTENTI – CONTENUTI PIANO DI ADEGUAMENTO DA PRESENTARE ENTRO 07.08.2006 CON IL CRITERIO 3
INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DELL’OPERA
DI DERIVAZIONE
OBIETTIVI DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
DESCRIZIONE DELLA DERIVAZIONE IN ATTO
STATO AMBIENTALE E PRESSIONI NEL TRATTO
SOTTESO DALLA DERIVAZIONE Individuazione di massima degli
interventi di adeguamento dell’opera di presa
Individuazione di massima degli interventi strutturali necessari per risolvere o mitigare le criticità riscontrate in via preliminare in relazione agli obiettivi fissati per il tratto sottesoIMPOSTAZIONE DEL
PROGRAMMA DI SPERIMENTAZIONE
DERIVAZIONI ESISTENTI – CONTENUTI PIANO DI ADEGUAMENTO DA PRESENTARE ENTRO 07.08.2006 CON IL CRITERIO 3
INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DELL’OPERA
DI DERIVAZIONE
OBIETTIVI DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
DESCRIZIONE DELLA DERIVAZIONE IN ATTO
STATO AMBIENTALE E PRESSIONI NEL TRATTO
SOTTESO DALLA DERIVAZIONE
IMPOSTAZIONE DEL PROGRAMMA DI
SPERIMENTAZIONE
Devono essere definite le principali linee del programma di sperimentazione da presentare entro il 30 ottobre 2006 con riguardo, oltre alle tempistiche di avvio della sperimentazione stessa, ai seguenti argomenti: Modalità di rilevazione dei parametri attraverso i quali descrivere lo stato ambientale e delle pressioni Modalità attraverso le quali si effettua la sperimentazione Modalità attraverso le quali si intende verificare la soddisfazione di ogni portatore di interesse, ecosistema fluviale incluso, per valutare le alternative di soluzione Sistema di monitoraggio degli effetti.
Articolo 46. Misure di tutela nel prelievo di acque
1. I prelievi di acqua dai corpi idrici regionali sono consentiti compatibilmente con il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano e nel rispetto delle linee di intervento del Piano e delle misure di tutela delle presenti Norme di attuazione, della priorità di uso stabilite dal Piano, dell’ottimizzazione dell'utilizzo rispetto alla disponibilità e dell’equilibrio tra quantità e qualità dell'acqua restituita rispetto a quella prelevata.
2. Le modalità con le quali è autorizzato il prelievo di acqua sono specificate nella scheda “Disciplina delle procedure di autorizzazione alla derivazione di acque pubbliche e revisione delle concessioni di derivazione di acqua pubblica” dell’Allegato “Linee di azione, interventi e programmi di azione”.
3. I prelievi di acqua dai corsi d’acqua superficiale devono rispettare i rilasci delle portate di deflusso minimo vitale (D.M.V.) ai sensi dell’art. 37.
NUOVE DERIVAZIONI
NUOVE DERIVAZIONI
Come soddisfare le idro-esigenze della qualità necessaria e senza pregiudicare gli equilibri ambientali
Verificare l’idro-esigenza sotto il profilo:1) quantitativo: quanta acqua serve per l’utilizzo desiderato;2) qualitativo: quale deve essere la qualità dell’acqua in funzione del tipo di utilizzo desiderato
Determinare l’impatto che il prelievo provoca sul corpo idrico sotto il profilo:1) quantitivo: alterazione del regime idrico;2) qualitativo: modifica delle condizioni qualitative
Determinare le trasformazioni dei luoghi e sul corpo idrico causate dalla realizzazione delle opere di captazione e di utilizzo delle acque e individuare le misure di mitigazione
Determinare gli eventuali vincoli che le esigenze di tutela della qualità del prelievo determinano sul territorio
NUOVE DERIVAZIONI
DEFINIZIONE DELLE MISURE DA INTRAPRENDERE PER LA MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI
ANALISI CRITICA DELLE RILEVAZIONI EFFETTUATE E COMPATIBILITÀ CON GLI OBIETTIVI FISSATI DAL PIANO
DESCRIZIONE DELLO STATO AMBIENTALE E INDIVIDUAZIONE DELLE PRESSIONI NEL TRATTO SOTTESO DALLA DERIVAZIONE
Descrizione dello stato ambientale attuale con riferimento a fisiografia, bilancio idrico, biocenosi, qualità delle acque, paesaggio e fruizione turistico-sportiva
Descrizione delle pressioni
IMPOSTAZIONE DEL PROGRAMMA DI MONITORAGGIO
Definizione per il tratto sotteso degli obiettivi del Piano di tutela
Determinazioni delle criticità per il tratto sotteso dalla derivazione
NUOVE DERIVAZIONI
DEFINIZIONE DELLE MISURE DA INTRAPRENDERE PER LA MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI
ANALISI CRITICA DELLE RILEVAZIONI EFFETTUATE E COMPATIBILITÀ CON GLI OBIETTIVI FISSATI DAL PIANO
DESCRIZIONE DELLO STATO AMBIENTALE E INDIVIDUAZIONE DELLE PRESSIONI NEL TRATTO SOTTESO DALLA DERIVAZIONE
IMPOSTAZIONE DEL PROGRAMMA DI MONITORAGGIO
NUOVE DERIVAZIONI
DEFINIZIONE DELLE MISURE DA INTRAPRENDERE PER LA MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI
ANALISI CRITICA DELLE RILEVAZIONI EFFETTUATE E COMPATIBILITÀ CON GLI OBIETTIVI FISSATI DAL PIANO
DESCRIZIONE DELLO STATO AMBIENTALE E INDIVIDUAZIONE DELLE PRESSIONI NEL TRATTO SOTTESO DALLA DERIVAZIONE
Definizione della portata di deflusso minimo vitale
Individuazione degli interventi strutturali necessari per risolvere o mitigare le criticità riscontrate in relazione agli obiettivi fissati per il tratto sotteso
Individuazione delle eventuali misure compensativeIMPOSTAZIONE DEL
PROGRAMMA DI MONITORAGGIO
NUOVE DERIVAZIONI
DEFINIZIONE DELLE MISURE DA INTRAPRENDERE PER LA MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI
ANALISI CRITICA DELLE RILEVAZIONI EFFETTUATE E COMPATIBILITÀ CON GLI OBIETTIVI FISSATI DAL PIANO
DESCRIZIONE DELLO STATO AMBIENTALE E INDIVIDUAZIONE DELLE PRESSIONI NEL TRATTO SOTTESO DALLA DERIVAZIONE
IMPOSTAZIONE DEL PROGRAMMA DI MONITORAGGIO
Deve essere descritto il piano delle misure di controllo e di monitoraggio per determinare le modifiche indotte dalla nuova captazione rispetto alle precedenti condizioni ambientali del corso d’acqua tenendo a riferimento le principali criticità riscontrate