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Una proposta didattica può prevedere che tutti gli allievi seguano il medesimo percorso, oppure che, in tutto o in parte, tale percorso si differenzi. Va notato che la differenziazione non indica necessariamente scelte che vadano nella direzione della personalizzazione o in quella dell’individualizzazione. In altre parole, non basta prendere atto della differenziazione dei percorsi per stabilire se lo scopo che si persegue sia quello di far corrispondere il compito di apprendimento ad una presunta capacità di apprendere (personalizzazione) oppure di assicurare uguali opportunità di istruzione (individualizzazione). Nella figura da uno stato iniziale A si può giungere a due diversi stati finali (A e B). In entrambi i casi è possibile seguire più percorsi. I passi critici dei percorsi sono segnalati dai numeri in corrispondenza degli snodi. Gli snodi segnalano un problema di valutazione, risolvibile in positivo (nella linea dell’individualizzazione) o in negativo (se la scelta è quella della personalizzazione). In altre parole, itinerari alternativi possono essere previsti per compensare difficoltà in vista del conseguimento di traguardi uniformi, oppure per conseguire traguardi consapevolmente diminuiti. 1

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Una proposta didattica può prevedere che tutti gli allievi seguano il medesimo percorso, oppure che, in tutto o in parte, tale percorso si differenzi. Va notato che la differenziazione non indica necessariamente scelte che vadano nella direzione della personalizzazione o in quella dell’individualizzazione. In altre parole, non basta prendere atto della differenziazione dei percorsi per stabilire se lo scopo che si persegue sia quello di far corrispondere il compito di apprendimento ad una presunta capacità di apprendere (personalizzazione) oppure di assicurare uguali opportunità di istruzione (individualizzazione). Nella figura da uno stato iniziale A si può giungere a due diversi stati finali (A e B). In entrambi i casi è possibile seguire più percorsi. I passi critici dei percorsi sono segnalati dai numeri in corrispondenza degli snodi. Gli snodi segnalano un problema di valutazione, risolvibile in positivo (nella linea dell’individualizzazione) o in negativo (se la scelta è quella della personalizzazione). In altre parole, itinerari alternativi possono essere previsti per compensare difficoltà in vista del conseguimento di traguardi uniformi, oppure per conseguire traguardi consapevolmente diminuiti.

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Un altro modo per differenziare la proposta didattica consiste nel conservare l’unicità del percorso, ma variare i modi in cui è organizzato il compito di apprendimento. Nella figura si segue un percorso che da t1 conduce a tM, passando attraverso alcune posizioni intermedie. La procedura risultante è una sorta di individualizzazione debole: è una procedura individualizzata perché le varianti in cui si articolano i singoli percorsi consentono un certo grado di adattamento alle esigenze individuali, è debole perché non c’è un vero e proprio adattamento in relazione ai diversi modi di apprendere. Per esempio, il primo segmento può essere percorso in un tempo più o meno rapido, può prevedere un numero variabile di esercizi o spiegazioni aggiuntive da parte dell’insegnante eccetera. Avremmo un’individualizzazione forte se a queste variazioni si accompagnasse una pluralità dei percorsi che consentono il raggiungimento dei medesimi traguardi di apprendimento.

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La figura sopra riportata ha lo scopo di introdurre un criterio per elaborare una scala valutativa dei modelli della didattica. Tale criterio è costituito dalla presenza o meno di forme di controllo e, in caso tali forme siano previste, dalla loro collocazione nel processo di apprendimento. Le procedure didattiche si dividono pertanto in -  procedure controllate -  procedure incontrollate (in questo secondo caso non sono possibili distinzioni ulteriori: definiamo pertanto tali procedure di grado 0). Un esempio di procedura incontrollata è una lezione diffusa attraverso mezzi che non suppongono flussi informativi di ritorno, come la radio o la televisione. Se le procedure sono controllate occorre distinguere fra post e precontrollate. Generalmente le procedure sono postcontrollate: per esempio a scuola il controllo dell’apprendimento segue lo svolgimento di una lezione. Tuttavia c’è una importante differenza tra procedure postcontrollate senza (grado 1) o con compensazione (grado 2): quest’ultima segnala che la procedura è di tipo individualizzato. La compensazione ha infatti lo scopo di adeguare la proposta alle esigenze individuali. Infine, le procedure precontrollate (grado 3) sono, al momento, soprattutto una linea di ricerca: esse tendono ad anticipare, attraverso stime opportune (ma molto complesse da effettuare), il presentarsi delle difficoltà di apprendimento.

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Jan Amos Komensky (latinizzato in Comenius, donde l’italiano Comenio) è generalmente considerato il padre della didattica moderna. Il suo programma educativo è riassunto dalle parole che sono inserite nella figura: omnia omnibus omnino. Tali parole indicano l’esigenza di insegnare tutto (omnia) a tutti (omnibus), nel modo più opportuno (omnino). L’opera fondamentale di Comenio, nel campo dell’educazione, è la Didactica magna. Comenio è stato anche un grande studioso del linguaggio e della teologia (apparteneva alla Chiesa dei Fratelli Boemi, della quale fu iniziatore un prete di Praga, Giovanni Hus, circa un secolo prima che Lutero desse il via alla Riforma protestante, con l’affissione, la vigilia d’Ognissanti del 1517, delle sue celebri 95 tesi alla porta della Cattedrale di Wittenberg).

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Questa tavola è la prima che compare nell’opera Orbis sensualium pictus (Rappresentazione del mondo sensibile). Gli elementi contenuti nel testo danno un’idea precisa del modo in cui Comenio intendeva il rapporto tra educazione e natura e del ruolo del linguaggio nel processo di apprendimento. Nell’edizione originale alla tavola seguiva un testo su due colonne, una in latino, l’altra in tedesco. L’opera ebbe un enorme successo, tanto che continuò ad essere ristampata a fini didattici fino agli inizi dell’Ottocento. All’edizione latino-tedesco se ne affiancarono moltissime altre, in altre lingue. Ecco una traduzione in italiano effettuata da A. Biggio (Napoli, Tecnodid, 1994. M sta per magister – maestro - e P per puer, - bambino). M. Vieni, ragazzo, impara a conoscere! P. Che cosa vuol dire conoscere? M. Capire bene, agire bene, saper dire bene, tutto ciò che è necessario. P. Chi me lo insegnerà? M. Io, con l’aiuto di Dio. P. In che modo? M. Ti condurrò dappertutto, ti mostrerò ogni cosa, ti indicherò ogni cosa. P. Eccomi pronto! Guidami, nel nome di Dio! M. Prima di tutto devi imparare i suoni semplici, di cui si compone la parola umana: quei suoni che gli animali sanno articolare, la tua lingua sa imitare e la tua mano sa scrivere. Poi entreremo nel mondo e contempleremo ogni cosa. Qui davanti a te hai un alfabeto vivo e parlante.

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In questa pagina si può osservare un esempio di integrazione di elementi comunicativi che precede di vari secoli lo sviluppo di quella che oggi chiamiamo multimedialità. Non si tratta, infatti, del consueto alfabetiere per la scuola elementare, in cui troviamo un’immagine associata al suono della parola con la quale viene indicata (a come ape, b come bue eccetera). Comenio richiama suoni consueti per bambini a ragazzi che vivevano nell’Europa rurale di alcuni secolo fa e crea un’associazione tra un insieme di suoni disponibili e i simboli alfabetici. Per cominciare, associa alla a il verso della cornacchia e indica con quali simboli tale suono può essere rappresentato.

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Chi era abituato ad ascoltare il belato degli agnelli non aveva difficoltà a collegarne il suono alla lettera b.

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Alla vocale e Comenio faceva corrispondere il vagito dei bambini.

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La p corrispondeva al pigolio dei pulcini.

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