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A A l l e e s s s s @ @ n n d d r r i i a a I I . . P P . . A A . . S S . . V V . . I I . . Numero 1 - Anno VI - Aprile 2009 Aut. Trib. n. 561 del 19/3/2004 Poste Italiane S.p.A. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB/AL Periodico d’informazione della professione infermieristica

Periodico d’informazione della professione infermieristicafiles.spazioweb.it/aruba42529/file/ap09.pdf · ristica e giuridico-legislativa, ... e supportare l’evoluzione della nostra

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Numero 1 - Anno VI - Aprile 2009Aut. Trib. n. 561 del 19/3/2004 Poste Italiane S.p.A. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB/AL

Periodico d’informazionedella professione infermieristica

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Aless@ndriaIPASVI è il NOSTRO periodico, il periodico di informazionedegli iscritti al collegio della provincia di Alessandria, ci aspettiamoquindi un grosso contributo da tutti Voi che quotidianamente viveteesperienze di lavoro interessantissime, scrivetele ed inviatele alla re-dazione, saranno pubblicate sui prossimi numeri; condividere espe-rienze è un grosso arricchimento professionale per tutti noi!!!

Il comitato di redazione

Direttore ResponsabileAntonio Agosti

RedazioneNadia CermelliFranco Piccio

Progetto Grafico e StampaLitocoop Srl

Via Calcinara 13 - Tel. 0131 861586Tortona (AL)

DirittiTutti i diritti sono riservati. E’ vietata la riproduzione,anche parziale, senza l’autorizzazione dell’Editore.

CHIUSO IN TIPOGRAFIA IL 6 APRILE 2009

Aless@ndria I.P.A.S.V.I.Periodico d’informazione della professione infermieristica

Autorizzazione del Tribunale n. 561 del 19/3/2004 • Numero 1 - Anno VI - APRILE 2009Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB/AL

SS OO MM MM AA RR II OO

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LETTERA DI RINGRAZIAMENTO DEL PRESIDENTEBELLINCERI AGLI ELETTORI DEL NUOVO CONSIGLIODIRETTIVO PER IL TRIENNIO 2009/2011

I COMPONENTI DEL CONSIGLIO DIRETTIVOELETTO PER IL TRIENNIO 2009/2011

PROTOCOLLO INTEGRATO ASL-AL ED ASO-AL PER LA GESTIONE DELLA VIOLENZA SULLE DONNE

STRUMENTI PER UNA LEADERSHIP EFFICACE

16ORGANIZZAZIONE E CONFLITTO.LA LEADERSHIP INFERMIERISTICA

18INDAGINE CONOSCITIVA DELLA CONTENZIONE FISICANEI PRESIDI OSPEDALIERI DELL’ASL DI ALESSANDRIA

20LA PREVENZIONE DELLE CADUTEACCIDENTALI NEL P.O. DI NOVI LIGURE

17GLI ELETTI DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DELLAFEDERAZIONE NAZIONALE COLLEGIO IPASVI

19L’ANGOLO DELLE EMOZIONI

23PROFILI DI RESPONSABILITA’ DELL’INFERMIEREE DELL’OPERATORE SOCIO SANITARIONELLE STRUTTURE RESIDENZIALI

NORME EDITORIALILa redazione di Aless@ndriaIPASVi ricorda a tutti i colleghi infermie-ri, vigilatrici di infanzia e assistenti sanitari, che è possibile offrire ilproprio contributo alla redazione del periodico Aless@ndriaIPASVI;è un periodico di aggiornamento professionale, informazione infermie-ristica e giuridico-legislativa, pertanto gli articoli che si intendono pub-blicare dovranno rispondere ai seguenti criteri:Articolo a carattere scientifico: dovrà essere fornito integralmente, conabstract e bibliografiaArticolo Informativo: di carattere professionale, aggiornamento(es. commento a eventi formativi, normativa ECM ect.), giuridico-legisla-tivo.Risposta a Quesiti: come “lettera al…” oppure ” l’infermiere …. ri-sponde”; risposte a quesiti posti dai lettori di Aless@ndriaIPASVI dove,diverse figure come: il presidente, l’avvocato, il commercialista, infer-mieri esperti in particolari tematiche, i membri del consiglio per quantodi loro competenza (università, dirigenza infermieristica, libera profes-sione, normativa extracomunitari, ricerca infermieristica ecc), rispondo-no ai colleghi.All’interno della rivista potranno essere inseriti , a seconda della dispo-nibilità, brevi racconti, aneddoti, poesie, vignette inerenti la professione.Sarà inoltre possibile inserire comunicazioni ( sia da singoli iscritti, cheda associazioni, enti etc.) relative a eventi formativi, ( congressi, conve-gni, eventi ECM specifici a tematiche di natura professionale).Gli articoli dovranno pervenire alla redazione di Alessa@ndriaIPASVI insupporto informatizzato (C.D., floppy) al seguente indirizzo:Collegio Provinciale IPASVI,Via Buonarroti n. 1215100 Alessandria oppure attraverso e-mail all’indirizzo di posta elettronica: [email protected] articoli saranno visionati e valutati dal direttore responsabile e dalgruppo di redazione, sottoposti al presidente del collegio e, dopo esse-re stati validati saranno pubblicati sul primo numero disponibile.

Sede del Collegio IPASVI,Via Buonarroti, 12 - ALESSANDRIATel. 0131 218113 - Fax 0131 240208E-mail: [email protected] - Sito: www.ipasvialessandria.it

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Care colleghe, cari colleghi,

è con un sentimento di profonda gratitudineche porgo a tutti quanti un grazie di cuore.

Permettetemi, però, innanzitutto di rivolgere, unparticolare ringraziamento ai Colleghi AntonioAgosti e Gianni Montini che in questo importanteimpegno elettorale per la categoria, non ci hannofatto mai mancare stima sostegno ed entusiasmo,nonostante la scelta di non far più parte del Consi-glio Direttivo. Nel tempo oltre all’amicizia, ci hannotrasmesso i valori veri di una professione così im-portante per tutti noi, e siamo orgogliosi di consi-derarli tutti quanti un po’ le nostre guide “spiritua-li”.

Voglio ancora, a nome mio e a nome di tutti icolleghi che hanno dato la disponibilità e l’adesio-ne a questo nuovo team, ringraziare tutti coloro iquali ci hanno dato fiducia, che hanno creduto nelnostro progetto, iniziato ormai due mandati fa eche ci hanno sostenuto nel nostro percorso comeente di rappresentanza degli infermieri della pro-vincia di Alessandria.

Colleghi che credono, come noi, nella possibi-lità che le cose alla fine possono cambiare.

Per cambiare occorre avere il coraggio di osa-re, di uscire fuori dagli schemi.

Abbiamo lavorato sodo in questo ultimo trien-nio, ed abbiamo voluto rinnovare, con l’inserimen-to di sei nuovi consiglieri nel consiglio provinciale,il volto e la visibilità della nostra professione.

Una professione che deve essere sempre piùvisibile, autorevole, dinamica, riconoscibile.

Lavoreremo per la tutela della professione, del-le sue prerogative, del suo prestigio e del suo fu-turo per costruire un Ordine capace di qualificaree supportare l’evoluzione della nostra professione.

Tutti voi avete mostrato grande maturità parteci-

pando alle elezioni del 17/18/19 gennaio u.s. Questo è un segno tangibile non solo di come

queste elezioni siano state particolarmente sentiteda tutti, ma al tempo stesso mi consente di poterribadire con forza che questo voto ha dato spes-sore e contenuto ad una rappresentanza che talo-ra qualcuno, poco informato o scarsamente par-tecipe all’attività collegiale, aveva posto in discus-sione.

Voglio rappresentare l’Ordine in maniera auto-revole e sono certo di poterlo fare grazie all’aiuto,ai suggerimenti, ai consigli di tutti voi e sento fortel’impegno di rappresentare tutta la professione,forte dei suoi valori fondanti ed al tempo stessoobiettivo di chi in modo repentino ed inespertopropone strumentali attacchi in merito alla visibi-lità ed all’immagine della professione.

Il mio impegno sarà sempre proiettato tra l’al-tro, a valorizzare i colleghi che sapranno impe-gnarsi e spendersi per la categoria con assolutospirito di servizio. Intendo esercitare il mio manda-to nel rispetto del principio di collegialità, nel qualemi riconosco pienamente, e nella pienezza deimiei doveri intendo garantire indipendenza e pie-na autonomia di giudizio e di comportamenti,avendo quale unico interesse quello della catego-ria. Lo farò con pazienza, ma anche con determi-nazione nel rispetto delle competenze di ciascuno.

E’ mio intendimento raccogliere tutti i colleghinella più ampia possibile coesione ed ascoltare leistanze e la voce anche critica ma spero proposi-trice di tutti voi.

Se il talento di qualcuno fa vincere una partitaper vincere un campionato occorre una squadraben affiatata, ed è questo lo spirito con cui dob-biamo gestire tutti quanti questa importante sfida.

Confido nel vostro immancabile sostegno e viauguro buon lavoro.

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Lettera di ringraziamentodel presidente Bellinceri

agli elettori del nuovo Consiglio Direttivoper il triennio 2009-2011

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Componenti del Consiglio Direttivoeletto per il triennio 2009-2011

Salvatore BellinceriPresidenteInfermiere, AFD, Dirigente Docente Scienze Infermieristiche (DDSI), Dottore Magistrale in Scienze Infermieri-stiche. Responsabile Servizio Infermieristico Tecnico Riabilitativo Ostetrico (S.I.T.R.O.) e del Distretto Socio Sanitariodell’ASL AL presso l’ambito territoriale di Acqui Terme e Ovada.Docente corsi OSS. Già Animatore della formazione per l’area infermieristica ospedaliera e territoriale.Componente la Commissione Aggiornamento e la Commissione Ricerca dell’IPASVI della provincia diAlessandriaComponente del Coordinamento Regionale Collegi IPASVI del Piemonte.

Lorella GambariniVicepresidenteIn servizio presso l’Azienda Ospedaliera SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria dal 1982, pri-ma come Infermiera presso la SOC Malattie Infettive (1982-1986) poi come Infermiera AFD presso la SOCUrologia (1987-1997) e successivamente della SOC Ematologia come Responsabile Infermieristico del Di-partimento fino al 2008. Nel 2007 consegue la Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche Ostetriche ePediatriche presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia delll’Università degli Studi di Firenze. Da gennaio2009 Responsabile Area dello Sviluppo Professionale presso il SITRePO.Consigliere del Collegio Provinciale IPASVI di Alessandria nel triennio 2003-2005, poi Vicepresidente neltriennio 2006-2008, incarico riconfermato nel prossimo triennio 2009-2011.

Franco PiccioSegretarioInfermiere dal 1985, esperienza in ambito chirurgico specialistico (Neurochirurgia) Azienda Ospedaliera SS. Antonio eBiagio di Alessandria sino al 1990. Certificato di specializzazione per Infermieri addetti alla Sorveglianza e Controllodelle Infezioni Ospedaliere (ICI) 1990. Dal 1990 esperienza in ambito igienico organizzativo presso Direzione SanitariaAzienda Ospedaliera SS. Antonio e Biagio di Alessandria. Dal 2004 esperienza in ambito organizzativo di coordina-mento infermieristico presso SC Cliniche specialistiche (Nefrologia e Dialisi) e Chirurgiche specialistiche (Urologia). Ma-ster in coordinamento per le funzioni infermieristiche UNIPMN 2006. Laurea Magistrale in Scienze infermieristiche eostetriche UNIPMN 2008. Attualmente Responsabile dell’Area per lo sviluppo di ricerca del SITRePO Azienda Ospeda-liera SS. Antonio e Biagio di Alessandria. In carica come consigliere CD Collegio Provinciale IPASVI Alessandria dal2000, e al terzo mandato come Segretario del Consiglio Direttivo. Aree di Interesse: epidemiologia, controllo delle in-fezioni, rischio clinico, qualità, economia sanitaria, organizzazione, ricerca infermieristica.

Alessandro CataldoTesoriere - [email protected] - Cellulare 3884749044 Infermiere dal 1978, ha conseguito l’Abilitazione a Funzioni Direttive (Caposala) nell’anno 1984, Diploma Universitario In-fermiere Insegnante Dirigente nel 1988 e la Laurea Specialistica Infermieristica e Ostetrica nel 2006. Laureato in Sociolo-gia nel 1994, specializzato in Sociologia Sanitaria nell’anno 1997 e attualmente iscritto al 2° anno Dottorato di Ricerca inValutazione dei Processi e dei Sistemi Educativi. Lavora dal 1978 prima come infermiere, caposala e Direttore DidatticoScuola Infermieri. Si è occupato di Formazione, Qualità dei servizi e di Promozione della Salute. Nello scorso triennio nelCollegio IPASVI si è occupato di gestire e coordinare la commissione formazione, dove sono state realizzate diverse ini-ziative formative. Inserito nelle liste degli idonei a Direttore Generale delle Liguria, Toscana, Lombardia e Marche. Lascelta di ricandidarsi e impegnarsi nel Collegio nasce dall’idea che: “la professione infermieristica deve prendere co-scienza del proprio ruolo e sapere essere promotrice del benessere della persona e protagonista indiscusso del siste-ma sanitario”. Gli infermieri, Assistenti Sanitarie e Infermieri Pediatrici, sono la categoria più vicina alle esigenze dell’u-tenza, ma è anche la categoria meno riconosciuta e più malpagata. Il Collegio deve riuscire a cambiare questa tenden-za aprendosi alle nuove idee, deve aprire le proprie porte favorendo la partecipazione e il confronto/scontro delle men-ti, alla ricerca di una strategia di valorizzazione delle competenze e dei ruoli (Collegio laboratorio di idee e casa operosadei professionisti).

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Componenti del Consiglio Direttivoeletto per il triennio 2009-2011

Tiziana BarberisDiploma I. P. nell'anno 1980 c/o la scuola di AlessandriaDiploma A.S. nell'anno 1986 c/o la Scuola C.R.I. di TorinoMaster di I livello in Coordinamento Inf. nell' A.A. 2005/2006 c/o l'Università A.Avogadro di NovaraIscritta per l'A.A. 2008/2009 al Master di I livello in Infermieristica legale e forense c/o l'Università PegasoIn servizio dall'anno 1980 fino all'anno 1988 c/o l' Azienda Ospedaliera di Alessandria come InfermieraIn servizio dall'anno 1988 ad oggi c/o l' ASL-AL Distretto 1 - Alessandria come Assistente SanitariaDocente di infermieristica Generale I e di Infermieristica Generale 2 c/o il Corso di Laurea in Infermieristica- 1° anno - sede di Alessandria

Moscatiello Antonio Pier PaoloConsigliereSono nato ad Alessandria il 28.06.1972. Mi sono diplomato Infermiere presso la scuola dell'ASO di Ales-sandria nel 1992. Nel 1999 ho ottenuto il Certificato di Competenza in "Stomaterapia e Riabilitazione delPavimento Pelvico". Dal 2000 sono Membro effettivo del gruppo permanente di ricerca dell' AIOSS (Asso-ciazione Italiana Operatori Sanitari in Stomaterapia) ed ho all'attivo circa dieci pubblicazioni scientifiche inambito di stomaterapia e sempre in questo ambito mi occupo di formazione su scala nazionale. Dal2003 sono Coordinatore Infermieristico della SOC di Medicina del PO di Ovada, ASL-AL. All'interno del POdi Ovada, gestisco l'ambulatorio per "La cura della stomia", mi occupo di aggiornamento del personaleinfermieristico e di supporto; infine da qualche mese sono referente infermieristico per il SITRO. Da oltre 5anni svolgo attività di docenza ai corsi per operatori socio-sanitari. In seno al Collegio Provinciale IPASVIdi Alessandria, sono Consigliere al secondo mandato.

Ignazio Roberto TerranovaConsigliereInfermiere dal 2003 ha operato nel campo igienistico sanitario come infermiere addetto al controllo delleinfezioni ospedaliere dal 2004 al 2008 presso la Direzione Medica di Presidio SOS di Igiene Ospedalieradell’ASO “SS. Antonio e Biagio e C. Arrigo” di Alessandria. Nel 2006 consegue il Master di 1° livello in Ma-nagement Infermieristico per le funzioni di Coordinamento e dal febbraio 2008 coordina la Struttura Ope-rativa Complessa di Neuroriabilitazione di III° livello presso l’Istituto Clinico Salus presidio del Gruppo Poli-clinico di Monza. In corso la frequenza al 2° anno del CdL in Scienze e Tecniche Psicologiche e delle Rela-zioni di Aiuto presso l’Università degli studi di Aosta. E’ al primo mandato nel Consiglio Direttivo del Colle-gio Provinciale di Alessandria con la carica di Consigliere.

Maria Angela BellinasoConsigliereTitoli di studio: anno 1982 Diploma di Maturità Classicaanno 1994 Diploma di Vigilatrice dell’infanziaanno 2006 Master di primo livello in Management infermieristico per le funzioni di coordinamento Esperienza lavorativa:dal 11/08/1994 al 31/03/2006 infermiera pediatrica presso il Dipartimento di scienze chirurgiche dell’etàpediatrica dell’Ospedale infantile “C. Arrigo” di Alessandria.Dal 01/04/2006 al 11/11/2007 infermiera pediatrica presso il Servizio infermieristico e tecnico sanitario del-l’Ospedale infantile “C. Arrigo” di Alessandria.Dal 12/11/2006 ad oggi coordinatrice infermieristica della S.C. di Terapia Intensiva Neonatale.

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Componenti del Consiglio Direttivoeletto per il triennio 2009-2011

Daniela PastorinoConsigliereInfermiera dal 1990, ha lavorato in Medicina dal 1990 al ’96, dal ’96 al ’97 come infermiera di anestesia,dal ’97 al 2005 in Rianimazione e dal 2005 ad oggi in Traumatologia/Ortopedia, del P.O. di Acqui Terme.Nel 2008 ha convertito il diploma regionale in laurea, presso l’Università “G. D’Annunzio” di Chieti – Pe-scara e nel febbraio 2009 ha conseguito il Master “Management nelle professioni sanitarie”, presso Uni-pegaso. Primo mandato.

Carla RepettoConsigliereDirigente Infermieristico; Sede di lavoro: Servizio Infermieristico Territoriale; Telefono e Fax 3356689736 - E-mail [email protected]; Dati anagrafici: Novi Ligure (Al), 23.07.1957. Esperienze di lavoro: I.P. USL 70 Ospedale Alessandria dal23.09.1976 al 30.10.1976; I.P. USL 73 Ospedale Novi Ligure dall’1.11.1976 al 15.10.1984; I.P. AFD ASL 73 Ospedale ScuolaInfermieri dal 16.10.1984 al 31.01.1999; Infermiere Dirigente ASL 22 Servizio Infermieristico dall’1.02.1999 alla dataodierna. Studi compiuti: Infermiere Professionale Ospedale Alessandria 1976; Abilitazione a funzioni Direttive Ospeda-le Alessandria 1981; Dirigente e Docente Scienze Infermieristiche Università Genova 1995; Corso di Laurea SpecialisticaInfermieristica Università Milano Bicocca 2005; Master 2° livello in Bioetica ed etica pratica Filosofia Università La Sa-pienza Roma 2007; Master di Promozione salute ed Educazione Sanitaria Igiene Università Medicina e chirurgia diPerugia 2008. Iscrizione ad Albi Professionali: Collegio IPASVI Alessandria. Lingue conosciute: inglese. Corsi ed espe-rienze formative (ultimi 5 anni e quelli più significativi): “Progetto Nutrizione Piemonte – Formazione dei Formatori”2004 (1 mese); Corso di Formazione per lo sviluppo di competenze professionali ed organizzative sulle attività di Pro-mozione ed Educazione alla Salute nelle Aziende Sanitarie” 2004 (1 mese).Posterr: Lotta al tabagismo, Convegno Regionale di Promozione della Salute, Gruppo di Educazione Sanitaria ASL 22.

Cinzia [email protected] 338 9083610Diploma di Infermiera presso la scuola di infermieri dell’ ASL AL di Casale Monferrato (già USL 76 ) nel1994, fino al 1997 libera professione in RSA.Dal 1999 al 2001 Coordinatrice dei servizi infermieristici clinica S. Anna a Casale Monferrato.Dal 2005 responsabile di struttura RSA.Dal 2005 al 2007 Collaborazione per i piani di zona ASL AL. Eletta nell’ attuale direttivo del Collegio IPASVI in qualità di consigliera.

Simona ArcidiaconoConsigliereNata ad Alessandria il 15/08/1966, residente a Felizzano diploma di maturità classica conseguito nel Lu-glio 1985 e diploma di Infermiera prof.le conseguito nel Giugno 1995 presso la scuola regionale con sedead Alessandria Dal 1989 al 1992 ho lavorato a Torino presso la Bosco Italia S.p.A come impiegata addettaalle relazioni comm.li con i clienti; dal 1995 al 1996 ho lavorato alla Casa di Cura Città di Alessandria co-me infermiera nel reparto di medicina interna; dal 1996 al 1997 ho lavorato presso la Casa di Cura SantaRita di Vercelli come capo sala nel reparto di Chirurgia Generale; dal 1997 lavoro presso l'Azienda Osp.SS. Antonio e Biagio e C. Arrigo di Alessandria al Blocco Operatorio 1 come strumentista nel dipartimentodi Chirurgia Generale ad indirizzo oncologico.Attualmente frequento il master di 1° livello in Coordinamento presso l'Univ. LIUC a Castellanza

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Componenti del Consiglio Direttivoeletto per il triennio 2009-2011

Tosca VendraminConsigliereDal 1978 al 1981 Ospedale Civile SS. Antonio e Biagio e C. Arrigo via Venezia 1 Alessandria Ussl 70, infer-miera professionale; dal 1981 al 1994 coordinatore infermieristico con funzioni direttive e di coordinamentodella struttura operativa complessa, e formazione degli studenti in ambito lavorativo; dal 1995 al 2005 di-rigente infermieristico Asl 20 - Dipartimento di Salute Mentale DSM Spalto Marengo 35 Alessandria; dal2006 al 2008 coordinatore corso di laurea in infermieristica presso l’università del Piemonte Orientale se-de di Alessandria; dal 2008 ad oggi coordinatore corso di laurea in infermieristica presso l’università delPiemonte Orientale sede di Tortona, collaborazione con master in “Management per le funzioni di Coordi-namento delle professioni sanitarie” come turor, docente e relatore.

Nadia CermelliConsigliereInfermiera dal 1988 al 1995 presso la Rianimazione e Terapia Intensiva dell’Ospedale di Novi Ligure. Nell’anno 94 consegue il Diploma di Abilitazione alle Funzioni Direttive dell’Assistenza Infermieristica presso la2ª Scuola Infermieri di Alessandria; dal 95 ad oggi Capo Sala dell’U.O. Pediatria – Centro Neonatale del-l’Ospedale di Tortona, dal 98 ad oggi capo Sala Dipartimento Materno Infantile.Eletta Consigliere IPASVI per i Trienni 2003-2005, 2006-2008 e 2009-2011 dove si è occupata in particolarmodo della commissione extracomunitari e della redazione di [email protected] di Infermieristica Pediatrica presso la facoltà di Scienze infermieristiche dell’Università AmedeoAvogadro presso la Sede di Alessandria dall’Anno accademico 2005-2006 ad oggi.

Antonio AgostiRevisore dei ContiInfermiere professionale dal 1972 Capo Sala 1978 P.S. Tortona.Laurea Scienze Politiche dal 1988Eletto consigliere nel 1976. Presidente del Collegio dal 1987 al 2005, Revisore dal 2009.Pensionato dal 1994 dopo 42 anni di servizio presso l’Ospedale di Tortona

Michela CiveriatiRevisore dei Conti SupplenteInfermiere dal 1995.Nel 1997 esperienza in ambito specialistico-chirurgico presso il reparto di otorino-oculistica dell’ospedaledi Tortona.Dal 1998 lavora presso l’ospedale SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria con esperienza nelDipartimento d’Urgenza-Pronto Soccorso e DEA.Dal 2003 esperienza lavorativa presso il servizio di Emodialisi.In carica dal corrente anno 1ª esperienza come supplente Revisore dei Conti Collegio Provinciale IPASVI diAlessandria.AREE DI INTERESSE: Ricerca Infermieristica e Infermieristica Legale.

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Componenti del Consiglio Direttivoeletto per il triennio 2009-2011

Vincenzo CostantinoRevisore dei ContiAnni 42, C.P.S presso l’ASL-AL di AlessandriaGià Presidente dei Revisori dei Conti del Collegio IPASVI di AlessandriaImpegnato nel sindacato (RSU), in politica con una lista civica(Consigliere Comunale e di Circoscrizione) e nel volontariato (Presidente Associazione Culturale Amici diW.Rivera)Componente del Consiglio Direttivo dell’Anpi.

Gianni MontiniPresidente revisore dei conti

Sara BidoneRevisore dei ContiLaurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed ostetricheDall’anno 1989 presta servizio presso il Blocco Operatorio dell’ASO Alessandria, dapprima come infermie-ra strumentista successivamente come Coordinatore Infermieristico e come Coordinatore Infermieristico diDipartimentoImpegnata in attività di docenza presso il corso di Laurea in Infermieristica e nei corsi di riqualifica OSSDal 2009 si occupa, in qualità tutor pedagogico, di formazione infermieristica di primo livelloDal 2006 Consigliere Regionale AICO (associazione infermieri di camera operatoria)Dal 2007 Membro del Comitato Scientifico Nazionale AICONel triennio 2006/2008 Revisore dei Conti presso il Collegio IPASVI di AlessandriaNel triennio 2009/2011 Membro del Consiglio Direttivo Collegio IPASVI di Alessandria.

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DESTINATARI

Medici, Infermieri Professionali ed Operatori Socio Sanitari dei DEA, Pronto Soccorso e Punti di Primo Intervento, Medici e In-fermieri dei reparti di Ginecologia e Chirurgia e del Laboratorio Analisi dell’A.S.L. di Alessandria. e dell’A.S.O. “SS. Antonio eBiagio e Cesare Arrigo” di Alessandria.Il Servizio di Psicologia e le Assistenti Sociali Ospedaliere per eventuali consulenze specialistiche se richieste.

OBIETTIVI

a. Facilitare e standardizzare l’espletamento delle procedure e dei rilievi necessari per tutti gli operatori. b. Offrire una migliore accoglienza alle vittime di violenza creando un percorso specifico, garantire riservatezza, disponibi-

lità all’ascolto, testimonianza del fatto accaduto.c. Conoscere ed utilizzare informazioni riguardo ai riferimenti legislativi ed agli obblighi di legge previsti per il fatto.d. Ottemperare agli obblighi di rilevamento delle prove del fatto, raccogliere e conservare correttamente il materiale reper-

tato ed inviarlo al centro di raccolta.

AZIONI PREVISTE

1. Accoglienza e protocollo di individuazione.2. Anamnesi accurata con storia medica dell’aggressione.3. Esame obiettivo completo4. Richiesta di consulenze specialistiche ( Visita Ginecologica per la violenza sessuale nella donna/ Visita Chirurgica per la

violenza sessuale nell’uomo)5. Acquisizione del consenso al trattamento dati ed alla acquisizione delle prove giudiziarie.6. Acquisizione delle prove giudiziarie.7. Informativa all’autorità giudiziaria. 8. Refertazione a favore della vittima in caso di denuncia posposta.9. Controllo della procedura.10. Dimissione della vittima o ricovero in regime di degenza.

FASE 1 ( AVVIENE IN PRONTO SOCCORSO):ACCOGLIENZA, PROTOCOLLO DI INDIVIDUAZIONE DELLA VIOLENZA

1.1 IN TRIAGE:Valutare secondo il protocollo di Triage i soggetti che asseriscano di essere state vittime di violenza o casi sospetti.Non parlare con la vittima davanti ad altri utenti.Verificare chi è l’accompagnatore e non porre le domande davanti a lui.Nel dubbio segnalare al medico di sala con telefonata o accompagnare direttamente il/la paziente in sala di visita.

1.2. IN SALA VISITA:Massima attenzione all’ambiente ed alla riservatezza.Atteggiamento degli operatori, rassicurante, disponibile all’ascolto, non frettoloso.Presenza dei soli operatori necessari del servizio con esclusione di ogni altra persona.Esecuzione delle procedure e degli spostamenti strettamente necessari.Offrire spiegazioni su tutto l’iter della visita ( anamensi ed esame obiettivo) , degli esami ematochimici e strumentali e del-la refertazione.Se non si dispone della privacy necessaria cercare se possibile uno studio adeguato.Avvisare eventuali consulenti necessari.

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Protocollo integratoAZIENDA SANITARIA LOCALE DI ALESSANDRIA (ASL AL)

ed AZIENDA OSPEDALIERA (ASO)di Alessandria per la gestione della violenza sulle donne

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FASE 2 MODULO DI CONSENSO AL PRELIEVO ED ALLA CESSIONE DI TUTTI I MEZZI DI PROVA E DELLE INFORMAZIONI (ALLEGATO 1)

Consenso al trattamento dei dati al prelievo ed utilizzo di esami e prove con finalità giudiziarie. Compilare datare e firma-re a cura del sanitario e della vittima.

Il consenso al trattamento dei dati personali è esattamente lo stesso per tutti gli utenti del Pronto Soccorso e non è su-bito necessario nelle situazioni di urgenza. art. 10 legge 675 31/12/1996 e seguenti.

FASE 3STORIA MEDICA DELLA VITTIMA ED INFORMAZIONI SULL’AGGRESSIONE

Dati anagrafici.Dati anamnestici con particolare rilevanza a quelli connessi con le aggravanti specifiche del reato (violenza di gruppo,continuazione del reato, violenza su minore, etc.).Esecuzione di esame obiettivo dettagliato e finalizzato alla repertazione e alla refertazione del fatto.Documentazione di tutti gli elementi necessari per una successiva perizia medico legale.Compilare e firmare a cura del sanitario.

FASE 4INFORMATIVA ALL’AUTORITÀ GIUDIZIARIA

Obbligo di referto (è un giudizio tecnico diagnostico-prognostico) in tutti i delitti procedibili di Ufficio (omissione direferto art 365 c.p.) entro 48 ore o subito se vi è pericolo nel ritardo

- Maltrattamenti in famiglia o verso minori ( art. 572 c.p)- Se la vittima presenta lesioni per le quali è prevista la procedibilità d’Ufficio:

• Lesione personale lieve (prognosi > 20 gg) (art 582 c.p.);• Lesione personale grave (se dal fatto deriva una malattia che metta in pericolo la vita della persona offesa o una ma-

lattia o un’incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per più di 40gg, o l’indebolimento permanente di un sen-so o di un organo); art 583

• Lesione personale gravissima (se dal fatto deriva una malattia certamente o probabilmente insanabile, perdita di unsenso, di un arto o dell’uso di un organo o della sua funzione, della capacità di procreare, difficoltà permanente e gra-ve della parola, deformazione o sfregio permanente del viso) art 583-590 c.p.

- Se la vittima pur con prognosi inferiore a 20 giorni è stata colpita con armi o sostanze corrosive (art. 585 c.p.).- Quando vi sia abbandono di minore o di incapace (es.anziano invalido) (art 591 c.p.).- Quando vi sia stata omissione di soccorso ( art 593 c.p.).- Quando vi sia stata violenza privata (art 610 c.p.).- Quando vi sia stato sequestro di persona (art.605 c.p.) da intendersi come privazione della libertà personale.- Quando sia stata procurata incapacità a seguito della violenza diversa da quella fisica (shock postraumatico) o a seguito

di somministrazione di sostanze alcoliche o stupefacenti (art. 613 c.p.).- Violenza commessa da/o a pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio (artt.336,337 c.p. , artt.610 e 61 c.p.).- Violenza commessa insieme con un altro delitto per il quale si deve procedere d’ufficio (rapina, sequestro di persona).- Minaccia grave o commessa con armi o da più persone riunite (art.612, 2°comma c.p.).- Quando la vittima è minore di 18 anni nei soli casi in cui il fatto è commesso senza il suo consenso (con minaccia , violen-

za, abuso di autorità o delle sue condizioni di inferiorità psichica, fisica o traendola in inganno).

Obbligo di Denuncia ( è la notizia del reato) in qualunque reato perseguibile di ufficio ( omessa denuncia di reato art361, art 362 c.p.)

ATTENZIONE ci sono due circostanze in cui il non aver redatto il referto, non costituisce reato:a. se esso espone la persona assistita a procedimento penale ( comma 2 art 365 c.p.);b. in ragione della necessità del sanitario di salvare se medesimo o un prossimo congiunto da un grave ed inevitabi-

le nocumento nella libertà o nell’onore ( art 384 c.p.).

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In caso di dubbio chiedere al Procuratore di turno al numero di reperibilità.

Procura della Repubblica presso il TRIBUNALE DI ALESSANDRIA

Corso Crimea, 81 – 15100 Alessandria (AL) Tel.: 0131/284311 oppure 0131/284121

E-mail: [email protected] Fax: 0131/252463

Nel caso in cui non ci sia stata violenza sessuale il medico di PS procederà al ricovero o alla dimissione della pazien-te.

Nel caso in cui ci si trovi di fronte a paziente che abbia subito anche VIOLENZA SESSUALE, viene richiesta la consulen-za ginecologica/chirurgica secondo i protocolli vigenti in PS/DEA.

FASE 5 ( AVVIENE PRESSO IL REPARTO DI GINECOLOGIA)STORIA MEDICA DELLA VITTIMA ED INFORMAZIONI SULL’AGGRESSIONE ED ESAME OBIETTIVO

Allegati 2 e 3Annotare eventuali rinvenimenti sul corrispondente disegno anatomico extra e genitali.Se possibile le lesioni vanno documentate anche con fotografie.

FASE 6 ( AVVIENE PRESSO IL REPARTO DI GINECOLOGIA)REPERTAZIONE

Prelievi di materiale biologico ( Allegato 4)Esami tossicologici ( Allegato 5)

Prelevare i campioni per tossicologico ed inviare al laboratorio specificando che si tratta di reperti ad uso giudiziario.

ALTRI REPERTI

Screening delle malattie sessualmente trasmissibili ( Allegato 6)Prelievi ematici da ripetere a 1-3-6 mesiBetahcg

FASE 7 PROFILASSI ( EVENTUALE CONSULENZA MALATTIE INFETTIVE)

Profilassi antibiotica nei casi ci sia un rischio legato alle modalità dell’aggressione o all’identità dell’aggressore e non sia-no trascorse più di 72 ore dall’aggressione.

Lo schema consigliato:AZITROMICINA 1 gr per os o TETRACICLINA 100 mg 1 cp x2 / die x 7 giorniCEFTRIAZONE 250 mg 1 fl i.mMETRONIDAZOLO 2 gr per os

Se sono presenti ferite sporche: profilassi antitetanica

Consigliata la vaccinazione antiepatite B

Profilassi HIV

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FASE 8

INTERCEZIONE POSTCOITALE se sono trascorse meno di 72 ore

FASE 9: CONTROLLO PROCEDURE CHECK LIST

Controllo delle procedure e degli esami richiesti:Hai compilato allegato 1?Hai compilato allegato 2?Hai compilato allegato 3?Hai compilato allegato 4?Hai compilato allegato 5?Hai compilato allegato 6?Hai attivato le consulenze necessarie?Hai emesso un referto, hai consultato la tabella allegata di procedibilità d’ufficio?Hai dato copia del referto alla vittima se procede a querela di parte?Hai avvisato le forze dell’Ordine, assistente sociale? Puoi dimettere il/ la paziente in sicurezza? Hai dato informazioni corrette?

FASE 10: DIMISSIONI DELLA VITTIMA O RICOVERO IN DEGENZA

Alla dimissione verranno consegnati i numeri telefonici di riferimento per l’eventuale proseguimento del percorso dellavittima presso i servizi socio assistenziali e i consultori familiari;

Alessandria, 17 febbraio 2009

ASL – AL__________________________________________

Gian Paolo Zanetta – Direttore GeneraleA.S.O. “SANTI ANTONIO E BIAGIO E C. ARRIGO”

__________________________________________Nicola Giorgione – Direttore Generale

PROVINCIA DI ALESSANDRIA__________________________________________

Paolo Filippi - PresidenteREGIONE PIEMONTE

__________________________________________Giuliana Manica – Assessore Pari Opportunità

Bibliografia:

- Feldhaus K.: What Every Physician Should know About Interpersonal Violence - Acep Scientific Assembly. Seat-tle, 2002.

- Gruppo di lavoro OIRM-S.Anna: Diamo un nome alla violenza: buone pratiche per operatori sanitari - Torino2000.

- Guidelines for medicolegal care for victims of sexual violence - WHO Geneva 2003 - Nova G.: Protocollo medico-infermieristico per la gestione della violenza sessuale in Pronto Soccorso – Cuneo

2006. - Piana C., Tamos L.: La responsabilità professionale in Medicina d’Urgenza - Milano, 2005.- Protocollo d’Intesa fra PS Ospedale di Trieste e Associazione Gruppo Operatrice Antiviolenza e Progetti - Trieste

2002.- Wallers A.E., Hohenhaus S.M., Shah P.J., Stern E.A.,: Development and validation of an Emergency Department

Screening and Referral Protocol for Victims of Domestic Violence. Annals of Emergency Medicine, 1996,27(6):754 -760.

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Il coordinamento è un’attività cheha molteplici scopi, uno dei quali èquello di consentire ai membri delgruppo di lavorare insieme in ma-niera armoniosa, che cerca digiungere ad un risultato condiviso,includendo un ampio numero disoggetti interessati ad un determi-nato problema e farli parteciparealle scelte.In una fase in cui la complessitàdei problemi da affrontare cresce,a fronte di risorse sempre più scar-se, il Coordinatore deve rafforzarele capacità di elaborare ed attuareun management che abbia la fina-lità di migliorare le caratteristichedi produzione dei servizi renden-dole contemporaneamente più ef-ficienti e aumentandone la qualità.Spesso nel suo lavoro, si imbatte inostacoli non previsti, in conflittiinattesi, incomprensioni ed equivo-ci.Oltre a competenze di tipo mana-geriale il Coordinatore dovrebbe,quindi, avere competenze di tipocomunicativo, relazionale e di buo-na negoziazione dei conflitti.Per aiutare il Coordinatore ho pen-sato di far conoscere, attraversoquesto articolo, uno studio pubbli-cato dalla RNAO (registered Nur-ses’ Association of Ontario) cheha iniziato nel 2003 e terminatonel 2006, grazie ad un’equipe diesperti, un progetto mirato alla de-finizione di linee guida basate sulleevidenze per la creazione di unambiente di lavoro ottimale e dileadership efficace (in questo casosi parla di leadership del coordina-tore infermieristico).Le raccomandazioni dello studiodella RNAO, devono essere intesenon come “regole di vita”, ma co-me strumenti che possono suppor-tare il Coordinatore nel prenderedelle decisioni che possono incide-re con effetti positivi per gli infer-

mieri, i pazienti, l’Azienda ed il Si-stema.I risultati della ricerca in letteraturasulle evidenze della leadership ef-ficace, sono stati prodotti mediantemeta-analisi, studi descrittivi, quali-tativi ed opinioni di esperti; la mag-gior parte di tali studi sono avvenu-ti in ospedali della città di Ontarioin Canada. Naturalmente occorre-rebbe contestualizzare tali studi inItal ia, ma almeno è un ini-zio……………Da questi studi si è arrivati a suddi-videre 5 pratiche trasformazionalidi leadership che permettono diraggiungere una leadership effica-ce:1- Costruire un clima di relazionee fiducia (mostrare e stimolarecomportamenti corretti, rispetto edattenzione verso gli altri, mantenerevisibilità ed accessibilità verso gli al-tri, avere una comunicazione effica-ce, saper gestire efficacemente iconflitti)2- Creare un ambiente di lavoroempowered (“dare potere” ai colla-boratori in modo che si sentanoappagati e motivati a raggiungeregli scopi prefissati)3- Supportare sviluppo ed inte-grazione alla conoscenza (forniretutti gli strumenti che possono servi-re a supportare l’apprendimento)4- Guidare e sostenere il cambia-mento ( aiutare il personale a far siche il cambiamento venga interpre-tato come opportunità di accresci-mento)5- Bilanciare la competizione travalori, priorità e richieste (bilancia-re i bisogni professionali, personali,dell’utenza e quelli dell’azienda).

1 - costruire un climadi “relazione e fiducia”

Costruire tale clima non è un pro-cesso semplice e rapido, ma derivadalla capacità di focalizzarsi sull’al-

tro, dall’avere qualità di guida epieno rispetto nei colleghi.Fiducia nel leader, imparzialità erispetto per il lavoro degli altri, so-no i valori chiave che portano allacostruzione di questo clima.Le strategie suggerite dalla RNAOper costruire un clima di relazione efiducia vengono suddivise in strate-gie individuali del Coordinatore,strategie per team e capacità di ge-stione dei conflitti.Alcune strategie individuali sono:- mantenere una politica della “

porta aperta”, il collaboratoredeve essere certo della disponi-bilità del Coordinatore.

- gestire il lavoro trascorrendomolto tempo nell’U.O., cioè esse-re presente.

- durante le riunioni effettuare un“check-in” per ascoltare proble-mi e preoccupazioni del perso-nale in modo da promuovere efornire tutto il supporto possibile.

- fornire un continuo “feed-back”per i lavori ben fatti.

- creare una rete di consiglieri chepossano fornire un punto di vistaonesto e imparziale in caso dinecessità e consigli.

Alcune strategie per team sono:- creare una “vision” e lavorare

con il team per sviluppare stan-dard comportamentali che ri-specchino tale “vision”.

- tracciare una chiara ed accessi-bile descrizione del ruolo e delleresponsabilità, dettagliandonecompiti e livelli.

- iniziare un programma che rico-nosca i successi dei collaboratoriad esempio con attestazioni oarticoli che dimostrino un livellodi eccellenza nella pratica.

- stabilire un gruppo che esaminil’inserimento ed il trattenimentodegli infermieri all’interno del-l’U.O.

Alcune strategie per la gestione ef-

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A cura di: Laura Fisichellamaster di primo livello in“Management infermieristico”Facoltà di Medicina e ChirurgiaUniversità degli Studi di Genova

Strumenti per unaleadership efficace

(sintesi di un capitolo della tesi di master)

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ficace dei conflitti sono:- incoraggiare il libero scambio di

idee, sentimenti e attitudini inmodo da coltivare un’atmosferadi fiducia.

- cercare di chiarire i problemi chesi possono creare riguardo aivalori, scopi ed obiettivi.

- cercare vie alternative per risol-vere i problemi e, se necessario,chiedere aiuto esterno.

- valutare sempre più soluzionipossibili.

I leaders che lavorano in modopiù efficace parlano sempre alplurale, non dicono mai “io” ma“noi”. Essi intendono il loro lavoroin funzione del team accettandole responsabilità senza aggirarle.

“La fiducia è la più alta formadi motivazione umana. Mettein evidenza la parte migliore

delle persone”(Stephen Covey)

2- Creare un ambientedi lavoro empowered

Significa “dare potere” ai collabora-tori coinvolgendoli nei processi dilavoro, affinché vengano ricono-sciute le loro risorse in modo che sipossano sentire appagati e moti-vati a raggiungere gli scopi prefis-sati.Dagli studi effettuati dalla RNAO unambiente di lavoro empowered èstato collegato ad una migliorequalità dei prodotti e dei servizi, mi-gliore focalizzazione sull’utente, au-mento della competitività organiz-zativa e migliore qualità di vita la-vorativa.Un ambiente di lavoro empoweredimplica l’accesso da parte dei com-ponenti del team di informazione,supporto, risorse ed opportunitàper crescere all’interno di un conte-sto che promuove l’autonomia pro-fessionale.Il Coordinatore stimola, provoca,infonde energia, motiva e si ado-pera per “liberare” le potenzialitàdel singolo.Il suo ruolo è principalmente di“coach” che aiuta la crescita deipropri collaboratori, crea occasionidi sviluppo personale e professio-nale, facilita i processi di apprendi-

mento e la conquista di nuove re-sponsabilità e compiti.

“Il mio obiettivo personale èdi fornire agli infermieri

gli strumentinecessari per far bene

il loro lavoro.Io non curo i pazienti,

loro li curano.Il mio lavoro è prendermi curadi loro in modo che possanoprendersi cura dei pazienti”

(Upenieks)

3 - Supportare sviluppo edintegrazione alla conoscenza

Il Coordinatore si dovrebbe far cari-co di fornire strumenti tecnici, infor-mativi e formativi per supportarel’apprendimento.E’ indiscutibile che la formazionecontinua sia leva strategica per ga-rantire alla collettività il manteni-mento e il miglioramento dellacompetenza degli operatori.Dagli studi della RNAO si è arrivatialla conclusione che un ambientedi lavoro che supporti sviluppo edinterazione alla conoscenza portaa:- accrescimento della soddisfazio-

ne degli infermieri e aumentodell’efficacia del loro lavoro.

- potenziamento della qualità del-la pratica infermieristica, dellaresponsabilità, della crescitapersonale e professionale dellostaff.

- aumento della fiducia per il lea-der

- diminuite richieste di trasferi-mento per altri reparti o azien-de.

Vi sono alcune strategie organizza-tive per creare questo tipo di am-biente di lavoro ad esempio fornireil libero accesso ai servizi di biblio-teca, internet e motori di ricerca inmodo da incentivare la formazionecontinua; istituire un comitato di ri-cerca infermieristica, pubblicandosu un rendiconto annuale i dettaglidi quanto è stato attuato; promuo-vere la partecipazione e l’uso di ri-cerche sulla pianificazione dell’assi-stenza infermieristica.

“La perplessità è l’inizio

della conoscenza”(Kahlil Gibran)

4- Guidare e sostenereil cambiamento

Il Servizio Sanitario si trova in unasituazione di costante mutamentodeterminato dai continui progressidella medicina e dalle risorse sem-pre scarse:Qualsiasi cambiamento può essereun’opportunità ma anche un peri-colo, specialmente se la sua gestio-ne è dettata dall’improvvisazione.L’esperienza di tanti progetti di svi-luppo organizzativo, ha permessodi constatare la cosiddetta “pauraal cambiamento”, atteggiamentoconnaturato al l ’essere umanoorientato a conservare quanto ac-quisito attraverso esperienza.Non si può scegliere di non cam-biare ma il cambiamento non deveessere accettato in modo passivoma è compito del Coordinatore farsi che questo venga interpretatocome opportunità di accrescimen-to.Le occasioni di cambiamento pos-sono riguardare la struttura, i mec-canismi operativi ( introduzione dinuove modalità di documentazionedell’attività infermieristica, realizza-zione di procedure, nuove modalitàdi rotazione del personale ecc.), e iprocessi sociali (la gestione deirapporti con il personale, la sceltada parte del Coordinatore di unnuovo stile di direzione ecc.).Ogni cambiamento si fonda, quin-di, su un’operazione logica di con-fronto tra un modello di riferimentoe la situazione che si viene a crea-re.Il Coordinatore ha un ruolo centralenella conduzione del gruppo attra-verso i cambiamenti organizzativi,egli (..) ha la responsabilità di ve-dere i l cambiamento e quasiprendere per mano il gruppo perfargli accettare i nuovi assetti or-ganizzativi, sapendo che l’abban-dono dei vecchi modelli generafrequentemente ansia nelle per-sone.(…) (La leadership in campoinfermierist ico. Calaman-drei/Pennini)Le strategie suggerite dagli studidella RNAO sono divise in strategieindividuali, per team e strategie

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dell’organizzazione.Alcune strategie individuali sono:- riconoscere il cambiamento e

capire che l’assorbimento di talecambiamento varia da personaa persona

- essere aperto alle opportunità diportare avanti il cambiamento

- sviluppare e supportare una reteche supporti l’energia personaledurante tutto il processo di cam-biamento.

Alcune strategie di team sono:- addestrare il personale in modo

che sia in grado di svolgere inautonomia i nuovi compiti richie-sti dal cambiamento, in modoche abbia fiducia nelle propriecapacità e diminuiscano, quindi,le resistenze.

- discutere le iniziative simili chehanno avuto successo per capirecosa deve essere fatto in mododiverso

- condividere sempre vision e tatti-che con i collaboratori.

Alcune strategie dell’organizzazio-ne sono:- comunicare e pianificare tale co-

municazione con incontri staff /leader dall’inizio alla fine delprocesso di cambiamento

- offrire corsi sulla gestione delcambiamento

seguire i processi ed i risultati edinformarne il team.

“Non c’è niente di più difficileda condurre né più dannoso

da gestire, dell’iniziare un nuovoordine di cose”

(Niccolò Macchiavelli)

5 - Bilanciare la competizionetra valori, priorità e richieste

Gli Infermieri ed il Coordinatore so-no frequentemente sovrastati dauna vasta gamma di priorità e ri-chieste in competizione che com-prendono i bisogni degli individuifamiglie, i bisogni professionali edell’organizzazione.E’ stata provata una significativa re-lazione tra la gestione focalizzatasul rispondere ai bisogni di cura delpaziente e la soddisfazione per illavoro degli infermieri; dato che es-si sono sempre stati educati allacura del paziente (nel modo miglio-

re), le decisioni organizzative che siconcentrano sulla gestione del la-voro tenendo come valore principa-le il fornire la cura migliore perogni paziente, aumentano la lorosoddisfazione per il lavoro.Altra problematica esistente è quel-la di cercare di equilibrare i costi ela qualità della cura che ne deri-va;(…) Quando gli infermieri perce-piscono che l’organizzazione ed iloro leader danno un grande valoreal taglio di quei costi che permetto-no una cura di qualità, ad esempioa carenza di assegnazione del per-sonale, la razionalizzazione deirifornimenti ecc., si ha una diminui-ta soddisfazione del lavoro, au-mento dello stress e maggiori in-tenzioni di lasciare il lavoro (…) (Ca-lamandrei, Rivista “ManagementInfermieristico” edizioni Lauri)

Il ruolo del Coordinatore è di pro-muovere e consolidare un am-biente di lavoro che bilanci lemolteplici richieste e prospettivein modo che gli infermieri possa-no fornire un’assistenza qualifica-ta.

Per equilibrare valori, priorità e ri-chieste in competizione il coordina-tore dovrebbe:- prendere decisioni solo dopo

aver conosciuto il punto di vistadegli altri

- conoscere ed identificare le pro-spettive conflittuali e individuarele loro interdipendenze

discutere sul motivo per cui vienevalorizzata una scelta piuttosto cheun’altra- promuovere e gratificare la fles-

sibilità e l’innovazione per conse-guire la vision

- attivarsi per avere le risorse ne-cessarie al conseguimento di ri-sultati e obiettivi attraverso la for-nitura di dati che dimostrino ilfabbisogno di risorse

- monitorare gli effetti delle deci-sioni sui pazienti, sullo staff, sul-l’allocazione delle risorse e sullaqualità.

Essere un buon leader non è sem-plice, la capacità di esserlo, tutta-via, non può essere sottovalutatané considerata accessoria per chi

ha la responsabilità di gruppi dipersone. La leadership è una capa-cità che, al di là delle doti naturaliche ci possono essere state fornite,si conquista sul campo, con l’impe-gno e la costanza quotidiana.Essere leader significa avere la ca-pacità di scegliere gli strumenti digestione che meglio possono farraggiungere i risultati attesi.Un mix di intelligenza emotiva, ca-pacità di guida, voglia di delega,capacità di assumersi le responsa-bilità.Se il coordinatore vuole diffonderela sua vision deve essere modelloper gli altri, concreto ma orientatoal futuro, deve saper comunicareefficacemente anche a livello nonverbale e cercare di essere un coa-ch in modo che venga seguito per-ché ha acquistato la fiducia e la sti-ma del personale.

BIBLIOGRAFIA

Testi1) De Santi, Simeoni “I gruppi di la-voro nella Sanità”, CarocciFaber,Roma 2003 (ristampa 2008).2) Calamandrei, Orlandi “La Diri-genza Infermieristica” McGraw-Hill,Milano 19998 (ristampa 2007)3) Calamandrei, Pennini “La leader-ship in campo infermieristico” Mc-Graw-Hill, Milano 20064) Santullo “L’infermiere e le innova-zioni in Sanità”, McGraw-Hill, Mila-no 20045) Dott.ssa Bagnasco, dispense“Scienze Infermieristiche”, master“Management per Professioni Sani-tarie Infermieristiche e Ostetriche”,Anno accademico 2007/2008

Siti internet1) www.evidencebasednursing.it:Registered Nurses’ Association ofOntario (2006).”Developing and Su-staining Nursing Leadership”, To-ronto,Canada2) www.ipasvialessandria.it/ for-mazione e aggiornamento

Riviste1) Calamandrei, rivista “Manage-ment Infermieristico”, Ed.Lauri (fasci-coli 2006/2007)

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Il vocabolario italiano alla voce “conflit-to” riporta: “dal latino conflictus (-us)Combattimento fra eserciti, guerra,aspro contrasto, opposizione ”.In ambito psicologico si è soliti defini-

re il conflitto come una sorta di tensio-ne in cui un individuo viene a trovarsia seguito di pulsioni, bisogni contra-stanti a causa di situazioni create dalui o da terzi.In ambito organizzativo, invece, il con-flitto è un’incongruenza, una disfunzio-ne, una divergenza tra due o più partidi un sistema che si manifesta attra-verso effetti negativi.Quando le persone lavorano insiemein un’organizzazione complessa, lecause di conflitto sono numerose edinevitabili: banalmente sono da ricer-carsi nel fatto che gli individui sono di-versi tra loro, hanno cioè sistemi di va-lori diversi, definiscono i problemi inmaniera differente, hanno informazio-ni diverse. Certo è che il conflitto com-porta la perdita di funzionalità del si-stema e quindi dei “costi” a livello siapersonale che organizzativo. Esistonodiverse tipologie di conflitto: il conflittointerno (quello che avvertiamo solonoi), il conflitto interpersonale, il conflit-to diretto (rivolto a noi) e il conflitto indi-retto (non rivolto contro di noi).Si dice che esiste un livello “sano” diconflittualità che permette il funziona-mento efficace di persone ed organiz-zazioni: quel livello, ottimale, deve es-sere gestito, mai ignorato o evitato,massimizzandone l’efficacia, ottenen-do cioè dei “ricavi” che compensano icosti in termini di cambiamento, pro-duttività e consapevolezza e di conse-guenza migliorano l’integrazione.Questo è reso possibile dalla trasfor-mazione del conflitto in occasione peraccrescere la motivazione e la creati-vità del proprio team.Anche in infermieristica, una delle at-tribuzioni, ma non esclusiva della clas-se “dirigente” è quella di saper ricono-scere le fonti di conflitto e saperle/ogestire .

Il primo passo da compiere è sicura-mente quello di saper “diagnosticare”l’insorgenza di un conflitto, che solita-mente si manifesta attraverso sintomiquali la tendenza delle persone adevitarsi e a diventare sempre menocooperative, l’aumentare del pettego-lezzo, la formazione di fazioni ecc.Successivamente, risulta essere fon-damentale analizzare il conflitto, indi-viduare cioè il contesto in cui si è svi-luppato, il motivo che lo ha determina-to, le parti coinvolte e le dinamichedello stesso dato che nessun conflittoè statico ma tende ad evolvere neltempo.Ne seguirà una fase di “critica costrut-tiva” con l’intento di risolvere il disac-cordo, permettere un confronto delleopinioni, trovare una soluzione van-taggiosa per le parti coinvolte, fornireinformazioni per il futuro senza lascia-re residui emotivi nelle persone equindi, in sostanza, consolidare il rap-porto. L’ideale, infatti, è arrivare aduna negoziazione collaborativa in cuicioè si trovino aspetti di reciproco van-taggio (io vinco-tu vinci) trasformandoil conflitto in cooperazione. Quanto so-pra richiede sicuramente una serie di“ingredienti” imprescindibili quali lacomprensione delle ragioni degli altri,la valorizzazione delle risorse e delledifferenze di ciascuno, il farsi caricodelle proprie responsabilità e l’accet-tazione dei propri insuccessi come oc-casioni di crescita e miglioramentopersonale e relazionale.A proposito di assunzione delle pro-

prie responsabilità mi è parsa interes-sante una ricerca condotta da AmyEdmondson, la quale misurò il modoin cui la leadership e la collaborazionetra colleghi infermieri influenzava iltasso di errore in otto reparti. La suaipotesi era che a condizioni di leader-ship e sostegno tra colleghi migliore,corrispondesse un minor numero dierrori.I risultati furono sorprendenti: i reparticaratterizzati dalla miglior leadership

e dai migliori rapporti interpersonali,erano quelli che dichiaravano il mag-gior numero di errori, numero diecivolte superiore a quello dichiarato daireparti guidati dai leader peggiori. Dopo aver raccolto tutti gli elementi laricercatrice concluse che gli infermieridei reparti “migliori” avevano dichiara-to più errori perché si sentivano psico-logicamente “sicuri” nell’ammettere ipropri errori e riconoscevano l’impor-tanza del tenerne traccia. Quest’esem-pio di ricerca, finanziata dall’HarwardMedical School lascia spazio anche ariflessioni sulla cultura americana “cir-ca l’imparare dall’errore”, che in talunicontesti risulta essere divergente dallanostra, e, mostra chiaramente, comein un ambiente sereno le personecontribuiscano alla crescita dell’orga-nizzazione.Difatti, creare un ambiente di lavoro ci-vile e produttivo è un dovere/diritto ditutti a tutti i livelli gerarchici: ricercarerelazioni armoniche, funzionali, fare insostanza la “propria parte” in manieraonesta senza cercare di acquisire po-sizioni di vantaggio o sfruttamento ascapito di altri, permette la creazionedi rapporti sereni e armoniosi, di colla-borazione in vista di obiettivi condivisianche se ruoli e funzioni sono moltodiversi.Questo è sicuramente il progetto piùambizioso in cui siamo tutti coinvolti,ossia rivalutare il principio di coesione:ambizioso perché, in primis, prevedel’andare controcorrente.E’, infatti, considerato, socialmente,

superato un po’ a tutti i livelli bastipensare a quanti figli svalutino i geni-tori oppure a quanti allievi disprezzinoi propri insegnanti. Alla stregua, per tornare agli ambientidi lavoro, si assiste ad una crisi dellaleadership da ricercarsi, verosimil-mente nella pratica diffusa del potereinteso come manipolazione / sfrutta-mento al posto del potere come capa-cità (funzione, servizio). (1)La leadership nella sua essenza, e a

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Sara Bidone,Lavinia TestaASO Alessandria

Organizzazione e conflitto.La leadership infermieristica

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tutti i livelli, infermieristici compresi,comporta dedizione, cura per le per-sone, assunzione di responsabilità,esercizio della democrazia come sta-tus della mente e non come facciata:oggi, più che in passato è quantome-no anacronistico considerare legittimae scontata la prevaricazione. Oggi si crede alla capacità, alla for-mazione e alla competenza, per que-sto come infermieri dobbiamo spen-derci in tal senso, incanalare le nostreenergie in maniera corretta.Oltretutto gli studi scientifici, semprepiù numerosi, dimostrano che lo statoemotivo può a volte avere un ruolo si-gnificativo nella vulnerabilità dell’indi-viduo alla malattia e nel decorso dellaconvalescenza. (2) E’ il nostro stessoruolo, la nostra ragione d’esistenzaprofessionale ad essere posta in gio-co.Certo è che, a fronte di quanto so-praesposto, già nel 2004, la “Harvardbusiness rewiew” pubblicò venti ideeper l’economia del futuro. Tra questefigurava la proposta di R. Sutton, pro-fessore all’Università di Stanford, diadottare un metodo per liberare le

aziende da arroganti, tiranni, maledu-cati e prepotenti di qualsiasi età, sessoe livello. Infatti, numerose ricerche di-mostrano che il loro comportamentodemotiva i lavoratori e provoca danniconsistenti sia agli stessi che alle strut-ture in cui questi operano, e secondoquanto sopraesposto, a maggior ra-gione se questi operano in una strut-tura sanitaria.Il 25% delle vittime e il 20% dei testi-

moni di atti di bullismo lasciano il lavo-ro, a fronte di un tasso medio attornoal 5% (3). Le stesse cifre, secondo unaltro punto di vista, ci dicono che evi-dentemente,molte persone non rie-scono a schiodarsi da situazioni pe-santi per motivi economici oppure perla mancanza di alternative abbastan-za vantaggiose.Una riflessione sorge spontanea: iltempo che abbiamo a disposizio-ne sulla terra è limitato, pertantodobbiamo impegnarci tutti fin d’o-ra a fornire il nostro contributo allacreazione di un clima lavorativo ci-vile e sereno, a maggior ragionese conosciamo e condividiamo ladefinizione di “stato di salute” in

quanto professionisti del settore.

BibliografiaLe barriere nella comunicazione Mau-ro Scardovelli.2008. BorlaIl metodoantistronzi. Robert I. Sutton.2007. ElliotIntel l igenza Sociale. DanielGole-man.2006.RizzoliEssere Leader. Goleman, Boyatzis,Mckee. 2002. BurSubpersonalità e crescita dell’io. Mau-ro Scardovelli.Borla.2000Intelligenza Emotiva. Daniel Gole-man.1999 BurGestire i Rapporti con gli altri. AlfredoCattinelli. 1998. Francoangeli/trendI Bambini ci insegnano. Piero Ferruc-ci1997.MondadoriLa gestione del conflitto. Dr Paolo DiBerardino.Atti corso formatori. Mona-stir 6-9 marzo 2006

Note:(1) Le barriere nella comunicazione.Mauro Scardovelli. Borla(2) Intelligenza emotiva. Daniel Gole-man. Bur(3) R. Sutton. Il metodo antistronzi. Elliot

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Ai sensi della legge 29 ottobre 1954 n. 1049, visto l’art. 13 del DLCPS 13 settembre 1946 n. 233 e gli artt. 26 e seguenti del DPR5 aprile 1950 n. 221, il giorno 27 marzo 2009 i componenti il Comitato Centrale e i componenti il Collegio dei Revisori dei Con-ti, eletti nell’Assemblea del Consiglio Nazionale della Federazione Nazionale Collegi Ipasvi nei giorni 20-21-22 marzo 2009,si sono riuniti per la distribuzione delle cariche in seno rispettivamente al Comitato Centrale e al Collegio Revisori dei Conti.Sono risultati eletti:

Per il Comitato CentralePresidente ANNALISA SILVESTRO BOLOGNAVicepresidente GENNARO ROCCO ROMASegretario BARBARA MANGIACAVALLI PAVIATesoriere FRANCO VALLICELLA VERONAConsigliere DANILO MASSAI FIRENZEConsigliere MARCELLO BOZZI ANCONAConsigliere CIRO CARBONE NAPOLI

Per il Collegio dei Revisori dei ContiPresidente VINCENZO GARGANO PALERMORevisore effettivo SAVERIO ANDREULA BARIRevisore effettivo PIERPAOLO PATERI CAGLIARIRevisore supplente MARIA GRAZIA BEDETTI BOLOGNA

Gli eletti del Consiglio Direttivo dellaFederazione nazionale Collegio IPASVI

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INTRODUZIONELa contenzione fisica è qualsiasi dispositivo, materiale oapparecchiatura fissata o posta vicino al corpo di unapersona, che non può essere controllata o rimossa facil-mente dalla stessa, allo scopo di evitare il movimento li-bero del corpo. Il ricorso a mezzi di contenzione fisicanelle strutture ospedaliere italiane può variare tra il 20 e il50% dei soggetti ricoverati. In base alla normativa vigen-te, la contenzione è considerata un atto sanitario-assi-stenziale e pertanto necessita della prescrizione medica,del consenso informato e di un costante monitoraggio daparte degli operatori sanitari.L’obiettivo della ricerca è quello di rilevare le modalitàdi gestione della contenzione fisica nelle Unità Opera-tive dei Presidi Ospedalieri dell’ASL di Alessandria,confrontando modelli e organizzazioni, al fine di trova-re condotte condivise che conducano alla formulazio-ne di linee guida.

METODI E STRUMENTIPer la ricerca è stato preparato un questionario con20 items distribuito ai Coordinatori Infermieristici di 44U.O. dell’ASL AL. Le domande vertevano sui seguentiaspetti: - quali mezzi di contenimento fisico vengono utilizzati,in che misura e quando- quali sono le motivazioni per il loro uso- chi decide e chi attua la contenzione- quali procedure di monitoraggio e di mobilizzazionevengono attuate- quali disposizioni la regolano e come viene docu-mentata- come viene gestito il consenso e l’informativa.Tutti i Coordinatori sono stati preventivamente informa-ti che lo scopo della ricerca era quello di rilevare la si-tuazione organizzativa ed assistenziale e non di evi-denziare o sanzionare comportamenti individuali. RISULTATISono pervenuti 42 questionari. L’analisi dei dati ha evi-

denziato una prevalente utilizzazione (nell’89% delleU.O.) delle spondine per la prevenzione delle cadute(73% delle risposte) collegata ad una situazione di nonlucidità mentale del paziente.La prevalenza della contenzione nella fascia sera-le/notturna (74% delle risposte) depone per un utilizzopiù di tipo gestionale che per vera necessità assisten-ziale alla persona ricoverata.La valutazione sulla necessità della contenzione è la-sciata nell’86% delle risposte all’osservazione indivi-duale dell’operatore, la prescrizione medica è presen-te solo nel 50% dei casi e nel 17% vi è una puntualeregistrazione degli elementi clinici che hanno condottoalla contenzione e dei controlli effettuati sul pazientedurante la contenzione stessa.La presenza di linee guida o procedure codificate al-l’interno delle U.O. è limitata al 33% delle U.O. oggettodell’indagine.Il consenso viene raccolto nel 12% delle U.O., mentrel’informazione ai parenti viene data nell’81% dei casi.

CONCLUSIONIL’indagine svolta ha evidenziato una scarsa conoscen-za degli aspetti medico-legali e legislativi, una caren-za della prescrizione medica, un’insufficiente registra-zione dei fattori che hanno reso necessaria la conten-zione e dei controlli effettuati, una sottovalutazionedell’importanza del consenso informato, una applica-zione maggiore nella fascia oraria serale /notturna, illimitato utilizzo di scale di valutazione e la quasi inesi-stenza di linee guida aziendali.Queste carenze potrebbero essere affrontate conla creazione di un gruppo di lavoro aziendale com-posto da professionisti con adeguata formazioneuniversitaria (Master di coordinamento e speciali-stici) per la stesura di linee guida sulle procedureper la gestione della contenzione fisica e successi-vamente corsi di formazione aziendali per la lorodiffusione.

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Tesi di Master“Indagine conoscitiva

della contenzionefisica nei presidi ospedalieri

dell’Asl di Alessandria”

Abstract

Relatore:Prof. Massimiliano PanellaCorrelatore:Dott.sa Tosca VendraminStudente:Massimo Bertaggia

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PADRE MARINIdi Concetta Malvasi

Velocescattantecorre tra mille cose diversecorre tra i mille pensieri che popolanola sua testaocchi curiosi, intelligenti, vivaci, attentiin un viso scarno, brunoin cui emerge un possente naso aqui-lino.Si muoveprende un oggettolo posa sulla credenzae continua a parlare con noisposta nel vento le parolele cose, le personeva avanti ed indietro perchè non vuolelasciare niente al caso.Ci ha accolto nella sua casacasa essenzialenon c'è nulla di più di quello che servenon c'è niente fuori postoed è tutto collocato nel tempoi piatti colorati, regalo degli insegnantisteinerianiche, volontariamente, lo hanno aiutatoa creare una scuola perchè sentivanocome luil'esigenza di un rinnovamento profon-

doa partire dall'educazione....un rinnovamento nel “barrio” dei po-veridove i ragazzi e le ragazzenon avrebbero potuto studiare....anche i bambini più poveripossono avere una educazionedevono essere educati alla vitae devono credere in un futuro diver-so....i bicchieri e le tazze scheggiateregalo di altre persone che lo hannoaiutatoa costruire le case...le scuole...Ci dice “....condividete ogni cosa, noisiamo fratelli...”ricordivecchi ricordi del suo condividere congli altri operai, il duro lavoro di fabbri-ca...“...io sono un operaio, ho partecipatonegli anni 70 all'occupazione della

fabbrica dove lavoravo...”azioni che oggi non si fanno più..negli occhi,nei suoi occhi scattano lampi di vec-chie passioninegli occhinei suoi occhisi vede il rimpianto per il tempo chepassail rimpianto per quello che non c'è più.Lui, però, adessonel “barrio” di vecchie case costruitealle pendici della collinainsegna ad uomini e donneche hanno diritti,insegna ad uomini e donne che pos-sono credere che la loro vita può cam-biarese oggi si impegnano a non lasciarsicalpestare...Padre Mariniche vuole tornare in Italiama sache ha ancora molte cose da fare traquesta genteche sta imparando ad alzare la vo-ce....La sera ci porta a vedereil suo quartiereci mostra cosa sono riusciti ad ottene-recosa sono riusciti a costruiretutti insieme....ci fa vedere la discarica a cielo apertodove arriva la sporcizia di tutta SanSalvador....l'odore è violento....come fanno a vivere qua...com'è pos-sibile?????le strade non sono tutte asfaltate e ogni tanto cumuli di immondiziama davanti alle vecchie casele anziane sedute a prendere il pocosole che arrivalo salutano....con bocche sdentate...lo salutano riconoscendolo...è il loroparrocoè dalla loro parte...Ci porta a passeggiare nel boscoil bosco ancora bello senza ca-se...senza mostri...“......sai qui, tutti insieme, ci siamo op-postivolevano costruirci ricche casevolevano specularci

ma noi li abbiamo fermati.....per ora....il bosco è di tutti...la terra è di tutti....”Si fermaannusa l'ariasi abbassa a raccogliere fiori appenacadutie con gentilezza mi riempie le mani dimille colorisorride come un bambino che ha tro-vato un tesoro“...senti il profumoanche qui riusciamo a fermare il tem-poed a gustare l'odore dei frangipane infiore....”

Ritratto di Padre Marinimissionario in San Salvador

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L’angolo delle emozioni

�FIOCCOROSA

La Caposala del RepartoMaternità e Ostetriciadell’Ospedale Civiledi Tortona nonchènostra redattrice

NADIA CERMELLIè diventata mamma

di GIULIA,una vispa bimbadi kg. 2,400 natavenerdì 3 aprile.

A mamma Nadia,papà Lorenzo Piana

e a Giulia, primogenitadella coppia,

gli auguri di ogni bene.

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INTRODUZIONELo scopo di questo articolo è quello di illustrare la procedurainerente la prevenzione delle cadute fisiologiche prevedibilidegli utenti ricoverati presso il nostro nosocomio.Prima di addentrarci nella descrizione analitica della proce-dura ci sembra opportuno fornire una definizione dell’even-to “caduta” utilizzata in letteratura: con il termine caduta siintende un improvviso, non intenzionale, inaspettatospostamento verso il basso dalla posizione ortostatica, oassisa, o clinostatica (fonte).Un altro aspetto rilevante è rappresentato dalla classifica-zione a cui le cadute possono essere assoggettate:• accidentali: sono quelle cadute determinate dall’azione

di un fattore esterno (ad esempio caduta a causa del pa-vimento bagnato) o dalla fatalità;

• imprevedibili: sono cadute determinate da condizioni fi-siche non prevedibili fino al momento del verificarsi del-l’evento (ad esempio cadute causate da fratture patologi-che del femore o reazioni farmacologiche);

• prevedibili: sono cadute che avvengono in soggettiesposti a fattori di rischio identificabili.

Il nostro lavoro si è concentrato su quella tipologia di caduteche possono essere oggetto di prevenzione attraverso l’in-dividuazione e l’eliminazione dei fattori di rischio: le caduteprevedibili.

IMPORTANZA DEL PROBLEMA “CADUTE”I dati forniti dall’I.S.T.A.T. per l’anno 1999 ci dicono che le ca-dute in generale procurano una limitazione funzionale delleattività giornaliere pari al 64% e comportano una perma-nenza media a letto di circa 14 giorni.Solitamente le cadute, soprattutto in ambiente ospedaliero,coinvolgono utenti anziani (ma non solo). In questa popola-zione un evento come la caduta spesso comporta l’acquisi-zione di un senso di sfiducia nelle proprie possibilità e quin-di una diminuzione del grado di autosufficienza e dellaqualità di vita. La sempre maggiore frequenza di cadute accidentali in am-biente ospedaliero, e le relative conseguenze per l’utente ela struttura sanitaria hanno attirato in molte regioni l’atten-zione di coloro che nelle organizzazioni sanitarie si occupa-no di rischio clinico, qualità dei servizi ed EBN.Tra gli studi più rappresentativi in Italia possiamo annovera-re:- studio dell’U.L.S.S. 22 della Regione Veneto – anno 2000;

questo studio ha evidenziato un’incidenza delle caduteaccidentali pari allo 0,86% di tutti i ricoveri

- studio dell’A.S.O. S. Orsola Malpigli di Bologna – anno2002; questo studio è stato effettuato sugli utenti ricove-rati presso la struttura negli anni 2000 e 2001 ed ha evi-

denziato un’incidenza pari al 5% del totale dei ricoveri neireparti oggetto di analisi e dell’1% sul totale dei ricoveri

- studio Regione Lombardia - anno 2004; questo studio hariguardato 1000 ricoveri in tutti gli ospedali della regioneed ha riscontrato un’incidenza intorno al 4%

METODOLOGIA UTILIZZATAPER ELABORARE LA PROCEDURANella S.O.C. di Cardiologia, ove opera il personale facenteparte del gruppo di lavoro, è attivo dall’anno 2007 un siste-ma di rilevazione degli eventi avversi (Incident reporting)quale testimonianza dell’interesse, nei confronti del rischioclinico, sia dell’azienda sia del personale coinvolto.Dai dati rilevati dall’analisi delle schede di segnalazioneraccolte nel trimestre giugno – agosto 2007, si è rilevatal’importanza di affrontare il problema delle cadute prevedi-bili degli utenti ricoverati.Nel corso di una riunione plenaria del personale infermieri-stico operante presso la S.O.C. di Cardiologia, è stato indivi-duato un gruppo di lavoro responsabile della stesura di unaprocedura che mirasse alla prevenzione dei sopracitatieventi avversi.

PROCEDURA DI PREVENZIONE DELLECADUTE IN AMBIENTE OSPEDALIEROL’obiettivo generale della procedura è quello di individuareed eliminare tutti gli elementi, ambientali ed assistenziali,che possono essere fonte di rischio di caduta per gli utentidegenti nelle soc/sos e di evidenziare le opportune azionicorrettive.

INTERVENTIGli interventi considerati nella procedura sono rivolti all’am-biente, all’utente ed ai suoi familiari.

Interventi ambientaliAttraverso la compilazione di una scheda, appositamenteelaborata, si procede ad una analisi della struttura ambien-tale finalizzata alla rilevazione di eventuali carenze che pos-sono rappresentare fonti di rischio di caduta:� condizioni di pavimenti e corridoi� presidi utilizzati per la mobilizzazione ed il trasporto

degli utenti� arredi componenti “il posto letto”� sistema di chiamata� illuminazione diurna e notturna� locali bagnoSuccessivamente alla compilazione di detta scheda lesoc/sos possono inoltrare eventuali richieste ai servizi com-petenti per la rimozione delle carenze individuate:

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CPSE Ottavio GemmeCPSI Calcinai SimonettaCirillo Cira, Nale Cristina,Pallavicini FrancaS.O.C. di Cardiologia –P.O. Novi Ligure

La prevenzione delle caduteaccidentali nel P.O. di Novi Ligure

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� richiesta di interventi manutentivi relativi alla struttura fisicadel reparto

� adeguamento della struttura fisica del reparto a canonidi sicurezza

� richiesta di interventi manutentivi relativi ai presidi utiliz-zati per la mobilizzazione degli utenti ed il loro trasportoal fine di mantenere una corretta funzionalità

� richiesta di adeguamento della dotazione di presidi ne-cessari alla mobilizzazione ed al trasporto degli utenti

� richiesta di manutenzione ordinaria e straordinaria permantenere il funzionamento e lo stato di conservazionedegli arredi facenti parte del “posto letto”

� richiesta di manutenzioneordinaria e straordinariadel sistema di chiamata

� richieste di manutenzioneordinaria e straordinariadell’impianto di illuminazio-ne al fine di mantenernel’efficienza

Gli interventi ambientali non silimitano ad una analisi inizialema includono anche un’anali-si periodica che consenta ilmantenimento dell’efficienzasia della struttura ambientalesia degli ausili a disposizionedel personale di assistenza edell’utente.Detta analisi viene effettuataattraverso la compilazione, an-che da parte del personaleOSS, di una scheda specificache rilevi le inefficienze e con-senta la messa in atto dellemisure correttive appropriate.

Interventi all’utenza edai familiariFase di valutazione

Il primo intervento per la pre-venzione delle cadute acciden-tali è costituito dalla valutazio-ne del grado di rischio di ca-duta presentato dall’utente ri-coverato.Detta valutazione viene effet-tuata tramite:• la compilazione di una

scheda contenente la Scaladi Conley per gli utenti conetà > a 65 anni

• la rilevazione sulla cartellainfermieristica dei fattori dirischio per gli utenti con età< a 65 anni

Ci pare opportuno sottolineare

che la scelta della Scala di Conley, come metodo di valuta-zione del rischio di caduta, è dettata dal seguente aspettoche la diversifica dalle altre scale che analizzano il problema:la sensibilità della scala di Conley consente infatti di identifi-care molti utenti a rischio che durante la degenza cadranno(veri positivi – valida sensibilità), ma al contempo, la bassaspecificità, classifica come a rischio utenti che poi non an-dranno incontro a caduta (falsi positivi – bassa specificità)

Di seguito vi presentiamo il diagramma di flusso che riassu-me i comportamenti, previsti dalla procedura, che l’equipeassistenziale adotta nei confronti dell’utente.

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Un elemento da analizzare separatamente è l’utilizzo della con-tenzione come metodo per la prevenzione delle cadute acci-dentali. Nell’ambito del P.O. di Novi Ligure è in adozione unaspecifica procedura denominata “procedura per l’utilizzo dellacontenzione fisica nell’assistenza infermieristica” emanatadal S.I.T.R.O. nel settembre 2007.È opportuno evidenziare che, al momento, non esistono delleevidenze scientifiche che pongano in relazione un aumento ouna diminuzione delle cadute degli utenti a rischio con l’utilizzodei mezzi di contenzione (Centro studi EBP dell’ASL di Cesena). Èpur vero che, anche in assenza di evidenze scientifiche, ci sonotuttavia tipi di contenzione, come ad esempio i letti con sponde,che sono spesso implicati nell’evento cadute con gravi danniper il paziente. A nostro parere questo potrebbe essere un aspetto del proble-ma che potrebbe essere oggetto di un progetto di ricerca futuro.

VALUTAZIONE DELLA PROCEDURALa valutazione viene effettuata con un duplice scopo:1. valutare l’efficacia degli interventi previsti dalla procedura

nella prevenzione delle caduteQuesto tipo di valutazione tende a verificare:

� se l’adozione della presente procedura ha consentito unariduzione del numero delle cadute accidentali nel P.O. diNovi Ligure;

� quali sono le motivazioni che hanno condotto all’evento av-verso

2. valutare l’applicazione da parte del personale alla proce-dura

Verificare la presenza dell’anamnesi infermieristica (scheda conscala di conley o rilevazione dei fattori di rischio sulla cartella in-fermieristica

CONCLUSIONIDalla recente adozione di questa procedura ci aspettiamo, perl’anno in corso, una riduzione delle cadute accidentali che inte-ressano gli utenti ricoverati. Uno obiettivo non esplicito ma sicuramente raggiunto è quellodi aver concentrato l’attenzione dei colleghi e di tutti noi sull’im-portanza della gestione del rischio clinico ed in particolare sul-l’argomento “cadute” finora sottostimato.In conclusione consentiteci di citare una massima cinese cheabbiamo letto e che recita: “il difficile non è sapere, ma saperusare quello che si sa”.

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Fase di attuazione degli interventi preventiviSulla base dell’anamnesi infermieristica effettuata vengono attuatigli interventi di prevenzione rivolti sia all’utente sia ai suoi familiari.Gli interventi assistenziali preventivi possono essere distinti in azioni:� di educazione – rivolte sia all’utente sia ai famigliari� parzialmente compensatorie – attuate nel caso di parziale defi-cit di auto assistenza

� totalmente compensatorie – attuate nel caso di totale deficit diauto assistenza Nello sviluppare detti interventi il gruppo infermieristico ha pensatodi utilizzare il modello assistenziale elaborato da D.Orem, in quantoè stato considerato più calzante alle esigenze del gruppo di lavoro.Di seguito illustriamo un esempio di intervento previsto dalla proce-dura:

Interventi rivolti all’utente

Totalmente compensatorie.- Negli utenti incontinenti con panno-

lone controllare lo stato igienico pri-ma del riposo notturno e durante lanotte in occasione di risvegli

Parzialmente compensatorie.- Invitare gli utenti ad urinare prima

del riposo notturno fornendo glistrumenti adatti (storta o padella) oaccompagnandoli in bagno e verifi-care periodicamente l’eventuale ne-cessita di assistenza

Generali.- In caso di terapia diuretica favorire,

quando le condizioni cliniche loconsentono, l’assunzione dei far-maci durante le prime ore dellagiornata

- In caso di assunzione di farmacilassativi preferire le prime ore dellagiornata

- Rendere accessibile il sistema dichiamata

- Negli utenti a rischio ridurre la di-stanza tra il letto ed il bagno

tipologia di richiesta

Provvedimenti di cura assistenziale al-l’eliminazione ed all’evacuazione

Interventi rivolti ai famigliari

Educativi ai famigliariGli interventi educativi riguardano leinformazioni circa le azioni rivolte all’u-tente da eseguire eventualmente a do-micilio

Educativi all’utenteInvitare l’utente non autosufficiente achiamare il personale di assistenza incaso di necessità evacuative

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IPASVI COLLEGIO DI ALESSANDRIA

Profili di responsabilitàdell’infermiere e dell’Operatore SocioSanitario nelle strutture residenziali

Alessandria 21 maggio 2009(orario: 8-18,30)

Sede del corso:“Taglieria del Pelo”Via Wagner 38 (Quartiere Euro Pista) – Alessandria

PresentazioneIl Collegio IPASVI di Alessandria intende intraprendere unpercorso di confronto tra le diverse figure che operano neiservizi territoriali.L’OSS e l’infermiere rappresentano due categorie professio-nali divenute indispensabili per il funzionamento dei servizi.Fare chiarezza sui ruoli e le modalità organizzative di utiliz-zo dell’’OSS, come figura di supporto all’attività infermieristi-ca, sta diventando ormai imprescindibile.La necessità quindi, di sviluppare un dibattito, per garantirela sicurezza dell’utenza assistita, sul corretto impiego dell’in-fermiere e dell’OSS è diventato ormai non più procrastinabi-le. A questo scopo il direttivo del Collegio ha ritenuto opportunoporre all’attenzione dei diversi protagonisti la necessità diconfrontarsi in un dibattito di studio e approfondimento su:“Profili di responsabilità dell’infermiere e dell’Operato-re Socio Sanitario nelle strutture residenziali”.La giornata di studio è rivolta al personale infermieristico eOperatori Socio Sanitari (OSS), ai responsabili, coordinatori egestori delle strutture socio-assistenziali e ai centri di forma-zione. Nell’incontro verranno discussi problemi e quesitipresentati dagli operatori delle strutture residenziali,

Obiettivi� Delineare i profili di responsabilità degli Infermieri e

degli OSS secondo le indicazioni della normativa na-zionale e regionale in vigore;

� Armonizzare le prestazioni richieste all’Infermiere eall’OSS con le competenze attribuite dai profili.

Programma

� Inquadramento giuridico dell’Infermiere e dell’OSSRelatori: Alessandro Cataldo – Gabriella Mura

� Infermiere e l’OSS nelle strutture territoriali: stato del-l’arteRelatori: Cinzia Poggio- Monica Ponzano- Barbara Mon-tani

� Rilevanza giuridica dei comportamentiRelatori: Patrizia Guglielmero

� Presentazione di problematiche e quesiti specifici ri-levati nelle strutture residenziali

� Tavola RotondaModeratore: Dr. Salvatore Bellinceri

Gli esperti rispondono:• Commissione di Vigilanza sulle strutture socio-assi-

stenziali• NAS dei Carabinieri• Rappresentante Regionale Formazione OSS• Magistratura

Proposte e sviluppi futuri

DocentiSalvatore dr.BellinceriPresidente Collegio Ipasvi AlessandriaAlessandro dr. CataldoConsigliere Collegio IPASVI AlessandriaGabriella dr.ssa MuraInfermiera Dirigente ASL ATCinzia PoggioInfermiera responsabile struttura Casale Monica PonzanoInfermieraBarbara MontaniInfermiera Patrizia Dr.sa GuglielmeroAvvocato Collegio Ipasvi Novi Ligure

Crediti richiesti

PrivacyCon l’iscrizione il partecipante autorizza il Collegio IPA-SVI al trattamento dei propri dati personali (DLG196/2003). Il titolare del trattamento dati è il CollegioIPASVI di Alessandria.

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SCHEDA DI ISCRIZIONECognome................................................................................................................................................Nome......................................................................................................................................................Qualifica .................................................................................................................................................Ente di appartenenza .............................................................................................................................Indirizzo .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................C.F. .........................................................................................................................................................Città ....................................................................................................... Cap ........................................Telefono............................................................................... Fax ...........................................................

Indirizzo e-mail: ......................................................................................................................................data ........................................................................................................................................................firma ......................................................................................................................................................

Restituire il presente modulo, debitamente compilato, alla segreteria Collegio IPASVIVia Buonarroti , 16 – Alessandria

Tel. 0131218113 fax 0131240208e-mail: [email protected]

INFORMAZIONI GENERALI E ISCRIZIONI

Segreteria e iscrizioni: Collegio IPASVI Via Buonarroti , 16 – Alessandria - Tel. 0131218113 fax 0131240208 - e-mail: [email protected]

� Le iscrizioni si riceveranno fino alla copertura del numero massimo di posti disponibili.

Quota di partecipazione 15.oo EuroLa quota in caso di disdetta o mancata partecipazione non verrà restituita

Per conoscere il programma dei corsi visitate il nostro sito web

http://www.ipasvialessandria.it

DESTINATARIInfermieri - Assistenti Sanitarie Operatori Socio Sanitari (OSS)

Presidenti/Responsabili/Coordinatori/AmministratoriGestori Case di Riposo e Strutture Territoriali

Il CollegioProvinciale IPASVI

augura a tuttiBuona Pasqua