28
comunità PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE DELLA PARROCCHIA DI SAN MARTINOVESCOVO QUARESIMA La cenere, frutto del fuoco, che arde e purifica. Come l'albero rigoglioso, abbattuto e bruciato, diventa cenere, così accade al nostro corpo tornato alla terra. Ma quella cenere è destinata alla resurrezione. Per un rinnovato soffio dello Spirito, che dà vita. Come agli inizi, così al compiersi. Creazione e ricreazione. (Enzo Bianchi) febbraio 2015 Prendersi cura Un uomo scendeva da Gerusalemme verso Gerico. Incontrò i briganti che gli portarono via tutto, lo bastonarono, lasciandolo mezzo morto. Un uomo della Samaria, che era in viaggio, lo vide e ne ebbe compassione. Versò olio e vino sulle ferite e gliele fasciò. Lo caricò sul suo asino, lo portò a una locanda e fece tutto il possibile per aiutarlo. (Vangelo di Luca 10, 30 - 37).

PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

  • Upload
    others

  • View
    2

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

comunità

PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGO E INFORMAZIONE DELLA PARROCCHIA DI SAN MARTINO VESCOVO

QUARESIMA

La cenere,frutto del fuoco,

che arde e purifica.Come l'alberorigoglioso,

abbattuto e bruciato,diventa cenere,così accade

al nostro corpotornato alla terra.Ma quella cenere

è destinataalla resurrezione.Per un rinnovatosoffio dello Spirito,

che dà vita.Come agli inizi,così al compiersi.

Creazionee ricreazione.(Enzo Bianchi)

febbraio 2015

Prendersi curaUn uomo scendeva da Gerusalemme verso Gerico. Incontrò ibriganti che gli portarono via tutto, lo bastonarono, lasciandolomezzomorto.Unuomodella Samaria, che era in viaggio, lo videe ne ebbe compassione. Versò olio e vino sulle ferite e glielefasciò. Locaricò sul suoasino, loportòauna locandae fece tuttoil possibile per aiutarlo. (Vangelo di Luca 10, 30 - 37).

Page 2: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

2

LE CENERI

�Mercoledì 18 febbraio– ore 7,30 - 15,30 - 18 - 20,45– ore 16,45 Liturgia con i ragazzi

ESERCIZI SPIRITUALI(ore 9,30 - 16 - 20,45 - in chiesa)“Il campo è il mondo - Cittadini degni del Vangelo”� Lunedì 23 febbraio - Nel mondo ma non del mondo�Martedì 24 febbraio - Siano una cosa sola, perché il

mondo creda�Mercoledì 25 febbraio - Io vi mando nel mondo

I VENERDÌ DI QUARESIMALa chiesa resta aperta dalle ore 7 alle ore 22Ogni venerdì alle ore 16 - Via Crucis

Percorso di preghiera e formazione

Dalle ore 18,30 alle ore 20,30 - tempo per l'adorazionecon invito al digiuno e all'astinenzaAlle ore 20,45 - meditazione quaresimale:� venerdì 27 febbraio: Cultura - pensare e scegliere dacristiani

� venerdì 6 marzo: La festa e il tempo libero per il cri-stiano

� venerdì 13 marzo: Sacra rappresentazione� venerdì 20 marzo: Lectio divina (ore 9,30 e 20,45)� venerdì 27 marzo: In ascolto del profeta Isaia

IN RITIRO SPIRITUALE� Sabato 21 marzo: per ammalati e anziani (ore 14,30dai Saveriani di Alzano)

� Domenica 22 marzo: percorso verso il matrimonio(dalle ore 8,30 con s. messa)

NEL TEMPO QUARESIMALE� Ogni sabato alle ore 17,50: offerta dell’Incenso e can-to del Vespro

VERSO LA PASQUAVita di comunità

� Ogni lunedì ore 16,30: incontro di preghiera con ilgruppo Missione

� Giovedì 12 marzo ore 18: s. messa in memoria di donMario e dei parroci defunti

�Mercoledì 18 marzo alle ore 20 al Centro s. Margheri-ta - Cena di solidarietà

� Sabato 4 aprile alle ore 21: Veglia pasquale e celebra-zione del Battesimo

� Nel tempo che precede la Pasqua: visita agli ospitidelle Case di Riposo

SACRAMENTO DELLA PENITENZA

Durante l’itinerario quaresimale� Il venerdì dalle ore 10 alle ore 11,30� Il sabato dalle ore 10 alle ore 11,30 e dalle ore 16 alleore 18

� Gli altri giorni feriali: prima o dopo le s. messe� Sabato 14 e 21 marzo ore 15: prima penitenza per iragazzi

Al termine dell’itinerario quaresimale� Lunedì 30 marzo alle ore 20,45 per gli adolescenti e igiovani

�Martedì 31 marzo alle ore 16 e 20,45 celebrazionecomunitaria per gli adulti

� Venerdì santo: ore 9 - 11 e 16,30 - 18,30 celebrazionein forma personale

� Sabato santo: ore 9 - 12 e 15 - 19 celebrazione in for-ma personale

La quiete del vespro

Dio, che di chiara lucetessi la tramaal giorno,accogli il nostro cantonella quiete del vespro.

ogni sabato di quaresimaore 17,50Offerta dell’Incensoe Canto del Vespro

Proposte per la QuaresimaDIGIUNOOgni venerdì con Adorazione eucaristicadalle ore 18,30 alle ore 20,30

PREGHIERAPartecipazione a una S. Messa ferialeore 7,30 - ore 16 - ore 18,30

CARITÀRaccolta di generi alimentaria favore del Gruppo “Ti ascolto”(in oratorio o in chiesa parrocchiale)

Page 3: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

3

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

olti di noi, e co-munque un italia-no su sei, abbiamoancora negli occhi

due serate, con protagonistaRoberto Benigni, dedicate ai10 comandamenti. Lasciamostare che questo personaggiopossa piacere o no e lasciamofuori della porta la tentazionedell'ideologia, cioè quella dileggere le cose con gli occhialidelle nostre opinioni. Mi hafatto specie infatti sentire unagentile signorina, peraltro con-vinta di essere intelligente, cheredarguiva la Rai, colpevole diaver mandato in onda un pro-gramma che, a suo dire, offen-deva la laicità di chi non crede.Appare evidente, anche a unosprovveduto, che non si trattadi un messaggio religioso osoltanto religioso: i 10 coman-damenti sono le regole civili diun popolo che, tremila anni fa,allo sbando nel deserto, si è da-to una Costituzione sulla qualecostruire il proprio futuro. E,se vogliamo, il messaggio è didisarmante attualità: senza re-gole condivise e doveri da ri-spettare non c'è futuro per nes-sun popolo.Ho letto recentemente due li-

bri. L'uno ha per titolo ‘La so-cietà dei doveri dopo il falli-mento della società dei diritti’.Il secondo ha un titolo che par-la da solo: ‘Il dovere di averedoveri’. Scrive l'autore: “senzadiritti non c'è democrazia. Mauna democrazia senza doveriresta in balìa degli egoismi in-dividuali e dei conflitti istitu-zionali”.Portiamo tutti nell'animo

l'esasperazione per la corruzione che sta deva-stando la pubblica amministrazione e fasce nonirrilevanti della politica. Cito ancora qualchepasso del secondo libro, che mi sembra di unacoraggiosa crudezza come raramente si puòsentire: “la presenza dei doveri, prima dei dirit-ti, impedisce che una democrazia diventi regi-me di privilegi e di avidità individuali. Senza

una cultura e una pratica deidoveri, i cittadini si muovonocome realtà isolate e rissose,perdendo l'idea di appartenerea una comunità. Ciascuno agi-sce nel proprio esclusivo inte-resse, avvalendosi dei propridiritti soggettivi, puntati comeun'arma contro l'altro. Quan-do i doveri sono muti, la sce-na della democrazia è occupa-ta da una silenziosa disgrega-zione della società e dal fra-gore dello scontro tra diritti”.In questa analisi non mancanoneppure richiami forti a unaparte della Magistratura, col-pevole di assecondare la cul-tura dei diritti, che spesso so-no soltanto dei desideri. Ri-tengo che questi temi ci toc-chino da vicino, come pochialtri. Nella cultura del dovererisiede il Dna del vero cittadi-no e di ogni persona che ha acuore il bene comune e il fu-turo della società. Cultura chetrova corpo nel principio diresponsabilità, vissuto da cia-scuno nel proprio ambito quo-tidiano e in una miriade di ini-ziative. Mi diceva un’amico,dotato di autentica passionecivile, che dobbiamo averel'audacia di dire parole corag-giose e forti, anche se questepossono risultare indigeste aqualcuno. Alla fin fine vienespontaneo ribadire che ancheil nostro tempo e la nostra so-cietà, come ciascuno dei suoicomponenti, ha bisogno di‘comandamenti’, o per esserepiù precisi, dei 10 comanda-menti. Che sono le Parole of-ferte dal Signore al suo popo-lo, di ieri e di oggi, per un sen-

tiero di vera umanità. Parole che orientano albene personale e al bene comune, non gabbie dacui tentare di fuggire o precetti ai quali cercaredi sottrarsi. Parole che toccano il concreto del-la vita di ogni persona e dell'intera società.Ascolta, Israele: così cominciano i 10 coman-damenti.

Bruno Fasani

M IL DOVEREDI AVERE DOVERI

Cristiani: cittadini degni delVangelo. Ci sta inseguendo inquesto anno pastorale la frasedell'apostolo Pietro, a dirci che icristiani, che vivono nel mondocon tutti gli altri uomini e donnedi culture e religioni diverse, so-no chiamati ad abitare il paese ela terra nello spirito e con lo sti-le di Gesù Cristo. Come ci è rac-contato dal Vangelo e propostodal magistero della Chiesa. In di-cembre, e la cosa verrà ripresanelle sere dei venerdì di quaresi-ma, ci siamo soffermati a coglie-re alcuni aspetti e motivi di que-sta nostra 'cittadinanza'. Rivisi-tandola nel concreto di gesti, pa-role, atteggiamenti e scelte chepercorrono gli ambiti della vitaquotidiana. Ricuperando perfinole espressioni più minute di quel-la 'educazione civica' che ci ve-niva insegnata in famiglia e ascuola. Proponiamo qui una ul-teriore considerazione, raccoltadal mensile della Associazionenazionale Alpini. (red.).

Page 4: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

4

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

niziamo il nostro percorso tra le virtù conquelle Cardinali, che si chiamano così perchécostituiscono il cardine, i pilastri per una vi-ta dedicata al bene. Prudenza, giustizia, for-tezza e temperanza sono quelle che gli anti-

chi filosofi definivano virtù umane principali, perché pos-sono essere acquisite anche con la ragione e con la pratica.Sono strettamente legate alle virtù intellettuali degli antichi,cioè sapienza, scienza e intelletto.La prudenza non è solo la prima elencata, ma viene no-

minata per prima perché è necessaria alle altre tre. È defi-nita auriga virtutum, cocchiere delle virtù, perché guida,conduce in modo equilibrato le altre virtù al lorocompiersi.Essa prepara la ragione a comprendere e

riconoscere il vero bene e ci guida a sce-gliere i mezzi migliori per renderlo possi-bile. Dal punto di vista biblico riportaalla capacità di vedere ogni cosa allaluce di Dio, facendosi guidare nellescelte da compiere.Sinteticamente la prudenza è la

capacità di distinguere il vero dal fal-so e il bene dal male, capacità indi-spensabili anche per esercitare almeglio le altre virtù. Così, nonostan-te ciò che molti pensano (una notacanzone afferma che troppo spessola saggezza è solamente la prudenzapiù stagnante), è chiaro che l’uomoprudente e saggio non è quello inde-ciso, troppo cauto, titubante, ma èuno che sa decidere con sano reali-smo senza farsi trascinareda entusia-smi improvvisi, che sa da che partestare, che non ha paura di andarecontro una cultura lontana da Dio.Uno che sa ascoltare, che accoglie iconsigli buoni e non si fa trascinarein percorsi pericolosi. Con serietà,serenità, decisione.E’ una bella virtù, la prudenza. Ci

consente di identificare e quindi prendere dalla vita quelloche vale davvero, ci fa raggiungere obiettivi che fanno be-ne. Nel Vangelo Gesù ci mostra degli esempi di atteggia-menti e persone prudenti: pensiamo alle vergini sagge (incontrapposizione a quelle stolte), all’uomo che costruisce lasua casa sulla roccia, a chi si procura in tempo il cibo, a chigestisce con accortezza la propria vita e la propria casa.Prudente è chi pro vede, cioè chi guarda oltre le cose e

oltre il momento presente; è chi guarda al di là delle scelte,fino a intravederne il risultato: come S. Filippo Neri, quan-do dice: “Preferisco il Paradiso”, e di fronte agli onori chegli vengono offerti li rifiuta perché capisce che non lo por-

teranno in Paradiso. Come noi quando sappiamocomprendere che una scelta può portarci al pec-cato e al male, e la evitiamo.

La prudenza è composta da molti ele-menti: la memoria che ci aiuta ad impa-rare dagli errori o dalle scelte buone delpassato; l’obiettività che ci aiuta a leg-gere con chiarezza le cose di ogni gior-no; la calma e la cautela che ci con-sentono di considerare tutti gli aspet-ti di una scelta; la voglia di imparare;l’apertura mentale sempre a strettocontatto col cuore; la ragione e la ri-flessione.La prudenza ha anche il suo con-

trario, che è innanzitutto l’impruden-za: sottovalutare qualcosa con negli-genza, giocandosi così il risultato fi-nale. Ma anche l’astuzia cattiva, cheimbruttisce e falsa la prudenza pie-gandola a scelte non etiche, anchecon l’inganno, pur di raggiungerel’obiettivo. Un’altra forma di falsaprudenza è l’eccessiva sollecitudine,come quando, per cose materiali maanche spirituali, difendiamo le no-stre posizioniin modo non rispettoso,troppo aggressivo, non pacifico…un modo che non parla di paradiso.Si può imparare la prudenza ri-

� Rubrica a cura di Rosella Ferrari

PRUDENZA

Il titolo richiama il motto che ci accompagna per tutto l’anno pastorale e che fa da contesto all’altraespressione: cittadini degni del Vangelo. Così sono chiamati ad essere i cristiani. Resta aperta la do-manda: ma con quale stile e con quali caratteristiche? La chiesa ci offre una risposta presentandoci al-cune essenziali modalità, riassunte nelle “virtù”. Teologali e cardinali. Partiamo da queste, presentan-dole di mese in mese, con l’ausilio anche di alcune opere d’arte.

I

Page 5: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

5

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

flettendo, considerando a fondo le cose, scegliendo quelleche sappiamo essere buone per noi e per gli altri, non aspet-tandoci risultati immediati. Preferendo sempre la sempli-cità, vivendo ogni giorno in stretto rapporto con Dio, evi-tando le ansie di obiettivi poco chiari, o dei quali non in-tuiamo il risultato.E’beneascoltare i buoni consigli e il Siracide, nel capitolo

37, ci invita a farloconprudenza: “Ogniconsigliere suggeri-sce consigli, ma c'è chi consiglia a proprio vantaggio”;“Non consigliarti con una donna sulla sua rivale, con unpauroso sulla guerra, con unmercante sul commercio…nondipendere da costoro per nessun consiglio”; “Non consi-gliarti con chi ti guarda di sbieco”.Ma anche “Il Signoredirigerà il consiglio del saggio”; “Frequenta spesso unuomopio che tu conosci come osservante dei comandamentie la cui anima è come la tua anima”;“Sianomolti a vivere inpace con te, ma i tuoi consiglieri uno sumille”.Oltre ai con-siglieri dobbiamo però imparare ad ascoltare anche il nostrocuore: “Segui il consiglio del tuo cuore, perché nessuno tisarà più fedele di lui. La coscienza di un uomo talvolta suoleavvertiremeglio di sette sentinelle collocate in alto”.Per finire, la prudenza è strettamente collegata, da sem-

pre, al concetto della politica in generale, perché essa è lacapacità di scegliere i mezzi più adatti, cioè più efficaci, perla realizzazione non di un fine qualsiasi, ma per la realiz-zazione di un fine buono, cioè onesto, moralmente lecito; edessa esige una certa coerenza tra il fine e i mezzi, per cuiesclude il ricorso a mezzi immorali in vista della realizza-zione di un fine morale. Per Aristotele, la politica è la ca-pacità di deliberare bene su ciò che è buono e vantaggiosonon da un punto di vista parziale, come per esempio per lasalute, o per la forza, o per la ricchezza, ma su ciò che èbuono e utile per una vita felice in senso globale, e questonon solo per se stessi ma per ogni persona.L’uomo politico prudente è un uomo d’azione, capace di

vedere ciò che è bene per tutti gli uomini. E’ un uomo chesa ascoltare, capire, aspettare. Un uomo che si pone come

COMUNITÀ TORRE BOLDONERedazione: Parrocchia di S. Martino vescovo

piazza della Chiesa, 2 - 24020 Torre Boldone (BG)Conto Corrente Postale: 16345241Direttore responsabile: Paolo Aresi

Autoriz. Tribunale di Bergamo n. 34 del 10 ottobre 1998Composizione e stampa: Intergrafica Srl

via Emilia, 17 - 24052 Azzano San Paolo (Bergamo)

TELEFONI UTILIUfficio parrocchiale 035 34 04 46“...ti ascolto” 334 3244798don Leone Lussana, parroco 035 34 00 26don Giuseppe Castellani 035 34 23 11don Angelo Scotti, oratorio 035 34 10 50don Angelo Ferrari 035 34 32 90don Tarcisio Cornolti 035 34 13 40

Informazioni: www.parrocchiaditorreboldone.itDi questo numero si sono stampate 1.900 copie.

obiettivo il bene comune. Solo così si può amministrareuna famiglia o una città: facendosi guidare dalla prudenza.

L'immagine della Prudenza impersonata da unagiovane donna con uno specchio nel quale si riflette ilsuo volto compare nella iconografia dal tardo Medioe-vo e viene utilizzata frequentemente nella pittura e nel-la scultura dell'arte rinascimentale italiana. La splen-dida immagine che illustra questo articolo è di Anto-nio del Pollaiolo (1431 circa - 4 febbraio1498) e raffi-gura una fanciulla seduta in trono in una splendidaarchitettura rinascimentale.Elegante e raffinata, la fanciulla regge con la mano

destra uno specchio, all’interno del quale si riflettel’immagine del suo volto. Lo specchio è attributo tipicodella Prudenza, virtù che impone la conoscenza di séstessi come condizione necessaria per la realizzazionedel bene.Nella mano sinistra stringe invece un serpente che

le si attorciglia intorno al polso. Il serpente nel passa-to era simbolo della logica e della sapienza che sa vin-cere le avversità: Nel vangelo di Matteo si dice: siateprudenti come serpenti (Matteo 10,16).In alcuni casi le raffigurazioni simboliche della Pru-

denza includevano anche figure con tre volti (o tre vol-ti riflessi nello specchio), talvolta accompagnate ancheda tre animali: un lupo, un leone e un cane.Il famoso”triplice ritratto” di Tiziano mostra tre

volti di età diversa sormontati da un motto in latino cherecita: Sulla base del passato / il presente prudente-mente agisce / per non guastare l’azione futura: un am-monimento che invita alla Prudenza, intesa come sag-gio agire e la consapevolezza che le tre facoltà intel-lettuali necessarie alla Prudenza sono messe in corre-lazione con la vecchiaia, la maturità e la giovinezza.I tre animali hanno caratteristiche diverse: il lupo si

nutre dei ricordi del passato; il leone è la forza con laquale occorre operare nel presente; il cane guarda alfuturo.

Page 6: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

6

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

NEWS DAI GRUPPI

LA CULTURA E' DI CASA DA NOI� di Loretta Crema

Il sole splende ad illuminare una fredda domenicamattina di fine gennaio, dopo una settimana di tempopiovoso.Sul sagratodella chiesa c'è fermento.Lunghitavoli dove fanno bella mostra libri di ogni genere:saggistica, narrativa, libri per ragazzi, libri d'arte emanualistica.Cen'èper tutti eper tutti i gusti e, ciòchenonguastaoggigiorno,per tutte le tasche.Sonosoddi-sfatte, le nostre operatrici, Maria Carla e Laura con leloro collaboratrici, perché tanta gente si sta fermandoall'uscita dalle Messe. Per guardare, sfogliare e com-prare a pochi euro. E' stata la domenica 26 gennaioscorso che si è celebrata in parrocchia laGiornata del-la Cultura e Comunicazione ed è stata scelta questaforma di 'pubblicità' per rendere visibile questo ambi-to di operatività parrocchiale.La Chiesa riconosce come fondamentale il ruolo

della cultura nella vita delle persone, come forma diaccostamento e cura di tutto l'essere umano, nella suainterezza: corpo, mente, spirito. Considera la sua for-mazione intellettuale e morale il prendersi cura del-la persona. La nostra parrocchia, riconoscendo que-sto ruolo fondamentale, ha messo in atto diverse for-me di promozione culturale, che si sviluppano du-rante l'anno in particolari momenti. Pensiamo all'ac-costamento mensile con il Notiziario; al lavoro pe-riodico del gruppo Auditorium con i cicli di film diqualità, i film domenicali per ragazzi e famiglie, gliincontri di formazione e le manifestazioni teatrali,che si tengono nella nostra sala della comunità; la

GIORNATA DELLA CULTURAproposta e diffusione della Stampa cattolica la do-menica al fondo della chiesa e il Mercatino dei libriusati. Proprio quelli che la domenica di cui stiamoparlando hanno fatto da filo conduttore alla giornatacelebrativa.Nel corso dell'anno anche altre manifestazioni

vengono organizzate, pensiamo alle visite d'arte inparrocchia e fuori, alle mostre tematiche, ai pellegri-naggi e a tante altre piccole e grandi occasioni per fa-re cultura. Cibare la mente, non solo il corpo, perchél'uomo si possa aprire a sempre maggiori conoscen-ze. Perché il conoscere allarga la mente, allontana lepaure, avvicina le coscienze, predispone alla pace.

NUMERI PER CAPIRE

Abbiamo già parlato in precedenza del gruppo diAlfabetizzazione e Cittadinanza. Sappiamo qualeruolo importante ricopre, anche se non tanto visi-bile, nel tessuto sociale del paese. Bambini di tan-te nazionalità e provenienze diverse frequentano lenostre scuole, vivono vicino ai nostri figli, studia-no, giocano, crescono con loro. La strada dell'inte-grazione è per loro un fatto di normalità quotidia-na. Non sempre così per le loro famiglie che, vis-sute in contesti e realtà culturali diverse, si trovanoinadeguati ed impreparati ad affrontare anche i pic-coli gesti di ogni giorno. L'impatto con una linguadiversa soprattutto inibisce la possibilità di sentir-si uguali, cittadini del mondo, impossibilitati adaiutare i figli a scuola, ad essere loro di sostegnonegli impegni della vita sociale.

Il corso che queste mamme stranierepossono frequentare grazie al gruppo par-rocchiale, aiuta proprio a superare questedifficoltà oggettive. Imparando la lingua,oltre che ad avere la possibilità di accede-re ai documenti per casa e lavoro, abbattequeste barriere culturali, crea gruppo, ami-cizia, solidarietà.Accanto all'insegnamen-to della lingua italiana, vengono organiz-zati incontri con specialisti in campo igie-nico-sanitario per aiutare le famiglie anchein questo ambito. E' partito anche un minicorso di cucina, con il grande supporto del-la mitica Angela, che opera al Centro s.Margherita, per fare accostare le mammealla conoscenza dei cibi nostrani. Non è uncompito facile, né per le mamme, né per le

Page 7: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

7

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

dell'inserto del Lab...oratorio a cura dei giovani, cheil Notiziario pubblica ogni mese.Il nostro oratorio non è però un'isola felice. Anche

questa è stata l'occasione per interrogarsi circa lescelte di educazione alla fede per i nostri ragazzi og-gi, quali proposte sono valide per loro e le famiglie.Quali le esigenze attuali e come farvi fronte. Qualirisorse investire e quali orientamenti seguire. Qualepreparazione per gli operatori e quale stile di servi-zio offrire. E ancora come affrontare le situazioni didisagio e difficoltà; quali le forze per supportare tut-te le iniziative; come essere di aiuto e cosa chiederealle famiglie.Non ci sono risposte precostituite o di facile ap-

proccio, vale per tutti l'impegno a riflettere, perché ècosa che riguarda tutta la comunità e magari pensareanche a mettersi in gioco.

NOTIZIEDALVICARIATO

Per essere cittadini de-gni del Vangelo dove ilcampo è il mondo, dovero-so è uno sguardo al di fuo-ri del nostro orto parroc-chiale, per essere partecipie sostenitori di quanto ac-cade accanto a noi, nel Vi-cariato, che comprendeparrocchie limitrofe, chespesso condividono connoi percorsi, fatiche e sod-disfazioni. In tutte le co-munità domenica 1 feb-braio si è celebrata la Gior-nata per la Vita che que-st'anno ha avuto come slo-gan “Solidali per la vita”.Sulla scorta delle parole diPapa Francesco: “I bambi-ni e gli anziani costituisco-no il futuro dei popoli; ibambini perché porteran-

no avanti la storia, gli anziani perché trasmettonol'esperienza e la saggezza della loro vita”.Vita cheè sacra in ogni sua età e stagione. In preparazioneil Centro Aiuto alla Vita di Alzano ha convocatouna Veglia vicariale che si è tenuta venerdì 30 gen-naio alla chiesa degli Agri.Altra nota degna di essere sottolineata riguarda il

Monastero di clausura della Visitazione di Alzano.Purtroppo, dopo secoli, nello scorso mese di gennaioha chiuso definitivamente le porte. Non è un bel se-gnale, ma la riprova di una incalzante secolarizza-zione della società. Le ultime anziane suore, che lìavevano trascorso l'intera loro vita pregando ancheper le nostre comunità, sono state ospitate altrove peruna migliore assistenza. Ci sono motivi validi e fon-dati per riflettere.

operatrici, ma alla lunga i risultati ci sono. Questemamme partecipano attivamente a tante iniziative le-gate sia alla scuola che alla parrocchia e dimostranotanta volontà di esserci. E' di qualche settimana fa l'e-pisodio di una mamma straniera che si è presentatain oratorio, non per chiedere aiuto, ma per offrirsi co-me aiuto. Anche lei voleva fare qualcosa per gli altri.Allora proviamo a conoscere, almeno nei numeri

queste persone che ci vivono accanto e frequentano icorsi. Nel corso del mattino sono iscritte 32 personee 6 nel corso serale.Tre sono provenienti dall'Albania, 1 dal Burkina

Faso, 1 dalla Bolivia, 1 dalla Costa d'Avorio, 2 dal-l'India, 1 dal Madagascar, 14 dal Marocco, 1 dallaNigeria, 1 dalla Tunisia, 5 dall'Ucraina, 1 dal Ghana,11 dall'Egitto, 1 dall'Algeria, 1 dal Senegal e 1 dalGabon. Davvero un bel giro del mondo!

AL CONSIGLIOPASTORALE

Nella settimana che hainteso ricordare la figura el'opera di s. Giovanni Bo-sco, grande educatore deiragazzi e dei giovani, ilConsiglio Pastorale convo-cato la sera del 28 gennaioscorso, ha voluto dedicareall'ascolto, alla riflessione eal dialogo sul nostro Orato-rio, ambito privilegiato nelquale la parrocchia esprimela sua missione e il suo im-pegno di educazione allafede e alla vita cristiana.Nell'occasione erano

straordinariamente presenticon donAngelo Scotti alcu-ni giovani ed animatori edmembri del Consiglio del-l'Oratorio, che hanno illu-strato la situazione attuale.Viene riconosciuto all'o-

ratorio un ruolo di notevole importanza per il cam-mino di educazione alla fede delle nuove generazio-ni. Anche se non l'unico, è ancora uno spazio di ag-gregazione soprattutto per ragazzi e adolescenti, do-ve vengono fatte non solo proposte di fede, ma espe-rienze di vario genere (uscite, animazione, gioco,aiutocompiti, ecc). Le attività che vi si svolgono, puressendo specifiche, cercano di essere in sintonia conil cammino della parrocchia. Nell'oratorio poi unbuon numero di adulti volontari si affiancano ai gio-vani occupandosi della gestione e dei vari servizi.Numerose e diversificate sono le proposte di im-

pegno e servizio per ragazzi, adolescenti, giovani,genitori e adulti che l'oratorio mette in atto per la cre-scita integrale della persona. Troppo lungo sarebbefarne l'elenco, si rimanda però a leggere le pagine

Page 8: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

8

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

CON I PADRI DELLA CHIESA

TRIPLA “A” PER LA QUARESIMA� di Anna Zenoni

DIGIUNO E SOBRIETA’

Il titolo “Tripla A” potrebbe farci pensare, viene ilsospetto, alle categorie di qualche elettrodomestico.Grave errore: la “A” è solo la lettera iniziale del no-me di tre grandi Padri della Chiesa, Agostino, Am-brogio, Antonio, che oggi ci prestano qualche loro il-lustre parola in supplenza alle nostre, ben più mode-ste. Ci parlano in santità e autorevolezza di tre temifondamentali che improntano la Quaresima.Il primo è il digiuno. “Esiste ancora, quest’antica-

glia?”, sembra di sentir subito obiettare. “Oggi fra ab-buffate, happy hour, pranzi di lavoro, di nozze, di vat-telappesca, chi se lo ricorda più il vecchio digiuno?Se non fosse per la crisi…”. Se lo ricorda la Chiesa.Che sfogliando da due millenni l’Antico e il NuovoTestamento vi ha sempre inciampato: dal digiuno diMosè sul Sinai, prima di ricevere le tavole della Leg-ge, a quello di Elia sull’Oreb; dal digiuno degli abi-tanti di Ninive a quello più famoso di tutti, i quaran-ta giorni e le quaranta notti diGesù nel deserto. E ha capitosubito: il digiuno era la pre-messa a qualcosa di impor-tante, di eccezionale, o laconseguenza di qualcosa dimolto negativo, certo non lacura drastica per indossaredue taglie in meno della pro-pria… Perciò ostinatamente,fedelmente, la Chiesa conti-nua a riproporlo, anche se og-gi preferisce spesso usare iltermine “sobrietà”: che vabene per la Quaresima, ma siadatta ottimamente anche altempo ordinario, fino a di-ventare proposta di vita pertutto il tempo concesso a ognicristiano. E’ un termine mol-to più eloquente, se applicatonon solo al cibo, ma ad ambi-ti diversi: sobrietà nell’uso

del tempo, da distribuire saggiamente; sobrietà nel-l’uso del superfluo e anche del necessario; e nell’usodei nostri idoli, televisione cellulare computer, che ciaffascinano tanto quanto ci condizionano. Sobrietàper essere liberi interiormente dai beni e così com-prendere meglio i bisogni di chi questi beni non pos-siede, e intervenire con cuore solidale. Del resto lecomunità cristiane delle origini praticavano il digiu-no per poter aiutare i poveri. Sobrietà anche e soprat-tutto per provare la fame e la sete interiori più profon-de: la fame e la sete di Dio.Ce ne parla, con la sua appassionata dolcezza e con

la sua profonda fede, un gigante della Chiesa e ungenio di tutti i tempi, quel s.Agostino (354-430 d.C.)che, dalla natìaAfrica settentrionale, già allora avevaattraversato ilCanale diSicilia, noncomeclandestino,ma come illustre avvocato e maestro, per approdare aRoma e poi a Milano, dove attraversoAmbrogio loaspettava l’incontro totalizzante conCristo. “Midòuncerto supplizio – egli scrive nel suo trattato ‘L’utilitàdel digiuno’ –maperchéEglimiperdoni; damestesso

mi castigo, perché Egli miaiuti; per piacere ai suoi occhi,per arrivare al diletto della suadolcezza…Così la mia carneappesantisce meno il mio spi-rito… Se qualcuno capisceciò, può verificare con la suastessa esperienza quanto siautile il digiuno”.

ELEMOSINA?PRIMA LA CARITA’

L’elemosina è un’altra di-mensione del percorso quare-simale. Essa sta alla carità co-me il braccio alla mente.Questo antico vocabolo infat-ti deriva da un verbo grecoche significa “aver pietà”. So-lo se la mente, allertata dalcuore, si mette in moto, il

E’già arrivata, con cenere e parole forti, con l’invito a incamminarci, la silenziosa Quaresima. Seguia-mo il suo sentiero, sui passi di tre grandi figure della Chiesa delle origini e con nel cuorealcune dimensioni fondamentali a cui questo periodo benedetto ci chiama.

Page 9: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

9

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

braccio è capace di tendersi con amoreverso gli altri. Ed è capace di compie-re gesti diversi, perché la carità, che èl’essenza del cristianesimo, ha millemodi di accorgersi, compatire, conso-lare, condividere, distribuire…Ce ne parla s. Ambrogio (340ca.-

397d.C.), di illustre famiglia romana,nato a Treviri e a trent’anni, ancora ca-tecumeno, acclamato dal popolo ve-scovo di Milano, per le sue già palesidoti di intelligenza, equilibrio, fermez-za. Quando, dopo appena una settima-na dall’acclamazione, il 7 dic. del 374d.C. fu consacrato vescovo – giorno cheancor oggi i milanesi festeggiano –, eglicapì che Dio gli chiedeva di cambia-re totalmente la sua vita, affidandosi solo a Lui.Per prima cosa egli distribuì tutte le sue notevoli ric-

chezze ai poveri, di cui aveva intravvisto le faccesmunte nella folla acclamante, e regalò le sue terre allaChiesa. Ma capì che questo non bastava. Compreseche ora erano i poveri il suo tesoro, il volto di Dio perlui. s.Agostino, che egli a Milano condusse alla con-versione, testimonia che era perennemente assediatodai poveri. Come loroAmbrogio aveva scelto un teno-re di vita frugale e semplice; e ogni mattina, dopo lamessa, ascoltava i fedeli, singolarmente, e difendeva ipiù poveri dai soprusi dei ricchi. La sua fermezza nonlo fece indietreggiare neppure davanti all’imperatore,che pure lo stimava e al quale impose una penitenzapubblica. Non si fermò nemmeno di fronte all’eresiadegli ariani e alle loro pretese: con il suo popolo si bar-ricò in una basilica, per non doverla cedere a questogruppo, sostenuto dall’imperatrice. Scopriamo alloraun’altra forma di carità in lui, la più alta secondo Pao-loVI: la passione e l’impegno per il bene comune.Unavolta alcune truppe di soldati nordici avevano cattura-to uomini, donne, bambini tra i suoi fedeli.Ambrogionon esitò a far fondere vasi sacri delle sue chiese perpagare il riscatto.A chi glielo contestava aveva rispo-sto convinto: “Se laChiesa hadell’oro non èper custo-dirlo, ma per donarlo a chi ne ha bisogno…Meglioconservare i calici vivi delle anime che quelli dimetal-lo…Cristo infattimandògli apostoli senzaoroe senzaoro fondò la sua chiesa”.

LA PREGHIERA, DOPO L’ASCOLTO

Affidiamo questo tema al monaco eremita egizia-no Antonio (251 ca.- 356d.C.), festeggiato oggi il 17gennaio. Questa figura straordinaria prende formanon tanto dai pochissimi scritti rimasti, quanto dalla“Vita di Antonio”, vescovo di Alessandria d’Egitto,suo contemporaneo e conterraneo.Antonio fu colpito in età giovanile da due frasi del

Vangelo, udite in chiesa. Fu una folgorazione ed eglidecise di distribuire i suoi campi e i suoi averi agli in-digenti e di ritirarsi progressivamente nel deserto:quello geografico e quello interiore. Diede così inizio

al monachesimo, in particolare a quello eremitico.Antonio era assetato di essenzialità, di verità, riarsodal bisogno di Dio e dal desiderio di porsi al suo ser-vizio; e così la sua vita ascetica dura, scomoda, soli-taria, provata dagli attacchi sensibili del demonio, di-venne una continua preghiera. A lui Dio concesseuna straordinaria fecondità: più egli fuggiva dagli uo-mini, più essi andavano a cercarlo; e il deserto iniziòa pullulare di un numero sempre crescente di uominiche facevano riferimento a lui, tanto che egli fu chia-mato “padre dei monaci”. Dio lo ricolmò anche diuna sapienza straordinaria: celebre è la raccolta deisuoi “Detti” ed è noto che perfino l’imperatore Co-stantino e i suoi figli ricercarono il suo consiglio.Antonio ci insegna. Non spaventiamoci, non ci è

chiesto di affrontare quel deserto o quella vita che ciincute ammirazione e insieme spavento. Quello a cuila Quaresima invita è un deserto più semplice, cheognuno può trovare nella sua quotidianità in luoghi,tempi e modi diversi: in qualche ritiro, in una passeg-giata solitaria, nel viaggio in macchina a radio spen-ta…Un silenzio nuovo, pensando a quello diAntonio,che l’aveva fatto dentro e fuori di sé per mettersi inascolto: il deserto non significa assenza di uomini, mapresenza di Dio, ha scritto Carlo Carretto, un fulgidoeremita di un secolo fa. Ecco che balza fuori la quartaparola importante: l’ascolto, l’ascolto della Parola diDio, che precede tutte le vie e senza il quale digiuno,elemosina, preghiera non avrebbero autenticità di ori-gine. Si dice cheAntonio leggesse tanto coscienziosa-mente la Parola di Dio che la memoria in lui finì persostituire i libri. EAgostino esclamava: “Bevi dunquetutti e due i calici,Antico eNuovoTestamento, perchéin entrambi bevi Cristo. La Scrittura divina si beve, laScrittura divina si divora, quando il succo della parolaeterna discende nelle vene della mente e nelle energiedell’anima”.A luiAmbrogio risponde:” Medita sem-pre, parla sempre delle cose di Dio.Apri la tua boccaalla sua parola”. Chissà se l’astronauta italianaSamantha Cristoforetti, in orbita attorno alla terra,potrà scoprire che quello è il suo deserto, da cui legge-re la parola sacra scritta nello splendore dei corpi cele-sti che le ruotano attorno.

Page 10: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

GENNAIO� In questo periodo e sempre con ampia partecipazioneaccompagnamo con la preghiera diverse persone chiama-te allʼeternità. Lunedì 12 muore Algeri Alessandrina ve-dova Marcassoli di anni 92. Nata a Redona, quando que-sto quartiere era ancora comune, era ospite alla casa di Ri-poso. Martedì 13 muore Zucchelli Luigia vedova Bertule-ti di anni 85. Originaria di Valcanale dʼArdesio, abitava invia s. Martino vecchio 37.

� Mercoledì 14 muore Sartirani Giovanna vedova Spuriodi anni 88. Pure nata a Redona, allora comune autonomo,era da tempo presso la Casa di Riposo. Abbiamo ricorda-to in comunità anche Rossi Angela, che aveva abitato aTorre in via Bruciata e che è morta a Longuelo lunedì 12,dove è stato celebrato anche il funerale.

� La sera di mercoledì 14 si riunisce lʼAmbito Caritas. Eʼlʼoccasione per una valutazione di quanto è passato neiprimi mesi dellʼanno pastorale e di quanto ogni gruppo hamesso in campo per la sua attività di servizio verso le per-sone ammalate, anziane, fragili o verso famiglie in diffi-coltà. Come anche nella buona relazione con le varie Co-munità di accoglienza del territorio. Si predispone ancheper le iniziative del tempo quaresimale.

� Inizia giovedì 15 il percorso in preparazione al matri-monio. Partecipano 17 coppie di età diverse e in varia si-tuazione. Le coppie che accompagnano il cammino di ri-flessione hanno predisposto per bene ogni incontro,creando un clima di accoglienza che rende agevole e frut-tuoso il percorso.

� Riprende venerdì 16 la Lectio divina mensile. Sempreun buon gruppo partecipa sia al mattino che alla sera, maforse altre persone potrebbero approfittare di questa op-portunità per accostare la Parola di Dio, guidata dalla com-petenza e dallʼentusiasmo di don Carlo Tarantini, che è tranoi, apprezzato, ormai da un bel numero di anni.

� La domenica 18 ci dedichiamo alla riflessione sullʼim-portanza di formarsi una cultura nella luce dei valori cri-stiani e sui mezzi che abbiamo a disposizione oggi per am-pliarla. Sono in campo da noi diversi Gruppi dellʼAmbitoCultura e Comunicazione e in comunità si sviluppano ini-ziative varie e di qualità, con lʼimpegno generoso di tantepersone.

� Nel cammino di preparazione ai sacramenti della inizia-zione cristiana sono proposti anche per i genitori momentidi sosta spirituale e di formazione in alcuni pomeriggi. Si ri-prende domenica 18 in vista della Prima Comunione. A se-guire saranno coinvolte le famiglie interessate ai sacra-menti della Penitenza e della Cresima. Occasioni buonesia per i ragazzi che per gli adulti.

� Nella sera di lunedì 19 si riunisce lʼAmbito Famiglia,con i vari gruppi che in comunità si prendono a cuore variaspetti della pastorale familiare. Ci si racconta sul percor-so di questi ultimi mesi, cogliendo motivi di fiducia e di fa-

tica in un momento delicato come quello che stanno vi-vendo le famiglie. Si predispone per alcune celebrazioniprossime, soprattutto per la Giornata della Vita.� Domenica 18 muore Salvi Beatrice vedova Daminelli dianni 93. Era nata a Stezzano, dove è stata sepolta, ed eraospite alla Casa di Riposo.� Nel pomeriggio di martedì 20 muore Tenchini Lidia, det-ta Fernanda, vedova Begni di anni 84. Originaria di Chiarinel bresciano, abitava in via s. Martino vecchio 23. La mat-tina di venerdì 23 muore Tiraboschi Carolina vedova Sar-tirani di anni 101. Era nata ad Alzano e aveva abitato in viapapa Giovanni XXIII, ora da tempo ospite alla casa di Ri-poso. Tante persone si sono unite ai familiari nelle liturgiedi suffragio.� I vari gruppi di animazione e di servizio si tengono in sin-tonia e si raccontano allʼinterno dei vari ambiti di cui fannoparte, ma periodicamente si trovano anche da sé, per va-lutare più da vicino le iniziative proprie. Così fa martedì 20il gruppo dei Ministri della Comunione, che porta lʼEuca-restia in casa ad anziani e malati, mercoledì 21 il gruppoPre-Battesimo, che visita le famiglie in occasione di que-sto sacramento e sabato il gruppo Pastorale dei malatiche segue le persone in casa e negli ospedali. Lunedì 26si incontrano i volontari che curano la Scuola di alfabetoe di cittadinanza per immigrati. Emerge tanta disponibilità!� La sera di mercoledì 21 si incontra lʼAmbito Missio-ne. In questa occasione si raccoglie la testimonianza disuor Mariangela Medolago, missionaria in Malawi datanti anni. Si vagliano poi le diverse iniziative del perio-do, sia parrocchiali che vicariali e diocesane, come an-che si dà conto dei vari altri missionari con cui si tieneregolare collegamento.� La domenica 25 portano una significativa testimonianzaalle messe persone che vivono vocazioni diverse nellachiesa. Nel pomeriggio alcuni partecipano al pellegrinag-gio a Sotto il Monte, proposto alle famiglie dalla Commis-sione vicariale. Si dà inizio anche alla settimana nel ricor-do di s. Giovanni Bosco.� Nella notte di domenica 25 muore Casati Odilia vedo-va Artifoni di anni 75. Originaria di Redona in città abitavain via Goisuè Carducci a Ranica, dopo essere vissuta di-verso tempo a Torre. Nel primo mattino dello stesso gior-no muore Rocchetti Claudio di anni 80. Nato nel quartie-re di Longuelo in città, era ospite in questi ultimi tempi allaCasa di Riposo. Molte persone si sono raccolte nelle litur-gie di suffragio.� La mattina di lunedì 26 muore Gabbiadini Agnese ve-dova Alberti di anni 74. Era stata coinvolta in un incidentestradale allʼincrocio di fronte alla chiesa. Originaria di Nem-bro abitava in via Gaito 1. Raccogliamo la sua testimo-nianza di fede semplice e forte che la portava al parteci-pare ogni giorno alla messa. Ampia è stata la partecipa-zione al cordoglio dei familiari e alla liturgia di suffragio.

IL NOSTRODIARIO

segue a pag. 15

TEMPI DI SPERANZAE DI CROCE NELLE CASE,

DI CELEBRAZIONEE DI VITA NELLA COMUNITÀ.

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

10

Page 11: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

11

L’ABBRACCIODI DIO

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

PPaappaa FFrraanncceessccoo hhaa ddeeddiiccaattoo qquueessttoo aannnnoo,, ffiinnoo aall 22ffeebbbbrraaiioo 22001166,, aallllaa vviittaa ccoonnssaaccrraattaa.. PPaarrtteennddoo pprroo--pprriioo ddaallllaa 1199ªª GGiioorrnnaattaa mmoonnddiiaallee ppeerr llaa vviittaa ccoonn--ssaaccrraattaa,, ffiissssaattaa nneell ggiioorrnnoo cchhee rriiccoorrddaa llaa PPrreesseenn--

ttaazziioonnee ddii GGeessùù aall TTeemmppiioo.. AA qquueessttoo aarrggoommeennttoo ddeeddiicchhiiaammooqquuiinnddii qquueessttoo ddoossssiieerr,, cchhee rriigguuaarrddaa ii mmoonnaasstteerrii ddii ccllaauussuurraa,, mmaa aanncchhee

aallmmeennoo uunn aallttrroo,, cchhee sseegguuiirràà nneell ccoorrssoo ddeellll’’aannnnoo.. PPeerr rriifflleetttteerree ee cceerrccaarree ddiiccoommpprreennddeerree iill sseennssoo cchhee aannccoorraa ooggggii qquueessttee sscceellttee ddii vviittaa ppoossssoonnoo aavveerree,, mmaaaanncchhee iill rruuoolloo cchhee qquueessttee vviittee hhaannnnoo aallll’’iinntteerrnnoo ddeellllaa nnoossttrraa vviittaa,, iinn mmeezzzzoo aallmmoonnddoo ddii ooggggii.. IIll ttuuttttoo iinnsseerriittoo nneellllaa rriiccoonnoosscceennzzaa ee nneellll’’aammmmiirraazziioonnee ppeerr ppeerr--ssoonnee cchhee nneell tteemmppoo –– ee aannccoorraa ooggggii –– hhaannnnoo sscceellttoo ddii ddoonnaarree llaa pprroopprriiaa vviittaa..PPeerr ppoorrttaarrccii,, qquuii iinn tteerrrraa,, ll’’aabbbbrraacccciioo ddii DDiioo..

MONASTERI DI CLAUSURA SUOR FELICITA DA RANICA

Succede ogni mese. La redazione (così sem-briamo davvero un gruppo importante…) defi-nisce i contenuti del prossimo notiziario, sidivide i compiti e poi comincia a pensare aldossier. Stavolta proposto da don Leone: annodella vita consacrata – dice – partiamo da lì.Da lì a capire che parlare delle varie forme divita consacrata in un solo dossier era impossi-bile, ci abbiamo messo proprio poco. E alloracominciamo con i monasteri di clausura; a pro-posito, sapete che quello delle Visitandi-ne di Alzano chiude? Così, col cuoreche corre alle suore che avevamoincontrato qualche tempo fa e che ciavevano riempito il cuore di tenerezza,scorro l’elenco de monasteri femminilidella diocesi, che sono numerosi: quel-li Benedettini di s. Grata e di san Bene-detto a Bergamo, quelli delle Domeni-cane a Bergamo e ad Azzano, delleFrancescane a Boccaleone, Zogno,Montello e Capriate, delle Salesiane adAlzano e Carmelitane Scalze a Cividi-no. Una bella ricchezza, davvero.

Alla fine decido di andare a fare una chiac-chierata con le monache domenicane delMonastero Matris Domini, uno dei più antichidi Bergamo. Sorge nella parte alta di via Locatelli, a Ber-gamo, dalla metà del 1200, con alterne vicen-de. Oggi è ancora un monastero di clausurache segue la regola di Domenico di Guzman,come i confratelli del convento in centro città(alla fine del Sentierone).

172

LLLL’’’’AAAANNNNNNNNOOOO

DDDDEEEELLLLLLLLAAAA VVVVIIIITTTTAAAA

CCCCOOOONNNNSSSSAAAACCCCRRRRAAAATTTTAAAA

Page 12: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

12

172

L’A

NN

O D

ELL

A V

ITA

CO

NSA

CR

ATA

Trovo ad aspettarmi – in un locale che fungeda parlatorio ma è usato come sala capitolare– il sorriso accogliente di suor Felicita, allaquale chiedo se quello sia veramente il suonome. E’ quando mi dice di essere originariadi Ranica che capisco: santa Felicita infatti,con suoi figli, è la patrona della parrocchia;fino a non molto tempo fa si usava dare ai figliil nome del patrono del paese.Le chiedo di parlarmi un po’ di lei e scoprocosì che ha circa 50 anni (monaca o no, è unasignora e quindi non scriverò la sua età!) e adaprile festeggerà i 30 anni di monastero; èprimogenita dei 6 figlidi una famiglia “difede” che contava duezie paterne suoremonfortane. Quandoannunciò ai genitori lavolontà di entrare inmonastero, e in unmonastero di clausura,il suo papà non fu feli-ce, ma non la ostacolòmai, anzi, i genitori lasostennero sempre nel suocammino. Si ritiene fortunata per questo,perché quasi tutte le sue con-sorelle, invece, hanno dovutoaffrontare dei problemi con leloro famiglie, che ritenevano diperdere per sempre le figlieche entravano in monastero equindi accadeva che cercasse-ro di ostacolarle; questosoprattutto prima del ConcilioVaticano II, quando la clausuraera davvero rigida. Poi invece fu possibilerecarsi spesso a visitare le monache e questoconsentì ai parenti di rasserenarsi, vedendole figlie serene e appagate dalla loro vita.

UNA VITA DI PREGHIERA

Le chiedo di illustrarmi la vita delle mona-che domenicane e lei mi spiega che è unavita impostata sulla preghiera e questa è dav-vero una grande gioia e serenità. Le monacherinunciano ad una vita famigliare e allamaternità, ma vivendo in preghiera (lo sivede soprattutto nelle suore anziane, chehanno percorso un’intera vita pregando) sem-

brano quasi trovarsi in una dimensione altrae alta, che in un certo modo mette al riparodalle preoccupazioni e dalle angosce dellavita di oggi. La vocazione alla preghiera punta sulla pre-dicazione e la diffusione del Vangelo: i Padridomenicani lo fanno anche celebrando, lemonache aprendo la loro chiesa a tutti coloroche vogliono condividere la preghiera e assi-stere alle celebrazioni. Oggi i fedeli possono recarsi al monastero echiedere un colloquio, una guida spirituale;possono parlare dei loro problemi certi di

essere accolti, ascolta-ti e confortati, certiche qualcuno pregheràper loro. Da qualche anno han-no trasformato la vec-chia casa del cappella-no, e poi del custode,in foresteria, aperta aisingoli che voglionopartecipare a percorsidi preghiera o di for-

mazione ma anche a piccoligruppi per “convivenze” o riti-ri, in modo particolare parroc-chie e oratori. Ma accadeanche, come in questo periodo,che siano gli alunni di unascuola superiore a fare espe-rienza di convivenza e preghie-ra presso il monastero: la matti-na vanno regolarmente a scuolae poi tornano “a casa” in mona-stero. Un’esperienza di una set-timana che spesso consente

loro di scoprire qualcosa di più di sé stessi,ma anche la dimensione della preghiera,individuale o comunitaria. E questo non puòfare che bene. Oggi nel monastero vivono 11 monache, conun’età che varia dai 46 anni di suor Angelita(l’esperta d’arte del monastero) ai 92 di suorGiuseppina, originaria della Brianza. Piùdella metà delle monache ha già compiuto 80anni e il “ricambio” non esiste.

I MONASTERI NELLA STORIA

Suor Angelita ripercorre con me la storia deimonasteri, a partire dall’Oriente, dove, subi-

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

Page 13: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

1

Il cammino di Quare-sima-Pasqua è ispi-rato al gesto dello

spezzare insieme il pane,memoriale dell’ultima cenacon Gesù e gesto concretodi condivisione fraterna. “Spezzavano il pane” è

la frase estrapolata daltesto degli Atti degli Apo-stoli (2,42-47) che ci aiutaa vedere come l’Eucaristiarende possibile la comunio-ne dei cuori e dei corpi inmodo visibile e possibile. Ripetere la frase “Spezza-

vano il pane...” permette dirileggere tutta la vicenda diGesù fino al suo compimen-to. Il suo corpo offerto allatavola di Gerusalemme esulla croce al Calvario è lostesso in fasce che da pocoabbiamo contemplato aBetlemme. I cristiani impara-no da Gesù a spezzare ilpane affinchè nella loro vitasi compia il miracolo dellacondivisione che moltiplica ipani e i pesci. I cristianispezzano il pane per darevita alla comunione dei cuo-ri e dello stesso unico panesi nutrono per diventare ciòche mangiano, per rinasce-re nello Spirito nuove donnee nuovi uomini, capaci diEucaristia.L’immagine del pane e

della tavola che ci accom-pagnerà lungo il camminovuole mettere al centro lacelebrazione eucaristica,

cogliendone anche quegliaspetti concreti, umani,quotidiani che la leganoalla vita di ciascuno. La tavola è il luogo depu-

tato al mangiare, un man-giare umano che sollevada terra il cibo per portarlovicino al la bocca, maanche per al largare losguardo sugli altri commen-sali. Il cibo intrecciato dasguardi e parole diventanutrimento non solo per ilcorpo, ma anche per l’ani-ma, si svela veicolo di rela-zione.Il 2015 è anche l’anno

del grande evento dell’Ex-po che ci vede particolar-mente vicini e coinvolti. Sitratta di un’occasione diincontro e di conoscenza,di scambio e di aperturasul mondo che ci sorpren-derà e potrà rendere lenostre comunità più ricche,più fraterne. Inoltre i CREquesta estate vivrannoappieno il tema del man-giare e sicuramente coin-volgeranno le nostre fami-glie in questa incredibileavventura.L’invito in questa Quare-

sima è quello di sedersi allatavola di Gesù per impara-re a mangiare (e a vivere)da fratelli nella riconoscen-za e nella condivisione.Buon cammino verso la

Pasqua!don Angelo

QQUUAARREESSIIMMAA 22001155IINNVVIITTAATTII AALLLLAA CCEENNAA DDEELL SSIIGGNNOORREE

Page 14: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

2

QUARESIMA RAGAZZI, ADOLESCENTI E GIOVANI 2015

PER I BAMBINI (3 – 6 ANNI E 1A ELEMENTARE)� Ogni domenica alle ore 9,45: Catechesi del buon Pastore - in oratorioPER I RAGAZZI

� Ogni giorno preghiera in famiglia con il sussidio della Diocesi� Ogni domenica alle ore 10: Celebrazione della s. Messa� Ogni mercoledì alle ore 7,20: “Sole ke sorge” (dal 25 febbraio) - Preghiera del mattinoper le elementari (in oratorio)

� Ogni venerdì alle ore 7,10: “Sole ke sorge” (dal 27 febbraio) - Preghiera del mattino perle medie (in oratorio)

� Ogni giovedì laboratori di Quaresima (dalle 16.30 alle 17,30)� Raccolta di generi alimentari per il gruppo Ti AscoltoRITIRI:� Domenica 1 marzo: per i genitori e i ragazzi della Prima Penitenza (ore 15 – 17)� Domenica 8 marzo: per genitori e ragazzi per la Prima Comunione (ore 15 – 17)� Domenica 15 marzo: per genitori e ragazzi in preparazione alla Cresima (ore 15 – 17)� Domenica 22 marzo: per genitori e ragazzi di 5ª elementare e 1ª media (ore 15 – 17)

PER ADOLESCENTI E GIOVANI

� Mercoledì alle ore 6,15: “Sole ke sor-ge” (dal 25 febbraio) – S. Messa peradolescenti e giovani segue colazione

� Ogni venerdì dalle 18,30 alle 20,30:Adorazione in chiesa per vivere insie-me il digiuno

� Lunedì 23 febbraio ore 20,45: Intro-duzione alla Quaresima

� Domenica 22 febbraio e 15 marzo:Cantiere Giovani

� Da venerdì 27 febbraio a domenica 1marzo Esercizi spirituali per giovani –Villa Gamba, Ranica

� Domenica 29 marzo: Veglia delle palmein Seminario

� Mercoledì 1- 4 aprile: “Sotto la croce”Giorni di fraternità (al Centro S. Mar-gherita)

� Ogni lunedì e venerdì dalle ore 15 alle17: Tempo per colloqui e celebrazionePenitenza (in oratorio con don Angelo)

Sabato 14 e 21 marzo: Prima Penitenza per i ragazzi della 3a elementare

VERSO L’ESTATE

ISCRIZIONI ANIMATORI CRE 2015dal 16 al 30 marzoCORSO CRE PER ANIMATORI20 - 27 aprile - 4 - 11 - 18 maggioPRESENTAZIONE CRE AI GENITORIVenerdì 8 maggio ore 15 o 20,45CRE 2015dal 15 giugno al 10 luglio

Per informazioni e iscrizioni contattare la segreteria dell’oratorio

Page 15: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

DON CARLO ANGELONI

“ANDARE ANCORA IN ORATORIO”SETTIMANA DI DON BOSCO

Lunedì 26 gennaio, durante la settimana diDon Bosco, un incontro un po' insolito ha ca-ratterizzato la serata: ragazzi e ragazze dalla3a media alla 4a superiore si sono ritrovati coni loro animatori, come ogni lunedì sera e insie-me con loro sono stati invitati anche i genitori. Il tema attorno a cui è ruotato tutto l'incontro

è stato l'oratorio: adolescenti e genitori si so-no così potuti confrontare riguardo i pregi e idifetti, non di un oratorio ipotetico, ma dell'o-ratorio “concreto” e vissuto della nostra co-munità. Dai lavori di gruppo è emerso che l'orato-

rio è ancora un punto di ritrovo importanteper bambini e ragazzi, un luogo sicuro e pro-tetto che, in particolare ai genitori, tra-

gono, dal punto di vista dei genitori,l'impegno e la voglia di fare. Insieme agli animatori ad “animare”

l'oratorio ci sono gli stessi adolescenti,a cui viene chiesto di impegnarsi in unservizio. I catechisti, i baristi offrono illoro tempo in un prendersi cura reci-proco, durante le attività organizzate,gli incontri, i momenti di festa e quel-li di formazione. L'oratorio di TorreBoldone si presenta così in tutta la sua

smette un senso di sicu-rezza, perchè visto, daipropri figli, come una se-conda casa. Forse è pro-prio l'intrecciarsi di rela-zioni significative chespinge i ragazzi ad “an-dare ancora” all'orato-rio, relazioni di amiciziae di fratellanza comequella tra gli adolescentie i loro animatori, consi-derati proprio dei fratellimaggiori e di cui emer-

Page 16: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

4

DON CARLO ANGELONI

ricchezza. Certamente, nell'accoglienza, nelle atti-vità proposte e anche nella stessainformalità, l'oratorio, chiedono ra-gazzi e genitori, deve tenere semprepresente la sua identità e la sua mis-sione educativa nella formazione del-le nuove generazione secondo lo stiledel Vangelo.L'elenco dei punti di forza del no-

stro oratorio è lungo, ma su cosa an-cora bisogna lavorare? Alcuni gruppi hanno sottolineato

l'importanza di un maggiore coinvol-gimento delle famiglie insieme ai ra-gazzi: molte sono le attività a cui i figlipartecipano, molti altri percorsi sono in-vece dedicati a genitori, quello quindiche viene chiesto è proprio la necessità

di uno spazio, di un momento in cui genitori e figlipossano confrontarsi e partecipare ad alcune atti-vità, questa volta insieme. Non solo momenti di for-mazione, ma anche momenti che chiedono di esse-re organizzati insieme, che chiedono a genitori e fi-gli di unire le forze e di fare gioco di squadra, peresempio durante la festa dell'oratorio o in altre nuo-ve proposte da sperimentare. Nuove proposte, nuove attività, nuovi incontri, ma

quello che è emerso dalla discussione è stata, cer-tamente, anche la richiesta di una ristrutturazione,soprattutto degli spazi esterni. Genitori e figli, spes-so impegnati nelle attività sportive dell'oratorio, han-no espresso il desiderio di campi da gioco, non so-lo più belli, ma anche più funzionali. La discussioneperò non si è fermata a questa costatazione: consa-

pevoli della mancanza di alcune fon-damentali risorse, hanno espresso laloro intenzione di prendersi a caricoparte di eventuali “lavori” e hannoproposto alcune attività per raccoglie-re fondi, consapevoli che questo nonpossa bastare, ma che sia comunquenecessario. Tutte le idee e le riflessioni riguardo

il nostro oratorio non si sono fermate,però, al confronto tra genitori e figli dellunedì sera: una sintesi di quello che èstato detto nei vari gruppi è stato ripor-tato, qualche giorno dopo, anche nelConsiglio Pastorale a cui hanno parte-cipato alcuni ragazzi e ragazze di 4asuperiore, che si sono fatti portavoceproprio delle richieste e delle considera-zioni emerse durante l'incontro. Un belmomento in cui i ragazzi si sono sentitiprotagonisti, non solo in oratorio, ma

dentro la comunità, dentro quello che è stato defini-to durante il consiglio “il mondo dei grandi”, unmondo che crede e ha fiducia nei giovani.In una società in cui molti sono gli spazi, le at-

tività, le proposte tra cui i ragazzi possono sce-gliere nel loro tempo libero, è bello vedere moltidi questi decidere ancora di frequentare l'orato-rio, di impegnarsi in un servizio e di voler parlaree confrontarsi riguardo al futuro di questo “lab-oratorio”. Il tutto con entusiasmo e voglia di fare.Come ha affermato un genitore durante l'incontro:“Se tornassi indietro frequenterei l'oratorio, ve-dendo quanto mio figlio è felice e soddisfatto”.

Paola

Page 17: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

13

172

L’A

NN

O D

ELL

A V

ITA

CO

NSA

CR

ATA

periodo di attesa. Questo perché qualchemese fa Papa Francesco incontrò i superioridi tutti gli ordini maschili e in quell’occasio-ne si parlò anche di quelli femminili. Colrisultato che la Congregazione dei Religiosiha inviato a tutti i monasteri femminili delmondo un questionario composto sostanzial-mente da tre quesiti: il primo riguarda l’auto-nomia del monasteri, il secondo la formazio-ne, il terzo il significato della vita contempla-tiva e della clausura oggi. Questioni comples-

se, sulle quali ogni monastero ha riflettuto emeditato, per poi inviare al Papa i risultatidelle proprie riflessioni. Questioni alle qualiogni singola monaca ha risposto, perché ilquestionario non era indirizzato ai superiorima ad ogni monaca. Suor Felicita mi ha spiegato che l’autonomiadei singoli monasteri oggi è messa profonda-mente in crisi dal calo delle vocazioni, che inalcuni casi ha portato alla chiusura, alla mor-te di monasteri rimasti senza monache.Occorre forse oggi rivedere la situazione allaluce dei cambiamenti avvenuti, perché nonha senso avere monasteri con una o duemonache. La formazione è un’esigenza molto sentitadalle monache, e dalle domenicane forse inmodo particolare, visto il loro carisma. Allo-ra, perché non consentire loro di poter acce-dere ai molti centri formativi già presenti, perpermettere loro di essere adeguatamente pre-parate? Le domenicane, infatti, chiedono di

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

to dopo l’Editto di Costantino, molti scelserodi staccarsi dai centri abitati e di andare avivere da eremiti dedicandosi alla preghiera.Nel VI secolo Benedetto da Norcia fece lastessa cosa in Italia e il secolo dopo Patrizio,che dall’Irlanda riuscì ad arrivare ad evange-lizzare la Germania e la Svizzera. Nel 1200nacquero invece gli ordini mendicanti (fran-cescani) e predicatori (domenicani). La lorocaratteristica è quella di non essere legati astrutture fisse (monasteri o conventi) e quindidi non potersi procurare ilcibo con l’agricoltura, nellaquale i monaci dell’ora etlabora erano maestri. Col passaggio di tante popo-lazioni dalla vita rurale allacittà questi ordini iniziano aspostarsi, per stare in mezzoalla gente: i francescani perproporre una vita segnatadal ritorno alle origini dellafede (prima dell’eresia diLutero!) e i domenicani perpredicare. Francesco ha fra-telli (frati) che vivono inpovertà e generalmente nonsono sacerdoti, Domenicovuole preti che possano pre-dicare il Vangelo (cosa finoad allora possibile solo aiVescovi). Così fonda il suo ordine, manda isuoi a studiare all’Università. Nasce così unavita di Comunità inserita nella vita cittadina,con i frati che si muovono, predicano, cele-brano, amministrano i sacramenti. Paradossalmente, il primo gruppo di seguaci diDomenico furono delle donne: cátare che vive-vano insieme in una casa che, dopo la loro con-versione, diventò il primo monastero femmini-le domenicano, di supporto ai predicatori. La clausura vera e propria nasce col Conciliodi Trento, che stende un documento specificosull’argomento. Il Concilio Vaticano II hacambiato la clausura, rendendola meno rigidae consentendo alle monache alcune libertà diazione e di movimento. Ma il vero cambia-mento, forse, sta per avvenire ora.

LE MONACHE OGGI… E DOMANI

I monasteri, anche le nostre suore del mona-stero Matris Domini, stanno vivendo un

Page 18: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

14

172

L’A

NN

O D

ELL

A V

ITA

CO

NSA

CR

ATA

po per guardarsi dentro con sincerità percapire cosa davvero si aspetta dalla vita,deve farsi delle domande e cercare anche discrutare la dimensione religiosa. E’ essenzia-le recuperare il proprio rapporto con Dio, poicercare di incontrare persone che vivono conpienezza e con gioia la vita contemplativa.Ma – riflette suor Felicita ad alta voce – sequesta giovane trova solo suore molto anzia-ne, non potrà che rimanere affascinata dallaloro fede e dalla loro serenità, ma non si sen-tirà in sintonia con loro. Bisogna anche capire che il monastero, con lasua vita fatta di preghiera e contatto continuocon Dio e che scandisce i tempi in modo ordi-nato e regolare, aiuta molto chi cerca serenità euna vita in contatto con Dio, ma può anchedare senso di isolamento, quasi fosse una nic-

chia nella quale stare da soli,magari comodi e senza troppepreoccupazioni. Si potrebbe pensare quindi arivolgersi ad un Istituto“aperto”, ma questo prevedeuna vocazione diversa.

L’ABBRACCIO DI DIO

In attesa che tutto il lavoroin corso arrivi ad una con-clusione, saluto suor Felici-ta, le chiedo di salutare perme le sue consorelle checonosco e mi allontano dalparlatorio. Entro in chiesaper condividere con le suoregli ultimi momenti della loro

preghiera e passo dal mercatino per acqui-stare alcuni dei lavori delle suore. E torno a casa, portando con me il senso diun po’ di tempo speso davvero bene, di tempocostruttivo e generoso, che ha saputo regalar-mi una sensazione di serenità e letizia. Torno a casa portando nel cuore il sorrisosereno di Felicita e il volto rugoso da bambi-na innocente di una suora anziana che nonconosco. Sussurro una preghiera per loro, perciascuna di loro, in cambio di quelle che hochiesto loro per la mia famiglia, soprattuttoper il piccino che sta per arrivare. E mentre cammino, il sorriso che ho sul voltonon se ne va: mi sento davvero abbracciatada Dio. Rosella Ferrari

poter essere formate e preparate come isacerdoti. E ancora, come si possono formare le giovaniche magari sentono il desiderio di avvicinar-si alla vita consacrata? E come rivedere lemodalità della clausura? Queste riflessioni ci portano al centro delnostro colloquio, che è il significato della vitacontemplativa e della clausura oggi. Perché sela vita contemplativa è una scelta che le mona-che rifarebbero ancora oggi, occorre pensareche la vita oggi richiede però modalità diverse,dalla comunicazione allo spostamento. Oggi èindispensabile saper usare mezzi di comuni-cazione al passo coi tempi, per poter avvicina-re il più grande numero possibile di persone. Eci sono “cose” di ordinaria amministrazioneche un tempo erano svolte da persone legate al

monastero, ma che oggi sono appannaggio del-le suore stesse. Vivere, oggi, in un monastero di clausuramedievale è bello, perché sono le strutture stes-se che aiutano e facilitano lo stile di vitamonacale, mi dice suor Felicita. Ma i cam-biamenti sono tanti, le necessità sono diver-se, oggi forse qualcosa va rivisto.

ALLE GIOVANI DICIAMO…

Cosa direbbe a una giovane che volesse scopri-re qualcosa della vostra vita?, ho chiesto alla“mia” suora. La risposta è complessa e articolata. Prima ditutto questa ragazza dovrebbe trovare il tem-

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

Page 19: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

� Dentro la settimana dedicata a don Bosco, alla mes-sa vespertina di lunedì 26 ci uniamo ai familiari, che so-no stati invitati, nel ricordo dei giovani della nostra co-munità che negli ultimi decenni sono morti per varie cau-se. Nella sera in auditorium si tiene un incontro con gliadolescenti e i loro genitori, riflettendo insieme sul ruolodellʼoratorio nel cammino di educazione alla vita e allafede.

� La sera di mercoledì 28 è convocato il Consiglio pa-storale. Si pensa utile confrontarsi sul progetto educativodellʼoratorio, ambito essenziale della comunità parrocchia-le. Vengono presentate alcune riflessioni emerse negli in-contri del Consiglio dellʼoratorio e dallʼincontro degli adole-scenti con i genitori e su di esse si svolge un partecipato efruttuoso dialogo.

� Durante lʼintera giornata di venerdì 30 si offre il tempoper lʼAdorazione eucaristica, che vede passare in chie-sa persone di ogni età per una sosta spirituale che fa be-ne e incoraggia nella speranza. La sera gli adolescenti e igiovani animano lʼora di adorazione comunitaria.

� La sera di venerdì 30 muore Rota Giuseppe di anni 64.Originario di Boccaleone in città, abitava in via TorquatoTasso 13. Nel mattino di lunedì 2 febbraio muore RinaldiLuigi di anni 78. Era nato in Borgo Palazzo in città e risie-deva in piazza papa Giovanni 3. Ha concelebrato il fune-rale il fratello padre Giuseppe con alcuni altri saveriani. Ab-biamo pregato in tanti in loro suffragio.

FEBBRAIO� La domenica 1 si celebra con particolare solennità le fe-sta di s. Giovanni Bosco, grande santo e intelligente edu-catore. Alla ore 10 la s. Messa con larga partecipazione eal pomeriggio, come è stato in altri momenti della settima-na, si svolgono giochi vari in oratorio in clima di cordialitàtra ragazzi, giovani e adulti.

� Giorni di antica tradizione liturgica e devozionale: lunedì2 la festa della Candelora, con la benedizione delle can-dele e la breve processione; martedì 3 si tiene la benedi-zione della gola nella memoria e invocazione di s. Biagio.Illuminati e affidati!

� La sera di lunedì 2 si incontrano gli operatori pastora-li del nostro Centro ʻ... ti ascoltoʼ. In un tempo di parti-colare impegno, si tiene un momento di formazione e diverifica del servizio. Si evidenzia anche il lavoro svoltonei vari progetti sostenuti dallʼiniziativa ʻFamiglia adottafamigliaʼ. Che può continuare per la generosità di diver-se Associazioni del territorio e di persone che non han-no sospeso il proprio contributo periodico o lo riprendo-no appena possibile.

� Nel primo pomeriggio di mercoledì 4 muore Leidi Fer-nanda in Meli di anni 73. Originaria del quartiere Carno-vali in città, abitava in via Ranica 14. Tanti si sono unitiai familiari nella preghiera di suffragio, ricordando ancheil suo impegno in associazioni di volontariato.

� Nel mattino di domenica 8 vengono presentati per il sa-cramento del Battesimo e quindi accolti nella comunitàcristiana: Mosca Camilladi Daniele e Biava Eleonora, via Torquato Tasso 17

segue da pag. 10

15

Todisco Nicolòdi Donato e Artifoni Paola, via s. Martino vecchio 31� Nel pomeriggio di domenica 8 si celebra con bella par-tecipazione la s. Messa con e per i malati, nei giorni in cuiricorre la Giornata loro dedicata. Si vive con particolare si-gnificato ed emozione anche il sacramento della Unzionedei malati, segno vivo della presenza confortante del Si-gnore.

� Ormai entrato da anni nel percorso in preparazione almatrimonio lʼincontro offerto ai genitori di coloro che in-tendo sposarsi. Per rendere chiaro e quindi più signifi-cativo il rapporto dei ʻfidanzatiʼ con le loro famiglie di ori-gine. E per evidenziare passaggi delicati di tale rappor-to in modo che non divengano passaggi inopportuni odolorosi. Un bel gruppo di futuri suoceri si trova lunedì9 ad ascoltare il mitico don Giuseppe Belotti, psicologoben conosciuto.

NEL TACCUINODobbiamo un grazie particolare questo mese agli

amici della Festa della castagna che, oltre a farconoscere lʼimportanza delle Associazioni dei Dona-tori di Sangue e Donatori di Organi, hanno offerto euro2.500, frutto del loro impegno, al Centro ̒ ... ti ascoltoʼper i progetti ̒ famiglia adotta famigliaʼ. Per la stessafinalità e con una generosità che si ripete lʼAssociazio-ne s. Martino del Centro anziani ha donato 1.000 euro. Il gruppo che raccoglie i libri usati e li ha proposti sulsagrato la domenica della Cultura e Comunicazioneha offerto euro 550. Le ʻtorte per la vitaʼ hanno frutta-to 1.100 euro: per opere di carità e per il Centro Aiu-to alla vita, con sede ad Alzano.

Varie persone e famiglie anche in queste settimanesi sono ricordate della parrocchia, venendo incon-

tro alle sue necessità economiche. Alcuni hanno con-segnato la propria offerta nelle mani dei preti, altri han-no versato tramite Conto corrente postale o bancario.Altri hanno dato con cuore in occasione di accadimen-ti lieti o tristi della vita familiare. In tutti la riservatezzadel gesto, che lo rende anche più meritevole.

Ai Padri Saveriani sono stati consegnati, da inoltrarea padre Rino Benzoni in Congo, euro 7.000 come

frutto del progetto di s. Martino denominato tavoli epanche. Un bel risultato che rende onore alla genero-sità di tanti e allʼimpegno solidale delle Associazionidel territorio, in occasione della festa del santo patro-no. Ne traggono vantaggio ragazzi e giovani africani inuna struttura educativa e ricreativa, che doveva esse-re completata per offrire dignitosa accoglienza. Sevedano alcune fotografie nellʼalbum.

Da padre Guglielmo Maffeis uno scritto dallʼU-ganda porta gli auguri a tutta la comunità, con

un accenno al nostro Notiziario, letto sempre conpiacere e alla poesia pubblicata in copertina: “il 29novembre ho ricevuto e letto della vostra fede egioia sul periodico di Torre; e poi quel Carducci miha ricordato che a scuola, a Crema nel 1945, celʼhanno fatta imparare a memoria”.

Page 20: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

16

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

l 29 marzo 2003 le agenzie di stampadi ogni nazione battono la notizia del-la morte dell’infettivologo italianoCarlo Urbani, uno dei più esperti al

mondo, l’uomo che aveva “scoperto” la Sars (sin-drome acuta respiratoria severa) e che da quellamalattia era stato ucciso perché contagiato da unpaziente. Era nato nel 1956 a Castelplanio, in Val-lesina (Ancona), da Alberto, capitano di lungocorso e docente all’Istituto Nautico di Ancona, eda Maria Scaglione, catanese, giunta sei anni pri-ma come insegnante di matematica alla scuolamedia di quel paese. Nel 1959 e nel 1960 erano na-ti i suoi due fratelli Paolo e Cristiana. Durante glianni di liceo e di università Carlosuonava l’organo e faceva partedel consiglio pastorale del suopaese, poi si era laureato nel 1981in medicina ad Ancona e specia-lizzato in malattie infettive tropi-cali a Messina. Negli anni 1980-85 è consigliere comunale a Ca-stelplanio per la democrazia cri-stiana e nel frattempo ricopre in-carichi di didattica e ricerca nel-l’istituto di malattie infettive del-l’università di Ancona. Nell’otto-bre 1983 sposa Giuliana Chiorrini e nel 1987 na-sce il primo figlio, Tommaso. Il 3 agosto 1989 ilpadre Alberto, colpito da infarto, muore tra le suebraccia mentre Carlo tenta di rianimarlo. Dopo es-sere stato medico di base a Castelplanio nel perio-do 1986-1989, negli anni 1990-2000 è aiuto pri-mario nel reparto malattie infettive all’ospedale diMacerata, dove segue soprattutto i malati di Aids.Contemporaneamente tiene corsi di parassitologiatropicale in varie università, all’Istituto superioredi sanità e in diversi centri ospedalieri. Nel 1993diventa consulente dell’organizzazione mondialedella sanità (Oms) per il controllo delle malattieparassitarie e con tale incarico esegue numerosemissioni in Africa. 1995: gli nasce il secondogeni-to Luca. 1996-1997: è coordinatore di un progettodi medici senza frontiere (Msf) per il controllodelle malattie parassitarie in Cambogia. Prende unanno di aspettativa all’ospedale di Macerata e si

trasferisce a Phnom Penh, capitale della Cambo-gia, con la moglie e i due figli. 1998: ritorna in Ita-lia e prosegue il suo lavoro come aiuto primario al-l’ospedale di Macerata. Nel contempo mantieneintensa la collaborazione con Msf ed Oms, di cuidiventa consulente per il Pacifico occidentale, ef-fettuando missioni in Vietnam, Cambogia e Filip-pine. 1999: è nominato presidente di Msf Italia efa parte della delegazione che ad Oslo riceve ilpremio Nobel per la pace. 2000: declina l’offertadi primario all’ospedale di Macerata e accetta lanomina di esperto dell’Oms per la regione del Pa-cifico Occidentale. In aprile lascia l’Italia per tra-sferirsi ad Hanoi (Vietnam). Assiste i Paesi di

quella regione asiatica nel con-trollo delle malattie parassitariecon continue missioni in Cina,Laos, Cambogia e Filippine. Il 3maggio gli nasce a Castelplaniola terza figlia Maddalena e pocodopo la famiglia lo raggiunge inVietnam. E’ un tempo in cui Ur-bani scrive pubblicazioni di ca-rattere scientifico e partecipa aconvegni in tutto il mondo. A di-cembre 2002 torna in Italia con lafamiglia per il Natale. Sarà l’ulti-

ma volta che saluta la madre, i fratelli e gli amici.28 febbraio 2003: visita all’ospedale francese diHanoi un paziente che nessuno sa curare e che stainfettando il personale medico: si tratta di misterJohnny Chen, uomo d’affari americano prove-niente da Hong Kong, che da due giorni è ricove-rato con febbre alta, tosse secca e difficoltà respi-ratorie. Urbani capisce subito che si tratta dellaSars, una forma atipica di polmonite che costitui-sce una seria minaccia per la salute del mondo in-tero. Vede solo due possibilità: o riuscirà al piùpresto a convincere il governo di Hanoi a sotto-porre immediatamente il Paese a severissime mi-sure di prevenzione, o invece il suo appello nonverrà preso sul serio. Nel primo caso il contagiopotrà essere fermato prima che mieta migliaia divittime; nel secondo sarà una strage. Alla fine ilprestigio di cui gode presso il governo vietnamitaha la meglio sullo scetticismo. Il 15 marzo l’Oms

I� Rubrica a cura di Rodolfo De Bona

IL MARTIRE MUORE PER SALVARE

Page 21: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

17

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

diffonde l’allarme sanitarioin tutto il mondo e lanciaun appello internazionale,cui per primi rispondonogli esperti dei Centri per ilcontrollo delle malattie(Cdc) di Atlanta ed i Medi-ci senza frontiere di cui Ur-bani era stato presidentenel 1999, subito prima dipartire per il Vietnam. Duegiorni dopo, mentre è involo verso Bangkok, inThailandia, dove deve te-nere una conferenza, Urba-ni inizia ad accusare qual-che sintomo: si sente debole, gli manca il respiro,una lieve tosse lo scuote. Il medico che per primoha individuato il virus non si può ingannare: si ren-de immediatamente conto di essere una nuova vit-tima di quella micidiale polmonite. Al suo arrivo aBangkok Carlo ordina ai colleghi del Centro con-trollo malattie che sono venuti a prenderlo di nonavvicinarsi. Poi fa chiamare un’ambulanza e rima-ne ad aspettarla in silenzio, seduto nell’angolo piùappartato, solo come mai prima di allora. Il dottorScott Dowell, un ricercatore del Centro federaleper il controllo e la prevenzione delle malattie cheha sede in Thailandia, è uno di loro. Nel suo rac-conto tutta la disperazione del medico: “Carlo erascuro in volto. Ci siamo seduti ed abbiamo attesol’ambulanza che arrivò dopo novanta minuti. I suoioperatori, impauriti, si erano fermati per appronta-re i dispositivi di protezione”. Ricoverato in isola-mento nell’ospedale di Bangkok, Carlocombatte contro la Sars la sua guerra per-sonale. Ma non si illude: di questa polmo-nite atipica finora ha visto solo morire, maiguarire. Prima di soccombere tra sofferen-ze indicibili ha la forza di far ripartire perl’Italia i suoi tre bambini. Non li rivedràpiù. Collabora con i medici giunti da Ger-mania ed Australia per curarlo: consigliaterapie, prova tra i medicinali noti ad indi-viduare quello giusto, infine si arrende. Manon prima di aver pensato agli altri. “In unmomento di coscienza – raccontano i col-leghi e l’Ambasciata italiana di Bangkoklo conferma – si è raccomandato che il suotessuto polmonare fosse salvato per esserestudiato”. La moglie Giuliana gli resta ac-canto e ne condivide lo strazio in quel lon-tano Paese d’Oriente. Carlo Urbani muoreil 29 febbraio 2003, a 47 anni, unica vitti-ma italiana di un flagello chiamato Sars,che egli aveva così strenuamente combat-tuto. Dopo un altro mese, il 28 aprile, men-

tre il virus sta ancora mie-tendo vittime soprattutto inOriente e tiene in allarme igoverni di tutto il mondo, ilVietnam esulterà: il conta-gio non esiste più; il Paese,primo al mondo, ha scon-fitto l’epidemia. Grazie aCarlo Urbani il virus non èfuggito dalle mura del no-socomio, non ha fatto stra-ge come invece era accadu-to in Cina, a Hong Kong, aTaiwan e in Canada. I di-pendenti ed i pazienti del-l’ospedale in cui era stato

ricoverato mister Chen, messi immediatamente inquarantena, non hanno infettato a loro volta il re-sto della popolazione e loro stessi si sono quasi tut-ti salvati, meno cinque vittime: due medici e tre in-fermieri dell’ospedale. Anche loro caduti in servi-zio, come Urbani. Harlem Brundtland, all’epocadirettore generale dell’Organizzazione mondialedella sanità, non ha esitato a ribadire “che è solograzie ad Urbani, alla sua pronta ed esatta diagno-si, se è scattata la vigilanza mondiale sul virus Sarse se è stato quindi possibile identificare ed isolaremolti casi”. Successivamente gli ufficiali medici ditutto il mondo riconosceranno che, se non fossestato per l’intuizione del medico italiano, la Sarsavrebbe infettato sempre più ampiamente e sem-pre più velocemente. Non sapremo mai quante vi-te Urbani ha salvato con la sua prontezza di rea-zione e con il suo sacrificio.

Page 22: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

18

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

a tragicità dei fatti e la drammaticità delmomento storico potrebbero rendere po-liticamente poco corrette le considera-zioni che alcuni stanno facendo in questitempi.

O forse le rendono più concrete e urgenti. In tempidi … libertà di espressione, appunto. Chiedono dirittodi cittadinanza, comunque, anche perché cercano diandare alla radice di tormentati eventi che stannocreando sconcerto e paura.Ci riferiamo a quanto accaduto a Parigi lo scorso

mese, ma non solo, e che ha suscitato sdegno e gene-rale condanna in (quasi) tutto il mondo.In partenza già riemerge l’interrogativo se bene han-

no fatto alcune potenze occidentali andando a portarguerra in Iraq e in Libia, improvvisamente svegliandosidi fronte a dittature che perduravano da decenni. Uncorrere sospetto, una solidarietà un po' dipinta! A suotempo il santo papa Giovanni Paolo II aveva scongiura-to di non imbarcarsi in taleimpresa, raccogliendo la pre-ghiera e la contestazione ditanti di fronte al minacciatointervento in Iraq. Per il malde-stro proposito di esportarviuna democrazia che si è rivela-ta soltanto fonte di ulterioriconflitti e peggio di risentimen-ti verso un occidente, a volteidentificato con lo stesso cri-stianesimo, e generando quin-di ritorsioni che sono diventatevere e proprie persecuzioni.Premessa questa nota di ca-

rattere generale, a proposito dei più recenti fatti, qual-cuno, dopo aver concordato senza alcuna remora sul-la condanna degli omicidi perpetrati a Parigi in nomedi un estremismo religioso impazzito e sull’attentatocontro un settimanale satirico, si sta però chiedendo se“ è così pacifico che tutto possa rientrare nella mitiz-zata satira”, quasi un idolo a cui tutti si potrebbe sa-crificare. Evidenziando, ben a ragione, che le religio-ni vanno rispettate, tutte. Perché i simboli religiosi, equanto è connesso con la religiosità, toccano aspettiprofondi della persona e corde di sensibilità non in-differenti. Qualcuno di fronte a certe ‘vignette’, cosid-dette satiriche, rimane molto a disagio. Scrive un let-tore di un quotidiano: “ sono perplesso di fronte all’u-so di termini come ‘attentato alla libertà’ o ‘martiri deivalori europei’, come è stato detto e scritto qua e là,dopo i tragici eventi. Insultare la religione e i suoi sim-boli non mi pare sia un valore europeo e l’essere bla-sfemo non penso coincida con il valore della libertà distampa”. Un altro lettore del quotidiano scrive : “ la strage di

Parigi da parte di estremisti religiosi è da condannare

senza se e senza ma, così come va difesa la libertà diespressione. Che non va però confusa con la libertà dioffendere. Perché se si paragona il Corano allo stercoo si raffigura la Madonna in atteggiamento oscenosemplicemente si offendono i sentimenti religiosi di mi-lioni di persone”.Allora: siamo Charlie o siamo quantomeno strani?

A dir poco. Con qualche interrogativo sul nostro strano mondo oc-

cidentale e sul suo modo di maneggiare diritti e libertà.– E’ giusto, pur con il migliore intento ironico, irridereo ‘stuzzicare’ la sensibilità già esasperata di unmondo che fa fatica a capire la valenza della sati-ra, per assoluta diversità culturale e anche per unapropria concezione religiosa legata a principi altri?

– E’ giusto, visto che i cristiani fanno parte di un mon-do che pur dà credito all’ironia e per di più sono te-nuti a ‘porgere l’altra guancia’ a differenza di altri,è giusto andar giù pesanti al limite e anche oltre la

NOTA BENESSIIAAMMOO CCHHAARRLLIIEE OO SSIIAAMMOO SSTTRRAANNII??

L

volgarità e l’irrisione irri-spettosa nei riguardi di sim-boli, persone e aspetti del-la fede cristiana?

– E’ giusto indignarsi con im-ponenti manifestazioni e am-pia partecipazione di statistiper quanto accade in casanostra o nel vicinato e dareper scontato, sottacendo odisinteressandosi, che mi-gliaia di persone, soprattuttose cristiane, siano sterminatecon le loro chiese e con i lo-ro villaggi in Nigeria, in Iraq

o in Siria dallo stesso fondamentalismo?Ma allora siamo o non siamo Charlie? Come spes-

so accade in un mondo perbenista e doppiopesista, losi è a seconda dell’aria che tira o delle lobbies chesanno come condizionare le persone e gli stessi mez-zi di informazione. Per di più con la certezza acquisi-ta che se c’è di mezzo la religione cristiana, si può co-munque sparare a vista, anche se questa è radice del-l’albero su cui siamo seduti noi europei, volenti o no-lenti. Sciocchi o autolesionisti? O indigesti nei con-fronti del cristianesimo? Chiudiamo con l’espressione forte di papa France-

sco, colta sull’aereo in volo verso le Filippine: “Non siuccide in nome di Dio. Mai. Ma non si può provoca-re, non si può insultare la fede degli altri, non si puòderidere la religione. Ogni religione ha dignità. Perfi-no colorito, il Papa nel suo amichevole conversare coni giornalisti, che chiama tutti a responsabilità. L'estre-mismo produce sempre danni e tragedie. Ma forse c'èun estremismo anche delle parole e delle 'vignette' chenon fa meno danno, quando manca... l'estremo ri-spetto! (dielle).

Page 23: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

19

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

ammina svelto, Zaccheo, e quasi si met-terebbe a correre, se non fosse per quelginocchio che da tempo si fa sentire.Attraversa le vie ben selciate della sua

città, Gerico, bella come la luna di cui porta il nome,regale come le palme che l’adornano. Deve fare infretta, se vuole incrociare quel rabbì che viene dallaGalilea, di cui gli hanno parlato poche ore prima duemercanti, nella sua stanza di esattore-capo delle im-poste. Gli hanno detto che sta andando a Gerusa-lemme e che - loro erano già informati da tempo -nella sua terra e nel suo viaggio ha compiuto gesticosì clamorosi che molti, molti accorrono a incon-trarlo.All’inizio Zaccheo non ci voleva credere. Oh, lui

abituato alle cose pratichedella vita, accorto davanti aiciarlatani e sensibile solo altintinnio concreto delle mo-nete che in grande quantitàpiovono sui banconi dei suoiuffici, destinate alle casse deiRomani e – ma questo non sidice, vero? – in buona parte aquelle di casa sua, no, questenon erano proprio notizie in-teressanti per lui.Poi invece, nel silenzio

della siesta, gli era piombatoaddosso qualcosa di sconosciuto, di mai provato:un’ansia, un desiderio inquieto di vedere, di sapere.Ai suoi aveva detto che voleva fare due passi, persmaltire il pranzo. Ed eccolo qui Zaccheo, con le suegambe corte e il respiro affannoso, diretto verso laporta della città, da dove gli hanno detto che il rabbìentrerà di sicuro.Ma, sorpresa, dopo l’angolo dell’ultima casa

davanti a lui c’è un muro: non un muro di pietre, c’èun muro di persone lì convenute per lo stesso motivo.Zaccheo è piccolo di statura, anche allungando il col-lo non vedrebbe; ma il suo mestiere lo ha reso furbo, epoi è un decisionista. Senza pensarci troppo si trovaad abbracciare il tronco di un grosso sicomoro lì vici-no e ad afferrare i rami più bassi, per salirci, comefaceva da ragazzo, e così vedere senza ostacoli.Sta sistemandosi a cavalcioni di un ramo, quando

una voce lo scuote: “Zaccheo!”. Dallo stupore qua-si rotola giù, se non si afferra. Chi lo chiama per no-

me? C’è il rabbì lì sotto: si è fermato ai piedi del-l’albero e il suo sguardo rivolto dal basso verso dilui, quasi sia lui ad avere bisogno di incontrarlo, ècarico di un messaggio così forte, che parla da solo,prima della voce. “Zaccheo, scendi subito, perchéoggi devo fermarmi a casa tua”.Adesso sì che Zaccheo rotola, si può dire, ma dal-

la gioia, mentre con le braccia allargate, per aprireun varco tra la folla (non è invece la voglia di un ab-braccio?), fa strada al rabbì verso la sua casa pocodistante. Non si chiede nulla, Zaccheo: perché ilrabbì si fermi proprio da lui, che è un pubblicano im-puro; come mai conosca il suo nome, se viene datanto lontano; cosa diranno quei farisei lì a fianco,che fanno gli occhiacci e borbottano fra loro. Nulla

si chiede, il piccolo uomo chela felicità, e non solo quella,rende grande. Egli si abban-dona totalmente alla gioia diquell’incontro che lo rigene-ra fin da quando, ne è sicuro,salendo sul sicomoro la cor-teccia dell’albero, rugosa easciutta, trasmetteva alle suemani una sensazione nuovadi benessere, ben diversa dalcontatto freddo e unticciocon le monete, a cui è abitua-to. Zaccheo apre la porta al

rabbì, l’ultima barriera (il suo cuore si è già spalan-cato) e non la chiude: lì fuori, nella folla, tanti sguar-di portano il ricordo di qualche ingiustizia subita dalui. Allora tutti devono sentire, quando rivolto alrabbì, con il respiro profondo della gioia ritrovata, “Ecco, Signore, - prorompe - io dò la metà dei mieibeni ai poveri e se ho frodato qualcuno restituiscoquattro volte tanto”. Stupisce tutti, Zaccheo,dispostoa dare ben più di quanto la legge gli imporrebbe.Non capiscono che il maestro gli ha insegnato la lar-ga misura del bene, del dono: ”Oggi la salvezza è en-trata in questa casa, perché il Figlio dell’uomo è ve-nuto a cercare e a trovare ciò che era perduto”. Fuo-ri un fruscio di vesti dice che qualcuno se ne va. “Ifarisei non sopportano il maestro”, mormora un ra-gazzo a un altro. “A me invece le sue parole dannouna grande speranza”.

Vangelo di riferimento: Luca 19, 1-10

C� di Anna Zenoni

LE MANI SUL SICOMORO

Page 24: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

20

Il giorno 27 gennaio presso la Scuola Seconda-ria di I grado dellʼIstituto Comprensivo “Dante

Alighieri” si è celebrato il “giorno della memoria”dello sterminio del popolo ebraico, ricorrenzaistituita nel 2000 con la legge della Repubblica.

In un atrio gremito di studenti e allestito perlʼoccasione, alla presenza del Sindaco Dott.Claudio Sessa e della Dirigente ScolasticaProf.ssa Louise Valerie Sage, alcuni alunni dellaterza media hanno proposto una lettura dram-matizzata intitolata “La Shoah raccontata ai mieicompagni”, seguita dalla declamazione di alcu-ne testimonianze e dallʼesecuzione del brano musi-cale “Gamgam”, canto tradizionale che riprende ilquarto versetto del testo ebraico del Salmo 23, “IlSignore è il mio pastore”.

Lʼiniziativa, realizzata grazie anche alla collabo-razione di alcuni genitori e dellʼoratorio, ha volutoessere spunto di riflessione e richiamo ai valori del-la fratellanza, della solidarietà e della tolleranza,fondamenta su cui poggia la Carta costituzionale equindi la nostra Repubblica democratica.

Al termine della cerimonia, gli alunni dellʼultimoanno hanno potuto ascoltare tramite collegamentoInternet il racconto della Signora Liliana Segre, so-pravvissuta ad Auschwitz.

La giornata si è conclusa con la viva testimonian-za del Cavalier Berardo De Beni, figlio del capitanoBenedetto De Beni, Giusto tra le nazioni, che non ha

voluto mancare allʼappuntamento anche in conside-razione del fatto che da due anni nel giardino dellanostra Scuola Secondaria è presente lʼalbero pian-tato in onore del padre.

Anche gli alunni delle elementari sono stati coin-volti in varie attività. Nei giorni precedenti e succes-sivi al giorno della memoria gli alunni delle classi 5esono stati impegnati nella lettura dell'art. della Gaz-zetta ufficiale che ha riconosciuto il 27gennaio, gior-no dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, come“Giorno della Memoria” e in una riflessione sullaguerra e sulle leggi razziali, analizzando brani trattidal “Diario di Anna Frank” e da “Se questo è un uo-mo” di Primo Levi.

Gli alunni delle classi 4e hanno “trasformato” il tre-no delle deportazioni in un trenino della pace e dellagioia scrivendo dei pensieri positivi sui vagoni.

Il club “Mondo bonsai” nasce il 15 settembre 2002 per volontàdi quattro amici amanti del bonsai. Lo scopo principale del

club è di far conoscere e approfondire questa bellissima arte.Per questo motivo i soci fondatori hanno deciso di proporre cor-si di base e tesseramento completamente gratuiti come stabi-lito dallo statuto del club.

I soci si riuniscono tutti i martedì dalle ore 20,30 alle ore 23 nel-la sede di via Reich n° 36 Torre Boldone (per informazioni: tel. efax 035-342104 cell.3335653476)

Il club in questi anni ha partecipato a numerose mostre nazionalie regionali ottenendo ottimi risultati e vincendo numerosi premi tracui il premio Bci contest award e la menzione di merito all'Ubi.

Il club ha avuto l'onore di avere per due seminari il maestro IuraTakaschi per la prima volta in Italia. Il club ha avuto istruttori na-zionali tra cui Emilio Parolari, Gaetano Settembrini, Carlo Riboli.Per i corsi di livello superiore che si svolgono in sei lezioni annua-li e che continuano, sono state organizzate due mostre a Torre Bol-

done e due a Gorle, con lavorazioni di piante da parte di istruttori nazionali di ikebana, composizioni di fio-ri e kusamono, composizioni di erbe e la partecipazione di vari club.

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

SCUOLA E GIORNATA DELLA MEMORIAMONDO BONSAI: PICCOLO È BELLO

a cura di don Angelo F., Alberta D. e Renato T.

Page 25: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

TORRE A TUTTO SPORT LʼASSOCIAZIONE DINTORNI PER RAFFAELLO

SI GIOCA INSIEME CON POLLICINO

LʼAssociazione Dintorni continua le proprie atti-vità con un buon numero di affezionati soci,

che a fine gennaio ha visitato una mostra d'arte aMilano (dedicata a Segantini). E poi tutti in codaper ammirare la splendida Madonna di Raffaelloesposta a Palazzo Marino. Sono già in calenda-rio altre iniziative, attese e apprezzate. Dopo tan-ti anni, Dintorni è un gruppo consolidato di amiciche si ritrovano sempre volentieri. L'atmosfera ècordiale, tanto che le new entry si trovano subitoa proprio agio. Obiettivo raggiunto.

Il 2014 ha visto l̓ Atletica la Torre partecipare con i suoi48 atleti tesserati nel settore agonistico a ben 42

competizioni organizzate dai Comitati provinciali e re-gionali. Questa assidua presenza alle competizioni leha fruttato una prestigiosa premiazione in occasionedella festa dell̓ atletica del dicembre scorso. La Se-zione Atletica ha visto i propri atleti/e salire sul podioben 78 volte, delle quali 29 sul podio più alto. Inoltre 4dei suoi atleti (due maschi e due femmine) si sonolaureati campioni provinciali. Notevole il contributodegli atleti locali alle vittorie regionali della Rappre-sentativa bergamasca di corsa campestre sia a Cor-tenova (Lecco) che a Chiuro (Sondrio).

Oltre allʼattività agonistica sono stati organizzatianche corsi di baby running e di avviamento allʼa-tletica leggera per 25 ragazzi dai 4 ai 9 anni i qua-li, nel corso dellʼanno, hanno partecipato a diversemanifestazioni organizzate da società della provin-cia; in particolare a quella messa in scena al Pa-lazzetto dello Sport di Torre Boldone con la mas-siccia partecipazione di oltre 200 mini-atleti di 14società. La stagione 2015 vede ai nastri di parten-za 27 mini-atleti e 31 atleti/e.

Le iscrizioni ai vari corsi ed attività sono sempreaperte per garantire a tutti il motto: Fai atletica…non farai panchina!

La Torre Basket sta onorando la sua lunga sto-ria cestistica e dopo alcuni momenti di fatica, gra-zie alla passione di Flavio e Annalisa Zanghericoadiuvati dallʼesperto Pier Angelo Agazzi, vedeora buoni risultati e lʼentusiasmo per questa attivitàsportiva va via via riemergendo alimentato dallenumerose iniziative svolte negli impianti sportivi delpaese ed agli interventi capillari nelle scuole.

Il bilancio di questi ultimi anni è lusinghiero, nonsolo per il numero di atleti coinvolti (ad oggi circa100 tra minibasket, giovanili e Prima squadra chemilita nel campionato di Promozione) ma ancheper i risultati raggiunti nei Campionati Giovanili: nel

2010 1° posto nel Campionato Provinciale e 3° in quel-lo regionale per lʼU14 e a seguire una finale U15 e dueU 13 tutte classificatesi al 3° posto. La prima squadrache milita nel campionato di Promozione (massimocampionato provinciale) da 4 anni, è composta da 18giocatori e disputa le gare interne al Palazzetto il ve-nerdì sera, in alternanza col calcetto.

Lʼentusiasmo e i successi degli iscritti, nonché la fidu-cia delle famiglie, sono garanzie per la continuazione elʼampliamento di un progetto nel quale la Società crede enel quale continuerà ad investire energie e risorse.

Buone notizie anche dallʼAssociazione Pallavolo LaTorre, che continua la sua attività a pieno ritmo con lesue 8 squadre (dal Minivolley al corso amatoriale) e cir-ca 130 giocatori. LʼAssociazione si pone come obietti-vola crescita delle ragazze e dei ragazzi, attraverso lapratica sportiva agonistica e un percorso formativo che,attraverso i valori basilari dello sport, si integri con le al-tre proposte presenti sul territorio, al fine di offrire un ser-vizio allʼintera comunità. Lo sport è visto come mezzoformativo e non come finalizzazione allʼattività agonisti-ca, mantenendo però saldi i valori positivi che lʼaspettoagonistico porta con sé.

Buoni anche i risultati sul campo che vede le allieveal 2° posto in classifica e le giovanissime al 4°.

21

Continuano le attività della Ludoteca del GruppoPollicino: anche questʼanno è aperta tutti i sa-

bato sera dalle ore 20,30 alle 23,30 presso il Cen-tro Polivalente. La Ludoteca è dedicata a tutte lepersone comprese dagli 8 ai 99 anni, che hannovoglia di ritrovarsi a giocare insieme e passare unapiacevole serata in compagnia. È il posto idealeper le famiglie dove si trovano diversi bambini edadulti per giocare, per passare una serata infor-male e rilassante, con la famiglia o con gli amici,giocando. Si trovano giochi di società di tutti i tipi,dai giochi di carte, ai giochi strategici, giochi di con-quista, giochi logici, giochi di amministrazione ri-sorse, giochi di parole.

Non sai giocare? Trovi sempre qualcuno pronto aspiegarti i giochi e farteli provare passo passo.

L'iniziativa della Ludoteca è nata da unʼidea diLeo Domenico e dalla collaborazione con l'Asses-sorato alla Cultura, il Gruppo Pollicino, l'Associa-zione San Martino e l'Associazione Dintorni.

Ci auguriamo che questa proposta sia conside-rata ancora di più, infatti è bello che ci si incontri al-la ludoteca, seduti allo stesso tavolo, per divertirsie socializzare, per giocare insieme tra diverse ge-nerazioni.

Page 26: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

giovani” della diocesi di Kindu. Per offrire ai giovani un luo-go dove poter crescere umanamente e spiritualmente. Kindu,infatti, rigurgita di studenti di ogni ordine e grado. Solo a li-vello universitario e parauniversitario, si calcolano 5.000 stu-denti suddivisi in una miriade di scuole il più delle volte fati-scenti e senza i minimi strumenti didattici. Il grosso problemadei giovani è quello di trovare i soldi per pagare la scuola. Per il momento disponiamo di 9 sale. Alla mattina ne ab-

biamo messe cinque a disposizione di una scuola superioreche per ora ha quattro classi. In questo modo circa 200 allievipossono studiare in un ambiente pulito e adatto. Altre due sa-le sono a disposizione degli studenti che vogliono studiare inun ambiente tranquillo (le loro capanne sono piuttosto distur-bate) e illuminato alla sera. Possono anche utilizzare alcuni li-bri di cui stiamo fornendo una piccola biblioteca. Un’altra sa-la l’abbiamo preparata per la scuola di informatica, qui comealtrove molto richiesta.Le varie sale servono poi per le altre nostre attività, come il

catecumenato, la scuola biblica, il corso di francese o di in-glese, le ripetizioni della varie corali (qui amano molto canta-re e la corale diventa il principale luogo di aggregazione deigiovani). Il futuro ci dirà poi quali altri possibili iniziative pos-siamo offrire ai giovani. Quello che per ora ci interessa è di es-sere un segno della presenza di Dio e della Chiesa in mezzo a

loro. I frutti li lasciamo al Signore.Con i fondi che ci sono arrivati abbiamo potuto non solo ammobiliare in modo essenziale le varie sale, ma

abbiamo anche potuto fare i pavimenti, l’intonaco, le lavagne e, dove non c’erano, le finestre. Vi ringraziotutti e vi assicuro del mio ricordo nella preghiera.

padre Rino Benzoni

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

PROGETTO DI S. MARTINO: TAVOLI E PANCHE

aro Don Leone e parrocchiani di Torre Boldone, pa-dre Gerado di Alzano mi ha comunicato la vostra ini-ziativa e la vostra offerta in favore della nostra nuovamissione a Kindu, nella Repubblica Democratica del

Congo. Grazie di cuore. La vostra offerta è il frutto della raccoltadi s. Martino. Si dice che dopo che s. Martino ha dato metà del suomantello al povero, il sole è apparso a riscaldarli entrambi. Questosignifica che quando si condivide non ne manca per nessuno. Viauguro che la vo-stra comunità pos-sa continuare acrescere nella ca-rità che è il fruttomaturo della fede edella speranza.Come avete let-

to in “MissionariSaveriani”, ci èstato affidato ilcompletamento eil funzionamentodella “Città dei

C

22

Page 27: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

Giornatadella cultura

Battesimo

di Camilla e Nicolò

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

Page 28: PERIODICO DI RIFLESSIONE, DIALOGOE INFORMAZIONE DELLA ... · cariato,checomprende parrocchielimitrofe,che spessocondividonocon noipercorsi,faticheesod-disfazioni.Intutteleco-munitàdomenica1feb

COMUNITÀ TORRE BOLDONE � N. 172 - FEBBRAIO 2015

AAllzzoo ggllii oocccchhii vveerrssoo ii mmoonnttii:: cchhii mmii ppoottrràà aaiiuuttaarree??

LL''aaiiuuttoo mmii vviieennee ddaall SSiiggnnoorree..((ddaall ssaallmmoo 112211 -- ffoottoo:: SScchhiillppaarriioo iinn VVaall ddii SSccaallvvee))