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NURSING UP MAGAZINE Periodico della professione infermieristica edito da Nursing Up - Il Sindacato degli Infermieri Italiani Nursing Up - via Carlo Conti Rossini 26 - 00147 Roma - tel. 065123395 - www.nursingup.it - Periodico trimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46), art.1, comma 2 - DCB Vicenza - Reg. Trib. Vicenza n. 1069 del 4/12/2003 anno 7, numero uno - gennaio/marzo 2010 RIFORMA BRUNETTA Partono le sperimentazioni ed arrivano valutazioni, pagelle, premi (e penalizzazioni) per gli infermieri. Ma chi agirà sulle leve di gestione delle aziende? LEGGE SULLE CURE PALLIATIVE C'è il via libera del Senato AGLI INFERMIERI È VIETATO SEGNALARE GLI STRANIERI NON IN REGOLA CHE CHIEDONO CURE ED ASSISTENZA La conferma arriva dal ministero del Welfare Si tratta di un epilogo importante, dopo le determinate prese di posizione del Nursing Up CLINICA, GESTIONE, DOCENZA e RICERCA Ecco le aree funzionali della professione infermieristica allo studio del Governo… LEGGE SULL’INFERMIERISTICA Grande la soddisfazione del Nursing Up… e intanto anche nella Regione Lombardia il sindacato sottoscrive importanti accordi … In Regione Veneto approvata la

Periodico della professione infermieristica edito da ...pavia.nursingup-lombardia.it/doc/18.pdf · riposo ogni sette giorni 16 premiato l'impegno del nursing up in veneto 17 nursing

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NURSING UP MAGAZINEPeriodico della professione infermieristica edito da Nursing Up - Il Sindacato degli Infermieri Italiani

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anno 7, numero uno - gennaio/marzo 2010

RIFORMA BRUNET TAPartono le sperimentazioni ed arrivano valutazioni, pagelle, premi (e penalizzazioni) per gli infermieri.

Ma chi agirà sulle leve di gestione delle aziende?

LEGGE SULLE CURE PALLIATIVEC'è il via libera del Senato

AGLI INFERMIERI È VIETATO SEGNALARE GLI STRANIERI NON IN REGOLA CHE CHIEDONO CURE ED ASSISTENZA

La conferma arriva dal ministero del WelfareSi tratta di un epilogo importante, dopo le

determinate prese di posizione del Nursing Up

CLINICA, GESTIONE, DOCENZA e RICERCAEcco le aree funzionali della professione

infermieristica allo studio del Governo…

LEGGE SULL’INFERMIERISTICA Grande la soddisfazione del Nursing Up…

e intanto anche nella Regione Lombardia il sindacato sottoscrive importanti accordi …

In Regione Veneto approvata la

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NURSING UP

SOMMARIO3 ECCO LE NUOVE AREE FUNZIONALI CLINICA, GESTIONALE, DOCENZA E

RICERCA

4 LA COMPETENZA PROFESSIONALE

6 VALUTAZIONI, VOTI, PREMI (E PENALIZZAZIONI) PER GLI INFERMIERI

7 VIA LIBERA DEL SENATO ALLA LEGGE SULLE CURE PALLIATIVE

10 L'AZIENDA DEVE INFORMARE IL SINDACATO NURSING UP

10 LA RIFORMA BRUNETTA NON RISPARMIA I SINDACATI DELL'AREA MEDICA

11 AL PERSONALE SANITARIO È VIETATO SEGNALARE GLI STRANIERI NON IN REGOLA CHE CHIEDONO CURE ED ASSISTENZA

12 REPERIBILITA' DURANTE LA MALATTIA

13 IL COMPUTO DEI 15 GIORNI DI RISCHIO RADIOLOGICO DEVE ESSERE CONTINUATIVO

14 CONGEDO PER ASSISTENZA

15 IL LAVORATORE HA DIRITTO AD ALMENO 24 ORE CONSECUTIVE DI RIPOSO OGNI SETTE GIORNI

16 PREMIATO L'IMPEGNO DEL NURSING UP IN VENETO

17 NURSING UP IN LOMBARDIA

21 NURSING UP E REGIONE LOMBARDIA SOTTOSCRIVONO IMPORTANTI ACCORDI PER IL COMPARTO SANITA'

22 ANALISI DELLE COPERTURE ASSICURATIVE CHE IL NURSING UP GARANTISCE AI PROPRI ISCRITTI

MODULO RICHIESTA DI CANCELLAZIONE DAI DESTINATARI DEL PERIODICO NURSING UP MAGAZINE

Il sottoscritto _______________________________________________________________________________

Indirizzo al quale riceve il Nursing Up Magazine ____________________________________________________

________________________________________________

DICHIARA DI NON VOLER RICEVERE ULTERIORI COPIE DEL PERIODICO IN QUESTIONE

Data Firma

Comunicazione ai destinatari del NURSING UP MAGAZINEai sensi dell'Art 13 D.Lgs 196/2003

Nursing Up Magazineanno 7 - numero uno - gennaio/marzo 2010

Direttore ResponsabileAntonio De Palma

Comitato ScientificoAngela Armanetti, Francesco Sciscione

EditoreNursing Up

via Carlo Conti Rossini, 2600147 Roma

e-mail: [email protected] verde: 800 95 95 29

Progetto grafico e stampaEdizioni MAXIMUS

DirittiTutti i diritti sono riservati.

É vietata la riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione dell’Editore

Nursing Up - via Carlo Conti Rossini 26 - 00147 Roma -tel. 065123395 - www.nursingup.it - Periodico trimestrale Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46), art.1, comma 2 - DCB Vicenza - Reg. Trib. Vicenza n. 1069 del 4/12/2003

Egregio collega,

questa copia del Nursing Up Magazine le viene trasmessa al domicilio in via sperimentale, cosa che si ripeterà di trime-stre in trimestre.

L’indirizzo di destinazione è quello che lei stesso ha comu-nicato al momento dell’iscrizione al sindacato.

Purtroppo esistono notevoli difficoltà, non dovute alla nostra volontà, che non ci permettono di monitorare con assoluta pre-cisione le iscrizioni e le cancellazioni al sindacato che si sono verificate nel tempo, ciò è dovuto ai ritardi con i quali le aziende comunicano i dati associativi ma anche al fatto che non sem-pre i professionisti comunicano al sindacato la loro intervenuta cancellazione.

Potrebbe accadere quindi che lei riceva regolarmente que-sta copia del Nursing Up Magazine pur non essendo iscritto alla nostra organizzazione, in tal caso, e qualora per ogni altro

motivo, pur essendo iscritto, lei non desideri più ricevere copie del periodico, la preghiamo di compilare il modulo sottostante e trasmetterlo via fax al numero verde gratuito 800 95 95 29, provvederemo immediatamente a cancellarla dalla lista dei de-stinatari.

I dati sono utilizzati dall’Associazione Nazionale Sindacato Professionisti Sanitari della Funzione Infermieristica Nursing Up solo ai fini di trasmissione del periodico Nursing Up Maga-zine e per le eventuali informazioni a carattere sindacale, ciò anche con strumenti informatici, e non saranno comunicati a terzi (salvo che alle Poste Italiane che curano la spedizione). Può in ogni momento accedere ai dati, opporsi al loro tratta-mento o chiedere di integrarli, rettificarli o cancellarli, rivolgen-dosi al legale rappresentante pro-tempore del Nursing Up Via Carlo Conti Rossini, 26 - 00147 Roma.

Grazie per l’attenzione

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Il Ministero del Welfare ha chiesto al Nursing Up il proprio parere su una “bozza di proposta legislativa per la de-finizione dello stato giuridico dei docen-ti, dipendenti di aziende o istituzioni del Servizio Sanitario Nazionale, dei corsi di laurea delle professioni sanitarie”.

Tale progetto, riconoscendo le specifi-che peculiarità delle professioni infermie-ristiche “mira a realizzare le condizioni per le quali il ruolo dei professori in organico nelle aziende sanitarie sia pari a quello dei professori dipendenti dalle Università al fine di garantire stabilità, e continuità nell’incarico loro affidato”. Ciò avverrebbe mediante un’integrazione dell’art 6 della legge 43/06 al quale verrebbe aggiunto un comma che istituisce, per ognuna delle articolazioni previste dai commi prece-denti, le seguenti aree funzionali: ✔ Clinica✔ Gestionale✔ Docenza e Ricerca.

La proposta prevede inoltre che la col-locazione dell’infermiere (e degli altri pro-fessionisti di cui alla legge 43/06) in una delle tre aree, avverrebbe al termine del primo triennio successivo all’assunzione all’interno delle Aziende del SSN, sulla base dei posti disponibili e sulla base del possesso dei requisiti culturali e profes-sionali predeterminati. Gli incarichi di do-cenza al personale dipendente delle ASL saranno attribuiti, in sede di primo con-ferimento, per la durata di tre o cinque anni e, successivamente, confermati a tempo indeterminato.

Al personale appartenente all’area do-cenza e ricerca, in relazione alla funzio-ne e competenza svolta, viene attribuito il termine di:✔ Tutor✔ Coordinatore di anno di Corso di lau-

rea✔ Professore✔ Direttore di Corso di Laurea✔ Presidente di Corso di Laurea

In sostanza, con il progetto in itinere, si creerà una categoria di soggetti (profes-sori dei corsi di laurea delle professioni sanitarie dipendenti del SSN), con pari dignità di funzione e struttura dei pro-fessori universitari dipendenti di ruolo degli Atenei, ivi compreso il diritto di par-tecipare al Consiglio di Facoltà.

Nursing Up plaude all’attuale proget-to del Ministero del Welfare al quale sta fornendo e continuerà a garantire tut-to il richiesto contributo e apporto.

Lo prevede una bozza di articolato che il Ministero della Salute ci ha inviato per conoscere il nostro parere, cambierebbe positivamente lo stato giuridico degli infermieri.

ECCO LE NUOVE AREE FUNZIONALI

C L I N I C A, G E S T I O N A L E,D O C E N Z A E R I C E R C A

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L A C O M P E T E N Z A P R O F E S S I O N A L E"La competenza è la capacità di rispondere a esigenze individuali e sociali, o di svolgere efficacemente un’attività o un compito” (OCSE1-DeSeCo)

Per competenza si intende la ca-pacità degli individui di combinare, in modo autonomo, tacitamente o esplicitamente e in un contesto particolare, i diversi elementi del-le conoscenze e delle abilità che possiedono. Tutte le capacità e le conoscenze utili allo svolgimento di una professione costituiscono dun-que le competenze professionali.

L’aspetto della “autonomia” è fondamentale, in quanto essa for-nisce la base per distinguere tra i diversi livelli di competenza. La ca-pacità di un individuo di affrontare la complessità, l’imprevedibilità e il cambiamento, dunque, definisce e determina il livello di competenza.

La Competenza si articola in di-verse tipologie, tra cui:1. Cognitiva, che include l’uso della

teoria e dei concetti, così come le conoscenze informali e tacite acquisite con l’esperienza;

2. Funzionale (saper fare), quelle cose che una persona dovrebbe essere in grado di fare quando viene collocata in un contesto di una data area di lavoro, appren-dimento o attività sociale;

3. Personale, che comprende il sa-pere come comportarsi in una situazione specifica;

4. Etica, che implica il possesso di certi pregi personali e professionali.La definizione di competenza as-

sume connotazioni diverse in rela-zione all’approccio adottato.

L’individuo è professionalmente competente se possiede i requisiti per svolgere correttamente le attivi-tà relative alla posizione ricoperta e per adeguarsi ai compiti e alle man-sioni previste dalla stessa.

La competenza è il risultato del percorso di sviluppo compiuto dal soggetto attraverso l’esperienza formativa personale e lavorativa.

La competenza professionale è quindi costituita da risorse, capacità e attitudini che la persona non ac-quisisce in modo passivo, ma che accumula attivamente nel tempo e rappresenta un potenziale trasferibile a contesti e organizzazioni diverse.

Nell’ambito dell’interazione tra in-dividuo e organizzazione di apparte-nenza, la competenza si traduce in strategie di comportamento, cono-scenze, ma anche rappresentazioni e idee: essa non scaturisce esclusi-vamente dall’esperienza individua-le, ma diviene il risultato di processi sociali di costruzione collettiva.

La competenza è fortemente contestualizzata, ovvero stretta-mente aderente e inserita nell’am-biente specifico in cui l’individuo lavora. Essa, tuttavia, non è rigida, ma ha carattere dinamico: si evolve e si sviluppa in capacità più genera-li e flessibili.

Questa prospettiva è incentra-

di Daniela Restaino

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ta sul “lavoratore in situazione”: la competenza è data dall’interazione tra individuo e richieste implicite ed esplicite dell’ambiente.

Nel 1994 l’ISFOL2 ha proposto una descrizione e una classificazio-ne delle competenze che prevede tre sottoinsiemi: le competenze di base, le competenze professionali e le competenze trasversali.

Le competenze di base compren-dono: la lingua inglese; l’informatica di base; l’organizzazione aziendale; il diritto del lavoro e sindacale; le tecniche di ricerca attiva del lavoro; l’economia di base.

Le competenze tecnico professio-nali sono specifiche di ogni settore.

Le Competenze trasversali sono:✔ diagnosticare: le proprie compe-

tenze e attitudini; i problemi;✔ relazionarsi: comunicare, lavo-

rare in gruppo, negoziare;✔ affrontare: potenziare l’auto ap-

prendimento, affrontare e risol-vere problemi, sviluppare solu-zioni creative.La lista di competenze dell’ISFOL

è diventata famosa ed è tuttora uti-lizzata come punto di riferimento nella descrizione degli obiettivi for-mativi dei corsi e della scuola.

Secondo l’OCSE1-DeSeCo: La competenza è la capacità di rispon-dere a esigenze individuali e sociali, o di svolgere efficacemente un’atti-vità o un compito. Ogni competen-za comporta dimensioni cognitive, abilità, attitudini, motivazione, valori, emozioni e altri fattori sociali e com-portamentali. Le competenze si ac-quisiscono e si sviluppano in contesti educativi formali (i corsi di formazio-ne), non formali (famiglia, luogo di la-voro, media, organizzazioni culturali e associative ecc...), informali (la vita

sociale nel suo complesso).Sono indicate, dunque, nove

competenze essenziali, raggruppa-te in tre categorie: 1. Agire in modo autonomo, che

implica due caratteristiche inter-connesse: lo sviluppo dell’iden-tità personale e l’esercizio di un’autonomia relativa, nel sen-so di saper decidere, scegliere e agire in un dato contesto. Per esercitare quest’autonomia, oc-corre avere un orientamento ri-volto al futuro, essere sensibili al proprio ambiente, capire che cosa comprende, come funziona e qual è il posto che vi si occu-pa. Le competenze essenziali di questa categoria sono: ✔ la capacità di difendere e affer-

mare i propri diritti, interessi, re-sponsabilità, limiti e bisogni;

✔ la capacità di definire e rea-lizzare programmi di vita e progetti personali;

✔ la capacità di agire in un qua-dro d’insieme, in un contesto ampio.

2. Utilizzo di strumenti in modo interattivo, la parola strumento è qui usata nel suo significato più ampio (strumenti cognitivi, es. la lingua, sociali e fisici, es. i computer: non solo conoscere questi strumenti, ma anche ca-pire come modificano il nostro modo di interagire con il mondo, consentendoci di raccoglierne le sfide. Le competenze essenziali di questa categoria sono:✔ la capacità di utilizzare la lin-

gua, i simboli e i testi in ma-niera interattiva;

✔ la capacità di utilizzare le co-noscenze e le informazioni in maniera interattiva;

✔ la capacità di utilizzare le nuove tecnologie in maniera interattiva.

3. Funzionare in gruppi socialmente eterogenei, in questa categoria, il punto focale è l’interazione con “l’altro diverso da sé”. Per la pro-pria sopravvivenza fisica e psico-logica, per la propria autostima, identità e collocazione sociale, l’essere umano ha bisogno, per tutta la vita, di legami con altri esseri umani. Questa categoria di competenze favorisce la co-stituzione di relazioni sociali e la coesistenza con persone che non necessariamente parlano la stessa lingua (letteralmente o metaforicamente), né apparten-gono alla stessa cultura. Sono particolarmente importanti per lo sviluppo del capitale sociale. Le competenze essenziali di questa categoria sono:✔ la capacità di stabilire buone

relazioni con gli altri;✔ la capacità di cooperare;✔ la capacità di gestire e risol-

vere i conflitti.Tutte queste sono competenze es-

senziali per riuscire nella vita e per il buon funzionamento della società.

Bibliografia ✔ ISFOL, Competenze trasversali e comporta-

mento organizzativo. Le abilità di base nel lavo-ro che cambia, Angeli, Milano, 1994;

✔ ISFOL, Unità capitalizzabili e crediti formativi. I repertori sperimentali, Angeli, Milano, 1998;

✔ ISFOL, Linee guida per la progettazione dei per-corsi formativi, Roma, 1999;

✔ BOCHICCHIO, Franco, I Formatori: l’Educatore, COINFO, Celid, Torino, 2000;

✔ s.a., Le competenze chiave nel rapporto DeSe-Co, 2003.

1. OCSE: Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico;2. competenze trasversali e comportamento organizzativo. Le abilità di base nel lavoro che cambia, Angeli, Milano, 1994;

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Un accordo sottoscritto il 20 gen-naio tra Ministro per la Pubblica Amministrazione, Agenzia Nazio-nale per i Servizi regionali, Formez, Fiaso ed oltre 17 tra Aziende sani-tarie e ospedaliere, prevede l’atti-vazione di una sperimentazione dei meccanismi di valutazione del personale sanitario.

Si tratta di un protocollo che avvia la fase sperimentale della valutazio-ne del personale nelle pubbliche am-ministrazioni, uno dei cavalli di batta-glia della riforma targata Brunetta.

Interessa i dirigenti, medici, ma anche infermieri, tecnici e ammini-strativi che saranno valutati sotto il profilo delle performance individuali, ivi compresa la cortesia, la puntualità, la presenza ed altro ancora.

Secondo gli addetti ai lavori, la spe-rimentazione ruoterebbe intorno ai 4 pilastri della riforma voluta dal Mini-stro, da realizzare (sempre secondo loro…), attraverso il meccanismo della valutazione premiale:✔ favorire la crescita professionale;✔ raccogliere dati per la migliore

gestione delle risorse umane;✔ migliorare le prestazioni individuali; ✔ premiare il merito individuale;

Fortunatamente l’accordo non avrà effetti giuridici o economici immediati ma servirà solo per sperimentare “il futu-ro sistema di voti e premi”, almeno sino al 31 agosto prossimo quando il nuovo sistema di riconoscimento del merito dovrebbe decollare a tutti gli effetti.

I Direttori Generali decideranno “gli ambiti della sperimentazione”, co-ordinandosi per questo con un comi-tato costituito ad hoc, composto dal Ministro Brunetta e dai i presidenti di Fiaso, Agenas e Formez.

Se, come molti asseriscono, “il buongiorno si vede dal mattino”, eb-bene sembra proprio che anche in questo caso la nostra politica continui

ad adottare il sistema dei due pesi e delle due misure.

Sì perché mentre per medici e diri-genti sarebbero previsti cinque gradi di valutazione, da “insoddisfacente” a “ottimo”, tenendo conto delle com-petenze, dei comportamenti la par-tecipazione e al miglioramento orga-nizzativo, oltre alle capacità tecnico-specialistiche e quelle legate allo sviluppo professionale (ma anche la capacità di soluzione dei problemi, della programmazione, di innovazio-ne, di relazione con i colleghi e, non ultimo, con i pazienti, i loro familiari e le associazioni), gli infermieri anco-ra una volta si vedranno uniformare con il restante personale, laddove competenze e comportamenti sem-bra che saranno valutati con un più laconico ma gestibile “contributo ai programmi dell’Unità operativa, l’au-tonomia e responsabilità, la qualità del contributo professionale, la pro-grammazione e gestione delle attivi-tà, relazione con i colleghi e l’orien-tamento ai bisogni dell’utenza”.

Nursing Up non condivide e non comprende come sia possibile promuovere politiche di valutazione del merito individuale, per di più in un campo delicatissimo come quello della sanità, continuando ad usare due pesi e due misure tra i profes-sionisti medici e coloro che fanno capo alle altre professioni sanitarie, in primis gli infermieri.

Nursing Up non condivide e non comprende, quale concreto appor-to al miglioramento dei servizi potrà giungere da parte degli infermieri (ma anche dagli altri professionisti sanitari che continuano ad essere esclusi) se la politica non deciderà una volta per tutte, di trattarli da professionisti invece di sfornare, ancora oggi come in pas-sato, provvedimenti capaci di margi-nalizzare il loro prezioso e competente apporto nella gestione delle leve orga-nizzative aziendali, lasciando spazio, purtroppo, a regole orientate sempre

più alla politica ed agli interessi di certa parte delle professioni sanitarie.

Nursing Up ritiene necessario ed imprescindibile definire, prima di avviare ogni sperimentazione, obiettivi gestionali che si dimostrino coerenti e percorribili cioè legati alle situazioni concrete in cui versano i servizi sanitari, mettendo da parte le laconiche risultanze delle carte, i cui numeri molte volte confliggono con le realtà, in favore di una più concreta ed attenta rilevazione del numero re-ale degli infermieri operanti rispetto a quelli risultanti dagli organici e quindi il numero ottimale di professionisti che l’ente sarebbe tenuto ad immet-tere in servizio secondo la regola.

Nursing Up crede fortemente nei valori del merito e della premialità, ma non ne condivide le applicazioni fuor-vianti, quelle che non tengono in al-cun conto della realtà disastrosa in cui operano gli infermieri oggi giorno, per questo, essendo presente come forza sindacale in tantissime tra le aziende sanitarie ed ospedaliere dove è stata prevista l’attivazione della sperimenta-zione, si opporrà con ogni strumento consentito ad ogni tentativo di avviare procedure sperimentali che preveda-no la valutazione individuale degli in-fermieri, se prima non saranno indivi-duate, come regola vuole, procedure efficaci per valutare e verificare i biso-gni dell’ente e, di conseguenza, per statuire con precisione e puntualità, “quali siano (e soprattutto se esistono) i mezzi e le risorse che l’azienda met-terà a disposizione degli infermieri pri-ma di identificare qualsiasi obiettivo e di prevedere le correlate valutazioni”.

Nursing Up continuerà a bat-tersi contro l’attivazione di ogni pro-getto che non si dimostri centrato su obiettivi coerenti, percorribili e per-sonalizzati rispetto alle variegate si-tuazioni organizzative delle aziende sanitarie italiane.

VA LU TA Z I O N I, V OT I , P R E M I(E PENALIZZAZIONI)

PER GLI INFERMIERIMa chi agirà sulle leve di gestione delle aziende?

Nell’Italia dei balocchi arrivano le pagelle:

di Antonio De PalmaPresidente Nursing Up

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Al momento in cui andiamo in stampa giunge notizia che il Senato ha approvato il testo del provvedimento che ridise-gna “il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alle terapie del dolore”.

Il testo, sul quale ci riser-viamo ogni valutazione a se-guito dei doverosi approfon-dimenti, torna ora alla Came-ra per l’approvazione defini-tiva dal momento che è stato modificato rispetto a quello che ha ottenuto il via libera lo scorso 16 settembre dallo

stesso ramo del parlamento.All’aula di Montecitorio

dunque, per la terza lettura.Al seguito riportiamo il te-

sto del disegno di legge a no-stra disposizione, che tutta-via, trovandoci in chiusura di stampa potrebbe non coinci-dere perfettamente con la ver-sione definitiva ufficiale, per questo invitiamo tutti coloro che desiderino eventuali ap-profondimenti, emendamenti e pareri sul testo, di collegarsi al seguente sito del Senato: http://www.senato.it.

LEGGE SULLE CURE PALLIATIVEDAL SENATO GIUNGE IL VIA LIBERA DEFINITIVO

Art. 1. (Finalità)1. La presente legge tutela il diritto del cittadi-

no ad accedere alle cure palliative e alle terapie del dolore.

2. È tutelato e garantito, in particolare, l’ac-cesso alle cure palliative e alle terapie del dolore da parte del malato, come definito dall’articolo 2, comma 1, lettera c), nell’ambito dei livelli essen-ziali di assistenza di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2001, pub-blicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 33 dell’8 febbraio 2002, al fine di as-sicurare il rispetto della dignità e dell’autonomia della persona umana, il bisogno di salute, l’equità nell’accesso all’assistenza, la qualità delle cure e la loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze, ai sensi dell’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni.

3. Per i fini di cui ai commi 1 e 2, le strutture sanitarie che erogano cure palliative e terapie del dolore assicurano un programma di cura indivi-duale per il malato e per la sua famiglia, nel ri-spetto dei seguenti principi fondamentali:

a) tutela della dignità e dell’autonomia del ma-lato, senza alcuna discriminazione;

b) tutela e promozione della qualità della vita in ogni fase della malattia, in particolare in quella terminale;

c) adeguato sostegno sanitario e socio-assi-stenziale della persona malata e della famiglia.

Art. 2. (Definizioni)1. Ai fini della presente legge si intende per:a) «cure palliative»: l’insieme degli interventi

terapeutici, diagnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona malata sia al suo nucleo familiare, finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da un’inarre-stabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifici;

b) «terapie del dolore»: l’insieme di interventi diagnostici e terapeutici volti a individuare e ap-plicare alle forme morbose croniche idonee e appropriate terapie farmacologiche, chirurgiche, strumentali, psicologiche e riabilitative, tra loro variamente integrate, allo scopo di elaborare un idoneo percorso terapeutico per il controllo del dolore;

c) «malato»: la persona affetta da una pato-logia ad andamento cronico ed evolutivo, per la quale non esistono terapie o, se esse esistono, sono inadeguate o sono risultate inefficaci ai fini della stabilizzazione della malattia o di un prolun-gamento significativo della vita;

d) «rete»: la rete nazionale per le cure pallia-tive e la rete nazionale per le terapie del dolore, volta a garantire la continuità assistenziale del malato dalla struttura ospedaliera al suo domicilio e costituita dall’insieme delle strutture sanitarie, ospedaliere e territoriali, e assistenziali, delle fi-gure professionali e degli interventi diagnostici e terapeutici disponibili nelle regioni e nelle provin-ce autonome, dedicati all’erogazione delle cure palliative, al controllo del dolore in tutte le fasi della malattia, con particolare riferimento alle fasi avanzate e terminali della stessa, e al supporto dei malati e dei loro familiari;

e) «assistenza residenziale»: l’insieme degli interventi sanitari, socio-sanitari e assistenziali nelle cure palliative erogati ininterrottamente da équipe multidisciplinari presso una struttura, de-nominata «cospicua»;

f) «assistenza domiciliare»: l’insieme degli interventi sanitari, socio-sanitari e assistenziali che garantiscono l’erogazione di cure palliative e di terapie del dolore al domicilio della persona malata, per ciò che riguarda sia gli interventi di base, coordinati dal medico di medicina generale, sia quelli delle équipe specialistiche di cure pal-liative, garantendo una continuità assistenziale ininterrotta;

g) «day hospice»: l’articolazione organizzati-va degli hospice che eroga prestazioni diagnosti-co-terapeutiche e assistenziali a ciclo diurno non eseguibili a domicilio.

Art. 3. (Competenze della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano)

1. Le cure palliative e le terapie del dolore costituiscono obiettivi prioritari del Piano sanita-rio nazionale ai sensi dell’articolo 1, commi 34 e 34-bis, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e successive modificazioni.

2. In sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province au-tonome di Trento e di Bolzano, su proposta del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, che si avvale a tal fine anche dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, mediante intesa ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della leg-ge 5 giugno 2003, n. 131, nei limiti delle risorse di cui all’articolo 12, comma 2, della presente leg-ge nonché delle risorse previste dall’articolo 22, comma 2, secondo periodo, del decreto-legge 1º luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, sono definite le linee guida per la promozione, lo sviluppo e il coordinamento degli interventi regionali negli am-biti individuati dalla presente legge, tenuto conto anche dell’accordo tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano in ma-teria di cure palliative pediatriche sottoscritto il 27 giugno 2007 e del documento tecnico sulle cure palliative pediatriche approvato il 20 marzo 2008 in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.

3. A decorrere dall’anno 2010, l’attuazione dei principi della presente legge in conformità alle linee guida definite ai sensi del comma 2 costitu-

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isce adempimento regionale ai fini dell’accesso al finanziamento integrativo del Servizio sanitario nazionale a carico dello Stato.

4. Il Comitato paritetico permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza, di cui all’articolo 9 dell’intesa sottoscritta il 23 marzo 2005 tra lo Stato, le regioni e le province auto-nome di Trento e di Bolzano, pubblicata nel sup-plemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 105 del 7 maggio 2005, valuta annualmente lo stato di attuazione della presente legge, con particolare riguardo all’appropriatezza e all’efficienza dell’uti-lizzo delle risorse e alla verifica della congruità tra le prestazioni da erogare e le risorse messe a disposizione.

5. Nel caso in cui una regione ritardi o ometta di compiere gli atti obbligatori previsti dalla pre-sente legge, il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, su proposta del Comitato paritetico permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza, fissa nei confronti della regione inadempiente un termine ultimo per la re-alizzazione dei dovuti adempimenti. Decorso inu-tilmente il termine di cui al precedente periodo, in caso di perduranza dall’inadempimento si applica l’articolo 8, comma 1, della legge 5 giugno 2003, n. 131, al fine di garantire il corretto utilizzo dei fondi di cui alla presente legge.

Art. 4. (Campagne di informazione)1. Il Ministero del lavoro, della salute e delle

politiche sociali, d’intesa con le regioni e le pro-vince autonome di Trento e di Bolzano, promuo-ve nel triennio 2009-2011 la realizzazione di cam-pagne istituzionali di comunicazione destinate a informare i cittadini sulle modalità e sui criteri di accesso alle prestazioni e ai programmi di assi-stenza in materia di cure palliative e di terapie del dolore connesso alle malattie neoplastiche e a patologie croniche e degenerative, anche attraverso il coinvolgimento e la collaborazione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, delle farmacie pubbliche e private nonché delle organizzazioni private senza scopo di lucro impegnate nella tutela dei diritti in ambito sanitario ovvero operanti sul territorio nella lotta contro il dolore e nell’assistenza nel settore delle cure palliative.

2. Le campagne di cui al comma 1 promuo-vono e diffondono nell’opinione pubblica la con-sapevolezza della rilevanza delle cure palliative, anche delle cure palliative pediatriche, e delle terapie del dolore, al fine di promuovere la cultura della lotta contro il dolore e il superamento del pregiudizio relativo all’utilizzazione dei farmaci per il trattamento del dolore, illustrandone il fon-damentale contributo alla tutela della dignità della persona umana e al supporto per i malati e per i loro familiari.

3. Per la realizzazione delle campagne di cui al presente articolo è autorizzata la spesa di 50.000 euro per l’anno 2009 e di 150.000 euro per ciascuno degli anni 2010 e 2011.

Art. 5. (Rete nazionale per le cure palliative e le terapie del dolore)

1. Al fine di consentire il costante adeguamen-to delle strutture e delle prestazioni sanitarie alle esigenze del malato in conformità agli obiettivi del Piano sanitario nazionale e comunque garanten-do i livelli essenziali di assistenza di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, il Mi-nistero del lavoro, della salute e delle politiche sociali attiva una specifica rilevazione sui presidi e sulle prestazioni assicurati in ciascuna regione dalle strutture del Servizio sanitario nazionale nel campo delle cure palliative e delle terapie del

dolore, al fine di promuovere l’attivazione e l’inte-grazione della rete a livello regionale e nazionale.

2. Con accordo stipulato entro tre mesi dal-la data di entrata in vigore della presente legge in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, su proposta del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, sono individuate le figure professionali con specifiche competenze ed esperienza nel campo delle cure palliative e delle terapie del dolore, anche per l’età pediatrica, con particolare riferimento ai me-dici di medicina generale e ai medici specialisti in anestesia e rianimazione, geriatria, neurologia, oncologia, pediatria, ai medici con esperienza almeno triennale nel campo delle cure palliati-ve e delle terapie del dolore, agli infermieri, agli psicologi e agli assistenti sociali nonché alle al-tre figure professionali ritenute essenziali. Con il medesimo accordo sono altresì individuate le tipologie di strutture nelle quali la rete si articola a livello regionale, nonché le modalità per assicura-re il coordinamento della rete a livello nazionale e regionale.

3. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigo-re della presente legge, su proposta del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Tren-to e di Bolzano, mediante intesa ai sensi dell’ar-ticolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, sono definiti i requisiti minimi e le modalità organizzative necessari per l’accreditamento del-le strutture di assistenza ai malati in fase termina-le e delle unità di cure palliative e delle terapie del dolore domiciliari presenti in ciascuna regione, al fine di definire la rete per le cure palliative e la rete per le terapie del dolore, con particolare rife-rimento ad adeguati standard strutturali qualitativi e quantitativi, ad una pianta organica adeguata alle necessità di cura della popolazione residente e ad una disponibilità adeguata di figure profes-sionali con specifiche competenze ed esperienza nel campo delle cure palliative e delle terapie del dolore, anche con riguardo al supporto alle fami-glie. Per le cure palliative e le terapie del dolore in età pediatrica, l’intesa di cui al precedente pe-riodo tiene conto dei requisiti di cui all’accordo tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sottoscritto il 27 giugno 2007 in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e del documento tecnico ap-provato il 20 marzo 2008.

4. L’intesa di cui al comma 3 prevede, tra le modalità organizzative necessarie per l’accredi-tamento come struttura appartenente alla rete, quelle volte a consentire l’integrazione tra le strut-ture di assistenza residenziale e le unità operati-ve di assistenza domiciliare.

5. All’attuazione del presente articolo si prov-vede nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Art. 6. (Progetto «Ospedale-Territorio senza dolore»)

1. Al fine di rafforzare l’attività svolta dai Comi-tati «Ospedale senza dolore» istituiti in attuazio-ne del progetto «Ospedale senza dolore» di cui all’accordo tra il Ministro della sanità, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, in data 24 maggio 2001, pubblicato nella Gazzet-ta Ufficiale n. 149 del 29 giugno 2001, che as-sume la denominazione di progetto «Ospedale-Territorio senza dolore», è autorizzata la spesa di 450.000 euro per l’anno 2009, di 900.000 euro

per l’anno 2010 e di 1.100.000 euro per l’anno 2011.

2. Con accordo stipulato in sede di Conferen-za permanente per i rapporti tra lo Stato, le regio-ni e le province autonome di Trento e di Bolzano, le risorse di cui al comma 1 sono ripartite e desti-nate a iniziative, anche di carattere formativo e sperimentale, volte a sviluppare il coordinamento delle azioni di cura del dolore favorendone l’inte-grazione a livello territoriale.

3. Con l’accordo di cui al comma 2 sono altre-sì stabiliti modalità e indicatori per la verifica dello stato di attuazione a livello regionale del progetto di cui al comma 1.

Art. 7. (Obbligo di riportare la rilevazione del dolore all’interno della cartella clinica)

1. All’interno della cartella clinica, medica e infermieristica, in uso presso le strutture sanitarie della rete, devono essere riportati le caratteristi-che del dolore rilevato e della sua evoluzione nel corso del ricovero, nonché la tecnica antalgica e i farmaci utilizzati, i relativi dosaggi e il risultato antalgico conseguito.

2. In ottemperanza alle linee guida del pro-getto «Ospedale senza dolore», previste dall’ac-cordo tra il Ministro della sanità, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, in data 24 maggio 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 149 del 29 giugno 2001, le strutture sanitarie hanno facoltà di scegliere gli strumenti più adeguati, tra quelli validati, per la valutazione e la rilevazione del dolore da riportare all’interno della cartella clinica ai sensi del comma 1.

Art. 8. (Formazione e aggiornamento del personale medico e sanitario in materia di cure palliative e di terapie del dolore)

1. Il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro del lavo-ro, della salute e delle politiche sociali, ai sensi dell’articolo 17, comma 95, della legge 15 maggio 1997, n. 127, e successive modificazioni, indivi-dua con uno o più decreti i criteri generali per la disciplina degli ordinamenti didattici di specifici percorsi formativi in materia di cure palliative e di terapie del dolore connesso alle malattie neo-plastiche e a patologie croniche e degenerative. Con i medesimi decreti sono individuati i criteri per l’istituzione di master professionalizzanti in cure palliative e nelle terapie del dolore.

2. In sede di attuazione dei programmi ob-bligatori di formazione continua in medicina di cui all’articolo 16-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazio-ni, la Commissione nazionale per la formazione continua, costituita ai sensi dell’articolo 2, comma 357, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, preve-de che l’aggiornamento periodico del personale medico e sanitario, impegnato nella terapia del dolore connesso alle malattie neoplastiche e a patologie croniche e degenerative e nell’assisten-za nel settore delle cure palliative, e in particolare di medici ospedalieri, medici specialisti ambula-toriali territoriali, medici di medicina generale e di continuità assistenziale e pediatri di libera scelta, si realizzi attraverso il conseguimento di crediti formativi su percorsi assistenziali multidisciplinari e multiprofessionali.

3. L’accordo di cui all’articolo 5, comma 2, individua i contenuti dei percorsi formativi obbli-gatori ai sensi della normativa vigente ai fini dello svolgimento di attività professionale nelle struttu-re sanitarie pubbliche e private e nelle organiz-zazioni senza scopo di lucro operanti nell’ambito

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della rete, ivi inclusi i periodi di tirocinio obbliga-torio presso le strutture della rete.

4. In sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province au-tonome di Trento e di Bolzano, su proposta del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, mediante intesa ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, sentite le principali società scientifiche e organiz-zazioni senza scopo di lucro operanti nel settore delle cure palliative e delle terapie del dolore, sono definiti percorsi formativi omogenei su tutto il territorio nazionale per i volontari che operano nell’ambito della rete.

5. All’attuazione del presente articolo si prov-vede nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Art. 9. (Osservatorio nazionale permanente per le cure palliative e per le terapie del dolore)

1. Presso il Ministero del lavoro, della salu-te e delle politiche sociali è istituito, avvalendo-si delle risorse umane disponibili a legislazione vigente, l’Osservatorio nazionale permanente per le cure palliative e per le terapie del dolore connesso alle malattie neoplastiche e a patologie croniche e degenerative, di seguito denominato «Osservatorio». Le regioni e le province autono-me di Trento e di Bolzano forniscono tutte le in-formazioni e i dati utili all’attività dell’Osservatorio e possono accedere al complesso dei dati e delle informazioni in possesso del medesimo Osserva-torio. L’Osservatorio, alla cui attività collaborano l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regiona-li, la Commissione nazionale per la formazione continua, l’Agenzia italiana del farmaco e l’Istituto superiore di sanità, fornisce al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali e alle regioni elementi per la valutazione dell’andamento della prescrizione dei farmaci utilizzati per le terapie del dolore, del livello di attuazione delle linee gui-da di cui all’articolo 3, comma 2, nonché dello sta-to di realizzazione e di sviluppo della rete su tutto il territorio nazionale, con particolare riferimento alle disomogeneità territoriali e all’erogazione delle cure palliative in età neonatale, pediatrica e adolescenziale. L’Osservatorio provvede a moni-torare, in particolare:

a) i dati relativi alla prescrizione e all’utilizza-zione di farmaci nelle terapie del dolore, e in par-ticolare dei farmaci analgesici oppiacei;

b) lo sviluppo della rete, con particolare rife-rimento alla verifica del rispetto degli indicatori e dei criteri nazionali previsti dalla normativa vi-gente;

c) lo stato di avanzamento della rete, anche con riferimento al livello di integrazione delle strutture che ne fanno parte;

d) le prestazioni erogate e gli esiti delle stes-se, anche attraverso l’analisi qualitativa e quanti-tativa dell’attività delle strutture della rete;

e) le attività di formazione a livello nazionale e regionale;

f) le campagne di informazione a livello nazio-nale e regionale;

g) le attività di ricerca;h) gli aspetti economici relativi alla realizza-

zione e allo sviluppo della rete.2. Entro il 31 dicembre di ciascun anno, l’Os-

servatorio redige un rapporto da trasmettere al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, finalizzato a rilevare l’andamento delle prescrizioni di farmaci per la terapia del dolore connesso alle malattie neoplastiche e a patologie croniche e degenerative, con particolare riferi-

mento ai farmaci analgesici oppiacei, a monito-rare lo stato di avanzamento della rete su tutto il territorio nazionale e il livello di omogeneità e di adeguatezza della stessa, formulando propo-ste per la risoluzione dei problemi e delle criticità eventualmente rilevati, anche al fine di garantire livelli omogenei di trattamento del dolore su tutto il territorio nazionale.

3. Nei limiti delle risorse disponibili a legisla-zione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, l’Osservatorio può avvalersi di figure professionali del Servizio sanitario na-zionale con dimostrate competenze specifiche e, anche tramite apposite convenzioni, della colla-borazione di istituti di ricerca, società scientifiche e organizzazioni senza scopo di lucro operanti nei settori delle cure palliative e della terapia del dolore connesso alle malattie neoplastiche e a patologie croniche e degenerative.

4. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, con proprio regolamento da adottare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, definisce, nel limite della spesa di cui al comma 5, l’organizzazione e le funzioni dell’Osservatorio, anche ai fini del col-legamento con gli osservatori eventualmente isti-tuiti dalle regioni con propri provvedimenti, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.

5. Per le spese di istituzione e funzionamento dell’Osservatorio, fatto salvo quanto previsto dal comma 3, è autorizzata la spesa di 150.000 euro annui a decorrere dall’anno 2009.

Art. 10. (Semplificazione delle procedure di accesso ai medicinali impiegati nelle terapie del dolore)

1. Al testo unico delle leggi in materia di di-sciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presi-dente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, e successive modificazioni, sono apportate le se-guenti modificazioni:

a) all’articolo 14, comma 1, lettera e), dopo il numero 3) è aggiunto il seguente:

«3-bis) altre composizioni contenenti medici-nali indicati nell’allegato III-bis, da soli o in asso-ciazione, destinati alla cura del dolore severo, di cui è ritenuto opportuno, per prioritarie esigenze terapeutiche, consentire la dispensazione con le modalità previste per le composizioni rientranti nella sezione D della tabella II, anche in deroga ai criteri di cui ai numeri 1) e 3) della presente lettera»;

b) all’articolo 43, dopo il comma 4 è inserito il seguente:

«4-bis. Per la prescrizione, nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, di farmaci previsti dall’allegato III-bis per il trattamento di pazienti affetti da dolore severo, in luogo del ricettario di cui al comma 1, contenente le ricette a ricalco di cui al comma 4, può essere utilizzato il ricettario del Servizio sanitario nazionale, disciplinato dal decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 17 marzo 2008, pubblicato nel supplemento or-dinario alla Gazzetta Ufficiale n. 86 dell’11 aprile 2008. In tal caso, ai fini della prescrizione si ap-plicano le disposizioni di cui al predetto decreto e il farmacista conserva per due anni copia o fotocopia della ricetta sia ai fini del discarico nel registro di cui all’articolo 60, comma 1, sia ai fini della dimostrazione della liceità del possesso dei farmaci consegnati dallo stesso farmacista al pa-ziente o alla persona che li ritira. All’atto della di-spensazione, il farmacista deve accertare l’identi-tà dell’acquirente e prendere nota degli estremi di un documento di riconoscimento, da trascrivere sulla ricetta. Il Ministro del lavoro, della salute e

delle politiche sociali, sentito il Consiglio supe-riore di sanità, può, con proprio decreto, aggior-nare l’elenco dei farmaci di cui all’allegato III-bis»;

c) all’articolo 45, dopo il comma 6 sono inseriti i seguenti:

«6-bis. Entro la fine di ciascun mese i farmaci-sti inviano alle aziende sanitarie locali e all’ordine provinciale competente per territorio una comuni-cazione riassuntiva delle ricette, diverse da quel-la di cui al decreto del Ministro della salute 10 marzo 2006, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 76 del 31 marzo 2006, o da quella del Servizio sanitario nazionale, disciplinata dal decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 17 marzo 2008, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 86 dell’11 aprile 2008, spe-dite nel mese precedente a quello di riferimento e contenenti la prescrizione di composizioni di cui al comma 1. La comunicazione reca, per ciascu-na composizione, la denominazione delle prepa-razioni e il numero delle confezioni dispensate, distinte per forma farmaceutica e dosaggio.

6-ter. Gli ordini provinciali dei farmacisti tra-smettono, entro i quindici giorni successivi, al Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali i tabulati riassuntivi delle comunicazioni di cui al comma 6-bis»;

d) alla tabella II, sezione B, dopo la voce: «de-nominazione comune: Delorazepam» è inserita la seguente: «denominazione comune: Delta-8-tetraidrocannabinolo (THC)».

Art. 11. (Relazione annuale al Parlamento)

1. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, entro il 31 dicembre di ogni anno, presenta una relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della presente legge, riferendo an-che in merito alle informazioni e ai dati contenuti nel rapporto di cui all’articolo 9, comma 2.

Art. 12. (Copertura finanziaria)1. Agli oneri derivanti dall’articolo 4, com-

ma 3, dall’articolo 6, comma 1, e dall’articolo 9, comma 5, pari a 650.000 euro per l’anno 2009, a 1.200.000 euro per l’anno 2010, a 1.400.000 euro per l’anno 2011 e a 150.000 euro annui a decorrere dall’anno 2012, si provvede, quanto a 650.000 euro per l’anno 2009, mediante corri-spondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 48, comma 9, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con mo-dificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, come rideterminata dalla Tabella C allegata alla legge 22 dicembre 2008, n. 203, e, quanto a 1.200.000 euro per l’anno 2010, a 1.400.000 euro per l’anno 2011 e a 150.000 euro annui a decorrere dall’anno 2012, mediante corrispon-dente riduzione delle proiezioni per gli anni 2010 e 2011 dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2009-2011, nell’ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2009, allo scopo parzialmente utilizzando gli accanto-namenti di cui alla tabella 1 annessa alla presen-te legge.

2. Per la realizzazione delle finalità di cui alla presente legge, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, in attuazione dell’articolo 1, comma 34, della legge 23 dicem-bre 1996, n. 662, vincola, per un importo non inferiore a 100 milioni di euro annui, una quota del Fondo sanitario nazionale su proposta del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.

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È triste dirlo, eppure la legge esiste e finalmente, da oggi potrà dirsi che le regole, effettivamente, “sono uguali per tutti”.

Cambiano le modalità per la misurazione della maggiore rap-presentatività nazionale dei sin-dacati medici, i requisiti necessa-ri per consentire loro di acquisire l’ambito traguardo non saranno più calcolati “sul personale della sola area medica”, come oggi accade, ma “sui dirigenti di tutto il caldero-ne della dirigenza SSN/REGIONI”.

Quasi come per gli infermie-ri dunque, i sindacati medici che vorranno sedere al tavolo contrat-tuale, dovranno maturare il famoso dato medio del 5% (deleghe) non più solo tenendo come riferimento il numero complessivo dei medici sindacalizzati della specifica area, ma bensì dei numeri afferenti anche agli altri dirigenti.

Nursing Up ne aveva parlato, esaminando la problematica in oc-casione dell’ultimo Comitato Tec-nico Scientifico.

“È ANTISINDACALE IL COM-PORTAMENTO DI UN’AZIENDA SANITARIA CHE PREDISPONE “NUOVI TURNI DI SERVIZIO” PER GLI INFERMIERI DI SALA OPERA-TORIA SENZA INFORMARE PRE-VIAMENTE IL NURSING UP”.

Questo stabilisce, nella sostan-za, la magistratura campana ac-cogliendo il ricorso del Nursing Up “ed ordinando all’azienda sanita-ria interessata la cessazione del comportamento illegittimo e la rimozione degli effetti".

L’adozione di un turno di servizio “diverso da quello adottato prece-dentemente”, questo in sostanza il comportamento dell’azienda inte-ressata, secondo la magistratura di Nocera Inferiore “rientra tra gli atti di valenza generale concernenti il rap-porto di lavoro, l’organizzazione degli uffici e la gestione complessiva delle risorse umane” previsti dal CCNL.

In astratto, il dirigente predispo-nendo “la turnazione mensile del personale di un reparto ospedalie-ro”, svolge un’attività organizzativa che incide, inevitabilmente e diret-tamente, sui rapporti di lavoro su-scettibili di venire in rilievo.

Tali atti di organizzazione, secon-do la magistratura e prescindendo da ogni altra considerazione, for-mano oggetto di “informativa”, per di più “preventiva” in favore dei soggetti sindacali previsti dal con-tratto, “nel novero dei quali rien-tra, come appurato dal magistra-to adito, anche il Nursing Up”.

Sulla base, tra le altre, delle con-siderazioni di cui sopra, il giudice adito ha ritenuto:

1- che l’azienda “fosse gravata dell’obbligo di rendere edotto il Nursing Up sul proprio provvedi-mento” (come detto di modifica dei turni di servizio degli infer-mieri di una sala operatoria).

2- che tale informazione dovesse realizzarsi “prima” o tutt’al più “contemporaneamente “ alla emissione del provvedimento.

3- che il Nursing Up rientra tra i soggetti sindacali destinatari della prevista informativa.Tre assunti importantissimi, sul-

la base dei quali la magistratura ha proceduto con la dichiarazione di antisindacalità del comportamento dell’Ente, con questo riconoscendo le ragioni del Nursing Up e sancen-do che “il comportamento tenuto dall’azienda sanitaria fosse suffi-ciente, senza alcun dubbio, a le-dere gli interessi propri ed esclu-sivi del Nursing Up (ossia i diritti sindacali in senso proprio) e questo indipendente dalla diretta incidenza dell’atto antisindacale sulla singola posizione degli infermieri che ne erano destinatari”.

Utile richiamare, solo per dovere di completezza, che un’altra motiva-zione importantissima sulla base del quale la magistratura ha pronuncia-to la propria decisione di condotta antisindacale, anche in questo dan-do ragione al Nursing Up, si concre-tizza nell’assunto che “il mancato riscontro da parte dell’ente alla ri-chiesta di incontro avanzata dal sin-dacato costituisce violazione della normativa di riferimento”.

Lunga vita al Nursing Up!

L'AZIENDA DEVE INFORMAREIL SINDACATO NURSING UP

CHE DIFENDE GLI INTERESSI DEGLI INFERMIERI, SUI NUOVI TURNI DI SERVIZIO

LA RIFORMA BRUNET TA

NON RISPARMIAI SINDACATI

DELL'AREA MEDICAIN TEMPO DI VACCHE MAGRE, DEI 106 SINDACATI, SOLO 8 SIEDERANNO AL TAVOLO DELLA CONTRATTAZIONE

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Se le informazioni ufficiose in no-stro possesso fossero confermate, potremmo ben dire che autore-voli sindacati dell’area medica come l’ANAAO, ad esempio, per mantenersi a galla nelle agitate acque della riforma Brunetta, hanno deciso di aprire le porte ad altre categorie professiona-li, accettando ad esempio la con-fluenza dello SNABI (Sindacato della Dirigenza non Medica).

Strano a dirsi, eppure nell’alveo delle contestatissime innovazioni e negative innovazioni apportate dal Decreto Brunetta, contestatis-sime da parte del Nursing Up, un paradossale ma anche equo “alli-neamento dei pesi e delle misure in termini contrattuali” tra le categorie professionali in ambito sanitario, tale riforma lo ha senz’altro realizzato.

L’effetto?SE LE INFORMAZIONI IN NO-

STRO POSSESSO SARANNO CONFERMATE, DEGLI ATTUA-LI 106 SINDACATI AUTONOMI MEDICI SOLO 8 SIEDERANNO AL TAVOLO COME RAPPRE-SENTATIVI.

LA RIFORMA BRUNET TA

NON RISPARMIAI SINDACATI

DELL'AREA MEDICAIN TEMPO DI VACCHE MAGRE, DEI 106 SINDACATI, SOLO 8 SIEDERANNO AL TAVOLO DELLA CONTRATTAZIONE

AL PERSONALE SANITARIO È VIETATO SEGNALARE GLI

STRANIERI NON IN REGOLA CHE CHIEDONO

CURE ED ASSISTENZASi allega la Circolare n

12 del Ministero degli In-terni, datata 27 novembre 2009.

Con il provvedimento, una volta per tutte, viene chiarita inequivocabilmen-te la sussistenza, allo stato dell’attuale normativa, “del divieto di segnalazione di stranieri non in regola da parte del personale sanita-rio”.

Nursing Up è particolar-mente soddisfatto di quello che considera un positivo epilogo per una mobilita-zione iniziata mesi addie-tro con istanze a tutti i livelli istituzionali.

Il Presidente del Nur-sing Up ha commentato: “finalmente sono state riconosciute le nostre ri-chieste, abbiamo ribadito in ogni dove che gli infer-mieri non sono vigilantes e che la loro visione olisti-ca dell'assistenza tiene al centro degli interessi pro-fessionali l’uomo, con tutte le sue specifiche esigenze e bisogni di genere, indi-pendentemente dalla sua provenienza, dal ceto, dal-la razza e/o quant’altro. Si tratta di un risultato degno di un paese civile”.

Ecco la circolare 12...

Il Ministero degli Interni conferma

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È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 15 del 20 gennaio 2009 il testo del DM del Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione riguardan-te la determinazione delle fasce di reperibilità per i dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni.

Il nuovo decreto è entrato in vigore il 4.2.2010.Il documento, come già comunicato, contiene l’in-

dicazione delle nuove fasce orarie (9/13 e 15/18), con obbligo di reperibilità anche nei giorni non lavorativi e festivi.

Si rammenta inoltre che, a mente dell’art. 2 del ci-tato decreto, non devono rispettare l’obbligo di repe-ribilità sopra richiamato, i dipendenti le cui situazioni rientrano tra le seguenti categorie:✔ malattie per le quali è stata riconosciuta la causa

di servizio;✔ stati patologici sottesi o connessi alla situazione

di invalidità riconosciuta;✔ patologie gravi che richiedono terapie salvavita;✔ infortuni sul lavoro.

Anche i dipendenti nei confronti dei quali è stata già effettuata la visita fiscale per il periodo di pro-gnosi indicato nel certificato non devono rispettare le fasce orarie previste.

Per le ragioni più volte rappresentate ai vari livel-li, Nursing Up conferma il proprio giudizio estre-mamente negativo sul provvedimento che com-porta, di fatto, un’incomprensibile differenza di trattamento fra dipendenti pubblici e dipendenti privati.

R E P E R I B I L I TàDURANTE LA MALATTIA

PER I PUBBLICI DIPENDENTI DEBUTTANO LE FASCE ORARIE VOLUTE DA BRUNETTASETTE ORE AL GIORNO PER IL MEDICO DI CONTROLLO…

Art. 1 - Fasce orarie di reperibilità1. In caso di assenza per malattia, le fasce di reperi-

bilità dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni sono fissate secondo i seguenti orari: dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. L’obbligo di reperibilità sussiste anche nei giorni non lavorativi e festivi.

Art. 2 - Esclusioni dall’obbligo di reperibilità2. Sono esclusi dall’obbligo di rispettare le fasce di re-

peribilità i dipendenti per i quali l’assenza è etiologi-camente riconducibile ad una delle seguenti circo-stanze: a. patologie gravi che richiedono terapie salvavita; b. infortuni sul lavoro; c. malattie per le quali è stata riconosciuta la causa

di servizio; d. stati patologici sottesi o connessi alla situazione

di invalidità riconosciuta. 3. Sono altresì esclusi i dipendenti nei confronti dei quali

è stata già effettuata la visita fiscale per il periodo di prognosi indicato nel certificato.

Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica Italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Roma, 18 dicembre 2009 Il Ministro: Brunetta

Visto, il Guardasigilli: AlfanoRegistrato alla Corte dei conti il 14 gennaio 2010

Ministeri istituzionali, registro n. 1, foglio n. 100

Decreto Ministeriale pubblicato sulla GU 15 del 20.1.2010Determinazione delle fasce orarie di reperibilità per i pubblici dipendenti in caso di assenza per malattia.

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“I 15 giorni aggiuntivi di cui beneficia il perso-nale esposto a rischio radiologico devono es-sere computati ricom-prendendo anche i fe-stivi e le domeniche”.

È quanto stabilisce la Corte di Cassazione al punto 3.6) della decisio-ne adottata l’11 novem-bre 2010.

Al lato il testo.

IL COMPUTO DEI

D E V E E S S E R E CO N T I N UAT I V O

15 G I O R N I D IRISCHIO RADIOLOGICO

3.6 Deve dunque convenirsi che l'art. 5, comma 6, CCNL Comparto Sanità - 2° Biennio Economico 2000-2001 va interpretato, in applicazio-ne dei criteri di ermeneutica precisati dagli artt. 1362 e 1383 cc, nel senso che "nel periodo di 15 giorni di ferie aggiuntive da usufruirsi in una unica soluzione, ivi previsto per il personale esposto al rischio radiologico, vanno ricompresi e restano quindi assorbiti le festività, i giorni domenicali e il sabato, per coloro i quali prestano servizio in turno di cinque giorni settimanali, rica-

denti in tale periodo".Poichè il Giudice a quo ha accolto

un'interpretazione divergente da testè affermata, il motivo dell'esame risulta fondato.

4. In base alle considerazioni che precedono la sentenza deve essere dunque cessata in relazione al moti-vo accolto, con rinvio della causa allo stesso Giudice che ha pronunciato la sentenza cessata, il quale deciderà la controversia uniformandosi all'in-terpretazione del contratto enunciata dalla Corte.

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La Corte Costituzionale ha adottato una nuova dichiarazione d’illegittimità dell’articolo 42 com-ma 5 del D.Lgs. 151/2001.

Corte Costituzionale - Sentenza 26-30 gennaio 2009 n. 19

Torniamo sull’argomento ogget-to di precedenti comunicazioni per confermare che il figlio convivente con il genitore portatore di handi-cap in situazione di gravità, al qua-le presta assistenza in assenza di altri soggetti idonei a prendersi cura della persona in situazio-ne di disabilità grave, ha diritto a usufruire del congedo di due anni previsto dall’articolo 42, comma 5, del DLgs 26 marzo 2001, n. 151.

È quanto discende dalla decisio-ne adottata dalla Corte Costituzio-nale, con la sentenza sopra indicata.

È stato dichiarato costituzional-mente illegittimo l’articolo 42, com-ma 5, del DLgs n. 151/2001, nella parte in cui “non include nel novero dei soggetti legittimati a fruire del congedo ivi previsto il figlio convi-vente, in assenza di altri soggetti idonei a prendersi cura della perso-na in situazione di disabilità grave”.

Secondo la Suprema Corte, il congedo straordinario assicura, in via prioritaria la continuità nelle cure e nell’assistenza del disabile che si realizzino in ambito familia-re, indipendentemente dall’età e dalla condizione di figlio dell’as-

sistito, per tale ragione la dispo-sizione richiamata, omettendo di prevedere tra i beneficiari del congedo straordinario retribuito il figlio convivente, anche qualora questi sia l’unico soggetto in gra-do di provvedere all’assistenza della persona affetta da handicap grave, viola gli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione, ponendosi in contrasto con la ratio dell’istituto.

Sulla questione si pubblica la nota Prot. 0019428 del 14.12.2009 con la quale il Ministero del Welfare ha fornito a talune proprie strutture sul territorio, alcune indicazioni da tenere in considerazione prima di comminare eventuali sanzioni al datore di lavoro per inosservanza delle disposizioni sul riposo.

CONGEDO PER ASSISTENZ AIL CONGEDO PER L’ASSISTENZA (DI DUE ANNI), SPETTA ANCHE AL FIGLIO CONVIVENTE CON IL GENITORE PORTATORE DI HANDICAP IN SITUAZIONE DI GRAVITÀ

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…di regola in coincidenza con la domenica (ma anche in giorni diversi), da cumulare con le ore di riposo giorna-liero.

Il periodo delle 24 ore di riposo consecutive, tuttavia, non è calcolato con riferimento al periodo di sette giorni (settimana), ma bensì “come media in un periodo non su-periore a 14 giorni”.

Volendo adottare “la prova del nove” è possibile as-serire che, rispetta le disposizioni di legge quell’Azienda che adotta turni di servizio che, partendo dall’ultimo ri-poso usufruito dal lavoratore, procedendo a ritroso per 13 giorni, abbiano consentito allo stesso il godimento di almeno un altro giorno di riposo, e così via, per analoghi periodi temporali.

Inoltre, bisogna sempre tenere in opportuna evidenza che, a seconda che si tratti di lavoro privato o pubblico, sono sempre possibili eventuali deroghe e/o particolari interpretazioni introdotte dai contratti collettivi.

ALMENO 24 ORECONSECUTIVE DI RIPOSOOGNI SETTE GIORNI

IL LAVORATORE HA DIRITTO AD

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NURSING UP in VENETO

Cari colleghi,in data 9 febbraio 2010 il p.d.l.

n. 352 “Istituzione delle direzio-ni aziendali delle professioni sanitarie infermieristiche e oste-triche e delle professioni riabili-tative, tecnico-sanitarie e delle prevenzione” è diventato legge regionale del Veneto!

Grande è stato l’impegno profu-so dal sindacato Nursing Up, a so-stegno del progetto di legge:✔ la raccolta firme presso la cit-

tadinanza; ✔ i numerosi interventi sulla

stampa locale;✔ gli incontri-dibattito organizza-

ti all’interno degli ospedali alla presenza dei politici relatori di-segno di legge;

✔ la diffusione di materiale in-formativo all’interno di reparti, servizi, ecc... in tutta la regione.L’importante risultato raggiunto

non è altro che il frutto dell’azione sinergica delle varie componenti

“Nursing Up” ai vari livelli.Impegno, tenacia, competenza

dei Dirigenti sindacali del Nursing Up Veneto, dei dirigenti sindacali nazionali del nucleo promozione/sviluppo e del nucleo strategie sin-dacali, della sempre presente Sede Nazionale, intervenuta in persona del Presidente Antonio De Palma al confronto politico tenutosi a Padova.

Un particolare ringraziamento, ovviamente, va da un lato a tutte le forze politiche che hanno vo-tato l’importante provvedimento legislativo (scaricabile dal sito del Nursing Up del Veneto, www.nur-singup.veneto.it), dall’altro e speci-ficatamente, ai consiglieri Vittorino Cenci - professionista infermiere, Ciambettti, Conte, Da Re, Caner, Stival, Frasson e Zanon, principali estensori del disegno di legge e/o che hanno sostenuto in maniera determinante gli emendamenti pro-posti dal Nursing Up.

Rimandando alla lettura del do-

cumento ufficiale, segnaliamo i principali contenuti della nuova leg-ge regionale del Veneto:1. si istituisce la direzione azien-

dale delle professioni sanita-rie infermieristiche e delle pro-fessioni sanitarie non mediche, dotata di autonomia gestionale, ai sensi della L.251/2000;

2. si attivano delle sperimentazio-ni gestionali, tramite la creazio-ne di specifiche strutture resi-denziali a prevalente gestione infermieristica e ambulatori territoriali.

QUESTO È SOLO IL PRIMO PASSO DI UN LUNGO CAMMINO,

ABBIAMO DIMOSTRATO CHE UNITI SI VINCE!

Il Responsabile Nazionale Nucleo Promozione e Sviluppo Nursing Up

Cesare Hoffer

Il Coordinamento Nursing Up del Veneto

Continua, anche in questo numero, il viaggio nelle singole realtà locali finalizzato a mettere in evidenza e a condividere da un lato le situazioni che gli infermieri vivono ogni giorno in ambiente di lavoro, dall’altro l’organizzazione e le attività che i dirigenti sindacali del Nursing Up attuano

per tutelare i colleghi del proprio territorio.

PREMIATO L'IMPEGNO DEL NURSING UP

LA REGIONE VENETO HA FINALMENTE UNA SUA LEGGE SULL’INFERMIERISTICA.PARTONO LE SPERIMENTAZIONI DI STRUTTURE GESTITE DAGLI INFERMIERI!!!

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17IL SINDACATO SUL TERRITORIO

Lombardia, terra di industrie e di cultu-ra, motore trainante dell’economia italia-na, e, per di più, con un sistema sanitario di tutto rispetto. Divisa in 12 provincie, un territorio estremamente vasto, e una or-ganizzazione dei servizi sanitari piuttosto complessa e variegata, non si presta ad una facile “conquista” di consensi sinda-cali. Eppure la tenacia dei dirigenti Nur-sing Up, coadiuvati, in prima linea, dal Consigliere Regionale Angelo Macchia, ha consentito in pochi anni un’ampia espansione della nostra Organizzazione Sindacale, tanto da incrementarne note-volmente il numero degli iscritti.

Angelo Macchia - Consigliere Regionale Nursing Up Lombardia

Il sindacato Nursing Up in Regione Lom-bardia ha già raggiunto buoni risultati in ter-mini di iscritti e di visibilità, e può contare su notevoli potenzialità di sviluppo ulterio-re, poiché gli infermieri lombardi sono più di cinquantamila nelle strutture pub-bliche oltre a quelli che operano presso le strutture private.

Ad ogni modo, siamo attualmente presenti in dieci provincie sulle dodi-ci totali. In alcune Aziende figuriamo come primo sindacato, e nelle ultime elezioni delle RSU gli ottimi risultati ot-tenuti hanno consentito a molti colleghi di entrare a far parte della delegazione trattante nella Contrattazione Collettiva Integrativa Aziendale.

Come O. S. partecipiamo ai tavoli di trattativa sia presso la Regione che in tutte le Aziende sanitarie, dove i no-stri rappresentanti sindacali portano finalmente le istanze degli infermieri, soffocate, fino a qualche tempo fa, nel calderone dei sindacati generalisti.

In autunno 2010 saremo chiamati a rinnovare le RSU quindi ci stiamo impe-gnando nell’elaborazione di nuove stra-tegie di crescita della nostra Organizza-zione Sindacale in Regione Lombardia.

Vorrei pubblicamente complimen-tarmi con la Presidenza del nostro sindacato per l’attenzione rivolta alle necessità degli associati, a cui vengo-no garantite ben 6 polizze assicurati-ve gratuite, Master post base a costi agevolati, convenzioni per RCT auto, CAF, consulenze legali. Tutto questo è fondamentale perché i nostri sindacali-sti sul territorio riescano ad avvicinare sempre più professionisti al Nursing Up rafforzandone la base aumentandone la diffusione e la forza.

Ringrazio i Responsabili Provinciali, Aziendali, i componenti delle RSU e gli attivisti sindacali, per l’impegno dato al Nursing Up nonostante i ritmi di lavoro e di vita durissimi che la nostra profes-sione impone. Di seguito le testimo-nianze di alcuni dei dirigenti sindacali lombardi.

Marisa Pegoraro - Referente Provincia di Milano

Nella provincia milanese il Nursing Up è presente in quasi tutti i maggio-ri ospedali pubblici e cliniche private, con una distribuzione a macchia di leopardo perché legata alle sensibili-

tà e sintonie dei singoli operatori, ma anche alle “furbe-rie” attuate da talune altre si-gle sindacali, o semplicemen-te a una poca in formazione presente. In-dubbiamente il limitato numero di permessi sindacali nell’anno 2009, ha penalizzato l’attività divulgativa e di informazione che è comunque con-tinuata grazie all’impegno personale di un gruppo di colleghi riuniti in una con-sulta regionale. Fortunatamente la pre-senza politico-sindacale al tavolo delle trattative non è decaduta e va mante-nuta al meglio ora, ed al massimo nel prossimo futuro. La nostra presenza porta avanti ed evidenzia i contenuti di qualità della professionalità dell’in-fermiere, soprattutto quando questo è portatore di competenze avanzate che molti colleghi già svolgono nella clinica, nella formazione e nella gestione dei servizi sanitari.

Poter mettere in pratica il modello contrattuale del Trentino, dove il Nur-sing Up ha saputo gestire con grande successo per la professione ed i pro-fessionisti infermieri, è per me un serio e perseguibile obiettivo. Chiaramente in Lombardia l’ampiezza delle que-stioni politiche, economiche, gestionali e operative, ha dimensioni più vaste, complesse e multifattoriali, capaci di trasformare un obiettivo sindacale in una vera sfida professionale.

NURSING UP in LOMBARDIA

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Sono convinta che attraverso la pro-posta della piattaforma contrattuale del Nursing Up sulle carriere cliniche trasversali - con il riconoscimento del-le competenze acquisite sul campo, la valorizzazione dei percorsi formativi universitari e - “last but not least”- la contrattazione separata - quella che at-tualmente è una sfida, potrà diventare una grande conquista dell’infermieristi-ca italiana in un futuro prossimo.

Mauro D’Ambrosio - Responsabile Sindacale A. O. Fatebenefratelli Milano

Probabilmente quasi ognuno di noi lo ha patito… ma l’inizio è stato duro! Ricordo che tutto cominciò nel No-vembre 2004, quando, quasi per gioco, con l’altro delegato aziendale Ste-fano De Vita, preparammo le imminenti ele-zioni RSU in soli 10 giorni ottenendo un discreto e inaspettato successo. I pri-mi tempi, affermare “sono membro del sindacato degli infermieri”, equivaleva ad appartenere ad una specie insolita, o, talvolta, a suscitare l’ilarità dei dele-gati di altre sigle sindacali. Alle elezioni del 2007 raddoppiammo i consensi e ponemmo così le basi per quella che oggi è una realtà sindacale affermata nel nostro contesto aziendale, ma an-che di tutta la regione.

L’onere principale di Nursing Up nell’A. O. FBF di Milano è stato, e sarà ancora, quello di dare agli infermieri rappresentanza e voce in tutte le sedi istituzionali e negoziali, oltre a garan-tirne benessere e protezione. Nel 2008 con l’istituzione del Coordinamento aziendale ci siamo impegnati, tra le al-tre cose, nella diffusione della cultura e della centralità dei professionisti in-fermieri e dei loro dirigenti, ai quali, in gran parte, è affidato il compito di reg-gere le aziende sanitarie, assicurando-ne, attraverso grossi sacrifici, la conti-nuità e la qualità dei processi assisten-ziali. Tuttavia tale progresso e sviluppo della realtà infermieristica non trova ancora oggi adeguato riconoscimento in nessun ambito, anzi, spesso biso-gna difendersi dalla palese volontà di mantenere l’attuale appiattimento pro-fessionale e di annullare quanto l’evo-

luzione dell’infermieristica ha modifica-to nel corso degli anni. Che l’Infermiere sia oggi dotato di autonomia decisiona-le e professionale e sia responsabile dell’assistenza generale infermieristica e dell’attività delle figure di supporto, non se ne è accorto ancora nessuno, né nella nostra realtà aziendale né in molte altre! Gli infermieri sono in nume-ro insufficiente, costretti a turni gravosi e pertanto risultano sfiduciati, disorga-nizzati, sempre in posizione defilata e subordinata rispetto alla figura del me-dico. Ecco, il servilismo nei confronti dei”luminari della medicina” e l’infer-miere come “fac-totum”, sono altri due conflitti ricorrenti del nostro percorso sindacale; noi di Nursing Up offriamo il nostro supporto anche per riconoscere ai lavoratori infermieri la stessa dignità e le stesse opportunità dei medici, per affermare l’applicazione del profilo pro-fessionale, per introdurre l’assistenza personalizzata e incentivare l’abban-dono delle funzioni improprie.

In particolare, tra le tante lotte, ab-biamo difeso con successo le 35 ore settimanali per i turnisti e la riduzione dell’acconto sugli incentivi; ottenuto la retribuzione del tempo necessario al cambio della divisa ed eliminato l’abu-so degli ordini di servizio; proposto nuovi criteri per le progressioni verticali del personale sanitario e nuovi siste-mi per la fruizione dell’aggiornamento ECM; lottato e preservato la riduzione degli organici infermieristici attraverso la distribuzione di volantini di denuncia e presidi di protesta.

Il 2009 ha visto la nascita della con-sulta/coordinamento regionale, con il preciso scopo di rafforzare la compagi-ne sindacale sul territorio. Tra le inizia-tive: specializzazione dei componenti della consulta sugli argomenti sindacali e professionali di maggior interesse; newsletter attraverso la mailing list di tutte le aziende della regione per sod-disfare la necessità di un’informazione puntuale, di facile consultazione, detta-gliata ed esaustiva.

Naturalmente le linee del nostro im-pegno sindacale continuano anche su altri fronti, scontrandosi inevitabilmente con quelle generaliste della Triplice; i sindacati classici, CGIL CISL e UIL non ci rappresentano più, dobbiamo fare da soli. Sfortunatamente siamo una cate-goria singolare: di fatto (purtroppo) gli infermieri disposti ad impegnarsi atti-

vamente per la categoria sono pochi... Pochi che si mettono in gioco... molti di più quelli intenti a conservare un po-sticino comodo, piccole agevolazioni acquisite magari con fatica nel corso del tempo... altri che non vogliono noie di nessun genere … altri invece oberati da turni, figli e famiglia, hanno solo il tempo di respirare! Ecco che allora noi di Nursing Up ci adoperiamo anche nello stimolare i colleghi a crescere, sia dal punto di vista culturale e professio-nale che sul piano squisitamente per-sonale, regalando certezze, autostima e consapevolezza dei propri mezzi; il tutto attraverso notizie e informazioni riguardanti la nostra professione, la no-stra autonomia, i nostri diritti, le conqui-ste di carattere sindacale e legislativo, e tutto ciò che serve a far crescere la coscienza di appartenere ad una cate-goria forte. Rammentiamolo sempre: diversità e specificità infermieristica, non sono un ostacolo, ma un grande patrimonio da valorizzare.

Mariella De Astis - Coordinatore Aziendale Fabrizio Bisi - Responsabile Aziendale Fondazione Ospedale maggiore Policlinico di Milano

All’inizio del nostro percorso sin-dacale quando l’attuale fondazione non esisteva, ma vi erano due enti ospedalieri ben distinti (Ist. Clin. di Perfezionamento ed Ospedale Mag-giore Policlinico) gli iscritti Nursing Up all’interno della Mangiagalli erano circa una cinquantina con un solo seggio in RSU. Nell’anno 2005 venne costituita la Fondazione Policlinico Mangiagalli Regina Elena (oggi Fondazione Cà-Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano), in quel momento cominciò per noi un grosso lavoro, riconfermare all’interno della Fondazione il Nursing Up in quanto i lavoratori del policlinico iscritti al sindacato erano stati lasciati allo sbando ed avevano perso fiducia.

Con un duro lavoro e con tanto sa-crificio, siamo riusciti nel giro di due

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19IL SINDACATO SUL TERRITORIO

anni a far riemergere il Nursing Up e le speranze degli infermieri all’interno della Fondazione.

Essi finalmente ritrovano chi li ascol-ta e ridà voce ai loro problemi all’inter-no delle rappresentanze sindacali, pro-fessionisti che come loro conoscono la realtà infermieristica. Nuova spinta per il sindacato è avvenuta con le elezioni RSU del 2007 dove il consenso degli infermieri ha portato il Nursing Up ad avere tre seggi in RSU mentre nelle precedenti ne occupava solo uno. Oggi continuando con entusiasmo a valo-rizzare i principi del nostro sindacato siamo riusciti a triplicare il numero degli iscritti, raccogliendo sempre più fiducia e consenso dagli infermieri, che negli ultimi anni non si erano mai sentiti rap-presentati dalle altre sigle sindacali.

Oggi anche l’amministrazione vede con occhi diversi il Nursing Up e rico-nosce la forza degli infermieri come una grande realtà nella contrattazione aziendale.

Vittorio Bulbarelli - Delegato Aziendale - Mantova

Nursing Up a Mantova: mission im-possible?

L’esperien-za sindacale del Nursing Up ne l l ’Az ienda O s p e d a l i e r a “C. Poma” è ini-ziata di corsa, nell’agosto del 2007, sulla scorta delle lucide e pun-genti sollecitazioni di Cesare Hoffer:. Mancavano tre mesi alle elezioni per il rinnovo delle RSU e non c’erano anco-ra iscritti né una lista con il simbolo del Nursing Up. Abbiamo allestito un pool di nominativi (11 discepoli coraggiosi) e ci siamo lanciati con entusiasmo e molta incoscienza (nessuno di noi, tranne il futuro terminale associativo Alessandra Fagnoni, aveva una minima esperien-za sindacale) nell’avventura di costrui-re il primo nucleo del Nursing Up nella provincia di Mantova. Ci siamo coinvolti nella tentazione elettorale con grande determinazione e grazie alla fiducia dei colleghi, alle azioni di sensibilizzazione e di contatto diretto nei reparti (sostenuti anche dal nostro responsabile regionale Angelo Macchia) e alla novità rappre-sentata dalla nostra lista, siamo riusciti a far eleggere 5 dei nostri candidati. Non

eravamo coscienti che la lotta iniziava realmente solo ora, nella partecipazione ai momenti di contrattazione decentrata, nel dialogo e nella negoziazione anche con gli eletti delle altre sigle sindacali. Lo scarto tra le belle idealità, le alte proget-tualità, il programma qualificato di Nur-sing Up e il mondo aziendale e sindaca-le rappresentato dalle altre sigle nazio-nali è stato molto forte, impressionante e scoraggiante. Niente era come c’era-vamo immaginati né come avremmo voluto: piani aziendali avvallati in cam-bio di favori più o meno espliciti a iscritti delle liste maggioritarie, prove di forza all’interno delle singole forze sindacali dirette a smontare qualsiasi possibile intesa trasversale, sabotaggi diretti alle RSU e al loro coordinamento per aver assunto posizioni autonome rispetto alle sigle di appartenenza… insomma, l’inte-ro campionario di nefandezze che fanno allontanare sempre più i professionisti dal mondo sindacale “tradizionale”. In questo scenario (unito alla complessità dell’azienda ospedaliera mantovana: di-partimentalizzazione spinta in contrasto con la frammentazione dell’azienda in più presidi ospedalieri e una miriade di postazioni territoriali, moltiplicazione dei quadri intermedi, valorizzazione/sfrut-tamento intensivo delle risorse umane, apertura di nuovi servizi ad iso-risorse, complessificazione dei processi di valu-tazione, etc.) il nostro sforzo di formarci sindacalmente, sostenere le posizioni di Nursing Up (locali, regionali e naziona-li) e raggiungere risultati apprezzabili, si configura davvero come una mission impossibile. Abbiamo bisogno di tutto, e non è un modo di dire: formazione sindacale diffusa, sostegno forte dagli organi regionali (benvenuto al neo-nato coordinamento regionale lombardo), coinvolgimento costante delle risorse professionali (sfilacciatesi nella durezza dei contrasti con le altre sigle e con la controparte aziendale), linee program-matico-strategiche più delineate e forti da parte del coordinamento naziona-le… quello che non ci manca è la vo-lontà di difendere i colleghi infermieri, la dignità e il senso profondo della nostra professione, di affermare la validità e la forza di un sindacato di categoria (è una vergogna?) e di lottare per acquisire la visibilità e il riconoscimento che il nostro sindacato merita. Forza colleghi, qui a Mantova noi di Nursing Up lottiamo con orgoglio per voi!

Anna Maria Ciuccio - Coordinatrice Nursing Up A. O. Sant’Anna di Como

Anche nel-la provincia di Como, il Nur-sing Up si fa portavoce dei professionisti sanitari, presso i tavoli di ne-goziazione, per tutelare gli interessi e la dignità della categoria degli infermieri.

La provincia di Como è una realtà complessa che trova organizzazione nell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna composta da quattro presidi ospedalie-ri dislocati su un vasto e disomogeneo territorio che si estende dalla Brianza fino ai confini con la Bassa Valtellina.

Una realtà in profonda evoluzione anche a seguito dell’imminente tra-sloco presso il nuovo e moderno polo ospedaliero della città di Como.

L’impegno e la forte motivazione han-no visto la nascita di un team, che ha tra gli obiettivi, l’insediamento di un rappre-sentante per ogni presidio ospedaliero e per ogni distretto, in modo da costituire il necessario punto di riferimento per i molti colleghi che ancora non conosco-no la realtà del nostro sindacato.

Molto lavoro ancora ci aspetta, ma i risultati fin qui raggiunti ci danno la giu-sta motivazione per andare avanti.

Giuseppe Franzini - Coordinatore Provinciale di Sondrio

Nursing Up presente dal 2007, è or-mai una real-tà consolidata nel panorama sindacale del-la Provincia di Sondrio.

Letteralmente “esploso”, passatemi il termine, nell’ambito delle ultime ele-zioni RSU, ottenendo un risultato a dir poco inaspettato, Nursing Up è risulta-to essere la terza forza sindacale con ben 5 rappresentanti eletti.

Tutto ciò è stato senz’altro determi-nante per comprendere il chiaro messag-gio definito con l’espressione del voto da parte dei colleghi Infermieri che hanno preso coscienza delle responsabilità gra-vanti su una professione, ormai definita

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oLA DIFESA DEGLI INTERESSI INFERMIERISTICI

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NURSING UP

intellettuale con un vasto campo di auto-nomia ancora ben da definire, che quindi non può essere rappresentata e tutelata, se non da chi è competente e conscio del ruolo centrale svolto dall’infermiere all’interno del comparto sanitario.

Da allora la nostra crescita è stata costante fino a conseguire un significati-vo risultato che ci ha consentito, di strut-turarci in maniera capillare sull’ampio e impervio territorio montano della no-stra provincia, con una grossa Azienda Ospedaliera suddivisa in quattro presidi ed altre sedi dislocate sul territorio, di-stanti diversi chilometri fra loro.

Dal 2009 è costituito il Coordina-mento Provinciale e contiamo di quat-tro Referenti Aziendali, oltre ai cinque Dirigenti sindacali eletti in RSU.

Siamo quindi presenti sia come Or-ganizzazione Sindacale che delegazio-ne RSU, al tavolo delle trattative Azien-dali, dove finalmente possiamo essere propositivi e portare le istanze e le ri-vendicazioni della professione.

Stiamo lavorando, senza trascurare di essere infermieri a tempo pieno, per incrementare la nostra formazione sinda-cale, al fine di fornire un supporto conti-nuo e di consulenza alle varie problema-tiche che investono i colleghi che sempre più spesso, rivolgendosi a noi, scoprono e diffondono il ruolo che svolge il sinda-cato autonomo nel riconoscimento del professionismo infermieristico.

L’opportunità offerta dalle tecnologie informatiche, ci permette di inviare rapi-damente ai nostri iscritti sparsi sul terri-torio tutti i comunicati e le informazioni legate all’attività propria del sindacato.

Gli sforzi futuri saranno volti oltre all’assistenza fiscale e contributiva an-che ad implementare quei servizi che in aggiunta a quelli offerti dalla Sede Nazionale, garantiscono la tutela dal punto di vista legale.

Non ultimo, ci poniamo l’obiettivo con la rappresentanza sindacale di catego-ria di rafforzare nei colleghi quel senso di appartenenza alla Professione di In-fermiere che altri nella nostra provincia non hanno saputo o voluto perseguire.

Pietro Migliavacca - Rappresentante sindacale Nursing Up di Pavia

Nursing Up è presente a Pavia dal-la metà circa dell’anno 2008, presso la Fondazione IRCCS Policlinico S. Matteo di Pavia. Quanto ad iscritti, è in continua crescita. Al momento stiamo

già lavorando per le elezio-ni del RSU di quest’anno.

P r e s s o l’Azienda, svol-giamo l’attività di rappresen-tanti sindacali il sottoscritto Pietro Migliavacca con Massimo Mariconti (ideatore del pro-getto) e Paolo Roversi. Il nostro inten-to è quello di poter rappresentare al meglio gli infermieri che lavorano tutti i giorni a stretto contatto con i pazien-ti, con tutte le problematiche che ne derivano dal punto di vista legale e di responsabilità che fin’ora sono poco tutelate da altri tristemente famosi sin-dacati non di categoria. Inoltre, si vuol far presente che ormai la nostra pro-fessione è gravata da responsabilità intellettuali con autonomia molto ampia e in continua espansione, mal retribuita all’interno del comparto sanitario.

Oltre alla presenza nella nostra Fon-dazione, in provincia di Pavia stiamo cercando di diffondere il Nursing Up anche alle altre strutture sanitarie.

Attualmente abbiamo iscritti anche presso le Fondazioni Maugeri di Pavia e Montescano.

Siamo solo all’inizio del percorso di espansione, lento ma si spera pro-gressivo.

Il prossimo anno vorremmo poter quindi essere presenti sia come Orga-nizzazione Sindacale che delegazione RSU, al tavolo delle trattative Aziendali, è rappresentare finalmente i nostri pro-fessionisti in modo completo e serio.

Lavoriamo dal punto di vista sinda-cale, anche se infermieri impiegati a tempo pieno con tutte le problematiche che ci possano essere legate alla turni-stica e impegni vari.

Siamo presenti anche su internet at-traverso il sito Nursing Up della Regione Lombardia all’indirizzo http://www.nursin-gup-lombardia.it da me gestito e creato.

Oggi giorno, anche le tecnologie in-formatiche possono svolgere un enor-me ruolo di supporto informativo per questa nostra grossa attività sindacale.

La nostra comunicazione agli iscritti si svolge quindi principalmente tramite e-mail inviate giunte dalla sede nazio-nale integrate da e-mail della nostra realtà locale.

Stiamo ancora in fase di definizione

di molti servizi da offrire ai nostri iscrit-ti per l’anno 2010, tra cui in particolare l’assistenza fiscale (che l’anno scorso è comunque stata svolta gratuitamente).

Il nostro motto è: non abbiamo la bacchetta magica, ma garantiamo sem-pre di poter fare qualcosa di buono!!

Michele D’Alterio - Responsabile aziendale Spedali Civili Brescia

Ne l l ’ ap r i l e del 2007 sep-pur con note-voli dubbi ac-cettai con en-tusiasmo di far parte di questo progetto, pur ereditando un numero esiguo di iscritti del Nursing Up già presenti qui in ospedale.

Il morale di questi colleghi “abban-donati un po’ a se stessi” era meno di zero; ragione per cui con il valido aiuto di quello che in seguito alle elezioni RSU diventerà l’altro delegato Nursing Up in azienda, abbiamo riallacciato vecchi legami e ricostituiti di nuovi. Nel novembre dello stesso anno il risulta-to di quella nostra iniziativa prendeva forma; per la prima volta in ospedale venivano eletti due delegati, succes-so che potremmo definire senza dub-bio storico visti i precedenti. L’attività è andata man mano ramificandosi raccogliendo nel corso di questi anni risultati incoraggianti e momenti di sconforto. Tutto sommato, quanto se-minato fino a questo momento è frutto di una presenza costante e concreta nel panorama sindacale della nostra azienda, testimoniata da numerosi at-testati di riconoscimento per l’impegno profuso nelle varie problematiche ed il contributo non trascurabile che le no-stre idee hanno apportato.

Contiamo di intensificare ulte-riormente i nostri sforzi per rendere maggiormente competitivo il nostro sindacato in azienda. Confidiamo molto anche nell’entusiasmo di gio-vani colleghi iscrittisi di recente fa-cendo metabolizzare loro la “vision” e soprattutto la “mission” del nostro sindacato, come unica arma di riven-dicazione intellettuale della nostra professione ancora prigioniera di stereotipi oramai obsoleti e sincera-mente antistorici.

Lunga vita al Nursing Up.

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21IL SINDACATO SUL TERRITORIO

Il 4 febbraio 2010 sono state rag-giunte importanti intese tra la Re-gione Lombardia, il Nursing Up e le altre organizzazioni sindacali, in favore dei dipendenti della Sanità Pubblica in Lombardia:STABILIZZAZIONE DEI PRECARI

Il confronto costruttivo ha con-sentito la prosecuzione della sta-bilizzazione dei precari compreso gli interinali ed i tempi determinati oltre alla possibilità per le aziende di reinternilizzare servizi in gestione alle cooperative, salvati tantissimi posti per gli infermieri.FORMAZIONE

Il testo garantisce degli ulteriori strumenti che favoriscono l’attività della formazione per il personale a livello aziendale.

TICKET MENSALa regione ha accolto la richiesta

d’aumentare il valore nominale del ticket a 9 euro per coloro che, per motivi logistici, non possono utiliz-zare il servizio mensa aziendale.APPLICAZIONE ARTICOLO 10 DEL CONTRATTO

A decorrere dal 1 aprile verran-no messe a disposizione ulteriori risorse, pari allo 0,8% calcolato sul monte salari 2007, finalizzate al perseguimento di nuovi obiet-tivi d’interesse regionale che sa-ranno definiti tramite specifico accordo con le OO.SS. regionali del comparto.

È un accordo complessivamente positivo, soprattutto sotto il profilo delle politiche generali e del perso-

nale, con il quale la Regione Lom-bardia continua a dimostrarsi parti-colarmente sensibile alle esigenze del proprio personale, in particolare di quello sanitario.

Noi del Nursing Up c’eravamo ed abbiamo giocato un ruolo im-portante!

Un altro motivo di fierezza, un’altra tessera al nostro ormai ar-ticolato mosaico, che fa del nostro sindacato un soggetto unico ed irri-petibile, al quale gli infermieri pos-sono affidarsi con fiducia su tutto il territorio nazionale.

Per ogni altra informazione consultare il sito web del Nur-sing Up nella regione Lombardia.

IMPORTANTI ACCORDI PER ILCOMPARTO SANITà

…formazione, ticket mensa e nuove risorse per la contrattazione.CONTINUA L’INARRESTABILE PRESENZA DEL NURSING UP AI TAVOLI ISTITUZIONALI.

E INTANTO NURSING UP E REGIONE LOMBARDIA SOTTOSCRIVONO

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617MODULO DA COMPILARE ED INVIARE ALLA SOCIETÀ ASSICURATRICE

Compilando spontaneamente con i dati richiesti questo apposito spazio e trasmettendolo al numero di fax della società assicuratrice (010/543617) aderisco al servizio offertomi gratuitamente dal mio sindacato, in tal senso dichiaro sotto mia responsabilità, consapevole delle conseguenze derivanti da dichiarazioni mendaci di essere alla data odierna iscritto al sindacato “NURSING UP” e di essere a conoscenza che la copertura assicurativa è operante solo ed esclusivamente fin quando rimarrò iscritto al sindacato. Essendo oppor-tunamente informato, ai sensi e per gli effetti del dlgs 196/2003 autorizzo il sindacato e la società che fornirà il servizio al trattamento dei miei dati personali, come al seguito indicati, per le finalità necessarie all’erogazione del servizio, anche con strumenti informatici.

Cognome e Nome ____________________________________________________________

Codice Fiscale ____________________________________ Targa Veicolo ________________

Data ___/___/_______ Firma___________________________________________Per attivare il servizio è sufficiente inviare il presente modulo via fax al numero indicato. Decorrenza del servizio: quattro giorni lavorativi dopo l’invio del FAX.

GARANZIE PRESTATE(una a scelta per ogni sinistro)✔soccorso stradale ✔trasporto in autoambulanza ✔recupero del veicolo ✔demolizione del veicolo✔auto in sostituzione

Il servizio è stato confermato anche per l’anno 2010. Le prestazioni devono essere

richieste ai numeridall’ITALIA: 800-042042 (numero verde)dall’ESTERO: +39/011/7425599 Comunicando il numero di cop-ertura assicurativa 105/06/00000 e la targa del veicolo

ATTENZIONE, LA PRESENTE INFORMATIVA È A CARATTERE INDICATIVOL’attivazione del servizio non è automatica, in tal senso è necessario che l’associato compili in ogni sua parte il modulo sotto riportato, per poi inviarlo, opportunamen-te firmato, via fax ai numeri 010/8932910 o 010/543617 (Centro Nazionale di Raccolta adesioni SOCCORSO STRADALE E TRAINO NURSING UP).Copertura estesa fino al 31/12/2010.Per ogni ulteriore informazione e per conoscere le condizioni di copertura della polizza assicurativa vai sul sito www.nursingup.it.

MODULO DI ATTIVAZIONE COPERTURA “SERVIZIO STRADALE E TRAINO”

LE ASSICURAZIONI DELLE QUALI GODONO I NOSTRI ISCRITTI SONO IL FIORE ALL'OCCHIELLO DEL NURSING UP.UN NUOVO MODO DI FARE SINDACATO CON UNA PROTEZIONE A 360 GRADI PER CHI DECIDE DI ISCRIVERSI

ANALISI DELLE COPERTURE ASSICURATIVE

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COPERTURE ASSICURATIVEgRATIS PER l'AnnO 2010

CHI SI ISCRIVE AL NURSING UP NELL’ANNO 2010 AVRA’ DIRITTOA BEN 6 PRESTIGIOSE COPERTURE ASSICURATIVE

NURSING UPCHI ALTRI TI DA TANTO?

SÌ, PERCHÈ NEL 2010 LE COPERTURE ASSICURATIVEA PROTEZIONE DEI NOSTRI ASSOCIATI AUMENTANO

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gRATIS!

La descrizione, le condizioni, i limiti e i massimali di ogni singolacopertura assicurativa, che nel presente depliant si intendono indicate solo

sinteticamente, sono disponibili sul sito www.nursingup.it

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COPERTURA RCT PROFESSIONALE

✔ Massimale garantito per ogni singolo infermiere: euro 1.000.000,00 - mas-simo risarcimento euro 1.500.000,00;

✔ Validità della copertura in tutta Eu-ropa;

✔ Colpa grave, rivalsa dell’Ente Ospe-daliero;

✔ Garanzie pregresse nei termini di anni due.

COPERTURA PER DIFESA LEGALE IN AMBITO PENALELa garanzia opera per il pagamento degli onorari, spese e competenze del legale liberamente scelto dall’iscritto, spese giu-diziarie e processuali, onorari dei periti di parte e quelli nominati dal Giudice. Per la difesa legale in ambito penale per delitti colposi e contravvenzioni per un mas-simale, per singolo infermiere, di Euro 2.600,00 per caso assicurativo senza li-mite di sinistri annui.

RCT DELLA VITA PRIVATALa garanzia opera per i singoli associati e nucleo familiare convivente quando que-sti siano tenuti a pagare, quale civilmente responsabili, ai sensi di legge, a titolo di risarcimento per danni involontariamente cagionati a terzi per:

✔ morte e lesioni personali; ✔ distruzione o deterioramento di cose;

✔ in conseguenza di fatti accidentali ve-rificatisi nell’ambito della vita privata e in relazione all’esercizio di sports in qualità di dilettante anche se con partecipazione a gare, prove e relativi allenamenti.

DIFESA RAPPORTI CONTRATTUALI (TUTELA DELLE CONTROVERSIE IN AMBITO DI LAVORO) La copertura opera per le controversie individuali relative al rapporto di lavoro dipendente o in convenzione con enti del servizio nazionale o con privati. La stessa opera, laddove previsto, anche in sede amministrativa (ricorsi al TAR), per sostenere controversie con istituti o Enti Pubblici di assicurazioni / Previdenziali o sociali per prestazioni vantate dall’assi-curato relativamente alla propria posizio-ne previdenziale / assistenziale.

SOCCORSO STRADALE E TRAINO AUTOVETTURA L’iscritto al Nursing Up ha diritto ad usu-fruire gratuitamente di una delle seguenti garanzie, a propria scelta e per ogni si-nistro:

✔ soccorso stradale; ✔ trasporto in autoambulanza; ✔ recupero del veicolo; ✔ demolizione del veicolo; ✔ auto in sostituzione.

La presente garanzia deve essere attiva-ta attraverso la trasmissione di un fax alla società assicuratrice, utilizzando il mo-dello a pagina 22 del magazine o richie-dendone uno al proprio rappresentante sindacale Nursing Up.

TUTELA LEGALE NELL’AMBITO DELLA VITA PRIVATAIl diritto di otteneregiustizia nella vita quotidiana, moltevolte viene negato e/olimitato, perchè bisogna rivolgersi ad un legale, ma non si ha la possibilità e/o non si desidera investire del denaro senza un risultato certo, in tal modo si diventa vitti-me di ingiustizia.La nuova copertura consente agli asso-ciati e al loro nucleo famigliare la possibi-lità di ottenere giustizia con:

✔ l’esercizio di pretese di risarcimento danni a persone e a cose subiti per fatti illeciti di persone (faccio lavare l’autovettura, mentre la ritiro la trovo danneggiata, vado dall’avvocato per richiedere i danni);

✔ l’esercizio di pretese che derivino da incidenti stradali nei quali gli associa-ti al Nursing Up siano stati coinvolti come pedoni, ciclisti, o trasportati su veicoli di terzi, pubblici o privati, ecc (vado in vacanza e prendo il treno, mi rovino il vestito perchè lo scomparti-mento è sporco, vado dall’avvocato per ottenere un equo risarcimento).

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