50
GIOVANNA MARIA FABRINI PER LA STORIA DI URBS SALVIA: IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI SCAVO NELL’AREA FORENSE Quando il Dipartimento di Scienze archeologiche e storiche del- l’Antichità dell’Università di Macerata dava avvio nel 1995 a campa- gne annuali di scavo nell’area forense di Urbs Salvia 1 (Fig. 1), alcune delle principali questioni aperte sul piano storico-archeologico ri- guardavano le origini della città in età tardorepubblicana, la pro- grammazione urbanistica e la relativa monumentalizzazione nella prima età imperiale, e le vicende tardoantiche fino alle ultime atte- stazioni di vita. Su tali problematiche le indagini portate avanti in questi ulti- mi anni hanno potuto apportare testimonianze monumentali e ma- 1 Si riprende in questa sede la relazione presentata al Convegno in onore del compianto Prof. Nereo Alfieri, che si è ritenuto opportuno integrare con un ag- giornamento relativo ai risultati delle ricerche fino al 2007. Al raggiungimento dei numerosi obiettivi che le attività di scavo sul campo si pre- figgevano è risultata essenziale l’opera di proficua collaborazione di tutti i componenti dell’équipe del Dipartimento, nelle persone di Marisa Rossi, Roberto Perna, Marzia Giulio- dori e Gilberto Montali che hanno svolto, ognuno nell’ambito del proprio ruolo, funzioni di elevata professionalità ed ai quali è gradito rivolgere anche in questa circostanza l’espressione più sentita di apprezzamento e stima.

PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

  • Upload
    others

  • View
    2

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA: IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI

DI SCAVO NELL’AREA FORENSE Quando il Dipartimento di Scienze archeologiche e storiche del-

l’Antichità dell’Università di Macerata dava avvio nel 1995 a campa-gne annuali di scavo nell’area forense di Urbs Salvia1 (Fig. 1), alcune delle principali questioni aperte sul piano storico-archeologico ri-guardavano le origini della città in età tardorepubblicana, la pro-grammazione urbanistica e la relativa monumentalizzazione nella prima età imperiale, e le vicende tardoantiche fino alle ultime atte-stazioni di vita.

Su tali problematiche le indagini portate avanti in questi ulti-mi anni hanno potuto apportare testimonianze monumentali e ma-

1 Si riprende in questa sede la relazione presentata al Convegno in onore del

compianto Prof. Nereo Alfieri, che si è ritenuto opportuno integrare con un ag-giornamento relativo ai risultati delle ricerche fino al 2007.

Al raggiungimento dei numerosi obiettivi che le attività di scavo sul campo si pre-figgevano è risultata essenziale l’opera di proficua collaborazione di tutti i componenti dell’équipe del Dipartimento, nelle persone di Marisa Rossi, Roberto Perna, Marzia Giulio-dori e Gilberto Montali che hanno svolto, ognuno nell’ambito del proprio ruolo, funzioni di elevata professionalità ed ai quali è gradito rivolgere anche in questa circostanza l’espressione più sentita di apprezzamento e stima.

Page 2: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 194

teriali utili a far luce pure là dove poco o niente soccorrono le fonti scritte2. L’età tardorepubblicana

Quanto alle origini di Urbs Salvia trova oggi fondamento concre-

to l’ipotesi di una colonia fondata nel corso del II sec. a.C., già for-mulata sulla base di documenti epigrafici che attestano la città am-ministrata da praetores, come le colonie di fondazione antica3. La no-tizia inoltre fornita da Plinio il Vecchio circa l’appellativo degli abi-tanti, Urbe Salvia Pollentini, lasciava ritenere che la città nata con il nome di Pollentia4 nel II sec. a.C., lo trasformasse ad un certo mo-mento in quello di Urbs Salvia5: ora i rinvenimenti effettuati nel corso

2 Sulle prospettive apertesi con la ripresa sistematica degli studi sul sito a par-

tire dal 1970 si rinvia a PACI 1990, pp. 71-97 (= PACI 1995, pp. 83-109). Per gli esi-ti principali degli scavi condotti nell’area del Foro si rinvia ai seguenti lavori della scrivente: FABRINI 2000, pp. 263-312; 2001, pp. 9-35; 2003b, pp. 237-238; 2004, pp. 110-118 (in particolare pp. 116-118); 2005a, pp. 248-261; 2005b, pp. 248-261; 2006, pp. 73-90; 2007a, pp. 1-7; 2007b, pp. 309-347. Per una ulteriore riflessione sui risultati delle ultime ricerche si confronti anche PACI in MARENGO - PACI

2004, pp. 306 - 308. 3 Sulla base del riconoscimento della pretura (DELPLACE 1983, pp. 776-781;

EAD. 1999, pp. 39-46) come la più alta carica dell’apparato amministrativo urbi-salviense prendeva corpo nel dibattito storiografico l’ipotesi che la città avesse, al pari di altri centri del Piceno romano come Potentia, Pisaurum e Auximum, un’origine coloniaria risalente al II sec. a.C.: si vedano in merito le circostanziate considerazioni di PACI 1995, pp. 99-101; ID. 1999, p. 227 ed ancora ID. 2001, p. 21, ove si propende in via definitiva per una fondazione della città alla fine del II sec. a.C.

4 Sulla valenza augurale del toponimo Pollentia si veda SILVESTRINI 1996, p. 324.

5 Sul controverso passo pliniano (Nat. Hist. III, 13, 111) circa la persistenza dell’etnico accanto al nuovo nome della città già HUMBERT 1978, p. 244, nota 158, vi riconosceva il possibile riferimento ad un insediamento (Urbs Salvia) sorto su di un antico agglomerato di epoca repubblicana (Pollentia). Sull’importanza del-la notizia pliniana insiste PACI 1999a, p. 227.

Page 3: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

195

Fig. 1 – Urbs Salvia: foto aerea dell’area urbana (2002, ortorettificata).

Page 4: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 196

Fig. 2 – Urbs Salvia: planimetria generale dell’area del Foro. Rilievo e disegno G. Montali.

delle recenti indagini archeologiche permettono di affermare la sicu-ra esistenza nell’area di un insediamento urbano, cui può riconoscersi natura coloniale, già dalla fine del II sec. a.C.6.

Tra le più significative testimonianze materiali di età tardore-pubblicana, rinvenute un po’ dovunque si sia scesi con lo scavo in

6 Sul problema delle origini della città si rinvia in particolare a FABRINI 2003a, pp. 109-137, con l’analisi dei dati provenienti dalle stratigrafie archeologiche.

Page 5: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

197

Fig. 3 – Urbs Salvia: edificio tardorepubblicano. Pianta. Rilievo e disegno G. Montali.

profondità, vanno annoverati i resti di strutture edilizie private e pubbliche, muri e allestimenti pavimentali, superfici glareate, mas-sicciate ed altro, la cui definizione cronologica è assicurata dai relati-vi depositi stratigrafici7.

In particolare nell’area Sud-Ovest di quello che sarà il Foro ci-vile, lo scavo in profondità ha messo in evidenza un edificio forma-

7 Quanto alla attestazione delle principali strutture documentate dalle inda-gini di scavo si confronti ancora EAD. 2003a, pp. 116 - 137.

Page 6: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 198

to da due ambienti di dimensioni quasi uguali (Fig. 2, n. 1), rispet-tivamente di m 6,50 x 3,60 e di m 4,30 x 6,50 ( preceduti ad Est da una corte rettangolare di m 8,15 x 4,10 ), di cui restano solo i muri in fondazione realizzati in ciottoli fluviali legati da malta aerea di tipo terroso8: Figg. 3-4. Nel piano di calpestio di uno degli ambien-ti, costituito da cocciopesto e argilla battuta, sono state individuate due piccole fosse di forma subcircolare riempite da terra friabile, ricca di ossa, cenere e carboni. Una delle fossette ha restituito tra i vari reperti tre coltelli di forma miniaturizzata, la lama semicircola-re di un falcetto, un chiodo e due lamine di piombo, cui vanno ad aggiungersi una patera umbilicata e tre pissidi in vernice nera, oltre ad un bicchiere di ceramica a pareti sottili9: Fig.5. In base all’esame dei materiali e tenuto conto della sequenza stratigrafica, può propor-si una datazione tra fine II sec. a.C. e inizi I a.C.

Risulta di tutta evidenza l’importanza che assume detto edificio sia per le sue dimensioni, sia per la collocazione topografica, sia per la presenza delle due fossette che hanno restituito materiali a caratte-re votivo: questi sono riferibili probabilmente, al pari di alcuni resti ceramici frammentati impastati all’interno del muro di uno degli ambienti, ad un sacrificio di fondazione e lasciano intendere che il complesso edilizio rivestisse natura pubblica e forse anche una desti-nazione a carattere sacro.

Un altro intervento di scavo riferito al c.d. Tempietto del Foro di età tiberiana (di cui si dirà più avanti)10 ha consentito di mettere in evidenza sulla fronte dell’edificio un poderoso corpo murario di sostegno alla scalinata di accesso, che riutilizza una serie di conci in

8 Per tale edificio di età tardorepubblicana si vedano EAD. 2003a, pp. 132 -

135; PERNA 2006a, pp. 71-73; ID. 2007, pp. 351-352, 379, fig. 5. 9 La presenza poi di piccoli attrezzi da lavoro, di carattere devozionale, sem-

bra potersi verosimilmente collegare alle origini agricole del gruppo sociale che ha promosso l’edificazione del complesso edilizio.

10 Trattasi di un edificio situato subito a Sud del complesso Tempio-Criptoportico e ad esso allineato in un comune affaccio verso l’area forense situata ad Ovest della Salaria Gallica: si veda infra pp. 217-222.

Page 7: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

199

Fig. 4 – Urbs Salvia: edificio tardorepubblicano. Muri in fondazione. Da Est.

Fig. 5 – Urbs Salvia: edificio tardorepubblicano. Materiali provenienti da una delle fossette votive.

Page 8: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 200

Fig. 6 – Urbs Salvia: Tempietto del Foro. Particolare del muro della fronte

con alloggiamento dei conci in arenaria di riutilizzo. Disegno e rilievo G. Montali.

arenaria fissati da grappe di assemblaggio e inglobati ad arte a rinfor-zare la muratura in corrispondenza con le basi delle colonne della fronte (Fig. 6). Di tali blocchi (ne sono oggi visibili tredici) almeno uno risulta lavorato con modanature, sui due lati a vista: il miglior confronto si trova in un altro concio dello stesso materiale, con i-dentica modanatura, ma su tre lati, riutilizzato come rinforzo ango-lare nel muro in opera testacea della fronte del medesimo Tempiet-to11: Fig. 7.

Indicativa risulta l’importanza di tali conci riadoperati all’inter-no di strutture di diversa tecnica edilizia12, e colpisce altresì la pecu-

11 Per una disamina dettagliata sul posizionamento dei blocchi in arenaria in-

globati sulla fronte dell’edificio templare si confronti FABRINI 2003a, pp. 128-131. 12 Il corpo dell’edificio è costituito da opera testacea su nucleo cementizio:

FABRINI 2005, p. 106.

Page 9: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

201

Fig. 7 – Urbs Salvia: Tempietto del Foro. Posizionamento di uno dei conci in arenaria di riutilizzo sulla fronte. Da Sud-Ovest.

liarità dello stesso materiale lapideo13: appare plausibile ritenere che questi blocchi di riuso14 possano provenire dalla rovina di un qual-

13 Sulla base dei risultati degli scavi stratigrafici nell’area forense si è potuto

accertare come l’uso dell’arenaria caratterizzi per l’età tardorepubblicana tutta l’edilizia pubblica (vedi FABRINI 2003a; EAD. 2007b, p. 320, nota 43), e come que-sto venga sostituito da un utilizzo estensivo del laterizio a partire dall’età augustea avanzata, con ampio impiego altresì di calcari bianchi di tipo oolitico provenienti dai Sibillini unitamente ad un ingente utilizzo di marmi anche di importazione.

14 La pratica di materiali in arenaria di reimpiego non risulta isolata ad Urbs Salvia: tra questi si segnalano un frammento di fusto di colonna erratico rinvenuto nella fondazione del muro di delimitazione Ovest (u.s.m. 64) del c.d. Corridoio occidentale sulla fronte del Tempio, una base di colonna all’ingresso Nord dello

Page 10: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 202

che edificio pubblico, di pregio, situato nelle adiacenze. Di tale edifi-cio più antico è possibile indicare la cronologia in età tardorepubbli-cana: l’analisi stilistica relativa ai due blocchi sagomati – che anda-vano presumibilmente a costituire la testata di una base d’anta – per l’estrema semplicità del profilo esterno consente di ravvisarvi una ti-pologia di modanatura nota come «Etruscan round», attestata soven-te anche nel mondo italico-romano15, come ad esempio nella corni-ce inferiore del podio del tempio A di Pietrabbondante (prima me-tà del II sec. a.C.)16. Peraltro per quanto riguarda l’originario edifi-cio di provenienza dei conci in arenaria non può escludersi la pos-sibilità – rispetto al confronto tipologico addotto – di un qualche attardamento periferico sempre nell’ambito del II sec. a.C., verso la fine.

Tra i depositi stratigrafici ancora di particolare rilievo per il passato repubblicano della città si segnala anche quello rinvenuto sulla fronte del Tempio della Salus Augusta che documenta, al di so-pra del suolo vergine e di uno strato di frequentazione ancora di II sec. a.C., un pavimento parzialmente conservato di conglomerato di malta con scaglie sparpagliate di pietra e rari frammenti di laterizio: Fig. 8. Tale pavimento risulta a sua volta obliterato da un consistente riporto di terra argillosa rossastra con grossi grumi di argilla concotta e una gran quantità di materiali edilizi residui (intonaci e numerosi lacerti pavimentali di diverso tipo, in opus signinum, in conglomerato di malta cementizia, anche di tipo decorato con tessere sparse ed un

stesso Corridoio, ed una serie di conci usati per l’allestimento di una scala all’interno di uno degli ambienti dell’Edificio «del pozzo»: vedi infra, pp. 229-230.

15 Tale denominazione è quella utilizzata dalla Shoe e ripresa dalla Edlund-Berry (= SHOE 1965, pp. 14-15, 31, 46 etc., pls. XXIII, 6 e XXX, 5; EDLUND-BERRY

in SHOE-MERRIT - EDLUND BERRY 2000, pp. 81-140) per definire modanature di podii, altari, basi di monumenti funerari, basi di colonne, coronamenti di fregi ed altro, utilizzate in Etruria dal VII al I sec. a.C. e nel Lazio fino agli inizi del III sec. a.C., quando iniziano con l’ellenismo a diffondersi gli stili architettonici del mon-do greco che diverranno predominanti a partire dalla metà del II sec. a.C.

16 Si confronti LA REGINA 1976, pp. 225-226, fig. V.

Page 11: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

203

Fig. 8 – Urbs Salvia: pavimento tardorepubblicano in conglomerato di malta rinvenuto in situ nell’area sulla fronte del Tempio

della Salus Augusta. Da Est.

Page 12: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 204

grosso spezzone di opus tessellatum con l’inserimento di lamelle in piombo)17 che possono collocarsi al più tardi nella prima metà del I sec. a.C.18, mentre l’ attività di riporto e livellamento va riferita ai la-vori della prima età augustea di preparazione ad una nuova fase ur-banistica19.

Sulla base di tutto quanto considerato pare quindi opportuno trarre una qualche conclusione sulle vicende di Urbs Salvia tardo-repubblicana.

Le presenze ceramiche relative ad una fase di frequentazione del sito20 ci conducono a considerare la possibilità che all’origine del-l’insediamento si collochi l’esistenza di un luogo di confluenza de-mica presumibilmente legato ad un nucleo santuariale nei dintorni, relativo forse ad un originario culto di acque salutari21 che troverà la sua continuità in età imperiale nel culto della Salus Augusta22, forse

17 Per la tipologia degli spezzoni pavimentali e per il particolare del frammen-

to in opus tessellatum si veda FABRINI 2000, pp. 125-126, nota 26, fig. 5. 18 Per una più dettagliata analisi del contesto in esame, anche in riferimen-

to ai materiali ceramici ivi rinvenuti, si rinvia ad EAD. 2000, pp. 121-126; EAD. 2003, pp. 116-121.

19 Si veda infra, pp. 206-212. 20 Accanto alle attestazioni ceramiche a vernice nera di III-II sec. a.C. per le

quali si rinvia FABRINI 2003a, p. 119, ed in particolare a DI CINTIO 2007, pp. 397-401, a questa fase precoloniale si ritiene possa essere assegnato anche l’impianto di una piccola fornace a pianta circolare per ceramica a «forno aperto», individuata al di sotto di uno degli ambienti dell’edificio tardorepubblicano di cui supra, p. 195-196: si rinvia in proposito a PERNA 2006a, p. 71, fig. 84; ID. 2007, p. 350, fig. 2.

21 Sulla connessione tra il poleonimo Urbs Salvia (= Urbs Salutis Salviensium) e un’antica area di culto salutare collegato alle acque si sofferma a più riprese GA-

SPERINI 1987, p. 137 s., nota 13 e ID. 1998, pp. 499-502, indicando la possibile preesistenza nel sito o nei dintorni di un nucleo santuariale preromano ancor prima del sorgere del centro demico. D’altro canto lo stretto collegamento tra il culto salutare di Salus/Hygieia e la presenza di sorgenti risulta già ampiamente evi-denziato da HILD in DAREMBERG-SAGLIO, IV, 2, (1911), p. 1058 s., s.v. Salus. Sull’argomento anche FABRINI 2005a, pp. 103-105, a proposito del c.d. Edificio «delle acque»; si veda anche infra pp. 213-214.

22 Vedi infra pp. 212-214 e nota 50. L’importanza del culto e la sua persisten-

Page 13: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

205

anche in concomitanza con un antico tracciato di viabilità che prefi-gurava quello che sarà più tardi il percorso della Salaria Gallica. L’antichità del tracciato infatti può dar luogo all’ipotesi della presen-za nel sito di una mansio, funzionale alla percorrenza dell’itinerario stradale, che si può ragionevolmente pensare già attivo almeno nel II sec. a.C. e risalendo all’indietro – sulla base di una più sporadica do-cumentazione archeologica – anche nel III sec. a.C.23.

Strutture edilizie private e pubbliche testimoniano quindi l’af-fermarsi di un abitato (età tardorepubblicana) rappresentato anche da spazi pubblici24, la cui cronologia possiamo ora meglio definire su

za sono dimostrate d’altro canto dalla continuità devozionale esercitata dalla co-munità alla Salus Augusta, contraddistinta a partire dall’età tiberiana anche da una forte connotazione politica, collegata al culto imperiale.

23 Ad attestare l’importanza strategica e militare di questa antica direttrice vi-aria che dalla valle del Tronto saliva in direzione dell’ager Gallicus e che rappresen-tò già nel corso del III secolo a.C. strada di conquista romana verso il territorio dei Galli Senoni, risulta preziosa la testimonianza di Appiano (APP., Celt. 11; Samn. 6) che conferma come la conquista prese avvio da Sud, muovendo dal territorio degli alleati Piceni; questa informazione va ad aggiungersi alla denominazione stessa di questo tracciato stradale pedemontano che intersecava le medie vallate fluviali, no-to dal lapis Aesinensis come Salaria Gallica (ALFIERI - GASPERINI - PACI 1985, pp. 7-50). Sull’argomento si vedano anche PACI - CATANI 1999, in particolare alle pp. 176-177, con ampio repertorio bibliografico. Su questo asse di percorrenza prima-rio e di interesse sovraregionale che, partendo da Asculum raggiungeva Sena Gallica, passando per Aesis e il cui consolidamento si deve con tutta probabilità agli inter-venti di risistemazione del tracciato operati in età augustea, si vedano più di recen-te CAMPAGNOLI - GIORGI 2000, in particolare alle pp. 108-110.

24 Accanto alle testimonianze di cui si è già detto supra si annoverano inoltre altre strutture edilizie tardorepubblicane di diversa entità, intercettate nel corso delle indagini in profondità. Tali testimonianze – va rilevato – si collocano sia ad Est della Salaria Gallica (vedi FABRINI 2001, pp. 13-15, Saggio 4, taglio 3; EAD. 2003a, pp. 121-127 nei Saggi 4, taglio 6; 3 Ampliamento; 6, settore Sud; 8, taglio 1; EAD. 2005a, p. 79, Edificio «delle acque», tagli 1-2), sia soprattutto ad Ovest del cardo maximus, dove una serie di basi in arenaria di colonne, certamente facenti parte anch’esse di un portico ancora di età tardorepubblicana o già primo-augustea (lo scavo è tuttora in corso) definiva già sostanzialmente sul lato occidentale quella che sarà l’area della piazza tiberiano-claudia: cfr. infra p. 210 e nota 44. Quanto al-

Page 14: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 206

base archeologica dalla fine del II sec. a.C. fino alla prima età augu-stea: ancora in chiaroscuro, si intravedono così le tracce anche mate-riali di un insediamento urbano in cui pare ora possibile riconoscere per la prima volta l’immagine dell’antica colonia di fine II sec. a.C., identificabile con Pollentia25.

L’età augustea

A rappresentare uno snodo significativo tra la fine dell’età

repubblicana e la prima età imperiale si pone con tutta evidenza l’opera di Augusto per quanto riguarda il riassetto urbanistico di Urbs Salvia26: opera avviata, si può presumere, anche a seguito del-l’arrivo dei veterani in età triumvirale27, con conseguente fenomeno di grande crescita edilizia sostenuta dall’evergetismo pubblico e pri-vato28 che interessò tutte le colonie militari della regione29. Questo

le condizioni di conservazione di queste strutture portate in luce dallo scavo, esse appaiono rasate ed obliterate da strati successivi di livellamento sui quali saranno impiantati i nuovi edifici monumentali del Foro. Per un’ipotesi sull’estensione del-la città in età tardorepubblicana si confronti PERNA 2007, pp. 350-357, fig. 7.

25 Da quanto evidenziato archeologicamente l’antica colonia doveva essere organizzata su di un tessuto urbano caratterizzato da strutture pubbliche di tipo politico-amministrativo e religioso, oltre che private. Si fa altresì rilevare che al momento non sono stati ancora individuati resti pertinenti alla cinta muraria che, stando ai dettami vitruviani (VITRUV., De arch. I, III,1; I, V, 1-8), costituiva l’ ele-mento identificativo di una città. Sul problema delle mura in età tardo-repubblicana e per una ipotesi di identificazione del Capitolium si veda PERNA

2006a, p. 128; ID. 2007, pp. 356-357. 26 Sugli aspetti archeologico-monumentali della città di Urbs Salvia nel corso

dell’età augustea, non disgiunti da considerazioni di ordine ideologico-culturale si veda da ultimo FABRINI 2007b, passim.

27 Liber Coloniarum I, p. 226: Ager Urbis Salviensis limitibus maritimis et montanis lege triumvirale, et loca ereditaria eius populus accepit.

28 Sulle numerose iniziative di evergetismo da parte della classe dirigente nei confronti della propria città di origine si vedano CANCRINI - DELPLACE - MAREN-

GO 2001, pp. 106-122; MARENGO in MARENGO - PACI 2004, pp. 309-310, 318-319;

Page 15: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

207

processo comporterà in gran parte, almeno nel centro della città, la distruzione ed obliterazione delle vecchie strutture per dar seguito a un nuovo straordinario piano di sviluppo edilizio ispirato a precisi indirizzi di ordine ideologico e propagandistico dettati dal potere centrale30. Come conseguenza di questo evento, che sancisce di fat-to la nascita della nuova Urbs Salvia, è plausibile che si siano de-terminate anche le condizioni politiche che portarono alla trasfor-mazione del poleonimo da Pollentia al nuovo appellativo onomasti-co della città.

L’instaurarsi quindi del nuovo assetto socio-economico all’inter-no della comunità, unitamente all’esigenza di corrispondere anche localmente ai programmi politici del principato, determina la neces- FABRINI. 2007b, pp. 313-315, con bibliografia precedente. In generale sul feno-meno e la sua diffusione tra la tarda età repubblicana e la prima età imperiale si confronti Les «Bourgeoisies» 1983, passim.

29 Sulle conseguenze indotte da questi eventi che provocarono profondi mu-tamenti nell’assetto istituzionale, sociale, economico e culturale anche nei centri romani del territorio marchigiano, ed in particolare nelle colonie militari di età triumvirale-augustea della regione (come Ancona, Pisaurum, Fanum Fortunae, Fir-mum Picenum, Falerio ed Asculum), si sofferma PACI 1998. L’A. sottolinea infatti come le colonie di età triumvirale-augustea, cui viene accomunata per l’entità del fenomeno anche Urbs Salvia che condivide con esse uno straordinario sviluppo urbanistico, si siano trovate nelle condizioni ideali, dotate di adeguate motivazioni di carattere politico, per la realizzazione di programmi edilizi ambiziosi grazie alla convergenza di fattori importanti tra i quali la disponibilità di grandi risorse finan-ziarie concesse dallo stesso imperatore, l’affermarsi di classi dirigenti in sintonia con il potere centrale e propense a condividerne gli ideali politici, e l’attivarsi im-mediato di esponenti delle élites locali pronte ad intraprendere iniziative di everge-tismo in favore della propria comunità, al fine di consolidare il consenso.

30 Altamente indicativi per il loro significato ideologico sono alcuni docu-menti urbisalviensi quali i Fasti trionfali e consolari, i due esemplari di omphaloi marmorei che richiamano al culto apollineo, unitamente alle attestazioni di altri culti, legati alle antiche tradizioni e rivalutati in età augustea, quale quello della Magna Mater per il quale è attestata - su base epigrafica - la presenza di un edificio sacro: su questi argomenti si rinvia a PACI 1998, p. 218; ID. 1999a, pp. 225-226; MARENGO - SENSI 2000, pp. 561-577; PERNA 2006a, p. 129, nota 518; FABRINI 2007b, pp. 315-317.

Page 16: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 208

sità di avviare una nuova organizzazione architettonica e funzionale degli spazi con l’applicazione di un piano programmatico unitario31 nell’ambito del quale prioritarie risultano opere pratiche o di elevato valore ideologico quali la realizzazione della cinta muraria32, la defi-nizione degli isolati con la risistemazione dei tracciati viarii urbani ed extraurbani33, l’acquedotto e il serbatoio per l’approvvigionamento idrico della città34 e la riorganizzazione complessiva del Foro affidata ad un progetto edilizio adeguato alle novità dei tempi e alle esigenze di autorappresentazione delle classi dirigenti35. A tale progetto appar-

31 Sull’esistenza di un piano programmatico unitario e coerente già DELPLA-

CE 1983, p. 775 (= EAD. 1995, p. 38). Per una recente ipotesi ricostruttiva dello stesso, si rinvia a PERNA 1998, pp. 193-206; ID. 2006a, pp. 113-124, fig. 129; ID. 2007, pp. 360-371.

32 Per un circostanziato ed analitico esame dell’imponente cinta muraria, che definì sotto il profilo topografico e religioso i limiti giuridici dello spazio urbano organizzato si veda PERNA 2006a, pp. 12-45 e nota 164. Quanto alla assegnazione cronologica della struttura, tecnica edilizia ed elementi tipologici di carattere strut-turale convergono verso una datazione del complesso monumentale alla fine del I sec. a.C.: si veda anche ID. 2007, p. 359. Sul significato simbolico delle mura si sof-fermano anche GROS 1992, pp. 211-225, e ZANKER 2006, pp. 158-164; 348-350.

33 Circa la determinazione degli spazi occupati da isolati e strade, a partire dal cardo maximus che funge da asse generatore dell’intero impianto urbano, si rinvia ancora a FABRINI 2003, pp. 135-136, nota 65 e PERNA 2006a, p. 3, nota 11. Tra gli interventi susseguenti alla costruzione delle mura si pongono certamente la mo-numentalizzazione delle porte urbiche e la definizione dei percorsi viari interni al tessuto urbano (posti in stretta relazione con la cadenza dei bastioni e delle torri) coordinata con quelli extramuranei: si rinvia sull’argomento a ID. 2006a, pp. 18-45, 118-124; ID. 2007, p. 359.

34 Su questa importante infrastruttura cittadina si confrontino DELPLACE

1993, pp. 292-295, fig. 37 e più di recente PERNA 2006a, pp. 94-99, figg. 111-115, con bibliografia precedente. Per quanto riguarda l’assegnazione dell’acquedotto all’età augustea, si rinvia a FABRINI 2007b, pp. 318-320. Contestuale a questi inter-venti fu presumibilmente anche la realizzazione della rete fognaria.

35 Sulla volontà dei ceti dirigenti locali di adeguarsi ai modelli urbani con-tribuendo attivamente, con il proprio stile di vita, al processo di integrazione con Roma e manifestando concretamente, attraverso una partecipazione diretta,

Page 17: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

209

Fig. 9 – Urbs Salvia: veduta d’insieme delle strutture della porticus duplex.

Da Ovest. tengono senz’altro nuovi edifici di recente acquisizione che rivelano una finora insospettata realtà monumentale anche a carattere pub-blico nell’area forense.

Ad Ovest del tracciato urbano della Salaria Gallica, in quella che sarà la zona Nord dell’area forense di età tiberiana, una fortuna-ta campagna di scavo ha portato in luce un tratto di portico a due navate (porticus duplex) ricostruito nella sua scansione modulare sulla base dei resti superstiti36 e della tipologia canonica delle porticus la propria adesione alle istanze artistiche e culturali promosse e diffuse a livello centrale, si veda EAD. 2007b, pp. 331-332.

36 Si veda per un’analisi dettagliata del monumento EAD. 2005a, pp. 71-78; EAD. 2005b, pp. 252-254. Sulla tipologia dei portici, con particolare riferimento al portico doppio nel mondo greco-romano si veda COULTON 1971, pp. 183-184 e ID. 1976.

Page 18: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 210

ampiamente trattata anche da Vitruvio37: due colonne in laterizio su stilobate in arenaria sulla fronte Nord, alla distanza interasse di m 1,80, e una colonna pure in laterizio su plinto sempre in arenaria, con base ionico-attica di tipo italo-occidentale, pertinente al colon-nato centrale, alla distanza interasse di m 3,24 rispetto al colonnato dorico (Fig. 2, n. 2; Fig. 9). Questo monumento si pone nel solco della tradizione ellenistica delle stoai, secondo un modello ampia-mente diffuso nel mondo romano a partire dal II secolo a.C. e appli-cato anche in area italica38: pur dai pochi elementi finora portati in luce possiamo dedurre anche l’altezza dell’ordine dorico (pari alla larghezza di ciascuna navata) e di quello ionico (pari a 6/5 dell’ordi-ne dorico), nonché gli elementi essenziali della copertura a due spio-venti39 (Fig. 10). Nel caso in esame poi, il muro di fondo (o un altro colonnato dorico) non è stato ancora rinvenuto, ma possiamo pre-sumerlo, considerando per la navata Sud un’ampiezza canonica pari a quella Nord, proprio là dove un muro più recente pare aver ripreso la struttura stessa.

Quanto alle vicende di questa porticus, è la sequenza stratigrafi-ca di scavo ad assicurarci sia sulla sua costruzione in età augustea sia sulla sua distruzione già in età tiberiana o poco oltre40.

La porticus, si è visto, affacciava di sicuro a Nord su di uno spazio libero, presumibilmente a destinazione pubblica, e correva in dire-zione Est-Ovest41: ma solo futuri scavi in estensione potranno defini-

37 De Arch. V, 9, 4; V, 11, 1-2; VI, 1, 1. 38 Tra i portici più noti nell’ ambito del Piceno romano si ricorda la porticus

duplex del santuario di Monterinaldo (II-I sec. a.C.): MERCANDO 1976, pp. 171-172; CATANI 1992, pp. 47-58 e LANDOLFI 2000, pp. 127-133 (con ulteriore biblio-grafia).

39 Per l’esemplificazione di una porticus siffatta si veda GROS 2001, p. 106, fig. 95 (da COULTON 1976).

40 Si confronti FABRINI 2005a, p. 78, nota 31. 41 A Nord della porticus è stato rinvenuto in situ un tratto di canaletta per la rac-

colta delle acque meteoriche. Analogie si riscontrano con il portico rinvenuto sul lato Nord-Est del Foro di Alba Fucens: DE VISSCHER- MERTENS 1957, p. 163, fig. 1.

Page 19: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

211

Fig. 10 – Urbs Salvia: pianta e sezioni della porticus duplex. Rilievo e disegno G. Montali. Ipotesi ricostruttiva (da COULTON 1976).

re la sua esatta configurazione ed anche il suo rapporto con l’assetto urbanistico coevo. Al riguardo va anche rilevato come la porticus vada a costituire essa stessa il limite Nord di un’area pubblica già eletta fin dall’età augustea a rappresentare la piazza forense, prefigurando l’impianto di quello che sarà il Foro della città in età tiberiano-claudia42. Le evidenze di scavo dimostrano infatti come l’area centra-le della città, parallela rispetto al tracciato del cardo maximus (con o-gni probabilità concepita funzionalmente fin dall’epoca della fonda-zione dell’impianto coloniario, come indicherebbe anche l’orienta-mento dell’edificio di età tardorepubblicana suddetto), si trovi ad es-sere ben definita e circoscritta già alla fine del I sec. a.C., anche per

42 Si vedano infra pp. 222-224, e nota 68 .

Page 20: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 212

Fig. 11 – Urbs Salvia: portico tardorepubblicano-augusteo. Una delle basi in arenaria di colonna. Da Est.

quanto riguarda il lato Sud con la costruzione di un tempio e di un monumento onorario a dado plausibilmente di età augustea43 (Fig. 2, nn. 3-4), e pure sul lato Ovest per l’esistenza, accertata dallo scavo, di un portico44 (Fig. 2, n. 5; Fig. 11).

Ad Est della Salaria Gallica si situano due complessi edilizi di età augustea nelle loro fasi principali, portati anch’essi parzialmente in luce negli anni 2003-2006 che, in virtù delle loro peculiarità più rile-

43 Si confronti FABRINI 2001, pp. 30-35 ed infra p. 222. 44 Si veda EAD. 2007a p. 3, fig. 18 e supra nota 24. Si sottolinea ancora co-

me l’allineamento di questo portico verrà ripreso e mantenuto anche nella succes-siva sistemazione del Foro in età tiberiano-claudia.

Page 21: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

213

Fig. 12 – Urbs Salvia: Edificio «delle acque». Pianta schematica della fase augustea. Rilievo e disegno G. Montali.

vanti, sono stati denominati rispettivamente Edificio «delle acque»45 ed Edificio «del pozzo»46. Il primo monumento (Fig. 2, n. 6; Fig. 12), portato in luce su una superficie di m 17 Nord-Sud x m 20,50 Est-Ovest per quanto scavato, risulta costituito da vari ambienti, alcuni dei quali di notevoli dimensioni, con rivestimenti pavimentali anche di tipo idraulico e a mosaico, con la presenza di un pozzo di capta-zione di acqua sorgiva, due vasche e una vaschetta con relativi fori di deflusso e in collegamento a numerosi ripiani in cocciopesto, un va-no dalla singolare planimetria ad L (in corrispondenza ad un ampio

45 Per l’Edificio «delle acque» si veda EAD. 2005a, pp. 78-105; 2005b, pp.

251-252; 2007a, pp. 1-2, figg. 3 - 8. 46 Per una notizia preliminare sullo scavo dell’Edificio «del pozzo» si rinvia a

FABRINI 2007a, pp. 2-3.

Page 22: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 214

ambiente, forse di natura cortilizia, con nicchia laterale), ed almeno due fistulae di cui una ancora in situ (Fig. 13). Il monumento, i cui muri sono conservati a livello di fondazione o poco più, occupa al momento una superficie di mq 350 circa, e presenta interventi di ri-strutturazione, tanto che è stato possibile distinguere più fasi: la fase principale di età augustea ha una lunga continuità di vita fin quan-do, attorno al 250 d.C., il complesso subisce una drastica ristruttura-zione e un cambiamento d’uso47.

Per l’edificio in esame, nonostante l’incompletezza dello scavo, possono essere proposte per l’intanto alcune considerazioni: l’allestimento di vari ambienti ripropone in maniera ricorrente il leit-motiv dell’uso dell’acqua, il che porta ad escludere l’ipotesi che possa trattarsi di una semplice domus e così pure di altri impianti di tipo pratico-artigianale.

A fronte di tali esclusioni si può presumere che esso abbia man-tenuto nel tempo una funzione in qualche modo rituale, strettamen-te connessa all’uso dell’acqua48, e va rilevato come l’edificio stesso trovi continuità e «rispetto» pure in concomitanza con la monumen-tale risistemazione dell’area in età tiberiano-claudia, quando ad O-vest dell’Edificio viene costruito il Tempietto del Foro49.

Nel contesto così delineato, non pare fuori luogo l’ipotesi che il complesso nella sua destinazione primaria, caratterizzato da appre-stamenti funzionali ad un uso particolare dell’acqua, possa in qual-che modo collegarsi a rituali riferibili a un antico culto delle acque in associazione alla Salus.

Del resto l’attestazione locale del culto della dea Salus, meglio conosciuta ad Urbs Salvia nella accezione di Salus Augusta, contraddi-stinta a partire dall’età tiberiana anche da una forte connotazione po-

47 Per quanto concerne le fasi tarde dell’edificio in esame: FABRINI 2005 a,

pp. 96-102 e infra pp. 228-229. 48 Lo scavo ha evidenziato anche strutture idriche (un bacino servito da una

vasca) di due fasi precedenti quella augustea. 49 Un riferimento sull’argomento in EAD. 2005a, pp. 102-103 e 113, con

rinvio anche alla planimetria del Tempietto del Foro: p. 108, fig. 25.

Page 23: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

215

Fig. 13 – Urbs Salvia: Edificio «delle acque». Particolari delle strutture modulari connesse all’uso dell’acqua,

e del pavimento in signinum. Da Sud.

Page 24: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 216

litica, collegata al culto imperiale50, indizia fortemente verso un ori-ginario collegamento con l’elemento idrico, ovvero con una più an-tica pratica di culto di tipo terapeutico legato alla presenza nel luogo di acque sorgive e dotate di virtù medicamentose51. Il legame tra Sa-lus e l’acqua trova peraltro una esplicita attestazione figurativa in una famosa patera argentea rinvenuta a Castro Urdiales in Spagna52 e in numerose testimonianze di natura epigrafica provenienti da contesti provinciali con dediche riferibili con certezza a Salus intesa come Hygieia, con le competenze della paredra di Esculapio, cioè come di-vinità dispensatrice di salute fisica: queste comprovano il legame esi-stente con luoghi caratterizzati dalla presenza di sorgenti53.

A rafforzare una tale ipotesi interpretativa è anche la constata-zione che la ricchezza dell’elemento idrico, con valore anche terapeu-tico, contraddistingue tutto il territorio dell’antica Urbs Salvia, con abbondanza di acque minerali che ancora sgorgano nelle varie con-trade Bàgnora o Bàgnere di Petriolo, di Mogliano, e di Loro Piceno e soprattutto nella zona di Campolargo in territorio di Urbisaglia54. A queste attestazioni si aggiunga la presenza ancora oggi di acque sorgi-ve affioranti nell’area urbana dell’ antica città.

Ancora all’età augustea/primo-imperiale, va riferita la testimo-nianza relativa all’individuazione nell’area centrale della città di un

50 Sulle origini del culto imperiale in connessione con la Salus Augusta Sal-

viensis vedi DELPLACE 1983, pp. 775-776 (= EAD. 1995, pp. 30-34); EAD. 1993, pp. 136, 238-240. Sulle stesse problematiche, in riferimento allo scavo del grande Tempio urbisalviense, si sofferma FABRINI 2000, pp. 154, 158.

51 Sulle problematiche in questione si rinvia a FABRINI 2005a, p. 103, nota 110, con bibliografia precedente.

52 Per la patera, certamente di natura votiva, proveniente da Otañes (San-tander in Spagna), si rinvia a J.A. HILD in DAREMBERG - SAGLIO IV, 2 (1911), s.v. Salus, p. 1058, fig. 6089, e al fac-simile da fotografia riprodotto in GASPERINI

1987, p. 138, fig. 6. Si vedano inoltre BARATTE 1992, pp. 43-54; BELTRÁN LLORIS

2004, pp. 275-276, fig. 154 (con ulteriore bibliografia). Un riferimento da ultimo in PROSPERI VALENTI 2006, p. 281.

53 Sull’argomento si rinvia a quanto esposto in FABRINI 2005a, pp. 103-105. 54 Nell’ambito della letteratura locale si rinvia a PACINI 1991, pp. 586-587.

Page 25: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

217

«balneum muliebre», attestato da un lembo di mosaico pavimentale già portato in luce nel 1965, con una iscrizione che fa riferimento ad uno «[–––] stabilimento termale femminile [–––] e l’uso gratuito dell’impianto dei bagni, per sempre»55. L’esistenza di un edificio termale sito ad Ovest del cardo maximus, nella zona dell’area forense, appare interessante come conferma del fatto che la città – come su accennato – doveva essere stata già al tempo dotata di tutte le infra-strutture utili all’approvvigionamento e alla distribuzione idrica.

Sempre ad età augustea, come si può desumere da quanto finora scavato, risale inoltre l’impianto dell’Edificio «del pozzo» (Fig. 2, n. 7): situato ad Est dell’Edificio «delle acque» e come questo servito da un tratto di angiporto glareato56, presenta le caratteristiche di una domus, con numerosi vani distribuiti intorno ad una corte centrale (Fig. 14).

L’età tiberiano-claudia

Ritornando alla prima età imperiale, se possiamo assegnare ad

Augusto il primo piano programmatico della nuova Urbs Salvia, al successore Tiberio va attribuito invece un imponente progetto di ri-organizzazione monumentale degli spazi che promuove, ad Est della Salaria Gallica, l’edificazione del complesso Tempio-Criptoportico (Fig. 2, n. 8) e del Tempietto del Foro (Fig. 2, n. 9), disposti in senso

55 Sul mosaico pavimentale, di ottima qualità, rinvenuto in situ, ed oggi non più visibile, si confrontino MERCANDO 1979, p. 39, tav. 18 (sotto); PACI 1979, p. 56 (A.Ep. 1979, n. 202); PACI 1990, pp. 81-82, nota 19; DELPLACE 1993, p. 290 e CANCRINI - DELPLACE - MARENGO 2001, VRB 5, pp. 29, 115-117, fig. 22.1: la data-zione viene proposta sia per i caratteri paleografici, sia in base alla decorazione musiva caratterizzata da quadrati emboités che trovano confronto in un mosaico di Via Gorani a Milano, attribuito alla seconda metà del I sec. a.C. (DAVID 1996, p. 106, n. 50, figg. 173-176; 328-329; DAVID - DE MICHELE 1998, p. 12, fig. 2). Sull’argomento ritorna da ultimo FABRINI 2007b, pp. 320-321.

56 Per una notizia preliminare sull’argomento si confronti FABRINI 2007b, p. 2, fig. 9.

Page 26: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 218

Fig. 14 – Urbs Salvia: planimetria parziale dell’area dell’Edificio «delle acque» e dell’Edificio «del pozzo», servita da un angiporto glareato. Rilievo e disegno G. Montali.

perpendicolare alla viabilità principale57, mentre ad Ovest dà avvio alla costruzione di portici e di altri edifici pubblici funzionali alla vita

57 L’edificazione del complesso santuariale comporta l’obliterazione delle

strutture precedenti e impone altresì una sostanziale revisione dell’asse longitudi-nale Nord - Sud del Foro tardorepubblicano e augusteo, parallelo al tracciato del cardo maximus, intervenendo a convertire in direzione Est-Ovest l’asse della piazza forense su cui vengono a prospettare i nuovi edifici sacri: sull’argomento FABRINI

2005b, p. 254 e PERNA 2006a, p. 125; ID. 2007, pp. 363-365.

Page 27: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

219

cittadina che, nel loro insieme, vanno a modificare e a ridefinire l’assetto planimetrico ed architettonico del Foro urbisalviense58.

Al riguardo ci si limita qui a sottolineare la funzione di tempio forense per l’edificio sacro dedicato alla Salus Augusta e la sua valenza architettonica dominante nell’ambito della organizzazione del Foro, rinviando peraltro a quanto già pubblicato per quanto riguarda in dettaglio i risultati dello scavo59. Vale la pena di rilevare comunque che le ultime ricerche hanno potuto evidenziare come l’isolato che lo ricomprende sia perfettamente definito, ad Ovest dalla Salaria Gallica, e ad Est dal primo cardine orientale della maglia urbana60 (Fig. 15): tale cardine, fiancheggiando le ultime propaggini architet-toniche del santuario, va ad intersecarsi con un asse di viabilità minore Est-Ovest (denominato Criptoportico Strada Sud), di più recente acquisizione, anch’esso basolato, che corre parallelo alla galleria meridionale del Criptoportico, ad uso della stessa area cul-tuale, separando di fatto il santuario rispetto alla limitrofa area abi-tativa61 (Fig. 16).

Merita piuttosto ora concentrare l’attenzione su un altro piccolo ma importante monumento, il cosiddetto Tempietto del Foro, di fat-to sostanzialmente inedito prima delle recenti indagini di scavo.

58 Le strutture rimesse in luce dallo scavo nell’area ad Ovest della Salaria Gal-

lica evidenziano anch’esse come, pur nel rispetto della pianificazione già prevista in età augustea, i lati settentrionale e occidentale della piazza forense vengano in età tiberiano-claudia nuovamente ridefiniti dal punto di vista monumentale: si con-fronti infra, pp. 223-224.

59 Si vedano in particolare per il Tempio della Salus Augusta: FABRINI 2000; EAD. 2001, pp. 9-30; EAD. 2004, pp. 116-117; EAD. 2005b, pp. 254-257; mentre per i risultati delle più recenti indagini relative al Criptoportico si rinvia a PACI

2004, pp. 1-24; QUIRI 2003, pp. 400-406; DE MARINIS - QUIRI 2005, pp. 262-268; BECKER 2005, pp. 269-273; DELPLACE 2005, pp. 274-275; EAD. 2007a, pp. 103-127; EAD. 2007b, pp. 31-35.

60 Per il recente rinvenimento dell’asse stradale basolato situato ad Est del com-plesso Tempio-Criptoportico, si vedano DE MARINIS - QUIRI 2005, p. 264, fig. 14.

61 Pare plausibile ipotizzare una analoga sistemazione di viabilità minore a Nord del Criptoportico.

Page 28: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 220

Fig. 15 – Urbs Salvia: veduta d’insieme del primo cardine orientale, basolato. Da Sud.

Page 29: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

221

Fig. 16 – Urbs Salvia: Criptoportico Strada Sud. Veduta dell’asse stradale basolato a servizio dell’area cultuale. Da Est.

L’edificio, a pianta rettangolare (m 15,15 Ovest-Est x m 9,55 Nord-Sud), situato sul lato Est del Foro, nell’area a Sud del complesso Tempio-Criptoportico e posto su alto podio con modanatura di base, si presenta oggi ben leggibile nella sua struttura essenziale62 (Fig. 17).

62 Sull’edificio sacro si rinvia a FABRINI 2005a, pp. 106-114; EAD. 2005b, pp.

257-260.

Page 30: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 222

Fig. 17 – Urbs Salvia: pianta realistica del Tempietto del Foro. Rilievo e disegno G. Montali.

La fronte tetrastila dava accesso ad un pronao e quindi ad una

cella articolata al suo interno da membrature architettoniche, men-tre sul fondo un accenno di abside ingloba un alto basamento desti-nato a sostenere una o più statue di culto. Il corpo del Tempietto, in opera testacea con nucleo cementizio, è caratterizzato da una struttu-ra muraria di particolare solidità sul lato Ovest, intesa come biparti-

Page 31: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

223

ta, da una parte a rappresentare la parete Ovest della cella e dall’altra a costituire l’imposta della volta destinata a sorreggere il pronao. L’altra imposta, a sua volta, poggiava su un imponente corpo mura-rio su cui insistevano le colonne del pronao. Addossata a tale strut-tura risulta essere la massicciata in cementizio della scalinata di ac-cesso all’edificio, fiancheggiata da due ali pressoché quadrate.

Un intervento di scavo ha dato la possibilità di scoprire l’esistenza di un ambulacro a una galleria (con pareti in opus mixtum, affrescate e decorate da stucchi, ed accessi laterali) che gira intorno all’edificio su tre lati raccordati sulla fronte Ovest da un corridoio passante: questi elementi strutturali richiamano, seppure in scala ri-dotta, la tecnica e l’organizzazione del vicino complesso Tempio-Criptoportico; e si rileva pure la continuità del muro del témenos che recinge e delimita sulla fronte Ovest i due edifici templari.

Risulta quindi motivata per questo monumento l’interpreta-zione come edificio sacro, considerata anche la sua collocazione nella zona religiosa del Foro ove l’allineamento con il complesso Tempio-Criptoportico e la comune integrazione architettonica rispetto all’area della piazza forense su cui prospettano, con pari risalto e di-gnità, assicurano per questo Tempietto un ruolo di elevata visibilità e di idonea valenza ideologica e monumentale63.

63 L’estensione Est-Ovest della piazza forense su cui entrambi prospettano

contribuisce a chiarire le scelte urbanistiche applicate al piano progettuale che, pur preservando i vincoli imposti dalla pianificazione precedente, mira all’organizza-zione, al centro della città, di una fascia longitudinale attrezzata, articolata in ter-razzamenti, e destinata all’edilizia pubblica (per la derivazione dello schema urba-nistico da modelli «milesi» si confronti SANTORO BIANCHI 1983, pp. 196 ss., e ORTALLI 1995, pp. 289-230, entrambi a proposito del municipio appenninico di Mevaniola in Aemilia), con la creazione di un percorso monumentale altamente scenografico che vede contrapporsi alle due estremità – in corrispondenza bipolare – da un lato (ad Est, in pianura) i templi del complesso santuariale svettanti su alto podio, e dall’altro (ad Ovest, in altura e leggermente disassato) il teatro, anch’esso di impianto tiberiano (GASPERINI 1982): si vedano per il caso di Verona GROS -TORELLI 1988, pp. 222-224 e per un analogo piano urbanistico, ove il teatro «do-

Page 32: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 224

Per quanto concerne poi la sua datazione, già alcuni elementi strutturali e planimetrici in comune con il Tempio-Criptoportico di età tiberiano-claudia orientano per una costruzione correlata dei due monumenti, con la possibilità peraltro di una qualche seriorità per quanto riguarda il Tempietto. Del resto, anche i dati di scavo finora acquisiti danno indicazione in tal senso64.

I risultati delle indagini di scavo condotte nell’area del Tempio-Criptoportico avevano già consentito in precedenza di identificare nel complesso santuariale la sede del culto imperiale, ove l’edificio di culto della Salus Augusta assolveva alle funzioni di tempio forense65 a significare il nuovo ordine politico, religioso e sociale, in età tiberia-na. La zona cultuale doveva raccordarsi con il Foro civile antistante, i cui caratteri dimensionali e strutturali erano ancora del tutto da de-finire. In questa ottica, nel 2001 si è dato avvio allo scavo di un’area ad Ovest della Strada 78 Picena (Salaria Gallica), in corri-spondenza con il settore Sud del Foro: venivano qui portate in luce le strutture relative ad un edificio templare (tempio Sud del Foro), quelle di un monumento onorario a dado e di un grande collettore per il deflusso delle acque; si indagavano altresì alcuni tratti della pavimentazione della piazza forense (Fig. 2, n.10), in grandi lastre di calcare grigio (delle dimensioni di m 1 x 0,50), il che consentiva

minava da Est gli spazi politici ed amministrativi della città bassa», il caso della cit-tà di Arles (GROS 1987, pp. 339-363; GROS -TORELLI 1988, pp. 272-275, fig. 134).

64 Un’età ancora più tarda è stata avanzata da PERNA 2006a, p. 66, nota 250; 2006b, pp. 144-145; e ID. 2007, p. 364, sulla base della tecnica edilizia del corpo del tempietto (ed anche per un’iscrizione riferita «in via del tutto ipotetica» al mo-numento). Si veda anche MARZIALI 2007, pp. 11-30, in specie tabella p. 17.

65 Per la tipologia dei complessi Tempio-Criptoportico spesso collegati alle aree forensi si rinvia a DELPLACE 1993, pp. 273-279 (con ampi riferimenti biblio-grafici). Si vedano inoltre gli esempi di Zara-Zadar in SUIĆ 1981, figg. tra le pp. 204-205 e 208-209, e di Augst-Augusta Raurica in MORSELLI 1994, pp. 690-691, fig. 791. Sui templi del culto imperiale nelle province occidentali dell’impero si rinvia anche a GROS -TORELLI 1988, pp. 256-257.

Page 33: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

225

di ottenere una indicazione cronologica orientativa di età primo-imperiale66.

Negli anni successivi si è condotta inoltre l’indagine nei settori Nord e Ovest del Foro civile, venendo a delineare così l’area della piazza forense, a pianta rettangolare, di dimensioni relativamente modeste, con estensione Nord-Sud di m 80 x 40 Ovest-Est circa, vi-abilità compresa (pari a 270 x 135 piedi romani)67, e portando in lu-ce alcune strutture murarie relative ad edifici pubblici che delimita-no la piazza68.

L’insieme degli edifici, le cui strutture non emergono oltre i piani pavimentali, sembra presentare più fasi che potranno essere meglio definite solo a seguito di ulteriori indagini. Per intanto si se-gnalano:

• sul lato Nord della piazza una lunga struttura muraria Ovest-Est, messa parzialmente in luce per circa 9,40 m, in funzione di sti-lobate con relativa scalinata di tre gradini che danno sulla piaz-za stessa69: il che qualifica l’edificio di pertinenza come porti-cato, con una larghezza di m 4,5070 (Fig. 2, n.11; Fig. 18). Die-tro al portico si aprono due vasti ambienti, uno dei quali pa-vimentato a grandi lastre, che vanno a sovrapporsi a strutture più antiche.

• sul lato Ovest il probabile muro di fondo di un portico che ugualmente si affacciava con una serie di pilastri sulla piazza

66 Per questi rinvenimenti si veda supra p. 210, nota 43. 67 Per una serie di confronti tipologici con altri complessi forensi di area ita-

lica, si rinvia a PERNA 2006a, pp. 124-126, nota 490. 68 Sui primi risultati delle indagini si rinvia ad FABRINI 2005a, pp. 66-71 (da

cui PERNA 2006a, pp. 74-76; 125-126 e fig. 31; ID. 2007, pp. 363-365). 69 Dai resti della massicciata in opera cementizia e dalle dimensioni di un

concio in calcare pertinente ad un gradino si hanno indicazioni per una alzata di m 0,24 e una pedata di m 0,45.

70 Al di sotto della stessa scalinata corre un canale di scolo per le acque me-teoriche.

Page 34: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 226

Fig. 18 – Urbs Salvia: area del Foro civile. Edificio porticato sul lato Nord della piazza. Da Sud-Ovest.

(Fig. 2, n.12; Fig. 19), rimesso in luce per una lunghezza di circa m 38,40. Quanto agli edifici retrostanti, si segnala l’individua-zione di tre vasti ambienti uno dei quali presenta un’estesa pa-vimentazione realizzata in tasselli di laterizio.

Viene così a delinearsi la configurazione del Foro civile in quella che possiamo considerare fondatamente la sistemazione di età tibe-riana, con una riorganizzazione complessiva dello spazio forense nell’area urbana, in una visione organica nell’ambito del perimetro della cinta muraria e del reticolo stradale, già verosimilmente deline-ati nel piano programmatico di età augustea.

Page 35: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

227

Fig. 19 - Urbs Salvia: area del Foro civile. Pilastri del portico Ovest. Da Sud.

Page 36: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 228

Il Foro di Urbs Salvia nell’assetto emerso dagli scavi recenti può essere inserito nella tipologia dei fori «bipartiti», ovvero caratterizzati dalla distinzione in due parti fondamentali (area religiosa e area civi-le) separate dal passaggio di un asse stradale.

C’è da rilevare peraltro, rispetto ai confronti più noti – Luni71, Verona72, Brescia73, Ampurias74, Augst75 –, la particolare configura-zione rappresentata dall’assetto longitudinale della piazza, in svilup-po parallelo al principale asse stradale (cardo maximus), cui si rappor-tano sull’asse ortogonale sia il complesso Tempio-Criptoportico, sia il Tempietto. Una tale disposizione, che da una parte enfatizza gli e-difici del settore cultuale, mentre dall’altra offre un minore respiro agli edifici del settore civile, è verosimilmente la risultanza di ele-menti diversi quali l’antichità del tracciato urbano della Salaria Galli-ca, la morfologia dell’area interessata, la verosimile preesistenza di un’area pubblica con caratteristiche forensi già predisposta sin dal piano programmatico augusteo e da ultima, ma non meno impor-tante, la volontà di accentuare l’imponenza monumentale della zona religiosa del Foro, anche con un preciso significato di ordine ideolo-gico-politico76.

Tra i monumenti messi da ultimo parzialmente in luce dallo scavo merita ancora un cenno un piccolo complesso edilizio che sorge a Nord del portico settentrionale del Foro (Fig. 2, n. 13), co-stituito da un ambiente centrale absidato cui si addossano due vani di forma pressoché quadrata, tutti con pareti rivestite di cocciopisto

71 SOMMELLA 1988, p. 219 e fig. 63; ROSSIGNANI 1995, pp. 443-466. 72 SOMMELLA 1988, pp. 222-224; CAVALIERI MANASSE 1995, pp. 241-272. 73 SOMMELLA 1988, pp. 137-139 e fig. 40; ROSSI 1995, pp. 329-346. 74 GROS - TORELLI 1988, pp. 265-266, fig. 129; NÜNNERICH - ASMUS 1994,

pp. 219-221, fig. 70; ROSADA 1995, p. 69, fig. 13. 75 MORSELLI 1994, p. 690, fig. 791; ROSADA 1995, p. 69, fig. 14. 76 Questa visione rientra in un principio di centralità assiale che enfatizza la

posizione dei templi, come punto di convergenza degli assi ottici del complesso, secondo le disposizioni prescelte dall’urbanistica del tempo: si veda ancora MOR-

SELLI 1994, p. 691.

Page 37: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

229

Fig. 20 – Urbs Salvia: settore Nord del Foro civile. Impianto termale (?): veduta delle vasche. Da Sud-Est.

idraulico. La presenza inoltre, sul fondo della vasca centrale, di una pavimentazione – quasi completamente spoliata – in lastre di marmo di Sciro allettate al di sopra di una robusta piattaforma in cementi-zio, lascia ritenere che l’impianto nel suo insieme (Fig. 20) possa aver costituito un apprestamento di tipo termale (frigidarium) forse a servi-zio di una domus, anche in considerazione del rinvenimento nell’area di una grande fistula plumbea di alimentazione idrica, pur trovata fuori contesto. Quanto alla determinazione cronologica dell’edificio, essa può derivare dall’analisi dei materiali rinvenuti negli strati ta-gliati dalla fossa di fondazione del muro Sud della vasca centrale, che orienta la datazione a dopo l’età claudia o, più in generale, nella se-conda metà del I sec. d.C.77.

77 Anche in questo caso sarà solo l’ampliamento delle indagini ad evidenziare

l’estensione o meno verso Nord del complesso che, al momento, non ha ancora restituito tracce di ambienti dotati di vasche riscaldate.

Page 38: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 230

Fig. 21 – Urbs Salvia: Edificio «delle acque». Ristrutturazione alla metà del III secolo: il nuovo pavimento a mosaico di uno degli ambienti. Da Nord.

L’età dal III al VII secolo d. C.

Le poche attestazioni monumentali riferibili all’età tardo-

imperiale a Urbs Salvia sono tutte di nuova acquisizione e meritano dunque un cenno le vicende ascrivibili all’incirca alla metà del III se-colo d.C., quando l’Edificio «delle acque» cambia la sua destinazione d’uso, verosimilmente da cultuale a civile: l’intervento principale è consistito nel rifacimento di un piano pavimentale con la realizza-zione di un mosaico ad esagoni regolari in bianco e nero (Fig. 21), nella cui preparazione è stato rinvenuto tra l’altro un sesterzio di Gordiano III databile al 240 d.C. che costituisce il termine post quem

Page 39: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

231

Fig. 22 – Urbs Salvia: Edificio «del pozzo». Ristrutturazione alla metà del III

secolo: il cortile con lastricato pavimentale, canalette e scala. Da Est. per la stesura del mosaico stesso; e pare non privo di significato il fatto che in questo stesso torno di tempo segni di declino comincino ad emergere anche nel vicino Criptoportico del grande Tempio78.

In analogia con quanto sopra sono documentate inoltre anche le vicende tarde relative all’Edificio «del pozzo» quando, a seguito di episodi di distruzione e spoliazione, gli ambienti occidentali della domus vengono ristrutturati con un nuovo apprestamento che vede l’impianto di un cortile in belle lastre di calcare bianco, dominato dalla presenza di un pozzo (Fig. 22) con una vera in calcare grigiastro

78 Si tratta di dati preliminari per i quali si rinvia a QUIRI 2003, pp. 402, 405; DE MARINIS - QUIRI 2005, pp. 265-267.

Page 40: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 232

(recuperata negli strati di abbandono finale dell’area: Fig. 23), e ser-vito da due canalette per il deflusso dell’acqua79. All’interno dello stesso vano una scala di almeno sette gradini in arenaria (riutilizzati) consentiva altresì il passaggio sul riempimento, nel frattempo inter-corso, di un tratto di angiporto80. Tale nuovo allestimento consenti-va peraltro di utilizzare agevolmente anche il tratto di strada basolata parallela alla galleria Sud del Criptoportico, conservata ancora al tempo con alcuni rifacimenti81.

Per la conoscenza poi delle vicende di Urbs Salvia in epoca tar-doantica un contributo significativo può offrire anche la continuità di attestazioni ceramiche, che costituiscono importanti indicatori commerciali, utili a testimoniare nel tempo la vitalità del centro urbano82.

A riprova delle discrete potenzialità economiche riferibili alla città ancora nei secoli IV e V, risultano utili le testimonianze dei re-perti anforici relative ancora ad una diffusa importazione di prodotti

79 Per una prima indicazione sui risultati di questo intervento si veda FABRINI

2007a, pp. 2-3, fig. 9. 80 L’antica strada glareata di servizio agli edifici di impianto augusteo (già in-

dicata supra, p. 215) risulta essere andata in disuso alla metà circa del III secolo a seguito della sua colmatura formatasi progressivamente con strati di rifiuti, detriti e sgombero di macerie, con il conseguente rialzamento del piano di calpestio e-sterno alle domus: in particolare tra i materiali recuperati si segnalano spezzoni di colonne in laterizio rivestite di stucco, porzioni di affreschi parietali, oggetti mobili in marmo di non comune importanza, come una testa ritratto virile di età giulio-claudia, un avambraccio appartenente ad una statua di grandi dimensioni, fram-menti di panneggio, e anche cornici e una serie di ornamenti d’arredo tra i quali esemplari di oscilla. Inoltre è stato rinvenuto un grande cratere di gusto neoattico, in pentelico, ripartito in ben dodici frammenti reimpiegati nelle murature tarde, al tempo dei rifacimenti funzionali dell’area: si confronti per una nota preliminare sui rinvenimenti FABRINI 2007b, pp. 326-331.

81 Un intervento di scavo su tale strada, effettuato nel 2007, ha infatti evi-denziato come, dopo vicende di distruzione, il basolato sia stato ripreso in alcuni punti con un battuto, così come le crepidines e i relativi marciapiedi.

82 Per un’analisi dettagliata sui materiali ceramici si vedano FABRINI - GIU-

LIODORI - CAPPONI - FORTI 2006, passim.

Page 41: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

233

Fig. 23 – Urbs Salvia: Edificio «del pozzo». Particolari della vera in calcare.

Page 42: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 234

(vini pregiati, olio, salse e tranci di pesce) sia dall’Africa e dall’area iberica, sia dal Mediterraneo orientale83.

Per quanto riguarda poi il V secolo e la pretesa distruzione di Urbs Salvia nel 410 ad opera di Alarico – secondo la versione tra-mandataci da Procopio84 –, al di là dei danni e delle devastazioni più o meno gravi subìte, se un abbandono della città ci fu, esso fu probabilmente un episodio limitato nel tempo, mentre di ben altra entità per durata e danni fu nel VI secolo la guerra gotico-bizantina (535-553)85.

Seguono secoli di silenzio delle fonti scritte: una certa continui-tà di vita, però, anche in questa fase storica e oltre, è documentata dalle attestazioni di una discreta quantità di ceramiche, in specie del-le anfore Late Roman 1, 2, 3 e 4 e degli spatheia di piccole dimen-sioni, tutti contenitori ancora di importazione86 (Fig. 24).

Segue il tempo dell’abbandono: il sito, ridotto in rovina, è or-mai esposto ad ogni possibile intervento di saccheggio dei materiali edilizi. Sono eloquenti, al riguardo, le testimonianze archeologiche relative ai riempimenti delle numerose fosse di spoliazione che docu-

83 In merito alle problematiche legate alla diffusione delle merci, c’è da tener

conto della intermediazione di scali portuali dislocati lungo la costa medio-adriatica, nel caso Ancona e/o Potentia, per i quali si rinvia a SALVINI 2001 e a PACI 2003, pp. 286-296.

84 PROCOP., Bell. Goth. II, 16. 85 Per un quadro generale della regione marchigiana alla fine dell’età antica

fondamentali rimangono gli studi di Nereo Alfieri, e in particolare: ALFIERI 1983, pp. 9-34 ( = ID. 2000, pp. 221-241); e ID. 1992, pp. 117-134. Per un esame com-plessivo inoltre delle fonti epigrafiche tra III e VI sec. d.C. restituite dal territorio marchigiano, rivelatrici, nella loro esiguità, delle mutate condizioni storiche ed e-conomiche del territorio, si veda ancora PACI 1999b, pp. 1-23 e ID. 2000, pp. 419-433. Da ultimo sul periodo storico in questione si rinvia a MENESTÒ 2004, passim. Per una analisi del caso specifico di Urbs Salvia in rapporto alle notizie delle fonti e alla più recente documentazione archeologica si rinvia a PACI 2004, pp. 9-11.

86 Per un quadro storico più ampio e circostanziato sulle ultime attestazioni di vita della città nei secoli tardi si veda FABRINI in FABRINI - GIULIODORI - CAP-

PONI - FORTI 2006 , pp. 324-330.

Page 43: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

235

Fig. 24 - Tavola tipologico-cronologica delle principali forme di anfore attestate ad Urbs Salvia dal I sec. all’età tardoantica

(da FABRINI - GIULIODORI - CAPPONI - FORTI 2006, p. 376, fig. 10).

Page 44: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 236

mentano una frequentazione ininterrotta nell’area dell’antica città nei secoli fino al Mille ed oltre, quando la popolazione si era già tra-sferita irreversibilmente sulla sommità del colle.

Abbreviazioni bibliografiche

AA.Vv. 1983 = AA.VV., Studi sulla città antica. L’Emilia-Romagna (= «Studia Archeologica», XXVII), Roma 1983.

ALFIERI 1983 = N. ALFIERI, Le Marche e la fine del mondo antico, in Isti-tuzioni e società nell’alto Medioevo marchigiano. Atti del Convegno (Ancona-Osimo-Jesi, 17-20 ottobre 1981), Ancona 1983 («Atti e Mem. Dep. Stor. Patr. Marche», 86, 1981), pp. 9-34, rist. in ID., Scritti di topografia antica sulle Mar-che, Tivoli 2000 (= «Picus», Suppl. VII), pp. 221-241.

ALFIERI 1992 = N. ALFIERI 1992, Il Piceno fra età tardo antica e alto me-dievale, in Il Piceno in età romana, dalla sottomissione a Roma alla fine del mondo antico. Atti del 3° Seminario di studi per personale direttivo e docente della scuola (Cupra Marittima, 24 -30 ottobre 1991),Cupra Marittima 1992, pp. 117-134.

ALFIERI - GASPERINI - PACI 1985 = N. ALFIERI - L. GASPERINI - G. PA-CI, M. Octavii lapis Aesinensis, in «Picus» V (1985), pp. 7-50.

BARATTE 1992 = F. BARATTE, La coupe en argent de Castro Urdiales, in CHEVALLIER 1992, pp. 43-54.

BECKER 2005 = F. BECKER, Il nuovo volto di Urbs Salvia: il Criptoportico, l’area templare, il Foro. 3, in DE MARINIS - PACI - PERCOSSI - SILVESTRINI 2005, pp. 269-273.

BELTRÁN LLORIS 2004 = M. BELTRÁN LLORIS, Augusto y Turiaso, in M. BELTRÁN LLORIS - J.A. PERALTA (a cura di), Las aguas sagradas del Municipium Turiaso, in «Caesaraugusta» 76 (2004), pp. 259-295.

CAMPAGNOLI - GIORGI 2000 = P. CAMPAGNOLI - E. GIORGI, Alcune considerazioni sulla viabilità romana nelle Marche meridionali, in «Riv. Topogr. Ant.» X (2000), pp. 106-126.

CANCRINI - DELPLACE - MARENGO 2001 = F. CANCRINI - C. DELPLA-CE - S.M. MARENGO, L’evergetismo nella Regio V (Picenum), Tivoli 2001 (= «Picus», Suppl. VIII).

CATANI 1992 = E. CATANI, Il santuario ellenistico-romano presso Monteri-naldo: un’emergenza archeologica e monumentale dell’ascolano, in Il Piceno in età romana, dalla sottomissione a Roma alla fine del mondo antico. Atti del 3° Semina-rio di studi per personale direttivo e docente della scuola (Cupra Marittima, 24 - 30 ottobre 1991), Cupra Marittima 1992, pp. 47-58.

Page 45: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

237

CAVALIERI MANASSE 1995 = G. CAVALIERI MANASSE, Nuove indagini nell’area del Foro di Verona (scavi 1989-1994), in MIRABELLA ROBERTI 1995, pp. 241-272.

CHEVALLIER 1992 = R. CHEVALLIER (a cura di), Les eaux thermales et les cultes des eaux en Gaule et dans les provinces voisines. Actes du Colloque 28 - 30 septembre 1990, Aix les Bains, Tours 1992 (= «Caesarodunum» XXVI).

COULTON 1976 = J.J. COULTON, The Architectural Development of Greek Stoa, Oxford 1976.

DAREMBERG - SAGLIO = C. DAREMBERG - E. SAGLIO, Dictionnaire des antiquités grecques et romaines, I-VI, Paris 1877-1919.

DAVID 1996 = M. DAVID, I pavimenti decorati di Milano antica. I sec. a.C. - VI sec. d.C., «Not. Milano» Suppl. XVI, Milano 1996.

DAVID - DE MICHELE 1998 = M. DAVID - V. DE MICHELE, Lo spettro dei materiali lapidei circolanti nel mondo romano attraverso la documentazione pavimentale. Il caso di Mediolanum, in Atti V Colloquio AISCOM (Roma, 3-6 novembre 1997), Ravenna 1998, pp. 11-16.

DELPLACE 1983 = C. DELPLACE, La colonie augustéenne d’Urbs Salvia et son urbanisation au Ier siècle ap. J.-C., in «Mél. Ec. Franç. Rome, Ant.» 95 (1983), pp.761-784.

DELPLACE 1993 = C. DELPLACE, La romanisation du Picenum. L’exam-ple d’Urbs Salvia, Rome 1993 (= «Coll. Ec. Franç. Rome», 177).

DELPLACE 1995 = C. DELPLACE, La colonia augustea di Urbs Salvia e la sua urbanizzazione nel I sec. d.C., in Studi su Urbisaglia romana 1995, pp. 23-48.

DELPLACE 2005 = C. DELPLACE, Il nuovo volto di Urbs Salvia: il Cripto-portico, l’area templare, il Foro. 4, in DE MARINIS - PACI - PERCOSSI - SILVE-STRINI 2005, pp. 274-275.

DELPLACE 2007a = C. DELPLACE, Le pitture murali del Criptoportico di Urbisaglia II, in «Picus» XXVII (2007), pp. 103-127.

DELPLACE 2007b = C. DELPLACE, La decorazione dipinta del criptoportico di Urbs Salvia, «Ann. Fac. Lett. Filos. Univ. Macerata» XL (2007), pp. 31-35.

DE MARINIS - FABRINI - PACI - PERNA - SARGOLINI - TEOLDI 2006 = G. DE MARINIS - G.M. FABRINI - G. PACI - R. PERNA - M. SARGOLINI - S. TE-OLDI (a cura di), Verso un piano per il Parco Archeologico di Urbs Salvia, Lore-to 2006.

DE MARINIS - PACI 2000 = G. DE MARINIS - G. PACI, Atlante dei Beni Culturali dei territori di Ascoli Piceno e di Fermo. Beni Archeologici, Cinisello Balsamo (Milano) 2000.

DE MARINIS - PACI - PERCOSSI - SILVESTRINI 2005 = G. DE MARINIS - G. PACI - E. PERCOSSI - M. SILVESTRINI, Archeologia nel Maceratese: nuove acquisizioni, Macerata 2005.

Page 46: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 238

DE MARINIS - QUIRI 2005 = G. DE MARINIS - P. QUIRI, Il nuovo volto di Urbs Salvia: il Criptoportico, l’area templare, il Foro. 2, in DE MARINIS - PACI - PERCOSSI - SILVESTRINI 2005, pp. 262-268 .

DE VISSCHER - MERTENS 1957 = F.DE VISSCHER - J. MERTENS Alba Fucense. Notizie sommarie sugli scavi eseguiti nel 1955, in «Not. Scavi» 1957, pp. 163-170.

DI CINTIO 2007 = C. DI CINTIO, Ceramica a vernice nera, in GIULIO-DORI - DI CINTIO - CAPPONI - FORTI 2007, pp. 397-401.

E.A.A. 1994 = Enciclopedia dell’arte antica, classica ed orientale. Secondo Suppl. 1971 - 1994, II, Roma 1994.

FABRINI 2000 = G.M. FABRINI, L’area del Tempio-Criptoportico ad Urbs Salvia. Risultati preliminari delle campagne di scavo 1995-1999, in «Picus» XX (2000), pp. 113-158.

FABRINI 2001 = G.M. FABRINI, Nuovi contributi storico-archeologici dal-l’area del Tempio-Criptoportico e del Foro di Urbs Salvia, in «Picus» XXI (2001), pp. 9-35.

FABRINI 2003a = G.M. FABRINI, Le origini di Urbs Salvia: il contributo delle più recenti indagini archeologiche, in «Picus» XXIII (2003), pp. 109-137.

FABRINI 2003b = G.M. FABRINI, Tempio della Salus Augusta ad Urbs Salvia, in LUNI 2003, pp. 237-238.

FABRINI 2004 = G.M. FABRINI, Urbisaglia. Urbs Salvia, in FABRINI - PACI - PERNA 2004, pp. 110-122.

FABRINI 2005a = G.M. FABRINI, Nuove evidenze monumentali nell’area forense di Urbs Salvia (campagne di scavo 2001-2004), in «Picus» XXV (2005), pp. 65-118.

FABRINI 2005b = G.M. FABRINI, Il nuovo volto di Urbs Salvia: il Cripto-portico, l’area templare, il Foro. 1, in DE MARINIS - PACI - PERCOSSI - SILVE-STRINI 2005, pp. 248 - 261.

FABRINI 2006a = G.M. FABRINI, Il quadro conoscitivo. Il sistema archeo-logico. 3.4 - La topografia storica della città, in DE MARINIS - FABRINI - PACI - PERNA - SARGOLINI - TEOLDI 2006, pp. 73-90.

FABRINI 2007a = G.M. FABRINI, Urbs Salvia (MC): monumenti e com-plessi edilizi nell’area del Foro, in «Fasti Online Documents & Research» 2007, pp. 1-7.

FABRINI 2007b = G.M. FABRINI Monumenti e testimonianze di età augu-stea ad Urbs Salvia, in «Studi Maceratesi» XLI, 2005 (= Il Piceno romano dal III a.C. al III d.C. Atti del XLI Convegno di Studi, Abbadia di Fiastra, 26 - 27 novembre 2005), Macerata 2007, pp. 309-347.

FABRINI - GIULIODORI - CAPPONI - FORTI 2006 = G.M. FABRINI - M. GIULIODORI - C. CAPPONI - S. FORTI, Produzioni ceramiche tarde da contesti

Page 47: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

239

del Foro di Urbs Salvia, in «Studi Maceratesi» XLII, 2004 (= Tardo antico e al-to Medioevo tra l’Esino ed il Tronto. Atti del XLII Convegno di Studi, Abbadia di Fiastra, 20 - 21 novembre 2004), Macerata 2006, pp. 311-391.

FABRINI - PACI - PERNA 2004 = G.M. FABRINI - G. PACI - R. PERNA, Be-ni Archeologici della provincia di Macerata, Pescara 2004.

GASPERINI 1982 = L. GASPERINI, Sulla carriera di Gaio Fufio Gemino console del 29 d.C., in Ottava Miscellanea greca e romana, Roma 1982, pp. 285-302 (= ID., Studi su Urbisaglia romana 1995, pp. 1-21).

GASPERINI 1987 = L. GASPERINI, Una nuova iscrizione rupestre ed un san-tuario delle acque sul Monte Cimino, in Miscellanea greca e romana XI, Roma 1987, pp. 129-144.

GASPERINI 1998 = L. GASPERINI, Urbs Salvia et la romanisation du Picenum, in «Journ. Rom. Arch.» 11 (1998), pp. 499-502.

GIULIODORI - DI CINTIO - CAPPONI - FORTI 2007 = M. GIULIODORI - C. DI CINTIO - C. CAPPONI - S. FORTI, Produzione e circolazione della ceramica ad Urbs Salvia tra III sec. a.C. e la prima età imperiale, in «Studi Maceratesi» XLI, 2005 (= Il Piceno romano dal III a.C. al III d.C. Atti del XLI Convegno di Studi, Abbadia di Fiastra, 26-27 novembre 2005), Macerata 2007, pp. 389-449.

GROS 1992 = P. GROS, Moenia: aspects défensifs et aspects représentatifs des fortifications, in VAN DE MAELE - FOSSEY 1992, pp. 211-225.

GROS 2001 = P. GROS, L’architettura romana dagli inizi del III secolo a.C. alla fine dell’alto impero. I monumenti pubblici. Milano 2001.

GROS - TORELLI 1988 = P. GROS - M. TORELLI, Storia dell’urbanistica. Il mondo romano, Bari 1998.

HUMBERT 1978 = M. HUMBERT, Municipium et civitas sine suffragio. L’organisation de la conquête jusqu’à la guerre sociale, Rome 1978 (= «Coll. Éc. Franç. Rome», 36).

LANDOLFI 2000 = M. LANDOLFI, Il santuario ellenistico-italico di Monte-rinaldo, in DE MARINIS - PACI 2000, pp. 127-133.

LA REGINA 1976 = A. LA REGINA, Il Sannio, in P. ZANKER (a cura di), Hellenismus in Mittelitalien. Kolloquium in Göttingen vom 5. bis 9. Juni 1974, I, Göttingen 1976, pp. 219-254.

LENZI 2003 = F. LENZI (a cura di), L’archeologia dell’Adriatico dalla prei-storia al Medioevo (Ravenna, 7-9 giugno 2001), Bologna 2003.

Les «Bourgeoisies» 1983 = Les «Bourgeoisies» municipales italiennes aux IIe et Ier siècles av. J.- C., Paris-Napoli 1983 (= «Coll. Centre Jean Bérard», Institut Français de Naples 1981).

Liber Coloniarum I - II = F. BLUME - K. LACHMANN - A. RUDORFF (a cura di), Liber Coloniarum I - II, Texte und Zeichhungen, in Schriften der römi-schen Feldmesser, Berlin 1848.

Page 48: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 240

LUNI 2003 = M. LUNI (a cura di), Archeologia nelle Marche. Dalla preisto-ria all’età tardoantica, Firenze 2003.

MARENGO - PACI 2004 = S.M. MARENGO - G. PACI, Recenti acquisizioni storico-epigrafiche nel Maceratese in «Studi Maceratesi» XXXVIII, 2002 (= Atti del XXXVIII Convegno di Studi Storici Maceratesi, Abbadia di Fiastra 23-24 novembre 2002), Macerata 2004, pp. 297-319.

MARENGO - SENSI 2000 = S.M. MARENGO - L. SENSI, Evergetismo e la-vori pubblici in una nuova iscrizione di Urbs Salvia, in PACI 2000a, pp. 561-577.

MARZIALI 2007 = D. MARZIALI, L’area del Tempio-Criptoportico di Urbs Salvia: analisi e studio delle tecniche edilizie, in «Ann. Fac. Lett. Filos. Univ. Macerata» XL (2007), pp. 11-30.

MENESTÒ 2004 = E. MENESTÒ (a cura di), Ascoli e le Marche tra Tardo-antico e Altomedioevo. Atti del Convegno di studio (Ascoli Piceno 5-7 dicembre 2002), Spoleto 2004.

MERCANDO 1976 = L. MERCANDO, L’ellenismo nel Piceno, in ZANKER 1976, pp. 160-218.

MERCANDO 1979 = L. MERCANDO, Rinvenimenti e notizie di mosaici pa-vimentali romani nel Maceratese, in «Studi Maceratesi» XIII, 1976 (= Atti XIII Convegno di Studi Storici Maceratesi), Macerata 1979, pp. 31-53.

MIRABELLA ROBERTI 1995 = M. MIRABELLA ROBERTI (a cura di), «Fo-rum et Basilica» in Aquileia e nella Cisalpina romana, Udine 1995 (= «Antichi-tà Altoadriatiche», XLII).

MORSELLI 1994 = C. MORSELLI, s.v. Foro, in E.A.A. 1994, pp. 689-693.

NÜNNERICH - ASMUS 1994 = A. NÜNNERICH - ASMUS, Basilika und Portikus. Die Architektur der Säulenhallen als Hausdruck Gewandelter Urbanität in später Republik und früher Kaiserzeit, Köln 1994.

ORTALLI 1995 = J. ORTALLI, Complessi forensi e architetture civiche nelle città romane dell’Emilia Romagna: Ariminum, Sassina, Mevaniola, Veleia, Bononia, in MIRABELLA ROBERTI 1995, pp. 273-328.

PACI 1979 = G. PACI, Nota sulle iscrizioni musive di S. Severino e di Urbi-saglia, in «Studi Maceratesi» XIII (1979), pp. 53-58.

PACI 1990 = G. PACI, Vent’anni di studi e ricerche urbisalviensi (1970-1990), in «Picus» X (1990), pp. 71-97.

PACI 1995 = G. PACI, Vent’anni di studi e ricerche urbisalviensi (1970 -1990), in Studi su Urbisaglia romana 1995, pp. 83-109.

PACI 1998 = G. PACI, Sistemazione dei veterani ed attività edilizia nelle Marche in età triumvirale-augustea, in «Mem. Acc. March. Sc. Lett. Arti An-cona» XXXIII (1994-1995), Ancona 1998, pp. 209-244.

Page 49: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

PER LA STORIA DI URBS SALVIA

241

PACI 1999a = G. PACI, Indagini recenti e nuove conoscenze sulle città ro-mane del territorio marchigiano, in «Ann. Fac. Lett. Filos. Univ. Macerata» XXXII (1999), pp. 201-244.

PACI 1999b = G. PACI, Documentazione epigrafica e trasformazione tardo antica in area marchigiana, in «Studi Maceratesi» XXXIII, 1997 (= Atti del XXXIII Convegno di Studi Storici Maceratesi, Potenza Picena, 22 - 23 novembre 1997), Macerata 1999, pp. 1-23.

PACI 2000 = G. PACI, Aspetti della trasformazione tardo-antica nell’Italia centrale adriatica, in El Mundo mediterráneo (siglos III-VII). Actas del III Congreso Andaluz de Estudios Clásicos, Madrid 2000, pp. 419-433.

PACI 2001 = G. PACI, Il Piceno tra III e II sec. a.C., in PERCOSSI SERE-NELLI 2001, pp. 20-23.

PACI 2003 = G. PACI, Novità epigrafiche delle Marche per la storia dei commerci marittimi, in LENZI 2003, pp. 286-296.

PACI 2004 = G. PACI, Le Marche in età tardoantica: alcune considerazioni, in MENESTÒ 2004, pp. 1-25.

PACI - CATANI 1999 = G. PACI - E. CATANI, La viabilità romana nelle Marche in «Riv. Topogr. Ant.» IX, 1999 (= La viabilità romana in Italia. Atti del III Congresso di Topografia Antica Roma, 10 -11 nov. 1998, Galatina 2001), pp. 175-192.

PACINI 1991 = D. PACINI, I «bagni» di Petriolo e del territorio circostante nell’agro urbisalviense,in «Studi Maceratesi» XXV, 1989 (= Montolmo e centri vicini: ricerche e contributi. Atti del XXV Convegno di Studi Storici Maceratesi, Corridonia 18 - 19 novembre 1989), Macerata 1991, pp. 561-590.

PERCOSSI SERENELLI 2001 = E. PERCOSSI SERENELLI (a cura di), Po-tentia. Quando poi scese il silenzio…Rito e società in una colonia romana del Pi-ceno fra Repubblica e tardo Impero, Milano 2001.

PERNA 1998 = R. PERNA, Note di urbanistica urbisalviense, in «Picus» XVIII (1998), pp. 193-206.

PERNA 2006a = R. PERNA, Urbs Salvia. Forma e urbanistica, Roma 2006 (= «Città antiche in Italia», 7).

PERNA 2006b = R. PERNA, Analisi archeologica, in DE MARINIS - FABRI-NI - PACI - PERNA - SARGOLINI - TEOLDI 2006, pp. 131-163.

PERNA 2007 = R. PERNA, Per l’urbanistica di Urbs Salvia: l’evoluzione del piano programmatico e l’organizzazione della città, in «Studi Maceratesi» XLI, 2005 (= Il Piceno romano dal III a.C. al III d.C. Atti del XLI Convegno di Studi Storici Maceratesi, Abbadia di Fiastra, 26 - 27 novembre 2005), Macerata 2007, pp. 349-387.

PROSPERI VALENTI 1998 = G. PROSPERI VALENTI, Valetudo. Origine ed aspetti del culto nel mondo romano, Roma 1998.

Page 50: PER LA STORIA DI IL CONTRIBUTO DELLE RECENTI INDAGINI DI

GIOVANNA MARIA FABRINI 242

QUIRI 2003 = P. QUIRI, La nuova realtà del Criptoportico di Urbs Salvia, in LENZI 2003, pp. 400-406.

ROSADA 1995 = G. ROSADA, Fori e basiliche nell’Italia settentrionale. No-te di topografia urbana,in MIRABELLA ROBERTI 1995, pp. 47-96.

ROSSI 1995 = F. ROSSI, Il Foro di Brescia: recenti ritrovamenti, in MIRA-BELLA ROBERTI 1995, pp. 329-346.

ROSSIGNANI 1995 = M.P. ROSSIGNANI, Foro e Basilica a Luni, in MIRA-BELLA ROBERTI 1995, pp. 443-466.

SALVINI 2001 = M. SALVINI (a cura di), Lo scavo del Lungomare Vanvitel-li. Il porto romano di Ancona, Ancona 2001.

SANTORO BIANCHI 1983 = S. SANTORO BIANCHI, Urbanistica romana delle città d’altura in Emilia Romagna, in AA.VV. 1983, pp. 175-209.

SHOE 1965 = L.T. SHOE, Etruscan and Republican Roman Mouldings, in «Mem. Americ. Acad. Rome» XXVIII.

SHOE MERRIT - EDLUND-BERRY 2000 = L.T. SHOE MERRIT - I.E.M. EDLUND-BERRY, Etruscan and Republican Roman Mouldings. A reissue, Phila-delphia - Rome 2000 (= «University Museum Monograph», 107).

SILVESTRINI 1996 = M. SILVESTRINI, Recensione a DELPLACE 1993, in «Quaderni di storia» XXII, 43 (1996), pp. 319-324.

SOMMELLA 1988 = P. SOMMELLA, Italia antica. L’urbanistica romana, Roma 1988.

Studi su Urbisaglia romana 1995 = L. BACCHIELLI - CH. DELPLACE - W. ECK - L. GASPERINI - G. PACI, Studi su Urbisaglia romana, Tivoli 1995 (= «Pi-cus», Suppl. V).

SUIĆ 1981 = M. SUIĆ, Zadar u Starom Vijeku, Zadar 1981. VAN DE MAELE - FOSSEY 1992 = S. VAN DE MAELE - J.M. FOSSEY,

Fortificationes antiquae, Amsterdam 1992. ZANKER 1976 = P. ZANKER (a cura di), Hellenismus in Mittelitalien. Kol-

lo-quium in Göttingen vom 5. bis 9. Juni 1974, Göttingen 1976. ZANKER 2006 = P. ZANKER, Augusto e il potere delle immagini, Torino

2006 (= ed. orig.: Augustus und die Macht der Bilder, München 1987).