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Premessa Il presente opuscolo è parte integrante di un nostro progetto, denominato “Promozione e va- lorizzazione dell’agricoltura biologica in Molise”, promosso dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali nell’ambito del Programma di Azione Nazionale per l’Agri- coltura biologica e i prodotti biologici. Gli opuscoli verranno distribuiti e presentati nelle scuole primarie di primo grado al fine di aumentare il livello d’informazione su tutti gli aspetti che conferiscono al prodotto biologico la peculiare connotazione. Il progetto prevede, tra l’altro, visite nelle aziende di produzione e trasformazione e degustazione dei prodotti biolo- gici legati al nostro territorio e alle sue tradizioni, al fine di aumentare l’impatto educativo ed informativo, concretizzando gli aspetti teorici affrontati in aula. L’iniziativa, cofinanziata dall’Assessorato Agricoltura della Regione Molise e dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e realizzata dal Consorzio Regionale Molisano di Difesa, rappresenta un’occasione di arricchimento, di confronto e di conoscenza per gli studenti sul complesso mondo dell’agricoltura biologica. L’ASSESSORE REGIONALE ALL’AGRICOLTURA Nicola CAVALIERE

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Premessa

Il presente opuscolo è parte integrante di un nostro progetto, denominato “Promozione e va-

lorizzazione dell’agricoltura biologica in Molise”, promosso dal Ministero delle Politiche

Agricole, Alimentari e Forestali nell’ambito del Programma di Azione Nazionale per l’Agri-

coltura biologica e i prodotti biologici. Gli opuscoli verranno distribuiti e presentati nelle

scuole primarie di primo grado al fine di aumentare il livello d’informazione su tutti gli aspetti

che conferiscono al prodotto biologico la peculiare connotazione. Il progetto prevede, tra

l’altro, visite nelle aziende di produzione e trasformazione e degustazione dei prodotti biolo-

gici legati al nostro territorio e alle sue tradizioni, al fine di aumentare l’impatto educativo

ed informativo, concretizzando gli aspetti teorici affrontati in aula. L’iniziativa, cofinanziata

dall’Assessorato Agricoltura della Regione Molise e dal Ministero delle Politiche Agricole,

Alimentari e Forestali e realizzata dal Consorzio Regionale Molisano di Difesa, rappresenta

un’occasione di arricchimento, di confronto e di conoscenza per gli studenti sul complesso

mondo dell’agricoltura biologica.

L’ASSESSORE REGIONALE ALL’AGRICOLTURA

Nicola CAVALIERE

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Finito di stampare nel mese di maggio 2011

presso la Tipolitografia Fotolampo

Tel. 0874.65276 - Campobasso– 362/11 –

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Questo è un giornalino che ti spiega, con disegni e parole, cos’è

l’agricoltura biologica e a cosa serve. Alla fine della tua lettura, avrai

imparato a riconoscere gli alimenti biologici e capito cos’hanno di

tanto speciale!

Mi chiamo

ho anni

frequento la

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“L’agricoltura biologica è un metodo di produzione agricolo che non usa

sostanze chimiche di sintesi , né organismi geneticamente modificati

(OGM), e che riduce l’inquinamento dell’aria , della terra e del-

l’acqua”.

Questa, più o meno, è la prima risposta che generalmente ci viene in mente quandoqualcuno ci chiede cos’è l’agricoltura biologica. In realtà si tratta di una rispostaincompleta. L’agricoltore, che conduce un’azienda agricola biologica, cerca innanzi-tutto di modificare il meno possibile l’ambiente che lo circonda. È un compito assaiarduo, che viene raggiunto solo unendo il sapere antico dei nostri nonni con la scienzadell’ultimo mezzo secolo.Innanzitutto, l’agricoltore biologico, per condurre la propria azienda, si basa sul co-siddetto CICLO CHIUSO, cerca cioè di trovare un equilibrio tra le piante e gli ani-mali allevati, servendosi principalmente di ciò che viene prodotto nella sua stessaazienda o comunque in aziende a lui vicine che applicano l’agricoltura biologica. Pro-prio come facevano i nostri avi per produrre quello di cui avevano bisogno.

OGM: piante e animali modificatidall’uomo in laboratorioSOSTANZE CHIMICHE DI SINTESI:

Sostanze create dall’uomo in laboratorio

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Ad esempio, coltivavano le piante necessarie all’alimentazione degli animali e facen-doli pascolare, allo stesso tempo usavano il loro “concime naturale” per arricchire ilterreno di tutte le sostanze necessarie alla crescita delle piante, in un sistema direciproco scambio.

Dall’unione tra la scienza e l’esperienza sono scaturite una serie di tecniche agricoleche rappresentano per l’agricoltore biologico delle vere e proprie regole. Tali regole,se correttamente e pazientemente applicate, gli consentono di produrre rispettandoil ciclo vitale della sua terra, delle sue piante e dei suoi animali. Tutte queste “astu-zie”, insieme, evitano l’uso di sostanze chimiche di sintesi e non danneggiano l’am-biente, migliorando la salute di tutti gli esseri viventi, noi compresi. Vediamo qualisono le regole che l’agricoltore utilizza per evitare l’uso delle sostanze chimiche disintesi e per riuscire a modificare il meno possibile lo spazio naturale che adoperaper produrre quello che ci serve per vivere.

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LE REGOLE DELL’AGRICOLTURA BIOLOGICA

…Considerare il terreno come un organismo vivente…

Il terreno è uno straordinario laboratorio naturale. Esso è composto di una partesolida, di acqua e di aria ed è popolato da miliardi di esseri viventi: batteri, funghi,alghe, vermi, lombrichi, roditori, rettili. Ognuno ha la sua funzione e lavora per ren-derlo fertile, ossia più “accogliente” e ricco delle sostanze che servono a nutrire ea far crescere le piante (sostanze nutritive).

Nel terreno, infatti,sono presenti moltipossibili alimentiper le piante, peròsono troppo “grandi”per essere diretta-mente assorbitidalle radici. Alcunidegli ospiti del ter-reno hanno proprioil compito di dige-rirli e trasformarlicosì in sostanze nu-tritive immediata-mente utilizzabilidalle piante.

Inoltre, muovendosi continuamente nel terreno, lo rendono più “soffice” e quindi piùaccogliente, favorendo la circolazione dell’aria e dell’acqua in esso contenuti e la pe-netrazione delle radici, che riescono così più facilmente a intercettare le sostanzenutritive. Il terreno, inoltre, è disposto a strati, ordinati in un preciso modo, ed èbene che non siano invertiti perché provocherebbero la morte degli organismi viventiospitati e che, come ormai sappiamo, sono di fondamentale importanza per la “vita”del terreno. Tutto ciò premesso, la domanda sorge spontanea: come si comportal’agricoltore biologico per mantenere sano e ricco di vita il suo terreno e quindi perottenere piante sane e resistenti alle malattie?

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Lo disturba il meno possibile, lavorandolo solo quando tutte le condizioniesterne sono favorevoli e solo quando strettamente necessario, usando mac-chine agricole leggere che non lo compattano e lavorano solo sulla sua partesuperficiale, in modo da non invertire l’ordine dei suoi strati;

Usa la tecnica della consociazione: coltiva contemporaneamente sullo stessoterreno due o più piantediverse che hanno radicidiverse (corte, lunghe,ampie, strette, ramifi-cate o meno) che, con laloro lenta penetrazione,smuovono il terreno neidiversi strati ed in modofavorevolmente diverso.Un esempio è quello dellacarota e della cipolla. Lacarota, così come la ve-diamo, è un’unica radicerobusta. La cipolla ha in-vece tante piccole radiciramificate che, ovviamente, penetrano diversamente dalla carota nel terreno.La diversità è sempre condizione importante e positiva, non solo in agricolturabiologica…Non dimentichiamoci la tecnica della consociazione, la ritroveremo più avantiperché ha un’altra importantissima funzione…

Usa la tecnica della rotazione, chiamata dagli esperti avvicendamento: al-terna piante diverse sullo stesso terreno, evita cioè di seminare il grano dopoaver raccolto il grano. Questa tecnica è fondamentale per la buona riuscitadell’azienda biologica. Se l’agricoltore coltiva sempre e solo il grano, il granosottrae al terreno sempre le stesse sostanze nutritive senza dar nulla in cam-bio al terreno, che con il passare degli anni si “stanca” e non riesce più a nutrirele piante.

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8Il grano fa parte di quel gruppo di piante, dette DEPAUPERANTI, che dopo laraccolta lasciano il terreno in condizioni peggiori di come l’hanno trovato. Esi-stono anche piante, come la fava, il fagiolo o la lenticchia, che invece lascianoil terreno in condizioni migliori, perché lo arricchiscono di determinate so-stanze nutritive. Vengono perciò chiamate MIGLIORATRICI. Altre piante,come il pomodoro, lasciano il terreno in condizioni migliori non per “merito”proprio, ma perché l’agricoltore per farle crescere deve avere delle particolariattenzioni, che indirettamente fanno bene anche al terreno. Queste piantesono dette PREPARATRICI. Alternando negli anni questi tre gruppi di piantesullo stesso terreno, l’agricoltore biologico riesce a mantenerlo ricco e sano.

Solo in casi eccezionali, fertilizza il terreno con materiale organico, cioè diorigine animale o vegetale, e con altre sostanze naturali, ad esempio rocce ma-cinate che forniscono al terreno altre sostanze necessarie alla vita dellepiante. Per fertilizzare il terreno, l’agricoltore biologico può utilizzare diversicomposti organici. Vediamo quelli più importanti:

il terricciato: si ottiene miscelando diverso materiale, sia vegetale che ani-male (erba, foglie fresche e appassite, paglia, escrementi solidi e liquidi degli

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Pomodoro Grano Legume

I anno II anno III anno

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animali, residui di cucina ecc.,) con un po’ di terreno. Lasciato “maturare” per alcunimesi viene poi utilizzato per concimare.

il compost: può essere formato sia da materiali vegetali (erba, foglie, paglia, resi-dui della lavorazione o scarti di prodotto) che animali (escrementi solidi e liquididegli animali allevati miscelati a paglia, foglie o erba), lasciati maturare per alcunimesi. In quest’ultimo caso parliamo di letame compostato. Il compost è molto im-portante per l’azienda agricola biologica, non soltanto perché fertilizza il terremo,ma anche perché evita di produrre rifiuti.

il letame fresco: si tratta degli escrementi solidi e liquidi degli animali allevati mi-schiati alla paglia sulla quale dormono.

la concimazione verde o sovescio: consiste nel concimare le piante…con lepiante! Ricordate le piante miglioratrici? Proprio alcune di loro vengono seminate, euna volta cresciute interrate.

La cura del terreno è il primo passo per capire come funziona un’azienda biologica.Tante altre regole deve seguire l’agricoltore per riuscire a ridurre l’inquinamentodell’ambiente e a proteggere la salute di piante, animali e persone.

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Per far funzionare l’azienda biologica è fondamentale un ambiente sano e vario, malo abbiamo sicuramente già capito parlando del terreno e di quello che facevano inostri nonni! L’agricoltore deve favorire la diversità, ossia far vivere insieme dif-ferenti organismi viventi, animali e vegetali. Anche le siepi, gli arbusti, gli alberisparsi, gli specchi d’acqua contribuiscono alla buona riuscita dell’azienda agricola.Ad esempio, le siepi proteggono l’azienda dall’inquinamento esterno e sono le “case”di molti animali. E poi creano un clima per le piante sicuramente più favorevole, per-ché riparano dal freddo, dal caldo e dal vento.

Gli alberi, e le stesse siepi, riducono il rischio di frane perché, con le loro radici,“fermano” il terreno. L’agricoltore, perciò, deve cercare di conservare e migliorarele caratteristiche positive del luogo in cui si trova la sua azienda.

…diversificare…

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Diversificare vuol dire anche utilizzare piante e animali propri di quel luogo (AU-TOCTONI), perchè sono capaci di viverci meglio. Sono abituati a quel clima, a quelterreno, a quelle malattie, perciò sono più forti e sani delle piante e degli animaliche abitualmente troviamo nelle aziende agricole. Le piante e gli animali domesticiautoctoni sono importantissimi, dovremo proteggerli dall’estinzione e possiamo farlosolo utilizzandoli in agricoltura. Essi vanno considerati un vero e proprio monumentostorico di un territorio, proprio come consideriamo le chiese o i castelli. Ci raccon-tano la storia dei nostri nonni, dei nostri bisnonni e di quelli prima di loro, ci rac-contano come vivevano e cosa mangiavano. A questo punto vale la pena ricordarealcune piante e animali autoctoni moli – sani…

La mela Zitella è tanto buona e

tanto bella che nessuno ha mai il

coraggio di renderle omaggio!

Oh fagiolo Tabacchino mi serve

giusto un accendino! Oh perbacco,

del tabacco ho il colore, non sono

venditore e nemmeno fumatore!

A San Biase la patata, così forte e

duratura, sembra quasi una scultura!

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12Tintilia colorata, tu sei molto

considerata e in passato dappertutto

coltivata. Ora, buona come prima,

senza dubbio arriverai di nuovo in cima.

Sei son le antiche razze rimaste a

mostrar le proprie grazie. Una sola è

molisana, vien chiamata Casertana.

Da Venafro a Larino tutto l’olio è

riservato dall’Origine protetta, che

le regole detta per le olive della

setta. Tutte insieme fanno l’olio,

quello giallo come l’oro!

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Impariamo quali sono

alcuni prodotti di stagione e i loro colori...

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Colora e dimmi chi sono

gli animali della fattoria...

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Utilizzare piante ed animali autoctoni vuol dire anche fornire, al prodotto biologico,un’altra particolare caratteristica: quella della tradizione e dei sapori tipici di unterritorio. Se l’agricoltore biologico si servisse anche di ricette antiche o di pro-dotti locali e tradizionali riuscirebbe, ancor meglio, a legare i suoi prodotti al luogodi produzione, rendendoli più speciali ai nostri occhi. Vediamo insieme alcuni dei no-stri buonissimi prodotti moli – sani…

Soppressata molisana, ma sei un vero

toccasana! Si lo so, sono magra e ben

pressata e perciò tanto agognata. Al

camino affumicata, poi in cantina

stagionata, se con cura conservata, di

sicur son consumata!

All’occhiello del Molise c’è un fiore

bianco e fresco, mozzarella è sua

sorella, ma la vacca gli da il latte, vien

chiamato Fior di Latte!

Noglia, di origine pezzente, ti fai pian

piano strada nella mia mente.

Accompagnata alle verdure o da sola

sulla griglia, in realtà tu sembri esser di

nobile famiglia!

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…rispettare i cicli della natura…

L’agricoltore biologico non può servirsi di serre riscaldate artificialmente o di tec-niche alternative di crescita delle piante. Non può produrre, di conseguenza, le fra-gole tutto l’anno, ma solo in primavera; vuol dire che d’inverno mangeremo le arance.Rispettare le stagioni vuol dire nutrirci con alimenti che contengono ciò di cui ab-biamo bisogno, quando fa caldo, quando fa freddo, quando c’è il sole… Per recuperare ancora di più il legame tra prodotti agricoli e stagioni, alcuni agri-coltori biologici vendono i loro prodotti direttamente in azienda o, comunque, in unluogo situato a breve distanza, in modo da fornire alimenti più freschi e raccolti almomento giusto (alimenti bio “a km zero”). Inoltre, riescono così a vendere i pro-pri prodotti ad un prezzo inferiore, perché risparmiano sui costi necessari al tra-sporto e alla distribuzione nei negozi. Ogni stagione ci offre un grande assortimentodi frutta e verdura (hai staccato e colorato il tuo poster dei prodotti di stagione?).

La stracciata conservata sul pane va

spalmata, ma gustosa quando è

fresca l’accompagna l’insalata e con

lei la soppressata.

Ventricina che non vieni dalla Cina ma sei

Monteneresina, ti hanno presidiata

perché sei molto ammirata e meriti di

esser da tutti assaporata.

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…prevenire anzichè curare…

PIANTE

Considerare il terreno come un essere vivente, diversificare l’azienda agricola, uti-lizzare la rotazione, servirsi di piante autoctone sono le regole preventive che con-tribuiscono a far crescere le piante sane e più resistenti, con nessun bisogno diessere stimolate o curate con sostanze chimiche create in laboratorio.L’agricoltore biologico può usare anche tecniche specifiche per contrastare i nemicidelle piante. Vi ricordate la consociazione? Prendiamo come esempio sempre la ca-rota e la cipolla. Sono due piante che non solo hanno radici diverse, spesso sono col-tivate insieme perché si proteggono a vicenda: la mosca della carota viene respintadall’odore delle cipolle; allo stesso modo, la mosca della cipolla non sopporta la ca-rota. Se cipolla e carota sono insieme, le mosche di entrambe si tengono alla largadal campo coltivato.

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ANIMALI

Per gli animali prevenire, anziché curare, vuol dire scegliere razze autoctone e so-prattutto… rispettare la loro “natura”…, cercare cioè di rendere il più confor-tevole possibile il loro “soggiorno” nell’azienda agricola. Questo significa farlimangiare bene e dar loro tutto lo spazio necessario per “sgranchirsi” le zampe. Ab-biamo imparato che l’azienda agricola biologica ideale è quella in cui contempora-neamente si coltivano le piante e si allevano gli animali. A volte, però, gli agricoltorihanno la necessità di coltivare solo le piante, che saranno concimate con il letameproveniente da altre aziende. Quando l’unico scopo dell’agricoltore, o meglio dell’al-

levatore, è quello difar crescere gli ani-mali, è sempre oppor-tuno avere adisposizione la terra,che sarà coltivata bio-logicamente con lepiante di cui si nutronogli animali, e servirà afarli pascolare. Gli ani-mali devono averesempre la possibilità dinutrirsi con alimentibiologici e di muoversisia all’interno che al-l’esterno della stalla.Se l’allevatore non hala possibilità di farli

pascolare, deve mettere a loro disposizione dei piccoli “parchi” esterni che gli ani-mali possono raggiungere liberamente. È importante, inoltre, che la stalla non siaaffollata e sia ben pulita. Tutte queste accortezze fanno stare bene gli animali checrescono forti e sani, senza aver bisogno di essere stimolati o curati con le medicinesintetiche (hai già colorato il tuo poster degli animali della fattoria ?).

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I RIMEDI PER DIFENDERE LE PIANTE E GLI ANIMALI

A volte può succedere che piante ed animali, nonostante le mille attenzioni dell’agri-coltore, siano attaccati lo stesso dai loro nemici. A questo punto l’agricoltore puòimpiegare dei “rimedi” naturali per le piante e, quando è possibile, le medicine omeo-patiche per gli animali, sempre ottenute da prodotti naturali. Per le piante può ser-virsi anche della LOTTA BIOLOGICA, un mezzo di controllo e di difesa spessoutilizzato in agricoltura quando si decide di limitare l’uso delle sostanze chimichedi sintesi. La lotta biologica può essere realizzata usando parassiti di insetti dannosioppure insetti utili che predano quelli dannosi alle piante. L’importante è che l’agri-coltore intervenga quando ci sono reali rischi di danno sul prodotto finale.

Vediamo come agiscono alcuni insetti utili…

La Coccinella: è una tre-

menda e agguerrita stermi-

natrice di afidi, insetti

che attaccano le piante.

Arriva a divorare anche

100 afidi al giorno!

La Crisopa: anch’essa si nutre di

afidi e anche di altri piccolissimi

insetti.

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La Trichogramma: è una minuscola

vespa che distrugge le uova di al-

cuni parassiti, ad esempio i bruchi

delle mele, deponendo al loro in-

terno altre uova: le sue!

La lotta biologica può utilizzare anche il metodo della CONFUSIONE e DISORIEN-TAMENTO SESSUALE. È un metodo che diffonde nell’aria delle particolari sostanze,dette feromoni sessuali, che normalmente ogni femmina di un determinato insettoproduce per comunicare con il maschio e fargli capire dove si trova. Queste sostanzesono usate dall’agricoltore attraverso dei particolari “diffusori” che, rilasciandoneuna gran quantità nell’aria, attirano verso di loro moltissimi maschi. In questo modol’agricoltore riduce l’accoppiamento e la moltiplicazione degli insetti dannosi, mante-nendo il loro numero ad un livello non pericoloso per le piante coltivate.

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L’ORTO DI CASA E QUELLO BIOLOGICO

Per portare sulla nostra tavola cibo saporito come quello di una volta, e senza tracciadi sostanze chimiche di sintesi, i nostri genitori, o anche i nonni, se hanno a dispo-sizione un fazzoletto di terra, possono coltivare un orto e allevare qualche animaleseguendo tutte le regole di cui abbiamo parlato finora. La frutta, la verdura, lacarne, il latte, le uova ottenuti vanno bene, però, solo per la nostra famiglia e per inostri amici, ma non possono essere venduti come prodotti biologici. L’agricoltorebiologico, infatti, deve dimostrare a tutti noi, che gli siamo estranei e compriamo i

suoi prodotti, che haseguito veramentetutte le regole neces-sarie.Questo ci viene assi-curato dai cosiddettiOrganismi di Con-trollo, aziende che, al-meno una volta l’anno,mandano un ”control-lore dell’agricolturabiologica” a verificareche tutto sia fattosecondo le regole,tutte scritte in un Re-golamento sull’agricol-tura biologica.Solo quando il control-lore si sarà accertatoche le regole sono

state rispettate e che è passato un periodo tale da permettere al terreno di disin-tossicarsi dalle sostanze chimiche di sintesi accumulate negli anni (periodo di con-versione), autorizzerà l’agricoltore a vendere i prodotti dell’azienda agricola comeprodotti biologici.

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I PRODOTTI BIOLOGICI TRASFORMATI

Le materie prime (olive, frutta, latte, pomodori, grano, ecc.) trasformate in olio,marmellata, formaggio, pasta, passata di pomodoro, sono seguite dal “controlloredell’agricoltura biologica” fino al posto in cui avviene la trasformazione: nel frantoiose le olive devono diventare olio, nel caseificio se il latte deve essere trasformatoin formaggio, nel conservificio se i pomodori devono essere trasformati in passatadi pomodoro o se la frutta deve essere trasformata in marmellata. Durante il tra-sporto, la sosta nei magazzini e la trasformazione, infatti, devono essere rispettatealtre regole molto importanti, che assicurano soprattutto che non ci sia nessunapossibilità di confondere i prodotti biologici con quelli non biologici. Se i prodottialimentari non sono confezionati, come ad esempio la frutta, il controllore dovrà an-dare a verificare che le regole siano rispettate anche dal negoziante.

RICONOSCERE I PRODOTTI BIOLOGICI

Prendiamo come esempio lapassata biologica di pomodoroe verdure. Una volta che ar-riva, controllata in ogni suopasso, sugli scaffali dei super-mercati e nei piccoli negozi,come facciamo a distinguerlada quella “comune”? Abbiamosolo un modo: leggere attenta-mente la sua etichetta, cioèquello che c’è scritto sulla con-fezione.Infatti, anche l’etichetta deiprodotti biologici ha le sue re-gole.Vediamo quali sono…

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Insieme al nome del pro-dotto “passata di pomodoroe verdure” possono essereaggiunti i termini “biologica”,“bio” oppure “eco”, solo setutti o quasi tutti gli ingre-dienti sono prodotti con ilmetodo dell’agricoltura bio-logica. Almeno il 95% delpeso degli ingredienti di ori-gine agricola deve esserebio! In questo caso è obbli-gatorio che nell’etichetta siapresente il logo dell’UnioneEuropea, formato dalle do-dici stelle della bandiera eu-ropea che, insieme, su di unsfondo verde, formano unafoglia. Guardiamo attenta-mente cos’altro dobbiamotrovare sull’etichetta:

1. Il luogo in cui sono state prodotte le materie prime agricole di cui il prodotto è composto(pomodori, carote, sedano): agricoltura UE/non UE indica che le materie prime agricolesono state coltivate nell’Unione Europea e in un altro paese. Ad esempio, i pomodori inItalia e le carote e il sedano in Africa. Se, invece, tutte le materie prime sono state col-tivate nell’Unione Europea, nell’etichetta troveremo il termine agricoltura UE. Se le ma-terie prime sono state coltivate in un paese terzo, che non fa parte dell’UE, troveremol’indicazione agricoltura non UE. Possiamo anche trovare il nome specifico di un Paese, setutte le materie prime sono state coltivate in uno stesso Stato.

2. Un codice che ci garantisce che l’Organismo di Controllo sia stato autorizzato ad effet-tuare le verifiche, presso le aziende agricole biologiche, dal Ministero delle Politiche Agri-cole, Alimentari e Forestali (MiPAAF).

3. Il nome del produttore o del trasformatore del prodotto biologico ed un codice, rilasciatodall’Organismo di Controllo, che serve ad identificarlo.

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Quando solo alcuni ingredienti sono biologici, non si può far riferimento al metododi produzione biologico nel nome del prodotto e non si può usare il logo a 12 stelledell’UE. Nell’elenco degli ingredienti si possono però segnalare quelli biologici, adesempio con un asterisco. Anche in questo caso vanno indicati i codici dell’organismodi controllo e del produttore e/o trasformatore.

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E i prodotti in conversione all’agricoltura biologica? Abbiamo imparato che per di-sintossicare il terreno dalle sostanze chimiche, che nel corso degli anni si sono ac-cumulate, è necessario che passi un determinato periodo di tempo, varabile tra idue ai tre anni. Dopo 12 mesi, però, l’agricoltore può cominciare a vendere i suoi pro-dotti segnalando, in etichetta, che si tratta di un “prodotto in conversione all’agri-coltura biologica”, a condizione che sia formato da un unico ingrediente agricolo,come ad esempio la marmellata di mele.

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PERCHÈ BIO

Gli alimenti biologici, oltre ad essere prodotti che rispettano l’ambiente, sono con-trollati in tutte le fasi del processo produttivo: da quando mettiamo il seme per lanascita della pianta fino alla vendita. Sulla nostra tavola possiamo essere sicuri chearriveranno alimenti privi di sostanze chimiche di sintesi e sicuramente con un con-tenuto nullo o molto basso di additivi, sostanze che normalmente vengono utilizzateallo scopo di rendere l'alimento più appetibile e di aumentarne il tempo di conser-vazione. Moltissimi additivi di sintesi chimica sono utilizzati solo allo scopo di mi-gliorare la qualità di un prodotto alimentare. In agricoltura biologica sonoautorizzati solo alcuni additivi e se strettamente necessario. Diversi studi(http://www.biomela.com/agricoltura/qualita/navi_qualita.html) hanno dimostratoche i cibi biologici, a parità di peso, hanno più vitamine e più oligoelementi dei cibi“non biologici”. Gli oligoelementi sono sostanze nutritive piccolissime, ma fondamen-tali per il nostro benessere fisico e mentale. Oltre che per la nostra salute, biso-gnerebbe consumare gli alimenti biologici anche per salvaguardare l’ambiente. Lascuola, come la famiglia, ha il compito di insegnare ai bambini a mangiare bene e adavere, attraverso un corretto rapporto col cibo, il rispetto per la natura, per glianimali e per il mondo che ci circonda. E per toccare con mano il paziente lavorodell’agricoltore, possiamo visitare un’azienda agricola biologica, vero laboratorio acielo aperto dove gustare e apprezzare i prodotti della nostra terra, come frutta everdura fresche, ma anche prodotti trasformati come il miele, l’olio, le marmellatee i formaggi.