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Parrocchia di S. Maria d’Oleno APRILE 2015 - N. 112

Parrocchia di S. Maria d’Oleno · suo mistero di morte e risurrezione si realizza la no-stra salvezza e quella di tutto il mondo. 1. La prima cosa da ricordare è questa: la Pasqua

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Parrocchia di S. Maria d’OlenoAPRILE 2015 - N. 112

2 COMUNITÀ S. MARIA

Pag. 3 Buona Pasqua

Pag. 4 La Pasqua di Cristo e la nostra Pasqua

Pag. 5 Convegno Missionario Diocesano 2015 Calendario SS. Quarantore

Pag. 6-7 Verbale del Consiglio Pastorale Parrocchiale del 30 gennaio 2015

Pag. 7 Convegno Confraternite zona pianura

Pag. 8-9 Consiglio Pastorale Vicariale del 17 gennaio 2015

Pag. 10 Incontro con padre Egidio Mazzoleni - Ricordo del vescovo Lucio

Pag. 11 Missioni popolari delle comunità parrocchiali di Dalmine

Pag. 12-13 Santa Pasqua

Pag. 14-15 Giornata mondiale dei malati di lebbra

Pag. 15 Rassegna teatrale

Pag. 16 Pranzo di Natale per i poveri - Raccolta di Natale

Pag. 17 Fare memoria - Spazio compiti: una partenza riuscita!

Pag. 18 Incontri dei chierichetti - Il mandato ai chierichetti

Pag. 19 Il chieriday due - Concerto per l’Epifania: “Luce che illumini la via”

Pag. 20 Gita al presepe vivente di Villongo - Il nostro bel presepe

Pag. 21 Carnevale interparrocchiale - Alla Sacra Sindone

Pag. 22 I volontari per la distribuzione del bollettino - Situazione economica

Pag. 23 Ricordiamoci da loro

Pag. 24 Pubblicità

L’indirizzo internet per chi volesse visitare il nostro sito Parrocchiale è: www.parrocchie.it/dalmine/santamaria

L’indirizzo di posta elettronica del Parroco è:

[email protected]

REDAZIONE DI“COMUNITÀ S. MARIA”

Invernici Marco - Quadri Lino

A QUESTO NUMEROHANNO COLLABORATO:Don Giuseppe - Don Nicola

Confraternita del S.S. SacramentoFrazzini Diego - Ciribanti Luigina

Gruppo Amici del TeatroFerrari Cristina - Sandra

Gruppo ChierichettiMonateri Loretta - Gamba Stefano

PROPRIETÀParrocchia S. Maria d’Oleno

in Sforzatica d’Oleno

24044 Dalmine (BG)

Direttore:Don Claudio Forlani

Autorizzazione Tribunale di Bergamon. 32/86 dell’11 giugno 1986

Stampa: Tipografi a dell’Isola s.n.c.Terno d’Isola (BG)

Numeri Telefonici parrocchiali

Don Claudio Forlani ParrocoTel. 035 37.04.48 - 035 37.05.53

Don Antonio RovatiTel. 035 56.12.60

Don Giuseppe MinelliTel. 035 45.16.041

Don Nicola BreviTel. 035 56.20.28

SOMMARIO

In copertina:Acquarello di Don C. Tarantini

COMUNITÀ S. MARIA 3

Buona Pasqua!Nel marciare lento e regolare del tempo sta nuovamente sorgendo il sole gioioso della Fe-sta di Pasqua… la Festa delle Feste!Nella sua generosità il tempo ci offrirà la possi-bilità di essere illuminati dal “Sole di Pasqua” per godere di quell’attimo di gloria assoluta in cui le tenebre sono state sconfi tte e la vita e l’amore hanno trionfato!È Pasqua… ma noi cosa faremo? Come ci por-remo di fronte a questa grande opportunità?Tenderemo la mano per raccogliere i doni grandi che per noi sono stati preparati o at-tenderemo che il calendario continui con il suo corso trasformando questo giorno santo in uno dei tanti?Al tempo di Mosè Pasqua, la prima Pasqua, si presentò come una grande opportunità: “Pe-sah”, passaggio signifi cava quest’antica paro-la, divenne l’occasione per il passaggio dalla schiavitù alla libertà, da una vita castigata a una vita posseduta! Pasqua, “Pesah” doveva essere l’inizio di un nuovo tempo, di un nuovo mondo, di una nuova fede, di un nuovo rapporto con un Dio capace di amore e di vicinanza vera… ma come insegna la storia santa non fu così!Israele non colse questa grande opportunità e il dono di Pasqua fu solo all’apparenza un passaggio! Israele non colse la bellezza di que-sto “passaggio” e in breve tempo la sua fede e il suo rapporto con Dio ritornarono a essere quello di un tempo… superfi ciali, vuoti e in-teressati!Dio non si arrese e la venuta di Gesù, fi n dal suo primo istante, si presentò come una nuo-va “Pesah”, un nuovo passaggio, una nuova opportunità per operare quel passaggio mai riuscito da una visione superfi ciale e magica di Dio ad una consapevolezza viva di un Dio vicino, fratello e padre al tempo stesso!Pasqua, “Pesah” doveva essere per la seconda volta l’inizio di un tempo nuovo, di un mondo nuovo, di una fede nuova… ma come ci inse-gna la storia ancora una volta l’occasione fu sprecata… dopo aver gridato “Osanna” nella gioiosa domenica delle Palme le stesse perso-ne si ritrovarono a gridare “Crocifi ggilo” da-vanti alla casa del governatore romano!Dio non si arrese e, solo sul monte degli ulivi, solo davanti alla decisione di continuare, deci-

se di regalare al mondo la vera “Pesah”, il suo dono più grande! Anche se gli uomini non la desiderava-no, non la cercavano, non la sognavano, Dio regalò al mondo il suo sogno! La Pasqua, il passaggio da un’infantile e meschina visione di Dio, rinchiuso in un tempio, consolato da sacrifi ci e olocausti, alla visione di un Dio vivo, che ama e che ha a cuore le sue creature! La visione di un Dio che, entrato nella storia come l’Emmanuele, il Dio con noi, ha svelato il suo infi nito amore per le fragili creature di cui è sempre stato innamorato offrendo loro la realizza-zione della speranza più grande ed entusiasmante di cui è capace l’animo umano: la Risurrezione, la vita eterna!Dio ha fatto la sua Pasqua… Dio ha preparato il suo dono per l’umanità! Auguro a tutti di potere celebrare una vera Pasqua, di incontrare questo Dio innamorato alla follia di ogni uomo e di stringersi forte a lui, per evitare che un’altra volta Cristo rischi di morire in croce invano e il tempo ne offuschi la memoria!Dio è morto per noi, Dio è risorto per noi, Dio ha aperto la porta del cielo per noi… innamoriamoci di Lui e sarà Pasqua!

Don Claudio

COMUNITÀ S. MARIA LA PAROLA DEL PARROCO 3

4 COMUNITÀ S. MARIAPASQUA

Per noi cristiani la Pa-squa è la festa più im-portante dell’anno li-turgico ed è la festa originaria del cristia-nesimo, perché tutte le altre feste sono venute dopo. Tutto parte dalla Pasqua: morte e risurre-zione di Cristo. Nei pri-mi secoli della Chiesa si celebravano soltanto la Pasqua annuale e la Pa-squa settimanale ogni domenica.Pasqua signifi ca: pas-saggio dalla morte alla risurrezione.Per gli Ebrei la Pasqua era il ricordo del passag-

gio dalla schiavitù dell’Egitto alla libertà della terra promessa.Perché è importante la Pasqua di Cristo? Perché nel suo mistero di morte e risurrezione si realizza la no-stra salvezza e quella di tutto il mondo.

1. La prima cosa da ricordare è questa: la Pasqua non è solo il giorno della risurrezione, ma comprende anche il Giovedì santo, il Venerdì santo e il Sabato santo. Gesù Cristo risorge a Pasqua perché è morto il Venerdì santo. Risorge, perché prima ha donato tutta la vita. Non si raccoglie la spiga di grano se prima il chicco non muore nel terreno. Prima si dis-solve nella terra e dalla sua morte si raccoglie mol-to frutto. Ecco il primo insegnamento: anche noi se vogliamo risorgere, cioè rinnovarci, cioè vincere il peccato e la morte, prima dobbiamo donare tut-ta la vita. Non possiamo ritirare la pagella di pro-mozione a scuola se prima non ho studiato. Non possiamo ritirare la paga mensile se prima non ho lavorato. C’è un legame indissolubile tra passione, morte e risurrezione; se manca uno di questi pas-saggi, crolla tutto.

2. Gesù inizia la sua Pasqua alla sera del Giovedì san-to. Nell’ultima cena con gli apostoli Gesù dona tutta la sua vita, diventando pane per farsi man-giare da noi e rende presente la sua morte e risur-rezione ogni volta che noi celebriamo l’eucarestia. “Questo è il mio corpo offerto per voi; questo è il mio sangue versato per voi. Fate questo in me-moria di me” (Mt.26,26).Qui c’è la Pasqua di Cri-sto nel sacramento dell’eucarestia. Ogni domenica

Gesù Cristo celebra con noi la sua Pasqua di morte e risurrezione, per donare a noi il Suo Corpo, il Suo Spirito.

3. Al Venerdì santo Gesù celebrava la sua Pasqua nel dono totale della vita, moren-do per amore sulla croce. Nella sua morte Gesù prende su di sé tutti i nostri peccati; tutto il male del mondo. Anche noi, per fare Pasqua, facciamo morire con Lui l’uo-mo vecchio, cioè la nostra mancanza di amore verso Dio e i fratelli.

4. Al Sabato santo, giorno del silenzio, Gesù scende agli inferi, il regno dei morti, per rompere le sbarre della prigione della morte e liberare tutti i morti: partendo da Adamo ed Eva.

5. Nella notte del Sabato santo, o al mattino di Pasqua, Gesù risorge. Che cosa vuol dire risorto? Che cosa è avvenuto in quell’ora, nell’oscurità della tomba di Gesù? Possia-mo comprendere qualche cosa di questo evento, guardando gli effetti di questo mistero con gli occhi della fede. Lo Spirito Santo è sceso con tutta la sua potenza di-vina sul cadavere di Gesù. Lo ha reso “spi-rito vivifi cante” e gli ha dato la capacità di trovarsi dovunque, in qualunque luogo e in qualunque tempo della storia. È sta-to come uno scoppio di luce, di gioia, di vita. Là dove c’era un corpo morto e una tomba senza speranza è iniziata un’illumi-nazione del mondo che dura ancor oggi. Gesù Cristo, passato dalla morte, con i se-gni dei chiodi, è vivo oggi e sempre.

6. Cristo risorge in ciascuno di noi. Sant’Ago-stino, in una pagina suggestiva, racconta che la notte del Sabato santo i pagani non riuscivano a prendere sonno, in preda a una strana agitazione. Il mattino seguen-te, per strada, accadeva loro di incrociare i cristiani con il volto raggiante, trasfi gu-rato dalla luce del Risorto. “A quell’ap-parizione - assicura Agostino - molti rico-nobbero il Cristo”. Resta il fatto che, per sapere se uno ha fatto Pasqua, non ci do-vrebbe essere bisogno di chiederlo. Lo si dovrebbe vedere.

Buona Pasqua!Don Giuseppe

La Pasqua di Cristo e la nostra Pasqua

COMUNITÀ S. MARIA 5COMUNITÀ S. MARIA 5CONVEGNO MISSIONARIO DIOCESANO

Convegno Missionario Diocesano 2015Sforzatica c’era!!!Domenica primo marzo i ragazzi di prima media, accompagnati dalle catechiste e da un membro del gruppo missionario, hanno partecipato al convegno missionario diocesano dal titolo “Un pane grande, grande!”. La giornata è iniziata alle ore 8 quando alcuni genitori si sono gentilmente prestati ad ac-compagnarci in città alta. Il ritrovo era fi ssato per le ore 9 presso il Seminarino, e noi, dietro il nostro stendardo, siamo puntualmente arrivati e ci siamo riuniti con oltre 1500 ragazzi provenienti da tutta la diocesi di Bergamo. Abbiamo subito capito che l’atmosfera sarebbe stata di grande festa!

con Lui per poi andare lungo le strade della nostra vita. È questa la missione. Spero non vi annoiate mai di stare con Gesù”.Dopo la S. Messa pranzo al sacco e poi giochi per tutti sul tema dei continenti. Dopo i giochi ci siamo riuniti nuovamente tutti insieme per la conclusio-ne e il mandato. Abbiamo anche raccolto un Euro a testa per una missione di Cuba. Pronti per tornare a casa, siamo scesi a piedi in porta nuova, e così, grazie alla bella giornata di sole, abbiamo potuto godere anche di una bella passeggiata. Alle ore 17 abbiamo preso il pullman e fi nalmente tutti a casa. Se, alla fi ne della nostra giornata, i ragazzi avranno trattenuto almeno la “sensazione” di essere parte di una Chiesa universale che va ben oltre i confi ni della nostra parrocchia e del nostro oratorio, avre-mo raggiunto un grande obbiettivo.Il convegno missionario aspetta i ragazzi della fu-tura prima media. Non mancate, è un’occasione da non perdere!

Don Nicola

BEATI GLI INVITATI ALLA CENA DEL SIGNORE

LaboratorioTriciclo-Ruahvia Cav. Vitt. Veneto, 14 BG

Oratorio Seminarino Cattedrale - Città Alta

CalendarioS.S. QuarantoreDi seguito il calendario dei giorni che sisvolgeranno leSS. Quarantore:

• Giovedì 28 maggio

• Venerdì 29 maggio

• Sabato 30 maggio

• Domenica 31 maggio: Giornata Vicariale della famiglia

L’accoglienza è stata calorosa grazie ai molti volon-tari che di cuore ringraziamo. Siamo stati divisi in gruppi ed abbiamo ascoltato testimonianze prove-nienti da molti paesi del mondo. I ragazzi hanno mostrato interesse facendo anche domande. Cia-scuno di loro è stato poi invitato a scrivere su di un biglietto un dono che avevano ricevuto durante la settimana e un dono che si sentivano di regalare in quella giornata. I biglietti sono stai raccolti e do-nati al vescovo durante la celebrazione dell’eucari-stia. Verso la tarda mattinata ci siamo raccolti nuo-vamente con tutti gli altri ragazzi e ci siamo recati in piazza vecchia per accogliere il nostro vescovo Francesco. L’atmosfera era elettrizzata e migliaia di fasce colorate si agitavano sopra le nostre teste. La celebrazione dell’eucaristia è stata altrettanto gio-iosa grazie anche alle parole del nostro vescovo che sanno sempre toccare il cuore dei ragazzi: “Provia-mo ad ascoltare per parlare, a nutrirci della Parola di Dio perché possiamo avere parole che sappiano di Vangelo. Cerchiamo di vedere per mostrare, di vedere il mondo e le persone come guardava Gesù, perché è così che possiamo mostrare agli altri il suo volto. Impegniamoci a stare per andare, a restare

6 COMUNITÀ S. MARIACONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE

Verbale del Consiglio Pastorale Parrocchialedel 30 gennaio 2015

Dopo una breve preghiera iniziale la prima parte del Consiglio Pastorale Parrocchiale è stata dedi-cata alla revisione delle proposte messe in atto du-rante il tempo di Avvento. I gruppi hanno analizzato le proposte da loro re-alizzate mostrando la positività e le fatiche incon-trate nei due mesi di cammino della comunità. Positive sono state le proposte nell’ambito della catechesi degli adulti; qualche diffi coltà si è incon-trata nell’utilizzo dei sussidi Diocesani dei ragaz-zi e nell’attuazione del progetto della “Casetta” della carità fi nalizzata alla raccolta di fondi per la ricostruzione di una scuola in un paese alluviona-to della Liguria.Soddisfazione è stata espressa per la partecipazio-ne alle funzioni dei giorni Santi del Natale e per la realizzazione del concerto dell’Epifania.L’oratorio ha proposto agli adolescenti un’espe-rienza di campo-scuola a Mezzoldo che non ha però riscosso il favore dei nostri ragazzi; la propo-sta verrà ripresentata per l’estate con la speranza di avere qualche partecipante in più tra i ragazzi delle nostre famiglie.Continua l’esperienza del “Family Lab”; pur essen-do una buona opportunità d’incontro e di creazio-ne di vincoli positivi per il futuro della Comunità fatica a essere accolto dalle famiglie della parroc-chia. Vista l’importanza e la centralità della fami-glia nella costruzione della futura Comunità di S. Maria si continuerà il cammino senza lasciare che la delusione, per la scarsa partecipazione, possa avere il sopravvento.Per quanto riguarda la gestione economica della Comunità s’informa che nel tempo di Natale sono stati saldati tutti i debiti per la realizzazione del nuovo teatro; la raccolta delle offerte per le gior-nate lavorative ha portato nella cassa della par-rocchia circa quattromilasettecento Euro.Chiusa la rifl essione sulle attività del tempo di Na-tale e dell’Avvento si è passati alla programmazio-ne delle attività della Quaresima partendo dalle tre dimensioni che costituiscono i pilastri della vita di una Comunità: la Liturgia, la Parola e la Carità.Don Nicola ha presentato il sussidio preparato dal-la Diocesi, che come per l’Avvento, è ispirato alla lettera pastorale del Vescovo: “Donne e uomini capaci di Eucaristia”.Dopo la sua breve introduzione ha illustrato le proposte di Quaresima per i nostri oratori ricor-dando che verrà messo in scena a carnevale un re-

cital da parte dei giovani dell’oratorio di Sant’An-na, che potrebbe diventare per i nostri ragazzi, uno stimolo a impegnarsi in iniziative simili. Ai ragazzi della catechesi verrà consegnato il sus-sidio diocesano per la preghiera e la rifl essione; verrà utilizzato durante le lezioni di catechesi e nelle famiglie.Per sensibilizzare i ragazzi della catechesi alla cari-tà la Caritas Parrocchiale, in accordo con il gruppo Missionario, verranno consegnati dei salvadanai. Durante la Quaresima i ragazzi raccoglieranno offerte in favore della popolazione di Mangochi (Malawi); la domenica delle Palme i salvadanai verranno portati in chiesa come dono per i poveri.Per i giovani dalla 5° superiore è prevista un’ora di preghiera con meditazione sul brano di vangelo della domenica.Don Claudio augura a tutti i consiglieri di poter vivere in modo soddisfacente il periodo di grazia che viene offerto dalla Quaresima, offuscando le cose inutili, affi nché si possa vedere e godere me-glio la Luce del Cero Pasquale e la Risurrezione di nostro Signore.In ambito “liturgico”, ancor prima di analizzare le proposte, si è sottolineata l’importanza del Tri-duo Pasquale e la necessità di trovare, almeno per la grande festa della Pasqua, un’unica occasione d’incontro e di preghiera della Comunità, come segno di testimonianza unitaria e di comunione fraterna; l’attenzione è stata posta in particolare sul Giovedì Santo sottolineando l’importanza di una sola Santa Messa in “Coena Domini” (in pas-sato veniva proposta una messa al pomeriggio per i ragazzi e una alla sera per gli adulti); si è propo-sta una revisione degli orari per il prossimo anno, ma con il consenso del Consiglio si è deciso già da quest’anno di optare per una sola celebrazione.Nell’ambito della “parola” sono state presentate una serie di proposte comunitarie.Per aiutare la meditazione nelle Sante Messe fe-riali i sacerdoti terranno una breve omelia; per gli adulti, come per l’Avvento, ci sarà la catechesi sull’Eucaristia: nel pomeriggio del venerdì e nella serata del martedì. L’Azione Cattolica organizza per gli adulti un mo-mento di ritiro e di preghiera aperto agli adulti e agli anziani della Comunità.Nelle Sante Messe della domenica del 15/02 verrà dato, da parte dei frati, l’annuncio delle missioni popolari che si terranno nelle nostre parrocchie

COMUNITÀ S. MARIA 7CONFRATERNITA

nel prossimo anno pastorale. Obiettivo delle mis-sioni, è quello di ravvivare la preghiera sulla Pa-rola del Signore, nelle famiglie. I frati nella fase di preparazione incontreranno bambini, ragazzi, giovani e famiglie al fi ne di coinvolgere ogni fa-scia di età. Nelle Via Crucis settimanali verranno coinvolti vari gruppi.Nell’ambito della “carità” sono state raccolte le proposte dei gruppi attivi nella comunità.Il gruppo Missionario, anche quest’anno, organiz-zerà la “Cena del Povero”; il Centro missionario Diocesano propone un convegno per i ragazzi di 1° media il giorno 1 marzo. La Caritas organizzerà il giorno 11/02 festa della Madonna di Lourdes, dopo la S. Messa in chiesa, che per l’occasione sarà anticipata alle ore 15, un ritrovo presso l’oratorio per intrattenere, come av-venuto per l’Avvento, gli anziani per un momento di convivialità.Il 25 marzo nel pomeriggio verrà organizzata la “Pasqua dell’anziano” con la celebrazione della S. Messa seguita da un momento conviviale.Oltre a questo la Caritas continua l’esperienza del “Cesto permanente” di raccolta degli alimenti per i poveri e propone una raccolta generale in favore del centro di primo ascolto di Dalmine per la setti-

mana che va dall’8 al 15 marzo; nella prima dome-nica di Quaresima verranno distribuiti ai bambini e agli adulti i salvadanai per la raccolta missiona-ria sopra citata.Nelle varie ed eventuali si è discusso, su sollecita-zione dell’Azione Cattolica, della richiesta di alcu-ni fedeli di ristabilire anche solo per il primo ve-nerdì del mese, la messa pomeridiana delle ore 16. In un lungo scambio di pareri si è convenuto che la proposta di celebrare una volta alla settimana la S. Messa alle 20.30 mantiene la sua validità, in quan-to unica opportunità settimanale di partecipa-zione alla celebrazione eucaristica per coloro che sono impegnati in ambito lavorativo e familiare.L’oratorio prevede due proposte di pellegrinag-gio: il primo nei giorni 6-7-8 aprile ad Assisi per i cresimandi ed il secondo, aperto a tutti, il giorno 26 aprile a Torino in visita alla Sindone. Il consiglio affari economici è decaduto, verrà a breve ricomposto con la presenza di cinque perso-ne scelte dal Parroco. Il carnevale sarà festeggiato presso l’oratorio di S. Andrea unitamente alle par-rocchie di S. Maria, Brembo e Dalmine. La seduta viene aggiornata al prossimo incontro.

Don Claudio

ConvegnoConfraternitezona pianuraSabato 10 gennaio la nostra Confraternita ha ospitato, per la terza volta in quattro anni, il Convegno delle Confraternite della zona pianu-ra. Alla presenza di circa 50 Confratelli, guidati dall’assistente diocesano don Maurizio Rota, ab-biamo rifl ettuto sui vari signifi cati della Croce.Al termine dell’incontro ci siamo recati nella par-rocchiale di S. Andrea in processione per celebra-re la S. Messa.Durante i ringraziamenti, abbiamo spiegato che l’aver celebrato a S. Andrea è un po’ il primo pas-so per quel sogno ambizioso di formare un gior-no la Confraternita del SS Sacramento di Sfor-zatica. Vogliamo perciò invitare chiunque se la senta a partecipare ai nostri incontri ogni primo venerdì del mese dopo la S. Messa delle 20.30.Chissà che prima o poi si possa formare anche la Confraternita femminile…

Confraternita del SS. Sacramento

8 COMUNITÀ S. MARIACONSIGLIO PASTORALE VICARIALE

Consiglio Pastorale Vicariale del 17 gennaio 2015

RELAZIONETutto ha avuto inizio con il gruppo di discepoli che si è for-mato intorno a Gesù Cristo. Gli Atti degli Apostoli contengo-no il primo racconto di cosa fa la comunità: carità fraterna, preghiera e predicazione.Il primo cambiamento si ha con l’apertura all’Ellenismo, quando matura la convinzione che il messaggio di Gesù sia per tutti: per questo emerge la preoccupazione di conserva-re l’originalità di ciò che Gesù ha detto e fatto (professioni di fede e canone delle Scritture). Con i Padri della Chiesa ha inizio la rifl essione sull’essere Chiesa attraverso immagini evocative (popolo di Dio, casa, sposa, madre, Gerusalemme celeste). Con l’Editto di Costantino il cristianesimo diventa religione liberamente praticabile e la storia entra nella vita delle comunità (le celebrazioni non più nelle case, ma nelle basiliche). Quando cade l’impero romano, la Chiesa rimane l’unica autorità e perciò inizia a gestire anche il potere civi-le, che però porta alla lotta delle investiture e a una Chie-sa mondanizzata e costruita secondo una gerarchia ispira-ta allo schema “politico”. Si abbassa il livello dei costumi e nascono movimenti di riforma a partire da San Francesco. Da questa panoramica si comprende come i volti della Chie-sa siano tanti: essi sono stati creati dalla storia e non sono frutto di una rifl essione consapevole. Per questo diventa im-portante la domanda: “Chiesa chi sei?” Qual è il “vestito” che la Chiesa è chiamata a indossare in ogni epoca storica per mantenersi fedele a Gesù Cristo? Il volto della Chiesa fi no ad oggi è nato con il Concilio di Trento, che è entrato nel profondo della vita della comunità, per rispondere alle rifl essioni ecclesiologiche di Lutero (per il quale l’unico ele-mento fondativo era il Vangelo, il resto solo costruzione di cui liberarsi). La risposta di Trento arriva però troppo tardi e non accompagnata da una rifl essione sulla Chiesa (vi sono solo alcuni trattati di contenuto prettamente giuridico); co-munque vengono introdotte alcune riforme: seminari, ob-bligo di residenza dei vescovi, centralità della parrocchia, catechesi, predicazione e istruzione morale; inoltre, vi è una certa insistenza sull’Eucaristia, la fi gura del prete e il magi-stero per garantire l’ortodossia contro Lutero, con un inter-vento però più che altro difensivo a causa della persistente povertà ecclesiologica. Nei secoli successivi la spiritualità e le attività caritative “salvano” la Chiesa fi no alla nascita della modernità, quando lo sviluppo della scienza, dell’industria e della democrazia portano ad attaccare la Chiesa sulla base dell’idea che Dio non ci sia e comunque non serva: tuttavia, mancando ancora la risposta alla domanda cosa sia la Chie-sa, si giunge al punto di non leggere più le Scritture, perché “distrutte” dalle nuove idee e scoperte. Il Concilio Vaticano I con il documento “Pastor aeternus” porta avanti il tentativo

Per gli incontri del Consiglio Pastorale Vicariale, nella seconda parte dell’anno, la segreteria del Consiglio ha pensato ad un cambio di percorso, ritenendo più opportuno tenere una formazione, di quattro incontri, sul tema della “Chiesa”, affi dan-dola ad Enzo Pagani: un laico appassionato alla Chiesa. Le sue esperienze, prima alla libreria “Buona Stampa” e ora presso l’editrice “Ancora”, e la conseguente attenzione a ciò che viene scritto e che passa nelle librerie cattoliche, ne fanno un buon osservatore in grado di proporre signifi cative rifl essioni; non terrà un corso, ma da laico attento accompagnerà il Consiglio nel dare uno sguardo sulla Chiesa. Nel primo incontro Enzo Pagani, ha illustrato i temi delle relazioni che proporrà nei quat-tro incontri del Consiglio: 1 – “Introduzione sulla Chiesa”; 2 – “Le fi gure del laico e del prete”; 3 – “Il cambio del paradigma della fede, con un ampio riferimento alla Evangeli gaudium”; 4 – “La parrocchia”.La relazione del primo incontro parte da un ampio panorama storico sulla “Chiesa”.

di defi nire la Chiesa come corpo mistico (realtà storica che rimanda a qualcosa di non visibile), ma alla fi ne prevale la sensazione di essere una cittadella assediata, per cui la Chie-sa viene defi nita in contrapposizione come società perfetta, vera, spirituale e soprannaturale. Continua però la ricerca di nuovi punti di riferimento: parola, liturgia, immagini dei Padri della Chiesa, fi nché con il Concilio Vaticano II la linea della spiritualità riesce a rispondere alla domanda “Cos’è la Chiesa?”. In particolare, la costituzione “Lumen gentium” in una pri-ma versione prevedeva la seguente scansione: il mistero del-la Chiesa, la struttura gerarchica, il popolo di Dio, la vocazio-ne alla santità. Questo schema però non convinceva e dopo rifl essioni e discussioni venne proposto di mettere, subito dopo la Chiesa come mistero, il capitolo dedicato al popolo di Dio: in questo modo si trova fi nalmente un’immagine di Chiesa, la quale sarà poi oggetto della rifl essione teologica; attraverso quest’impostazione la qualità dell’essere Chiesa nasce dalla dignità del Battesimo e non dai ruoli; nell’incipit del documento emerge che la Chiesa non risplende di luce propria, ma di quella di Cristo, ma il suo ruolo è comunque necessario perché deve portare questa luce a tutti gli uomi-ni; i confi ni della Chiesa diventano perciò cerchi concentrici (credenti, fratelli separati, credenti in Dio, uomini in ricerca, uomini non credenti ma dalla coscienza retta), perché tutti sono nella Chiesa, anche se con diversa intensità; la salvezza non è individuale, ma è un appello a formare un popolo con a capo Cristo; la missione della Chiesa è dilatare il Regno di Dio nella storia; la santità non è un merito individuale, ma un dono ecclesiale, in quanto il santo esercita un ruolo eccle-siale; i ruoli hanno senso nella logica del servizio. I punti di riferimento ora sono la parola, la comunità, la celebrazione e la preghiera.

LAVORO DEI GRUPPI1. La Chiesa non è una realtà a sé stante nel mondo, che vive un’esperienza appartata. Non si può annunciare senza leggere e ascoltare la storia. Ci chiediamo: la nostra chiesa ascolta la storia che testimonia l’agire di Cristo? Ascoltare non signifi ca assecondare i limiti della storia, ma costrui-re un annuncio misurato sulla situazione degli uomini. La nostra chiesa (parrocchia) è attenta a questa dimensione dell’ascolto della storia? Quali sono le iniziative o i momen-ti in cui si presta attenzione a quanto accade attorno a noi?L’ascolto della storia della comunità locale e delle persone non può essere dato per scontato, ma deve essere favorito attraverso un atteggiamento consapevole e un’adeguata formazione. È la prima modalità che permette l’incontro dell’altro, anche di chi non vive la realtà della chiesa o della

COMUNITÀ S. MARIA 9CONSIGLIO PASTORALE VICARIALE

parrocchia. Tale ascolto diventa esperienza di confronto che arricchisce anche la nostra azione in parrocchia. I momenti in cui le nostre parrocchie offrono momenti d’ascolto sono in particolare incontri di formazione rivolti ai genitori dei ragazzi che ricevono i sacramenti o frequentano il catechi-smo, incontri su tematiche educative, percorsi con i genitori che chiedono il battesimo per i loro fi gli. Anche l’oratorio, con le sue molte attività, offre diversi momenti d’ascolto, anche nell’informalità.Le Caritas parrocchiali, laddove esistenti, si confrontano poi con la realtà di tante persone, anche lontane dalla vita della parrocchia. È importante che quest’attenzione all’ascolto sia esercitata e proposta sia dai sacerdoti sia dai laici. Sarebbero inoltre utili strumenti di lettura della realtà e d’interazione anche proposti dal Vicariato. Riteniamo che le occasioni pro-poste per l’ascolto della realtà locale siano ancora poche e deboli. In particolare mancano continuità nell’azione (sem-brano esservi alcuni momenti durante l’anno) e soprattutto modalità nuove che riescono ad intercettare persone e si-tuazioni con le quali normalmente non abbiamo relazioni.La parrocchia tiene conto della realtà in cui si trova? Ci sono tentativi di coinvolgere, andare incontro alle persone che vivono altre realtà, cioè coloro che, riferendosi ai “cer-chi concentrici”, sono ai margini. Posso condividere alcune esperienze con chi vive nella mia comunità ma non pratica o non crede, il mio essere cristiano ha qualcosa da dire, ma nello stesso tempo ascolto anche gli altri, ne tengo conto.Certo il ritmo frenetico d’oggi non aiuta: le proposte del-la parrocchia sono vissute come un di più. Se sono oberato dagli impegni, sento quelli della Chiesa come superfl ui. Ci dovrebbero essere momenti in cui si offre ascolto, in cui si aiutano le persone a fare bene (in modo cristiano) quello che sono chiamate a fare: i genitori, gli insegnanti, gli stessi operatori parrocchiali. Nell’annuncio della parola, da parte dei sacerdoti durante le liturgie e da parte dei catechisti, c’è senz’altro attenzione a renderla “incarnata”, a leggerla le-gata ai fatti che l’uomo vive oggi, nella sua storia personale e comunitaria. All’interno delle parrocchie è in modo par-ticolare la Caritas (visto ancora come gruppo più che come dimensione fondamentale della comunità) che cerca di leg-gere le situazioni storiche di diffi coltà e di mettere in atto iniziative per rispondervi. Si tratta perlopiù di risposte d’e-mergenza. Altri gruppi parrocchiali, più attenti a dimensioni aggregative e ricreative sono legati ad una loro storia, poco inclini a leggere segnali della storia d’oggi, più propensi a lavorare per scopi “economici”. Nella composizione delle di-verse posizioni dei gruppi, i sacerdoti sono “tra l’incudine e il martello” e non sempre riescono o vogliono fare scelte per

indicare direzioni comunitarie, pastorali e ben precise. C’è la diffi coltà a far dialogare i diversi gruppi che si richiamano alla parrocchia. Anche perché manca una formazione comu-ne e, spesso, manca l’idea di essere “al servizio”. In una par-rocchia da alcuni anni è proposta una giornata in cui sono invitati a partecipare tutti i gruppi parrocchiali: questa può essere una modalità concreta d’ascolto.

2. Se la Chiesa vive nella storia, ne segue che la Chiesa non è esente dal rischio che anche i limiti della storia possano entrare nella Chiesa. È l’aspetto della Chiesa peccatrice. Papa Francesco alla domanda chi è il papa ha risposto “è un peccatore”. Si è attenti a “confessare” questi limiti che non sono solo degli individui, ma anche della Chiesa come istituzione. Quali iniziative o momenti vengono riservati nella nostra chiesa (parrocchia) a questo discernimento dei peccati non delle persone singole, ma delle modalità istitu-zionali di porsi (gruppi, iniziative…)?Non sempre diamo adeguata attenzione agli errori ed ai peccati che svolgiamo proprio durante le nostre attività in parrocchia, in quanto non vi è un’abitudine ad interrogarsi in questo senso. I rischi di errori nei momenti istituzionali sono legati all’autoreferenzialità di alcuni dei nostri gruppi, alla scarsa connessione con la comunità locale e quindi alla chiusura nel nostro mondo. Si registrano anche dei confl itti tra le persone e i gruppi che operano nella chiesa e la scarsa valorizzazione di alcune risorse individuali e di gruppo che vi sono in alcune nostre comunità. È necessario quindi porsi in discussione, assumere un atteggiamento anche di auto-critica che oggi non esiste ancora. In particolare sono utili in questo senso momenti di verifi ca dell’attività svolta e della rispondenza tra le azioni che poniamo in atto e i reali biso-gni della comunità locale. Questi momenti di verifi ca sono attuati in alcuni nostri Consigli Pastorali Parrocchiali, men-tre sono poco praticati dai gruppi. Per porsi in discussione è però fondamentale anche formarsi, conoscere meglio la pa-rola e i documenti della Chiesa, nonché avere strumenti che ci aiutino a mettere questa tra le nostre priorità. Dove non ci sono si presenta la reale necessità di fermarsi, fare il punto, correggere il tiro. Emerge l’esigenza di meno attivismo e ri-mettere al centro la luce vera: Gesù Cristo, è lui che illumina la Chiesa e quindi noi, se ci mettiamo nelle sue mani forse saremo anche più sereni. C’è il senso del peccato personale e anche quello del peccato della Chiesa istituzione, ma ancora poco quello del peccato come “comunità - parrocchia”. Come già accennato nella pista precedente, nei gruppi par-rocchiali, di solito, non c’è un’azione di discernimento nel valutare le iniziative alla luce di quanto sta avvenendo nella storia attuale, eccetto alcune realtà come la Caritas e i grup-pi caritativi in genere che si devono confrontare con le real-tà di disagio sociale. Si opera rifacendosi spesso a quanto si è sempre fatto.Nelle parrocchie mancano momenti per la formazione co-munitaria di tutti coloro che operano nei gruppi, anche se questa esigenza sta sempre più emergendo. Nel merito vi sono esperienze che le parro cchie stanno mettendo in atto: ritiri in sede o in strutture fuori sede, in contesto di raccogli-mento, per mettere a rifl essione il modo di essere comunità e comunità che si richiama a Gesù Cristo. Anche il Consiglio Pastorale Vicariale è un’opportunità di discernimento a li-vello di parrocchie vicine.

Il segretario del Consiglio Pastorale Vicariale

La mappa del nostro Vicariato

10 COMUNITÀ S. MARIAGRUPPO MISSIONARIO

Incontro con Padre Egidio MazzoleniAbbiamo incontrato padre Egidio, in Italia per un breve periodo in occasione di un check-up, prima di Natale e precisamente il

22 dicembre. È stata l’occasione festevole per scambiarci gli auguri e fare il punto della situazione nella missione di Zongo (Congo), dove il nostro cappuccino coadiuva il nuovo parroco congolese di 35 anni, assieme ad un frate congolese e a molti diaconi che si occupano di visitare periodicamente le cappelle foranee più distanti, dove non è possibile assicurare la presenza costante di un sa-cerdote.Grazie all’impegno dei laici e al loro contributo sul piano apostolico, nel-la parrocchia si è raggiunto un buon grado di applicazione del vangelo alla vita cristiana quotidiana (pos-siamo dire altrettanto nelle nostre parrocchie?). A parte i soliti problemi “fi nanziari” (tradotto = livello mini-mo di sopravvivenza), Egidio dice che la situazione è tranquilla e lo sarà probabilmente fi no al 2016 anno in cui sono fi ssate le elezioni presiden-ziali. Come in passato questa ricor-renza sarà il punto di partenza per innumerevoli vio-lenze, scontri e divisioni in fazioni in lotta tra loro. Dove la situazione è esplosiva, già ora, è la vicina repubblica Centrafricana. Vicina particolarmente per Egidio e la sua comunità, visto che da Bangui lo separa solo il fi u-me, mentre la capitale del Congo è al contrario a svaria-te centinaia di chilometri di distanza. Più volte abbiamo rilevato come le persone al di là e al di qua del fi ume siano non solo della stessa etnia, ma spesso parenti.Dal 1960, anno dell’indipendenza vive la contrapposi-zione tra Cristiani e Mussulmani. I ribelli assoldati dal-le contrapposte fazioni, sponsorizzate dagli stati vicini (Ciad, Sudan) o da quelli europei (la Francia, seppur in modo non “uffi ciale”) quando prevalgono si danno a razzie e saccheggi il cui “ricavato” va tutto verso i paesi “sponsor”. La novità e costituita dall’iniziativa presa dai capi religiosi a monito di quelli politici. L’arcivescovo di Bangui, gli evangelisti e l’Imam del Centrafrica si sono uniti nella condanna delle violenze. Prima i francesi a

Bangui, poi gli stati limitrofi hanno messo a disposizione forze d’interposizione sotto l’egida dei caschi blu dell’O-NU. Si stima ci siano 15 centri di rifugiati centrafricani in Congo, dove operano Unicef e medici senza frontiere, oltre ad altre organizzazioni internazionali di assisten-za che hanno creato un centro profughi proprio oltre il fi ume. Naturalmente la guerra ha fatto venire meno il commercio e gli approvvigionamenti provenienti dal Centrafrica. L’economia di Zongo segue quella di Bangui e quindi non il franco congolese, ma il SEFA.

Sotto il profi lo sanitario il Congo, seppur in maniera meno endemica al momento e in una regione relati-vamente lontana da Zongo, è colpito dal virus dell’Ebola che sta marto-riando le regioni dell’Africa occiden-tale: Guinea, Sierra Leone, Liberia. Si tratta di 120-130 casi. Pare che il contagio si sia diffuso da chi ha man-giato scimmie trovate nella foresta… La crisi dell’Europa si rifl ette sull’A-frica sia direttamente che indiretta-mente con la crescita della Cina come partner commerciale. I nostri aiuti in

questo periodo saranno fi nalizzati soprattutto a far stu-diare i bambini. Al momento sono stoppate le costru-zioni. C’è da dire che le scuole sono dello stato che paga i maestri (€ 30,00 al mese quando arrivano...), ma le scuole sono date in gestione per tutto alle associazioni religiose cattoliche o protestanti. C’è tanto desiderio di apprendere, ma purtroppo l’istruzione si deve fermare alle concrete possibilità di sbocco. Non ha senso fare in-formatica se non solo mancano i computers, ma perfi no l’elettricità… Gli unici che sembrano avere interruttori con la corrente sono le sette che “accendono” la speran-za e la venuta dello Spirito Santo “a comando”, ma sfu-mata la promessa del miracolo a comando si chiude la serranda e tanti saluti… Abbiamo chiesto cosa pensano del nuovo Papa. Con sconcerto apprendiamo che non è percepito, ancora non pervenuto il suo messaggio, ma si sa: se non arrivasse tutto in ritardo di mesi o di anni non staremmo parlando di Africa…

Diego per il Gruppo Missionario

Ricordo del Vescovo LucioIl gruppo missionario (intitolato a lui, si chiama, infatti, Gruppo Missionario “Mons. Luciano Nervi”) ricorda Luciano Nervi, vescovo di Maghochi a 10 anni dalla scomparsa. Lo ricorda con queste poche righe e con le celebrazioni che si sono svolte nella Quaresima missionaria con i simboli e gli scritti nella via Crucis e la S, Messa del 6 marzo, due giorni prima dell’anniversario. Come già scrissi in passato è come riaprire una ferita, che fa fatica a rimarginarsi. Per continuare la missione di Ambuyè Lucio, destineremo anche quest’anno raccolte mirate e una parte del ri-cavato dell’Ottobre missionario al progetto “Un piatto di riso per i bambini di Mangochi”. Come il seme muore per far germogliare un nuovo virgulto che diventa piantina prima e albero forte poi, così il seme gettato da Lucio germogli nei nostri cuori e nelle nostre opere, per crescere sempre più, fortifi cato dallo Spirito e dal fervore missionario. Arrivederci nella Casa del Padre, caro Lucio!

Diego per il Gruppo Missionario

COMUNITÀ S. MARIA 11MISSIONI POPOLARI

Sono passati quindici anni dall’ultima missione popo-lare in parrocchia. In occasione dell’anno giubilare del 2000 erano stati invitati i sacerdoti diocesani del Sacro Cuore di Bergamo, per la predicazione delle missio-ni parrocchiali. Gli adulti si ricordano di questa espe-rienza speciale che hanno vissuto nella loro comunità. Questo articolo serve per fare capire, specialmente ai più giovani, il signifi cato di questa proposta partico-lare.

1. Perché le Missioni parrocchiali?

La nostra parrocchia è terra di missione? A prima vi-sta diciamo di no; le missioni sono in Africa, non da noi. Infatti in parrocchia sono quasi tutti battezzati, tranne quelli che seguono un’altra religione. Quindi tutti battezzati e tutti cristiani. Non è così semplice la conclusione. Vediamo i numeri. Se è vero che sono quasi tutti battezzati, quanti sono quelli che frequen-tano regolarmente le celebrazioni eucaristiche dome-nicali? Sembra che solo il 20% partecipi regolarmente alla messa, e gli altri? Forse vanno in altre parrocchie o santuari, ma la cosa è reciproca o viceversa. È proprio necessario andare in chiesa? Come si fa ad ascoltare Cristo, ad incontrarlo, a riceverlo nei sacramenti se non si vive nella comunità dove Lui è vivo e presente? Non si vuole giudicare le scelte di ogni persona, perché la fede è libera, però una comunità cristiana non può chiudersi in se stessa e trascurare gli altri fratelli. Ol-tre ai numeri fa problema il grande cambiamento di mentalità avvenuto in questi ultimi anni. Non sono più i valori cristiani che guidano le scelte di vita (famiglia, matrimonio, educazione, vita-morte, economia…) e poi non si sa più dove è il bene e dove è il male. Tutto è in crisi. Chi ha ragione? Prevale la logica: ognuno fa ciò che vuole. Ma è bene questo per l’uomo? Tutto questo porta ad un clima generale d’indifferenza. È vero che non tutto è negativo, perché ci sono anche tante belle esperienze cristiane positive: più consapevolezza della propria fede, migliore partecipazione alla messa, più attenzione alle persone, alla carità, al volontariato… di tutto ciò ringraziamo il Signore.Ed allora, perché le Missioni in parrocchia? Per chi già crede, per rimotivare la sua fede, per essere più con-vinti e gioiosi, per dare slancio nuovo alle varie iniziati-ve ed ai vari gruppi parrocchiali, che rischiano di affi e-volirsi. E poi per raggiungere con un annuncio nuovo e fresco quelli che si sono un po’ staccati. Il nostro Papa Francesco continua a ripetere che la Chiesa deve uscire da se stessa, per arrivare a tutti. Bisogna ridire il conte-nuto essenziale del vangelo e cioè che Dio è Padre e ci salva in Gesù Cristo. Gesù dona la sua vita per amore e così ci rende liberi dal male e ci consente di realizzarci pienamente.Per tutti questi motivi c’è bisogno della Missione.

Missioni Popolaridelle Comunità Parrocchiali di Dalmine

2. Chi sono i missionari che verranno e quali ini-ziative proporranno?

Per quindici giorni avremo la fortuna di godere del-la presenza di tanti Frati Cappuccini, che porteran-no anche il carisma gioioso di San Francesco. Le va-rie attività proposte saranno spiegate nei dépliant che saranno consegnati a tutte le famiglie. Visite-ranno tutte le famiglie, guideranno Centri di ascol-to e di preghiera nelle case, incontri con tutti gli ammalati, catechesi e dibattiti in chiesa, preghiere con i ragazzi…

Sul tema delle Missioni ritorneremo ancora nei prossimi bollettini, per approfondire; per ora ac-cogliamo con gioia questa opportunità.

Principali date daricordare per le Missioni

DOMENICA 15 MARZO 2015Annuncio delle Missioni da parte dei Padri Fran-cescani Cappuccini in ogni parrocchia del comu-ne di Dalmine.

VENERDÌ 18 SETTEMBRE 2015A S. Andrea e, poi, a Santa Maria incontro per approfondire e preparare i gruppi di ascolto del-la Parola di Dio nelle famiglie.

SABATO 13 FEBBRAIO 2016Solenne celebrazione di apertura delle Missioni con il nostro Vescovo Mons. Beschi, insieme a tutte le parrocchie di Dalmine.

Da sabato 13 febbraio a domenica 28 febbraio 2016 Celebrazione delle Missioni.

Don Giuseppe

12 COMUNITÀ S. MARIA12 COMUNITÀ S. MARIASANTA PASQUA 2015

Santa PasquaLa Pasqua cristiana è preceduta dalla Quaresima, un periodo di penitenza di quaran-ta giorni che va dal mercoledì delle Ceneri al sabato Santo. La domenica delle Palme, il cui simbolo è il ramo d’ulivo, viene ricordato l’arrivo del Messia in Gerusalemme e la sua passione. Da qui inizia la settimana Santa durante la quale hanno luogo mo-menti liturgici ben precisi. Dal lunedì al mercoledì è il tempo della Riconciliazione; il giovedì mattina si apre con la Messa del Crisma in cui vengono benedetti l’olio pro-fumato (quello utilizzato nei sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell’Ordine), l’olio dei catecumeni e l’olio degli infermi. La sera del giovedì Santo si svolge la Mes-

sa in Cena Domini in ricordo dell’ultima cena di Gesù, alla quale segue la processione al “sepolcro”. Le ostie, che saranno utilizzate nella celebrazione del venerdì santo, vengono portate in un tabernacolo, il sepolcro, per essere adorate dai fedeli. Il venerdì Santo viene considerato un giorno di contemplazione della passione di Gesù: è infatti in questo giorno che si svolge il rito della Via Crucis, che in maniera fi gurativa ripercorre l’ultimo giorno di vita del Figlio di Dio. Questa giornata è, per tutti i fedeli, dedicata al digiuno, testimonianza del bisogno di partecipazione alla Passione e alla Morte di Cristo. Il sabato Santo è un giorno di rifl essione e preghiera silenziosa. La notte tra sabato e domenica si svolge la Veglia Pasquale, durante la quale si leggono le promesse di Dio al suo popolo. Questa notte è scandita da quattro momenti: la liturgia della luce (benedizione del fuoco, preparazione del cero, annunzio pasquale); liturgia della parola (nove letture); liturgia battesimale (canto delle litanie dei santi, preghiera di benedizione dell’acqua battesimale); liturgia eucaristica. Il giorno di Pasqua si festeggia la resurrezione del Redentore.

PROGRAMMA DELLA SETTIMANA SANTA

Venerdì 27 marzo:ore 16,30 Confessioni dei ragazzi delle elementari e delle medie

Domenica 29 marzo “Domenica delle palme”:ore 7.30 S. Messaore 9.00 S. Messaore 10.30 Benedizione degli ulivi nel cortile dell’oratorio e processione verso la chiesaore 10.45 S. Messa In questa giornata i bambini e gli adulti che hanno preso parte alla raccolta di fondi per i poveri di Mangochi, sono invitati a portare il salvadanai con il loro contributo ore 18.00 S. Messa

Lunedì Santo 30 marzo:ore 7.45 S. Messaore 16.00 S. Messa ore 20.30 Confessioni comunitarie a Sforzatica S. Andrea

Martedì Santo 31 marzo:ore 7.45 S. Messaore 16.00 S. Messaore 20.30 Confessioni interparrocchiale a Mariano per giovani e adolescenti

COMUNITÀ S. MARIA 13COMUNITÀ S. MARIA 13SANTA PASQUA 2015

Mercoledì Santo 1 aprile:ore 7.45 S. Messaore 16.00 S. Messaore 20.30 Confessioni comunitarie a Sforzatica S. Maria

Giovedì Santo 2 aprile:“Prendete e mangiate questo è il mio Corpo.Prendete e bevete questo è il mio Sangue!”ore 8.00 Celebrazione delle lodiDalle ore 16.00 alle ore 18.00 Confessioni individualiore 20.30 S. Messa in “Coena Domini” con lavanda dei piedi ai comunicandi e ai cresimandi. A seguire adorazione fi no alle ore 23.00 animata dal gruppo “Azione Cattolica”. Al mattino i sacerdoti saranno in Cattedrale per la S. Messa Crismale

Venerdì Santo 3 aprile:“Adoriamo la tua croce Signore!”ore 8.00 Celebrazione delle lodiDalle ore 9.00 alle ore 11.30 Confessioni individualiore 15.00 “Actio Liturgica” della passione del SignoreDalle ore 16.00 alle ore 18.00 Confessioni individualiore 20.00 “Via Crucis” in chiesa animata dai giovani. A seguire la processione con il Cristo morto lungo con il seguente percorso: piazza S. Maria, via S. Maria, via don Minzoni, via Cristoforo Colombo, via San Giovanni Apostolo e arrivo al parco. Incontro con la comunità di Sforzatica S. Andrea e conclusione della “Via Crucis”

N.B. è bene che tutte le famiglie che abitano lungo il percorso della processione mettano dei lumini alle loro fi nestree ai loro balconi, come segno, per “Cristo” che è morto.

Sabato Santo 4 aprile: “Alleluia Cristo è risorto!”ore 8.00 Celebrazione delle lodiDalle ore 9.00 alle ore 11.30 Confessioni individuali ore 11.00 Nella sala del teatro benedizione delle uova pasqualiDalle ore 16.00 alle ore 18.00 confessioni individuali ore 20.30 Solenne Veglia Pasquale

Domenica di Pasqua 5 aprile:“Alleluia Cristo è risorto,veramente risorto!”ore 7.30 S. Messaore 9.00 S. Messaore 10.45 S. Messaore 18.00 S. Messa

ore 20.30 Confessioni comunitarie a Sforzatica S. Maria

Al mattino i sacerdoti saranno in Cattedrale per la S. Messa Crismale

N.B. è bene che tutte le famiglie che abitano lungo il percorso

Lunedì dell’Angelo6 aprile:ore 7.30 S. Messaore 9.00 S. Messa ore 10.45 S. Messaore 18.00 S. Messa

14 COMUNITÀ S. MARIAGIORNATA MALATI DI LEBBRA

Giornata Mondiale dei malati di lebbra

Care amiche, cari amici, questa frase di Raoul Folle-reau sarà quella che ci accompagnerà nella nostra at-tività di quest’anno, nella nostra attività sia in Italia, nel nostro ambiente, che per i progetti all’estero: “O gli uomini impareranno ad amarsi o, infi ne, l’uomo vivrà per l’uomo o gli uomini moriranno. Tutti e tutti insieme. Il nostro mondo non ha che questa alterna-tiva: amarsi o scomparire. Bisogna scegliere. Subito. E per sempre”. (Raoul Follereau).

Forse mai come in questo momento storico ci rendia-mo conto della realtà di queste parole e dell’impor-tanza di tener viva la speranza, di tener vivo quell’a-nelito di giustizia e di pace (e di pace con un po’ di giustizia), di difendere l’uomo e la sua dignità al di là delle molteplici lebbre dell’egoismo e dell’indif-ferenza. Ci rendiamo conto della necessità di essere

Il 25 gennaio con un piccolo segno anche la nostra parrocchia ha voluto aderire a questa giorna-ta. Per mezzo dell’iniziativa “Il miele della solidarietà” abbiamo contribuito ad aiutare a vivere i malati e le loro famiglie, che A.I.F.O. sostiene attraverso interventi e progetti in Africa e in tante zone del mondo.A.I.F.O. sta impegnandosi fortemente anche per il diritto all’alimentazione e, oltre al program-ma nazionale di lotta alla lebbra e alla tubercolosi, sostiene con il Ministero della Salute della

Guinea Bissau tre progetti per la riduzione della mortalità neonatale, infantile e materna.Uccide più persone ogni anno dell’AIDS, della malaria e della tubercolosi messe insieme, un terzo

di tutte le morti nei bambini sotto i cinque anni nei paesi in via di sviluppo sono legate alla denutrizione: è la fame. Su questo tema si rifl etterà durante l’incontro del 14 marzo (ore 19,30) tradizionalmente denominato “Cena del Povero” cui tutti sono invitati a partecipare in occasione della Quaresima missionaria.Di seguito si propone l’editoriale del mensile A.I.F.O. “Amici di Raoul Follereau (11 novembre 2014).

Vivere è aiutare a viveredi Anna Maria Pisano

presenti nelle nostre realtà di tutti i giorni, non di-menticando di far funzionare la testa e il cuore.Come si fa a rinchiudersi in un egoismo provinciali-smo quando mezzo mondo sta scoppiando? Quando Medio Oriente e il Nord Africa, a un passo da noi, senza parlare dei tanti altri paesi, sono scossi da terri-bili sconvolgimenti che obbligano popoli a scappare per non morire? “Restiamo umani” scriveva Vittorio Arrigoni alla fi ne di ogni suo articolo, anche durante i peggiori bombardamenti di Gaza.La nostra azione di volontari serve anche a questo: a non lasciare che l’abitudine agli orrori che la te-levisione ci fa passare davanti ogni giorno provochi l’indifferenza e la morte della pietà. La forza ideale del messaggio profondamente umano e cristiano di Follereau è quello che deve permeare i nostri gruppi e la nostra azione ed è quella con la quale porte-remo avanti tutti i nostri programmi e tutte le ini-ziative, che la generosità suggerirà ai nostri soci e volontari. Io credo che proprio nei momenti di crisi si resta più uniti, si lavora al meglio e si scoprono ener-gie insospettate. Coltiviamo il coraggio di Follereau, che istituiva “L’ora del povero” in uno dei periodi più diffi cili della nostra storia: le capacità maturate dalla nostra associazione possono essere utili ad affron-tare in rete anche tanti problemi di questo nostro confuso mondo occidentale. E nello stesso tempo continuiamo nella nostra missione di sensibilizzazio-ne e aiuto verso i tanti “ultimi” del mondo, le tante persone dei nostri progetti, che contano su di noi.Il 3 dicembre 2014 c’è stata la: “Giornata internazio-nale delle persone con disabilità”.L’ultima domenica di gennaio 2015 c’è stata la: “Giornata mondiale dei malati di lebbra”.Due date che scandiscono durante l’anno il nostro maggiore impegno. Circa un miliardo di persone con

Essere presenti nelle nostre realtà di tutti i giorni non dimenticando di far funzionare la testa e il cuore

COMUNITÀ S. MARIA 15RASSEGNA TEATRALE

Gli amici del teatro tra novembre e febbraio hanno voluto superarsi, o quanto meno ricomin-ciare, organizzando una mini rassegna teatrale. Quattro sono state le compagnie partecipan-ti, Sforzatica Santa Maria, Valbrembo, Predore e Sforzatica Sant’Andrea. Con cadenza mensile hanno rappresentato prose dialettali divertenti, tutte seguite da un pubblico che ha apprezzato e applaudito, passando delle serate in allegria. L’esperienza è stata senz’altro positiva e, come gruppo teatrale, abbiamo potuto confrontarci con altre realtà del territorio, con la nostra stes-sa passione e che incontrano le nostre stesse diffi coltà e soddisfazioni: attori che mancano alle prove, battute che non restano in testa, ma alla fi ne un applauso rivaluta tutto. Persone che hanno voglia di teatro, magari inizialmente sforzate, ma poi si lasciano affascinare da questa esperienza, che nella sua unicità arricchisce donando cultura ed emozioni, dimostrando quanto sia sottile la linea che divide la realtà dalla fi nzione. Questo è il teatro, anche se amatoriale, ma è sempre teatro, e questa rassegna ci ha fatto venir voglia di dirvi arrivederci al prossimo anno.

P.S. un grazie al pubblico, alle compagnie, a chi prepara l’oratorio accogliente e a Nardo ideatore della rassegna e punto di contatto tra le diverse compagnie, oltre che regista della nostra.

Gruppo teatrale “Amici del teatro”

Rassegna Teatrale

i più diversi gradi di disabilità e solo il 5% dei bambini con disabilità nel Sud del mondo va a scuola. L’Oms segnala costantemente da anni oltre 200.000 nuovi casi di lebbra, cifra larga-mente sottostimata, e tanti milioni di persone guarite, ma con gravi disabilità legate alla leb-bra, perché arrivate tardi alla cura.Anche bambini: possiamo sopportare nell’an-no 2015 questa vergogna? Tutte persone delle quali al mondo non importa nulla, se non per metterle da parte. Tutte persone che con un piccolo aiuto possono prendere il loro posto nella società e anche diventare leader. È la no-stra sfi da!Vivere è aiutare a vivere.

Le offerte raccolte durante il banchetto del miele sono state di € 475,00 devolute ad A.I.F.O. per i progetti in Africa.Il Gruppo Missionario ringrazia quanti, a vario titolo, hanno contribuito al buon esito dell’iniziativa.

Per il gruppo missionario Luigina Ciribanti

Raoul Follereauè nato a Nevers,

in Franciail 17 agosto 1903.

A.I.F.O.Associazione ItalianaAmici di Raoul FollereauVia Borselli, 4/640135 BolognaTel. 051/4393211fax 051/434046N. Verde [email protected]

16 COMUNITÀ S. MARIAINIZIATIVE NATALE 2014

Pranzo di Natale per i poveri“Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fi n dalla fondazio-ne del mondo. 35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospita-to, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti

abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto amma-lato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

Matteo 25, 34-40

Ed è con questo brano di Vangelo che vorrei ringraziare i sacerdoti e i vo-lontari che anche quest’anno ci hanno dato l’opportunità di dare un senso

più profondo al Natale. Sì, infatti anche per questo Natale, nel salone dell’o-ratorio di Sforzatica S. Maria, si è preparato il pranzo per quelle persone che vivono quotidianamente in strada e che per avere un piatto caldo, si rivol-gono alla Caritas di Bergamo. È stata una giornata all’insegna dell’allegria e del clima famigliare, ed oltre al pranzo si sono vissuti momenti d’intratteni-mento come la tombola e l’esibizione di un gruppo di suonatori di cornamuse.Sono stati distribuiti inoltre molti indu-menti, scarpe e coperte, raccolti in par-rocchia durante i giorni precedenti. Ve-dere i sorrisi sui volti di queste persone

e percepire la loro sensazione di sentirsi accolti, è la più bella emozione che si possa portare a casa alla fi ne della festa. Spero in futuro, che qual-che altro animo sensibile, si lasci coinvolgere nella voglia di condividere questa bella esperienza gratifi cante... Credete, è sicuramente qualcosa di più di un pacchetto scartato sotto l’albero!

Cristina Ferrari

abbiamo dato da bere?

Come da ormai consolidata tradizione, la notte di Natale il gruppo adolescenti e giovani del nostro oratorio è passato per le vie di S. Maria per augurare un felice Natale a tutta la nostra comunità e per raccogliere fondi destinati alla benefi cienza. Circa 35 ragazzi, infat-ti, hanno deciso di affrontare il freddo di quella serata per portare un po’ di allegria e felicità a tutte le nostre famiglie e, contemporaneamente, raccogliere fondi destinati alla nostra parrocchia. Il ricavato dell’intera iniziativa, infatti, è stato interamente devoluto a favore dei lavori che sono

stati effettuati, e che ancora dovranno essere ultimati, nel nostro oratorio al fi ne di renderlo più familiare, accogliente e sicuro. E come ogni anno, grazie alla vostra generosità, siamo riu-sciti a raccogliere una somma non indifferente: quasi € 2.400,00, la somma più alta mai raccolta negli ultimi 10 anni di questa grande iniziativa.Un ringraziamento va a tutti i ragazzi che han-no partecipato con grande entusiasmo a questo evento, per noi, ormai, classico e sempre atte-so con ansia. Ma il ringraziamento più grande è rivolto a tutta la nostra comunità che, come sempre, si è dimostrata generosa e devota alla solidarietà.

Il gruppo giovani

Raccolta di Natale

COMUNITÀ S. MARIA 17FARE MEMORIA

Carissimi, scrivo queste righe nella tranquillità delle ore all’ISSA (Istituto Sacerdotale S. Alessandro), che mi vedono fuori Sforzatica un paio di giorni ogni due settimane, specialmente durante il primo anno di or-dinazione, per un po’ di formazione insieme ai miei compagni.Un tempo più disteso (oserei dire, più “umano”) per-mette di fare memoria della vita che scorre. Gustarla, abitarla, guardarla, riviverla con sapienza. Soprattutto quando la vita, come è successo a me, cambia repenti-namente in pochi mesi. Mi pare questa una necessità dell’uomo, particolarmente di quello contemporaneo, cioè noi: un ritmo molto accelerato rischia di procedere inesorabilmente verso un ripetersi continuo dei giorni che per inerzia si susseguono, ma dei quali ti sfugge il senso complessivo. Ecco allora che fare memoria, come spesso ci viene ricordato in questo tempo di Quare-sima, è condizione decisiva per vivere intensamente il presente. Scrivendo questo contributo per i nostri bollettini, mi sento perciò messo di fronte all’urgenza di fare memoria. L’espressione mi è cara, se non altro perché da quando la pronunciò Gesù, la ripetiamo in ogni celebrazione eucaristica. Non possiamo tradire la memoria! Ma cosa signifi ca per un uomo, un cristiano, un prete, fare memoria?Un sacco di cose. Mi fermo su alcune di quelle che mi passano per la testa in questi giorni guardando alle vicende dei nostri oratori. Il prete, chiamato a fare sin-tesi e armonia fra i diversi carismi che fi oriscono in una comunità cristiana, deve costantemente cercare e rac-contare il fi lo rosso che lega ogni cammino personale e comunitario. Così faccio memoria del campo invernale a Mezzoldo, una piccola ma straordinaria palestra di umanità e condivisione; laddove molti elementi po-tevano giocare a sfavore (l’arrivo di un nuovo curato, una proposta piuttosto serrata, un gruppo ristretto), ci siamo invece scoperti di nuovo insieme sulle strade del Vangelo. Così è accaduto in questi mesi per la festa di

FARE MEMORIA S. Giovanni Bosco, che ha coinvolto a vari livelli tutta la comunità, e per il carnevale interparrocchiale, tentativo di unire le forze e valorizzare i più giovani. Così è accadu-to nelle tre settimane di convivenza (o, come preferisco chiamarla, di vita comune): mi sorprende che lo stare in-sieme non sia ormai più scontato; quello che fi no a pochi anni fa era naturale (uno stile sobrio e fraterno), oggi deve essere creato ad hoc per permettere ai ragazzi di affrontare situazioni nuove.Anche questo è fare memoria: accorgerti che in origine l’uomo è relazione, che il tempo è più bello e più veloce se condiviso, che il tablet è un accessorio, che pregare insieme è bello, che vivere con gli altri è faticoso, che rispettare luoghi e persone chiede di uscire un poco dalla propria prospettiva. Insieme ai ragazzi, insieme ai preti, tutta la comunità è chiamata all’esercizio della memoria. Esso non è mai fi ne a se stesso, ma illumina e scalda la quotidianità, senza nostalgia e risentimenti. Fa sentire la presenza di Dio, che non si allontana mai dalla storia, ma vi è presente in ogni suo anfratto: se riconosco la sua presenza nella giornata di ieri, con tanta più facilità la riconoscerò in quella di oggi. Se mi ricordo di te, Signore, ti desidero sempre, perché il tuo passaggio incolla i pezzi di ogni giornata, unisce le trame della storia, feconda le fatiche dei tuoi fi gli. Sia benedetto il tempo della me-moria e sia benedetto l’uomo che “crea” questo tempo. Perché la memoria si “fa”, soprattutto nel silenzio della preghiera e della rifl essione. È proprio bello quando il cuore parte per lunghi viaggi nel passato e tutto sem-bra raccontarti qualcosa di ciò che sei oggi (ricordare un fatto, una persona, un’abitudine personale, una canzo-ne, un libro, un suono, un’immagine, una parola… e con naturalezza ringraziare il Signore). Ricordare anche, nel mio caso, che sono arrivato fra voi da pochi mesi e c’è una memoria che precede e sostiene il mio ministero. La Pasqua che insieme celebriamo sia il sigillo del comune impegno a custodirci nella memoria delle meraviglie che il Signore sta compiendo a Sforzatica. Lo faremo stando a tavola, in chiesa come a casa, ascoltando le memorie.

don Nicola

Il 15 gennaio ha preso il via un nuovo progetto della comunità per il supporto alle famiglie nella gestione dei fi gli: lo “Spazio-compiti”. Si tratta di un incontro fi ssato settimanalmente il gio-vedì in oratorio dalle ore 16,30 alle ore 18,30 per i bambini della scuola elementare (dalla terza alla quinta). Dopo una breve e sana merenda, i bambini iniziano a svolgere i compiti assegnati dalle maestre a scuola, aiutati e seguiti da un gruppo di giovani stu-denti volenterosi e da due mamme. Il clima è sereno e allegro. Gli scolari vengono supportati con competenza e impegno, senza che manchino battute e risate. Vengono seguiti per due ore e, naturalmente, se gli impegni scolastici lo consentono, c’è spazio per momenti di gioco e di chiacchiere... È un nuovo tentativo da parte della comunità parrocchiale di aiutare le famiglie nei loro impegni quotidiani e contemporaneamente aiutare i bambini a socializzare e a trascorrere in serenità un pomeriggio feriale.Siamo solo agli inizi, il progetto può essere modifi cato o esteso. I suggerimenti sono sempre molto preziosi!

Sandra

Spazio Compiti: una partenza riuscita!

18 COMUNITÀ S. MARIA

Eccoci, siamo ancora noi... i chierichetti!Aggiorniamoci su quanto abbiamo imparato, discusso e concordato fi nora. Dunque, abbiamo partecipato a tre incontri di formazione e di confronto, il 2 novembre 2014, il 14 dicembre 2014 e l’1 febbraio 2015 in occasio-ne della festa di don Bosco e del gran giorno del nostro mandato. Durante questi incontri, interessanti e aggre-ganti, abbiamo affrontato tanti argomenti riguardan-ti la missione e i compiti di noi chierichetti. In primo luogo, dopo esserci guardati in faccia e conosciuti tra noi, abbiamo scoperto i vari motivi che spingono ognu-no di noi a portare avanti il nostro servizio e abbiamo imparato a riconoscere i nostri simboli d’appartenenza, come la veste che indossiamo con orgoglio. Inoltre ab-biamo passato in rassegna tutti i vantaggi dell’essere chierichetto: sentirci più vicini a Dio nelle celebrazioni mettendoci al suo servizio, essere d’aiuto al sacerdote e stargli accanto, vivere meglio la S. Messa, aiutare tutti gli altri a pregare meglio, stare con gli amici anche fuori della chiesa e soprattutto fare la volontà di Dio secondo le nostre capacità. Per fare tutto questo abbiamo rico-nosciuto che nel nostro modo di essere non possono mancare qualità fondamentali: l’impegno, l’umiltà, la fede e anche una buona dose di coraggio. Inoltre questi incontri sono stati molto utili per imparare tutti i segre-ti delle celebrazioni alle quali partecipiamo e a tenerci

Incontri dei Chierichetti

aggiornati sui vari momenti liturgici e sui vari equipag-giamenti. A qualcuno tutto questo potrebbe sembrare noioso, oppure pensare che sia troppo impegnativo, ma vi assicuriamo che non sono mancati i momenti di svago e divertimento, così come non mancano mai du-rante il servizio settimanale e domenicale. E poi cosa c’è di meglio che far parte di un gruppo affi atato di veri amici? Ma cosa vuoi di più dalla vita...?P.S. Ogni tanto arriva anche qualche ritaglio di parti-cola! Prossimo appuntamento sarà per noi la festa del Clacson, il primo maggio, evento che aspettiamo con trepidazione e che unisce tutti i chierichetti della dioce-si... sarà bellissimo!

Il gruppo dei chierichetti

Il mandato ai ChierichettiEcco che ci siamo, che emozione!!! Meglio che essere a Sanremo! Oggi tocca a noi, siamo noi i protagonisti... i CHIERICHETTI! Partiamo con ordine! Oggi è il primo febbraio 2015 e siamo a S. Maria. Questi siamo noi:

Aaron BonoAchille CogliatiAndrea CornaElena OngisPietro BattagliaJustin BonoGiulia Caposio

Durante la S. Messa dei ragazzi delle 10.45 riceviamo il mandato. Concelebrano don Claudio, don Antonio e don Nicola e questo dà l’idea della portata dell’evento!S. Messa solenne con coinvolgimento dei no-stri genitori che ci aiutano a mantenere fede al nostro impegno. Celebrazione molto bella e intensa, nella quale si riconosce il nostro ruolo e si dà importanza alla nostra fi gura presentandoci davanti a tutta la comunità e istituendoci chierichetti uffi ciali... e chissà che a qualcuno venga l’ispirazione di entrare nel nostro variegato gruppo.Noi siamo tutti emozionatissimi e felici, so-prattutto quando il sacerdote c’invita pub-blicamente a dichiarare il nostro impegno chiamandoci per nome uno ad uno. Ricevia-mo anche un bellissimo regalo, un libretto fatto apposta per noi: il vademecum del chierichetto, con tutti i consigli e i segreti della nostra professione. Conclusa la celebra-zione, rito della foto di gruppo e fi nalmente si va a mangiare... via con la festa! Pranzo in oratorio in occasione della festa di S. Giovan-ni Bosco.

Il gruppo dei chierichetti

Marco CasaliGiulia CornaGiorgio SementilliAndrea GervasoniSofi a PrussianiMichele Zonca

Andrea GuzziLorenzo RivaKatchper SottocornaMatteo CasaliRiccardo FancelluLorenzo GervasoniRafau Sottocorna

CHIERICHETTI

COMUNITÀ S. MARIA 19

Siamo sempre al primo febbraio 2015 e continua la cro-naca di una giornata speciale. Dopo la mattinata importante nella quale abbiamo rice-vuto il mandato, dopo un pranzo luculliano per la festa di don Bosco e dopo il solito momento di rifl essione ecco che si scende in campo! Nel pomeriggio appuntamento con l’evento che tutti attendevano, secondo solo alla fi -nale dei mondiali: la partita di ritorno tra chierichetti di S. Maria e di S. Andrea, che all’andata fi ni in pareggio 3 a 3. Alle ore 15.00, con qualche minuto di ritardo, sul campo di calcio di S. Maria, con un freddo pungente e con i soliti paparazzi (fotografi ) alle calcagna, ecco che le due squadre scendono in campo, più agguerrite che mai, pronte a tutto per sbloccare il pareggio e portarsi a casa il titolo di campione! Pubblico infreddolito, ma che si scalda grazie alle azioni magistrali delle squadre: passaggi precisi, tecnica e stile da entrambe le parti. Don Antonio dirige, da allenatore di alto calibro, i suoi gio-catori. Don Nicola si fa notare per la sua resistenza fi sica e l’impegno a favore dei compagni. Entrano in campo anche giocatori con maggiore esperienza, per dare man forte ai nostri eroi, stremati da questa sfi da senza fi ne. Dopo il fi schio fi nale dell’arbitro, il signor Cappuccio An-gelo, la partita dà ragione ai chierichetti di S. Maria che portano a casa una bellissima vittoria per 2 a 1. Compli-menti a tutti, perché di là del risultato ha vinto la voglia di stare insieme in allegria! Doccia corroborante per gli atleti e gustosissima merenda a base di meravigliose tor-te e favolosi dolcetti fatti in casa dalle mamme. Chiusu-ra della giornata con preghiera di ringraziamento nella chiesina dell’oratorio. Grazie a tutti quelli che hanno collaborato alla bella riuscita di questa intensa giornata

e a chi si è impegnato per l’organizzazione della partita. Il prossimo appuntamento è atteso pri-ma della fi ne della scuola... un’altra partita o una sorpresa? Chi vivrà vedrà! Continuate a seguirci... alla prossima puntata!

Il gruppo dei chierichetti

“Luce che illumini la via”Il 5 gennaio, vigilia dell’Epifania, nel teatro dell’oratorio di S. Maria una trentina di bambini, accompagnati da alcuni adulti dei coretti di S. Andrea e di S. Maria, si sono esibiti in un concerto di canti natalizi.Alle 20.45, in un teatro gremitissimo, partono le prime note e i bambini, che erano emozionatissimi e avevano tanta paura, alla fi ne sono stati fantastici e hanno dato il meglio di sé. La presenza di un presepe vivente e dei re magi ci hanno immersi in una bellissima atmosfera natalizia che ci ha accompa-gnato per tutta la serata. Durante i mesi di preparazione è stato bellissimo vedere come, prova dopo prova, cresceva l’entusiasmo di questi bambini e insieme cresceva la voglia e l’impegno di fare bene! Perciò il primo grazie va proprio a loro, a quei 30 bambini, che con le loro voci e con la loro semplici-tà hanno dimostrato di riuscire a trasmettere tante emozioni!Grazie di cuore anche a don Claudio che ci ha dato questa opportunità, a don Nicola, ai genitori, agli adolescenti e a tutti quelli che hanno collabora-to, anche con grandi sacrifi ci, alla bellissima riuscita della serata.

Loretta Monateri

Concerto per l’Epifania

CHIERIDAY - CONCERTO EPIFANIA

Il Chieriday DUE

20 COMUNITÀ S. MARIAVARIE

Domenica 28 dicem-bre 2014 si è svolta una bellissima gita a Villongo organizzata dai nostri chierichet-ti, sempre pronti e scattanti nel proporre attività interessanti. Nel primo pomeriggio di questa domenica freddissima, in piaz-za S. Maria, hanno fatto il loro ingresso due lussuosi pullman,

pronti ad accogliere il gruppo dei chierichetti e tutti gli iscritti alla gita delle due parrocchie di S. Maria e di S. An-drea. Finalmente, riempiti i mezzi di trasporto, anche con gli ultimi ritardatari, si parte alla volta di Villongo. Navi-gatore, seduto di fi anco all’autista e munito di microfono, don Antonio che professionalmente dà le informazioni di base sul paese e sul presepe, ormai giunto alla sua diciot-tesima edizione. Si arriva dopo circa quaranta minuti di viaggio.Ormai abituati al tepore interno dell’abitacolo, (qualcuno si è lasciato andare al riposino digestivo), si deve scendere e in pochi minuti, incamminandosi lungo il percorso segna-lato, ci uniamo alla fi umana di gente che si ritrova catapul-tata in un quadro di duemila anni fa.All’ingresso si viene accolti dalle guardie romane, preposte a difesa del palazzo e proseguendo ci si imbatte nel tem-pio ebraico. Tutto molto suggestivo. Via via che il percorso sale, seguendo il corso della collina, si possono ammirare, nelle casette di legno, i vari mestieri tipici. Si vede chi fa il pane, chi fi la e tesse, chi cuce vestiti e bambole, chi carda la lana, chi fa il burro, chi produce candele a mano, chi

Gita al presepe vivente di Villongolavora il legno e lo intaglia, chi batte il ferro, chi impasta l’argilla con i piedi nudi, chi dà forma a vasi e li decora. Si può ammirare un mulino vero con una grossa macina e addirittura una falegnameria con un grande meccanismo a trazione idraulica. Il tutto condito con la presenza di veri animali grossi e piccoli, che hanno attirato le simpatie dei ragazzi, e con l’accompagnamento degli zampognari che non possono mancare in un presepe che si rispetti. Giunti alla sommità della collina fi nalmente ci si trova al cospetto della Sacra Famiglia, nella mangiatoia. Gesù è un bimbo bellissimo, ma soprattutto buonissimo, che scopriamo es-sere uno degli otto piccoli che si sono alternati durante le rappresentazioni. Dopo tanta sacralità, ora qualcosa di più terra terra e così via ad un anticipo di merenda a base di vin brulè, bibite e dolci natalizi.Gelati e infreddoliti, ma molto soddisfatti, si ritorna a bor-do dei pullman e dopo aver controllato che non manchi nessuno si riparte, scappando dalla nebbia che si sta al-zando, alla volta dell’oratorio di S. Maria. Don Nicola du-rante il viaggio di ritorno si appropria del microfono e dà ulteriori delucidazioni sulle parrocchie organizzatrici del presepe. Finalmente sbarcati di nuovo in piazza S. Maria, dopo la foto di gruppo davanti al nostro più piccolo, ma bellissimo presepe, tutti nella sala dell’oratorio a scaldarsi con cioccolata calda, bibite, panini e dolci.È stata una giornata particolare per chi è riuscito ad an-dare oltre al freddo e alla marea di gente, perché al di là dell’atmosfera suggestiva, questo piccolo viaggio regalava uno scorcio del mistero di Gesù, venuto proprio a nascere in mezzo a gente semplice e umile, gente come noi oggi. È stato bellissimo vedere soprattutto le espressioni di stupo-re e di meraviglia dei nostri ragazzi e constatare il grandis-simo impegno della gente di Villongo per il loro presepe.

Il gruppo dei chierichetti

Il gruppo “Amici del presepe” anche quest’anno ha allestito un bellissimo presepe nella capanna sul sagrato parrocchiale, scegliendo come ambientazione uno scorcio del paesaggio in località Clanezzo. Ogni anno la comunità di S. Maria, e non solo, può ammirare ed apprezzare queste rappresentazioni stupen-de che creano un’atmosfera natalizia speciale.Ringraziamo di tutto cuore il gruppo ”Amici del presepe” per il lavoro che svolgono.

La redazione

IL NOSTRO BEL PRESEPE

COMUNITÀ S. MARIA 21VARIE

Domenica 15 febbraio 2015… a carnevale ogni scherzo vale! Ebbene sì, quest’anno il carnevale ci ha riservato proprio un bello scherzo; poteva essere una di quelle domeniche di febbraio che anticipano la primavera ed invece è stata una giornata fredda e piovosa. E cosi, la tanto attesa sfi lata di carnevale per le vie di Dalmine è saltata ed il carnevale interparrocchiale rischiava di essere annullato, ma gli orga-nizzatori non si sono persi d’animo ed hanno cambiato il programma. Anziché fare la sfi lata, tutti gli oratori di Dalmi-ne si sono ritrovati direttamente all’oratorio di Sant’Andrea, nella tensostruttura appositamente riscaldata e abbiamo potuto, così, festeggiare tutti insieme il carnevale. La tenso-struttura è stata divisa in due parti in modo da poter acco-gliere grandi e piccoli: da una parte è stato allestito un pic-colo bar con sedie e tavoli per poter consumare un panino o un thè caldo e dall’altra uno spazio per i bambini dove poter festeggiare, correre e giocare. Il tema scelto per il carnevale 2015, seguendo un po’ l’attualità, era il cibo. Cosi tanti si sono sbizzarriti a costruire il proprio vestito: erano presen-ti, infatti, biscotti, ortaggi e frutti di ogni genere, prodot-ti della nostra terra e, per fi nire, non potevano mancare i cuochi. Il pomeriggio di gioco è cominciato intorno alle ore 15.00 con un’accoglienza di don Nicola, per poi proseguire tra balli sfrenati e giochi organizzati che hanno fatto la feli-cità dei bambini. Poi, durante una piccola pausa dei giochi, i protagonisti sono stati don Nicola e don Antonio, che si sono cimentati in una prova culinaria molto divertente sia per loro sia per chi guardava. E, infi ne, non poteva manca-re la sfi lata e i premi alle migliori maschere: abbiamo, così, organizzato una mini sfi lata di tutte le maschere presenti e alle più belle ed originali abbiamo consegnato un piccolo premio. Un ringraziamento a tutti quelli che hanno fatto si che, nonostante le diffi coltà metereologiche, anche questo carnevale fosse festeggiato nel migliore dei modi. Ma il rin-graziamento va soprattutto a tutti quelli che erano presenti, in maschera e non, che hanno permesso che si festeggiasse ancora una volta il carnevale con tutti gli oratori di Dalmine assieme.

Stefano Gamba

Carnevale interparrocchiale

22 COMUNITÀ S. MARIAVARIE

ENTRATE

Rendite fi nanziarie- Interessi depositi bancari € 2,28

Offerte- Offerte domenicali e feriali € 16.579,00- Offerte celebrazioni sacramenti € 5.215,00- Offerte candele € 4.163,00- Offerte e raccolte straordinarie € 26.266,50

Contributi- Contributo dal comune € 10.876,89- Contributo da enti diocesani € 747,68

Attività pastorali- Attività parrocchiali € 740,00- Attività bar € 30.748,00- Attività in sostegno alla parrocchia € 19.275,00- Radio € 2.500,00- C.R.E. estivo € 9.976,00- Contributo sportiva € 4.500,00- Sedie € 5.910,00- Sforzafesta € 117.317,72- Teatro € 800,00

Altre entrate straordinarie- Altre entrate straordinarie € 2.759,00

Entrate da attività commerciali- Bollettino parrocchiale € 1.990,00- Note di credito Enel Gas € 1.109,48

Totale € 261.475,55

USCITE

Manutenzione- Manutenzione ordinaria € 1.778,20- Manutenzione straordinaria € 114.867,07

Assicurazioni- Assicurazione incendio, RC € 375,00

Imposte e tasse- Imposte e tasse (IRPEG/ILOR) € 342,00

Remunerazioni professionali- Remunerazione parroco € 1.200,00- Remunerazione vicari parrocchiali € 3.150,00- Compensi professionisti € 280,00

Spese generali e amministrative- Spese ordinarie di culto € 2.660,43- Spese bollette oratorio € 13.471,44- Spese uffi cio e cancelleria € 3.576,26- Spese per locali uso pastorale € 11.468,00- Spese/bollette casa parrocchiale € 4.152,85- Spese chiesa € 2.112,00- Spese banca € 641,80- Spese bollette chiesa € 4.851,11

Attività pastorali- Attività parrocchiali € 8.250,06- Attività oratoriali € 8.800,23- Attività in sostegno alla parrocchia € 2.890,00- Bollettino parrocchiale € 3.229,80- Radio € 3.750,00- C.R.E. estivo € 13.759,05- Attività bar € 22.935,62- Sforzafesta € 99.253,77- Feste oratorio € 1.881,68

Altre uscite straordinarie- Altre uscite straordinarie € 17.450,92

Tributi verso la curia- Tributi verso la curia € 396,00

Totale € 347.523,29

Perdita € 86.047,74

SITUAZIONE ECONOMICADall’1 gennaio 2014 al 31 dicembre 2014

Patrimonio attivo al 31 dicembre 2014 € 13.185,19

22

Il nostro bollettino parrocchiale, come più volte espresso, è distribuito a tutte le famiglie della nostra comunità (circa 800 copie).È uno dei mezzi di comunicazione della parrocchia, con l’obiettivo di raggiungere tutti con l’informazione e far conoscere ciò che avviene o che è successo nella nostra co-munità. E per la distribuzione del bollettino ci sono alcune persone che ogni volta si adoperano per questo servizio ed è doveroso, da parte di tutti, ringraziarle. Di seguito l’elenco di queste persone e le zone che coprono durante il loro servizio.

Elenco dei volontari per la distribuzione:D’Antonio Giancarlo: per lo smistamento dei bollettini da distribuire Teani Vittoria: Via delle Gardenie - Via delle CamelieRovaris Emma: Via Azalee - Via RododendroApassiti Lucia: Via LallioFrigeni Virgilio: P.za Ortensie - Via Glicine - Via Don Giovanni

Minzoni - Via Vailetta - Via ZambianchiForesti Teresina: Via Anemone - Via GenzianellaLodetti Sandra: Via Bainsizza - Via delle Rose Polini Maria Rosa: Via Fabio Filzi - Via Gerolo

I volontari per la distribuzione del bollettinoSuardi Maria: Via Fossa - Via Cesare BattistiBettoni Giuseppe: Via GuzzanicaMazzoleni Rita: Via delle ValliAlborghetti Anna: Via Luigi Pirandello - Via GinestreAlbani Teresa: Via Vittorio GaspariniColombo Maria: Via Confalonieri - Via Pietro Micca - Via BorsiPrevitali Lucia: Via S. Maria - P.za S. Maria - Via Don Lanza - Via

Papa Leone XIII Sorti Maria: Via Fratelli Cairoli - Via Enrico TotiMazzoleni Maria: Via AlbegnoArzuffi Oliva: Via Cosimo Fanzago - Via Nicolò RezzaraCaslini Nives: Via S. Domenico Savio - Via Madonna del Car-

mine - Via Don Angelo RoncalliRubini Emidio: Via Francesco Nullo - Via dei CaravanaIacomino Cristina: Via Cascina Nuova - Via Menotti - Via SperiCorti Augusta: Via Vailetta - Via Fratelli Cervi - Via Oleandri -

Via Martiri di Cefalonia - Via ZelascoManenti Martina: Via MarzabottoFenili Roberto: Via Gian Battista Moroni

La redazione

COMUNITÀ S. MARIAVARIE22 COMUNITÀ S. MARIASITUAZIONE ECONOMICA

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