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Papyrusfunde und Papyrusforschung by Karl Preisendanz Review by: Orsolina Montevecchi Aegyptus, Anno 14, No. 1 (GENNAIO-MARZO 1934), pp. 100-103 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/41214321 . Accessed: 15/06/2014 10:09 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aegyptus. http://www.jstor.org This content downloaded from 185.44.77.146 on Sun, 15 Jun 2014 10:09:12 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

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Papyrusfunde und Papyrusforschung by Karl PreisendanzReview by: Orsolina MontevecchiAegyptus, Anno 14, No. 1 (GENNAIO-MARZO 1934), pp. 100-103Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/41214321 .

Accessed: 15/06/2014 10:09

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100 RECENSIONI E BIBLIOGRAFIA

Karl Preisendanz, Papyrusfunde und Papyrusforschung, Leipzig, Hiersemann, 1933.

È una storia della papirologia nelle sue linee essenziali, dai primi avviamenti fino ad oggi, a cui segue un esame della situazione attuale degli studi papirologici nelle varie nazioni. La trattazione può dividersi in tre parti: nella prima, che è un'introduzione alla storia della papiro- logia vera e propria, PA. illustra i principali documenti papiracei già esistenti in Europa prima delle scoperte di papiri in Egitto; nella seconda parte espone il sorgere della nuova scienza, dalie prime scoperte casuali fino agli scavi organizzati e sistematici e alle grandi raccolte e pubblica- zioni ; nella terza parte passa in rassegna le raccolte di papiri attualmente esistenti e da una bibliografia dei principali lavori che interessano in qualche modo la papirologia.

Di ogni periodo FA. cerca di cogliere le caratteristiche: così, messa in luce l'importanza soprattutto paleografica dei papiri greci e latini cono- sciuti prima della scoperta della Carta Borgiana, e illustrati i vari problemi che si ricollegano ai papiri di Ercolano, prima di venire a parlare degli inizi della vera e propria papirologia, sintetizza l'atteggiamento degli studiosi del 1700 di fronte agli antichi, che essi vedevano in una luce ideale, solo nelle manifestazioni di vita più elevate, come l'arte e la let- teratura, ma meno aderenti alla vita comune di tutti i giorni, la quale invece è largamente documentata dai papiri, fonte di autorità indiscutibile per la ricostruzione di tutto il mondo antico, specialmente dal punto di vista giuridico-economico, sociale e psicologico.

A questo periodo introduttivo segue quello che potremmo chiamare il periodo delle scoperte isolate e casuali, caratterizzato dal fatto che i papiri venivano considerati da un lato come una rarità, una curiosità da vetrina di museo; dall'altro furono da principio oggetto, da parte dei filologi, di speranze forse esagerate, a cui seguirono le delusioni, quando si vide che i papiri letterari, benché di contenuto spesso importantissimo, e abbastanza numerosi, specialmente per la letteratura greca, costituivano solo un piccolo nucleo di fronte al complesso degli altri documenti.

Un impulso agli studi egittologici fu dato dalla spedizione napoleo- nica in Egitto, a cui si ricollegano i volumi della « Description de 1' E- gypte », gli studi sui geroglifici, e la loro interpretazione da parte dello Champollion; l'A. non avrebbe peraltro dovuto dimenticare qui il con- tributo portato in seguito dal Rosellini, che nel libro non è nominato. Destavano interesse allora soprattutto i papiri faraonici e in genere quelli in lingua egiziana, più che quelli greci, i quali invece oggi costituiscono il materiale più abbondante e ricco di notizie.

Illustrate le scoperte fatte nel Serapeo di Menfi, a Sakkara, a Tebe, a Elefantina e a Panopoli, l'A. ricorda il contributo dato alla formazione delle prime raccolte da alcuni diplomatici europei, quando ancora non esisteva una ricerca sistematica : il frutto dei loro acquisti fu diviso fra le varie nazioni d'Europa: ne ebbero l'Italia, la Francia, l'Olanda, Г In-

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RECENSIONI E BIBLIOGRAFIA 101

ghilterra e Y Austria. Così verso la metà del secolo passato la nuova scienza aveva fatto i suoi primi passi : esisteva qualche pubblicazione di papiri, s'incominciavano a fare i primi studi, benché con qualche incer- tezza, con molte inesperienze, senza avere ancora la visione chiara della importanza, dei limiti, delle possibilità di sviluppo che il nuovo campo di ricerche poteva offrire.

Un nuovo periodo si apre, circa un secolo dopo la pubblicazione della Carta Borgiana, colle scoperte del Fayum, fatte dapprima da indi- geni e continuate poi da europei, le quali rivelarono nella regione a occidente di Menfi, l'Arsinoite, la miniera più ricca di documenti che si potesse immaginare, per il concorso di particolari condizioni storiche, geografiche, climatiche. La Germania, l'Inghilterra, la Francia ebbero parte di queste scoperte, ma il nucleo più cospicuo di papiri toccò all'Austria, coi papiri dell'Arciduca Raineri: ricordata la loro importanza non solo per il numero, ma anche per la qualità, Y A. mette in luce Г opera del Wessely come studioso e come organizzatore.

L'importanza e la vastità delle scoperte fece comprendere agli studiosi la necessità di intraprendere scavi sistematici, per evitare i danni che potevano arrecare le ricerche degli indigeni : sorsero cosi una quantità di problemi e di difficoltà tecniche, diplomatiche, scientifiche che a poco a poco si sono andate risolvendo. L'A. si ferma in particular modo a illustrare l'opera di sir Flinders Pétrie, il primo organizzatore di scavi, a cui la papirologia deve non poco ; alcune pagine sono dedicate a narrare come si formò la « Egypt Exploration Fund », e come per opera di tale istituzione continuarono gli scavi metodici, grazie soprattutto a due uomini benemeriti, a cui l'attiva e feconda collaborazione durata per lunghi anni, ha valso il titolo di « dioscuri della papirologia inglese » : B. P. Grenfell e A. S. Hunt. L'A. parla in seguito di altri ricercatori inglesi, e infine espone le principali iniziative, le raccolte e gli studiosi che fanno capo al « British Museum » di Londra.

Segue un capitolo che è, in breve, una storia della papirologia in Germania, dai primi avviamenti, ai quali non fu estraneo Teodoro Mommsen, alla pubblicazione dei Documenti greci di Berlino, e all'opera organizzatrice e scientifica di Ulrico Wilcken e dei suoi collaboratori. Si illustrano quindi gli scavi e le ricerche compiute dai Tedeschi, e si espone la situazione attuale della papirologia in Germania, città per città, con particolare menzione degli uomini che più hanno contribuito allo sviluppo di questa scienza, sia con edizioni di nuovi documenti, sia con studi su argomenti speciali, sia colla pubblicazione di quei libri che costituiscono, per così dire, gli strumenti essenziali di lavoro per i papirologi.

La papirologia negli altri paesi è l'argomento del capitolo seguente: per ogni nazione l'A. prende le mosse da quei primi avviamenti d'indole più generale e meno organica e sistematica che caratterizzano la papiro- logia del periodo precedente, già illustrata nei primi capitoli, ed espone quindi l'attività nel campo degli scavi, della pubblicazione e dello studio dei papiri, gli uomini più eminenti, le raccolte più notevoli. Della Francia

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ricorda fra l' altro i tre centri principali di Parigi, Lille e Strasburgo, e 1' « Institut français ď archéologie orientale » del Cairo ; per l' Italia Г А. ritorna ai tempi che seguirono immediatamente il Peyron, illustra i primi studi, dopo le scoperte del Fayum, studi per lo più di carattere giuridico (il campo che forse è stato più sfruttato, anche negli altri paesi), e narra attraverso quali vicende e per opera di quali studiosi siano sorte la scuola di Firenze e quella di Milano. Piace di notare il posto ď onore fatto a Gerolamo Vitelli, e 1' ampio riconoscimento dei suoi meriti di filologo e di maestro. Fra gli scavi italiani sono ricordati in particular modo quelli del Pistelli a Ossirinco, ad Antinoe e altrove, quelli di E. Breccia ad Os- sirinco, quelli più recenti di C. Anti a Tebtunis. Segue un rapido esame della papirologia attuale nella Svizzera, nell'Olanda, che nel 1931 diede in Leida la sede per il 2° Congresso internazionale di Papirologia, nella Russia e nel Belgio. L'A. si solferina a parlare della « Fondation Egyp- tologique Reine Elisabeth», e della «Settimana egittologica e papirologica » tenuta nel settembre 1930, accennando ai vari problemi che allora furono posti, problemi fatti sorgere soprattutto dalla necessità, in una scienza come questa, di unità di metodo, di collaborazione, di rapidità nelP ag- giornamento della bibliografia, che va crescendo con ritmo molto celere. Non dimentica ГА. di fare cenno anche degli altri Stati europei che hanno dato qualche contributo a questi studi : la Svezia e la Norvegia, la Dani- marca eia Polonia, e anche la Cecoslovacchia, la Jugoslavia, la Finlandia, € la Grecia. Un posto notevole ha preso l'America (Stati Uniti) sia cogli scavi, contribuendo alle ricerche della Eg. llxpl. Society, e coll'acquisto di papiri, che costituirono le raccolte di parecchie Università americane, sia colle pubblicazioni e cogli studi su argomenti particolari.

Nel capitolo seguente sono passate in rassegna, Stato per Stato, le raccolte di papiri che si trovano in biblioteche, musei, istituti, e presso privati, colle relative pubblicazioni ; alla fine vi è una bibliografia, per argomenti, la quale raccoglie le pubblicazioni che interessano partico- larmente la papirologia, In quest'ultima parte si potrebbero fare delle aggiunte: p. es. none citato il libro recente del Segrè sulla «Metrologia e circolazione monetaria degli antichi », che interessa per 1' economia e le finanze, e, nella parte riguardante l'Egitto si fonda particolamente sui papiri; per quanto riguarda il matrimonio, l'uomo e la famiglia in genere, tanto sotto l'aspetto giuridico quanto sotto l'aspetto sociale, si potevano citare gli « Studi papirologici sul matrimonio e il divorzio » del De Rug- giero ; il Wenger (« Hausgevalt und Staatgewalt in röm. Altertum »), il Kornemann (« Die Geschwisterehe in Altertum »); « La composizione della famiglia secondo le schede di censimento » di A. Calderini ; così pure non sono citati il Maroi (« Intorno all'adozione degli esposti nell'Egitto romano »), il Carcopino (« Le droit romain d'exposition des enfants et le Gnomon de Г Idios Logos »), e gli studi del Sanders e del Cagnat sulle dichiarazioni di nascita.

Anche sotto il paragrafo « storia » non sarebbe stata inopportuna una maggiore ampiezza d'indicazioni per quanto riguarda gli studi di

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carattere generale e speciale sulla storia dell'Egitto. È certo però che, dato il carattere del libro, Г A. non intendeva dare una bibliografia completa.

In complesso troviamo nel libro del Preisendanz, esposto in forma precisa e chiara, col sussidio di due carte geografiche e di indici, tutto quello che può maggiormente interessare per la storia della papirologia e la sua situazione presente, come pure i problemi attuali più importanti e le possibilità di sviluppo che questa scienza, ancor giovane, ha davanti a sé ; il libro presenta quindi interesse non solo per chi si dedica parti- colarmente alla papirologia, ma anche per tutti coloro che in qualsiasi modo si occupano di scienze dell'antichità.

Orsolina Montevecchi

Coptic sounds. Part I. The main currents of their history by Wil- liam H. Worrell. Ann Arbor, University of Michigan Press 1932 pp. X-59 (= University of Michigan Studies. Humanistic Series, vol. XXVI).

L'opera, di cui leggiamo il primo fascicolo, è, nell'intenzione dell'A., scritta per i copticisti : e ciò spiega la sua concisione appunto in riguardo a fatti copti che son dati per noti; ma per i materiali che apporta, inte- ressa anche i semitisti e gli egittologhi, e per il metodo in modo parti- colare i fonetisti. Vi è infatti messo in discussione il valore, non sempre ben definito, dei fonemi copti, e cercata la ragione dei singoli fenomeni dell'evoluzione fonetica dall'egiziano in poi, comprovando i risultati con l'esame del modo col quale l'egiziano rende il semitico.

A questa discussione sono dedicati i primi otto capitoli. Nel I (pp. 11-16) si mostra l'esistenza nel sahidico d'una grande quantità di consonanti in funzione sonántica (indicate nella scrittura della linea soprascritta) ; si tratta nel II (pp. 17-23) della desonorizzazione e deaspirazione, rispetto all'egiziano, complete nel sahidico, incomplete nel bohairico, nel III (pp. 24-30) e nel IV (pp. 31-34) delle nuove e delle antiche palatalizza- zioni delle velari ; nel V (pp. 35-36) e nel VI (pp. 37-40) delle antiche laringali e delle fricative ; nel VII (pp. 41-44) dei supporti vocalici ; nel- l'VIII (pp. 45-54) delle parole semitiche in egiziano. Lo studio delle vocali, la cui notazione manca nella scrittura egiziana, non poteva esser condotto nello stesso modo, e per intanto Г A. nel cap. IX (pp. 55-59) passa in rivista e riassume le conclusioni degli scienziati che l'hanno preceduto.

Questo primo fascicolo della storia dei fonemi copti è stato composto indipendentemente (p. V) dall' Ember Egypto-Semitic Studies 1930 e dal Czermak Die Laute der ägyptischen Sprache 1931 ; ma gli specialisti lo troveranno ugualmente molto interessante ed istruttivo. Per i non copti- cisti vorrei che l' A , nel seguito del suo lavoro, fosse meno parco di esempi, e usasse un metodo di trascrizione fonetica delle occlusive più

о conforme al solito : certo i segni g d b ecc. e k t p ecc. riflettono in

о о

parte l'origine di questi suoni, che sono, rispettivamente, delle occlusive

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