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rande fermento nel quartiere di Casal Bertone, e in particolare nella parrocchia di Santa Ma- ria Consolatrice, dove oggi arriverà Papa Francesco per i riti del Corpus Domini. Alle ore 18 celebrerà la Messa sul sagrato; al termine partirà la processione del Santissimo Sacramento per le strade della zona, guidata dal cardinale vicario Angelo De Donatis, che arriverà fino ai campi della Pro Roma Calcio, adiacenti a Casa Serena, struttura di accoglienza per uomini senza fissa dimora gestita dai Missonari della Carità di padre Sebastian Vazhakala. I fedeli percorreranno via di Casal Bertone, via di Portonaccio e via Latino Silvio; un percorso di un chilometro e due- cento metri circa. La Messa sarà animata dai cori riuniti di Santa Maria Consolatrice; anche il servizio liturgico verrà svolto dai ministranti della parrocchia. Ma nella liturgia saranno coinvolte pure le altre sette par- rocchie che fanno parte della XIV prefettura: San Barnaba, Sant’Elena, Santa Giulia Billiart, San Giu- seppe Cafasso, San Leone I, San Luca Evangelista, Santi Marcellino e Pietro ad duas Lauros. Si oc- cuperanno delle preghiere dei fedeli e i ministri straordinari della Comunione di tutte le otto co- munità saranno impegnati nella distribuzione dell’Eucaristia; per loro sarà riservato un settore ap- posito nella piazza antistante la chiesa di Santa Maria Consolatrice; così pure per gli anziani e gli ammalati, per i bambini della Comunione e le loro famiglie, per gli ospiti di Casa Serena con i Mis- sionari e le Missionarie della Carità. Come Paolo VI prima di lui, anche Papa Francesco ama celebrare la solennità del Santissimo Cor- po e Sangue di Cristo nelle parrocchie della diocesi di Roma. Lo scorso anno infatti fu a Ostia, do- ve ieri, alle 19, il vescovo ausiliare del settore Sud Gianrico Ruzza ha presieduto la Messa prefesti- va nella parrocchia di San Nicola di Bari; al termine si è svolta la processione nelle strade del quar- tiere, fino alla parrocchia di Santa Maria Stella Maris. G Vespri con De Donatis in Cattedrale DI GIULIA ROCCHI ue importanti appuntamenti si terranno domani nella basilica di San Giovanni in Laterano. Il primo è la Messa della solennità della natività di san Giovanni Battista, nella quale una quarantina di sacerdoti celebreranno il loro giubileo sacerdotale, vale a dire il venticinquesimo, cinquantesimo e sessantesimo anniversario di ordinazione. Nello specifico, sono ventotto i presbiteri che festeggeranno il venticinquesimo; nove quelli invece del cinquantesimo, che quindi furono ordinati nel 1969 e otto i preti del sessantesimo, ordinati nel 1959. Presiederà la celebrazione eucaristica il cardinale vicario Angelo De Donatis; la liturgia sarà animata dal Coro della Diocesi di Roma diretto da monsignor Marco Frisina, che lo fondò nel 1984. A seguire, alle ore 19, D il porporato guiderà i Secondi Vespri della solennità della natività di san Giovanni Battista, durante i quali presenterà il programma pastorale per il prossimo anno. “Abitare con il cuore la città” è il tema che farà da filo conduttore. L’invito a partecipare alla Messa e ai Vespri è arrivato nei giorni scorsi dal cardinale vicario, con una lettera. «In occasione della festa della basilica – ha scritto il porporato – vi invito a ritrovarci, tutti i sacerdoti e alcuni collaboratori pastorali, nella celebrazione dei Vespri per la consegna degli obiettivi essenziali e delle linee pastorali da condividere per il prossimo anno pastorale. Questo ci darà modo di iniziare già ad assimilare meglio la traccia del cammino, innestandolo con creatività e fedeltà nel cammino ordinario delle nostre comunità». In pratica, saranno poste le basi per il lavoro da portare avanti nel prossimo anno pastorale, con l’obiettivo, come recita il tema, di “Abitare con il cuore la città”. «Si tratta – spiega il cardinale De Donatis – di avviare uno stile nuovo di presenza pastorale, fatta meno di cose da fare e più di relazioni amichevoli e familiari da creare o da coltivare con maggiore attenzione, tempo e disponibilità. È il nostro primo passo in vista di una riforma dell’evangelizzazione». Per riuscirci, serve uno «sguardo contemplativo», cioè «desideroso e interessato a riconoscere, a scoprire la presenza di Dio – riflette ancora il porporato –. Rifacendo alleanza con il territorio umano e geografico nel quale le comunità parrocchiali e i cristiani vivono». Per quanti non potranno partecipare direttamente alle due celebrazioni, è prevista la diretta su Telepace (canale 73 e 214 in hd, 515 su Sky) e la diretta streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma (@diocesiroma). Domani, solennità della natività di san Giovanni Battista, alle ore 19 la liturgia diocesana per la consegna degli obiettivi ecclesiali per il nuovo anno pastorale «Abitare con il cuore la città» il titolo del programma Alle 17.30 la celebrazione per i giubilei sacerdotali DI FRANCESCO PESCE * ell’enciclica Mysterium fidei sulla dottrina e il culto della Santissima Eucaristia, del 3 settembre 1965, Paolo VI diceva alla Chiesa che la fonte dello straordinario rinnovamento ed aggiornamento ecclesiale espressi dal Concilio (che si stava ancora svolgendo) era l’Eucarestia: «Vi preghiamo Venerabili Fratelli, affinché questa fede […] voi custodiate pura e integra nel popolo affidato alla vostra cura e vigilanza, e promoviate, senza risparmiare parole e fatica, il culto eucaristico, a cui devono convergere finalmente tutte le altre forme di pietà». (n. 65). San Paolo VI non ha risparmiato parole e fatica portando il Signore attraverso le strade del mondo e della nostra città. Così si esprimeva nell’omelia della Messa del Corpus Domini celebrata ad Ostia Lido nel 1968: «Noi togliamo dal segreto silenzio dei nostri Tabernacoli […] la santissima Eucaristia; e la portiamo fuori, in faccia alla società laica e profana, in mezzo alle piazze, alle vie, alle case, dove si svolge la vita terrena, affannata nelle sue faccende temporali». Non era una sfida alla società laica e profana, non era un gesto “contro”, che non può mai essere cristiano, era una umile e forte offerta di comunione, un gesto di condivisione, una mano tesa per ricordare a tutti il nostro comune destino di figli amati. La celebrazione del Corpus Domini nelle parrocchie della diocesi significava evidenziare la presenza del Signore nelle ferite del Suo popolo, dire a tutti che il Risorto, con il dono del Suo Spirito e la forza del Suo pane di vita, non ci lascia mai soli, ma è una presenza quotidiana, proprio come il pane, portando a tutti una nota di letizia e un annuncio di speranza. Così ancora nella enciclica di Paolo VI: «Ne consegue che il culto eucaristico muove fortemente l’animo a coltivare l’amore “sociale” (Cf sant’Agostino, “De Genesi ad litteram”) col quale si antepone al bene privato il bene comune» (n. 70). Così anche nell’omelia del suo ultimo Corpus Domini, il 28 maggio 1978. «Nella Chiesa primitiva l’incontro eucaristico diventava la sorgente di quella comunione di carità, che costituiva uno spettacolo di fronte al mondo pagano. Anche per noi cristiani del ventesimo secolo, dalla nostra partecipazione alla mensa divina, deve scaturire l’amore vero, quello che si vede, che dilaga, che fa storia». Insieme al significato N spirituale non possiamo dimenticare la grande valenza sociale del portare Gesù Eucaristia per le strade di Roma. Ieri Paolo VI, oggi Francesco ci ricordano che dobbiamo tutti sempre stare molto attenti al rischio di ridurre l’Eucarestia ad una devozione privata, quasi intimistica, in un cenacolo chiuso, dorato, incensato e sbarrato al dolore del mondo. Congedare la folla come racconta il Vangelo di questa domenica, magari con qualche buona scusa, è uno scandalo intollerabile; il cristiano e in particolare il sacerdote, uomo della Eucarestia, sta in mezzo alla folla in ogni situazione, nei villaggi, nelle campagne e anche nel deserto; non la lascia mai sola e sempre la nutre con la fede nel pane della vita. Anche noi, come Gesù, dobbiamo ogni giorno diventare pane e vino per quelli che incontriamo e dobbiamo farci mangiare senza opporre nessuna difesa, senza mettere nessuna barriera. La folla si deve nutrire di noi, del nostro tempo, dei nostri spazi, delle nostre cose, perché niente è nostro ma tutto ci è stato affidato per la salvezza del mondo. È vero che tante volte abbiamo solo pochi pani e pochi pesci, questo però non ci deve spaventare o diventare un ipocrita alibi. Affidiamo al Signore la nostra pochezza e le nostre paure e il Signore ancora una volta compirà il miracolo del pane per tutti. Paolo VI, come la prima comunità cristiana, ha incarnato un cristianesimo in cammino e, come l’apostolo da cui ha preso il nome, ci dice che la fede è sempre in cammino. Non è certamente un caso che nello stesso anno della sua enciclica sulla Eucarestia, Papa Montini abbia istituito il Sinodo, che oggi Papa Francesco ha rilanciato con forza, liberandolo da alcuni vincoli strumentali. Affidiamo il nostro cammino nella città a Gesù Eucarestia e chiediamo l’intercessione di san Paolo VI. Un Pontefice che proprio come l’apostolo Paolo ha urbanizzato il cristianesimo, ha portato Gesù nelle grandi capitali del mondo: Mumbai (allora Bombay), New York, Istanbul, Bogotà, Dacca, Manila, Sydney, Giacarta, Hong Kong, Colombo e altre ancora. Anche noi oggi, qui a Roma, sulla scia di Paolo VI, con la guida di Papa Francesco ci apprestiamo ad ascoltare il grido della città, nelle strade e nelle piazze con Gesù, «tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede» (Eb 12, 1). * incaricato Ufficio per la pastorale sociale Oggi a Casal Bertone la Messa con il Pontefice Sabato 29 la Giornata per la carità del Papa n gesto di fraternità. È l’appello rivolto dal cardinale vicario Angelo de Donatis a pochi giorni dall’annuale Giornata per la carità del Papa che a Roma sarà celebrata sabato prossimo, 29 giugno, giorno della solennità dei santi Pietro e Paolo. In tutte le chiese di Roma si terrà una colletta il cui ricavato sarà destinato alle opere per la carità del Papa. «Ogni fedele – sottolinea il cardinale – può partecipare all’azione del Papa a sostegno dei più bisognosi e delle comunità ecclesiali in difficoltà e che si rivolgono alla Sede Apostolica. Il nostro vescovo sempre ci richiama all’attenzione ai poveri, ai fratelli e alle sorelle “scartati” dalla società e sempre ci chiede di essere solidali con loro dandoci per primo l’esempio. In questa sua attenzione non vogliamo lasciarlo solo ma desideriamo rafforzare l’impegno di condivisione». U l’appuntamento Paolo VI, Eucarestia nelle piazze la tradizione. Il Corpus Domini nei quartieri della città, ora ripreso da Francesco 13 giugno 1968: Paolo VI a Ostia per la solennità del Corpus Domini Nella foto a lato, un momento della assemblea diocesana dello scorso 9 maggio, nella basilica di San Giovanni in Laterano, alla quale intervenne Papa Francesco (foto Cristian Gennari) Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 00184 Roma - tel. 06.69886150 Abbonamento annuale Avvenire domenicale con Roma Sette (a domicilio o coupon edicola) 62 Per abbonarsi: N. Verde 800 820084 / Direzione vendite sede di Roma [email protected] Tel. 06.68823250 Fax 06.68823209 / Pubblicità: tel. 02.6780583 [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari 3 - 20125 Milano Tel. 02.67801 - fax 02.6780483 www.avvenire.it e-mail: [email protected] In evidenza n Mediterraneo «ponte» tra culture, tra popo- li. Tra Europa, Africa e Asia. Così Papa France- sco, intervenendo a Napoli a un incontro della Pon- tificia facoltà teologica dell’Italia Meridionale, lo in- dica all’orizzonte di una storia che a lungo lo ha vi- sto come spazio di conflitti e che ha assistito alla sua trasformazione in un “cimitero” di migranti, come più volte ha evidenziato lo stesso Francesco. Ora, co- me hanno mostrato le stesse presenze di culture e fe- di diverse al convegno di Napoli, si aprono nuovi scenari per tutti i popoli che si affacciano sul Medi- terraneo. Il Papa invoca una «teologia dell’acco- glienza», parla di «mare del meticciato» ed evoca la figura di Giorgio La Pira, profeta del dialogo. «Ci di- rebbe – osserva Francesco – che si tratta, per la teo- logia, di contribuire a costruire su tutto il bacino mediterraneo una “grande tenda di pace”, dove pos- sano convivere nel rispetto reciproco i diversi figli del comune padre Abramo». Il Papa indica a questo pro- posito la necessità di «narrazioni rinnovate e con- divise che – a partire dall’ascolto delle radici e del presente – parlino al cuore delle persone». Di que- ste c’è bisogno, e a tutti è chiesto di offrirne per ese- re costruttori attivi di quel “ponte” che unisce popi- li e culture. (A. Z.) U Bergoglio a Napoli: Mediterraneo ponte Le nomine dei parroci e dei nuovi direttori agli uffici del Vicariato a pagina 2 www.romasette.it Inserto redazionale di facebook.com/romasette twitter.com/romasette [email protected] Anno XLVI – Numero 25 – Domenica 23 giugno 2019

Paolo VI, Eucarestia nelle piazze

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rande fermento nel quartiere di Casal Bertone, e in particolare nella parrocchia di Santa Ma-ria Consolatrice, dove oggi arriverà Papa Francesco per i riti del Corpus Domini. Alle ore 18

celebrerà la Messa sul sagrato; al termine partirà la processione del Santissimo Sacramento perle strade della zona, guidata dal cardinale vicario Angelo De Donatis, che arriverà fino ai campidella Pro Roma Calcio, adiacenti a Casa Serena, struttura di accoglienza per uomini senza fissadimora gestita dai Missonari della Carità di padre Sebastian Vazhakala. I fedeli percorrerannovia di Casal Bertone, via di Portonaccio e via Latino Silvio; un percorso di un chilometro e due-cento metri circa.La Messa sarà animata dai cori riuniti di Santa Maria Consolatrice; anche il servizio liturgico verràsvolto dai ministranti della parrocchia. Ma nella liturgia saranno coinvolte pure le altre sette par-rocchie che fanno parte della XIV prefettura: San Barnaba, Sant’Elena, Santa Giulia Billiart, San Giu-seppe Cafasso, San Leone I, San Luca Evangelista, Santi Marcellino e Pietro ad duas Lauros. Si oc-cuperanno delle preghiere dei fedeli e i ministri straordinari della Comunione di tutte le otto co-munità saranno impegnati nella distribuzione dell’Eucaristia; per loro sarà riservato un settore ap-posito nella piazza antistante la chiesa di Santa Maria Consolatrice; così pure per gli anziani e gliammalati, per i bambini della Comunione e le loro famiglie, per gli ospiti di Casa Serena con i Mis-sionari e le Missionarie della Carità.Come Paolo VI prima di lui, anche Papa Francesco ama celebrare la solennità del Santissimo Cor-po e Sangue di Cristo nelle parrocchie della diocesi di Roma. Lo scorso anno infatti fu a Ostia, do-ve ieri, alle 19, il vescovo ausiliare del settore Sud Gianrico Ruzza ha presieduto la Messa prefesti-va nella parrocchia di San Nicola di Bari; al termine si è svolta la processione nelle strade del quar-tiere, fino alla parrocchia di Santa Maria Stella Maris.

G

Vespri con De Donatis in CattedraleDI GIULIA ROCCHI

ue importanti appuntamenti siterranno domani nella basilicadi San Giovanni in Laterano. Il

primo è la Messa della solennità dellanatività di san Giovanni Battista, nellaquale una quarantina di sacerdoticelebreranno il loro giubileosacerdotale, vale a dire ilventicinquesimo, cinquantesimo esessantesimo anniversario diordinazione. Nello specifico, sonoventotto i presbiteri che festeggerannoil venticinquesimo; nove quelli invecedel cinquantesimo, che quindi furonoordinati nel 1969 e otto i preti delsessantesimo, ordinati nel 1959.Presiederà la celebrazione eucaristicail cardinale vicario Angelo DeDonatis; la liturgia sarà animata dalCoro della Diocesi di Roma diretto damonsignor Marco Frisina, che lofondò nel 1984. A seguire, alle ore 19,

Dil porporato guiderà i Secondi Vespridella solennità della natività di sanGiovanni Battista, durante i qualipresenterà il programma pastorale peril prossimo anno. “Abitare con il cuorela città” è il tema che farà da filoconduttore. L’invito a partecipare allaMessa e ai Vespri è arrivato nei giorniscorsi dal cardinale vicario, con unalettera. «In occasione della festa dellabasilica – ha scritto il porporato – viinvito a ritrovarci, tutti i sacerdoti ealcuni collaboratori pastorali, nellacelebrazione dei Vespri per la consegnadegli obiettivi essenziali e delle lineepastorali da condividere per ilprossimo anno pastorale. Questo cidarà modo di iniziare già ad assimilaremeglio la traccia del cammino,innestandolo con creatività e fedeltànel cammino ordinario delle nostrecomunità». In pratica, saranno poste lebasi per il lavoro da portare avanti nelprossimo anno pastorale, con

l’obiettivo, come recita il tema, di“Abitare con il cuore la città”. «Si tratta– spiega il cardinale De Donatis – diavviare uno stile nuovo di presenzapastorale, fatta meno di cose da fare epiù di relazioni amichevoli e familiarida creare o da coltivare con maggioreattenzione, tempo e disponibilità. È ilnostro primo passo in vista di unariforma dell’evangelizzazione». Perriuscirci, serve uno «sguardocontemplativo», cioè «desideroso einteressato a riconoscere, a scoprire lapresenza di Dio – riflette ancora ilporporato –. Rifacendo alleanza con ilterritorio umano e geografico nel qualele comunità parrocchiali e i cristianivivono». Per quanti non potrannopartecipare direttamente alle duecelebrazioni, è prevista la diretta suTelepace (canale 73 e 214 in hd, 515 suSky) e la diretta streaming sulla paginaFacebook della diocesi di Roma(@diocesiroma).

Domani, solennità della natività di san Giovanni Battista, alle ore 19 la liturgia diocesana per la consegnadegli obiettivi ecclesiali per il nuovo anno pastorale«Abitare con il cuore la città» il titolo del programmaAlle 17.30 la celebrazione per i giubilei sacerdotali

DI FRANCESCO PESCE *

ell’enciclica Mysterium fidei sulladottrina e il culto dellaSantissima Eucaristia, del 3

settembre 1965, Paolo VI diceva allaChiesa che la fonte dello straordinariorinnovamento ed aggiornamentoecclesiale espressi dal Concilio (che sistava ancora svolgendo) eral’Eucarestia: «Vi preghiamo VenerabiliFratelli, affinché questa fede […] voicustodiate pura e integra nel popoloaffidato alla vostra cura e vigilanza, epromoviate, senza risparmiare parolee fatica, il culto eucaristico, a cuidevono convergere finalmente tutte lealtre forme di pietà». (n. 65). SanPaolo VI non ha risparmiato parole efatica portando il Signore attraverso lestrade del mondo e della nostra città.Così si esprimeva nell’omelia dellaMessa del Corpus Domini celebrata adOstia Lido nel 1968: «Noi togliamodal segreto silenzio dei nostriTabernacoli […] la santissimaEucaristia; e la portiamo fuori, infaccia alla società laica e profana, inmezzo alle piazze, alle vie, alle case,dove si svolge la vita terrena, affannatanelle sue faccende temporali». Non erauna sfida alla società laica e profana,non era un gesto “contro”, che nonpuò mai essere cristiano, era unaumile e forte offerta di comunione, ungesto di condivisione, una mano tesaper ricordare a tutti il nostro comunedestino di figli amati. La celebrazionedel Corpus Domini nelle parrocchiedella diocesi significava evidenziare lapresenza del Signore nelle ferite delSuo popolo, dire a tutti che il Risorto,con il dono del Suo Spirito e la forzadel Suo pane di vita, non ci lascia maisoli, ma è una presenza quotidiana,proprio come il pane, portando a tuttiuna nota di letizia e un annuncio disperanza. Così ancora nella enciclicadi Paolo VI: «Ne consegue che il cultoeucaristico muove fortemente l’animoa coltivare l’amore “sociale” (Cfsant’Agostino, “De Genesi adlitteram”) col quale si antepone albene privato il bene comune» (n. 70).Così anche nell’omelia del suo ultimoCorpus Domini, il 28 maggio 1978.«Nella Chiesa primitiva l’incontroeucaristico diventava la sorgente diquella comunione di carità, checostituiva uno spettacolo di fronte almondo pagano. Anche per noicristiani del ventesimo secolo, dallanostra partecipazione alla mensadivina, deve scaturire l’amore vero,quello che si vede, che dilaga, che fastoria». Insieme al significato

Nspirituale non possiamo dimenticare lagrande valenza sociale del portareGesù Eucaristia per le strade di Roma.Ieri Paolo VI, oggi Francesco ciricordano che dobbiamo tutti semprestare molto attenti al rischio di ridurrel’Eucarestia ad una devozione privata,quasi intimistica, in un cenacolochiuso, dorato, incensato e sbarrato aldolore del mondo. Congedare la follacome racconta il Vangelo di questadomenica, magari con qualche buonascusa, è uno scandalo intollerabile; ilcristiano e in particolare il sacerdote,uomo della Eucarestia, sta in mezzoalla folla in ogni situazione, neivillaggi, nelle campagne e anche neldeserto; non la lascia mai sola esempre la nutre con la fede nel panedella vita. Anche noi, come Gesù,dobbiamo ogni giorno diventare panee vino per quelli che incontriamo edobbiamo farci mangiare senzaopporre nessuna difesa, senza metterenessuna barriera. La folla si devenutrire di noi, del nostro tempo, deinostri spazi, delle nostre cose, perchéniente è nostro ma tutto ci è statoaffidato per la salvezza del mondo. Èvero che tante volte abbiamo solopochi pani e pochi pesci, questo perònon ci deve spaventare o diventare unipocrita alibi. Affidiamo al Signore lanostra pochezza e le nostre paure e ilSignore ancora una volta compirà ilmiracolo del pane per tutti. Paolo VI,come la prima comunità cristiana, haincarnato un cristianesimo incammino e, come l’apostolo da cui hapreso il nome, ci dice che la fede èsempre in cammino. Non ècertamente un caso che nello stessoanno della sua enciclica sullaEucarestia, Papa Montini abbiaistituito il Sinodo, che oggi PapaFrancesco ha rilanciato con forza,liberandolo da alcuni vincolistrumentali. Affidiamo il nostrocammino nella città a Gesù Eucarestiae chiediamo l’intercessione di sanPaolo VI. Un Pontefice che propriocome l’apostolo Paolo ha urbanizzatoil cristianesimo, ha portato Gesù nellegrandi capitali del mondo: Mumbai(allora Bombay), New York, Istanbul,Bogotà, Dacca, Manila, Sydney,Giacarta, Hong Kong, Colombo e altreancora. Anche noi oggi, qui a Roma,sulla scia di Paolo VI, con la guida diPapa Francesco ci apprestiamo adascoltare il grido della città, nellestrade e nelle piazze con Gesù,«tenendo fisso lo sguardo su Gesù,autore e perfezionatore della fede» (Eb12, 1).* incaricato Ufficio per la pastorale sociale

Oggi a Casal Bertone la Messa con il Pontefice

Sabato 29 la Giornataper la carità del Papa

n gesto di fraternità. È l’appellorivolto dal cardinale vicario

Angelo de Donatis a pochi giornidall’annuale Giornata per la carità delPapa che a Roma sarà celebratasabato prossimo, 29 giugno, giornodella solennità dei santi Pietro ePaolo. In tutte le chiese di Roma siterrà una colletta il cui ricavato saràdestinato alle opere per la carità delPapa. «Ogni fedele – sottolinea ilcardinale – può partecipare all’azionedel Papa a sostegno dei più bisognosie delle comunità ecclesiali in difficoltàe che si rivolgono alla Sede Apostolica. Il nostro vescovo sempre ci richiamaall’attenzione ai poveri, ai fratelli ealle sorelle “scartati” dalla società esempre ci chiede di essere solidali conloro dandoci per primo l’esempio. Inquesta sua attenzione non vogliamolasciarlo solo ma desideriamorafforzare l’impegno di condivisione».

U

l’appuntamento

Paolo VI, Eucarestia nelle piazzela tradizione. Il Corpus Domini nei quartieri della città, ora ripreso da Francesco

13 giugno 1968: Paolo VI a Ostia per la solennità del Corpus Domini

Nella fotoa lato, unmomento dellaassembleadiocesanadello scorso 9maggio, nella basilicadi SanGiovanni inLaterano, alla qualeintervennePapaFrancesco(foto CristianGennari)

Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 00184 Roma - tel. 06.69886150

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n Mediterraneo «ponte» tra culture, tra popo-li. Tra Europa, Africa e Asia. Così Papa France-

sco, intervenendo a Napoli a un incontro della Pon-tificia facoltà teologica dell’Italia Meridionale, lo in-dica all’orizzonte di una storia che a lungo lo ha vi-sto come spazio di conflitti e che ha assistito alla suatrasformazione in un “cimitero” di migranti, comepiù volte ha evidenziato lo stesso Francesco. Ora, co-me hanno mostrato le stesse presenze di culture e fe-di diverse al convegno di Napoli, si aprono nuoviscenari per tutti i popoli che si affacciano sul Medi-terraneo. Il Papa invoca una «teologia dell’acco-glienza», parla di «mare del meticciato» ed evoca lafigura di Giorgio La Pira, profeta del dialogo. «Ci di-rebbe – osserva Francesco – che si tratta, per la teo-logia, di contribuire a costruire su tutto il bacinomediterraneo una “grande tenda di pace”, dove pos-sano convivere nel rispetto reciproco i diversi figli delcomune padre Abramo». Il Papa indica a questo pro-posito la necessità di «narrazioni rinnovate e con-divise che – a partire dall’ascolto delle radici e delpresente – parlino al cuore delle persone». Di que-ste c’è bisogno, e a tutti è chiesto di offrirne per ese-re costruttori attivi di quel “ponte” che unisce popi-li e culture. (A. Z.)

U

Bergoglio a Napoli:Mediterraneo ponte

Le nomine dei parrocie dei nuovi direttoriagli uffici del Vicariatoa pagina 2

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Anno XLVI – Numero 25 – Domenica 23 giugno 2019

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30

DI ROBERTA PUMPO

na parrocchia multietnica con leporte sempre aperte e in continuofermento, dove sono «bandite le

maldicenze, le cattiverie, tutto ciò che ènegativo e non rende l’uomo bello». Conqueste parole don Franco Mammoli,parroco di Nostra Signora di Guadalupea Monte Mario, presenta la realtà cheguida da 14 anni e che in questi giornicelebra il 90° anniversario dellacostruzione della chiesa. I festeggiamentisi sono conclusi ieri sera con la Messa del

U

Santi Patroni d’Italia, l’impegno accanto ai bisognosi

DI SALVATORE TROPEA

an Francesco e santa Caterina «sonostati esempi eccelsi di un dupliceamore, verso Cristo e verso gli

uomini»: con queste parole il cardinalevicario Angelo De Donatis si è rivolto,durante l’omelia, ai fedeli presentimartedì scorso nella parrocchia dei SantiPatroni d’Italia al quartiere Gianicolense.La visita del cardinale si è svoltanell’ottantesimo anniversario dellaproclamazione, il 18 giugno 1939, diFrancesco d’Assisi e Caterina da Siena apatroni d’Italia. La parrocchia romana,

eretta negli anni ’40 del secolo scorsoproprio davanti alla stazione Trastevere,«ha diverse attività pastorali», comespiega a Roma Sette il parroco padreAndrés Rodriguez, «che si svolgonoprincipalmente grazie all’aiuto dellaCaritas e dell’associazione La Speranza».Il servizio di Caritas, in particolare, ècollegato «al centro di ascolto che èattivo una volta a settimana – raccontapadre Rodriguez – e si occupa diaccogliere chi è alla ricerca di lavoro,spesso ne usufruiscono anche tantepersone provenienti da altri quartieri».L’associazione, invece, è autonoma, mausufruisce dei locali parrocchiali e«svolge la propria attività tre volte asettimana – spiega il parroco – fornendoil servizio docce e la prima colazione aisenza dimora del quartiere. In questomodo riesce a offrire circa sessantacolazioni e la possibilità delle docce aduna trentina di persone». L’attenzione

delle attività pastorali, oltre alle catechesiper i bambini e ragazzi che si preparanoalla comunione e alla cresima, si rivolgeanche alle persone più anziane, tramite illavoro del Centro Anziani “AlbaMarsico” che ha l’intento, afferma padreAndrés, di «creare un luogo diaggregazione, non solo per chi viene inparrocchia, ma anche per chi è costrettoa rimanere a casa e riceve spesso le visitedei nostri animatori». Sono molti, infatti, gli anziani chepopolano il territorio, ma «negli ultimianni – evidenzia il sacerdote – la zona sista ripopolando con molte giovanifamiglie». «Abbiamo cercato – spiega ilparroco – di creare una realtà abbastanzapiccola rispetto ad altre parrocchie piùperiferiche, ma questo fa sì che le nostreattività pastorali abbiano un rapportodiretto e quasi familiare con ognuno deiparrocchiani». Proprio i fedeli hannovissuto «con grandissimo entusiasmo» la

visita del cardinale vicario, «il terzo cheviene qui da noi – racconta padreRodriguez – dopo Ruini e Vallini». SanFrancesco e Santa Caterina, appunto,sono stati al centro dell’omelia di DeDonatis, che si è inoltre soffermato sulVangelo del giorno e ha ripreso alcunefrasi di Papa Francesco sulla «chiamatadi Cristo alla generosità e all’umiltà,quindi a non guardare dall’alto in bassochi ci sta accanto». Il prossimo, ha dettoil cardinale, «va rispettato, sostenuto eaiutato a crescere» e, come dice il SantoPadre, «esiste un solo momento in cui sipuò guardare una persona dall’alto,ovvero quando la si deve tirare su». Unpercorso, quello suggerito dal cardinalevicario, che invita i fedeli a guardarsireciprocamente alla pari, «come fratelli»,e a vivere quindi come tali, non solonella vita di tutti i giorni e in quellaparrocchiale, ma anche per crescereinsieme a tutta la diocesi di Roma.

S

Le nomine di parroci e direttori

Il Centro internazionaleBibbia e Storia rilanciala proposta finalizzataad introdurre alla letturadella Torah, dei Profetie degli scritti nella linguaoriginale. Iniziativa rivoltasoprattutto a chi si accostaper la prima volta all’ebraicoUn metodo che consentedi imparare anche scrittura,fonetica ed elementiessenziali della grammatica

l Centro internazionale Bibbia e Storia(Cibes) lancia anche per quest’estate laproposta di una settimana intensiva di

ebraico biblico. Un corso, spiegano gliorganizzatori, che «ha l’obiettivo diintrodurre alla lettura della Torah, deiProfeti e degli Scritti nella lingua originalee, quindi, di sviluppare le condizionipersonali che favoriscono la comprensionescientifica e sapienziale della Scrittura». Laproposta è destinata a coloro che siaccostano per la prima volta alla linguaebraica e anche a coloro, afferma il Cibes,«che desiderano “rinnovare” il corso esviluppare una crescente familiarità con illinguaggio e il messaggio dei testi biblici».Il corso è accessibile anche a chi non abbiasviluppato l’apprendimento di altre lingueantiche o moderne, ma sia realmentemotivato a comprendere la Sacra Scritturanella profondità e bellezza della lingua

I originale. Mediante un metodo che si basasull’approccio progressivo e globale allalingua i partecipanti vengono a conoscerele parole più importanti e significativedella Bibbia e nel contempo imparano lascrittura, la fonetica e gli elementiessenziali della grammatica ebraica. «La lettura del Salmo 100 e di alcuneespressioni liturgiche, profetiche esapienziali – sottolineano gli organizzatori– rendono la settimana intensiva non unostudio pesante di regole astratte, ma unincontro vivo, spirituale e fruttuoso con laParola di Dio». La settimana si terrà dall’8al 12 luglio nella casa delle Ancelle delSacro Cuore di Gesù (via XX Settembre,65b) e sarà guidata da padre GiovanniOdasso, docente di Esegesi e di TeologiaBiblica al Seraphicum (informazionitelefono 334.7661564, preferibilmente ore20–21.30).

DI PIETRO MARIANI

ovità in Vicariato e in trentaparrocchie della diocesi, chevedranno l’arrivo di nuovi parroci a

partire dal primo settembre. L’Ufficiogiuridico diocesano sarà guidato da donRenato Tarantelli Baccari, classe ‘76, mentreil Centro per la pastorale familiare da donDario Pompeo Criscuoli, nato nel 1970. Ilnuovo preside del Pontificio IstitutoApollinare sarà, invece, don Paolo Tammidi 63 anni. Per quanto riguarda il settore Estdella diocesi, saranno nove le comunitàparrocchiali che avranno una nuova guidapastorale. A Santa Caterina da Siena, nelquartiere Metronio, arriva don Stefano Rulli(56 anni), che lascia la comunità diSant’Elena; a San Massimiliano Kolbe a viaPrenestina don Davide Martini (classe ‘78);mentre a Santa Maria Madre dellaMisericordia sarà parroco don SajuPerumayan Varghese (50 anni), originariodell’India. La parrocchia di Santa MariaMediatrice, nel quartiere Prenestino –Labicano, verrà affidata alla cura pastoraledei Padri Monfortani: parroco padreGianangelo Maffioletti. Ancora, i fedeli diSant’Elena al Casilino si preparano a dare ilbenvenuto a don Filippo Rocchi (53 anni);e quelli di Santa Maria della Fiducia, aBorghesiana, a don Jolly Nellanattu (44anni). A San Bernardino da Siena, a TorreGaia, arriva don Mauro Bellisario (45 anni).Infine, la parrocchia di San Gerardo Maiellaaccoglierà don Roberto Landi (68 anni) equella di Santa Margherita Maria Alacoque,a Tor Vergata, lo spagnolo don Angel LuisAlba Leon (61 anni). Nove anche leparrocchie che accoglieranno un nuovoparroco nel settore Nord. MonsignorAndrea Lonardo (59 anni)guiderà la comunità di SanTommaso Moro nelquartiere San Lorenzo eresta direttore del Serviziodiocesano per la cultura el’università. A donGianmarco Merlo (45 anni)spetterà la guida dellaparrocchia di San MicheleArcangelo a Pietralata, donDaniele Dal Prà (56 anni)avrà la cura pastorale diSant’Alberto Magno a VigneNuove. Al Tufello, nellaparrocchia di Santa MariaAssunta, arriva don RichardChiemeka Ekeoma (50anni), nigeriano. Lacomunità di Santa MariaGoretti al Nomentano saràguidata da don OlwinAntonio Lopis, indiano,

Nmentre quella di San Giuseppe Artigiano alTiburtino da don Gianni Di Loreto (51anni). Altro cambiamento al Tiburtino, aSan Romano Martire, dove arriverà donJulio Lavin de Tezanos Pinto, cileno (43anni). La comunità di Sant’Alfonso Mariade’ Liguori a Prima Porta accoglierà ilmessicano don Rodrigo Vasquez Balvanera,quella di Santa Gemma Galgani aMontesacro Alto don Enzo Ferraro (46anni). Quanto al settore Ovest, nellaparrocchia di San Pio X, all’Aurelio, arrivamonsignor Andrea Celli, classe 1966, chelascia dopo 19 anni la guida dell’Ufficiogiuridico del Vicariato. Don Fabio Laurenti,55 anni, è il nuovo parroco di Sant’AndreaAvellino, a Ottavia. Don Stefano Meloni,nato nel 1954, guiderà la comunità di SanGregorio Magno alla Magliana, mentre aSan Damaso, a Monteverde, arriva donHumberto Gómez Giraldo, colombiano diorigine, 66 anni. Per quanto riguarda ilsettore Sud, a Santa Maria Stella Maris arrivail rumeno don Carol Iakel, 43 anni. A SanMauro Abate (Fonte Ostiense) Josè CarlosAparicio Flores, peruviano, classe 1963. Ilprimo agosto arriverà a Sant’AgostinoVescovo a Ostia don Henry DalanonCastillo, filippino, nato nel 1964. DonFernando Altieri, nato nel 1961, diventeràparroco a Santa Maria del Carmelo, mentrea Sant’Anselmo alla Cecchignola arriva donDomenico Parrotta (50 anni). DonAlessandro Di Medio (41 anni) diventeràparroco a San Francesco Saverio allaGarbatella, mentre don Santiago Alonso,nato in Spagna nel 1962, sarà parroco diSanta Maria del Soccorso e San Filippo Neria Castelporziano. Don Petru Anton Strango,rumeno, 50 anni, sarà il nuovo parroco diSanta Monica a Ostia.

Criscuoli alla pastorale familiare, Tarantelliall’Ufficio giuridico. Apollinare, Tammi presideTrenta le novità nelle parrocchie: nove all’Est,altrettante al Nord, quattro all’Ovest e otto al Sud

Settimana intensiva di ebraico biblico con padre Odasso

Fraternità San Carlo Borromeo:ordinati due nuovi sacerdoti

ono stati ordinari ieri pomeriggio nella basilica diSanta Maria Maggiore due sacerdoti della

Fraternità San Carlo Borromeo, assieme a cinquenuovi diaconi. A presiedere la celebrazione monsignorPaolo Pezzi, arcivescovo della Madre di Dio a Mosca. Inuovi sacerdoti sono Marek Mikulastik, 36 anni,originario di Zlìn (Repubblica Ceca), destinato a Praga,e Francesco Montini, 36 anni, di Rodengo Saiano(Brescia), che andrà nei pressi di Madrid. Celebrerannola loro prima Messa oggi alle 11 nella basilica di SanClemente al Laterano. Dei cinque diaconi, uno èromano: Andrea Sidoti, 30 anni, vivrà nella casageneralizia a Roma, dove assumerà l’incarico disegretario generale.

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vocazioni

La parrocchia del Gianicolenseintitolata a Francesco e CaterinaLe iniziative rivolte specialmenteagli anziani e ai senza dimora

Due coppie di sposi preparanoil pranzo 2 volte a settimanaper 20 indigenti. I 90 annidella chiesa a Monte Mario

Corpus Domini presieduta dal cardinalevicario Angelo De Donatis. Per questoimportante traguardo è stato organizzatoun calendario fitto di appuntamenti chesi è aperto venerdì 14 giugno con unadue giorni di spettacoli, intrattenimenti,giochi e tornei per giovani e famiglie.«Poi la comunità è entrata nel silenziodella preghiera con un itinerariospirituale giornaliero scandito daincontri, catechesi e liturgie che ci hannoaiutato a vivere con gioia la nostra fede»,spiega il sacerdote. La costruzione dellachiesa e l’origine della devozione degliabitanti di Monte Mario alla Madonna diGuadalupe rappresentano l’ereditàlasciata da un piccolo gruppo di religiosemessicane fuggite dalla loro terraall’inizio del ‘900 per le persecuzioni.Nel 1927 si stabilirono in zona dovefondarono la chiesa dedicata alla loropatrona, apparsa nel 1531 all’indio san

Juan Diego. «Vanto della nostracomunità è l’immagine della Madonnadi Guadalupe custodita in chiesa –evidenzia don Mammoli – in un’edicolasopra il tabernacolo. Fu regalata nel 1880a Papa Leone XIII e poi donata nel 1929da Pio XI alle suore messicane». Quandoqueste ultime poterono tornare in patriadonarono le opere e la chiesa alla diocesidi Roma. Dalla facciata rossa che la faspiccare nella piazza, incastonata trapalazzine alte al massimo quattro piani,la chiesa rappresenta un luogo diaggregazione importante per il quartiereche si estende su un’area che serve oltre20.000 abitanti e circa 5.000 famiglie eha al suo interno anche undici istitutireligiosi femminili. «In zona vivonopersone provenienti da vari Paesi – diceil parroco –. La comunità più numerosa èquella originaria dell’America Latina e ilnostro impegno costante è quello di

creare inclusione». Pilastridi Nostra Signora diGuadalupe sono la carità el’ascolto. «Riserviamoparticolare attenzione aipoveri – aggiunge donFranco –. Ogni mercoledìe venerdì due coppie disposi preparano il pranzoper 20 persone indigenti,soprattutto italiani. Anchenoi sacerdoti sediamo atavola con loro; è unmodo per conoscerli e farli sentireaccolti. Per tre anni, poi, abbiamoospitato a nostre spese una famigliaproveniente dalla Russia con unbambino gravemente malato. Ora igenitori hanno trovato lavoro e si sonotrasferiti in un altro appartamento».Ogni lunedì, inoltre, i volontari dellaCaritas distribuiscono vestiario e pacchi

Nostra Signora di Guadalupe, a tavola con i poveri

viveri a un centinaio di famiglie. Per quelche riguarda la pastorale giovanile,Nostra Signora di Guadalupe, oltre anumerosi iscritti al catechismo perl’iniziazione cristiana, vanta 80 tesserati,tra i 6 e i 18 anni, con il Centro SportivoItaliano. Oltre sessanta, invece, ipartecipanti alle attività teatrali diviseper età, dai 7 anni agli adulti.

Nostra Signora di Guadalupe

2 Domenica23 giugno 2019

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L’attività di Aiuto alla Chiesa che soffrea favore di bambini e famiglie. Il cardinaleRanjith ringrazia il Papa per la vicinanza«Stiamo cercando un’intesa tra le religioni»

Una veglia ecumenica per i profughi morti in mareDI MICHELA ALTOVITI

ono più di 38mila le persone chedal 1990 ad oggi hanno perso lavita nei viaggi verso l’Europa; nel

2018 sono state 2.389 mentre in questiprimi mesi del 2019, secondo i datiaggiornati al 19 giugno, 904. «Nel 2018si è trattato di un morto ogni 14persone che invece sono riuscite adarrivare in Europa; oggi ne muoiono 6al giorno: è possibile morire disperanza?». Riprendendo nella suadomanda retorica il titolo della vegliaecumenica celebrata giovedì sera aSanta Maria in Trastevere, in occasionedella Giornata internazionale delrifugiato, il presidente della Comunitàdi Sant’Egidio Marco Impagliazzo harinnovato l’appello lanciato al governoitaliano e all’Europa. «È necessarioaprire un grande corridoio umanitariodalla Libia – ha detto nel portico della

basilica lungo il cui perimetrocampeggiavano foto di profughi – pergarantire vie concrete e legali allemigrazioni. Si potrebbero cosìaccogliere 2.500 persone in Italia in unanno, 25.000 in Europa. È possibileagire in modo proficuo se il governodavvero è disponibile. Noi comeComunità di Sant’Egidio faremo lanostra parte». Il momento di preghieraè stato presieduto dal cardinale KevinJoseph Farrell, prefetto del Dicasteroper laici, famiglia e vita, e organizzatodalla Comunità di Sant’Egidio con leassociazioni che lavorano ogni giornoper garantire un futuro a chi arriva nelnostro Paese: Centro Astalli, CaritasItaliana, Acli, Federazione delle ChieseEvangeliche in Italia, FondazioneMigrantes, Agenzia Scalabriniana per laCooperazione e AssociazioneComunità Giovanni XXIII. «Siamo quiper ricordare insieme chi ha tenuto viva

la speranza nel cuore, eppure non èbastato», ha detto nel suo salutoiniziale, «rivolto prima di tutto ai tantiimmigrati e rifugiati presenti», ilvescovo ausiliare Gianpiero Palmieri,delegato per la carità. «Pregare e farememoria – ha continuato il presule – èl’unico modo per custodire la nostracapacità di compassione, servendo cosìdavvero il Regno di Dio». Prima dellaliturgia della Parola, è stata portataall’altare in processione la croce dilegno realizzata con gli assi dei barconitrovati sulla spiaggia di Lampedusa;dietro al simbolo di speranza dipinto diazzurro sono stati portati anche unozaino, un salvagente e un giubbotto disalvataggio, seguiti, come abbracciati,dal libro del Vangelo. «I seguaci di Gesùsaranno sempre stranieri in questomondo – ha detto il cardinale Farrellnella sua omelia – perché il Signorenon è venuto per stabilire un dominio

ma per donarci la riconciliazione conDio e seguirlo significa imparare a nonconsiderare dimora stabile e acquisitanessuna condizione di vita e nessunaposizione». Non è infatti «dal dominioné dalle conquiste sociali che ciaspettiamo la felicità», ha aggiunto.Ancora, Farrell ha osservato come «ilgrido di disperazione dei discepoli chetemono il naufragio della barca einvocano “Salvaci, Signore, siamoperduti” sicuramente si rapportaall’angoscia dei migranti nel mareagitato dei loro viaggi, in balia diuomini indifferenti alla loro sofferenzae alla loro dignità». In alcuni casi, «Dioli ha soccorsi con i salvataggi operati dapersone altruistiche e donando loro laforza per approdare ad una nuova vita– ha proseguito –, altre volte sonomorti nella solitudine, lontani dai loroaffetti, ma il Signore di sicuro si saràreso presente portando conforto».

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Dialogo Cacciari-Manicardi:l’Europa sappia integrare

Presentato il rapportodella Fondazionepontificia: l’impegnoper i cristianiperseguitati. Oltre5.000 le iniziativein 139 Paesi, frai primi Siria e IraqBenefattori italiani,aumenta il numero

Sri Lanka, il sostegnoalle vittime delle stragi

DI MARIAELENA IACOVONE

tiamo cercando di creareun’intesa tra le varie religio-ni. Ora stiamo mettendo in

piedi un progetto che possa soste-nere tutti coloro che sono stati col-piti o hanno subito traumi in segui-to agli attentati terroristici nello SriLanka del 21 aprile». Lo ha detto gio-

S«vedì il cardinale Malcolm Ranjith, ar-civescovo di Colombo, alla presen-tazione del Rapporto annuale 2018di Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs),nella sede di piazza San Calisto.«Sono grato a tutti coloro che han-no sostenuto e continuano a soste-nere lo Sri Lanka dopo gli attacchi.Ringrazio anche il Santo Padre per lasua grande vicinanza», ha aggiuntoil porporato, indicando alcuni ambitidi intervento specifici del loro pro-getto: dall’aiuto ai 176 bambini ri-masti in difficoltà e soli, alle famiglierimaste senza casa, fino ad arrivare alsostegno di cui necessitano i 200 fe-riti. In seguito a quell’efferata strage,la risposta di Acs non ha tardato adarrivare. Grazie ad un piano d’azio-ne organico l’importo delle dona-zioni è stato di circa 112.753 euro.Da oltre 70 anni la Fondazione pon-tificia si impegna a sostenere con do-nazioni e progetti la Chiesa in tuttoil mondo, soprattutto laddove ci so-no fedeli che soffrono a causa dellapersecuzione, della povertà e dellaviolenza. Solo nel 2018, anno parti-

colarmente drammatico per la Chie-sa, è stato possibile realizzare 5.019progetti in 139 Paesi grazie ai111.108.825 euro raccolti.«Il nostro principio guida si ispira al-l’informazione, alla preghiera e all’a-zione», ha spiegato Thomas Heine–Geldern, presidente esecutivo inter-nazionale di Acs, presentando i datidel Rapporto 2018. A beneficiare dioltre la metà degli aiuti stanziati so-no stati l’Africa (27%) e il Medio O-riente (25%), dove da tempo imper-versa la violenza integralista di ma-trice islamica.Proprio nella regione mediorientalegrande attenzione è stata rivolta allaSiria, il Paese che più di ogni altro habeneficiato del sostegno di Acs, conprogetti del valore di 8.615.940 eu-ro, e l’Iraq, dove sono stati realizza-ti interventi per un totale di6.513.500 euro. Nella lista dei bene-ficiari di Acs si trova, poi, l’India, se-guita da Ucraina e Repubblica De-mocratica del Congo.Circa un terzo delle spese è stato de-stinato alla costruzione di strutture

per seminari e alla costruzione e ri-costruzione di edifici religiosi. A se-guire, le offerte per le intenzioni del-le Messe, unica fonte di entrata per isacerdoti delle parrocchie povere, egli aiuti umanitari e d’emergenza.Particolarmente rilevante è il contri-buto dei benefattori italiani. Am-montano, infatti, a 4.493.660 euro (+22,1%) le offerte devolute a variecampagne di aiuto: dalla Siria, dovele donazioni hanno permesso di ac-quistare latte per i bambini, medici-ne e cibo per la popolazione, fino adarrivare al Venezuela e all’India.Cresce il numero dei benefattori i-taliani, arrivato a 17.230. «È in attoin Italia un processo di secolarizza-zione che tenta di relegare il catto-licesimo in un angolo – ha affer-mato Alessandro Monteduro, diret-tore Acs–Italia –. Questi numeri cidimostrano che c’è un numero cre-scente di uomini e donne che si mo-bilitano per aiutare dei fratelli chenon conosceranno mai», ha com-mentato. «C’è una comunità catto-lica viva e generosa».

a paura alla base delle sceltepolitiche, che “parla” «alla

pancia delle persone», el’informazione che la cavalca.Ricette semplicistiche cheottengono consenso. L’uso deisimboli religiosi nei comizi. La crisidell’Europa, «vecchia e immobile».Entra nel vivo dell’attualità politicail colloquio sulle migrazioni“Rifugiati ai confini dell’umanità”,promosso dal Centro Astalli inoccasione della Giornatainternazionale del rifugiato che sicelebra il 20 giugno. ProtagonistiMassimo Cacciari e LucianoManicardi. Gremita lunedì l’aulamagna della Pontificia UniversitàGregoriana per ascoltare il filosofo eil priore della Comunità di Bose.Presenti all’incontro, moderato daldirettore dell’Espresso MarcoDamilano, il vescovo ausiliareGianpiero Palmieri e monsignorPierpaolo Felicolo, direttoredell’Ufficio Migrantes diocesano.Padre Camillo Ripamonti,presidente del Centro Astalli, hasottolineato come «il fenomenomigratorio obbliga ad affrontareproblemi complessi» sui quali«riflettere insieme, convinti cheguardare la cosa da prospettivedifferenti faciliti il cammino ditutti». È la paura, «emozione checolpisce le masse in tempi di crisi,ad essere sfruttata da chi le guida –ha affermato Cacciari –. Proprioquando ci sarebbe bisogno dicompiere scelte razionali» questadimensione emotiva, «fortementedivisiva, viene cavalcata da certa

informazione» che alimenta lafrattura «su un tema come quellodella fede e dei valori. Per cui ungesto che potrebbe essereconsiderato blasfemo, come l’uso diun Rosario ad un comizio politico,viene letto da una parte dellaplatea come baluardo di unatradizione. Allora il cristianesimoviene presentato come una identitàesclusiva, propria solo di alcuni»mentre, per il filosofo, «la cristianitàè condizione imprescindibile diun’Europa unita, non divisa damuri, secondo gli ideali dei padrifondatori». Anche per Manicardi «sesi agisce parlando alla pancia dellepersone si lavora sulla diffusionedella paura del diverso, che puòessere anche legittima ma cheriduce la questione antropologicaalla reazione immediata», negandola riflessione su come «lo stranierorenda straniero anche me,riportandomi alla domanda “Chisono io?” e alla chiamata ad unavocazione: quella di farmiprossimo». Per orientarsi, il prioredella Comunità di Bose ha invitato a«guardare al codice biblico». Oggiper Cacciari «assistiamo ad unimbarbarimento del diritto,giustificato con i dati di fatto per cuisi dice che non ci sono le condizionimateriali per accogliere altristranieri». Un «processo irreversibilee tragico, che non riconosce quantol’Europa, vecchia e immobile, vivauna necessità storica, economica esociale di integrare per rinnovarsi esopravvivere».

Michela Altoviti

L

artirà il 27 giugno alla volta diLoreto il 46mo pellegrinaggio

della gioia promosso dalla sezioneromana–laziale dell’Unitalsi. A gui-darlo il vescovo ausiliare di RomaPaolo Ricciardi, delegato per la pa-storale sanitaria.Coinvolgerà oltre 500 persone, conbambini disabili provenienti da tut-te le provincie del Lazio, da Loreto e

dai reparti di oncologia pediatricadel Policlinico Gemelli e dell’ospe-dale pediatrico Bambino Gesù.“Dal cielo alla terra di Loreto insie-me a Mary Poppins” è il tema spiri-tuale che guiderà il pellegrinaggio i-deato per i più piccoli. Sarà presen-te anche l’arcivescovo e prelato diLoreto, delegato pontificio per il san-tuario della Santa Casa, Fabio Dal

Cin, con l’assistente ecclesiastico re-gionale Unitalsi don Gianni Toni.Spiega Preziosa Terrinoni, presiden-te della sezione romana–laziale: «Vo-gliamo che anche l’estate venga vis-suta da tutti, senza barriere menta-li e materiali, mi riferisco soprattut-to a quelle famiglie con figli disabi-li costrette a casa con i loro figli im-possibilitate a viaggiare».

PUnitalsi Roma, dal 27 a Loreto con Ricciardi

Ritiro itinerante per gli insegnanti di religioneamminare e pregare insiemeper «restituire significato allestrade e alle chiese della

città», luoghi della vita quotidianada poter vivere con un«atteggiamento spirituale». Èquesto il significato della modalitàscelta dall’Ufficio per la pastoralescolastica del Vicariato in vistadell’incontro di fine anno degliinsegnanti di religione cattolica,che si svolgerà giovedì 27 giugno apartire dalle 16. «Il pellegrinaggio èetimologicamente il camminareattraverso i campi per raggiungereun luogo sacro – spiega RosarioSalamone, direttore dell’Ufficioscuola diocesano –; era quindivissuto in passato nel contatto conla natura, misurando il giorno e itempi della sosta e del camminocon l’alba e il tramonto,

sperimentando anche il silenzio ela solitudine». Oggi «la dimensionedel deserto che gli eremitiricercavano per vivere il corpo acorpo con il Signore – continua –,l’uomo contemporaneo lasperimenta nella città perché siritrova solo pur tra la folla dellagrande metropoli». Ecco alloral’idea di un pellegrinaggio in cittàper il raduno degli insegnanti direligione cattolica della diocesi, aconclusione dell’anno scolastico.«Ognuno di noi potrà scoprire lemetafore di cui abbiamo bisognoper vivere una fede autenticamenteincarnata – chiosa il direttoredell’Ufficio scuola –: il camminareinsieme, la sinodalità, il sostare eriposare, il riprendere la via».L’appuntamento è alle 16 allabasilica di San Marco Evangelista

di piazza Venezia, per «partireproprio dal cuore della cittànonché dalla chiesa di cui ilcardinale vicario Angelo DeDonatis è titolare», spiegaSalamone. Qui il parrocomonsignor Renzo Giulianoillustrerà la basilica nei suoicontenuti storici e culturali mentreAlessio Conti, docente di religionecattolica non vedente, terrà unameditazione sulla teologia dellaluce. La seconda tappa sarà lachiesa di Sant’Ignazio di Loyola,dove dopo una presentazione delluogo da parte del gesuita PieroLoredan, terrà una meditazione lostesso Salamone su “Quandosmetto di pregare, terminano lecoincidenze”. Infine, l’arrivo aSanta Maria in Vallicella dovepadre Nicola Commisso illustrerà

la storia della Chiesa Nuovamentre padre Ivan Quintavalletratterà di “San Filippo Neri, lapedagogia di un Socrate cristiano”.In conclusione è prevista la Messacelebrata da don Giuseppe Castelli,vicedirettore dell’Ufficio scuola. «Seoggi a dominare è l’ipertrofiadell’io – conclude Salamone – el’uomo vuole affermarsi sull’altrocon violenza, credo sia peròpossibile agire andando controcorrente, attuando delle “contro–condotte” e cioè sapendo ascoltareil grido dell’uomo della e nellacittà, conferendo senso alladimensione relazionale, specie aquella con il Signore, vivendo iltempo di preghiera in una chiesaprimariamente come il tenerecompagnia a Gesù».

Michela Altoviti

C

Oltre 2.300 le vittime nel 2018A Santa Maria in Trasteverepreghiera con Farrell promossadalle realtà impegnate nel settore

Il dibattitopromosso dalCentro Astalliper la Giornatamondiale delrifugiato

il pellegrinaggio

Pellegrinaggio in città per l’incontrodi fine anno. Appuntamento alle 16nella basilica di San MarcoMessa conclusiva alla Chiesa Nuova

Ranjith, Heine–Gelderne Monteduro(foto Cristian Gennari)

San Marco al Campidoglio

3Domenica23 giugno 2019

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4 Domenica23 giugno 2019facebook.com/diocesiroma twitter.com/diocesidiroma instagram.com/diocesidiroma

ominciamomettendo un po’di ordine, perché

siamo al numero 4 diuna serie che ha preso ilvia qualche annoaddietro e che forse nonera stata all’iniziopensata per prolungarsitanto. Dunque Toy Story– Il mondo dei giocattoliesce nel 1995 erivoluziona il cinemad’animazione comeprimo lungometraggio

interamente realizzato con la computer grafica, ottieneanche l’incasso più alto in quello stesso anno. Nel1999, segue Toy Story 2 – Woody e Buzz alla riscossa,primo film interamente creato, masterizzato eproiettato in digitale. Quindi è la volta, nel 2010, diToy Story 3 – La grande fuga. E ora tocca a Toy Story 4,nuova produzione targata Disney/Pixar diretta da JoshCooley su una sceneggiatura scritta da AndrewStanton e Stephany Folson, in uscita nelle sale a

partire dal 26 giugno. È interessante ascoltare il registaCooley: «Non ho lavorato a nessuno dei titoliprecedenti, dunque mi sono avvicinato alla serie conspirito totalmente libero. Per me i personaggi di ToyStory sono il corrispettivo di Topolino, Paperino ePluto nel mondo Pixar. Woody e Buzz sono entrati afar parte del vocabolario cinematografico con il qualesi sono ritrovate le generazioni successive al 1995».Così, in effetti, chi pensava che la storia di Woody conAndy si fosse conclusa con la grande fuga, si è dovutoricredere, perché, come si dice, ogni fine è in realtà unnuovo inizio. Tutto (ri)comincia con Woody in unanuova cameretta, nuovi giocattoli e un nuovobambino di riferimento: è Bonnie, che si stapreparando a frequentare la scuola materna ed è perquesto un po’ preoccupata. Entrano da subito in giocoi temi del viaggio, del cambiamento, della crescita. Lafusione tra giocattoli ed esseri umani, per quantofluida e generosa, raggiunge toni di struggentemalinconia e di commossa partecipazione. La novitàdi questo capitolo è rappresentata da Forky, che inrealtà non è un giocattolo, ma un cucchiaio/forchettagettato nella spazzatura e salvato per pura fortuna.Bonnie, tuttavia, la piccola di casa, si innamora di

questo piccoletto con i piedi fatti con i bastoncini deighiaccioli. Il viaggio che i genitori di Bonnieintraprendono verso la nuova meta diventa il punto dipartenza per rimescolare tutte le carte in gioco eriposizionare i rapporti tra i vari giocattoli. È bello,persuasivo e certamente commovente il modo con cuii personaggi veri e finti si muovono, agiscono. Lagestualità dei giocattoli si muove secondo unadinamica sottile e inafferrabile, li guardiamo e loroguardano noi, e la vivacità si muove, plastica,generosa, bella e portata a creare differenze, adipingere abitudini, gestire situazioni impreviste. Piùche mai risulta appropriato il ricordo dei personaggiDisney fatto sopra: nomi non vecchi, anzi “moderni”,legati da un antropomorfismo nitido e lucido neicaratteri e nelle riflessioni. Dialoghi intelligentimotivano una partecipazione intensa dei piccolispettatori, che ridono, applaudono, fanno sapere cheil mondo che scorre davanti a loro gli appartiene, vi siriconoscono. Perché un giocattolo senza un bambinonon può sopravvivere, e il legame tra i due aiutaentrambi a crescere. Sì, entrambi, anche il giocattolo(e non è uno scherzo).

Massimo Giraldi

C«Toy Story 4», la saga dei giocattoli che commuovecinema

Novità nazionale nella lotta alla sclerosi lateraleamiotrofica, che oggi colpisce oltre 6mila italianiIl laboratorio potrà contenere 380mila campioniIl premier assicura: «Investiremo nella ricerca»

LUNEDI 24. Alle 12, nel Palazzo Lateranense, presie-de la cerimonia di apertura della causa di canonizza-zione di Aldo Michisanti ed Enrica Onorante. Alle ore17.30 nella basilica di San Giovanni in Laterano cele-bra la Messa in occasione della Solennità della Nati-vità di San Giovanni Battista insieme ai sacerdoti chericordano quest’anno il venticinquesimo, il cinquan-tesimo e il sessantesimo anno di ordinazione sacer-dotale. – Alle ore 19 nella basilica di San Giovanni inLaterano presiede la celebrazione dei Secondi Vesprinella solennità della Natività di San Giovanni Battistaper la consegna degli obiettivi essenziali e delle lineepastorali per il prossimo anno pastorale.

MARTEDI 25. Alle ore 7 incontra la comunità e cele-bra la Messa presso l’Istituto delle Figlie di San Giu-seppe del Caburlotto. – Dalle ore 9 riceve i sacerdoti.

GIOVEDI 27. Alle ore 7.30 celebra la Messa insieme aipartecipanti del Corso di Formazione per responsabi-li diocesani organizzato dell’Associazione CollaboratoriFamiliari del Clero.

L’AGENDADEL CARDINALE VICARIO

CARITAS, IERI FESTA INTERCULTURALE AVILLA LEOPARDI. Ieri la Caritas di Romainsieme all’Associazione “Amici di VillaLeopardi” ha organizzato una festainterculturale presso l’omonimo parcopubblico con cittadini e migranti,richiedenti e titolari di protezioneinternazionale, ospiti presso le strutturedi accoglienza della Caritas di Roma.

SAN LORENZO IN DAMASO: AL VIA «ROMA SICANTA». Seconda edizione di “Roma sicanta”, la kermesse musicale organizzatadalla parrocchia San Lorenzo in Damasocon l’Associazione Aramus. Oggi alle 17appuntamento nella chiesa dell’ospedaleSan Giovanni (via dell’Amba Aradam, 8);alle 20.30 nella basilica di San Lorenzoin Damaso (piazza della Cancelleria) conil Coro Eos e Fabrizio Barchi. Martedì 25alle 20 il coro In maschera e MartaZanassi si esibiranno alla Cittadella dellaCarità (via Casilina Vecchia 19). Per glialtri appuntamenti: www.aramus.it(ingresso libero).

PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI PAPAFRANCESCO «DOVE SEI?». Venerdì 28 alle18, nella sala conferenze del PontificioSeminario Romano Maggiore (Piazza diSan Giovanni in Laterano, 4) si terrà lapresentazione dell’ultimo libro di PapaFrancesco “Dove Sei? Dio parla al cuoredell’uomo” a cura di don Franco Nardine con prefazione del cardinale vicarioAngelo De Donatis, Edizioni San Paolo.Interverranno monsignor GianricoRuzza, ausiliare per il settore Sud, ilrettore del Pontificio Seminario RomanoMaggiore don Gabriele Faraghini e ilcuratore del testo, don Franco Nardin.«Papa Francesco fa un attento esame delcuore dell’uomo – scrive il cardinale DeDonatis nella prefazione –, mettendo inevidenza tutti i difetti che soventealbergano in esso».

PRESENTAZIONE LIBRI/2: «LA LEGGE DELMARE». Martedì 25 giugno si svolgerà ilventesimo appuntamento con “Dialoghie Letture”, l’iniziativa dell’UfficioComunicazione Scalabriniani e dellaFondazione Centro Studi Emigrazione diRoma per l’approfondimento delfenomeno della mobilità umana. Inquesta occasione (via Dandolo, 58 alleore 15) sarà presentato il libro «La leggedel mare» di Annalisa Camilli.All’incontro, introdotto da padre LorenzoPrencipe (presidente Cser), sarà presentel’autrice e interverranno inoltre MicheleColucci (ricercatore dell’Istituto di Studisulle Società del Mediterraneo), ValerioCataldi (presidente dell’AssociazioneCarta di Roma) e padre Mussie Zerai,sacerdote eritreo impegnato da oltre diecianni nel salvataggio dei migranti cherischiano la morte attraversando ilMediterraneo (come raccontato nel libro“Padre Mosè. Nel viaggio delladisperazione il suo numero di telefono èl’ultima speranza”).

Il Notiziario

DI ELEONORA VESCOVINI

isogna investire molto nellaricerca e vi assicuro che faròil mio compito». Così il

presidente del Consiglio dei ministriGiuseppe Conte al taglio del nastrodella prima Biobanca nazionalededicata alla ricerca sulla Sla aperta atutti i ricercatori del mondo eoperativa da giovedì scorsoall’interno del Policlinico Gemelli diRoma. Il laboratorio potrà contenerefino a 380mila campioni biologicinecessari alla ricerca sulla Sclerosilaterale amiotrofica, patologia oggiinguaribile che colpisce oltre 6milaitaliani.«I ricercatori sonospesso gelosi delproprio lavoro. Quiinvece vedo unelevatissimo numerodi campioni messi adisposizione di tutti,anche del giovanestudioso che, purcon tanto talento eingegno, non ha lapossibilità diaccedere ad un centro di ricercaqualificato», ha aggiunto ilpresidente Conte durante lacerimonia organizzatadall’Associazione italiana sclerosilaterale amiotrofica (Aisla), dallaFondazione Policlinico UniversitarioAgostino Gemelli e da XBiogemproprio alla vigilia della GiornataMondiale sulla Sla (21 giugno).Il premier Conte, dopo il taglio delnastro, ha incontrato i pazientiaffetti da Sla ospitati al CentroClinico Nemo, che da oltre 10 anni è

dedicato esclusivamente alla presa incarico delle persone con malattieneuromuscolari. «Celebriamo alivello mondiale il desiderio diaffrontare la malattia, insieme alleistituzioni, ai ricercatori, ai medici,al personale che tutti i giorni ci donaattenzione», ha affermato AlbertoFontana, presidente dei CentriClinici Nemo. Giovanni Raimondi,presidente della FondazionePoliclinico Universitario AgostinoGemelli, ha descritto la Biobancacome «un nuovo importante tassellodi questo mosaico di strutturad’avanguardia, la cui realizzazione èun esempio di fruttuosa sinergia tra

industria, struttureospedaliere eassociazionismo peril raggiungimento dirisultati nella ricercadi cure contro laSla».Nello specifico lastruttura comprendedieci contenitori perla crioconservazionea vapore d’azoto atemperature

comprese tra –20°C e i –190°C, chepossono conservare fino a 380milacampioni biologici di persone con lasclerosi. La Biobanca sarà situata alGemelli e sarà gestita da XBiogem,società nata dalla collaborazione traPoliclinico Gemelli e BioRep, ilcentro di risorse biologiche delGruppo Sapio. Franco Anelli, rettore dell’UniversitàCattolica del Sacro Cuore, haspecificato che «da parte dei malatic’è grandissima generosità, perchésanno che stanno seminando per

altri, sanno che difficilmente laricerca che oggi si svolge offrirà lorouna cura. Offrono la lorotestimonianza, il loro impegno, laloro sofferenza, per dare una chancea chi verrà dopo, e fare in modo chequesta malattia venga sconfitta».La Biobanca è stata avviata grazie aduna donazione pari a 300mila eurodi Selex Gruppo Commerciale il cuidirettore generale, Maniele Tasca, haaffermato che c’è «l’intenzione dicontinuare nei prossimi anni asupportare Aisla. Un ambientescientifico così importante deveessere motivo d’orgoglio per tuttal’Italia». Il presidente dell’Aisla,Massimo Mauro, ha confermato che«il mondo Sla ha bisogno anche dicomunicazione. Spesso ci sentiamoun po’ abbandonati, ci sentiamo unpo’ isolati, quindi è

straordinariamente importantevedere così tanto interesse per questainiziativa».Dello stesso parere anche MarioSabatelli, direttore clinico dell’areaadulti del Centro Clinico Nemo diRoma, che ha ripreso la riflessione diPapa Francesco sul dipinto “LaVocazione di San Matteo” diCaravaggio. «Bergoglio – haricordato Sabatelli – dice che lì c’èun gioco di sguardi, e mi piacepensare anche alla nostra azionecome ad un gioco di sguardi, sguardinostri nei confronti della malattia, ilnon rassegnarsi davanti ad unasofferenza a volte più grande di noi.Ma anche allo sguardo delle personequando la malattia o la paura togliela parola. L’invito di Francesco è diavere quello sguardo che va oltre, eche va diritto alla dignità».

La primaBiobancaper la Sla

l’evento.L’inaugurazione con Conte al Gemelli

Torna "Letture d’Estate"a Castel Sant’Angelo

naugurata giovedì conil “Gran ballo ottocen-

tesco”, sarà nei Giardini diCastel Sant’Angelo fino alprimo settembre “Lettured’Estate”, manifestazioneche coniuga lettura, spet-tacolo, musica, incontricon gli autori. Previsti spa-zi appositi per i più picco-li e le famiglie, con il “Fe-stival del gioco dagli 0 ai115 anni”. Il programmasu www.letturedestate.it.

I

cultura

Il premier Conte al Policlinico Gemelli

L’«orco» del webe grandi domande

cco un caso agghiacciante, come è stato defini-to dagli investigatori quando lo hanno svelato.Il caso coinvolge un adulto nel ruolo di orco, il

web come strumento potente, tre ragazzine quali vit-time della perversione dell’adulto e un lungo tempo,tre anni, nel quale nessuno dei genitori si accorge deldramma. Un 48enne, che si nascondeva sotto il pro-filo di Giulia, una inesistente ragazzina, cattiva, ag-gressiva, dominante e minacciosa, è riuscito a sog-giogare altre ragazzine e ad abusarle.Come? La falsa Giulia era riuscita a soggiogare lesue amiche, attraverso una chat istantanea e le ra-gazzine hanno mantenuto il terribile segreto perpaura che Giulia, tramite la magia nera, facesse mo-rire i loro genitori. «Hanno subito per anni e man-tenuto segreti terribili – hanno spiegato gli inqui-renti alla stampa – paradossalmente proprio perproteggere la famiglia».Era sempre dal profilo falso che ordinava alle tre direcarsi a casa sua, dove fingeva di essere a sua voltavittima delle pretese della teenager dominante e a-busava delle giovani, filmando tutto. Rituali di unaperversione prepotente e persistente. Il segreto è sta-to mantenuto per tre anni.Poi ha commesso un errore: alcune foto hard di u-na delle tre ragazzine abusate sono finite per erro-re su un profilo Instagram, e, quando in classe si èsaputo, una coetanea ha riferito i suoi sospetti aduna insegnante, che ha reagito con coraggio de-nunciando tutto alla polizia. E i genitori? I genito-ri, invece, che direttamente o indirettamente co-noscevano tutti l’arrestato, non si sarebbero accor-ti di nulla fino alla fine.«Serve grande attenzione a tutti i social, compresi iservizi di messaggistica che troppo spesso non ven-gono visti come a rischio», ha detto il procuratore ag-giunto Letizia Mannella, a capo del pool fasce debolìal cui ufficio hanno fatto riferimento i pm di Mila-no, i carabinieri di Lodi e la Polizia Postale, e che hadefinito, appunto, il caso «agghiacciante».Qui il web non c’entra. È stato solo uno strumentopotente con il quale una persona sadica e antisocia-le ha agganciato e soggiogato psicologicamente le ra-gazzine. E, potremmo dire paradossalmente, che nonc’entra neanche il carnefice, vittima probabilmentedi una patologia grave della personalità.Qui quello che colpisce e interroga è il fatto che pertre anni alcune ragazzine sono state in balia di un a-dulto e nessuno se n’è accorto, se non per un errore.È già successo, direte. Ma non deve succedere. Que-sto episodio, come altri simili, scoperchiano un pro-blema: l’incredibile desertificazione delle relazionitra adulti e bambini, due mondi sempre più separa-ti e non comunicanti fra loro. Adulti disattenti, as-senti, troppo concentrati sui loro problemi? Bambi-ni e giovanissimi troppo immersi in tecnoreti auto-referenziate? Molte domande a cui dovremmo concoraggio rispondere.

E

Pianeta giovania cura di

Tonino Cantelmi

L’incontro con i pazientiospitati al Centro Nemodedicato a chi soffre dimalattie neuromuscolariMauro (Aisla): «Isolati,ben venga l’interesseper quest’iniziativa»

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