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Paläographie der lateinischen Papyri. Band I : Tafeln, Erster Teil, Urkunden, Band II, 1: Tafeln, Zweiter Teil, Literarische Papyri, 1. Halbband: Texte Klassischer Autoren, Band II, 2: Tafeln, Zweiter Teil, Literarische Papyri, 2. Halbband: Juristische und Christiche Texte by Richard Seider Review by: Orsolina Montevecchi Aegyptus, Anno 62, No. 1/2 (gennaio-dicembre 1982), pp. 282-285 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/41216616 . Accessed: 10/06/2014 04:44 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aegyptus. http://www.jstor.org This content downloaded from 195.78.109.164 on Tue, 10 Jun 2014 04:44:25 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

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famoso e clamoroso di * rinnegamento ' per fini politici e di ' carriera ' (il ni- pote del filosofo Filone: Tiberio Giulio Alessandro). Una ricca bibliografia (pp. 237-245) accompagna questa parte ed è di valido aiuto anche per lo stu- dioso.

Quasi contemporaneamente a questo libro usciva, a cura di Z. Aly e di L. Koenen, l'edizione di altri papiri dell'A.T. greco, che andrebbe aggiunta a p. 239 dopo l'edizione della Dunand: Three Rolls of the Early Septuagint: Genesis and Deuteronomy, Bonn 1980.

Siamo grati al Modrzejewski per la chiarezza e la semplicità della sua sintesi, e agli altri autori per aver intrapreso un'opera utile per una maggiore e obiettiva comprensione della storia di una parte del popolo ebraico nella diaspora.

Anna Passoni Dell'Acqua

Richard Seider, Paläographie der lateinischen Papyri. Band I : Tafeln, Erster Teil, Urkunden, A. Hiersemann, Stuttgart 1972. Band II, 1: Tafeln, Zweiter Teil, Literarische Papyri, 1. Halbband: Texte Klassischer Autoren, A. Hiesermann, Stuttgart 1978. Band II, 2: Tafeln, Zweiter Teil, Literarische Papyri, 2. Halbband: Juri- stische und Christiche Texte, A. Hiesermann, Stuttgart, 1981.

Recensire questi tre volumi, ampio e prezioso lavoro di raccolta, presen- tazione e riedizione di testi e di tavole, in una pregevolissima veste tipografica, non è agevole, perché l'opera non è completa, e si può rischiare di avanzare giudizi e osservazioni che verrebbero in seguito smentite. Il progetto dell'opera comprende infatti, tanto per la parte greca (che consta di due volumi, usciti tra il 1967 e il 1970) quanto per quella latina, una III Parte che dovrebbe contenere l'esposizione dello svolgimento della più antica paleografia greca e latina su papiro (ostracon e tavolette cerate). Ed è questo che dobbiamo at- tendere per poter dare una valutazione ben motivata e un giudizio definitivo dell'opera. Ciò nonostante mi sembra opportuno renderne conto in questa sede, perché non passi troppo a lungo sotto silenzio un'impresa di notevole mole e di grande impegno.

La paleografia dei papiri ha esigenze proprie ed è in buona parte da farsi: si va costruendo, e manca ancora non solo di una trattazione completa e or- ganica, ma anche di un metodo proprio e perfino una terminologia universal- mente accettata (il Bataille, scomparso immaturamente, aveva lavorato per colmare quest'ultima lacuna). La ricchezza stessa del materiale (specialmente per la parte greca) e la varietà dei tipi di documenti contribuiscono ad accre- scere le difficoltà per chi voglia tentare studi approfonditi e, più ancora, sin- tesi veramente valide.

Il Seider, dopo i due volumi di paleografia greca, si propone qui di offrire il materiale per lo studio dello sviluppo della scrittura latina e delle forme del documento romano da Augusto al periodo bizantino e al primo Medioevo; che è quanto dire tentare di ricostruire la preistoria della paleografia e della

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diplomatica latina medievale: un assunto quanto mai opportuno, e importante, se si pensa che tuttora la paleografia latina è, in generale, ben conosciuta e studiata solo nella sua documentazione e nei suoi sviluppi medievali. Gli esem- plari contributi del Marichal, del Mallon, del Lowe, non sono ancora riusciti a portare ad un ampio livello di diffusione, anche tra gli studiosi, la conoscenza di questo più antico sviluppo della paleografia latina (come pure di quella greca).

L'a. si cimenta in un campo molto meno ricco di documenti di quello greco, e perciò più facilmente dominabile, ma irto di difficoltà, perché privo di un « retroterra » che ne spieghi le origini e il primitivo evolversi. Mentre infatti il passaggio dalla scrittura delle iscrizioni greche del IVa a quella dei papiri (Timoteo di Mileto, l'imprecazione di Artemisia, il P.Eleph. 1, i più antichi P.Hibeh) mostra un evolversi rapido e trasformante, ma non è del tutto saltuario, nelle scritture latine del Ia-I* ci troviamo di fronte a docu- menti (per lo più lettere private) vergati in una corsiva della quale è arduo cercare i precedenti. Per questo penso che forse, per le più antiche scritture latine (almeno sino alla fine del I*, meglio se fino a tutto il II?), sarebbe stato utile riprodurre la totalità dei mss. a noi pervenuti, non omettendo, per es., 23* P.Oxy. II, 244; 48/9* P.Aberd. 61; 37-43* P.Mich. Ili, 159 (altri docu- menti sono usciti dopo il I vol. del Seider; cito soprattutto: 7* P.Med. inv. 68.87, ed. S. Daris, « Aegyptus », 56, 1976, pp. 83-88, con ampio commento ed elenco dei più antichi papiri latini; P.Oxy., XLIV, 3208, probabilmente di età augustea; 91* P.Yale inv. 1547, ed. Paràssoglou, «Chr. d'Eg. », 48, 1973, pp. 318-320).

In ogni modo i 66 documenti della Parte I (per la massima parte papiri ed ostraca provenienti dall'Egitto, più alcuni testi da Pompei, Dura Europos, Ravenna, Siracusa, Roma) costituiscono un gruppo ben rappresentativo dei papiri latini a noi pervenuti, più rappresentativo di quanto lo siano i 63 + 71 papiri greci contenuti nei due volumi pubblicati dallo stesso Seider.

Nella II Parte, articolata in due volumi, sono compresi: 68 papiri (e per- gamene) letterari nel voi. II, 1 mentre nel voi. II, 2 troviamo 41 papiri (e per- gamene) giuridici (nn. 1-41; ma perché il «testo giuridico» P.Mich. VII, 456 si trova nel voi. I, al n. 10, e non qui?) e 34 papiri biblici e cristiani (nn. 42-76). La suddivisione non è arbitraria né dettata soltanto da necessità tipografiche. Il primo volume infatti testimonia per una parte, che non va oltre la prima metà del III* (nn. 1-20), una tradizione di lettura e di studio di autori latini coltivata dai pochi parlanti latino residenti stabilmente o momentaneamente in Egitto, e da pochissimi greci colti (soprattutto alessandrini che avevano avuto la cittadinanza romana) : oggi potrebbe figurarvi come n. 1 il frammento dell'elegia di Cornelio Gallo di Qasr Ibrim; nella seconda parte (nn. 21-68: dal IV sec. alle soglie del VII) dominano Virgilio con elementari glosse greche e glossari greco latini o latino -greci : testimonianza dello studio scolastico del latino dal III* (Costitutio Antoniniana) e soprattutto dall'età dioclezianea. Il secondo volume invece, se si eccettua Gaio e qualche altro frammento, do- cumenta soprattutto il fiorire degli studi e delle compilazioni giuridiche a co- minciare dall'età dei Severi e nel tardo impero (Teodosio - Giustiniano) : l'ab- bondanza di testi di tal genere e la loro destinazione, non soltanto a servizio di studi teorici, giustifica l'averli raccolti in una sezione distinta, separati dagli

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altri testi propriamente letterari. Questo volume ha anche una propria intro- duzione generale sui papiri giuridici. La parte riguardante i testi biblici e gli autori cristiani ha una sua evidente unità, quanto a interessi culturali e a contenuto, non sempre e non necessariamente dal punto di vista paleografico.

Questa distribuzione dei mss. rivela nel Seider una particolare attenzione al genere del testo e al contenuto, che si manifesta anche nelle introduzioni ai singoli testi.

I tre volumi sono forniti di molti indici e liste, inconsueti in pubblicazioni d'interesse paleografico. All'inizio di ciascun volume, oltre all'indice generale dei testi, si trovano due liste dei papiri (ostraca, pergamene) qui ripubblicati, disposti nella prima secondo il numero delle tavole, nella seconda per numero d'inventario o di precedente edizione; vengono poi una lista dei luoghi di ri- trovamento e una delle Biblioteche o Musei dove ora si trovano i mss. Seguono una bibliografia di scritti d'interesse paleografico, e una seconda più generale riguardante problemi e istituzioni relativi ai documenti qui riprodotti; infine una lista delle abbreviazioni e una dei segni critici qui usati, che sono quelli convenzionali nei papiri (con un'aggiunta: la sottolineatura, che contrassegna le lettere di cui vi è solo una traccia, ma la cui lettura è sicura, per differenziarle da quelle di cui vi è solo una traccia, ma di lettura incerta, contrassegnate come di consueto con un punto sotto). Alla fine vi sono indici dei nomi di persona (antichi e moderni), delle cose notevoli, dei nomi geografici e topo- grafici, e (nel I volume) carte geografìche dell'impero romano e dell'Egitto. Seguono le tavole fotografiche, veramente eccellenti.

Un'inconveniente è da rilevare in questa per tanti rispetti pregevolissima opera: la distribuzione separata del testo e delle tavole, cosa imbarazzante, dato che il fine, dichiarato nell'introduzione, è quello di insegnare a decifrare i papiri; se ragioni pratiche e tipografiche impedivano di porre la tavola ac- canto al testo (come era stato fatto nei volumi di paleografia greca dello stesso autore), era soluzione migliore stampare le tavole senza inserirle nei tre volumi ma collocandole in altrettante cartelle staccate.

I singoli documenti riprodotti nel testo hanno ciascuno una propria breve introduzione, con descrizione del papiro (ostracon, pergamena, tavoletta) e brevi note paleografiche: per i papiri documentali si illustra il tipo del docu- mento, il suo contenuto, il suo significato e le circostanze in cui fu scritto ; per i letterari si danno notizie sulla più antica tradizione manoscritta dell'opera o dell'autore (suddividendo i mss. citati secondo il tipo di scrittura). Segue l'elenco delle edizioni e la bibliografìa relativa al singolo testo. Che in questa parte vi sia qualche lacuna o inesattezza non si può negare, e in certa misura è comprensibile, in un'opera tanto vasta e complessa. Ne segnalo alcune. Nel voi. I, a proposito del n. 6, è fuor di luogo la citazione di S. Avogadro (non Sandra A. come qui si legge) La apographai di proprietà, « Aegyptus » 1935, perché il n. 6 è una dichiarazione del censimento domiciliare; andavano citati Hombert-Préaux, Le recensement, e, trattandosi di cittadini romani, H. Bratj- nebt, Cives romani und xoct'oIxíocv aîcoypaçai, in P.L.Bat. XVII, 1968, pp. 11-21. A proposito dei numerosi documenti dell'esercito romano, era da ricordare la raccolta fattane da S. Dabis (Documenti per la storia del- l'esercito romano in Egitto, Milano 1964); per le dichiarazioni di nascita (nn. 24, 25, 28, 31) forse di qualche utilità era il mio articolo in « Aegyptus »

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1948, pp. 129-167; II testamento romano di M. Amelotti poteva essere oppor- tunamente citato a proposito del n. 32. Per il n. 49 del voi. II, 2 occorreva tener conto della recensione di G. Lazzati (« Aegyptus », 46, 1966, pp. 120-123), importante per l'interpretazione del testo (che risulta non essere propriamente un Hymnus auf die Jungfrau Maria, come qui s'intitola), recensione accom- pagnata da una nota esplicativa dell'editore stesso, R. Roca Puig (ibid. p. 123).

Di ogni documento o testo è data una trascrizione diplomatica in lettere capitali, e una in carattere tondo normale, con punteggiatura, soluzione delle abbreviazioni, correzione di errori grafici, ecc; infine vi è l'apparato critico. Poiché la trascrizione diplomatica riproduce esattamente le grafie del papiro, con gli eventuali errori, segni critici antichi, accenti, punti di divisone tra le parole e simili, quella parte dell'apparato critico che segnala le caratteristiche grafiche (per es.: apsentem Pap., oppure : fráter Pap.) risulta superflua.

Dato che questo è il criterio adottato, ci si domanda perché non vi sia alcuna trascrizione dei nn. 13 e 14 del voi. I; dei nn. 2, 7, 48 del voi. II, 1; del n. 20 del voi. II, 2; e perché vi sia solo la prima trascrizione dei nn. 2, 12, 16, 17, 19, 21, 22 del voi. I; dei nn. 19, 35, 37, 38 del voi. II, 1; e dei nn. 1, 3, 4, 10, 11, 38 del voi. II, 2.

L'ordine con cui sono disposti i documenti e i testi sembra essere quello cronologico, che però non è rigorosamente seguito: nel voi. I il n. 53, che è della metà del I*>, è collocato tra un documento del 340/1 * e uno del 208*>; il n. 50 (616-619?) è posto tra documenti del IV sec. Può darsi che si tratti di esigenze tipografìche nella disposizione dei clichés (i nn. 53-58 sono tutti testi brevi riprodotti in una sola tavola) : la riedizione dei documenti col testo ha seguito l'ordine delle tavole, con i loro spostamenti, che hanno alterato l'ordine cronologico.

L'autore presenta anche alcuni testi giuridici inediti: voi. II, 2, nn. 8, 21, 22, 41 ; dei primi tre non da alcuna trascrizione (e in questo caso il motivo è comprensibile), mentre la da (solo in lettere capitali) del n. 41 (P.Heid.Lat. 2, olim 317), frammento di un codice papiraceo sul diritto ereditario, scritto in una bella unciale calligrafica del V/VI sec.

Le brevi annotazioni di carattere paleografico nell'introduzione di ogni sin- golo testo ci fanno desiderare quel commento paleografico approfondito e quella esposizione delle linee di sviluppo che se ne ricavano, i quali costituiscono il fine di tutta l'opera, e dovranno trovar luogo, secondo il progetto annunciato, nella Parte III, sia per la sezione greca come per quella latina. Più di una volta l'a. rimanda a una futura specifica trattazione sulla scrittura (cfr. per es. II, 1, n. 4, p. 36) : l'attendiamo con vivo interesse, tanto più che l'A., nella introdu- zione al voi. I, citando il Mallon, accenna ad una possibile « kombinierten Unter- suchung » di paleografia greca e latina ; gli studi di G. Cavallo hanno dimo- strato quanto sia fecondo di risultati questo duplice sguardo, almeno per l'età bizantina. Ma già prima che si possa parlare di una koinè scrittoria, queste interferenze esistono e vanno tenute presenti. Ci auguriamo dunque che l'a., con l'esperienza acquisita preparando questi cinque volumi di paleografia greca e latina, ci dia ben presto la III Parte e concluda la sua meritoria opera con vantaggio soprattutto di paleografi e di papirologi.

Orsolina Montevecchi

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