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Concilio senza pregiudizi l Concilio Vaticano II è stato frainteso da tanti ma oggi, finalmente, è possibile leggere i documenti senza pregiudizi». Lo ha affermato il vescovo ausiliare monsignor Ernesto Vecchi intervenendo venerdì scorso al programma di È-tv «Dedalus». Rispondendo a una domanda del conduttore Francesco Spada, il Vescovo ausiliare ha ricordato che, in questa prospettiva «devono fare un passo indietro sia i tradizionalisti che coloro che vorrebbero un Concilio Vaticano III». «Chi non è in grazia di Dio, il non credente» ha aggiunto «in sede di interpretazione non ne coglie la sostanza profonda. Il Concilio non è stato, come qualcuno sostiene, un’operazione culturale, ma un evento prioritariamente teologico nel quale lo Spirito si è impegnato». Nel corso del programma il Vescovo ha affrontato tantissimi argomenti. Come, sollecitato da Paolo Natali (Riformisti per Bologna) e Gianluca Galletti (Udc), il rapporto tra i cattolici e la politica. «Oggi» ha detto «ci sono molti cattolici impegnati nel politico che sulle questioni di fondo I « preferiscono tacere. Di più, si comportano come se Dio non esistesse. Ecco perché la Chiesa, a volte, deve intervenire direttamente. Non è un problema di destra o di sinistra, anche perché le "pecorelle smarrite" sono presenti in entrambi gli schieramenti. La grande sfida è che i cattolici impegnati riescano a sottoscrivere un’intesa trasversale sui principi». DI CARLO CAFFARRA * ode la Chiesa di Dio in Bologna poiché vede che uno dei suoi figli più grandi è incamminato verso la gloria degli altari, consapevole come essa è che tutta la sua «potenza» consiste nella santità dei suoi figli. Ma come ogni madre, anche la Chiesa ha nel cuore una certa gelosia per i suoi figli e non permette di esserne privata, come accade ogni volta che essi vengono compresi - sarebbe meglio dire incompresi - secondo categorie non propriamente ed originalmente evangeliche. Attendendo con totale e gioiosa disponibilità il giudizio infallibile della Chiesa, sento il bisogno in questo momento di fare alcune riflessioni di carattere piuttosto teologico sulla figura, la vita e l’insegnamento di P. Marella, che da questo momento deponiamo dentro al discernimento spirituale della santa Chiesa. Ogni esistenza ha un suo segreto, poiché la coscienza che ciascuno ha del senso della propria vita rimane custodito nel cuore. G Ma con profonda venerazione ho cercato di sapere questo segreto di P. Marella, o almeno di averne una qualche conoscenza. Mi piace esprimerlo nel modo seguente: egli ha conosciuto la miseria umana: egli ha conosciuto Cristo; con tutte le forze egli li ha avvicinati. In un solo sguardo, nello stesso sguardo egli ha visto nel povero, Cristo e ha visto in Cristo, il povero. «Cristo è in agonia fino alla fine del mondo», ha scritto un grande pensatore cristiano; e Gesù ha detto: i poveri li avrete sempre con voi». In ogni povero è l’agonia di Cristo che si continua; nell’agonia di Cristo ha agonizzato la dignità di ogni reietto. L’avvicinamento della miseria umana, di ogni miseria umana a Cristo e di Cristo ad ogni miseria umana trasforma quell’uomo in carne ed ossa che P. Marella cercava fra i più abbandonati ed accoglieva, in una persona consapevole della sua dignità. Cristo è l’infinita dignità dell’uomo. Quando invece la miseria umana è separata da Cristo, l’uomo diventa o indifferente all’umiliazione dell’altro o semplice operatore sociale. Quando Cristo è separato dalla miseria umana, il cristiano diventa uno che o sfugge il peso del mestiere umano o viene sequestrato da inefficaci programmi sociali. P. Marella richiama la coscienza della nostra città; è una salutare spina piantata nella sua carne. Donde deriva questa capacità di avvicinare miseria umana e Cristo? Chi dona all’uomo la forza di farlo? «Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo» (1Cor 2,16b), dice l’Apostolo. È l’amicizia con Cristo, che ci assimila a Lui; è lo stare in sua compagnia, che riproduce in noi Cristo stesso. In uno scritto che p. Marella consegnò al Card. A. Poma e reso pubblico solo nel giorno del suo funerale, egli dice: «ho desiderato e mi sono proposto di lasciarmi guidare ... dall’unico assillo che "Charitas Christi urget nos"». Si noti bene: «unico assillo» dice il padre; e «farmi guidare», indicando così il movimento originario del suo spirito. L’unica forza propulsiva del suo agire ha voluto che fosse l’amore che Cristo ha per l’uomo, desiderando esserne pervaso. Ed aggiunge: «nella Chiesa sua santa», unico luogo ove è possibile all’uomo essere trasfigurato in Cristo. L’acqua a cui tutti i disperati di Bologna potevano dissetarsi aveva questa sorgente profonda: sgorgava dal Cuore di Cristo. A questa sorgente il primo a dissetarsi era p. Marella stesso in una esemplare vita di preghiera, che toccava il suo vertice nella celebrazione dell’Eucaristia. La carità di p. Marella non può essere intesa in altro modo. La carità cristiana ha una sua autonomia poiché ha una sua inconfondibile originalità. Non esiste come «supplenza congiunturale» a quanto altri, privati od istituzioni, non riescono a fare. L’uomo ha bisogno che la sua miseria sia avvicinata a Cristo e Cristo alla sua miseria: la carità cristiana è la risposta a questo bisogno. L’uomo ha diritto a questa risposta, poiché il puro servizio sociale, la mera filantropia, è opera solo umana e non raggiunge nell’emarginato quell’abisso dove la sua dignità di persona è ferita. È l’amore di Cristo che fa risorgere l’uomo. Certamente, i vari soggetti che esercitano la carità cristiana, inseriti come debbono essere nella società civile, cooperano con altri soggetti favorendo la creazione e la condivisione di un’etica pubblica centrata sulla solidarietà, sulla collaborazione concreta, sul dialogo rispettoso di ogni interlocutore. Così deve essere. Ma la carità cristiana è più che questo; è anche altro che questo. La Chiesa non è la succursale di nessuno. È l’amore impossibile, ma sommamente desiderato, che diventa un evento reale. Il lascito spirituale e culturale di p. Marella è questo. Lascito grande, prezioso e particolarmente significativo in quest’ora di travaglio che la nostra città sta vivendo. Affidiamo ora alla Chiesa il giudizio definitivo sulla sua santità; a noi comunque resta la missione di non dilapidare il suo lascito. La sua testimonianza resti sempre piantata nella coscienza della nostra città, perché nessuna sorta di collasso o atonia spirituale spenga mai nei suoi abitanti il desiderio del vero amore. * Arcivescovo di Bologna Caffarra e la carità: «la Chiesa non è la succursale di nessuno» www.bo7.it versetti petroniani DI GIUSEPPE BARZAGHI uto pende il ghiaccio e perso l’occhio guarda/ il miracolo dell’acqua, che ai semplici/ dona la modesta gioia del cristallo./ Il freddo offende pungente le narici,/ che a stento nelle mani trovan riparo./ Barattando la difesa col tepore/ dell’alito bianco, tenue e vaporoso,/ mostrano in natura il mistico segreto:/ lo scambio puro del povero nel ricco./ Dicembre è tempo d’attesa e di memoria./ Da solo a solo il Cielo chiama l’anima./ Nel sibilo del vento, come di voce/ d’angelo nel buio del mattino, dice:/ nasce la luce e brilla nelle tenebre (Gv1,5)./ A chi l’accoglie in sorte tocca lo stesso/ luccicare e come scintillando nella/ stoppia (Sap3,8) corre in qua e in là senz’affannarsi (Is40,31):/ dolce e beato il dolore dell’afflitto/ divinamente consolato (Mt5,4). Nel buio./ Sta’ fermo e corri lontano con lo sguardo;/ respira a fondo le forme e le figure;/ cullati nei suoni amati ed attutiti/ dal turbinare fanciullo della neve;/ tocca lo spirito che aleggia tra i muti/ monili di ghiaccio, luccicanti della/ gioia d’un bambino perso nello sguardo./ Vellutato sfiora l’udito il mistico/ scambio divino dell’umile nell’alto./ Non lo senti? Il Verbo eterno ora è un vagito. M Filastrocca di Natale, il Verbo eterno è un vagito Ai lettori «Bologna Sette» ritorna l’8 gennaio In occasione delle festività natalizie e di fine anno domenica 25 dicembre e domenica 1° gennaio i quotidiani (e tra questi Avvenire) non saranno in edi- cola. Di conseguenza anche Bologna Sette non uscirà. L’appuntamento con i lettori è per domenica 8 gennaio 2006. Ricordiamo che la redazione del set- timanale è regolarmente aperta ed è quindi possibile contattarla ed inviare materiale ai soliti recapiti. Nel ringraziare i lettori per l’attenzione con cui ci seguono formuliamo i più calorosi auguri di buon Natale e felice anno nuovo. Chiuso dal presule il processo diocesano di canonizzazione di don Marella L’ EVENTO DAVANTI AL PRESEPIO AUGURI ALLA CITTÀ ologna vedrà per il Natale 2005 un avvenimento particolarmente importante: l’Arcivescovo, il Sindaco e il presidente dell’Ascom si ritroveranno insieme in Piazza Maggiore oggi alle 17.30 per un augurio di Buon Natale alla città. Questo augurio sarà rivolto nell’ambito dell’inaugurazione del presepio sul portale e sulle porte laterali della Basilica di S. Petronio, nonché all’interno della Basilica stessa. La caratterizzazione del Portale di San Petronio è ormai una tradizione consolidata di ogni Natale per Bologna. Nel 2005 questa realizzazione, elaborata dallo studio Lanzi, con le foto di R. Bertuzzi, vede la raffigurazione di alcune delle statue di un importante presepe, che è stato realizzato dal noto artista Roberto Barbato in occasione del Congresso Eucaristico Diocesano (siamo nell’anno preparatorio) e che verrà allestito e completato in due anni all’interno della Basilica di San Petronio. Per il Natale 2005, Barbato ha realizzato 80 statue di persone e 11 animali. Per il prossimo anno, in vista del Congresso, verrà completato con altrettante statue. Vanno ringraziati coloro che hanno contribuito alla realizzazione, in particolare l’Ascom, Granbologna, l’Unicredit e l’Api. Subito prima dell’inaugurazione, dalle 16.45 in Piazza Maggiore si terrà la sacra rappresentazione del presepio vivente, La cooperativa Il Pellicano ha utilizzato in passato già per tre volte la modalità della sacra rappresentazione, coinvolgendo tutti i bambini ed i genitori delle proprie scuole (primaria e dell’infanzia) in un percorso di immedesimazione con l’Avvenimento della nascita di Gesù Cristo. Nel 2005 la cooperativa propone un Presepe Vivente nella piazza più importante della città perché ritiene il Natale un avvenimento per tutti. Esso avrà luogo sul sagrato della Basilica di S. Petronio e nel tratto di strada che lo separa dal Crescentone; lì si svolgeranno alcune scene che ripercorrono le tappe principali dell’Avvenimento cristiano, fino alla Natività: l’Annunciazione, il sogno di Giuseppe, la Visitazione, la proclamazione del censimento, la locanda, l’annuncio ai pastori e la Natività. Regia di Roberto Ravaioli, testi narrativi non tratti dai Vangeli del poeta Davide Rondoni. B Il Vescovo ausiliare verso i settant’anni Le felicitazioni dell’Arcivescovo e della redazione Mercoledì 4 gennaio 2006 il vescovo ausiliare monsignor Ernesto Vecchi, nativo di San Matteo della Decima, compirà settant’anni. Pubblichiamo gli auguri dell’Arcivescovo ai quali uniamo quelli della redazione. «Esprimo ogni augurio di bene a nome di tutta la comunità diocesana e mio personale a Sua Eccellenza monsignor Ernesto Vecchi. Sono testimone quotidiano della sua dedizione senza limiti a questa Chiesa, dello zelo con cui desidera il bene dei fedeli, della fedeltà con cui collabora col suo Arcivescovo. Ad multos annos, Eccellenza carissima». Carlo Caffarra, Arcivescovo di Bologna Il presepio sul portale di S. Petronio Domenica 18 dicembre 2005 • Numero 46 • Supplemento al numero odierno di Avvenire Pagine a cura del Centro Servizi Generali dell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna - tel. 051 64.80.707 - 051 64.80.755 fax 051 23.52.07 email: [email protected] Abbonamento annuale: euro 46,00 - Conto corrente postale n.° 24751406 intestato ad Arcidiocesi di Bologna - C.S.G. Per informazioni e sottoscrizioni: 051. 6480777 (dal lunedì al venerdì, orario 9-13 e 15-18) Concessionaria per la pubblicità Publione Loris Zanelli Via Punta di Ferro 2/d 47100 Forlì - telefono: 0543/798976

Pagine a cura del Centro Servizi Generali Arcidiocesi di ...€¦ · non è in grazia di Dio, il non credente» ha aggiunto «in sede di interpretazione non ne coglie la sostanza

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Page 1: Pagine a cura del Centro Servizi Generali Arcidiocesi di ...€¦ · non è in grazia di Dio, il non credente» ha aggiunto «in sede di interpretazione non ne coglie la sostanza

Concilio senza pregiudizil Concilio Vaticano II è stato fraintesoda tanti ma oggi, finalmente, è possibileleggere i documenti senza pregiudizi».

Lo ha affermato il vescovo ausiliare monsignorErnesto Vecchi intervenendo venerdì scorso alprogramma di È-tv «Dedalus». Rispondendo auna domanda del conduttore FrancescoSpada, il Vescovo ausiliare ha ricordato che, inquesta prospettiva «devono fare un passoindietro sia i tradizionalisti che coloro chevorrebbero un Concilio Vaticano III». «Chinon è in grazia di Dio, il non credente» haaggiunto «in sede di interpretazione non necoglie la sostanza profonda. Il Concilio non èstato, come qualcuno sostiene, un’operazioneculturale, ma un evento prioritariamenteteologico nel quale lo Spirito si è impegnato».Nel corso del programma il Vescovo haaffrontato tantissimi argomenti. Come,sollecitato da Paolo Natali (Riformisti perBologna) e Gianluca Galletti (Udc), ilrapporto tra i cattolici e la politica. «Oggi» hadetto «ci sono molti cattolici impegnati nelpolitico che sulle questioni di fondo

I« preferiscono tacere. Di più, si comportanocome se Dio non esistesse. Ecco perché laChiesa, a volte, deve intervenire direttamente.Non è un problema di destra o di sinistra,anche perché le "pecorelle smarrite" sonopresenti in entrambi gli schieramenti. Lagrande sfida è che i cattolici impegnatiriescano a sottoscrivere un’intesa trasversalesui principi».

DI CARLO CAFFARRA *

ode la Chiesa di Dio inBologna poiché vede che unodei suoi figli più grandi è

incamminato verso la gloria deglialtari, consapevole come essa è chetutta la sua «potenza» consiste nellasantità dei suoi figli. Ma come ognimadre, anche la Chiesa ha nel cuoreuna certa gelosia per i suoi figli enon permette di esserne privata,come accade ogni volta che essivengono compresi - sarebbe megliodire incompresi - secondo categorienon propriamente ed originalmenteevangeliche. Attendendo con totalee gioiosa disponibilità il giudizioinfallibile della Chiesa, sento ilbisogno in questo momento di farealcune riflessioni di caratterepiuttosto teologico sulla figura, lavita e l’insegnamento di P. Marella,che da questo momentodeponiamo dentro aldiscernimento spirituale della santaChiesa. Ogni esistenza ha un suo segreto,poiché la coscienza che ciascuno hadel senso della propria vita rimanecustodito nel cuore.

G

Ma con profonda venerazione hocercato di sapere questo segreto diP. Marella, o almeno di averneuna qualche conoscenza. Mi piaceesprimerlo nel modo seguente:egli ha conosciuto la miseriaumana: egli ha conosciuto Cristo;con tutte le forze egli li haavvicinati. In un solo sguardo,nello stesso sguardo egli ha vistonel povero, Cristo e ha visto inCristo, il povero. «Cristo è inagonia fino alla fine del mondo»,ha scritto un grande pensatorecristiano; e Gesù ha detto: i poverili avrete sempre con voi». In ognipovero è l’agonia di Cristo che sicontinua; nell’agonia di Cristo haagonizzato la dignità di ognireietto. L’avvicinamento dellamiseria umana, di ogni miseriaumana a Cristo e di Cristo ad ognimiseria umana trasformaquell’uomo in carne ed ossa cheP. Marella cercava fra i più

abbandonati ed accoglieva, inuna persona consapevole dellasua dignità. Cristo è l’infinitadignità dell’uomo. Quandoinvece la miseria umana èseparata da Cristo, l’uomodiventa o indifferenteall’umiliazione dell’altro osemplice operatore sociale.Quando Cristo è separato dallamiseria umana, il cristianodiventa uno che o sfugge il pesodel mestiere umano o vienesequestrato da inefficaciprogrammi sociali. P. Marellarichiama la coscienza della nostracittà; è una salutare spina piantatanella sua carne.Donde deriva questa capacità diavvicinare miseria umana eCristo? Chi dona all’uomo laforza di farlo? «Ora, noi abbiamoil pensiero di Cristo» (1Cor2,16b), dice l’Apostolo. Èl’amicizia con Cristo, che ci

assimila a Lui; è lo stare in suacompagnia, che riproduce in noiCristo stesso. In uno scritto che p.Marella consegnò al Card. A. Pomae reso pubblico solo nel giorno delsuo funerale, egli dice: «hodesiderato e mi sono proposto dilasciarmi guidare ... dall’unicoassillo che "Charitas Christi urgetnos"». Si noti bene: «unico assillo»dice il padre; e «farmi guidare»,indicando così il movimentooriginario del suo spirito. L’unicaforza propulsiva del suo agire havoluto che fosse l’amore che Cristoha per l’uomo, desiderando essernepervaso. Ed aggiunge: «nella Chiesasua santa», unico luogo ove èpossibile all’uomo esseretrasfigurato in Cristo.L’acqua a cui tutti i disperati diBologna potevano dissetarsi avevaquesta sorgente profonda: sgorgavadal Cuore di Cristo. A questasorgente il primo a dissetarsi era p.Marella stesso in una esemplare vitadi preghiera, che toccava il suovertice nella celebrazionedell’Eucaristia.La carità di p. Marella non puòessere intesa in altro modo. La caritàcristiana ha una sua autonomiapoiché ha una sua inconfondibileoriginalità. Non esiste come«supplenza congiunturale» a quantoaltri, privati od istituzioni, nonriescono a fare. L’uomo ha bisognoche la sua miseria sia avvicinata aCristo e Cristo alla sua miseria: la

carità cristiana è la risposta a questobisogno. L’uomo ha diritto a questarisposta, poiché il puro serviziosociale, la mera filantropia, è operasolo umana e non raggiungenell’emarginato quell’abisso dove lasua dignità di persona è ferita. Èl’amore di Cristo che fa risorgerel’uomo. Certamente, i vari soggettiche esercitano la carità cristiana,inseriti come debbono essere nellasocietà civile, cooperano con altrisoggetti favorendo la creazione e lacondivisione di un’etica pubblicacentrata sulla solidarietà, sullacollaborazione concreta, sul dialogorispettoso di ogni interlocutore.Così deve essere. Ma la caritàcristiana è più che questo; è anchealtro che questo. La Chiesa non è lasuccursale di nessuno. È l’amoreimpossibile, ma sommamentedesiderato, che diventa un eventoreale. Il lascito spirituale e culturaledi p. Marella è questo. Lascitogrande, prezioso e particolarmentesignificativo in quest’ora di travaglioche la nostra città sta vivendo.Affidiamo ora alla Chiesa il giudiziodefinitivo sulla sua santità; a noicomunque resta la missione di nondilapidare il suo lascito. La suatestimonianza resti sempre piantatanella coscienza della nostra città,perché nessuna sorta di collasso oatonia spirituale spenga mai neisuoi abitanti il desiderio del veroamore.

* Arcivescovo di Bologna

Caffarra e la carità:«la Chiesa non èla succursale di nessuno»

www.bo7.itversetti petroniani

DI GIUSEPPE BARZAGHI

uto pende il ghiaccio e perso l’occhio guarda/ il miracolodell’acqua, che ai semplici/ dona la modesta gioia del

cristallo./ Il freddo offende pungente le narici,/ che a stentonelle mani trovan riparo./ Barattando la difesa col tepore/dell’alito bianco, tenue e vaporoso,/ mostrano in natura ilmistico segreto:/ lo scambio puro del povero nel ricco./Dicembre è tempo d’attesa e di memoria./ Da solo a solo il

Cielo chiama l’anima./ Nel sibilo del vento, come di voce/d’angelo nel buio del mattino, dice:/ nasce la luce e brilla nelletenebre (Gv1,5)./ A chi l’accoglie in sorte tocca lo stesso/ luccicaree come scintillando nella/ stoppia (Sap3,8) corre in qua e in làsenz’affannarsi (Is40,31):/ dolce e beato il dolore dell’afflitto/

divinamente consolato (Mt5,4). Nel buio./ Sta’ fermo e corrilontano con lo sguardo;/ respira a fondo le forme e le figure;/ cullatinei suoni amati ed attutiti/ dal turbinare fanciullo della neve;/ toccalo spirito che aleggia tra i muti/ monili di ghiaccio, luccicanti della/gioia d’un bambino perso nello sguardo./ Vellutato sfiora l’udito ilmistico/ scambio divino dell’umile nell’alto./ Non lo senti? Il Verboeterno ora è un vagito.

M

Filastrocca di Natale, il Verbo eterno è un vagito

Ai lettori

«Bologna Sette» ritorna l’8 gennaioIn occasione delle festività natalizie e di fine anno domenica 25 dicembre edomenica 1° gennaio i quotidiani (e tra questi Avvenire) non saranno in edi-cola. Di conseguenza anche Bologna Sette non uscirà. L’appuntamento con ilettori è per domenica 8 gennaio 2006. Ricordiamo che la redazione del set-timanale è regolarmente aperta ed è quindi possibile contattarla ed inviaremateriale ai soliti recapiti. Nel ringraziare i lettori per l’attenzione con cui ciseguono formuliamo i più calorosi auguri di buon Natale e felice anno nuovo.

Chiuso dal presuleil processo diocesanodi canonizzazione di don Marella

L ’ E V E N T O

DAVANTIAL PRESEPIO

AUGURI ALLA CITTÀ

ologna vedrà per il Natale 2005un avvenimento particolarmenteimportante: l’Arcivescovo, il

Sindaco e il presidente dell’Ascom siritroveranno insieme in PiazzaMaggiore oggi alle 17.30 per unaugurio di Buon Natale alla città.Questo augurio sarà rivolto nell’ambitodell’inaugurazione del presepio sulportale e sulle porte laterali dellaBasilica di S. Petronio, nonchéall’interno della Basilica stessa. Lacaratterizzazione del Portale di SanPetronio è ormai una tradizioneconsolidata di ogni Natale per Bologna.Nel 2005 questa realizzazione,elaborata dallo studio Lanzi, con le fotodi R. Bertuzzi, vede la raffigurazione dialcune delle statue di un importantepresepe, che è stato realizzato dal notoartista Roberto Barbato in occasione delCongresso Eucaristico Diocesano(siamo nell’anno preparatorio) e cheverrà allestito e completato in due anniall’interno della Basilica di SanPetronio. Per il Natale 2005, Barbatoha realizzato 80 statue di persone e 11animali. Per il prossimo anno, in vistadel Congresso, verrà completato conaltrettante statue. Vanno ringraziaticoloro che hanno contribuito allarealizzazione, in particolare l’Ascom,Granbologna, l’Unicredit e l’Api. Subitoprima dell’inaugurazione, dalle 16.45in Piazza Maggiore si terrà la sacrarappresentazione del presepio vivente,La cooperativa Il Pellicano ha utilizzatoin passato già per tre volte la modalitàdella sacra rappresentazione,coinvolgendo tutti i bambini ed igenitori delle proprie scuole (primaria edell’infanzia) in un percorso diimmedesimazione con l’Avvenimentodella nascita di Gesù Cristo. Nel 2005la cooperativa propone un PresepeVivente nella piazza più importantedella città perché ritiene il Natale unavvenimento per tutti. Esso avrà luogosul sagrato della Basilica di S. Petronioe nel tratto di strada che lo separa dalCrescentone; lì si svolgeranno alcunescene che ripercorrono le tappeprincipali dell’Avvenimento cristiano,fino alla Natività: l’Annunciazione, ilsogno di Giuseppe, la Visitazione, laproclamazione del censimento, lalocanda, l’annuncio ai pastori e laNatività. Regia di Roberto Ravaioli,testi narrativi non tratti dai Vangeli delpoeta Davide Rondoni.

B

Il Vescovo ausiliare verso i settant’anniLe felicitazioni dell’Arcivescovo e della redazioneMercoledì 4 gennaio 2006 il vescovo ausiliare monsignor Ernesto Vecchi, nativo diSan Matteo della Decima, compirà settant’anni. Pubblichiamo gli auguridell’Arcivescovo ai quali uniamo quelli della redazione.«Esprimo ogni augurio di bene a nome di tutta la comunità diocesana e miopersonale a Sua Eccellenza monsignor Ernesto Vecchi. Sono testimone quotidianodella sua dedizione senza limiti a questa Chiesa, dello zelo con cui desidera il benedei fedeli, della fedeltà con cui collabora col suo Arcivescovo. Ad multos annos,Eccellenza carissima».

Carlo Caffarra, Arcivescovo di Bologna

Il presepio sul portale di S. Petronio

Domenica 18 dicembre 2005 • Numero 46 • Supplemento al numero odierno di Avvenire

Pagine a cura del Centro Servizi Generalidell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna - tel. 051 64.80.707- 051 64.80.755 fax 051 23.52.07email: [email protected] annuale: euro 46,00 - Contocorrente postale n.° 24751406 intestato ad

Arcidiocesi di Bologna - C.S.G.Per informazioni e sottoscrizioni: 051.6480777 (dal lunedì al venerdì,orario 9-13 e 15-18)Concessionaria per la pubblicità PublioneLoris Zanelli Via Punta di Ferro 2/d47100 Forlì - telefono: 0543/798976

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L’Arcivescovo inaugura il presepe della StazioneArcivescovo monsignor Carlo Caffarra ha benedetto venerdì scorso iltradizionale presepe delle Ferrovie alla Stazione centrale di Bologna.

L’iniziativa di porre il presepe nella Sala d’aspetto di seconda classe dellaStazione risale ad un anno dopo la strage del 2 agosto 1980. Da allora,

grazie all’impegno di donLibero Nanni, al sostegnodelle Ferrovie e all’operadello scultore WalterVeronesi il «segno» dellaNatività è regolarmenteapparso nel periodo festivo.Il presepe di quest’anno,realizzato in ferro battuto elamiera lavorata da AntonioLanzoni e Daniele Resca(due ex ferrovieri inpensione che hannocollaborato da sempre conWalter Veronesi come«lavoranti»), resterà espostoal pubblico fino al 6gennaio. (P.Z.)

’L

Le celebrazionidel Natale

n occasione del Natale, sabato 24,giorno della Vigilia, alle 24l’arcivescovo monsignor Carlo

Caffarra presiederà la Messa dellanotte nella Cattedrale di S. Pietro. Apartire dalle 23, il Coro dellaCattedrale offrirà un «concertospirituale» in attesa della celebrazione.Domenica 25, giorno di Natale,l’Arcivescovo celebrerà la Messa alle 10nel carcere della Dozza e presiederà lasolenne concelebrazione eucaristicaalle 17.30 sempre in Cattedrale. Il vicario generale monsignor ErnestoVecchi il giorno di Natale celebrerà laMessa alle 9.30 all’Oratorio S. Donatoper le persone assistite dall’OperaPadre Marella e dalla Confraternitadella Misericordia.Il provicario generale monsignorGabriele Cavina il giorno di Natalecelebrerà la Messa alle 10 nella nuovaCappella nel Padiglione Albertonidell’Ospedale Malpighi.

I

Realmente figli di Dio:la novità del Natale

Cattedrale, canto e preghiera in attesa della Notte Santa

Il presepe vivente a San Giorgio di Piano. In basso a sinistra Ceretolo e a destra San Ruffillo

issione: pane spezzatoper la vita del mondo»:è questo il titolo

intorno al quale si dipana ilpresepio vivente che quest’annoverrà realizzato nella parrocchia diCeretolo, la notte di Natale alle22,30 e il giorno dell’Epifania alle16, sotto la regia di Ermes Rigon ecol sostegno morale e concreto delparroco don Luigi Garagnani. Lasceneggiatura prende spuntoinfatti dal messaggio di GiovanniPaolo II per la GiornataMissionaria mondiale 2005.Attraverso brevi filmati erecitazione, si vuole proporre unariflessione su Cristo centro dellastoria della Chiesa e dell’umanità,sottolineando alcuni snodifondamentali: Gesù è il panespezzato per l’umanità; seguendoil suo esempio anche noi siamochiamati a dare la vita per i fratelli.L’Eucaristia non è solo espressionedi comunione nella vita dellaChiesa, ma anche progetto disolidarietà per l’intera umanità. Iseguaci di Gesù sono perciòriconoscibili dall’amorevicendevole e in particolare dallasollecitudine per chi è nel bisogno.Il Presepio si concentra poi su dueazioni concrete di solidarietà:l’acquisto di sacchi a pelo per chi aBologna non ha casa e l’acquistodi mais per i fratelli di Usokami,in Tanzania, che quest’annohanno sofferto la carestia. In talmodo la comunità locale si famissionaria, non esitando arendersi «pane spezzato per la vitadel mondo».La preparazione stessa, dallasceneggiatura alla recitazione,dall’ambientazione allaconfezione dei costumi, dai cantiai filmati, diviene esperienza divita concreta, nell’ascolto, nellacollaborazione, con una specialeattenzione al coinvolgimento deibambini, dei giovani, dellefamiglie e dell’intera comunitàlocale: una catechesi vissuta fra iquasi cento attori e animatori. Il Presepio vivente si apre colprologo di San Giovannievangelista e con la raffigurazionedel Cenacolo, snodandosi poi neipunti salienti dell’attesa e dellanascita di Gesù, con attori nonprofessionisti, conaccompagnamento musicale delcoro parrocchiale e conrappresentanti di varie nazionalità.Negli spazi intorno alla chiesa si

M« possono ammirare i personaggitipici del Presepio classico (ipastori, le lavandaie, i pescatori, lesarte, le filatrici, il muratore, lospaccalegna, il cantiniere, ilfalegname, il mercante, ilpanettiere, il contadino, ilcalzolaio, il fabbro...) ognuno nelproprio ambiente di lavoro.All’invito degli angeli, i varipersonaggi lasciano la propriaoccupazione e si dirigono verso laNatività, simbolo dell’umanità incammino verso Gesù.Quest’anno si è voluto coinvolgerepersone nuove, venute ad abitarenel quartiere, e ci si è concentratisul perfezionamento delleambientazioni e dei costumi, conl’apporto di molte personevolonterose. La manifestazione èpatrocinata dal Comune diCasalecchio di Reno.Anche nella parrocchia di sanRuffillo (via Toscana 158), inoccasione del Natale è entrata nellatradizione la realizzazione delPresepe Vivente.Iniziata quindici anni fa periniziativa di un gruppo diparrochiani, la sacrarappresentazione si svolgerà sabato24 dicembre alle 20,30 , primadella Messa di mezzanotte, e il 6gennaio 2006, giorno dell’Epifaniaalle 15,30. In entrambe leoccasioni si partirà dal sagratodella parrocchiale per concluderenella piazzzetta adiacente conl’adorazione deipastori davanti allacapanna dellaNatività, raffiguratadalla riproduzione diun famoso dipinto.In questi quindicianni l’iniziativa. chevede lapartecipazionesoprattutto dibambini, ma anchedi giovani e genitori,ha visto crescerel’ardore e l’impegnoper lavorare, anchecon spirito disacrificio, a renderesempre più bella esuggestiva larappresentazione delfatto più importantenella storiadell’umanità:l’incarnazione diNostro Signor GesùCristo.

a Compagnia Amici del Tempo Libero di S.Giorgio di Piano (con il patrocinio del

Comune, della Pro Loco e il contributo deicommercianti) organizza anche quest’annol’ormai tradizionale «Presepe vivente», oggialle 16.30, nella piazza antistante la chiesaparrocchiale. L’allestimento nella piazzaconsente l’utilizzo di ampi spazi sia per crearel’ambientazione storico/scenografica, sia perospitare i circa 150 figuranti in tipici costumi,confezionati con passione e professionalità dasignore locali. Scopo principale è ilcoinvolgimento delle famiglie a viveredirettamente l’esperienza del presepe, anchecon i bambini più piccoli, per mantenere forteil significato della tradizione che si celebra.La raffigurazione si articola in due parti: unache vede rappresentati diversi luoghi emestieri all’interno del villaggio di Betlemme

L (ricostruito nella piazza Indipendenza) ovespiccano, oltre alla capanna della natività, gliaccampamenti dei soldati romani, il palazzo delgovernatore, il mercato, i recinti con gli animali, illago con i pescatori; e l’altra composta dai corteidi comparse che rappresentano i personaggi delPresepe tradizionale (popolani, pastori emestieranti), che sfilano per le vie del paese perraggiungere il villaggio all’interno del qualedaranno poi vita alla rappresentazione,accompagnata da un testo letto a più voci e da unsottofondo di musiche a tema. Di particolaresuggestione è l’arrivo dei Magi a cavallo, dopo iltramonto: alla luce dei fuochi, delle candeledisseminate sul piazzale e dei proiettori, adoranoil Bambin Gesù presentando i doni; altroelemento suggestivo è rappresentato dall’uscitadelle comparse alla luce delle fiaccole aconclusione della manifestazione.

artedì scorso il sindaco SergioCofferati e l’arcivescovo

monsignor Carlo Caffarra hannoinaugurato il presepe di RenzoBressan e Alfredo Marchi, allestito nelCortile d’onore di Palazzo d’Accursio.L’opera rimarrà fino all’8 gennaio e sipuò visitare tutti i giorni dalle 8 alle20. In tavole di legno di pino lavoratoa sagome, con strati sovrapposti perottenere effetti di profondità, mostral’insolita scena di S. Giuseppe, in piedi,vigile e affettuoso, che tiene in braccioil Bambino da cui proviene la luce delmondo. «Sono stato piacevolmentema anche positivamente colpito - haspiegato l’Arcivescovo dopo labenedizione - Penso che mettere inrisalto il padre oggi sia moltoimportante, perché credo che unadelle radici delle nostre sofferenze siala scomparsa di questa figura».

M

DI TARCISIO ZANNI

iamo tutti figli di Dio»! Così si è espresso conlodevole generosità di intenti un noto attoremusulmano, ospite di un popolare programma

della nostra televisione, riscuotendo gli applausiscroscianti e sollevati del pubblico «cristiano». Non erad’altra parte il caso di discutere o contestare, in quellasede, un simile enunciato, che tuttavia qualchediscussione e qualche contestazione merita! E il Natale cene dà lo spunto. Questa espressione quando ricorre incontesti mondani o «interreligiosi» e nella fatuaconversazione televisiva, è espressione nostalgica mainconcludente. Nostalgica, perché fa riferimento ad unavocazione primordiale, inconcludente perché, specie inquei contesti, prescinde da Gesù Cristo. E senza di luipuò rappresentare, al più, un auspicio o unacommovente metafora. «Siamo tutti figli di Dio!» èespressione, insomma, che veicola un concetto tantofascinoso quanto equivoco. Per moltissimi, forseinconsapevolmente, sottende in realtà una professione disincretismo o un accomodamento new-age. Vuol dire che«va bene tutto», significa il superamento «ormai» di ognidiversità tra religioni. In questo caso, un’espressioneriposante e accattivante come questa, rivela sinistramentel’opera dell’Anticristo descritto da Solov’ev e così benattualizzato per noi dal cardinale Biffi. Per i cristiani, inparticolare, esprimersi in questi termini a proposito dichiunque, equivale a dichiarare nullo e incongruol’evento fondante della storia, che a loro è stato rivelato.Non sono essi i testimoni privilegiati del fatto che Dio,nella pienezza dei tempi, restando perfettamente uno, hatratto dal suo seno la «figliolanza» perfetta (il Figlioprediletto) per comunicarla agli uomini, che ne eranoprivi? Non sono loro che asseriscono che è proprio perfarci figli, che Dio ha rivelato e mandato il suo Figlio?Non è questa la salvezza che predicano: diventare figli«nel Figlio»?! Se Dio, dunque, ha dato se stesso perchénoi diventassimo suoi figli, come si può consentire conchi dichiara che già lo siamo tutti, figli, «d’ufficio»?!L’essere figli di Dio sarebbe, dunque, l’attuale statodesolante dell’umanità? «È nato per noi un bambino, unFiglio ci è stato donato!» Dio non fa regali inutili. IlNatale non è una festa frivola, ma, al contrario, ha dadire qualcosa di radicale, di scomodo, circa gli assettimondani ai quali ci adeguiamo per comodità e per unmalinteso amor di pace. Circa gli arrangiamenti, paludatidi saggezza, sui quali ci accordiamo con chiunque e checi mettono in condizione di non poter più annunciareGesù Salvatore! Salvatore da che cosa, infatti, se giàsiamo tutti figli di Dio? C’è una differenza irriducibile traqualsiasi religione umana e l’evento cristiano: quella tral’essere soltanto «chiamati figli di Dio» e «l’esserlorealmente». È una notte movimentata quella di Natale, incui riconoscere che tutti hanno un bisogno spasmodicodi salvezza: il bisogno, cioè, di diventarlo, figli, secondola loro più profonda, primordiale vocazione alla felicità.

dal Natale 1986 che il Coro dellaCattedrale, in attesa della NotteSanta, offre un concerto spirituale

nel quale l’esecuzione di brani dimusica sacra si accompagna a letture ditesti sui temi del Natale: «L’Attesa», «IlSignore è venuto», «È nato da Maria»,«La Gloria», in un percorso ideale diavvicinamento alla Notte Santa. Cosìfarà anche quest’anno, accompagnatoall’organo da Francesco Unguendoli.Una invocazione ripetuta e accorata Vieni Signore di D. M. Turoldo (1916-1992) introduce il primo branomusicale: L’Ora dell’Attesa (GianCarloSoli). I secoli hanno atteso la Venuta.Finalmente questa attesa sta perterminare; il Signore nasce. Il branointerpreta poeticamente e musicalmentequesta attesa del grande «Amico» cheviene a portare «pace», «gioia», «vita». Verbo eterno e Dio (G. Fauré 1845-1924)è un canto di preghiera per implorarel’aiuto di Dio e la pace della sua grazia.Il brano gregoriano Puer natus (introitodella Messa di Natale) è preceduto da

È un inno di S. Ambrogio Per il Natale delSignore. La nascita di Gesù è rispostaall’appassionata invocazione che saledall’umanità bisognosa di riscatto.Segue la bella polifonia Hodie Christusnatus est (J. P. Sweelinck 1562-1621), unmottetto in cui testo e musica esultanocon gli angeli del cielo per il mistero delNatale. Risalta in particolare il ricorso auna ripetizione melodica «Noe, Noe»per significare la gioia irrefrenabiledell’annuncio della nascita delRedentore. Il Dialogo tra i Magi e Maria èuna creazione poetica del vescovoEfrem Siro (306-373). I Magi e Maria siscambiano la verità straordinaria: Mariapartorisce il Figlio di Dio, rimanendovergine. Ave Maria, Virgo serena (J.Despréz 1440-1521) annunciamusicalmente questa verità nel piùpuro stile polifonico: una melodia chescorre fluida e serena rivestendo dimisticismo le parole che dicono i titolisalienti di Maria. Ave Maris Stella (C.Monteverdi 1567-1643), è il piùpopolare degli inni mariani, pieno di

dolcezza e di immagini. Maria èinvocata come stella di orientamentonel mare difficile della vita. Monteverdisi ispira al tema gregoriano, moltodilatato da una voce, mentre le altre 7dialogano creando un’armonia corposadi grande solennità. Magnificat (W. A.Mozart 1756-1791) è il cantico pereccellenza di Maria. Con le note diMozart si ha una vera esplosione digioia e grandiosità sonora: ilmovimento vivace e incalzante, il giocofra solisti e coro ne fanno un brano digrande maestria musicale. L’esultanzaper la nascita del Figlio di Dio è affidataad un testo poetico recente, Dite custodi(D. Rimaud) che prelude agli ultimidue brani:Tu sei Degno (F.Mendelssohn-Bartholdy 1809-1847),dall’Oratorio Paulus. («Tu sei degno, oSignore, di onore e di gloria; ogni cosahai creato!»: si celebra la regalità di Diocon le parole dell’Apocalisse) e Alleluia(G. F. Händel 1685-1759), da Il Messia,brano noto ma che ogni volta che lo sicanta e ascolta ricrea gioia pura. (G.S.)

I presepi viventi

In Comune una Natività «paterna»

A San Giorgio di Piano si va in piazza

La prima volta di Cadriano

er la prima volta, quest’anno a Cadriano sisvolgerà la rappresentazione del presepio

vivente, grazie alla collaborazione tra laparrocchia, guidata da don Vittorio Serra, e icommercianti del paese. La rappresentazioneè infatti organizzata dall’associazione «CampusAdriani» (l’antico nome di Cadriano), con laparrocchia e il patrocinio del Comune. Si terràoggi, lungo le vie del paese, dalle 14 alle 18: sisuccederanno le raffigurazioni dei varimomenti della vicenda che accompagna lanascita di Gesù, dal sogno di Giuseppe finoall’arrivo dei Magi; ci saranno anchedimostrazioni di lavoro casalingo, artigiano erurale, angoli con bevande e cibi caldi, e unmercatino di prodotti agricoli e oggettinatalizi. Il tutto accompagnato da musiche edalla lettura di brani del Vangelo. Laconclusione è prevista accanto alla chiesa; incaso di maltempo, invece, l’interarappresentazione si terrà nel capannone di via25 aprile 11.

P

Tradizionalirappresentazioni a Ceretolo e S. Ruffillo

L’Arcivescovo alla StazioneComune, inaugurazione del presepe

presepi

Le iniziative in cittàSono numerose in questi giorni in città le iniziative rela-tive ai presepi.Alla sua XIII edizione la rassegna «Amicidel presepio», nel Loggione monumentale della Basilicadi S. Giovanni in Monte (via S. Stefano 27) mostra lagrande qualità degli artisti che vi partecipano. Ci sononomi ormai familiari: Fornasari, Finessi, Cuzzeri, Barbati,Righi, De Martino,Lolli, Cavallini; non manca un presepiorealizzato nel Corso di arte presepiale organizzato co-me ogni anno dall’Associazione. In tutto 24 presepi d’ar-te cui si affianca una graziosa mostra di santini «Il SantoNatale e S. Giuseppe» a cura di Mara Andreotti, pro-mossa dall’Opera Pia «Il Pane di Sant’Antonio» in colla-borazione coi Collezionisti emiliani di Immagini sacre. Lamostra rimarrà aperta fino all’8 gennaio. Il Museo dellaBeata Vergine di S. Luca ospita due presepi che hanno alloro centro la Madonna di S. Luca e il suo Santuario: inquello di Franca Maria Fiorini la Vergine ha le fattezzedella Madonna dell’icona, mentre in quello di ArnaldoCavallini è presentato il momento magico in cui le figuri-ne, da sole, vanno a disporsi nel presepio: un bambino sidesta e coglie l’incanto di questo momento, mentre ilvento spalanca la finestra sul Santuario illuminato nellanotte.Torna «Andar per presepi a Bologna» promossodal Comune: Fernando e Gioia Lanzi guideranno ciascu-no un gruppo in tre passeggiate presepiali: lunedì 26 di-cembre, con appuntamento alle 16 al Palazzo Comunalein Piazza Maggiore, da dove si formeranno due gruppi;domenica 1 gennaio con appuntamento alle 16 a S. Gia-como Maggiore e alla Cattedrale di San Pietro; domeni-ca 8 gennaio, con appuntamento alle 16 ai Ss. Gregorio eSiro in via Montegrappa 15 e ai Santi Vitale e Agricola, viaSan Vitale 50. «Andar per presepi in città» è una iniziati-va del Comune con la collaborazione dell’Ascom e delCentro Studi per la Cultura popolare: su di una piantadella città sono segnalati 26 presepi tradizionali e d’arteda scoprire e riscoprire. Il pieghevole con la piantina sitrova presso l’Ufficio relazioni con il pubblico in PiazzaMaggiore, e anche ognuno dei luoghi del percorso.Ana-loga l’iniziativa «Le vie dei presepi a Bologna e in Provin-cia» dell’Ascom che insieme alla Chiesa di Bologna e alComune segnala oltre ai 26 siti cittadini, altri 35 presepinella Provincia che «valgono il viaggio» per la qualità del-le rappresentazioni d’arte e tradizionali. Il pieghevolecon la piantina si trova presso l’Ascom e ognuno deiluoghi segnalati.

2 Giovedì18 dicembre 2005

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DI MICHELA CONFICCONI

n percorso di vita sperimentato e possibile pertutti «i feriti della vita». È stato questo

l’intervento-testimonianza di Stefano Toschi alLaboratorio di spiritualità.Come ha inciso la fede nella sua malattia?Sono stato battezzato senza feste perché la mia vitaera in pericolo. Ho fatto catechismo e ricevuto laPrima Comunione e la Cresima non nella miaparrocchia, perché non mi capivano quando parlavo,ma presso il Seminario che a quei tempi ospitavauna specie di «dipendenza» dell’Ospedale Rizzolidove erano alloggiati, curati e educati bambini conhandicap di tutta Italia. La fede in un Dio che, comeha detto Giovanni Paolo II durante il Giubileo del2000, si è abbassato facendosi, per così dire, a suavolta disabile, mi è ancora di grande aiuto e mi portaa vedere il mio deficit e quelli degli altri comeun’occasione per avvicinarsi sempre di più a Lui.Nel libro «La meraviglia» lei si paragona alla «pie-tra scartata dai costruttori», divenuta testata d’an-golo. Cosa significa?È un po’ come se chiedesse all’autore di un giallo chiè l’assassino! A parte gli scherzi, tutto il mio libro è

U

hanno considerato «santo» e con cui ho potuto«camminare».Come descriverebbe la sua vocazione?Non credo che un portatore di handicap abbia unavocazione «di categoria»: ciascuno ha la sua. Non credoneppure che sia utile definire la propria vocazione,almeno non nel senso di una «cosa da fare». Siamoprima di tutto chiamati a vivere con Qualcuno. Il resto siscopre «in corso d’opera» e bisogna anche sapersiadattare agli imprevisti. Le vie di Dio non sono le nostre.Cosa dice a quanti, feriti nel corpo e nello spirito, nontrovano la forza di affrontare positivamente l’esisten-za?Ogni storia è diversa, quindi non si può consigliare tuttiallo stesso modo. Ma tutti dobbiamo liberarci dallamentalità dominante che svaluta la persona con deficital punto da guardare alla sua stessa nascita come a unasciagura. Io consiglierei di leggere e applicare a se stessi ilpasso di Isaia 43,1-7, in cui Dio parla dei suoi figli efiglie, ciascuno prezioso ai suoi occhi e amato.

una risposta a questa domanda. Nessuna sintesi ha ilsapore della vita, ma potrei dire almeno che lacondizione di deficit sembra da scartare, ma in realtàcontiene tante risorse per una vita migliore di quellacosiddetta normale.Non ha momenti di sconforto?Certo che sì; d’altra parte se non li conoscessi, la miafede non sarebbe vera, perché la fede è come un pontesu un baratro: se non ci fosse il baratro, non ci sarebbebisogno del ponte.Lei si definisce una persona felice?Io non mi «definisco» in nessun modo: solo gli altripossono dirmi chi sono. Ma mi sento felice insieme aimiei amici, tant’è vero che abbiamo chiamato la nostraassociazione «Beati noi».Cosa l’aiuta a conservare e maturare una coscienza cri-stiana della vita?La coscienza deve essere mantenuta sempre aperta pernon cadere nel soggettivismo. Per questo èindispensabile la costanza nel cammino di fede, conl’aiuto di una guida spirituale per il discernimento.Purtroppo molti nella Chiesa pensano che le personedisabili siano già arrivate alla santità e quindi nonabbiano bisogno di fare questo cammino. Io mi sentofortunato perché ho incontrato persone che non mi

La «pedagogia della crisi»a perdita di un affetto, di beni economici,relazionali, fisici, psichici, di poteri decisionali,

del lavoro, di una persona cara, dell’immagine di séa causa di un grave errore, sono situazioni chedeterminano nel cammino vocazionale, spirituale epiù diffusamente umano, una crisi. Questa non è diper sé un fatto negativo, purché venga affrontatacon la giusta pedagogia. Ad approfondire questotema, «Il superamento della prova: pedagogia deitempi di crisi», sarà don Giuseppe Sovernigo,psicologo e formatore, martedì 20, nell’ambito del«Laboratorio di spiritualità»; relatore dellamattinata sarà anche don Maurizio Marcheselli, cheparlerà della debolezza in rapporto all’apostolato apartire dall’epistolario paolino: «Guaritori feriti:"Quando sono debole, è allora che sono forte" (2Cor 12,10)». «La sofferenza mette davanti a duedrammatiche possibilità - afferma don Sovernigo -accettare la situazione, che permette di continuare acamminare, o rimanere bloccati all’internodell’ostacolo. L’accompagnamento deve aiutare lapersona a "passare" attraverso quanto gli è capitatoper ricominciare a costruire». (M.C.)

L

Laboratorio di spiritualità

DI GIANLUIGI NUVOLI *

ante volte non ci si domanda come unachiesa, un edificio di culto, sorga. Lo

troviamo spesso già presente, costruito dainostri padri. Ma la città degli uomini siallarga, cambia forma, dinamiche, e perquesto ciò che vi era non è più sufficienteall’oggi: occorrono costruzioni nuove affinchéle esigenze delle comunità parrocchialipossano rispondere al meglio per quelterritorio. La costruzione di una chiesa oggi comporta unlavoro sempre complesso che vede ilcontributo di tanti: dal progettista, al parrocointeressato, alla comunità stessa e agli ufficipreposti in diocesi. È un lavoro che cerca dipensare alle soluzioni più opportune chetengano in considerazione l’aspetto estetico, laricerca artistica, l’esigenza liturgica e dellacomunità. Per avere un risultato buonooccorre tanto tempo, occorrono energie edisponibilità a collaborare. Costruire oggi unedificio di culto costa tanto tempo e tantodenaro; eppure tutto ciò è fondamentaleaffinché nell’edificazione della città degliuomini permangano i segni concreti e visibilidella fede cristiana. Certo che l’edificio non èil solo segno, la carità è autenticamente unsegno visibile; ma sicuramente esso divieneprimario in quanto permette la crescita di unacomunità, donandole una chiesa e opere checonsentano alla comunità di costruirsi ecompiere l’azione ecclesiale, tra cui la carità.Una chiesa in pietra che permetta lapossibilità di costruire una Chiesa di uominiconcreti; una non meno importante dell’altra. Per questo motivo ogni anno, vicino al Nataledel Signore, la diocesi propone la «Giornataper le nuove chiese», con lo scopo di aiutare araccogliere fondi a favore di quelle comunitàche necessitano di un edificio di culto; aiutarealtre comunità significa esprimere in concretola comunione con le parrocchie presenti indiocesi, famiglia unica intorno al Vescovo.Ed è bello poter dire che dopo diverso tempodi progettazione e lavoro, si sono avviate lacostruzione delle chiese di Bondanello, CristoRisorto di Casalecchio, S. Biagio di Casalecchio.Sono ancora in attesa di partenza S. Monica,Rastignano, Corpus Domini, canonica diOzzano.Un grazie sincero alle parrocchie checontribuiranno generosamente alla raccolta difondi a sostegno di queste nuove costruzioni.

* Direttore dell’Ufficio Nuove chiese

T

Nuove chiese,torna la Giornata

DI LUCA TENTORI

l nuovo preside della Facoltàteologica dell’Emilia Romagna èdon Erio Castellucci, della diocesi

di Forlì-Bertinoro.Qual è stata la sua esperienza di do-cente, prima allo Stab e poi alla Fter?Ho iniziato a insegnare a Bologna nel1988, fino ad oggi. In questi anni hoincontrato una realtà vivace, increscita. Soprattutto ho fattoesperienza di Chiesa, perché quiconvergono le diocesi della regione, eho potuto avere un contatto concretocon loro. Non ho sperimentato uninsegnamento «accademico» in sensodeleterio, astratto, ma una ricercamolto inserita nelle problematichedelle nostre Chiese locali. Cosa la impegnerà nei suoi primi an-ni di preside?È difficile fare previsioni, perché cisono molti cambiamenti in vista.Certamente dovremo affrontare laristrutturazione degli Istituti di Scienzereligiose, che ora dovranno fareriferimento alla Facoltà. Mi preme cheprosegua la bella collaborazione tra idocenti, e l’atteggiamento di«simpatica» partecipazione deglistudenti. Com’è la «famiglia» dello Stab?Non è particolarmente grande: ci sonopoco più di 200 studenti e unacinquantina di docenti. Ad essi sisommano lo Studio teologico diReggio Emilia, già «affiliato», e loStudio teologico S. Antonio, che si sta

I«affiliando». Un’immagine per descrivere il ruolodella Fter nella realtà regionale...Se il Seminario è il cuore della diocesi,e chi collabora ne è le braccia e legambe, la Fter dovrebbe essere lamente. Non che essa assorba tuttal’attività di ricerca e insegnamento, macerto dovrebbe dare un buon impulsonel pensare la fede nella realtàconcreta della regione. Qual è stata in questi anni la specifi-cità della Facoltà e quali le prospetti-ve?La nostra peculiarità è laspecializzazione in Teologiadell’evangelizzazione. Essa significaparticolare attenzione al soggetto cheannuncia il Vangelo, cioè alla Chiesa,agli strumenti dell’annuncio e quindialla comunicazione della fede, e agliinterlocutori, cioè alla concretasituazione culturale e pastorale dellaregione. Credo che questo rimarrà ilnostro impegno prioritario.

onsignor Ermenegildo Manicardi lascia ladiocesi per dedicarsi interamente alcompito di rettore dell’Almo Collegio

Capranica di Roma.Cosa lascia a Bologna dopo tanti anni?Lascio questa diocesi ubbidendo ai miei superiori.Qui ho trascorso 25 anni, ovvero tutti gli anni dellamia maturità. Venni per svolgere un piccoloservizio alla Licenza in Teologiadell’evangelizzazione, che era stata fondata daappena tre anni, ma mi venne chiesto subito diinteressarmi dei seminaristi della regione,soprattutto flaminia, e poi, neppure quarantenne,di guidare lo Stab, sezione Seminario Regionale;infine, per diversi quadrienni, di presiedere anchela sezione S. Domenico. In questi anni abbiamoriflettuto sulla teologia dell’evangelizzazione,dandoci degli strumenti: di formazione per i pretianche non studenti, attraverso l’aggiornamentoteologico presbiteri, e cartacei, cioè la «Rivista diTeologia dell’evangelizzazione». Nel 1999

M

Vuole fare un augurio alla Facoltà?Ho una stima estrema nei confronti siadegli studenti che dei professori. Auguroche possano sempre mettere a frutto leloro doti all’insegna dell’armonia edell’amicizia. È stato presentato il numero 1 dellanuova collana della Facoltà. In esso èraccolta la sintesi del suo insegnamentodi questi anni...La Collana che si apre con questo volumeè stata voluta da me come strumentoimportante, da porre accanto alla Rivista diTeologia dell’evangelizzazione, a seguito delpassaggio alla Facoltà. Sono grato a donMaurizio Marcheselli che è riuscito ad avviarla.Sua, e di alcuni professori, è stata l’idea diraccogliere nel primo volume alcuni dei mieistudi. Un lavoro che don Maurizio ha svoltoautonomamente, riuscendo a unificare il miopensiero sotto alcuni punti fondamentali. E ilrisultato è stato elogiato dai biblisti e«sistematici» che hanno analizzato l’opera. Èstata una sorpresa anche per me.

Luca Tentori

abbiamo iniziato a lavorare per erigere la Facoltà. Cosa è cambiato in questi anni, oltre al passaggiodello Stab a Facoltà?Il cambiamento vero non è avvenuto tanto nelpassaggio, ma in tutto il processo attraverso il qualelo Stab si è dotato di strutture che hanno resopossibile realizzare questo sogno. Dagli anni ’90 c’èstata una progressiva crescita della partecipazionelaicale, segno di interesse per la nostra Licenza. Orasi profila un nuovo grande cambiamento,imprevisto: il riordino in tutto il Paese degli Istitutidi Scienze religiose, destinati in particolare ai laici.Essi, pur conservando una loro autonomia,verranno riferiti alla Facoltà, e diventeranno moltopiù impegnativi. Dovranno essere individuate lemodalità: conservare la formula attuale conseminaristi e laici insieme, o procedere verso unosdoppiamento, ovvero un percorso di studio deilaici solo all’interno del nuovo Istituto. Di questo sidovrà occupare il secondo preside della Fter,insieme ai professori e al Consiglio.

Don Bedetti, Messa di ricordo

Monsignor Manicardi lascia la diocesi

Il percorso di un disabile verso la felicità

ell’Oratorio di San Donatoin via Zamboni 10 ha svoltoil suo ministero presbiterale

per oltre mezzo secolo un santoprete: il Venerabile monsignorGiusepppe Bedetti (1799-1889), lecui spoglie mortali furono traslatedalla Certosa in San Petronio nel1927. Il 4 gennaio, giorno dellasua morte, è tradizione ricordarlocon una celebrazione eucaristicanello stesso Oratorio di SanDonato. Anche quest’anno sarà ilvescovo ausiliare monsignorErnesto Vecchi a presiedere laconcelebrazione eucaristica, alle 18di martedì 4 gennaio, nel 117°anniversario.Il 19 settembre 1990, aconclusione delle celebrazioni chericordavano il centenario dellamorte del Venerabile don Bedetti(1799-1889), nella sacrestia della

N Basilica dei Santi Bartolomeo eGaetano, su proposta delcompianto monsignor LucianoGherardi si costituì il gruppo«Amici di monsignor GiuseppeBedetti». Alla riunioneparteciparono numerosi sacerdotie laici. Il Gruppo si proponeva fragli obiettivi principali quello diravvivare, approfondire etrasmettere la memoria e l’ereditàspirituale di questo sacerdotepetroniano, amico e padre deipoveri.La missione apostolica delVenerabile monsignor Bedetti fucaratterizzata dalla suapredilezione per gli «ultimi». Eglifondò la «Congregazione deigiovani» prima in S. Michele deiLeprosetti e successivamentenell’Oratorio di San Donato, doveraccolse i ragazzi più poveri e

abbandonati.A questigiovani sidedicò percurarne laformazionespirituale e laformazionenel mondo dellavoro. L’operasociale più

espressiva e innovativa da luiintrapresa per quei tempi, ful’istituzione delle «Scuolenotturne», che furono visitatenel 1858 dal sacerdote torinesedon Giovanni Bosco.Sempre in quegli anni numerosigiovani cattolici bolognesi sottola guida spirituale sua e di donAntonio Costa, parroco di SanMartino, si organizzarono, ed apartire dal 1850 diedero vita alle«Conferenze di San Vincenzo de’Paoli» a Bologna.

Paolo Mengoli

Raffaello «La teologia la disputa del Santissimo Sacramento»

Fter, un nuovo rettore

L’Arcivescovo celebra per i poveriggi alle 9,30 l’Arcivescovo presiederà lacelebrazione eucaristica nell’Oratorio di S.

Donato (via Zamboni 10). Sarà un’occasione per ilnostro Pastore di conoscere la comunità che ognidomenica si ritrova in quel luogo sacro: personepovere e/o prive di alloggio per le quali vienecelebrata la Messa da padre Gabriele Digani,direttore dell’Opera Marella. Questo tradizionaleincontro domenicale ebbe inizio nel 1940 periniziativa del Servo di Dio don Olinto Marella nellachiesa che lo stesso don Olinto attrezzò in via Pianain un vecchio magazzino utilizzato per i mezzi dellanettezza urbana. Dal 1987m in occasione delCongresso Eucaristico diocesano, l’incontro si spostònell’attuale Oratorio, concesso in uso dal cardinaleGiacomo Biffi. Egli acconsentì che al momentoeucaristico potesse seguire nella chiesa anchel’incontro conviviale: al termine della celebrazioneviene servita la colazione ed alcune volte al mese ilpranzo. Questo servizio coinvolge giovani e adulti cheaderiscono all’Opera Bedetti collegata alleConferenze di San Vincenzo de’ Paoli e allaConfraternita della Misericordia. (P.M.)

O

Sopra, il nuovorettore dellaFacoltà teologicadell’EmiliaRomagna donErio Castellucci.Sempre sopra, mapiù in basso,monsignorErmenegildoManicardi

La visita natalizia di Caffarraa salutato uno ad uno, facendo loro gliauguri di Natale, gli ospiti, un centinaio,

della Mensa della fraternità del Centro, ivolontari che li servivano e le cuoche cheavevano preparato per loro la cena, comeogni giorno. Poi si è recato nella Casa delleFiglie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli,dove ha salutato donne e bambini che loroassistono. Si è conclusa così, martedì scorso,la visita dell’Arcivescovo al Centro S.Petronio: visita tradizionale, nel giorno dellafesta di S. Lucia, anniversariodell’inaugurazione del Centro stesso. Inprecedenza monsignor Caffarra avevacelebrato la Messa nella salone affollatissimo,assieme all’assistente spirituale don GiulioMatteuzzi, al parroco di S. Caterina di viaSaragozza don Celso Ligabue e assistito daldiacono permanente Arturo Martinelli,presidente della Fondazione Centro S.Petronio. (C.U.)

H

Centro S. Petronio

Parla donErioCastellucci,

delladiocesidi Forlì

3Domenica18 dicembre 2005

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Innovazione, frutto dell’apprendimento

Universitari, nuova residenza

Alcune immagini delle attività dell’associazione «Albero di Cirene»

DI CHIARA UNGUENDOLI

Nel loro sito internet, molto benfatto (ww.alberodicirene.org) sidefiniscono un’associazione «natadal desiderio di alcune persone didare una risposta immediata aproblemi che richiedevano unintervento immediato». E spieganoche «da questo desiderio sono natetante piccole risposte concrete». Sonoi volontari dell’associazione «Alberodi Cirene», nata presso la parrocchiadi S. Antonio di Savena, ma poiallargatasi, tanto che oggi conta ben150 soci. La sua attività è divisa inquattro grandi «filoni»: quattro«progetti» che nel 2000 sono statiformalizzati e riuniti inun’associazione onlus. «Tutto ècominciato circa sette anni fa - spiegaMarco Bruno, uno dei fondatori emembro del Consiglio direttivo - conla prima risposta concreta: allaparrocchia si rivolgevano sempre piùpersone bisognose, così nacque ilCentro di ascolto. Vi operavaun’assistente sociale in pensione,Maria Chiara Baroni, poi scomparsae alla quale il Centro è statointitolato. Questo Centro (il primoprogetto dell’associazione), è ancoraoggi un importante punto diriferimento: aperto martedì e giovedìdalle 9.30 alle 11.30, ha vistoaumentare recentemente le personeche si presentano chiedendo aiutosoprattutto per casa e lavoro.Distribuisce a chi ne ha bisogno unbuono che permette di ritirare, ogni15 giorni, una busta di alimenti, ealcuni volontari gestiscono abiti ecoperte, molto richiesti soprattutto ininverno». «Quasi nello stesso tempoin cui nasceva il Centro - prosegueBruno - la comunità "Papa GiovanniXXIII", che fa capo a don Benzi,chiese la collaborazione delleparrocchie per il proprio programmadi sostegno alle donne che cercanodi uscire dalla prostituzione: nacquecosì il secondo progetto: "Non seisola". Si tratta di due iniziativecollegate: anzitutto, un’"unità distrada", una trentina di giovani che

incontrano le donne appunto sullastrada, pregando anche con loro eincoraggiandole a uscire dalla lorocondizione. Inoltre, accogliamoalcune donne già uscite dallaprostituzione in un appartamento,detto "Casa Magdala": si tratta dellacosiddetta "seconda accoglienza",cioè sono donne che già stannocercando un lavoro e una casa perrendersi autonome». «Ancora,sempre più o meno nello stessoperiodo - dice Marco - alcuni di noi,guidati dal parroco don MarioZacchini fecero un’esperienza dimissione in Tanzania, a Usokami enella diocesi di Mahenge. Al ritorno,su richiesta del vescovo di Mahengemonsignor Agapiti nacque ilprogetto "Chita" per costruire unasilo e una casa per le suore Minimedell’Addolorata nel villaggioomonimo. Fu l’inizio del più vastoprogetto "Pamoja", che in swahilisignifica "Insieme", e che comprendeoggi varie iniziative in Tanzania,Bosnia, Albania. Sono stati econtinuano ad essere organizzativiaggi estivi in svariati Paesi percondividere la situazione dellapopolazione, fare amicizia econoscere le esigenze; da questiviaggi nascono poi "microprogetti"molto semplici ma anche moltoutili: ad esempio, abbiamo attivatoadozioni a distanza, realizzato, inAfrica, un luogo di incontro e percucinare in comune, una stalla,un’incubatrice per bambini, e cosìvia». Infine, sempre nello stessoperiodo «don Mario cominciòl’accoglienza nei locali della Casacanonica, che continua: in tutto, dal1997, sono state accolte un’ottantinadi persone, da giovani in serviziocivile, ad alcune famiglie, da giovanistudenti del Camerun e dell’Albaniaad altri in cerca di lavoro (daMoldavia, Romania, Sri Lanka,Kosovo, Serbia e anche italiani),ragazzi in discernimento vocazionalee altri in situazioni socialmentedifficili, presentati dai Servizi sociali.Questo è il nostro quarto progetto».9-continua

Protagonisti per la dignità di ogni uomo

Da cosa deriva l’originale nome dell’associazione «L’albero di Cirene»? «Da due elementi -spiega Marco Bruno - Dal Cireneo, che, da spettatore della passione di Gesù, ne divenneprotagonista portandone la croce; e dall’albero, che può divenire strumento di morte,trasformandosi in croce, ma di per sé è elemento di vita, che dona frescura e riparo. Unendoquesti due elementi, vogliamo dire che ciascuno di noi può e deve divenire protagonista dellastoria, dando soccorso all’uomo sofferente e quindi diventando produttore di vita». Quantoalle «radici» dell’associazione, «esse sono nella parrocchia e nel quartiere. E i nostri riferimentisono tre: la tutela della vita umana, la promozione della dignità della persona e la caritàcristiana. Due riferimenti dunque che ci accomunano ad altri e uno che ci contraddistinguecome credenti, che vedono nel bisognoso il volto di Cristo». «Il nostro "cuore" è l’Eucaristia -sottolinea da parte sua don Mario Zacchini, che dell’associazione è presidente - a partire daessa, attorno alla quale ci raduniamo la domenica, intendiamo promuovere la dignità di ognipersona, di qualunque popolo e condizione». «L’albero di Cirene» ha sede in via Massarenti182, tel. e fax 051305108, e-mail: [email protected] Oggi nella Sala dei Teatini dei Ss.Bartolomeo e Gaetano (Strada Maggiore) si tiene un mercatino di Natale a suo sostegno. (C.U.)

il nome e l’ispirazione

piano etico della legalizzazione dellapillola RU-486: essa rischia di favorire unpasso ulteriore verso la banalizzazione diun gesto, che provoca comunquel’uccisione di un individuo, condevastanti conseguenze spirituali epsichiche per la persona che lo compie.Si finisce inoltre per favorire unaprogressiva anestesia della sensibilitàmorale diffusa verso il valore della vitaumana, lasciando spazio all’affermarsi diuna dittatura del desiderio, che riduce ilvalore dell’altro nella misura in cui entranel progetto della propria felicitàindividuale.È auspicabile che su temi così concreti,che chiamano in causa il comuneimpegno in difesa della vita e delladignità di ogni uomo, le Istituzioni siaprano a un confronto, libero daprecondizionamenti ideologici, conl’Associazionismo per riflettere insiemesulle iniziative da intraprendere e cercaresoluzioni più ampiamente condivisibili.

* Presidente Comitato regionaledell’Emilia Romagna

per i Diritti della famiglia

umano e psicologico, prima ancora chemedico.La stessa cultura della vita impone poi divalutare l’effettiva necessità disperimentazione della pillola RU 486non solamente sotto l’aspetto dellaefficacia abortiva e della limitatainvasività, con il rischio di far pensare adun aborto facile e senza conseguenze,quanto piuttosto alla luce dei gravi esempre più frequenti danni alla salutedella donna, denunciati da recentiautorevoli ricerche diffuse sui piùprestigiosi organi di informazionescientifica.La riflessione sulla vita non può essererelegata in un concetto astratto,distaccato dalla realtà, ma al contrario,dovrebbe diventare un’autenticaopportunità per costruire una società piùgiusta e rispettosa dei diritti dei piùdeboli e indifesi. Non possono pertantoessere taciute le conseguenze negative sul

DI ERMES RIGON *

l primo impegno delle Istituzioni nondovrà tanto riguardare la possibilità diutilizzo di nuovi strumenti che

possano agevolare l’aborto, quantopiuttosto la più corretta applicazionedella stessa citata legge, art. 2, che leimpegna a contribuire «a far superare lecause che potrebbero indurre la donnaall’interruzione della gravidanza».Nello spirito di una effettiva cultura dellavita che possa giovare alla nostra società,aiutandola a coltivare, alimentare epromuovere speranza nel futuro, questoComitato regionale per i Diritti dellaFamiglia sollecita pertanto l’impegno acreare tutte le condizioni necessarie alimitare i casi in cui la donna debbaporsi la drammatica scelta dell’aborto e aporre i consultori in condizione di darealla donna ogni assistenza di carattere

I

DI STEFANO ANDRINI

a cosa nasce l’innovazione? Quali sono lecaratteristiche umane che la consentono? Questii temi al centro dell’incontro «Libertà di

innovare: tra istituzioni ed economia» promosso daFondazione per la sussidiarietà e Centro culturale E.Manfredini in occasione del IV numero (in uscita agennaio) della rivista «Atlantide», trimestrale della

Fondazione diretto da GiorgioVittadini. Su tale numero usciràun articolo sull’innovazione diRaffaello Vignali e Adriano DeMaio. In esso si ricorda loslogan di una nota societàamericana: «l’innovazionecomincia dagli occhi di chiguarda la realtà». Alla capacitàdi guardare si può aggiungerequella di ascoltare e quella di

applicare al proprio contesto. La caratteristica centraledell’innovazione, affermano Vignali e De Maio, èl’apprendimento. Basta pensare a tanta nostraproduzione: imprese piccole (a volte micro) fortementeinnovative. E il successo deinetwork tra imprese, siano idistretti italiani o la SiliconValley, nasce proprio da questacapacità di apprendimentodovuta ad una prossimità fisicae a rapporti duraturi di fiducia.Nell’economia dellaconoscenza, affermano ancoraVignali e De Maio, ritornacentrale la persona, con la suaeducazione, i suoi desideri e bisogni, la sua capacitàcreativa e di fiducia, ben lungi dalla concezione della«forza lavoro» dell’economia fordista. Cnclusione: sevuoi l’innovazione, prepara l’innovatore e se vuoi chenon sia un fatto episodico, crea una comunità.All’interno di questo percorso si è sviluppato il dibattitoin Cappella Farnese. «Siamo un Paese in declino osemplicemente in una fase di transizione?» si è chiesto ilcostituzionalista Augusto Barbera. «Le notizie di questigiorni» ha ricordato «non sono incoraggianti. Ma ilPaese ce la può fare se si appellerà a tutte le sue risorse,se sarà capace di dare vita a un bipolarismo sano, sesaprà darsi regole etiche». La ricetta di Barbera è:«partendo dal basso, restituire dinamismoall’economia». Il sociologo Pierpaolo Donati haricordato come la sussidiarietà non sia solo l’olio che fafunzionare la macchina, ma il principo architettonico

che fonda l’ordine sociale. Lastrada è quella di unasussidiarietà come principio disviluppo della persona e delcoordinamento sociale, Maanche della competizione: unacompetizione sussidiariaalternativa al mercatoregolamentato dal sistemapolitico. Fabio Roversi Monaco,presidente della Fondazione

Carisbo ha messo in guardia dai tentativi di ricondurrela spontaneità del pluralismo sociale all’unità artificialedello Stato. Ha ricordato il tentativo fallito nei confrontidelle Fondazio bancarie e quello invece purtroppo, asuo parere, riuscito verso gli Istituti Ortopedici Rizzoli.

D

Con l’associazione nata presso la parrocchia diS. Antonio di Savena prosegue la nostrarassegna delle opere collegate alla Caritas

iciassette appartamenti sudivisi in 31 camere singole e 15 doppiecon 61 posti letto complessivi, linea telefonica personale,

connessione internet gratuita da tutti gli appartamenti, sale studio. Èla nuova residenza universitaria «San Felice» di Bologna, realizzatadalla cooperativa immobiliare «Nuovo mondo» e inauguratamercoledì scorso alla presenza dell’Arcivescovo, che ha benedetto lastruttura. «Esistono diverse emergenze, tra queste quella educativa» haaffermato monsignor Caffarra. «Con la costruzione di questa struttura,che apparteneva all’Opera pia Ritiro San Pellegrino, la "Nuovo mondo"dimostra l’impegno rivoltoall’educazione dei giovani,mentre il Comune e laRegione, che hannocontribuito allarealizzazione, hanno datoun importante esempio dicooperazione che ci deveessere sempre. Voglioaffidare la protezionedell’edificio e deglistudenti a papa GiovanniPaolo II e don LuigiGiussani, che sono semprestati attenti alleproblematiche giovanili». (P.Z.)

D

4 Domenica18 dicembre 2005

L’alberodi Cirene

Messa per l’anniversariodel disastro ferroviario

abato 7 gennaio ricorrerà ilprimo anniversario del

disastro ferroviario di Crevalcore,nel quale persero la vita 17persone. Quel giorno, nella chiesaparrocchiale di Crevalcore, ilvescovo ausiliare monsignorErnesto Vecchi presiederà alle10.30 la Messa in suffragio diquelle vittime. «La nostra chiesa,che un anno fa accolse in unmomento di terribile dolore tantepersone - ricorda il parroco donIvano Griggio - e cioè i parenti deimorti, le autorità, gli esponentidelle Ferrovie e tanti cittadini, siaprirà di nuovo a tutti coloro chevorranno fermarsi per unmomento di riflessione epreghiera. Pregheremo per idefunti, per il conforto di chi èrimasto e perché per chi viaggiaci sia più sicurezza sempre».

S

CrevalcoreM. Nowak a S.Lucia

omani pomeriggio al-le 17.30 nell’Aula ab-

sidale di S. Lucia verrà pre-sentato, a cura dell’asso-ciazione micro.Bo, il librodi Maria Nowak «Non sipresta solo ai ricchi. La ri-voluzione del mediocredi-to» (G. Einaudi editore). Do-po il saluto del rettore del-l’Università di Bologna PierUgo Calzolari, interverran-no il presidente di mi-cro.Bo Mauro Checcoli, Lui-sa Brunori e Stefano Za-magni (docenti di Psicolo-gia dei gruppi e di Econo-mia politica all’Universitàdi Bologna). Patrizio Ro-versi intervisterà poi MariaNowak (presidente Asso-ciation pour le droit à l’i-nitiative économique). «Ri-flessione conclusiva» di A-lessandro Bergonzoni.

DRicerca su cooperazionee immigrazione

l rapporto fra cooperazione eimmigrazione è dedicata una

tavola rotonda che si svolgerà do-mani per iniziativa di Legacoop E-milia Romagna all’Oratorio dei Fio-rentini alle 9.30. Sarà l’occasione perpresentare una ricerca realizzata daDTN Consulenza su un campione di40 cooperative. Su circa 39mila la-voratori dipendenti quelli non co-munitari sono 5.742. Problemaprincipale è quello linguistico e so-lo ultimo si colloca quello religioso.Al dibattito prenderanno partemonsignor Ernesto Vecchi, vescovoausiliare, Egidio Checcoli, presiden-te regionale Legacoop, GiovanniMonti, responsabile regionale Pro-getto «cooperazione immigrazione»,Alessandro Alberani, segretario CislBologna, Adriana Scaramuzzino, vi-ce sindaco, Mariangela Bastico, as-sessore regionale alla Formazione.

A

LegacoopMostra di Rosati per il Cefa

ontinua in Aeroporto l’appunta-mento con la solidarietà che ha

caratterizzato già gli anni scorsi il pe-riodo natalizio. La direzione, per so-stenere le iniziative del Cefa ha offer-to i propri spazi per la performance fo-tografica di Anna Rosati «Aroma deGuate». In Guatemala il Cefa, con unprogetto di sviluppo della produzione,lavorazione e commercializzazionedel caffè, sta organizzando la filieradel prodotto, per sostenere l’econo-mia. Anna Rosati, con 15 foto 50x70e 6 giganto-grafie eviden-zia lo spirito diun popolo fie-ro che oggi,più che mai,insegue lapropria rina-scita. La mo-stra è allestitafino al 12 gen-naio.

C

Aeroporto

Comitato per i diritti della famiglia:diffuso un documento sulla Ru 486

n ordine alla recente risoluzione assuntadall’Assemblea legislativa della Regione Emilia

Romagna circa l’utilizzo della pillola abortiva RU486» si legge in un documento del Comitatoregionale per i diritti della famiglia «pur prendendoatto che viene riaffermato l’obiettivo dellaprevenzione dell’aborto, anche attraverso lo sviluppodella rete dei servizi socio-sanitari a sostegno dellamaternità, e che la pratica farmacologica noncostituisce un percorso alternativo o parallelo allalegge n. 194, per cui l’uso di tale pratica non deve innessun caso essere scambiato per una tecnicacontraccettiva, questo Comitato regionale per i Dirittidella Famiglia ritiene di dover ribadire che proprioin conseguenza di tali affermazioni il primo compitodelle istituzioni pubbliche, e quindi della Regione èla garanzia del diritto alla procreazione cosciente eresponsabile e la tutela della vita umana dal suoinizio fino al suo tramonto, così come peraltro recital’art. 1 della legge n. 194». Abbiamo chiesto alpresidente del Comitato Ermes Rigon di illustrarci ipunti principali del documento.

I«Pillola abortiva, anestesia morale

L’Arcivescovo alla Residenza S. Felice

Pierpaolo Donati

Augusto Barbera

Roversi Monaco

Page 5: Pagine a cura del Centro Servizi Generali Arcidiocesi di ...€¦ · non è in grazia di Dio, il non credente» ha aggiunto «in sede di interpretazione non ne coglie la sostanza

a Grande Sorella, in viaggio conla lebbra sulle vie di Aifo», questoil titolo di un documentario rea-

lizzato da Filippo Vendemmiati, DonataZanotti e Marino Cancellari, giornalistidella Rai, in collaborazione con Associa-zione Italiana Amici di Raoul Follereau -Aifo, che sarà presentato martedì 20 di-cembre, alle 21, in Cappella Farnese, a Pa-lazzo d’Accursio. Partecipano, oltre agliautori, Luigi Gravina, vicepresidente Aifo,e monsignor Giovanni Nicolini, vicario e-piscopale per la Carità. «Abbiamo raccon-tato - dice Donata Zanotti - non solo di u-na malattia, ma anche delle complesseimplicazioni sociali che questa ha. Benchéla lebbra sia ormai curabile, l’ammalato difatto viene espulso dalla società». Il docu-mentario mostra l’altra India, quella che ituristi non vedranno mai. «Il linguaggio -spiega Marino Cancellari, che ha curato le

riprese - è giornalistico. Abbiamo cercato di rac-

DI CHIARA SIRK

lmeno una volta ce lo siamochiesti: cosa resta di Dio? Ladomanda viene lanciata

dall’ultimo libro di ArmandoTorno (edizioni Mondadori), che,appunto, s’intitola «Quel cheresta di Dio. Cinque percorsi allaricerca della fede». Leggere il librosarà bello, incontrare l’autore lo èstato di più, anche perché, nellaSala di Palazzo Saraceni, sededella Fondazione della Cassa diRisparmio di Bologna, mercoledì,ad introdurre, provocare, chiosareArmando Torno c’era monsignorLino Goriup, che ha dato unabella prova di lettura critica di untesto. Cosa resta dunque? Dopo quelloche viene definito «il tentativo discrollarsi di dosso la presenza diDio compiuto dalla modernità»?Nonostante tutto, dice ilcommentatore, quel che rimanedi Dio è ancora molto. Lodimostra l’interesse per il divino,a volte scomposto e confuso, maoggi vivissimo. Dunque cinquepercorsi, cinque numeroricorrente anche in San Tommasod’Aquino. Il primo è un colpo difioretto: un intero capitolodedicato all’ateismo ufficiale, contutte le curiosità del caso, dallecattedre d’ateismo, ai libri ditesto, ai docenti specializzatinella materia. Un’attivitàintellettuale e scientifica che nonha prodotto risultati di rilievo,mai. Il secondo è sulla questionedel male, ma monsignor Goriupsi chiede, con Clive Staple Lewis,se non sia invece opportuno porsila questione del bene. Il maletanto c’è, è ovvio, ma il bene,quello no, è un evento, ci manca.Perché? E ancora: a chiproclamava Dio è morto restaormai l’evidenza che quel temponon è ancora arrivato. Serve

A

l consigliere comunalePaolo Natali

(Riformisti per Bologna),ha tenuto un interventoin Consiglio comunale,nel quale ha ricordato il40° anniversario dellaconclusione del ConcilioVaticano II. In esso Nataliha sottolineato il forte

apporto dato al Concilio dall’esperienzabolognese, soprattutto «per il ruolodecisivo svolto dal cardinal Lercaro». Haanche ricordato che «le acquisizioni forsedi maggiore importanza per la vita dellaChiesa sono legate alla riforma liturgica, dicui Lercaro fu protagonista indiscusso».Natali ha concluso citando alcuni brevispunti tratti dalla «Gaudium et spes»sull’«interrelazione tra Chiesa e famigliaumana» sulla quale il Concilio haparticolarmente lavorato.

I

edici anni e non li dimostra: èl’appuntamento annuale cheraccoglie nell’Oratorio di San

Carlo gli attori delle compagnieteatrali bolognesi formate daappassionati. L’iniziativa è promossada Gater (Gruppi attività teatraliEmilia Romagna), in collaborazionecon Acer, Opera dei ricreatori e laFedergat. «Siamo davvero numerosi»ha esordito giovedì sera RobertoZalambani, consigliere del Gater,chiamando la prima compagnia.Subito, l’antico Oratorio, si trasformanel più importante dei palcoscenici,riempito dalla verve della Compagniadel Teatro della Tresca. Tra vicendeimprobabili di mariti bigami, unocchiuto ispettore della polizia, mogliperplesse, gli attori si districano contanta abilità e simpatia da chiamarenumerosi applausi. Questecompagnie, in regione sono uncentinaio, hanno due caratteristiche:sono composte da appassionati equasi tutte sono legate ad unaparrocchia. «Serve la passione,soprattutto» dice monsignor LinoGoriup, vicario episcopale per lacultura e la comunicazione,intervenuto alla serata. «Mio padre hasempre avuto questa passione e homaturato la convinzione che il veroteatro lo possa fare solo chi lo amaprofondamente». Che le tavole delpalcoscenico possano dare un bel po’di emozioni è noto, che possanoaiutare in un percorso di crescitaumana è meno sottolineato. Ma non

S manca di ricordarlo monsignorGoriup, e lo si capisce bene facendoqualche domanda. Filippo eMichele, giovani rappresentanti delgruppo «Vissi d’arte», raccontano:«Siamo della parrocchia di SanVitale e Agricola. Abbiamo tra i 19 ei 21 anni. Il nostro regista è LuigiSani. L’obiettivo era di rimanereinsieme con il gruppo: ci siamoriusciti e, anzi, abbiamo anchecoinvolto altre persone». AnnaCopernico della Filodrammatica diSan Giacomo fuori le mura dice:«Stiamo cercando di attirare igiovani, ma noi recitiamo in dialettoe loro non sempre lo sanno. Allorafacciamo un lavoro di traduzione edi formazione per creare un po’ diconfidenza con questa lingua».L’esperienza serve anche a farincontrare generazioni diverse,come testimonia Alfredo Marzocchidella Compagnia «Il cilindro» delSacro Cuore, specializzata incommedie brillanti di Eduardo,Peppino de Filippo, e Aldo DeBenedetti. «Ci piace fare teatro perdivertirci. Siamo in una decina, daitrenta ai sessantacinque anni». MariaTeresa racconta della Compagniadella libera università Carlo Tincani:«Abbiamo una bella esperienza allespalle, ma nella compagnia ci sonopersone che vanno e altre chearrivano». Alla serata hanno anchepartecipato le Compagnie «Attoriper caso» e «La Sozieté di Magari».

Chiara Sirk

coraggio per andarefino in fondo,bisogna assumersi laresponsabilità estrema, la serietàdi scegliere il bene e il male.Tutto questo non ci sentiamoancora di farlo, perché il prezzosarà la totale solitudine. Unprezzo che l’uomo non vuolepagare. E a chi si appella controla religione, che annichilisce laragione, monsignor Goriupricorda che mai la ragionedell’uomo è stata sostituita dalLogos. Un grande teologo, RomanoGuardini, diceva che la parola(Wort) di Dio, suscita nell’uomola risposta (Antwort). L’uomo èchiamato all’incontro, tuttol’uomo. L’ultimo, il quintocapitolo, parla della difficoltàdella parola di fronte al Logos.Ma noi non parliamo ad unastratto, noi siamo di fronte adun Dio incarnato, ed ènell’incarnazione che la paroladell’uomo diventa misura dellaparola di Dio. Dopo tutto questoresta il suggerimento di leggere illibro, per due motivi: la scritturadi Torno si caratterizza per laricerca del «sermobrevis». L’autore, che pureavrebbe potuto, ed èstato assai tentatod’essere sovrabbondante,si contiene e il lettorenon può che esserglienegrato, assaporandoqueste pagine, verodistillato di sapere,leggero di note, ricco dicontenuti. Un secondomotivo per affrontarequesta settantina dipagine, è l’appelloconclusivo di Torno: Dionon si trova mai da soli,si trova solo se qualcunoci dà una mano.

La Cappella Teatina riscopre i veneziani

Il Conciliosecondo Natali

DI CHIARA DEOTTO

a Cappella Teatina, ensemblespecializzato nella musica sacrabarocca, nato nel 1998 a Bologna

grazie all’impegno tenace del direttoreSaverio Villa e al coraggioso contributo difedeli sponsor (quest’anno Bartolini

L

Corriere espresso), giovedì 22 alle 21,15,nella Basilica dei Ss. Bartolomeo e Gaetano(Strada Maggiore 4) propone iltradizionale appuntamento musicalenatalizio. «Quest’anno», spiega Villa «ilconcerto è dedicato alla riscoperta delrepertorio sacro veneziano del XVIIIsecolo. Il programma prevede l’esecuzionedel Concerto per archi in Sol maggiore RV151 "Alla rustica" di Antonio Vivaldiseguito dal salmo "In exitu Israel", sempredi Vivaldi, per coro e archi in Do maggioreRV 604 ed infine un’autentica riscoperta: la"Missa sapientiae" di Antonio Lotti,maestro di cappella di S. Marco econtemporaneo del grande violinistaveneziano». Può raccontarci qualcosa di questa risco-perta? Composizione all’epoca particolarmenteammirata, tanto da essere ricopiata diproprio pugno sia da Bach sia da Haendel,la «Missa Sapientiae» è una delle miglioricomposizioni scritte da Lotti, di un livelloartistico talmente elevato da meritarsi

l’appellativo di messa «della sapienza».Basti pensare che Haendel ne impiegòalcune parti negli oratori «Theodora» e«Jephta» mentre sono state evidenziatealcune analogie tra il «Miserere nobis»della messa di Lotti ed il «Crucifixus»della Messa in Si minore di Bach. LaMessa è composta dai soli «Kyrie» e«Gloria» secondo l’uso dell’epoca.L’organico è ricco ed insolitamentevario: il Kyrie è a quattro voci con archie oboe mentre il Gloria si amplia acinque voci e si arricchisce del suonodella tromba.Come avete preparato la partitura L’ha preparata la Cappella Teatina perquesta esecuzione, sulla base dellacopia manoscritta appartenuta aJohann Sebastian Bach e conservata inGermania presso la Biblioteca di Statodi Berlino. Con la Cappella Teatina cantano ilsoprano ucraino Elena Bakanova e ilcontraltista bolognese Michele Andalò.Partecipa il Coro Polifonico di SantoSpirito di Ferrara. La direzione èaffidata a Raffaele Mascolo.Ingresso libero.

La Fondazione espone due prestigiose opere a Natività della Vergine» di Nicola Bertuzzi detto l’Anconetano e la«Madonna col Bambino, S. Giovannino e un Santo Vescovo» di

Prospero Fontana sono le due prestigiose opere che, in occasione del Natale,la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna ha deciso di esporre. La prima,del 1764, nelle Collezioni della Carisbo dal 1997, proviene dalla villabolognese detta «La Sampiera». La seconda, recente acquisto dellaFondazione, è uno stupendo olio su tavola di Prospero Fontana. I colorisquillano ricchissimi, brillanti, ma il volto intenso della Madonna e il tenerogesto del Bambino che cerca di avvicinarla a sé sono presagi di una nuovaricerca d’affetti che di lì a poco scardinerà l’eleganza dei manieristi. Le operesaranno esposte a Palazzo Saraceni (via Farini 15) fino al 30 dicembre, tutti igiorni escluso lunedì, ore 10-18. Inaugurazione domani alle 18.30 nel corso diuna conversazione dedicata alla Natività con Franco Faranda, soprintendentereggente per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Bologna.

Beata Vergine del Soccorso

el Santuario dellaBeata Vergine del

Soccorso nel Borgo di SanPietro martedì 20 alle 21si terrà un Concerto per ilNatale, eseguito dal«Sancti Petri Burgi Chorus»diretto da Marta Serra,all’organo Elena Bastoni.Verranno eseguitel’«Antifona al Magnificat»e «O clavis David» dallaNovena di Natale in Canto

gregoriano del 20dicembre, brani diPalestrina, Perti, Wade,Mendelssohn, BenedettoMarcello, Santucci, Bach,Praetorius, Nicolai, Reger,Novak, alternati conmusiche sacre dellatradizione natalizia, moltedelle quali in linguaoriginale, dal repertorio diarea italiana,anglosassone, germanica,francese. In omaggio alcompianto FrancoBergonzoni, illustre

parrocchiano del Borgo diSan Pietro, di cui si vuolefare memoria a pochimesi dalla scomparsa, ilconcerto si concluderàcon l’esecuzione di «StilleNacht», in una versione aquattro voci su testo indialetto bolognese da luitradotto dal tedesco. Il«Sancti Petri BurgiChorus», è il gruppoparrocchiale che presentain particolari occasioni lecomposizioni di grandiautori per il rito cristiano.

N

Compagnie teatrali bolognesi, la passione inizia in parrocchia

La foto di copertina dell’Annuario delle Compagnie teatrali dell’Emilia-Romagna

La grande sorella: in viaggio con la lebbracontare quello che vedevamo e chi incontrava-no». Donata Zanotti ricorda quanto influiscanoanche le convinzioni religiose: «Per questo difronte ad una malattia c’è questa accettazione.Per loro se qualcosa accade c’è una ragione.Convincerli che il destino si può cambiare ri-chiede un approccio anche culturale». RaccontaFilippo Vendemmiati: «Il documentario inizia aBangalore, 8 milioni di abitanti, capitale del-l’informatica in India, dove c’è l’Ufficio di coor-dinamento Aifo in India. Poi ci siamo spostativerso sud per raggiungere i villaggi rurali dove sisviluppano le azioni sostenute dall’Associazio-ne. In treno abbiamo raggiunto la costa del-l’Andhra Pradesh, devastata dallo Tsunami l’an-no scorso. Qui, vicino alla città di Gudivada, pa-dre Gorge ha trasformato la sua canonica in unpiccolo porto. Sul sagrato della chiesa i pescato-ri vendono il pesce e riparano le reti. Nei giornidella tragedia ci furono oltre trecento morti emolte persone sfuggirono all’onda riparandosisul terrazzo della chiesa». (C.S.)

5Domenica18 dicembre 2005

Concerto di Natale ai Servi

iovedì 22 alle 21 nella Basilica di S. Maria deiServi di Strada Maggiore avrà luogo il

tradizionale Concerto di Natale con musiche dellatradizione popolare. Il Coro e l’Orchestra dellaCappella Musicale dei Servi saranno diretti daLorenzo Bizzarri e accompagnati all’organo daRoberto Cavrini. Anche quest’anno parteciperannoall’evento i bambini del Coro delle Voci biancheSchola cantorumMusica ai Servi direttidal sopranoMariannaMonterosso. Saràpresente il vescovoausiliare monsignorErnesto Vecchi.I biglietti (10 euro) sipossono acquistaretutti i giorni dalle 9alle 12 e dalle 16 alle19 alla segreteriadella Cappella nellaBasilica, oppureall’ingresso.

G

La Cappella musicale dei Servi

Raffaele Mascolo

Un fotogramma del documentario

Paolo Natali

S. Francesco di S. Lazzaro

ggi alle 15.30 nella chiesaparrocchiale di S.

Francesco d’Assisi a S. Lazzarodi Savena (via Venezia 21) sitiene un Concerto di Avventoper violino e organo.Suoneranno la violinistasvizzera Constance Frei e, alnuovo organo, costruito dallaDitta Francesco Zanin einaugurato lo scorso ottobre,l’organista Andrea Macinanti.Verranno eseguite musiche diJohan Sebastian Bach (tra lequali la celebre «Toccata e fugain re minore BWV 565»),Francesco Maria Veracini,Wolfgang Amadeus Mozart,Ottorino Respighi, BartolomeoFranzosini, Joseph GabrielRheinberger.

O

Appenninoer il terzo annol’associazione

culturale «Musicae» diRiola di Vergato propone«Suoni dell’Appennino.Natale a..», serie diconcerti natalizirealizzati da «Musicae»che propongono unavasta scelta di melodienatalizie italiane einternazionali. Oggi aCamugnano, nella chiesadi S. Martino alle 16concerto con la ScholaCantorum di Bazzano e ilQuartetto di fiatiDiapason; a MonteacutoVallese, nella chiesa di S.Agata alle 17 «HappyChristmas» con ClaudiaGaravini, soprano eWalter Proni, pianoforte.Ingresso libero.

P

«Quel che resta di Dio»

Carisbo

Michelangelo «La creazione» (particolare). In basso «Madonna col Bambino» di Fontana

L’ultimo libro di Torno rilettoda monsignor Goriup nella sededella Fondazione Carisbo

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DOCU

MEN

TI6 Domenica

18 dicembre 2005

OGGIAlle 9.30 Messa all’Oratorio S. Donato per gliassistiti dall’Opera Padre Marella e dallaConfraternita della Misericordia. Alle 17.30inaugurazione del presepio sul portalecentrale di S. Petronio.

SABATO 24A mezzanotte, Messa della notte di Natale.

DOMENICA 25Alle 10 Messa del giorno di Natale nel carceredella Dozza. Alle 17.30 in Cattedrale presiedela Messa del giorno di Natale.

LUNEDI’ 26Alle 9.30 nella Cripta della Cattedrale Messacoi Diaconi permanenti.

VENERDI’ 30Alle 18.30 nella parrocchia della SacraFamiglia Messa in occasione della festa dellaSacra Famiglia.

SABATO 31Alle 10.30 Messa nella parrocchia diCrevalcore in occasione della festa delpatrono S. Silvestro. Alle 18 in S. Petroniopresiede il solenne «Te Deum» diringraziamento per la conclusione dell’annocivile.

DOMENICA 1 GENNAIO 2006Alle 17.30 in Cattedrale presiede la Messa per

la solennità di Maria Santissima Madre di Dioe la Giornata Mondiale della Pace.

MARTEDÌ 3Alle 18.30 Messa alla Casa della Carità diCorticella.

GIOVEDÌ 5Alle 17 Messa dell’Epifania alla Casa dellaCarità di Borgo Panigale, in occasionedell’anniversario dell’apertura.

VENERDÌ 6Alle 10 Messa dell’Epifania a S. Michele inBosco, quindi visita ad alcuni reparti degliIstituti Ortopedici Rizzoli.Alle 17.30 in Cattedrale presiede laMessa «dei popoli», animata dai varigruppi di immigrati cattoliciresidenti in diocesi.

SABATO 7Alle 9 in Seminario incontro e Messa aconclusione degli Esercizi spirituali deiDiaconi permanenti.

DOMENICA 8Alle 16 conferisce il ministero pastorale dellaparrocchia di Villanova di Castenaso a donStefano Benuzzi.Alle 17.30 in Cattedrale presiede la MessaEpiscopale nel corso della quale vengonopresentate alcune candidature a Diaconipermanenti.

La vitainsidiata dal relativismo

Piero della Francesca: «Madonna del parto»

DI CARLO CAFFARRA *

n data 26 marzo 1995 Giovanni Paolo IIfirmava la lettera enciclica «Evangeliumvitae», indubbiamente uno dei

documenti più importanti di tutto il suolungo pontificato. Possiamo partire da uninterrogativo: quale è la domanda centralealla quale il Papa ha voluto rispondere conquesto documento? Non c’è dubbio, è laseguente: che conto dobbiamo fare della vitadi ogni persona umana? Quale è la misuradel suo valore? Quale stima merita? Prima diconoscere la risposta a questa domanda, nonè inutile chiederci perché il Papa ha ritenutodi porre davanti alla coscienza di ogni uomo(la lettera è indirizzata «a tutte le persone dibuona volontà») una simile questione. Peruna serie di ragioni strettamente connesse fraloro. Non c’è dubbio che nella sua storial’uomo non ebbe mai un potere diintervenire sulla propria umanità comequello che ha a sua disposizione ora. Questacondizione di potenza è accompagnata dauna grande debolezza nell’elaborare rispostealle domande ultime che nel cuore umanonon possono essere estinte. Consentitemi diesprimere questa condizione drammaticache congiunge potere e debolezza conl’immagine di chi possiede grandi mezzisenza sapere più con chiarezza i fini. L’ideache nella natura possa essere reperibile unaqualche «normatività» viene rifiutata a prioricome «mito» o come «bioteologia»; per usareun’espressione di J. Habermas, la nostraragione «riconosce ormai soltanto quei limitiche sono assegnati dalla volontà degliinterlocutori» (S. Belardinelli). Inconclusione: l’uomo è seriamente inpericolo. Si comprende quanto il SantoPadre dice all’inizio del documento: «Lapresente Enciclica..., vuole essere dunqueuna riaffermazione precisa e ferma del valoredella vita umana e della sua inviolabilità, edinsieme un appassionato appello rivolto atutti e a ciascuno, in nome di Dio: rispetta,difendi, ama e servi la vita, ogni vita umana»(5,5).Possiamo ora prendere in considerazione larisposta che il Santo Padre dà alla domandada cui siamo partiti. È necessario premettereche si parla di vita umana; per essere piùprecisi di vita della persona umana. Laprecisazione non è pleonastica. In unpassaggio assai importante il Santo Padredice: «la vita che Dio dona all’uomo èdiversa e originale di fronte a quella di ogni

altra creatura vivente» (34,2). Nel vivente-uomo appare nell’universo un modo diessere «diverso ed originale»: il modo diessere personale. Tutto l’edificiodell’Enciclica implica e presuppone lacertezza che l’uomo non è semplicementeun vivente che sta dentro una specie: è unapersona vivente. È la qualità personale delsuo essere-vivere che misura il «prezzo», ilvalore della vita umana. È il fatto chel’uomo, ogni uomo non è qualcosa, maqualcuno. Mi fermo un poco su questo

I

sostengono che la condizione sufficiente perdeterminare tutte le regole dell’agire in unadata società è esclusivamente il patto delleparti coinvolte, e la via unica perconcluderlo, la votazione. È la posizione dichi ritiene che non esistono norme dicomportamento sociale valide senza alcunaeccezione in forza del loro stesso contenuto.È la volontà degli associati l’unica fonte diogni norma. Per quale ragione una taleposizione rende molto fragile la difesagiuridica della vita umana? Perché viene amancare ogni base per qualificare comeprevaricazione dell’uno sull’altro, fino aquando ciò è consentito dalla volontà degliassociati. Cioè: se la definizione di ciò che ègiusto/ingiusto è ancorata esclusivamentenel consenso degli interlocutori, quelladefinizione non ha più in linea di principioalcune solidità e non si può più escludere lapossibilità di vere e proprie prevaricazionisull’uomo.Concludo. Sono sempre più convinto che ladifesa della vita umana, in un contesto comeil nostro, vada sempre più assicurataattraverso una profonda rivoluzioneeducativa, e la costituzione di un ethos civileda parte dell’impegno quotidiano di chi -come voi medici - è istituzionalmente alservizio della vita umana.

*Arcivescovo di Bologna

orrei attirare la vostra attenzionesu un passaggio particolare dellapagina di S. Ambrogio:«Se c’è una

sola madre di Cristo secondo la carne,secondo la fede, invece, Cristo è il fruttodi tutti, poiché ogni anima riceve ilVerbo di Dio». Il testo è assaiimportante sia perché ci fa scoprire unadimensione centrale del Misteronatalizio, sia perché ci aiuta a capire piùchiaramente la nostra vita cristiana.Come avete sentito, S. Ambrogioparagona ogni discepolo del Signorealla Santissima Vergine Maria. Quale è iltermine del confronto? Proprio lamaternità di Maria: «se c’è una solamadre di Cristo secondo la carne,secondo la fede invece Cristo è il fruttodi tutti». Il Padre della Chiesa riecheggiaun grande testo paolino sul quale hoscritto la mia seconda Nota pastorale.L’Apostolo rivolgendosi ai Galatidice:«figlioli miei, che io di nuovopartorisco nel dolore finché Cristo siaformato in voi» (Gal 4,19). Dunque inogni discepolo del Signore si vaformando Cristo. Un altro grande Padredella Chiesa dice che colle nostre scelte

V

libere ciascuno di noi è padre-madre dise stesso, genera se stesso. Ora possiamocapire il profondo insegnamento di S.Ambrogio. Ciascuno di noi è chiamatoa formarsi in Cristo; a divenire semprepiù come Cristo. In una parola: agenerare in se stesso la stessa forma diCristo. Questo è il cammino di tutta lanostra vita; o meglio la direzione chedeve prendere, poiché la sua meta èriprodurre in sé Cristo stesso. Come èpossibile questo? E’ forse il risultatosolo del nostro sforzo? Assolutamenteno. Scopriamo il significato profondodel Natale: «quando venne la pienezzadel tempo, Dio mandò il suo Figlio,nato da donna... perché ricevessimol’adozione a figli» (Gal 4,4). Il Verbo diDio assume la nostra natura umanaperché in Lui ciascuno di noi diventasse

partecipe della natura divina: perdivenire primogenito di molti fratelli,Lui che è l’Unigenito del Padre. Suquesta terra, il Verbo incarnato, il figliodi Dio rappresenta, dalla sua nascita allasua ascensione, l’immagine veradell’uomo nuovo. Egli è perciòchiamato nuovo Adamo, sorgente dellanuova umanità in ciascuno di coloroche credono in Lui. Il senso della nostravita è partecipare alla novità che èCristo; essere rigenerati in Lui. Come ciha appena detto S. Ambrogio: «ognianima riceve il Verbo di Dio» in sé,come Maria, e trasfigura se stesso a Suaimmagine. Come si realizza questo«programma» di vita inscritto in noi dalBattesimo? Come avviene la «gestazionedi Cristo» in noi? Pensate al rapporto checi fu tra Maria e Gesù nel suo grembo: fula relazione più personale che sia maiesistita fra una persona umana e Cristo.Carissimi fratelli e sorelle, la base e lasorgente della nostra vita in Cristo è lanostra relazione personale con Lui. Lanostra fede infatti è sempre insidiata dalpericolo che Cristo resti per ciascuno dinoi un «altro» che conosco, di cui parlo,da cui prendo occasione per parlare dipace, di solidarietà e così via. Non ècosì! La fede in senso profondo mi ponein una relazione con Cristo personavivente che riempie tutto il nostro esseree la nostra persona: non sono più unaltro per Cristo e Cristo non è più unaltro per me.

valore assoluto ed incondizionato non dipendeda nessuno; è connaturato al fatto stesso diesserci. La seconda è che sulla base di questadignità o valore ontologico (dignità = esserepersona) fiorisce lo sviluppo ulteriore dellamedesima dovuto all’operare come persona (=esercitare la propria intelligenza e libertà) eall’operare bene della persona (= vivereonestamente e santamente).La «Evangelium Vitae» è ampiamente dedicata aipericoli, alle insidie cui la (dignità della) vitadella persona oggi è esposta. Essi si annidanosoprattutto, anche se non unicamente, all’originedella vita ed alla sua fine. Numerose pagine sonodedicate sia all’aborto che all’eutanasia. Ma nonè di questo che voglio parlarvi. Vorrei attirare la

vostra attenzione su un altro aspetto delproblema. Lo formulo partendo dalle parole diun grande filosofo tedesco: «la presenza dell’ideadi assoluto in una società è una condizionenecessaria, ma non sufficiente, del fatto chel’indicondizionatezza della dignità vengaattribuita a quella rappresentazione dell’assolutoche l’uomo stesso costituisce. Per questooccorrono ulteriori condizioni, e, tra queste, unacodificazione giuridica» (R. Spaemann).Premesso dunque che la legge dello Stato ènecessaria per la difesa della dignità di ognipersona, sembra innegabile che dentro questoambito non manchino gravi insidie alla dignitàmedesima della persona (cfr. nn. 68-74).L’«Evangelium vitae» sostiene che la radice ditutte le «insidie giuridiche» alla vita umana,meglio, la ragione che rende fragile la difesagiuridica della vita umana è il relativismo etico(cfr. n. 70). Per «relativismo etico» in questocontesto intendo la posizione di coloro che

punto.Due sono le comprensioni da tenereinscindibilmente annodate assieme. Lacomprensione della realtà «persona» e quindidella distinzione basilare fra «qualcuno» e«qualcosa»; la comprensione dell’unità di ciòche è biologico con ciò che è personalenell’uomo. La risposta alla domanda da cuisiamo partiti è che la vita di ogni personaumana ha un valore incondizionato ed assoluto.Incondizionato significa che esso non è presentenella vita della persona «a condizione che...»: èpresente incondizionatamente. Assolutosignifica che esso non deriva dalla relazione chela vita umana ha con qualcosa d’altro. Fra tutti iviventi di cui abbiamo esperienza, solo il viventeuomo ha in sé un tale valore. L’Enciclica è la piùpotente affermazione della dignità dellapersona, di ogni persona umana.Di fronte alla Pietà di Michelangelo nello stessomomento in cui la guardo con attenzione nevedo l’intrinseca bellezza. La percezione delvalore artistico di quel pezzo di marmo nonavviene dopo che ho visto quel pezzo dimarmo: le due visioni sono coincidenti. Solo inseguito comincio a chiedermi le ragioni dellabellezza particolare; comincio ad analizzarel’opera, a studiare l’autore. Analogamente accadecolla persona umana. Quando guardo in sensoprofondo l’uomo, io vedo che è presente in luiuna preziosità, un valore che non vedo presentein nessun altro essere di cui ho esperienza.Incontrare la persona umana e vederne il valoresommo coincidono. Ma ciò premesso, posso edevo chiedermi: ma perché la persona umana ètanto grande? La risposta che l’Enciclica dà è laseguente: l’uomo, e solo l’uomo possiede unvalore assoluto ed incondizionato in ragione e acausa del suo rapporto singolare con Dio stesso,l’Essere Assoluto. «Nell’uomo risplende unriflesso della stessa realtà di Dio... La vita cheDio offre all’uomo è un dono con cui Diopartecipa qualcosa di sé alla sua creatura». Termino con due conseguenze importanti. Laprima è che essere persona e quindi dotati di un

«Ogni uomo non è qualcosa, ma qualcuno»

«La difesa della vita passaattraverso una profondarivoluzione educativa»

«Evangeliumvitae: dieci annidopo». Relazionedell’Arcivescovoalla casa di cura«Toniolo»

magistero on line

el sito www.bologna.chiesacattolica.itsono consultabili i seguenti testi integrali

dell’Arcivescovo: l’intervento sull’«Evangeliumvitae» e l’omelia per la Veglia di Avvento.

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Con Cristo una relazione personaleIeri sera in Cattedrale l’Arcivescovo ha presieduto l’ultima Veglia di Avvento

Cattedrale, un particolare del presepe

Page 7: Pagine a cura del Centro Servizi Generali Arcidiocesi di ...€¦ · non è in grazia di Dio, il non credente» ha aggiunto «in sede di interpretazione non ne coglie la sostanza

31 dicembre: Messa prefestiva del Vescovo ausiliareConcerti natalizi in parrocchie, sale e un monastero

diocesiS. PETRONIO. Sabato 31 alle 17 a S. Petronioil vescovo ausiliare monsignor ErnestoVecchi celebrerà la Messa vespertinaprefestiva dell’1 gennaio, solennità di MariaSantissima Madre di Dio e Giornatamondiale della Pace.

parrocchieCENTO. Domenica 8 gennaio alle 11 a S.Biagio di Cento il vicario generalemonsignor Ernesto Vecchi celebrerà la Messanel corso della quale istituirà Accolito ilparrocchiano Giorgio Sassòli.S. ANDREA. Anche la parrocchia di S. Andreadella Barca ha un suo sito web(www.santandreabarca.bo.it) con leinformazioni sulla storia della parrocchia etutte le attività che vi si svolgono.

preghieraAPOSTOLATO DELLA PREGHIERA. L’Apostolatodella Preghiera e l’Associazione Adoratrici eAdoratori del SS. Sacramento siincontreranno martedì 20 dicembre in via S.Stefano 63 per l’Adorazione eucaristica alle16 e la Messa alle 17; seguirà la consegna

delle intenzioni di preghiera dell’Arcivescovoper il 2006.SOCIETÀ OPERAIA. Mercoledì 28 alle 20.30 siterrà nel Carmelo in via Siepelunga 51 unaveglia di preghiera in riparazione dei peccaticontro la vita: Rosario meditato e Messacelebrata da monsignor Massimo Cassani,vicario episcopale per la Famiglia e la Vita.GIOVENTÙ FRANCESCANA.La GioventùFrancescana organizza domani alle 20.45nella Basilica di S. Francesco una veglia dipreghiera sul tema «Betlehem: orizzonte disperanza e pace»; presiede don FabioCorazzina, coordinatore nazionale di PaxChristi.

luttoMISSIONARIA. Le Missionariedell’Immacolata - Padre Kolbe annuncianoche mercoledì 14 dicembre è tornata allaCasa del Padre Amelia Benfenati, 72 anni.Originaria di Bologna, Amelia fu tra leprime missionarie che, sotto la guida dipadre Luigi Faccenda, hanno dato inizio allaFamiglia consacrata. Per molti anni hasvolto servizio in Argentina e California. Ifunerali si sono svolti venerdì scorso aBorgonuovo.

incontriCARDINALE BIFFI.Proseguono domani dalle18.30 alle 19.15 all’IstitutoVeritatis Splendor (via Rivadi Reno 57) le catechesi delcardinale Giacomo Biffi su«L’enigma della storia el’avvenimento ecclesiale»che ogni mercoledì sarannotrasmesse a partire dal 4gennaio alle 23 da RadioMaria.FARNETO. Si concludonomartedì 20 alle 21 gliincontri sulla vita al Centroculturale «G. Salmi» alFarneto di S. Lazzaro. Due letestimonianze sul tema «Darvita alla vita»: AldinaBalboni, fondatrice di «CasaS. Chiara» e Davide e LuisaTonelli, genitori in una Casafamiglia dell’associazione«Papa Giovanni XXIII».

mercatiniCREVALCORE. Nella parrocchia di Crevalcorefino a sabato 24 il gruppo giovani organizzanella chiesa di Santa Croce (via Roma) iltradizionale Mercatino di Natale (presepi,artigianato missionario, libri, prodottimercato equo-solidale). Quest’anno èarricchito da una mostra di 200 presepi ditutto il mondo. Orari: sabato 16-19domenica e festivi 10-13 e 16,30-19,30;martedì 10-12; sabato 24 10-13. SS. TRINITÀ. Nella parrocchia della SS,

Trinità (via S. Stefano 87) oggi ore 10-13 e16-19 e domani ore 10-18 mercatino diNatale con moltissimi oggetti di artigianato,nuovi e usati, a tema natalizio e non. Ilricavato contribuirà al restauro degli organiantichi della parrocchia.

societàMOVIMENTO PER LA VITA.Domani alle 21 invia Irma Bandiera 22 avrà luogo l’assembleamensile del Movimento per la Vita. Siparlerà del programma per la Giornata per

le saledellacomunità

A cura dell’Acec-Emilia Romagna

ALBA v. Arcoveggio 3 Oliver Twist 051.352906 Ore 15.30 - 18 - 20.30

ANTONIANOv. Guinizelli 3 Valiant051.3940212 Ore 17

Paradise nowOre 21

BELLINZONAv. Bellinzona 6 La tigre e la neve051.6446940 Ore 16 - 18.10 - 20.20 - 22.30

CASTIGLIONEp.ta Castiglione 3 Vai e vivrai051.333533 Ore 15 - 17.30 - 20 - 22.30

CHAPLINP.ta Saragozza 5 Ti amo in tutte051.585253 le lingue del mondo

Ore 14.30 - 16.30 - 18.3020.30 - 22.30

GALLIERAv. Matteotti 25 La rosa bianca051.4151762 Ore 16 - 18.10 - 20.20 - 22.30

ORIONEv. Cimabue 14 Flight plan051.382403 Ore 16.30 - 18.30 - 20.30051.435119 22.30

PERLAv. S. Donato 38 Niente da nascondere051.242212 Ore 21.30

TIVOLIv. Massarenti 418 La fabbrica051.532417 del cioccolato

Ore 21

CASTEL D’ARGILE (Don Bosco)v. Marconi 5 La marcia dei pinguini051.976490 Ore 18 - 20.30

CASTEL S. PIETRO (Jolly)v. Matteotti 99 Ti amo in tutte051.944976 le lingue del mondo

Ore 15 - 17 - 19 - 21

CREVALCORE (Verdi)p.ta Bologna 13 King Kong051.981950 Ore 15 - 18.15 - 21.30

LOIANO (Vittoria)v. Roma 35 La seconda notte051.6544091 di nozze

Ore 21

S. GIOVANNI IN PERSICETO (Fanin)p.zza Garibaldi 3/c Natale a Miami051.821388 Ore 14.30 - 16.30 - 18.30

20.30 - 22.30

S. PIETRO IN CASALE (Italia)p. Giovanni XXIII King Kong051.818100 Ore 15 - 18.15 - 21.30

VERGATO (Nuovo)v. Garibaldi Ti amo in tutte051.6740092 le lingue del mondo

Ore 21

la vita, del Progetto Gemma, del NumeroVerde SOS Vita 8008-13000. L’incontro èaperto a tutti.CASALECCHIO. Martedì 20 alle 21.15 nellaSala S. Lucia (via Bazzanese 17) periniziativa del Circolo Mcl «G. Lercaro» icittadini di Casalecchio interrogheranno ilsindaco Simone Gamberini e l’assessore aiLavori pubblici Roberto Mignani suiproblemi della comunità.

concerti nataliziLICEO MALPIGHI. Il liceo Malpighi organizzaun concerto di Natale, con canzoni popolaridalle Americhe e dall’Europa eseguite dalcoro «Filippo Neri Ensemble» diretto daRoberto Ravaioli, domani alle 21 al TeatroTivoli (via Massarenti 418). Ingresso aofferta libera a favore di «Bologna rifàscuola».AGOSTINIANE. Mercoledì 21 alle 21 nellaCappella del monastero delle Agostiniane invia S. Rita 4 concerto natalizio dell’ensemble«Antonio Vivaldi», nell’ambito dellecelebrazioni del 50° della presenza aBologna delle monache.CREVALCORE. Oggi alle 15,30, nella chiesa diS. Silvestro di Crevalcore tradizionaleconcerto per organo, corno e coro, conmusiche e canti natalizi della Corale S.Silvestro diretta da Renzo Fabbri.PIUMAZZO. Oggi alle 16.30 nella chiesa diPiumazzo concerto di Natale del Coro S.Giacomo diretto da Maria Teresa Mazzoli,con il soprano Chiara Molinari. All’organoPaolo Zappacosta e Lauro Casali; flautosolista Sabina Frondi.S. RITA. Oggi alle 21 nella chiesa di S. RitaConcerto di Natale con la Corale polifonicaS. Rita, direttore Cristian Gentilini e il CoroS. Francesco da Paola di Reggio Emiliadirettore Primo Iotti.CORO LEONE. Oggi alle 15.30 Concerto diNatale del Coro Leone nella Sala Conferenzedel Baraccano (via S. Stefano 119).

Saving Children. Ha fatto tappa a Bologna il ponte di pace tra Ebrei e Palestinesi

carità e missione.Gruppi in ritiro natalizio

vrà un seguito l’incontro ditutte le realtà caritative della

diocesi con l’arcivescovo monsignorCarlo Caffarra, avvenuto il 26novembre scorso nell’ambitodell’assemblea delle Caritas

parrocchiali. Su proposta infatti del vicario episcopale per laCarità e la Cooperazione missionaria tra le Chiesemonsignor Giovanni Nicolini, «dopo quel bell’incontro conl’Arcivescovo e la strada che insieme abbiamo iniziata con lasua benedizione - scrive lo stesso monsignor Nicolini alleassociazioni - abbiamo pensato di fissare alcuniappuntamenti di preghiera, di riflessione e di conoscenzatra di noi, in vista del Congresso Eucaristico del 2007 e diquello che insieme proporremo alla nostra Chiesa sul temadella carità e della cooperazione missionaria». Per questo, siè fissato un nuovo appuntamento, per il quale l’invito èesteso, oltre che alle realtà caritative, anche a tutte quellemissionarie. «Martedì 20 dicembre - scrive sempremonsignor Nicolini - ci troveremo nella Cripta della nostraCattedrale per un piccolo ritiro spirituale prenatalizio». Altermine, l’Arcivescovo andrà a salutare i gruppi, chericambieranno porgendogli gli auguri di Natale.

A

re sapienti venuti da lontano a dorso di cammello, con sfarzosi abiti difoggia orientale, che recano doni preziosi a un Re più grande di loro;

ma anche un corteo di duecento figuranti tra pastori, popolani ed esercitoromano, senza contare pecore, cavalli, asini e buoi. Sono i protagonisti de«L’Arrivo dei Magi», terza edizione della rappresentazione sacra che nel gior-no dell’Epifania, 6 gennaio, farà rivivere una tradizione istituita dal Cardi-nal Lercaro e ripresa dal 2004. Il corteo in costume procederà dal Parco del-la Montagnola a Piazza Maggio-re, lungo via Indipendenza. Il pro-gramma della giornata: alle 11apertura in Piazza Maggiore delvillaggio dei mestieri e dell’ac-campamento romano. Alle 14.30inizio del corteo, alle 15.30 arri-vo presso il «Palazzo di Erode» inPiazza Nettuno, con animazioneteatrale. Alle 16 arrivo presso lacapanna sul sagrato di San Pe-tronio e consegna dei doni. Alle16.30 chiusura. (L.T.)

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S. Maria in Strada. Calendariocon immagini della Badia

Epifania. I Magi dalla Montagnola alla Piazza

n anno in compagnia della bellissima Badiadi S. Maria in Strada di Anzola dell’Emilia. È

la proposta che arriva dalla parrocchia che facapo a questa antica chiesa, che quest’anno hastampato, grazie al contributi di diversibenefattori e dei Comuni di Anzola dell’Emilia e

S. Giovanni in Persiceto, un calendario con le immagini dell’edificiosacro, dell’arredo liturgico e della canonica annessa. L’iniziativa, ilcui ricavato sarà devoluto per i lavori di restauro della chiesa, saràpresentata oggi dopo la Messa delle 10.30, alla presenza dei sindacidi Anzola e di S. Giovanni. «È bello e commovente - afferma ilparroco, don Giulio Matteuzzi - sfogliare questo calendario che ciripropone una lunga storia, ormai ultramillenaria. Le foto mostranoanche come questo antico monumento sia purtroppo deterioratodagli anni. Speriamo di riportarlo all’antico splendore con l’aiuto ditutti». Le foto che compaiono sul calendario, alcune in bianco e nerocon strisce di colore e altre a colori, sono state scattate da StefanoManservisi, e sono accompagnate, mese per mese, da poesie dipadre David Maria Turoldo. Insieme al calendario oggi sarannoinaugurate l’esposizione dei presepi artistici (fra i quali quelli diMattei, Barbato, Guasti, Botero, Cassani, Fabbricatore e altri africani)e la mostra di Santini antichi di Natale. Sarà presentato anche unvideo realizzato sempre da Manservisi sulla chiesa.

U

cine

ma

Natale nel parco, i colori della festa

Isola Montagnola

a Montagnola si colora di festa:teatro ragazzi con «Le orecchie diEudora» (oggi alle 16.30) e «Il

gatto, la volpe e... Pinocchio» (26-30dicembre e 1° gennaio ore 16.30;ingresso euro 3), centro di «InvernoRagazzi» tra Natale e l’Epifania(iscrizioni entro il 22/12), aperturadel Cortile dei Bimbi, spettacolo diclown «Giu-Box-Show» il 7-8 gennaioalle 17. Info: tel. 051.4228708 owww.isolamontagnola.it

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I religiosi con l’Arcivescovoartedì 20 i religiosi, le religiose e imembri degli Istituti secolari

porgeranno, come da ormai consolidatatradizione, gli auguri in occasione dellefestività natalizie all’Arcivescovo.Quest’anno il tradizionale incontro siinserisce nel contesto del lavoro dipreparazione del Congresso EucaristicoDiocesano. In ottobre i rappresentantidei vari organismi dei religiosi si sonoincontrati con monsignor GiovanniNicolini, vicario episcopale per la Caritàe la Cooperazione missionaria fra leChiese (primo di una serie di incontriche i religiosi, insieme al loro vicarioepiscopale, padre Alessandro Piscaglia,hanno programmato con i vari vicariepiscopali per creare una maggiorecomunione fra le componenti ecclesialidella diocesi); in esso è stato deciso unmonitoraggio di tutte le attivitàcaritative offerte dai religiosi in diocesi,perché siano conosciute e quindi messea frutto. Un questionario inviato allevarie case dei religiosi/religiose ha fattoemergere una ricchezza veramenteunica. L’incontro di martedì che si terrànella Cripta della Cattedrale avrà ilseguente svolgimento: alle 10 preghierae momento di riflessione offerto damonsignor Giovanni Nicolini dal tema:«L’amore di Dio nasce e ci è donato».alle 11,30 incontro e auguri natalizi conl’Arcivescovo.

M

7Domenica18 dicembre 2005

Due Piccole Suorea Castel Guelfo

l 15 dicembre scorso, su invito delparroco di Castel Guelfo don EnricoPetrucci e per desiderio di tanti paesani,

due Piccole Suore di S. Teresa di GesùBambino, suor Luciana Mazzanti e suorPatrizia Vocino, si sono stabilite nei localidell’Oratorio «Madonna della Pioppa» peressere un segno umile, ma significativo diquel dono carismatico che lo Spirito hasuscitato nel cuore della figlia del farmacistadi Castel Guelfo, Maria Antonietta Zanelli.Condivideranno il cammino di fede dellaparrocchia e testimonieranno nellapreghiera, nella catechesi, nella visita agliammalati e anziani che Dio è Amore ed èPadre di tutti. La scelta della data non è statacasuale: l’inizio di questa presenzadell’Istituto a Castel Guelfo avviene a 48anni dalla morte corporale dell’amataFondatrice. «Sono con voi semprequotidianamente» aveva ripetuto la buonaMadre parlando della propria morte come«un nascondersi in Colui che aveva amato,avvolta dalla luce di Cristo». La storia diMadre Zanelli è davvero esemplare. 7 giugno1907: a Castel Guelfo, presso la Casa dellaPioppa nasce la «Pia Associazione dellePiccole Apostole del S. Cuore». Tra questegiovani che «facevano ottima impressioneper il loro contegno modesto e dignitoso eper la serietà cristiana delle loro famiglie»,come scrive l’arciprete don ArmandoNascetti, vi è anche la ventenne MariaAntonietta Zanelli, figlia del farmacista. Aquei tempi alla Pioppa c’erano l’asilo e lascuola di lavoro per le ragazze, l’oratorio e ilricreatorio. Maria Antonietta, pur dovendorestare in famiglia in aiuto ai genitori, sidedicava il più possibile alle svariateiniziative che ivi si svolgevano. Ella ricorderàsempre con nostalgia quell’esperienza nellaCasa della Pioppa. Nel 1921, insieme allepiccole apostole Elisa Tinti e Ada Rossi, laProvvidenza invia Antonietta in servizio aImola, prima all’Istituto Infanziaabbandonata per ragazze e poi all’Istituto S.Caterina per gli orfani. Le ore passatedavanti a Gesù Eucaristia, la direzionespirituale di don Giuseppe Mazzanti,innamorato della spiritualità e della vitadella serva di Dio suor Teresa di GesùBambino, alcune difficoltà nell’associazionedelle Piccole Apostole, orientano MariaAntonietta a fondare a Imola un nuovoIstituto, nel 1923. Nascono così le PiccoleSuore di S. Teresa del Bambino Gesù.Accanto a Madre Maria Zanelli, fondatrice, viè don Giuseppe Mazzanti, fondatore.

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Un’immagine

La Bibbia e i carceraticco una breve sintesi della riflessione dialcuni carcerati sui brani biblici di oggi, 4ª

Domenica di Avvento. «Il mistero dellamaternità di Maria costituisce l’avverarsi delleprofezie: "Renderò stabile il tuo Regno. Io glisarò Padre, Egli mi sarà Figlio". In quellaprofezia troviamo delle parole-chiave: la casa,il pastore. Il Signore prepara il ritorno a casadel suo popolo; il Signore si prepara una casatra il suo popolo. Davide è stato scelto comepastore/re per il popolo. Il Signore prometteora la venuta di un pastore per il popolosmarrito. La casa di Gesù è Maria; Gesù, Figliodi Dio, è il pastore. Nella scenadell’annunciazione, notiamo la fiduciaassoluta di Maria, ragazza semplice, a unevento soprannaturale. Non è preoccupata diessere inadeguata; esprime solo il dubbioriguardo al fatto di non essere ancora sposata.La fiducia di Maria nasce da una conoscenzadelle Scritture. Tuttavia l’adesione al progettodi Dio, da parte di Maria e poi di Giuseppe, haradici più profonde: sta nella loro natura, fattadi cuore e di umiltà. Infine, con la frase:"Eccomi, sono la serva del Signore", Maria disua volontà accetta la proposta, con slancio.Dà il suo "sì" pieno, e nel silenzio medita ilgrande mistero che si realizza in lei».

E

mosaico

Mostra a CasteldeboleOggi alle 18, dopo il Vespro,verrà inaugurata nellaparrocchia di Casteldebole lamostra «Gesù, unicoSalvatore del mondo», apertafino al 6 gennaio.L’esposizione, che è anche unomaggio affettuoso a donEvaristo Stefanelli, parrocoda 50 anni, presenta unaserie di lavori di artisti, più omeno noti, relativi allaRedenzione:dall’Annunciazione,all’Ascensione, all’Eucaristia.La parrocchia organizzaanche il presepe vivente alle23 del 24 (replica alle 9.30dell’11 gennaio).

I popoli in Cattedrale il 6 gennaio

arà l’Arcivescovo a presiedere il 6 gennaio, solennitàdell’Epifania, la Messa in Cattedrale alle 17.30 che è

detta «dei popoli». Ad essa sono infatti invitati, oltre aibolognesi, tutti gli immigrati cattolici presenti in diocesi,in rappresentanza di tutti i popoli ai quali è destinatol’annuncio cristiano; per questo è un appuntamentomolto sentito. Vi prendono tradizionalmente parte, tragli altri, filippini, cingalesi, latino americani, nigeriani,eritrei, polacchi e rumeni. La celebrazione sarà animatadai popoli attraverso i canti delle varie tradizioni e lapreghiera dei fedeli, le cui intenzioni saranno recitate daun rappresentate di ogni realtà. Vi saranno anche,all’offertorio, tre «Magi» in abito tradizionale (Asia, Africae America Latina) che recheranno doni esotici, asottolineare l’universalità dell’annuncio cristiano. Sabato7 alle 15 ritrovo degli immigrati al Meloncello per ilpellegrinaggio alla Madonna di S. Luca.

S

re giornate belle e intense quelle che a Bologna hannovisto lavorare insieme 50 medici mediorientali, 25israeliani e 25 palestinesi. Un’iniziativa nata dalla

geniale attività del nostro dottor Franco Riboldi, responsabilea Bologna di tutta l’istituzione sanitaria. Riboldi è uncristiano impegnato, di quelle persone che non sopportanodi tener separati il loro orizzonte interiore di fede e il loroimpegno umano e professionale. Per questo, un’idea attuataquando lavorava in Toscana, l’ha trasferita da noi. La RegioneEmilia Romagna ha fatto suo il progetto «Saving Children».Nel dramma del conflitto che lacera i popoli della TerraSanta si è inserito questo piccolo, prezioso ponte della Pace.Bambini ammalati palestinesi vengono accolti e curati inospedali israeliani in grado di offrire percorsi terapeutici nonrealizzabili nelle attuali strutture palestinesi. Sarebbe inoltreun spesa impossibile per la povera gente. Ci raccontavano diun iniziale imbarazzo e fatica in quella stanza d’ospedaledove si trovano insieme un piccolo ebreo e un piccolopalestinese, accompagnati dalle loro famiglie. Ma poi sono

T proprio loro, i bambini, a coinvolgere anche i grandi nellaloro amicizia. Capita di vedere il giorno dopo queste famigliepranzare insieme, e intorno alle sofferenze dei loro piccolicondividere ansie e speranze che difficilmente si riescono adattribuire gli uni agli altri quando prevale il clima dell’ostilitàe della violenza. Bologna ha ospitato in questi giorni i medicidi entrambi i popoli che, impegnati nel comune progetto, quisi sono riuniti per un corso di aggiornamento che diventaoccasione per stare insieme, conoscersi e riposare da unaguerra disperata. Cristiani, ebrei e mussulmani, avvertivamoun mistero di Paternità che ci avvolgeva e ci conduceva.Affiorava inevitabile l’ipotesi di una comune condizionefiliale e fraterna, dove una volta tanto sembra prevalere,contro tutto quello che divide, quello che più profondamenteunisce. Siamo a pochi giorni dal Natale. Che un bambinomalato abbia la potenza di convocare i nemici perchè sipieghino sulla sua piccolezza è una bella ipotesi di presepio:penso che Gesù Bambino ne sia parecchio contento.

Monsignor Giovanni Nicolini

Page 8: Pagine a cura del Centro Servizi Generali Arcidiocesi di ...€¦ · non è in grazia di Dio, il non credente» ha aggiunto «in sede di interpretazione non ne coglie la sostanza

angelo qui», ho risposto. È così. La libertà degliuomini mi ha tolto ciò che di più caro avevo almondo, ma è vero che Otello vive in Dio e mi èvicino. Quando sono molto triste è come sedicesse: «non ti preoccupare perché sono qui».La casa è piena di sue fotografie per questo: èuna gioia guardarle perché so che è vivo.Questo non toglie il dolore, ma lo illumina disperanza.Chi l’aiuta a tenere viva la fede?Il rapporto con la parrocchia anzitutto. Siamopoi molto devoti di padre Pio, cui ho affidatotutta la famiglia. A S. Giovanni Rotondo mireco ogni anno. È riuscita a perdonare gli autori dell’agguato?Devo essere sincera: ancora no. Nei fratelli Savinon ho mai visto una forma di pentimento.Sono arrivati persino a dire che per lorouccidere era un droga. Chiedo a Dio che tocchiloro il cuore, perché capiscano quello chehanno fatto. Allora forse potranno pentirsi, e ioperdonare. Hanno chiesto di uscire dal carcere, cosa nepensa?Sono contro la pena di morte, perché la vita cela dona Dio, e lui solo può togliercela. E’terribile che in certi Stati sia ancora applicata.Ma vorrei che in Italia ci fosse la pena certa. ISavi devono capire la gravità delle loro azioni.

STO

RIE

il testimone di quasi un secolodi avvenimenti internazionali,vissuti per lo più da

protagonista: da parlamentareitaliano prima, parlamentare europeopoi, e infine da «persona impegnata»in forma privata o privata - sociale. Ditutto questo patrimonio di esperienze,incontri, conoscenze, il senatorebolognese Giovanni Bersani, 91 anni,ha voluto offrire un documentocomprensivo: il volume «Costruire lapace. L’Europa e le sfide della pace»(pagine 335, 22 euro, «Editriceconquiste»), a cura del centro «RobertSchuman» e che sarà disponibile intutte le librerie dopo Natale. Unlavoro da più parti e da tempoauspicato, e in favore del quale hannofinalmente orientato l’autore dueaspetti: una generale difficoltàespostagli da molti giovani acomprendere «l’intima ratio» dei fattie della evoluzione di tante situazioniinternazionali tuttora «sensibili»; e loscarso rilievo che sembra essere oggiattribuito dalla politica europea allacentralità dell’impegnointernazionale, che è invece fondante,fin dalle origini dell’Unione. «La"costruzione" della pace, nella suaaccessione più ampia, resta ilmassimo problema dell’umanità -scrive Bersani -. In questa prospettivanon poco è stato fatto, ma occorrefare concretamente molto di più».Ecco perché, spiega Bersani, èimportante per l’Europa guardarsiindietro, per comprendere comequella storia di forte impegno nellapromozione deiprogressi possibili e dirisoluzione pacifica disituazioni conflittuali,possa essere messa afrutto per il presente. «Lacomunità europea -scrive - nasce, secondo leintenzioni dei fondatori,tra cui De Gasperi eAdenauer, per larealizzazione di unautentico sistema di

libertà e pace tra i Paesi ed i popolidel nostro continente e, attraversoesso, tra le grandi aree geopolitichedel mondo. Rientrano in questoquadro, tra le altre, le operazioniportate avanti a beneficio dell’Africa:lo smantellamento del sistemacoloniale, dell’apartheid, lapromozione di una organizzazionepolitica unitaria articolata in alcunegrandi regioni. O in favoredell’America Latina e del MedioOriente». Un compito che laComunità europea ha svoltoattraverso una creativa politica segnatada accordi condivisi, un modello poidivenuto punto di riferimento per lapace e la convivenza mondiale.«Aspetto rilevante di questo sviluppo -prosegue il Senatore bolognese - hariguardato il graduale coinvolgimentooltre delle istituzioni, anche delle piùimportanti componenti della societàcivile: sindacati, imprenditori,associazioni giovanili, movimentifemminili, la cooperazione, leorganizzazioni non governative, imovimenti per i diritti umani e,certamente non ultime, le iniziativepromosse dai gruppi dei partitipolitici». Anche se non mancano,sottolinea l’autore, punti deboli su cuiè urgente lavorare. In particolare: lamessa a punto di una «politica esteraeuropea comune al di sopra degliinteressi nazionalistici» e, sul pianointernazionale, «la riforma dell’Onu,che tenga conto delle modificheintervenute nella situazionegeopolitica complessiva».

Due le parti in cui si strut-tura il volume. Nella pri-ma il Senatore raccontal’impegno suo e di «altricolleghi ed amici, tra i pri-mi anni ’50 e i nostri gior-ni». La seconda parte con-siste nel racconto di alcu-ni episodi che offrono, aparere dell’autore, «utili e-lementi di riflessione an-che per talune situazioniodierne». (M.C.)

È

8 Domenica18 dicembre 2005

A Elbasan

Sulle tracce di Madre Teresan Albania potei vivere alcuni giorni sulla"scia" di madre Teresa di Calcutta. Fu dopo

la caduta del regime comunista, quando granparte del territorio era ancora insicuro. Avevamodeciso, con i volontari della Ong Cefa, di avviareun programma di aiuti. Stavamo interrogandocisu come entrare, quando incontrammo padreGiorgio, uno dei pochi sacerdoti cattolicialbanesi sopravvissuti, stabilitosi ad Elbasan. Eglici tranquillizzò: "È venuta, pochi giorni fa,madre Teresa. Da allora basta mettere sulparabrezza la sua immagine e si può andaretranquillamente ovunque". Finì col raccontarciciò che era avvenuto proprio ad Elbasan, ove eraesplosa, come altrove, la questione dellaproprietà dei terreni. Alcuni rivendicavano leloro antiche proprietà, espropriate dal governomarxista. Dinanzi al Consiglio comunale, riunitoper renderle omaggio, madre Teresa dettò leregole che hanno consentito alle popolazionidella zona di risolvere il grave problema,

anticipando di vari anni lalegge poi adottata dalParlamento albanese: laterra a chi la lavora, conuna superficieproporzionale al numerodei componenti lafamiglia, e idoneiindennizzi agli exproprietari».

DI MICHELA CONFICCONI

o che è vivo»: quella di Anna Maria,madre di Otello Stefanini, uno deitre carabinieri uccisi nella strage del

Pilastro, è una fede rocciosa, maturata,anziché indebolita, dalla sofferenza. «Orasono più capace di comprendere il doloredegli altri», afferma coraggiosa. Nei quindicianni trascorsi dalla tragedia, dolore esperanza si sono intrecciati in modo cosìconcreto nella sua fede che Anna Maria èdivenuta punto di riferimento per tantemamme italiane che hanno visto morire ilproprio figlio in giovane età. A quindici anni di distanza, quali senti-menti prova?Quelli che può provare un mamma:anzitutto grande dolore. Il tempo nonlenisce nulla. Per me è come fosse successoieri. Porto dentro una cosa che è più grandedi me: mi ci addormento la sera, mi cisveglio la mattina. Ho un grande desideriodi vedere mio figlio. Molte volte chiudo gliocchi e immagino di vederlo, con il suosorriso. Mi manca da morire. Tra noi c’eraun rapporto bellissimo. Sento anche moltarabbia: nessuna morte ha un perché, maquella di mio figlio è atroce. Mi è stata

S«strappata la cosa più bella nel modo piùterribile. L’ho salutato il 3 mattina mentrepartiva per Bologna, e il 4 notte mi hannochiamato per comunicarmi che Otello nonc’era più. È una cosa che si fissa nel cuore, nelcervello. Questa tragedia ha cambiatoradicalmente la famiglia: mio marito a causadel dolore ha avuto quattro ischemie celebrali.E io stessa ne porto, fisicamente, leconseguenze. In tutto questo c’è però ancheserenità, perché so che Otello sta in un postobellissimo.Che cosa l’ha aiutata?La fede, allora come adesso. Otello è semprestato un ragazzo buono, dolce; amava ibambini, voleva bene a tutti. E la fede mi diceche ora è in un luogo meraviglioso. So che,nella comunione dei Santi, lui mi è vicino, miaiuta, e che se il Signore lo permetterà, ungiorno lo riabbraccerò. Certo dal cuore saleforte la domanda: perché a me? Anzi, perché alui? Ma poi penso che non è Dio che vuole ilmale. Lui ci insegna il bene. Ma l’uomo èlibero, e può compiere il male. Mi ha aiutatotantissimo il rapporto con il mio parroco. Ungiorno mi ha detto: «Anna, sei una donnafortunata». Volevo interromperlo. «Lasciamifinire - mi ha detto - Sei fortunata perché hai unangelo in Paradiso». «Si, ma io volevo questo

Madre Teresa

«Mio figlio, un angelo»

ar sì che scompaiano queilocali angusti, insalubri,

immondi nei quali i più poverioperai conducono miserissimavita»: la storia della cooperativa«Risanamento» nasce da questoproposito 121 anni fa a Bologna. Da allora questa realtà, che conta9.300 soci, propone progettiinnovativi per promuovere il dirittoalla casa (e ad una casa di qualità),come quello presentato la scorsasettimana, «Un’idea per Bologna»,dal presidente Sergio Mantovani.Presidente, qual è l’impegno del-la Cooperativa?Ci concentriamo sulle locazioni: unambito più che mai attuale aBologna dove gli affitti hannoraggiunto livelli insostenibili (siparte dagli 800 euro mensili). Ciòcostringe le famiglie ad acquistarela casa, tanto che l’80 per cento deibolognesi ne è proprietario. Maesiste un diritto alla locazione.Acquistarel’alloggio nonsolo non èfacile per ilbudgetfamiliare, maimpedisceanche quellamobilità che,per tanteragioni, sipotrebbe volerconservare. Cosa propone-te allora?La Cooperativa possiede 2.204alloggi che offre a circa 200 Euromensili, un canone molto al di sottodel mercato. Il 67% degliappartamenti è occupato dapersone sopra i 65 anni e il resto èriservato a giovani coppie. In cosa consiste il progetto «Un’i-dea per Bologna?»Coinvolge l’amministrazionepubblica, una o più istituzionifinanziarie e un’impresaproduttrice. L’idea è costituire unfondo comune di investimento ditipo etico, per costruire, su un areache ci indicheranno i comunidell’area metropolitana, 500alloggi: 150 li comprerà lacooperativa (per affittarli a 300Euro), altri 150 le Fondazionibancarie (che ce li farà gestireaccontentandosi di un rendimento"etico" del 3%), e il resto andrà alibero mercato. (M.C.)

«Risanamento»

Bersani,le memorie

carabinieri

Il quindicesimo anniversariodell’eccidio al Pilastro

l 4 gennaio ricorrono 15 anni dallastrage del Pilastro, nella quale furono

barbaramente uccisi dalla cosiddetta«Banda della Uno bianca» tre giovanicarabinieri: Andrea Moneta, OtelloStefanini, Mauro Mitilini; avevano tutticirca venti anni. L’anniversario saràricordato con una cerimonia civile.Nell’occasione il vescovo ausiliaremonsignor Ernesto Vecchi presiederàalle 11 la Messa nella chiesa di S.Caterina da Bologna al Pilastro.I fatti sono noti: il 4 gennaio 1991, pocoprima delle 22, la pattuglia sulla qualeviaggiavano i tre carabinieri vieneaccostata dalla Uno bianca degliaggressori. Una valanga di proiettili nonlascia scampo ai giovani militari. Dopoanni di ricerche vengono individuati icomponenti della banda: sono trefratelli (Roberto, Alberto e Fabio Savi),autori di numerosi altri delitti e rapine;due di loro di mestiere sono poliziotti.Nell’omelia funebre il cardinaleGiacomo Biffi, allora arcivescovo diBologna, dopo avere richiamato tuttialla speranza che proviene dalla fede -«ritroveremo questi ragazzi nel regnodella gioia senza fine, dove tutte lesperanze infrante si ricomporrannosecondo un disegno più bello, chenessuna malvagità potrà più devastare»e «la giustizia assicurataci dal Figlio diDio ci garantisce una giustizia eternapiù alta, capace di rendere la vita cheessi hanno dato» - aveva espresso alcuniauspici concreti. Anzitutto«riconoscenza di tutti verso l’Arma deicarabinieri e verso tutte le forzedell’ordine». Chi ne fa parte, affermavail Cardinale, mette quotidianamente «arepentaglio la vita per la nostrasicurezza e libertà». In secondo luogo:che questi uomini «siano dallo Statoposti in condizione di difendercimeglio», con «leggi e regolamenti chenon li inceppino troppo, dilatando cosìgli spazi dell’arbitrio dei delinquenti».Infine l’auspicio di «migliori garanziedate al nostro popolo contro gliattentatori dei beni e della vita altrui».

I

DI ILARIA CHIA

n libro sulle donne bolognesi, sulloro ruolo nella società, daldopoguerra ai nostri giorni. Si

intitola «Di generazione in generazione», ilvolume curato dal Cif (Centro italianofemminile) in collaborazione conl’assessorato alle Pari opportunità dellaProvincia. A sessant’anni dalla nascita il Cifripercorre la sua storia. Una storia fatta dadonne cattoliche, che di fronte ai problemidella realtà locale non si sono tirateindietro. Basti pensare alle«Case del sole»,per bambini provati dalla guerra, ammalatio malnutriti, alle colonie estive conpersonale appositamente preparato, o alletante attività di sostegno ai reduci. Semprecon un occhio di riguardo all’universofemminile che nel dopoguerra versava inuno stato di preoccupante analfabetismo.Sono stati anche i corsi di educazione civicainfatti a permettere ad altre donne didiventare a loro volta consapevoli e attivenella società. Una storia, quella del Cif,raccontata ora attraverso il ricordo e leparole di alcune protagoniste d’eccezionecome Angiola Maria Stagni, primapresidente del Cif regionale e Anna MariaPazzaglia, oggi presidente provincialeemerita Cif di Bologna. Due donne dotateper l’epoca di un titolo di istruzionedecisamente elevato e che oggi tengono aricordare come, in nome della dignità delladonna, sia stato possibile trovare undialogo con tutti. «L’opera di questaassociazione prosegue ancora oggi, con lastessa attenzione verso le donne, comeallora», ricorda Valeria Busani, presidenteCif di Bologna. «Il metodo di oggi»,continua, «è quello di attivare una serie diricerche sul territorio per rilevare lemaggiori esigenze». Nuove realtà e nuovibisogni che richiedono una risposta, comela formazione professionale delle giovani, l’occupazione tra le ultrasessantenni, e lacondizione delle immigrate. Una risposta,quella ai problemi dei nostri giorni, che sipuò trovare in parte nei volti, nelleesperienze e negli eventi di questo volume,ricco di illustrazioni riportate alla luce daun lungo lavoro d’archivio, compiuto con ilsostegno della Regione.

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Donne da CifCasa, un’idea

Sergio Mantovani

Anna Maria Stefanini,madre di Otello,parla del suo grandedolore e della fedeche l’ha sostenuta