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ORIGINE E STILE DELLA BOLLA «TRANSITURUS» Author(s): EZIO FRANCESCHINI Source: Aevum, Anno 39, Fasc. 3/4 (MAGGIO-AGOSTO 1965), pp. 218-243 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20859813 . Accessed: 10/06/2014 22:57 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aevum. http://www.jstor.org This content downloaded from 188.72.96.104 on Tue, 10 Jun 2014 22:57:41 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

ORIGINE E STILE DELLA BOLLA «TRANSITURUS»

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ORIGINE E STILE DELLA BOLLA «TRANSITURUS»Author(s): EZIO FRANCESCHINISource: Aevum, Anno 39, Fasc. 3/4 (MAGGIO-AGOSTO 1965), pp. 218-243Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/20859813 .

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EZIO FRANCESCHINI

ORIGINE E STILE DELLA BOLLA ? TRANSITURUS ? *

Tre ipotesi sono state avanzate finora sulPorigine della holla

Transiturus:

a) Che sia stata scritta su preghiera di S. Tommaso d'Aquino e quasi come ricompeiisa di quella che sara poi chiamata Catena aurea e ipotesi contenuta nei Chronican S. Sabinae del 1367 Essa, come ricorda il Simenon, rimase voce isolata e senza eco 2.

b) Che sia dovuta al miracolo di Bolsena, awenuto durante la dimora in Orvieto di Urbano IV, si legge in autorevoli manuali, anche recenti 3.

Contro di essa si sono schierati decisamente molti studiosi. fC recisa, e vera a questo proposito, Paffermazione piu volte ripetuta dal Lambot che ? aucun document contemporain n'appui pareille relation? 4. Ma inesatta, e gia confutata dal Lazzarini, Faltra af

fermazione dello stesso Lambot secondo la quale la notizia che Papa Urbano IV avrebbe istituito la festa del Corpus Domini in seguito al miracolo di Bolsena apparirebbe per la prima volta agli inizi del sec. XV 5. In realta, il collegamento tra il miracolo di Bolsena e la festa del Corpus Domini e gia, per non accennare ai notissimi docu

menti iconografici, nella cosiddetta carta lapidaria di Bolsena che il Lazzarini data tra il 1323-1344 6, nei Cathalogus di Pietro de Na

* Testo della lezione tenuta in Orvieto il 26 sett. 1964 per il VII centenario della istituzione della festa del ? Corpus Domini ? e qui pubblicata per cortese concessione del Comitato Esecutivo Centrale.

1 Martene, Veterum scriptorum ampla collectio, VI, 365. 2 G. Simenon, Les origines liegeoises de la Fete-Dieu, in Studia eucharistica DCC anni a condito

festo sanctissimi Corporis Christi (1246-1946), Antwerpen 1946, p. 5. 3 M. Righetti, Storia liturgica, II (Milano 1946), 222. 4 C. Lambot, Voffice de la Fete-Dieu, in ? Revue benedictine ?, LIV (1942), p. 93 e Eve de Saint

Martin et les premiers historiens liegeois de la Fete-Dieu, in Studia eucharistica, cit. (1946), p. 19. Ultimo, in ordine di tempo, ma senza alcuna novita, F. Callaey, Origine e sviluppo della Festa del ? Corpus Do

mini ?, in Eucaristia (Roma 1957) pp. 906-933, e, successivamente, in estratto, nella collana ? Arbor vitae ?, 1st. Pad. Arti Grafiche, Rovigo 1958.

5 Eve de Saint-Martin, cit., p. 19. 6 A. Lazzarini, II miracolo di Bolsena, Roma 1952, p. 43.

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ORIGINE E STILE DELLA BOLLA ? TRANSITURUS ? 219

tali (1369-1372) 7 e nella bolla Quamvis cum di Papa Gregorio XI

(1377) 8. A proposito della carta lapidaria di Bolsena va notato che la

sua cornice, cioe la parte non riferentesi al miracolo, e tratta dal

VOfficium de festo Corporis Christi di S. Tommaso con tale esattezza che possiamo correggerne un grave errore, commesso dal lapicida e finora inawertito 9. Dentro questa cornice tomistica, che si estende

anche alia indicazione delle indulgenze concesse dal Papa, e inca stonato il racconto del miracolo di Bolsena 10.

Ne diverso e il modo di procedere del de Natali: egli pure ha come fonte, per la parte non attinente al miracolo, una ?lezione ?

delYOfficium di S. Tommaso, nel testo della quale inserisce abil mente il racconto del miracolo di Bolsena facendone la causa motiva

dell'istituzione della festa del Corpus Domini, insieme con la devo tio Sacramenti, alia quale soltanto accenna invece S. Tommaso. II lavoro d'intarsio e visibilissimo. Ma questi due document! (la carta lapidaria di Bolsena e il testo del de Natali) dipendono evi dentemente da una fonte comune, la cui esistenza viene cosi ricon fermata. Prendiamo atto, dunque, che allo stato attuale degli studi il miracolo di Bolsena non entra in rapporto con la festa del Corpus

Domini anteriormente alia prima meta del secolo XIV.

Ma non possiamo accettare come valido Pargomento addotto

da molti studiosi, antichi e moderni (Bertholet, Lambot, etc.) del silenzio su di esso della bolla Transiturus 11: in primo luogo perche un argomento ex-silentio non ha alcun valore scientifico; in secondo

luogo perche sarebbe, al contrario, dawero strano e inconsueto tro vare in una bolla del valore della Transiturus, cioe diretta a tutti

i fedeli, accenno ad un miracolo contemporaneo, sia pure strepitoso,

7 A. Lazzarini, ibid., pp. 62-3. 8 A. Lazzarini, ibid., p. 61. 9 Alia tinea 7 (ed. Lazzarini, p. 43) dore si legge nella lapide un impossibile impleturus, va infatti

letto, secondo il testo delTOfficium, impletivum (cioe ? memoriale perhenne, figurarum veterum imple tivum, sacerdos, etc ?), con ristabilimento pieno del senso.

Non bo tenuto conto naturalmente, fra i documenti qui indicati, del cosi detto ? atto di grazia ?

orvietano del 1298 (Lazzarini, op. cit., p. 65) perche, come altri ba fatto no tare, il presunto accenno al culto per il corpo di Cristo h dovuto ad errore materiale di lettura: ? ob reverentiam Dei omnipotent ? si legge nei testo (v. riproduzione fotografica in Lazzarini, op. cit., p. 80) e non ?Dei corporis?.

10 Anche l'inizio della bolla: Transiturus de hoc mundo ad Patrem si legge nella lapide di Bolsena

(riga 6, con la sola variante di ex al posto di de) percbe fa parte esso pure deWOfficium di S. Tommaso. 11 Nella discussione seguita a questa relazione, il sacerdote bolsenese Don Dante Cioccolo, par

roco di Porano, propose di vedere un accenno al miracolo nella seguente frase della bolla: ? Memoriale,

inquam, mirabile ac stupendum ... in quo innovata sunt signa et mirabilia immutata, in quo, etc.?

(? Documento, dico, meraviglioso e stupendo ... nei quale si rinnovano i prodigi e sono costanti le me

raviglie ... ?). Benche in simili identificazioni occorra procedere sempre con somma prudenza, l'ipotesi va tenuta presente. Ma si tenga presente anche la chiara reminiscenza bihlica in Eccli. 26,6: ulnnova

signa et immuta mirabilia, glorifica manum, etc.? (? Opera di nuovo cose mirabili e ripeti i prodigi ?:

Garofalo).

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220 E. FRANCESCHINI

data la grande cautela con cui la Chiesa, anche allora, trattava in

documenti ufficiali il problema dei miracoli12.

Questa seconda ipotesi va pertanto tenuta presente anche in assenza di una documentazione contemporanea.

c) Terza ipotesi e quella che collega Fistituzione della festa del Corpus Domini, e quindi la Transiturus, con i precedenti liegesi di essa, di cui ha parlato il canonico Cottiaux risalendo, con bellis sima sintesi, fino alPalto Medioevo. Nella documentazione testuale, cioe a parte le visioni della beata Giuliana di Retinnes, priora del monastero di Mont-Cornillon (1193

- 5 aprile 1258), d'Isabella di Hui

(ca 1230), di Eva di Saint-Martin (fl265-6), tali precedenti si raccol gono intorno ai decreti di Roberto di Torote (f 16 ott. 1246) che nel 1246 istitui la festa del Corpus Domini nella sua diocesi di Lie

gi13; del card. Ugo di Saint-Cher 14 del 29 dicembre 1251, che la estese ai territori della Germania, dopo averla egli stesso celebrata con grande solennita a Liegi in quel medesimo anno; e alia conferma del decreto di Ugo fatta nel 1254 dal card. Pietro Capoeci (f 1259). Questi documenti hanno, come si vedra, grande importanza per la

genesi della Transiturus. Ad essi aggiungerei, sempre per illuminare Tambiente contemporaneo di Liegi, la Vita beate Juliane, scritta durante il pontificato di Urbano IV 15, e di notevole valore anche per certi suoi aspetti di violenta polemica verso i detrattori della festa16; e due lettere dello stesso pontefice Urbano IV: la prima, datata 7 settembre 1264 a Enrico di Gueldre, allora vescovo di Lie

gi (1247-1280) 17; la seconda, datata 8 settembre 1264, ad Eva re clusa del monastero di Saint-Martin.

Per completare il quadro sara inoltre bene ricordare ancora una

volta che Urbano IV era stato arciadiacono di liegi fra il 1242 e il

12 Anche 1'accenno alle visioni delle mistiche belghe e, pur nella sua precisione, generico (?Intel leximus ... quod fuerat quibusdam catholicis divinitus revelatum?: vedi piu avanti).

13 ? Qui primus in orbe christiano festum Corporis Christi celebrandum indixit? si legge nei suo

epitafio nella chiesa delTabbazia di Alne (J. Bertholet, Histoire de Vinstitution de la Fete-Dieu, Liege 1746, p. 131).

14 Morto il 19 marzo 1263 a Orvieto. 15 E piu precisamente tra il settembre 1261 e il luglio 1264. 16 ? Hoc tamen audacter dixerim quamplures ecclesiasticas personas, quae grande nomen habe

bant iuxta nomen magnorum qui sunt in terra, quas sancta solemnitas impugnatrices habuit et rebelles, sic morte preoccupatas fuisse ut ipsarum mors a laicis in proverbium verteretur. Istud autem ad terro rem dicendum putavi ut omnes, qui hec legerint vel audierint, cum ad ipsos mentio sancte solemnitatis

pervenerit, discant eidem non detrahere... ?, Vita b. Juliane, in P. Browe, Textus antiqui de festo Cor

poris Christi, Monasterii 1934, pp. 17-18. 17 ?Triste personnage dont la vie ne fut qu'une longue suite de scandales?, lo dice il Lambot, Eve

de S. Martin, p. 27. Questo potrebbe bastare a spiegare il tono minatorio della lettera che ha sorpreso alcuni studiosi.

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ORIGINE E STILE DELLA BOLLA <( TRANSITURUS )) 221

1249, cioe al tempo del decreto del vescovo Torote 18 e che vi aveva per sonalmente conosciuto sia Giuliana di Retinnes sia Eva di Saint

Martin. Egli era percio non solo pienamente al corrente del mo

vimento liegese per la istituzione della festa del Corpus Domini, ma ne era stato uno dei piu autorevoli fautori.

anche facile immaginare quale debba essere stata Pesultanza delPambiente di Liegi alia notizia che Pantico arcidiacono, dive nuto poi vescovo di Verdun (1253) e patriarca di Gerusalemme

(1255) era salito, tre mesi dopo la morte di Alessandro IV (25 mag gio 1261) al soglio di Pietro il 29 agosto 1261 con il nome di Ur bano IV. Giuliana era morta da tre anni, senza aver potuto vedere awerato il suo sogno delPistituzione universale della festa, ma

Eva era ancora viva, e sperava, e pregava: e che il ricordo di quelle pie donne fosse operante nelPanimo del pontefice basta a dimostrare la commossa lettera che egli indirizzo ad Eva, e sulla quale ritorne remo tra poco.

Ma piu ancora che la lettera vale, a questo proposito, un inciso

della Transiturus che e, e sara probabilmente ancora, oggetto di molte discussioni.

Intelleximus autem olim, scrive ad un certo punto il Papa, dum in minori essemus officio constituti, quod fuerat quibusdam catholicis divinitus revelatum festum huiusmodi generaliter in ecclesia celebran

dum (cfr. testo in Append., II rr. 184-9): ?Seppimo poi un tempo, quando eravamo insigniti di minore autorita, che era stato divina mente rivelato ad alcuni fedeli doversi una siffatta festa celebrare in tutta la Chiesa ?.

I quidam catholici erano Giuliana, Isabella, Eva; le loro rivela zioni private venivano riconosciute vere con frase arditissima an

che per un Papa, perche comunemente riservata alia Sacra Scrittura

(? divinitus revelatum ?) e addotte in un documento di eccezionale importanza come una bolla rivolta a tutta la Chiesa, a conferma

della validita della istituzione della festa. Dobbiamo pertanto riconoscere pienamente valide le conclu

sioni cui sono giunti gli studiosi belgi e particolarmente il Simenon, per cui e ricordo delPambiente di Liegi ? qui a ete la cause princi pal de Pinstitution de la Fete-Dieu en 1264 ? 19.

18 Mi sembra tuttavia troppo artificiosa l'ipotesi del Daris raccolta dal Simenon, e prospettata an che dal canonico Cottiaux, che lo pensa addirittura autore egli stesso del decreto del vescovo Torote per spiegare cosl i contatti fra tale testo e la Transitions di diciotto anni dopo (cfr. G. Simenon, Les origi nes liegeoises, etc. in Studia eucharistica citati, pp. 4-5.

19 Simenon, Les origines liegeoises, etc. in Studia euchar., p. 2.

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222 E. FRANCESCHINI

L'esame intemo della Transiturus conferma questi dati storici, ma ci dice anche qualcosa di piu, vorrei dire molto di piu.

Ma prima di affrontare Fesame interno della bolla c'e un grave

problema da risolvere: quello del suo testo autentico.

Come e noto 20, il testo della Transiturus ci e pervenuto in due

redazioni: una indirizzata patriarche Jerosolimitano apostolice sedis

legato et universis archiepiscopis et episcopis per patriarchatum Jero solimitanum constitutis, datata 11 agosto 1264 21, ed una seconda, rivolta venerabilibus fratribus patriarchis, archiepiscopis, episcopis et aliis ecclesiarum prelatis, senza data 22, e riportata nel Corpus luris

Canonici tra le Constitutions di Papa Clemente V 23, quindi del 1310-11.

Le diversita, formalmente lievi, fra le due redazioni, appa riranno dal testo critico della bolla, in appendice a queste pagine. Ma tre varianti sono di sostanza: la prima riguarda Pinciso Intel

leximus autem olim, sopra riportato, che si trova soltanto nella re

dazione Clementina, che chiameremo cattolica (perche rivolta a tutto

il clero e non soltanto a quello del patriarcato di Gerusalemme); la seconda si riferisce alPaccenno alia officiatura allegata alia bolla 24, che invece si trova soltanto nella redazione delPll agosto, che chia

meremo gerosolimitana; la terza infine riguarda la formula impera tiva del Papa 25.

Queste due ultime varianti non pongono questioni gravi. In vece Passenza nella redazione gerosolimitana delPinciso Intellexi mus autem olim ha fatto pensare che esso sia un'interpolazione po steriore, del primo Trecento, fatta sia pure con la massima buona

fede 26.

Fortunatamente il problema e risolvibile in maniera sicura.

Infatti: a) Urbano IV, scrivendo a Eva reclusa P8 settembre 1264, si richiama alia redazione cattolica deUa bolla (?... in litteris apo

20 Si veda anche recentissimamente il Lazzabini ne ? L'Osservatore romano ? del 3-4 agosto 1964 21 Conservata nei Registri di Papa Urbano neU'Archivio Segreto Vaticano, edita dal Pennazzi e

dal Mansi. Testo in appendice a questo studio. 22 Sine signo chronologico annota espressamente il Potthast, Regesta n. 18998. 23 Libro III, titolo XVI, pp. 1174-7 ediz. Friedberg, Lipsia 1881. 24 ?... cum novem lectionibus, cum responsoriis, versiculis, antiphonis, psalmis, hymnis et ora

tionibus ipsi festo specialiter congruentibus, que cum proprio Misse officio vobis sub bulla nostra mitti mus interclusa ?: cfr. testo in App. I, rr. 224-230. ISofficium era quello di S. Tommaso d'Aquino.

25 Al Patriarca di Gerusalemme l'ordine di istituzione della festa b meno rigoroso (? per apostolica vobis scripta mandantes...?) che al clero universale (?in virtute sancte obedientie districte precipien do mandamus, in remissionem peccatorum iniungentes, quatinus...?: cfr. test in App. I-II, rr. 217-222.

26 Lazzarini, art. cit. ne ?L'Osservatore romano ? del 3-4 agosto 1964.

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stolicis quas per universum orbem dirigimus...?: ed. Browe, p. 34, rr. 16-17); 6) lo stesso fa S. Tommaso nel testo dell9Officium (?.. .Ro

manus Pontifex Urbanus IV...pie statuit prefate institutionis me

moriam prima quinta feria post octavas Pentecostes a cunctis fide* libus celebrari...?).

La storia delle due redazioni e pertanto da ritenersi la seguente. Urbano IV istituisce la festa del Carpus Domini per il Patriar

cato di Gerusalemme (da lui stesso occupato prima di essere eletto

Papa) con la bolla datata da Orvieto Pll agosto 1264; la estende poi a tutto Porbe cattolico P8 settembre dello stesso anno (dirigi mus, scrive ad Eva reclusa, in pari data) apportando alia prece dente redazione lievi modifiche formali e le tre sostanziali sopra riferite: perche non appare dubbio che Pinciso Intelleximus autem olim non e interpolazione di altri, ma opera personale del Papa (il richiamo autobiografico e fin troppo evidente) che ha voluto con esso rendere solenne testimonianza ai legami che lo stringevano al Pambiente di Liegi, da cui proveniva. Ci confer ma in quest a persua sione la lettera ad Eva, documento impressionante di umanita, insolito per il rigore cui e tenuto un papa anche nelle sue relazioni

personali. In essa infatti, dicendosi ben consapevole del desiderio di lei circa Pistituzione della festa universale del Corpus Domini (? Scimus, o filia...?: ed. Browe, Textus, p. 34, r. 4) non solo usa

le parole di Gesu nelPultima cena (?.. . quod magno desiderio desi

deravit anima tua...?, ibid., r. 4, cfr. Luca 22,15) ma applica a lei le parole del Magnificat e del Nunc dimittis (? Magnificet igitur ani

ma tua Dominum et exsultet spiritus tuus in Deo salutari tuo quia viderunt iam oculi tui salutare tuum, quod paravimus ante faciem omnium populorum ?: ed. Browe, Textus, p. 34, rr. 23-26: cfr. Luca

1, 46-7 e 2,30-1) con evidente intenzione di omaggio anche alia beata Giuliana, morta nel 1258, che si sapeva essere solita recitare il Ma

gnificat nove volte al giorno 27. Con tale stato d'animo Pinciso Intelleximus e spiegato; ed e

giustificato anche il modo insolito con cui e introdotto, forzata

mente, senza apparente legame col testo che non sia la deliberata

volonta di una testimonianza personale 28. Ma la lettera ad Eva

ci dice anche, a mio parere, qualcosa di piu. Ci dice che il Papa aveva gia celebrato ad Orvieto, prima an

27 In memoria dei nove mesi di dimora di Gesu nel seno di Maria. Cfr. J. Bertholet, Histoire de

Vinstitution, etc., 1746, p. 67. L'originale della lettera ad Eva, gia custodito gelosamente negli Archivi della Collegiata di Saint-Martin, peri in un incendio (Bertholet, Histoire de Vinstitution, cit., p. 212).

28 II testo, infatti, corre assai meglio senza Finciso, che non ha rapporti ne con cio che precede ne con cio che segue.

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224 E. FRANCESCHINI

cora di pubblicare la Transiturus, la festa del Corpus Domini, at tenendosi alia data fissata negli antichi decreti del vescovo Ro berto di Iiegi (1246) e del card. Ugo di St.-Cher (1252) entrambi suoi amici, e il secondo morto a Orvieto Panno prima (19 marzo

1263). Vediamo il passo nelPedizione degli Acta Sanctorum 29:

? (II Papa istituisce la festa)... certum ad hoc designantes diem, videlicet feriam quintam proximam post dominicam festi Pentecostes proxime sequentem, ut in ipsa feria quinta devote tur

be fidelium propter hoc ad ecclesiam affectuose concurrant... et

scias quod nos huiusmodi festum cum omnibus fratribus, Romane

videlicet Ecclesie cardinalibus, nec non cum omnibus archiepi

scopis, episcopis ceterisque ecclesiarum prelatis tune apud sedem

apostolicam commorantibus, ad hoc ut videntibus et audientibus de tanti festi celebritate salubre preberetur exemplum, duximus

celebrandum ?.

II tune si riferisce senza alcun dubbio, contrariamente a quanto pensa il Lazzarini 30, al precedente diem certum, etc., e ci dice che

Urbano IV aveva celebrato a Orvieto, con tutta la Curia, la festa del Corpus Domini il giovedi seguente la domenica dopo Pentecoste, giovedi che quell'anno (1264) corrispondeva al 19 giugno.

Questa determinazione conferma una proposta del Pennazzi 31

e la tradizione orvietana, discordando con queUa di tutti gli stu

diosi recenti, ma ne risolve anche le inevitabili incertezze e confu sioni.

I fatti, percio, che incorniciano la Transiturus nei mesi che van no dal giugno 1264 alia morte di Urbano IV, che e del 2 ottobre di quelPanno medesimo, si possono raccogliere nel seguente quadro:

19 giugno: (giovedi seguente la domenica dopo Pentecoste): celebrazione a Orvieto della festa del Corpus Do mini secondo le modalita gia stabilite da Roberto di Liegi e da Ugo Saint-Cher (per la Germania) e fatte proprie da Urbano IV. Non viene fatta men zione di alcun nuovo Officium per la festivita.

29 Purtroppo il Browe ha tratto la sua edizione della lettera ad Eva (pp. 34-5) solo dal Mansi, sen

za consultare gli Acta (April. 1,477) che offrono un testo molto piu corretto. La edizione Browe e de

turpata da omissioni per omoteleuto. 30 Lazzakini, II miracolo di B., p. 83. Anche grammaticalmente tune (o tune temporis) allude a fat

ti lontani dal momento in cui si parla. 31 Citato da Lazzarini, II miracolo di B., p. 85 n. 4.

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ORIGINE E STILE DELLA BOLLA ? TRANSITURUS 225

11 agosto: prima redazione della bolla Transiturus per Fisti tuzione della festa nel Patriarcato di Gerusalemme

(con allegato il nuovo Officium di S. Tommaso

d'Aqxiino).

7 settembre: lettera di Urbano IV al vescovo di Liegi, Enrico di Gueldre, con Fordine di celebrare la festa in

quella diocesi immediatamente, nel primo giovedi libero dopo il ricevimento della lettera 32.

8 settembre: seconda redazione della Transiturus con la esten

sione della festa del Corpus Domini a tutto Forbe cattolico (senza YOfficium, e con Faccenno perso nale alle rivelazioni delle mistiche di Liegi).

8 settembre: lettera ad Eva di Saint-Martin con Fannuncio della

istituzione universale della festa e della celebra zione orvietana del 19 giugno. Ad essa e accluso

YOfficium di S. Tommaso, che il Papa ordina sia diffuso largamente e liberalmente, pero solo die tro richiesta 33.

L'istituzione universale della festa del Corpus Domini e per tanto da fissare F8 settembre 1264 e non Fll agosto. E il testo uf ficiale della bolla Transiturus e dato dalla redazione cattolica (8 set

tembre), ultimo atto del Papa che Findomani, 9 settembre, avrebbe lasciato Orvieto per sempre.

Quanto aWOfficium di S. Tommaso, esso fu terminato e conse

gnato al Papa prima dell'11 agosto, cosi che egli lo pote allegare alia redazione gerosolimitana della Transiturus.

Superato cosi il problema della doppia redazione, veniamo allo studio interno della Transiturus: il quale ci ha rivelato qualche no

vita di notevole rilievo. Posso, evidentemente, riferire soltanto i

32 Urbano sapeva certamente quale poco rispettabile figura fosse questo vescovo e l'opposizione che incontrava la celebrazione della festa specialmente in certi ambienti (si veda il passo della Vita b.

Juliane citato nella n. 16. 33 ? Et quia quaternum, in quo ipsius festi habetur officium, tibi sub bulla nostra per latorem pre

sentium destinamus, volumus et per apostolica scripta tibi mandamus quatenus quaternum ipsum cum

devotione recipias et eius copiam personis Ulam petentibus exhibeas hilariter et libenter...? (Acta S.,

ibid.). Non c'e dunque obbligo di adottarlo. I liegesi potevano conservare il loro Officium, del resto as

sai bello (Lambot-Fransen, Voffice de la Fete-Dieu primitive, Maredsous 1946, e J. Cottiaux, Vof

fice liegeois de la Fete-Dieu. Sa valeur et son destin, in ?Revue d*histoire ecclesiastique ?, LVIII (1963),

pp. 5-81 e 407-459).

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226 E. FRANCESCHINI

risultati delTindagine compiuta senza illustrare i singoli passaggi con minuzia di particolari.

II testo della bolla rivela anche ad una prima lettura, quanto al contenuto, un certo disordine, specialmente per cio che riguarda i richiami alia dignita, alPaltezza, alia preziosita del Sacramento eucaristico, che sono sparsi un po9 dappertutto, come se la pieta avesse voluto investire con il suo soffio la parte storica e dottrinale

del testo. Si ha, leggendo, Fimpressione di trovarsi davanti ad un documento a mosaico, composto di parti originariamente diverse, e

di provenienza diversa, raccolte in unita da mano abile ed esperta indubbiamente, ma non tale da non lasciare scorgere, al di sotto

della raggiunta unita e compostezza stilistica, la diversita delle parti accostate.

E in realta la ricerca delle fonti ha portato alia identificazione di almeno quattro componenti della bolla: il Decretum del 1246 di Roberto di Liegi; quello di Ugo di Saint-Cher del 1252; gli scritti eucaristici di S. Tommaso d'Aquino; Papporto personale di Ur bano IV. Queste quattro componenti sono state, infine, unificate

nella Curia romana, che ha proweduto alia redazione formalmente definitiva del testo, rendendolo di una consumata perfezione sti

listica.

I rapporti fra la Transiturus e i testi di Roberto di Liegi e di Ugo di Saint-Cher sono stati indicati ed illustrati particolarmente dal Simenon 34, che ne ha dimostrato una ? dependance frappante ?, anche se allargandola ad una superficie piu vasta di quanta in realta essa non ricopra. E questo e il suo torto.

Dal Decretum di Roberto la Transiturus desume: il ricordo ini ziale delPistituzione delFEucarestia; la dichiarata convenienza di istituire una festa speciale per il Corpus Domini, oltre la quotidiana memoria che e nel sacrificio della Messa; il richiamo analogico, in

giustificazione della festa, al comportamento della Chiesa verso i santi che, benche onorati nelle litanie e in altre preci quotidiane, hanno tuttavia nel ciclo liturgico una festa personale nella celebra zione del dies natalis di ciascuno; il duplice scopo della nuova festa, rivolta da un lato ?ad confundendam hereticorum insaniam? e

dalFaltro a supplire alle mancanze e alle negligenze commesse nella

celebrazione e nelFassistenza alle sante Messe quotidiane; la data

della celebrazione, ?feria quinta proxima post octavas Trinita

34 Les origines liegeoises, cit., in Studia eucharistica cit., p. 4, dove Tautore rimanda anche a suoi

precedenti studi.

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ORIGINE E STILE DELLA BOLLA (C TRANSITURUS ? 227

tis?35; Pordine ai sacerdoti di esortare i fedeli, nella domenica precedente, a prepararsi alia celebraziotie della festa con preghiere,

veglie, digiuni, elemosine; e infine Pinvito ai fedeli ad accostarsi alia Comunione ?non de necessitate, sed de honestate, si velint?

(ed. Browe, Textus, p. 23, r. 14). AI Decretum di Ugo di Saint-Cher del 1252, che si rifa a quello di Roberto di Liegi ma e ricco di piu profonda dottrina e stilisticamente assai piu elaborato, risalgono, a parte cio che in esso vi e di comune col testo di Liegi (convenienza di una festa speciale, analogia con il trattamento riservato ai santi,

scopo di confondere gli eretici e di supplire alle mancanze e negli genze awenute durante le Messe quotidiane, data, ordine ai sacer

doti d'invitare i fedeli a penitenza e preghiera in preparazione della festa nella domenica precedente): la considerazione che il giovedi santo, sacro alFistituzione eucaristica, vede la Chiesa troppo occu

pata ?circa lotionem pedum ac memoriam dominice passionis?

(ed. Browe, p. 25, r. 3) e la concessione di cento giorni di indulgenza per il giorno del Corpus Domini e per ogni giorno delPottava 36.

Ma la struttura teologica del pensiero sul sacramento delPEu

carestia, cioe la parte centrale della Transiturus, e tratta da alcuni scritti eucaristici di S. Tommaso: e qui la ricerca entra in una zona

di risultati nuovi e fecondi. Gia Pinizio della bolla, Transiturus de hoc mundo ad Patrem, e

ad litteram nelPattuale Lectio quarta delVOfficium de festo Corporis Christi 37, i cui echi nella Transiturus sono frequenti (la responsio alPantifona in primo Nocturno, ?panem Angelorum manducavit

homo? e riprodotta alia lettera:cfr. testo in App. rr. 116-7; i versi del Pinno per le Lodi: ? se nascens dedit socium ? convescens in erfu

lium ? se moriens in pretium ? se regnans dat in premium ? sono

facilmente riconoscibili nella frase: ? qui se pro iUis dedit in pretium tribuitque se illis in pabulum, tandem post huius vite decursum eis

se in premium largiatur ? (cfr. testo in App. rr. 213-6) etc.). Echi di S. Tommaso provengono pure dal cosi detto Sermo de

festo Corporis Christi, conservato nei codici Vat. 3989 e Urbin. lat. 215 che Peditore parmense delle opere di S. Tommaso (1864) dice ? bonae notae et genuinus ? (ed. Parma 1864, tomo XXIV, p. VII;

35 Nella diocesi di Liegi Tottava precedeva, non seguiva la festa della Trinita (Lambot, Eve

de Saint-Martin, cit., p. 10). 36 II Decretum del card. Capocci (1254) non e che una conferma delle disposizioni di Ugo, espressa

mente richiamate e non offre nulla di nuovo. 37 Per il quale, tuttavia, non sono da riscontrare ne il testo dell'edizione romana del 1570, iussu

S. Pii V, ? sfigurato da numerose interpolazioni ? come nota il Lambot, ne quello deU'edizione di Par ma del 1864, ma quello originario, ricostruito recentemente dal Lambot: Voffice de la Fete-Dieu, etc., in ? Revue Benedictine ?, LIV, 1942, pp. 61-123.

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228 E. FRANCESCHINI

il testo e alle pp. 230-1). II Sermo e, sostanzialmente, una bella pa rafrasi della Lauda Sion, e una sua frase si legge quasi alia lettera nella Transiturus (? Hie est panis verus, qui sumitur et non consu

mitur, sumitur et non digeritur, convertii et non convertitur, reficit et noli deficit...? = ?Hic cibus sumitur sed non consumitur, man

ducatur sed non transmutatur, quia in edente minime transforma tur sed, si digne recipitur, sibi recipiens conformatur ?: cfr. testo in

App. rr. 119-23). Questa constatazione da, anche, maggiore conferma

alFautenticita del Sermo, che il Walz pensa possa essere stato pronun ciato a Orvieto, proprio in occasione della festa del Corpus Domini.

Ma il testo tomistico cui piu si ricollega la Bolla e il De vene rabili sacramento altaris, edito fra gli opuscoli deU'Aquinate 38. In esso non sono tanto i riscontri letterali che si notano, quanto la

trasfusione nella Transiturus delFintero schema della prima parte, con le stesse citazioni bibliche: per es. i concetti della morte di Cri sto che uccise la nostra morte (p. 136 = App. rr. 46-7); della li beralita nel dono della Eucarestia (p. 140 = App. rr. 74-77); dei

rapporti con le creature angeliche, con il richiamo ad un testo pao lino assai raramente citato (Hebr. 1, 14) e sfuggito a tutti gli editori

(p. 141 =

App. rr. 67-71); del donatore che diventa dono (p. 141 =

App. rr. 80-2); dell'eucarestia cibo del corpo e dell'anima dell'uo mo (p. 142 = App. rr. 105-115); della trasformazione del mandu cante nel cibo mangiato (p, 152 = App. rr. 119-23) 3d; dei frutti dell'eucarestia (p. 163 = cfr, App. rr. 26-33).

Pochissimo ho potuto invece riscontrare nella Summa TheoL (III, q. 73 a. 5 = App. rr. 136-40) che e posteriore alia bolla, e

nulla nel De Sacramento Eucharistiae ad modum predicamentorum (op. 59 ediz. romana; 52 ed. parmense, t. XVIII, 177-84).

Concludendo, la struttura del ragionamento teologico della Transiturus dipende da S. Tommaso. Ma e'e di piu. II modo con cui gli scritti di lui sono usati, con rare citazioni alia let tera, con ricorso ai testi piu diversi, fa pensare non alFuso dei te sti tomistici da parte di un compilatore della bolla, quanto piutto sto ad un intervento personale di S. Tommaso. Non dobbiamo di

menticare che la bolla e composta ad Orvieto, dove in quel tempo Tommaso insegnava e attendeva alia Summa contra gentes e alia Glossa sui quattro Evangeli (Lambot, Uoffice de la Fete-Dieu, etc.,

38 Ed. romana, op. 58; cdiz. parmense, t. XVII, opusc. 51, pp. 135-76. Sara bene rivedere i dubbi, recentemente avanzati, sulTautenticita delFopuscolo.

3d Questo pensiero b gia in Gerardo di Liegi (+ 1254): ? quia cibus iste non convertitur in comc

dentem, sed comedens convertitur in cibum ? (G. Hontoib, La devotion au S. Sacr. dans les premiers ci

sterciens, in Studia eucharistica tit., p. 140). Per S. Tommaso cfr. anche Summa Theol. Ill q.73 a.3.

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ORIGINE E STILE DELLA BOLLA ? TRANSITURUS ? 229

p. 93); lie che quando seriveva Fattuale lectio VI dvWOfficium (Zec tio III del testo originario ricostituito dal Lambot, art. cit., p. 77) aveva davanti agli occhi il materiale preparatorio della Transiturus, da cui trae tutta la parte relativa alle indulgenze concesse da Ur

bano IV per la festa, trascrivendole alia lettera (Officium, ed. par mense, t. XV, Lectio VI, Lambot, art. cit., p. 77 = Transiturus testo in App. rr. 247-67).

Ne risulta, e mi sembra in modo eerto, la partecipazione diretta di S. Tommaso ai lavori per la compilazione della Transiturus fin dalla sua prima redazione, quindi anteriormente all911 agosto 126440.

Piu difficile e enucleare Papporto al documento di Papa Ur bano IV. Certamente risalgono alia sua precisa volonta i richiami ai testi liegesi di Roberto Torote e di Ugo di Saint-Cher; Pallega mento al testo della bolla deVYOfficium di S. Tommaso; la determi nazione delle indulgenze per la festa, piu larghe e piu minutamente

specificate di quanto non avesse fatto il card. Ugo; probabilmente sono pure sue alcune invocazioni e immagini che, senza la potenza delPafilato religioso, chiameremmo barocche, e che rispondono alia sua mentalita (per es.: ? In hac itaque sacratissima commemoratione adsunt nobis suaviter gaudium simul et lacrime, quia in ea et gau demus pie lacrimantes, et lacrimamus devote gaudentes, letas ha

bendo lacrimas et letitiam lacrimantem? = cfr. testo in App. rr. 56-60)

?

Su queste quattro componenti: Decreti di Roberto e di Ugo, testi di S. Tommaso, apporto di Urbano IV, si esercito, infine, Popera dotta e paziente degli uffici di Curia per dare al documento una sua unit a e una veste letteraria uniforme. L'unita venne faticosa

mente raggiunta, come sopra ho detto. Ma la veste risulto accuratis

sima. Un'analisi minuta del cursus e giunta a risultati molto signi ficativi.

Tutte le trentatre finali di periodi utili che sono nella bolla

(con esclusione cioe delle citazioni bibliche) presentano il cursus: e di esse ben ventotto hanno la formula del cursus velox, ?consi

derata la clausola piu bella e quindi preferita nelle chiusure piu importanti? 42, le altre cinque il cursus planus. In pochi testi

40 Tutto cio conferma pienamente l'opinione del Walz che S. Tommaso doveva essere, a Orvieto, ? consultore e revisore di testi cancellereschi e liturgici?.

41 Che il Papa avesse momenti di pessimo gusto dimostra l'epitafio da lui composto per se stesso

(si veda ? L'Osservatore romano* del 6 agosto 1964). 42 E. Testa, II ? cursus ? medievale, in ? Rivista di sintesi letteraria ? 111,1 (1937), p. 16. Idolatra

del cursus velox, fino a fame uso quasi esclusivo nelle sue Arenge (ca 1250), si mostra il dettatore bolo

gnese Guido Faba, esasperando la precettistica di Bene da Firenze (f 1239). Cfir. G. Faba, Arenge, a

cura di G. Vecchi, Bologna 1954, pp. XXIV-XXVII.

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230 E. FRANCESCHINI

medievali si puo riscontrare cosi alta percentuale di cursus velox.

Ed anche l'intemo dei periodi e musicalmente curatissimo, in un alternarsi continuo di cursus velox, planus, tardus, doe delle for

mula piu cercate e raccomandate dai maestri di stile del Medio Evo.

Ma tale perfezione non poteva essere apportata che dai latinisti della Curia papale, legati ad una tradizione splendida e ininterrotta, come ha dimostrato in molti dei suoi lavori quel grande specialista del cursus che fu Mons. Di Capua 43.

i5 merito loro se la Transiturus, pure rimanendo un testo com

posito, ha ritrovato unita e bellezza nello splendore della forma: ed e divenuta come un canto armonioso degno di stare vicino alle

melodie musicali delVOfficium de festo Corporis Christi di S. Tom maso 44.

E qui il mio compito potrebbe essere finito, se il quadro storico in cui e stata inserita la bolla non consigliasse di cercare una rispo sta anche ad una domanda che tutti gli studiosi delTistituzione della festa del Corpus Domini si sono fatti e si fanno.

II problema e questo. Urbano IV fu eletto papa il 29 agosto 1261. i? da ritenere che alTistituzione della festa abbia pensato su bito, e le ricerche del Simenon sono esplicite in proposito 45.

il anche da ritenere che gli ambienti ecclesiastici di Liegi non siano rimasti inerti. Alcuni studiosi pensano ad una lettera di Eva

reclusa; altri ad una del vescovo Enrico di Gueldre, ispirata da Eva, sulla base di un'affermazione dello storico liegese Giovanni di Hoc sem (1278-1348) che verso il 1340 scrive: ?Anno vero Domini

MCCLIX ve] forte LX... Henricus episcopus instinctu cuiusdam

43 F. Di Capua, Fonti ed esempi per lo studio dello ? stilus Curiae romanae ?, Roma 1941; ed inol tre i molti saggi raccolti poi in Scritti minori, 2 volumi, 1959.

44 Secondo il Lambot, S. Tommaso, troppo occupato in opere di ben piu. vasta mole, avrebbe redatto

YOfficium con una certa fretta. In esso, osserva lo studioso, ? seules les hymnes sont soignees ? (Vof fice de la Fete-Dieu cit., in ?Revue benedictine?, LIV, 1942, p. 93). Ma gli inni potrebbero essere di Ur bano IV, che era di temperamento lirico, contrariamente a S. Tommaso, che i biografi e i testimoni al processo di beatificazione rivelano inadatto a fare opera di poesia o anche semplicemente di versifica zione. Anche il Walz accede a tale ipotesi, sottolineando il fatto che, a parte Tolomeo di Lucca, la pri

ma attribuzione deWOfficium a S. Tommaso e del 1323 (lo ignorano anche gli Atti del processo di bea tificazione del 1319-21). Ma rimane difficile negare autorita a Tolomeo da Lucca, scolaro e confessore

deU^qiiinate, che lo afferma (neWHist. eccl. nova) autore deWOfficium, scritto, egli precisa, luculento et

proprio stylo. II silenzio dei documenti delTOrdine dei Predicatori puo essere spiegato col fatto che YOf ficium, oggi notissimo, poteva essere considerato allora una delle opere minori del santo. Quanto al ?temperamento poetico ?, occorre sottolineare il fatto che gli inni deWOfficium, piu che opera di poe sia, sono documenti esemplari di teologia in versi, anzi lezioni di catechismo in versi. Non si ve dono percid motivi sufficienti per negare agli inni deWOfficium la paternita di S. Tommaso.

45 Les origines de la Fete-Dieu, in ? Rev. eccl. de Liege ? XII, 1921-2, pp. 345-358; Urbain IV a

Liege, ibid., XXVI, 1934, pp. 84-94: citati da Lambot, Voffice, etc., p. 92.

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Page 15: ORIGINE E STILE DELLA BOLLA «TRANSITURUS»

ORIGINE E STILE DELLA BOLLA (C TRANSITURUS ? 231

reclusae.. .cui de Sacramento fuit ostensa visio, Urbano pape IV, cui nihilominus hec nota fuerat, cum dudum fuisset canonicus Leo

diensis, super hoc suas litteras destinavit, quibus inductus papa hoc

festum instituit celebrari ? 46.

Orbene, ecco la domanda: perche mai il Papa attese fino al 1264? E perche, in breve spazio, compi in quelPanno tutta una serie di atti importantissimi, come la celebrazione della festa del

Corpus Domini a Orvieto il 19 giugno, Pistituzione della festa per il Patriarcato di Gerusalemme I'll agosto, Pestensione a tutta la

Chiesa P8 settembre, Pinvio delle citate lettere al vescovo di Liegi e ad Eva di Saint-Martin del 7-8 settembre?

Nessuno ha saputo rispondere finora a questa domanda. Si sono peraltro avanzate le ipotesi piu varie.

II Lambot spiega il ritardo iniziale con il conservatorismo del Pambiente della Curia romana, che niente aveva preparato ad ac

cogliere la nuova festa, e la fretta finale con la grave malattia da

cui il Papa era minato e che lo condurra realmente a morte a Pe

rugia il 2 ottobre di quel medesimo anno 1264 47. Si e fatto ricorso anche ad una visione angelica, sulla base di

un testo della fine del Trecento, Ly Myreur des histors di Jean d'Ou tremeuse (1338-1400). Racconta Pautore che un angelo apparve ad Eva reclusa dicendole essere volonta di Dio che la festa del Cor

pus Domini si celebri ?cascun ain, perpetuelment, le jeudi apres la Triniteit?: nella stessa notte Pangelo appare anche a Urbano IV, rivelandogli la missione affidata da Dio a Eva e ordinandogli di spe dire alia reclusa una bolla in virtu della quale la solennita fosse

celebrata dapprima a Liegi: ? vint(li angle) eel nuit meisme al Pape Urbain en son dormant... et li dest que la bulle en soit faite, qui soit a Eve envoiet. Atant lendemain fist faire la bulle li pape et Penvoiat a Saint-Martin...? 48.

Si tratta, evidentemente, di un'ingenua ricostruzione fantastica

fatta... sui documenti stessi, ma illumina essa pure il problema che

stiamo studiando.

Si potrebbe pensare anche, forse, alia morte awenuta in Or

vieto il 19 marzo 1263 del cardinale Ugo di Saint-Cher, che tanta

parte aveva avuto nel favorire Pistituzione della festa ed era amico

46 Chronica I, 6, ed. G. Kurth, Bruxelles 1927, pp. 38-9, cit. da Lambot, Eve de Saint-Martin,

cit., p. 15. 47 Lambot, Voffice de la Fete-Dieu, etc., p. 93.

48 Lambot, Eve de Saint-Martin, p. 16.

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232 E. FRANCES CHINI

di Urbano IV fino dalla giovinezza 49. Ma nessuna di queste ipotesi pud soddisfare. E quanto al presentimento della morte vicina, si

puo osservare che esso non appare in alcuno dei documenti di quei mesi firmati dal Papa, allora poco piu che sessantenne (era nato verso il 1200); nella lettera ad Eva (8 settembre, venti giorni prima di morire) egli raccomanda alia reclusa di pregare Dio ?ut nobis ex alto tribuat gratiam commissam nostro regimini ecclesiam suam

regendi utiliter ad laudem et gloriam sui nominis, et salubriter gu bernandi? (in Browe, 35, 7-10).

Una sola ipotesi, pur restando tale, puo dare soddisfacente risposta alia domanda: che si sia verificato nei primi mesi di quelPanno 1264 un awenimento eccezionale; un awenimento che, anche se non po teva, per la sua stessa natura, lasciar traccia in documenti ufficiali

(bolla, officium) poteva essere tuttavia sufficiente a convincere Fani mo, gia ben disposto, del Papa, che era giunta Pora di proclamare la festa del Corpus Domini solennita della Chiesa universale 50: cosa che egli avrebbe fatto gradatamente, prima con la celebrazione

orvietana, poi con la istituzione per il patriarcato di Gerusalemme, infine con Pestensione alia Chiesa Universale.

Questo awenimento eccezionale pote ben essere il miracolo

di Bolsena.

La domanda cautamente postasi in questo senso, sia pure dopo un discorso diverso, e con cui non concordo, da Andrea Lazzarini, alia fine del suo volume 51 non puo avere, a mio giudizio, che una

risposta positiva. E nulla impedisce di pensare che nella celebra zione orvietana, per me ?

ripeto? assolutamente certa, del 19 giu gno 1264 sia confluito, per deliberata volonta di Papa Urbano, un

duplice awenimento: Paccoglimento delle preziose reliquie di Bol sena, descritto nella carta lapidaria con tanta abbondanza di par ticolari e caro alia tradizione orvietana, e la festa del Corpus Do mini di cui parla il Papa nella lettera ad Eva, come sopra abbiamo veduto. In tal caso, accettando i dati del documento bolsenese, che si rivela sempre piu autorevole, avremmo anche la possibility di datare VOfficium: che, affidato dal Papa a S. Tommaso in quella occasione (? atque eximio beato Thome de Aquino in eius presen tia constituto mandavit quatenus officium corporis Christi, videli

49 ? qui in diebus illis velut celi luminarium magnum vita et scientia in Ecclesia iefulgebat? (Vita b. Iuliane, ed. Browe, 11, 22). Su preghiera di S. Alberto Magno aveva anche agevolato, nel 1253, Fan data a Parigi di Tommaso d'Aquino.

50 II movimento eucaristico era stato vivissimo fino dal sec. XII e aveva preparato la istituzione della festa (cfr. Hontoir, La devotion au S. Sacr., cit., p. 152) .

51 // miracolo di Bolsena, Roma 1952, p. 84.

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ORIGINE E STILE DELLA BOLLA ? TRANSITURUS 233

cet Missam et horas canonicas ordiaaret...? 52: ed. Lazzarini, p. 46, rr. 64-66 del testo) fu poi allegato alia Transiturus nella redazione dell'11 agosto.

Fra il 19 giugno e I'll agosto sarebbe stato dunque composto YOfficium.

II miracolo di Bolsena e pertanto certamente anteriore alia

Transiturus nella redazione dell'8 settembre, perch^ il giorno se

guente, 9, Papa Urbano lascio Orvieto per la dolorosa peregrinazione che l'avrebbe condotto a morire a Perugia il 2 ottobre. Ma, a mio

modo di vedere, la tradizione orvietana che lo vuole anteriore an

che al 19 giugno ha grandi probabilita di essere nel vero. Tutti gli awenimenti dal giugno al settembre ne avrebbero la piu naturale e piu logica delle spiegazioni.

Pertanto, pur rimanendo accertata, storicamente e filologica mente, l'origine liegese della festa del Corpus Domini, e confermata dall'esame interno della Transiturus, il miracolo di Bolsena appare come elemento indispensabile per capire gli awenimenti del 1264 relativi alia proclamazione della festa.

Cosi, intorno alia bolla famosa possiamo vedere non soltanto

le mistiche belghe (S. Maria d'Oignies, Ciuliana, Isabella, Eva), le figure dei precursori (Roberto, Ugo di Saint-Cher), gli artefici

(S. Tommaso, la Curia), il realizzatore tenace e sapiente (Urbano IV), ma anche il grande miracolo con cui il Signore ha voluto con fortare la poca fede di un prete, che e anche la poca fede di tutti noi; miracolo che da un'ostia spezzata ha fatto scaturire il sangue di Cristo, onda della pienezza dell'amore di Dio perche ogni crea

tura possa trovare in Lui redenzione e salvezza.

52 E questo e anche il senso della formella del reliquiario di Ugolino di Vieri (1338) relativa

al fatto ricordato, e delTaffresco di Ugolino d'llario (1357) nella cappella del Corporale (la cui didasca

lia dice: ? Papa precepit sancto Thome Aquinati quod componeret preces sollemnibus Dominici Corpo ris toto oibe celebrandis?).

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Page 18: ORIGINE E STILE DELLA BOLLA «TRANSITURUS»

APPENDICE

A

Edizione critica

Per evitare ogni possibile confusione diamo per la prima volta Pedizione critica della bolla Transiturus secondo la genesi sopra illustrata.

Chiamiamo I la redazione indirizzata al patriarca di Gerusalemme e datata 11 ago sto 1264; chiamiamo II la redazione rivolta a tutto il mondo cattolico, non datata,

ma da porsi nei giorni immediatamente antecedenti P8 settembre 1264. Disponiamo tipograficamente i due testi su colonne parallele, indicando con caratteri tipografici spazieggiati i punti di divergenza cosi che il lettore possa coglierli immediatamente.

II testo di I ci e giunto nei Registri di Papa Urbano IV conservati nell'Archivio

Segreto Vaticano (Reg. Vat. 28, ff. 122r-123v) e quindi la sua lezione non offre pro blemi 53. Ho messo soltanto in calce a questa redazione i rimandi alle fonti bibliche, che sono naturalmente comuni con la redazione II, nei cui apparato non li ho ripe tuti.

Assai piu complesso h lo stato della redazione II che ci e giunta essenzialmente, almeno per quanto finora e noto, tra le Constitutiones di Papa Clemente V (1310-11). II nostro testo riproduce, ma con le correzioni che abbiamo ritenute necessarie, la

edizione critica che ne ha dato il Friedberg nei 1881 (Corpus Juris Canonici, libr. Ill, tit. XVI, pp. 1174-7).

I codici noti al Friedberg, e da lui o dai suoi amici collazionati, sono otto: 1) Bibl. Univ. Vratislaviensis II.F.29 (= A) datato 22 dicembre 1318, il piu antico che si conosca delle Constitutiones di Papa Clemente V; 2) Marburgensis C.3 (= B) del sec. XIV in., ma posteriore al 1318; 3) Fuldensis D. 16 (= C), del sec. XIV, scritto in Italia; 4) Fuldensis D. 17 (= D) del sec. XIV in.; 5) Monacensis lat. 6347 (= E) del sec. XIV, scritto in Italia; 6) Carnotensis 318 (? F) del sec. XIV, scritto in Ita lia; 7) Casselanus Ms. iur. 15 (= G) del sec. XIV, proveniente da Fulda; 8) Lipsien sis 912 (? H), scritto nei 1326, gia collazionato dal Richter 54.

II nostro apparato del testo II e stato costituito con le varianti utili riportate dal Friedberg nella sua edizione. Ma dobbiamo aggiungere qualche osservazione e

soprattutto una, fondamentale: come provano alcune lezioni corrotte in tutti gli otto codici, tutta la tradizione manoscritta di II risale ad un archetipo gia guasto (ministris per ministeriis; omissione di cibum in; trasformazione di indeque in vide

quia; eo per ea). In questi casi mi h stato facile sanare II con l'ausilio di I. Ma la pre senza di simili errori getta un'ombra su altre varianti di II. In parole piu elementari,

mentre per I abbiamo sicurezza di testo, per II abbiamo incertezza di testo. Sara

pertanto utile che il lettore accetti con sicurezza del testo II soltanto le varianti piu cospicue (omissione o aggiunte di passi; lezioni in cui la diversita e palese, come me ruit per intulit di I, comederit per manducaverit, sanavit per curavit, celebrantes per transfundentes, e simili).

53 Ringrazio vivamente il dott. Carlo Alberto Calistri, di Orvieto, che me ne procuro copia foto

grafica. 54 Per questi codici vedi Fhiedberc, ed. cit., p. LXIII. L'mdicazione delle edizioni anteriori

a quella del Friedberg e in Potthast, Reg. Pont. nn. 18998-18999.

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ORIGINE E STILE DELLA BOLLA (C TRANSITURUS ? 235

Lo stato di II non deve meravigliare, essendoci un intervallo di 54 anni fra la data di emanazione (1264) e quella della copia piu antica (1318). E da sperare che

qualche felice ritrovamento ci dia un testo II della stessa autorita di I: ma per il pre sente ci si deve accontentare di quanto la tradizione manoscritta offre.

Ecco pertanto il testo parallelo delle due redazioni 55:

I

Urbanus episcopus, servus servorum Dei, pa triarche Jerosolimitano, apostolice sedis legato, et

universis archiepiscopis et episcopis per patriar chatum Jerosolimitanum constitutis.

Transiturus de mundo ad Patrcm Salvator no

ster Dominus Jhesus Christus, cum tempus sue

passionis instaret, sumpta eena, in memoriam

mortis sue instituit summum et magnificum sui

corporis et sanguinis sacramentum, corpus in

cibum et sanguinem in poculum tribuendo. Nam

quotiescumque panem hunc manducamus

et calicem bibimus, mortem Domini 1 n u n t i a -

m u s. In institutione quidem huius salutiferi

sacramenti dixit ipse apostolis: Hoc facite in

meam commemorationem 2, ut precipuum et in

signe memoriale sui amoris eximii. quo nos di

lexit, esset nobis hoc precelsum et venerabile sacramentum. Memoriale, inquam, mirabile ac

stupendum, delectabile a c suave, caris. si mum et super omnia pretiosum, in quo inno

vata sunt signa et mirabilia immutata3, in quo habetur omne delectamentum et omnis saporis suavitas4 ipsaque dulcedo Domini degustatur, in quo utique vite suffragium consequimur et

salutis. Hoc est memoriale dulcissimum, memo

riale sanctissimum, memoriale salvifi

cum, in quo gratam redemptionis nostre recen

semus memoriam, in quo a malo retrahimur, confortamur in bono et ad virtutum

et gratiarum proficimus increment a, in quo pro fecto reficimur ipsius corporali presentia Salvator is.

II

Urbanus episcopus, servus servorum Dei, ve

nerabilibus fratribus patriarchis, archiepiscopis, episcopis et aliis ecclesiarum prelatis

salulem

5 et apostolicam benedictionem *. Transiturus de mundo 2 ad Patrem Salvator

noster Dominus Jhesus Christus, cum tempus sue passionis instaret, sumpta cena, in memo riam mortis sue instituit summum et magnifi

10 cum sui corporis et sanguinis sacramentum, cor

pus in cibum et sanguinem in poculum tribuendo. Nam quo tie s panem hunc manducamus et calicem bibimus, mortem Domini annuntia mu s. In institutione quidem huius salutiferi

15 sacramenti dixit ipse apostolis: Hoc facite in meam commemorationem, ut precipuum et in

signe memoriale sui amoris eximii, quo nos di

lexit, esset nobis hoc precelsum et venerabile sacramentum. Memoriale, inquam, mirabile ac

20 stupendum, delectabile, suave, tutissi m u m a c super omnia pretiosum, in quo inno vata sunt sign a et mirabilia immutata, in quo habetur omne delectamentum et omnis saporis suavitas ipsaque dulcedo Domini degustatur,

25 in quo utique vite suffragium consequimur et

salutis. Hoc est memoriale dulcissimum, memo

riale sacratissimum, memoriale salvifi

cum, in quo gratam redemptionis nostre recen

semus memoriam, in quo a malo retrahimur, 30 et in bono confortamur et ad virtutum

et gratiarum proficimus incrementa, in quo pro fecto proficimus ipsius corporali presentia Salvatoris. Alia namque, quorum me

moriam agimus, spiritu menteque 35 c o m p 1 e c t i m u r, sed non propter hoc

realem eorum presentiam obtine

1 1 Cor. 11,26. 2 Luc. 22,19 c 1 Cor. 11,24. 3 Eccli. 36,6: ?Innova signa et immuta mi

rabilia ?. 4

Sap. 16,20: ?...omne dclcctamentum in sc

habentem et omnis saporis suavitatem?.

1 Salutem et ap. b. om, CDEFGH 2 de hoc mundo ed. Romano, 1570.

55 Gli spazi lasciati in bianco ncllc due redazioni non indicano lacune nel testo, ma i punti in cui la redazione I omette parole che sono nella redazione II e viceversa. Anche questo accorgimento tecnico serve a rendere pin evidenti le diversita tra le due redazioni.

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Page 20: ORIGINE E STILE DELLA BOLLA «TRANSITURUS»

236 E- FRANCESCHINI

q u i a in hac sacramentali Christi com

memoratione i p s c Christus presens sub alia

quidem forma, sed in propria vere substantia est nobiscum. Ascensurus enim in celum dixit apo stolis eorumque sequacibus: Ecce ego vobi scum sum omnibus diebus usque ad consummationem

seculi5 benigna ipsos promissione confortans, quod remaneret et esset cum eis etiam per presen tiam corporalem. O digna et nunquam intermit tenda memoria, qua mortem nostram re

colimus mortuam nostrumque interitum v i t e

obitu interisse ac lignum vivificum li

gno mortis affixum fructum nobis attulisse salutis! Hec est commemoratio gloriosa, que fi delium animos replet gaudio salutari et cum

infusione letitie devotionis lacrimas subministrat. Exultamus nimirum nostram rememorando li

berationem; et recolendo passionem dominicam,

per quam liberati sumus, vix lacrimas contine mus. In hac itaque sacratissima commemoratione adsunt nobis suaviter gaudium simul et

lacrime, quia in ea et gaudemus pie lacrimantes et lacrimamur devote gaudentes, letas habendo lacrimas et letitiam lacrimantem.

Nam et cor, ingenti perfusum gaudio, dulces per oculos stillat guttas. O divini amoris immensitas, divine pietatis superabundantia, divine affluen tia largitatis! Dedit enim Dominus nobis sua,

quia subiecit omnia sub pedibus6 nostris et su

per universas terre creaturas contulit nobis do minii principatum. Ex ministeriis etiam spiri tuum supernorum nobib'tat et sublimat hominis dignitatem; amministratorii nam

que sunt omnes in ministerium propter eos, qui ereditatem salutis capiunt7, destinati.

Et cum tarn copiosa fuerit erga nos eius mu

nificentia, volens adhuc ipse in nobis suam ex uberantem caritatem precipua liberalitate mon

strare, semetipsum nobis exhibuit et transcen dens omnem plenitudinem largitatis omnem

que modum dilectionis excellens, txibuit se in cibum. Quam singularis et ammiranda

liberalitas, ubi donator venit in donum et da tum est idem penitus cum datore!8 Quam lax a et prodiga largitas, cum tribuit quis se ipsum, et sic largiendi superabundat af

fectio, quod amplis rerum sparsa donariis in largitionem insuper effunditur largitoris, tanto pie

m u s. In hac v e r o 3 sacramcntali Chri sti commemoratione I e s u s Christus pre sens, sub alia quidem forma, in propria vero sub

40 stantia, est nobiscum. Ascensurus enim in celum dixit apostolis e t e o r u m sequacibus: Ecce ego vobiscum sum omnibus diebus usque ad consumma tions seculi, benigna ipsos promissione confortans, quod remaneret et esset cum eis etiam p r e -

45 sentia corporali. 0 digna et nunquam intermittenda memoria, i n qua mortem nostram recolimus mortuam nostrumque interitum

interiisse ac lignum vivificum ligno c r u c i s affixum fructum nobis attulisse salu

50 tis! Hec est commemoratio gloriosa, que fide Hum animos replet gaudio salutari et cum in fusione letitie devotionis lacrimas subministrat. Exultamus nimirum nostram rememorando li

berationem; et recolendo passionem dominicam, 55 per quam liberati sumus, vix lacrimas conti

nemus. In hac itaque sacratissima commemora tione adsunt nobis suavitatis gaudium si

mul et lacrime, quia et in ea congaude m u s pie lacrimantes et lacrimamur devote gau

60 dentes, letas habendo lacrimas et letitiam lacriman tem. Nam et cor, ingenti perfusum gaudio, dulces

per oculos stillat guttas. O divini amoris immensi

tas, divine pietatis superabundantia, divine affluen tia largitatis! Dedit enim Dominus nobis o m n i a,

65 quia subiecit omnia sub 4 pedibus nostris et super 5

universas terre creaturas contulit nobis dominii

principatum. Ex <ministeiiis>6 etiam spiri tuum superiorum nobilitat et subiimat ho

minis dignitatem; adrninistratorii nam

70 que sunt omnes in ministerium propter eos, qui ereditatem salutis capiunt7, destinati.

Et cum tarn copiosa fuerit erga nos eius mu

nificentia, volens adhuc ipse in nobis suam ex

uberantem caritatem precipua liberalitate mon

75 strare, semetipsum nobis exhibuit et transcen dens omnem plenitudinem largitatis omnemque modum dilectionis excedens, attribuit se in cibum. O singularis et ammiranda libe

ralitas, ubi donator venit in donum et datum est idem penitus cum datore! Quam larga et pro diga largitas, cum tribuit quis se ipsum!

35

5 Matth. 28,20. 6 1 Cor. 15,26 (e Ps. 8,8). 7 JMr. 1,14. 8 Adam de S. Victore, Tu qui dator es et

donum in seq. Lux iucunda (Blume, I, 239).

3 ergo A, igitur C. 4 omnia que subiecit sub GH. 5

insuper AD. 6 ministris omnes codd. mendose habent. 7

cupiunt AD.

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Page 21: ORIGINE E STILE DELLA BOLLA «TRANSITURUS»

ORIGINE E STILE DELLA BOLLA ? TRANSITURUS )) 237

nius adimpleta, quanto copiosius est effusa! Dedit igitur s e nobis Sal vator in pabulum, ut, quia per cibum in mor

tem homo corruerat 9, et per cibum ipse rele varetur ad vitam; cecidit homo per cibum ligni mortiferi, relevatus est homo per cibum

ligni vitalis; in illo pependit esca mortis, p e -

pendit in isto vite alimentum; illius esus

i n t u 1 i t lesionem, istius gustus attulit sani

tatem; gustus sauciavit et gustus c u r a v i t,

indeque unde vulnus est ortum, prodiit et mede

la10; et unde mors subiit, exinde vita v e n i t.

De illo siquidem gustu dicitur: Q uocumque die comederis, morte morieris11; de isto autem

legitur: Si quis manducaverit ex hoc

pane, vivet in aeternum 12. Hie est cibus, qui

plene reficit, vere nutrit summeque impinguat, non corpus, sed cor, non carnem, sed animam, non ventrem, sed mentem. Homini ergo, quia

spirituali etiam alimonia indigebat, Salva

tor ipse misericors de nobiliori et potiori buiusmodi alimento pro anime refectione

pia dispensatione providit. Conde c e n s quoque caritatis liberalitas extitit et conveniens operatio pietatis, ut verbum Dei

eternum, quod rationalis creature cibus est et refectio, factum caro, se rationali creature carni c o u n i t e , homini videlicet, in edulium largiretur. Panem enim angelorum

manducavit homo13, et ideo Salvator ipse ait: Caro mea vere est cibus et s a n g u i s

meus vere est potus14. Hie cibus

sumitur, sed non consumitur, manducatur, sed non transmutatur, quia in edentem minime

transformatur, sed si digne recipitur, sibi reci

piens conibrmatur. O excellentissimum sacra

mentum, adorandum, venerandum, colen

dum, glorificandum, amandum et a m -

plectendum, precipuis magnificandum lau

dibus, s u m m i s preconiis exaltandum, cunc

tis honorandum studiis, devotis prosequendum

obsequiis et sinceris mentibus retinendumt O

memoriale nobilissimum, intimis commendan

dum precordiis, firmiter animo alligandum, di

ligenter in cordis reservandum utero

et meditatione ac celebratione sedula recensen

dum! H u i u s memorialis continuam de

bemus celebrare memoriam, ut illius, cuius ip

Dedit igitur nobis s e Sal 90 vator in pabulum, ut, quia per <cibum in> 8

mortem homo eorruerat, et per cibum ipse releva retur ad vitam; cecidit homo per cibum ligni

mortiferum, relevatus est homo per ci bum ligni vitalis; in illo pependit esca mortis, in

95 isto pependit vite alimentum; illius esus meruit lesionem, istius gustus attulit sanita

tem; gustus sauciavit et gustus sanavit <in

deque> 9 unde vulnus est ortum, prodiit et me*

dela; et unde mors subiit, exinde vita e v e n i t.

100 De illo siquidem gustu dicitur: Quacumque die comederis, morte morieris; de isto vero le

gitur: Si quis corned er it ex hoc pane, vivet in aeternum. Hie est cibus, qui plene reficit, vere

nutrit summeque impinguat, non corpus, sed

105 cor, non carnem, sed animam, non ventrem, sed mentem. Homini ergo, qui spirituali alimonia indigebat, Salvator ipse misericors de nobiliori et potentiori huius mun

d i alimento pro anime refectione pia d i s p o -

110 sitione providit. D e c e n s quoque liberalitas extitit et conveniens 1? ope

ratio pietatis, ut verbum Dei eternum, quod rationabilis creature cibus est et refec

tio, factum caro, se rationabili11 crea

115 ture, carni et corpori, homini videlicet, in edulium largiretur. Panem enim angelorum

manducavit homo, et ideo Salvator ait: Caro mea vere est cibus.

Hie p a n i s

120 sumitur, sed vere non consumitur, manducatur, sed non transmutatur, quia in edentem minime

transformatur, sed si 12 digne recipitur, sibi re

cipiens conformatur. O excellentissimum sacra ment um, o adorandum, venerandum, colen

125 dum, glorificandum. precipuis magnincandum lau

dibus, d i g n i s preconiis exaltandum, cunc

tis honorandum studiis, devotis prosequendum obsequiis et sinceris mentibus retinendum! O

130 memoriale nobilissimum, intimis commendan dum precordiis, firmiter animo alligandum ,3, di

ligenter reservandum in cordis utero et meditatione ac celebratione sedula recensen

dum! Huiusmodi memorialis continuam de

135

9 Ven. Fortun., Pange lingua v. 5: ? Quando pomi noxialis morsu in mortem corruit*.

10 Ven Fortun., Pange lingua v. 9: ?Et me~

del am ferret inde hostis unde laeserat?. n Gen. 2,17. 12 Joh. 6,52 13 PS. 77,25. 14 Joh. 6,56.

8 cibum in mendose omittunt omnes codd. 9 sanavit. Vide quia omnes codd. mendose ha

bent. 10 non inconveniens AC. 11 rationali BCD. 12 om. BC. 13 et add. AC.

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Page 22: ORIGINE E STILE DELLA BOLLA «TRANSITURUS»

238 E- FRANCESCHINI

sum fore memoriale vere cognoscimus, sem

per memores existamus, quia, cuius donum vel munus frequentius aspicitur, hie in ventre memorie strictius retinetur.

Licet igitur hoc memoriale sacramentum in

cotidianis missarum sollempniis fre

quentetur, conveniens tamen arbitramur et

dignum, ut de ipso semel saltern in anno, ad confundendum specialiter hereticorum per fidiam et insaniam, memoria celebrior et

sollempnior habeatur. In die namque Gene Domini, quo die ipse Christus hoc instituit

sacramentum, universalis Ecclesia pro peniten tium reconciliation, sacri confectione c r i -

s m a t i s , adimpletione mandati circa lotio nem pedum et aliis plurimum occupata, plene vacare non potest celebritati huius maximi sacramenti. Hoc enim circa sanctos,

quos per anni circulum veneramur, ipsa obser vat Ecclesia, ut, quam vis e t in letaniis et in missis ac alias etiam ipsorum memoria se

pius renovetur, nichilominus tamen eo rum natalicia certis diebus per annum sol

lempnius recolat, festa propter hoc eisdem diebus specialia celebrando. Et quia forte in huiusmodi festis circa sollemnitatis de bitum aliquid a fidelibus per negligentiam vel rei secularis occupationem aut alias ex humana fragilitate omittitur, statuit ipsa Ecclesia certam diem, in qua generalis om nium sanctorum commemoratio fieret, ut in hac

ipsorum celebritate com muni, quod sic in propriis e o r u m festivitatibus omissum

existeret, solveretur. Potissimum igitur id

exequendum est erga hoc mirificum sacra mentum Corporis et Sanguinis J h e s u Christi, qui est sanctorum omnium gloria et corona, ut festivitate ac celebritate prefulgeat speciali, quatinus in ea, quod in aliis missarum of ficiis circa sollempnitatem est forsi tan pretermissum, devota diligentia suppleatur et fideles, festivitate ipsa instante, infra se

preterita memorantes, id, quod in ipsis missarum

sollempniis, secularibus forsan agendis im

plicit aut alias ex negligentia vel fragilitate hu mana minus plene gesserunt, tune attente in humilitate spiritus et animi puritate restaurent.

bemus celebrare memoriam, ut illius, cuius ip sum fore memoriale cognoscimus 14, sem

per memores existamus, quia, cuius donum vel munus frequentius adspicitur, huius m e -

140 m o r i a strictius 15 retinetur. Licet igitur hoc memoriale sacramentum in

quotidianis missarum sollemniis fre

quentetur, conveniens tamen arbitramur et

dignum, ut de ipso semel saltern in anno, ad 145 confundcndam specialiter hereticorum per

fidiam et insaniam, memoria sollemnior et celebrior habeatur. In die namque Cene

Domini, quo die ipse 16 Christus hoc instituit

sacramentum, universalis Ecclesia pro peniten 150 tium reconciliatione, sacri confectione chri

sm a t i s, adimpletione mandati circa lotio nem pedum et aliis plurimum occupata, plene vacare non potest celebrationi huius maximi sacramenti. Hoc enim circa sanctos,

155 quos per anni circulum veneramur, ipsa obser vat Ecclesia, ut, quamvis in letaniis et in 1?

missis ac alias etiam ipsorum memoriam se

pius renovemus, nichilominus tamen eo rum natalicia certis diebus per annum sollem

160nius recolat 18, festa propter hoc eisdem die bus specialia celebrando. Et quia in

his festis circa sollemnitatis debi tum aliquid per negligentiam aut rei familiaris occupationem, aut alias

165 ex humana fragilitate omittitur, statuit ipsa mater Ecclesia certam diem, in qua genera liter omnium sanctorum commemoratio fieret, ut in hac ipsorum celebratione communi,

quicquidin propriis ipsorum festivitatibus

170 omissum existeret, solveretur. Potissime igi tur exequendum est erga hoc vivificum sacramentum Corporis et Sanguinis J e s u Chri

sti, qui est sanctorum omnium gloria et corona, ut festivitate ac celebritate prefulgeat speciali,

175 quatenusin <ea> 19, quod in aliis missarum officiis circa soil emnitatem est forsitan

pretermissum, devota diligentia suppleatur et

fideles, festivitate ipsa instante, i n t r a se pre terita memorantes, id, quod in ipsis missarum

X80 sollemniis, secularibus forsan agendis im

pliciti aut alias ex negligentia vel fragilitate hu mana minus plene gesserunt, tune attente in humilitate spiritus et animi puritate restaurent.

I n t e 11 e x i m u s a u t e m o 1 i m , dumin

135 minori essemus officio constituti,

quod fuerat quibusdam catholicis

14 Cognovimus BDE. 15 districtius ABCD. 16 Iesus B. 17 om. DG. 18 recolit ABC. 19 co omnes codd. mendose.

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Page 23: ORIGINE E STILE DELLA BOLLA «TRANSITURUS»

ORIGINE E STILE DELLA BOLLA ? TRANSITURUS )) 239

Nos itaque ad corroborationem et exaltationem

catholice fidei digrte ac rationabiliter duximus

statuendum, ut de tanto sacramento preter c o -

tidianam commemorationem, quam de ispo facit Ecclesia, specialior et sol

lempnior annuatim memoria celebretur, cer

tum ad hoc designantes et describentes diem, videlicet feriam quintam proximam post do

minicam festum Pentecosten pri mo sequentem, ut in ipsa quinta feria

devote turbe fidelium propter hoc ad ecclesias

affectuose concurrant, ut tune cleri et

populi pariter congaudentes in can

tica 1 a u d i s surgant, tune omnium corda

et vota, ora et labia ymnos personent letitie salutaris, tune psallat fides, spes tripudiet, exultet caritas, devotio plaudat, iubilet

puritas et sinceritas iocundetur, tune

singuli alacri animo promptaque volun

tate conveniant, sua studia laudabiliter a d

exequenda tanti festi sollempnia transfundentes; et utinam ad Christi

servitutem sic eius fideles ardor dilectio n i s inflammet, ut per hec et alia proficientibus

ipsis meritorum c u m u 1 o apud eum, ipse

qui se pro illis dedit in pretium tri

buitque se ipsis in pabulum tandem post huius

vite decursum eis se in premium largiatur.

Ideoque universitatem vestram monemus et

hortamur in Domino, per apostolica v o -

bis scripta

mandantes, quatinus tarn excel sum et tarn gloriosum festum predicta quinta feria singulis annis cum novem lectio

nibus, cum r e s p o n s o r i i s , versi

culis, antiphonis, psalmis, yranis et orationibus ipsi festo specia liter congruentibus, que cum pro

prio misse officio vobis sub bul la nostra mittimus interclusa, devote ac sollempniter celebretis et facia

tis studiose per universas ecclesias vestra

rum civitatum et diocesium cele

brari, subditos vestros in prefata domi

nica, dictam quintam feriam proximo pre

divinitus revelatum festum huius modi generaliter in Ecclesia cele brandum. Nos itaque ad corroborationem et

190 exaltationem catholice fidei digne ac rationabiliter duximus statuendum, ut de tanto sacramento pre ter quotidianam raeraoriam, quam de ipso facit Ecclesia, sollemnior et spe cial i o r annuatim memoria celebretur, cer

195 turn ad hoc designantes et describentes diem, videlicet feriam quintam proximam post o c -

tavamPentecostes20 ut ut in 21 ipsa quint a feria devote turbe fidelium

propter hoc ad ecclesias 22 affectuose concurrant, 200 et tam clerici quam populi gau*

d e n t e s in cantica 1 a u d u m surgant. Tune e n i m omnium corda et vota, ora et labia

hymnos persolvant letitie salutaris, tune psallat fides, spes tripudiet, exultet caritas,

205 devotio plaudat, iubilet chorus, puritas iocundetur, tune singuli alacri animo

pronaque voluntate conveniant, sua studia

laudabiliter exequendo, tanti festi s o 1 -

lemnia celebrantes. Et utinam ad Chri 210 sti servitium sic eius fideles ardor

inflammet, ut per hec23 et alia proficientibus

ipsis meritorum c u m u 1 i s apud eum,

qui se24 dedit pro eis in pretium tribu

itque se ipsis in pabulum tandem post huius 215 vide decursum eis se in premium largiatur.

Ideoque universistatem vestram monemus et

hortamur in Domino, e t per apostolica

scripta in virtute sancte obedientie

220districte precipiendo mandamus, in remissionem p e c c a m i n u m iniun

gentes, quatenus25 tam excelsum et tam gloriosum festum predicta quinta feria sin

gulis annis 225

230 de

vote ac sollempniter celebretis et facia

tis studiose per universas ecclesias c i v i t a -

turn vestrarum et diocesum celebra 235 ri, subditos vestros in dominica dic

tam quintam feriam proxime26 preceden

20 proximo sequentem add. ABCD.

21 om. AC. 22 ecclesiam AC. 23 hoc BF. 24 sese AHG. 25 vobis add. ACD. 26 proximo CF, om. B.

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Page 24: ORIGINE E STILE DELLA BOLLA «TRANSITURUS»

240 E* FRANCESCHINI

cedente, salutaribus monitis sollicite per vos et

per alios exhort antes, ut per veram et puram

confessionem, elemosinarum largitionem, attentas et sedulas orationes a c alia devotionis et pietatis opera, taliter se studeant preparare,

quod huius pretiosissimi sacramenti largien t e Deo mereantur fieri participes possintque ipsum dicta quinta feria suscipere reverenter ac eius virtute augmentum consequi gratiarum. Nos enim christifideles ad colendum et celebrandum v e n e r a b i 1 i t e r tan turn festum donis volentes spiritualibus animare, omnibus vere penitentibus et confes

sis, qui matutinali ofiicio festi eiusdem in ecele

sia, in qua i 11 u d celebrabitur, interfuerint, centum, qui vero misse, totidem, qui autem in

primis ipsius festi vesperis i n t e r e r i n t, si militer centum, qui vero in secundis, totidem; illis q u o q u e , qui Prime, Tertie, Sexte, None ac Completorii officiis interfuerint, pro qualibet horarum ipsarum quadraginta; eis autem, qui per octavas ipsius festi matutinalibus, vesper tinis, misse ac predictarum horarum officiis

intererint, centum dies singulis octava rum diebus de omnipotentis Dei misericordia et beatorum Petri et Pauli, a p o s t o -

lorum eius auctoritate confisi de iniun ctis sibi penitentiis misericorditer re laxamus. Datum apud Urbemvete

rem, III Idus Aug. anno III.

te, salutaribus monitis sollicite per vos et per alios exhortantes, ut per veram et puram con

fessionem, eleemosinarum largitionem, at 240 tentas et sedulas orationes e t alia devotionis

et pietatis opera, taliter se studeant preparare, quod huius pretiosissimi sacramenti

mereantur fieri participes ilia die possint que ipsum suscipere reverenter ac eius virtute

245 augmentum consequi gratiarum. Nos enim ckri stifideles ad colendum tantum festum et celebrandum donis volentes

spiritualibus animare, omnibus vere penitenti bus et confessis, qui matutinali officio festi eius

250 dem in ecclesia, in qua idem celebrabitur, inter

fuerint, centum, qui vero misse, totidem, qui autem in primis ipsius festi vesperis interfuerint, similiter centum, qui vero in secundis, totidem; illis vero, qui Prime, Tertie 27, Sexte 28, No

255 ne ac Gompletorii officiis interfuerint, pro qualibet horarum ipsarum quadraginta; illis autem, qui per octavas illius festi matutinalibus, vesperti nis, misse ac predictarum horarum officiis in

terfuerint, centum dies singulis octava 260 rum ipsarum diebus de omnipotentis Dei miseri

cordia et29 beatorum apostolorum eius Petri et Pauli auctoritate confisi, de iniun ctis sibi penitentiis relaxamus.

27 et add. DEFGH. 28 et add. ABCF. 29 ac DHG.

B

Traduzione

Urbano vescovo^ servo dei servi di Dio, ai venerabili fratelli patriarchi, arcivescovi, vescovi e a tutti gli altri prelati ecclesiastici, salute e apostolica benedizione.

Sul punto di passare da questo mondo al Padre, il Salvatore nostro, Gesu Cri sto Signore, essendo imminente il tempo della sua passione, consumata la cena, in

memoria della sua morte istitui l'eccelso e meraviglioso sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, lasciandoci in cibo il corpo e in bevanda il sangue. Infatti "ogni qualvolta mangiamo questo pane e beviamo il calice annunziamo la morte del Signore".

Nell'istituire, poi, questo sacramento di salvezza egli disse agli apostoli: Fate questo in memoria di me affinche questo altissimo e venerabile sacramento fosse per noi massimo e mirabile documento del grande amore con cui egli ci amo. Documen

to, dico, meraviglioso e stupendo, dilettevole e soave, carissimo e piu di ogni altro prezioso, nel quale si rinnovano i prodigi e sono costanti le meraviglie, nel quale b riposta ogni delizia ed ogni soavita e la stessa dolcezza di Dio viene gustata, nel qua le, infine, otteniamo aiuto di vita e di salvezza.

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Page 25: ORIGINE E STILE DELLA BOLLA «TRANSITURUS»

ORIGINE E STILE DELLA BOLLA ? TRANSITURUS ? 241

E questo il documento dolcissimo, il documento santissimo, il documento sal vifico, nel quale richiamiamo il grato ricordo della nostra redenzione; nel quale sia mo distolti dal male, confortati nel bene, awiati ad aumento di virtu e di grazie. nel quale, inoltre, siamo ristorati dalla presenza corporale dello stesso Salvatore; Altre cose infatti, di cui facciamo memoria, noi abbracciamo con Panimo e con la mente, ma non per questo ne otteniamo la presenza reale: invece in questa sacra

mentale commemorazione di Cristo lo stesso Cristo e con noi, presente sotto altra

forma, ma nella propria sostanza, veracemente.

Infatti mentre stava per salire al Cielo disse agli apostoli e ai loro seguaci: Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alia consumazione del mondo, con benevola promessa confortandoli che rimarrebbe e sarebbe con loro anche con presenza corporale.

0 ricordo prezioso e degno di non essere dimenticato mai, con cui ricordiamo che la nostra morte fu uccisa, che la nostra perdizione fu distrutta dalla morte della Vita, e che Palbero di vita confitto sull'albero di morte produsse per noi frutto di salvezza!

0 ricordo glorioso, che riempie di gioia salutare gli animi dei fedeli e colman doli di letizia da loro lacrime di devozione!

Noi esultiamo invero ricordando la nostra liberazione; e ricordando la passione del Signore, per mezzo della quale fummo liberati, a stento tratteniamo le lacrime.

In questo sacratissimo ricordo sono percid in noi, in unione soave, gioia e la

crime, perche in esso siamo ripieni di gaudio mentre piamente piangiamo, e nello stesso tempo, mentre versiamo lacrime, devotamente godiamo: con lacrime liete

e letizia nel pianto. Anche il cuore, infatti, inondato di gioia immensa, rende dol cemente stillanti gli occhi.

0 immensita di amore divino, o sovrabbondanza di pieta divina, o eccesso di

larghezza divina! Ci ha dato infatti, il Signore, cio che e suo, perche ha messo ogni cosa sotto i nostri piedi e su tutte le creature della terra ci ha dato il dominio. E per fino con il ministero degli spiriti celesti nobilita e sublima la dignita dell'uomo: sono

infatti, destinati a servizio di coloro che ottengono Peredita della salvezza. E pur essendo cosi copiosa la sua munificenza verso di noi, volendoci egli mo

strare con immensa liberalita la sua carita senza confini, ci ha offerto se stesso: e tra

valicando ogni pienezza di dono e ogni limite di amore si e dato a noi in cibo.

Quale singolare e ammirevole liberalita e quella in cui il donatore viene in dono, e il dono h la stessa cosa del donatore!

Quale abbondante e prodiga larghezza h quella con la quale uno da se stesso!

Si e dato a noi, dunque, il Salvatore, in cibo, perche ? essendo Puomo precipi

tato nella morte per un cibo ? fosse mediante un cibo rielevato a vita; cadde Puo

mo per il cibo del legno portatore di morte, h rialzato Puomo per il cibo del legno che da vita; nel primo albero pendette Pesca di morte; nel secondo Palimento di vita; Paver mangiato di quello produsse ferita, il gusto di questo apportd salute: il gusto feri e il gusto euro, e di la donde era venuta la ferita venne anche la medicina: e da dove usci la morte, di la venne la vita.

Di quel primo gusto si dice: in qualunque giorno avrai mangiato, morrai di mor

te; del secondo si legge: se qualcuno avrh mangiato di questo pane vivra in eterno. Que sto h il cibo che ristora pienamente, veramente nutre e piu di ogni altro impingua: non il corpo, ma il cuore, non la carne, ma Panima, non il ventre, ma la mente.

AlPuomo dunque, poiche aveva bisogno anche di nutrimento spirituale, il mi

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242 E. FRANCESCHIM

serieordioso Salvatore prowide egli stesso con provvido pensiero il piu nobile e piu prezioso cibo di questo mondo per alimento dell'anima.

E fu bella liberalita, e conveniente opera di pieta che il Verbo eterno di Dio, il quale e cibo e ristoro di ogni creatura razionale, fatto came, si desse in cibo alia creatura razionale, fatta di carne e di corpo, cioe alFuomo.

II pane degli angeli, infatti, divenne cibo deH'uomo; e percio il Salvatore stesso disse: la mia carne e veramente cibo.

Questo pane si prende, ma non si consuma; si mangia, ma non si tramuta: per

che non si tramuta affatto in cbi lo mangia, ma, se e ricevuto degnamente, b cbi lo riceve che diventa ad esso conforme.

0 eccellentissimo sacramento, da adorare, venerare, onorare, glorificare, amare,

meditare, innalzare con le maggiori lodi, esaltare con le preghiere piu alte, onorare con ogni zelo, perseguire con ogni ossequio di devozione, ritenere con animo puro!

0 memoriale nobilissimo, da ricordare nell'intimita del cuore, da radicare fer mamente nell'animo, da custodire diligentemente nelle viscere del cuore, da richia mare in meditazione e celebrazione frequente!

Di esso dobbiamo celebrare continuamente il ricordo per essere sempre memori

di Colui di cui sappiamo essere il memoriale per eccellenza; perche quanto piu spesso si vede un dono o un regalo ricevuto, tanto piu ci si ricorda della persona che lo ha dato. Benche, pertanto, questo memorabile sacramento si rievochi con frequenza nelle quotidiane celebrazioni della Messa, riteniamo conveniente e degno che si fac cia di esso piu celebre e solenne ricordo almeno una volta all'anno, specialmente per confondere la perfidia e la insania degli eretici.

Nel giorno della Cena del Signore, infatti, in cui Cristo stesso istitui questo sa cramento, la Chiesa universale, occupatissima nella riconciliazione dei penitenti, nella confezione del sacro crisma, nelTadempimento del mandato sulla lavanda dei

piedi ed in altre cerimonie, non pud attendere pienamente alia celebrazione di que sto eccelso sacramento.

Ora la Chiesa, per cio che si riferisce ai santi che noi veneriamo durante il corso

delTanno, benche il loro ricordo frequentemente si rinnovi e nelle litanie e nelle Messe e in altri modi, tuttavia fa si che il loro natalizio sia rievocato con maggiore solen

nita in giorni stabiliti lungo l'anno liturgico, celebrando speciali funzioni, a tale scopo, in quegli stessi giorni. E poiche puo accadere che in tali feste, quanto alia dovuta solennita, qualche cosa venga omesso dai fedeli per negligenza, per preoccupazioni di cose mondane o per altra causa dovuta ad umana fragilita, stabili la stessa Chiesa

un giorno preciso in cui fosse fatta commemorazione generale di tutti i santi; affin che in questa comune loro festivita si riparasse a cio che fosse stato trascurato nelle

feste proprie di ciascuno di loro. A maggior ragione dunque deve farsi cio nei riguardi di questo meraviglioso

sacramento del Corpo e del Sangue di Gesu Cristo, che di tutti i santi e gloria e co rona, cosi che esso rifulga di speciale festivita e amore, affinche con devoto zelo si

supplisca e ripari a quanto si e forse trascurato in solennita nelle altre Messe, e i fe deli ? spinti dalla stessa festa ? riandando dentro di se al passato, ripaghino at tentamente in umilta di spirito e purezza di cuore quanto con minor pienezza hanno

compiuto durante la celebrazione delle Messe, avvinti forse da preoccupazioni mon

dane o per negligenza, o per umana fragilita. Seppimo, poi, un tempo, quando eravamo insigniti di minore dignita, che era stato divinamente rivelato ad alcuni fedeli doversi una siffatta festa celebrare in tutta la Chiesa.

Noi pertanto, a corroborazione e ad esaltazione della fede cattolica, degnamente e a ragion veduta abbiamo ritenuto di stabilire che di cosi grande sacramento, oltre

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ORIGINE E STILE DELLA BOLLA CC TRANSITURUS ? 243

la quotidiana commemorazione che ne fa la Chiesa, si celebri ogni anno piu speciale e piu solenne memoria, designando e fissando a questo scopo un giorno preciso, cioe

il giovedi che segue immediatamente l'ottava dopo Pentecoste, afnnche in tale gior no le turbe devote dei fedeli accorrano zelanti alle chiese a questo scopo, e clero e

popolo uniti in gioia comune erompano in canti di lode, e i cuori e i voti di tutti, le bocche, le labbra, risuonino di inni e di letizia salutare, e trionfi la fede, la speranza tripu dii, la carita esulti, la devozione applauda, la purezza giubili, la sincerita si allieti; i fe deli ad uno ad uno con alacre animo e volonta pronta si raccolgano, lodevolmente

rivolgendo ogni loro cura a meglio partecipare ai riti di cosi grande solennita; e vo

glia Iddio che l'ardore delTaffetto infiammi i fedeli di Cristo a servirlo in modo che ?

avanzando essi per abbondanza di meriti presso di Lui per mezzo di questo ed al tri atti di pieta

? egli stesso, che si e dato loro in prezzo e si da loro in cibo, si dia

a loro come premio, finito il corso della vita.

Percio ammoniamo ed esortiamo tutti voi nel Signore, e con questa lettera apo stolica in virtu di santa obbedienza, con stretto comando vi ordiniamo, a remis

sione dei vostri peccati, di celebrare ogni anno una cosi eccelsa e gloriosa festivita, nel suddetto giovedi con devozione e solennita, e di farla celebrare con ogni zelo in tutte le chiese delle vostre citta e diocesi, esortando personalmente, e tramite altri, tutti i vostri fedeli, durante la domenica precedente il giovedi anzidetto, con salu tari ammonimenti ed ogni sollecitudine, affinche, con sincera e pura confessione, con elargizione di elemosine, con attente e pie preghiere ed altri atti di devozione e di pieta, cerchino di prepararsi in modo tale da meritare di divenire partecipi, con la grazia di Dio, di questo preziosissimo sacramento, e da poter riceverlo con reve

renza nel suddetto giovedi, conseguendo, per sua virtu, aumento di grazie.

Noi poi, volendo spronare con doni spirituali i fedeli ad onorare e celebrare de votamente cosi grande solennita, fiduciosi nella misericordia di Dio onnipotente e confidando nell'autorita dei beati apostoli Pietro e Paolo, benevolmente rimettiamo, delle penitenze loro ingiunte, per quanti si saranno veracemente pentiti e confes

sati, cento giorni a chi avra partecipato all'umcio mattutino della detta festa nella chiesa dove essa sara celebrata, cento a chi avra partecipato alia Messa, cento a chi

sara stato presente ai primi vespri della festa, cento per i secondi vespri, quaranta

per ciascuna delle ore di prima, terza, sesta, nona e compieta; a quanti poi saranno

intervenuti agli ufhci di mattutino, di vespro, alia Messa, agli uffici delle ore anzi dette, durante l'ottava della festa, cento giorni per ciascun giorno dell'ottava stessa.

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