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ipa Opitergino Mottense .. Intesa Programmatica d’Area dell’Opitergino Mottense Documento Programmatico d’Area Regione del Veneto LR n. 13/1999 e art. 25 LR n. 35/2001

Opitergino Mottense - Homepage — Comune di Oderzo · darea-opitergino-mottense-i-p-a/ LR n. 13/1999 e art. 25 LR n. 35/2001 Riconosciuta con DGR n. 2620/2010 Documento Programmatico

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ipa Opitergino Mottense

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Intesa Programmatica d’Area dell’Opitergino Mottense

Documento Programmatico d’Area

Regione del Veneto

LR n. 13/1999 e art. 25 LR n. 35/2001

IPA OPITERGINO MOTTENSE

Intesa Programmatica d’Area Opitergino Mottense link: www.comune.oderzo.tv.it/il-territorio/intesa-programmatica-darea-opitergino-mottense-i-p-a/ LR n. 13/1999 e art. 25 LR n. 35/2001 Riconosciuta con DGR n. 2620/2010

Documento Programmatico d’Area Prima versione approvata dal Tavolo di Concertazione del 06 settembre 2010 Seconda versione approvata dal Tavolo di Concertazione del 26 giugno 2014 SOGGETTO RESPONSABILE

Comune di Oderzo 31046 ODERZO (TV) Via G. Garibaldi, 14 tel. 0422.812215 – fax. 0422.815208 e-mail: [email protected] PEC: [email protected] web: www.comune.oderzo.tv.it Presidente Pietro Dalla Libera Funzionario Responsabile Monica Nobile AUTORE DEL PROGRAMMA

GAL Terre di Marca soc. cons. a. r. l. Agenzia di Sviluppo 31040 GORGO AL MONTICANO (TV) Via Postumia Centro, 77 tel. 0422.208071 – fax. 0422.506339 e-mail: [email protected] PEC: [email protected] web: www.galterredimarca.it Presidente Fulvio Brunetta Responsabile Coordinatore Stefano Guerrini

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Documento Programmatico d’Area - IPA Opitergino Mottense

INDICE DEL DOCUMENTO PROGRAMMATICO D’AREA INTRODUZIONE PARTE PRIMA: PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA E LE INTESE PROGRAMMATICA 1.1 La Programmazione negoziata................................................................................................................... 5 1.2 La normativa regionale vigente per le Intese Programmatiche................................................................... 6 1.3 Le IPA nel Veneto....................................................................................................................................... 7

PARTE SECONDA: ANALISI SOCIO-ECONOMICA DELL’AREA 2.1 Area geografica e amministrativa di riferimento......................................................................................... 9 2.2 Caratteristiche demografiche..................................................................................................................... 10 2.3 Settore primario......................................................................................................................................... 22 2.4 Settore secondario..................................................................................................................................... 34 2.5 Servizi........................................................................................................................................................ 37 2.6 I beni culturali e il paesaggio .................................................................................................................... 44 2.7 L’ambiente ................................................................................................................................................ 63 2.8 Le infrastrutture ......................................................................................................................................... 69 2.9 Analisi SWOT dell’area ............................................................................................................................. 73 2.10.Tabella riassuntiva allegati grafici di analisi............................................................................................. 79

PARTE TERZA: IDEA FORZA E PROGETTI DELL’IPA 3.1 Applicazione della LR n. 13/99 nel Veneto ............................................................................................... 80 3.2 La pianificazione territoriale di riferimento ................................................................................................ 82 3.3 Idea forza dell’IPA...................................................................................................................................... 91 3.4 Il parco progetti strategici dell’IPA.............................................................................................................. 94 3.5 Priorità e motivazioni 2010 ai sensi del DGR n.1779 del 6 Luglio 2010 ................................................... 96 3.6 Priorità e motivazioni 2014 ai sensi della DGR n. 1186/2011 - ambito PAR FSC 2007-2013 - Asse 5 Sviluppo Locale ............................................................................................................................... 97

PARTE QUARTA: MODALITA’ DI ATTUAZIONE DELL’IPA 4.1 Protocollo d’intesa tra gli aderenti all’IPA sottoscritta nella seduta del TdC del 9 Luglio 2010 ................ 98 4.2 Regolamento del Tavolo di concertazione .............................................................................................. 101 4.3 Soggetto Responsabile dell’IPA .............................................................................................................. 106 4.4 Relazione sugli esiti dell’attività di concertazione locale ......................................................................... 106

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ALLEGATI GRAFICI AL DOCUMENTO: 1 - sistema ambientale 2 - sistema urbano e infrastrutturale 3 - beni culturali 4 - rete natura 2000 5.1 - itinerari turistici 5.2 - percorsi “bici in vacanza” e itinerari cicloturistici GAL 5 5.3 - percorsi REV - rete escursionistica veneta ciclabili, navigabili, ippovie 6.1 - prodotti enogastronomici 6.2 - prodotti enogastronomici 7.1 - ptcp provincia treviso: reti ecologiche 7.2 - ptcp provincia treviso: sistema insediativo e infrastrutturale 7.3 - ptcp provincia treviso: mobilità sostenibile e ambiti urbano-rurali 7.4 - ptcp provincia treviso: percorsi turistici del PTT - piano territoriale turistico 7.5 - ptt provincia treviso: master plan del piano territoriale turistico 8.1 - ptrc del veneto: città, motore del futuro 8.2 - ptrc del veneto: crescita sociale e culturale 8.3 - ptrc del veneto: sviluppo economico turistico 8.4 - ptrc del veneto: sviluppo economico produttivo 8.5 - ptrc del veneto: rete rurale ed ecologica 8.6 - ptrc del veneto: ambiti di paesaggio

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INTRODUZIONE Con la riforma della Programmazione Regionale, disegnata dalla Legge Regionale n. 35 del 29.11.2001, sono state introdotte numerose innovazioni ed in particolare l’esperienza dei Patti territoriali è stata trasformata nelle Intese Programmatiche d’Area (IPA). Un’IPA è un accordo strategico territoriale che richiede l’elaborazione di un Documento programmatico a base dell’intesa, la predisposizione di un Protocollo di intesa tra gli Enti pubblici e privati aderenti e la creazione di un Tavolo di Concertazione organizzato attraverso un Regolamento interno che ne definisce la metodologia di lavoro e coordinato da un Soggetto Responsabile, scelto tra i soggetti pubblici partecipanti. Tale percorso è stato avviato nel 2010 nel territorio della provincia di Treviso denominato Opitergino Mottense e si è formalmente definito nella seduta costitutiva e di insediamento del Tavolo di Concertazione dell'IPA Opitergino Mottense tenutasi il 9 luglio 2010. Nella stessa seduta è stato infatti sottoscritto un Protocollo d’intesa da un ampio e rappresentativo partenariato formato dalla Provincia di Treviso, dai Comuni dell’area interessata, dalle principali associazioni imprenditoriali, da istituzioni culturali e associazionismo dell’area, dal Consorzio di Promozione turistica e da istituti di credito. Il territorio di riferimento dell’IPA interessa 13 Comuni della provincia di Treviso ed in particolare i Comuni di: Cessalto, Chiarano, Cimadolmo, Fontanelle, Gorgo al Monticano, Mansuè, Meduna di Livenza, Motta di Livenza, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, Portobuffolè e San Polo di Piave. In sintesi l’idea forza dell’Intesa Programmatica d’area è volta a sostenere lo sviluppo locale e la valorizzazione turistica, sportiva e ricreativa dell’area per favorire la fruizione degli ambiti di pregio naturalistico e storico-culturale, favorendo inoltre l’aggregazione sociale nel territorio interessato. Nella stessa seduta del 9 luglio 2010 il Tavolo di Concertazione ha adottato un proprio Regolamento di funzionamento ed ha individuato nel Consorzio del Comprensorio Opitergino il Soggetto Responsabile dell’IPA. Nelle successive sedute del 29 luglio e del 5 agosto 2010 il Tavolo di Concertazione ha contribuito alla stesura del Documento Programmatico d’Area ed espletato le procedure per la partecipazione al bando per l’annualità 2010 della LR n. 31/99. La Giunta Regionale con Deliberazione n. 2620 del 2 novembre 2010 ha riconosciuto l’IPA Opitergino Mottense.

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Nella seduta del 22 luglio 2014 il Tavolo di Concertazione ha individuato il Comune di Oderzo come nuovo Soggetto Responsabile dell’IPA. Nella seduta del 27 giugno 2014 il Tavolo di Concertazione ha approvato l'aggiornamento del Documento Programmatico d’Area ed ha dato avvio alle procedure per la presentazione delle manifestazioni d’interesse di cui alla DGRV n. 513/2014.

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PARTE PRIMA: PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA E LE INTESE PROGRAMMATICA 1.1 LA PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA Le Intese Programmatiche d’Area costituiscono una delle forme della cosiddetta “programmazione negoziata”. La programmazione negoziata, intesa come la prassi della contrattazione degli interventi sul territorio, si sviluppa gradualmente a partire dalla fine degli anni Settanta ispirandosi al principio di sussidiarietà della politica europea. Il percorso normativo inizia in Italia con la legge 104/95 (di conversione del Decreto Legge 32/95 ), mentre l’attuale formulazione è dovuta alla L. 662/96, art. 2, commi 203 e ss. (legge finanziaria per il 1997) che la definisce come “regolamentazione concordata tra soggetti pubblici, o tra soggetto pubblico competente, e la parte o le parti pubbliche o private, per l’attuazione di interventi diversi, riferiti ad un’unica finalità di sviluppo che richiedono una valutazione complessiva delle attività di competenza”. La programmazione negoziata si realizza attraverso la collaborazione tra le istituzioni e le parti sociali coinvolte a vario titolo. L’obiettivo istituzionale è duplice:

da una parte consentire una gestione coordinata degli strumenti di programmazione “alta” (Piano di Sviluppo Regionale, Intesa Istituzionale di Programma, Documenti di programmazione comunitaria);

dall’altra favorire e incoraggiare un processo di decisione “dal basso” di tutti i soggetti pubblici e privati interessati ai problemi dello sviluppo territoriale, utilizzando come strumento la concertazione tra i Soggetti pubblici, le parti sociali e le associazioni di categoria interessate allo sviluppo locale del territorio.

La L. 662/96 individua i seguenti strumenti di programmazione negoziata:

1. Intese Istituzionali di Programma; 2. Accordi di Programma Quadro; 3. Patti Territoriali; 4. Contratti di Programma; 5. Contratti d'area.

Questo a livello nazionale. A livello regionale è con l'art. 25 della L.R. 35/2001 "Nuove norme sulla programmazione" che la Regione Veneto istituisce un nuovo strumento di programmazione decentrata e di sviluppo del territorio: l'Intesa Programmatica d'Area, strumento che evolve i precedenti “Patti Territoriali”.

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1.2 LA NORMATIVA VIGENTE PER LE INTESE PROGRAMMATICHE La normativa vigente è elencata di seguito:

art. 25, l.r. 35/2001 - Nuove norme sulla programmazione; d.g.r. n. 2796/2006 - Programmazione decentrata - Intese Programmatiche d'Area (IPA). (Art. 25

l.r. 35/2001); d.g.r. n. 3517/2007 - Programmazione decentrata - Riconoscimento Intese Programmatiche d'Area

(IPA). (Art. 25 l.r. 35/2001; DGR 2796/2006); d.g.r. n. 3323/2008 - Programmazione decentrata - Riconoscimento nuove Intese Programmatiche

d'Area (IPA). (Art. 25 l.r. 35/2001; DGR n. 2796/2006); d.g.r. n. 3698/2009 - Programmazione decentrata - Riconoscimento nuove Intese Programmatiche

d'Area (IPA). (Art. 25 l.r. 35/2001; DGR n. 2796/2006); d.g.r. n. 2620/2010 - Programmazione decentrata - Riconoscimento nuove Intese Programmatiche

d'Area (IPA). (Art. 25 l.r. 35/2001; DGR n. 2796/2006); d.g.r. n. 1034/2012 - Programmazione decentrata - Riconoscimento Intese Programmatiche d'Area

(IPA). (Art. 25 l.r. 35/2001, DGR n. 2796/2006); d.g.r. n. 2027/2012 - Programmazione decentrata - Riconoscimento Intese Programmatiche d'Area

(IPA). (Art. 25 l.r. 35/2001, DGR n. 2796/2006).

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1.3 LE IPA NEL VENETO Le IPA sono state riconosciute in tre gruppi successivi, mediante i seguenti provvedimenti:

d.g.r. n. 3517/2007; d.g.r. n. 3323/2008; d.g.r. n. 3698/2009; d.g.r. n. 2620/2010; d.g.r. n. 1034/2012; d.g.r. n. 2027/2012.

Le attuali 24 IPA riconosciute dalla Regione Veneto sono: 1. IPA Alto Vicentino 2. IPA Altopiano dei Sette Comuni 3. IPA Area Berica 4. IPA Bassa Padovana 5. IPA Basso Veronese e Colognese 6. IPA Camposampierese 7. IPA Castellana 8. IPA Chioggia, Cavarzere e Cona 9. IPA Delle Risorgive 10. IPA Dolomiti Venete 11. IPA Medio Brenta 12. IPA Miranese 13. IPA Montagna Veronese 14. IPA Montello Piave Sile 15. IPA Opitergino Mottense 16. IPA Ovest Vicentino 17. IPA Pedemontana del Brenta 18. IPA Pedemontana del Grappa e dell'Asolano 19. IPA Prealpi Bellunesi 20. IPA Risorgive 21. IPA Riviera del Brenta 22. IPA Saccisica 23. IPA Sistema Polesine 24. IPA Terre Alte della Marca Trevigiana 25. IPA Venezia Orientale

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Fig. 1 - Fonte grafica: Regione del Veneto - DGR n. 2027/2012.

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PARTE SECONDA: ANALISI SOCIO-ECONOMICA DELL’AREA I risultati della diagnosi territoriale condotta nell’area, riportati nei paragrafi successivi, sono stati presentati e discussi al Tavolo di Concertazione del 27 giugno 2014 a Oderzo e hanno rappresentato la base di lavoro per l’individuazione delle linee d’intervento dell’IPA e per l’individuazione e l’elaborazione dei progetti strategici d’area. 2.1 AREA GEOGRAFICA E AMMINISTRATIVA DI RIFERIMENTO La descrizione dell’area di intervento riguarda gli aspetti geografici, ambientali, infrastrutturali, sociali e economici più significativi, in grado di rappresentare con indicatori statistici la configurazione del territorio dell’IPA. La proposta dell’Intesa Programmatica d’Area “Opitergino Mottense” interessa il territorio di 13 comuni (13,70% dei 95 Comuni della provincia) della provincia di Treviso, per una superficie complessiva di 328,37 kmq (13,30% della superficie territoriale della provincia) con una popolazione di 78.635 abitanti (il’ 9% della popolazione provinciale). I comuni dell’area sono i seguenti: Cessalto, Chiarano, Cimadolmo, Fontanelle, Gorgo al Monticano, Mansuè, Meduna di Livenza, Motta di Livenza, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, Portobuffolè e San Polo di Piave.

Quadro 2.1.1.: Estensione territoriale dell’IPA Opitergino Mottense N. Comune Superficie kmq 1 Cessalto 28,177761 2 Chiarano 19,923649 3 Cimadolmo 17,895713 4 Fontanelle 35,353611 5 Gorgo al Monticano 27,089316 6 Mansuè 27,095127 7 Meduna di Livenza 15,379145 8 Motta di Livenza 37,778100 9 Oderzo 42,354051

10 Ormelle 18,827157 11 Ponte di Piave 32,435833 12 Portobuffolè 5,079883 13 San Polo di Piave 20,982841

Superficie totale area IPA 328,37 Superficie totale provincia di Treviso 2.476,68

Elaborazione GAL Terre di Marca su dati ISTAT

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Fig. 2 – Ambito territoriale dell’I.P.A Opitergino Mottense – Elaborazione GAL Terre di Marca

Il Programma di Sviluppo Rurale per il Veneto 2007-2013, secondo il metodo dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), classifica i comuni interessati dall’IPA come “area rurale ad agricoltura intensiva specializzata” con caratteristiche prevalenti di “rurale–urbanizzata” (aree B1) e solo per il comune di Oderzo “urbanizzata” (area B2). Dal punto di vista fisico-geografico l’area IPA è classificata come pianeggiante. Geograficamente confina a est con la provincia di Pordenone, a sud-est con la provincia di Venezia, a ovest e a nord con il territorio della provincia di Treviso. Complessivamente l’area è omogenea sotto il profilo fisico-geografico, economico, storico e culturale. 2.2 CARATTERISTICHE DEMOGRAFICHE In riferimento all’ambito geografico dell’IPA ed alla relativa situazione demografica, comprensiva della struttura relativa alla popolazione suddivisa per età, sesso, immigrazione ed emigrazione, di seguito viene individuato il contesto generale evidenziato dai successivi quadri di sintesi. Nel quadro 2.2.1 figurano i dati demografici dell’area suddivisi per singolo comune, dal quale si può notare come la densità media di popolazione nel territorio designato nel 2008 sia di 192,3 abitanti per kmq. L’andamento demografico registrato tra il 2008 ed il 2013, indicato dal seguente quadro, evidenzia un incremento medio complessivo della popolazione dell’ 0,90%.

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Quadro 2.2.1.: Dati demografici area IPA

Comune Popolazione

2008 Densità

2008 Popolazione

2013 Densità'

2013 Variazione 2008 - 2013

N. Denominazione Prov. n. abitanti Abitanti/km2 n. abitanti Abitanti/km2 n° %

1 Cessalto TV 3.754 132,9 3.847 136,7553 93 2,48

2 Chiarano TV 3.723 186,2 3.681 184,7553 -42 -1,13

3 Cimadolmo TV 3.468 194 3.449 192,7277 -19 -0,55

4 Fontanelle TV 5.866 164,7 5.836 165,0751 -30 -0,51

5 Gorgo al Monticano TV 4.144 153 4.234 156,2978 90 2,17

6 Mansuè TV 4.930 182,7 5.045 186,1958 115 2,33

7 Meduna di Livenza TV 2.951 194,5 2.948 191,6882 -3 -0,10

8 Motta di Livenza TV 10.689 283,5 10.774 285,1917 85 0,80

9 Oderzo TV 19.990 468,9 20.285 478,9388 295 1,48

10 Ormelle TV 4.480 238,6 4.452 236,4669 -28 -0,63

11 Ponte di Piave TV 8.113 247,1 8.362 257,8013 249 3,07

12 Portobuffolè TV 817 164,1 797 156,8934 -20 -2,45

13 San Polo di Piave TV 5.006 238,8 4.925 234,7156 -81 -1,62

Area IPA TOT. 77.931 192,3 78.635 239,4691 704 0,90

Provincia di Treviso TOT. 879.408 355 881.245 355,8171 1.837 0,21

Elaborazione GAL Terre di Marca su dati ISTAT 2008-2013

Fig. 3 – Densità demografica – Elaborazione GAL Terre di Marca

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Analizzando in dettaglio i dati dell’area e quelli disaggregati per ogni singolo comune (quadro 2.2.2. e quadro 2.2.3.), è evidente che l’incremento è dovuto prevalentemente alla presenza di immigrati ed alla loro caratteristica ad essere più prolifici.

Quadro 2.2.2.: Dati demografici. Popolazione residente al 31 dicembre 2013 per età e popolazione straniera nell’area IPA

TOTALE AREA IPA POPOLAZIONE

RESIDENTE CITTADINI STRANIERI

CITTADINI STRANIERI

TOT. AREA IPA

PROV. DI TREVISO

PROV. DI TREVISO

QUOTA % SU PROV. DI TREVISO

Fascia d’età n°

n° n° % % Totale Totale

% %

0-9 8.185 2.261 27,623 10,40 89.799 10,19 9,11

10-19 7.685 1.276 16,603 9,77 85.149 9,66 9,02

20-49 33.044 7.279 22,028 42,02 361.137 40,98 9,14

50-69 18.652 1.358 7,280 23,72 217.171 24,64 8,58

70-79 6.450 103 1,596 8,20 76.435 8,67 8,43

80 ed oltre 4.619 25 0,541 5,87 51.554 5,85 8,95

TOTALE 78.635 12.302 15,644 100 881.245 100 8,92

Elaborazione GAL Terre di Marca su dati ISTAT

Quadro 2.2.3.: Dati demografici relativi alla popolazione residente al 31 dicembre 2013 per età e popolazione straniera, nei singoli comuni dell’area IPA

CESSALTO POPOLAZIONE

RESIDENTE CITTADINI STRANIERI

CITTADINI STRANIERI

TOTALE COMUNE

PROV. DI TREVISO

PROV. DI TREVISO

QUOTA % SU PROV. DI

TREVISO

Fascia d’età n° n° % % Totale Totale

% %

0-9 431 122 28,306 11,20 89.799 10,19 0,47

10-19 372 73 19,623 9,67 85.149 9,66 0,43

20-49 1.626 384 23,616 42,27 361.137 40,98 0,45

50-69 862 77 8,9327 22,41 217.171 24,64 0,39

70-79 330 7 2,1212 8,58 76.435 8,67 0,43

80 ed oltre 226 4 17,699 5,87 51.554 5,85 0,44

TOTALE 3.847 667 17,338 100 881.245 100 0,43

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CHIARANO POPOLAZIONE

RESIDENTE CITTADINI STRANIERI

CITTADINI STRANIERI

TOTALE COMUNE

PROV. DI TREVISO

PROV. DI TREVISO

QUOTA % SU PROV. DI

TREVISO

Fascia d’età n° n° % % Totale Totale

% %

0-9 419 101 24,105 11,38 89.799 10,19 0,46

10-19 367 63 17,166 9,97 85.149 9,66 0,43

20-49 1.579 317 20,076 42,89 361.137 40,98 0,43

50-69 865 83 9,595 23,49 217.171 24,64 0,39

70-79 258 2 0,775 7,01 76.435 8,67 0,33

80 ed oltre 193 1 0,518 5,24 51.554 5,85 0,37

TOTALE 3.681 567 15,403 100 881.245 100 0,41

CIMADOLMO POPOLAZIONE

RESIDENTE CITTADINI STRANIERI

CITTADINI STRANIERI

TOTALE COMUNE

PROV. DI TREVISO

PROV. DI TREVISO

QUOTA % SU PROV. DI

TREVISO

Fascia d’età n° n° % % Totale Totale

% %

0-9 332 123 37,048 9,62 89.799 10,19 0,37

10-19 337 71 21,068 9,77 85.149 9,66 0,39

20-49 1.448 381 26,312 41,98 361.137 40,98 0,40

50-69 819 73 8,913 23,74 217.171 24,64 0,37

70-79 286 3 1,048 8,29 76.435 8,67 0,37

80 ed oltre 227 0 0 6,58 51.554 5,85 0,44

TOTALE 3.449 651 18,875 100 881.245 100 0,39

FONTANELLE POPOLAZIONE

RESIDENTE CITTADINI STRANIERI

CITTADINI STRANIERI

TOTALE COMUNE

PROV. DI TREVISO

PROV. DI TREVISO

QUOTA % SU PROV. DI

TREVISO

Fascia d’età n° n° % % Totale Totale

% %

0-9 574 103 17,944 9,83 89.799 10,19 0,63

10-19 600 78 13,000 10,28 85.149 9,66 0,70

20-49 2.427 374 15,409 41,58 361.137 40,98 0,67

50-69 1.457 77 5,284 24,95 217.171 24,64 0,67

70-79 463 5 1c079 7,93 76.435 8,67 0,60

80 ed oltre 315 3 0,952 5,39 51.554 5,85 0,61

TOTALE 5.836 640 10,966 100 881.245 100 0,66

.14.

Documento Programmatico d’Area - IPA Opitergino Mottense

GORGO AL MONTICANO

POPOLAZIONE RESIDENTE

CITTADINI STRANIERI

CITTADINI STRANIERI

TOTALE COMUNE

PROV. DI TREVISO

PROV. DI TREVISO

QUOTA % SU PROV. DI

TREVISO

Fascia d’età n° n° % % Totale Totale

% %

0-9 409 106 25,916 9,65 89.799 10,19 0,45

10-19 402 68 16,915 9,49 85.149 9,66 0,47

20-49 1.800 359 19,944 42,51 361.137 40,98 0,49

50-69 1.102 65 5,898 26,02 217.171 24,64 0,50

70-79 296 3 1,013 6,99 76.435 8,67 0,38

80 ed oltre 225 0 0 5,31 51.554 5,85 0,43

TOTALE 4.234 601 14,194 100 881.245 100 0,48

MANSUE’ POPOLAZIONE

RESIDENTE CITTADINI STRANIERI

CITTADINI STRANIERI

TOTALE COMUNE

PROV. DI TREVISO

PROV. DI TREVISO

QUOTA % SU PROV. DI

TREVISO

Fascia d’età n° n° % % Totale Totale

% %

0-9 584 223 38,184 11,575 89.799 10,19 0,65

10-19 486 93 19,135 9,633 85.149 9,66 0,57

20-49 2.255 600 26,607 44,697 361.137 40,98 0,62

50-69 1.105 63 5,701 21,902 217.171 24,64 0,50

70-79 365 2 0,547 7,234 76.435 8,67 0,47

80 ed oltre 250 1 0,400 4,955 51.554 5,85 0,48

TOTALE 5.045 982 19,465 100 881.245 100 0,57

MEDUNA DI LIVENZA POPOLAZIONE

RESIDENTE CITTADINI STRANIERI

CITTADINI STRANIERI

TOTALE COMUNE

PROV. DI TREVISO

PROV. DI TREVISO

QUOTA % SU PROV. DI

TREVISO

Fascia d’età n° n° % % Totale Totale

% %

0-9 298 76 25,503 10,10 89.799 10,19 0,33

10-19 319 43 13,479 10,82 85.149 9,66 0,37

20-49 1.238 265 21,405 41,99 361.137 40,98 0,34

50-69 645 34 5,271 21,87 217.171 24,64 0,29

70-79 252 7 2,777 8,54 76.435 8,67 0,32

80 ed oltre 196 3 1,530 6,64 51.554 5,85 0,38

TOTALE 2.948 428 14,518 100 881.245 100 0,33

.15.

Documento Programmatico d’Area - IPA Opitergino Mottense

MOTTA DI LIVENZA POPOLAZIONE

RESIDENTE CITTADINI STRANIERI

CITTADINI STRANIERI

TOTALE COMUNE

PROV. DI TREVISO

PROV. DI TREVISO

QUOTA % SU PROV. DI

TREVISO

Fascia d’età n° n° % % Totale Totale

% %

0-9 1.137 332 29,199 10,55 89.799 10,19 1,26

10-19 1.071 163 15,219 9,94 85.149 9,66 1,25

20-49 4.579 1.080 23,585 42,50 361.137 40,98 1,26

50-69 2.563 186 7,257 23,78 217.171 24,64 1,18

70-79 842 26 3,087 7,81 76.435 8,67 1,10

80 ed oltre 582 3 0,515 5,40 51.554 5,85 1,12

TOTALE 10.774 1.790 16,614 100 881.245 100 1,22

ODERZO POPOLAZIONE

RESIDENTE CITTADINI STRANIERI

CITTADINI STRANIERI

TOTALE COMUNE

PROV. DI TREVISO

PROV. DI TREVISO

QUOTA % SU PROV. DI

TREVISO

Fascia d’età n° n° % % Totale Totale

% %

0-9 2.012 436 21,669 9,91 89.799 10,19 2,24

10-19 1.822 254 13,940 8,98 85.149 9,66 2,13

20-49 8.317 1.599 19,225 41,00 361.137 40,98 2,30

50-69 4.883 338 6,921 24,07 217.171 24,64 2,24

70-79 1.916 23 1,200 9,44 76.435 8,67 2,50

80 ed oltre 1.335 5 0,374 6,58 51.554 5,85 2,58

TOTALE 20.285 2.655 13,088 100 881.245 100 2,30

ORMELLE POPOLAZIONE

RESIDENTE CITTADINI STRANIERI

CITTADINI STRANIERI

TOTALE COMUNE

PROV. DI TREVISO

PROV. DI TREVISO

QUOTA % SU PROV. DI

TREVISO

Fascia d’età n° n° % % Totale Totale

% %

0-9 439 118 26,879 9,86 89.799 10,19 0,48

10-19 500 101 20,200 11,23 85.149 9,66 0,58

20-49 1.864 438 23,497 41,86 361.137 40,98 0,51

50-69 1.073 90 8,387 24,10 217.171 24,64 0,49

70-79 338 9 2,662 7,59 76.435 8,67 0,44

80 ed oltre 238 0 0 5,34 51.554 5,85 0,46

TOTALE 4.452 756 16,981 100 881.245 100 0,50

.16.

Documento Programmatico d’Area - IPA Opitergino Mottense

PONTE DI PIAVE POPOLAZIONE

RESIDENTE CITTADINI STRANIERI

CITTADINI STRANIERI

TOTALE COMUNE

PROV. DI TREVISO

PROV. DI TREVISO

QUOTA % SU PROV. DI

TREVISO

Fascia d’età n° n° % % Totale Totale

% %

0-9 955 307 32,146 11,42 89.799 10,19 1,06

10-19 836 164 19,617 9,99 85.149 9,66 0,98

20-49 3.556 893 25,112 42,52 361.137 40,98 0,98

50-69 1.935 156 8,062 23,14 217.171 24,64 0,89

70-79 629 9 1,430 7,52 76.435 8,67 0,82

80 ed oltre 451 2 0,443 5,39 51.554 5,85 0,87

TOTALE 8.362 1.531 18,309 100 881.245 100 0,94

PORTOBUFFOLE’ POPOLAZIONE

RESIDENTE CITTADINI STRANIERI

CITTADINI STRANIERI

TOTALE COMUNE

PROV. DI TREVISO

PROV. DI TREVISO

QUOTA % SU PROV. DI

TREVISO

Fascia d’età n° n° % % Totale Totale

% %

0-9 81 21 25,925 10,16 89.799 10,19 0,09

10-19 63 7 11,111 7,90 85.149 9,66 0,07

20-49 327 63 19,266 41,02 361.137 40,98 0,09

50-69 221 16 7,239 27,72 217.171 24,64 0,10

70-79 57 0 0 7,15 76.435 8,67 0,07

80 ed oltre 48 0 0 6,02 51.554 5,85 0,09

TOTALE 797 107 13,425 100 881.245 100 0,09

SAN POLO DI PIAVE POPOLAZIONE

RESIDENTE CITTADINI STRANIERI

CITTADINI STRANIERI

TOTALE COMUNE

PROV. DI TREVISO

PROV. DI TREVISO

QUOTA % SU PROV. DI

TREVISO

Fascia d’età n° n° % % Totale Totale

% %

0-9 514 193 37,548 10,43 89.799 10,19 0,57

10-19 510 98 19,215 10,35 85.149 9,66 0,59

20-49 2.028 526 25,936 41,17 361.137 40,98 0,56

50-69 1.122 100 8,912 22,78 217.171 24,64 0,51

70-79 418 7 1,674 8,48 76.435 8,67 0,54

80 ed oltre 333 3 0,900 6,76 51.554 5,85 0,64

TOTALE 4.925 927 18,822 100 881.245 100 0,55

Elaborazione GAL Terre di Marca su dati ISTAT 2013

.17.

Documento Programmatico d’Area - IPA Opitergino Mottense

Per quanto riguarda la provenienza della popolazione straniera nei comuni interessati, riportiamo nel seguente quadro 2.2.4 la popolazione straniera residente:

Quadro 2.2.4: provenienza della popolazione straniera residente CESSALTO

CHIARANO

Origine Maschi Femmine Totali Origine Maschi Femmine Totali

provenienza n° n° n° provenienza n° n° n°

Unione Europea 58 70 128 Unione Europea 144 131 275

Europa dell'est 137 136 273 Europa dell'est 29 46 75

Centro nord africa 166 103 269 Centro nord africa 107 52 159

Asia 28 16 44 Asia 27 15 42

Est-asiatico 1 2 3 Est-asiatico 1 1 2

Nord-America 0 1 1 Nord-America 3 1 4

Sud-America 4 3 7 Sud-America 6 6 12

Centro- America 0 0 0 Centro- America 0 0 0

Australia 0 0 0 Australia 0 0 0

Totale 394 311 725 Totale 317 252 569

Quadro 2.2.4: provenienza della popolazione straniera residente CIMADOLMO

FONTANELLE

Origine Maschi Femmine Totali Origine Maschi Femmine Totali

provenienza n° n° n° provenienza n° n° n°

Unione Europea 94 91 185 Unione Europea 94 104 198

Europa dell'est 109 105 214 Europa dell'est 82 98 180

Centro nord africa 68 39 107 Centro nord africa 85 36 121

Asia 75 65 140 Asia 56 53 109

Est-asiatico 0 0 0 Est-asiatico 2 3 5

Nord-America 1 1 2 Nord-America 0 0 0

Sud-America 2 2 4 Sud-America 2 2 4

Centro- America 0 0 0 Centro- America 0 0 0

Australia 1 0 1 Australia 0 0 0

Totale 350 303 653 Totale 321 296 617

.18.

Documento Programmatico d’Area - IPA Opitergino Mottense

Quadro 2.2.4: provenienza della popolazione straniera residente GORGO AL MONTICANO

MANSUE'

Origine Maschi Femmine Totali Origine Maschi Femmine Totali

provenienza n° n° n° provenienza n° n° n°

Unione Europea 143 142 285 Unione Europea 392 344 736

Europa dell'est 35 39 74 Europa dell'est 56 57 113

Centro nord africa 40 13 53 Centro nord africa 24 14 38

Asia 66 50 116 Asia 23 13 36

Est-asiatico 0 0 0 Est-asiatico 5 4 9

Nord-America 0 4 4 Nord-America 0 1 1

Sud-America 4 3 7 Sud-America 2 11 13

Centro- America 0 0 0 Centro- America 0 0 0

Australia 0 0 0 Australia 0 0 0

Totale 288 251 539 Totale 502 444 946

Quadro 2.2.4: provenienza della popolazione straniera residente MEDUNA DI LIVENZA

MOTTA DI LIVENZA

Origine Maschi Femmine Totali Origine Maschi Femmine Totali

provenienza n° n° n° provenienza n° n° n°

Unione Europea 80 77 157 Unione Europea 381 350 731

Europa dell'est 25 24 49 Europa dell'est 265 289 554

Centro nord africa 55 42 97 Centro nord africa 146 111 257

Asia 44 40 84 Asia 101 70 171

Est-asiatico 0 1 1 Est-asiatico 6 3 9

Nord-America 0 0 0 Nord-America 0 5 5

Sud-America 4 4 8 Sud-America 7 17 24

Centro- America 0 0 0 Centro- America 0 0 0

Australia 0 0 0 Australia 0 0 0

Totale 208 188 396 Totale 906 845 1.751

.19.

Documento Programmatico d’Area - IPA Opitergino Mottense

Quadro 2.2.4: provenienza della popolazione straniera residente ODERZO

ORMELLE

Origine Maschi Femmine Totali Origine Maschi Femmine Totali

provenienza n° n° n° provenienza n° n° n°

Unione Europea 581 627 1208 Unione Europea 93 85 178

Europa dell'est 295 353 648 Europa dell'est 90 99 189

Centro nord africa 235 151 386 Centro nord africa 70 65 135

Asia 146 97 243 Asia 143 117 260

Est-asiatico 10 15 25 Est-asiatico 0 0 0

Nord-America 8 15 23 Nord-America 1 2 3

Sud-America 27 46 73 Sud-America 2 3 5

Centro- America 0 1 1 Centro- America 0 0 0

Australia 0 0 0 Australia 0 0 0

Totale 1.302 1.305 2.607 Totale 399 371 770

Quadro 2.2.4: provenienza della popolazione straniera residente PONTE DI PIAVE

PORTOBUFFOLE'

Origine Maschi Femmine Totali Origine Maschi Femmine Totali

provenienza n° n° n° provenienza n° n° n°

Unione Europea 177 190 367 Unione Europea 25 26 51

Europa dell'est 198 203 401 Europa dell'est 12 19 31

Centro nord africa 270 147 417 Centro nord africa 6 2 8

Asia 132 104 236 Asia 8 7 15

Est-asiatico 4 6 10 Est-asiatico 0 0 0

Nord-America 3 5 8 Nord-America 0 0 0

Sud-America 6 13 19 Sud-America 0 2 2

Centro- America 0 1 1 Centro- America 0 0 0

Australia 0 0 0 Australia 0 0 0

Totale 790 669 1.459 Totale 51 56 107

.20.

Documento Programmatico d’Area - IPA Opitergino Mottense

Quadro 2.2.4: provenienza della popolazione straniera residente SAN POLO DI PIAVE

Origine Maschi Femmine Totali provenienza n° n° n°

Unione Europea 167 134 301

Europa dell'est 119 115 234

Centro nord africa 110 92 202

Asia 92 68 160

Est-asiatico 0 0 0

Nord-America 0 1 1

Sud-America 0 10 10

Centro- America 0 0 0

Australia 0 0 0

Totale 488 420 908

Elaborazione dati GAL Terre di Marca su dati ISTAT 2011

Questi dati sono molto importanti per comprendere le dinamiche sociali instaurate ed instaurabili nell’area. Le nazionalità prevalenti sono quelle Albanese e Rumena seguite da quelle Marocchina, Senegalese, Indiana, Pakistana. I dati sono interessanti per individuare e mettere in atto politiche sociali di conoscenza ed integrazione. Per quanto riguarda la Qualità della Vita e la salute, analizzando la situazione a livello provinciale, possiamo affermare che tra i principali problemi di salute troviamo la sedentarietà e le malattie ad essa associate quali obesità, ipertensione, diabete, malattie ischemiche e cardiache. Nel Quadro 2.2.5 troviamo dati sui tassi di popolazione sovrappeso o obesa:

Quadro 2.2.5: Fasce di età di persone con problemi di sovrappeso o obesità in Regione Veneto

Fascia d'età % sovrappeso maschi % sovrappeso

femmine % obesità maschi % obesità femmine

8-9 20,5 4,9

11-15 16,26 10,13 3,06 1,56

18-34 17 3

35-49 31 8

50-69 41 13

TOTALE 40 22 10 8

Elaborazione dati GAL Terre di Marca su dati ISTAT anno 2012

La seconda causa di morte per frequenza dei decessi in età inferiore agli 80 anni è rappresentata dalle malattie ischemiche cardiache (es. infarto) che determinano l’11,2% di tali decessi; solo il 13,2% della

.21.

Documento Programmatico d’Area - IPA Opitergino Mottense

popolazione adulta fa attività fisica sufficiente a ricavarne beneficio per la propria salute; ¾ della popolazione è sedentaria. Le malattie associate alla sedentarietà sono: - Ipertensione ed esiti (insufficienza renale, cardiopatie ipertensive, ictus): l’attività fisica a bassa intensità e regolare diminuisce la pressione arteriosa. Le cardiopatie ipertensive, che possono determinare insufficienza cardiaca, e gli ictus rappresentano nel loro insieme l’attuale principale fonte di non autosufficienza. - Diabete: la probabilità d’avere il diabete aumenta dopo i 35 anni del 10% ogni anno sino ai 60. I diabetici che necessitano di cure sono il 5,4% tra la popolazione d’età 55-59, il 10% nella 65-69, il 14,1% nella 80-84. Gravi sono le complicanze: insufficienza renale, cecità, neuropatie. La sopravvivenza dei diabetici è buona per cui il carico sociale e sanitario sociale che il diabete genera è elevatissimo. - Fratture dell’anziano: determinano elevati oneri sanitari e sociali. - Osteoporosi ed artrosi: sono la principale causa di riduzione della qualità della vita. Essenziale per la salute dell’osso anche in tarda età oltre ad avere ossa sane già nell’infanzia, è mantenere una buona alimentazione ed attività fisica, meglio se all’aperto. - Depressione e distimie: vi è stato un aumento del consumo di antidepressivi maggiori in età adolescenziale. L’attività ludica informale è sia un momento di socializzazione sia un fattore intrinseco del miglioramento della percezione di sé. Servono spazi urbani adatti e tempo libero per fruirne. Questi dati sono importanti per capire quali miglioramenti sono apportabili nell’area dell’IPA per contrastare il fenomeno della sedentarietà, che come abbiamo appena visto produce effetti negativi dal punto di vista della salute fisica e mentale e anche dal punto di vista economico determinato dagli oneri sanitari. Alla luce di questi dati appare importante:

- promuovere la mobilità urbana ed extraurbana a piedi ed in bicicletta, in tutte le età quale occasione per un’attività fisica a bassa intensità e regolare (es. “pedibus”, piste ciclabili per l’accesso ai luoghi di lavoro, pedonalizzazione dei centri urbani, valorizzazione dei trasporti pubblici …);

- promuovere il gioco ed attività informali all’aperto con implementazione e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano (es. “percorsi vita”, aree gioco a libero accesso);

- promuovere la “vita attiva” anche tra chi ha difficoltà motorie (marciapiedi e percorsi pedonali accessibili e frequentabili anche da anziani: livellamento e protezione dei percorsi, previsione punti per le soste, integrazione con i luoghi di socializzazione);

- promuovere passeggiate quotidiane tramite definizione di percorsi, magari con la motivazione d’accompagnare un animale da compagnia.

.22.

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2.3 SETTORE PRIMARIO Il settore agricolo ed agro-alimentare dell’area IPA, presenta in generale un discreto numero di aziende di eccellenza con produzioni agricole tipiche e tradizionali, come ad esempio il formaggio Casatella Trevigiana DOP, la Mozzarella STG, l’Asparago di Bianco Cimadolmo IGP, il Kiwi di Treviso nonché i vini DOC (Vini Venezia e Prosecco), vini DOCG (Lison e Malanotte) e IGT. Emerge inoltre una scarsa capacità di coordinamento e di interazione (networking) fra imprese, in particolare tra imprese produttive e servizi alle imprese. Manca, da parte degli imprenditori che invecchiano, la disponibilità a mutare gli indirizzi produttivi accompagnata dalla difficoltà di salvaguardare l’ambiente rurale e il paesaggio. Di seguito vengono riportati gli indici del settore primario più significativi in grado di esprimere il territorio dell’IPA Opitergino Mottense. Nel quadro 2.3.1 viene riportata la superficie agricola utilizzata (SAU) suddivisa per singolo comune. La SAU complessiva del territorio IPA è di 21.758,36 ettari, pari al 17.66% dell'intero territorio agricolo provinciale costituito da 123.223,65 ettari.

Quadro 2.3.1: Superficie Agricola Utilizzata per ogni comune IPA

Comune Superficie Agricola Utilizzata (ha)

N. Denominazione Seminativi vite

Colture legnose agrarie,

escluso vite

orti famigliari

Prati permanenti e

pascoli

Totale

1 Cessalto 1.094,54 491,13 42,02 7,02 1,98 1.636,69

2 Chiarano 682,50 495,73 5,75 1,46 4,22 1.189,56

3 Cimadolmo 483,39 351,55 5,81 1,84 38,88 881,47

4 Fontanelle 1.120,78 1.207,38 25,13 5,97 84,34 2.443,60

5 Gorgo al Monticano 1.092,97 487,97 0,90 3,10 35,89 1.620,83

6 Mansue' 1.262,68 641,10 20,77 4,70 210,79 2.140,04

7 Meduna di Livenza 680,00 201,29 3,07 0,97 12,68 898,01

8 Motta di Livenza 1.380,45 771,51 2,42 2,96 45,42 2.202,76

9 Oderzo 1.628,23 1.306,80 14,87 5,03 55,12 3.010,05

10 Ormelle 268,32 998,02 73,4 2,65 69,47 1.411,86

11 Ponte di Piave 1.073,00 1.450,59 8,95 7,31 11,47 2.551,32

12 Portobuffole' 168,06 38,63 0,88 0,44 61,45 269,46

13 San Polo di Piave 313,66 1.119,36 60,59 3,45

5,65

1.502,71

Area IPA 11.248,48 9.561,06 264,56 46,9

637,36

21.758,36

Provincia di Treviso 78.250,98 28.417,95 2.223,14 455,58 13.876,00 123.223,65 Elaborazione dati GAL Terre di Marca su dati ISTAT – Censimento dell’agricoltura anno 2010

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Il quadro 2.3.2 riporta la superficie agraria destinata ad arboricoltura/boschi e la superficie agraria non utilizzata.

Quadro 2.3.2: Superficie agraria ad arboricoltura/boschi e superficie agraria non utilizzata - ha

Comune Arboricoltura/boschi Superficie agraria non

utilizzata

N. Denominazione

Arboricoltura da legno annessa

ad aziende agricole

Boschi annessi ad

aziende agricole

Superficie agricola non

utilizzata Altra superficie Totale

1 Cessalto 0,08 3,45 1,95 143,36 148,84

2 Chiarano 0,00 6,54 7,27 89,59 103,40

3 Cimadolmo 8,30 31,62 12,59 46,01 98,52

4 Fontanelle 0,85 2,82 12,13 163,02 178,82

5 Gorgo al Monticano 1,25 11,25 15,27 102,89 130,66

6 Mansue' 18,11 2,61 7,46 125,63 153,81

7 Meduna di Livenza 0,12 13,51 28,77 67,01 109,41

8 Motta di Livenza 5,57 3,99 16,67 175,63 201,86

9 Oderzo 2,68 5,93 18,83 161,38 188,82

10 Ormelle 0,15 0,90 2,71 42,62 46,38

11 Ponte di Piave 0,07 4,07 27,92 94,74 126,80

12 Portobuffole' 0,60 0,00 0,30 5,82 6,72

13 San Polo di Piave 0,62 0,10 6,67 72,75 80,14

Area IPA 38,40 86,79 158,54 1.290,45 1.574,18

Provincia di Treviso 261,97 4.011,08 1.097,19 6.443,84 11.814,08

Elaborazione dati GAL Terre di Marca su dati ISTAT – Censimento dell’agricoltura anno 2010

In termini di dimensioni aziendali, la struttura agricola continua ad essere caratterizzata da un forte dualismo: da un lato vi è la presenza di numerose microimprese e dall’altro c’è una tendenza all’aumento delle imprese medio-grandi.

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Nell’area IPA sono presenti complessivamente 3636 aziende agricole, corrispondenti all’12,83% di quelle presenti nell’intera Provincia di Treviso (28.345). L’89,8% delle aziende sono condotte in economia diretta del coltivatore e il 9,8% con una forma di conduzione mista (quadro 2.3.3).

Quadro 2.3.3: Numero di aziende agricole dell’area IPA e tipologia

Comune Totale Conduzione diretta del coltivatore

Conduzione con salariati

Altre forme di

conduzione N. Denominazione Prov. N. N. % N. % N. %

1 Cessalto TV 223 185 83 36 16,1 2 0,9

2 Chiarano TV 212 188 88,7 23 10,8 1 0,5

3 Cimadolmo TV 199 193 97 5 2,5 1 0,5

4 Fontanelle TV 491 464 94,5 23 4,7 4 0,8

5 Gorgo al Monticano TV 260 252 96,9 8 3,1 - -

6 Mansue' TV 332 288 86,7 44 13,3 - -

7 Meduna di Livenza TV 139 99 71,2 40 28,8 - -

8 Motta di Livenza TV 345 264 76,5 80 23,2 1 0,3

9 Oderzo TV 520 444 85,4 75 14,4 1 0,2

10 Ormelle TV 281 277 98,6 4 1,4 - -

11 Ponte di Piave TV 351 340 96,9 11 3,1 - -

12 Portobuffole' TV 31 25 80,6 5 16,1 1 3,2

13 San Polo di Piave TV 252 246 97,6 4 1,6 2 0,8

Area IPA Totale 3636 3265 89,8 358 9,8 13 0,4

Provincia di Treviso Totale 28345 25370 89,5 2849 10,1 126 0,4

Elaborazione dati GAL Terre di Marca su dati ISTAT – Censimento dell’agricoltura anno 2010

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Il quadro 2.3.4 evidenzia la superficie agricola utilizzata nell’area IPA e le relative forme di conduzione.

Quadro 2.3.4: Superficie agricola utilizzata dell’area IPA per tipologia di azienda

Comune Totale Conduzione diretta del coltivatore

Conduzione con salariati

Altre forme di

conduzione N. Denominazione Prov. Ha Ha % Ha % Ha %

1 Cessalto TV 1.488,97 1.261,89 84,74 200,27 13,45 26,81 1,80

2 Chiarano TV 1.474,18 1.365,44 92,62 107,81 7,31 0,93 0,06

3 Cimadolmo TV 1.037,86 905,35 87,23 131,26 12,65 1,25 0,12

4 Fontanelle TV 2.616,34 2.119,69 81,01 416,05 15,90 80,60 3,08

5 Gorgo al Monticano TV 1.561,80 1.501,30 96,13 60,50 3,87 0,00 0

6 Mansue' TV 2.367,38 2.003,02 84,61 364,36 15,39 0,00 0

7 Meduna di Livenza TV 894,96 656,73 73,38 238,23 26,62 0,00 0

8 Motta di Livenza TV 2.305,95 1.847,40 80,12 457,80 19,85 0,75 0,03

9 Oderzo TV 2.980,26 2.713,61 91,05 210,75 7,07 55,90 1,88

10 Ormelle TV 1.469,93 1.429,86 97,27 40,07 2,73 0,00 0

11 Ponte di Piave TV 2.538,40 2.066,74 81,42 471,66 18,58 0,00 0

12 Portobuffole' TV 175,37 154,37 88,03 11,50 6,56 9,50 5,42

13 San Polo di Piave TV 1.506,63 1.445,00 95,91 59,01 3,92 2,62 0,17

Area IPA Totale 22.418,03 19.470,40 86,85 2.769,27 12,35 178,36 0,80

Elaborazione dati GAL Terre di Marca su dati ISTAT – Censimento dell’agricoltura anno 2010

Quadro 2.3.5: Numero di imprese settore agricoltura, silvicoltura e pesca dell’area IPA

Comune Totale n° Diff. +/-

N. Denominazione Prov. 2013 2010

1 Cessalto TV 108 117 -9

2 Chiarano TV 134 145 -11

3 Cimadolmo TV 130 127 3

4 Fontanelle TV 333 330 3

5 Gorgo al Monticano TV 141 145 -4

6 Mansue' TV 179 194 -15

7 Meduna di Livenza TV 67 70 -3

8 Motta di Livenza TV 226 245 -19

9 Oderzo TV 346 371 -25

10 Ormelle TV 240 239 1

11 Ponte di Piave TV 262 272 -10

12 Portobuffole' TV 14 18 -4

13 San Polo di Piave TV 205 210 -5

Area IPA Totale 2.277 2.483 -206

Provincia di Treviso Totale 14.674 15.812 -1.138

Elaborazione dati GAL Terre di Marca su dati CCIAA di Treviso anno 2013

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Dall'analisi dei dati indicati nel quadro 2.3.5, nell'area di riferimento nel periodo dal 2010 al 2013, si sono perse 206 imprese che operano nel settore primario, pari a -8,3%. Le imprese per poter competere di fronte all’accresciuta internazionalizzazione, che ha caratterizzato l’evoluzione economica del settore agroalimentare degli ultimi anni, tendono ad adottare un modello organizzativo che consenta di sfruttare al meglio le diverse economie ottenibili lungo la catena del valore, in particolare quelle di scala e di scopo. Dal punto di vista dell’economia agroalimentare la competitività del territorio rurale risulta sempre più legata alla capacità delle imprese di organizzarsi secondo un’articolazione di filiera, con integrazioni sia verticali, tra i diversi anelli (produzione, trasformazione, distribuzione), sia orizzontali all’interno di uno stesso anello. Nel territorio in esame sono presenti le filiere che rappresentano l’agroalimentare e in particolare la filiera cerealicola, dell’ortofrutta, del vitivinicolo, della carne e del latte. La filiera cerealicola La filiera cerealicola dell’area IPA presenta numerosi punti di forza sia a livello di produzione agricola (2.496 aziende per una superficie di 11.248,48 ettari), sia a livello di trasformazione e commercializzazione. Tra gli aspetti favorevoli si sottolineano le condizioni pedo-climatiche e di maturazione che sono in grado di garantire elevate caratteristiche qualitative del prodotto e possono assicurare una produttività più elevata rispetto alla media nazionale. Gli operatori dimostrano una crescente attenzione nella gestione agronomica e nella difesa delle colture e un maggior ricorso alle informazioni che consente un miglioramento della posizione competitiva in seguito al recente processo di concentrazione (anche tramite lo strumento cooperativo) dell’attività di raccolta e di essiccazione delle granaglie. A livello di commercializzazione è importante la presenza sul territorio di un discreto numerose di imprese. Da parte dell’industria alimentare (in particolare destinata all’umana) risulta crescente la propensione a remunerare maggiormente la materia prima di qualità (anche mais). Tuttavia nel sistema si riscontrano anche dei punti di debolezza sia a livello di produzione agricola, sia a livello di trasformazione e commercializzazione. Vanno infatti evidenziati la ridotta dimensione media aziendale, l’elevato ricorso al contoterzismo, la scarsa propensione alla qualità e la polverizzazione dell’offerta. Altre problematiche sono legate all’applicazione della normativa comunitaria in materia di sicurezza igienico-sanitaria (assenza microtossine, varietà OGM) che impone l’estensione di controlli analitici lungo tutto il processo produttivo con conseguente aumento dei costi e la difficoltà di accesso a strumenti finanziari di credito e a strumenti assicurativi di gestione del rischio. Alcune difficoltà emergono anche nel mercato ove sono aumentati i livelli di concorrenza con i nuovi Paesi in seguito all’allargamento dell’Unione Europea (produzione alta, scarse garanzie qualitative). Inoltre l’incapacità di formulare corrette ed affidabili previsioni sullo sviluppo dei mercati internazionali rende impreparate ed incerte le imprese su quali azioni e reazioni mettere in atto. Purtroppo la ridotta integrazione verticale tra i vari comparti della filiera determina una scarsa programmazione delle attività di raccolta ed essiccazione che incide sull’aumento dei costi. In alcuni casi le strutture di stoccaggio risultano non idonee all’ottimizzazione delle condizioni igienico-sanitarie per la conservazione del prodotto e poco adatte alla suddivisione della materia per varietà e per

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qualità. Sotto quest’ultimo aspetto risulterebbe importante definire compiutamente concetti di qualità basati su opportuni parametri per orientare una produzione che troppo spesso risulta indifferenziata, con conseguente spinta verso il mercato estero. La favorevole crescita della domanda mondiale, trainata dai paesi in via di sviluppo insieme ad una rivalutazione delle preferenze dei consumatori in funzione del tipo di coltura, della provenienza, del prezzo, degli aspetti igienico-sanitari e delle valenze bionutrizionali, all’attenzione per la tutela ambientale e al crescente utilizzo delle biomasse agricole per la produzione di combustibili ed energia offrono al settore nuove ed importanti opportunità. Tuttavia, il mercato internazionale delle grandi colture cerealicole e industriali sottopone le produzioni locali a forti minacce. La crescente instabilità del mercato mondiale crea difficoltà ed incertezza nelle previsioni di convenienza economica. L’efficienza logistica e la buona capacità competitiva per quantità, qualità e prezzi di nuove aree produttrici ed esportatrici rende poco appetibile questo mercato. Ulteriori problemi derivano dalla frammentazione della domanda tra numerosi acquirenti, fortemente dipendenti da fattori esogeni di tipo climatico, meteorologico ed economico, dalla progressiva liberalizzazione dei mercati e dalla diminuzione del sostegno della politica comunitaria attraverso l’applicazione del disaccoppiamento e della modulazione e l’abbassamento delle sovvenzioni all’esportazione e dei dazi all’importazione. L’analisi del comparto a livello aziendale evidenzia quindi i seguenti fabbisogni: - l’adozione di strumenti volti alla riduzione della frammentazione dell’offerta, puntando anche sul ruolo della cooperazione; - riduzione dei costi di produzione favorendo l’adozione di tecniche colturali conservative e a basso impatto economico-ambientale; - incremento della qualità mediante valorizzazione tecnologica e sanitaria delle produzioni, certificazione della qualità, tracciabilità di filiera, orientando le scelte varietali verso le esigenze del mercato in particolare dell’industria agroalimentare; - miglioramento del coordinamento verticale nella filiera, da effettuarsi anche mediante nuovi e migliori strumenti contrattuali; - incremento dell’attività di formazione ed informazione su aspetti normativi, ambientali, moderni sistemi commerciali e sulle nuove tecnologie di informazione e comunicazione; - introduzione di forme di commercializzazione delle materie prime che utilizzino sistemi moderni come il mercato telematico; - incentivazione degli utilizzi alternativi delle coltivazioni come ad esempio l’impiego a fini energetici; - agevolazione dell’accesso al mercato del credito. A livello di imprese di commercializzazione si evidenziano invece i seguenti fabbisogni: - ammodernamento e concentrazione-aggregazione delle strutture di essiccazione e stoccaggio dei cereali che, in parte obsolete, assicurano sufficiente capacità di conservazione e di servizio dal punto di vista quantitativo ma non qualitativo;

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- miglioramento e riorganizzazione della fase di stoccaggio con ottimizzazione delle condizioni igienico sanitarie e suddivisione delle produzioni per qualità e varietà al fine di rispondere alle esigenze di una moderna industria di trasformazione; - riduzione delle problematiche legate alla logistica con particolare attenzione ai costi di movimentazione e stoccaggio e all’inadeguatezza delle reti di trasporto; - miglioramento del rapporto tra gli attori della filiera al fine di programmare la produzione di una materia prima con caratteristiche varietali e garanzie ottimali; - affinamento della commercializzazione delle materie prime attraverso sistemi telematici; - incentivazione della ricerca scientifica nel settore anche allo scopo della definizione di prodotti alternativi. La filiera ortofrutticola La produzione locale di ortofrutta (824 aziende per una superficie di 264,56 ettari) presenta zone di eccellenza con forte specializzazione e differenziazione della fase di produzione agricola e diffusa presenza di produzioni tradizionali strettamente legate al territorio, alcune delle quali hanno già conseguito la IGP (Asparago Bianco di Cimadolmo). La qualità del prodotto locale permette di soddisfare l’evoluzione della domanda del consumatore verso i prodotti freschi, di elevata qualità sia sotto il profilo igienico-sanitario e nutrizionale, che dal punto di vista dell’origine territoriale e del servizio incorporato (IV gamma, trasformati, functional-food) fornendo al sistema un’importante opportunità di crescita. Tuttavia lo sviluppo del comparto, in presenza della crescente concorrenza estera e di una tendenziale riduzione dei consumi di prodotti ortofrutticoli, richiede il superamento di alcune criticità. Numerose aziende ortofrutticole hanno piccole dimensioni e risultano frammentate, con costi di produzione troppo elevati e tali da non consentire margini adeguati; talvolta inoltre queste hanno difficoltà a reperire manodopera, specie se specializzata, nella fase agricola e sempre più frequentemente sono esposte a eventi meteorologici avversi (grandinate), che ne compromettono la qualità e la redditività delle produzioni. Risulta strategico il sostegno al miglioramento della professionalità non solo nella fase di produzione, ma anche in quella della trasformazione e commercializzazione. I produttori vanno formati privilegiando interventi mirati all’orientamento al mercato, alla differenziazione delle produzioni, agli strumenti di marketing, al miglioramento della qualità, alla gestione aziendale e alla logistica da parte dei vari componenti della filiera. Risulta importante curare anche la promozione al consumo oltre all’informazione di base sulle produzioni locali con la partecipazione a fiere e manifestazioni e con l’organizzazione di conferenze, lezioni e attività di educazione alimentare volte ad esaltare la stagionalità e la salubrità delle produzioni locali, dedicate agli adulti, ma soprattutto destinate ai giovani e ai più piccoli. La filiera vitivinicola La filiera vitivinicola locale (2.670 aziende produttrici di uva per una superficie di 9.561,06 ettari) è caratterizzata dall’elevata qualità della propria produzione di vini, essa infatti produce vini DOC (Vini Venezia, Prosecco), DOCG (Lison e Malanotte) e IGT (cabernet, pinot grigio, merlot).

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La buona disponibilità di territori vocati, la diversificazione delle risorse naturali assieme ai numerosi vitigni autoctoni, consentono un’ampia base ampelografica (es. raboso, verduzzo motta). Ciò ha determinato un’ offerta di vini bianchi tranquilli e frizzanti, spumanti, vini passiti, vini rossi novelli, strutturati, ecc. Si è potuto raggiungere questo risultato grazie alle eccellenti produzioni, espressione di una filiera vitivinicola dinamica ed in continua evoluzione. Nel settore, infatti, si assiste alla crescita e alla diffusione di imprese leader che, oltre a costruire sistemi di impresa in grado di superare la polverizzazione aziendale, hanno sviluppato, attraverso la creatività del management e il legame col territorio, una immagine di elevata qualità della vitivinicoltura veneta sui mercati nazionali ed internazionali. La filiera vitivinicola, che ha dato vita ad un tessuto economico-culturale molto ampio in ambito locale, si presenta ormai da anni ben radicata nel territorio. Già alla fine dell’Ottocento in Regione sono state istituite scuole di viticoltura ed enologia per incrementare la professionalità degli operatori nel settore; prima fra tutti la Scuola Enologica di Conegliano, rinomata a livello nazionale e internazionale. Negli ultimi anni si è sviluppato un turismo rurale ed enogastronomico e sono aumentate le manifestazioni e le iniziative culturali legate al vino che hanno contribuito a promuovere i vini locali. Il sistema vitivinicolo presenta tuttavia alcuni punti di debolezza, in primis la forte frantumazione della produzione. Questo fattore se da un lato ha consentito una gestione familiare delle diverse funzioni (spesso attraverso la specializzazione di ciascun membro) e il rafforzamento del legame con le tradizioni culturali, dall’altro ha reso difficile la cooperazione e l’accesso alle innovazioni tecnologiche, specialmente per le aziende di più piccola dimensione, causando sul piano commerciale una limitazione nella valorizzazione del prodotto. La scarsa presenza di giovani nella classe imprenditoriale che si occupa della filiera vitivinicola e la parziale dotazione di strumenti della ITC per quanto attiene la fase della produzione viticola costituiscono altri aspetti critici del sistema. Risulta essenziale estendere la dinamicità delle imprese leader ad un numero più consistente di imprenditori vitivinicoli per accrescere la cultura d’impresa in modo da supportare la penetrazione dei flussi di export in un maggiore numero di paesi. Altre nuove opportunità per la filiera vitivinicola potrebbero derivare dalla riforma della OCM vino e della Legge italiana n. 164/92 in particolare nei territori vocati ove si concentrano i prodotti a denominazione d’origine e dall’attuale sviluppo del turismo internazionale che nel territorio può trovare una diversificata offerta geografica, storica, artistica, paesaggistica, ambientale ed enogastronomica. Le minacce cui il settore andrà incontro riguardano l’aumento dell’eccedenza di offerta vitivinicola che assumerà caratteri più marcati nei prossimi anni; si tratta di un aspetto che peserà soprattutto sui vini premium price dove la forte competizione richiederà, da un lato, capacità di contenere i costi di produzione e della logistica e, dall’altro, di offrire prodotti con adeguato rapporto qualità/prezzo. Il consumatore accentuerà in futuro la sostituzione di quantità con qualità; di conseguenza i competitors

aumenteranno l’immagine-prestigio dei loro prodotti sul mercato; occorre quindi riflettere sulla seria minaccia

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legata all’insoddisfacente percezione che il mercato interno ed internazionale riserva ai valori culturali che stanno alla base della nostra vitivinicoltura. Bisognerà promuovere iniziative per comunicare e valorizzare l’identità dei vini locali, ne sono esempio “Cantine aperte” e “Calici di Stelle” e Strada dei Vini del Piave e Circuito delle Città del Vino. L’analisi della situazione del settore permette di definire i fabbisogni e gli interventi da mettere in atto, soprattutto a sostegno degli investimenti, individuando le necessità ritenute prioritarie a livello di aziende di produzione e di settore agro-industiale in una logica di filiera. I fabbisogni a livello aziendale evidenziano, come prioritari, gli adeguamenti strutturali e dotazionali finalizzati all’aumento dell’efficienza aziendale mediante il ricorso all’innovazione e al miglioramento della qualità delle produzioni, alla valorizzazione e tutela dell’ambiente dei diversi territori vocati, alla diversificazione e promozione dell’offerta. Risulta, inoltre, rilevante favorire il ricambio generazionale mediante l’insediamento di giovani agricoltori puntando all’aumento della dimensioni aziendali. I fabbisogni settoriali a livello agro-industriale orientano le scelte a favore di interventi in grado di aumentare il valore aggiunto delle produzioni, in particolare delle produzioni di vini DOC, DOCG e IGT, mediante l’integrazione delle imprese, la valorizzazione del prodotto, l’accesso alle tecnologie di informazione e comunicazione e il superamento dei ritardi accumulati a livello di dotazioni logistiche. Risulta, peraltro, strategica la realizzazione di apposite iniziative di promozione, commercializzazione e marketing per i prodotti di qualità, al fine di superare il modesto orientamento all’export attualmente concentrato in pochi mercati. La filiera lattiero-casearia La filiera lattiero-casearia assume un’importanza particolare nell’economia locale in termini di capacità di valorizzazione della materia prima, anche se la presenza di attività indotte sul territorio non è molto diffusa. Nel territorio sono presenti aziende di trasformazione con orientamento manageriale, che conservano un forte legame con il territorio per l’approvvigionamento di latte presso i produttori e per la vocazione alla trasformazione casearia in prodotti tipici. Tuttavia il settore presenta anche dei punti di debolezza tra i quali vanno segnalati gli elevati costi di produzione della materia prima, la difficoltà di ricambio generazionale, le limitate possibilità di utilizzo dei moderni strumenti di ITC e lo scarso sviluppo di assistenza tecnica e di consulenza aziendale. Nel territorio emerge la necessità di apportare interventi di adattamento parziale e totale dei modelli di allevamento con conseguente difficoltà di gestione dei redditi in seguito a normative ambientali e di benessere degli animali. Nel territorio dell’IPA Opitergino Mottense le opportunità per il settore lattiero-caseario locale sono molteplici. Nonostante la dipendenza per l’approvvigionamento della materia prima dall’estero, il settore è caratterizzato da un’industria di trasformazione con elevata professionalità degli operatori e da un forte legame al territorio e alle tradizioni, che hanno favorito lo sviluppo di prodotti tipici, pur in presenza di un’organizzazione di filiera insufficiente al raggiungimento di un’adeguata valorizzazione del prodotto

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La debolezza competitiva viene accentuata se si considera la tendenza della domanda favorevole ai prodotti di qualità, che rispondono alla crescente attenzione del consumatore e al benessere individuale in termini sia di salute (formaggi freschi e light, yogurt funzionali, ecc.), che edonistici (formaggi tipici), nonché agli equilibri ambientali e socio-economici (produzioni biologiche ecc.). Le minacce per il settore, invece, sono riconducibili principalmente alla concorrenza, in relazione al valore del prodotto importato, soprattutto dei nuovi paesi membri, sia per il latte fresco sia per i prodotti trasformati. Le difficoltà cui potrebbe andare incontro il settore sono accentuate dalla riduzione tendenziale dei prezzi e dall’ulteriore rafforzamento del potere contrattuale della GDO, legate ai processi di internazionalizzazione che caratterizzano e la distribuzione moderna. I principali fabbisogni settoriali fanno emergere la necessità di un aumento delle dimensioni aziendali al fine di creare imprese con sufficiente redditività. E’ necessario privilegiare l’insediamento di giovani agricoltori per ovviare al limitato ricambio generazionale, favorire l’ammodernamento delle strutture, sostenere una rete di consulenza finalizzata al recepimento delle nuove normative ambientali e di benessere degli animali e favorire azioni di promozione e di educazione alimentare per le produzioni tipiche. Nel settore della trasformazione e commercializzazione dovranno essere incentivate le azioni volte ad agevolare l’aggregazione dell’offerta anche mediante specifici progetti integrati finalizzati alla creazione di iniziative commerciali comuni e al riequilibrio dei rapporti tra produzione primaria e agroindustria. La filiera carne I principali punti di forza del settore sono l’elevata disponibilità di cereali foraggieri di ottima qualità e a costi competitivi e la presenza d’imprenditori qualificati. Negli ultimi anni è stato avviato un intenso processo di rinnovamento delle aziende finalizzato soprattutto al miglioramento degli standard qualitativi delle produzioni dal punto di vista igienico-sanitario e alla valorizzazione intrinseca del prodotto. Si sono introdotti specifici processi di tracciabilità/rintracciabilità finalizzati al riconoscimento anche di elementi di tipicità (carne veneta). Nonostante i progressi realizzati in questi anni sotto il profilo qualitativo, il comparto denota alcune criticità relativamente alla struttura produttiva e al ricambio generazionale degli imprenditori, all’organizzazione dell’offerta e al rispetto dei vincoli ambientali. Quest’ultimi sono legati in particolare alla concentrazione territoriale degli allevamenti in alcune aree, dove sono presenti alcune situazioni di squilibrio ambientale rispetto ai più stringenti vincoli normativi in tema di tutela e salvaguardia del territorio. La situazione è particolarmente significativa per quanto attiene la Direttiva Nitrati (Direttiva 91/676 “Protezione delle acque dall’inquinamento provocato da nitrati di origine agricola”), in relazione alle aree SIC, Natura 2000 ed alcune aree sensibili, che induce nelle aziende dei forti costi di adeguamento talvolta insostenibili dai produttori. Altri punti di debolezza si possono riscontrare negli aspetti strutturali (presenza di un numero cospicuo di aziende di dimensione insufficiente a raggiungere livelli soddisfacenti di efficienza) e negli aspetti di organizzazione della produzione in particolare la difficoltà di approvvigionamento dei ristalli destinati alla produzione del vitellone.

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Il continuo aumento delle tensioni e dei costi per l’approvvigionamento dei vitelli sul mercato europeo, associato al prevedibile incremento del costi delle materie prime, in particolare dei cereali utilizzati anche a fini energetici, ma anche dei sottoprodotti come la barbabietola metterà in forte crisi la competitività e la remunerazione del settore. Gli aumenti delle importazioni nel mercato europeo di carne e bovini, a seguito degli accordi internazionali, e le prevedibili diminuzioni del prezzi al consumo non lasciano ai produttori la possibilità di recuperare, in rapporto all’aumento dei costi, dei margini remunerativi. Anche la produzione avicola locale ottiene prodotti di ottima qualità pur persistendo talvolta nel settore il problema del rischio sanitario causato dalla concentrazione della produzione in aree ristrette che favorisce la formazione di focolai epizootici. Un punto critico per i produttori avicoli è rappresentato dalle importazioni internazionali di semilavorati e lavorati a base di pollame dai Paesi sudamericani o di pollame da quelli asiatici che spesso creano incertezze nei consumatori sull’immagine e la qualità del prodotto presente sul mercato, causando periodicamente il crollo della domanda e dei prezzi a scapito dell’offerta locale. Un punto di forza della filiera carne locale è rappresentato dai prodotti tipici trasformati che, pur non avendo le denominazioni d’origine, rappresentano una realtà importante del territorio. Nel settore zootecnico locale bisognerà promuovere l’associazionismo agricolo finalizzato anche alla fase di commercializzazione, per un maggiore coordinamento della filiera verso strategie organizzative e commerciali, nonché politiche di qualità e prezzo nei confronti della distribuzione. I fabbisogni aziendali volti alla competitività ed all’innovazione potranno realizzarsi sostenendo il ricambio generazionale con l’insediamento di giovani agricoltori, facilitando l’accesso alle informazioni ed alla formazione dei produttori agricoli e favorendo l’adesione a sistemi di qualità alimentare comunitari o riconosciuti a livello regionale e nazionale grazie alla creazione di un sistema di consulenza globale alle aziende. dal quadro generale sostanzialmente omogeneo, traspaiono ben definiti punti di forza e debolezza e le relative minacce ed opportunità che si prospettano per il settore agroalimentare. Tra i primi spicca in primo luogo la presenza di prodotti di qualità e l’elevata vocazionalità del territorio verso molte produzioni agroalimentari; secondariamente una forte specializzazione delle imprese con consolidati sbocchi produttivi, accompagnata da una significativa vocazione all’export che viene inoltre supportata dalla dotazione di risorse umane professionalmente preparate, soprattutto negli ambiti più dinamici. Tra i punti deboli vanno segnalate le difficoltà nel ricambio generazionale all’interno delle imprese che hanno una debole struttura aziendale e finanziaria e che presentano un limitato utilizzo dei moderni strumenti di informazione e comunicazione e delle innovazioni. A questo si associa una insufficiente organizzazione del prodotto dal campo al mercato che si traduce in una sua inadeguata valorizzazione. Lo scenario competitivo a medio termine, alla luce della evoluzione dei mercati e degli orientamenti di politica economica a livello comunitario e internazionale, offre interessanti opportunità di affermazione delle produzioni locali.

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La crescente attenzione posta agli aspetti della sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale accentua l’importanza della ricerca della qualità di prodotto e di processo e rafforza un orientamento già presente in molte imprese del settore. Tale tendenza viene suffragata anche dall’evoluzione dei consumi, sia comunitari sia internazionali, che privilegia i prodotti di qualità, con elevato contenuto di servizio e con un buon rapporto qualità/prezzo, dinamica che esalta la specializzazione di molte imprese ed, in particolare, di quelle orientate all’export. In questo quadro trovano particolare attenzione i prodotti tipici con forti legami territoriali e con le tradizioni. L’internazionalizzazione dei mercati espone le imprese a rischi concreti di perdita di competitività. Particolarmente rilevante è la minaccia proveniente dai paesi emergenti che possono contare su minori costi di produzione, in particolare quelli della manodopera e quelli parafiscali. Il crescente peso dei vincoli ambientali inoltre costituisce per l’economia delle imprese locali un ulteriore elemento di difficoltà in quanto le espone a forte limitazioni della loro operatività con aggravi di costi e conseguenti perdite di competitività. Per cogliere da un lato le opportunità offerte dallo scenario competitivo e dall’altro superare i vincoli posti dalle prospettive del mercato e gli indirizzi di politica economica a livello comunitario e internazionale, alcune strategie adottabili sono: 1) rafforzare la base produttiva, favorendo il ricambio generazionale, agevolando l’innovazione, il trasferimento delle conoscenze e l’accesso al credito; 2) favorire un aumento delle dimensioni delle imprese anche attraverso aggregazioni (fusioni, acquisizioni, integrazione orizzontale) così da ridurre i costi e aumentare gli sbocchi di mercato; 3) promuovere accordi di filiera; 4) accrescere la dimensione delle produzioni di qualità con lo sviluppo delle produzioni tipiche in modo da raggiungere una dimensione coerente con la domanda del mercato favorendo la diffusione dei consumi anche mediante attività promozionali e incentivando il marketing territoriale facendo leva sul legame con il territorio e potenziando le imprese della così detta filiera corta; 5) adeguare le competenze professionali nella programmazione del prodotto, nella gestione della qualità e nel marketing sfruttando anche i moderni strumenti delle ITC al fine di fronteggiare la complessità e variabilità del mercato interno e internazionale.

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2.4 SETTORE SECONDARIO Prima di analizzare nel dettaglio le caratteristiche principali del settore secondario nell’area dell’IPA, vediamo nel quadro 2.4.1 il numero di addetti per settore economico:

Quadro 2.4.1: Numero di addetti alle unità locali per settori economici e comuni Comune Manifatturiero e

ind. Estrattive Energia Costruzioni

Commercio e riparazioni

Trasporti N. Denominazione Prov.

1 Cessalto TV 1.956 0 260 2.150 98

2 Chiarano TV 1.086 0 116 252 12

3 Cimadolmo TV 1.288 0 182 328 546

4 Fontanelle TV 2.160 0 310 414 70

5 Gorgo al Monticano TV 1.866 0 178 170 80

6 Mansuè TV 3.234 0 220 394 146

7 Meduna di Livenza TV 1.492 0 238 148 82

8 Motta di Livenza TV 5.146 0 736 2.208 666

9 Oderzo TV 4.742 0 1.300 4.192 394

10 Ormelle TV 1.282 0 174 360 36

11 Ponte di Piave TV 4.030 0 570 720 190

12 Portobuffolè TV 554 0 66 56 6

13 San Polo di Piave TV 1.866 0 364 602 100

Totale area IPA 30.702 0 4.714 11.994 2.426

% su area IPA 49,77 0 7,64 19,44 3,93

Elaborazione dati GAL Terre di Marca su dati ISTAT anno 2011

Comune Attività finanziarie

Attività immobiliari

Servizi alle imprese

Istruzione Sanità Altro Tot compl. N. Denominazione Prov.

1 Cessalto TV 0 54 14 0 14 376

4.922

2 Chiarano TV 0 50 30 0 6 262 1.814

3 Cimadolmo TV 4 64 6 2 18 392 2.830

4 Fontanelle TV 12 70 48 0 34 254 3.372

5 Gorgo al M. TV 4 50 44 2 30 264 2.688

6 Mansuè TV 16 176 42 6 18 220 4.472

7 Meduna di Liv. TV 0 32 36 0 10 128 2.166

8 Motta di Livenza TV 36 218 90 20 646 1.310 11.076

9 Oderzo TV 266 372 266 60 216 3.216 15.024

10 Ormelle TV 0 70 8 4 48 338 2.320

11 Ponte di Piave TV 24 112 100 8 64 744 6.562

12 Portobuffolè TV 0 18 8 0 8 148 864

13 San Polo di P. TV 42 80 98 4 24 392 3.572

Totale area IPA 404 1.366 790 106 1136 8.044 61.682

% su area IPA 0,65 2,21 1,28 0,17 1,84 13,04 100

Elaborazione dati GAL Terre di Marca su dati ISTAT anno 2011

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Documento Programmatico d’Area - IPA Opitergino Mottense

Come si può ben notare il settore manifatturiero è quello dominante nell’area IPA con ben 30.702 addetti, il 49,77 % sul totale degli addetti nei comuni dell’IPA. Approfondendo l’analisi sul settore secondario, andiamo a individuare (quadro 2.4.2 ) quale settore specifico sia caratterizzante l’IPA a livello provinciale. All’interno della provincia di Treviso, a seguito della L.R. n° 8 del 4.4.03, successivamente integrata con la L.R. n°8 del 16.3.06, sono stati costituiti alcuni distretti produttivi. Quelli che si sono dimostrati più dinamici, nell’area IPA, al momento sono

Quadro 2.4.2 : Settore prevalente per area di localizzazione nella provincia di Treviso

Area prevalente di localizzazione Nominativo - settore

Conegliano-Valdobiadene Distretto del Prosecco

Montebelluna Distretto dello Sportsystem

Opitergino-Mottense, Quartiere del Piave Distretto Trevigiano del Legno-arredo

Conegliano - Venezia Distretto Veneto delle attrezzature alberghiere

Distribuito su tutta la provincia Distretto della bioedilizia

Area del Grappa, Pieve di Soligo Distretto veneto lattiero caseario

Distribuito su tutta la provincia Distretto Regionale della Gomma e materie plastiche

Castelfranco Distretto produttivo della bicicletta

Elaborazione dati GAL Terre di Marca su dati ISTAT 2013

L’area Opitergino Mottense si distingue per le attività manifatturiere legate al settore del legno e dell’arredo. Riportiamo nei quadri che seguono (2.4.3) i dati relativi alle imprese attive suddivise per settori economici nell' ambito dei comuni dell’IPA:

Quadro 2.4.3: numero di imprese attive per settore economico anno 2009 - 2013

Comune Totale Manifatturiero Costruzioni Commercio Servizi Imprese non classificate

N. Denominazione 2009 2013 2009 2013 2009 2013 2009 2013 2009 2013 2009 2013 1 Cessalto 235 236 43 44 45 38 89 85 58 69 0 0

2 Chiarano 216 222 53 46 40 43 67 70 56 63 0 0

3 Cimadolmo 268 249 69 58 54 46 61 63 84 82 0 0

4 Fontanelle 354 362 80 89 71 70 98 98 105 105 0 0

5 Gorgo al M. 263 274 81 80 50 41 62 64 70 89 0 0

6 Mansuè 270 269 65 65 57 53 67 56 80 95 1 0

7 Meduna di Livenza 166 168 36 33 33 31 52 52 45 52 0 0

8 Motta di Livenza 888 847 203 172 135 123 277 257 273 294 0 1

9 Oderzo 1.605 1.619 185 174 261 252 536 517 620 672 3 4

10 Ormelle 271 274 71 58 51 49 62 68 87 99 0 0

11 Ponte di Piave 632 800 109 99 133 122 179 175 211 403 0 1

12 Portobuffolè 64 66 16 14 11 9 16 19 21 24 0 0

13 San Polo di Piave 341 360 85 74 67 64 75 83 114 139 0 0

Totale area IPA 5.573 5.746 1.096 1.006 1.008 941 1.641 1.607 1.824 2.186 4 6

% su area IPA - - 19,67 17,51 18,09 17,38 29,45 27,97 32,73 38,04 0,072 0,10

Diff. +/- 173 -90 -67 -34 362 2

Elaborazione dati GAL Terre di Marca su dati CCIAA Treviso

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Dall'analisi del confronto fra l'anno 2009 e 2013 si nota una contrazione del numero di imprese attive legate prevalentemente ai settori trainanti del manifatturiero, del commercio e delle costruzioni. Per questi tre settori il numero delle imprese è diminuito complessivamente di 191 unità, tuttavia il numero delle imprese legato al settore dei servizi è aumentato sensibilmente passano da 1.824 unità del 2009 a 2.186 unità nel 2013.

Passando all'analisi delle caratteristiche principali dell’imprenditoria nella nostra area (quadro 2.4.4) notiamo come nei 13 comuni dell’ IPA su un totale di 12.364 imprenditori, di cui 11.308 italiani (91,45%) e 1.028 stranieri (8,55%).

Quadro 2.4.4 : Amministratori, Soci e Titolari Italiani e Stranieri in imprese attive nell' IPA. Anno 2012

Comune Valori assoluti Totale

N. Denominazione Prov. italiani stranieri

1 Cessalto TV 461 58 519

2 Chiarano TV 497 40 538

3 Cimadolmo TV 532 38 570

4 Fontanelle TV 876 69 946

5 Gorgo al Monticano TV 574 46 620

6 Mansue' TV 610 51 661

7 Meduna di Livenza TV 308 40 348

8 Motta di Livenza TV 1.654 169 1.838

9 Oderzo TV 2.955 264 3.224

10 Ormelle TV 734 53 787

11 Ponte di Piave TV 1.200 121 1.323

12 Portobuffole' TV 119 10 131

13 San Polo di Piave TV 788 69 859

Totale IPA 11.308 1.028 12.364

Totale Provincia di Treviso 113.426 11.088 124.774

Elaborazione dati GAL Terre di Marca su dati CCIAA Treviso

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2.5 SERVIZI

2.5.1 Turismo Dall'analisi dell'andamento sui flussi turistici a partire dall'anno 2010, emerge un trend positivo di crescita tuttavia l'anno 2013 si è chiuso, per la provincia di Treviso, con un bilancio in lieve flessione rispetto all’anno 2012, gli arrivi sono stati 767.750 (100 in più rispetto al 2012), le presenze sono state 1.581.430 (41.555 in meno rispetto al 2012, -2,56%). Si registra per l'anno 2012 un rallentamento a livello regionale in termini di presenze complessive con una consistenza che scende da 63,4 a oltre 62,3 milioni di turisti (-1,7%): la frenata è accusata principalmente a causa della diminuzione di presenze di turisti italiani che scendono da 24,0 a quasi 22,0 milioni (-8,7%) seppur compensata comunque in parte da un milione in più di presenze straniere (+2,7%) che salgono da 39 a 40 milioni di unità. La provincia di Treviso attualmente rappresenta una meta di destinazione sempre più interessante la cui notorietà e in aumento così come l'offerta (in termini di posti letto, di eventi, di opportunità di visita, ecc.) e di opportunità occupazioneli. Inoltre è stata superata la connotazione di area destinata al business, la diversificazione dell'offerta turistica (enogastronomia, cultura, natura e sport) ha permesso di rilanciare il settore turistico anche per quelle aree periferiche ai principali centri abitati come il territorio dell'IPA Opitergino Mottense. Numerosi sono stati gli interventi e le iniziative orientate al rilancio dell'offerta di turismo rurale realizzate attraverso l'Asse 4 Leader - GAL Terre di Marca, ambito PSR per il Veneto 2007-2013 - (itinerari turistici, paesaggio rurale, architettura, rete museale, attività promozionali, agriturismo) che hanno interessato i comuni di Portobuffolè, Meduna di Livenza, Gorgo al Monticano, Cessalto, Chiarano, Mansuè, Fontanelle, Ormelle e con la stessa L.R. n.35/2011 (itinerario naturalistico "Gira Monticano", comuni interessati Fontanelle, Oderzo, Gorgo al Monticano e Motta di Livenza). Infine con il progetto SlowTourism che ha interessato tutta l'area dell'IPA, tale iniziativa turistica è stata realizzata dal GAL Terre di Marca nell'ambito del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013.

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Documento Programmatico d’Area - IPA Opitergino Mottense

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Nel Quadro 2.5.1 riportiamo i più significativi indicatori del settore turistico.

Quadro 2.5.1 - Turisti italiani e stranieri nei comuni della provincia di Treviso. Arrivi e presenze. Anni 2010-2013 (valori assoluti e variazioni percentuali)

TERRITORIO 2010 2013

Arrivi Presenze P/A (*) Arrivi Presenze P/A (*)

Cessalto 1.727 2.751 1,6 1.458 2.761 1,9

Chiarano 742 2.087 2,8 820 2.712 3,3

Cimadolmo* - - - - - -

Fontanelle* - - - - - -

Gorgo al Monticano* - - - - - -

Mansué 37 84 2,3 40 97 2,4

Meduna di Livenza* - - - - - -

Motta di Livenza 2.066 5.672 2,7 1.694 4.162 2,5

Oderzo 18.920 48.454 2,6 19.277 44.296 2,3

Ormelle* - - - - - -

Ponte di Piave 8.442 19.128 2,3 9.964 21.529 2,2

Portobuffolé 4.244 8.336 2,0 3.264 6.609 2,0

San Polo di Piave* - - - 478 2.977 6,2

Totale IPA 36.178 86.512 2 36.995 85.143 3

Totale Provincia di Treviso 645.821 1.462.022 2,3 767.750 1.581.430 2,1

Elaborazione dati GAL Terre di Marca su dati CCIAA Treviso (*) N.B.: Il totale turisti italiani e stranieri non comprende gli arrivi e le presenze dei turisti italiani e stranieri dei Comuni per i quali non sono stati riportati i valori - in osservanza delle norme sul segreto statistico e sulla privacy - in quanto Comuni con meno di 3 strutture ricettive.

Nell'ambito delle indagini effettuate dagli uffici IAT della provincia di Treviso, emerge quanto segue: - le passeggiate nei centri storici sono le attività predilette sia da stranieri che da italiani; - gli stranieri amano effettuare visite nelle cantine, degustare prodotti tipici, ecc.; - per i turisti italiani, la Marca Trevigiana è meta per le visite e gli eventi culturali, nonchè la partecipazione ad eventi sportivi ed enogastronomici; - per gli stranieri, maggiore è la propensione allo shopping. Nel complesso emerge che: - la connotazione del territorio dell'IPA si può definire come “turismo dei centri urbani e del paesaggio rurale. Va senza dubbio considerato che le attrazioni culturali presenti in tutta l’area non presentano elementi di monumentalità di estremo spicco ma acquistano una rilevanza particolare proprio perché presentate nella loro unitarietà (l’architettura della Marca, i percorsi della Grande Guerra, le strade del Piave, i centri storici, il patrimonio storico-culturale e quello religioso). Si sottolinea lo sviluppo di una progettualità incentrata sul tema della Grande Guerra sia da parte della Provincia di Treviso sia della Regione Veneto (Comitato Regionale Veneto per le celebrazioni del centenario della Grande Guerra), e degli itinerari turistici attraverso Rete Escursionistica Veneta. Relativamente alla capacità ricettiva del territorio viene riportato in seguito un Quadro di riferimento:

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Quadro 2.5.1.1 : capacità ricettiva dei singoli comuni dell’area IPA

Comune numero esercizi capacità ricettiva

N. denominazione Prov. Alberghieri B&B Agriturismo Alberghieri B&B Agriturismo con alloggio

1 Cessalto TV 1 1 1 26 6 18

2 Chiarano TV 0 1 0 0 5 0

3 Cimadolmo TV 0 1 0 0 7 0

4 Fontanelle TV 0 2 0 0 10 0

5 Gorgo al Monticano TV 2 0 0 98 0 0

6 Mansuè TV 0 2 1 0 11 14

7 Meduna di Livenza TV 1 0 1 37 0 6

8 Motta di Livenza TV 4 3 3 126 14 50

9 Oderzo TV 6 4 3 249 16 31

10 Ormelle TV 0 1 0 0 4 0

11 Ponte di Piave TV 4 0 4 146 0 62

12 Portobuffolè TV 1 1 0 80 5 0

13 San Polo di Piave TV 1 0 0 17 0 0

Totale area IPA 20 16 13 779 78 181

Elaborazione dati GAL Terre di Marca su dati ISTAT/provincia di Treviso anno 2012

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2.5.2 Associazioni no-profit Nel Quadro che segue analizziamo le imprese no-profit attive nel territorio dell’IPA, in particolare il quadro 2.5.2.1 esplicita la forma giuridica e il numero di imprese presenti per singolo comune. Le associazioni “no-profit” sono presenti nel territorio IPA con 412 unità (si sottolinea però che la tabella, elaborata su dati ISTAT, si riferisce alle imprese attive, ovvero iscritte al registro delle imprese e non includono le unità locali). Notiamo come Oderzo e Motta di Livenza siano i comuni con il maggior numero di imprese/associazioni attive nell’area IPA.

Elaborazione dati GAL Terre di Marca su dati ISTAT

2.5.3 Copertura Banda Larga – ADSL Dato significativo per quanto riguarda la prestazione di servizi nella zona IPA è quello relativo all’accesso on-line a banda larga. Nel quadro 2.5.3.1 si nota che tutti i comuni dell’area IPA sono raggiunti al 95 / 99 % dalla banda larga.

Quadro 2.5.3.1.: percentuale di popolazione raggiungibile dalla banda larga (per comune)

Comune popolazione raggiungibile

dalla banda larga Copertura ADSL*

Copertura Wireless**

N. Denominazione Prov. %

1 Cessalto TV dal 95 al 99% - Si

2 Chiarano TV dal 95 al 99% - Si

3 Cimadolmo TV dal 95 al 99% Si Si

4 Fontanelle TV dal 95 al 99% Si SI

5 Gorgo al Monticano TV dal 95 al 99% Si Si

Quadro 2.5.2.1: Imprese attive anno 2013 nell’area dell’IPA

Comune

Cess

alto

Chiar

ano

Cim

adol

mo

Font

anell

e

Gorg

o al

Mont

icano

Mans

ue'

Medu

na d

i Live

nza

Motta

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ivenz

a

Oder

zo

Orm

elle

Pont

e di P

iave

Porto

buffo

San

Polo

di P

iave

Tota

le

Società Cooperativa Sociale 0 0 0 1 1 0 0 1 2 0 0 0 0 5

Associazione riconosciuta 3 2 4 4 4 4 4 15 30 2 16 1 6 95

Fondazione 1 0 0 0 0 0 0 1 3 0 1 0 3 9

Associazione non

riconosciuta 6 11 13 24 14 11 8 35 86 18 30 6 15 277

Altre istituzioni no profit 2 3 2 3 1 2 1 4 3 2 2 1 0 26

Totale IPA 12 16 19 32 20 17 13 56 124 22 49 8 24 412

.42.

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6 Mansuè TV dal 95 al 99% Si Si

7 Meduna di Livenza TV dal 95 al 99% - Si

8 Motta di Livenza TV dal 95 al 99% - Si

9 Oderzo TV dal 95 al 99% - Si

10 Ormelle TV dal 95 al 99% - Si

11 Ponte di Piave TV dal 95 al 99% Si Si

12 Portobuffolè TV dal 95 al 99% Si Si

13 San Polo di Piave TV dal 95 al 99% Si Si Elaborazione dati GAL Terre di Marca su dati ISTAT Fonte * wifi4all e Fonte anno 2013

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2.5.4 Servizi alla persona Per quanto riguarda i servizi alla persona (asili nido, scuole, case di riposo, ospedali ecc.) possiamo osservare il quadro che segue relativo all’anno 2013:

Quadro 2.5.4.3 : servizi primari offerti alla persona nei Comuni dell’area IPA

Comune Asili nido e scuole materne

Scuole elementari

Scuole medie

Scuole superiori

Case di riposo

Ospedali poliambulatori

e altre strutture

accreditate

Strutture di salute

mentale e

dipendenze patologiche

n° Denominazione Prov. n° n° n° n° n° n° n°

1 Cessalto TV 1 1 1 - - - -

2 Chiarano TV 1 2 1 - - - -

3 Cimadolmo TV 2 1 1 -- - - -

4 Fontanelle TV 2 2 1 - - - 1

5 Gorgo al Monticano TV 2 1 1 - - - -

6 Mansuè TV 2 1 1 - - - -

7 Meduna di Livenza TV 1 1 1 - 1 - 1

8 Motta di Livenza TV 4 2 1 3 1 2 1

9 Oderzo TV 9 7 2 6 3 5 1

10 Ormelle TV 2 2 1 - 1 - -

11 Ponte di Piave TV 5 4 2 - 1 - -

12 Portobuffolè TV 1 - - - - - -

13 San Polo di Piave TV 3 2 2 - 1 - -

Area IPA Totale 35 26 15 9 8 7 4

Elaborazione dati GAL Terre di Marca Fonte Ulss n°9 - anno 2013

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2.6 I BENI CULTURALI E IL PAESAGGIO 2.6.1 Centri storici e borghi rurali Di notevole importanza nel territorio, segnaliamo i numerosi centri storici e borghi rurali. La Tavola 3 - beni culturali indica graficamente i numerosi centri storici presenti nel territorio. Questi sono riproposti anche nella Tavola 8.5 - ptrc del veneto: rete rurale ed ecologica. Le due tavole sottolineano la presenza dei numerosi centri storici e borghi e li pongono in relazione con gli altri rilevanti elementi di interesse storico-culturale, le numerose ville venete, i siti ed elementi di valore archeologico, gli elementi di interesse storico-artistico, ecc… Come possiamo notare nel Quadro 2.6.1.1 nel territorio sono presenti ben 40 centri storici:

Quadro 2.6.1.1 : centri storici e borghi presenti nei singoli comuni Comune Centro storico/borgo

Cessalto Cessalto

S. Maria di Campagna

S.Anastasio

Chiarano Chiarano

Fossalta Maggiore

Cimadolmo S. Michele di Cimadolmo

S. Michele

Cimadolmo

Gorgo al Monticano Gorgo dei Molini

Cavalier

Gorgo della chiesa

Navolè

Marigonda

Mansuè Mansuè

Basalghelle

Cornarè

Mansuè Fossabiuba

Rigole

Meduna di Livenza Meduna di Livenza

Le Mure

Brische

Motta di Livenza Motta di Livenza

S. Giovanni

Lorenzaga

Villanova

Oderzo Oderzo

Frassenè

Camino

Faè

Colfrancui

Fratta

.45.

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Ormelle Tempio

Ormelle

Roncadelle

Ponte di Piave Ponte di Piave

Portobuffolè Portobuffolè

Settimo

S. Polo di Piave S. Polo di Piave

S. Giorgio

B.go Marin

Elaborazione dati GAL Terre di Marca da Fonte Provinciale

2.6.2 Testimonianze archeologiche e vie romane Un aspetto importante che caratterizza quasi tutti i comuni interessati è il ritrovamento nelle campagne di numerosi reperti archeologici del periodo romano oggi in parte conservati in musei del territorio. La consistente presenza di elementi di interesse storico-archeologico è evidenziata dalla Tavola 3 - beni culturali e Tavola 8.5 - ptrc del veneto: rete rurale ed ecologica. Inoltre l’articolato sistema di percorsi turistici presenti nel territorio tesi a valorizzare e connettere questi elementi di interesse storico artistico ne sottolinea il valore e la diffusione nel territorio. Si veda la Tavola 7.4 - ptcp provincia treviso: percorsi turistici del PTT - piano territoriale turistico. Alcuni elementi storici rilevanti sono le vie romane, in particolare la “Opitergium Tridentium”, che viene identificata graficamente in Tavola 7.5 - ptt provincia treviso: master plan del piano territoriale turistico. La “Opitergium Tridentium” Strada proveniente da Oderzo e diretta a Trento, più volte citata nelle fonti documentarie e nei ritrovamenti archeologici come “Opitergium Tridentum”. Secondo le ricostruzioni del Bellis, della Basso e altri, usciva da Oderzo nella località “Tre Piere” raggiungendo Fraine di Colfrancui, gli “Stradoni Galvagna”, Ormelle, San Giorgio, La Caminada di S. Polo, Tezze di Piave fino alla località di Mercatelli e quindi, attraverso gli abitati di Moriago e Mosnigo (Quartier del Piave), raggiungeva Valdobbiadene. La “Stradalta” Presente già in epoca antica ma di non rilevante importanza in epoca romana, questa strada che tagliava longitudinalmente la pianura friulana e parte di quella trevigiana, separava, di fatto, l’ambito di pianura da quello pedemontano e alpino, la pianura coltivabile a sud dal settore a nord dedicato alla pastorizia e si identificava inoltre come via di transito delle greggi. La “Stradalta” staccatasi da Oderzo e dalla Postumia, raggiungeva attraverso la media pianura friulana la strada Aquileia - Lubiana all’altezza dell’odierna cittadina di Gradisca d’Isonzo.

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Partendo da Oderzo, verso settentrione, una strada giungeva a Settimo sul fiume Livenza (Portobuffolè), il cui toponimo richiama una distanza stradale e dove si staccavano due percorsi. Il primo, ritenuto dal Fraccaro la continuazione della Postumia da Oderzo ad Aquileia, dopo essersi portato all’altezza di Sacile continuava verso Fontanafredda come risulta da due documenti del 1214 nei quali è menzionato il toponimo Postoyma e la località significativa di San Giovanni del Tempio, situati entrambi fra questi due centri. Raggiungeva quindi Villadolt, Rorai Grande, Cordenons e Arzene dove incontrava il Tagliamento. Per questa strada passarono gli invasori che potevano così evitare i presidi del basso Friuli e puntare direttamente verso Nord raggiungendo, attraverso la strada Postumia, le principali città della pianura padana. Da settimo, il secondo itinerario seguiva l’alto corso del Livenza fino alle sorgenti per puntare poi, decisamente, verso Est in direzione di S. Giovanni di Polcenigo. Consolidando sempre più la sua importanza strategica sul territorio, tanto da costituire alternativa alla Postumia stessa, la così definita “Stradalta”, per differenziarla dalla strada bassa (Annia), spesso impraticabile a seguito di eventi naturali, fu spesso identificata, nel linguaggio comune, come Postumia la quale, invece, per le spiccate caratteristiche militari che ne avevano determinato la costruzione e quindi la necessità di compiere rapidi spostamenti tra le Regioni del Nord Italia, richiedeva un percorso il più possibile rettilineo. Va considerato, inoltre, che attorno al IX secolo questa strada venne utilizzata dagli Ungari nelle loro ripetute incursioni, tanto da essere chiamata “Vastata Hungarorum” ed ancor oggi definita in alcuni suoi tratti “Ungaresca” (od Ongarica), strada che in territorio trevigiano, dalle terre alte del Livenza, scendeva per incontrare la Postumia secondo un itinerario pressoché coincidente con l’attuale statale d’Alemagna (o Napoleonica). 2.6.3 Ville Le numerose Ville presenti nel territorio sono elementi significativi del valore storico-culturale dell’area. La maggior parte delle ville, realizzate tra il Cinquecento e il Settecento e progettate spesso da noti architetti, come Andrea Palladio per Villa Zeno a Cessalto, conservano oggi splendidi stucchi e affreschi, scaloni interni ed esterni, giardini e fontane. Riportiamo nel quadro 2.6.3.1 l’elenco delle 68 Ville Venete presenti nel territorio:

Quadro 2.6.3.1: Ville di interesse storico/culturale/paesaggistico

Villa Comune Località 1 Palazzo Bonfandini, Lucatello Cessalto Santa Maria di Campagna

2 Casa Bronzini - Gurian Cessalto Cessalto

3 Villa Emo Capodilista, Giusti, Giacomini Cessalto Magnadola

4 Villa Emo Capodilista, Melchiorri, Mattioli Cessalto Magnadola

5 Villa Lavena Rossi, Michelon, Borin Cessalto Santa Maria di Campagna

6 Villa Mazzotto Cessalto Sant'Anastasio

7 Villa Pisani, Morelli, Cristofoletti (Casa canonica di Cessalto) Cessalto Donegal

8 Villa Ronchesello, Galli, Zanazzo Cessalto Cessalto

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9 Villa Zeno, detta "Il Donegal" Cessalto Donegal

10 Villa Benzon, Caine, Franceschini, Piovesana da Francenigo Chiarano Chiarano

11 Palazzo Contarini Chiarano Chiarano

12 Villa Morelli, Cristofoletti, Colombo, Giacomini Chiarano Magnadola

13 Villa Vascellari Chiarano Fossalta Maggiore

14 Villa Vascellari, Bortoluzzi, Ceccuto, Manente Chiarano Fossalta Maggiore

15 Casa Vidali Chiarano Chiarano

16 Villa Zeno Chiarano Chiarano

17 Villa Foscolo, Vendrame, Brait Cimadolmo San Michele di Piave

18 Villa Priuli, Pasqualigo, Savoini, Bonotto, Piovesana Cimadolmo Cimadolmo

19 Villa Tiepolo, Galvagna, Lorenzon, Giol Fontanelle Lorenzon

20 Villa Tiepolo, Galvani Onigo, Marcello del Majno Fontanelle Fontanelle

21 Villa Cipriani Gorgo al Monticano Novalè

22 Villa Coral Gorgo al Monticano Palazzi

23 Villa Del Bello Gorgo al Monticano Gorgo dei Molini

24 Villa Foscarini, Revedin, Giol Gorgo al Monticano Palazzi

25 Palazzo Salamon Gorgo al Monticano Cavalier

26 Villa Sponza, Giacomuzzi, Chemin, Palma, Dal Sasso Gorgo al Monticano Gorgo al Monticano

27 Villa Aganoor, Zecchinato, Arrigoni Mansuè Basalghelle

28 Villa Arrigoni, Soldi, Pilo Mansuè Fossabiuba

29 Villa Calzavara, Tomasella Mansuè Fossabiuba

30 Villa Parpinelli, Sacerdoti, Setten Mansuè Basalghelle

31 Villa Soldera Mansuè Mansuè Mansuè

32 Ca' Zorzi, Carretta, Molin Mansuè Mansuè

33 Villa Girardi, Della Frattina, Zanussi Meduna di Livenza Quartarezza

34 Villa Girardi, Policreti, Wiel Meduna di Livenza Quartarezza

35 Ca' Giusti, Michiel - Loredan (Municipio) Meduna di Livenza Meduna di Livenza

36 Villa Ancilotto, Girardi Motta di Livenza Motta di Livenza

37 Villa Filippi, Tiepolo, Papadopoli, Sacilotto, Rietti - Rota Motta di Livenza Villanova

38 Villa Molmenti, Bersoja, Commellato Motta di Livenza Villanova

39 Villa Morosini, Rietti - Rota, detta "La Morosina" Motta di Livenza Villanova

40 Villa Rocco Motta di Livenza Lorenzaga

41 Villa Stroili, Pavan Motta di Livenza Lorenzaga

42 Casa Tagliapietra, Cazorzi, Buso Colussi Motta di Livenza Motta di Livenza

43 Villa Wiel, Ancilotto Motta di Livenza Villanova

44 Casa Aristide, Casal Oderzo Colfrancui

45 Villa Bonamico, Revedin, Rechsteiner, Stepski Oderzo Piavon

46 Casa Cellini, Bernardi Oderzo Piavon

47 Palazzo Contarini, Foscolo Oderzo Oderzo

48 Villa Gritti, Avogadro, Gradenigo, Spineda, Piovesana Oderzo Oderzo

49 Villa Ottoboni, Mercante Oderzo Rustignè

50 Casa Parpinello Oderzo Piavon

51 Villa Revedin, Dal Sasso, Bortoluzzi Oderzo San Martino

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52 Casa Stepski Doliwa Rechsteiner Oderzo Piavon

53 Casa Tonello Oderzo Faè

54 Villa Wiel, Berti, Stefanel Oderzo Oderzo

55 Casa Bellussi, Mazzariol Ormelle Roncadelle

56 Villa Bortoletti, Palù Ormelle Ormelle

57 Villa Lucchetti Ormelle Tempio

58 Barchesse di villa Tiepolo, Galvagna, Lorenzon, Joled Ormelle Ormelle

59 Villa Giustinian, Rechsteiner, Stepski Doliwa Ponte di Piave Busco

60 Villa Wiel, Tommaseo Ponzetta Ponte di Piave Ponte di Piave

61 Villa Wiel, Zambon, Spilimbergo Ponte di Piave Negrisia

62 Villa Zeno, Soranzo, Rossi Ponte di Piave Busco

63 Villa Giustinian, Salice Portobuffolè Portobuffolè

64 Villa Turon Portobuffolè Portobuffolè

65 Villa Bonotto, Contessotto San Polo di Piave Rai

66 Villa De Pellegrini San Polo di Piave San Giorgio

67 Palazzo Gabrieli, Aliprandi, Andreetta San Polo di Piave San Polo di Piave

68 Villa Papadopoli, Giol San Polo di Piave San Polo di Piave

Elaborazione dati GAL Terre di Marca da fonte Provinciale

2.6.4 Patrimonio Religioso Basilica Santuario della Beata Vergine dei Miracoli: A Motta di Livenza assume un ruolo fondamentale la Basilica Santuario della Beata Vergine dei Miracoli che attira ogni anno un cospicuo numero di turisti e fedeli. ll Convento della Madonna dei Miracoli fu fondato nel 1510 dopo l'apparizione a Giovanni Cigana della Vergine. Restaurato nel 1958, è tuttora centro del culto mariano. Di struttura cinquecentesca, vi sono tre chiostri, di cui due affrescati. All'interno della Basilica si possono ammirare: un'Assunta di Palma il Giovane, una Natività di Bernardino d'Asolo e un'Apparizione della scuola del Tiepolo. S. Giovanni del Tempio Fra Treviso e Venezia la mansione intitolata a S. Giovanni del Tempio era situata in una località intersecata da strade, alla periferia di Oderzo, quando la città era molto più vicina al mare e quindi a Venezia, una località ricca di terra fertile e per la quale i pellegrini transitavano in gran numero, scendendo da Nord-Est, lungo la grande via Tridentum – Opitergium (Trento e quindi la valle dell’Adige fino ai territori germanici), preferendo Venezia quale imbarco per l’Oriente o il cammino via terra della strada Romea adriatica per arrivare a Roma, per altri ancora la direzione via terra proseguiva attraverso la penisola balcanica fino a Gerusalemme. I pii viandanti pervenivano a questo luogo anche dalla Postumia, dall’Annia e dalla “Stradalta”, la Via posta a nord della pianura veneta e friulana che convogliava le genti dal Norico e dai territori balcanici.

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La Precettorìa di Santa Maria di Campagna (S. Giovanni del Tempio) di Ormelle supportava la vicina masòn di San Giorgio di S. Polo ed era localizzata sulla linea congiungente in modo rettilineo la Sede Templare di San Tomaso di Treviso, trovandosi San Paolo di Breda circa a metà strada e dove il Piave verrebbe attraversato in località Saletto o Salettuol, quasi coincidente con l’attraversamento della Postumia (consideriamo le frequenti mutazioni dei corsi d’acqua in quei tempi, dovuti a eventi naturali). La “Precettorìa” di San Giorgio a San Polo di Piave Il territorio compreso tra la Priula e la Callalta, in sinistra orografica del Piave conserva importanti testimonianze archeologiche e monumentali della sua storia, in particolare dell’epoca medievale. San Polo e Caminada, assegnate dal Patriarca di Aquileia Popone, all’abbazia benedettina di S. Maria del Pero di Monastier di Treviso attorno all’anno 1020 (la località diventa così S. Polo del Patriarca), assieme alla frazione di Rai conservano indiscutibili presenze dei Templari e delle loro Masòn. La Chiesetta sorge su un terreno leggermente rialzato, su un preesistente sito romano collegato all’antica Via Oderzo-Trento. Il recente restauro ha messo in luce le fondazioni dell’intero complesso antico e l’impiego di mattoni decisamente romani (i sesquipedàli, di cm. 45 x 30 x 7). Dal IX secolo la località venne a far parte del Patriarcato di Aquileia, costituendo una specie di isola indipendente all’interno del territorio circostante. Risale peraltro al 1466 le maggiori opere di abbellimento della Chiesa e cioè un magnifico S. Giorgio che salva la principessa uccidendo il drago, nonché ad altri notevoli affreschi in perfetto stato, ma soprattutto il capolavoro della singolare Ultima Cena con gamberi e vino rosso locale, significato eucaristico legato al mutare delle stagioni, al ciclico ritorno, alla Pasqua di Resurrezione, ma anche, in periodo medievale, legato all’eresia in quanto, come tutti sanno, il gambero cammina all’indietro, “va in senso contrario”. 2.6.5 Il paesaggio La ‘riconoscibilità paesaggistica’ dell’ambito IPA in esame è articolata in n. 3 “ambiti di paesaggio”, ai sensi delle recenti codifiche normative (Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al D.Lgs 22.01.2004, n. 42). Gli ambiti di paesaggio sono:

a) il medio corso del Piave (ambito n. 19, ai sensi dell’atlante ricognitivo del PTRC); b) alta pianura di sinistra Piave (ambito n. 20, ai sensi dell’atlante ricognitivo del PTRC); c) pianure del Sandonatese e del Portogruarese (ambito n. 26, ai sensi dell’atlante ricognitivo del

PTRC). I tre ambiti succitati comprendono porzioni di territorio leggermente più ampie dell’ambito oggetto di intervento: l’analisi paesaggistica di seguito riportata comprenderà quindi anche le aree omogenee contigue all’area IPA, comunque non scorporabili ai fini di una corretta descrizione delle peculiarità paesaggistiche, ambientali e storico-geografiche.

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A) IL MEDIO CORSO DEL PIAVE (ambito n. 19) A.1.IDENTIFICAZIONE GENERALE FISIOGRAFIA Ambito fluviale di alta pianura. L’ambito corrisponde alla parte dell’alveo del fiume Piave di estensione più consistente che comprende le aree delle grave. Partendo da nord, l’ambito si estende dal ponte che collega il territorio del Comune di Fener a quello di Segusino e lambendo l’area del rilievo collinare del Montello posto a sud, arriva fino alla linea delle risorgive in Comune di Ponte di Piave, nel punto in cui il corso d’acqua si restringe demarcando la divisione tra l’alta e la bassa pianura. INQUADRAMENTO NORMATIVO Sull’ambito ricade, come da PTRC 1992: l’ambito di valore naturalistico-ambientale del Medio Corso del Piave (ambito 41). La parte nord dell’ambito è disciplinata da tre piani di area: Piano di Area del Massiccio del Grappa, approvato con PCR 930 del 1994, Piano di Area del Montello, approvato con DCR del 2003 e Piano di Area delle Prealpi Vittoriesi ed Alta Marca, adottato con DGR 3855 del 2005. L’ambito è interessato dalle seguenti aree appartenenti alla Rete Natura 2000: ZPS IT3240023 Grave del Piave, ZPS IT3240034 Garzaia di Pederobba, ZPS IT3240035 Settolo Basso, SIC IT3240030 Grave del Piave – Fiume Soligo - Fosso di Negrisia, SIC IT3230088 Fiume Piave dai Maserot alle Grave di Pederobba (nella parte più a sud). A.2. CARATTERI DEL PAESAGGIO GEOMORFOLOGIA E IDROGRAFIA La morfologia dell’ambito è estremamente semplice: essa consiste nell’alveo attuale del fiume Piave a canali intrecciati e superfici recenti del conoide del Piave, con tracce di canali intrecciati, subpianeggianti nella piana di divagazione recente. La parte sud dell’ambito ricade nella fascia della risorgive. VEGETAZIONE E USO DEL SUOLO La vegetazione dell’area è costituita prevalentemente da formazioni igrofile strettamente legate all’ambiente ripariale, rappresentate soprattutto da consorzi a salici. A queste si associano soprattutto nella parte nord dell’ambito, arbusteti, orno-ostrieti ed altre formazioni tipiche degli ambienti umidi e periodicamente inondati. La diversa distribuzione delle cenosi vegetali è in funzione del livello dell’acqua nelle stagioni dell’anno. Durante il periodo di magra e durante l’estate sono presenti in particolare erbe e canne palustri; nel periodo di massima normale e nel livello medio invernale si trova principalmente il bosco golenale composto da salici (Salix cinerea, S. purpurea, S. alba, S. eleagnos), pioppi (Populus nigra) e ontani (Alnus glutinosa). Tra il livello di massima normale e quello di massima assoluta il bosco golenale è composto da olmi (Ulmus carpinifolia), frassini (Fraxinus excelsior) e farnie (Quercus robur); infine oltre il livello di massima assoluta si diffonde il bosco planiziale.

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Per quanto riguarda l’uso del suolo si rileva la presenza nell’ambito di vigneti e seminativi, anche se in bassa percentuale in quanto il territorio è occupato quasi totalmente dal corso d’acqua e dalla fascia ripariale ad esso associata. INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE Il territorio dell’ambito in esame interessa principalmente l’alveo del Piave, escludendo i numerosi centri abitati che gravitano sull’asta fluviale. L’area rappresenta la fascia intermedia del corso del fiume posta tra le Prealpi Vittoriesi e l’Alta Marca e l’area della bassa pianura trevigiana e del sandonatese. Il territorio risulta omogeneo dal punto di vista morfologico, in quanto si colloca quasi totalmente in zona pianeggiante ad eccezione della parte settentrionale che corrisponde alla stretta di Nervesa in cui il Piave si incunea tra il Montello e le colline del coneglianese. Qui si possono ritrovare i caratteri naturalistici della bassa collina, della pianura e le rilevanti emergenze idriche del paleoalveo del fiume Piave, del Monticano, del Meolo e del Piave stesso: tutti legati da un sistema antropico che ha sfruttato e colto di volta in volta, gli elementi propri di ciascun ambiente. Dal punto di vista della morfologia insediativa l’area si inserisce tra la fascia lineare delineata dalla Pontebbana e l’Opitergino; su questo sistema si è innescato quel vasto processo diffusivo extraurbano caratterizzato da una rete di insediamenti produttivi cresciuti con un forte grado di spontaneità, soprattutto nel corso degli ultimi decenni. Collocato strategicamente sull’attraversamento fluviale è il centro urbano di Ponte di Piave da cui si diparte verso Oderzo una direttrice privilegiata dei flussi di attraversamento e su cui si attestano, pur esternamente all’ambito, diverse attività produttive. Per quanto concerne il sistema infrastrutturale, il tronco autostradale della “A27” Venezia - Belluno intercetta trasversalmente in direzione nord parte dell’asta fluviale, attraversando i comuni di Spresiano e Santa Lucia di Piave; la ferrovia invece, interessa l’ambito con la linea che collega la città di Treviso a Conegliano. VALORI NATURALISTICO-AMBIENTALI E STORICO-CULTURALI L’ambito nel complesso presenta buoni valori naturaliticoambientali. L’area si snoda attraverso il greto del fiume Piave mostrando ampi e diversificati spazi di naturalità e habitat di grande importanza ecosistemica. Si tratta di aree di espansione fluviale che per i frequenti cambiamenti di regime del corso d’acqua, mostrano caratteristiche naturali diversificate: tratti di corso fluviale a carattere torrentizio; zone di greto ghiaioso asciutto o grave; aree con acque stagnanti (pozze palustri di grava e langhe); aree di risorgiva; boschi ripariali misti e canneti ripari; pioppeti-saliceti ed arbusteti xerici di grava; colture erbacee annuali e pluriennali di golena; elencati sono di grande importanza per quanto riguarda la funzionalità ecologica e la biodiversità e manifestano una certa rilevanza naturalistica. Tra questi comunque, sono da sottolineare le aree della garzaia di Pederobba, di Settolo Basso, delle Grave di Negrisia, delle Fontane Bianche di Fontigo e delle Grave di Papadopoli. La garzaia di Pederobba si trova in corrispondenza dell’uscita del fiume Piave dalle Prealpi, quando il suo alveo si allarga e si distingue per la presenza di un’importante sito di nidificazione della famiglia degli ardeidi. Sono presenti zone a bosco umido, aree di grava sassose, canali laterali, aree umide ed aree di risorgiva occupate dalla tipica vegetazione delle zone umide.

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Il tratto di corso che comprende l’area di Settolo Basso consiste in un’area golenale con tratti fluviali di buona qualità, un bosco umido costituito da salici e pioppi con tratti di golena e langa. Nelle parti occupate dal bosco golenale sono presenti ampi terrazzi attraversati da sentieri, mentre all’interno del greto si alternano isole sabbiose e ghiaiose dove si è sviluppata la vegetazione tipica di questi ambienti. Le Grave di Negrisia rappresentano il tipico ambiente del medio corso del Piave che qui è caratterizzato da un letto largo e canali anastomizzati, isole fluviali, distese di ghiaie nude, langhe e vegetazione di riva e golenali. Nel sito si trova una grande ricchezza floristica grazie alla compresenza di specie igrofi le, xerofile e mesofile. Un tempo lungo tutto il corso del fiume si incontravano numerosi opifici. In particolare sulla riva destra, il canale della Piavesella garantiva l’irrigazione delle terre coltivate e soprattutto forniva energia alle ruote ad acqua presenti (già nel 1768 lungo il canale di Nervesa si contavano 26 mulini in attività). Un’altra attività connessa all’utilizzo delle acque era quella dei trasporti su zattere di vari materiali: legname, minerali e stracci che venivano pestati da un maglio e lasciati macerare nelle cartiere. Il frumento, il granoturco e il sorgo erano coltivati ovunque; la bachicoltura, legata alla diffusione del gelso, la viticoltura e l’allevamento del bestiame sia da stalla che da cortile integravano il reddito agricolo, rendendolo decoroso. Nel contesto di un’economia ancora chiusa la casa colonica produceva il necessario per il fabbisogno dei suoi abitanti. Le tristi vicende legate all’espandersi del primo conflitto mondiale mutarono radicalmente tale situazione di tranquillità. La sera del 10 novembre 1917 infatti, venne fatto saltare il ponte di Vidor, mentre i soldati raggiungevano la riva destra del Piave. La nuova linea del fronte venne ben presto fortificata: dal lago di Garda scorreva lungo la riva destra del Brenta presso Valstagna, l’altopiano dei Sette Comuni (Asiago), il Monte Tomba, Crocetta del Montello e Nervesa, dove il fronte si stabilizzò fino alla tarda primavera del 1918. Per il loro valore naturalistico-ambientale e storico culturale sono da segnalare i seguenti siti: - la garzaia di Pederobba; - le grave di Negrisia; - le Fontane Bianche di Fontigo; - le grave di Papadopoli; - l’Isola dei morti; - il circuito storico dei manufatti della Grande Guerra. A3. DINAMICHE DI TRASFORMAZIONE INTEGRITÀ NATURALISTICO-AMBIENTALE E STORICO-CULTURALE L’integrità naturalistica dell’ambito è nel complesso buona e gli ambienti che evidenziano caratteri ecologico ambientali di valore - dove le modifiche antropiche sono state contenute - sono le aree di Settolo Basso, Grave di Negrisia e Garzaia di Pederobba. Tale condizione può comunque essere minacciata da diversi interventi antropici, quali l’estrazione di materiale in alveo, la modifica dell’assetto idrogeologico, la riduzione o eliminazione di biotopi e fasce di vegetazione riparia. Non meno importante l’inquinamento: proveniente soprattutto da coltivazioni ed allevamenti intensivi che contribuiscono a degradare l’ambiente fluviale, sia in termini di funzionalità che per quanto concerne il suo ruolo di connessione ecosistemica.

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Il Piave specialmente in passato, era famoso per le sue piene, che trascinavano a valle detriti di ogni genere: legname, sabbie, ghiaie, perfino materiali pesanti come le rocce. Tra i rami divaganti sorgono veri e propri isolotti, si creano stagni e crescono arbusti che in breve danno origine a macchie boschive ed a diverse varietà di paesaggi. Nel lembo meridionale del territorio, compreso tra la piana e le grave del Piave, corre parallelamente al corso del fiume la fascia inconfondibile delle rive: si tratta di un antico terrazzo fluviale inclinato, che digrada a più riprese verso sud. In passato per la sua esposizione al sole ospitava frutteti e macchie boschive; oggi accoglie moderni vigneti e pure campi di granoturco. La vegetazione di quest’area è rimasta del tutto intatta, nel suggestivo parco dell’Isola dei Morti. In realtà un tempo era conosciuto come Isola Verde, ma poi le note vicende della Grande Guerra imposero il nome attuale. Esso è legato soprattutto al fatto che il contrattacco della vittoria, sferrato la notte tra il 26 e il 27 ottobre 1918, permise di attraversare il Piave proprio in questo punto con un numero elevato di perdite umane. In una chiesetta completata nel 1970, si ricordano tutte le vittime del conflitto, i cui resti sono raccolti nel vicino ossario di Nervesa. Il parco dunque, conserva numerosi ricordi legati alla storia, ma è anche un’oasi naturalistica molto interessante. Purtroppo le frequenti piene del Piave si sono rivelate deleterie per l’integrità dell’area: solo nel 1996 ne sono stati persi 5.000 mq. FATTORI DI RISCHIO ED ELEMENTI DI VULNERABILITÀ Le principali vulnerabilità dell’ambito sono associate alla presenza dell’uomo e in particolare alla modifica delle condizioni idrauliche, alle canalizzazioni ed al prelievo incontrollato di acqua, all’attività estrattiva sul greto di sabbia e ghiaia, alle pratiche agricole e di allevamento intensivo svolte in prossimità del corso d’acqua, con possibile inquinamento della falda ed eutrofizzazione delle acque, alle sistemazioni fondiarie, nonché alla pressione esercitata dagli insediamenti umani e relative infrastrutture. B) ALTA PIANURA DI SINISTRA PIAVE (ambito n. 20) B1. IDENTIFICAZIONE GENERALE FISIOGRAFIA Ambito di alta pianura, caratterizzato dalla presenza di numerose risorgive e corsi d’acqua. Il territorio è compreso tra l’alveo del Piave ad ovest e il confine regionale ad est; è delimitato a sud dal limite inferiore della fascia delle risorgive e a nord dalla SS 13 Pontebbana, estendendosi in prossimità del confine regionale a nord della statale stessa. INQUADRAMENTO NORMATIVO Sull’ambito ricade, come da PTRC 1992: l’ambito di valore naturalistico-ambientale dell’Ambito Fluviale del Livenza” (ambito 42). L’ambito è interessato, in parte, dal Piano di Area delle Prealpi Vittoriesi e Alta Marca adottato dalla Regione Veneto con DGR 3855 del 13.12.2005. Sull’ambito ricade l’area protetta di interesse locale del Bosco Ex Zacchi di Gaiarine. L’ambito è interessato dalle seguenti aree appartenenti alla Rete Natura 2000: ZPS IT3240006 “Bosco di Basalghelle”; ZPS IT3240013 “Ambito Fluviale del Livenza”; ZPS

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IT3240016 “Bosco di Gaiarine”; SIC IT3240006 “Bosco di Basalghelle”; SIC IT3240016, “Bosco di Gaiarine”; SIC IT3240029 “Ambito Fluviale del Livenza e Corso Inferiore del Monticano”. B2. CARATTERI DEL PAESAGGIO GEOMORFOLOGIA E IDROGRAFIA La parte nord dell’ambito fa parte dell’alta pianura antica, ghiaiosa e calcarea, costituita da conoidi fluvioglaciali e da conoidi e terrazzi dei fiumi alpini. A nord-est si trovano le superfici antiche del Piave, a ovest le superfici recenti del conoide del Piave, mentre a nord-ovest sono presenti depressioni di interconoide con depositi fini derivanti da rocce di origine sedimentaria poggiati su depositi ghiaiosi dei fiumi alpini. La parte sud è compresa nella bassa pianura antica e recente, calcarea, a valle della linea delle risorgive, dove si trovano la pianura modale del Piave; a sud-est, le aree depresse nella parte alta della pianura alluvionale del Piave e l’area di transizione tra alta e bassa pianura e dossi fluviali del Piave. In corrispondenza dei fiumi principali, Livenza e Monticano, sono inoltre presenti le piane di divagazione dei corsi d’acqua con depositi derivanti da rocce di origine sedimentaria. L’idrologia dell’ambito è caratterizzata dalla presenza della fascia delle risorgive, con due corsi d’acqua principali, il Monticano e la Livenza (il più importante fiume di risorgiva carsica della regione), che ne delimita in parte i confini dell’ambito e da una serie di fossi, canali, torrenti e rii a questi associati. VEGETAZIONE E USO DEL SUOLO La vegetazione che dimostra un certo pregio naturalistico è caratterizzata dalla presenza di saliceti e formazioni riparie lungo i corsi d’acqua e di querco-carpineto planiziale nei boschi di Gaiarine e di Basalghelle. Nel territorio si rileva anche la presenza di siepi campestri, composte da cenosi tipiche della pianura veneta, che delimitano appezzamenti di medie e piccole dimensioni, prati umidi e zone umide. L’ambito è caratterizzato da una forte presenza di vigneti, coltivati per la maggior parte in forma intensiva. INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE Il territorio tra Piave e Livenza è stato per molto tempo caratterizzato dalla presenza dei Romani, ma l’impianto urbanistico e il disegno agrario, organizzati secondo il caratteristico agro centuriato, sono pressoché scomparsi. Le poche testimonianze dell’epoca romana che ancor oggi permangono sono il tracciato della strada romana Postumia e i resti archeologici di Oderzo (Opitergium). Molto più strutturata in questo territorio è la presenza di disegni insediativi e paesaggi agrari caratterizzati dalla presenza dei veneziani. La politica agraria di quell’epoca ha lasciato un’eredità di vitale importanza per il disegno del paesaggio agrario di queste terre (opere di bonifica, ville venete, aziende agricole con le abitazioni rurali dei contadini e braccianti), ma anche per gli insediamenti. Lo sviluppo dei centri è avvenuto lungo gli assi viari principali, in cui spesso sono andate ad innestarsi strade secondarie, lungo le quali si insediano funzioni di primaria importanza per la vita del paese (piazza, chiesa, municipio). In misura più rara alcuni centri sorgono lungo i corsi d’acqua, usati un tempo come vie di trasporto; tali insediamenti presentano elementi di maggiore rigore insediativo. Il sistema insediativo che ha preso forma negli ultimi decenni, rendendo sempre meno riconoscibile l’originaria identità di questi luoghi, è caratterizzato dal fenomeno dell’edificazione diffusa e dell’edificazione lineare lungo le principali arterie stradali, le quali sono diventate le preferenziali direzioni di

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sviluppo insediativo. Tale fenomeno risulta maggiormente evidente e complesso lungo la SS 13 Pontebbana che, in pochi anni, ha visto svilupparsi un “continuum insediativo”, sia di tipo residenziale che di tipo commerciale e produttivo, con rilevanti problemi funzionali dal punto di vista infrastrutturale ed ambientale. Un sistema simile, anche se meno complesso, è quello sorto intorno alla strada Postumia lungo l’asse Treviso – Oderzo – Motta di Livenza. Sistemi urbani di minor dimensione, ma comunque diffusi sul territorio, sono quelli sorti lungo l’asse Ponte della Priula – Vazzola – Gaiarine in direzione est – ovest e lungo gli assi Conegliano – Oderzo e Santa Lucia – Oderzo in direzione nord – sud. I centri urbani di maggior rilevanza sono Conegliano a nord e Oderzo a sud. Oderzo tuttora riveste il ruolo di centro polarizzatore per l’intorno: su di esso convergono le principali direttrici provenienti da Conegliano, Treviso e San Donà che radialmente si dipartono verso il limitrofo territorio friulano. Le principali infrastrutture viarie presenti sull’ambito sono l’autostrada: A27 Venezia – Belluno, l’autostrada A28 Portogruaro – Conegliano, la SS 13 Pontebbana e la SR 53 Postumia. L’ambito è interessato, a nord, dall’attraversamento del tratto ferroviario Venezia – Udine e marginalmente, a sud, dal tratto Treviso - Portogruaro. VALORI NATURALISTICO-AMBIENTALI E STORICO-CULTURALI Dal punto di vista naturalistico-ambientale l’ambito risulta poco diversificato nel complesso, a causa di una mancata varietà del paesaggio e dell’uso del suolo; il territorio comunque, se confrontato con quello compreso negli altri ambiti di pianura, si presenta con un valore apprezzabile e soprattutto con buone potenzialità. La parte dell’ambito maggiormente interessante dal punto di vista ecologico è la zona a sud-est dove si trovano appezzamenti agricoli di medie dimensioni e una buona presenza di siepi. In tutto il territorio è estremamente sviluppata la coltivazione della vite, normalmente a carattere estensivo. Le aree che dimostrano una certa rilevanza naturalistica sono l’ambito fluviale del Livenza e del corso inferiore del Monticano, i Prà dei Gai e della Radicella, i Palù di Cimavilla e le grave di Negrisia. L’ambito fluviale del Livenza e del corso del Monticano consiste in un sistema di popolamenti fluviali, tipici di acque lente, con vegetazione varia e propria degli ambienti umidi. Si trovano infatti cariceti, canneti ad alofite e boschetti ripariali. Oltre ai corsi d’acqua gli ambienti maggiormente rappresentati sono le golene fluviali, i prati stabili, i prati umidi e le superfici agricole con destinazione diversificata. I Prà dei Gai e della Radicella è una delle poche aree planiziali in cui si percepisce la naturale mobilità delle forme fluviali; nell’area infatti sono presenti meandri e golene ed è rilevante la presenza di prati prolifiti da sfalcio, alcuni dei quali interessati periodicamente dalle esondazioni del Livenza. Oltre ai prati umidi con presenza di specie tipiche (molineti) nell’area si trovano anche prati asciutti, un tempo molto più diffusi negli ambienti rurali della media pianura veneta. I Palù di Cimavilla, inseriti nella campagna veneta dell’alta pianura, dimostrano i caratteri paesaggistici e ambientali propri di queste aree, un tempo molto presenti. Derivante dell’invasamento di ex cave di argilla, la palude, con l’annesso boschetto di pioppeto-saliceto, è un biotopo di grande importanza caratterizzato dalla presenza di diversi corsi d’acqua e canali di risorgiva, con risorgive “a polla”, e una interessante dotazione floristica sommersa. Nell’area si trovano prati umidi con una buona diversità vegetazionale e siepi alberate costituenti un sistema di “foresta reticolare” identificabile con vegetazione tipo querco-carpineto boreoitalico, presente nel territorio veneto in forma dispersa e relittuale. Le

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grave di Negrisia consistono in un ambiente di grava fluviale in cui sono riscontrabili isole fluviali, con diverso grado di colonizzazione vegetale, distese di grave nude, langhe e prati spondali. L’ambiente floristico è vario, grazie alla compresenza di specie igrofile, xerofile, mesofite e alla discesa di elementi sotto quota qui insediati grazie al microclima e alla presenza di detriti calcarei dolomitici. Sono infine da segnalare due frammenti residuali di boschi planiziali di piccole dimensioni, il Bosco di Gaiarine e il Bosco di Basalghelle, che possono comunque esprimere un buon valore ecologicofunzionale se ampliati e connessi tra loro e con il territorio circostante, per contrastare il loro isolamento e attivare una ricomposizione del paesaggio agrario tipico. Dal punto di vista storico-culturale è da segnalare la permanenza sul territorio di alcuni elementi di interesse storico-testimoniale legati alla presenza dei romani prima e dei veneziani poi. La strada Postumia e i resti archeologici di Oderzo (Opitergium) sono le poche testimonianze dell’epoca romana che ancor oggi permangono. La città di Oderzo, che fu Municipio Romano, conserva oggi poco dell’insediamento risalente a tale periodo, il quale è stato pressoché sostituito in epoca medioevale, ma nel centro storico, sotto i palazzi e la piazza costruiti in epoca recente, sono stati portati alla luce antiche testimonianze di quel periodo. Per la sua conformazione, ed in parte anche per la buona conservazione, spicca il centro storico di Portobuffolè, antico centro romano (Settimo Septimun lapidem – unità di misura romana) divenuto in seguito importante centro medioevale fortificato sorto lungo le rive del Livenza. La presenza dei Veneziani è riconoscibile nella persistenza di alcune ville venete e nella permanenza di alcuni elementi propri del disegno del paesaggio agrario di quell’epoca, ma anche negli insediamenti che si sono andati organizzando lungo gli assi viari principali, in cui, spesso si sono innestate strade secondarie, lungo le quali si sono insediate funzioni di primaria importanza per la vita del paese (piazza, chiesa, municipio). Tra i valori naturalitico-ambientali e storico-culturali sono da segnalare i seguenti siti: - i sistemi fluviali del Monticano e Livenza; - il bacino golenale del Prà dei Gai e della Radicella; - il Palù di Cimavilla; - le Grave di Negrisia; - i boschi planiziali di Gaiarine e Basalghelle; - la rete idrografica e sistema delle risorgive; - il sistema delle ville e dei parchi legate ai corsi d’acqua di risorgiva; - il centro storico di Portobuffolè; - la città archeologica di Oderzo; - la strada romana Postumia; - la chiesa dei Templari di Ormelle.

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B3. DINAMICHE DI TRASFORMAZIONE INTEGRITÀ NATURALISTICO-AMBIENTALE E STORICO-CULTURALE Le aree su cui si riscontra una maggiore integrità ecosistemica e paesaggistica sono il Prà dei Gai e della Radicella, le grave di Negrisia, i Palù di Cimavilla e l’ambito fluviale del Livenza e corso inferiore del Monticano. Anche al di fuori dei perimetri delle aree protette, e in particolare nel territorio a ovest dell’ambito, è comunque presente un paesaggio diversificato che conserva buoni caratteri ecologico-funzionali con una bassa frammentazione ecosistemica. L’ambito manifesta grande valore e integrità potenziali e latenti che possono essere espressi a seguito dell’attuazione di politiche e azioni che mirano allo sviluppo e all’aumento dell’ecodiversità e dei sistemi di connessione ecologica. Anche gli elementi di interesse storico-testimoniali presenti sono di rilevante interesse. Si rileva lo stato di buona conservazione dei centri storici di Portobuffolè, di Oderzo e di Conegliano, cui si affianca il sistema dei centri storici minori, testimonianza del disegno del paesaggio impresso dai Veneziani in questo territorio. Significativa è la presenza nell’ambito del sistema delle ville legate ai corsi d’acqua e dei manufatti idraulici di interesse testimoniale. FATTORI DI RISCHIO ED ELEMENTI DI VULNERABILITÀ Dal punto di vista insediativo le principali vulnerabilità del territorio sono legate all’eccessiva antropizzazione, al consumo di territorio, ed alla sua impermeabilizzazione, e all’espansione spesso disordinata degli insediamenti; dal punto di vista ambientale le principali vulnerabilità sono legate all’inquinamento, soprattutto connesso al traffico veicolare, all’impoverimento di alcune pratiche agricole dovute a cambi di assetto colturale, a pratiche agro-forestali non idonee, come il disboscamento senza reimpianto o la rimozione di siepi e boschetti ed alla modifica delle condizioni idrauliche. FRAMMENTAZIONE DELLE MATRICI RURALI E SEMINATURALI DEL PAESAGGIO Profilo C Paesaggio a frammentazione alta con dominante insediativa. La categoria di paesaggio comprende i territori comunali che sono occupati da aree urbanizzate per frazioni comprese tra un sesto e un terzo della loro estensione complessiva, con usi del suolo ripartiti pressoché esclusivamente tra urbano e agricolo. Il paesaggio presenta condizioni di crisi della continuità ambientale, con spazi naturali o seminaturali relitti e fortemente frammentati dall’insediamento, per lo più quasi sempre linearmente conformato lungo gli assi di viabilità, e dalle monocolture agricole. Il paesaggio registra complessivamente stati di diffusa criticità della sua articolazione spaziale, con mosaici semplificati dal punto di vista ecologico e semiologico e al tempo stesso caratterizzati da fenomeni di congestione, riferibili alla consistente frequenza di interazioni spaziali conflittuali fra diverse configurazioni o singole componenti in assenza di sistemi paesaggistici con funzioni di mediazione e inserimento. Tali situazioni sono dovute anche alla natura incrementale degli sviluppi insediativi, che esprimono in queste aree una elevata potenza di frammentazione.

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C) PIANURE DEL SANDONATESE E DEL PORTOGRUARESE (ambito n. 26) C1. IDENTIFICAZIONE GENERALE FISIOGRAFIA Ambito di bassa pianura antica. L’ambito è delimitato a nord-est dal confine regionale e a nord-ovest dalla fascia delle risorgive, segue a ovest la rete idrografica superficiale tra il fiume Sile e il territorio di Roncade, mentre a sud si appoggia sull’ambito delle bonifiche più recenti e sull’area perilagunare settentrionale. L’ambito si distingue per un’area - a nord- il Portogruarese, maggiormente caratterizzata da un paesaggio agrario abbastanza integro dove sono ancora presenti i tradizionali sistemi rurali costituiti da campi chiusi delimitati con fossati e filari di siepi campestri e dove si rileva la presenza di vigneti; e da un’area -a sud- il Sandonatese, maggiormente interessata dallo sviluppo insediativo, sia residenziale che produttivo, e da un paesaggio agrario per lo più caratterizzato da appezzamenti agricoli di grandi estensioni a carattere intensivo. INQUADRAMENTO NORMATIVO Sull’ambito ricadono, come da PTRC 1992: gli ambiti di valore naturalistico-ambientale del Medio Corso del Piave (ambito 41), dell’Ambito Fluviale del Livenza (ambito 42), del Bosco di Cavalier (ambito 59), del Bosco di Cessalto (ambito 60) e del Bosco di Lison (ambito 61). Nell’ambito ricade una limitata porzione di territorio del Parco Naturale Regionale del Fiume Sile, istituito con L.R. 28.1.1998. La parte ovest dell’ambito è disciplinata dal Piano di Area della Laguna e dell’Area Veneziana (comune di Musile di Piave), approvato dalla regione Veneto nel novembre 1995, e dal Piano di Area del Sandonatese (comuni di Fossalta di Piave, Musile di Piave, Noventa di Piave, San Donà di Piave), che, adottato con DGR n. 2807 del 19 ottobre 2001, non esercita più ad oggi alcuna efficacia. La provincia di Venezia ha istituito con D.C.P. del 20.03.2003 n. 2003/56/00001, nei territori comunali di Cinto Caomaggiore, Gruaro e Portogruaro, il Parco Fluviale del Lèmene e del Réghena, in attuazione dell’area di tutela paesaggistica di interesse regionale soggetta a competenza provinciale dell’Ambito Fluviale del Réghena e Lèmene individuata dal PTRC 1992. L’ambito è interessato dalle seguenti aree appartenenti alla Rete Natura 2000: SIC e ZPS IT3240008 Bosco di Cessalto; SIC e ZPS IT3240017 Bosco di Cavalier; SIC e ZPS IT3250006 Bosco di Lison; SIC e ZPS IT3250022 Bosco Zacchi; ZPS IT3240013 Ambito Fluviale del Livenza; ZPS IT3250012 Ambiti Fluviali del Reghena e del Lèmene – Cave di Cinto Caomaggiore; SIC IT3240029 Ambito Fluviale del Livenza e Corso Inferiore del Monticano; SIC IT3240033 Fiumi Meolo e Vallio; SIC IT3250044 Fiumi Réghena e Lèmene – Canale Taglio e Rogge Limitrofe – Cave di Cinto Maggiore. C2. CARATTERI DEL PAESAGGIO GEOMORFOLOGIA E IDROGRAFIA L’ambito è composto da suoli della bassa pianura antica e recente, calcarea, a valle della linea delle risorgive, e più precisamente formata, a est, da pianura modale del Tagliamento con incisioni e dossi fluviali

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pianeggianti e, nella parte centrale e a ovest, dalla pianura modale del Piave e da aree depresse della pianura alluvionale del Piave, con dossi fluviali del Piave e Livenza e piani di divagazione a meandri del Piave. Per quanto riguarda l’aspetto idrografico l’ambito mostra una grande ricchezza di corsi d’acqua, sia di origine naturale che di origine antropica in quanto associati alle opere di bonifica. Di particolare interesse per la loro importanza regionale o per il loro rilievo naturalistico sono i fiumi alpini Piave e Tagliamento, il Livenza, principale fiume di origine carsica della regione sul quale confluisce il corso inferiore del Monticano, e i fiumi di risorgiva Réghena, Lèmene, Loncon, Meolo e Vallio. VEGETAZIONE E USO DEL SUOLO La vegetazione che dimostra un certo grado di naturalità è limitata alla presenza di saliceti e altre formazioni riparie, presenti in corrispondenza dei corsi di fiumi di origine naturale non rettificati, e di formazioni a quercocarpineto che compongono i boschi di pianura ancora presenti in questo ambito. Numerosi e di particolare rilievo naturalistico-ambientale sono i boschi planiziali presenti nell’ambito: il Bosco Stazione di Pramaggiore, biotopo palustre-forestale, costituito da un piccolo nucleo a bosco (unità residua di bosco planiziale) e da una palude sorgiva esigua, circondato da colture a medicaio, prato stabile e siepi agrarie sub-spontanee, il Bosco le Comune, biotopo forestale mesofilo con un folto sottobosco arbustivo ed erbaceo, ai cui margini si sviluppano lembi di prato falciabile, il Bosco Zacchi, biotopo forestale mesofilo d’alto fusto, con struttura tipica dei querco-carpineti relitti di bassa pianura, il Bosco di Alvisopoli, residuo di bosco planiziale, di circa 3 ha di superficie, in cui sono stati inseriti alberi esotici ed elementi decorativi (stagno), in quanto compreso nel parco della villa Mocenigo di Alvisopoli, il Bosco di Brandiziol e Prassaccon, il più grande intervento unitario di ricostruzione di bosco planiziale di tutta la pianura veneta (110 ettari), il Bosco Cavalier, relitto di selva planiziale caratterizzata da querceto misto, oasi nel panorama agricolo circostante (mais, prato, vigneto), il Bosco di Lison, il più esteso relitto di bosco planiziale autoctono della provincia di Venezia, il Bosco di Cessalto, relitto delle selve di quercia insediatesi nell’ultimo postglaciale con vegetazione forestale dominante a Farnia e Acero campestre; il Bosco di S. Anna di Loncon, due unità residue di bosco planiziale di estensione pari a circa 1 ha. Per quanto riguarda l’uso del suolo si sottolinea l’elevata presenza di seminativi, seguita alla vasta azione di bonifica e di modernizzazione della produzione agricola, e di vigneti. I paesaggi viticoli si estendono soprattutto a partire dalla sponda sinistra del Livenza: si tratta di vaste aree percorse da una serie di itinerari, chiamati “Strade del vino Doc Lison Pramaggiore” che attraversano il territorio raggiungendo quasi tutti i borghi e i centri principali della zona. Queste zone, in particolare quelle di Lison, Pramaggiore e Belfiore, rappresentano le aree di origine di una produzione enologica locale rivolta prevalentemente ai vini bianchi, già viva in questi territori in epoca romana e sviluppatasi particolarmente ai tempi della Repubblica di Venezia. INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE L’ambito costituisce il limite che storicamente divideva i territori paludosi da quelli stabili. Il corridoio infrastrutturale che lo attraversa (Statale 14 “Triestina”, ferrovia Venezia-Trieste e Autostrada A4 Mestre-Trieste) rappresenta l’asse ordinatore dei centri disposti lungo il suo percorso. Anche se originariamente erano state le intersezioni tra le vie d’acqua e le rotte di terra gli elementi a determinare la nascita ed il consolidamento dei nuclei urbani (come Concordia Sagittaria, in epoca romana, o

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Portogruaro nel medioevo), oggi la loro forza è costituita dall’essere compresi all’interno di un sistema ad elevata vocazione intermodale. L’asse plurimodale tende a polarizzare lungo il suo tracciato agglomerati produttivi soprattutto in corrispondenza dei caselli ed in prossimità delle aree urbane, ma anche degli incroci delle direttrici principali (esempi ne sono: Noventa di Piave e San Donà di Piave, San Stino di Livenza, Portogruaro e San Michele al Tagliamento). Nella parte nord emergono i centri di Motta di Livenza e Ponte di Piave, collocati strategicamente sugli attraversamenti fluviali; l’asse infrastrutturale che li congiunge si sta affermando come direttrice privilegiata dei flussi di attraversamento su cui si attestano le attività produttive. Altre importanti infrastrutture viarie che interessano l’ambito sono la SR 89 Treviso mare, a sud, da Silea fino a Musile di Piave, e la SR 53 Postumia, a nord, da Oderzo a Portogruraro. L’ambito è attraversato dalle linee ferroviarie Venezia–Portogruaro–Monfalcone–Trieste e Treviso–Portogruaro. VALORI NATURALISTICO-AMBIENTALI E STORICO-CULTURALI L’ambito presenta nel complesso una buona rilevanza naturalistica; seppur forte la presenza di seminativi e del paesaggio mono-tono a questi associato, si riscontra anche una buona diffusione di vigneti e soprattutto di corsi d’acqua e boschi planiziali che dimostrano caratteri naturalistici ed ecologici degni di nota. Diversi sono i siti contenuti nella rete Natura 2000 o considerati come aree naturalistiche minori. I fiumi Reghena e Lemene sono corsi d’acqua di risorgiva meandriformi a dinamica naturale con elevata valenza vegetazionale e faunistica; presenti nei pressi anche cariceti, giuncheti e canneti ripariali, prati idrofili, boschi idrofili ripariali e lembi di bosco planiziale. Le stesse tipologie ambientali compongono, assieme ad alcune superfici agricole, l’ambito fluviale del Livenza e il corso inferiore del Monticano. I fiumi Meolo e Vallio sono corsi d’acqua di risorgiva con tratti a vegetazione ripariale arbustiva e buona qualità delle acque. I boschi planiziali, in prevalenza costituiti da Quercus robus, Carpinus betulus, Acer campestre, Fraxinus ornus, Ulmus minor e Fraxinus oxycarpa, sono inseriti in un contesto territoriale composto da una matrice agricola costituita da campi aperti e chiusi, vigneti e superfici boscate associate ai corsi d’acqua. Tra questi il bosco di Lison, frammento di bosco planiziale misto, dimostra uno strato erbaceo che conserva ancora specie microterme settentrionali, testimonianze di antichi cambiamenti climatici; mentre nel Bosco di Cessalto il sottobosco è composto da numerose specie floristiche sia di tipo submediterraneo che subalpino. Altri siti che dimostrano una certe rilevanza naturalistica per la presenza di habitat residui e di grande importanza ecologica sono l’area afferente il Livenza, a sud dei Prà dei Gai e della Radicella, la Grava di Malafesta, ambiente di grava fluviale del Tagliamento con ghiaie scoperte, ruscello di risorgiva e bosco igrofilo e le cave di Cinto Caomaggiore, ex cave di ghiaia oggi ben rinaturalizzate. L’area che si trova a sud dei Prà dei Gai e della Radicella dimostra i caratteri tipici dei prati umidi e asciutti un tempo molto diffusi nel paesaggio rurale della media pianura, di importanza fondamentale per il ruolo che occupavano dal punto di vista ecologico, ambientale ed economico. Questa è un’area composta da prati polifiti da sfalcio in parte interessati da esondazioni del Livenza dove è percepibile la naturale conformazione e dinamica del letto fluviale con la presenza di meandri e golene, strutture oggi visibili con minor frequenza a causa dell’uso di opere di regimazione e rettificazione dei corsi

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d’acqua. Tale paesaggio è ben riconoscibile anche nel territorio compreso tra i fiumi Lemene e Reghena. Il territorio - un tempo coperto di boschi, come testimoniano i residui rimasti - cominciò ad acquistare importanza durante l’epoca romana grazie al passaggio della via Annia, della via Postumia e, verso nord, della via Claudia Augusta. Il centro più rilevante, come dimostrano i numerosi resti archeologici di età romana e paleocristiana ancor oggi presenti, fu Julia Concordia, poi detta Concordia Sagittaria. Con la decadenza di Roma e con l’arrivo dei Barbari, la civiltà di quest’area fu salvaguardata dalla presenza delle Abbazie, centri di potere e di cultura, e in particolare da quelle di Summaga e di S. Maria in Sylvis a Sesto al Reghena (in provincia di Pordenone). Del XII secolo è la città muraria di Portogruaro, il cui centro storico mantiene ancor oggi ben visibili le testimonianze del suo passato, medievale prima e veneziano poi. Dall’inizio del 1400 fu la repubblica di Venezia a imporre il suo potere e la sua politica agraria su queste terre (ne sono esempio le numerose ville rimaste, tra cui Villa Zeno di Andrea Palladio a Cessalto), potere che durerà fino alla sua caduta ad opera di Napoleone. Dopo la parentesi austro-ungarica le terre diventarono italiane e dopo le distruzioni delle guerre del XX secolo, che colpirono in particolare gli insediamenti del sandonatese sorti lungo il Piave, ricominciarono le opere di bonifica e lo sviluppo dell’agricoltura e, negli ultimi anni, anche quello commerciale-industriale ma antichi borghi, originari complessi agricoli, ville storiche, antichi mulini, campi chiusi da file di salici, luoghi cantati nelle memorie di Ippolito Nievo, sono ancora visibili. Tra gli elementi di valore naturalistico-ambientale e storico-culturale si segnalano in particolare: - i sistemi fluviali dei fiumi Reghena, Lemene, Meolo e Vallio, - i residui di boschi planiziali, - la Grava di Malafesta del fiume Tagliamento, - le cave senili di Cinto Caomaggiore, - la città archeologica di Concordia Sagittaria, - il centro storico - città murata di Portogruaro, - i luoghi di Ippolito Nievo de “Le confessioni di un italiano” (Fratta), - i mulini di Stalis e mulini di Boldara e del Nogarolo, - gli elementi di interesse storico-testimoniale: i resti archeologici, gli edifici religiosi (tra cui l’Abbazia di Summaga), le ville storiche (tra cui Villa Zeno di Andrea Palladio a Cessalto), gli antichi borghi, i mulini, ecc. C3. DINAMICHE DI TRASFORMAZIONE INTEGRITÀ NATURALISTICO-AMBIENTALE E STORICO-CULTURALE L’integrità naturalistica è associata alla presenza dei boschi di pianura, degli ambiti fluviali del Livenza, del Reghena e Lemene, del Meolo e Vallio e del Tagliamento, e delle Cave Cinto. Significativa è la presenza dei campi chiusi nella zona a nord dell’ambito, la quale si presenta ancora abbastanza integra e meno compromessa dal punto di vista insediativo rispetto all’area afferente il sandonatese. Dal punto di vista storico-culturale molti sono gli elementi che presentano un rilevante interesse e che testimoniano la storia di questo territorio, qui strettamente legata alla presenza dei diversi corsi d’acqua: dai

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numerosi siti e resti archeologici di età romana e paleocristiana alla presenza delle abbazie e dei complessi monastici, dei centri storici e dei numerosi edifici di interesse storico culturale, dei luoghi cantati in letteratura da Ippolito Nievo, del paesaggio agrario dei campi chiusi e dei vigneti storici, del sistema delle ville legate ai corsi d’acqua e dei manufatti idraulici e della cultura rurale tradizionale di interesse testimoniale. Si rileva tuttavia la mancanza di un efficiente sistema a rete tra questi elementi che spesso risultano non giustamente valorizzati all’interno di un circuito di ospitalità e visitazione sostenibile diffuso sul territorio proprio dell’ambito ma anche interrelato con le aree limitrofe, che qui potrebbe essere favorito dalla presenza di molte vie d’acqua alla riscoperta dell’antico rapporto tra uomo e acqua. FATTORI DI RISCHIO ED ELEMENTI DI VULNERABILITÀ Dal punto di vista ambientale le principali vulnerabilità del territorio sono legate alle pratiche agricole e agroforestali (distruzione degli antichi segni particellari, rimozione di siepi e boschetti, banalizzazione del paesaggio associato alla diffusione di pratiche agricole intensive, fertilizzazione e inquinamento da pesticidi), e alla modifica delle condizioni idrauliche (opere di drenaggio e di regimazione legate alla bonifica, rettifica e tombinamento di fossi e scoli); dal punto di vista insediativo le principali vulnerabilità sono legate alla trasformazione incongrua di tipologie architettoniche tradizionali, al consumo di territorio con edificazione sparsa e uno sviluppo insediativo spesso disordinato con bassa qualità tipologica e architettonica. FRAMMENTAZIONE DELLE MATRICI RURALI E SEMINATURALI DEL PAESAGGIO Profilo G Paesaggio a frammentazione media con frequente dominante agricola. La biopermeabilità media di questa categoria di paesaggi contraddistingue situazioni di bilico, che dipenderanno dalla evoluzione futura dell’ insediamento e del sistema infrastrutturale, tenuto conto della dominanza dei fattori agrari di frammentazione.

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2.7 L’AMBIENTE Le caratteristiche salienti del sistema ambientale dell’area dell’IPA, sono individuabili graficamente nella Tavola 8.5 - ptrc del veneto: rete rurale ed ecologica: Notiamo come il territorio sia prioritariamente caratterizzato da aree urbane e da aree ad elevata utilizzazione agricola. Da sottolineare però anche la presenza di numerose aree di valore naturalistico ed ecologico, spesso situate in corrispondenza di importanti elementi fluviali. La complessa rete idrografica è individuabile anche nella Tavola 1 - sistema ambientale. Per comprendere le caratteristiche e lo stato ambientale del territorio possiamo analizzare le interessanti informazioni di livello provinciale sulle Unità di paesaggio. Fig. 11 – Il carico antropico nelle UdP Fonte PTCP Treviso anno 2013 – Elaborazione GAL Terre di Marca

Nell’immagine sopra riportata possiamo individuare le UdP dell’area dell’IPA (P9,P10,P8,F2 – parte) e possiamo osservare il Grado di carico antropico nelle varie UdP. Riportiamo ora la descrizione delle caratteristiche saliente nelle UdP di nostro interesse: UDP P8 Zona di pianura attraversata dai fiumi Livenza e Monticano. Substrato caratterizzato in prevalenza da depositi alluvionali argillosi, sabbiosi in corrispondenza dei corsi d’acqua. Nella parte più ad est, l’unità comprende l’area esondabile del fiume Livenza mentre ad ovest parte dell’area esondabile del fiume Piave. Nella parte più a nord comprende la fascia delle risorgive ad est del Piave.

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Predominanza di aree agricole: in particolare, a sud-ovest predominano i seminativi semplici con case sparse intervallati da frutteti mentre a nord-est predominano le aree agricole eterogenee. Urbanizzato rado, concentrato intorno alle città di Oderzo, Motta di Livenza e Mansuè e lungo gli assi infrastrutturali. Nelle zone più meridionali, cominciano a prevalere i seminativi completamente privi di siepi e filari. UDP P9 Zona di pianura, confina a ovest con l’area di esondazione del fiume Piave e a sud con l’area delle risorgive. Substrato caratterizzato da depositi alluvionali sabbiosi. Area agricola a seminativi semplici con case sparse e qualche frutteto. Centri urbani sviluppati in particolar modo lungo i confini dell’unità dove corrono le strade provinciali, attorno ai centri urbani si sviluppano aree industriali e commerciali. Presenza dell’autostrada A27. Nonostante la prossimità del fiume, i campi sono privi di una consistente rete di siepi o filari. UDP P10 Substrato caratterizzato da depositi alluvionali argillosi e sabbiosi a livello dei fiumi Livenza e Monticano che attraversano quest’unità che ne delimita le aree esondabili. La parte nord è caratterizzata dalla fascia delle risorgive che si sviluppa ad est del fiume Piave. Zona pianeggiante prevalentemente agricola dove predominano le aree agricole eterogenee caratterizzate dalla presenza di siepi e filari. Urbanizzato rado sviluppato per lo più lungo gli assi stradali. UDP F2 Delimita l’area esondabile del Piave nella zona più a sud della provincia. Il substrato è caratterizzato da depositi alluvionali sabbiosi e argillosi. Saliceti e formazioni riparie nelle zone intorno al fiume. Predominanza di aree agricole: seminativi semplici con case sparse in prevalenza, ma anche seminativi omogenei e frutteti, quest’ultimi presenti soprattutto sulla sponda orientale del fiume. L’urbanizzato è rado e di dimensioni limitate. Gli appezzamenti agricoli sono meno ricchi di siepi e filari dell’unità sudito a monte. 2.7.1 La Rete Ecologica La rete Natura 2000 costituisce un elemento fondamentale sia in termini operativi che legislativi. Si presenta infatti come un valido strumento in grado di conservare, proteggere e gestire la biodiversità della provincia. La rete ecologica provinciale è intesa come un sistema interconnesso e polivalente di ecosistemi caratterizzati dalla presenza di popolazioni vegetali e/o animali. Gli elementi costituenti la rete sono: Aree Nucleo: Aree centrali, entro le quali mantenere le specie guida delle popolazioni (SIC-ZPS-IBA...); Aree di connessione Naturalistica:

- Aree di completamento delle Aree Nucleo: Esse svolgono la funzione di completare le Aree Nucleo con aree ad elevato - medio livello di idoneità faunistica; - Fasce Tampone (buffer zones): Esse consistono in fasce di protezione mirate a ridurre i fattori di minaccia alle Aree Nucleo, alle Aree di Connessione Naturalistica e ai Corridoi ecologici;

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- Corridoi Ecologici: fasce di connessione mirate a consentire lo scambio di individui tra le aree nucleo, così da ridurre il rischio di estinzione delle singole popolazioni locali, che comprendono: corridoi principali e corridoi secondari;

- Stepping stone: isole ad elevata naturalità; - Varchi: strettoie esistenti nella rete e aree in cui sono in atto processi dinamici di occlusione; - Aree critiche: ambiti nei quali il carattere della rete ed in particolare la sua permeabilità appaiono più fortemente minacciati, queste sono aree prioritarie per formulare progetti attuativi della rete al fine di non precludere le potenzialità residue.

La rete ecologica è concepita come strumento strategico paesistico – territoriale di livello sovracomunale, costituendo quindi riferimento imprescindibile per la pianificazione sotto ordinata, oltre che strumento di controllo e monitoraggio delle trasformazioni territoriali. Le funzioni della rete ecologica sono le seguenti: • conservazione degli ecosistemi naturali; • riequilibrio ecologico d’area vasta e locale, attraverso la realizzazione di un sistema interconnesso di unità naturali di diverso tipo; • riduzione del degrado attuale e delle pressioni antropiche future attraverso il miglioramento delle capacità di assorbimento degli impatti del sistema complessivo; • miglioramento dell’ambiente di vita delle popolazioni residenti ed offerta di opportunità di fruizione della qualità ambientale esistente e futura; • elemento “ordinatore” delle trasformazioni antropiche, strumento per il contenimento del consumo di suolo, e la compattazione della forma urbana; • elemento chiave per la riqualificazione del paesaggio e per la riduzione della vulnerabilità ambientale, in particolare per la valorizzazione del paesaggio agrario e fluviale, in quanto elementi strategici per il mantenimento degli equilibri ambientali e della qualità del paesaggio della pianura e fonte di risorsa economica diversificata. Si sottolinea inoltre l’importanza di associare alla funzione strettamente ambientale della rete ecologica quella culturale, in quanto strumento per la diffusione della conoscenza, della corretta fruizione del territorio e della comprensione del paesaggio.

Come si può osservare nella Tavola 4 - rete natura 2000 e nella Tavola 7.1 - ptcp provincia treviso: reti ecologiche, l’area di nostro interesse la rete è caratterizzata dalla presenza di due importanti assi fluviali che costituiscono le aree nucleo della rete in questo ambito territoriale:

- Fiume Livenza e Monticano : ZPS IT3240013 (Ambito Fluviale del Livenza) e SIC IT3240029 (Ambito Fluviale del Livenza e corso Inferiore del Monticano);

- Fiume Piave: ZPS IT3240023 (Grave del Piave) e SIC IT3240030 (Grave del Piave-Fiume Soligo-Fosso di Negrisia).

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Inoltre riscontriamo altre importanti aree SIC/ZPS: - Bosco di Cavalier: SIC/ZPS IT31400017; - Bosco di Cessalto: SIC/ZPS IT3240008; - Bosco di Basalghelle: SIC/ZPS IT3240006.

Riportiamo nel quadro 2.7.1.1 i dati relativi alle SIC/ZPS nel territorio:

Quadro 2.7.1.1: Rete Natura 2000 – aree protette

Comune Codice

n° Denominazione Prov.

1 Cessalto TV IT3240008 – IT3240029

2 Chiarano TV -

3 Cimadolmo TV IT3240023– IT3240030

4 Fontanelle TV IT3240029

5 Gorgo al Monticano TV IT3240013 – IT3240017 – IT3240029

6 Mansuè TV IT3240006 – IT3240013 – IT3240029

7 Meduna di Livenza TV IT3240013 – IT3240029

8 Motta di Livenza TV IT3240013 – IT3240029

9 Oderzo TV IT3240029

10 Ormelle TV IT3240023 – IT3240029 – IT3240030

11 Ponte di Piave TV IT3240023– IT3240030

12 Portobuffolè TV IT3240013 – IT3240029

13 San Polo di Piave TV IT3240029

Elaborazione dati GAL Terre di Marca Fonte atlante dei siti Natura 2000 del Veneto

Alcune di queste aree presentano i seguenti problemi ambientali:

- Bosco di Cessalto: isolamento del biotopo, circondato da aree di forte sfruttamento agricolo e di elevata antropizzazione; - Ambito fluviale del Livenza: alterazione dell’alveo ad opera dell’uomo e sensibile inquinamento delle acque; - Bosco di Gaiarine: isolamento dell’habitat, inserito in un contesto urbanizzato, soggetto negli anni al disboscamento ed alle coltivazioni agricole specializzate; - Ambito fluviale del Livenza e corso inferiore del Monticano: modifica dell’aspetto naturale delle sponde da parte dell’uomo e insoddisfacente qualità delle acque.

Come già descritto in precedenza la realizzazione della rete ecologica provvederà ad affrontare alcune di queste problematiche (isolamento, antropizzazione). La rete ecologica si sviluppa, a partire dalle aree nucleo che attraverso i corridoi ecologici principali e secondari in aree di particolare valore naturalistico e lungo i principali corsi idrografici minori.

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Osservando l’elaborato grafico allegato (Rete Natura 2000) , risulta evidente come l’area dell' IPA Opitergino-Mottense sia interessata da una vasta superficie di rete ecologica. Riportiamo di seguito nel quadro 2.7.1.2 anche dati relativi alla superficie di aree nucleo presenti.

Quadro 2.7.1.2: Rete Natura 2000 – denominazione ed estensione SIC/ZPS CODICE DENOMINAZIONE TIPO SUP. TOTALE (Ha)

IT3240006 BOSCO DI BASALGHELLE SIC/ZPS 14

IT3240008 BOSCO DI CESSALTO SIC/ZPS 28

IT3240013 AMBITO FLUVIALE DEL LIVENZA ZPS 1.061

IT3240017 BOSCO DI CAVALIER SIC/ZPS 9

IT3240023 GRAVE DEL PIAVE ZPS 4.688

IT3240029 AMBITO FLUVIALE DEL LIVENZA E CORSO INFERIORE DEL MONTICANO

SIC 1.956

IT3240030 GRAVE DEL PIAVE – FIUME SOLIGO – FOSSO DI NEGRISIA

SIC 4.752

Elaborazione dati GAL Terre di Marca Fonte atlante dei siti Natura 2000 del Veneto

Inoltre il PTCP ci offre un interessante dato relativo alla qualità della componente fluviale del territorio. Un’analisi specifica sulla qualità dell’ecosistema fluviale del Livenza (e l’individuazione delle eventuali criticità ambientali) è stata svolta, utilizzando l’indice integrato RCE-s-IAR. I risultati evidenziano una situazione di funzionalità “discreta-buona” per più della metà del percorso valutato e in particolare dal comune di Gaiarine fino ai confini tra i comuni di Meduna di Livenza e Motta di Livenza in corrispondenza del ponte della S.S 53 Postumia (tratti dal 28 al 4). In tutta questa area il fiume ha mantenuto un certo grado di naturalità: è caratterizzato da un regime permanente e l’andamento è di tipo sinuoso a meandri, grazie alle abbondanti portate di sorgente ed alla bassissima pendenza della piana. La sezione è prevalentemente naturale, la zona riparia è costituita da vegetazione di tipo arboreo-arbustiva ben strutturata e ampia. Questi elementi favoriscono livelli di funzionalità elevati e soprattutto la vegetazione riparia che costituisce una importante zona di transizione tra l’ambiente acquatico e terrestre, funge da fascia tampone nel mitigare gli impatti dovuti agli inquinanti di origine agricola e derivanti dalla presenza di insediamenti abitativi. L’unico tratto che interrompe l’omogeneità di giudizi, mantenendo comunque un livello “sufficiente”, è il tratto 06 in riva destra in corrispondenza della strada delle Medune in comune di Motta di Livenza, dove la fascia riparia è costituita da vegetazione erbacea e in prossimità delle rive c’è un’area industriale. Anche la presenza di infrastrutture viarie (strade provinciali) che si trovano vicino alla rive (distanza < 500 m) rappresenta un ulteriore elemento di criticità per questo tratto e in generale di frammentazione del territorio circostante. Molto diversa è la situazione nei tratti più a valle a partire dal comune di Motta di Livenza a valle del ponte della S.S. 53. Da questo punto in poi fino al mare le acque scorrono in canali di bonifica per cui la sezione

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dell’alveo risulta fortemente artificializzata con la presenza di argini e di attività ordinarie di sistemazione forestale lungo le rive. Come conseguenza degli interventi sulle rive anche la vegetazione della fascia riparia è compromessa. Ulteriori elementi di criticità sono rappresentati dall’impatto delle attività antropiche sulle rive e dall’uso del territorio circostante: sia in riva destra che in riva sinistra, per quanto concerne la provincia di Treviso, il territorio è prevalentemente sfruttato per l’agricoltura intensiva; le colture limitano pertanto la possibilità di espansione della fascia perifluviale che spesso risulta contenuta entro i primi metri dalla riva e non mancano tratti in cui il peso negativo è dato dalla presenza di zone urbanizzate come l’abitato di Motta di Livenza. Opportunità/criticità del sistema fluviale in relazione alla progettazione della rete ecologica In generale il fiume Livenza presenta una certa omogeneità per la maggior parte dei tratti analizzati garantendo una discreta funzionalità ecologica al sistema. In tutti i tratti fino al comune di Motta di Livenza il fiume può supportare la rete primaria progettata poiché mantiene ancora alcuni elementi di naturalità e gli effetti di una urbanizzazione più intensa sono ancora limitati ad alcune modeste aree (abitato di Mansuè e di Motta di Livenza) intorno alle quali il progetto di rete prevede la realizzazione di zone tampone proprio lungo i tratti in cui l’analisi RCE-IAR ha riscontrato una diminuzione del giudizio di funzionalità fluviale. Determinante è il mantenimento e in qualche caso la riqualificazione degli elementi naturali dei tratti in riva destra in comune di Mansuè e Portobuffolè, in quanto rappresentano il collegamento naturale della rete principale prevista per buona parte del Comune di Mansuè e di Fontanelle con il fiume Monticano, e del tratto 25 collegamento naturale del corridoio fluviale con la rete primaria individuata nell’area agricola di Gaiarine in cui sono presenti ancora elementi dell’agricoltura tradizionale come le siepi che potrebbero essere potenziati. Nei tratti a valle del comune di Motta di Livenza l’analisi RCE-IAR ha riscontrato un abbassamento della qualità del corso d’acqua: i fattori che maggiormente penalizzano la funzionalità fluviale sono quelli inerenti la fascia riparia, ridotta o del tutto assente, e la presenza di opere di difesa spondale (arginature, risagomature) con relativo rimaneggiamento dell’alveo. In generale per il Fiume Livenza e gli altri assi Fluviali costituenti la rete ecologica nella zona IPA la funzionalità potrebbe essere aumentata con il ripristino qualitativo e l’incremento della naturalità diffusa attraverso la rinaturazione della sezione, la riqualificazione delle rive e della fascia riparia.

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2.8 LE INFRASTRUTTURE

2.8.1 Inquadramento generale Il sistema stradale veneto si configura come una rete policentrica distribuita fondamentalmente su nodi di quattro livelli: • il primo costituito dai centri di Venezia-Mestre, Padova e Verona; • il secondo dalle città di Treviso, Vicenza, Belluno e Rovigo; • il terzo riferito alle cittadine presenti all’interno delle singole province ed in particolare, per quanto riguarda la provincia, dai comuni di Castelfranco, Montebelluna, Conegliano, Vittorio Veneto e Oderzo; • il quarto dai restanti capoluoghi comunali che gravitano per interessi socio economici su centri di livello superiore. Il modello così costituito ha rivelato nel tempo dei limiti funzionali, dovuti principalmente alle profonde trasformazioni urbanistiche ed economico - sociali attuate nel territorio. L’aver condotto una pianificazione territoriale non corretta ha prodotto una incoerente distribuzione delle zone residenziali e produttive su tutto il territorio provinciale creando un modello di urbanizzazione diffuso e policentrico che interferisce fortemente con il sistema della mobilità, aumentando i fenomeni di pendolarismo dalla città diffusa ai luoghi di lavoro e di studio, e di conseguenza una generalizzata insufficienza della rete stradale. Riportiamo nel quadro 2.8.1.1 un’indicazione riassuntiva dello stato attuale della rete infrastrutturale veneta.

Quadro 2.8.1.1: Classificazione della rete stradale

Rete

Strade corrispondenti secondo il codice Denominazione della Rete nel Territorio Provinciale

Estensione della Rete km viab. Esistente + Km

viab. Prog.

Ambito extraurbano

Ambito urbano Ambito

extraurbano Ambito urbano

a- Rete primaria (di transito, scorrimento)

Autostrade extraurbane Strade extraurbane principali

Autostrade urbane Strade urbane di scorrimento

A27 - A4 - A28 Passante di Mestre - Pedemontana Veneta

164 3

b - Rete Principale (di distribuzione)

Strade extraurbane principali

Strade urbane di scorrimento

Praticamente inesistente (solo SR 53 nel tratto della tagenziale di Treviso e un tratto della tagenziale di Castelfranco)

12 0

c - Rete secondaria (di penetrazione)

Strade extraurbane secondarie

Strade urbane di quartiere

Tutte le strade statali, Regionali, nonché le provinciali più importanti

882 266

d - Rete locale (di accesso)

Strade locali extraurbane

Strade locali urbane Strade provinciali secondarie e comunali

6353 883

Elaborazione dati GAL Terre di Marca Fonte PTCP Treviso anno 2013

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Nella Tavola 7.2 - ptcp provincia Treviso: sistema insediativo e infrastrutturale possiamo osservare come il Piano Provinciale preveda una ricalibratura della viabilità in modo da alleggerire il carico viario sui principali centri urbani e produttivi. Da segnalare inoltre la presenza, nella zona sud est dell’area IPA (territorio comunale di Cessalto), dell’autostrada A4. Quest’ infrastruttura fondamentale per la Regione Veneto, secondo recenti dati (espressi anche nel PTRC) è però vicina alla saturazione. La regione veneto prevede di alleggerire la pressione su questa infrastruttura grazie alla realizzazione della futura Pedemontana dalla Transpolesana e dalla Mantova–Mare. Per quanto riguarda l’assetto infrastrutturale della rete ferroviaria esistente possiamo constatare che, da circa un decennio, il TPL (Trasporto Pubblico Locale) regionale è in costante declino di utenza (non diversamente dalle altre regioni italiane) . I fattori che maggiormente contribuiscono a questa tendenza sono: − l’accresciuta sub-urbanizzazione della popolazione delle aree urbane accompagnata dall’elevato livello di motorizzazione privata; − la crescente dispersione degli insediamenti all’interno del territorio provinciale; − i limiti intrinseci del servizio nelle aree a domanda debole; − la scarsa competitività del mezzo pubblico collettivo rispetto a quello privato individuale in termini di flessibilità, qualità, immagine, etc; Si tratta di fenomeni strutturali e non congiunturali, ai quali occorre fornire una risposta; a questo riguardo la politica regionale e provinciale per la mobilità locale indirizza fondamentalmente la propria strategia di medio-lungo periodo sulla realizzazione del Servizio Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR). Le principali conseguenze attese dalla realizzazione del SFMR sono: − la riorganizzazione di tutto il sistema di adduzione del TPL su gomma e della intermodalità nell’ambito del pubblico; − l’organizzazione di una nuova intermodalità pubblico privato nelle aree urbane e suburbane; − l’effetto esercitato sulle tendenze localizzative e ri-localizzative nel campo della residenza e dei servizi di tutta l’area interessata. Come possiamo osservare dalla Tavola 7.2 ptcp provincia Treviso: sistema insediativo e infrastrutturale e dall’immagine di seguito riportata il SFMR coinvolgerà anche l’ambito di nostro interesse prevedendo un tratto della linea che da Treviso centrale connetterà Ponte di Piave, Oderzo,Gorgo al Monticano, Motta di Livenza.

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Fig. 12 – Linea SFMR Fonte Regione Veneto 2.8.2 Piste ciclabili e mobilità sostenibile La dotazione di piste ciclabili urbane nella provincia di Treviso è pari a circa 523 km, con media comunale pari a circa 5,5 km. Le piste in progetto ammontano a ulteriori 50 km. La filosofia che ha ispirato la pianificazione dei percorsi ciclabili nel territorio della provincia è stata quella di creare un collegamento protetto tra periferia e centro. Al contrario, sono venuti a mancare collegamenti che potessero mettere in comunicazione centri di diversi comuni; sintomo questo di una pianificazione strettamente a scala comunale.

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Riportiamo di seguito una tabella riassuntiva dell’estensione (ml) per comune delle piste ciclabili nell’area dell’IPA:

Quadro 2.8.2.1: Estensione della viabilità ciclabile

Comune Piste ciclabili

N. Denominazione Prov. Metri lineari

1 Cessalto TV 4.101

2 Chiarano TV 2.963

3 Cimadolmo TV 2.169

4 Fontanelle TV 4.519

5 Gorgo al Monticano TV 4.840

6 Mansue' TV 0

7 Meduna di Livenza TV 3.184

8 Motta di Livenza TV 6.938

9 Oderzo TV 16.871

10 Ormelle TV 2.770

11 Ponte di Piave TV 6.677

12 Portobuffole' TV 0

13 San Polo di Piave TV 4.218

Area IPA totale 59.250

Elaborazione dati GAL Terre di Marca – dati Provincia di Treviso - anno 2010

Come possiamo osservare dalla Tavola 5.1 – itinerari turistici, l’area dell’IPA è attraversata dalla “strada

dei Vini del Piave” (un percorso turistico - culturale attraverso il quale si può “assaporare” la cultura e il paesaggio del territorio dei vini bianchi Trevigiani), dal percorso Bicinvacanza (percorso ciclabile turistico e per il tempo libero) e da una rete articolata di piste ciclopedonali di connessione. In alcune zone però questa rete di percorsi risulta interrotta, e gli elementi che la compongono spesso non sono connessi l’uno con l’altro. Da segnalare anche la presenza nel territorio dell'Ippovia del Piave, che segue per buona parte il corso del fiume Piave e attraversa 25 comuni e tre province (Venezia, Treviso e Belluno). L’Ippovia del Piave è identificata nel tratto inerente l’area dell’IPA nella Tavola 5.3 - percorsi REV - rete escursionistica veneta ciclabili, navigabili, ippovie: il percorso inizia a Cortellazzo, vicino a Jesolo (Ve), prosegue lungo il fiume toccando i paesi di Musile, San Donà di Piave e giunti a San Fior si biforca. A destra (ramo est) prosegue per Vittorio Veneto, la Foresta del Cansiglio e il lago di Santa Croce raggiungendo Ponte nelle Alpi; a sinistra (ramo ovest) passa per la città di Conegliano, Follina, Mel e raggiunge l'abitato di Trichiana (BL). Nella tavola 7.4 ptcp provincia di Treviso: percorsi turistici del ptt: piano territoriale turistico. Sono evidenziati oltre alla già citata strada dei vini e bici in vacanza, anche la strada e i luoghi della grande guerra (percorso storico-culturale). Troviamo inoltre evidenziati i numerosi elementi puntuali di ricettività che sostengono e arricchiscono questi percorsi turistici e per il tempo libero.

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Da sottolineare inoltre i percorsi individuati in Tavola 5.2 - percorsi “Bicinvacanza” e itinerari cicloturistici GAL 5. Nel territorio IPA sono stati realizzati i seguenti itinerari naturalistici/cicloturistici : Monticano “GiraMonticano TV3” (Comuni interessati: Fontanelle, Oderzo, Gorgo al Monticano, Motta di Livenza), "Dal Sile al Livenza TV2" (Comuni interessati: Cessalto, Gorgo al Monticano, Mansuè, Meduna di Livenza, Motta di Livenza, Ponte di Piave, Portobuffolè) In programmazione: Piave “CicloPiave” (Comuni interessati: Cimadolmo, Ormelle, San Polo di Piave, Ponte di Piave), Livenza “GiraLivenza” (Comuni interessati: Portobuffolè, Mansuè, Meduna di Livenza, Motta di Livenza, Cessalto) e Lia “GiraLia” (Comuni interessati: Cimadolmo, San Polo di Piave, Fontanelle, Oderzo).

2.9 ANALISI SWOT DELL’AREA L’analisi della situazione del contesto è stata effettuata per dare una indicazione dei principali elementi che caratterizzano il territorio. A tale scopo, i dati statistici ufficiali raccolti sono stati elaborati per configurare le caratteristiche di omogeneità, punti di forza e criticità dell’area, al fine di individuare le strategie e le azioni del Documento Programmatico d’Area. Il profilo economico del territorio in oggetto evidenzia ampi divari di crescita rispetto ad altre aree dell’UE, anche se la Provincia di Treviso dopo un rilevante periodo di contrazione, nel quarto trimestre del 2013 la produzione industriale torna in positivo con un +2,5% rispetto allo stesso periodo 2012. Il comparto del terziario e del turismo sembrano aver cambiato passo mentre il commercio e il settore agricolo rilevano qualche difficoltà in più. Sul fronte dell’occupazione non si intravedono ancora miglioramenti. Le evidenti difficoltà con cui ogni giorno imprese e lavoratori devono fare i conti hanno generato una crescente insicurezza circa il ruolo del nostro territorio tre le economi degli altri Paesi e il futuro che ci aspetta. Le aree nel loro complesso soffrono di una carenza di infrastrutture, in parte perché il fenomeno diffuso di delocalizzazione insediativa non è stato accompagnato di pari passo da un adeguato potenziamento dell’offerta. Gli indicatori sociali che generalmente esprimono il malessere delle economie avanzate, sono qui sicuramente negativi. In termini demografici: la popolazione con fascia di età compresa fra 0-9 anni rappresenta il 10,4% del totale di cui il 27,62% sono rappresentati da cittadini stranieri. La fascia di età over 70 rappresenta il 14,07%, tale indice conferma che la dinamica demografica non rappresenta sicuramente un punto di forza nel contesto generale dell'area di riferimento. Inoltre la popolazione di età compresa fra i 20-49 anni costituisce il 42,2% della popolazione residente nell'area IPA. Tuttavia i fenomeni migratori non hanno contribuito a modificare positivamente l'evoluzione demografica in atto. In generale per le zone non contigue ai poli urbani dell’area centrale della provincia, si registra una insufficiente offerta di servizi alla persona, evidenziato dalle statistiche sui servizi per la prima infanzia. Nemmeno l’offerta del settore privato sopperisce a tale insufficienza e si rendono sempre più necessari quei servizi che favoriscono l’accoglienza e l’integrazione degli immigrati. La necessità di valorizzare il patrimonio naturale e culturale è molto sentita per far fronte ai fenomeni di degrado creato nel territorio dai diffusi insediamenti selvaggi.

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Il territorio dell’IPA Opitergino Mottense può contare su un discreto numero di punti di forza: assetto produttivo, sociale e ambientale, qualità della vita, spirito imprenditoriale, risorse naturali e culturali, stato delle infrastrutture materiali e immateriali. I punti di debolezza hanno un maggiore rilievo nell’individuazione delle linee strategiche e sono visti come vincolo al perseguimento dello sviluppo sostenibile. Rappresentano delle limitazioni allo sviluppo, al miglioramento della qualità della vita dei cittadini e alla crescita delle capacità professionali delle risorse umane. I punti di debolezza rappresentano un limite per la competitività economica soprattutto in ambito rurale. I tratti di omogeneità si possono ritrovare nella caratterizzazione tipicamente agricola dei comuni e nella presenza di importanti corsi d’acqua e di ambienti naturali di valore, senza dimenticare le numerose eccellenze storico-culturali (ville, case rurali, antichi manufatti idraulici, siti archeologici, ecc.) disseminate in tutto il territorio. L’area IPA, che si distingue per una consolidata vocazione rurale, ha un fondamentale punto di forza nelle tipicità locali (coltivazioni e prodotti tradizionali) che, opportunamente organizzate e promosse, potranno essere la carta vincente all’interno del programma di sviluppo. L’ambito territoriale individuato infatti, con la realizzazione/riqualificazione di itinerari-percorsi a valenza turistico-ricreativa e con la valorizzazione delle risorse ambientali, architettoniche e storico-culturali, potrà diventare un contesto ideale per il turismo sportivo, culturale, ricreativo e naturalistico sostenibile. Si riporta di seguito l’analisi SWOT del contesto generale e di sintesi settoriale dell’area IPA.

CONTESTO GENERALE

PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA

1. Accentuato fenomeno migratorio con effetti di riduzione età media della popolazione; 2. Tasso di occupazione superiore alla media nazionale.

1. Incremento indice di vecchiaia; 2. Domanda di insediamenti produttivi con rilevanti problemi di accessibilità, di mobilità e ambientali; 3. Tasso di disoccupazione alimentato soprattutto dalla componente femminile; 4. Tasso di occupazione superiore alla media nazionale, ma lontano dal target di Lisbona.

OPPORTUNITÀ MINACCE

1. Incremento del commercio con l’estero; 2. Raggiungimento target comunitari; 3. Aumento della competitività nel mercato globalizzato per effetto apertura nuovi mercati; 4. Miglioramento qualitativo delle opportunità occupazionali.

1. Perdita di competitività per effetto della globalizzazione dei mercati, 2. Aumento del tasso di disoccupazione per effetto della delocalizzazione produttiva; 3. Peggioramento della qualità della vita; 4. Incremento della rilevanza dei problemi ambientali (uso del suolo, fenomeni di inquinamento, ecc.).

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INNOVAZIONE ED ECONOMIA DELLA CONOSCENZA

PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA

1. Elevata attività imprenditoriale; 2. Presenza sul territorio di distretti produttivi; 3. Crescita della spesa in ricerca e sviluppo negli ultimi anni.

1. Livello medio di innovazione inferiore alla media nazionale; 2. Scarso livello di investimento pubblico e privato in ricerca e sviluppo; 3. Insufficienti interazioni del mondo produttivo con l’offerta scientifico – tecnologica; 4. Sottocapitalizzazione delle imprese; 5. Specializzazione in produzioni manifatturiere tradizionali a medio o basso contenuto tecnologico.

OPPORTUNITÀ MINACCE

1. Miglioramento posizione competitiva delle imprese; 2. Introduzione di innovazioni di prodotto, processo e organizzative capaci di ottenere produzioni a minore impatto ambientale e di incontrare i gusti dei consumatori; 3. Crescita dei settori a più elevato valore aggiunto.

1. Crescita dei settori meno competitivi e a maggiore utilizzo di manodopera non qualificata; 2. Perdita di capacità concorrenziale; 3. Riduzione delle opportunità di lavoro specializzato e ad alta remunerazione.

ENERGIA

PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA

1. Consumi energetici nel settore residenziale in diminuzione negli anni; 2. Produzione di energia elettrica pro capite superiore al dato nazionale e comunque superiore ai consumi finali pro capite; 3. Produzione di energia da fonti rinnovabili.

1. Consumi energetici nel settore industriale e civile in crescita e dipendenza dall’estero; 2. Percentuali di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sul consumo totale lordo di energia elettrica ancora basse.

OPPORTUNITÀ MINACCE

1. Miglioramento dell’efficienza energetica, riduzione dei costi di produzione; 2. Incremento della produzione energetica da fonti rinnovabili.

1. Crescita della dipendenza dall’estero per le risorse naturali non rinnovabili.

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AMBIENTE E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO

PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA

1. Generale buono stato delle acque; 2. Presenza di un ricco patrimonio naturalistico; 3. Sensibile presenza della Rete Natura 2000 e presenza di zone umide; 5. Circuito delle Ville Venete e città murate.

1. Considerevoli fonti di pressione sulla risorsa idrica; 2. Presenza di aree inquinate; 3. Possibilità di dissesti idrogeologici, anche se in termini più contenuti rispetto al contesto nazionale; 4. Frammentazione dell’offerta culturale.

OPPORTUNITÀ MINACCE

1. Miglioramento della qualità dell’atmosfera e conservazione delle risorse ambientali; 2. Miglioramento della qualità della vita della popolazione rurale; 3. Nuove opportunità basate sulla qualità del patrimonio culturale; 4. Opportunità di consolidare lo sviluppo economico attraverso la valorizzazione delle risorse naturali; 5. Immagine qualitativa locale e provinciale.

1. Peggioramento della qualità dell’atmosfera; 2. Fenomeni crescenti di inquinamento non reversibile; 3. Riduzione della disponibilità di risorse naturali; 4. Perdita di una parte importante del patrimonio naturale e culturale, 5. Perdita dell’immagine regionale con riflessi sul turismo.

ACCESSO AI SERVIZI DI TRASPORTO E DI TELECOMUNICAZIONI DI INTERESSE ECONOMICO GENERALE

PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA

1. Tendenziale aumento del ricorso da parte delle imprese e dei cittadini alle tecnologie della società dell’informazione.

1. Carenza dei collegamenti interni fra nodi urbani del territorio; 2. Ritardo infrastrutturale delle linee ferroviarie regionali.

OPPORTUNITÀ MINACCE

1. Individuazione di soluzioni innovative di trasporto; 2. Valorizzazione della posizione geografica; 3. Promozione di una più ampia diffusione della banda larga; 4. Miglioramento delle comunicazioni e dei servizi on line.

1. Scarsa dotazione di connessioni del trasporto pubblico tra centri, tra ambiti urbani e ambiti rurali; 2. Incremento dei costi di trasporto per effetto dei crescenti fenomeni di congestione; 3. Crescita del rischio di abbandono delle aree rurali marginali.

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SETTORE PRIMARIO

PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA

1. Il settore agricolo ed agro-alimentare presenta in generale un discreto numero di aziende di eccellenza; 2. Disponibilità nel territorio di produzioni agricole tipiche e tradizionali come la Casatella Trevigiana DOP, Montasio DOP, Mozzarella STG, l’Asparago Bianco di Cimadolmo IGP, il Kiwi di Treviso nonché i vini DOC (Venezia, Prosecco), DOCG (Malanotte, Lison) e IGT. 3. Presenza di Città del Vino.

1. Il tessuto imprenditoriale locale risulta debole sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo (prova ne sono la scarsa diffusione delle aziende agrituristiche e dei servizi turistici). Il tutto è aggravato inoltre da una scarsa capacità di coordinamento e di interazione (networking) fra imprese, in particolare tra imprese produttive e servizi alle imprese. Manca inoltre da parte degli imprenditori che invecchiano la disponibilità a mutare gli indirizzi produttivi; 2. Difficoltà di salvaguardare l’ambiente rurale e il paesaggio.

OPPORTUNITÀ MINACCE

1. Interesse crescente da parte del mercato nazionale ed estero per le produzioni agro-alimentari tipiche e locali.

1. Assenza di promozione efficiente ed integrata tra produzioni tradizionali e di qualità e territorio rurale.

SETTORE SECONDARIO (INDUSTRIA-ARTIGIANATO)

PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA

1. Presenza di settori maturi 2. Tasso di natalità imprenditoriale

1. Elevata età imprenditoriale 2. Crisi economica 3. Carenze infrastrutturali

OPPORTUNITÀ MINACCE

1. Presenza di reti distrettuali 2. Formazione e R&S 3. Presenza di imprenditori stranieri 4. Inserimento nella filiera produttiva tedesca (auto,meccanica); 5. Inserimento nella filiera produttiva svedese (mobile e componentistica arredo).

1. Delocalizzazione 2. Eccessivo ricorso a settori manifatturieri

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SETTORE TURISMO

PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA

1. Vicinanza ad aree forti 2. Cultura imprenditoriale

1. Presenza di risorse diffuse 2. Presenza di aree paesaggicamente deteriorate

OPPORTUNITÀ MINACCE

1. Creazione di itinerari 2. Integrazione con l’agricoltura

1. Mancato coordinamento tra gli operatori

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2.10.TABELLA RIASSUNTIVA ELABORATI GRAFICI DI ANALISI Si riporta di seguito una tabella descrittiva degli elaborati grafici (tavole del sistema informativo territoriale) che contengono i principali dati geografici di diagnosi territoriale effettuata sull’area dell’IPA.

N. TAVOLA

TITOLO CONTENUTI

1 Sistema Ambientale

L’elaborato grafico analizza lo stato attuale dell’ambito IPA attraverso i seguenti tematismi: le zone umide, le cave estinte e le cave attive (entrambe comunque non presenti all’interno dell’area), le aree forestali i corsi d’acqua principali e gli altri corsi d’acqua minori. I corsi d’acqua principali sono il Piave, il Monticano e la Livenza. Tra i corsi d’acqua minori annoveriamo il Lia, il Negrisia ecc.

2 Sistema urbano e infrastrutturale

L’elaborato grafico analizza lo stato attuale dell’ambito IPA attraverso i seguenti tematismi: centri storici, aree residenziali, aree produttive, aree per attrezzature e servizi, rete infrastrutturale viaria e ferroviaria.

3 Beni Culturali

L’elaborato grafico analizza lo stato attuale dell’ambito IPA attraverso i seguenti tematismi: centri storici, centri storici minori, centri abitati, aree di interesse pubblico, ville venete, presenze archeologiche, elementi di interesse storico e artistico, manufatti di archeologia industriale.

4 Rete Natura 2000 L’elaborato grafico analizza lo stato attuale dell’ambito IPA attraverso i seguenti tematismi: Siti di Interesse Comunitario-SIC; Important Bird Areas-IBA (habitat importanti per avifauna); Zone di Protezione Speciale-ZPS.

5.1 Itinerari Turistici L’elaborato grafico analizza lo stato attuale dell’ambito IPA attraverso i seguenti tematismi: Strada dei Vini del Piave; percorsi di Bicinvacanza; GiraMonticano; Dal Sile al Livenza; piste ciclabili.

5.2 Percorsi “Bici in vacanza” e itinerari cicloturistici GAL 5

L’elaborato grafico analizza lo stato attuale dell’ambito IPA attraverso i seguenti tematismi: le intersezioni tra percorsi ed itinerari; partenze dei percorsi; il medio corso del Piave e le Ville a nordest di Treviso; le Campagne della sinistra Piave: da Conegliano a d Oderzo; i percorsi del GAL 5.

5.3. Percorsi REV Rete Escursionistica Veneta: ciclabili, navigabili, ippovie

L’elaborato grafico analizza lo stato attuale dell’ambito IPA attraverso i seguenti tematismi: itinerario di livello nazionale di progetto; Ippovia del Piave. L’itinerario a livello nazionale di progetto è quello ciclopedonale lungo il fiume Piave;

6.1. Prodotti enogastronomici

L’elaborato grafico analizza lo stato attuale dell’ambito IPA attraverso i seguenti tematismi: territorio della casatella trevigiana DOP, taleggio DOP; territorio grana padano DOP, montasio DOP, mozzarella STG; territorio asparago bianco di Cimadolmo IGP.

6.2. Prodotti enogastronomici L’elaborato grafico analizza lo stato attuale dell’ambito IPA attraverso i seguenti tematismi: DOC Lison-Pramaggiore, DOCG Lison; DOC Piave, DOCG Malanotte del Piave; DOC Venezia, DOC Prosecco.

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PARTE TERZA: IDEA FORZA E PROGETTI DELL’IPA 3.1 APPLICAZIONE DELLA LR N. 13/99 NEL VENETO Con la legge regionale 6 aprile 1999, n. 13 "interventi regionali per i patti territoriali" la Regione Veneto si è dotata di uno strumento normativo regionale di accompagnamento dei patti territoriali, già istituiti e gestiti con norme statali, con l’intento di valorizzare anche in chiave locale il ruolo della concertazione, in base al principio di sussidiarietà. La legge in particolare disciplina il ruolo della Regione nei patti territoriali e il loro raccordo con la programmazione regionale. L’applicazione di tale Legge è avvenuta in due fasi: prima e dopo l’entrata in vigore della LR n. 3/2003. Nel periodo 1999-2003 la Legge ha previsto in origine interventi di sostegno regionale, quali:

promozione di attività di animazione economica nell’area interessata dal patto territoriale; sostegno alla diffusione di reti e sistemi informativi tra i sottoscrittori e gli attuatori del patto

territoriale; finanziamento della fase progettuale (preliminare, definitiva, esecutiva) di opere infrastrutturali

pubbliche; cofinanziamento della gestione di sportelli unici per le imprese.

L’impegno finanziario della Regione Veneto nel periodo 1999-2003, per le misure della LR 13/99 sopra citate, è stato di oltre 7,5 milioni di euro ed ha permesso la realizzazione di:

n. 41 iniziative di animazione economica; n. 32 progetti di diffusione di reti e sistemi informativi; n. 217 interventi di progettazione di opere infrastrutturali; n. 3 sportelli unici dei comuni di patto associati; n. 16 iniziative di formazione di piani o programmi plurisettoriali o settoriali.

Successivamente con la LR 3/2003 (finanziaria regionale 2003) sono state introdotte modifiche alla LR 13/99, al fine di favorire l’adeguamento delle forme di organizzazione dei patti territoriali alle modalità della programmazione regionale, attraverso l’attuazione di Intese Programmatiche d’Area. In particolare con l'art. 48 della LR 1/2004 (finanziaria regionale 2004) ha apportato ulteriori modifiche alla LR 13/99: in particolare, tra le tipologie di intervento ammissibili di cui all'art. 6 comma 1, è stata inclusa la possibilità di “cofinanziare interventi strutturali con risorse del proprio bilancio o con altre risorse nazionali o comunitarie”. Su tale linea di finanziamento si sono concentrate le risorse messe a disposizione, a partire dall’annualità 2004, con le delibere regionali recanti “Programmazione decentrata – cofinanziamento di interventi infrastrutturali”.

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Nei sette anni 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009 e 2010 con il metodo della programmazione decentrata (di cui all’art. 25 della LR 35/2001 “Nuove norme sulla programmazione”) sono stati complessivamente assegnati contributi regionali per circa 82 milioni di euro, per la realizzazione di 87 interventi infrastrutturali di sviluppo locale. I contributi sono stati indirizzati a territori classificati come aree sottoutilizzate secondo la zonizzazione Obiettivo 2, compreso il phasing out, per i primi tre anni; all’intero territorio regionale dal 2007. Sono state cofinanziate opere e infrastrutture pubbliche nei settori dello sviluppo locale, sviluppo turistico, beni culturali, valorizzazione delle risorse paesaggistiche, dichiarate strategiche dai soggetti presentatori a conclusione di Tavoli di concertazione locale convocati ad hoc. Le delibere regionali che hanno stabilito le modalità di presentazione degli interventi e che hanno assegnato i contributi sono le seguenti: - Bando 2004: DGR n. 3039/2004 e DGR n. 4410/2004; - Bando 2005: DGR n. 1848/2005 e DGR n. 4197/2005; - Bando 2006: DGR n. 1113/2006 e DGR n. 3898/2006; - Bando 2007: DGR n. 347/2007 e DGR n. 3671/2007; - Bando 2008: DGR n. 953/2008 e DGR n. 4081/2008; - Bando 2009: DGR n. 1598/2009 e DGR n. 3955/2009 - Bando 2010: DGR n. 1779/2010 e DGR n. 3535/2010. APPLICAZIONE DEL PAR FSC VENETO 2007-2013 – Asse 5 Sviluppo Locale. Il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), costituisce lo strumento nel quale si dà unità programmatica e finanziaria all'insieme degli interventi aggiuntivi a finanziamento nazionale che sono rivolti al riequilibrio economico e sociale fra le aree del Paese. Il CIPE con la Delibera n. 1/2009 e n. 1/2011 ha assegnato alla Regione Veneto risorse per un importo pari a 513,42 milioni di euro. La Giunta Regionale con DGR n. 1186 del 26/07/2011 ha approvato l'ultima versione del Programma Attuativo Regionale (PAR), necessario per la programmazione delle risorse FSC. Il Ministero per lo Sviluppo Economico ha messo quindi a disposizione della Regione le risorse del PAR FSC. Il PAR suddivide le risorse in sei "Assi prioritari", a loro volta distinti in "Linee di intervento", per la cui attuazione sono state individuate, con DGR n. 725 del 7/6/2011, le Strutture regionali Responsabili dell'Attuazione (SRA). Per l'Asse 5 "Sviluppo locale", la SRA individuata è la Direzione Programmazione. Nell'ambito dello Sviluppo locale, il metodo di scelta degli interventi riveste un'importanza fondamentale. In particolare, il coinvolgimento dei principali attori territoriali, che costituiscono un punto di riferimento nello sviluppo della società locale, permette un confronto sugli obiettivi di sviluppo del territorio, sulle strategie da adottare e sugli interventi necessari per raggiungerli, al fine di convogliare le risorse disponibili su obiettivi comuni, dando attuazione pratica al principio della concentrazione tematica e territoriale delle risorse.

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La Regione Veneto, per raggiungere questo risultato, da anni ha applicato al settore dello "Sviluppo locale" il metodo della programmazione decentrata, coinvolgendo il territorio attraverso il sistema delle Intese Programmatiche d'Area (IPA) istituite ai sensi della LR n. 35/2001, mediante l'utilizzo delle risorse stanziate con la LR n. 13/1999. In continuità con questa politica, il PAR prevede che l'Asse 5 venga attuato, almeno per il 70% delle sue risorse, con il coinvolgimento delle IPA, i cui soggetti responsabili sono chiamati a presentare progetti condivisi a livello territoriale ed il rimanente 30% con interventi gestiti a “regia regionale” riguardanti iniziative di interesse pubblico con soggetti beneficiari le Amministrazioni pubbliche, Soggetti pubblici e Società a prevalente capitale pubblico. la Sezione Affari Generali per l’attuazione delle linee di intervento 5.2 e 5.3 del PAR FSC 2007-2013 ha promosso nell’aprile 2014 una manifestazione di interessi, volta a raccogliere idee progettuali ritenute prioritarie dai partenariati IPA per i rispettivi territori, al fine di predisporre successivamente uno o più bandi per la selezione degli interventi, oppure dare attuazione agli stessi attraverso interventi a regia regionale. Nel corso del 2013, per l'attivazione della linea 5.3 è destinata alla "Riqualificazione dei centri urbani e della loro capacità di servizio" sono state utilizzate le risorse messe a disposizione dell'Asse 5 pari a 4 milioni di euro successivamente integrate di 4,81 milioni di euro. Obiettivo della Linea di intervento è quello di recuperare la funzione attrattiva dei centri urbani, mediante interventi che innalzino la qualità degli spazi, rendendoli più funzionali al fine di accrescere la vitalità economico-sociale di tali centri. Le delibere regionali che hanno stabilito le modalità di presentazione degli interventi e che hanno assegnato i contributi sono state le seguenti: - Bando 2013: DGR n. 736/2013 e DGR n. 2117/2013. Attraverso il FSC 2007-2013 sono stati complessivamente assegnati contributi per 8,81 milioni di euro, per la realizzazione di 34 interventi riguardanti opere pubbliche di riqualificazione dei centri urbani. 3.2 LA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Si riporta di seguito il quadro complessivo delle attività di programmazione in previsione e in corso che, a vario livello, insistono sul territorio dell’IPA Opitergino Mottense. 3.2.1. Politiche comunitarie

- Programmazione 2014-2020 - Europa 2020 e la nuova politica di coesione. La strategia Europa 2020 mira a una crescita che sia: intelligente, grazie a investimenti più efficaci nell'istruzione, la ricerca e l'innovazione; sostenibile, grazie alla decisa scelta a favore di un'economia a basse emissioni di CO2

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solidale, ossia focalizzata sulla creazione di posti di lavoro e la riduzione della povertà. La strategia s'impernia su cinque ambiziosi obiettivi riguardanti l'occupazione, l'innovazione, l'istruzione, la riduzione della povertà e i cambiamenti climatici/l'energia. I riferimenti normativi sono i seguenti:

• Regolamento (UE) n. 1303/2013 - Regolamento disposizioni comuni fondi FEI;

• Regolamento (UE) n. 1301/2013 - Regolamento FESR Obiettivo "Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione";

• Regolamento (UE) N. 1299/2013 - Regolamento FESR Obiettivo di cooperazione territoriale europea;

• Regolamento (UE) N. 1304/2013 - Regolamento FSE;

• Regolamento (UE) N. 1305/2013 - Regolamento FEASR.

- Programma di Competitività Regionale e Occupazione 2007-2013. Il Programma Operativo Regionale (POR) Obiettivo "Competitività Regionale e Occupazione" 2007-2013, è stato approvato dalla Commissione Europea con decisione CE (2007) 4247 del 7 settembre 2007. La Regione assume come obiettivi della nuova fase di programmazione FESR:

- rendere la regione più attraente per le imprese e i cittadini; - promuovere l’innovazione e l’economia della conoscenza; - sviluppare le fonti energetiche rinnovabili e migliorare l’efficienza energetica; - tutelare e valorizzare l’ambiente prevenire i rischi; - migliorare l’accessibilità; - rafforzare il ruolo internazionale della regione; - migliorare l’efficacia e l’efficienza degli interventi.

- Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013. Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013 è stato approvato con DGR n. 3560 del 13 novembre 2007 dalla Giunta regionale del Veneto, in seguito all'approvazione della Commissione europea avvenuta con Decisione CE (2007) 4682 del 17 ottobre 2007. Il Programma stabilisce le strategie e gli interventi per il settore agricolo, agroalimentare e forestale e, in generale, per lo sviluppo delle aree rurali del Veneto, in attuazione del Regolamento (CE) 1698/2005.

- Programma di Sviluppo Locale “per Borghi e Campagne” LEADER 2007-2013. Il Programma, approvato dalla Regione Veneto con DGR n. 545 del 10 marzo 2009, è attuato dal GAL Terre di Marca ed interessa il territorio della provincia di Treviso rappresentato dai Comuni di: Cessalto, Chiarano, Fontanelle, Gorgo al Monticano, Mansuè, Meduna di Livenza, Motta di Livenza, Ormelle e Portobuffolè. Il Programma è finalizzato ad accrescere la competitività economica, stimolare la creazione di nuove attività produttive, valorizzare l’ambiente e lo spazio rurale, promuovere e tutelare il territorio, sviluppare un nuovo turismo rurale e migliorare la qualità della vita. La dotazione finanziaria conta su un contributo pubblico totale dal fondo FEASR di 4.837.729,02 euro.

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- Programma per la Cooperazione Territoriale Europea 2007-2013. In questo quadro di riferimento opereranno iniziative di Cooperazione Territoriale Transfrontaliera Italia – Slovenia e l’Interreg IV Italia – Austria:

L’obiettivo generale del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia - Slovenia 2007-2013 è quello di avviare e di sostenere azioni in grado di rafforzare l’attrattività e la competitività del territorio interessato. I risultati attesi potranno essere raggiunti attraverso i seguenti obiettivi specifici: - assicurare un’integrazione territoriale sostenibile; - aumentare la competitività e lo sviluppo di una società basata sulla

conoscenza; - migliorare la comunicazione e la cooperazione sociale e culturale, anche al fine

di rimuovere le barriere persistenti; - migliorare l’efficienza e l’efficacia del Programma.

Il Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia – Austria 2007-2013, persegue gli obiettivi di promuovere uno sviluppo equilibrato, sostenibile e duraturo. Inoltre promuove l’integrazione del territorio interessato per rafforzare l’attrattività e la competitività delle regioni e dei suoi attori. Il programma, in base a quanto definito dalla strategia generale, si pone i seguenti obiettivi specifici: - miglioramento delle relazioni economiche e della competitività attraverso il

sostegno delle attività economiche, della ricerca, dell’innovazione, della società dell’informazione e delle risorse umane;

- tutela dell’ambiente e sviluppo sostenibile del territorio mediante la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale;

- potenziamento e/o creazione di reti, di strutture e infrastrutture transfrontaliere; - miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza degli interventi promossi.

3.2.2. Politiche nazionali Il “Position Paper” dei Servizi della Commissione sulla preparazione dell’Accordo di Partenariato e dei Programmi in ITALIA per il periodo 2014-2020 delinea il quadro del dialogo tra i Servizi della Commissione e l'Italia sulla preparazione dell'Accordo di Partenariato e dei Programmi. A livello nazionale si sono svolti i negoziati e le audizioni delle parti economiche e sociali ai fini delle definizione dell’Accordo di Partenariato dell’Italia con la Commissione europea, cui le Regioni dovranno fare riferimento per la definizione dei rispettivi Programmi Operativi Regionali. La programmazione nazionale dei fondi ha preso avvio nel dicembre 2012 con la pubblicazione del documento “Metodi e obiettivi per un uso efficace dei Fondi comunitari 2014-2020” elaborato dal Ministero per la Coesione Territoriale. Tale documento ha dato avvio al confronto pubblico proponendo delle innovazioni di metodo, incluse tre opzioni strategiche su Mezzogiorno, città e aree interne, oltre a proposte di metodo in merito ad ognuna delle 11 aree tematiche europee.

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Da gennaio ad aprile 2013, sulla base degli indirizzi definiti dal documento ‘Metodi e Obiettivi’, le amministrazioni e le parti interessate hanno partecipato al confronto tecnico-istituzionale - con il coordinamento del Ministro per la Coesione Territoriale, del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e di intesa con il Ministero dell’Economia e delle Finanze - volto a orientare la redazione dei documenti di programmazione. In particolare, si sono attivati quattro tavoli di confronto partenariale relativi alle missioni: 1) Lavoro, competitività dei sistemi produttivi e innovazione; 2) Valorizzazione, gestione e tutela dell’ambiente; 3) Qualità della vita ed inclusione sociale; 4) Istruzione, formazione e competenze. La coerenza con la programmazione nazionale è in particolare verificata rispetto al Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013 approvato dalla Commissione UE il 13 luglio 2007. In particolare il QSN 2007-2013 assume quattro macro obiettivi strategici: a) sviluppare i circuiti della conoscenza; b) accrescere la qualità della vita, la sicurezza e l’inclusione sociale nei territori; c) potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza; d) internazionalizzare e modernizzare l’economia, la società. Il QSN fissa inoltre dieci priorità tematiche che articolano in obiettivi e strumenti di intervento le finalità della programmazione 2007-2013:

• Priorità 1. Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane;

• Priorità 2. Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell’innovazione per

• la competitività;

• Priorità 3. Energia e ambiente: uso sostenibile e efficiente delle risorse per lo sviluppo;

• Priorità 4. Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale;

• Priorità 5. Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo;

• Priorità 6. Reti e collegamenti per la mobilità;

• Priorità 7. Competitività dei sistemi produttivi e occupazione;

• Priorità 8. Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani;

• Priorità 9. Apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse;

• Priorità 10. Governance, capacità istituzionali e mercati concorrenziali ed efficaci. 3.2.3. Politiche regionali La coerenza con la programmazione regionale è in particolare verificata rispetto al Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC), il Piano di Tutela delle acque, il Piano regionale di tutela e risanamento dell’atmosfera, il Piano Direttore per la salvaguardia della Laguna di Venezia e con gli strumenti programmatori di tipo economico-settoriale, quale la legge regionale n. 8/2003 sui distretti produttivi e il Piano regionale per l’energia.

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In particolare si evidenziano le connessioni con il:

- I Contratti di fiume art. 42 della LR n. 3 del 5 aprile 2013, al fine di sperimentare nuovi indirizzi e misure per garantire lo sviluppo ecosostenibile del territorio ed il contenimento del degrado delle risorse idriche e degli ambienti connessi, la Regione Veneto promuove e sostiene questo innovativo strumento per la gestione integrata e partecipata delle acque.

- La Grande Guerra la Regione Veneto, d’intesa con la Direzione regionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con tutte le Province del Veneto, ha promosso la costituzione del Comitato Regionale Veneto per le Celebrazioni del Centenario della Grande Guerra, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio delle testimonianze materiali e immateriali del primo conflitto mondiale, in una prospettiva che congiunga la componente storico culturale a quella del turismo d’esperienza.

- Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, adottato con DGR n° 372 del 17.02.2009 è disciplinato dall’articolo 24 della LR 11/04. La legge urbanistica regionale attribuisce al PTRC i seguenti compiti fondamentali: 1. verifica di coerenza con il PRS – Piano Regionale di Sviluppo; 2. realizzazione del quadro conoscitivo regionale; 3. determinazione delle politiche di tutela, valorizzazione e riqualificazione naturalistica, culturale, architettonico-paesistico-ambientale; 4. definizione degli assetti insediativi e infrastrutturali, dei servizi e delle reti. Con particolare riferimento a quest’ultimo aspetto, quello di maggior interesse per gli effetti sul territorio, la dimensione strategica del PTRC è così delineata: 1. la ricapitalizzazione delle città; 2. riordino territoriale e di sostegno al sistema dei distretti; 3. progetto strade e paesaggio; 4. specifici progetti territoriali. In sintesi il PTRC si propone di proteggere e disciplinare il territorio per migliorare la qualità della vita in un'ottica di sviluppo sostenibile e in coerenza con i processi di integrazione e sviluppo dello spazio europeo, attuando la Convenzione Europea del Paesaggio, contrastando i cambiamenti climatici e accrescendo la competitività del sistema regionale.

- il sistema della R.E.V., la Rete Escursionistica Veneta. Con DGRV n. 1402 del 19.05.2009, la Regione del Veneto ha avviato il progetto a regia regionale “Piano regionale di segnaletica turistica”, tramite la realizzazione di una Rete Escursionistica Veneta (R.E.V.), adeguatamente e uniformemente segnalata, con l’obiettivo di creare un modello di sviluppo turistico fondato su una strategia di pianificazione territoriale e di programmazione degli interventi infrastrutturali e promozionali, e quale strumento di sviluppo di un turismo di esplorazione del territorio veneto, nell’ambito della più ampia azione di potenziamento e diversificazione dell’attività turistica regionale in grado di riscoprire i luoghi minori del Veneto, prevista anche dal Piano Triennale di Promozione dei Sistemi Turistici Locali. In particolare, il Piano prevede

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l’individuazione e la ricognizione su carta tecnica regionale di itinerari di interesse regionale e provinciale ritenuti strategici dal punto di vista dell’offerta turistica dedicati alla circolazione pedonale, ciclabile, equestre e nautica e l’individuazione dei siti visitabili, nonché la progettazione grafica e strutturale di idonea cartellonistica e segnaletica e l’elaborazione della metodologia per la sua localizzazione. In attuazione dei citati provvedimenti, in data 21 dicembre 2006, è stata sottoscritta la convenzione tra Regione del Veneto e Veneto Strade spa finalizzata a: - all’ elaborazione di modelli di cartelli e segnali sulla base degli studi precedentemente

realizzati; - all’integrazione della segnaletica e della cartellonistica con tutte le tipologie previste per i

diversi tipi di itinerario ritenuti strategici dal punto di vista dell’offerta turistica e delle attività connesse;

- alla progettazione di modelli di cartelli e segnali di cui sopra; - alla catalogazione delle tipologie segnaletiche e della cartellonistica con stesura di norme

tecniche per la corretta installazione; - alla predisposizione di cartografia tematica degli itinerari turistici, con eventuali integrazioni tra

quelli esistenti e quelli previsti. - Il Distretto turistico delle province di Venezia, Treviso, Rovigo e Vicenza che è stato posto in

essere attraverso la ratifica di un patto, elaborato nel febbraio 2004, da otto soggetti istituzionali promotori - Camere di commercio e amministrazioni provinciali di Venezia, Rovigo, Treviso e Vicenza - e approvato dalla Regione Veneto nel giugno 2004 (ai sensi della L.R. n. 8/2003), ha permesso infatti di aprire la strada ad una sinergica integrazione tra l’offerta balneare e turistica di Venezia, quella del litorale rodigino, le bellezze architettoniche e naturalistiche di Treviso, nonché il patrimonio ambientale e artistico del Parco del Delta del Po e delle ville palladiane vicentine.

3.2.4. Politiche provinciali

- Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Treviso. Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Treviso (PTCP), redatto sulla base di quanto disposto dalla L.R. 11/2004 è stato approvato con Delibera di Giunta Regione Veneto n° 1137 del 23.03.2010, ha l’obiettivo di governare la trasformazione territoriale d’area vasta e di coordinare le autonomie territoriali comunali. Nello specifico il PTCP individua i seguenti obiettivi specifici:

o contenimento di ulteriori iniziative edificatorie improprie nel territorio agricolo; o graduale liberazione del territorio agricolo dall'edificato improprio esistente, sia abitativo

che produttivo; o progressiva concentrazione delle attività produttive del settore secondario disperse nel

territorio agricolo ed urbano; o progressiva concentrazione delle abitazioni improprie disperse nel territorio agricolo in

nuovi borghi attrezzati secondo programmi ed a condizioni di interesse generale;

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o recupero urbanistico ed edilizio nei centri storici, delle ville venete e dei complessi ed edifici di significativo carattere culturale ed ambientale;

o sostegno alla diffusione coordinata della fruizione turistica in tutto il territorio provinciale; o collegamenti ai nuovi grandi tracciati infrastrutturali dell'Unione Europea e della Regione

Veneto; o sostegno alla crescita ed alla diffusione delle opere e prestazioni per il

risarcimento/superamento di condizioni di disagio sociale; o tutela dei caratteri strutturali, naturalistici, percettivi e documentari delle risorse del

territorio provinciale. - Il Piano Strategico della Provincia di Treviso persegue il riassetto del modello di sviluppo

economico attuale, orientandolo verso un percorso di sviluppo autosostenibile, basato su una politica di rigenerazione territoriale, di investimenti sull’innovazione, la ricerca e i saperi, nonché su una nuova attenzione ai fattori coesivi. In particolare le tre componenti su cui basare il nuovo modello sono: 1. un uso equilibrato del territorio, caratterizzato dalla riqualificazione del territorio, dalla

valorizzazione della qualità ambientale e turistica quale risorsa dello sviluppo e dal riordino infrastrutturale e logistico;

2. un’economia dell’innovazione, delle reti e della conoscenza, puntando sull’innovazione e la ricerca, sulla valorizzazione del capitale umano e imprenditoriale, su un sistema delle conoscenze integrato e permanente. Un processo in grado di definire un riposizionamento competitivo del territorio;

3. una nuova fase di coesione sociale, benessere di vita e socio-culturale, in grado di garantire sicurezza, valorizzazione del capitale sociale, unità e cura delle persone.

- Il Piano Territoriale Turistico della Provincia di Treviso (PTT), il cui schema di piano è stato approvato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 60/83030 del 24.11.2003, è uno strumento che si inserisce all’interno della progettazione ed azione integrata del Piano Strategico per la Marca Trevigiana. Tale strumento, è stato concepito al fine di garantire la realizzazione di nuovi itinerari eco-museali con particolare attenzione al patrimonio storico, architettonico ed artistico, ai luoghi della memoria storica, ai prodotti tipici ed eno-gastronomici (con la realizzazione delle relative tabellazioni, aree di sosta e servizi di informazione) nella consapevolezza che a fronte della crescita della domanda, diviene oggi fondamentale organizzare l'offerta, strutturando il prodotto turistico territoriale e coordinando accoglienza e promozione.

3.2.5. Politiche intercomunali

- Piano di Assetto del Territorio Intercomunale (PATI). I Comuni di Chiarano, Gorgo al Monticano e Portobuffolè, in conformità con la Legge Urbanistica Regionale 23 aprile 2004, n° 11, hanno scelto di pianificare il proprio territorio attraverso la redazione del Piano di Assetto del Territorio Intercomunale (PATI), in concertazione con la Provincia di Treviso e la Regione Veneto. Il

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documento preliminare, presentato nel maggio 2008, persegue per i territori comunali interessati le seguenti finalità: - la salvaguardia delle attività agricole sostenibili e dei valori antropologici, archeologici, storici e

architettonici presenti nel territorio; - la conservazione o la ricostituzione del paesaggio agrario e del relativo patrimonio di

biodiversità, delle singole specie animali o vegetali, dei relativi habitat, e delle associazioni vegetali e forestali;

- privilegiare il recupero dell’edificato esistente e la saturazione delle capacità insediative pregresse;

- tutelare e limitare il consumo di suoli ad elevata vocazione agricola; - promuovere lo sviluppo di una agricoltura sostenibile, improntata sull’impiego di tecnologie

non inquinanti e finalizzata al risparmio di energie e di risorse non riproducibili. 3.2.6. Politiche locali Si riporta di seguito una tabella contenente lo stato della pianificazione urbanistica al livello comunale (comprendendo anche il PATI di Chiarano, Gorgo e Portobuffolè che sostituisce il PAT dei singoli comuni).

N. Comune di

Strumenti di Pianificazione del Territorio

PRG PAT e/o PATI Piano degli Interventi

App. In redaz. Adottato App. In

redaz. Adottato App.

1 Cessalto

2 Chiarano

3 Cimadolmo

4 Fontanelle

5 Gorgo al Monticano

6 Mansuè

7 Meduna di Livenza

8 Motta di Livenza

9 Oderzo

10 Ormelle

11 Ponte di Piave

12 Portobuffolè

13 San Polo di Piave

Elaborazione dati GAL Terre di Marca

3.2.7. Tabella riassuntiva degli elaborati grafici riportanti la sintesi della pianificazione territoriale a livello provinciale e regionale Si riporta di seguito una tabella descrittiva degli elaborati grafici (tavole del sistema informativo territoriale) che contengono i principali dati geografici di diagnosi territoriale effettuata sull’area dell’IPA.

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La tabella riporta la sintesi dei contenuti delle tavole riguardanti le estrapolazioni del PTCP della Provincia di Treviso, del PTT della Provincia di Treviso e del PTRC della Regione Veneto.

TABELLA RIASSUNTIVA DEGLI ELABORATI GRAFICI

N. TAVOLA

TITOLO CONTENUTI

7.1. PTCP Provincia di Treviso: Reti Ecologiche

L’elaborato grafico analizza sia lo stato attuale dell’ambito IPA che le previsioni contenute nel Piano Territoriale Provinciale: SIC-siti di Interesse Comunitario; ZPS-Zone di protezione Speciale; Biotopi; IBA-Importants Bird Area; Reti Ecologiche-elementi: area nucleo – area di connessione naturalistica (aree di completamento, fascia tampone) – corridoi ecologici principali e secondari – stepping zone – area condizionata dall’urbanizzato – area di potenziale completamento della rete ecologica – varchi.

7.2. PTCP Provincia di Treviso: Sistema insediativo e infrastrutturale

L’elaborato grafico analizza sia lo stato attuale dell’ambito IPA che le previsioni contenute nel Piano Territoriale Provinciale: sistema infrastrutturale stradale (classificazione tecnico funzionale della viabilità esistente); viabilità in progetto e in fase di realizzazione (viabilità di interesse provinciale sia nuova che di ricalibratura, area critica per la viabilità); sistema infrastrutturale ferroviario (tratti SFMR, stazioni ferroviarie esistenti, stazioni SFMR); sistema produttivo (area produttiva confermata ed ampliabile, aree produttive non ampliabili); sistema logistico (terminal intermodale da riattivare); grandi strutture di vendita; parchi commerciali.

7.3. PTCP Provincia di Treviso: mobilità sostenibile e ambiti urbano-rurali

L’elaborato grafico analizza sia lo stato attuale dell’ambito IPA che le previsioni contenute nel Piano Territoriale Provinciale: piste ciclabili esistenti; piste ciclabili in progetto, percorsi ciclopedonali bici in vacanza; percorsi ciclopedonali (proposte di PTCP).

7.4. PTCP Provincia di Treviso: percorsi turistici del PTT Piano Territoriale Turistico

L’elaborato grafico analizza sia lo stato attuale dell’ambito IPA che le previsioni contenute nel Piano Territoriale Provinciale: Strada della Grande Guerra; Luoghi della Grande Guerra; Luoghi dell’Archeologia; Strada dei Vini; Luoghi dei Vini.

7.5. PTT Provincia di Treviso: master plan del Piano Territoriale Turistico

L’elaborato grafico analizza sia lo stato attuale dell’ambito IPA che le previsioni contenute nel Piano Territoriale Turistico: Strada della Grande Guerra; Luoghi della Grande Guerra; Luoghi dell’Archeologia; la Via Claudia Augusta; Città Murale; Castelli e Fortificazioni; aree fluviali.

8.1. PTRC del Veneto: città, motore del futuro

L’elaborato grafico analizza sia lo stato attuale dell’ambito IPA che le previsioni contenute nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento: ambito esteso tra Adige e Po; ambito di riequilibrio territoriale; poli urbani; corridoi europei.

8.2. PTRC del Veneto: crescita sociale e culturale

L’elaborato grafico analizza sia lo stato attuale dell’ambito IPA che le previsioni contenute nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento: corridoi storico insediativo del fiume Piave; percorso archeologico delle Vie Claudia Augusta e Annia; luoghi e architetture di Villa del Palladio (Villa Zeno a Cessalto); tracciato del grande greenway; parco delle tradizioni rurali; città murata (Portobuffolè).

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8.3. PTRC del Veneto: sviluppo economico turistico

L’elaborato grafico analizza sia lo stato attuale dell’ambito IPA che le previsioni contenute nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento: Ville Venete; città murata; sito archeologico; principale sito archeologico vistabile; parco agroalimentare dei sapori; strada dei sapori; rete delle attività aeronautiche da diporto; produzioni tipiche locali (IGP-DOP-DOC).

8.4. PTRC del Veneto: sviluppo economico produttivo

L’elaborato grafico analizza sia lo stato attuale dell’ambito IPA che le previsioni contenute nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento: territori urbani complessi; piattaforme produttive complesse regionali; aree produttive multiuso con tipologia prevalentemente commerciale; nodi della rete regionale della ricerca; ambito tecnologico per la lavorazione del legno;

8.5 PTRC del Veneto: rete rurale ed ecologica

L’elaborato grafico analizza sia lo stato attuale dell’ambito IPA che le previsioni contenute nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento: area nucleo; corridoi ecologici; area ad elevata utilizzazione agricola; aree agropolitane in pianura; perimetro ambiti di paesaggio; idrografia superficiale; corso d’acqua di interesse regionale; fascia delle risorgive; testa di fontanile; centro storico; città murata; strada romana; zona archeologica; villa veneta; paesaggi agrari storici; bosco di pianura.

8.6. PTRC del Veneto: ambiti di paesaggio

L’elaborato grafico analizza sia la situazione paesaggistica attuale dell’ambito IPA (allargato ai 3 ambiti paesaggistici di PTRC) che le previsioni contenute nell’atlante ricognitivo degli ambiti paesaggistici costituente parte integrante del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento. Una dettagliata descrizione è riportata al cap. 2.6.5.

3.3 IDEA FORZA DELL’IPA L’area Opitergino Mottense ha scelto di supportare lo sviluppo del proprio territorio attraverso la condivisione di obiettivi strategici all’interno di una “Intesa Programmatica d’Area”, riconoscendo il processo di concertazione pubblico-privato quale idoneo strumento di animazione, condivisione e pianificazione. L’idea forza dell’Intesa Programmatica dell’Area Opitergino Mottense è volta alla valorizzazione turistica, sportiva e ricreativa del territorio, con l’obiettivo di valorizzare e favorire la fruizione di ambienti e contesti di pregio naturalistico e dei luoghi della cultura per sostenere l’esercizio integrato di funzioni culturali e l’aggregazione sociale. Inoltre alla luce del Programma Attuativo Regionale (PAR), che regola le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2007-2013, suddiviso in sei “Assi prioritari” (1. atmosfera ed energia; 2. difesa del suolo; 3. beni culturali e naturali; 4.mobilità sostenibile; 5. sviluppo locale e 6. assistenza tecnica), a loro volta distinti in “Linee di intervento”, favorire nell’ambito delle IPA della Regione Veneto, anche l’adozione di progetti unitari con comuni standard progettuali, nonché un’immagine unitaria, capitalizzando e superando le progettualità pregresse all’interno di un unico disegno sistemico. In particolare sui tematismi legati alle via d’acqua (Piave, Livenza, Monticano, Lia). In questo contesto le inziative saranno finalizzate anche all’attuazione di Progetti Integrati d’Area, composti da interventi inseriti nella programmazione 2014-2020. In particolare l’IPA intendone partecipare alla manifestazione di interessi promossa dalla Regione Veneto per raccogliere idee progettuali riferibili all’Asse 5

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“Sviluppo Locale” del PAR FSC 2007-2013 e a stimolare progettualità, anche a regia regionale, a valere sugli assi 3 “Beni culturali e naturali” del PAR FSC 2007-2013 e 4 “mobilità sostenibile”, oltre che della programmazione del FSC 2014-2020 e dei fondi SIE 2014 - 2020. Tale idea forza verrà realizzata attraverso due assi d’intervento:

o Asse 1: Itinerari/Centri urbani. Tale asse prevede la realizzazione/riqualificazione di itinerari e percorsi a valenza turistico-ricreativa finalizzati alla fruizione e valorizzazione degli ambiti naturalistici e storico-culturali del territorio e la messa in rete delle piste ciclabili e alla riqualificazione urbana.

o Asse 2: Ambiente/Cultura. Tale asse è volto alla realizzazione e riqualificazione di spazi e percorsi attrezzati di natura sportivo/ricreativa ad infrastrutturazione leggera dedicati alle attività praticabili in ambiente naturale. Inoltre alla salvaguardia del patrimonio naturale, della biodiversità, dell’ecosistema e del paesaggio. Inoltre tale Asse è volto alla valorizzazione del patrimonio culturale e i luoghi delle cultura e al recupero del patrimonio architettonico.

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Nello schema riportato di seguito viene sintetizzata l’idea forza dell’Intesa Programmatica dell’Area Opitergino Mottense.

ù

Area. Comuni di: Cessalto, Chiarano, Cimadolmo, Fontanelle, Gorgo al Monticano, Mansuè, Meduna di Livenza, Motta di Livenza, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, Portobuffolè, San Polo di Piave

concertazione

Condivisione degli obiettivi strategici in

seno all’Intesa Programmatica d’Area

Idea forza: valorizzazione delle risorse locali a fini

turistici, sportivi e ricreativi

Obiettivo generale IPA: favorire la fruizione di ambienti e contesti di pregio naturalistico e culturale per sostenere l’esercizio integrato di funzioni culturali e l’aggregazione sociale, nonché i servizi ai cittadini e alle imprese.

Asse 2: Ambiente/Cultura. Tale asse prevede la realizzazione e riqualificazione di spazi e percorsi attrezzati di natura sportivo/ricreativa ad infrastrutturazione leggera dedicati alle attività praticabili in ambiente naturale. Nonché il potenziamento, la riqualificazione e la diversificazione dell’offerta turistica basata sulla valorizzazione del patrimonio naturale e dei luoghi della cultura a sostegno della recettività sostenibile e dell’economia locale

Asse 1: Itinerari/Centri urbani. Tale asse prevede la realizzazione/riqualificazione di itinerari e percorsi a valenza turistico-ricreativa finalizzati alla fruizione e valorizzazione degli ambiti naturalistici e storico-culturali del territorio, nonché la riqualificazione dei centri urbani e della loro capacità di servizio.

Organizzazione: Tavolo di Concertazione (TdC) Soggetto Responsabile Protocollo d’intesa Regolamento TdC Fondo di gestione

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3.4 IL PARCO PROGETTI STRATEGICI DELL’IPA Si elencano di seguito i progetti costituenti l’Intesa Programmatica dell’Area Opitergino Mottense. Asse 1: Itinerari/Centri urbani

N. Comune

Proponente Opera

Breve descrizione dell’opera

Comuni interessati

Livello progetto

Costo totale

(A)

Cof.to disp. (B)

Quota IPA

(A-B)

1 Cessalto Itinerario di collegamento

Collegamento ciclo-pedonale fra il centro storico e Villa Giacomini, lungo via Magnadola e il Piavon

Cessalto Preliminare 378.000 75.600 302.400

2 Chiarano Itinerario ciclo-pedonale

Pista ciclabile tra Fossalta Maggiore e Cavalier di Gorgo al Monticano

Chiarano, Gorgo al Monticano

Preliminare 1.455.000 291.000 1.164.000

3 Cimadolmo CicloPiave Itinerario naturalistico lungo il Piave

Cimadolmo, San Polo di Piave, Ormelle, Ponte di Piave

Definitivo 2.400.000 480.000 1.920.000

4 Mansuè Pista ciclopedonale

Tratto di collegamento fra Portobuffolè, Mansuè e Oderzo

Portobuffolè, Mansuè, Oderzo

Studio di fattibilità 3.000.000 600.000 2.400.000

5 Motta di Livenza

Riqualificazione centro urbano

Nuovo impainto di illuminazione di via Risorgimento e De Gasperi, restauro conservativo della fontana di P.zza Predonzani e sistemazione di P.zza San Rocco

Motta di Livenza

Studio di fattibilità 320.000 64.000 256.000

6 Oderzo Pista ciclopedonale

Pista ciclopedonale di collegamento

Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, Chiarano e Gorgo al Monticano

Studio di fattibilità 1.700.000 340.000 1.360.000

7 Ponte di Piave

Itinerario cilco-pedonale

Tratto di collegamento fra Negrisia e Roncadelle lungo la S.P. 34

Ponte di P. e Ormelle

Studio di fattibilità 1.451.000 290.200 1.160.800

8 Portobuffolè Percorso ciclopedonale

Tratto di collegamento fra Portobuffolè e Oderzo

Portobuffolè, Oderzo

Studio di fattibilità 1.900.000 380.000 1.520.000

9 S. Polo di Piave

Percorso naturalistico

Realizzazione parco del Lia e percorso naturalistico ciclopedonale lungo ambito fluviale del Lia

S. Polo di Piave, Cimadolmo Ormelle, Fontanelle, Oderzo

Preliminare 2.000.000 400.000 1.600.000

10 S. Polo di Piave

Riqualificazione centro urbano

Riqualificazione di Piazza Padre Marco d’Aviano

S. Polo di Piave Preliminare 300.000 60.000 240.000

TOTALE ASSE 1 - IPA 14.904.000 2.980.800 11.923.200

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Asse 2: Ambiente/Cultura

N. Comune

Proponente Opera

Breve descrizione dell’opera

Comuni interessati

Livello progetto

Costo totale

(A)

Cof.to disp. (B)

Quota IPA

(A-B)

1 Cimadolmo Le vie della Grande Guerra

Realizzazione di un itineario e di un punto informativo, qualificazione del Museo sulla Grande Guerra della frazione di San Michele di Piave, recupero attracco fluviale a Madorbo, recupero monumeto ai caduti in località Grave di Papadopoli e recupero diga di Cimadolmo

Ciamadolmo Studio di fattibilità 240.000 48.000 192.000

2 Oderzo

Riqualificazione e qualificazione del polo museale archeologico opitergino e del parco storico di Palazzo Foscolo

Rafforzamento della struttura culturale opitergina e collegamento alla rete culturale dell’IPA con la promozione del nuovo circuito culturale che dal museo archelologico opitergino conduce alla Villa Aganoor a Mansue’, attraverso il centro cittadino di Portobuffole, Meduna e Motta

Mansuè, Portobuffolè, Medua e Motta

Studio di fattibilità 855.000 171.000 684.000

3 Ponte di Piave Grande Guerra Sistemazione del Monumento dei caduti in località San Nicolò

Ponte di Piave Studio di fattibilità 10.000 2.000 8.000

4 Ponte di Piave Grande Guerra

Recupero imbarcazione Austro Ungarica usata per il ponte di attraversamento sul fiume Piave

Ponte di Piave Studio di fattibilità 40.000 8.000 32.000

TOTALE ASSE 2 - IPA 1.145.000 229.000 916.000

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3.5 PRIORITÀ E MOTIVAZIONI 2010 AI SENSI DELLA DGR n. 1779 del 6Luglio 2010 Il progetto strategico dell’Intesa Programmatica d’Area dell’Opitergino Mottense individuato, ai fini della partecipazione al bando 2010 della LR 13/99, è stato il “GiraMonticano”, con Soggetto Attuatore il Comune di Gorgo al Monticano, per le seguenti motivazioni:

- rispondenza all’idea forza dell’Intesa Programmatica d’Area;

- rispondenza al bando 2010 della LR 13/99 in termini di obiettivi dell’intervento;

- ambito sovracomunale del progetto, che interessa i territori dei Comuni di Fontanelle, Oderzo, Gorgo al Monticano e Motta di Livenza;

- ambiti naturalistici e storico culturali valorizzati;

- ricaduta in termini di sviluppo locale e di impatto socio-economico;

- coerenza con la pianificazione sovraordinata;

- ambito territoriale costituito da comuni con potenzialità turistiche sottoutilizzate;

- disponibilità del Soggetto Attuatore alla messa a disposizione del cofinanziamento richiesto dallo stesso bando.

Il Progetto “GiraMonticano” è stato finanziato dalla Giunta Regione con deliberazione n. 3535/2010 ottenendo un contributo regionale di euro 749.700,00 su un costo statale dell’opera di euro 882.000,00. L'itinerario è stato inserito nel PTT della Provincia di Treviso (deliberazione della Giunta provinciale n. 28/12834 del 28.01.2013) nell'ambito degli itinarari dedicati allo Slow Tourism con il codice TV3. Di seguito si fornisce una descrizione del progetto “GiraMonticano”. "L’itinerario ciclo-pedonale di progetto, denominato ‘GiraMonticano’, attraversa un importante “corridoio naturalistico” della provincia di Treviso, ubicato nella parte nord-est del territorio e costeggiante in gran parte il fiume Monticano, unendo le importanti città storiche di Oderzo e Motta di Livenza. Il “GiraMonticano” è un corridoio naturalistico di importanza strategica, proprio per la sua ubicazione mediana tra i “corridoi naturalistici del Piave e della Livenza”, ed è inserito in una rete idrica minore di forte intensità a testimonianza dell’ampia area di risorgiva. Il percorso si snoda sugli argini e sulle strade vicinali del fiume al fine di scoprire il territorio più ameno circostante il fiume Monticano. I torrenti, le risorgive, i boschi planiziali, gli alberi sacri sono gli elementi del paesaggio che rendono questo territorio naturalisticamente di interesse indiscusso. Oltre alle potenzialità paesaggistiche, si incontrano lungo l'itinerario di progetto gli elementi artistico-culturali memorie di storia e di antiche vestigia, legate alla storia delle popolazioni rurali, quali le Ville, i castelli, le chiese, le torri, i borghi, i segni propri del passaggio delle diverse dominazioni che si sono succedute nei secoli in questo territorio. Quattro sono le Amministrazioni Comunali interessate dall’itinerario naturalistico di progetto: Fontanelle, Oderzo, Gorgo al Monticano e Motta di Livenza. Ognuno di questi centri abitativi ha nei secoli istaurato un rapporto personale e soggettivo con il fiume Monticano legandosi inevitabilmente alle economie e alle colture che ad esso erano strettamente dipendenti. Nello specifico, nel Comune di Fontanelle sarà evidenziato da segnaletica il fondamentale collegamento con il “GiraLivenza” della Provincia di Pordenone, attraverso la ciclabile di progetto Fontanelle-Borgo Vallonto, Gaiarine e il nuovo ponte ciclo-pedonale a Villa Varda di

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Brugnera (Pordenone). I luoghi di interesse nel territorio di Fontanelle raggiungibili dal percorso di progetto sono la Chiesa di San Pietro del XV sec. e la Chiesa di Lutrano del XVI sec; sono raggiungibili con percorsi secondari che si snodano dal principale anche Villa Marcello Del Maino, fatta costruire dalla famiglia Tiepolo nel XVIII sec. e Villa Galvagna-Giol, nel "saccon" del fiume Lia, costruita presumibilmente nel XVII sec. Per quanto concerne il territorio di Oderzo, si prevede di inserire i principali luoghi d’interesse nella promozione congiunta all’itinerario “GiraMonticano”, anche attraverso l’evidenziazione di un sistema di “bike sharing”, proposto per il centro cittadino, per la possibile visita ai seguenti luoghi: Piazza Grande, su cui si affacciano il Duomo di san Giovanni Battista, il Torresin, l'antica Loggia Comunale, il Torresòn ed altri edifici storici, tra cui il Palazzo Saccomani e lo storico Caffè Commercio; il Centro storico, comprendente la parte romana, medievale e rinascimentale della città; i numerosi siti archeologici, fra i quali si cita l'area del Foro Romano. Nel territorio di Gorgo al Monticano si prevede un sistema di "bike sharing" proposto per il centro cittadino in prossimità del Municipio e della stazione ferroviaria, che consenta la visita della Chiesa di Gorgo, del XVI sec., della Chiesa di Cavalier, edificio del XIV-XV sec. in stile romanico, e dell'antico Bosco di Cavalier, uno dei pochi boschi planiziali rimasti nella Provincia di Treviso. Sito di pregio che verrà valorizzato dall'itinerario proposto è poi il Centro storico di Motta di Livenza, con il Duomo di S. Nicolò, del X sec., e il suo campanile, che costituisce per Motta il più forte elemento di connotazione d’insieme, nonché la Basilica della Madonna dei Miracoli, costruita nel XVI sec. e meta ogni anno di pellegrinaggi di fedeli provenienti da tutta Italia. 3.6 PRIORITÀ E MOTIVAZIONI 2014 AI SENSI DELLA DGR n. 1186/2011 – AMBITO PAR FSC 2007-2013 – ASSE 5 SVILUPPO LOCALE I progetti strategici dell’Intesa Programmatica d’Area dell’Opitergino Mottense individuati ai sensi dell'Asse 5 Sviluppo Locale del PAR FSC 2007-2013, saranno selezionati sulla base delle seguenti priorità

- rispondenza all’idea forza dell’Intesa Programmatica d’Area;

- rispondenza alla DGR n. 1186/2001 e alla DGR n. 513/2014 in termini di Liena di intervento e obiettivi in particolare per la 5.1, 5.2 e 5.3;

- ambito sovracomunale del progetto;

- ambiti naturalistici e storico culturali valorizzati;

- ricaduta in termini di sviluppo locale e di impatto socio-economico;

- coerenza con la pianificazione sovraordinata;

- ambito territoriale costituito da comuni con potenzialità turistiche sottoutilizzate;

- disponibilità del Soggetto Attuatore al cofinanziamento.

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PARTE QUARTA: MODALITA’ DI ATTUAZIONE DELL’IPA 4.1 PROTOCOLLO D’INTESA TRA GLI ADERENTI ALL’IPA SOTTOSCRITTO NELLA SEDUTA DEL TDC DEL 9 LUGLIO 2010

Premesso che:

l’Intesa Programmatica d’Area (IPA) è lo strumento previsto dalla Regione Veneto, mediante la L.R. n. 35 del 29.11.2001, per sostenere lo sviluppo economico e sociale della regione, quale evoluzione dell’istituto e dell’esperienza dei Patti territoriali;

per promuovere lo sviluppo dell’area Opitergino Mottense è opportuno l’avvio di un’Intesa Programmatica d’Area, mediante la concertazione tra gli Enti Locali e funzionali ed il mondo economico e sociale, quale metodologia di ascolto delle aspettative di sviluppo territoriale, opportunamente valutate dal punto di vista tecnico, amministrativo e finanziario e coerenti con le strategie di sviluppo degli Enti sovracomunali;

l’attività di avvio dell’Intesa Programmatica è stata promossa dal Consorzio del Comprensorio Opitergino;

con deliberazione dell’Assemblea Consorziale del 12 marzo 2010 il Consorzio del Comprensorio Opitergino ha avviato il percorso di definizione dell’Intesa Programmatica d’Area ed incaricato il GAL Terre di Marca dell’assistenza tecnica necessaria;

per il coordinamento dell’Intesa Programmatica d’area verrà costituito un Tavolo di concertazione formato dai Rappresentanti indicati dalle Amministrazioni Comunali, dagli Enti Pubblici, dalle Associazioni di categoria, coordinato dal Presidente pro tempore Consorzio del Comprensorio Opitergino;

Tutto ciò premesso: il giorno 9 luglio 2010, presso la Sede Municipale del Comune di Gorgo al Monticano, in via Postumia n. 77, con la presente scrittura privata, avente per le parti forza di legge a norma dell’art. 1372 del codice civile;

tra i componenti del Tavolo di concertazione dell’Intesa Programmatica d’area dell’Opitergino Mottense, si conviene e stipula quanto segue: ART. 1. Premesse

Le premesse fanno parte integrante del presente Protocollo d’intesa. ART. 2. Finalità, obiettivi generali e settoriali dell’IPA

L’Intesa Programmatica d’Area dell’Opitergino Mottense, nel rispetto della LR n. 35/2001, costituisce uno strumento di programmazione decentrata e di sviluppo del territorio con il quale gli Enti pubblici locali e le

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Parti economiche e sociali concorrono alla programmazione regionale, mediante momenti di analisi, concertazione e proposta in ordine alle azioni di sviluppo ritenute prioritarie per l’area. In sintesi l’idea forza dell’Intesa Programmatica d’area è volta a sostenere lo sviluppo locale e la valorizzazione turistica, sportiva e ricreativa dell’area per favorire la fruizione di degli ambiti di pregio naturalistico e storico-culturale, e l’aggregazione sociale. ART. 3. Costituzione, compiti e composizione del Tavolo di concertazione

Il Tavolo di Concertazione (TdC) è lo strumento attraverso il quale l’Intesa Programmatica d’Area promuove lo sviluppo sostenibile dell’area, nelle sue tre dimensioni economica, sociale e ambientale, nel quadro della programmazione comunitaria, nazionale e regionale, mediante il metodo della concertazione e della collaborazione tra enti locali, parti economiche e sociali e altri soggetti pubblici o privati. Il Tavolo di concertazione svolge i seguenti compiti:

approva il Documento programmatico dell’Intesa Programmatica d’Area e le sue successive integrazioni o modifiche;

approva ogni modifica o integrazione necessaria per la completa attuazione degli interventi programmati dall’Intesa programmatica d’area, compresa la riprogrammazione delle risorse resesi disponibili a seguito di rinunce, revoche o economie;

adotta un proprio Regolamento di funzionamento del Tavolo di Concertazione; ammette nuovi membri al Tavolo di Concertazione; svolge ogni altra attività ad esso demandata dal suddetto regolamento, dal Presidente e dalla

normativa statale e regionale. Il Tavolo di concertazione è composto, in sede di avvio, dai seguenti soggetti definiti “promotori” dell’Intesa Programmatica d’Area Opitergino Mottense:

Provincia di Treviso; Consorzio del Comprensorio Opitergino; Comune di Cessalto; Comune di Chiarano; Comune di Cimadolmo; Comune di Fontanelle; Comune di Gorgo al Monticano; Comune di Mansuè; Comune di Oderzo; Comune di Ormelle; Comune di Ponte di Piave; Comune di Portobuffolè; Comune di San Polo di Piave; Comune di Motta di Livenza; Comune di Meduna di Livenza; Banca di Credito Cooperativo di Monastier e del Sile;

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CNA Oderzo Motta; Coldiretti Treviso; Confagricoltura Treviso; Confartigianato Treviso; Confcooperative Treviso; Consorzio di Promozione turistica Marca Treviso; Consorzio Pro Loco Opitergino Mottense; Fondazione Ada e Antonio Giacomini; Fondazione Mazzotti; Fondazione Oderzo Cultura; Unindustria Treviso; Veneto Banca.

ART. 4. Soggetto Responsabile dell’IPA

Il Presidente del Tavolo di concertazione, nella figura del Presidente pro-tempore del Consorzio Opitergino Mottense, svolge le funzioni di Soggetto responsabile dell’Intesa Programmatica d’Area, secondo le modalità dettagliate nel Regolamento del Tavolo stesso. Il Soggetto Responsabile dell’Intesa Programmatica d’Area ha i compiti di assicurare:

il corretto ed efficiente funzionamento del partenariato istituzionale ed economico-sociale locale; la rappresentanza unitaria del Tavolo di concertazione e gli interessi dei Soggetti sottoscrittori

dell’Intesa Programmatica d’Area, anche nelle sedi concertative istituite a livello regionale e nazionale;

il coordinamento delle attività di elaborazione e di attuazione dell’Intesa Programmatica d’Area. ART. 5. Impegni delle parti

I membri del Tavolo di concertazione, consapevoli dell’eccezionale rilevanza degli interessi pubblici e socio-economici connessi al conseguimento degli obiettivi sottostanti all’Intesa Programmatica d’area, si impegnano a mantenere rapporti di collaborazione improntati alla lealtà reciproca, svolgendo, per quanto di propria competenza, ogni attività necessaria alla attivazione, progettazione e sottoscrizione dell’Intesa Programmatica d’Area e assicurando l’osservanza del presente Protocollo, del Regolamento e delle deliberazioni assunte dal Tavolo di concertazione in conformità dello stesso. ART. 6. Ambito territoriale dell’Intesa Programmatica d’Area

L’ambito territoriale dell’Intesa Programmatica d’Area è individuato dal Tavolo di concertazione, il quale stabilisce i limiti di applicazione geografica dell’Intesa Programmatica d’area, definendo, in particolare, le eventuali estensioni ai territori comunali limitrofi, che risultassero utili per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo dell’area. L’Intesa Programmatica d’Area interessa, in sede di avvio dell’Intesa stessa, l’area formata dai Comuni di Cessalto, Chiarano, Cimadolmo, Fontanelle, Gorgo al Monticano, Mansuè, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, Portobuffolè, San Polo di Piave, Motta di Livenza e Meduna di Livenza.

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4.2 REGOLAMENTO DEL TAVOLO DI CONCERTAZIONE

REGOLAMENTO DEL “TAVOLO DI CONCERTAZIONE” DELL’INTESA PROGRAMMATICA D’AREA OPITERGINO MOTTENSE

APPROVATO NELLA SEDUTA DEL TAVOLO DI CONCERTAZIONE DEL 9 LUGLIO 2010

VISTA la legge regionale del Veneto 29 novembre 2001, n. 35 “Nuove norme sulla programmazione”, che istituisce gli atti e gli strumenti della programmazione regionale, in particolare il Programma Regionale di Sviluppo, i Piani regionali di settore, il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, il Piano di attuazione e spesa e i bilanci pluriennali e annuali; VISTO l’articolo 4 della citata legge regionale del Veneto 29 novembre 2001, n. 35 che stabilisce, per tutti gli strumenti della programmazione regionale, il principio della concertazione con gli enti locali e con le parti economiche e sociali; VISTO l’articolo 18 della citata legge regionale del Veneto 29 novembre 2001, n. 35, che disciplina il Piano di attuazione e spesa (PAS), innovativo strumento della programmazione, anche finanziaria, regionale il quale, previa una ricognizione delle risorse disponibili, determina le priorità del loro impiego, ripartendole per gruppi omogenei di intervento, chiamati “azioni”, e che riguardano l’intervento strutturale della Regione, cioé la realizzazione di infrastrutture, di opere, nonché di interventi, azioni di sostegno e regimi di aiuto che manifestino la loro utilità oltre l'esercizio nel quale vengono attuati; VISTO l’articolo 25 della citata legge regionale del Veneto 29 novembre 2001, n. 35, il quale dispone, al comma 1, che “su iniziativa della Giunta regionale o su richiesta degli enti locali, il PAS può essere articolato, sia per la formulazione che per la gestione, su base territoriale sub-regionale” e, al comma 2, che “per queste aree, ad eccezione delle materie che si ritengano di esclusivo livello regionale, nel PAS sarà predisposta una specifica sezione riguardante tutti i settori di intervento, denominata intesa programmatica d’area (IPA)”; CONSIDERATO che il medesimo articolo 25 della citata legge regionale del Veneto 29 novembre 2001, n. 35 prescrive, inoltre, che tale articolazione del PAS richiede il consenso delle amministrazioni provinciali, delle comunità montane, ove presenti sul territorio interessato, e della maggioranza dei comuni interessati e che gli enti locali adeguano i propri strumenti di pianificazione e di intervento a quanto previsto dalla programmazione decentrata del PAS, partecipandovi anche significativamente con proprie risorse; VISTA la deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 3200 del 15 ottobre 2004 recante “Piano di attuazione e spesa (PAS). Avvio delle procedure per la predisposizione. Art. 18 L.R. 35/2001” che detta le modalità e i criteri per la predisposizione del primo PAS, nell’ambito del quale trova collocazione anche il nuovo strumento di sviluppo del territorio denominato “Intesa Programmatica d’Area (IPA)”; VISTA la deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 556 del 25.02.2005 recante “Adozione, ai fini dell’avvio del processo di concertazione, del Piano di Attuazione e Spesa (PAS). (Artt. 2, 18,-25, L.R. 35/2001)”;

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Documento Programmatico d’Area - IPA Opitergino Mottense

CONSIDERATO che il Consorzio del Comprensorio Opitergino e i Comuni di Cessalto, Chiarano, Cimadolmo, Fontanelle, Gorgo al Monticano, Mansuè, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, Portobuffolè, San Polo di Piave, Motta di Livenza e Meduna di Livenza, hanno stabilito di avviare la costituzione di un’Intesa Programmatica d’Area finalizzata a sostenere lo sviluppo locale e la valorizzazione turistica, sportiva e ricreativa dell’area per favorire la fruizione degli ambiti di pregio naturalistico e storico-culturale, favorendo inoltre l’aggregazione sociale e di avviare l’iter per la costituzione del Tavolo di concertazione; CONSIDERATO che i predetti Comuni, assieme al Consorzio del Comprensorio Opitergino, Provincia di Treviso ed alle associazioni di categoria, hanno deciso, nella riunione del 9 luglio 2010, tenutasi presso la Sede Municipale del Comune di Gorgo al Monticano, di costituire il Tavolo di concertazione e di attivare tutte le procedure e gli strumenti necessari per richiedere alla Giunta Regionale del Veneto l’attivazione dell’Intesa Programmatica dell’Area (IPA) denominata Opitergino Mottense, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 25 della citata legge regionale del Veneto 29 novembre 2001, n. 35; CONSIDERATO che si individua nel Consorzio del Comprensorio Opitergino, il soggetto responsabile dell’Intesa Programmatica d’Area con i compiti di assicurare il corretto ed efficiente funzionamento del partenariato istituzionale ed economico-sociale locale; la rappresentanza unitaria del Tavolo di concertazione e gli interessi dei Soggetti sottoscrittori dell’Intesa Programmatica d’Area, anche nelle sedi concertative istituite a livello regionale e nazionale; il coordinamento delle attività di elaborazione e di attuazione dell’IPA; CONSIDERATO che risulta necessario stabilire un regolamento interno del predetto Tavolo di concertazione dell’IPA, anche sulla base della deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 358 del 1° marzo 2002, recante “Protocollo di intesa tra Regione del Veneto, parti sociali e autonomie per l’istituzione e la disciplina del Tavolo della concertazione regionale”, che costituisce disciplina unitaria nella quale confluiscono tutte le attività di concertazione di iniziativa della Giunta regionale;

i Soggetti Promotori dell’Intesa Programmatica d’Area denominata Opitergino Mottense

approvano il seguente

Regolamento del Tavolo di Concertazione

Articolo 1 – Istituzione del Tavolo di concertazione E’ istituito il Tavolo di Concertazione dell’Intesa Programmatica d’Area denominata Opitergino Mottense, espressione del partenariato istituzionale ed economico-sociale locale. Il Tavolo di concertazione è presieduto dal Presidente pro-tempore del Consorzio del Comprensorio Opitergino, ed è composto dei seguenti soggetti, promotori dell’Intesa Programmatica d’Area:

• dagli Enti Locali: Comuni di: Cessalto, Chiarano, Cimadolmo, Fontanelle, Gorgo al Monticano,

Mansuè, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, Portobuffolè, San Polo di Piave, Motta di Livenza e Meduna di Livenza;

Provincia di Treviso;

• dalle Parti economiche e sociali:

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Banca di Credito Cooperativo di Monastier e del Sile; CNA Oderzo Motta; Coldiretti Treviso; Confagricoltura Treviso; Confartigianato Treviso; Confcooperative Treviso; Consorzio di Promozione turistica Marca Treviso; Consorzio Pro Loco Opitergino Mottense; Fondazione Ada e Antonio Giacomini; Fondazione Mazzotti; Fondazione Oderzo Cultura; Unindustria Treviso; Veneto Banca.

Il Tavolo elegge nel suo seno un Vicepresidente. L’ammissione di nuovi membri è decisa dal Tavolo con delibera motivata adottata a maggioranza assoluta ed è subordinata, qualora approvato dal medesimo Tavolo, alla sottoscrizione e alla condivisione del documento programmatico dell’intesa medesima. Ove si ritenesse necessario, ai lavori del Tavolo potranno essere invitati a partecipare rappresentanti dell’Amministrazione statale, regionale, degli Enti locali e altri soggetti, pubblici o privati, coinvolti nella fase della programmazione, ovvero del finanziamento, ovvero della realizzazione degli interventi previsti dall’Intesa Programmatica d’Area. Articolo 2 – Finalità del Tavolo di concertazione Il Tavolo di concertazione è finalizzato all’elaborazione di un’Intesa Programmatica d’Area, ai sensi dell’articolo 25, comma 2 della legge regionale 29 novembre 2001, n. 35, volta a sostenere lo sviluppo locale e la valorizzazione turistica, sportiva e ricreativa dell’area per favorire la fruizione degli ambiti di pregio naturalistico e storico-culturale e l’aggregazione sociale. Articolo 3 – Funzioni del Tavolo di concertazione Il Tavolo di concertazione assume le decisioni relative ai seguenti atti: - approvazione del documento programmatico dell’Intesa Programmatica d’Area e delle sue successive

integrazioni o modifiche; - approvazione di ogni modifica o integrazione necessaria per la completa attuazione degli interventi

programmati mediante l’Intesa programmatica d’area, compresa la riprogrammazione delle risorse resesi disponibili a seguito di rinunce, revoche o economie;

- ammissione di nuovi membri; - modifiche al presente regolamento; - ogni altra attività ad esso demandata dal presente regolamento, dal Presidente o dalla normativa statale

e regionale.

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Le votazioni del Tavolo sono palesi e sono assunte con la maggioranza delle quote aderenti secondo la seguente metodologia:

una quota per i Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti; due quote per i Comuni con popolazione compresa fra 5.000 e 10.000 abitanti; tre quote per i Comuni con popolazione compresa fra 10.000 e 15.000 abitanti; quattro quote per i Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti; una quota per ogni altro componente del TdC

purchè rappresentino la maggioranza dei Comuni aderenti e la maggioranza della popolazione residente. Articolo 4 – Convocazioni del Tavolo di concertazione

Il Tavolo si riunisce di norma due volte l’anno su convocazione del Presidente con comunicazione scritta a ciascun membro, contenente l’ordine del giorno e inviata almeno cinque giorni prima del giorno fissato per l’adunanza. L’avviso di convocazione può essere può essere inviato anche mediante telefax o posta elettronica nel luogo e presso il numero di utenza telefax o all’indirizzo di posta elettronica comunicati da ciascun membro del Tavolo. Il Tavolo può essere convocato anche su richiesta di almeno 1/3 (un terzo) dei membri contenente l’argomento o gli argomenti da sottoporre alla discussione. In tal caso il Presidente fissa la data della riunione entro trenta giorni dalla data della richiesta. In casi di urgenza, il Tavolo è convocato dal Presidente a mezzo di telegramma o telefax o posta elettronica almeno ventiquattro ore prima dell’ora fissata per l’adunanza. Per la validità delle sedute è richiesta la partecipazione della maggioranza delle quote dei componenti il Tavolo che rappresentino la maggioranza dei Comuni aderenti e la maggioranza della popolazione residente. I componenti del Tavolo possono essere rappresentati da un loro delegato, munito di delega scritta con espressa indicazione della seduta per la quale essa è conferita. La delega è rilasciata dal delegante ed è presentata al Presidente del Tavolo che ne accerta la validità all’inizio della seduta. Articolo 5 - Principio di leale collaborazione

I membri del Tavolo di concertazione, consapevoli dell’eccezionale rilevanza degli interessi pubblici e socio-economici connessi al conseguimento degli obiettivi sottostanti all’Intesa Programmatica d’area, si impegnano a mantenere rapporti di collaborazione improntati alla lealtà reciproca, svolgendo, per quanto di propria competenza, ogni attività necessaria alla attivazione, progettazione e sottoscrizione dell’Intesa Programmatica d’Area e assicurando l’osservanza del presente regolamento e delle deliberazioni assunte dal Tavolo di concertazione in conformità dello stesso. Articolo 6 – Presidente del Tavolo di concertazione Il Presidente del Tavolo, in qualità di Soggetto responsabile dell’Intesa Programmatica d’Area, svolge le seguenti funzioni: - assicura il corretto ed efficiente funzionamento del partenariato istituzionale ed economico sociale; - rappresenta in modo unitario il Tavolo di concertazione e gli interessi dei Soggetti sottoscrittori

dell’Intesa Programmatica d’Area, anche nelle sedi concertative istituite a livello regionale e nazionale; - attiva le risorse tecniche e organizzative necessarie all’elaborazione e all’attuazione dell’Intesa

Programmatica d’Area;

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- assicura l’esercizio delle funzioni e dei compiti assegnati dalla legislazione regionale e nazionale nell’ambito della gestione dell’intesa programmatica d’area;

- assume ogni iniziativa utile all’elaborazione e attuazione dell’Intesa Programmatica d’Area, compresa la promozione, ove necessario, di conferenze di servizi, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 14 della legge 7 agosto 1990, n. 241, di convenzioni o di accordi di programma ai sensi e per gli effetti, rispettivamente, degli articoli 30 e 34 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;

- presenta al Tavolo di concertazione e agli altri Enti interessati relazioni periodiche sullo stato di attuazione dell’intesa programmatica d’area, evidenziando i risultati e le azioni di verifica e monitoraggio svolte, nonché gli interventi non attivabili o non completabili e la conseguente disponibilità di risorse finanziarie non utilizzate.

La funzione di Soggetto Responsabile dell’Intesa Programmatica d’Area è svolta dal Consorzio del Comprensorio Opitergino. Articolo 7 – Struttura di gestione e segreteria tecnica La gestione tecnica dell’Intesa Programmatica d’Area è svolta dal Consorzio del Comprensorio Opitergino. I verbali di ciascuna seduta del Tavolo devono essere oggetto di approvazione nella prima seduta utile successiva a quella di verbalizzazione. Le deliberazioni adottate in seno al Tavolo sono sottoscritte dal Presidente del Tavolo. Le funzioni verbalizzanti sono svolte da un Funzionario del Consorzio del Comprensorio Opitergino. Articolo 8 – Fondo comune Il Tavolo costituisce un fondo comune secondo le finalità e le modalità di cui all’articolo 41 del Codice Civile italiano, pari ad € 70.000,00, ripartito tra tutti i Comuni aderenti in ragione del loro numero di abitanti. Il Comune aderente che risulterà beneficiario del contributo relativo alla realizzazione di un’opera nell’ambito del proprio territorio, dovrà riconoscere al Soggetto responsabile dell’IPA dell’Opitergino Mottense un compenso pari al 3% del contributo pubblico ricevuto. Articolo 9 – Estinzione del rapporto associativo Ciascun membro del Tavolo può, in qualsiasi momento, recedere dallo stesso con dichiarazione comunicata per iscritto al Presidente, solo allorché il richiedente sia, per qualunque ragione, escluso da ogni intervento riguardante l’Intesa Programmatica d’Area. La qualità di membro si perde per dimissioni. Articolo 10 – Durata e scioglimento del Tavolo di concertazione Lo scioglimento del Tavolo e la devoluzione del fondo comune sono deliberati dai membri a maggioranza assoluta. Il Tavolo di concertazione si scioglie al raggiungimento degli scopi previsti dal presente regolamento.

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4.3 SOGGETTO RESPONSABILE DELL’IPA Il Soggetto Responsabile di un’Intesa Programmatica d’Area ha i compiti di assicurare:

• il corretto ed efficiente funzionamento del partenariato istituzionale ed economico-sociale locale;

• la rappresentanza unitaria del Tavolo di concertazione e gli interessi dei Soggetti sottoscrittori dell’Intesa Programmatica d’Area, anche nelle sedi concertative istituite a livello regionale e nazionale;

• il coordinamento delle attività di elaborazione e di attuazione dell’IPA. La funzione di Soggetto Responsabile dell’Intesa Programmatica d’Area dell’Opitergino Mottense è stata svolta dal Consorzio del Comprensorio Opitergino, come stabilito dal TdC dell’IPA nella seduta del 9 luglio 2010, fino al 22 maggio 2014. Successivamente la funzione di soggetto responsabile è passata al Comune di Oderzo (come stabilito dal tavolo di concertazione nella seduta del 22 maggio 2014) espressione dell'attuale Presidenza pro-tempore. 4.4 RELAZIONE SUGLI ESITI DELL’ATTIVITÀ DI CONCERTAZIONE LOCALE Il programma di sviluppo dell’area Opitergino-Mottense è finalizzato all’attivazione di un’Intesa Programmatica d’Area di cui all’articolo 25 della Legge Regionale n. 35/2001, che rappresenta lo strumento della programmazione decentrata regionale. Il principio generale della “concertazione”, come previsto dalla normativa di riferimento, è stato utilizzato come metodo di riferimento per la individuazione delle strategie e la condivisione delle forme di intervento. Quindi tutte le attività svolte dal partenariato locale nonché il presente Documento Programmatico sono frutto di un processo di concertazione locale che ha trovato fondamentale impulso ed attuazione nel “Tavolo di Concertazione”, espressione del partenariato istituzionale ed economico-sociale del territorio di riferimento. L’attività di animazione ed il coinvolgimento degli attori locali per la costituzione dell’IPA Opitergino Mottense è iniziata attraverso un’attività di sensibilizzazione del territorio della Provincia di Treviso. Tale attività è stata avviata il 10 febbraio 2010 con un primo incontro tra le Amministrazioni comunali ed il Consorzio del Comprensorio Opitergino e, successivamente, attraverso una serie di contatti con gli attori locali ed in particolare con i rappresentanti delle categorie economiche e degli enti pubblici locali, per illustrare le opportunità per il territorio derivanti dall’avvio e costituzione di un’intesa Programmatica d’Area. Questo ha permesso di creare le condizioni affinché il Consorzio del Comprensorio Opitergino diventasse il soggetto promotore per la costituzione dell’IPA Opitergino Mottense e successivamente, il Soggetto Responsabile dell’IPA stessa. Completata l’attività di concertazione preliminare si è pervenuti alla costituzione dell’IPA in data 9 luglio 2010.

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Successivamente a causa dello scioglimento del Consorzio Opitergino Mottense, in data 22 maggio 2014 il Tavolo di Concertazione ha individuato il nuovo Soggetto Responsabile nel Comune di Oderzo ed espressione dell'attuale Presidenza pro-tempore. Sempre nella stessa seduta sono state illustrate le opportunità di finanziamento nell’ambito del FSC per il Veneto 2007-2013 – Asse 5 Sviluppo Locale – DGR n. 1186/2011 e DGR n. 513/2014. Nella seduta del TdC del 20 giugno 2014, in ragione dei nuovi insediamenti amministrativi locali, sono state illustrate gli obiettivi delle IPA e la normativa di riferimento, nonché l’approvazione dell’avvio delle procedure per l’aggironamento del Documento Progarmmatico d’Area. I Soggetti promotori dell’Intesa Programmatica d’Area Opitergino Mottense e partecipanti al Tavolo di Concertazione, mediante i propri rappresentanti delegati, sono i seguenti: Enti Locali 1. Provincia di Treviso 2. Consorzio del Comprensorio Opitergino (in fase di scioglimento) 3. Comune di Cessalto 4. Comune di Chiarano 5. Comune di Cimadolmo 6. Comune di Fontanelle 7. Comune di Gorgo al Monticano 8. Comune di Mansuè 9. Comune di Meduna di Livenza 10. Comune di Motta di Livenza 11. Comune di Oderzo 12. Comune di Ormelle 13. Comune di Ponte di Piave 14. Comune di Portobuffolè 15. Comune di San Polo di Piave Associazioni di Categoria 16. CNA Oderzo Motta 17. Coldiretti Treviso 18. Confagricoltura Treviso 19. Confartigianato Treviso 20. Confcooperative Treviso 21. Unindustria Treviso Consorzi, Associazionismo e Fondazioni 22. Consorzio di Promozione Turistica Marca Treviso 23. Consorzio Pro Loco Opitergino Mottense 24. Fondazione Ada e Antonio Giacomini 25. Fondazione Mazzotti

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26. Fondazione Oderzo Cultura Istituti di Credito 27. Banca di Credito Cooperativo di Monastier e del Sile 28. Veneto Banca I successivi Quadri riassumono l’agenda dei principali lavori svolti: il Quadro 4.4.1 elenca le attività di concertazione svolte preliminarmente alla formale costituzione del Tavolo di Concertazione avvenuta il 9 luglio 2010, il Quadro 4.4.2 elenca le attività svolte fino alla data della formale approvazione da parte Tavolo di Concertazione del presente Documento Programmatico d’Area.

Quadro 4.4.1: Attività di concertazione locale – periodo 10 febbraio 2010 – 26 giugno 2014

DATA OGGETTO

10 febbraio 2010 Incontro preliminare tra i Comuni del Consorzio del Comprensorio Opitergino e i Comuni di edusa di Livenza e Motta di Livenza

24 marzo 2010 Incontro tra gli Enti Locali, le Parti economiche e sociali portatori di interesse

30 marzo 2010 Trasmissione bozza lettera d’intenti a Enti Locali, Parti economiche e sociali portatori di interesse per manifestare l’adesione all’IPA

11 maggio 2010 Contratto con GAL Terre di Marca per attività di supporto e segretariato dell’IPA

26 maggio 2010 Richiesta formulata agli Enti locali dal Consorzio del Comprensorio Opitergino di far pervenire proposte di opere pubbliche strategiche

22 giugno 2010 Comunicazione alla Regione Veneto di avvio del percorso di costituzione di un’IPA

29 giugno 2010 Trasmissione da parte del Consorzio del Comprensorio Opitergino di bozza del protocollo d’intesa, di regolamento del TdC e di un documento informativo sulle IPA a Enti Locali, Parti economiche e sociali portatori di interesse

9 luglio 2010

Seduta di insediamento del Tavolo di Concertazione (TdC); relazione finale sugli esiti dell’attività di concertazione, costituzione del TdC dell’IPA tra gli Enti aderenti, sottoscrizione del Protocollo d’intesa, approvazione del Regolamento interno del Tavolo di Concertazione, individuazione del Soggetto Responsabile dell’IPA, approvazione sintesi analisi socioeconomica area IPA e apparato cartografico di supporto

21 maggio 2014

Su convocazione del Comune di San Donà di Piave, si è tenuto presso il Municipio di San Donà di Piave un primo incontro tra le IPA del bacino fluviale del Piave, per la condivisione di progettuali comuni. Nel corso dell’incontro è stata valutata la proposta di promuovere un progetto integrato d’area sulla valorizzazione degli ambiti funzionali storico-architettonici, archeologici ed ambientali connessi alla Piave, al fine dell’inserimento nella programmazione del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2007/13 e 2014 - 2020, nonché dei fondi

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SIE 2014 - 2020

28 maggio 2014 Trasmissione da parte del Comune di Oderzo agli Enti aderenti della scheda relative alla proposta progettuale per gli interventi nell’ambito FSC 2007-2013 – Asse 5 Sviluppo Locale – Linea di intervento 5.2 e 5.3

10 giugno 2014 Raccolta schede proposte progettuali per gli interventi nell’ambito FSC 2007-2013 – Asse 5 Sviluppo Locale – Linea di intervento 5.2 e 5.3

13 giugno 2014

Su convocazione del Comune di San Donà di Piave, si è tenuto presso il Municipio di San Donà di Piave un secondo incontro tra le IPA del bacino fluviale del Piave, nel corso del quale è stato concordato il testo del Protocollo d’intesa e del Progetto integrato d’area

20 giugno 2014 Incontro Enti locali: illustrazione generale obiettivi delle IPA e della normativa di riferimento e aggiornamento interventi realizzati dal GAL Terre di Marca nell’ambito del PSR per il Veneto 2007-2013 – Asse 4 Leader.

20 giugno 2014 Proposta collaborazione GAL Terre di Marca per l’aggiornamento del DPA IPA

Quadro 4.4.2: Attività di concertazione locale – 10 luglio 2010 – 26 giugno 2014

26 luglio 2010 Comunicazione alla Regione Veneto di costituzione dell’IPA

29 luglio 2010 Seduta del TdC: presentazione della proposta di Documento Programmatico d’Area e criteri per l’accesso al bando 2010 della LR 13/99

5 agosto 2010 Seduta del TdC: approvazione progetto strategico “GiraMonticano” e individuazione Soggetto Attuatore ai fini della partecipazione al bando 2010 della LR 13/99

10 agosto 2010 Riunione tecnica tra i Comuni interessati dal progetto strategico “GiraMonticano”

6 settembre 2010 Seduta del TdC: approvazione Documento Programmatico d’Area

22 maggio 2014 Seduta del TdC: individuazione del nuovo Soggetto Responsabile dell’IPA

26 giungo 2014 Seduta del TdC: approvazione aggiornamento del DPA relativamente alla diagnosi territoriale, alla pianificazione territoriale di riferimento, al parco progetti e alla revisione della banca dati costituente il sistema informativo territoriale del

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DPA stesso

26 giungno 2014 Seduta del TdC: approvazione del Protocollo d’intesa e del Progetto integrato d’area tra le IPA del bacino fluviale del Piave

26 giugno 2014

Seduta del TdC: approvazione schede manifestazioni di interesse PAR FSC 2007-2013 Asse 5 Sviluppo Locale – Linea di intervento 5.2 “Progetti integrati d’area o di distretto turistici culturali e sostenibili” e Linea di intervento 5.3 “Riqualificazione dei centri urbani e delle loro capacità di servizio”