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e... in Piazza a GARDOLO 38121 GARDOLO via Soprasasso, 32 tel. 0461.992105 [email protected] www.otticadonati.it | anno XX | ottobre 2011 | bimestrale di cultura | politica | attualità | NORD di Trento S TA M P A 1 6 NUMERO RONCAFORT e il gioco dei 3 “bussolotti” C’è chi dice NO P er quelli che… la pubblicità “Il lus- so è un diritto” non gli piace; per quelli che… “La sobrietà è un di- ritto” gli garba di più. Per quelli che… il loro sogno nel cassetto non è vincere al Superenalotto; per quelli S trano destino quello di Roncafort: la po- polazione “deve combattere” vent’an- ni per ottenere una piccola area ver- de quando invece si sono utilizzati 60 ettari per realizzare l’interporto e lo scalo ferrovia- rio. Ottenuto il parco, ecco che viene costru- ita un’opera da tutti invidiata per il buon gu- sto (sigh!) e il basso impatto ambientale: il cavalca-ferrovia! [continua in pagina 2] Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono. (Giorgio Gaber) che… la pubblicità della Sala Bingo di Trento gli fa pena e anche un po’ schifo. Per quelli che… non si sentono più democra- tici perché hanno anche le Comunità di Valle; per quelli che… vivrebbero benissimo senza Circoscrizione, Consiglio delle Autonomie, mi- ni Comuni, Comunità di Valle, porte girevoli. Per quelli che… nessuno gli chiede di candi- darsi alle prossime elezioni; per quelli che… si dedicano al bene comune senza aver mai occupato una sedia politica. Per quelli che… vanno a votare ai referen- dum anche se fino al mese prima tutti i partiti stavano zitti e speravano che non si raggiun- gesse il quorum; per quelli che… hanno vinto il referendum contro il finanziamento pubbli- co ai partiti eppure questi gli costano cinque volte più di prima con la scusa dei rimborsi elettorali. Per quelli che… la misura è colma e non ba- stano piccole limature ai costi della politica; per quelli che… la rivoluzione è dietro l’ango- lo, potrebbe scapparci il morto, magari quello sbagliato. Per quelli che… lavorano senza offrire o chie- dere tangenti o raccomandazioni; per quelli che… non ne possono più di rotti e corrotti. Per quelli che… hanno una piccola o media impresa e si sentono dire che devono ingran- dirsi, altrimenti si ammalano di nanismo; per quelli che… i miliardi bruciati a Piazza Affari non li scottano, perché sono ammalati di na- nismo e non sono quotati in borsa. Per quelli che… fanno la raccolta differenzia- ta dei rifiuti senza sentirsi degli eroi; per quelli che… l’inceneritore è una boiata pazzesca, anche se sul volantino del PD è scritto che è necessario. Per quelli che… si associano alla protesta di cinquantamila persone contrarie alla TAV che sfilano pacificamente in Val di Susa; per quelli che… per saperne qualcosa devono andare a cercarsi le notizie sul web, perché i giornalisti-servi danno spazio solo ai tafferugli di trecento black block. Per quelli che… la situazione economica non è il PIL e nemmeno l’agenzia di rating; per quelli che… sanno cos’è la crisi, perché la vivono sulla loro pelle e le ricette dei soloni del Festival dell’Economia non gli servono a nulla. Per quelli che… non chiedono all’oste se il suo vino è buono; per quelli che… non chie- dono ai dirigenti delle Spa della Provincia se i debiti che hanno fatto sono buoni. [continua in pagina 2] Electric and Electronic equipment for Caravaning and Boating Da oltre 30 anni leader nella progettazione e produzione di accessori elettrici ed elettronici per i settori caravaning e boating. Via Vienna, 4 - z.i. Spini di Gardolo (settore D) - 38121 Trento Tel. +39 0461 991598 - Fax +39 0461 960009 [email protected] - www.cbe.it Rizzardi colori e cornici srl non pensare in bianco e nero! TRENTO - Via E. Sestan, 35 (zona commerciale) Tel. 0461 824895 - Fax 0461 1920392 [email protected] - www.rizzardicolori.it

Ogni elemento “pubblicazioni sul tema. · di trecento black block. Per quelli che… la situazione economica non è il PIL e nemmeno l’agenzia di rating; per quelli che… sanno

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| anno XX | ottobre 2011 | bimestrale di cultura | politica | attualità |

NORDdiTrentoSTAMPA16

NUMERO

RONCAFORT e il gioco dei 3 “bussolotti”

C’è chi dice NO

Per quelli che… la pubblicità “Il lus-so è un diritto” non gli piace; per quelli che… “La sobrietà è un di-ritto” gli garba di più.

Per quelli che… il loro sogno nel cassetto non è vincere al Superenalotto; per quelli

Strano destino quello di Roncafort: la po-polazione “deve combattere” vent’an-ni per ottenere una piccola area ver-

de quando invece si sono utilizzati 60 ettari per realizzare l’interporto e lo scalo ferrovia-rio. Ottenuto il parco, ecco che viene costru-ita un’opera da tutti invidiata per il buon gu-sto (sigh!) e il basso impatto ambientale: il cavalca-ferrovia!

[continua in pagina 2]

Io non mi sento italiano,ma per fortuna

o purtroppo lo sono.

(Giorgio Gaber) che… la pubblicità della Sala Bingo di Trento gli fa pena e anche un po’ schifo.Per quelli che… non si sentono più democra-tici perché hanno anche le Comunità di Valle; per quelli che… vivrebbero benissimo senza Circoscrizione, Consiglio delle Autonomie, mi-ni Comuni, Comunità di Valle, porte girevoli.Per quelli che… nessuno gli chiede di candi-darsi alle prossime elezioni; per quelli che… si dedicano al bene comune senza aver mai occupato una sedia politica.Per quelli che… vanno a votare ai referen-dum anche se fino al mese prima tutti i partiti stavano zitti e speravano che non si raggiun-gesse il quorum; per quelli che… hanno vinto il referendum contro il finanziamento pubbli-co ai partiti eppure questi gli costano cinque volte più di prima con la scusa dei rimborsi elettorali.Per quelli che… la misura è colma e non ba-stano piccole limature ai costi della politica;per quelli che… la rivoluzione è dietro l’ango-lo, potrebbe scapparci il morto, magari quello sbagliato.Per quelli che… lavorano senza offrire o chie-dere tangenti o raccomandazioni; per quelli che… non ne possono più di rotti e corrotti.Per quelli che… hanno una piccola o media impresa e si sentono dire che devono ingran-

dirsi, altrimenti si ammalano di nanismo; per quelli che… i miliardi bruciati a Piazza Affari non li scottano, perché sono ammalati di na-nismo e non sono quotati in borsa.Per quelli che… fanno la raccolta differenzia-ta dei rifiuti senza sentirsi degli eroi; per quelli che… l’inceneritore è una boiata pazzesca, anche se sul volantino del PD è scritto che è necessario.Per quelli che… si associano alla protesta di cinquantamila persone contrarie alla TAV che sfilano pacificamente in Val di Susa; per quelli che… per saperne qualcosa devono andare a cercarsi le notizie sul web, perché i giornalisti-servi danno spazio solo ai tafferugli di trecento black block.Per quelli che… la situazione economica non è il PIL e nemmeno l’agenzia di rating; per quelli che… sanno cos’è la crisi, perché la vivono sulla loro pelle e le ricette dei soloni del Festival dell’Economia non gli servono a nulla.Per quelli che… non chiedono all’oste se il suo vino è buono; per quelli che… non chie-dono ai dirigenti delle Spa della Provincia se i debiti che hanno fatto sono buoni.

[continua in pagina 2]

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| anno XX | luglio 2011 | bimestrale di cultura | politica | attualità |

Electric and Electronic equipment for Caravaning and BoatingDa oltre 30 anni leader nella progettazione e produzione di accessori

elettrici ed elettronici per i settori caravaning e boating.Via Vienna, 4 - z.i. Spini di Gardolo (settore D) - 38121 Trento

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NORDdiTrentoSTAMPA15NUMERO

integrare il sistema fonda-to sulla delega politica, af-fidando direttamente ai cit-tadini il ruolo –seppur solo in negativo- di legislatore. Vale la pena ricordare, an-che in risposta ad alcune voci critiche verso l’istituto referendario, che il nostro ordinamento si fonda sul-le regole della democrazia rappresentativa (i cittadini eleggono i loro rappresen-

tanti all’interno degli organi istituzionali affi-dando loro il compito di assumere le decisio-ni di loro competenza) e che quindi la logica [continua in pagina 2]

[continua in pagina 2]

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Parco di Roncafort,da circa due mesi sono stati rimossi i canestri all’interno dell’area destinata al basket ed al volley.Ce ne accorgiamo adesso, per caso, passeggiando all’internodel giardino e ci viene naturale chiederci il perché.

BASKET al parco... NO grazie!

Approfondiamo e scopriamo che nel 2009 giunge all’ufficio Parchi e Giardini del Comune di Trento la richiesta di installare i cane-

stri, da parte dell’attuale assessore allo sport Paolo Castelli, richiesta peraltro naturale dato che la piastra in cemento era stata realizzata al momento della costruzione del parco con

ed ha raggiunto con suc-cesso il numero di votan-ti necessario per sancirne la validità. Il referendum è da sempre considerato un elemento “strutturale” del-le democrazie contempo-ranee, anzi è stato persino definito come un “plusvalo-re democratico” (“ogni ele-mento di democrazia im-mediata che viene introdot-to all’interno della demo-crazia rappresentativa detiene un maggior grado di legittimità e rappresenta un ‘più’ di democrazia” E.W. Boeckenfoerde) che va ad

lo scopo di ospitare i giochi del volley e del basket. Anno 2010: la circoscrizione di Gar-dolo richiede allo stesso ufficio del Comune la rimozione dei canestri con la motivazione che tale gioco disturba i residenti accom-pagnando tale richiesta con ben 40 firme a conferma della situazione insopportabile!

Ogni elementodi democrazia

immediata che vieneintrodotto all’interno

della democraziarappresentativa detiene

un maggior gradodi legittimità e

rappresenta un ‘più’di democrazia.

E.W. Boeckenfoerde

È tempo di SPERANZE...Riceviamo e pubblichiamovolentieri per il prestigiodella firma, un articolo di

Donata Borgonovo Reper anni combattiva DifensoreCivico e autrice di numerose

pubblicazioni sul tema.

“Ripartire dai cittadini” è l’invito che introduce un bel libro (un tascabile, dunque di lettura a tutti accessibile) di Gregorio Arena –professore di di-

ritto amministrativo dell’Università di Trento nonché ex consigliere provinciale- dedicato ai cittadini attivi. E dai cittadini è proprio ri-partito il convinto utilizzo dell’istituto del re-ferendum che, dopo anni di fallimenti dovuti al mancato raggiungimento del fatidico quo-rum, ha finalmente recuperato la piena di-gnità di strumento di partecipazione diretta

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2 NORDdiTrento e... in Piazza a GARDOLO

Cons

ideraz

ioni

“A NORD DI TRENTO”Periodico bimestrale iscritto al Registro Stampan. 1367 del Tribunale di Trento, in data 31.07.2008

PROPRIETÀAssociazione culturale “IL GRUPPO”Via Caproni 15, Roncafort (TN)E-mail: [email protected]: www.ilgrupporoncafort.it

DIRETTORE RESPONSABILEUgo Bosetti

REDAZIONEc/o Anna Mussi (0461.420577)

RESPONSABILE PUBBLICITÀGianni Angelini (0461.993046)

IN REDAZIONERenato Beber, Giorgio Boscolo,Maria Giovanna Conci, Franco Faes, Moreno Marighetti, Alberto Mattedi, Anna Mussi,Luisa Nicolini, Alessandro Serra

TIRATURA/DIFFUSIONE 6000 copie

REALIZZAZIONE GRAFICA E STAMPA litografica

Trento - [email protected]

[continua da pagina 1 C’È CHI DICE NO]

Per quelli che… con un lavoro precario resi-stono, resistono, resistono; per quelli che… a fare le leggi sulla flessibilità del lavoro non possono essere i professori universitari o i sindacalisti con posto fisso garantito. E a decidere sull’innalzamento dell’età pensio-nabile non possono essere quelli che si sono assicurati un vergognoso vitalizio dopo appe-na una legislatura.Per quelli che… il Vangelo della domenica è, spesso, l’unica bella notizia della settimana; per quelli che… credono, amano, sperano anche senza andare a Messa.Per quelli che… non desiderano vivere alla residenza Le Albere, nonostante la pubblicità; per quelli che… Renzo Piano non dovrebbe offendersi se gli dicono che l’ex Michelin era meglio prima.Per quelli che… cantano in coro perché gli piace stare in compagnia, anche se la Provincia non gli dà nessun contributo; per quelli che… se vogliono sfilare in maschera da Schützen, si comprano il costume coi loro soldi.Per quelli che… vanno in bicicletta, senza ricevere una mantellina gratis o partecipa-re all’estrazione di premi; per quelli che…

usano l’autobus pagando il dovuto, anche se il Comune non gli rimborsa mezzo abbona-mento.Per le donne che… si vestono così perché stanno bene con se stesse; per quelle che… non devono conciarsi in maniera assurda per conquistare qualcuno.Per i carabinieri che… beccano il sindaco alticcio e gli ritirano la patente; per quel-li che… non cercano di giustificare chi si

ubriaca, con la scusa che “gli affari si fanno solo davanti ad una bottiglia di vino”.Per quelli che… sanno benissimo che i no-stri soldati vanno in Afghanistan, in Iraq e in Libia a fare la guerra e non capiscono come il Parlamento quasi all’unanimità trovi sempre i soldi per finanziarla; per quelli che… vor-rebbero funerali di Stato per i veri Missionari di pace, che lavorano gratis.Per quelli che… fanno bene il proprio lavoro,

qualunque esso sia; per quelli che… stacca-no i biglietti del cinema e ti sorridono, lavora-no alla cassa del supermercato e ti salutano, tracciano le nuove strisce pedonali e fanno un capolavoro.Per quelli che… non sono allergici alla meritocrazia, anche se i sindacati non so-no d’accordo; per quelli che… per vedere riconosciuta la loro bravura e ricevere uno stipendio decente devono andare via, magari all’estero.Per quelli che… mangiano frutta e verdura a chilometri zero; per quelli che… non è pos-sibile che le mele trentine costino più delle banane sudamericane.Per quelli che… siamo tutti sulla stessa bar-ca e la barca affonda; per quelli che… non pretendono la scialuppa di salvataggio tutta per sé, in nome dell’Autonomia.Per quelli che… sono stufi di vedere le solite facce ai posti di comando; per quelli che… sono capaci di dire punto e a capo, perché guardano al futuro.

Per tutti questi,per merito di tutti questi:VIVA L’ITALIA!

MaGiCo

[continua da pagina 1 RONCAFORT E IL GIOCO DEI 3 “BUSSOLOTTI”]

Dieci anni per “riconoscere” l’errore e nel 2011 iniziano i lavori per il sottopasso pe-donale. Finito? No. Come nel gioco dei tre “bussolot-ti” ecco apparire improvvisamente un nuo-vo ponte sull’Adige al servizio del futuro in-ceneritore (?).Dapprima progettato a Nord dell’interpor-to (che bel rendering..!), il ponte improv-visamente non è stato più realizzabile per “insormontabili” problemi tecnici che rende-vano impossibile far convivere l’opera con le acque dell’Adige e dell’Avisio. Ecco allora l’idea geniale: un ponte sopra l’A22, poi una strada parallela alla ciclabile per 1KM direzione Sud, quindi ponte sull’A-dige a ridosso del nuovo capannone Rigot-ti (che botta di fortuna!) e per finire 2 km e più di galleria direzione Nord ed... eccoci ad Ischia Podetti: totale 12 mln (milioni!) di Eu-

ro (dicono..)! Insomma per qualche piccolo investimento (puntualmente enfatizzato) con tempi di attesa biblici, si sono spesi al con-tempo, nella stessa zona, milioni di euro de-liberati con una velocità e un decisionismo inaspettato per l’ente pubblico.E dalle stime, il tutto per 20/25 camions al giorno di rifiuti. Opera necessaria e priorita-ria quindi!!!. Intanto i cittadini di Trento stan-no portando la differenziata al 70% (certo, migliorabile, ma visti gli investimenti dell’en-te pubblico quasi un miracolo!). Non entro nel merito di quanto costerà il tut-to (strade, ponti, galleria, inceneritore), ma è certo che con molto meno il Trentino potreb-be essere un modello per tutti nella gestione dei rifiuti e nel rispetto dell’ambiente. Certo bisogna crederci, metterci passione, avere una visione del futuro, politici illuminati e cit-tadini partecipi e propositivi.

Prossimamente verrà costruito a Ronca-fort un Centro civico ….finalmente! Ma vi-sti i precedenti siamo un po’ preoccupati….quale sarà la nuova sorpresa?

Franco Faes

L’associazione Il Gruppo organizza

CASTAGNATAal PARCO di RONCAFORT

dalle 13.30 alle 17.00

DOMENICA

23OTTOBRE

SOLUZIONE DEL CRUCIVERBA DI PAGINA 12

VACANONESAIKERARIONBRANARENEOSTANCIGATARMIRAGESOTOAGIDRONETONADEMERLER

RASENTLEARSITIERMESICLELISIRTATAEFOBITBALOSPESTAAIUTAREANTANAASENEL

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3| numero 16 | ottobre 2011 |

Volon

tariat

oIl valore del VOLONTARIATO come motore di sviluppo

LE ACLI DI GARDOLO impegnatenei servizi alla comunità locale e nelle iniziative di solidarietàinternazionale.

Conclusa l’estate, il Direttivo del circolo sta programmando le pro-prie attività per il prossimo futuro e intende da un lato lavorare nel

segno della continuità rispetto al passato per dare risposte ai bisogni della comuni-tà, ma dall’altro anche mantenere aperta la riflessione e la disponibilità al confronto in-

torno alla base di valori che devono ispirare il nostro impegno. Per questo, a conclusione dell’anno di celebrazione del volontariato sociale, si intende organizzare una piccola conferenza nel nostro ambito locale di Gar-dolo, che risulta particolarmente ricco di ini-ziative associative, con ampia partecipazione di attivisti volontari. Dalla riflessione dovreb-bero emergere i valori che caratterizzano e diversificano le varie formule associative, in funzione dell’ambito di appartenenza (Wel-fare, sport, cultura, svago…), ma anche la matrice comune su cui basare occasioni im-

Ogni primo sabatodel mese la mostradi prodotti messi

a disposizione dallacooperativa Mandacarù

per un mercato“equo e solidale”

portanti di collaborazione e di unità di intenti a favore del bene comune.Stiamo allargando e con-solidando la piattaforma di servizi erogati presso la sede del circolo nel cam-po previdenziale e fisca-le e con la prossima rea-lizzazione della struttura di accesso con cui si abbat-teranno definitivamente le residuanti barriere archi-tettoniche, il nostro reca-pito potrà essere usufru-ito anche da utenza pro-veniente dall’esterno, grazie appunto alla maggior facilità di accesso.La nostra azione non si circoscrive dun-que al singolo territorio di appartenenza ma si estende virtualmente a dimensione uni-versale, soprattutto nello sforzo di sensibi-lizzazione della cittadinanza verso la proble-matica del mondo impoverito, quale priori-tà rispetto agli esiti materiali di iniziative che sono destinate a rivelarsi residuali rispetto all’immensità dei bisogni e alla complessità dei meccanismi e delle cause che li genera-

no. Con questo spirito ria-priremo ogni primo saba-to del mese la nostra mo-stra di prodotti messi a di-sposizione dalla cooperati-va Mandacarù per un mer-cato “equo e solidale” e stiamo operando in colla-borazione con “Una scuo-la per la vita” per un pro-getto di sviluppo da realiz-zarsi in Somalia, per il fi-nanziamento del quale si organizza annualmente una cena “etnica”, basata su pietanze tipiche di quei

paesi. (serata della cena il 29 ottobre 2011 presso il cenacolo, per prenotarsi tel al n 335 5462172). Un particolare sforzo abbia-mo voluto dedicare in occasione di “Tut Gar-dol en festa” alla raccolta fondi per fronteg-giare l’emergenza dovuta alla carestia che sta duramente provando le popolazioni del Corno d’Africa.

Il Direttivo

Sul numero scorso, all’inizio dell’estate, commentavamo l’esito dei referen-dum, notando come la partecipazione al voto della maggioranza assoluta

degli italiani, 27 milioni, dimostrava la preoccupa-zione dei cittadini per i beni comuni.Quello che è successo du-rante questa estate ha con-fermato la giustezza di quella preoccupazione. In seguito a manovre specu-lative sui titoli dell’enorme debito pubblico italiano è intervenuta l’Unione Euro-pea e le sue istituzioni mo-netarie imponendo al no-stro governo, sempre più latitante, pesantissime ma-novre correttive sul bilan-cio. Sotto la scure di que-sta manovra estiva, rab-berciata in fretta e furia da una compagine governativa in evidente stato confusio-nale, hanno la probabilità di cadere nei prossimi an-ni quasi tutti i servizi rimasti pubblici in Italia. Sono sta-ti infatti introdotti meccani-smi per spingere alla priva-

Arriva il conto ... a casa

tizzazione dei servizi (aziende di trasporto ur-bano, trattamento dei rifiuti, energia ecc.), la-sciando gli enti locali in mutande, senza più le risorse per corrispondere alle richieste dei

cittadini. Abbiamo visto dal-le elezioni locali di prima-vera che gli enti locali so-no ormai poco controllabili da questo governo: sul rin-novo dei consigli comuna-li si è scaricata la delusio-ne degli elettori per quasi 2 decenni di promesse ber-lusconian-leghiste risulta-te poi senza esito: “un mi-lione di nuovi posti di lavo-ro”, “federalismo”, il paese “gestito come una impre-sa” (ma non aggiungendo “in fallimento”), e soprat-tutto “non metteremo mai le mani nelle tasche degli italiani”. Ora gli enti loca-li vengono puniti obbligan-doli a mettercele queste mani, avendo scaricato su di loro le maggiori difficol-tà. Per il momento si salva da questo tsunami l’acqua, grazie al referendum appe-na effettuato. Ma nel go-verno c’è chi, come il mi-

nistro Sacconi, ha già cominciato a dire, nel corso di un incontro con Confindustria, che si augura troveranno il modo per rimettere in discussione anche il risultato del referendum sull’acqua dimostrando di avere un sarcasti-co disprezzo per i meccanismi della demo-crazia. La necessità di tagliare i servizi al cit-tadino, o di privatizzare quelli essenziali, fa-cendone così un terreno di arricchimento per qualche imprenditore privato ed aprendo co-sì la strada ad un aumento dei loro costi, vie-ne assicurata richiamandosi all’enormità del debito pubblico italiano, debito che però non è caduto dalle nuvole, ma è frutto di precise politiche. Già Reagan - presidente degli USA negli anni ’80 e all’origine dell’ondata di po-litiche neo-liberiste che ha poi investito tut-to il mondo (quella che è arrivata da noi con Berlusconi, ma non senza fascinazioni anche da parte del centro-sinistra) - aveva chiarito bene il suo programma, dicendo: «voglio ri-durre lo stato a dimensioni tali da poterlo af-fogare in una vasca da bagno». E la via neo-liberista per la realizzazione di questo pro-gramma è stata la riduzione delle tasse. Ov-vio che come programma elettorale è mol-to allettante e porta facilmente alla vittoria. Chi le vuole pagare? Si tratta di cacciar sol-di dalle proprie tasche, quindi a nessuno ag-grada. Ma l’interesse non è – nonostante le apparenze superficiali – proprio uguale per tutti. I ricchi risparmiano in questo modo pa-

recchio, perché più ricchezze hai più ci pa-ghi sopra tasse. I poveri molto meno. Solo che i soldi così “risparmiati” sulle tasse so-no quelli che dovevano servire per la sanità, la scuola, i servizi essenziali. Senza ospeda-li pubblici di buon livello i ricchi si curano pri-vatamente, i non-ricchi muoiono prima; sen-za un sistema scolastico efficace i ricchi stu-diano nelle università estere e sono in condi-zione poi di cogliere le migliori opportunità, i non-ricchi nisba, ecc. Questa via ha prodot-to negli ultimi decenni un aumento spettaco-lare delle disuguaglianze sociali. E in Italia ha fatto salire alle stelle il debito pubblico, grazie ad un governo furbesco che trovava «moral-mente comprensibile» (espressione del pre-sidente del consiglio) l’evasione fiscale (che in Italia ha un peso enorme, arrivando in cer-te zone al 60 %), ma per non pagare il con-to di un calo di consensi non tagliava neppu-re i costi : non razionalizzava, non eliminava clientelismo e corruzioni (anzi!) ecc. E ades-so arriva il conto, ce lo mandano a casa.

Roberto Antolini

Sono stati introdotti meccanismi per

spingere alla privatizzazione dei servizi (aziende di trasporto urbano,

trattamento dei rifiuti, energia ecc.), lasciando

gli enti locali in mutande, senza più le

risorse per corrispondere alle richieste dei

cittadini.

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4 NORDdiTrento e... in Piazza a GARDOLO

P.U.

M.

Incene

ritore

All’adunanza dell’8 febbraio 2011 del Consiglio Circoscrizionale di Gardolo, parteciparono anche l’assessore alla mobilità Mar-

chesi, il dirigente del Servizio Urbanistica arch. Stelzer e il tecnico di Trentino Trasporti Esercizio Sartori, per illustrare il nuovo P.U.M. del Comune di Trento. Nel loro lungo inter-vento spiegarono che, a far tempo da set-tembre 2011, la riorganizzazione del servizio di trasporto urbano prevedeva la fusione del-le linee 1 e 4; ciò avrebbe comportato, oltre al necessario ampliamento del servizio forni-to agli utenti delle periferie Nord e Sud della città, anche un contenimento dei costi (“una linea lunga è molto meno costosa di due li-nee corte” - vedasi verbale n° 2 della Circo-scrizione di Gardolo del giorno 8/02/2011).

Piano urbano della mobilità a Trento:promesse da marinai

PIZZERIA RISTORANTE

Via delle Scuole, 1 GARDOLO (TN) telefono 0461 990065 giorno di riposo: lunedì

Nell’assemblea pubblica svol-tasi il 25 febbraio 2011 presso la sala-ambulatori di Roncafort, l’assessore Castelli ribadiva le decisioni del collega Marchesi ed assicurava i numerosi pre-senti sull’entrata in vigore del rinnovato servizio urbano a partire dall’apertura del nuovo anno scolastico 2011/2012.Anche la stampa locale (veda-si l’Adige del 4 marzo 2011, pag. 22) dava notizia delle modifiche,che sarebbero in-tervenute a partire dall’autun-no: fusioni per evitare giri inu-tili e ritardi e per risparmiare tempo e gasolio, linee 1 e 4 unite con fre-

quenza ogni 10 minuti. In questi giorni è in distribu-zione il libretto dei nuovi orari/tragitti del servizio ur-bano di Trento per il perio-do settembre 2011 - giu-gno 2012: nulla di quan-to promesso dagli asses-sori si è verificato. La li-nea 1 ha le stesse, identi-che frequenze della scorsa stagione e una (dicasi una) sola linea scolastica, no-nostante l’utenza sia note-volmente aumentata, an-che a causa dei nuovi in-sediamenti ITEA lungo Via

Maccani. In compenso, la stampa ci raggua-

La via giurisdizionale è una possibilità, ma la giustizia amministrativa ci ha condannati al pagamento delle spese legali sostenute dal Comune nono-

stante il Consiglio di Stato non abbia potuto decidere nel merito, in quanto la gara era an-data deserta per antieconomicità del bando.Ripercorriamo brevemente i fatti che negli ul-timi due anni hanno portato Nimby trentino a contestare la decisione di Comune e Provin-cia di Trento di procedere - contro tutte le evi-denze tecniche ed economiche - nella costru-zione dell’inceneritore. Nel farlo vogliamo ri-cordare che la nostra chiara opposizione ha le radici nel nostro Statuto, dove è scritto: “Per il conseguimento dei fini …, l’Associazione promuoverà ogni iniziativa ritenuta utile e ne-cessaria a… sensibilizzare con ogni mez-zo consentito l’opinione pubblica, non trala-

glia sui costi pubblici (9 milioni di euro!) per l’acquisto di tre minibus ad idrogeno desti-nati ad utenti sconosciuti (mondiali Val di Fi-emme 2013?): dove faranno scorta di carbu-rante, non è dato a sapere.Gli abitanti di Roncafort, Campotrentino e Cristo Re ringraziano.

Maria Giovanna Conci

La riorganizzazionedel servizio di trasporto

urbano prevedeva la fusione delle linee 1 e

4... nulla di quanto promesso dagli

assessori si è verificato.

Opporsi all’inceneritore di Trento è giusto e necessario

In sede di ricorso al TAR contro il bando di gara blinda-

to sulla tecnologia dell’incenerimento dei rifiuti (andato

poi deserto) per farlo aprire a tecnologie pulite si è vista

condannare 6.000 Euro di spese richieste dal Comune

di Trento per coprire il costo della difesa a cura dell’avv.

Velia Maria Leone per questo motivo “lanciamo una

raccolta fondi per saldare il debito”.

Abbiamo chiesto la rateizzazione dell’importo per l’im-

possibilità di versare subito l’intera cifra.

Chiediamo a cittadini, amministratori imprenditori e po-

litici, che credono che non sia giusto gravare il territorio

con un impianto inutile, dannoso, antieconomico e di

vecchia concezione di contribuire in prima persona e

far contribuire i propri conoscenti.

Continuiamo a credere che gestire i rifiuti con un

inceneritore sia sbagliato e continueremo ad agi-

re affinché questo non avvenga.

Il contributo va versato sul C/C intestato a Nimby Tren-

tino onlus: IT 88 U 08013 01807 000100303370 -

Cassa Rurale Aldeno e Cadine con la causale “spese

appello” e puo essere detratto in sede di dichiarazione

dei redditi!

sciando di agire anche nei confronti di tutti gli organi istituzionali, con particolare riferimento a quelli preposti per legge alla tutela del dirit-to primario della salute dei cittadini”.Il Comune di Trento ha pubblicato a fine di-cembre 2009 il bando di gara dell’incenerito-re. Qualche settimana prima avevamo inviato al Comune una diffida in cui lo invitavamo a non procedere, concludendo come segue: “Si chiede riscontro scritto… con l’intesa che in difetto di comunicazioni o di adeguate rispo-ste saranno, senza ulteriore preavviso, inten-tate le vie giudiziali più opportune nei termini richiesti dai profili di interesse più sopra indi-cati e con riserva di ogni ulteriore azione e per ogni ulteriore aspetto anche qualora qui non espressamente richiamato.”Nella risposta del 26 gennaio 2010 il Comu-ne di Trento non rispondeva a nessuna del-le questioni cruciali, ne sottolineiamo un pas-saggio: “Con riguardo a quanto prospettato al punto D) (rectius punto C) circa il presun-to spreco di risorse pubbliche connesso al-la procedura attivata dall’Amministrazione, si ricorda che la procedura prevista, in stretta coerenza con la previsione normativa dell’art.

72 bis più volte richiamato è quella della fi-nanza di progetto, per le considerazioni po-ste nello studio di fattibilità e riportate ed illu-strate ulteriormente nella deliberazione della Giunta comunale sopra indicata. Detta proce-dura non prevede l’esborso di risorse pubbli-che direttamente in capo all’Amministrazione ma la remunerazione dell’investimento in ca-po al gestore mediante, appunto la gestione protratta nel tempo dell’impianto (per un mi-nimo di 15 e un massimo di 20 anni secondo le risultanze della gara).”In sostanza, il Comune ribadiva che ogni one-re di costruzione sarebbe stato a carico del vincitore della gara. Nello stesso tempo, pe-rò, pareva non accorgersi che i diversi paletti inseriti nel bando (ad esempio, quello del co-sto a tonnellata del rifiuto conferito) rendeva-no nella sostanza l’affare poco appetibile. Proprio per contestare le palesi contraddizioni del bando di gara nel febbraio successivo ci siamo affiancati nel ricorso che il Centro Rici-clo Vedelago presentò al TAR per contestare il fatto che il bando non ammetteva tecnologie diverse dall’incenerimento. Il successivo 13 aprile la stampa riportò la notizia che la sca-

denza del bando di gara, fissata al 19 luglio 2010, veniva prorogata al 20 dicembre 2010. Non era ancora pervenuta alcuna offerta e il sindaco Andreatta dichiarò: “… per pruden-za, per un senso di tutela della città, anche se siamo convinti di aver fatto le cose bene, abbiamo deciso di procrastinare i termini del

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Ogni parola ha radici profonde in noi, il nostro linguaggio è uno dei modi di relazio-narci da quan-

do eravamo bambini. L’ab-biamo appreso dagli adul-ti ascoltandone il suono e la vitalità. Ogni parola evo-ca un’immagine, un ricor-do in noi. Ad esempio, con la parola “sedia” nella mia mente visualizzo una sedia che mi ricorda un’immagi-ne piacevole o meno legata all’umore che provo nell’i-stante in cui ne parlo. Se la parola è un sentimen-to cosa mi succede, qua-le immagine suscita in me e quale ricordo? Per esem-pio con la parola “amare” a me evoca l’immagine del-la persona amata, perché in questo momento sono innamorato, e dei miei fi-gli perché li ho nel cuo-re e li sento come fiamme intense. Se non fossi inna-morato o se questo senti-mento si fosse spento qua-

Le PAROLE:linguaggio dell’anima

Il tipo di immagini che si creano dipende

dall’intensitàdelle nostre emozioni

e dal modo in cui riusciamo a farle scorrerein noi come fossero fiumi.

le immagine ci sarebbe? Penso che il tipo di immagini che si creano dipenda dall’inten-

sità delle nostre emozioni e dal modo in cui riusciamo a farle scorrere in noi co-me fossero fiumi. Credo si-ano legate l’un l’altra come onde dello stesso mare che si influenzano e si rincorro-no. L’esplosione, la risac-ca dell’una influenza l’in-tensità, l’altezza, la profon-dità dell’altra. Emozioni co-me onde sollevate dal ven-to (che a volte soffia giudi-zi, sentenze), si infrangono sulla terra col suono del-le parole dando origine al-le diverse realtà sociali e culturali che spesso ci li-mitano e ci impediscono di evolvere. Le onde vengono da lontano, sono fatte del-la stessa acqua che si tro-va in profondità spinta dalle correnti inconsce che ge-nerano movimenti e vita e si dirigono in superficie per un “io sono”, io esisto. Da lì nasce il suono che noi

chiamiamo voce e che assume la cadenza di una lingua.Se ascoltate un bambino che im-para a parlare imitando i grandi, lui e le sue parole sono unite vivono l’un l’altro della cu-riosità, della gioia, delle emozioni senza bar-riere, senza filtri nella sincera ingenuità, ge-nuinità della vita.Ognuno di noi ha in sé questa forza come una risorsa che diviene una possibilità di cambiamento,di evoluzione. Abbiamo biso-gno di prenderci questa responsabilità.

Giacomo Gianmoena

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bando e, nel contempo, di informare, attra-verso il nostro sito Internet, le ditte eventual-mente interessate a partecipare alla gara”.Con la sentenza dell’11 giugno 2010, il TAR dichiarò il nostro ricorso “inammissibile”, condannando inoltre “la ricorrente Centro Ri-ciclo Vedelago S.r.l., e l’interveniente Nim-by trentino Onlus, al pagamento delle spe-se di giudizio”, che la controparte richiese per 38.488,91 Euro ma che il TAR ridusse al 60%, cioè a 23.688,22 Euro. Comune e Pro-vincia avevano avanzato persino una richiesta di danno che il TAR però respinse: “… con-siderata la pretestuosità delle eccezioni solle-vate dalle Controparti volte, esclusivamente, ad intralciare la Gara, nell’ottica di impedire la realizzazione dell’Impianto, la scrivente difesa formula a codesto Ill.mo Collegio una istanza finalizzata ad ottenere il ristoro dei danni, da valutare anche in via equitativa, che la Provin-cia ha subito a causa della proposizione del Ricorso e del connesso Intervento. Con vitto-ria di spese, diritti e onorari.”Contro la sentenza del TAR, il 15 giugno 2010, è stato inoltrato ricorso, assieme al Centro Ri-ciclo Vedelago, al Consiglio di Stato che si è pronunciato con sentenza pubblicata il 2 ago-sto 2011 senza una decisione sulla questio-ne di merito; nel frattempo, infatti, era venu-to meno l’interesse al ricorso in quanto la ga-ra era andata deserta e quindi il bando non era più valido, ma confermando paradossal-mente la punitiva disposizione del TAR trenti-no in punto spese. Il che è paradossale per-ché, con la stessa decisione, il Consiglio di Stato ha invece compensato le spese di ap-pello sulla base del fatto che la gara era an-data deserta, laddove la sentenza recita che “sussistono i presupposti per la compensa-zione delle spese relative al presente grado di giudizio”.Ragionamento secondo il quale sarebbe stato da aspettarsi una compensazione anche delle spese di primo grado (del TAR) dal momento che il bando è andato deserto perché era an-tieconomico e quindi viziato.Abbiamo molte difficoltà a fronteggiare la quota di spese del 25% che il TAR ha defi-nito di nostra competenza, circa 6.000 Euro.Ci affidiamo pertanto al contributo volontario dei cittadini trentini: non solo di quei 19.116 che votarono “NO” al referendum del 30 no-vembre 2003 ma di tutti quelli che in que-sti anni hanno maturato la consapevolezza dell’inutilità e dei pericoli dell’incenerimento dei rifiuti.

Nimby Trentino

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Quest’anno la filo-drammatica “La Logeta” festeggia i 35 anni di attivi-

tà: quante emozioni e quan-ta passione hanno accom-pagnato gli sforzi delle mol-te persone che hanno credu-to e credono ancora in que-sta avventura!Trentacinque anni di spen-sierata attività, di impegno, di divertimento, di entusiasmo, di passione, di soddisfazioni e di crescita professionale ed artistica. Trentacinque anni che la filodrammatica ha

Filodrammatica “LA LOGETA”

Trentacinque anni di spensierata

attività, di impegno, di divertimento, di entusiasmo, di

passione,di soddisfazioni e di

crescita professionale ed artistica.

condiviso con la comunità di Gardolo, perché le attri-ci e gli attori sono persone vere, le persone che cono-sci, che incontri tutti i giorni per strada, al bar, in piazza, al tabacchino … e che sa-luti, magari fermandoti a far due chiacchiere.In autunno partirà la venti-cinquesima rassegna “Alle-

gra ribalta”, altro ambito traguardo per la filo-drammatica, altro appuntamento che La Lo-geta ha saputo onorare ed offrire alla comu-nità “gardolota”. Una serie di spettacoli a ca-denza quindicinale, con testi dialettali e non, spettacoli che vogliono tenere alto il valore e la tradizione del teatro amatoriale trentino. E non dimentica nemmeno i piccoli simpatiz-zanti, con uno spettacolo tutto per loro, con i burattini di Luciano Gottardi. perché è al suo affezionato pubblico di grandi e piccini che la filodrammatica vuol portare la “magia” del teatro.In questi anni sono stati tanti i familiari, gli amici, i simpatizzanti che ci hanno accom-pagnato in questa avventura, consigliandoci, sostenendoci e condividendo con noi i tan-ti momenti di impegno, ma anche di allegria

e di compagnia. E se da una parte c’è l’im-pegno, non indifferente, ma comunque for-temente mitigato dalla passione che ognuno di noi ha per il teatro, dall’altra ci sono i mo-menti di spensieratezza, di allegria, momen-ti in cui ci si ritrova per un pranzo, una cena, una gita come quest’anno. La filodrammatica “La Logeta” ha organizza-to infatti nei giorni dal 2 al 5 giungo una gi-ta di gruppo, aperta ad amici e simpatizzan-ti, con meta la regione francese dell’Alsazia: Colmar – Strasburgo e Friburgo. Sono stati 4 giorni indimenticabili, dove tut-ti, filodrammatici e non, si sono sentiti par-te di un gruppo, dove tutti hanno condiviso il piacere di stare insieme, ed ognuno ha con-tribuito all’ottima riuscita del viaggio. Il diver-timento era assicurato perché, che diami-ne, siamo filodrammatici ed ogni occasione

è colta al volo per “far comedia…”! Ed ora la filodrammatica è pronta per una nuova sta-gione, per guardare avanti, ad un futuro co-struito insieme, con l’impegno, l’entusiasmo e la professionalità che ha sempre dimostra-to, e con l’apprezzamento ed il calore che i “gardoloti” le hanno sempre costantemente riservato.“Da qualche parte nei sogni esiste un posto dove la favola è reale e la realtà scompare, dove il protagonista sei tu e puoi scegliere il finale”.

Questo è il teatro!Questa è la magia del teatro!

Se ci fosse qualcuno che si vuole mettere in gioco, la filodrammatica è aperta a tutti.

Federico GozzerIl presidente

TEATRO GIOCANDO... scuola per piccoli attori

A Gardolo nella filodrammatica la “ Logeta”,che ha 35 anni di esperienza teatrale sui palcoscenici trentini, nasce un gruppo di giovanissimi attori chiamati “I CUCCIOLI DELLA LOGETA”. Questo progetto ha visto protagonisti bambini dai 4 ai 9 anni

che hanno provato un’esperienza ludica di laboratorio teatrale. Attraverso la competenza ed esperienza dell’attrice-regista russa Janna Konyaeva si è cercato di avvicinare i bambini al mondo del teatro stimolando la loro fantasia e la creatività giocando con i tempi e spazi teatrali. Lavorare con il corpo, la voce, la musica il movimento (individuale, a coppie e in gruppo) ha aiutato a favorire la collaborazione e il rispetto degli altri attraverso la realizzazione delle proprie e altrui idee. Giocando con elementi e oggetti del costume teatrale i bambini hanno improvvisato giochi di ruolo per affronta-re i vari personaggi teatrali più vicini al loro mondo ma rimanendo se stessi e diventando al contempo diversi. Alla fine dell’anno “la scuola per piccoli attori” ha concluso con un vero e proprio spettacolo teatrale con costumi, luci, e musiche...Così, a maggio 2011, è stato messo in scena lo spetta-colo “ I nani di Mantova” di Gianni Rodari dove hanno calcato la scena 23

piccoli emozionati attori che hanno ricevuto i loro primi applausi ed il primo successo. “I cuccioli della logeta” sono cresciuti... non solo in altezza ma anche in numero e qualità.Visto il successo del progetto proseguiamoanche quest’anno con la stessa iniziativa.

“I CUCCIOLI DELLA LOGETA”

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non solo in altezza

ma anche in numero

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...tanto per ridere! Mio figlio è molto forte, a 3 anni riesce

a tener alzato un martello di 10 kg con una mano. Te pensa, che invece mio figlio di un anno, riesce a tener alzata tutta la famiglia tutta notte!

Lui: “Il tuo difetto, cara mia, è dare ragione agli imbecilli!” Lei: “Hai proprio ragione!”

Tra donne: “Scusi, ha visto mio marito? È mezz’ora che lo cerco”. “Lo dice a me che ne cerco uno da trent’anni?”

“Capo, posso uscire due ore prima oggi? Mia moglie vuole andare per negozi con me...” “Non se ne parla nemmeno!” “Grazie, capo, lo sapevo che non mi avrebbe lasciato nei casini!”

Non cercare di cambiare un uomo... ma ACCETTALO!!!

Un’amica ad un altra: - “Sai io sono or-gogliosa di aver sposato mio marito per quello che è...” , “Perchè com’è tuo marito?” - “Ricco... molto ricco..”

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7| numero 16 | ottobre 2011 |

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Anche nella no-stra comunità di Gardolo ancora legata a tradizio-

ni familiari e religiose ben ra-dicate, si vanno sviluppando sempre più tensioni familiari acute che abbisognano di un aiuto esterno perché possa-no essere risolte. La Media-zione Familiare nasce proprio come strumento utile a gesti-re i conflitti familiari durante la separazione e il divorzio e viene istituita for-malmente dalla legge 54/2006 sulle norme che disciplinano l’affidamento dei minori nella separazione personale dei coniugi.Nella legge 54/2006 sull’affidamento con-diviso viene riconosciuto il diritto del minore alla continuità genitoriale ed alla bigenitoria-lità, ovvero il diritto/dovere di entrambi i ge-nitori ad esercitare congiuntamente non so-lo la potestà ma anche i compiti di cura, assi-stenza morale, educazione ed amministrazio-ne dei figli. La norma prevede inoltre il dirit-to del minore alla biparentalità, cioè alla con-servazione dei rapporti significa-tivi con ascendenti e parenti di entrambi i genitori. Tali principi, che hanno come focus della vi-cenda separativa il superiore in-teresse del minore a conservare le sue relazioni primarie, appaio-no tendenti ad una maggiore re-sponsabilizzazione nella gestio-ne del rapporto genitoriale e so-no diretti anche al superamento della conflittualità tra gli ex-part-ner e le loro famiglie d’origine. Da qui il ricorso alla Mediazione Familiare “qualora il magistra-to ne ravvisi l’opportunità -come recita la norma- per consentire che i coniugi, avvalendosi di esperti, tentino una mediazio-ne per raggiungere un accordo, con particola-re riferimento alla tutela dell’interesse morale e materiale dei figli.” Con la normativa, il legislatore ha riconosciu-to implicitamente la difficoltà nel superamen-to dell’ostilità coniugale: la vicenda separati-va, infatti, costituisce un evento tra i più criti-ci della vita familiare che include le dimensio-ni psichiche e relazionali, affettive e sociali. I

conflitti tra ex-coniugi costi-tuiscono un rischio eviden-te e la difficoltà nell’esercizio della bigenitorialità può risul-tare uno sforzo eccedente le risorse genitoriali presenti in un momento delicato co-me quello della separazione. A partire da queste premes-se, possiamo dire che la leg-ge 54/2006 recepisce e tra-sforma in norma quella cul-tura dei legami di attacca-

mento che la mediazione familiare ha posto a fondamento della sua pratica, avendo come obiettivo l’integrazione delle posizioni antago-niste dei genitori per il raggiungimento del be-nessere familiare, sia dei figli che dei genitori. Ma come si possono affrontare quei conflit-ti laceranti di cui sono vittime gli ex-partner? Come superare i sentimenti di ingiustizia e di colpa per la fine di un progetto di vita? Con quali risorse psichiche e affettive riuscire ad anteporre l’interesse dei figli ai propri bisogni in un momento di fragilità per la persona/co-niuge ferita, offesa, preoccupata per il futuro

da affrontare con sentimenti di scarsa auto-stima? A questi interrogativi la mediazione fa-miliare cerca di dare risposta, costituendo un contesto extragiudiziario idoneo ad accogliere sia gli aspetti di discontinuità connessi alla fi-ne della relazione coniugale, sia gli aspetti di continuità connessi all’evidenza che solo la di-mensione genitoriale costituirà d’ora in avan-ti l’asse portante della futura relazione tra ex-partner. La mediazione va considerata come un percorso relazionale, oltrechè tecnico, che

sollecita un cambiamento di prospettiva cul-turale, valoriale e motivazionale nei geni-tori separati che vi accedono. A questi ul-timi si chiede di passare da una prospetti-va di difesa del sé -che la ferita di un rappor-to finito reclama- verso una prospettiva a di-fesa della relazione genitoriale volta a proteg-gere il figlio dai rischi della perdita del legame genitoriale. Si tratta di un cambiamento che richiede consapevolezza, volontarietà e impe-gno parentale connessi alla capacità di stac-carsi dal passato per riuscire a progettare ac-cordi genitoriali rivolti al futuro.

Caratteristiche peculiari dellaMediazione Familiare

Nello specifico, tra i principali obiettivi che la mediazione si pone durante il suo intervento, troviamo: la riapertura dei canali comunica-tivi tra i genitori per portare avanti un progetto educativo condiviso per una comune respon-sabilità genitoriale; la ga-ranzia di continuità dei lega-mi genitoriali; l’assunzione di responsabilità congiunta nelle decisioni da prendere verso i figli.Presupposti imprescindibiliper l’inizio del percorso sono:

una partecipazione consa-pevole e volon-taria da parte di entrambi i ge-nitori; uno spiccato senso di autodeterminazione: gli accor-di e le decisioni vengono pre-si dalla coppia genitoriale e non da “qualcun altro per loro”. Al-tre caratteristiche riguarda-no l’acquisizione di competen-ze da parte della coppia in ter-mini di negoziazione di obietti-vi e di nuovi metodi da utilizza-re nel tempo; la durata del per-corso stesso limitata nel tempo (8/12 incontri); la garanzia di ri-servatezza rispetto al contenu-

to e all’esito del percorso. Il percorso di me-diazione familiare non è attuabile nelle situa-zioni in cui vi siano stati episodi di violenza o maltrattamento; denunce penali in atto; abu-so nei confronti dei figli; presenza di patologie e/o dipendenze in uno o entrambi i genitori, che inficino l’esercizio della genitorialità; infi-ne in tutte quelle situazioni in cui sia in corso una consulenza tecnica d’ufficio. L’efficacia della mediazione si riflette sulle due principa-li dimensioni della prevenzione (la mediazio-

ne può agire prima che il contenzioso giunga in sede giudiziaria e produca eccessiva sof-ferenza familiare) e della riduzione del dan-no (perchè interviene nei casi giudiziari o nel-le situazioni in cui è presente una cronicizza-zione del conflitto con disagi manifesti dei fi-gli). Come ogni percorso, anche la mediazione è scandita da fasi specifiche perchè è soltanto così che può svolgersi un processo di cambia-mento nelle relazioni genitoriali.Mentre il setting è definito intorno al patto ge-nitoriale attraverso il quale i genitori assumo-

no l’impegno a collaborare, la prima fase di un percor-so di mediazione prevede un colloquio informativo con la coppia o con i singoli genitori per chiarirne gli obiettivi se-guito da un’analisi della do-manda e da un’ attenta valu-tazione degli ostacoli e delle risorse presenti da cui emer-

gerà l’esigenza di iniziare il percorso stesso o l’invio, da parte dell’esperto professionista, ad un altro servizio più appropriato ad una situa-zione che non è mediabile. Le successive fa-si della mediazione familiare saranno scandite dai principali obiettivi: definizione di un con-tratto in cui si esplicita la propria disponibili-tà all’impegno genitoriale ed alla condivisio-ne delle finalità della mediazione; obiettivi dei genitori da raggiungere; negoziati per la formulazione degli accordi; sperimentazio-ne in itinere degli accordi raggiunti; verifica degli accordi; follow-up a sei mesi/un anno dal termine del percorso.

Il conflitto familiare non può risolversi solo nel-la stanza di mediazione, ma deve necessarai-mente aprirsi allo sguardo del diritto così co-me non può ignorare le istanze di tipo socia-le (servizi per la famiglia, rapporti con i servizi sociali presenti sul territorio).

Dott.ssa Wilma LonghiPsicologa, SIPAA

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8 NORDdiTrento e... in Piazza a GARDOLO

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ioni “Abito a Gardolo, vengo da...”

Sogni, realtà, nostalgie

Il 29 settembre è stata presentata alla biblioteca di Gardolo la pubblicazione “Abito a Gardolo, vengo da….” pro-mossa dal Tavolo Tante Culture, coordi-

nato dal Polo Sociale, in collaborazione con la Commissione Smile della Circoscrizio-ne e il contributo dell’Istituto Comprensivo Trento 7. Il Tavolo Tante Culture si propone di promuovere occasioni di conoscenza re-ciproca, fra storici e nuovi residenti perché ritiene questo il modo per costruire relazioni significative, comunità. L’obiettivo del tavolo è stato quello di ascoltare, far esprimere il maggior numero di persone rispetto a come si trovano a vivere a Gardolo. “Abito a Gardo-lo, vengo da…” è un piccolo libro costruito dalla gente residente a Gardolo a prescindere dalla nazionalità di provenienza, una raccolta di testi semplici, costruita a tantissime mani (hanno collaborato circa 120 persone e de-terminante è stato l’apporto di insegnanti e

studenti dell’ Istituto Comprensivo Trento 7), dove emergono dimensioni personali di pas-sato, con aspetti nostalgici, presente, ovvero la percezione di vivere Gardolo oggi e sogni da realizzare, prospettive future.“Diversi, ma insieme” come scritto in un di-segno di Michele e Bilel: hanno partecipa-to alla realizzazione della raccolta con i lo-ro scritti, a volte molto toccanti residenti sto-rici e nuovi, uomini, donne, ragazzi, ragazze della scuola media Pedrolli. Ai bambini del-le scuole elementari dell’Istituto Comprensivo Trento 7, le maestre hanno dato il compito di rappresentare attraverso i loro disegni questi brevi racconti, poesie.“Sogni, realtà, nostalgie”: ne esce un mosai-co di tante storie, paure, sofferenze, speran-ze, ma anche spensieratezza e contentezza di vivere a Gardolo….. in sintesi un mare di colorate emozioni e sentimenti, che si sa, non hanno bandiere, nazionalità, ci accomunano.

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Emerge così una comunità Gardolese storica accogliente e tutto ciò è rassicurante come prospettiva futura sul piano della costruzione di senso di appartenenza, di relazioni signi-ficative e costruttive. La presentazione della pubblicazione è stata un momento collettivo di forte impatto emotivo: erano presenti cir-ca 100 persone e ad introdurre il pomeriggio è stato il Presidente della Circoscrizione Pao-lazzi, che ha evidenziato come, nonostante il forte cambiamento vissuto negli ultimi anni dal territorio non privo di problemi, iniziative di questo tipo danno una rappresentazione diversa, più vera rispetto a come viene spes-so dipinta Gardolo. Il Presidente ha anche aggiunto che “se to-gliessimo dai disegni il nome dei bambini, non vedremmo distinzioni di colore della pel-le, di provenienza geografica, di cultura”.Il pomeriggio è proseguito con un breve inter-vento del neo dirigente scolastico dell’Istituto

Comprensivo Trento 7, dott. Kirchner ritorna-to a Gardolo dopo qualche anno, che ha evi-denziato l’energia positiva che si respira, la voglia di fare. Successivamente Marianna ed Alessia, due ragazze che hanno partecipato alla costruzione del libro, hanno letto alcuni brevi racconti intervallati dalle melodiche no-te arabescate di Helmi Mhadhbi, suonatore di oud, il quale ha evidenziato come l’arte uni-sce, non conoscendo bandiere. L’Assessore alle Politiche Sociali Plotegher ha concluso l’evento, evidenziando come questo piccolo libro l’abbia particolarmente colpita, poiché trasuda di forti emozioni, di stare e costruire le cose assieme, di un’energia positiva che si sente arrivando a Gardolo… “si potrebbe di-re che il libro fatto di tanti abito a Gardolo, si trasforma via via in un noi... un noi che abi-tiamo, che facciamo vivere insieme Gardolo”.Alla fine c’è stato un momento conviviale con un aperitivo offerto dalla Circoscrizione pre-parato da Mandacarù. Il libro sarà catalogato dalla biblioteca di Gardolo, essendo una pic-cola orma della storia, della cultura Gardo-lese.

Il Tavolo Tante Culture

Chiunque creda che approfondire la cono-scenza delle differenti culture sia motivo di arricchimento e voglia dare il proprio contri-buto può contattare Domingo Garberoglio, presso il Polo Sociale di Gardolo e Meano via S.Anna, 5/a tel. 0461/889828 e-mail [email protected].

Dopo un periodo dedicato all’aggiorna-mento del repertorio e all’affiancamen-

to degli allievi, aspiranti coristi, il periodo esti-vo è stato particolarmente intenso per il co-ro di Gardolo.A giugno il coro ha partecipato a due rasse-gne nel Veneto e precisamente a Rivoli Ve-ronese e a Tretto, in periferia di Schio. Sono state trasferte molto emozionanti che han-no permesso al coro di conoscere altre realtà canore extra-regionali, con le quali sono na-te nuove amicizie e opportunità di scambio. Anche in luglio il Coro è stato nella provincia di Vicenza, nella chiesa di Posina, con un riu-scitissimo concerto. Il mese di agosto è sta-

CORO ALPINO TRENTINO: un’estate davvero ricca!to particolarmente intenso. Il coro è stato invi-tato ad una delle rassegne dedicate alle Do-lomiti, organizzate dalla Federazione dei Co-ri del Trentino, in diverse località turistiche. Il coro di Gardolo è stato protagonista con il co-ro Monte Peller di Cles e il Coro Valle dei La-ghi di Vezzano a Canazei, il 5 agosto, davan-ti ad un pubblico numeroso, attento ed entu-siasta. Cinque giorni dopo il Coro alpino Tren-tino ha tenuto un concerto all’aperto a Levi-co, nell’ambito della rassegna estiva che ha coinvolto settimanalmente numerosi cori, per allietare le serate della cittadina termale. La cornice di pubblico che ha gremito la scali-nata della chiesa di Levico, ha reso la serata

canora particolarmente en-tusiasmante per tutti coristi. Infine, il 20 e 21 agosto, il Coro è stato invitato in Au-stria, nella prestigiosa Bad Ischl, zona termale cono-sciuta per la villa imperiale. I coristi sono stati accolti dal discendente della dinastia asburgica, che ha guidato la visita alla villa. I piccoli concerti in chiesa a Bad Ischl e a Wolfsegg, oltre alla bella serata di sabato sera, ospiti in un piccolo ristorante, hanno reso la trasferta particolarmente diver-tente e indimenticabile. Un’estate quindi dav-

vero ricca di soddisfazioni per i coristi e per il maestro Franco, sia per le esibizioni cano-re, sia per le numerose occasioni di incontro.

Tiziano Mattedi

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9| numero 16 | ottobre 2011 |

Lett

ere al g

iorna

leLE POESIE DI UGA

Interrogazione urgente a risposta scritta

Nutrita petizione popolare a Ron cafort per ri-chiedere il posizionamento dei canestri da

basket. Quale destino si vuole riservare ai bam-bini residenti nei sobborghi ormai privi di spazi di gioco idonei e adatti alle loro esigenze di diverti-mento sano?

PREMESSO CHE La circoscrizione di Gardo-lo ha recentemente accolto un documento pre-sentato in aula nel quale si chiedeva a nome e per conto di una quarantina ca. di residenti di to-gliere i canestri posti nell’area nord-est del pic-colo parchetto urbano di Roncafort circa un an-no fa su espressa richiesta dell’allora consiglie-re, oggi Assessore allo sport Paolo Castelli, lì re-sidente; Il motivo adotto dal proponente sa-

In seguito alla pubblicazione sull’ultimo numero di

A Nord di Trento,riceviamo e pubblichiamo

l’interrogazione fatta al Presidente del Consiglio Comunale di Trento

Renato Pegoretti.

rebbe il frastuono ed il distur-bo della quiete pubblica causa-to dal rimbalzo del pallone sul campetto, incastonato nei con-domini. Responsabili sarebbe-ro un gruppo di ragazzi adul-ti e meno adulti appassionati di questo sport. Sembra quasi una disputa che si fa sempre più serrata e intransigente tra popolazione residente e ragazzi adolescenti che vorrebbero poter avere uno spazio in cui il gioca-re sano sia ancora concepito come una natura-le e doverosa propensione in quella età, fatti sal-vo il rispetto per il pubblico patrimonio e l’educa-zione al seguito.

TENUTO CONTO Che alcuni residenti della fra-zione davvero non hanno compreso lo spirito che ha mosso l’iniziativa stante che le struttu-re di gioco erano state apposte neanche un an-no fa, richiedendo un notevole impiego di soldi pubblici a fronte di una esigenza espressa dalla popolazione del posto di avere strutture di gioco adeguate ad una utenza che in quel posto ave-va davvero necessità di servizi anche in ordine a un campetto da calcio ed altri spazi intrattenu-tivi di aggregazione e di movimento sano per i ragazzi/e; Che prima di pensare a togliere defi-nitivamente i canestri, lasciando al loro posto un desolato spettacolo di pali spogli ed eunuchi po-co edificanti in senso di tolleranza e di vicinanza alle esigenze dei giovani ed anche a livello visivo, si poteva proporre in modo da ottemperare an-che alle esigenze dei giovani del posto alla pre-disposizione di una in sonorizzazione del pezzo

di terreno ricorrendo all’impie-go di materiale fonoassorbente per il fine stesso di percorren-za alternativa alla soppressio-ne; Che alcuni genitori mossi da evidente motto di ribellione verso una scelta davvero dra-coniana e del tutto fuori di ogni logica sullo stile del personag-gio di Penelope, si sono stizzi-

ti di tale provvedimento e nel giro di una breve consultazione popolare sono riusciti a fare pre-valere la ratio della sovranità popolare attraverso una petizione dal titolo “rivogliamo i canestri da basket a Roncafort” arrivando a quota 113 fir-me di autoctoni residenti di Roncafort, che han-no sottoscritto volentieri capendo la valenza della iniziativa e soprattutto non volendo essere cagio-ne di danni alle iniziative sportive e di movimento dei giovani del posto; Che gli stessi promotori della iniziativa si sono fatti carico anche delle esi-genze di coloro che in precedenza hanno firmato per fare togliere le strutture di gioco del campet-to proponendo al contempo un maggior control-lo su queste aree verdi, anche da parte di Orga-nismi, anche appartenenti alle Associazioni di vo-lontariato, che non siano necessariamente indivi-duabili nelle forze dell’ordine impegnate spesso in altre operazioni di presidio del territorio, per le evidenti questioni che attengono al rispetto della quiete pubblica ed al rispetto della tenuta del pa-trimonio pubblico; Che ora a fronte di questa nuova ed inedita protesta dignitosa degli altri re-sidenti del quartiere pari e maggiore dignità pa-re abbiano queste nuove produzioni di richieste di ripristino dei giochi avvalorate per giunta da ol-

tre il doppio delle firme che hanno supportato la drastica decisione di togliere quello che un anno fa la pubblica amministrazione aveva allestito per le esigenze dei ragazzi di socializzazione, intratte-nimento hobbistico e qualità della vita. TUTTO CIÒ PREMESSO SI INTERROGA IL SINDA-CO E L’ASSESSORATO COMPETENTE PER CO-NOSCERE Se a fronte del documento qui ripro-dotto avvallato da 113 firme di residenti la pub-blica amministrazione intenda ripristinare entro brevissimo tempo (1 mese) i canestri posti un anno fa nel parco di Roncafort e poi tolti senza intraprendere alcuna altra soluzione di sorta al-ternativa al problema evidenziato dagli altri sotto-scrittori di petizione avversa; Inoltre se non ri-tenga utile la pubblica amministrazione al fine di ovviare ad una guerra poco etica tra opposte esi-genze (giovani di intrattenimento anche chiasso-so) e residenti di quiete pubblica di operare un presidio di controllo e vigilanza magari affidando l’incarico ad un organismo associativo di cui la circoscrizione di Gardolo vanta un bel novero (ol-tre 57 associazioni) specialmente nelle ore serali fino alle 23.00 nel periodo estivo.

Gabriella Maffiolettidella Lista civica insieme per Trento

Si è fatta una petizione chiamata “vogliamoi canestri da basket

a Roncafort” arrivando a quota 113 firme

di autoctoni residenti di Roncafort

BASKET AL PARCO?No…grazie

Leggo sulla pubblicazione A Nord di Tren-to l’articolo di Franco Faes relativamente a quanto in oggetto. Mi complimento con lui e condivido perfettamente il suo pensiero. Ag-giungo poi che io non conosco, e non sono ri-uscita a trovare altri che conoscessero chi ha effettuato la raccolta di firme. Chi promuove una raccolta di firme dovrebbe manifestare la sua idea chiaramente anche per conoscere il consenso ed il dissenso al riguardo. 40 è davvero un numero ridicolo per modificare qualcosa di pubblico, e da quanto leggo 40 firme sono bastate in questo caso.Chiarisco che io non ho figli in età da parco giochi (ho un solo figlio di 30 anni che vive fuori regione); non ho nipoti e, con i miei 60 anni, nessun interesse personale al gioco del basket. Abito in un condominio posto di fronte al parco ed il mio balcone disterà si e no 30 metri dalla piastra ove si compiva il misfatto del gioco. Fino a che non ho letto l’articolo non mi ero nemmeno accorta che avessero tolto i cesti. Questo per dire quanto fosse for-te il rumore procurato. Non credo che chi ha raccolto le firme viva molto più vicino di me al parco giochi. Io preferisco, comunque, il rumore di ragazzi che giocano a palla che il silenzio di ragazzi che non si capi-sce bene quali attività svolgano in silen-zio nascosti sotto il gioco a forma di ca-setta o tra i vari cespugli. Io sicuramente sarò fra coloro che firmeranno per ripristinare la situazione precedente e per il NO alla co-struzione del ponte sull’Adige e spero, come chi ha redatto l’articolo, che la Circoscrizione risponda sempre così tempestivamente alle richieste di noi cittadini.Grazie e buon lavoro.

Edda Maffei

Non pensate che in una società civile sia auspicabile che i cittadini sani si facciano carico di mantenere quelli che non sono più in grado di lavorare? Vi ricordate la NOSTRA COSTITUZIONE?Art. 38: “Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoc-cupazione INVOLONTARIA”. Continuano a raccontarci che l’economia è in

crisi. È falso. L’economia è più forte che mai. Sta strangolando la nostra società. Sta stracciando quel pezzo di carta che ci ha permesso di vivere pacificamente negli ultimi 60 anni. Accettereste una costituzione in cui sia presente la seguente nota all’articolo 38: “... solo se è presente un’ ade-guata copertura finanziaria”? I nostri Padri avrebbero sicuramente risposto con “Né a farve ciavar”. Noi come rispondiamo? Versando dei soldi che, da buoni precari, disoccupati, cassaintegrati, ..., non abbiamo?

A&L

Due righe in risposta all’articolo sulle PENSIONI COMPLEMENTARIapparso sull’ultimo A NORD DI TRENTO

Età

Una sentimentale che non c’è l’uguale,

inizia con un brivido, prosegue con i lividi,

si avvolge come l’edera, orgogliosa e tosta,

forte il cuor le palpita, ma indietro non si porta;

di ogni stagione amica, romantica e ribelle,

allaccia i cinque sensi a cose brutte e belle,

ma che l’udito oda solo vibrar le stelle.

La sua genialità è un libero segreto,

ogni giorno una cosa nuova da imparare a menadito,

suo bel tenebroso è il tempo, la aspetta per l’affare

“dare più vita a chi la Vita sa amare”.

Peccato che al suo appello qualcuno sempre manchi,

di lei bisogna dire che è il più eccelso vanto.

In questa gara di vizi e di virtù

forse un bimbo sa già

che magia si nasconde in ogni età.

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10 NORDdiTrento e... in Piazza a GARDOLO

Storia

Ci

nem

a

Dopo le alluvioni del 1882 e del 1906 a causa di grossi depositi di materiale del fiume Avisio alla confluenza con il fiume Adige (da

alcuni scritti risulta che il letto in prossimi-tà del pont dei Vodi si alzò di 5/6 mt) fu ne-cessario l’intervento di una draga per ripuli-re il fondo. Questa arrivò via ferrovia fino in località alla Nave(1906), scaricata dal treno e montata direttamente nelle acque del fiu-me Adige . Da qui venne fatta scendere fino in località Vodi, in prossimità della confluen-za del fiume Avisio con l’Adige. La “governa-tiva”, così veniva soprannominata la draga, veniva fatta funzionare solo nei periodi tardo autunno ed inverno, questo per paura di im-provvise inondazioni (brentane). Due volte al-la settimana Giovanni Mattedi classe 1892 (da Spini) si recava con il suo carro a Tren-to alla stazione ferroviaria per caricare il car-bone necessario al funzionamento della dra-ga. Occorrevano 5 persone per il suo funzio-namento, un caldaista (Conci Narciso “el Ci-so Prighelon “ classe 1865) e 4 persone al funzionamento delle parti meccaniche (per lavori di manutenzione e carpenteria Toma-si Cirillo classe 1856). Era ancorata alle rive da due grosse catene che tramite degli ar-

26 aprile 1910 la draga al lavoro in località “Ponte dei Vodi” alla confluenza dell’Avisio con l’Adige.

Draga

gani posti sulla draga potevano farla muove-re avanti-indietro, destra-sinistra sul letto del fiume aumentando l’area di lavoro. Accanto alla draga numerosi barcaioli si avvicenda-vano per caricare il materiale raccolto dal fiume (ghiaia, sassi, etc.). Attraccavano al-la sponda sinistra (orografica), qui con del-le carriole scaricavano le barche e grazie ad un percorso formato da assi caricava-no dei vagoncini ribaltabili che scorrevano su binari. I vagoncini venivano quindi traina-ti con cavalli e scaricati nella zona chiamata Ischia (approssimativamente dove ore sorge l’Interporto). A parte i manovratori della dra-ga tutte le altre persone che lavoravano alle altre funzioni (barcaioli, scaricatori, etc.) era-no per la maggior parte contadini che duran-te il periodo invernale erano a riposo.L’attività della draga si fermò nel periodo del-la guerra 1914-18 e il signor Ignazio Mattedi classe 1876 (militarizzato) venne incaricato del suo controllo (due volte al giorno).Nel 1921 la draga fu rimessa in funzione da-gli italiani, ma negli anni 1922-23, probabil-mente perché fatta lavorare nel periodo esti-vo, a causa di una grossa inondazione fu sommersa e trasportata per mezzo chilome-tro affondando.

LIQUIRIZIA E POPCORNLa rubrica semiseria di consigli cine-letterari di Andrea

Il consiglio cinematografico di questo numero

“La donna della domenica”di Luigi Comencini - Giallo - Italia 1975 Con: Marcello Mastroianni, Claudio Gora, Jacqueline Bisset,Jean-Louis Trintignant

Il consiglio della scorsa volta era di un film che si discostava completamen-te dal libro dal quale era tratto, quello di oggi, invece, è relativo ad un film che ricalca perfettamente il libro d’origine. La sceneggiatura del film è infatti scritta dagli stessi autori del libro. Autori al plurale, perché

sono due: Carlo Fruttero e Franco Lucentini, veri e propri artigiani della parola, che insieme hanno scritto moltissimi libri, tra cui questo che è definito il capostipite del giallo italiano. Scritto nel 1972, poco tempo dopo, sull’onda del successo letterario, viene sceneggiato e ne viene tratto un film che esce nel 1975. Il cast è, come si dice oggi, stellare e non solo i protagonisti, ma anche i caratteristi con ruoli minori danno il meglio della loro capacità interpretativa, per questo il prodotto finale è cosi attraente. Perché, se capita l’occasione, rivedere il film? Perché permette di calarsi perfettamente negli anni ‘70 come pochi film permettono di fare. Oggi che quegli anni tornano prepotentemente “di moda”, le camicie a fiori degli attori, le pettinature delle attrici, gli abiti che indossano, le auto che guidano ci sembrano attuali e stranamente vicini eppure al tempo stesso leggermente ridicoli. Il film, come ovviamente il libro, è un giallo e del giallo rispetta tutti i canoni, con i consueti colpi di scena, le indagini, il momento drammatico della confessione. Eppure, ciò che maggior-mente colpisce lo spettatore o il lettore, credo sia la singolarità dei personaggi, l’originalità delle situazioni, veri e propri piccoli ritratti cine-letterari di ambienti, persone e attività che caratterizzano profondamente il

film. La Torino e l’Italia descritta nelle pagine del libro e negli scorci delle riprese, proprio non esistono più, i cambiamenti sociali avvenuti in pochi decenni hanno completamente cambiato luoghi e personaggi e questa è un’ occasione per fare dell’ archeologia cinematografica. Avete cinquanta o più anni? Non fatevi sfuggire il film, se vi capita, perché ritroverete la vostra auto o quella dei vostri parenti, vedrete che gli arredi delle case assomigliano in modo inquietante ai mobili che aveva vostra zia, e vi scapperà un leggero sorriso quando vi accorge-rete di quanto sia cambiato il comune pensare, da quegli anni lontani, ad oggi. Inoltre ritroverete alcuni attori straordinari (Lina Volonghi ad esempio) che in quegli anni erano presenti in molti spettacoli, anche televisivi. Siete nati, poco o tanto, dopo i famigerati o mitici anni Settanta? Leggete il libro. È veramente un prodotto di altissimo artigianato, sia per la trama, quanto per le descrizioni e per la presentazione dei personaggi, godibilissimo anche a tanti anni di distanza. Forse, dopo aver letto “ La donna della domenica” ed essere rimasti

affascinati dalla sua elegante freschezza e fulminante ironia, vorrete saperne di più circa i due autori. Andrete allora alla scoperta dell’universo “ Fruttero&Lucentini”, dei loro libri, alcuni molto divertenti, altri più colti e didattici, ma mai banali. Se adesso vi ho fatto venire voglia di andare a noleggiare il dvd o cercare una copia del libro e magari confrontarli, ne sono contento. Lo sarò ancora di più se lo farete in compagnia dopo aver fatto una bella padella di popcorn.

Per critiche, suggerimenti, commenti, consigli potete scrivere a: [email protected]

GINNASTICA PRESCIISTICAalla palestra delle Scuole Elementari S. Anna, Gardolo, Via S. Anna 3

nei giorni di lunedì e mercoledì dalle ore 20,00 alle ore 21,001° periodo: da LUNEDÌ 3 Ottobre 2011 a MERCOLEDÌ 21 Dicembre 2011

2° periodo: da LUNEDÌ 9 Gennaio 2012 a MERCOLEDÌ 28 Marzo 2012

SCI CLUB GARDOLO 1975 A.S.D. - Trento, Piazzale Lionello Groff, 7INFO: Sandra MATTEDI tel. 0461/990423 - [email protected]

IL GRUPPO DONNE “ERNESTA BITTANTI BATTISTI”CONTINUA I CORSI PER L’ANNO 2011

GINNASTICA DOLCE DI MANTENIMENTO

GLI INCONTRI SI SVOLGERANNO PRESSO LA PALESTRA DELLA PISCINADI VIA 4 NOVEMBRE 23/4 a GARDOLO

MERCOLEDÌ e VENERDÌ DALLE ORE 19.30 ALLE ORE 20.30

ISCRIZIONI > mercoledì 5 ottobre PALESTRA DI VIA 4 NOVEMBRE 23/4 - GARDOLO (piano interrato c/o piscina)

per informazioni telefonare a Cristina > 0461/991318

DA PLATONE ALLA GLOBALIZZAZIONE:corso di formazione politica

Una serata nella quale si cercherà di capireil cammino dell’uomo nella societàdai tempi antichi ad oggi e che cosa è cambiato.Con Giorgio Ragucci scrittore e storico

Giovedì 17 novembre ad ore 20,30

SALA CIRCOSCRIZIONE - GARDOLO

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11| numero 16 | ottobre 2011 |

FA’ LA COSA GIUSTA! Trento

Torna dal 28 al 30 ottobre 2011la fiera del consumo criticoe degli stili di vita sostenibili

nei saloni di Trento Fierein via Briamasco 2.

Informazioni, programma ed espositori sul sito

www.trentinoarcobaleno.it.

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O F F I C I N A

LIQUIRIZIA E POPCORNLa rubrica semiseria di consigli cine-letterari di Andrea

Il consiglio cinematografico di questo numero

“La donna della domenica”di Luigi Comencini - Giallo - Italia 1975 Con: Marcello Mastroianni, Claudio Gora, Jacqueline Bisset,Jean-Louis Trintignant

Il consiglio della scorsa volta era di un film che si discostava completamen-te dal libro dal quale era tratto, quello di oggi, invece, è relativo ad un film che ricalca perfettamente il libro d’origine. La sceneggiatura del film è infatti scritta dagli stessi autori del libro. Autori al plurale, perché

sono due: Carlo Fruttero e Franco Lucentini, veri e propri artigiani della parola, che insieme hanno scritto moltissimi libri, tra cui questo che è definito il capostipite del giallo italiano. Scritto nel 1972, poco tempo dopo, sull’onda del successo letterario, viene sceneggiato e ne viene tratto un film che esce nel 1975. Il cast è, come si dice oggi, stellare e non solo i protagonisti, ma anche i caratteristi con ruoli minori danno il meglio della loro capacità interpretativa, per questo il prodotto finale è cosi attraente. Perché, se capita l’occasione, rivedere il film? Perché permette di calarsi perfettamente negli anni ‘70 come pochi film permettono di fare. Oggi che quegli anni tornano prepotentemente “di moda”, le camicie a fiori degli attori, le pettinature delle attrici, gli abiti che indossano, le auto che guidano ci sembrano attuali e stranamente vicini eppure al tempo stesso leggermente ridicoli. Il film, come ovviamente il libro, è un giallo e del giallo rispetta tutti i canoni, con i consueti colpi di scena, le indagini, il momento drammatico della confessione. Eppure, ciò che maggior-mente colpisce lo spettatore o il lettore, credo sia la singolarità dei personaggi, l’originalità delle situazioni, veri e propri piccoli ritratti cine-letterari di ambienti, persone e attività che caratterizzano profondamente il

film. La Torino e l’Italia descritta nelle pagine del libro e negli scorci delle riprese, proprio non esistono più, i cambiamenti sociali avvenuti in pochi decenni hanno completamente cambiato luoghi e personaggi e questa è un’ occasione per fare dell’ archeologia cinematografica. Avete cinquanta o più anni? Non fatevi sfuggire il film, se vi capita, perché ritroverete la vostra auto o quella dei vostri parenti, vedrete che gli arredi delle case assomigliano in modo inquietante ai mobili che aveva vostra zia, e vi scapperà un leggero sorriso quando vi accorge-rete di quanto sia cambiato il comune pensare, da quegli anni lontani, ad oggi. Inoltre ritroverete alcuni attori straordinari (Lina Volonghi ad esempio) che in quegli anni erano presenti in molti spettacoli, anche televisivi. Siete nati, poco o tanto, dopo i famigerati o mitici anni Settanta? Leggete il libro. È veramente un prodotto di altissimo artigianato, sia per la trama, quanto per le descrizioni e per la presentazione dei personaggi, godibilissimo anche a tanti anni di distanza. Forse, dopo aver letto “ La donna della domenica” ed essere rimasti

affascinati dalla sua elegante freschezza e fulminante ironia, vorrete saperne di più circa i due autori. Andrete allora alla scoperta dell’universo “ Fruttero&Lucentini”, dei loro libri, alcuni molto divertenti, altri più colti e didattici, ma mai banali. Se adesso vi ho fatto venire voglia di andare a noleggiare il dvd o cercare una copia del libro e magari confrontarli, ne sono contento. Lo sarò ancora di più se lo farete in compagnia dopo aver fatto una bella padella di popcorn.

Per critiche, suggerimenti, commenti, consigli potete scrivere a: [email protected]

LE VIRTÙ delCARDO MARIANO Il Silybum marianum L. è un’ erba bien-nale tipica della zona Mediterranea che ritroviamo soprattutto nei terreni incolti oppure lungo le strade fino a circa 1000 metri di altezza. Le sue foglie sono spino-se con venature bianche nella parte cen-trale; la leggenda narra che questa parti-colarità sia stata conferita da alcune goc-ce di latte cadute dal seno di Maria men-tre allattava Gesù. I fiori di colore viola-ceo sono raccolti in capolini alla fine dei rami e danno origine a frutti scuri che si raccolgono alla fine di luglio. In fitotera-pia vengono prevalentemente utilizzati i frutti poichè contengono in quantità mag-giore un fitocomplesso molto interessan-te: la silimarina. La silimarina è una mi-scela di flavonolignani (silibina, silicristi-na, silidianina) con spiccate proprietà an-tiossidanti (addirittura 10 volte maggiori della vitamina E), antinfiammatorie, epa-toprotettive ed antitumorali. Il Cardo è un valido aiuto per contrastare i danni al fe-gato indotti da farmaci (es.tachipirina) o da sostanze tossiche; il suo meccanismo d’azione si esplica aumentando la sinte-si proteica nelle cellule epatiche e proteg-gendo queste ultime dai danni ossidati-vi. Gli effetti collaterali che si riscontra-no con l’uso di questa pianta sono mi-nimi, tuttavia a dosi elevate la silimarina può aumentare la produzione della bile e dare disturbi intestinali (nause, diarrea, gonfiore ecc.) Proprio per questa attività, il Cardo mariano è sconsigliato in caso di ostruzioni biliari.Le dosi giornaliere racco-mandate sono 12-15 gr. di pianta secca.

Abbiamo più volte accennato ai metodi utilizzati da generazioni di Gardoloti per metter via cibo per il periodo invernale: salatura (carne), insaccatura (lugane-

ghe!), cottura (marmellate), affumicatura (speck), essiccatura (perseche), sotto calce (uova), salamoia. Si ricorreva, in particolare, a quest’ultima per tra-sformare i cavoli cappucci, i capussi, in crauti, un alimento indispensabile nella dieta de ‘na volta. Semplici da produrre, rimaneva-no commestibili fino a primavera facendo coppia fissa con polenta e luganeghe. Il lo-ro punto di forza è nel procedimento di fer-mentazione lattica. Essa modifica il profi-lo organolettico dell’ortaggio trasforman-dolo in un alimento ricco di vitamine B1 e C, enzimi, calcio, fosforo, rame, iodio, se-lenio, zolfo magnesio e sali minerali. Que-ste sostanze rinforzano la flora intestinale, rendendo dura la vita a batteri e virus pato-geni, e svolgono un’azione antitumorale ed antiulcera. Ancora negli anni ’50 non man-cavano in nessuna casa trentina e va det-to grazie a loro se la pellagra non è stata, qui da noi, un flagello come in pianura padana. Og-gi i crauti li troviamo comodamente al supermerca-to, magari inscatolati da qualche anno, asciutti e di un triste color grigio topo. Per averli freschi, quasi di giornata, bisogna farseli in casa, in piccole quantità, magari con un solo cavolo cappuccio. Non è com-plicato! Se avete l’orto, quasi certamente ci sarà un cavolo sennò lo portate a casa dal supermercato. Quindi via al lavoro!

Un chilo di CRAUTI in casa! sione”) fino a riempirne metà. Mettetevi sopra un peso di almeno un chilo (un’altra pentola dal fon-do pesante, se necessario riempita di acqua fred-da oppure un vaso pesantino o un sasso) badando che comprima bene il preparato e ponete il tutto in un luogo a temperatura costante 18° 24° (quella di casa in autunno).5a fase: Il cavolo continuerà a produrre acqua ma non toglietela poiché, per fermentare correttamen-te, deve rimanere coperto dalla sua acqua (la fer-mentazione avviene in assenza di ossigeno). Po-tranno formarsi delle bolle di gas il cui odore non è dei più gradevoli (composti dello zolfo) ma abbiate

pazienza. Se proprio non ce la fate, buca-te con lo stecchino di legno ogni giorno la massa di cavolo in salamoia disperdendo un po’ alla volta il gas formatosi. Il cavolo si ridurrà ancora un poco di volume. 6a fase: Trascorsi i giorni previsti, da 20 a 40 giorni, i crauti saranno pronti per il con-sumo o per essere conservati in baratto-li di vetro coperti dal loro liquido o conser-vati in frigo.Naturalmente ognuno ha la sua (o de sò nono!) ricetta personale per far i crauti, c’è chi mette i capussi in un sacco di plastica, chi elimina parte dell’acqua, chi aspetta la luna calante, chi affetta anche il torsolo, chi sala di più e chi meno, chi copre il cavolo

con le sue foglie ecc.. Va tutto bene: l’importante è che la fermentazione lattica che trasforma il cavo-lo in crauti sia corretta per gli ingredienti, i tempi e i modi di farla. Imbarazzante proporre a dei Gardolo-ti una ricetta per cucinarli ma provate mentalmen-te a metter insieme crauti, polenta, ‘na scodega, do luganeghe, qualche puntina, mez de Teroldego...

Ugo Bosetti

1a fase: Lavate un cavolo cappuccio bianco da kg. 1, eliminando le foglie esterne se rovinate. Taglia-telo in due parti ed affettatele in listarelle sottili (ahi noi ci vorrebbe la “sfietarola!) scartando il torsolo centrale.2a fase: Mettete le listarelle in una capace terrina e aggiungete sale, il 3% per un chilo ossia 30 gram-mi. Qui entrano in campo i propri gusti: è possibi-

le aggiungere due – tre bacche di ginepro, cumino, un pizzico di zucchero, due - tre grani di pepe nero, un cucchiaio di timo, una carota.3a fase: Con le mani, mescolate per un po’ cavo-li, sale ed eventuali aromi. La massa inizierà subi-to a rilasciare acqua, ammorbidendosi e riducendo-si molto in volume.4a fase: Mettetela allora in un recipiente di accia-io alto (va bene una vecchia pentola, tipo “a pres-

Il sito de Il Gruppo,...un sito conla controinformazione!

Visto che l’estate ci sta regalando ancora delle giornate magnifichein questo numero segnaleremo solo un video che parla

dei giovani e delle pensioni a cura del blog “voglio scendere” [1].

Buona navigazione!

[1] youtube “I giovani di oggi: la generazione dei senza pensione”

Se volete evitare di trascrivere gli indirizzi andate sul nostro sitowww.ilgrupporoncafort.it

e nella pagina delle news troverete i links sui quali basterà cliccare!!

[1] http://www.youtube.com/watch?v=riAgDJRt250

Se avete suggerimenti scrivete a: [email protected]

www.ilgrupporoncafort.it

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12 NORDdiTrento e... in Piazza a GARDOLO

Storia

In questo cruciverba vi sono 20 definizioni in dialetto e 34 in italiano. Le definizioni che hanno per risposta una parola in dialetto, ad esempio la 1 orizzontale, sono affiancate da asterischi, uno* per i termini ancora di uso comune, due** per quelli utilizzati più rara-mente e tre*** per quelli ormai in bocca e orecchi di chi ha passato, ahilui, più volte gli “anta”. Grazie a Rosy per la collaborazione!! A proposito, se avete qualche parola dia-lettale da mettere nel cruciverba, inviatela tramite la email de “Il Gruppo Roncafort”: [email protected].

ORIZZONTALI: 1 - Nome “non ufficiale” del-la Trento - Malè (*). 10 - Affluente del fiume Volga. 12 - Le finanze e i soldi dello Stato. 13 - Goffo, impacciato*. 15 - Filtra il sangue. 16 - Il “nulla” rilasciato dall’autorità. 18 - Il Club Italiano dei clienti Nikon. 19 - Trovare, scova-re*. 20 - Aerei militari francesi. 22 - Tre sette e nove*. 23 - Comodità. 25 - Aereo militare senza pilota. 26 - Gran bottI, colpi secchi*. 28 - Tipico cognome gardoloto. 29 - Quasi attac-cato, a filo* 31 - Un’Amanda pesentatrice e cantante multisex. 32 - Generici locali della

casa*. 33 - Il messaggero degli dei greci. 35 - Novantanove romani... 37- Pozione allun-gavita. 39 - Educatrice e baby sitter. 41 - Il fondatore della Ferrari (iniz). 43 - Funerale*. 44 - Grant, gross e**. 45 - Orma ma anche guai*. 47 - Dare una mano. 49 - Soffitta*. 50 - Mezzo di trasporto di S. Lucia*. VERTICALI: 1 - Qualcosina**. 2 - Macchine per cambiare l’aria. 3 - Grossi abbagli, errori madornali. 4 - Quella del quadrato è lato x la-to. 5 - Nè sì nè no. 6 - Le gemelle di Romolo... 7 - Istituzioni di interesse pubblico. 8 - Orec-chi**. 9 - Arezzo per strada. 10 - Di prossima costruzione ad Ischia Podetti. 11 - Regnarono su Trento fino al 1918. 14 - Stato africano con Luanda. 17 - La Società Metereologica Italia-na. 19 - Non spesse, scarse. 21 - Fermate dalla polizia, trattenute. 24 - Il libro che rac-conta la Creazione. 27 - Scolari dell’asilo*. 30 - La carne per fare la “Tartara”. 32 - Sberla, schiaffone**. 34 - Abbreviativo di Mister.. 36 - Ci si portava il latte appena munto**. 38 - Codice dell’utenza bancaria. 40 - Il cantante Sorrenti. 42 - Fieno*. 44 - Foro, buco*. 46 - Portiere della Juventus dal ‘83 al ‘93. 47 - In-fluenza Aviaria (sigl).

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CRUCIVERBA “italo-trentino-gardoloto” a cura di Ugo Bosetti

Un po’ di storia di Gardolo attraverso le sue vie

Martino Aichner 1918, pilota militare. Martino Aichner partecipò alla Seconda Guerra mondiale con il grado di sottotenente nel 132° Gruppo Aerosiluranti. Non si può certo parlare di posto in ufficio: per portarsi a distanza utile per il lancio del siluro, infatti, bisognava volare a bassissima quota e quasi addosso all’obbiettivo, navi da guerra e da trasporto, esponendosi all’intensissimo fuoco contraereo della difesa. In particolare Martino Aichner partecipò con il suo SM79, il famosissimo Gobbo maledetto, alla battaglia di Mezzo Giugno del ‘42 nel Canale di Sicilia con l’obbiettivo di distruggere i convogli di rifor-nimento diretti a Malta. Decollato da Cagliari, ricevette l’ordine di attaccare il cacciatorpediniere inglese Bedouin, 115 metri di lunghezza per duemila tonnellate di stazza, in difficoltà dopo aver incassato alcune cannonate dalle corazzate italiane: bisognava impedirgli di rientrare a Malta. Lì sarebbe, infatti, stato riparato e rimesso in grado di tornare in mare. Localizzato il Bedouin, Aichner gli lanciò contro un siluro da seicento metri di distanza centrandolo a metà scafo. La nave affondò in pochi minuti portando con sé 27 marinai. La contraerea inglese, entrata immediatamente in azione, colpì l’aereo in allontanamento facendolo precipitare in mare. La buona sorte ancora una volta tenne gli occhi aperti: l’equipaggio del SM79 fu portato in salvo a sera da un idrovolante del soccorso italiano. Per l›azione, Martino Aichner ricevette la medaglia d›oro al valore militare ed altre onorificenze ma lui non menò mai gran vanto per la sua impresa né profittò per procurarsi vantaggi. Finita la guerra e la speranza di fare dell’Italietta arretrata una superpotenza, Aichner rientrò a Trento per dedicarsi alla professione di avvocato e notaio. Rimase però nell’ambiente aeronautico e nel 1963 fondò l’Aersud con lo scopo di promuovere lo sviluppo dell’a-viazione e l’uso dell’elicottero. A lui si deve anche l›istituzione della Scuola Nazionale di Volo in Montagna, nata nel 1972 per rispondere alle esigenze della Provincia Autonoma, dal soccorso in montagna a quello stradale, dalla vigilanza sugli incendi al trasporto di materiali in luoghi inaccessibili. Per ricordarlo, gli è stata intitolata una parte di via Bepi Todesca, dalle ex stanghe fin al nuovo tratto di strada davanti alla sede dei Vigili del fuoco a Mas dei Rossi, tratto comunque sufficiente a trasformare una curva con case ai lati in un paese con una sua via centrale.

Spesso abitiamo in vie o piazze intito-late a qualcuno il cui nome non ci di-ce assolutamente nulla oppure trae origine da toponimi locali per noi to-

talmente privi di significato. Un esempio a Trento Nord? via Giuseppe Tosetti, via Ga-spare Crivelli, via Crosare, via Carpenedi ecc... Da qui la proposta di Fabio Giaco-moni: presentare il «titolare» (con attenzio-ne speciale ai Gardoloti!) di una via o piaz-za di Gardolo, Roncafort, Canova ecc.. ed il perché di tanto riconoscimento! Questa vol-ta tocca a via Martino Aichner, aviatore mi-litare e sportivo e promotore di iniziative a-eronautiche.

Ugo Bosetti

“Non devi cercare un linguaggio nuo-vo, bensì imparare ad ascoltare quello che già possiedi. Difendi la tua spon-taneità e nel frattempo otterrai an-che la naturalezza che si acquisisce nel tempo con la fiducia in se stessi.”

F. Volo

Il valore delle cose non sta nel tempo in cui esse durano ma nell’intensità con cui vengono vissute;per questo e-sistono momenti indimenticabili, co-se inspiegabili e persone incomparabili

Fernando Pessoa

Quando ti trovi davanti a due de-cisioni, lancia in aria una moneta.Non perché farà la scelta giusta al posto tuo, ma perché nell’esatto mo-mento in cui la moneta è in aria, saprai improvvisamente in cosa stai sperando di più.