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THE OCCUPATIONAL HEALTH & SAFETY + ENVIRONMENTAL QUARTERLY MAGAZINE VOL.13 - N.4 Oct-Dec 2015 PERCHÉ COSTRUIRE UN BUSINESS CASE SULL’ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI? Dalla analisi degli impatti alla pianificazione degli interventi

Oct-Dec 2015 VOL.13 - N · IGC3: International Health & Safety practical application • International health & safety practical application NEBOSH INTERNATIONAL GENERAL CERTIFICATE

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THE OCCUPATIONAL HEALTH & SAFETY + ENVIRONMENTAL QUARTERLY MAGAZINE

VOL.13 - N.4Oct-Dec 2015

PERCHÉ COSTRUIRE UN BUSINESS CASE SULL’ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI?Dalla analisi degli impatti alla pianificazione degli interventi

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DURATION87 hours + private study

PERIOD02-06 November 2015 / 16-20 November 2015 / Exam 30 November 2015

AIMTo provide the basis for a sound, broad introduction to the fundamentals of occupational health and safety.

INFO• Selling price 1.500,00 € for person registering by Saturaday 17th October• Persons registering later + 20% • Discounts for groups, 2nd person onwards, - 10%• The course will be held in Ravenna

CONTENTSIGC1: Management of international health & safety

• Foundations in Health & safety• Health & safety management systems

IGC2: Control of international workplace risks

• Workplace hazards & risk control• Transport hazards & risk control• Musculoskeletal hazards & risk control• Work equipment hazards & risk control• Electrical safety• Fire safety• Chemical & biological health hazards & risk control• Physical & psychological health hazards & risk control

IGC3: International Health & Safety practical application

• International health & safety practical application

NEBOSH INTERNATIONAL GENERAL CERTIFICATE IN OCCUPATIONAL HEALTH & SAFETY

INFOTECHNO Srl

Tel. +39 0544 591393Fax. +39 0544 591402

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26 MICROCLIMA E STRESS TERMICO tropico e artico sono molto piu’ vicini di quanto possa sembrare

47 PRESS REVIEW Wise guys

21 TOP GEAR U-Ice Rigger Boot

16 ESTATE CALDA IN OGNI SENSO CSEPlanner

22 IL LABORATORIO DI INGEGNERIA CIVILE E LA SUMMER SCHOOL DEDICATA ALLA GIURISPRUDENZA Fondazione Flaminia

43 BOOKSHOP Occupational Physiology

49 EVENTS CALENDAR I prossimi eventi del settore

50 TECHNO NEWS Le ultime notizie del mondo HSE

04 PERCHÉ COSTRUIRE UN BUSINESS CASE SULL’ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI? Dalla analisi degli impatti alla pianificazione degli interventi

45 SITEMAP Dipartimento di Chimica e Biochimica dell’University of California

INTHISISSUEHS+E MAGAZINE

Oct-Dec 2015 / VOL. XIII - N. 4

Registrazione Tribunale di Ravenna n. 1200 del 25/02/2003

OWNER Techno Srl

Via Pirano, 7 - 48122 Ravenna (I) ph. +39 0544 591393

www.hse-mag.com [email protected]

EDITOR IN CHIEF Roberto Nicolucci

EDITING AND GRAPHIC DESIGN Graziela Duarte

[email protected]

CONTRIBUTORS Michela Casadei, Andrea Contin,

Diego Marazza, Roberto Nicolucci, Marta Quaranta, Giuseppe Semeraro

HS+E MAGAZINE è pubblicato trimestralmente. Tutti i diritti sono

riservati. Nessuna parte della pubblicazione può essere riprodotta

o trasmessa in alcuna forma e con alcun mezzo, elettronico o meccanico,

inclusa la fotocopia, senza il preventivo consenso scritto dell’Editore. I punti di vista e le opinioni espresse dagli Autori all’interno della rivista non necessariamente coincidono con

quelli del Proprietario, dell’Editore e del Direttore responsabile.

The HS+E MAGAZINE is published quarterly. All rights reserved. No part

of this publication may be reproduced or transmitted in any form or by any

means, electronic or mechanical, including photocopying, without

prior written consent of the publisher. The views and opinions expressed

elsewhere in the magazine are not necessarily those of the owner,

publisher or Editor in Chief.

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PERCHÉ COSTRUIRE UN BUSINESS CASE

SULL’ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI

CLIMATICI?Dalla analisi degli impatti alla pianificazione degli interventi

Responses to climate change impacts extend beyond greenhouse gas

emissions mitigation and go towards the integration of adaptation into risk

management strategies.

Terms like adaptation, risk, uncertainty, resilience and corporate dependency should be included into companies’

policies and addressed within strategic management planning.

This article aims at stimulating private sectors engagement in undertaking

these actions. A roadmap, based on the ISO family standards, is proposed and

needs to be reviewed and tackled by companies’ top management. There is

no need to reinvent the wheel, companies already own management tools

(such as corporate risk management, environmental and quality management

systems, etc.) whose framework can be used to address climate risks as well.

Marta Quaranta, Diego Marazza, Andrea Contin

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MESSAGGI CHIAVE

» I rischi indotti dal cambiamento climatico sono inevitabili, non prevedibili e possono avere un effetto devastante.

» Il settore privato investe in infrastrutture ed impianti, offre beni e servizi, che possono essere vulnerabili agli eventi estremi.

» Spesso vi è scarsa consapevolezza del fatto che, nonostante la pericolosità sia un parametro invariabile, la vulnerabilità può essere ridotta attuando politiche e sistemi di gestione per l’adattamento.

» Lo sviluppo di un piano di adattamento è parte del processo di gestione del rischio climatico.

INTRODUZIONE E BACKGROUND

Il quinto rapporto sui cambiamenti climatici dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) analizza la tendenza inequivocabile all’aumento della concentrazione dei gas serra, stima l’incremento delle temperature tra 1.4 e 6.4 °C al 2100 e ne attribuisce le cause con il 95% di confidenza alle attività antropiche [1].È quindi urgente intervenire sulle cause, ma anche sulle conseguenze del climate change: sviluppare una strategia di adattamento è ugualmente rilevante rispetto all’adozione di misure di mitigazione (vedi Figura 1).

Sul tema dell’adattamento l’Europa ha promosso lo sviluppo di una strategia condivisa e omogenea [2]. Ciò ha dato

l’input agli stati membri, che ancora non avevano provveduto, di adottare una strategia nazionale: l’Italia lo ha fatto nel 2014, approvando la Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (SNACC) [3].

Notevole attenzione è rivolta al settore pubblico, quello responsabile della pianificazione urbana e territoriale e della gestione della cosa pubblica, attraverso programmi come il Patto dei Sindaci [4]. Obiettivo è l’impegno ad aumentare l’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti rinnovabili nei loro territori per raggiungere e superare l’obiettivo europeo di riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020.

Gli impatti dei cambiamenti climatici non incidono solo sulle comunità ma anche nell’ambito privato, settore fondamentale per la crescita economica, per l’aumento dell’occupazione e per la riduzione della povertà.

In questo contesto è rilevante riportare le attività di Carbon Disclosure Project (CDP), un’organizzazione internazionale no-profit indipendente che offre ad aziende e paesi, un sistema per misurare, rilevare, gestire e condividere a livello globale informazioni riguardanti il cambiamento climatico e la disponibilità delle risorse idriche [5].

Le aziende che aderiscono a questo programma rilevano le proprie emissioni di gas ad effetto serra e analizzano i rischi e le opportunità legate al climate change, attraverso il CDP, con l’obiettivo di stabilire i traguardi di riduzione e migliorare le proprie performance.

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Gli ambienti confinati sono particolarmente pericolosi e infatti gli incidenti che vi acca-dono sono spesso mortali. Il motivo che trasforma un incidente all'interno di un am-biente confinato in un infortunio mortale è spesso riconducibile alla scarsa percezione della rischiosità di questi luoghi. Il volume unisce la teoria e la pratica delle attività lavorative svolte negli ambienti confinati e affronta i principali aspetti delle operazioni condotte in ambiente confinati, fornendo una serie di informazioni al tecnico per avvicinarsi alla materia per affrontare con maggiore consapevolezza una delle problematiche riconosciute per essere tra le più subdole e complesse all'interno della sicurezza occupazionale.

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Da uno studio dell’OCSE [6] è emerso che molte aziende sono consapevoli dei possibili impatti del cambiamento climatico, ma non hanno mai condotto un’analisi ed una valutazione attenta dei rischi. Nello stesso studio si rileva come diverse aziende stiano già valutando le opportunità derivanti dal climate change, ad esempio i servizi di consulenza, quelli assicurativi e quelli relativi alla progettazione di infrastrutture che resistano ad eventi estremi.

Obiettivo delle prossime sezioni è quindi quello di fornire una base di partenza per lo sviluppo di un progetto o business case che prenda in considerazione l’adattamento ai cambiamenti climatici.

IMPATTO DEL CLIMATE CHANGE SU BUSINESS AZIENDALI

I cambiamenti climatici comportano rischi per la società, le infrastrutture e gli ecosistemi che variano nelle diverse regioni geografiche e che dipendono dalle diverse combinazioni dei fattori climatici.

In generale, gli effetti dei cambiamenti climatici sono identificati come aumento delle temperature medie e

massime (con ondate di calore estive), aumento della frequenza di eventi estremi (siccità, piogge e altri fenomeni meteorici intensi), riduzione delle precipitazioni annuali medie e conseguente riduzione dei flussi fluviali [3].

Per comprendere gli impatti del clima su business aziendali è utile definire una “corporate dependency”, cioè la dipendenza delle attività economiche dal clima e dai servizi ecosistemici [7, 8].

Gli impatti del climate change riguardano in maniera trasversale tutti i settori economici, dal settore primario a quello industriale e dei servizi.I rischi possono essere di natura fisica e quindi comportare, ad esempio, l’interruzione delle attività aziendali dovuta a eventi meteorici estremi o a loro conseguenze (frane, alluvioni), danni alle infrastrutture, restrizione della produzione legata alle temperature elevate, variazione della qualità e della disponibilità di acqua e delle materie prime.

Questi sono rischi diretti, ma è importante considerare anche rischi indiretti come quello della domanda, che può derivare dalla variazione della qualità e quantità dei prodotti offerti.

Perché costruire un business case sull’adattamento ai cambiamenti climatici

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Un’analisi più dettagliata è proposta in figura (figura 2), in cui si riportano alcuni esempi di come eventi estremi possano avere impatti negativi nei diversi settori economico-produttivi.

Si deve ricordare che adattamento può significare anche opportunità: in ambito assicurativo, ad esempio, esistono nuove opportunità legate alla proposta di pacchetti per la protezione da eventi estremi [3].

SVILUPPARE UN BUSINESS CASE

Da uno studio dei report e delle pubblicazioni disponibili [8, 9, 10] è possibile affermare che non è necessario “reinventare la ruota”. Un’organizzazione aziendale possiede già diversi strumenti gestionali, attraverso i quali opera e prende decisioni:

» approcci aziendali alla gestione del rischio;

» sistema per la gestione della qualità e della business continuity;

» sistemi di gestione ambientale;

» sistemi di gestione dell’energia;

» sistemi di gestione integrati.

Si tratta quindi di integrare questi processi con conoscenze e metodologie che offrano gli strumenti per valutare gli impatti dei cambiamenti climatici.

Lo sviluppo di una strategia di adattamento, e poi la messa a punto di un piano, possono partire dall’applicazione integrata delle norme internazionali, quelle che si riferiscono a Qualità, Ambiente, Business Continuity e Gestione del rischio. Le revisioni 2015 delle prime due (ISO9001 e ISO14001) adottano l’approccio del risk-based thinking che definisce il rischio come l’incertezza nel perseguimento degli obiettivi. In figura 3 è riportato il ciclo di Deming, ovvero plan-do-check-act, cioè il pilastro sul quale sono fondati i sistemi di gestione health-safety-environment and quality (HSE-Q). In particolare, la norma sul sistema di gestione ambientale e la norma ISO31000 sul rischio possono essere integrate per valutare e gestire i rischi posti dal cambiamento climatico.

Lo sviluppo di una strategia e quindi di un piano di adattamento si basano sullo stesso approccio – ovvero

pianificazione, implementazione, monitoraggio e riesame.

Di seguito è proposta una metodologia, una breve guida a come implementare un piano di adattamento (Figura 4).

FASE 1 – Creazione di una base di conoscenza e di un gruppo di lavoro interdisciplinare sui temi di climate change, mitigazione e adattamento.

Gli obiettivi sono:

i. creare un gruppo di lavoro, che includa il top management, individuando e selezionando i profili aziendali che possono dare un contributo chiave all’analisi dei rischi e coinvolgendo esperti esterni e stakeholders;

ii. comprendere il contesto interno ed esterno in cui l’azienda opera, delineando uno scenario climatico attuale e futuro;

iii. analizzare gli eventi occorsi in passato, gli impatti da questi provocati a fronte degli interventi eseguiti, i costi che ne sono derivati e le perdite economiche date dai mancati ricavi;

iv. valutare, in termini qualitativi, i possibili impatti degli scenari ipotizzati sulle attività aziendali, in termini di: qualità e business continuity, ambiente, sicurezza ed aspetti sociali.

FASE 2 – Valutazione dei rischi aziendali che gli impatti dei cambiamenti climatici comportano, attraverso un processo di risk assessment.

Le fasi sono:

» Identificazione dei rischi. È la prima fase del processo e si articola nell’identificazione accurata dei possibili fattori di rischio che possano compromettere le attività e le infrastrutture aziendali o comportare una incertezza nel raggiungimento degli obiettivi. A proposito del cambiamento climatico, i fattori di pericolosità sono quelli che derivano dall’impatto di eventi estremi, ondate di calore e disponibilità delle risorse (es. acqua);

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» Analisi del rischio. È la parte più complessa del risk assessment e comporta l’impiego di una matrice “probabilità per conseguenze” in cui deve essere stimata la probabilità di occorrenza dell’evento e valutata la vulnerabilità del sistema oggetto di analisi;

» Valutazione del rischio. Questa fase dev’essere integrata e multidisciplinare: aspetti e impatti relativi alle infrastrutture e agli impianti, al contesto esterno nel quale l’azienda si trova, alla qualità, alla sicurezza e all’ambiente devono essere presi in considerazione. La determinazione del livello di “accettabilità del rischio”, ossia se esso è critico o trascurabile, con riferimento alle politiche aziendali applicabili, è una fase che supporta il processo decisionale e che aiuta a stabilire quali rischi devono essere trattati e quali no. La fase di valutazione del rischio può includere una fase di analisi rischi-

benefici per stimare i costi che derivano dagli interventi di adattamento ed i vantaggi che ne possono derivare.

FASE 3 – Pianificazione dell’adattamento.

Nella fase finale, quando i rischi sono stati identificati e valutati, occorre prendere decisioni sugli orientamenti aziendali rivolti all’adeguamento delle infrastrutture e delle attività, cioè è possibile la redazione di una strategia di adattamento o di trattamento del rischio (figura 5). Alla strategia farà seguito la stesura di un piano di adattamento che includa azioni e programmi specifici coerenti con le politiche aziendali. Seguendo il ciclo di Deming, il piano deve essere monitorato e riesaminato periodicamente in modo da valutare l’efficacia delle azioni proposte e l’adeguatezza dei risultati ottenuti a fronti degli obiettivi e delle politiche aziendali.Il processo di gestione del rischio può essere supportato dall’applicazione della norma internazionale ISO31000.

Questo lavoro è un invito, rivolto alle organizzazioni, a utilizzare le informazioni raccolte per discutere e approfondire questi temi presso gli organi direzionali e verificare se le proprie attività possano essere compromesse a causa degli impatti di eventi climatici estremi. Vuole essere uno stimolo a guardare verso il futuro con uno sguardo curioso e responsabile.

La gestione del rischio ambientale è una disciplina che richiede nuove competenze e risorse: queste possono essere attivate in azienda oppure cercate all’esterno, nei professionisti che offrono servizi di consulenza specifica.

Occorre dedicare un investimento in termini di risorse, anche economiche, ma è giusto considerare come sia sempre una buona pratica giocare di anticipo e valutare il notevole vantaggio competitivo (e d’immagine) che deriva dall’aver considerato rischi e opportunità, e quindi adottato misure che aiutino a costruire una resilienza nei confronti dei cambiamenti climatici.

Al fine di creare una società resiliente, è infine auspicabile promuovere una partnership pubblico-privato per la creazione di sistemi virtuosi di promozione dell’adattamento.

CONCLUSIONI

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Perché costruire un business case sull’adattamento ai cambiamenti climatici

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MITIGAZIONE E ADATTAMENTO

Figura 1

POTENZIALI RISCHI DI SETTORE LEGATI AL CLIMATE CHANGE [MODIFICATO DA SEGEWALA ET AL. 2011]

Figura 2

FIGURE

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METODOLOGIA PROPOSTA PER LA REDAZIONE DI UN PIANO DI ADATTAMENTO, BASATA SUL CICLO DI DEMING.

Figura 4

IL CICLO DI DEMING È IL PILASTRO SU CUI SONO FONDATE LE NORME ISO

Figura 3

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Perché costruire un business case sull’adattamento ai cambiamenti climatici

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LINEE GUIDA PER LO SVILUPPO DI UNA STRATEGIA DI ADATTAMENTO[MODIFICATO DA AGRAWALA ET AL. 2011]

Figura 5

1. https://www.ipcc.ch/report/ar5/

2. COM (2013) 216 - An EU Strategy on adaptation to climate change

3. http://www.minambiente.it/pagina/adattamento-ai-cambiamenti-climatici-0

4. http://mayors-adapt.eu/

5. https://www.cdp.net/en-US/Pages/HomePage.aspx

6. Agrawala, S. et al. (2011), “Private Sector Engagement in Adaptation to Climate Change: Approaches to Managing Climate Risks”, OECD

Environment Working Papers, No. 39, OECD Publishing

7. Millennium Ecosystem Assessment (MA), 2005

8. www.iema.net

9. Guidelines for Environmental Risk Assessment and Management Green Leaves III

10. Adapting to Climate Change using your Business Continuity Management System and Climate change adaptation. Adapting to climate risks using ISO 9001, ISO 14001, BS 25999 and BS 31100 – BSI –British Standard Institution.

RIFERIMENTI

12 HS+E Magazine oct-dec 2015

Perché costruire un business case sull’adattamento ai cambiamenti climatici

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» CLIMA insieme delle condizioni medie atmosferiche (temperatura, umidità, vento, pressione, precipitazioni) calcolate in una certa area geografica su un periodo di alcuni decenni.

» CAMBIAMENTI CLIMATICI [UNFCCC] “un cambiamento del clima che sia attribuibile direttamente o indirettamente ad attività umane, che alterino la composizione dell’atmosfera planetaria e che si sommino alla naturale variabilità climatica osservata su intervalli di tempo analoghi”.

» CAPACITÀ D’ADATTAMENTO (agli impatti dei cambiamenti climatici) [IPCC, 2007] La capacità di un sistema di adattarsi alla variabilità climatica e agli eventi estremi per ridurre i potenziali danni, per sfruttare le opportunità, o per far fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici.

» CONTESTO ESTERNO [ISO14001] si intendono le condizioni ambientali (clima, qualità dell’aria, qualità dell’acqua, uso del suolo, contaminazione, disponibilità delle risorse

naturali, biodiversità..), quelle sociali, politiche, culturali, tecnologiche, economiche in un contesto locale, regionale, nazionale o internazionale.

» CONTESTO INTERNO [ISO14001] condizioni o caratteristiche interne di una organizzazione, attività, prodotti e servizi, direzione strategica, cultura e capacità (persone, conoscenza, processi, sistemi).

» CORPORATE DEPENDENCY [IEMA] dipendenza ambientale è un termine che può essere applicato a operatività e attività aziendali che dipendono in modo significativo dallo stato dell’ambiente e dai servizi ecosistemici (tra cui ambiente e clima).

» INCERTEZZA [DEFRA, 2011] limitazioni della conoscenza circa gli impatti ambientali e i fattori che li influenzano. L’incertezza ha origine dalla casualità (incertezza aleatoria) e dalla conoscenza parziale (incertezza epistemica).

GLOSSARIO

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