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Occlusione, ATM
e postura LA TEORIA DELLE CATENE MUSCOLARI DI L. BUSQUET
A CURA DI:
DOTT.SSA PAOLA VILLARI
STUD.SSE LOGOPEDIA :
AGNESE BELLOPEDE
MARIKA CEFARIELLO
SILVIA PUGLIESE
FRANCESCA SOLIMENO MEDUGNO
Le catene muscolari
Ognuno, in modo differente dagli altri, adotta una determinata strategia per situarsi nello spazio che lo porta ad attivare alcuni gruppi muscolari piuttosto che altri. Dal cranio partono tutte le catene muscolari, antigravitazionali (o statiche) e dinamiche, che attraversano il nostro corpo ed uniscono i due estremi opposti dell’organismo;
Tramite la teoria delle catene muscolari si spiega come un’alterazione dell’occlusione, della funzione deglutitoria, della convergenza oculare, etc., possa determinare un’alterazione, una variazione o addirittura una fissazione dell’appoggio podalico. E viceversa.
Le catene muscolari
Tutti i movimenti nascono dalla coordinazione di queste
catene muscolari; intorno agli anni ’60, fu introdotto per
la prima volta il concetto di catena muscolare nel mondo scientifico. Anche altri AA. (Méziéres, Piret e
Beziers, Busquet, Dudal) hanno poi parlato di catene
muscolari.
Se le catene muscolari lavorano in modo armonico fra di loro, nessuna di esse dovrebbe avere un tono prevalente; se ciò succede, vuol dire che una di esse
ha preso il sopravvento.
Quali sono queste catene?
Didatticamente, le catene si distinguono in due grandi
gruppi:
1. Sistema osteo-mio-fasciale retto (catene rette) con tre catene statiche (anteriore, posteriore, centrale) che
regolano la statica del corpo ed i movimenti di flessione
anteriore ed estensione;
2. Sistema osteo-mio-fasciale incrociato (catene
incrociate) con la catena antero-laterale e postero-
laterale, che servono a relazionare l’individuo all’interno
del suo ambiente. Si strutturano quando il bambino inizia a gattonare ed a camminare;
Catena anteriore: E’ definita anche
catena linguale, perché parte dalla
mandibola e dai muscoli linguali coinvolti
nella deglutizione, e catena antero-mediale,
perché i suoi componenti muscolari si trovano
sulla parte anteriore del torace e sulla parte antero-interna degli arti. Si struttura durante la
vita intrauterina, ha una relazione stretta con
il sistema addominale e pelvico, ed è
collegata alla suzione ed alla deglutizione.
Mette in relazione la mandibola con il bacino.
E’ la catena che va in ipertono nei
pazienti con problemi di deglutizione,
di frenulo linguale corto, oppure con II
classe scheletrica per la presenza di
una mandibola troppo piccola.
Gli sportivi, e soprattutto i calciatori, spesso devono fermarsi per il cattivo funzionamento o per l’incoordinazione di questa catena. E’ quello che capita, infatti, in caso di pubalgia; i dolori al pube o agli adduttori sono spesso causati da un problema alto, che interessa la bocca, o come deglutizione o come malocclusione.
La catena comprende:
muscoli della bocca,
della lingua,
della parte anteriore del collo (milo-ioidei, ioidei, scaleni),
i sottoclaveari,
triangolare dello sterno,
grande pettorale, intercostali medi e grande retto dell’addome
muscolatura del perineo.
Arti superiori tramite: gran pettorale, il deltoide anteriore, il brachiale anteriore, il supinatore breve, il flessore profondo delle dita, l’abduttore lungo e corto del pollice.
Catena posteriore. Si struttura dopo la nascita
e permette di passare dalla posizione fetale
(anteriore) alla posizione eretta: rappresenta la
catena del raddrizzamento e della mimica
facciale. Origina dalle membrane di tensione reciproca del cranio (falce del cervello e tentorio
del cervelletto), raggiunge lo sfenoide e poi si
unisce ai muscoli della faccia. Infatti, è detta
anche catena facciale;
E’ una catena che unisce l’occipite al sacro e poi più giù fino alla parte mediale di calcagno, tallone
ed appoggio plantare.
Catena centrale. Inizia a strutturarsi quando il
bambino comincia a stare in posizione seduta
e lotta contro la forza di gravità. Viene definita
catena viscero-craniale perché media
l’influenza che dai visceri arrivano al cranio.
Rappresenta l’espressione del mondo emotivo
dell’individuo. È collegata ai ritmi biologici
fondamentali; ginecologico, respiratorio e
cranico. Il suo decorso segue i muscoli faringei
della deglutizione, tutto l’asse esofageo, poi l’intestino fino al diaframma pelvico. La
catena centrale finisce al terzo dito di mani e
piedi.
Catena antero-laterale. E’ una delle due catene incrociate, dette anche complementari. Si strutturano
successivamente alle catene rette, quando il bambino
inizia a gattonare ed a camminare. Finiscono ad
organizzarsi verso i sei-sette anni.
Permettono la relazione dell’individuo con il suo ambiente.
I pazienti con predominanza della catena antero-
laterale sono introversi e timidi, portati sicuramente
all’introspezione; presentano il tronco in espirazione e gli
arti in rotazione interna. La postura si presenta complessivamente in chiusura, con accentuazione della
flessione. A livello occlusale l’ipertonia di questa
catena favorisce l’instaurarsi di una II classe
ortodontica, con retrognatismo mandibolare;
l’ipertonia monolaterale di questa catena può
determinare il morso incrociato
La catena antero-laterale, dopo la
mastoide, comprende a livelo cranico lo
pterigoideo interno, il massetere e la fascia
parotidea. Si continua poi a livello del tronco nello sternocleidomastoideo, nel m.
grande dorsale, nel grande obliquo e negli
intercostali interni, nella linea alba e nel
legamento inguinale. La catena antero-
laterale finisce al quarto dito di mani e piedi.
La catena antero-laterale finisce al quarto
dito di mani e piedi.
Catena postero-laterale. I componenti muscolari di questa catena si trovano nella
parte posteriore e laterale del torace e degli
arti. Rappresenta la catena di apertura alla vita,
all’extrarotazione, al dialogo e comunicazione
verbale, all’esplorazione del mondo circostante. Gli individui con ipertono di questa catena sono
estroversi, con un bisogno costante di vivere
nell’ambiente esterno.
Nel cranio i principali muscoli interessati sono il
pterigoideo esterno ed il temporale con la fascia temporale. Termina a livello dell’indice.
I muscoli caratteristici di questa catena sono lo
pterigoideo esterno ed il temporale, che sono
muscoli fondamentali per la nostra masticazione.
Se si trova contratto il pterigoideo esterno, si deve
valutare la tensione del cuboide a livello del piede,
perché una lateralità eccessiva o una qualsiasi
tensione sulla mandibola si può ripercuotere su
questo muscolo, modificando assetto podalico ed
arco plantare; viceversa, una tensione del cuboide
può ripercuotersi a livello della bocca, dando
ripercussioni su pterigoideo e temporale.
In conclusione: Molto spesso possiamo trovare che una catena
muscolare si desolidarizza dalle altre e, andando in
ipertono, gioca un ruolo da solista, dando anche un
aspetto tipico alla silhouette del paziente. La dominanza di una delle catene può essere dovuto
anche al tipo di sport o lavoro che si svolge, ad un
intervento chirurgico che lascia una cicatrice, ad
un’alterazione del sistema cranio-sacrale, ad un trauma.
Ma anche l’orientamento psicologico dell’individuo determina l’attivazione di una catena, in base ad un
gesto preferenziale che poi può addirittura comportare
una modifica posturale.
Nella pratica osteopatica l’analisi dell’occlusione in relazione alla postura corporea deve essere essenzialmente una analisi fasciale, sia nella componente statica macroscopica che in quella dinamica. L’apparato stomatognatico deve risultare libero da restrizioni fasciali che possono interferire con la funzione masticatoria, respiratoria, deglutitoria, posturale (intesa come mantenimento della posizione di riposo col minor dispendio energetico).
E’ essenziale inserire, nella valutazione dell’occlusione, anche una valutazione statica e dinamica delle catene mio-fasciali che hanno attinenza con l’apparato stomatognatico:
- catena statica
- catena di Flessione
- catena di Estensione
- catena crociata anteriore (o “di chiusura”)
- catena crociata posteriore (o “di apertura”)
- catena viscerale
- catena neuro-meningea
Ognuna di queste ha una relazione anatomica e funzionale con il sistema cranio-mandibolare e può condizionare la fisiologia della masticazione, deglutizione, respirazione, postura di riposo. Sulla base della nostra esperienza, le disfunzioni mandibolari che possono dare interferenze a livello posturale sono quelle che determinano una masticazione monolaterale o una masticazione in centrica. Per esempio, a partire dalla prevalenza di massetere, temporale (fascio anteriore), pterigoideo interno, si creano delle aree di densità fasciale che interessano progressivamente le catene fasciali omolaterali di flessione e crociate con conseguenti adattamenti posturali a livello cervicale e del cingolo scapolo-omerale che riflettono la riduzione di dimensioneverticale riscontrata a livello occlusale nel lato di masticazione prevalente (dove si riscontra l’ AFMP meno ampio). Viceversa, le condizioni posturali che possono predisporre verso una disfunzione del’atm o a una malocclusione sono quelle che favoriranno un lato di masticazione prevalente. Se ai test la mandibola mantiene coerenti e in fisiologia i suoi movimenti di apertura, chiusura, lateralità (AFMP), deglutizione, respirazione (competenza labiale), non avremmo ragione di considerare la mandibola e l’occlusione interferenti sulla postura e viceversa.