12
Dialettica negativa e dialettica speculativa. Adorno ed Hegel Anf!,elica Nuzzo dai suoi anni giovanili, Hegel attribuisce alla filosofia il compito concettualmente, in modo critico e comprensivo il mondo contemporaneo. La filosofia stessa, d'altra parte, deve la SUa si ad un 'bisogno' (Bedur/nis) ha le sue radici nelle contraddizioni st(J_ riche e oggettive che dominano la vita degli uomini!. Suo contenuto SOl)o quegli stessi processi ai quali il pensiero filosofico deve la sua na configurazione. filosofia, nella sua oggettività esistente, diventa infi- ne parte costitutiva del mondo storico, diventa una delle molteplici fig\J- razioni del proprio mondo. L'intreccio che lega il pensiero filosofico al mondo storico è dunque, per Hegel, complesso essendo caratterizzato da una interazione a più direzioni ed a più Due sono i compiti fondamentali che la rivoluzione e l'irl.i- zio del nuovo secolo pongono alla filosofia. Si in primo luogo, di comprendere filosoficamente il 'passaggio' epoca di cui nulla, ancora, si sa sebbene presentimenti patrimonio della coscienza comune. Ciò che è 'noto' (bekannt), 1807 nella prefazione alla Phéinomenologie noto non è ancora 'conosciuto' Al compito transizione oggettiva che separa con soluzione numi epoche storiche successive si affianca così quello di comprensiolìp concettuale di contenuti di coscienza inconsapevoli. Ma occorre anche secondo luogo, trovare la forma filosofica adeguata a tale compito di prensione del proprio storico proprio perché tale presente ':. colto nel flusso di una trasformazione epocale, nel divenire di una traddizione che accomuna mondo storico e coscienza soggettiva. Questo è, per il problema fondamentale del metodo filoso_ fico. Quali sono i processi e le strutture categoriali che il pensiero de" mettere in atto se vuole conoscere il proprio presente in maniera prensiva, sostanziale e critica? Quali gli strumenti ed i principi che COn- sentono al pensiero di andare al di là delle apparenze molteplici che si muovono alla superficie del reale e di cogliere invece il senso profo n _ e la necessità del processo di transizione queste le

nuzzo_dialettica negativa e dialettica speculativa. adorno e hegel

Embed Size (px)

DESCRIPTION

sul rapporto tra la dialettica hegeliana e la dialettica negativa di adorno

Citation preview

Page 1: nuzzo_dialettica negativa e dialettica speculativa. adorno e hegel

Dialettica negativa e dialettica speculativa. Adorno ed Hegel

Anf!,elica Nuzzo

dai suoi anni giovanili, Hegel attribuisce alla filosofia il compito concettualmente, in modo critico e comprensivo il

mondo contemporaneo. La filosofia stessa, d'altra parte, deve la SUa gen~_ si ad un 'bisogno' (Bedur/nis) ha le sue radici nelle contraddizioni st(J_ riche e oggettive che dominano la vita degli uomini!. Suo contenuto SOl)o quegli stessi processi ai quali il pensiero filosofico deve la sua na configurazione. filosofia, nella sua oggettività esistente, diventa infi­ne parte costitutiva del mondo storico, diventa una delle molteplici fig\J­razioni del proprio mondo. L'intreccio che lega il pensiero filosofico al mondo storico è dunque, per Hegel, complesso essendo caratterizzato da una interazione a più direzioni ed a più

Due sono i compiti fondamentali che la rivoluzione e l'irl.i­zio del nuovo secolo pongono alla filosofia. Si .~ratta, in primo luogo, di comprendere filosoficamente il 'passaggio' epoca di cui nulla, ancora, si sa sebbene presentimenti patrimonio della coscienza comune. Ciò che è 'noto' (bekannt),

1807 nella prefazione alla Phéinomenologie noto non è ancora 'conosciuto' Al compito

transizione oggettiva che separa con soluzione numi epoche storiche successive si affianca così quello di comprensiolìp concettuale di contenuti di coscienza inconsapevoli. Ma occorre anche secondo luogo, trovare la forma filosofica adeguata a tale compito di C~tn­prensione del proprio storico proprio perché tale presente ':. colto nel flusso di una trasformazione epocale, nel divenire di una COl1~ traddizione che accomuna mondo storico e coscienza soggettiva.

Questo è, per il problema fondamentale del metodo filoso_ fico. Quali sono i processi e le strutture categoriali che il pensiero de" mettere in atto se vuole conoscere il proprio presente in maniera COtn~ prensiva, sostanziale e critica? Quali gli strumenti ed i principi che COn­

sentono al pensiero di andare al di là delle apparenze molteplici che si muovono alla superficie del reale e di cogliere invece il senso profon _

e la necessità del processo di transizione queste le

Page 2: nuzzo_dialettica negativa e dialettica speculativa. adorno e hegel

domande che permettono a Hegel di criticare e superare l'unilateralità della Verstandeslogik e di giungere all'idea fondamentale della logica dialettico-speculativa. Mentre la logica dell'intelletto (così come la logi­ca trascendentale kantiana) necessariamente fallisce nel suo compito di comprensione di un mondo storico internamente contraddittorio ed in trasformazione, la dialettica hegeliana, addossandosi la contraddizione ed instaurandosi come logica di movimento, ci porta al cuore del pre­sente storico, alla sua comprensione concettualel .

1821, nel celebre, epigrammatico motto della prefazione alle Grundlinien der Philosophie des Rechts, Hegel esprime il programma

propria filosofia presentando il pensiero tìlosofico come «il proprio tempo appreso in pensieri». La fase iniziale e fondativa di tale program­ma era stata portata a compimento negli anni immediatamente preceden­ti con la WÙsenschaft der Logik (1812/13, 1816) il cui compito è di trasformare radicalmente il modo di pensare o di far filosofia per poter comprendere quella realtà cui la filosofia stessa appartiene. La conver­genza strutturale che lega il pensiero filosofico alla realtà storica è, a vedere, ripetuta nell'altro famoso epigramma della prefazione del 1821: «ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale»4. E questa è, a sua volta, la base teorica della limitazione del compito di comprensione filosofica al presente contemporaneo alla dimensione della Gegenwart: il filosofo non è autorizzato a far previsioni sul futuro. Ovvero: il metodo che permette di comprendere il presente nella ptopria struttura interna di razionalità oggettiva e attuale (cui si oppone la manifestazione esterio­re e transitoria dell'opinione e del sentimento comune) non consente né previsioni né prescrizioni riguatdo ad un irreale 'dover futuro.

Nelle Tesi su Feuerbach (Xl» Marx, come è noto, deplora i di una visione della tìlosofia ristretta ad una mera ermeneutica del pre­sente storico. Sinora, dichiara enfaticamente Marx, i tìlosofi hanno sol­tanto interpretato il proprio mondo; il compito che ci sta ora dinanzi è invece quello di trasformarlo. A ben vedere, tuttavia, il programma hegeliano difficilmente si lascia riportare all'alternativa netta di teoria e prassi od ermeneutica intervento pratico proposta da Marx in questa tesi. La dialettica hegeliana, precisamente in quanto compren­sione concettuale del proprio mondo, produce una radicale ttasforma­

del pensiero. Se ed in modo la trasformazione del pensiero implichi, dato l'intrecdo tra filosofia e ptesente storico, la conseguen­te trasformazione del mondo è questione centrale che non posso qui discutere. Per essa voglio tuttavia suggerire una risposta affermativa.

L'operazione hegeliana che stringe in un sol nodo sistematico omnicomprensivo il metodo filosofico e il presente storico lascia in ere­

dità uno scomodo dilemma. Come può una filosofia intrinsecamente dinamica come la dialettica andare oltre se stessa e rimanere pur sem­pre dialettica? Con l'inevitabile mutare del presente storico la dialetti­ca dovrebbe mutare la propria struttura e processo categoriale. Ma se il merito centrale della filosofia hege1iana consiste nel decretare e solidarietà di forma e contenuto, metodo e sistema, voler separare forma e contenuto, metodo e sistema significa togliere alla dialettica ciò che le è più proprio, significa snaturare la dialettica. Cos'è dunque o cosa può essere la dialettica dopo Quale la sua struttura cate­goriale e quale la sua funzione filosofica in un nuovo, mutato presente storico, sotto la condizione di nuovi, mutati 'bisogni'?

Adorno apre l'introduzione alla sua Negative Dialektik con una gnosi che echeggia la constatazione epocale contenuta nelle prime pagi­ne del suo capitolo conclusivo (Meditationen zur Metaphyszk): che signi­

far filosofia dopo Auschwitz? li compito che egli riconosce proprio ad una "dialettica negativa" e che ne informa a sua volta l'idea, è inscin­

tale diagnosi. Il punto di partenza di Adorno è simile al di partenza hegeliano. Paradossalmente, per Adorno, la filosofia è

un'attività che sopravvive a se stessa soltanto in forza del suo 'fallimento' storico. Tale fallimento, tuttavia, impone una trasformazione radicale del-

di filosofia come condizione di sopravvivenza della filosofia stessa. Mentre la constatazione la filosofia aveva sinora soltanto interpreta­to il mondo conduceva Marx a proporre ottimisticamente la necessità di trasforn1arlo, il verdetto di Adorno riguarda direttamente il fallimento del progetto (illuminista e marxista) di trasformazione del mondo e degli uomini.6 La diagnosi di Adorno è qui secca ed incontrovertibile: la cultu­ra illuminista ha portato ad Auschwitz.7 E qui la 'negatività assoluta' è divenuta realtà - una realtà ormai prevedibile che non sorprende più nes­suno,8 una realtà che è entrata pertanto nel dominio del 'noto' hegeliano e pervade ormai la vita degli uomini, ma non per questo può esser detta 'compresa' concettualmente. Il compito conoscitivo fonda­mentale della filosofia nella nuova epoca è così delineato. Ma la realtà o negatività del genocidio è, al tempo stesso, la realtà di una identità e «integrazione assoluta» che si presenta come omologazione assoluta.9

E precisamente a questo punto, a questa constatazione che lega identità e negatività in uno stesso destino storico, che occorre riallaccia­re il progetto della dialettica. Non si tratta piÙ dunque di trasformare il mondo la filosofia ha qui fallito a suo tempo e imperativo è comunque diventato assurdo ed improponibile dopo Auschwitz. La filosofia deve invece imparare di nuovo a trasformare se stessa imparan­do così a pensare anche contro se stessa. w La dialettica negativa

160 161

Page 3: nuzzo_dialettica negativa e dialettica speculativa. adorno e hegel

Adorno è perciò, come la dialettica hegeliana, prima di tutto un proget­to di auto-trasformazione del pensiero filosofico in quanto pensiero solidale con la propria realtà storica. Per Adornn, come per Hegel, il pensiero filosofico è (circolarmente) parte di quella stessa realtà storica di cui è comprensione. Per Adorno - con Hegel e contro la riduzione materialistica del Diamat - la dialettica negativa è prima di tutto una logica ed una teoria (della conoscenza o ErkenntniJtheorie); essa è, più precisamente, una meta-teoria critica della conoscenza. Mentre infatti la tesi dell'unità di teoria e prassi ha portato, dopo Hegel, alla liquidazio­ne della teoria ed all'asservimento della prassi alla politica (e più preci­samente ad una certa politica), per Adorno «che la teoria riacquisti la sua autonomia è interesse anche della prassi».J1 È qui l'importante rico­noscimento del valore storico-critico della teoria e, di conseguenza, la formulazione del compito di ripresa della dialettica hegeliana a partire

comprensione critica (e dall'emendamento) del suo difetto.

che in Hegel e Marx rimase teoricamente imperfetto si trasmise alla prassi storica; percÌò deve essere teoricamente riflesso di nuovo, anziché il pensiero si pieghi irrazionalmente al primato della prassL12

Ereditando qui il cuore teorico della posizione hegeliana e la ripre­sa che essa aveva avuto con Lukiics,B Adorno pone al centro la connes­sione tra critica della filosofia e critica della società. Se le forme della vita sociale divengono manifeste nelle forme e categorie del pensiero filoso­fico, la critica della filosofia diventa critica sociale. E ne consegue che le

filosofiche, comprese criticamente, aiutano la trasformazione sociale. La dialettica negativa di Adorno implica dunque una ripresa cri­tica della teoria. Ed è la dialettica hegeliana come della conoscen­za a guidare Adorno in questa ripresa. Ma la pur necessaria a rida­re credibilità e serietà alla filosofia in un momento storico di crisi, deve portare in sé la realtà della negatività assoluta in modo tale da evitare il rischio di divenire, sin dall'inizio, «come quella musica d'intrattenimen­to con la quale le SS amavano coprire le urla delle loro vittime».14 Sono questi gli scogli che danno forma al progetto adorniano di una appro­priazione negativa della dialettica speculativa hegeliana.

considerazioni che seguono presenterò una lettura dell'idea di 'dialettica negativa' in quanto sviluppo di questa posizione iniziale comune ad Adorno e Hegel: la dialettica è logica e teoria della trasfor­mazione del pensiero ai fini di una comprensione critica e pratica mondo storico. Che cosa implica pensare la dialettica come program­ma di tradormazione critica del pensiero? E come fa il pensiero a tra­

sformarsi dopo che Auschwitz ha prodotto una vera e propria 'parali­si 'interna del pensiero metafisico?16 Nel rispondere a queste la mia analisi si manterrà sul terreno di un confronto serrato tra dialet­tica negativa e dialettica speculativa.

TRASFORMAZIONI: HEGEL. VERSTANDESLOGIK E LOGICA

DIALETTICO-SPECULATIVA

Sin dagli ultimi anni di Francoforte e poi negli scritti del periodo jenense fino alle opere della maturità, Hegel è stato fedele all'idea che trasformazione e contraddizione appartengono in maniera essenziale e costitutiva alla struttura della razionalità. Esse sono infatti tanto fondamentali del mondo storico oggettivo (esse costituiscono «das Wirkliche» nella sua stessa attualità in quanto ne rappresentano il cen­tro vitale ed effettuale: in Jich Lebende»);17 quanto caratteri scindibili del pensiero puro, centro generativo della dialettica.

Capire che la dialettica è la natura del pensiero stesso, che il pensiero come intelletto deve necessariamente cadere nel negativo di se stesso, costituisce un aspetto capitale della logica. 18

relazione tra le due tesi - da un lato che la contraddizione sia la dimensione in cui il mondo contemporaneo vissuto ed esperito

sua attualità (che dunque alla razionalità oggettiva appartenga in essenziale un lato negativo); dall'altro che la contraddizione espri­

ma la vera natura del pensiero - viene stabilita da una terza tesi, in cui Hegel afferma che il pensiero (Nachdenken) è responsabile della altera­zione (Veriinderung) di tutto ciò che esso assume come proprio contenu­to. Se il pensiero è in grado di raggiungere la verità, è perché esso stesso trasforma il proprio contenuto, non perché lo assume e riflette in una

neutrale fissità. 19 E dato che l'unico contenuto della logica speculativa è, per Hegel, il pensiero stesso (ovvero il pensiero 'puro'), il processo logico è la presentazione del pensiero in quanto occupato processo della propria immanente auto-trasformazione.

Per Hegel i concetti della logica formale tradizionale così come quelli della logica trascendentale di Kant sono concetti fissi ed immobi­li, costitutivamente incapaci di cogliere e comprendere il movimento, la trasformazione e la contraddizione che caratterizzano il mondo e la coscienza contemporanei. sono piuttosto la base di ciò che Hegel chiama la "positività" morta ed immota di forme di vita e di pensiero non

162

Page 4: nuzzo_dialettica negativa e dialettica speculativa. adorno e hegel

Tali concetti dell'intelletto, propri in di ogni Verstandeslogik, hanno la funzione di serrare in fisse e così clas­sificare e quindi dominare una realtà che non ha ormai attualità alcu­na in quanto il movimento della vita l'ha completamente abbandonata. Ciò che le categorie dell'intelletto hanno da offrire è dunque un'immagi­ne del mondo immobile ed ipostatizzata, Tale immagine è certo rassicu­rante nei suoi tratti fissi e nelle sue rigide classificazioni. Essa è tuttavia la rappresentazione eli un ordine che non ha alcuna relazione con l'attua­

sempre trasformantesi e contraddittoria che costituisce il vero pro­della filosofia e la vera sfida ai concetti, Tale rappresentazio­

ne è per questa ragione, falsa (e ideologica). La logica dell'intelletto è dai bisogni e dagli interessi concreti della vita degli uomini, né

applicazione possibile in essa, Verstandeslogik è, di conseguenza, essa stessa nient'altro che un repertorio di morte ed inutili forme, Comprendere il mondo secondo una tavola, dichiarata completa una volta per tutte, di categorie ed acriticamente date è come voler dipingere una scena dal usando soltanto due colori e due dimensio­ni,21 'T'ali procedure non portano né alla conoscenza né alla verità perché la complessità e contraddittorietà del movimento costitutivo della vita storica della realtà vengono programmaticamente e sistematicamente eli­minate da un pensiero esso stesso reso incapace di pensare il movimen­to. La logica dell'intelIetto analizza e smembra che le è di fronte, pro­cede isolando elementi e separando il vero dal falso, il positivo dal nega­tivo. Per essa, tuttavia, la transizione CUbergang) che porta il pensiero da un termine all'altro resta interamente e per principio inintelligibile.

propone la propria logica dialettico-speculativa come cor­rettivo critico della immota Verstandeslogik e della metafisica l'ac­compagna. Nella nuova logica la contraddizione diviene motore nente; il carattere processuale dell'esposizione è riconosciuto legge fondamentale del pensiero e carattere costitutivo della verità. Ma qual è, più precisamente, la relazione che lega l'astratta logica dell'intelletto

dialettica speculativa hegeliana? sostiene che la nuova logica, capace di cogliere nelle pro­

prie strutture processuali il movimento di trasformazione immanente del reale, implica a sua volta la ~~alterazione delle categorie (Verà'n­derung der della logica e metafisica tradizionale. Così come la forma nuova epoca storica dischiusa dal nuovo emerge dal processo storico che la precede, la dialettica hegeliana segue la logica della tradizione e si presenta come sua radicale innova­zione. PiÙ precisamente, Hege1 afferma che la relazione di successione è aui una relazione dialettica di o confutazione, essa stes­

sa parte integrante della nuova 10gicaP Nella introduzione Wissenscha/t der Logik, Hegel definisce la sua prima divisione, la

oggettiva', in relazione ad una trasformazione operata sia sulla metatìsìca tradizionale che sulla logica trascendentale kantiana. In rap­

Hegel afferma che la logica oggettiva «prende il posto della metafisica di una volta» od «ontologia»;24 in relazione alla secon­da, egli osserva la logica oggettiva «corrisponde, in parte», a che ~~per Kant è la logica trascendentale».25 In che consiste dunque la «alte­razione» categoriale che consente a Hegel di presentare la dialettica come il successore della tradizionale od ontologia, della ca generale o formale, e della logica trascendentale di Kant? La logica dialettica è il sostituto delle forme di pensiero tradizionali in quanto le assume, trasformate e criticamente'confutate', in se stessa.

Come abbiamo visto, ciò che rende la Verstandeslogik inadeguata a cogliere una verità i cui tratti costitutivi sono la processualità e la tota­lità, non è tanto, o non è prima di tutto, il suo carattere formale o la mancanza di contenuto oggettivo. Questa era, se mai, la critica kantia­na alla logica che portava all'istituzione di una logica trascen­dentale come logica della conoscenza di oggetti. La posizione he~~ell:a­na riprende qui la critica di Kant e la radicalizza. Il vero problema accomuna la logica formale e quella trascendentale è piuttosto, per Hegel, il modo in cui tali teorie trattano la forma logica - sia poi tale

vuota ed astratta o trascendentalmente determinata nel suo rife­rimento ad un oggetto possibile.26 Nella logica tradizionale, le forme logiche o categorie dato che, «in quanto determinazioni cadono l'una al di fuori dell'altra e non sono tenute insieme in unità organica, sono forme morte che non recano in se stesse lo spirito che, esso solo, costituisce la loro unità vivente».27 La critica di Hegel alla logica zionale è dunque una critica di metodo. È una critica al metodo presiede alla costruzione delle sequenze logico-categoriali. Essa riguar­da infatti il modo in cui le categorie, assunte acriticamente come date, ordinate poi in una tavola dichiarata completa, vengono isolate e non fatte interagire tra loro in modo da una totalità spirituale vivente. Non soltanto dunque la logica tradizionale è incapace di dar conto di processi reali di trasformazione oggettiva. Essa rende inoltre impossibile sia la presentazione del processo in cui una categoria sa nell'altra, che l'individuazione dell'unità del processo auto-trastor­mativo del pensiero. La dialettica hegeliana, al contrario, si costituisce programmaticamente attraverso il metodo di un processo dinamico in cui le forme logiche, in forza di una contraddizione immanente, si svi­luppano in successione fino a raggiungere l'unità comprensiva di una

765

Page 5: nuzzo_dialettica negativa e dialettica speculativa. adorno e hegel

totalità dinamica spirituale. Questa, in ultima istanza, è la forma ogget­tiva concreta della razionalità dialettica. «Ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale», potremmo ripetere a questo punto.

Si può dunque concludere che l'alterazione o Veriinderung cui le categorie tradizionali sono sottoposte nella dialettica hegeliana consiste nel rendere i concetti 'fluidi', nell'infondere loro il movimento della vita, nel considerare il movimento immanente del concetto come la 'anima'28 che muove dall'interno il processo logico del pensiero puro. Hegel insiste che la trasformazione fondamentale operata dalla dialettica riguarda il "metodo" di costruzione delle sequenze logiche. Esso consiste, in un'im­magine efficace, nel «riportare alla vita del contenuto, attraverso lo spiri­to, le membra morte della 10gica».29 Nella Logica soggettiva, seconda par­tizione della Wissenscha/t der Logik, il compito si ripresenta pressoché immutato. La logica dialettico-speculativa, dichiara Hegel, trova nella tra­dizione «un materiale completo, pronto e solidificato (jestgewordenes), si dovrebbe anzi dire ossificato (verknachertes), così che il problema è quel­lo di rendere questo materiale fluido (Fliissigkeit), di infondere la vita del concetto in questo morto materiale».30 In altre parole, la novità della logi­ca del concetto hegeliana non è data dal contenuto delle forme logiche che essa presenta, quanto piuttosto dal modo in cui essa le presenta. La dialettica è così il processo in cui le forme ossificate della tradizione, ani­mate dalla contraddizione che sorge dalla loro immanente interazione, presentano la fluidità del movimento guadagnato attraverso il passaggio ad unità superiori e più comprensive di senso; la dialettica è il processo in cui transizioni si compiono, le forme di pensiero si generano come succes­sori una dell'altra, ed il loro significato si determina come funzione della posizione assunta all'interno dello sviluppo complessivo costituitosi, infi­ne, a totalità.31 ,

TRASFORMAZIONI: ADORNO.

DIALETTICA NEGATIVA COME LOGIK VES ZERFALLS

La dialettica negativa di Adorno - questa la tesi che voglio pro­porre nelle analisi seguenti - in quanto teoria della auto-trasformazio­ne critica del pensiero resasi storicamente necessaria dopo la crisi epo­cale aperta da Auschwitz, è la trasformazione immanente della logica dialettica hegeliana nel suo metodo, procedura (Verfahren) e apparato categoriale. Come accennato in precedenza, tale trasformazione risponde alle stesse esigenze teoriche della Veriinderung cui Hegel sot­topone la logica e la metafisica tradizionali ai fini di una comprensione

del proprio presente storico. Capire in che modo Adorno realizza tale trasformazione è essenziale se vogliamo capire la specificità e la porta­ta della 'negatività' propria della dialettica da lui proposta, la presunta distanza da Hegel.

La dialettica negativa di Adorno si allontana da Hegel a partire pre­cisamente dall'operazione che lo porta a pensare, con Hegel, la dialetti­ca ad un tempo come metodo e come realtà oggettiva. In quanto Verfahren del pensiero, la dialettica conduce a «pensare in contraddizio­ni per e contro la contraddizione una volta percepita nella cosa». In quanto la contraddizione è oggettiva, la contraddizione come metodo è «contraddizione contro» la contraddittoria realtà. A questo proposito, tuttavia, Adorno conclude: «una dialettica del genere non è più compa­tibile con Hegel».32 Il suo movimento non tende infatti all'identità di una totalità finale conciliata e pertanto positiva, ma alla negatività. Su un esame più attento di questo punto tornerò in seguito. Per il momento occorre osservare l'intento di modificazione immanente cui Adorno sot­topone la logica hegeliana per poter raggiungere la struttura specifica della negatività dialettica. Distanziandosi da Hegel, Adorno dichiara che il movimento della propria logica «non tende all'identità nella differen­za di ogni oggetto dal suo concetto» ché essa «ha piuttosto in sospetto l'identico». Il punto cruciale è che, per quanto 'sospettosa', la dialettica negativa di Adorno non può però prescindere dall'identità - essa può infatti solo cercare di trasformarla criticamente. La trasformazione che Adorno propone consiste nella procedura di disgregazione (Verfall).33

Come era il caso della dialettica hegeliana che riprendeva, modifi­candola, la logica tradizionale e quella trascendentale, la dialettica nega­tiva mantiene le procedure e le categorie della dialettica speculativa hegeliana ma al tempo stesso le muta criticamente. «La dialettica negati­va è legata, come al suo punto di partenza, alle massime categorie della filosofia dell'identità». E questo determina il suo primo atto critico che è quello che la porta a pensare contro se stessa. La dialettica negativa, proprio per tale suo punto di partenza ed in tale suo punto di partenza è infatti da dichiararsi «anch'essa falsa, logico-identitaria, lo stesso con­tro cui viene pensata» - ovvero: nel suo punto iniziale, la dialettica nega­tiva è in fondo identica a quella logica hegeliana, detta «identitaria», con­tro cui essa programmaticamente si schiera. Questo inizio, in se stesso 'falso', determina tuttavia il compito ulteriore di auto-trasformazione cri­tica del pensiero. La dialettica negativa «deve correggersi nel suo proce­dere critico che modtfica i concetti da essa stessa trattati formalmente come se per lei fossero ancora i primi».34 Il processo dialettico è dunque, per Adorno, il movimento di auto-correzione critica immanente (quello

166 167

Page 6: nuzzo_dialettica negativa e dialettica speculativa. adorno e hegel

40

per Hegel era la Widerlegung) attraverso il quale la razionalità tra­se stessa nel suo punto di partenza. Questa correzione, compien­

do il passo ulteriore oltre Hegel, sancisce l'apertura e ad un tempo la spe­cifica negatività della dialettica adorniana.

E tuttavia, «criticandola» - avverte significativamente Adorno _ <d'identità non si trasforma qualitativamente (durch ihre Kriti.k venchwindet die Identitat nicht; sie vertindert sich qualitativ)>>.35 Per pen­sare oltre !'identità bisogna dunque abbracciare l'identità in tutta la sua

e falsità; inutile (perché a-critico) è il tentativo di farla semplicemen­te 'scomparire'. Questo, per Adorno, ha un significato preciso al

critica sociale. Se infatti «l'umanità vuole liberarsi dalla coercizione subita realmente sotto forma d'identificazione» che è poi la servitù imposta dal principio di scambio ma è anche l'omologazione propria del «pensiero amministrativo» (Verwaltungsdenken)36 che ha condotto allo «omicidio amministrato» di milioni di persone ad Auschwitz37 «allora deve raggiungere al tempo stesso l'identità con il suo concetto». Ma in

senso, occorre a questo punto chiedersi, può l'identità coercitiva essere superata se quello che si propone è pur sempre (ed in maniera sempre hegeliana) il raggiungimento della «identità con il concetto»? risposta di Adorno è che nell'assumere l'identità come punto di parten­za critico l'identità non si dilegua ma si trasforma, diventando «identità razionale», dischiudendo così possibilità reali precedentemente inesisten­ti. Mentre, per Adorno, !'identità totale hegeliana, come punto di arrivo dei processo dialettico, blocca il processo e la trasformazione, uccide la possibilità e resta prigioniera dell'attualità presente, !'identità razionale adesso proposta è negativa nel senso di rimandare necessariamente di verso l'orizzonte di quello «che potrebbe essere altrimenti» e che «non è ancora cominciato». E con questa osserva Adornò, tutte le singole determinazioni della dialettica vengono di conseguenza modi­ficate. 38 È precisamente in questa apertura dell'identità al possibile che consiste il guadagno della dialettica negativa, la sua "promessa

Se non venisse più sottratta a nessun uomo una parte del suo lavoro si raggiungerebbe l'identità razionale e la società oltrepasserebbe iI pen­siero identificante. CiÒ a U~~~I 39

Riconduce certamente a HegeI la struttura categoriale impiegata da Adorno. Non è però affatto hegeliano l'andamento condizionale in cui quelle categorie sono disposte. La dialettica negativa apre, infatti, un orizzonte di possibilità che è, metodologicamente, del tutto diverso dall' aderenza della razionalità hegeliana alla propria attualità. Adorno

riscopre qui piuttosto un 'dover essere' di sapore kantiano ma radica­to hegelianamente nella storia.

La dialettica negativa è dunque una ripresa critica delle categorie della dialettica hegeliana vengono tuttavia lette ed utilizzate secondo una metodologia o secondo procedure nuove e diverse. Tale metodolo­gia consente al discorso della dialettica negativa di fare 'promesse' e di aprirsi ad un condizionale che la dialettica hegeliana invece Occorre adesso chiedersi quali sono, più precisamente, le conseguenze di tale modificazione critica operata dalla metodologia adorniana repertorio categoriale della logica identitaria. In che senso la dialettica negativa è una Logik des Zerfal!J?41 Che cos'è la disgregazione logica?

La dialettica negativa, dichiara Adorno, è «disgregativa della figura armata e reificata dei concetti che il soggetto ha immediatamente di fron­te. Che questa figura sia al soggetto è la non verità».42 La logica adorniana attacca la reificazione dei concetti smascherando la relhcliZHJ­ne come procedura totalizzante di una logica che riduce la dialettica soggetto ed oggetto al soggetto conoscente. Zerfall è qui procedimen­to opposto alla sintesi (alla sintesi di Hegel così come a quella di Kant).4J Disgregando la «armatura ordinante»44 del pensiero totalizzante e sinte­tico, la dialettica negativa ne rivela l'ideologia implicita. La separazione di soggetto e oggetto, condotta già in Kant attraverso i concetti dell'in­telletto, ha infatti come fine la costruzione dell'oggetto come estraneo e dominabile, come qualcosa sta di fronte al soggetto (e dunque come ;egen-stand è ad esso estraneo) per essere da questo appropriato

quanto di valore inferiore). Ma tale separazione, che degrada l'oggetto (e addirittura lo "danneggia"),45 è opera del soggetto.46 TI pensiero identita­ria tuttavia nasconde quest'origine soggettivistica della separazione1:nsi.­stendo invece sul momento della sintesi o della totalità unificata in cui la separazione viene superata e conciliata. La degradazione dell'oggetto è strumentale all'esaltazione dei poteri del soggetto.

La coscienza si vanta di unificare dò che ha prima scisso arbitrariamente in elementi: di qui il sopratono ideologico di tutti i discorsi sulla sintesiY

Quello che metafisica e logica idealistica presentano come l'unica, necessaria maniera di pensare la relazione di soggetto-oggetto - ovvero il loro fronteggiarsi come entità separate - non è affatto l'unica pos­sibilità disponibile al La loro relazione è infatti per Adorno quella di un reciproco compenetrarsi.48 Ma se tale è la loro relazione, la sin-

come conciliazione di un molteplice irrelato e caotico, non d'essere. La dialettica negativa come logica della disgregazione

169

Page 7: nuzzo_dialettica negativa e dialettica speculativa. adorno e hegel

rovescia perciò il procedimento della sintesi. TI principio di tale rovescia­mento è quasi un principio morale di retribuzione: «la tendenza degli atti sintetizzanti può essere rivoltata meditando su ciò che essi infliggono al plurimo».49 La logica disgregante restituisce il diritto oppresso dell'ogget­tività e proclama così il primato dell'oggetto.5o Essa parte dall'unità reifi­cata, disgrega l'unità della coscienza, critica l'origine soggettiva ed ideolo­gica della separazione di soggetto ed oggetto, e rifìuta di riunificare o con­ciliare ciò che è realmente diviso ciò che è separato resta così separato. La separazione della coscienza viene tuttavia sostituita dall'idea di una compenetrazione reciproca di soggetto e oggetto. Nella dialettica ador­niana la mediazione non conduce alla perfetta conciliazione della totalità, come in Hegel, ma è invece mediazione asimmetrica, sempre sbilanciata verso l'oggetto.5

! Con ciò, la dialettica di Adorno raggiunge un risultato negativo ovvero un'unità negativa, non conciliata ma scissa; dichiara il primato dell'oggettività ed il carattere negativo della totalità.

E tuttavia, nel suo gesto critico e disgregativo, la logica adorniana accenna, ancora una volta, ad una diversa possibilità di pensare il rap­porto soggetto-oggetto: né separazione né unità ma relazione recipro­ca o reciproca compenetrazione. Infine, la critica alla sintesi in nome della disgregazione dei concetti reificati svela, al tempo stesso, il modello economico-sodale cui la coscienza sintetizzante inconsapevol­mente risponde. Il modello è offerto dai processi razionali di lavoro che «necessitano della scomposizione (Zerlegung) come condizione

produzione di merci». Mente l'ideologia borghese declina ogni responsabilità e imputa piuttosto la "parceUizzazione (Zestuckelung)" ai suoi critici, essa è invece proprio <<la sua opera inconsapevole».52 Questo è, per Adorno, il modello della sintesi kantiana che sembra pre­supporre come dato il molteplice dei fenomeni da sintetizzare quando invece lo produce inconsapevolmente attraverso quei medesimi con­cetti responsabili della loro sintesi.

NEGATIVA E UNGEDECKTER LrEDANKE

Nel dichiarare il primato dell'oggetto conseguito nel processo decostruzione o disgregazione della sintesi conoscitiva, la dialettica negativa trasforma la mediazione propria della dialettica hegeliana ren­dendola asimmetrica. Nella sua oggettività, tuttavia, la dialettica di Adorno rivendica, ed al tempo stesso modifica, un altro carattcre della logica hegeliana, vale a dire il carattere concreto e contenutisticamente determinato della razionalità. Contro l'astrattezza od addirittura falsa

170

concretezza di tanta parte della filosofia contemporanea, la dialettica negativa dichiara sin dall'inizio il Primat inhaltlichen Denkens.53 Ma che contenuto è il contenuto rivendicato dalla dialettica negativa?

Riprendendo il tema cruciale della reificazione dei concetti, Adorno indica nell'ideologia della Verdinglichung la genesi del concetto in quanto concetto logico. Tale genesi dischiude un movimento di astrazione che ha luogo anche quando il concetto sembra avere un contenuto. La reificazio­ne che crea la "armatura" concettuale contro cui lavora la logica dclla disgregazione è responsabile dunque di una duplice perdha di oggettivi­tà da parte della razionalità. Da un lato, come abbiamo visto, la reificazio­ne è degradazione dell'oggetto a qualcosa di estraneo e dominabile da parte del soggetto per mezzo della sintesi conoscitiva. Dall'altro lato, la reificazione istituisce il concetto come concetto nell'atto di separarlo da qualcosa di 'altro' dichiarato pertanto non-concettualc (Nicbtbegriffliches o Begriffsloses). TI concetto, per sopravvivere in quella presunta superiori­tà e purezza logica che lo definisce, ha bisogno di una armatura protetti­va che ne sancisca l'in1permeabilità nei confronti del non-concettuale. È precisamente tale armatura che la Logik des Zerfalls si ripropone di distruggcre mettendo a nudo il concetto ideologizzato nella sua autentica mancanza di contcnuto. La dialcttica negativa ha a questo punto il com­pito ulteriore di operare su questo vuoto sostituendovi un pensiero con­tenutisticamente determinato. Qual è dunque il vero contenuto che la dialettica negativa rivendica per i propri'disarmati' e 'indifesi' concetti?

«Che il concetto sia concetto anche quando tratta di un ente» ­ovvero anche quando sembra avere un contenuto che resta però sempre astratto, come nel caso nell'inizio della logica hegeliana, oppure, in generale e molto più trivialmente, ogni volta che il pensiero si presenta nel suo carattere intenzionale come pensiero di qualcosa - «non vuoI dire che esso non sia intrecciato in un intero non concettuale da cui esso si isola solo attraverso la sua reificazione, che però lo istituisce come concetto»,54 Adorno presenta qui la concatenazione delle tesi seguenti. (i) La reificazionc istituisce il concetto in quanto Begri//' in quanto momento della logica dialettica. (ii) Tale istituzione è reificazione in quanto ipostatizzazione che isola il concetto dal suo intreccio con un intero non-concettuale (tale intreccio e talc intero vengono dunque prima del concetto, ovvero prima che il concetto sia propriamente Con­cetto - il che può venir letto come un altro senso del primato dell'ogget­tività). (iii) La reifìcazione cancella la traccia dell'interazione (originaria o pre-concettuale) del concetto con il non-concettuale sostitucndovi l'astrazione di un pensiero che pensa un ente in generale (l'inizio della logica hegeliana non sarebbe così altro che un inizio che ideologicamen­

171

Page 8: nuzzo_dialettica negativa e dialettica speculativa. adorno e hegel

te nasconde il vero inizio). (iv) Ciò che la reificazione nasconde è il fatto che il concetto è invece geneticamente mediato dal non-concettuale. L'interazione originaria è, in verità, la mediazione del concetto.

Il problema della dialettica negativa è quello di disgregare e rove­sciare questo procedimento liberando i concetti dalla loro reificazione e riempiendoli di un nuovo contenuto. E questo è il programma di una logica della non-identità o dialettica negativa.55 Il contenuto del concet­to è, dialetticamente, il non-concettuale: in ciò consiste per Adorno «il cardine della dialettica negativa». Punto di paltenza di Adorno è (iv), l'affermazione che il non-concettuale media il concetto in quanto forma della logica dialettica conferendogli "significato" (Bedeutung).56 dun­que il contenuto di una dialettica negativa deve essere il Nichtbegri/l­liches, il problema fondamentale diviene quello di capire che cosa inten­da Adorno per 'non-concettuale'.

Il problema del rapporto tra concetto e non-concettuale è problema ampiamente discusso nella filosofia dell'inizio del ventesimo secolo. In realtà, la questione è aperta per la prima volta dalle immediate interpreta­zioni della Kritik der reinen Vernunft e domina successivamente lo svilup­po della filosofia idealista prima, neokantiana poi, trovando importanti ramificazioni all'interno del marxismo. Il non-concettuale è il limite dupli­ce della razionalità kantiana: da un lato, l'impenetrabile Ding an sich che, per Adorno, già vale come apprezzabile precursore del primato dell'ogget­to;57 dall'altro, la materialità indistinta e caotica del molteplice pre-catego­riale che l'intelletto deve poi sintetizzare con l'intuizione pura. Nell'interpretazione di Emil Lask, che Adorno cita appena prima del pas­saggio sopra analizzato, il Nichtbegriffliches è, direttamente, l'irrazionale (ed è l'individuo in quanto irrazionale).58 E questa è una interpretazione in varia misura dominante, controbilanciata soltanto dal materialismo trivia­le e dogmatico che identifica il non-concettuale con la datità materiale. Lask esercita un'influenza fondamentale su Lukacs che, a propria volta, è autore importante per Adorno. Per Lukacs la datità non-concettuale ed irrazionale è il fantasma che minaccia ogni idealismo e ogni concezione sistematica della razionalità.59 Qual è la posizione di Adorno in proposito?

Adorno è d'accordo con Lask su un punto fondamentale: è proprio della natura stessa del Begriff rimandare, dialetticamente, al Nicht­begrijjliches.60 I concetti, riconosce Adorno, «intendono (meinen) , con l'espressione di Lask, 'oltre di sé' (iiber sich hinaus)>>. Il Nicht­begriffliches, per Adorno come per Lask (e in fondo già per Aristotele), è l'individuale, ovvero ciò che essendo qualitativamente (e non quantita­tivamente) differenziato, inesorabilmente «sfugge al concetto».61 L'individuale è qualitativamente non neutrale ma sempre asimmetrica­

172

mente sbilanciato dalla parte dell'oggetto, sempre affetto da un'esperien­za segnata da una «assoluta contingenza»62 e pertanto, nonostante Hegel, opposto alla necessità totalizzante della sintesi sistematica. Rivendicare al concetto dò che è oltre il concetto, tuttavia, non significa per Adorno rivendicare rispetto al concetto un'alterità assolutamente altra rispetto al razionale, non vuoI dire trovar rifugio nell'idea dell'irra­zionale avanzata da Lask. Significa piuttosto rivendicare il primato di un'oggettività diversa, concepita in maniera non reificata e non antago­nistica assunta come contenuto concettuale possibile. Significa e questo è il punto centrale della interpretazione che voglio qui proporre - presentare l'idea di un contenuto pur sempre razionale ma "non gamn­

dall'armatura perentoria e difensiva del concetto reificato, l'idea di un contenuto se mai affetto dall'incertezza e dal rischio del 'non-ancora', dall' anelito del 'dover-essere' e del meramente possibile come immagina­zione di «ciò che potrebbe essere altrimenti» e che non è ancora comin­ciato.63 Una volta tale contenuto sia assunto nel concetto, esso viene a mutare la natura stessa del concetto e della razionalità.

Il contenuto del pensiero della dialettica negativa adorniana riprende così quell'intreccio con il non-concettuale che segnala l'istan­za di un reperimento od invenzione delle possibilità alternative che il concetto reificato e identitario aveva perso optando per il sacrificio della possibilità e per la prigione di un'attualità soffocata dalla necessi­tà che non lascia pensare ad alternative. Questa è stata la scelta di Hegel nella prefazione delle Grundlinien. Il pensiero critico sopravvi­ve invece perché

il persistere della sofferenza, della paura e del rischio richiede che il pen­siero che non può essere realizzato non venga tuttavia gettato via.M

La dialettica negativa, a differenza da quella hegeliana, è spinta dalla negatività del reale a far posto a quelle alternative di pensiero

pur valore nonostante non siano (ancora) potute divenir attuali (e forse mai lo diverranno). Il Nichtbegriffliches che Adorno rivendica al pensiero della dialettica negativa in quanto ungedeckte(r) Gedanke­in quanto pensiero non "garantito" o piuttosto "scoperto"65 - è que l'apertura su una possibilità alternativa ed a sua volta non garanti­ta, l'apertura su un'alternativa alla realtà alienata e reificata e ideologiz­zata del presente.66 Tale alternativa è una scommessa ovvero anche una 'promessa'67 per la quale, tuttavia, non ci sono né garanzie né rassicu­rante necessità. All'interno della dialettica negativa il non-concettuale è piuttosto un memento della «fragilità del vero»;68 esso produce nel

173

Page 9: nuzzo_dialettica negativa e dialettica speculativa. adorno e hegel

pensiero la "vertigine" che si prova con la perdita del fermo terreno quale i concetti reificati erano radicati.69 Il «pensiero scoperto», avver­te Adorno, è anche «pensiero aperto» (o!fene(r) Gedanke),7° Esso «non è protetto contro il rischio di scivolare nell'arbitrario; nulla gli garanti­sce di essersi saziato sufficientemente della cosa per sostenere quel rischio»:71 l'oggetto che gli fa da contenuto è infatti eccedente il concetto, sempre ulteriore rispetto ad esso, portatore una possibi­

non inscritta nei limiti dell'attualità data. Proponendo un'interpretazione divenuta corrente (quanto, a mio

parere, semplicistica ovvero della logica hegeliana, Adorno con­sidera l'andamento processuale della dialettica speculativa come preordi· nato da un telos di positività immanente. La finalità che dà direzione e senso all'andamento dei diversi passi della dialettica è, per Adorno, tero totalizzante e conciliato del sistema.T3 Questo significa tuttavia che la dialettica hegeliana solo apparentemente è dinamica e processuale. La realtà chiusa e predeterminata del sistema infatti la possibilità di una autentica dinamica concettuale. La "dinamica" richiede piuttosto,

Adorno, l'assicurazione «che ci sia sempre ancora qualcosa al di del concetto, vale a dire il non-concettuale. Contro Hegel, dunque,

Adorno impugna la connessione tra Nichtbegri/fliches e dinamica di un processo che, per essere processo, non può essere prede­terminato da un fine positivo. Contro le sue stesse intenzioni, il sistema hegeliano, osserva Adorno, «non era internamente davvero ma implicitamente già premeditato in ogni determinazione singo­la»,74 Responsabile della preordinazione statica (quanto acritica) del siste­ma di è, in ultima istanza, la concettuale che il non-concettuale dall'orizzonte possibile dei contenuti della dialettica dichiarando il concetto in se stesso assoluto.

Trovandosi da sempre nel medium del concetto e riflettendo soltanto in termini anche sul rapporto tra il concetto ed il suo contenuto, il non-concettuale, la logica hegeliana si è assicurata lutezza del concetto che s'impegna a dimostrare.n

Il bisogno di garantirsi il risultato già nn aall I01Z10 come una nece!;sità, ovvero l'incapacità da parte del pensiero di correre rischi e

andare incontro ad alternative possibili, fanno tutt'uno con l'iscri­del contenuto all'interno di un concetto dichiarato già da sempre

assoluto. In questo quadro, nonostante la reazione della dialettica hegeliana contro la Verstandeslogik della tradizione, il movimento o la dinamica del divenire resta una semplice finzione.

174

Abbandonando la garanzia fornita dalla copertura reificata concetti, la dialettica negativa accetta l'apertura del pensiero ad un contenuto che è il Nichtbegri//liches. Il non-concettuale è per Adorno «l'aperto e il non garantito» - (das O!fene und Ungedeckte).76 In tal modo essa recupera quella dinamica che la dialettica hegeliana, per Adorno, finiva con lo sconfessare. Mentre la dialettica di Hegellimita­va la presa oggettiva della razionalità alla dimensione di un presente che, esso solo, veniva dichiarato attuale o wirklich, la teoria di Adorno si muove nella dimensione della possibilità. Ciò implica, a ben vedere, una revisione critica delle categorie modali. In una frase celebre Adorno dichiara:

Ciò con cui la dialettica negativa penetra i suoi oggetti irrigiditi è la possibilj.: tà che è stata frodata dalla loro realtà e che però guarda da ciascuno di essi. 1/

abbiamo visto, la Logik des Zer/alls attacca la reificazione di oggetti. Adorno indica ora nell'idea di 'possibilità' la chiave

questa procedura disgregativa della dialettica. La possibilità, tuttavia, non è concepita aristotelicamente come l'antecedente virtuale di ciò che si è fatto reale, come dò da cui il reale precipita per farsi appunto reale. La possibilità è piuttosto dò che risulta dalla reificazione implicita farsi reale del pensiero sotto le condizioni storiche della società bomne­se. La possibilità è il segno invisibile (invisibile alla logica invisibile all'ideologia borghese) del furto perpetrato dalla soggettività ai danni dell'oggetto; è il segno invisibile (eppure tangibile) della 'violen­

cui l'oggettività è sottoposta per essere resa appunto 'oggettività', separata dal soggetto, altra da esso, disponibile per esso. La possibilità è una richiesta implicita, sebbene sinora inascoltata, di retribuzione. Compito della dialettica negativa è dunque riportare alla luce la possibi­lità che è stata sottratta alle cose da uno svolgimento di attualizzazione storica già truccato sin dall'inizio (dalla totalità hegeliana; reificati); è dar voce, criticamente e consapevolmente, a quella tà latente sinora tadtata insieme alla quale una parte della razlOnallta e stata condannata come impossibile e non-concettuale. La dialettica nega­tiva ha perciò ad oggetto il possibile come ciò nel reale, «potrebbe essere altrimenti» e che però «non è ancora cominciato».l9 Eppure que­sto compito, Adorno riconosce, non può essere portato avanti altro che

sua espressione pur sempre concettuale. Il recupero della virtualità implicita nel non-concettuale non è un appello all'irrazionale. «Pur nel­l'estrema fatica di esprimere linguisticamente questa storia coagulata nelle cose, le parole usate restano concetti».80

Nella teoria di Adorno la possibilità come non-concettuale conte­

1

Page 10: nuzzo_dialettica negativa e dialettica speculativa. adorno e hegel

nuto del pensiero gioca dunque un ruolo duplice. Mentre la dialettica negativa usa la possibilità per effettuale la disgregazione logica e ca della reificazione, la possibilità apre al pensiero un compito ulteno­re di ricostruzione che è, ad un tempo, una sorta di mora­le dell'oggettività danneggiata dalla storia ed il portare alla coscienza una procedura inconsapevole del pensiero.

Mentre il pensiero usa violenza verso ciò su cui esercita le segue, al tempo stesso, un potenziale (Potential) che che gli è di fronte (in seinem Gegeniiber) ed ubbidisce inc:oDISa)Je,rollnen, te all'idea di risarcire i frammenti di ciò che ha ad essi

coscienza di questa ;_M "T<~I,,_M 81

Adorno crea una sorta di chiasmo od inversione tra dialettica identitaria e sua trasformazione negativa: là dove la prima costruisce la sintesi sistema, la dialettica negativa è disgregativa; là dove la dialettica opera la frammentazione dell'oggettività (il molte·

smtetlzzare:), la dialettica negativa rivendica all'oggetto possibile ed aperta - effettuando così quella sorta di resti­

tutto in che l'oggetto stesso sembra richiedere.82 Questa è, istanza, la liberazione od emancipazione dell'oggettività operata

dialettica negativa è il rivendicare quella <<libertà per l'oggetto F'reiheit zum Objekt)>> che Hegel ha invece distorto in favore del sogget­

to e che, per Adorno, è uno stato possibile, ancora da produrre.B}

Per la sua necessaria apertura al possibile - necessaria in quanto essa è ciò che fa del pensiero della dialettica negativa un pensiero contenuti­sticamente determinato la teoria adorniana è separata dal pensiero uta· pico da una linea molto sottile.84 il progetto della dialettica adorniana è quello di assumere il non-concettuale come contenuto esso rimane legato al modello dialettico di (almeno) in due rispet­ti. Da un lato, come si è visto, la dialettica di Adorno assu­me come punto di partenza la dialcttica così identitaria, volgendosi così criticamente contro se stessa -la teoria di Adorno non può in fondo fare a meno dell'identità; essa mira tuttavia a trasformarla. Dall'altro lato, invece, la razionalità critica, pur in sé il non-concettuale, resta pur sempre teoria, operante con concetti, espressa nell'elemento concet­tuale - se la teoria critica non può fare a meno del concetto essa mira tut­tavia a trasformarlo. «(C)he il concetto [...] possa trascendere il concetto e così arrivare all'aconcettuale (das Begriffilose), è irrinunciabile per la filosofia». E questa, per Adorno, è in certo senso la condizione della veri­tà. TI contenuto vero dei concetti è dò che i concetti reificati hanno fino­ra rigettato. «Ma quel che di vero può essere raggiunto dai concetti oltre

176

la loro astratta non può avere altro scenario che ciò che i con­cetti reprimono, disprezzano e gettano via». Se questo sembra, in conti, lo stesso programma della logica hege1iana, Adorno segna la diffe­renza con la formulazione condizionale che introduce !'idea di utopia:

l'aconcettuale con i l'utopia della conoscenza sm'ebbe di concetti, senza 0l11010garlo ad essi.

Questo, annuncia Adorno, è pur sempre un «concetto anche se la sua stessa "possibilità" dubbi.86 Contro il radicamento della dialettica hegeliana nell' attualità del contemporaneo, la dia­lettica di Adorno ha dunque un sapore programmaticamente utopico. Una differenza, tuttavia, viene indicata tra dialettica utopia essa consiste nel valore critico t1Pllfl nep'atività orooria dialettica.

possibilità concreta dell'utopia, la è l'ontologia condizione falsa. Una condizione più sarebbe libera da essa,

sarebbe né sistema. né ..._.ll:_:~_ ••

A differenza dell'utopia, la dialettica negativa tenderebbe, sotto e 'giuste', alla propria auto-eliminazione. Non è questa,

tuttavia, l'utopia propria della dialettica negativa? Alla fine dell'introdu­zione alla Dialettica negativa, Adorno riprende la questione dell'utopia e della sua relazione al pensiero dialettico. In quanto pensiero contenutisti­co, la dialettica assume come proprio contenuto «l'aperto, il non pre­deciso dalla struttura: è protesta conto il mito», ovvero, è protesta contro la reificazione che immortala la realtà, la formalizza in concetti, l'assolu­tizza in soggetto. TI mito è l'opposto dell'utopia. «La conoscenza che vuole il contenuto vuole l'utopia»: può dunque non essere dit:ett:arrlente identica all'utopia ma non la rifugge, anzi l'abbraccia consapevolmente (la 'vuole' appunto). L'utopia, «coscienza della possibilità, è creto in quanto non deformato» - il reale invece è deformato, perché gli è stata sottratta la possibilità. «È il possibile, mai l'immediata­mente reale, che sbarra la strada all'utopia»;88 strada alla dialettica nelYfltliVfl.

è più ricco di potenziale criti­Concludo con una domanda: r,PMiprn dialettico immerso presente attuale, o un pensiero

è stato amputato al reale, un pen­sapore kantiano? Al di

dialettica identitaria e dialettica nega­domanda centrale che la trasformazione ador­

lascia aperta alla nostra riflessione.

177

Page 11: nuzzo_dialettica negativa e dialettica speculativa. adorno e hegel

NOTE

l È la celebre tesi del der Philosophie. Cfr. G.WE HEGEL, tra il sistema filosofico di Fichte e Schelling, in: ID., Primi scritti critici, Milano 1990, pp. 2-120, si veda in particolare p. 13 e ;egg. Per l'idea di BediirfnÙ. si vedano le ulti­me pagine della Dialettica negativa.

2 G.WE HEGEL, Lineamenti di/iloso/ia l Per l'idea della logica hegeliana come

Dialectic as of Trans/ormative Processes, in: K. DEUGIORGI (a cura di), Uir,ectÌ1ms, AS!1gat:e, 2006, pp. 85-104.

4 Lineamenti difì"losofia del diritto, cit., p. 16. Le tesi furono redatte nel 1845 e pubblicate da Engels nel 1888.

6 Tll. W ADORNO, Dialettica negativa, Einaudi, Torino 2004, p. 5. I corsivi sono sem· pre miei. Già nella conferenza inaugurale del 1931 alla Università di Francoforte, intitolata Vie Aktualitiit der Philosophie, Adorno discute il problema del fallimento della filosofia con­temporanea (Heidegger, neokantismo della Scuola di Marburgo, irrazionalismo) nel propor­re una spiegazione dell'esperienza (in: ID., Gesammelte Schnften, Bd. l, Suhrkamp, Francoforte 2003, pp..325-344).

TE. W. ADORNO, Dialettica negativa, cit., p. 330. 326.

!O lvi, p. 328. Il Ivi, p. 130. 12 p.DI. 13 G. LUKÀcs, Storia e coscienza di classe, SugaICo, Milano 1978. 14 Tll. W ADoRNO, Dialettica 328.

In che segue uso il speculativa' (e spesso anche semplice­mente 'dialettica') per indicare la logica Intendo con dò riferimli, sebbene solo indirettamente e non tematicamente, alla precisazione con cui nella (op. dt.,

227-229) Hegel "tre lati" del secondo la forma. contrastare la dialettica speculativa a quella di Adorno, tuttavia, non intendo prende­re qui posizione sulla dell'in che modo in Adorno sia presente un momento spe­culativo (per questo What is 5,)eculative Thinking?, in: Revue Internationale de Philosophie, n. 1/2004, pp. 70-83; G. ROSE, t-rom to Dialectical Thinking.

and Adorno, in: ]udaism and Modernity, Oxford 1993, pp. 53-63). Una a tale problema potrà tuttavia esser letta nello sviluppo della mia

Or. TI!. W. ADORNO, Dialettica cit., pp. 5 e 325. G.W.F. HEGEL, Fen'omenG>logia ,pirito, voI. 1, La Nuova Italia, Firenze 1973,

p.37. lH lo., Enciclopedia delle voI. 1, UTET, Torino 2004, 137. 19 lvi, pp. 160-161. In merito anche lo., Fenomenologia voI. 1, dt.,

p.37. 20 Per il concerto hegeliano di positività si veda TH. W ADORNO, Dialettica negativa,

cit., 143 e segg. Si vedano attacchi di Hegel al <<tabellarischer Verstand» e al suo «gleichtonige(r)

Formalismus», cfr. HEGEL, Fenomenologia dello spirito, cit., p. !] 1. G .WE Enciclopedia delle scienze filosofiche, voI. 1, cit., p. 134. lo., Scienza val. 2, Laterza, Roma-Bari 1999, p. 655.

24 lo., Scienza della voI. l, Laterza, Roma-Bari 1999 p. 47. Cfr. anche lo.,

178

Enciclopedia delle scienze filosofiche, cit., pp. 162-172. Ivi, p. 45 (corsivo mio).

26 Ivi, pp. 28-29. II lvi, p. 29. 28 L'espressione "Seele" è usata da Hegel a più riprese nella logica. Cfr. lo., Scienza

della logica, voI. 2, 881-885 a proposito del metodo. 29 ID., Scienza val. 1, cit., p. .35. 30 ID., Sàenza della voI. 2, cit., p. 649. H Ho sviluppato questo tema in dettaglio in: A. Logica e sistema. Sull'idea

hei~eliana di filosofia, Genova, Pantograf, 1992 e in ID., Language of Spf'CUl'att:ve Philosophy, in J.P. Surber (a cura di), Hegel and Language, SUNY, New

75-94. W ArxlRNo, Dialettica negativa, dr., p. 131.

l3 Ibidem. 34 Ivi, p. 134. J5 Ivi, p. 135. l(, Ivi, p. 31. 37 Ivi, p. 325. 38 Ivi, p. 132. 39 Ivi, p. 133. mquesto senso non penso che la negatività della dialettica adorniana sia da

si come un atteggiamento scettico, come invece afferma H.H. HOLZ, und Versuch einer der Dialekttk, Stuttgart, Metzler 2005, 109-110.

invece d'accordo con l'altra di Holz in proposito, che vede nella negazione adorniana della determinazione una "negazione indeterminata" che da ultinlO offre la "Denkfonn" dell'anarchismo.

41 TH. W ADORNO, Dtalettica negativa, cit., p. 131. 42 Ibidem. 43 Cfr. ivi, 142 e segg. 44 lvi, p. 45 Ivi, p. 41. 46 Cfr. ivi, p. 126. 47 Ivi, p. ]58. 48 Ivi, p. 126. 49 lvi, p. 143. 50 Meno perentoriamente Adorno dichiara che la critica dell'identità «cerca a tentoni

preponderanza dell'oggetto» (cfr. TH. W ADORNO, Dialettka negativa, cit., p. 165). Per la relazione soggetto-oggetto, si veda TE. W ADORNO, e oggetto, in: lo., Parole chia-

Co, Milano 1974, pp. 211-231. Si veda in proposito il volume di B. O'CONNOR, Adorno's Negative Dialectic:

}'h;itosotl/7, and the Possibility ofCritteal Rationality, MIT Press, Cambridge 2004. W ADORNO, Dialettica cit., p. 158.

5l lvi, p. 3. 54 Ivi, p. 13 e segg. 55 Tn; - 14. 56

166 e B. O'CONNOR, Adorno and the Problem in: Revue Internationale de 63, n. 1/2004, pp. 85-99, citazione a p. 91.

's Per la logica di Lask e per il suo con IIegel, si veda A. um~ J)!Siem bei Hegel und Lask, in: ILE Fulda, (a cura di), Systemphilosophie als Selbsterkenntnis. Hegel und der Neukanttanàmus, & Neumann, Wi.ìrzbUT2

179

Page 12: nuzzo_dialettica negativa e dialettica speculativa. adorno e hegel

2006, U3-158. Si veda H. ROSSlfOFF, Emil Lask als Lehrer von Lukacs: zur Form ihres

Gegeflst(,tncl'be!;f7..lts, Bouvier, Bonn 1975. l'H. Dialettica negativa, cit., p. B. Cfr. ivi,

62 Ivi, p. 63 Ivi, p. 132.

lo., Wozu noch Philomphie, in: lo., Gesammelte Sc!Jlilten, Bd. lO tomo 2, pp. 459­473, in particolare p. 470 (corsivo ITÙO). Si veda anche ivi, p. 472, a del «potenzia­le di ciò che potrebbe essere il quale deve permeare la sp(~culaziotle.

65 ID., Dialettica negativa, cit., 32. I.:espressione ricorda, di nuovo, Lask nell'idea del Nacktes". Si veda per questo Nuzzo, Logik und System und Lask, cito

66 Cfr. ivi, p. 20 e segg. 67 Ivi, p. 133. 68 lvi, p.32.

Ivi, p. 31. 34.

A. Nuzzo, Logica e sistema. recente, The End olHegel's 1.A!'I5,,". E1f!JC'''''''' "'~<:" '" /lI?I.(Jlure j'VleWG'LL,

in: Cardozo Policy, and Ethics Iournal, n. l'H. W. ADORNO, Dialettica negativa, cit., p. 12.

74 lvi, p. 27. lvi, p. 37. Lo stesso di rassicurazione opera in per il

il non-Io è in realtà fin dall'inizio stesso (cfr. ivi, p. 134). 1vi, p. 20. lvi, p. 49: «Womit negative Dialektik ihre verharteten Gegeustande durchdringt, ist

die Moglichkeit, um die ihre Wirklichkeit betrogen hat und die doch aus einem jeden blickt».

78 Ivi, p. 20. Ivi, pp. 132 e 330.

72. p. 30 e segg.

82 lvi, 57. 83 Ivi, rislpettiv8lme:nte 58 e 38. 84 Per si veda A. ALLKEMPER, und

zu Adorno, Schè)Jnitlgh S. BENIIABIB, Critique, Norm, and utopIa: ./1

01the Foundation \..Olumbia University Press, Ne'W York 1986; D. COOK,

Ein reaktioniires Schwcini and Prospects lor Change in Adorno, in: Revue Internationale de PhiJosophie, 47 ·67; Y. SlIERRATr, Adorno's Positiue Dlalectic, Cambridge University Press, Cambridge sostiene che la dialettica di Adorno possieda un carattere fondamentalmente

l'H. W. ADORNO, Dialettico p.21. ibidem. lvi, p. 22. lvi, p. 66.

180

Perché "negativa"? L'ontologia dell'inassimilabile di Th.W Adorno

Francesco Saverio Trincia

Una presa di metodologica si rende prioritariamente necessaria. Dialettica negativa deve essere affrontato in modo 'speri­mentale', nel senso che un vero e proprio 'esperimento' di dev'essere compiuto nei suoi confronti. Esso consiste essenzialmente nell'applicare alla scrittura adorniana lo stesso atteggiamento di avvici­namento mimetico che Th.W. Adorno mette in scena nei confronti di

suoi grandi interlocutori, da Kant a Hegel, da Husserl a He:ldleg~~er. Non si tratta di un'opzione di lettura marginale o negoziabi­le con magari concepite come più sostanziali o più serie. Ancor meno si tratta di una lettura capace di toccare soltanto pensiero di Adorno. Nello scegliere uno stile di lettura per Dialettica negativa si compie invece quell'unica opzione capace di far accedere all'autentico contenuto di un pensiero che ha fatto della rinuncia al con­tenuto e alla trattazione nella forme dell'argomentazione deduttiva, giu­stificata e comprovata, la sua più autentica fisionomia.

I

Di fronte a una lettura mimetica dei grandi che la storia del pen­siero gli offre, il lettore non può procedere attraverso la messa in atto di un'analisi critica, né limitarsi al puro commento esplicativo di una prosa sempre veloce, allusiva, saettante. Comunque orientata a un assenso. Procedere mimeticamente significa rinunciare a un atteggiamen­to che tenta di confinare la comprensione del pensiero adorniano, ma

comprendere che ]'entrare in contatto con esso, il trovare una via di accedervi, richiede di operare nei suoi confronti nello stesso

in cui esso stesso procede nei confronti di tutto ciò che esso stesso 'tema' per se stesso. Se di 'superficie' e di con la superfi­

di 'sorvolo' superficiale dei contenuti, si deve a proposito del pensiero di Adorno e, in particolare, a proposito negativa; se questa modalità del sorvolo radente sulle superfici del pensiero ottiene il risultato che le stesse si aprono trasversalmente, svelando

181