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nuovo Effatà Organo di informazione e strumento di dialogo dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia effataopgre.wordpress.com [email protected] opera di Simone Ferrarini www.simoneferrarini.it Auguri di buon 2013 a tutti!!

nuovoEffatà - 07 - gen 2013

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Giornalino dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia

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nuovoEffatà ­ Gennaio 2013

nuovoEffatàOrgano di informazione e strumento di dialogodell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emiliaeffataopgre.wordpress.com ­ [email protected]

n. 7 - Gennaio 2013 (IV)

opera

diSimo

neFer

rarini

­www

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ferrari

ni.it

Auguri dibuon 2013a tutti!!

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nuovoEffatà ­ Gennaio 2013

2

Opera di copertinadi Simone Ferrarini

L'OPG mi sembra una

situazione in cui le

persone non sono nel

mondo, neanche ai margini, ma

sono appesi fuori, lì lì per

precipitare. Una situazione di

perenne attesa, in balia del "cosa

ne facciamo di questi qui". La

mano del potere con lo spillo, è il

rapporto del potere rispetto a

questa situazione: mano ferma

ma con la voglia di liberarsi di

questa faccenda; e basta un

piccolo gesto perché questo

avvenga.

Tralascio ogni commento di

come questa situazione sia

assurda socialmente ma anche

economicamente, per evitare di

fomentare brontolamenti vari.

Nei miei ricordi c’è la mia

esperienza di OPG, è stata

produttiva. Avevo una decina di

corsisti di vario genere:

pensionati, imprenditori, baristi e

operai. In un paio di mesi,

partendo da zero, erano riusciti a

crescere molto, quasi come

solitamente avviene in un 6-7

mesi per un corso normale

all'aria aperta. Peccato che poi è

finito tutto lì, perché il disegno

poteva essere uno strumento

bello potente di comunicazione

tra esterno ed interno. La cosa

che mi aveva colpito di più era

l'abilità degli assistenti,

gestivano i detenuti con abilità e

facevano rispettare le regole con

ironia. Veramente bravi.

Ah… il volto appeso al

palloncino è simbolicamente Van

Gogh.

Vincen

tVanG

ogh­St

arryn

ight

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Uomodi Francesco Vicari

3

UOMO! Uomo dove ti

trovo oggi in Occidente,

umiliato, schiavizzato,

torturato e alienato nella

magnifica luminosità

dell'Oriente dove

l'occidentalizzazione impera

sovrana.

Negli eserciti

dove Thanatos ti ha imbrigliato

Ti troverò nei mapuche - negli

indigeni latino-americani.

Ti troverò dove la "civiltà" non è

ancora arrivata.

Ti troverò nel Sub-Sahara dove

gli impulsi di vita esistono

ancora.

Dove non c'è il disagio della

civiltà.

Non ti troverò certo

dentro la divisa di un carabiniere

o di un poliziotto.

Ti troverò fra

i martiri

i martiri australiani devastati

dalla civiltà dell'uomo

bianco - gli aborigeni.

Ti troverò, forse ancora, fra le

riserve degli

indiani d'America.

Ti troverò fra i matti europei e

americani.

Ma so che ci sei.

E pensando a te mi viene da

piangere - uomo del XXI sec.

Io sono un matto, fin quando

vivrò? Fino a quando il mio

corpo reggerà

l'urto degli psicofarmaci?

Ricordatevi di me: un uomo a cui

piaceva il

sesso, l'amore, la comunione fra

tutti gli uomini, la solidarietà, la

fratellanza fra l'unica razza che si

ergeva al di sopra degli

antropomorfi, la razza umana

affratellata dalla ragione e

dall'intelligenza che la barbarie

Francesco con Giovanna della redazione di nEcapitalista colpisce ogni giorno

di più.

Qui in Occidente è più

importante mangiarsi un gelato

che

scambiarsi un bacio.

Qui in Occidente l'amore, il vero

amore è una

malattia.

Qui in Occidente bisogna stare

"sereni", abolire gli stimoli

sessuali e mistici.

Non bisogna essere conflittuali.

Benvenuti

clandestini, benvenuti uomini.L'Europa e l'Occidente aspettano

di

essere liberati da voi e anche da

noi per quel poco che ormai

possiamo

fare.

Noi matti come i lavoratori

occidentali siamo ridotti ad

automi

privi di pensiero a meno che non

sia un pensiero funzionale a chi

comanda (vedi Scuole,

Università ecc.).

Uomini venite a liberarci,

ovunque voi siate.

Io vi omaggerò e se è il caso

darò anche la mia

vita per stare insieme a voi.

Navigo in questa putrescenza

chiamata

Occidente ma per liberarla non

per imitarla.

Un abbraccio da uomo

forte e gentile.Vi stringo sul mio cuore

in memoria di Francesco20 dicembre 2012

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riconosco i miei peccati

non mi pento delle mie colpe

le luci poi le ombre

la mia anima risorge.. .

Avrai più tempo per soccombere

soffocato nel rancore dove vivo e

muoio

violentemente si tramuta in

odio.. .

Così sono dentro me

come simbiosi tra se stesse

si completano e si annientano

come fossero le stesse,

nella nemesi delle guerre

per questo son concesse. . .

Sono l'uomo nato per essere

schiavo.. .

Disturbavo la mia mente,

ininterrottamente

dicevano Non ti applichi ma sei

molto intelligente. . .

Non può essere estirpato

concentrato rimuovo ricordi. . .

4

Franci

sBaco

n­Thr

eestu

diesfo

rfigu

resatt

hebas

eofa

crucifi

xion

Fotti quel che senti e

fanculo chi sei,

quello che rappresenti,

quello che vuoi rappresentare

e le cazzate sull’essere reale.

Originale…

Fammi il piacere tu sei falso,

io non fingo,

l’apocalissi dipingo,

convinciti se non ti convinco,

perché non c’è asma nelle mie

parole…

Ma fanculo a tutti è quello che

rimane

succedon cose strane

e io rimango con le mie abitudini

stradali. . .

Stanco di tutto e sofferente nel

profondo

malato dentro,

respiro un sospiro della morte

Quel che sentodi Lord BaphometE' tutto stato disegnato.. .

Se può essere detto

non può essere dimostrato,

spesso in conflitto con me stesso

ho imparato

confuso e esternato lascio tutti

senza fiato.

Divorato nell'interiore,

differenziato dal creato superiore

e come risultato

il mio stile è

limitato

e se dio vuole

uccide i ragazzi

di via mira sole…

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modo di constatare che la felicità

che tanti credono scontata sia

solo una cosa passeggera alla cui

ricerca l'uomo si dedica tutta la

vita. Tante volte siamo distratti

dalla routine di tutti i giorni, non

so; la crisi, la malinconia, la

malattia, i brutti ricordi e mai ci

rendiamo conto che la felicità

che noi crediamo tanto lontana,

in realtà non lo è.

Se ci si sente tristi bisogna

piangere, sfogarsi guardare

intorno a noi e dentro di noi.

In ognuno vi è una bellezza

d'animo che non è spiegabile a

parole, ma si percepisce solo

osservandoci. E se si è

commesso qualche errore fino ad

oggi,mai pensare di non essere

fra le persone appena descritte!

Guai! ! La felicità ci è così

vicina.. . basta davvero poco per

ritrovarla, non dico per sempre,

ma quel poco che basta per

trascorrere serenamente la

giornata.

Sorridete, stringete una mano

amica, abbracciate e se tutto ciò

non basta, allora guardate il cielo

dalla posizione migliore che

trovate e fate scorrere lo sguardo

fra i tetti, gli alberi, chiudete gli

occhi e ascoltate i rumori, le

foglie, il vento,. . . fatelo con

calma, in silenzio e da soli,

sentirete la tranquillità e capirete

che quell'attimo di serenità sarà

stato in grado di farvi

dimenticare ogni problema e

trovare la felicità.

Ve lo consiglio, io l'ho provato.

Cos'è la felicità?di Sara Moustafa El Meligy

mai ci rendiamo conto

che la felicità, che noi""

crediamo tanto lontana,in realtà non lo è

Salve a tutti, mi chiamo

Sara e mi presento perché

mi sento come la ''new

entry'' in un gruppo ormai

consolidato.

Questo è il primo articolo che mi

è stato gentilmente e con tanto

entusiasmo concesso di scrivere,

e nel farlo devo dire che non ho

potuto non sentirmi felice e allo

stesso tempo orgogliosa. E' dalla

seconda media che attendo di

poter scrivere su questo

giornalino e finalmente posso

dire di avercela fatta! Ho voluto

dare questo titolo perché mi

sembra significativo sia per me,

in questo particolare momento,

sia per tutti credo. La felicità,

cos'è? Oh sembrerebbe scontata

la risposta, ma se ci pensiamo

bene non lo è, ognuno di noi darà

una risposta diversa e c'è chi sarà

d'accordo e chi no. Ho trovato

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Dopo 30 anni, con questi ingredienti, Nello è

riuscito a fare la pizza! ! Provatela: 1 Kg

Farina 0, 1 Bustina di lievito, 2 Cucchiai di

sale, ½ Cucchiaio di zucchero, Acqua un po’ alla

volta, ½ Bicchiere di olio d’oliva.

Fare lievitare con straccio umido su termosifone o

forno per circa 2 ore. Stendere su teglia oliata con oliodi semi. Cuocere 12 minuti solo con pomodoro a 220°e poi aggiungere mozzarella e condimenti e cuocere

per altri 1 0 minuti. E buon appetito! !

La pizzadi Nello

Frans Snyders ­ Cook with food

Dell'OPG non ci si vergognadi don Daniele Simonazzi

Lefeste che abbiamo

trascorso in O.P.G, hanno

raggiunto il loro culmine

nella solennità dell’Epifania,

cioè della manifestazione del

Signore.

Infatti insieme al Battesimo di

Gesù e alle nozze di Cana, la

visita dei Magi a Betlemme si

esprime in un’unica festa,

l’Epifania – appunto. Come

sempre le feste legate al Natale

sono “crudeli”. Ci mancano le

persone più care, siamo in un

luogo in cui si soffre, sono di più

quelli di noi che vedono deluse

le loro attese, c’è incertezza per

l’anno che si apre…

Tuttavia la Parola di Dio ci fa

sperare oltre e più, speranza

soprattutto in due punti che ci

hanno colpito. Il primo è quello

della mangiatoia (del presepe).

Gesù viene adagiato proprio là,

dove ciascuno di noi abita.

L’O.P.G. è una mangiatoia, ogni

sezione un presepe. La

condizione di Gesù è la

condizione di ciascuno di noi.

Gesù viene adagiato, deposto

come lo sarà nel sepolcro a causa

del fatto che non c’era posto, non

solo per lui, ma per loro.

Per molti di noi le nostre

famiglie, le ASL, gli operatori

che abbiamo in O.P.G. non sanno

dove sbattere la testa,

condividono la nostra

condizione. Gesù ha iniziato

facendone una scelta, la scelta

dei poveri!

L’altra riflessione è nata

ascoltando il Vangelo della visita

dei Magi. Loro che partono

guardando in alto, il cielo, le

stelle giunti a Betlemme si

prostrano, si abbassano, adorano

il “deposto” nella mangiatoia.

Questo è il loro cammino, questo

è il nostro cammino.

Dall’O.P.G. non si fugge, si

parte. Dell’O.P.G. non ci si

vergogna, si è orgogliosi di aver

fatto parte della comunità

cristiana che, abitandovi, lo

anima. La miseria dell’O.P.G. è

ciò per cui è stato abitato e ciò in

cui è stato adagiato il Signore.

La cella 6 della Centauro allora è

il nostro presepe; N. e la sua

condizione ci dicono a cosa può

giungere chi ama e soprattutto

davanti a Lui (Gesù o N.?) vanno

aperti i nostri scrigni.

E’ questa l’eredità del Natale in

O.P.G.

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Oblio Risveglio Pensierodi Leo Caludio in arte AltonOblio

E avanti che devi andare

che tu voglia o non voglia

così nel vento la foglia

come il sole per le nevi

come le pietre sopra un pendio

così l’amore verso l’oblio.

Andare pur sempre andare

come i fiumi vanno al mare

partendo da un pendio

verso l’ infinito oblio.

Risveglio

Un’aurora triste che se ne va

un avanti che aspetta

aspetto deluso il calare del sole

mentre una foglia volteggia nell’aria

silenziosa lasciandosi cullare dal vento

un fanciullo che piange aspettando la neve

mentre la sua neve si scioglie al sole

però

il fanciullo si risveglia baciato da una stella di

mattina

dimenticando questa triste aurora mattutina.

Pensiero

Vorrei essere un pensiero di chicchessia

vorrei lasciarmi trasportare da esso

vorrei vagare nel nulla

cosicché io potrei e vorrei

morire di nulla nel pensiero di una fanciulla.

M.C.

Escher

­Moeb

iusStr

ipII

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Anche noi siamo umanidi Roby

Questi attimi per noi

rappresentano gioia in

assoluto, perché nello

scrivere la nostra preghiera non

avevamo minimamente

immaginato che sarebbe riuscita

a colpire i cuori e la sensibilità

del mondo esterno.

In questa preghiera c’è il nostro

modo di vedere le cose, in modo

da poter dire liberamente che

tutti noi innocenti non lo siamo.

Ma nonostante la nostra

colpevolezza, nessuna società

umana dovrebbe arrogarsi il

diritto di emarginarci.

Tutti guardavamo all’OPG e a

chi sta dentro, come all’ultimo

rifugio dell’umanità, ma se

talvolta si trovano a subire questa

esperienza per causa di una

persona cara, anche se all’ inizio

nonostante la nostra

colpevolezza""

nessuna società umanadovrebbe

hanno un senso di rifiuto e

cercano sempre di trovare tutte le

possibili giustificazioni, poi

finiscono con l’ integrarsi con

questa vita dura che si conduce

all’ interno dell’OPG

cominciando a comprendere gli

altri detenuti.

Tutti noi, quando ci sentiamo più

soli o sconfitti, ci chiudiamo in

noi stessi, procurandoci così

delle lunghe riflessioni, ci

chiediamo come gli altri ci

vedono e ci giudicano.

Immagino che la società ci creda

dei mostri, duri di cuore, che non

sappiamo cosa sia la parola

“piangere”.

Sappiamo benissimo di avere

sbagliato, ma ciò non significa

che non si debba dare la

possibilità di ricominciare e

sperare in un futuro migliore.

Proprio in questi momenti tanto

tristi, sentiamo più forte il

bisogno di un dialogo diretto con

Cristo, che pur essendo

innocente, ha pagato per tutti noi,

perché solo lui può darci la forza

di continuare ad affrontare con

serenità la pena da scontare.

Un grazie di cuore a tutti voi, che

con i vostri gesti dimostrate di

credere in noi, dandoci così

l’opportunità di poterci

esprimere… grazie!

emarginarci

Goya ­ The sleep of reasonproduces monsters

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La nottedi Corrado

Sequalcuno volesse

redigere un campionario

di mostri non dovrebbe far

altro che fotografare con parole

quelle cose che la notte porta gli

animi assopiti che non riescono a

prendere sonno.

Queste cose posseggono tutta

l'incoerenza del sogno senza

l'incognito alibi dello stare

dormendo. Si librano come

pipistrelli sulla passività

dell'anima o vampiri che

succhiano il sangue della

sottomissione. Sono larve del

precipizio e della dissipazione,

ombre che riempiono la valle, le

orme che restano del destino. A

volte sono vermi che provocano

nausea alla stessa coscienza che

li culla e che li crea, altre volte

sono spettri e sinistramente

sondano il nulla; altre volte

ancora emergono come serpi

dalle assurde caverne delle

emozioni perdute. Zavorra del

falso, non servono ad altro se

non a farci essere inutili, Per

fortuna dalla finestra fredda con

le imposte aperte un triste filo di

luce pallida comincia a spazzare

l'ombra dell'orizzonte. Per

fortuna ciò che sta per nascere è

il giorno e mi acquieta quasi

della stanchezza

dell'inquietudine. Vivo in una

stanza abitata da spettri timidi e

furtivi. E in mezzo a tutto ciò

cammino per strada, pelandrone

nel mio vagabondaggio. Le

palpebre mi pesano nei piedi che

trascino, vorrei dormire perché

cammino. Dopo una notte mal

trascorsa nessuno ci vuole bene,

il sonno sfuggito si è portato via

qualcosa che ci rendeva umani.

Sembra che ci sia un'irritazione

latente contro di noi perfino

nell'aria inorganica che ci

circonda. Il fatto è che noi

abbiamo abbandonato noi stessi,

ed è fra noi che si tesse la

strategia della sorda battaglia.

A volte sono vermiche provocano nausea alla stessa coscienza

che li culla"

"e li crea

Eugène

Delac

roix­F

emale

Nude,

killed

frombeh

ind

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Esci con medi Andrea

Chi non ha mai sentito

parlare di pet therapy?

Beh, io sono amante

degli animali e in particolare dei

migliori amici dell’uomo, ovvero

i cani! Beh a parere mio,

condiviso con molti altri,

piacerebbe essere liberi ad

accarezzare il pelo di uno di loro

facendosi coinvolgere dal tatto

del pelo, ma senza perdere tempo

vi posso garantire che avere un

cane per amico non è tutto ma è

molto. Soprattutto quando si

hanno tanti pensieri, per non

parlare dei problemi, della voglia

di ammalarsi o farsi passare per

tale per allettarsi giorno e notte e

così scaricare i propri doveri a

qualcun altro, basta essere a

letto. E questo a me è accaduto

nel ricordo di una mia carissima

amica di nome Saskia che dopo

giorni di mio malessere, a tal

punto da lasciarla fuori dalla mia

stanza per giorni, fino a che

incominciò a chiamarmi dalla

fessura della porta grattando con

le zampe fino a convincermi a

farla entrare e quando entrò mi

abbaiò facendomi giocare e

facendomi fare un esame di

coscienza su cosa non avevo

svolto e poi mi chiamò giocando

guardando la porta

dell’appartamento, così se te lo

chiede di uscire da una

situazione “allettata” una

persona, però cambia e non si

può dire di no all’amica ad uscire

con lei facendosi carico di me e

portandomi ad incontrare altri

amici e amiche e soprattutto

cambiare aria e farmi venire

gioia nel vivere. E sì, “la vita è

un cammino” e perché non farlo

con un amico che si affratella

senza malizia chiedendoti solo

cibo, acqua e cure, chiedetelo

agli ipovedenti, ai dispersi nei

boschi o sotto le macerie di un

terremoto e sopravvissuti!

Beh in questo caso sono i cani

che donano la vita

concretamente, e perché no,

anche con la pet therapy non è da

meno psicologia.

L'amore perdutodi Tommaso

L’amore perduto ma

Senza di te non si può star

Io con te stavo bene

Ma è finito il tempo delle mele

Se io t’ho fatto un torto

Io nella vita mia voglio vivere

Non morire e neanche uccidere

Io voglio aiutare, aiutare e aiutare

Se ci fosse qualcuno che mi dà amore

Amare vuol dire aiutare e te il prossimo

Non per sentirsi importanti o grandi

Ma per sentirsi bene con tutti

Chissà chissà chissà

Se l’amore perduto ritornerà

Giacomo Balla ­ Dynamism of a dog on a leash

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Giustiziariparativadi Daniele Marchi

Intenso e partecipato il

convegno conclusivo del

primo anno del progetto

“Verso un Centro di Giustizia

Riparativa” della Cooperativa

Ovile, del 30 novembre 2012.

Un primo anno di attività

dedicato alla sensibilizzazione

del territorio ed alla raccolta di

adesioni da molteplici attori ed

istituzioni locali. Un trentina di

incontri e 3 seminari tematici

hanno permesso di condividere

con tanti il senso, le prospettive e

le possibili pratiche di giustizia

riparativa.

La giornata conclusiva si è aperta

con la proiezione del bellissimo

film-documentario di Gabriele

Vacis “la paura siCura”, seguita

da un denso confronto, moderato

dallo stesso Vacis, tra il direttore

della Caritas Gianmarco

Marzocchini, il Sindaco

Graziano Delrio e il presidente

del Tribunale Francesco Caruso;

è stato l’occasione per una

narrazione corale intorno ai temi

della paura e della (in)sicurezza,

in cui spesso sono emerse, dietro

le istituzioni, le persone che oggi

ne sono responsabili; un dialogo

sulle capacità della nostra città a

far fronte alle insicurezze che la

crisi porta con sé; il tentativo di

cercare una strada per rimettere

al centro le relazioni, superando

la paura di sbagliare, la paura del

diverso e rinnovando

l’ immagine, non solo esteriore,

di luoghi “paurosi per statuto”

come spesso è percepito, ad

esempio, il Tribunale. Verità,

conoscenza e bellezza alcune

parole chiave in questa ricerca.

Margherita Asta, Gherardo

Colombo, Anna Cattaneo,

Giuseppe Cupello, Carlo

Ficarelli, Maria Pia Giuffrida

assieme a Claudia Mazzucato,

Paolo Boschini, Leonardo Lenzi

e Massimo Donini. Un lungo

elenco non solo di nomi, ma di

forti testimonianze che, da

diversi punti di vista, hanno

raccontato, nella sessione

pomeridiana, la giustizia

riparativa. Ricchissimo il dialogo

“intorno alla giustizia” tra

Margherita Asta, familiare di

vittime di mafia, e l’ex

magistrato Gherardo Colombo.

Appassionato il racconto di Anna

Cattaneo sulla nascita, a partire

dal carcere, del Centro di

Giustizia Riparativa di Bergamo.

Coinvolte le voci di Giuseppe

Cupello e Carlo Ficarelli, nel

raccontare l’ incontro con la

mediazione fatto durante

quest’anno di sensibilizzazione.

Competente e provocatorio

l’ intervento di Maria Pia

Giuffrida: una vita dedicata

all’amministrazione penitenziaria

ed alla giustizia riparativa.

Tanti gli spunti di riflessione

aperti, come la “domanda di

riparazione” che la chiusura

degli OPG porterà con sé.

Il progetto ora prosegue con

l’organizzazione del corso di

formazione per i mediatori, che

vedrà Ovile, ed i vari partner,

impegnati per tutto l’anno

prossimo. Non ci sono per il

momento notizie ulteriori sulle

modalità di partecipazione e sul

calendario. Per restare aggiornati

ci si può iscrivere al sito

www.giustiziariparativa.net

regolarmente aggiornato sui

passi del progetto.

Edvard Munch ­ The dance of life

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Auguridi Grazia Stella

Gent.ma redazione nuovoEffatà,

ho piacere di inviarvi i miei

auguri che vorrei pubblicaste

sul sito e sul giornalino.

Il prossimo anno prevede una possibità

di cambiamento positivo grazie alla

chiusura di queste strutture, in ritardo

di 34 anni rispetto alle logiche della

legge 180!

Sono una familiare, lavoro nel settore

psichiatrico e con questa duplice

esperienza voglio comunicare agli

internati che fuori ci sono molte

persone disponibili a darsi da fare

insieme a voi per costruire la vostra

vita "normale".

Ai volontari mi piacerebbe far sentire

la mia gratitudine e la richiesta di

utilizzare ancora a lungo questa vostra

esperienza.. . Continuate finchè potete

ad essere presenti nei luoghi dove ci

sono pochi volontari e c'è un gran

bisogno!

Con i lavoratori dell'O.P.G. vorrei

condividere le mie emozioni positive

per questo passaggio che libererà

anche voi dai muri che isolano il

dentro e il fuori.

A tutti auguro un fortunato 2013 ricco

di solidarietà

180

201334

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Cinema/MaternityBluesa cura della Redazione

MATERNITY BLUES

- un film di Fabrizio

Cattani, con Andrea

Osvart, Monica Birladeanu,

Chiara Martegiani, Marina

Pennafina, Daniele Pecci, Pascal

Zullino, drammatico, ITA, 2011 .

TRAMA – Ospedale Psichiatrico

Giudiziario femminile, 4 donne

diverse tra loro ma legate da una

colpa comune: l’ infanticidio.

Trascorrono il loro tempo

espiando una condanna che è

soprattutto interiore: il senso di

colpa per un gesto che ha

vanificato le loro esistenze. Dalla

convivenza forzata, che a sua

volta genera la sofferenza di

leggere la propria colpa in quella

dell’altra, germogliano amicizie,

spezzate confessioni e un

conforto mai pienamente

consolatorio ma che fa apparire

queste donne come colpevoli

innocenti.

RECENSIONE – Il testo

teatrale “From Medea“, di Grazia

Verasani, viene tradotto per

immagini da Fabrizio Cattani,

alla sua seconda regia dopo il

pluripremiato, e quasi invisibile

in Italia, Il Rabdomante, del

2007. Il tema affrontato è molto

forte, si parla di madri

infanticide.

Quando non c’è più bisogno di

sottolineature, di schematismi, di

ammiccamenti, di didascalie,

quando il cinema invade lo

schermo, il disagio dei

personaggi esce dai confini del

prevedibile. Quando questo

accade arrivano le emozioni che

le parole avevano solo lambito.

Come quando la nuova arrivata,

specchiandosi nell’acqua della

fontana, rivive oniricamente il

trauma inflitto e subito. O

quando, per una madre disperata,

la schiacciante quotidianità

prende le forme di un telefono

che non la smette di squillare,

della lavatrice che reclama il suo

carico, delle liti tra i figli più

grandi, delle urla interminabili

del più piccolo.

Lode a un film che affronta con

sincerità, assenza di giudizio e

profondo rispetto un tema

scomodo, generalmente dibattuto

più nelle sue implicazioni

cronachistiche che nel tentativo

di sondare le radici del problema.

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nuovoEffatà ­ Gennaio 2013

Redazione nuovoEffatà - Direttore responsabile: Antonio Burani - Redazione: alcuni internati e volontari esterni - Segreteria: c/o don Daniele Simonazzi -

O.P.G. Reggio Emilia - Via Settembrini 8, 42123 Reggio Emilia / La collaborazione è benvenuta e aperta a tutti, purché rispettosa delle persone e delle

norme di convivenza. / Distribuzione gratuita. Sono ben accetti contributi atti a sostenere le spese di stampa e gestione. Un contributo finanziario, anche

piccolo, sarà gradito: è possibile fare un versamento sul conto FONDO VALLE dell’OPG di Reggio Emilia - IBAN: IT94C0518812801000000022172,

BANCO S.GEMINIANO E S.PROSPERO, REGGIO EMILIA, AGENZIAVIA SAN ROCCO.

diFran

cesco

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