25
Direttrice: Mikela Llupo, Vicedirettrice: Elisa Dal Pan, Redattori: Floriano Fontana, Giacomo Belli, Mariangela Panait, Giorgia Brancher, Rachele Costa, Anna Giazzon, Matteo Casagrande, Enrico Tonin, Daniele Perot, Bogdan Labovka, Ilaria Rossi, Serena Tronto, Manuel Tonin, Melissa Cossalter, Aurora Valoppi. Docenti responsabili: Matteo Masini e Michele Vello Numero 35—Marzo 2009 Istituto Comprensivo Gianni Rodari Istituto Comprensivo Gianni Rodari Istituto Comprensivo Gianni Rodari Istituto Comprensivo Gianni Rodari Il Picchio Rubriche del Picchio Rubriche del Picchio Rubriche del Picchio Rubriche del Picchio Cronaca e Approfondimenti Cronaca e Approfondimenti Cronaca e Approfondimenti Cronaca e Approfondimenti Riviviamo la Shoah attraverso la voce di Daniela Emmi a cura del prof. G. Mereu pag. 2 Eluana Englaro: tanto rumore per nulla? di Enrico Tonin pag. 3 La violenza giovanile di Anna Giazzon pag. 4 Molte persone non c’entrano!!! di Aurora Valoppi pag. 4 L’immigrazione clandestina in Italia di Anna Giazzon e Ilaria pag. 5 Un sorriso è il suono più bello che abbiamo di Rachele Costa pag. 6 Escursioni sulla frana del Vajont classe 1^ A pag. 7 Macchine del futuro: sogno irrealizzabile? di Matteo Casagrande pag. 8 A scuola in Europa a cura del prof. G. Mereu pag. 8 Roma: cronaca di una gita di Elisabetta Ghedini pag. 9 Libri Libri Libri Libri Il bambino con il pigiama a righe di Giorgia Brancher pag. 12 Il magico armadio di Narnia di Serena Tronto pag. 14 La freccia nera di Enrico Tonin pag. 15 Musica Musica Musica Musica La chitarra di Melissa Cossalter pag. 16 Cinema Cinema Cinema Cinema Final Destination di Serena Tronto pag. 17 Sport Sport Sport Sport Un’avventura indimenticabile: ciaspolada in notturna di Floriano Fontana pag. 18 I miei hobby di Mariangela Panait pag. 18 Il rugby: uno sport in ascesa di Enrico Tonin pag. 19 Laboratori Laboratori Laboratori Laboratori Laboratorio di elettronica pag. 20 Incisione e stampa di Mikela Llupo pag. 20 RRP a Piovene Rocchette di Anna Giazzon e Ilaria Rossi pag. 21 Giochi Giochi Giochi Giochi Hex, il gioco di strategia da tavolo più famoso del XX secolo di Daniele Perot pag. 22 Giochi e barze Daniele Perot e Bogdan Labovka pag. 23 Soluzioni dei giochi del n. 34 pag. 24 LA NUOVA REDAZIONE LA NUOVA REDAZIONE LA NUOVA REDAZIONE LA NUOVA REDAZIONE Ehi!!sapete che abbiamo cambiato la redazione, non tutta, ma quasi… comincio col presentarvi la direttrice: Llupo Mikela. Ama la musica, è una ragazza testarda e impulsiva che però sa essere mooolto dolce e è molto simpatica e gentile. Ama molto Fabri Fibra e i Sum 41… Poi, c’è la vicedirettrice, Dal Pan Elisa. Ama la musica, è testarda, è dolce e gentile, e quando vuole ha un bel ca- ratterino… Poi c’è Mariangela Panait. Gioca a pallavolo, le piacciono i cellulari, gli Mp3, gli iPod, è altruista anche se a volte può sembrare cattivella, ama Avril Lavigne. Troviamo poi Melissa Cossalter, che è testarda, ostinata, simpatica, ama la musica, uscire con gli amici e ama molto le lingue… infatti parla tedesco, inglese, filippino e studia francese. Giorgia Brancher è simpatica e lunati- ca, le piacciono i Sonohra, Avril Lavi- gne, arrampicare, le camminate in montagna, e le piace anche molto correre… Rachele Costa è simpatica, estrover- sa, le piacciono Jovanotti e i Sonohra, ama andare a cavallo e a nuotare. Ilaria Rossi suona il violino, è intelli- gente, simpatica, socievole e molto generosa anche se un po’ permalosa. Le piace uscire con le amiche e anda- re a nuoto. Segue a pagina 3

Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

  • Upload
    others

  • View
    1

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

Direttrice: Mikela Llupo, Vicedirettrice: Elisa Dal Pan, Redattori: Floriano Fontana, Giacomo Belli, Mariangela Panait, Giorgia Brancher, Rachele Costa, Anna Giazzon, Matteo Casagrande, Enrico Tonin, Daniele Perot, Bogdan Labovka, Ilaria Rossi, Serena Tronto, Manuel Tonin, Melissa Cossalter, Aurora Valoppi. Docenti responsabili: Matteo Masini e Michele Vello

Numero 35—Marzo 2009

I s t i t u t o C o m p r e n s i v o G i a n n i R o d a r iI s t i t u t o C o m p r e n s i v o G i a n n i R o d a r iI s t i t u t o C o m p r e n s i v o G i a n n i R o d a r iI s t i t u t o C o m p r e n s i v o G i a n n i R o d a r i

Il Picchio

Rubriche del PicchioRubriche del PicchioRubriche del PicchioRubriche del Picchio

Cronaca e ApprofondimentiCronaca e ApprofondimentiCronaca e ApprofondimentiCronaca e Approfondimenti Riviviamo la Shoah attraverso la voce di Daniela Emmi a cura del prof. G. Mereu pag. 2 Eluana Englaro: tanto rumore per nulla? di Enrico Tonin pag. 3 La violenza giovanile di Anna Giazzon pag. 4 Molte persone non c’entrano!!! di Aurora Valoppi pag. 4 L’immigrazione clandestina in Italia di Anna Giazzon e Ilaria pag. 5 Un sorriso è il suono più bello che abbiamo di Rachele Costa pag. 6 Escursioni sulla frana del Vajont classe 1^ A pag. 7 Macchine del futuro: sogno irrealizzabile? di Matteo Casagrande pag. 8 A scuola in Europa a cura del prof. G. Mereu pag. 8 Roma: cronaca di una gita di Elisabetta Ghedini pag. 9 LibriLibriLibriLibri Il bambino con il pigiama a righe di Giorgia Brancher pag. 12 Il magico armadio di Narnia di Serena Tronto pag. 14 La freccia nera di Enrico Tonin pag. 15 MusicaMusicaMusicaMusica La chitarra di Melissa Cossalter pag. 16 CinemaCinemaCinemaCinema Final Destination di Serena Tronto pag. 17 SportSportSportSport Un’avventura indimenticabile: ciaspolada in notturna di Floriano Fontana pag. 18 I miei hobby di Mariangela Panait pag. 18 Il rugby: uno sport in ascesa di Enrico Tonin pag. 19 LaboratoriLaboratoriLaboratoriLaboratori Laboratorio di elettronica pag. 20 Incisione e stampa di Mikela Llupo pag. 20 RRP a Piovene Rocchette di Anna Giazzon e Ilaria Rossi pag. 21 GiochiGiochiGiochiGiochi Hex, il gioco di strategia da tavolo più famoso del XX secolo di Daniele Perot pag. 22 Giochi e barze Daniele Perot e Bogdan Labovka pag. 23 Soluzioni dei giochi del n. 34 pag. 24

LA NUOVA REDAZIONELA NUOVA REDAZIONELA NUOVA REDAZIONELA NUOVA REDAZIONE

Ehi!!sapete che abbiamo cambiato la redazione, non tutta, ma quasi…comincio col presentarvi la direttrice: Llupo Mikela. Ama la musica, è una ragazza testarda e impulsiva che però sa essere mooolto dolce e è molto simpatica e gentile. Ama molto Fabri Fibra e i Sum 41… Poi, c’è la vicedirettrice, Dal Pan Elisa. Ama la musica, è testarda, è dolce e gentile, e quando vuole ha un bel ca-ratterino… Poi c’è Mariangela Panait. Gioca a pallavolo, le piacciono i cellulari, gli Mp3, gli iPod, è altruista anche se a volte può sembrare cattivella, ama Avril Lavigne. Troviamo poi Melissa Cossalter, che è testarda, ostinata, simpatica, ama la musica, uscire con gli amici e ama molto le lingue… infatti parla tedesco, inglese, filippino e studia francese. Giorgia Brancher è simpatica e lunati-ca, le piacciono i Sonohra, Avril Lavi-gne, arrampicare, le camminate in montagna, e le piace anche molto correre… Rachele Costa è simpatica, estrover-sa, le piacciono Jovanotti e i Sonohra, ama andare a cavallo e a nuotare. Ilaria Rossi suona il violino, è intelli-gente, simpatica, socievole e molto generosa anche se un po’ permalosa. Le piace uscire con le amiche e anda-re a nuoto. Segue a pagina 3

Page 2: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

Cronaca & Approfondimenti

A cura del prof. G. Mereu Una semplice lettrice, ma una lettrice magi-strale, ha tenuto incollati al pavimento della palestra 350 tra alunni e insegnanti per oltre 2 ore ad ascoltare, col fiato sospeso, le lab-bra sigillate e gli occhi fissi su Daniela Emmi, che leggeva dei brani un sottofondo musicale sul tema di Schlinder List, eseguito da mae-stro Carlo de Battista e intervallati dai flauti della 3C. Ragazze e ragazzi di scuola media! Talvolta è arduo attirare la loro attenzione per 15 minuti! Ieri pendevano, -interessantissimi- dalle labbra della maestra che ha letto alcuni brani di ragazzi e ragazze della loro età scritti in campi di concentramento sotto le banche o durante l’occupazione nazista dell’Europa. Siamo passati dalla tragedia della deportazio-ne, al terrore della vita nei lager, all’incubo che continua a terrorizzare corpo e anima an-che a “lager finito”, alla primavera che trionfò sull’inverno della tragedia e che sboccia nel primo bacio tra una ragazza e un ragazzo.

I ragazzi avrebbero preferito ascoltare anco-ra la lettura di altri brani, se il tempo non fosse terminato. Si dà per scontato di ragazzi distratti, super-ficiali, vuoti; ma non è così:i ragazzi quando sono coinvolti, quando si fa loro capire il pro-blema, sanno essere maturi. Lo hanno dimostrato i ragazzi delle Medie di Santa Giustina, che in ritardo (causa scruti-ni) hanno celebrato il giorno della SHOAH.

PAGINA 2

Riviviamo la Shoah attraverso la voce di Daniela EmmiRiviviamo la Shoah attraverso la voce di Daniela EmmiRiviviamo la Shoah attraverso la voce di Daniela EmmiRiviviamo la Shoah attraverso la voce di Daniela Emmi

IL PICCHIO

Page 3: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

Di Enrico Tonin

In questi ultimi mesi si è parlato molto del caso E-luana, di questa povera ragazza, che, a 19 anni, dopo un incidente, si è tro-vata in stato vegetativo, cioè si è trovata a letto senza possibilità di muo-versi, né di mangiare con autonomia, né di parlare, né di capire quello che le succedeva attorno. Su questa tragedia sono intervenute persone impor-tanti come il Papa, l’arcive-scovo di Udine e il Presi-

dente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Davanti alla clinica in cui Eluana era ricoverata ci sono stati rosari, preghiere e manifestazioni. Secondo me, il dramma di Eluana DOVEVA restare tra i medici e i genitori di quel-la povera ragazza. Gli altri, che magari in buo-na fede si sono battuti per mantenere in “vita” Elua-na, si sono comunque in-tromessi. Anche il Governo ha cercato in tutti i modi di non far togliere l’alimenta-zione forzata alla ragazza.

Il Governo ha cercato di fare un decreto legge per impedire il blocco dell’ali-mentazione ai malati in stato vegetativo e la Chie-sa ha invitato a continuare a pregare. Il Papa, in un suo Angelus, ha detto che la vita è il be-ne più prezioso che Dio ci ha donato e che non si può toglierlo a nessuno. Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera.

ELUANA ENGLARO: TANTO RUMORE PER NULLA?ELUANA ENGLARO: TANTO RUMORE PER NULLA?ELUANA ENGLARO: TANTO RUMORE PER NULLA?ELUANA ENGLARO: TANTO RUMORE PER NULLA?

NUMERO 35—MARZO 2009 PAGINA 3

Anna Giazzon suona il violi-no,è simpatica, è brava a scuola, suona il flauto con la Rodari Recorder Group, le piace uscire con le ami-che, nuotare e fare lunghe passeggiate… Serena Tronto suona il flauto traverso, è simpati-ca le piacciono Avril Lavi-gne, Evan Ellingson, Brad Pitt, Matt Damond, Matt Dallas, è una rapper, te-starda, ostinata ma molto socievole. Aurora Valoppi suona la chitarra e il pianoforte, è simpatica, adora Avril, so-cievole e molto estroversa adora lo stile emo, anche

se non lo è e fa equitazio-ne… Manuel Tonin fa nuoto e d’inverno scia, è testardo, ostinato, gli piace la mate-matica, gli piace ascoltare le canzoni di Andrea Boc-celli, e gli piace andare in bici. Giacomo Belli è “un po’” esuberante, è simpatico, buffo fa judo e ju-jitsu è bravo a scuola, gli piace la storia e odia italiano. Floriano Fontana ovvero “F.F.” è simpatico, fa cicli-smo, modellismo e piano-forte, gli piace Ed.Fisica e odia tedesco e francese. Daniele Perot, gli piace la

tecnologia, l’inglese, ama i misteri e le lingue stranie-re. Enrico Tonin è simpatico, testardo, disordinato, e-stroverso, gioca a pallavo-lo, gli piace leggere libri di ogni tipo e gli piacciono i misteri. Matteo Casagrande gioca a calcio, suona la chitarra, gli piace scherzare, e la sua materia preferita è scienze. Questa è la nuova mitica redazione!!!! Evviva Il Pic-chio!!!!!

LA NUOVA REDAZIONE LA NUOVA REDAZIONE LA NUOVA REDAZIONE LA NUOVA REDAZIONE (Segue dalla prima pagina)

Page 4: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

Uno tra i più seri e spesso taciuti problemi dei nostri tempi è senz’ altro la violenza gio-vanile. Ma che cosa vuol dire “violenza giovanile”? Immaginate di trovarvi allo stadio, vicino ad un ragazzo che, invece di una trombetta o una sciarpa, ha portato sugli spalti una spranga di ferro. Immaginate poi di uscire dallo stadio e vedere quel ragazzo colpire con la spranga il pullman della tifoseria av-versaria o la testa di un povero vigile. Cosa pensereste di quel ragazzo? Oppure di trovarvi in piazza a vedere due cortei di stu-denti che dimenticano l’ obbiettivo comune e si ritrovano a lanciarsi pietre e fumogeni e a gridarsi parolacce. Cosa pensereste di quei ragazzi? E soprattutto, cosa pensereste se tra di loro dovesse esserci un vostro caro a-mico? Probabilmente cambiereste strada perché è scomodo pensare ad un amico de-linquente. E se vedeste due giovani picchiare una ra-gazza in pieno centro? Qualcuno passerebbe oltre pensando: - Non voglio guai! Oppure: - Qualcuno l’aiuterà! E questa è la cosa più pericolosa: l’indiffe-renza. Ma la violenza che tutti i giorni toc-chiamo con mano a scuola è il bullismo, una

vera e propria inciviltà. I bulli vogliono sentir-si più forti di quello che sono; per dimostrarlo rovinano le cose altrui, escludendo i “deboli” e commettono piccoli furti e dispetti violenti che si trasformano a poco a poco in vera cri-minalità. Perché i ragazzi sentono il bisogno di fare questo? Forse perché non hanno regole da rispettare, o perché passano troppo tempo in casa da soli e finiscono per essere viziati, oppure per-ché non sanno assumersi le loro responsabi-lità, non fanno attività extrascolastiche che diano soddisfazione, ma pur avendo tutto, vivono nella noia. Ritengono forse che la loro debolezza si possa nascondere facendosi forti con i soprusi e formando così, alla fine, clan di teppistelli. Come possiamo cambiare qualcosa? Dobbiamo denunciare la violenza senza paura, dare a questi giovani più oppor-tunità di farsi valere onestamente, ma anche regole fisse e inderogabili da rispettare. Ma la cosa più importante è capire che i ge-nitori devono essere più presenti e vigili nella vita dei propri figli perché questa è la prima forma di amore. E i figli devono imparare a meritare ciò che viene dato loro attraverso l’ impegno e l’ onestà, perché IL PANE PIU’ BUONO E’ QUELLO SUDATO.

MOLTE PERSONE NON C’ENTRANO!!!MOLTE PERSONE NON C’ENTRANO!!!MOLTE PERSONE NON C’ENTRANO!!!MOLTE PERSONE NON C’ENTRANO!!!

Di Aurora Valoppi Molti emigranti, da alcuni anni, vengono in Italia per cercare un lavoro onesto e una vita migliore. Altri, invece, vengono per ru-bare, violentare, spacciare droga. Questo purtroppo è vero, ma non mi sembra af-fatto giusto che le persone innocenti paghino per azioni commesse da altri. Molti se la prendono con gli immigrati dicendo che devo-no tornare da dove sono ve-

nuti perché qualcuno fa qual-cosa contro la legge! Molti bambini, spesso ri-schiando la vita, vengono portati nel nostro Paese dai loro genitori che sperano di costruirsi qui un futuro mi-gliore e di avere una vita sen-za guerre, pericoli e carestie; ma sfortunatamente vengo-no spesso respinti E’ sbaglia-to!!! Secondo me, si dovrebbe ri-mandare a casa solo chi vie-ne in Italia per fare del male e dare una possibilità agli

onesti. L’ Italia è una nazione ricca e potente, ma lo è anche per-ché molte persone sono arri-vate qui da paesi poverissimi per lavorare onestamente ed è giusto dividere un po’ delle nostre ricchezze anche con loro. Provate a mettervi nei panni di chi non ha nulla e guarda-te quanto abbiamo noi, per-chè noi non ce ne accorgia-mo ma al confronto di altri siamo ricchissimi!!!

LA LA LA LA VIOLENZAVIOLENZAVIOLENZAVIOLENZA GIOVANILEGIOVANILEGIOVANILEGIOVANILE Di Anna Giazzon

PAGINA 4 IL PICCHIO

Page 5: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

PAGINA 5

Anna Giazzon e Ilaria Rossi Un recente e purtroppo mol-to grave problema per l’Italia è l’immigrazione clandestina. Questo fenomeno è dovuto principalmente alle guerre in Africa e alla povertà dilagan-te in Asia. Gli immigrati sono per lo più giovani, bambini e donne disperati che, pur di lasciare la guerra e la pover-tà che li circonda, sono di-sposti a pagare cifre folli per intraprendere un viaggio lun-ghissimo, durante ilo quale spesso rischiano la vita. Il loro esodo comincia con la partenza: stipati in 40, in ca-mioncini in cui manca l’aria, iniziano il viaggio, verso la costa o verso un altro Stato più sicuro da cui imbarcarsi, durante il quale.possono in-contrare banditi e fuorilegge che li derubano di denaro e vestiti. Giunti nelle città d’im-barco devono lavorare per potersi sfamare, con la spe-ranza di trovare un posto a bordo del barcone clandesti-no che li porterà in un nuovo paese nel quale sognano di rifarsi una vita. All’ imbarco li attendono veri trafficanti di uomini, che pretendono da loro cifre esorbitanti per un posto classe all’Inferno. Il trasporto avviene, infatti, su canotti vecchi o su imbarca-zioni logore senza tettoie per ripararsi dal sole e dove non ci si può muovere. Il cibo è scarso e a volte manca l’ ac-qua, perciò molti si ammala-no, ma se diventano un peso inutile, gli scafisti, senza pie-tà, li gettano in mare. Questa terribile sorte tocca anche a chi, stanco per le orribili con-dizioni di vita, si accascia,

sviene o dorme più del ne-cessario. Molti rischiano la vita anche durante lo sbarco, che avviene prevalentemen-te di notte e tutte e a luci spente per non essere avvi-stati. A volte il barcone si sfracella sugli scogli, in altri casi si sfascia quando è an-cora al largo, magari a causa delle cattive condizioni del mare. Quasi ogni giorno si ripescano resti di canotti e, purtroppo, delle vittime del penoso viaggio. I sopravvis-suti se feriti o in cattive con-dizioni, vengono accolti dagli

ospedali o dalla CARITAS do-ve vengono aiutati senza di-stinzione di razza e religione. Altri vengono portati nei co-siddetti “Centri di Permanen-za Temporanea”, in attesa di essere rimandati nel loro Pa-ese di provenienza. Molti in-fatti anche se chiedono di poter restare in Italia per la-vorare e vivere dignitosa-mente, vengono respinti e così il loro sogno di un futuro migliore sfuma per sempre. Ma cosa dobbiamo pensare noi italiani? Dobbiamo aiutarli, ricordan-doci sempre che anche noi, qualche decennio fa, fuggiva-mo a bordo di barconi dalle coste dell’ Istria e della Croa-

zia, per non venire uccisi e ancora prima, a causa della povertà, eravamo costretti a cercare cibo e lavoro in Ger-mania, in Svizzera , in Fran-cia, negli Stati Uniti, in Au-stralia o in America Latina. Non è colpa loro se la guerra, spesso voluta anche da noi occidentali, distrugge le loro case e il loro futuro e se le carestie impediscono di pro-durre il cibo per sfamare i loro figli. Provate ad immagi-nare che la vostra patria sia invasa dalla guerra e dalla povertà e di non riuscire più a vivere in quelle condizioni. Che fare, se non fuggire e “rifugiarsi” in uno Stato più ricco? E se dopo aver com-piuto un viaggio lungo e peri-coloso, arrivando alla meta vi ritrovaste di nuovo in un ae-reo per il paese d’origine, appena lasciato, che cosa provereste? Provate a riflettere… se voi e la vostra famiglia foste pove-ri e non aveste niente da mangiare e il vostro vicino di casa avesse talmente tanto cibo da doverlo buttare via? E voi, pur di sopravvivere non andreste a rubare quello che lui butta? Questo è ciò che succede oggi. Infatti gli immi-grati vengono in Italia perché non c’è lavoro nei loro paesi. Dobbiamo capire che loro si trovano in una bruttissime situazione, e dovremo cerca-re di metterci nei loro panni e comprenderli… Consigliamo a chi vuole ap-profondire e riflettere “Via dalla pazza guerra” di Alidad Shiri, un ragazzo che ha vis-suto uno di questi viaggi per fuggire dalla guerra.

L’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA IN ITALIAL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA IN ITALIAL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA IN ITALIAL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA IN ITALIA

NUMERO 35—MARZO 2009

Page 6: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

PAGINA 6 IL PICCHIO

Di Rachele Costa “Dottor Clown Belluno” è un’associazione di volonta-riato che ha come obbiettivo portare il sorriso ai bambini e alle persone ricoverate in ospedale. L’ associazione è stata fon-data ufficialmente il 15 gen-naio 2006, anche se l’inizia-tiva era partita già dal 9 marzo 2004. La fondatrice è Anna Dal Pan che, con il ca-mice e il naso rosso, si chia-ma “dottoressa Cannuccia”. Anna ha cominciato quasi per caso: un giorno, cammi-nando per Padova, ha visto un volantino in cui c’era scritto che chi voleva porta-re un sorriso ad un bambino o una persona malata pote-va partecipare ad un corso organizzato dai volontari del-l’Associazione dei Dottori Clown attiva già da tempo negli Usa grazie all’opera di Patch Adams. In tutto il Veneto sono oggi circa 200 i volontari che la-vorano per l’Associazione e

12 opera-no in pro-vincia di B e l l u n o po r t ando una venta-ta di alle-gria negli ospedali di B e l u n o , Feltre e Auronzo di Cadore. Il gruppo fa un lavoro d a v v e r o importan-te: dare una spe-ranza a chi è più sfor-tunato di noi. Io e altre due mie amiche siamo rimaste molto colpite dall’attività di questa asso-ciazione e visto che abbia-mo la fortuna di conoscere personalmente Anna le ab-biamo fatto alcune doman-de. Perché hai incominciato?Perché hai incominciato?Perché hai incominciato?Perché hai incominciato?

Ho incominciato perché volevo donare un sorriso e la speranza alla gente. Quali sono le difficoltà?Quali sono le difficoltà?Quali sono le difficoltà?Quali sono le difficoltà? Una delle difficoltà che incontro è quella di orga-nizzare i viaggi per anda-re a fare il volontariato in varie parti del mondo, cioè bisogna chiamare uno e poi dire all’altro, magari qualcuno non può, allora bisogna ri-mandare, insomma tutto un casino. Quali sono stati i mo-Quali sono stati i mo-Quali sono stati i mo-Quali sono stati i mo-

menti più belli durante i vo-menti più belli durante i vo-menti più belli durante i vo-menti più belli durante i vo-stri viaggi?stri viaggi?stri viaggi?stri viaggi? Il momento più bello che ho vissuto è stato a Bucarest, in un istituto… un bambino si è avvicinato e ha incomin-ciato a darmi pugni (dalla rabbia) però alla fine è di-ventato un gioco. Quali sono stati i momenti Quali sono stati i momenti Quali sono stati i momenti Quali sono stati i momenti più brutti durante i vostri più brutti durante i vostri più brutti durante i vostri più brutti durante i vostri viaggi?viaggi?viaggi?viaggi? Il momento più brutto che ho vissuto è stato quando, un giorno, il custode dell’Isti-tuto di Bucarest ci ha dato la brutta notizia che un bambino di soli cinque anni era morto… eravamo andati a trovarlo solo pochi giorni prima. Hai mai pensato di lasciare Hai mai pensato di lasciare Hai mai pensato di lasciare Hai mai pensato di lasciare il tuo lavoro?il tuo lavoro?il tuo lavoro?il tuo lavoro? Sì… però solo il ruolo di “capo”. Il naso rosso e il cami-ce colorato NO…MAI!!!

UN SORRISO… E’ IL SUONO PIU’ BELLO CHE ABBIAMOUN SORRISO… E’ IL SUONO PIU’ BELLO CHE ABBIAMOUN SORRISO… E’ IL SUONO PIU’ BELLO CHE ABBIAMOUN SORRISO… E’ IL SUONO PIU’ BELLO CHE ABBIAMO DOTTOR CLOWN BELLUNO ONLUS…DOTTOR CLOWN BELLUNO ONLUS…DOTTOR CLOWN BELLUNO ONLUS…DOTTOR CLOWN BELLUNO ONLUS…

Page 7: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

A cura degli alunni della classe 1^A Mercoledì 18 marzo scorso, gli alunni delle classi 1^ A, B e C sono andati a visitare la diga del Vajont, a Longa-rone, per il “Progetto ac-qua”. Siamo partiti da scuo-la con la corriera e, mentre percorrevamo il tragitto per Longarone, un esperto ci ha parlato del paesaggio di Longarone e dei suoi abi-tanti e della storia della di-ga.. Dopo più di un’ora di viaggio siamo arrivati sul posto, c’era un forte vento. La nostra guida ci ha rac-contato molte cose sulle

persone che volevano co-struire una diga enorme e sugli abitanti di Longarone e di Erto che non volevano, perché sapevano che il ter-reno era franoso e non era adatto ad un lago artificiale. Dal piazzale delle corriere abbiamo proseguito a piedi, fino ad arrivare all’inizio di una strada sterrata dove la guida ci ha spiegato in che modo la frana è caduta, poi ci siamo incamminati lungo un sentiero che ci ha con-dotto davanti alla diga. Qui ci è stato fatto vedere quan-to in alto arrivò l’onda la notte che l’acqua distrusse Longarone e quanto poten-

te fu, tanto potente da pro-vocare la morte di quasi 2 mila persone. Alla fine della spiegazione siamo tornati indietro e la guida ci ha fatto entrare nel bosco, dove abbiamo visto gli alberi piegati dallo spo-stamento di terra provocato dalla frana. Dopo un po’ sia-mo arrivati in uno spiazzo ricoperto da neve i ghiaccio e lì ci siamo riposati. Siamo scesi lungo un sentiero, poi siamo saliti per un boschet-to e siamo tornati al punto di partenza, abbiamo preso la corriera e abbiamo fatto rientro a scuola

ESCURSIONE SULLA FRANA DEL VAJONTESCURSIONE SULLA FRANA DEL VAJONTESCURSIONE SULLA FRANA DEL VAJONTESCURSIONE SULLA FRANA DEL VAJONT Gli alunni delle classi prime e il “Progetto acqua”Gli alunni delle classi prime e il “Progetto acqua”Gli alunni delle classi prime e il “Progetto acqua”Gli alunni delle classi prime e il “Progetto acqua”

NUMERO 35—MARZO 2009 PAGINA 7

Page 8: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

Di Matteo Casagrande Le tecnologia si fa avanti, contro la crisi. Idrogeno, energia solare, elettricità: i migliori amici degli automobilisti. Il futuro si concentra sulle fonti rinnovabili: gli scienziati e i progettisti uniscono le forze per creare auto che consumino meno e che abbiano le capacità di quelle che vanno a diesel e benzina. Il presidente Obama, fin dal giorno della sua elezione, ha puntato molto sulle energie rin-novabili per lo sviluppo futuro degli Stati Uni-ti d’America. A Ginevra, nel mese di dicem-bre alla fiera dell’auto, le principali case au-tomobilistiche hanno presentato modelli che potrebbero risollevare la grande crisi che ha colpito il mercato dell’automobile. Sono state particolarmente apprezzate le

macchine a energia solare che hanno vinto la classifica dell’interesse dei visitatori, al secondo posto si sono piazzate le macchine ad idrogeno: affidabili nella tenuta e dall’in-quinamento praticamente inesistente, ma forse ancora un po’ pericolose in caso di in-cidente, perché l’idrogeno potrebbe creare un’esplosione di grandi proporzioni. La strada delle energie rinnovabili sembra comunque, anche nel settore dell’auto, quel-la che in futuro verrà più praticata.

MACCHINE MACCHINE MACCHINE MACCHINE DELDELDELDEL FUTUROFUTUROFUTUROFUTURO: : : : SOGNOSOGNOSOGNOSOGNO REALIZZABILEREALIZZABILEREALIZZABILEREALIZZABILE????

I I I I PROGETTISTIPROGETTISTIPROGETTISTIPROGETTISTI CICICICI PROVANOPROVANOPROVANOPROVANO....

PAGINA 8 IL PICCHIO

A SCUOLA IN EUROPAA SCUOLA IN EUROPAA SCUOLA IN EUROPAA SCUOLA IN EUROPA

A cura del prof. G. Mereu

Per andare a scuola in Europa, devi conoscere la lingua degli europei; più lingue conosci, più popoli puoi conoscere. Ma non basta conosce-re la lingua di un popolo per conoscere quel popolo; devi conoscerne usi, costumi, la sua terra, la sua cultura … e l’Europa Unita deve portare alla conoscenza reciproca della lingua e della cultura tra i popoli europei. Per questo la nostra scuola, con l’incoraggiamento del Di-rigente Scolastico, ha intrapreso questo lungo viaggio attraverso le 27 nazioni dell’Unione. Il viaggio è durato mesi di preparazione, ma ha avuto uno svolgimento piuttosto breve: una mattinata guidati da Novia D’Incà, rappresen-tante della Provincia di Belluno. Il viaggio è sta-to virtuale, infatti non siamo usciti dalla scuo-la; con un gigantesco puzzle abbiamo costruito l’Europa, tessera dopo tessera. Ha costruito più Europa, chi più conosce l’Europa, i popoli, le lingue, le tradizioni, la cultura. Una esperien-za che consiglio anche a te che mi leggi.

Page 9: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

NUMERO 35—MARZO 2009

Di Eleonora Ghedini Anche per noi della 3^C è arri-vato il momento della gita di terza media, la più sognata da ogni studente. La meta? Roma, che molti di noi non avevano mai visto e che conoscevano solo attraverso libri, riviste, gior-nali e racconti di amici e paren-ti. Il Prof. Dal Mas si è adopera-to al massimo, ha tenuto conto di ogni minimo dettaglio e ci ha istruiti alla bell'e meglio allo sco-po di farci godere al massimo questi tre giorni da passare tutti assieme. Gli accompagnatori sono stati lui e le proff. Miconi, Comel e De Boni; quest'ultima, nonostante non insegni più nel nostro istituto, ha voluto venire anche lei in segno di amicizia nei confronti di tutti noi. La rin-graziamo per i bei momenti pas-sati insieme! E naturalmente non dimentichiamoci delle no-stre proff., Miconi e Comel, per l'infinita pazienza! La nostra gita è iniziata con un'alzataccia ve-nerdì 6 marzo, con partenza dalla scuola alle 5.15 e viaggio in corriera fino all'aeroporto di Treviso. Ancora sonnolenti, do-po aver mostrato i documenti, abbiamo dovuto subire le proce-dure al metal detector … senza alcuna brutta conseguenza, per fortuna! Abbiamo aspettato con calma il nostro volo delle 7 e rotti. Il volo è durato 40 minuti e, nonostante alcuni momenti di sballottamento, è andato tutto bene. Arrivati nella Città Eterna, al culmine della felicità, abbia-mo preso la corriera che dall'a-reoporto di Ciampino ci ha por-tato direttamente alla mega sta-zione ferroviaria e quindi, prose-guendo dal lì a piedi, fino al no-stro albergo: il Domus Nova Be-thlem. Lasciati i nostri bagagli, adeguatamente equipaggiati, abbiamo potuto iniziare ad e-splorare la città. Abbiamo fatto

un lungo tour tra Colle Oppio, Isola Tiberina ( con breve visita al Teatro di Massenzio) e infine il quartiere di Trastevere, con ottimo pranzo a base di pasta all'amatriciana, carbonara o cacio e pepe... che buona la carbonara senza i grumi d'uovo! Dopo esserci permessi, in ag-giunta, gelato e crêpes alla nu-tella, abbiamo ripreso a cammi-nare (per la gioia delle nostre giunture) e, passato il Colle, dal panorama eccezionale, siamo ridiscesi per visitare il Vaticano. La Basilica di San Pietro ci è apparsa immensa e bellissima, con fregi preziosi su ogni singo-lo centimetro, statue enormi e … noi piccoli come formiche! Eravamo ormai stanchi, era quasi sera, e abbiamo preferito andare verso Piazza Navona per cenare. Prima però abbiamo incontrato una scolaresca di spagnoli a cui ci siamo uniti in danze e canti della loro terra. La pizzeria dove abbiamo mangiato non ci ha soddisfatto molto, da-to che chi aveva chiesto pizza con patatine fritte si è visto arri-vare pizza con patate lesse e altre stranezze simili. Buono però il gelato preso subito dopo e stupenda la Fontana di Trevi, completamente illuminata, dove ci siamo resi protagonisti del tradizionale lancio di monetine. E poi...tutti a dormire! Al matti-no, dopo una ricca colazione, siamo andati al tanto sognato Colosseo e l'abbiamo visitato in lungo e in largo, ed era davve-ro...colossale! Dopo un po', sia-mo andati sul vicino Colle Palati-no, dove ebbe origine il primo “abbozzo” della città. Siamo andati poi in tutt'altra zona, in Piazza dell'Esquilino, dalm dise-gno a ellissi, e abbiamo incon-trato un corteo per un matrimo-nio da cui ci è giunta la richiesta di un applauso. Poi abbiamo salito le scale, da suicidio, che

portano all'Altare della Patria. Il pranzo si è svolto in un ristoran-te dove, su una parete, era ap-pesa una grande lavagna piena di frasi-ricordo scritte dai vari avventori, e anche noi abbiamo lasciato un segno del nostro passaggio: “Saluti dalla 3C (BL)”, così è stato scritto con, aggiunto da Dal mas, “I Pi Bei”. Il pomeriggio è stato all'insegna dello shopping (per la gioia delle ragazze), prima a Campo dei Fiori e dintorni, dove c'erano un sacco di bancarelle, poi nella Galleria Alberto Rossi dai negozi a più piani e poi nel lusso sfre-nato di Via Condotti. Stremati per la camminata, e con qual-che (giuro, solo “qualche”) ac-quisto, ci siamo seduti lungo la scalinata di Trinità dei Monti, sotto il sole battente. In confron-to al nostro clima, a Roma era davvero caldo! Una particolare attenzione è stata poi riservata al Pantheon (dove piove dal tet-to, volutamente) e ai mimi che si esibivano in strada , chi dal-l'aspetto bronzeo o perenne-mente controvento. Siamo tor-nati in Piazza Navona, dove ab-biamo trovato un tizio che radu-nava le folle con musiche di Kathy Perry e si esibiva con del-le curiose marionette. Infine abbiamo cenato nello stesso ristorante dove avevamo pran-zato, e abbiamo pasteggiato allegramente con pasticcio e pollo al curry...delizioso! Già “nostalgici”, dopo l'ennesimo gelato, non abbiamo potuto ri-nunciare a una seconda e ulti-ma visita alla Fontana di Trevi, sempre affollatissima. Ma non abbiamo potuto rimanere trop-po al lungo, essendo stravolti. Ma era immancabile una sosta davanti a non so quale edificio amministrativo, che era adorna-to, sulla facciata, da lunghi e generosi festoni di mimose, es-

PAGINA 9

Roma: cronaca di una gitaRoma: cronaca di una gitaRoma: cronaca di una gitaRoma: cronaca di una gita

Page 10: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

PAGINA 10 IL PICCHIO

sendo la vigilia della Festa del-la Donna. Non si è voluto ri-nunciare a una foto ricordo con tutte le ragazze e le nostre tre proff. E poi, dopo tante emo-zioni...ritorno in albergo per la seconda e ultima notte. Al mat-tino, sistemate le valigie e la-sciate le camere, siamo partiti per la terza e ultima giornata (anzi, mezza) di gita. Tappa: ben tre chiese! Per prima, san Pietro in Vincoli, dove è conser-vato il Mosè di Michelangelo; poi la chiesa di Santa Maria Maggiore, dove abbiamo assi-stito alla celebrazione della messa domenicale...in latino! Non tutti hanno potuto rimane-re, per via dell'incenso che non sempre si tollera, ma è stato

comunque interessante (la prof. Miconi ci aveva distribuito la versione del “Padre nostro” e dell'”Ave Maria” in latino). A parte i canti gregoriani, che avrebbero, come uso dire in questi casi, “addormentato un iperattivo”; siamo poi andati in una terza chiesa, santa Prasse-de, dove è conservata una co-lonna che si dice sia quella do-ve venne frustato Gesù prima di essere giustiziato. Era ora... Gli ultimi momenti a Roma … Alcuni volenterosi sono tornati in albergo per ritirare i bagagli, poi abbiamo pranzato in risto-rante con pasta e pizza, e, infi-ne, presi i propri bagagli, siamo tornati all'aeroporto, dove, nel pomeriggio, abbiamo preso il

volo di ritorno... Ahimè, la gita a Roma era finita proprio quando cominciavamo a pren-derci gusto! A Santa Giustina siamo ritornati, infine, alle otto di sera.

POSTCARDS FROM ROMEPOSTCARDS FROM ROMEPOSTCARDS FROM ROMEPOSTCARDS FROM ROME

“We slept two hours the first night, and four hours the second night… We talked and laughed all time!!!”

ELISABETTA.

“Fontana di Trevi” is perfect for people in love! MARTA.

“At the airport I was a little nervous, because it was the first time for me… but one hour later I saw the sky… I was in a plane!”

SILVIU.

“… Basilica di S. Pietro… I’ve never seen such an impressive church: almost everything was made in 1500 by Michelangelo and is very precious.”

SILVIU.

“ We took photos everywhere.” ELISA.

“I want to go to Rome again…”

ELISA.

“In Trastevere I ate a very good “Amatriciana”, a tipical Roman dish.” ALESSIO.

“In Rome I’ve celebrated my birthday with my friends and professors.”

MATTEO.

“I always hated “pasta alla carbonara” but here it is a delice!” ELEONORA.

Page 11: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

NUMERO 35—MARZO 2009 PAGINA 11

POSTCARDS FROM ROMEPOSTCARDS FROM ROMEPOSTCARDS FROM ROMEPOSTCARDS FROM ROME

Page 12: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

Il bambino con il pigiama a righe Di Giorgia Brancher

PAGINA 12 IL PICCHIO

Bruno era tornato a casa, era andato nella sua stanza, dove c’era Maria, la domestica, che sta-va preparando i bagagli. Bruno s’irritò perché Maria stava frugando dappertutto, perfino nei suoi nascondigli più segreti. Così andò da sua madre e le chiese il motivo per il quale la dome-stica stesse preparando le valigie. Sua madre gli disse:- Tuo padre, per lavoro, de-ve trasferirsi, e quindi ci trasferiamo con lui. Bruno replicò:- Ma come farò con la scuola!? E con i miei amici!? Non posso allontanarmi da loro!- La mamma gli rispose: -Basta capricci! Fai il bravo adesso, vai ad aiutare Maria a preparare i bagagli -. Anche se non ne aveva voglia Bruno obbedì e, quando tutto fu pronto, partirono per andare nel luogo dove il padre lavorava. Davanti alla nuova casa Bruno vide un grande cartello su cui c’era scritto il nome del posto: “Auschwitz”. Intorno alla casa, non c’era nessun segno di vita, nean-che una casa, un bambino con cui fare amicizia, per poi giocarci insieme. Per Bruno quel luogo era orribile e sperava con tutto il cuore che sa-rebbero tornati nella loro vera casa a Berlino, al più presto. In ogni caso, anche se rammaricato da quel cambiamento, dovette entrare nella nuova casa e quando ne fu all’interno si rese conto che tutto era diverso rispetto a quello che aveva lasciato a Berlino e per questo fu ancora più triste. I rifugiò subito in camera sua, una stanza un po’spoglia dove c’erano un letto e un armadio per metterci dentro tutta le sue cose. C’era anche una finestra da dove Bruno si af-facciò subito. Con un po’ di stupore vide un lun-go reticolato e, al di là, tantissime persone che sembravano vivere in grandi baracche. Una co-sa lo colpì subito e gli sembrò molto strana: tut-te le persone che stavano al di là del reticolato, erano vestite allo stesso modo. Indossavano un pigiama a righe, azzurre e bianche e tutte quan-te erano senza capelli. Bruno era molto incurio-sito da quanto aveva visto, così passati alcuni giorni, finalmente, decise di attraversare il reti-colato per andare a vedere cosa stessero facen-do quelli che abitavano nelle baracche, anche

se gli era stato severamente vietato. Uscì di casa furtivamente e cominciò a cammi-nare lungo il reticolato quando, ad un certo pun-to, vide qualcosa che attirò la sua attenzione. In un primo momento gli sembrò una macchia, una striscia, ma poi, avvicinandosi, si rese con-to che era un bambino. Bruno gli si avvicinò su-bito. Come tutti quelli che erano al di là del reti-colato, aveva un pigiama a righe, era calvo ed era scalzo. Bruno lo salutò con un cenno della mano e gli disse:- Ciao, mi chiamo Bruno e tu?- -Ciao, io mi chiamo Smhuel- rispose l’altro bam-bino. -Io ho nove anni e sono nato il 15 aprile 1934- gli disse Bruno. Smhuel esclamò:- Ma è incredibile, anch’io ho nove anni e sono nato il 15 aprile, siamo quasi gemelli!!- Così Smhuel e Bruno fecero conoscenza e co-minciarono a parlare dei loro famigliari, dei loro amici e di come passavano le giornate. Arrivata l’ora di cena, i due dovettero salutarsi, ma si diedero appuntamento per i giorni seguenti sempre alla stessa ora. A casa di Bruno i soldati andavano e venivano di continuo, come se fos-sero in una una caserma, e ogni volta ne incon-trava uno, Bruno doveva salutarlo dicendogli: - Heil Hitler!-. Era un saluto strano. Bruno pensa-va che significasse “arrivederci e grazie”. Smhuel e Bruno continuavano a incontrarsi ogni giorno e parlavano di come passavano le gior-nate e di che cosa facevano durante il giorno.

Libri

Page 13: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

NUMERO 35—MARZO 2009 PAGINA 13

Un pomeriggio, prima di tornare a casa, Bruno chiese al suo amico:- Ma come mai, c’è que-sta rete che ci separa?- ma non ebbe nessuna risposta. Quando fu a casa, Bruno andò dalla sorella e le fece la stessa domanda che aveva fatto a Shmuel ed ebbe questa risposta:- Quelli che stanno al dì là del reticolato, sono ebrei. Ci sono anche altre persone, ma devi ricordarti che sono diversi da noi. Loro non hanno nien-te in comune con noi, loro stanno di là, perché non sono uguali a noi!-. Questa risposta sem-brò a Bruno molto vaga, ma si dovette accon-tentare. Passarono giorni, settimane, mesi e la vita scorreva sempre nello stesso modo: va e vieni di soldati per casa e incontri pomeri-diani di Bruno e Smhuel. Un pomeriggio, Bru-no vide che Smhuel era molto triste e allora gli chiese la causa di tutta quella Tristezza. Shmuel gli disse che suo padre era partito per lavoro e non era più tornato. Bruno, che era un esperto esploratore, gli consigliò di provare a cercarlo. Smhuel ci provò, ma non ebbe suc-cesso. Una giorno, la madre si accorse che sulla te-sta di Bruno c’erano dei pidocchi, così fu subi-to rasato. Poi successe una cosa che Bruno, fino a qualche mese prima, avrebbe desidera-to tantissimo, ma che ora lo faceva star male: i suoi genitori avevano deciso che lui, sua ma-dre e sua sorella sarebbero tornati a vivere nella loro vera a casa a Berlino, mentre suo papà avrebbe continuato il suo lavoro in quel-la casa dove i soldati andavano e venivano a tutte le ore. Il giorno dopo, Bruno raccontò tutto a Smhuel. I due si misero d’accordo per cercare d’impe-dire la partenza: l’indomani, Smhuel avrebbe portato un pigiama a righe, in modo che Bru-no potesse entrare dentro il reticolato, na-scondersi e così evitare di partire. Bruno a-spettò con ansia tutta la notte e appena potè si precipitò da Shmuel. L’amico lo stava a-spettando. Bruno si vestì con il pigiama a ri-ghe, posò i suoi vestiti sul ramo di un albero e passò sotto il reticolato, entrando nel mondo di Shmuel. Quando arrivò in un grande spiazzo dove la gente si stava radunando, vide che tutto era diverso da quello che aveva immaginato. Ad un certo punto, dei soldati urlarono di met-tersi in marcia. Tutte le persone lì presenti, si misero in fila, uno dietro l’altro e cominciaro-

no a marciare, così fecero anche Bruno e Smhuel. Dopo un po’ si sentirono degli spari che, man mano che si andava avanti, diven-tavano sempre più assordanti. All’improvviso si mise a piovere e così i soldati fecero entra-re dentro una stanza buia tutte le persone che un attimo prima erano in marcia. Quando furono tutti dentro, Bruno pensò: -Che gentili questi soldati a farci mettere al riparo dalla pioggia! Pensavo che fossero cattivi, in-vece è tutto il contrario -. Tutto d’un tratto, i soldati chiusero la porta a chiave e dentro quella stanza buia per un attimo si fece silen-zio. Quando arrivò la sera, vedendo che Bruno non era ancora tornato a casa, i suoi genitori cominciarono a preoccuparsi e lo andarono a cercare. Guardarono in casa e nei dintorni, ma non riuscirono a trovarlo. Bruno sembrava sparito nel nulla, finché non vennero recupe-rati i suoi vestiti. I genitori notarono che un pezzo del reticolato era staccato da terra ed era rotto. E se Bruno fosse passato da lì per visitare il mondo là dentro? Subito si precipi-tarono alla ricerca di Bruno, ma non trovarono nessun segno di lui. Con un enorme dolore nel cuore, capirono quello che era successo. La sorella e la madre ritornarono a Berlino, portando con loro il ricordo di Bruno. A me questo libro è molto piaciuto. Mi ha molto in-teressato, perché ho potuto vedere un perio-do terribile con gli occhi di un bambino tede-sco, figlio di un ufficiale impegnato nello ster-minio degli gli ebrei. La fine è molto triste, però, in questa vicenda, forse c’è un lato posi-tivo: Smhuel e Bruno muoiono insieme, come due grandi amici. Questo libro merita di esse-re letto e io vi consiglio di farlo.

Page 14: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

Tutti sanno dell’esistenza del-l’Armadio di Narnia, ma pen-so che non molti conoscano la sua provenienza. La storia che vi sto per rac-contare è un po’ bizzarra, ma è la storia di come è nata la porta di Narnia. Grazie a degli anelli speciali, il professor Kirke, che ai tem-pi era un bambino, entrò nel-la terra di Narnia. Era una landa deserta, senza vita, prima che arrivasse Aslan, che creò l’attuale, stupenda, terra. Kirke aveva la madre molto malata e, vedendo che Narnia era una terra fertile (da due penny caduti a terra era nato un albero di mone-te) chiese aiuto ad Aslan per guarire la povera madre. Arslan gli indicò la strada per arrivare all’albero di mele magiche, che avrebbero fatto guarire la madre. Kirke, com-

pie quel incredibile viaggio, superando paure e tornando trionfante da Aslan,per poi ritornare a casa e portare la mela alla madre, che se ne sazia e guarisce miracolosa-mente. I semi della mela vengono ripiantati e da essi cresce un albero che, però, non dà al-cun frutto. Dopo lunghi anni, l’albero vie-ne abbattuto e, con il legno ricavato, viene costruito uno stupendo armadio, proprio quell’armadio in cui entrerà la piccola Lucy Pevensie. Leggendo il libro Il Nipote del Mago, in cui si trova questo racconto, si capiscono moltis-sime cose, che a raccontarle si farebbe l’articolo più lungo della storia del Picchio: io ne prendo in considerazione so-lo una. Nel libro e nel film Il Leone, la

Strega e l’Armadio, si sotto-valuta l’importanza dell’ar-madio. Ragioniamoci un po’ su: 1.Quando Lucy trova l’arma-dio, a noi e a lei sembra di vedere un semplicissimo ar-madio impolverato; 2.Suspense! L’armadio è ma-gico! È la porta per la magica terra di Narnia; 3. I Pevensie vanno a Narnia e, dell’armadio, non ci inte-ressiamo più, ma, se ci pen-siamo bene, capiamo che senza di esso, non ci sareb-bero state le loro avventure. Io trovo che l’armadio, pur apparendo rozzo e impolvera-to, sia uno dei protagonisti della storia di Narnia: fuori può sembrare inutile, ma dentro si rivela prezioso più dell’oro! E poi … non è vero che L’ABI-TO NON FA IL MONACO!?

PAGINA 14

Il magico armadio di NarniaIl magico armadio di NarniaIl magico armadio di NarniaIl magico armadio di Narnia Di Serena Tronto

IL PICCHIO

Page 15: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

NUMERO 35—MARZO 2009 PAGINA 15

L’angolo del classicoL’angolo del classicoL’angolo del classicoL’angolo del classico

_t yÜxvv|t ÇxÜt

(The Black Arrow) di Robert Louis Stevenson (Edimburgo 1850 – Polinesia 1894) Di Enrico Tonin Il romanzo è ambientato in Inghilterra durante la Guerra delle Due Rose (1455 – 1485), combattuta tra i Lancaster e gli York. Dick Shelton è un ragazzo il cui padre è stato assassinato. Egli è sotto le cure del suo tutore, sir Daniel Brackley, un uomo spietato e crudele. Un giorno un servitore di sir Daniel, il vecchio Appleyard, viene ucciso da una freccia nera. Intorno alla freccia c'è arrotolato un biglietto sul quale c'è un messaggio nel quale è scritto che altre persone, vicine a Dick, moriranno. Sono il suo amico Bennet Hatch, il suo insegnante, il reverendo Oliver Oates e, per ultimo, il suo tutore sir Daniel. Subito Dick si mette alla ricerca dei colpevoli delll’omicidio di Appleyard. La freccia è un indizio molto chiaro: i colpevoli sono gli appartenenti alla “Freccia nera”, una banda di fuorilegge.. Dick, però, scoprirà ben presto che lo scopo degli appartenenti alla Freccia Nera, non è quello di commettere delitti, ma di vendicare l'assassinio di suo padre Harry Shelton, avvenuto alcuni anni prima ad opera di... In questo intrigo di pericolo e avventura si aggiunge l'amore di Dick per Joan, una incantevole ragazza che per sfuggire al malvagio Daniel Brackley è costretta a travestirsi da uomo. Dopo una serie di

travolgenti avventure, Dick riuscirà a scoprire la verità sulla morte del padre e a vivere la sua storia d'amore con Joan. Il libro, di facile lettura, è un riuscitissimo mix di avventure, misteri ed amore, tipico dei racconti di Stevenson. L a t r ama è a ppa s s i o nan t e , l'ambientazione storica è suggestiva e, a mio modo di vedere, l'autore riesce a ricreare bene il clima di quel tempo lontano. Lo consiglio agli amanti del genere e non solo!

Page 16: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

Di Melissa Cossalter Per questo numero del Pic-chio, ho deciso di parlarvi del mio strumento preferito: la chitarra. Comincio col dire che io non sono brava a suo-narla, visto che sto iniziando a prendere delle lezioni. Per cui non so suonare molto. Anzi praticamente nulla!!! E vi anticipo: a me piace la chitar-ra elettrica, non quella classi-ca, ma prima di suonare l’e-lettrica devo imparare la clas-sica!! � e così ve la presento: La chitarra classica, ha una forma particolarmente dolce nella curvatura della cassa di risonanza: le corde sono di nylon il manico è più largo rispetto agli altri modelli. La congiunzione tra il manico e la cassa avviene al 12° ta-sto. I suoi elementi fondamentali sono: la cassa di risonanza,

formata dalla parte superiore della tavola armonica, da quella inferiore detta fondo e da una serie di curve laterali, chiamate fasce. Sulla tavola armonica si apre un fascio circolare: la buca in cui è pre-sente la cordiera e a cui ven-gono attaccate le corde, sulla quale si inserisce un piccolo listello bianco: il ponticello, che serve per regolare l’altez-za delle curve rispetto alla tavola armonica. Nel ‘700, essa era fornita di 5 corde doppie, divenute più semplici e aumentate a 6. Sulle casse di risonanza si innesta il manico che termina con la paletta, dove sono pre-senti due fessure, nelle quali trovano posto i perni collega-ti con le chiavette. Sul mani-co è stata incollata la tastie-ra, che prosegue fino a rag-giungere la buca. La tastiera è munita di sbarrette di me-

tallo che delimitano i tasti di lunghezza variabile. In alto la tastiera inizia con un suppor-to in osso o in plastica, su cui passano le corde, chiamato capotasto, che ha una funzio-ne simile a quella del ponti-cello. I legni che vengono im-piegati sono: l’abete, ma an-che il pino o il cedro. Il mani-co è realizzato con diversi tipi di legno: nelle chitarre più belle è in ebano, perché non assorbe l’umidità. Ma può essere costruita anche con altri tipi di legni duri e resi-stenti. La chitarra classica è il modello più diffuso nei paesi neolatini: Spagna, Italia, Francia e Portogallo, nonché nella tradizione musicale Bra-siliana. Ma è sicuramente nel flamenco che l’impiego della chitarra raggiunge i risultati più ricchi ed emozionanti.

La chitarra

Musica

PAGINA 16 IL PICCHIO

Page 17: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

Di Serena Tronto

Titolo originale: Final destinationTitolo originale: Final destinationTitolo originale: Final destinationTitolo originale: Final destination Regista: James WongRegista: James WongRegista: James WongRegista: James Wong Anno di produzione: 2000Anno di produzione: 2000Anno di produzione: 2000Anno di produzione: 2000 Casa produttrice: New Line CinemaCasa produttrice: New Line CinemaCasa produttrice: New Line CinemaCasa produttrice: New Line Cinema Genere: ComicGenere: ComicGenere: ComicGenere: Comic----HorrorHorrorHorrorHorror Si tratta di una serie di 3 film (in questo perio-do ci sono le riprese del quarto) con la stessa trama.

Un gruppo di persone (una scolaresca delle su-periori il primo film, perfetti sconosciuti il se-condo, amici il terzo) deve fare un’esperienza (in aereo per Parigi il primo film, in autostrada il secondo, alle giostre il terzo), ma una persona del gruppo, ha una premonizione: moriranno tutti in un incidente. Questo premonitore deci-de di dire a tutti quello che accadrà per tentare di salvare la vita all’intero gruppo. Seguirà degli indizi per permettere alle persone di sfuggire ai piani della morte…

Final Destination — Morti a catena

Cinema

NUMERO 35—MARZO 2009 PAGINA 17

Page 18: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

UN’AVVENTURA INDIMENTICABILE Ciaspolada in notturna sul Nevegal

Di Floriano Fontana Mercoledì 18 febbraio 2009, la classe 2 C, insieme ai proff. Italo Dal Mas e Matteo Masini e con alcuni genitori, sono an-dati sul Nevegàl per una cia-spolada in notturna. Siamo partiti dal piazzale della scuo-la alle 14.10. Fortunatamente abbiamo trovato una bellissi-ma giornata. Arrivati in seggio-via in cima al “colle” abbiamo messo le ciaspe e siamo parti-ti. Le ciaspe o “racchette da neve” servono per non spro-fondare nella neve, che era alta ben 2.50 m! C’era un bellissimo panorama e ci siamo molto divertiti. La cosa che ci ha divertito di più sono state le molte cadu-te, sia da parte degli alunni sia dei professori. La caduta più bella è stata quella di Pa-trick Funes, che si è infossato

nella neve. Abbiamo camminato per di-verse ore sulle collinette di neve e poi, verso il tramonto, ci siamo inoltrati nel bo-sco con le luci spente. Poi la parte che è piaciuta a tutti è stata quando siamo andati… in pizzeria! Abbiamo mangiato a volontà. Alla fine perfino Giacomo era

stanco, lui che aveva fatto ca-sino tutto il giorno. La mattina seguente, a scuola, abbiamo raccontato le nostre storie ai professori e Giacomo si è messo cantare “jingle bells”!!! Secondo la classe aveva fatto uso di sostanze stupefacenti. E’ stata un’avventura indi-menticabile.

I MIEI HOBBY

Di Mariangela Panait Ciao a tutti!=) Per chi non mi conosce... io sono Mariangela!=) Ho 13 anni, e vi vorrei parlare un po’ dei miei hobby… Allora, innanzitutto il mio hobby preferito è la pallavolo. Mi piace perché è uno sport molto at-tivo. E in più nella mia squadra ci sono tutte le

mie amiche!=) In tutto siamo in otto: io, Giada, Silvia, Sharon, Alessia, Alison, Francesca e Fede-rica. Ho gli allenamenti 2 volte alla settimana… il martedì e il venerdì. A me piace un sacco per-ché, è uno sport divertente. Domenica 25 gennaio abbiamo iniziato il cam-pionato provinciale. Ne faremo molti altri... quel-lo era soltanto il primo giorno!=) Io ho anche tanti altri hobby, come preparare dolci, di solito li faccio alla domenica con mia mamma , andare in bicicletta, più delle volte ci vado con mio fratello, uscire con le amiche (al sabato sera), messaggiare con i miei amici (ogni 2 secondi!), e ascoltare musica POP sull’ Mp4!=)…soprattutto Avril Lavigne, Rihanna, e Britney Spears!=)…

PAGINA 18

Sport

IL PICCHIO

Page 19: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

IL RUGBY: UNO SPORT IN ASCESA Di Enrico Tonin Da pochi giorni è terminato il “Torneo delle Sei Nazioni”, un torneo di rugby che vede coinvolte, come dice il nome, sei squadre. Contrariamente a quanto si pensa, il rugby, nonnonnonnon è uno sport violento: il rispetto delle regole e dell’arbitro sono d’obbli-go! Non è come nel calcio, in cui spesso non man-cano contestazioni, i giocatori discutono animata-mente con l’arbitro e, molto spesso, ci sono delle risse. I tifosi del rugby sono molto socievoli e civili e si mescolano tra loro sugli spalti senza distinzione di squadra. Negli stadi, poi, non ci sono poliziotti. Il campo ha una lunghezza massima di 100 m x 70 m. Agli estremi del campo, ci sono due porte lar-ghe 5,6 m., attraversate da una sbarra centrale posta a 3 metri di altezza. Si gioca con un pallone ovale, che è molto facile da prendere, anche se, in alcuni casi, può diventare scivoloso. La squadra in campo ha 15 giocatori disposti in tre zone: il pacchetto degli avanti è formato dalla pri-ma linea dove ci sono i piloni (2), che nella mischia si vedono faccia a faccia con gli avversari e dall tallonatore, che si contende la palla con l’avversa-rio in mischia ed è quello che effettua la touch. Nella seconda linea ci sono due giocatori che in mischia hanno la testa tra il tallonatore e i piloni ( per questo sono muniti di caschetto). Ci sono poi tre giocatori in terza linea: i due flankers, che spin-gono sui fianchi sulla mischia e al centro la torre di controllo, che prende la palla in fallo e la passa. Nella cerniera centrale c’è il mediano di mischia, che introduce la palla nella mischia, la recupera e orienta il gioco sollecitando gli avanti e i terzini, c’è anche il mediano di apertura, specialista dei calci piazzati. Il mediano di apertura decide la tattica, annuncia le impostazioni e decide il ritmo della partita. Nella linea di dietro ci sono quattro giocatori: due al centro, veloci e artefici del bel gioco, esperti nei passaggi millimetrici e altri due alle ali, con il com-pito di bucare la difesa avversaria e, cosa più im-portante, abili nel placcare. L’ultimo giocatore è l’estremo, che ha il compito di recuperare i calci di rinvio della squadra avver-saria e di rilanciare in gioco con le mani o con un calcio di rinvio. I punti si ottengono in tre modi: con una punizione o calcio di rimbalzo (3 punti), quando la palla viene calciata tra i pali della porta. con una meta (5 punti): che si ottiene quando la palla tocca l’area di meta della squadra avversaria

con una trasformazione (2 punti): quando la palla viene calciata dai 22 metri perpendicolari al punto della meta e si centra la porta. Le azioni più belle del rugby sono: il passaggio che non va mai fatto in avanti, ma solo passando la palla all’indietro!! la mischia, una specie di prova di forza tra le due squadre. Come un corpo unico di 800 Kg, gli 8 giocatori spingono contro gli avversari. E’ il modo di riprendere l’azione dopo un fallo e ce ne posso-no essere decine in una partita. la maul, quando si nasconde la palla agli avversa-ri. La squadra si impegna in una mischia e tutti spingono per guadagnare terreno. Se avanza trop-po, l’avversario butta giù la maul commettendo fallo. la fermata al volo, il gesto più coraggioso del terzi-no. Se si afferra la palla al volo nei propri 22 metri su pallonetto avversario, questa, gridando “Mark!”, diviene intoccabile. il placcaggio, l’azioni di difesa per eccellenza nel rugby. Le braccia bloccano l’avversario a terra. Il più bello è il placcaggio alle gambe. Il Torneo delle Sei Nazioni, di cui abbiamo parlato all’inizio, è un torneo di rugby che viene giocato da sei squadre: Scozia, Inghilterra, Galles, Francia, Irlanda e, da alcuni anni, l’Italia. Ogni squadra gioca 10 partite ( 2 contro ogni altra squadra). Ai vincitori va la “Webe Ellis Cup”, la cop-pa del rugby. Achi arriva ultimo tocca invece il “Wooden Spoon”, il cucchiaio di legno. Proprio mentre questo numero del Picchio sta per essere chiuso, il Torneo delle Sei Nazioni si è chiu-so e quest’anno il Cucchiaio di legno, purtoppo, è toccato all’Italia, ma siamo sicuri che il prossimo anno sarà tutt’altra storia!

NUMERO 35—MARZO 2009 PAGINA 19

Page 20: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

LABORATORIO DI ELETTRONICA In questo laboratorio, condotto dal prof. Dal Mas, impariamo le basi dell’elettronica. I primi circuiti che abbiamo realizzato sono stati: il “multivibratore astabile”, il ”fotocopiatore” ed altri come le luci psichedeliche. Esse sono state realizzate con il “circuito stampato”, purtroppo però, molte di esse non hanno funzionato, per una scelta di un componente sbagliato. Per chi ci capisce qualcosa, ecco lo schema del multivibratore astabile.

Di Mikela Llupo Incisione stampa è il laborato-rio del prof. Giuseppe Miche-letto ed è un laboratorio fanta-stico… Il professore mi ha fat-to vedere cosa si fa ad “incisione e stampa”, e come si lavora... eee, sinceramente è troppo divertente!!!! C’è un motivo preciso per cui si chiama così, intanto incisio-ne perché prima di tutto biso-gna incidere adoperando gli scalpelli su materiale gommo-so, ottenendo una matrice di stampa, dalla quale si ottengo-no numerose copie identiche.

Si stampa sul torchio, una macchina che preme il foglio sulla matrice inchiostrata… e così viene fuori il disegno !!!! È troppo divertente e bello, e

poi il professore riesce a farti sentire a tuo agio, senza farti

stare in ansia, e se sbagli non importa… Lo stesso prof. Micheletto ci ha raccontato: “il laboratorio di incisione stampa sta riscuo-tendo successo. Gli allievi la-vorano in sintonia con l’inse-gnante condividendo entusia-smo, voglia di fare, creatività e anche gli studenti con proble-mi particolari, raggiungono risultati SORPRENDENTE-MENTE positivi…!!!” E poi abbiamo parlato anche con i ragazzi che hanno con-fermato che è un laboratorio davvero molto bello e interes-sante.

INCISIONE e STAMPA

PAGINA 20 IL PICCHIO

Page 21: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

NUMERO 35—MARZO 2009 PAGINA 21

Di Anna Giazzon e Ilaria Rossi Venerdì 3 aprile ’09 il gruppo polifonico di flau-to dolce della nostra scuola si è esibito per la seconda volta a Piovene Rocchette (VI) dove si era precedentemente qualificato. Accompagnati dall’immancabile prof. Pandan-te e dalla prof. Cristina Da Rold, sempre dispo-nibile… Alle 16.00 siamo partiti dal piazzale della scuola per arrivare a Piovene alle 18.00 duran-te il viaggio ognuno ha occupato il tempo in ogni modo possibile e immaginabile dalle parti-te collettive a “uno” alle lunghe chiaccherate con gli amici. Secondo noi il tragitto in corriera è il pezzo più bello in cui si riesce a dimentica-re la tensione pensando solo a divertirsi insie-me. Appena arrivati ci siamo sistemati in una sala riunioni dove abbiamo cenato al sacco, voleva-mo precisare che erano le 18!!!e fino alle 2-2.00 circa non abbiamo toccato cibo, bè dai almeno abbiamo fatto un po’ di dieta… si fa per dire! Dopo aver riempito i nostri poveri stomaci affa-mati ci hanno portato all’ auditorium, dove ab-biamo provato per circa mezzora. Successiva-mente ci è stato assegnato un “camerino” (se ha il diritto di chiamarsi così) visto che era mo-ooolto piccolo e grazie al prof abbiamo aggiun-to una nuova esperienza al nostro viaggio: la sauna, che non è di certo uno dei migliori trat-

tamenti termali (31 persone in 3m2).GRAZIE PROF!! Continuando il nostro racconto, prima di esibir-ci abbiamo ascoltato gli altri gruppi selezionati tra cui il gruppo polifonico della scuola di Pio-vene Rocchette, ma uno dopo l’altro le scuole hanno suonato e il nostro turno si avvicinava finchè un’organizzatrice della serata ci ha ri-portati nel nostro “fantastico” camerino dove ci siamo preparati. Dietro la quinte la tensione era alle stelle, a parte qualche raro caso. Ci siamo sistemati sedie e leggii e finalmente il sipario si è aperto. I flauti hanno cominciato a suonare quasi automaticamente e tutti si sono rilassati. I brani che abbiamo eseguito sono stati: Rondeau, Badinerie e Concertino nello stile di Mozart. Alla fine dell’ esibizione la professoressa Da Rold (con il suo bellissimo scialle blu, compli-menti!) ha ritirato per noi il premio: un flauto tenore e il diploma di merito. Dopo l’emozione del momento ci siamo rifocil-lati grazie al rinfresco gentilmente offerto dalla scuola. Il ritorno è stato come sempre fantasti-co e soprattutto più rilassato! Siamo arrivati a mezzanotte, stanchi ma soddisfatti dell’esito… E’ stata veramente una bellissima esperienza dove ognuno di noi ha dato il meglio di sé per la nostra vittoria, infatti è proprio questo il bel-lo del suonare insieme perché alla fine ti senti orgoglioso di aver contribuito al meritato pre-mio... ancora una volta…GRAZIE PROF!

RODARI RECORDER GROUP CONCERTO A PIOVENE ROCCHETTERODARI RECORDER GROUP CONCERTO A PIOVENE ROCCHETTERODARI RECORDER GROUP CONCERTO A PIOVENE ROCCHETTERODARI RECORDER GROUP CONCERTO A PIOVENE ROCCHETTE

Page 22: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

A destra: A destra: A destra: A destra: una rara fotografia di John Nash, giovane studente a Princeton; a sinistra:a sinistra:a sinistra:a sinistra: Piet Hein, lo scrittore danese autore del Cubo Soma; sotto: sotto: sotto: sotto: La scacchiera del-l'Hex, formata da 121 esagoni

Vi proponiamo alcuni siti internet per giocare ad Hex on line: http://www.playsite.com/games/board/hex/ondex.html http://www.mazeworks.com/hex7/ http://games.cs.ualberta.ca/webgames/hex/ http://www.math.niu.edu/~rusin/uses-math/games/hex/hex.ZIP http://home.earthlink.net/~vanshel/ http://www.xmission.com/~kwalker/jgame/README_hex.html

Spazio GiochiSpazio GiochiSpazio GiochiSpazio Giochi

Nel 1942, Piet Hein presentò agli studenti dell'Istituto di Fisica Teorica “Niels Bohr” di Copenaghen un nuovo gioco, battezzato Poli-gon. Hein, raccontò agli studenti che l'idea gli era venuta in mente studiando il problema dei quattro colori, il famoso teorema di topologia, risolto soltanto nel 1977, secondo il quale so-no sufficienti quattro colori per colorare una carta geografica in modo che i paesi confinanti abbiano sempre colori diversi. Il gioco ebbe un immediato successo fra gli studenti. Dobbiamo, però, precisare che l'Hex ha un secondo padre spirituale. Indipendentemente da Piet Hein, il premio Nobel John Nash, il protagonista del re-cente film di successo, premio Oscar per la re-gia, A Beatiful Mind, riscoprì infatti il gioco, nel 1948, quand'era studente all'Università di Prin-ceton. Nash ha il merito di aver sviluppato l'a-nalisi della strategia del gioco, dimostrando co-me l'Hex, le cui regole si imparano in trenta se-condi, abbia poi una strategia talmente ricca e complessa da catturare qualsiasi appassionato

di giochi matematici. Gli studenti dell'Istituto di Matematica di Princeton iniziarono a giocare a Nash, come venne battezzato il nuovo gioco, sulle piastrelle esagonali dei bagni dell'Istituto. Questo è il ricordo di John Milnor, studente a Princeton alla fine degli anni quaranta:Il nome Hex verrà dato soltanto nel 1952, a una delle prime versioni commerciali del gioco. "L'Hex è forse il più diffuso e profondamente analizzato dei nuovi giochi matematici del 20°secolo. Può essere considerato un lontano cugi-no del Go e si gioca su una scacchiera romboi-dale a celle esagonali. Gli esagoni sono gene-ralmente 11 per lato. Due lati opposti del rom-bo hanno lo stesso colore, ad esempio blu e gli altri due rosso. Uno dei giocatori ha a disposizione un certo nu-mero di pedine blu e l'altro di pedine rosse. Vin-ce chi riesce per primo a creare con le sue pedine una catena ininterrotta che col-leghi i lati opposti dello stesso colore.

PAGINA 22

Hex, il gioco di strategia da tavolo più famoso del 20° secolo!Hex, il gioco di strategia da tavolo più famoso del 20° secolo!Hex, il gioco di strategia da tavolo più famoso del 20° secolo!Hex, il gioco di strategia da tavolo più famoso del 20° secolo! Di Daniele Perot

IL PICCHIO

Page 23: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

ParcheggioParcheggioParcheggioParcheggio Un uomo è a terra immobile. Un passante scende dal marciapiede e gli chiede:

-Si è fatto male? E quello:

-No, è che ho trovato parcheggio ed ho mandato mia moglie a comprare la macchina!

Colmi: qual è il colmo per…Colmi: qual è il colmo per…Colmi: qual è il colmo per…Colmi: qual è il colmo per… … un dermatologo? Avere un amico per la pelle! … un pittore? Fare il quadro della situazione!

… una guardia forestale? Prendersi cura di un parco macchine! … un bugiardo? Ingannare il tempo!

… un tipografo? Essere un uomo di vecchio stampo! … uno spazzino? Vuotare il sacco!

Barze...Barze...Barze...Barze...

I FIAMMIFERII FIAMMIFERII FIAMMIFERII FIAMMIFERI

Ecco un pesciolino che nuota verso destra. Co-me puoi farlo nuotare verso sinistra cambiando la posizione di quattro fiammiferi soltanto?

FUTOSHIKIFUTOSHIKIFUTOSHIKIFUTOSHIKI Ogni linea orizzontale e verticale deve essere riempita con i numeri 1, 2, 3, 4, e 5. Lo stesso nu-mero non può essere ripetuto sulla stessa linea. Bisogna seguire il segno “ > ’’ (maggiore di) e

‘‘ < ’’ (minore di).

1

5

5

NUMERO 35—MARZO 2009 PAGINA 23

Page 24: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

PAGINA 24 IL PICCHIO

CrucinumeroCrucinumeroCrucinumeroCrucinumero

1

1

0

2

8

0 3

2

5

5

4

3

4

5

4

6

8 7

9

3

5

2

0

Soluzioni del n. 34 Febbraio 2009Soluzioni del n. 34 Febbraio 2009Soluzioni del n. 34 Febbraio 2009Soluzioni del n. 34 Febbraio 2009

GIOCA E IMPARA GIOCA E IMPARA GIOCA E IMPARA GIOCA E IMPARA

-Con la stessa tattica di prima scopri la frase e traducila in francese.

Je suis un oiseau qui il vies dans la forêt

19 1 12 21 20 10 5 13 1 16 16 5 12 12 5

S A L U T J E M ‘ A P P E L L E

23 15 15 4 25 23 15 15 4 16 5 3 11 5 18 5 20

W O O D Y W O O D P E C K E R E T

10 5 3 8 5 18 3 8 5 4 5 19

J E C I E R C I E D E S

1 13 9 19

A M I S

20 21 22 5 21 24 5 20 18 5 13 15 14 1 1-3

9

T U V E U X Ê T R E M O N A M I ?

9 13 17 13 12 13 19 12 19 3 3 5 10 10 13

I O S O N O U N U C C E L L O

3 8 5 20 9 20 5 12 5 10 10 1

C H E V I V E N E L L A

6 13 16 5 17 18 1

F O R E S T A

I quadratiI quadratiI quadratiI quadrati le mille lirele mille lirele mille lirele mille lire

MancantiMancantiMancantiMancanti

il ragionamento dei tre amici è sbaglia-to; infatti le 27 000 lire sborsate com-prendono sia il conto (25 000) che la mancia (2 000) e dunque non manca nulla.

Page 25: Numero 35—Marzo 2009 Il Picchio€¦ · Ma se questo è vero, possiamo davvero pensare che quel-la di Eluana fosse vita? Ricordiamo Eluana e im-maginiamola finalmente libera. ELUANA

Il Picch

io augu

ra a tut

ti i

suoi let

tori

Buona P

asqua !