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Pietrafesano o Pietrafesa? Grazie, Giuseppe. Vita dell'Africa Il calcio Il Pietrafesano Arte: La Pietà di De Gregorio
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ilpietrafesano.wordpress.com Numero 1 Anno 1
[email protected] Un’antica città, una nuova generazione
Pietrafesano o Pietrafesa? Qual è il giusto appellativo da rivolgere a Giovanni de Gregorio?
Non bisogna pensare al solo atto patriotico compiuto da Garibaldi e compari, ma anche a ciò che è stato. In-
fatti non tutti conoscono le tante vicende che accompagnarono Giuseppe nelle sue molteplici insurrezioni. Le
tante promesse non furono mantenute da questo, che con tanta demagogia è riuscito ad ottenere il consenso
popolare. Ma questo è solo poco. E’ nell’incontro a Teano che tutti i sogni furono infranti. Quelle care camicie
rosse, che speravano tanto in una democrazia ma specialmente nelle terre, si sono ritrovati a vedere un caro re
a governare la tanto sudata Italia meridionale. Infine l’unificazione nel 1861. E dopo? La gentile donazione delle merci preg iate me-
ridionali dirette a Casa Savoia, e poi il gentil pagamento che però è stato posto dal capo sbagliato. Tasse sui prodotti di prima neces-
sità rivolte ad una povera Italia meridionale neonata che a stento riusciva a vivere. Così donne e uomini come Crocco e Ninghe Nan-
ghe (Giuseppe Summa) furono massacrati o processati e appesi in piazza, in modo da sensibilizzare la popolazione. 154 anni dall’U-
nità d’Italia. Tu che ne pensi? Invia la tua a [email protected]
Il calcio
Ecco il punto su FC
Satriano
A pagina 2
Vita dell’Africa
Quando trovi un diario di guerra…
A pagina 3
“I nomi sono corrispondenti alle cose” dice-
va Giustiniano. E per quanto riguarda il de
Gregorio è il caso di dire che alla cosa corri-
spondono i nomi. Eh si, perchè chi non si è
mai trovato a parlare del pietrafesano e cin-
que minuti dopo a citarlo come il Pietrafesa?
>>Continua a pagina 2>>
Scultura di L. La Torre
Grazie, Giuseppe! Di Antonio Santopietro
La Pietà
Il primo vero dipin-to del De Gregorio
A pagina 2
2
Pietrafesano o Pietrafesa? “I nomi sono corrispondenti alle cose” diceva Giustiniano.
E per quanto riguarda il de Gregori è il caso di dire che alla
cosa corrispondono i nomi. Eh si, perché chi non si è mai
trovato a parlare del pietrafesano e cinque minuti dopo a
citarlo come il pietrafesa? Chi di noi saprebbe rispondere se
gli venisse chiesto qual è il giusto soprannome da dare al
pittore satrianese? Pochi, noi compresi. E così
dato che il nostro giornale si propone, fra le
varie cose, di approfondire la figura
del pittore seicentesco, abbiamo
deciso di partire cercando di
dare risposta a questa doman-
da. Abbiamo perciò contattato
Rocco Pascale, studioso della
figura, che ringraziamo infini-
tamente per la grande pazienza
e la grande disponibilità, il
quale ritiene “che bisognerebbe
conservare l'appellativo che
storicamente gli è stato attri-
buito, ovvero Giovanni de Gre-
gorio detto “il Pietrafesa”. Le
fonti letterarie del '700, che rappresentano i documenti più
importanti in mancanza di evidenze archivistiche sulla ma-
teria, sono concordi nell'utilizzo dell'appellativo “il Pietra-
fesa”.Nello specifico, lo identificano così: G.B. Pacichelli ne
“Il Regno di Napoli in prospettiva” (1702), Costantino
Gatta ne “Memorie topografico-storiche della provincia di
Lucania” (1732), G.Antonini ne “La Lucania. Discorsi” del
1745, F. Sacco ne “Dizionario geografico istorico fisico del
Regno di Napoli” (1796), L. Giustiniani ne “Dizionario
geografico ragionato del Regno di Napoli“ (1797-1805) e B.
De Dominici “Vite de pittori, scultori ed architetti napole-
tani...” (1742/5).”A questo punto sembra ovvio che i soste-
nitori del “pietrafesano” debbano rassegnarsi e ammettere
di essere nel torto, ma sarebbe comunque interessante cer-
care di capire perché si è diffusa l'abitudine di chiamarlo
nell'altro modo, Rocco ci spie-
ga come secondo lui questa
abitudine sia stata diffusa dal
de Gregori, che usava appunto
firmarsi “p(i)etrafisianus pin-
gebat”.Ma ci fa anche notare
come altri artisti usassero fir-
marsi facendo riferimento alla
città di origine, come il Correg-
gio, che spesso vidimava le suo
opere “Corregiensis” ,ma nono-
stante ciò è passato alla storia
come sappiamo e non come il
“Correggese". In più aggiun-
ge che “La firma dell'artista
non sempre univoca. Ci sono
molte varianti linguistiche. questa è una testimonianza del
fatto che la parola scritta non ha la stessa importanza che
ha oggi e persino lui finisce una volta per firmarsi pietrafi-
sianus, un'altra petrafisianus un'altra ancora petrefisianus,
un'altra petrafesanus. Questo per dire che il problema
sull'attestazione ce lo facciamo più noi, lui probabilmente
si sarebbe accontentato di esser ricordato come pittore di
Pietrafesa...” Aurelio
Quello che quest'anno sta facendo l'FC Satriano ha il sapore dell'impresa! Infatti gli ottimi risultati confermano proprio che que-
sto Satriano è spettacolare! In questa stagione la squadra Satrianese ha cambiato molto rispetto all'anno scorso: si è rinforzata
con nuovi innesti di alto valore, ha cambiato l'allenatore e ha cambiato anche il presidente. Quest'ultimo, Marioantonio Pascale,
ha rafforzato la squadra rallegrando tutti i tifosi dell'Fc. Tra gli acquisti migliori c'è il satrianese Rocco Mastroberti, classe, fan-
tasia e regia a centrocampo, esperienza sul campo di gioco. Ottimi sono anche Carmine Santopietro, mediano che possiede una
gran botta nel piede e che può sfruttare il suo possente fisico ed Antonino Barra, attaccante di Battipaglia, alto e molto bravo
con i piedi. Il Satriano ad inizio stagione aveva cominciato non proprio bene vincendo in casa e perdendo in trasferta, ma con un
pò di tempo la squadra ha cominciato ad avere continuità vincendo anche in trasferta ed è arrivata ad avere gli ottimi risultati
attuali. Tra le partite più emozionanti della stagione ci sono sicuramente il 2-0 con lo Sporting Matera e il 4-2 con lo Sporting
Pignola. Il 2-0 con il Matera è stato un risultato piuttosto stretto per il Satriano che è andato a segno con il capitano Mastroberti
e con un gran gol da centrocampo di Santopietro. Invece il 4-2 contro il Pignola è stato molto emozionante per i tifosi satrianesi:
qui sono andati a segno Barra con una doppietta, Fringuello e Santopietro. In questo momento l'Fc Satriano ha un ottimo posto
in classifica, è al 3° posto con 61 punti dietro allo Sporting Pignola con 62 e allo Sporting Matera con 63. Inoltre ha un buon van-
taggio dal 4° posto che al momento appartiene al Real Senise che ha 53 punti. Se il Satriano arriverà 3° a fine stagione, affronte-
rà in casa la quarta classificata. Se invece arriverà 2°, affronterà sempre in casa la quinta classificata. A questo punto non ci
rimane che dire: forza Fc Satriano!
FC Satriano: una stagione incredibile! DI Lorenzo Blasi
Vita dell’Africa Cronostoria di un diario di guerra
E’ una lettera che a volte cambia la vita, o sarebbe me-
glio dire che la stravolge. Una di queste era quella che
chiamava alla leva obbligatoria, ma ancora peggio alla
partenza verso qualche luogo sconosciuto dove poter im-
bracciare un fucile o una mitragliatrice, vedere la gente
morire, gente come te, ma che si trasforma in quegli atti-
mi in piccoli oggetti senza un proprio scopo, invertebrati.
E gli oggetti possono essere sbattuti qua e là, senza che
provino dolore. Ma in realtà questi avevano una propria
storia, un proprio animo, forse ribelle agli insegnamenti
della cultura fascista appresi con bacchettate dalla signo-
ra maestra. Forse i giovani combattenti avrebbero prefe-
rito quelle al dolore della guerra. Che colpa ne avevano
loro, giovani ritenuti liberi ma costretti a divenire servi
del regno d’Italia? Come è facile pensare, non erano i soli
a soffrire davanti all’orrore, ma anche i parenti che spes-
so non vedevano tornare i propri figli. Infatti, questi sono
citati in piazza Umberto I sul monumento in memoria
dei Caduti.
Ma noi abbiamo mai pensato a cosa vivevano ogni giorno
i combattenti, o ci siamo limitati a studiare i movimenti
compiuti dalle grandi potenze sui libri di storia?
Diario di Angelo. Dal 28 Ottobre 1936
“Mi sono presentato all’ Ufficio Lavori di Potenza con
altri 400 operai provenienti da tutti i comuni della pro-
vincia.” Il giorno seguente questi partirono per Napoli
via treno. Giunti alla caserma, definita brutale, tutti si
sono riuniti, erano circa tremila. Il mattino successivo
tutti passarono la visita da sette dottori, ognuno specia-
lizzato nella visita di una particolare funzione. Chi non
era idoneo scoppiava in lacrime “come un ragazzo” per-
ché era costretto a tornare alla propria casa, pensando a
come fare a vivere senza pane. Questo forse era l’unico
elemento di sollievo da parte di questi giovani: a lavoro
corrispondeva il pane, alla guerra corrispondeva il pane,
ma forse sudando lacrime. Dopo aver ricevuto l’idoneità
si riceveva il vestiario e il corredo. Il due novembre, men-
tre il resto del mondo piangeva i propri cari defunti, altri
si imbarcavano sul piroscafo mercantile “Agaden” e si
sistemarono nelle proprie cuccette. Il 12 novembre arri-
varono in Africa, dove alcuni camion li portarono in una
zona di baracche piene di pulci e pidocchi e dove il giorno
le mosche li mangiavano come se fossero stati “ricoperti
di miele”. In seguito i militari si trovarono di fronte ad
un viaggio durato sei giorni per Dessiè, città tra l’Eritrea
e l’Etiopia, ora appartenente a quest’ultima nazione.
Tutte le sere si coricavano sul duro terreno, con la coper-
ta sotto le spalle. Angelo però notò la presenza di buchi
larghi dieci centimetri e per questo si poneva sempre in
mezzo ad altri tre paesani: Antonio, Teodoro e Francesco.
L’ultimo giorno di viaggio l’auto si ruppe a causa di alcu-
ni giovani che talvolta si scambiavano con l’autista,
quindi rischiarono di cadere per un ponte. Così ogni per-
sona salì in un’altra auto, e i quattro paesani si trovarono
divisi. Angelo era stato assegnato al Cantiere N. 0, ma
non appena lui si recò presso questo, vide i suoi amici in-
tenti a raggiungere il Cantiere N. 1. Con una mossa fulmi-
nea, prese la valigia per le mani, mise lo zaino in spalla e
li raggiunse. Naturalmente il viaggio di Angelo, uno dei
tanti, non finisce qui. Angelo riuscì a tornare a casa sal-
vo, ma non completamente sano, lasciando il suo diario
“Vita dell’Africa”.
Un’orazione, il cui testo integrale è disponibile sul nostro
sito, chiede a Sant’Anna, madre della Madonna, la libera-
zione e la protezione dal colera.
3
Di Antonio Santopietro
HANNO CONTRIBUITO Don Rocco Moscarelli, Angelina Sangiacomo, Michela Saganeiti. Si ringrazia per i preziosi consigli Grazietta
Elena Pascale (Nina di Giocondo)
ilpietrafesano.wordpress.com
Leggi questi e altri articoli!
Il Pietrafesano @pietrafesano [email protected]
4
La Pietà è la prima opera firmata del Pietrafesa, risalente al 1608. Olio su tela, è custodita nella
chiesa di San Francesco a Potenza. Il dipinto di forte carica emotiva, rappresenta il classico tema
della pietà, con la Madonna che stringe a se il figlio ormai morto. L'opera è di estrema importan-
za, perché testimonia l'altissimo livello raggiunto dal de Gregorio dopo il suo apprendistato parte-
nopeo .Viene citata per la prima volta in un inventario nel 1809 dei beni in possesso dei conventi
francescani e viene considerata come una delle massime espressioni di arte sacra lucana, tanto da
essere inserita nel 2000 nella grande mostra in occasione del giubileo “Imago Christi”. Di forte
trasporto emotivo, in particolar modo il volto afflitto della vergine. Aurelio
L
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