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1 NOZIONI DI PRONTO SOCCORSO Premessa Lo scopo di questo lavoro Può capitare a chiunque di doversi trovare all'improvviso in una situazione in cui è necessario prestare il proprio soccorso. Purtroppo il più delle volte non si è per nulla preparati ad un'evenienza del genere. Ci si affida perciò al buon senso, alle cose che da sempre si sentono dire, ma che spesso sono completamente erronee e sconsigliabili. Senza un minimo di preparazione, invece di aiutare una persona, si rischia di aggravare la situazione. Il soccorso qualificato La convinzione, piuttosto diffusa, che la cosa migliore da fare sia trasportare l'infortunato al pronto soccorso con il primo mezzo a disposizione è assolutamente sbagliata. Davanti ad un incidente è bene rivolgersi al personale specializzato, in grado di trasportare l'infortunato nel migliore dei modi e, nell’attesa dei soccorsi, è importante sapere cosa fare per non peggiorare la situazione e per aiutare correttamente chi ne ha bisogno. La validità delle massime popolari Spesso, le massime popolari sono assolutamente erronee. Basti pensare alla consuetudine di dare da bere qualcosa di forte e d’alcolico a chi ha uno svenimento o un mancamento, un errore molto grave, poiché l'alcol è un vasodilatatore che provoca l'effetto opposto a quello necessario. E ancora, non bisogna mai muovere un incidentato, se ha delle fratture ogni spostamento va effettuato con la massima delicatezza e la giusta tecnica, altrimenti si possono produrre ulteriori pericolosissime lesioni. Quante volte ai soccorritori capita di trovare l'infortunato che è stato estratto dall'automobile da maldestri passanti che credono in questo modo di aiutare il malcapitato! La cultura del primo soccorso E' allora importante che ognuno di noi impari quelle poche ed elementari norme di cultura generale del primo soccorso, che possono talvolta contribuire a salvare una vita nei momenti di emergenza o comunque ad aiutare e alleviare le pene di chi soffre. Lo scopo di questo lavoro non è quello di creare dei soccorritori: per fare questo bisogna seguire appositi corsi che affiancano alle nozioni teoriche le esercitazioni pratiche. E' però auspicabile che almeno le più elementari norme del soccorso facciano parte delle conoscenze di ognuno Il primo soccorso Cos'è il primo soccorso? Il primo soccorso consiste in una serie di manovre da applicare nel caso una persona sia colpita da un malore o da un incidente. Queste poche e semplici norme consentono spesso di preservare la vita di un infortunato o comunque di migliorarne le condizioni generali o evitarne il peggioramento Le fasi e la catena del soccorso Davanti ad un'emergenza è importante soprattutto MANTENERE LA CALMA, osservare molto bene la situazione, riflettere e agire con tempestività ed efficacia. FASE 1- COMPRENDERE: bisogna sempre ricordarsi che davanti ad un malore o ad un incidente per prima cosa bisogna osservare e capire cosa sta succedendo. Per rendersi conto della situazione, naturalmente, ci vuole un po' di tempo, ma non è tempo sprecato è un'operazione fondamentale! Il primo soccorso è efficace se s’individuano tempestivamente le lesioni, le loro cause e se si distinguono le lesioni che mettono in immediato pericolo la vita. Solo dopo questa prima indagine si può chiamare i soccorsi. FASE 2 - LA CHIAMATA: è molto importante, al momento della chiamata dei soccorsi, riferire cosa sta succedendo: in tal modo i soccorritori arriveranno con la giusta urgenza e con la giusta strumentazione, evitando successive perdite di tempo. La richiesta di soccorso deve essere precisa. E' bene specificare il nome di chi chiama, se è possibile lasciare un recapito telefonico, specificare cosa è accaduto e dove, fornendo tutte le notizie che possono essere utili, per esempio quanti feriti ci sono, quando è avvenuto il fatto, e così via. Tutte queste informazioni sono preziosissime per migliorare la qualità e la tempestività del soccorso, non sono una lungaggine burocratica o una perdita di tempo. Il recapito telefonico è prezioso nel caso i dati del luogo dell'infortunio non siano chiari o siano fraintesi, in questo modo i soccorritori possono richiamare per ulteriori precisazioni. Il più delle volte, invece, chi chiama i soccorsi è agitato e confuso, dimentica di specificare il luogo, non sa esprimere cosa succede, si limita a dire di fare presto perché c'è qualcuno che sta male, indicazioni, queste, troppo generiche per poter dare al soccorritore gli elementi per arrivare preparato e con la giusta attrezzatura. FASE 3 - IN ATTESA DEI SOCCORSI: in attesa dei soccorsi qualificati e dotati della giusta strumentazione, il soccorritore sul luogo può finalmente procedere alla fase di assistenza e di applicazione delle manovre di primo intervento che servono a preservare la vita dell'infortunato, a migliorarne le condizioni generali o comunque a

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NOZIONI DI PRONTO SOCCORSO

Premessa

Lo scopo di questo lavoro Può capitare a chiunque di doversi trovare all'improvviso in una situazione in cui è necessario prestare il proprio soccorso. Purtroppo il più delle volte non si è per nulla preparati ad un'evenienza del genere. Ci si affida perciò al buon senso, alle cose che da sempre si sentono dire, ma che spesso sono completamente erronee e sconsigliabili. Senza un minimo di preparazione, invece di aiutare una persona, si rischia di aggravare la situazione.

Il soccorso qualificato La convinzione, piuttosto diffusa, che la cosa migliore da fare sia trasportare l'infortunato al pronto soccorso con il primo mezzo a disposizione è assolutamente sbagliata. Davanti ad un incidente è bene rivolgersi al personale specializzato, in grado di trasportare l'infortunato nel migliore dei modi e, nell’attesa dei soccorsi, è importante sapere cosa fare per non peggiorare la situazione e per aiutare correttamente chi ne ha bisogno. La validità delle massime popolari Spesso, le massime popolari sono assolutamente erronee. Basti pensare alla consuetudine di dare da bere qualcosa di forte e d’alcolico a chi ha uno svenimento o un mancamento, un errore molto grave, poiché l'alcol è un vasodilatatore che provoca l'effetto opposto a quello necessario. E ancora, non bisogna mai muovere un incidentato, se ha delle fratture ogni spostamento va effettuato con la massima delicatezza e la giusta tecnica, altrimenti si possono produrre ulteriori pericolosissime lesioni. Quante volte ai soccorritori capita di trovare l'infortunato che è stato estratto dall'automobile da maldestri passanti che credono in questo modo di aiutare il malcapitato! La cultura del primo soccorso E' allora importante che ognuno di noi impari quelle poche ed elementari norme di cultura generale del primo soccorso, che possono talvolta contribuire a salvare una vita nei momenti di emergenza o comunque ad aiutare e alleviare le pene di chi soffre. Lo scopo di questo lavoro non è quello di creare dei soccorritori: per fare questo bisogna seguire appositi corsi che affiancano alle nozioni teoriche le esercitazioni pratiche. E' però auspicabile che almeno le più elementari norme del soccorso facciano parte delle conoscenze di ognuno

Il primo soccorso

Cos'è il primo soccorso?

Il primo soccorso consiste in una serie di manovre da applicare nel caso una persona sia colpita da un malore o da un incidente. Queste poche e semplici norme consentono spesso di preservare la vita di un infortunato o comunque di migliorarne le condizioni generali o evitarne il peggioramento Le fasi e la catena del soccorso

Davanti ad un'emergenza è importante soprattutto MANTENERE LA CALMA, osservare molto bene la situazione, riflettere e agire con tempestività ed efficacia. FASE 1- COMPRENDERE: bisogna sempre ricordarsi che davanti ad un malore o ad un incidente per prima cosa

bisogna osservare e capire cosa sta succedendo. Per rendersi conto della situazione, naturalmente, ci vuole un po' di tempo, ma non è tempo sprecato è un'operazione fondamentale! Il primo soccorso è efficace se s’individuano tempestivamente le lesioni, le loro cause e se si distinguono le lesioni che mettono in immediato pericolo la vita. Solo dopo questa prima indagine si può chiamare i soccorsi. FASE 2 - LA CHIAMATA: è molto importante, al momento della chiamata dei soccorsi, riferire cosa sta

succedendo: in tal modo i soccorritori arriveranno con la giusta urgenza e con la giusta strumentazione, evitando successive perdite di tempo. La richiesta di soccorso deve essere precisa. E' bene specificare il nome di chi chiama, se è possibile lasciare un recapito telefonico, specificare cosa è accaduto e dove, fornendo tutte le notizie che possono essere utili, per esempio quanti feriti ci sono, quando è avvenuto il fatto, e così via. Tutte queste informazioni sono preziosissime per migliorare la qualità e la tempestività del soccorso, non sono una lungaggine burocratica o una perdita di tempo. Il recapito telefonico è prezioso nel caso i dati del luogo dell'infortunio non siano chiari o siano fraintesi, in questo modo i soccorritori possono richiamare per ulteriori precisazioni. Il più delle volte, invece, chi chiama i soccorsi è agitato e confuso, dimentica di specificare il luogo, non sa esprimere cosa succede, si limita a dire di fare presto perché c'è qualcuno che sta male, indicazioni, queste, troppo generiche per poter dare al soccorritore gli elementi per arrivare preparato e con la giusta attrezzatura. FASE 3 - IN ATTESA DEI SOCCORSI: in attesa dei soccorsi qualificati e dotati della giusta strumentazione, il soccorritore sul luogo può finalmente procedere alla fase di assistenza e di applicazione delle manovre di primo intervento che servono a preservare la vita dell'infortunato, a migliorarne le condizioni generali o comunque a

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evitarne il peggioramento. Per esempio la fasciatura di una ferita, l'immobilizzazione di una frattura, il blocco di un'emorragia, il soccorso psicologico dell E' importante precisare che attraverso un manuale di primo soccorso le nozioni sono apprese in modo del tutto teorico, mentre alcune manovre, per esempio la respirazione artificiale, il massaggio cardiaco, la rimozione di un infortunato con lesioni alla colonna vertebrale e così via, richiedono non solo delle esercitazioni pratiche, ma anche delle particolari attrezzature come il palloncino "ambu", che serve per la respirazione artificiale, il "barellino a cucchiaio" per la rimozione e il corretto trasporto di chi ha una sospetta lesione alla colonna, e via dicendo. Va detto, per esempio, che il massaggio cardiaco, se praticato ad una persona che non è in arresto cardiaco, è dannosissimo e pericoloso. Sembra una banalità, ma senza un po' d’esperienza non è sempre facile capire se il battito cardiaco è presente o se è soltanto molto debole. Inoltre, senza un corso che prevede l'esercitazione pratica su un manichino, non è consigliabile improvvisare una rianimazione del genere. Bisogna infine ricordare che la differenza tra teoria e pratica è il più delle volte notevole. Ogni caso, nella realtà, si presenta in modo diverso e complesso, non è come lo schema che si trova in un manuale. Gli schemi servono per apprendere un protocollo di comportamento, ma vanno sempre adattati alla situazione, spesso molto più complicata. a persona. FASE 4 - L'ARRIVO DEI SOCCORSI: all'arrivo dei soccorsi qualificati si devono fornire tutte le informazioni richieste e utili per delineare cosa è successo. L'infortunato sarà quindi consegnato alle cure del personale di un'ambulanza che lo trasporterà nel migliore dei modi in un pronto soccorso.

Teoria e pratica: due aspetti differenti

E' importante precisare che attraverso un manuale di primo soccorso le nozioni sono apprese in modo del tutto teorico, mentre alcune manovre, per esempio la respirazione artificiale, il massaggio cardiaco, la rimozione di un infortunato con lesioni alla colonna vertebrale e così via, richiedono non solo delle esercitazioni pratiche, ma anche delle particolari attrezzature come il palloncino "ambu", che serve per la respirazione artificiale, il "barellino a cucchiaio" per la rimozione e il corretto trasporto di chi ha una sospetta lesione alla colonna, e via dicendo.

Va detto, per esempio, che il massaggio cardiaco, se praticato ad una persona che non è in arresto cardiaco, è dannosissimo e pericoloso. Sembra una banalità, ma senza un po' d’esperienza non è sempre facile capire se il battito cardiaco è presente o se è soltanto molto debole. Inoltre, senza un corso che prevede l'esercitazione pratica su un manichino, non è consigliabile improvvisare una rianimazione del genere.Bisogna infine ricordare che la differenza tra teoria e pratica è il più delle volte notevole. Ogni caso, nella realtà, si presenta in modo diverso e complesso, non è come lo schema che si trova in un manuale. Gli schemi servono per apprendere un protocollo di comportamento, ma vanno sempre adattati alla situazione, spesso molto più complicata.

La tutela del soccorritore

Nelle situazioni d’emergenza bisogna fare attenzione, a volte il soccorritore può andare incontro a dei rischi. Il primo principio che il soccorritore deve costantemente tenere presente è di CERCARE DI INETRVENIRE SENZA PERDERE LA PROPRIA INCOLUMITA'. Ecco alcuni consigli e alcuni esempi che servono a far riflettere. La respirazione bocca a bocca

Alcune tecniche di rianimazione, come per esempio la respirazione bocca a bocca, possono essere pericolose per il soccorritore: in questo modo si possono trasmettere molte malattie, soprattutto se l'infortunato ha delle perdite di sangue. La respirazione artificiale andrebbe fatta attraverso l'apposito pallone "ambu", che evita il contatto bocca a bocca, ed è più efficace perché immette aria dall'ambiente o ricca d’ossigeno invece che aria già respirata e ricca di anidride carbonica. In mancanza di questo strumento è consigliabile apporre un fazzoletto di protezione. In ogni caso, chi compie la respirazione bocca a bocca lo fa a suo rischio e pericolo

Folgorazione

Di fronte ad una folgorazione, il soccorritore deve fare attenzione a non prendere a sua volta la scossa, qualora l'infortunato sia ancora in contatto con la fonte elettrica. Prima di intervenire bisogna staccare la corrente o, se non è possibile, allontanare il folgorato con un bastone di legno, perfettamente asciutto, dopo essersi isolati attraverso uno strato di legno o di gomma (cattivi conduttori).

Emorragie Davanti alle emorragie bisogna sempre proteggersi dal contatto con il sangue, veicolo di numerose malattie, utilizzando gli appositi guanti in lattice da infermiere, che si trovano di norma nelle cassette del pronto soccorso. Analogamente, in caso ci siano più feriti, bisogna stare attenti a non toccare con i guanti sporchi di sangue altri feriti, esponendoli in questo modo a rischi di trasmissione di malattie.

Annegamento

In caso di annegamento, gettarsi in acqua per cercare di trarre in salvo l'infortunato, può essere molto pericoloso, se non si conoscono le tecniche di salvataggio e se non si è degli ottimi nuotatori. Il rischio è che chi sta per

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affogare trascini con sé il soccorritore. In questi casi bisogna sempre cercare di gettare un salvagente, oppure raggiungere chi affoga con una barca, un materassino o qualcosa di galleggiante.

Incidenti stradali

In caso d’incidente stradale, per fare un ultimo esempio, è bene prestare attenzione a non essere travolti dalle automobili che sopraggiungono, disponendo un triangolo di avvertimento, inviando qualcuno a fare le opportune segnalazioni. Allo stesso modo, bisogna evitare di lasciare la propria auto in mezzo alla strada, col pericolo di procurare ulteriori incidenti, e accostarla sul ciglio della strada. Sembrano dei consigli banali, eppure, di fronte all'emergenza, il più delle volte queste elementari norme di prudenza non vengono rispettate. E' invece sempre necessario MANTENERE LA CALMA in ogni situazione, RIFLETTERE e usare un po' di buon senso invece d’essere precipitosi.

Aspetti legali del soccorso

Omissione di soccorso

Di fronte ad un malore o ad un incidente, è obbligo del cittadino intervenire, altrimenti compie un reato d’omissione di soccorso, punibile penalmente con la reclusione, pena aggravata se dal mancato soccorso deriva un peggioramento della situazione o il decesso dell'infortunato. In base all'articolo 593 del codice penale il cittadino non è obbligato ad intervenire direttamente, soprattutto se non è esperto, ma deve avvertire le autorità predisposte: il numero per le

emergenze sanitarie è il 118, e in alternativa si possono sempre chiamare il numero di pronto intervento 113, i carabinieri, i vigili del fuoco, il servizio ambulanze, il medico, e così via.

Lesioni colpose

Se il soccorso viene prestato direttamente, il soccorritore lo fa a suo rischio e pericolo. In altre parole deve cercare di proteggere la sua incolumità e deve anche assumersi la responsabilità del suo intervento. Se per disgrazia il soccorso prestato determinasse un peggioramento della situazione o un decesso, il soccorritore incorrerebbe nei reati di lesioni personali colpose (art. 590 del codice penale) o peggio ancora d’omicidio colposo (art. 589). Il termine "colposo" indica una non volontarietà della conseguenza negativa, di cui tuttavia è responsabile per negligenza o imperizia. Per questo è bene non intervenire direttamente, in mancanza di una certa esperienza e preparazione.

Abuso della professione medica Analogamente, bisogna ricordarsi che solo un medico può somministrare dei farmaci o praticare un'iniezione endovenosa, e solo un infermiere può praticare un'iniezione intramuscolare. Chi decide di compiere queste operazioni senza i giusti titoli, compie un abuso della professione medica. Inoltre, se dal suo gesto derivano delle conseguenze negative - per esempio un peggioramento della situazione, la somministrazione di un farmaco sbagliato, un'infezione, uno shock anafilattico o una reazione allergica - è responsabile delle sue azioni.

Lo stato di necessità

L'articolo 54 del codice penale, tuttavia, mitiga i rischi sopraccitati, stabilendo che non è punibile chi provoca un peggioramento o un decesso dell'infortunato, se opera in STATO DI NECESSITA'. In altre parole, se l'infortunato è in grave pericolo e non è possibile agire altrimenti, anche un soccorso maldestro o un tentativo di soccorso è preferibile al lasciare l'infortunato a se stesso. Naturalmente il criterio di stato necessità è assolutamente soggettivo ed è valutato caso per caso. Inoltre, l'intervento deve essere PROPORZIONALE al pericolo. In caso di soffocamento, per esempio, se il soccorritore lede le vie aeree dell'infortunato nel tentativo di farlo respirare, difficilmente sarà punibile.

AIDS Cos'è In inglese la sigla significa sindrome da immunodeficienza acquisita. E' una malattia provocata da un virus che intacca le difese immunitarie: il corpo non è perciò più in grado di proteggersi dalle infezioni e di reagire.Il contagio avviene principalmente per via ematica (attraverso il contatto con il sangue), ma anche attraverso il contatto tra sperma e sangue. Il virus si può perciò contrarre, per esempio, attraverso rapporti sessuali non protetti, o attraverso lo scambio di siringhe non

sterili. La malattia viene di solito trasmessa anche dalla madre al feto.Tra il momento di contrazione del virus e la possibilità di riscontrarne attraverso l'analisi del sangue la presenza c'è un periodo di circa 6 mesi in cui il sieropositivo può essere potenzialmente contagioso. Una volta contratto il virus, il sieropositivo non avverte alcun sintomo. La fase di latenza della malattia può durare anche molti anni prima che inizi la fase della conclamazione del virus HIV. Tuttavia, il sieropositivo è ugualmente contagioso. Sintomi

Quando la malattia si manifesta, a causa dell'abbassamento delle difese immunitarie il soggetto va incontro a numerose infezioni di fronte alle quali l'organismo non è più in grado di reagire. Intervento In caso di sospetto contagio - rapporti non protetti, puntura con siringhe, contatto con sangue... - consultare il medico. Per eventuali esami e test di controllo ci si può rivolgere ai centri pubblici che garantiscono l'anonimato.

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ATTENZIONE: la prevenzione è molto importante!

Poiché molte persone possono essere sieropositive senza saperlo, è bene sempre cautelarsi. Evitare, durante i soccorsi, il diretto contatto con il sangue, proteggersi gli occhi e il viso e soprattutto fare attenzione a non toccare con le mani sporche di sangue un altro infortunato ferito! In caso di rapporti sessuali con partner occasionali o di cui non si ha un'assoluta fiducia, è bene fare uso del preservativo. Non scambiarsi mai le siringhe, utilizzare quelle usa e getta. RICORDIAMO: il sieropositivo non è un individuo da discriminare. Il contagio non può avvenire attraverso i normali rapporti umani: il virus non si trasmette con il bacio, né bevendo dallo stesso bicchiere.

Angina Cos'è L'Angina pectoris è un dolore toracico dovuto a un restringimento temporaneo dei

vasi coronarici. Le coronarie, restringendosi, provocano una diminuzione dell'apporto di sangue al cuore (ischemia). Sintomi L'infortunato è oppresso da un dolore più o meno intenso allo sterno che si può irradiare sulla sinistra alla spalla, al braccio o al collo. La durata dell'attacco è solitamente di pochi minuti. L'infortunato è pallido, suda freddo, è ansioso, ha difficoltà respiratorie.

Intervento ATTENZIONE: i sintomi dell'angina sono molto simili a quelli dell'infarto cardiaco: in mancanza di una diagnosi precisa è necessario chiamare i soccorsi immediatamente. In attesa dei soccorsi, bisogna cercare di tranquill izzare e confortare l'infortunato e impedire che si muova: ogni movimento o sforzo richiede infatti un maggiore afflusso di sangue. Il paziente va adagiato in posizione semiseduta, in questo modo la respirazione è favorita. Inoltre, è bene tenere sempre sotto controllo le funzioni vitali: polso e respirazione. E' utile informarsi se il paziente ha già manifestato in passato episodi analoghi. Se è cardiopatico è probabile che possieda delle compresse di Trinitrina o Carvasin. Questi farmaci, che di solito non hanno particolari controindicazioni, provocano una vasodilatazione delle coronarie che facilita l'apporto sanguigno al muscolo cardiaco. L'assunzione della pastiglia avviene ponendola spezzata sotto la lingua. ATTENZIONE: solo un medico può prescrivere e somministrare dei farmaci. Se il paziente è cardiopatico e

possiede questo tipo di farmaco può perciò assumerlo, altrimenti è consigliabile sentire il parere di un medico anche in caso di emergenza. Gravità L'attacco di angina è passeggero, tuttavia, essendo molto simile all'infarto nella sua manifestazione esteriore, in mancanza di controlli e di una diagnosi precisa è bene intervenire in modo molto tempestivo e considerare il paziente un potenziale infartuato.

Annegamento Cos'è L'annegamento avviene per l'ostruzione delle vie aeree da parte di un liquido. Non sempre il corpo è immerso nel liquido, per annegare basta l'immersione degli orifizi respiratori: chi, per un malore ad esempio, cade a faccia in giù in un sottile strato di liquido, rischia di annegare. Lo stesso si può verificare se l'infortunato è incosciente e vomita: è necessario che il vomito possa defluire (vedi posizione laterale di sicurezza).

Per riflesso, quando un liquido entra nella cavità orale provoca una chiusura della laringe: l'infortunato perciò non può più respirare e inizia l'asfissia. Se l'infortunato perde coscienza e di conseguenza i riflessi cessano, il liquido può penetrare nella trachea, nei bronchi e negli alveoli polmonari soffocandolo. Sintomi Il malcapitato, se è soccorso tempestivamente e non ha perso coscienza, sarà molto agitato e spaventato, avrà delle difficoltà respiratorie e tossirà per espellere il liquido dalle vie aeree. Se la permanenza nel liquido è più lunga, l'asfissia porta alla perdita di coscienza e, successivamente, all'arresto respiratorio e quindi a quello cardiaco. Intervento

Per prima cosa è necessario rimuovere l'infortunato dal liquido che lo asfissia. In caso di annegamento in acqua alta, è consigliabile tentare di raggiungere l'infortunato dalla riva, tendendogli un salvagente, una fune, un asciugamano, un ramo, se è ancora cosciente. Se ciò non fosse possibile, è consigliabile raggiungerlo a nuoto soltanto se si è muniti di un salvagente, una barca, un materassino o un qualsiasi oggetto galleggiante in grado di sostenere sia il malcapitato che il soccorritore. ATTENZIONE: il salvataggio a nuoto, se non siete esperti soccorritori, è pericoloso: l'infortunato si aggrapperà a

voi in modo disperato con grande rischio per la vostra incolumità.

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Una volta tratto in salvo l'infortunato bisogna verificare immediatamente se è cosciente o meno. Se è cosciente è sufficiente tranquillizzarlo, metterlo in posizione semiseduta per facilitare la respirazione, aiutarlo ad espellere il liquido presente nelle vie aeree con dei colpetti sulla schiena e con movimenti circolari delle braccia che aiutano l'espansione della gabbia toracica e quindi della respirazione. Se l'infortunato ha perso coscienza è necessario agire con la massima urgenza e chiamare i soccorsi. In attesa dei soccorsi, bisogna verificare per prima cosa la presenza della respirazione e del battito cardiaco. Se le funzioni vitali sono integre, bisogna porre l'annegato in posizione laterale di sicurezza, meglio se su un piano leggermente inclinato con la testa in basso. In attesa dei soccorsi, se non si riprende, bisogna tenere costantemente sotto controllo le funzioni vitali. Se l'infortunato è incosciente con respiro assente e battito cardiaco presente bisogna immediatamente procedere alla respirazione artificiale. Prima è bene però verificare che le vie aeree non siano ostruite dall'ingestione del liquido. Per far ciò è bene rovesciare l'annegato a pancia in giù, disporsi in piedi a gambe larghe sopra il suo bacino, afferrarlo per le anche o i fianchi e sollevarlo in modo da far defluire l'acqua. Appena questa è defluita si può finalmente stendere l'annegato a pancia in su e procedere con la respirazione artificiale. Nel caso anche il battito cardiaco sia assente bisogna procedere alla respirazione artificiale e al massaggio cardiaco. ATTENZIONE: nel caso di tuffi in acque basse, per esempio in piscina o in presenza di scogli, l'annegamento potrebbe essere stato provocato da un trauma. In questo caso bisogna avere molta cautela: l'infortunato potrebbe avere delle fratture, per esempio alla colonna vertebrale, il che comporta una grande attenzione nel rimuoverlo. Gravità

Nel caso di annegamento è necessario intervenire con la massima tempestività. L'arresto respiratorio avviene in pochi minuti, e in breve sopraggiunge anche l'arresto cardiaco.

Arresto cardiaco

Cos'è

L'arresto cardiaco è la cessazione dell'attività del muscolo cardiaco che può avvenire per molteplici cause. Per quanto riguarda il primo soccorso, il rischio di un arresto cardiaco è frequente nel caso di infarto, folgorazione, asfissia e shock. Sintomi

Quando il cuore cessa di battere la persona è incosciente, la respirazione e il polso sono assenti, la colorazione della pelle è pallida, le labbra e le unghie possono essere cianotiche (violacee), le pupille in breve si dilatano, divengono fisse, non reagiscono alla

luce. Intervento E' necessario agire con la massima tempestività: dopo 3 o 4 minuti dall'arresto cardiaco i danni al cervello sono irreversibili. E' necessario chiamare i soccorsi urgentemente spiegando la situazione affinché arrivino pronti e preparati per un intervento rapido ed efficace. In attesa dei soccorsi bisogna procedere al massaggio cardiaco e alla respirazione artificiale. In questo modo l'infortunato viene tenuto in vita meccanicamente sino all'arrivo in ospedale. Gravità La gravità è massima: dopo pochi minuti che il cuore si è fermato ha inizio la morte cerebrale.

Assideramento

Cos'è L'assideramento è il risultato di una eccessiva esposizione al freddo e a basse temperature Sintomi Brividi, pallore, torpore, difficoltà di movimento e, negli stati più gravi, confusione mentale e sonno che può degenerare in coma. Intervento

E' necessario riscaldare l'infortunato in modo graduale, con panni caldi e massaggi per riattivare la circolazione. Somministrare caffè e bevande calde con zucchero, ma non alcolici, che non favoriscono la circolazione sanguigna. Per agevolare la circolazione è utile anche allentare gli indumenti che possono costringere. ATTENZIONE: l'assideramento è possibile anche a temperature non particolarmente rigide. Gli etilisti, per

esempio, sono soggetti a una grande dispersione di calore che li può portare frequentemente a stati di assideramento. Gravità A seconda del tempo e del grado di esposizione al freddo l'assideramento può richiedere l'ospedalizzazione urgente.

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Avvelenamento

Cos'è L'avvelenamento avviene per l'ingestione nel nostro organismo di sostanze nocive. I sintomi possono essere immediati, all'atto dell'ingestione, ma possono anche verificarsi sino a 12-24 ore dopo l'ingestione. Sintomi I sintomi sono svariati. Generalmente sono riconducibili a nausea, vomito, crampi e dolori addominali. Qualora le sostanze tossiche siano ingerite involontariamente, per esempio per

intossicazione da funghi, o da alterazioni di cibi che producono tossicosi alimentari come il botulismo, non è sempre facile collegare i sintomi a ciò che si è ingerito, soprattutto se è passato del tempo. Intervento Davanti a un sospetto avvelenamento è indispensabile individuare la tipologia della sostanza tossica ingerita e consultare immediatamente un medico o recarsi tempestivamente in un pronto soccorso, a seconda della gravità. Gravità

La gravità dell'avvelenamento dipende dal tipo di sostanze ingerite. In generale è sempre bene recarsi in ospedale con urgenza.

Avvelenamento da barbiturici o farmaci

Tipico di chi vuole tentare il suicidio, questo tipo di avvelenamento porta all'arresto respiratorio e di conseguenza alla morte. I sintomi sono: sonno che degenera in coma, depressione, alterazione della respirazione. In questi casi bisogna chiamare i soccorsi e condurre l'infortunato in ospedale. Nel frattempo, è importante non farlo addormentare, nonostante la sonnolenza, stimolandolo costantemente con

domande e stimoli fisici (scossoni, piccoli schiaffi, pizzicotti...). Bisogna inoltre indurre il vomito e somministrare abbondante caffè, ottimo eccitante. Se il paziente non è cosciente bisogna controllare attentamente che non avvenga un arresto respiratorio. E' molto importante far pervenire in ospedale o al medico il tipo di farmaco ingerito e, possibilmente, anche la quantità. ATTENZIONE: questo tipo di avvelenamento spesso coinvolge i bambini, che ingeriscono farmaci credendo siano caramelle. Per questo è bene che i medicinali siano sempre fuori dalla portata dei bambini.

Avvelenamento da alcool L'eccessiva assunzione di alcol porta euforia, loquacità, stati di alterazione della personalità e dei comportamenti, sonnolenza, nausea o sonno profondo che può anche degenerare in coma. In questi casi è necessario stimolare il vomito e somministrare abbondante caffè. Nei casi più gravi è necessario ospedalizzare la persona e ricorrere a una lavanda gastrica. ATTENZIONE: Gli etilisti sono maggiormente soggetti all'assideramento.

Avvelenamento da funghi

Le tossine presenti nei funghi possono agire rapidamente, dopo 1- 6 ore, ma anche dopo 8 -48 ore. Nel primo caso i sintomi sono generalmente nausea, vomito, diarrea, tremori muscolari, eccitazione psichica, tachicardia. Con il vomito e la diarrea le tossine vengono eliminate. E' bene comunque ospedalizzare d'urgenza, se possibile con i residui del cibo ingerito che saranno

analizzati. Nel secondo caso le tossine portano a sintomi come vomito, diarrea, dolori addominali, shock. E' inutile provocare il vomito, perché dopo 8 48 ore le tossine sono state completamente assorbite. E' necessario ospedalizzare d'urgenza, se possibile con i residui del cibo ingerito che saranno analizzati.

Avvelenamento da antiparassitari

Può avvenire per assunzione o inalazione di sostanza velenose utilizzate per frutta e ortaggi. I sintomi sono tremori, convulsioni e alterazioni della respirazione. In questo caso è importante evitare l'ingestione di latte o grassi che facilitano l'assorbimento di tali sostanze. E' utile provocare il vomito e ricoverare d'urgenza all'ospedale.

Avvelenamento da caustici Può avvenire per inalazione o ingestione di sostanze come benzina, candeggina e simili che provocano lesioni, ulcere e perforazioni. I sintomi sono: dolori violenti alla bocca, esofago e stomaco. In questi casi bisogna assolutamente evitare il vomito, perché le sostanze ingerite danneggerebbero ulteriormente le pareti dell'esofago e della bocca. E' necessario chiamare immediatamente i soccorsi e cercare di diluire le sostanze ingerite con latte - per sostanze come acido muriatico e solforico - e acqua e limone nel caso sia stata ingerita dell'ammoniaca. ATTENZIONE: prima di fare ingerire queste sostanze è bene consultare un medico: un errore potrebbe

danneggiare ulteriormente l'infortunato.

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Coliche

Cos'è Una colica, letteralmente, è una contrazione spasmodica e dolorosa del colon, che si manifesta attraverso crisi più o meno dolorose, lunghe e frequenti, spesso accompagnate da sintomi come pallore, nausea, vomito e talvolta diarrea. Per analogia con questo termine si indicano in genere anche tutti i dolori addominali di tipo parossistico che sono causati dalla contrazione di un viscere cavo come lo stomaco, l'intestino, l'utero, le vie urinarie o biliari. Sintomi e interventi

Colica gastrica: l'infortunato è in preda a crampi allo stomaco, è pallido e sudato, talvolta la crisi è accompagnata da persistenti conati di vomito. I dolori sono localizzati nella "bocca dello stomaco", la parte alta e mediana dell'addome. In questo caso è utile slacciare gli abiti che possono costringere l'infortunato e provocare il vomito per liberare lo stomaco ed alleviare la crisi. La cosa migliore è interpellare un medico che può somministrare un calmante. Nel frattempo l'infortunato deve cercare di sdraiarsi sul dorso, rilassarsi, applicare sullo stomaco qualcosa di caldo.E'

importante non ingerire cibi o bevande e, passata la crisi, mantenere per qualche tempo una dieta leggera. Colica intestinale: l'infortunato è in preda a dolori diffusi per tutto il ventre, quasi sempre associati a scariche di diarrea e talvolta a conati di vomito. Le crisi accompagnate da stitichezza e vomito fecaloide sono di solito sintomo di un'occlusione intestinale.

In questi casi è bene consultare un medico che può prescrivere un calmante o dei farmaci appropriati dopo aver effettuato una diagnosi. Nel frattempo è bene che l'infortunato stia a letto a riposo con applicazioni caldo-umide sul ventre.

Colica renale: è caratterizzata da un improvviso dolore acutissimo a un fianco che si propaga dalla regione lombare in avanti e in basso verso l'inguine. Questo sintomo è importante per distinguere la colica renale da quella epatica che si irradia invece verso l'alto. Spesso i sintomi sono accompagnati da vomito, febbre, minzione difficoltosa o dolorosa, talvolta con emissione di sangue. E' bene consultare un medico per una diagnosi precisa e un'eventuale prescrizione di un farmaco calmante. Intanto bisogna rimanere a riposo a letto, stesi su un fianco, con una borsa d'acqua calda sulla parte dolente. E' bene conservare le urine, nel caso che il calcolo venga espulso durante la minzione, per successive analisi.

Colica epatica o biliare: i dolori sono localizzati nel quadrante superiore destro dell'addome e si irradiano verso l'alto alla spalla o alla regione lombare e toracica, cosa che fa riconoscere la crisi da una colica renale che si irradia verso il basso. Altri sintomi possono essere, nausea, vomito, febbre, itterizia e le urine sono spesso molto scure. E' bene consultare un medico per una diagnosi precisa e un'eventuale prescrizione di un farmaco calmante. Intanto è consigliabile rimanere a riposo a letto e, passata la crisi, adottare una dieta leggera priva di grassi, uova e alcol. Gravità Sebbene molto dolorose, le coliche non richiedono interventi particolarmente urgenti, se non per alleviare il dolore. E' però sempre consigliabile interpellare il medico per accertarsi ce si tratti veramente di coliche e non di altre più gravi patologie come appendicite, peritonite o avvelenamento.

Collasso

Cos'è Un collasso cardiaco è un cedimento, caratterizzato per lo più da un calo improvviso della pressione sanguigna. Con l'espressione collasso nervoso, invece, si indica talvolta la crisi isterica. Sintomi Nel caso di un collasso cardiaco l'infortunato diventa pallido e debolissimo, sudato, il polso si

indebolisce, la muscolatura si rilascia, le estremità divengono fredde. Solitamente non si ha perdita di coscienza. Intervento

Bisogna immediatamente consultare un medico e, intanto è bene porre l'infortunato in posizione antishock, coperto, vigilando costantemente sulle funzioni vitali. Gravità Il collasso cardiaco è sempre una manifestazione di un malore di una certa gravità: bisogna subito interpellare un medico o trasportare l'infortunato a un pronto soccorso e prestare attenzione alle funzioni vitali.

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Colpo apoplettico

Cos'è Il colpo apoplettico, ictus o apoplessia cerebrale, è causato da un'interruzione dell'afflusso di sangue in una zona del cervello, che può avvenire per un'emorragia e la rottura di un vaso o per un trombo, un'occlusione di un vaso per un coagulo di sangue. Vedi ictus.

Colpo di calore

Cos'è Il colpo di calore si verifica in ambienti molto caldi, umidi e poco ventilati. In queste condizioni la sudorazione, che serve a raffreddare il corpo e a disperdere la temperatura, può non avvenire, in quanto l'eccessiva umidità ne impedisce l'evaporazione. Sintomi Intensa sete, cute molto calda, volto arrossato, respiro affannoso, torpore e shock.

Intervento E' necessario condurre immediatamente l'infortunato in un luogo fresco, ventilarlo, raffreddarlo con impacchi di acqua fresca ma non troppo fredda, e tenere sotto controllo respirazione e polso. E' consigliabile fargli bere qualcosa di fresco, ma assolutamente non alcolico. Gravità Se la temperatura è particolarmente elevata è bene consultare un medico o condurre l'infortunato in un pronto soccorso.

Colpo di Sole

Cos'è

Il colpo di Sole è causato da un'eccessiva esposizione al Sole che provoca un aumento di temperatura e una vasodilatazione che conduce a uno stato di shock. Sintomi Cefalea e vertigini, sudorazione, nausea, offuscamento della vista, aumento della temperatura, shock.

Intervento

Per prima cosa è necessario porre l'infortunato all'ombra, in un luogo arieggiato, e rinfrescargli il capo con impacchi umidi o acqua fresca ma non troppo fredda. Il paziente va condotto all'ospedale con urgenza. Gravità Il colpo di Sole è più pericoloso del colpo di calore e può richiedere anche un trattamento medico della massima urgenza.

Coma Cos'è

Lo stato comatoso è caratterizzato da una perdita totale e prolungata della coscienza. La respirazione e il battito cardiaco sono invece presenti. Le cause possono essere molteplici: trauma cranico, emorragia cerebrale, trombosi, disturbi metabolici ed endocrini (coma epatico, coma diabetico, ipoglicemico, endocrino), infezioni come meningiti, e ancora intossicazioni come

nel caso del coma etilico o quello da avvelenamento. Sintomi

L'infortunato si presenta incosciente, come avvolto in un profondo sonno da cui non si riesce a svegliare. La motilità e la reazione al dolore - per esempio un pizzicotto - nel caso di un coma profondo sono completamente assenti, mentre in una forma di coma leggero si ha reattività al dolore ma non vi è motilità. Nel coma vigile si ha anche una certa motilità. Talvolta l'infortunato russa profondamente. Intervento Verificato lo stato comatoso è necessario chiamare immediatamente i soccorsi. Nell'attesa è bene porre l'infortunato in posizione di sicurezza, slacciare gli indumenti stretti (cravatte reggiseni, busti, cinture, camicie...), coprirlo e controllare costantemente che le funzioni vitali siano presenti. Gravità La gravità del coma dipende dalle cause. In ogni caso l'infortunato deve essere trasportato in ospedale con la

massima urgenza.

Commozione cerebrale

Cos'è La commozione cerebrale è una delle possibili conseguenze che si manifestano in caso di trauma cranico. Consiste in una perdita di conoscenza, generalmente transitoria e reversibile, che non produce danni permanenti ma può degenerare in coma.

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Congestione cerebrale

Cos'è La congestione cerebrale è causata da un eccessivo afflusso di sangue al cervello, ed è tipica delle persone ipertese con pressione arteriosa alta. Può capitare in seguito a emozioni violente o sforzi eccessivi. Sintomi L'infortunato ha mal di testa, vertigini, ma soprattutto arrossamento nel viso. Si può avere perdita di coscienza. Intervento

In presenza di questi sintomi è consigliabile chiamare immediatamente il medico. In attesa del medico o dei soccorsi è bene che l'infortunato stia seduto, con il capo sollevato, con una borsa di ghiaccio in testa e qualcosa di caldo sui piedi. In questo modo il freddo in testa provoca una vasocostrizione che fa defluire il sangue, mentre il calore ai piedi richiama sangue sugli arti periferici. ATTENZIONE: l'infortunato in questo caso non va posto in posizione antishock, bisogna far defluire il sangue dalla testa se non si vuole peggiorare la situazione; per questo il capo deve essere sollevato rispetto al corpo. Gravità Anche se l'infortunato non perde coscienza è bene che sia sottoposto a una tempestiva visita medica.

Contusione

Cos'è Una contusione è una lesione del corpo prodotta da un urto con un corpo contundente, senza lacerazione della cute. Sintomi

Dopo il trauma sulla pelle compare un'ecchimosi, una macchia inizialmente rossa, poi violacea che con il tempo assume una colorazione giallognola, prima di scomparire. E' il risultato di una rottura di

capillari che versano il sangue nei tessuti superficiali. Se il travaso di sangue è più abbondante si ha invece un ematoma, più esteso gonfio e scuro. Intervento In caso di ematomi ed ecchimosi è consigliabile applicare degli impacchi di ghiaccio per indurre una vasocostrizione, ed eventualmente un bendaggio non stretto. Si possono inoltre applicare delle apposite pomate. Gravità

Se la contusione non interessa zone a rischio, come organi interni, non c'è da preoccuparsi: ecchimosi ed ematomi regrediscono in poco tempo.

Contusione cerebrale

Cos'è La contusione cerebrale è una delle possibili conseguenze che si manifestano in caso di trauma cranico. Consiste in una distruzione dei tessuti cerebrali che comporta danni permanenti e irreversibili.

Convulsioni

Cos'è

Le convulsioni, o attacchi parossistici, consistono in un susseguirsi di movimenti e di contrazioni involontari che possono interessare tutta la muscolatura o una parte, per esempio gli arti. Sintomi

Durante una crisi convulsiva l'infortunato può presentare o meno perdita di coscienza. Intervento

Davanti a una crisi convulsiva è bene adagiare l'infortunato su un letto, supino o su un fianco, cercando di impedire che si ferisca durante i movimenti, slacciando gli indumenti che possono costringere e facendo attenzione che le vie aeree non siano ostruite dalla lingua, da secrezioni o da altro. Le crisi convulsive sono tipiche dell'epilessia, ma possono essere causate anche da altri fattori. Un'eccessiva febbre per esempio (iperpiressia), soprattutto nei bambini molto piccoli, può scatenare degli attacchi parossistici. In questo caso è consigliabile porre impacchi freddi sulla testa per abbassare rapidamente la temperatura. Gravità E' sempre consigliabile consultare immediatamente un medico. Se la crisi persiste o è molto violenta è meglio chiamare i soccorsi.

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Crisi isterica

Cos'è La crisi isterica è un'ostentazione di comportamenti plateali che hanno lo scopo di richiamare l'attenzione. Talvolta si ha una simulazione di perdita di coscienza. Sintomi

Le crisi isteriche sono spesso precedute da malumore e tristezza e si manifestano in modo chiassoso. Talvolta possono sfociare in urla, atteggiamenti plateali o drammatici e in contorsioni

violente che possono essere scambiate per crisi epilettiche. Al contrario di queste ultime, tuttavia, durante una crisi isterica non si ha mai una reale perdita di coscienza, anche se talvolta l'isterico la simula. Inoltre, poiché hanno lo scopo di richiamare l'attenzione, le crisi isteriche avvengono solo in pubblico, il paziente non si ferisce mai e non presenta amnesie di ciò che è successo. Intervento

Per placare una crisi isterica bisogna innanzitutto isolare il soggetto dal pubblico e dagli spettatori per demotivarlo nella sua manifestazione. E' necessario trattenerlo in modo deciso e dimostrare comprensione e fermezza. Per questo motivo è bene evitare di dargli degli schiaffi. Gravità

La crisi isterica non presenta particolari rischi per l'individuo, che non si ferisce mai. E' sufficiente isolarlo e calmarlo. Se ciò non avviene è bene consultare un medico.

Diabete

L'insulina consente di trasformare il glucosio in glicogeno, uno zucchero più complesso che viene immagazzinato nel fegato

Cos'è

Il diabete è una malattia che consiste in una carenza dell'insulina, una sostanza prodotta dal pancreas senza la quale il glucosio non può venire trasformato in glicogeno, uno zucchero più complesso che viene immagazzinato nel fegato e restituito sotto forma di glucosio nei momenti di necessità. Il glucosio, perciò, si accumula nel sangue e compare nelle urine. Un individuo diabetico è soggetto a crisi che possono sfociare in stati di coma ipoglicemico o iperglicemico. Se il paziente è trattato con dei farmaci che abbassano la glicemia, come l'insulina, può succedere che in condizioni particolari il tasso degli

zuccheri scenda troppo e si abbia un coma ipoglicemico. Viceversa se la dose di insulina manca o è insufficiente il diabetico rischia un coma iperglicemico o diabetico, che avviene perché nel sangue ci sono troppi zuccheri. Sintomi Nel caso di coma iperglicemico il paziente, oltre a essere privo di coscienza, ha un respiro profondo, continuo e senza pause; la cute non è sudata ma secca; è presente una flaccidità muscolare; l'alito ha un odore simile all'acetone. Nel caso di coma ipoglicemico, invece, il respiro è normale, la cute è sudata, si ha tonicità muscolare, l'alito non ha odori particolari. Intervento Tenere sotto controllo le funzioni vitali e chiamare immediatamente i soccorsi. Soltanto se si è in presenza di una crisi ipoglicemica, e solo in questo caso, si può tentare di somministrare dello zucchero sciolto in acqua, impresa non semplice in quanto l'infortunato è incosciente. Va detto che questa manovra è in generale sconsigliabile proprio in quanto la somministrazione di un liquido a un paziente incosciente potrebbe finire nelle vie aeree peggiorando la situazione. La cosa migliore è individuare immediatamente la crisi prima che il soggetto entri in coma, in tal caso la somministrazione dello zucchero migliora rapidamente la situazione. ATTENZIONE: non è facile distinguere il coma iperglicemico da quello ipoglicemico, se non si è esperti, pertanto, se non si è più che sicuri, è meglio evitare somministrazioni di zuccheri, che nel caso di errore peggiorerebbero la situazione. Gravità

E' necessario trasportare urgentemente l'infortunato in un pronto soccorso.

Diarrea

Cos'è

La diarrea è l'espulsione frequente di feci liquide, talvolta accompagnata da dolori addominali. Può avere molteplici cause: eccessi alimentari, colpi di freddo, problemi digestivi, ma può anche essere un segnale di infezioni intestinali, di salmonellosi o altre malattie infettive, di avvelenamento o intossicazione. Per questo, in caso di diarrea prolungata è necessario

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comprenderne le cause e consultare il medico. Se le scariche diarroiche sono molto frequenti, si va incontro a una disidratazione. Sintomi

I sintomi variano con le cause che provocano la diarrea. Solitamente le scariche sono accompagnate da dolori addominali, ma anche da nausea, vomito e cefalea, in caso di indigestioni; da febbre in caso di infezioni virali; da crampi e vomito in caso di avvelenamento. Intervento

E' necessario cercare di comprendere le cause della diarrea, meglio consultando il medico. In generale, comunque, in queste situazioni è buona norma evitare le bevande fredde, assumere una dieta leggera e bere più del solito per compensare la disidratazione e le perdite di liquidi. Gravità

Dipende dalle cause. E' minima nel caso di lievi disturbi digestivi, è massima nel caso di gravi patologie infettive, intossicazioni alimentari o avvelenamento.

Distorsione

Cos'è Una distorsione è un trauma delle articolazioni causato da falsi movimenti. La più comune è quella della caviglia. Si verifica quando un osso esce dalla sua sede articolare, rientrandovi immediatamente dopo. Nei casi gravi, questa momentanea fuoriuscita può provocare una lacerazione dei legamenti. Sintomi

Una distorsione è solitamente dolorosa. La parte traumatizzata presenta un gonfiore localizzato e dolore nei movimenti. Questi, anche se faticosi, sono tuttavia possibili. Intervento E' consigliabile applicare una fasciatura stretta e fare impacchi freddi. Nei casi di lievi distorsioni è sufficiente tenere l'arto a riposo per qualche giorno. Non sempre, tuttavia, è semplice fare diagnosi esatte senza una lastra o senza una visita medica. E' perciò consigliabile condurre l'infortunato all'ospedale per una visita di controllo che accerti che non ci siano fratture o complicazioni. Gravità

La distorsione non è un trauma grave, tuttavia è sempre consigliabile una visita di controllo, soprattutto in presenza di un forte dolore o un forte gonfiore. Potrebbero infatti esserci dei traumi ai legamenti oppure, invece di una distorsione, si potrebbe essere in presenza di una lussazione o di una frattura.

Edema polmonare

Cos'è

L'edema polmonare è una sorta di annegamento dei polmoni causato dall'eccessivo passaggio di liquido sieroso dai capillari sanguigni agli alveoli che vengono così riempiti di liquido e non sono più in grado di svolgere la loro attività respiratoria. Sintomi

L'edema polmonare si manifesta frequentemente nelle ore notturne. L'infortunato si sveglia improvvisamente con enormi difficoltà di respirazione (dispnea), è agitato, si sente soffocare e chiede ossigeno. Il respiro è rumoroso, si ode un gorgoglio causato

dalla presenza di liquido negli alveoli polmonari. Il paziente si mette seduto, per meglio respirare, non deve sdraiarsi, perché aumenta il senso di soffocamento. Il polso è debole; può comparire una schiuma rosa biancastra alla bocca. Il volto è solitamente pallido o cianotico; l'individuo è sudato e le estremità sono fredde. Intervento E' necessario raggiungere al più presto l'ospedale. Il soggetto va mantenuto in posizione semiseduta, per agevolare la respirazione. Bisogna cercare di tranquillizzarlo, controllare costantemente le funzioni vitali ed evitare che compia movimenti. Se è presente dell'ossigeno bisogna somministrarlo a dosaggi molto alti. Gravità

L'evoluzione dell'edema polmonare è molto rapida da 1\2 ora a 2 ore. E' perciò necessario ospedalizzare l'infortunato con la massima urgenza, prima che muoia per asfissia.

Ematemesi

Cos'è L'ematemesi consiste nella fuoriuscita di sangue dalla bocca con il vomito. Implica la presenza di un'emorragia dello stomaco o dell'esofago. Intervento

E' bene porre l'infortunato in posizione di sicurezza affinché il vomito non ostruisca le vie respiratorie, soprattutto in caso di perdita di coscienza, e condurlo in ospedale.

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Gravità

La gravità dipende dalla patologia che ha provocato la lesione e dal tipo di lesione. In generale è consigliabile recarsi velocemente in un pronto soccorso o consultare un medico.

Ematuria Cos'è L'ematuria è l'espulsione di sangue attraverso le urine, in seguito a un'emorragia renale, della vescica o dell'uretra. Intervento

E' bene conservare l'urina e recarsi in ospedale. Gravità

La gravità dipende dalla patologia che ha provocato la lesione e dal tipo di lesione. In generale è consigliabile consultare immediatamente un medico o recarsi in un pronto

soccorso.

Embolia

Cos'è

L'embolia è un'ostruzione parziale o totale di un vaso sanguigno ad opera di un embolo solido, liquido o gassoso che produce disturbi circolatori locali o generali. L'embolia può essere venosa o arteriosa, a seconda del vaso interessato. Se l'embolo passa nel cuore e dalle vene passa alle arterie si può verificare un quadro patologico molto grave che determina un infarto polmonare o

un embolo polmonare. Sintomi

Solitamente l'infortunato avverte un forte dolore acuto in un qualsiasi punto del corpo dove si è manifestata l'occlusione. L'embolo di natura solida è di origine interna, per esempio, può essere costituito da frammenti di trombi, o coaguli di sangue. L'embolo liquido può verificarsi ad esempio durante un'iniezione intramuscolare di farmaci oleosi che, invece di entrare nel muscolo, finiscono in un vaso. L'embolo gassoso è tipico per esempio dei subacquei che risalgono in superficie troppo rapidamente da profondità elevate. Questa improvvisa differenza di pressione determina un vero e proprio ribollimento del sangue che libera gas disciolti, in particolare l'azoto, in modo tumultuoso. Intervento

Chiamare i soccorsi, tranquillizzare l'infortunato, sdraiarlo, togliere gli indumenti che possono rendere difficoltosa la circolazione. Gravità La gravità di un'embolia dipende dal tipo di vaso interessato e dalla sua ostruzione che può essere parziale o totale. Se l'embolo interessa il cervello o il cuore è necessario intervenire tempestivamente. Anche un embolo in un arto, tuttavia, se l'ostruzione è totale, può richiedere un intervento chirurgico per rimuoverlo ed evitare la necrosi dei tessuti che non vengono più irrorati dal sangue.

Emorragia

Cos'è

Un'emorragia è una fuoriuscita del sangue dai suoi vasi. A seconda se il sangue si riversa all'interno o all'esterno del corpo si ha un'emorragia interna o esterna (vedi anche emorragia esteriorizzata). Se la fuoriuscita del sangue avviene da un'arteria si ha un'emorragia arteriosa, altrimenti può essere venosa o capillare secondo i vasi interessati. Poiché arterie e vene scorrono vicine, il più delle volte le emorragie sono miste.

Sintomi

Le emorragie capillari interessano i vasi sottocutanei e superficiali. In questo caso il sangue fuoriesce a gocce intorno alla lesione. Se non c'è lacerazione della cute compare un ematoma (sangue raccolto sotto l'epidermide) mentre sulla cute compare l'ecchimosi, una chiazza che inizialmente è di colore rosso poi, col tempo, diviene violacea e infine gialla prima di scomparire. Le emorragie venose sono riconoscibili perché il sangue che fuoriesce è di colore scuro e fluisce lentamente e in modo continuo e uniforme lungo i bordi della ferita. Nelle emorragie arteriose, invece, il sangue è di colore rosso vivo e fuoriesce a fiotti a intervalli in sincronia con il battito cardiaco. Il più delle volte, però, un trauma o una ferita producono emorragie miste, visto che le vene e le arterie scorrono molto vicine. Le emorragie interne, infine, sono meno evidenti. Possono essere causate da traumi o da patologie. I sintomi, di solito, consistono in pallore, estremità fredde e violacee, stato di agitazione, polso rapido e poco percettibile,

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respirazione rapida e superficiale. Talvolta possono comparire offuscamenti alla vista, sete violenta, ronzio alle orecchie.

Intervento

Le emorragie capillari sono le meno gravi. Per curare l'ematoma è sufficiente porre una borsa del ghiaccio sulla parte per provocare una vasocostrizione. In caso di lacerazione della cute è utile sciacquare con acqua fredda e raffreddare con ghiaccio. Se la zona contusa è un arto è consigliabile sollevarlo più in alto del corpo per far diminuire l'emorragia, tamponare con una benda sterile e infine fasciare dopo aver disinfettato la ferita con acqua ossigenata. Le emorragie venose si possono arginare, dopo una buona disinfezione, ponendo sulla

ferita una garza sterile e o un fazzoletto pulito e tamponando. Può anche essere utile applicare una fasciatura di sostegno al tampone. Questa non deve essere troppo stretta: non si deve arrestare la circolazione. Anche in questo caso, se la parte interessata è un arto, si può alzarlo al di sopra del corpo per far diminuire l'afflusso di sangue. Nel caso di emorragie arteriose l'intervento deve essere tempestivo perché la quantità di sangue è di solito molto elevata rispetto alle emorragie venose. Se l'emorragia non è molto abbondante è sufficiente tamponarla con una garza sterile o un fazzoletto pulito, dopo aver disinfettato la parte. Se invece interessa grossi vasi è necessario evitare che l'infortunato muoia dissanguato attuando delle compressioni sulle arterie a monte della ferita. Il laccio emostatico va usato solo nei casi più gravi e di assoluta necessità: per esempio davanti a un'amputazione o a una sindrome da schiacciamento.

Davanti al sospetto di un'emorragia interna, infine, bisogna porre l'infortunato in posizione antishock, coprirlo e chiamare urgentemente i soccorsi. Gravità La gravità di un'emorragia dipende dalla quantità di sangue che fuoriesce. In caso di lesioni ad importanti arterie c'è il rischio di entrare rapidamente in stato di shock e di morire dissanguati: è perciò importante arginare l'emorragia in modo tempestivo e chiamare i soccorsi. Anche nel caso delle emorragie interne non bisogna perdere tempo e recarsi urgentemente al pronto soccorso.

Emorragia cerebrale

Cos'è Un'emorragia cerebrale è una rottura di un vaso sanguigno nella zona del cervello che può avvenire per cause traumatiche o patologiche. Sintomi

I sintomi dipendono da vari fattori, ci può essere dolore, confusione mentale, afasia (difficoltà nel parlare), vomito ma anche incoscienza e coma, a seconda della zona interessata. La fuoriuscita di sangue può formare ematomi e gonfiori che comprimono una parte del cervello. Oppure ci può essere un ictus. Altre volte avviene per un trauma

cranico che determina una commozione cerebrale o una contusione cerebrale. Intervento

Dipende dai casi, vedi ictus o trauma cranico. Gravità

Dipende dai casi. Davanti a una sospetta emorragia cerebrale è sempre bene recarsi in ospedale o chiamare i soccorsi.

Emorragia esteriorizzata

Cos'è Un'emorragia esteriorizzata si ha quando il sangue, raccolto in una cavità interna del corpo, defluisce attraverso gli orifizi naturali. La più comune è l'epistassi, che consiste nella fuoriuscita di sangue dal naso. Ci sono poi emottisi, ematemesi, ematuria, metrorragia, otorragia, melena. Sintomi

Variano secondo il tipo d’emorragia esteriorizzata. Intervento

Dipende dal tipo di emorragia esteriorizzata. Gravità

Varia a seconda del tipo di emorragia esteriorizzata

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Emottisi

Cos'è L'emottisi è un'emorragia esteriorizzata che consiste nella fuoriuscita di sangue dalla bocca attraverso colpi di tosse. La perdita si presenta di colore rosso vivo e schiumosa. Intervento

L'emottisi implica emorragie polmonari, è perciò necessario recarsi in ospedale.

Epilessia

Cos'è L'epilessia è un'affezione nervosa che sfocia in crisi caratterizzate dalla perdita improvvisa di coscienza e dalla caduta a terra dell'individuo con o senza convulsioni. Sintomi

Durante la crisi epilettica l'infortunato perde coscienza e cade a terra, ha gli occhi rovesciati all'indietro e, frequentemente, manifesta convulsioni e spasmi. Gli arti si muovono in modo scoordinato in tutte le direzioni. In questa fase l'epilettico rischia di farsi male e procurarsi

escoriazioni e traumi. La faccia è contratta, talvolta compare una schiuma alla bocca. Passata la crisi segue un periodo di alcuni minuti di coma e di incoscienza. Al risveglio l'epilettico non ricorda cosa sia successo (amnesia). ATTENZIONE: le crisi epilettiche non vanno confuse con le crisi isteriche: queste ultime avvengono senza perdita di coscienza, senza amnesia finale, senza che l'infortunato si ferisca e soltanto in pubblico. Intervento Di fronte a una crisi epilettica è inutile tentare di frenare i movimenti convulsi, bisogna invece cercare di adagiare l'infortunato su un materasso o su un luogo morbido evitando che si ferisca con i violenti spasmi. Bisogna perciò fare spazio e togliere gli oggetti contundenti. E' importante prestare attenzione alla testa che non sbatta violentemente. Si può tenere la testa dell'infortunato tra le mani da dietro, ma bisogna stare attenti a non essere colpiti dagli arti in convulsione. E' molto importante prestare attenzione alla bocca che frequentemente si serra in modo violento e può ferire la lingua. ATTENZIONE: non mettere mai le dita in bocca all'infortunato che può serrare la bocca violentemente. Se possibile, è bene mettergli in bocca un fazzoletto per evitare che si ferisca la lingua. Passata la crisi, nella fase di coma, è bene prestare attenzione alle funzioni vitali, respirazione e polso. E' importante stare vicino all'epilettico e confortarlo al momento del risveglio. Gravità Passata la crisi è consigliabile condurre l'epilettico in ospedale.

Epistassi

Cos'è L'epistassi è un'emorragia esteriorizzata che consiste nella fuoriuscita di sangue dal naso per cause traumatiche o patologiche, come la rottura di un capillare o l'eccessiva pressione sanguigna. Sintomi

Fuoriuscita di sangue dal naso. Intervento

E' bene non rovesciare la testa all'indietro, come viene spontaneo, ma far defluire il sangue che altrimenti viene inghiottito o può ostruire le vie respiratorie. E' consigliabile sedersi, comprimere esternamente la narice interessata per qualche minuto per arginare l'emorragia e reclinare il capo in avanti. Si può anche applicare un impacco di ghiaccio per provocare vasocostrizione. Gravità

Se l'emorragia non si argina, bisogna recarsi in ospedale

Febbre

Cos'è

La febbre è un innalzamento della temperatura corporea di natura patologica, più propriamente chiamata iperpiressia.

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Ferita

Cos'è Una ferita è un'interruzione della continuità della cute o delle mucose con danneggiamento dei tessuti sottostanti. Viene definita ferita superficiale se interessa solo i primi strati della cute, profonda se interessa muscoli, ossa o organi interni, penetrante se l'azione traumatica raggiunge cavità anatomiche come l'addome o il torace. Le ferite vengono anche distinte e classificate a seconda di come si presentano. Si ha un'abrasione quando un corpo tagliente danneggia o asporta i primi strati della cute. Un'escoriazione è dovuta invece a corpi contundenti irregolari, come le ferite da strisciamento, che possono presentare schegge di legno, terriccio e altre piccole particelle che devono essere rimosse. Le ferite da punta, dovute a spilli, chiodi, schegge o altro, sono quelle che penetrano nella cute perpendicolarmente. Le ferite da taglio sono provocate da vetri, coltelli e lamine. Le ferite lacere avvengono per strappamento della cute. Le ferite lacero contuse sono infine provocate da botte o contusioni che includono una lacerazione della pelle ma anche la presenza di ematomi e ecchimosi. Intervento Di fronte a una ferita bisogna operare in ambiente il più possibile sterile ed osservare tutte le norme di igiene e disinfezione. Nello stesso tempo il soccorritore deve prestare attenzione anche alla propria salute. Il sangue è un potenziale veicolo per la trasmissione di numerose malattie: è necessario proteggersi dal contatto diretto col sangue mediante l'uso di appositi guanti in lattice. ATTENZIONE: in caso di perforazioni non rimuovere mai gli oggetti estranei ma immobilizzarli. L'estrazione deve

infatti essere fatta sotto controllo medico perché può aggravare notevolmente l'emorragia. ATTENZIONE alle complicazioni delle ferite. Attraverso le ferite spore, batteri e virus possono penetrare all'interno dell'organismo e moltiplicarsi velocemente creando infezioni e altre complicazioni. Il nostro corpo produce appositi anticorpi per difendersi da questi inconvenienti, ma talvolta non sono sufficienti. Nel caso di piccole ferite: lavare abbondantemente la ferita con acqua e sapone e rimuovere eventuali corpi estranei come terra o schegge.

Disinfettare la ferita con acqua ossigenata. Evitare l'uso di alcol (utile invece per sterilizzare) o della tintura di iodio, sostanze nocive se applicate direttamente sulle ferite. Ricoprire la ferita con garze sterili. Al di sopra di queste (non a diretto contatto con la ferita) si può porre del cotone idrofilo con funzione di tampone.

La medicazione, infine, può essere fissata mediante bende o cerotti. Nel caso di ferite gravi o profonde (vedi emorragie): è necessario arginare la fuoriuscita del sangue ed eventualmente porre l'infortunato in posizione antishock in attesa dei soccorsi. Ferite al torace:

possono essere molto gravi se interessano il polmone. Se l'agente lesivo è in sede non rimuoverlo, altrimenti tamponare, tenere l'infortunato in posizione semiseduta e chiamare i soccorsi. Ferite all'addome:

in questo caso si corre il pericolo di essere in presenza anche di emorragie interne. E' necessario chiamare i soccorsi. Non bisogna mai rimuovere i corpi estranei. Se questi non sono più in sede è utile fasciare la parte. ATTENZIONE: non dare mai da bere all'infortunato anche se lo richiede insistentemente. Se fuoriesce l'intestino non cercare di farlo rientrare, ma ricoprire le viscere con teli sterili e mantenere l'infortunato in posizione semiseduta. Ferite all'occhio: Anche in questo caso bisogna evitare di rimuovere i corpi estranei conficcati, chiamare i soccorsi e cercare di porre una medicazione sterile su entrambi gli occhi, per ridurre così al minimo i movimenti dei bulbi oculari, che possono aggravare la situazione.

Folgorazione

Cos'è

La folgorazione avviene per il passaggio di corrente elettrica attraverso il corpo. E' un incidente domestico e di lavoro che fino a qualche tempo fa era molto diffuso. Oggi, grazie alle nuove norme di sicurezza, il rischio si è sensibilmente ridotto. Il danno all'organismo dipende dall'intensità della corrente, dal tempo di esposizione, dal percorso che la corrente segue all'interno del corpo e dalla massa corporea: un bambino è più vulnerabile di un adulto.

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Se la persona rimane attaccata alla fonte elettrica, anche le correnti di debole intensità possono essere pericolose. Sintomi A seconda della gravità della folgorazione, gli effetti sono ustioni più o meno circoscritte, svenimento, ma anche carbonizzazione dei tessuti e ustioni molto profonde, arresto respiratorio e fibrillazione cardiaca. In quest'ultimo caso il cuore cessa di battere e comincia a tremolare, senza essere più in grado di mandare in circolo il sangue. Intervento Per prima cosa, in caso di folgorazione, il soccorritore deve fare molta attenzione a non rimanere a sua volta folgorato.

Se l'infortunato è rimasto attaccato alla fonte elettrica bisogna immediatamente interrompere la corrente, se l'interruttore è a portata di mano, altrimenti è necessario staccare la vittima dalla corrente facendo molta attenzione. ATTENZIONE: evitare, come verrebbe spontaneo di toccare l'infortunato, vi trasmetterebbe la scossa. Per allontanarlo dalla fonte di elettricità si può utilizzare un legno, che è un cattivo conduttore,

facendo attenzione che non abbia parti metalliche, che sia ben asciutto e che non ci sia dell'acqua intorno che propaga l'elettricità. Per compiere questa operazione è bene cercare di isolarsi da terra mediante un asse di legno o di gomma. Dopo aver interrotto la corrente, bisogna immediatamente verificare le condizioni dell'infortunato. L'individuo presenterà delle ustioni, potrebbe aver perso coscienza, e potrebbe essere entrato in arresto respiratorio o anche cardiaco. E' perciò importante controllare respirazione e polso e, eventualmente, procedere alla rianimazione artificiale. Gravità La gravità della folgorazione dipende dall'intensità della corrente, dal tempo di esposizione, dal percorso che la corrente segue all'interno del corpo e dalla massa corporea. Se il paziente ha perso coscienza è necessario chiamare immediatamente i soccorsi.

Frattura

Cos'è Una frattura è un'interruzione della continuità di un osso che si verifica solitamente in seguito a un evento traumatico. Può essere diretta se si verifica nel punto del trauma o indiretta se avviene in una zona lontana: per esempio una frattura di una vertebra in seguito a una caduta sui calcagni. Ci sono poi anche delle fratture spontanee che non sono causate da un trauma, ma da un cedimento delle ossa, soprattutto nelle persone molto anziane, per carenze di calcio o per malattie come il rachitismo.

Una frattura può essere chiusa, se non c'è lacerazione del tessuto muscolare o cutaneo, o esposta, quando un moncone lacera il tessuto esterno ed esce. In questi casi il trauma è molto grave, c'è un grande pericolo di infezione: i tessuti ossei, infatti, normalmente non vengono mai a contatto con i germi esterni che possono perciò costituire un grave pericolo e dare origine a serie complicazioni. A seconda di come un osso si spezza, una frattura può essere: incompleta, se soltanto una parte dell'osso si spezza;

con spostamento se i due monconi si spostano e non si trovano più allineati sullo stesso asse, o senza spostamento se rimangono sullo stesso asse; comminuta se l'osso si spezza in piccolissimi pezzi; a legno verde - caratteristica dei bambini - quando per un'incompleta ossificazione l'osso si piega e non si spezza completamente. Sintomi

In seguito a un trauma non sempre è facile riconoscere senza una lastra se si è in presenza di una frattura o se più semplicemente si ha una distorsione o una lussazione. In generale, tuttavia, la frattura provoca dolore violento, deformazione dell'arto, gonfiore, incapacità funzionale e dei movimenti, tumefazioni ed ecchimosi. Queste manifestazioni possono anche comparire alcune ore dopo il trauma e non immediatamente. ATTENZIONE: le fratture, in particolare nei casi di politraumatizzati (presenza di molte fratture), possono provocare

stato di shock. Intervento

Bisogna premettere che non è sempre semplice riconoscere una frattura senza una lastra: si può confondere con una lussazione o una distorsione. In presenza di un trauma violento è perciò sempre consigliabile intervenire con prudenza e considerare l'infortunato un potenziale fratturato. In generale, davanti a una frattura, è bene sdraiare ed immobilizzare l'infortunato evitando che si muova. Se non ci sono particolari problemi di urgenza (rischi di vita) evitare il trasporto finché l'arto non sia stato completamente immobilizzato. E' sempre meglio attendere il soccorso qualificato di personale dotato delle attrezzature di immobilizzazione (steccobende, materassini a depressione, barelle a "cucchiaio"). Fare attenzione che l'infortunato non entri in uno stato di shock e confortarlo. A questo proposito è bene prestare attenzione soprattutto nei casi di politraumatizzati.

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In caso di frattura esposta è necessario coprire le parti ferite con teli sterili per proteggerle dalle infezioni. Anche in questo caso bisogna cercare di mettere l'infortunato in posizione antishock, impedire i movimenti e le ulteriori lacerazioni e attendere i soccorsi.

Fratture della colonna vertebrale. In questo caso l'immobilizzazione è fondamentale per evitare che ci sia una lesione del midollo spinale che può portare a morte, paralisi o danni irreversibili. Il soccorso richiede particolari tecniche di spostamento e particolari barelle come la "cucchiaio" o il materassino a depressione, che immobilizzano totalmente l'infortunato prima del trasporto. Meglio attendere il soccorso di personale qualificato mantenendo il malcapitato in assoluta immobilità. Nello spostamento bisogna fare in modo che l'asse testa-collo-tronco non subisca

spostamenti e rimanga sempre rigido e in trazione. Se ciò non avviene si corre il rischio che una vertebra possa provocare una lesione del midollo spinale. Fratture della testa. Prestare attenzione alle funzioni vitali dell'infortunato e chiamare urgentemente i soccorsi (vedi trauma cranico). Nel caso di traumi facciali bisogna fare attenzione che le vie aeree non vengano ostruite. Nella frattura al setto nasale è bene applicare del ghiaccio per arginare l'epistassi Fratture delle coste. E' il risultato di un colpo violento sul torace, per caduta o per sfondamento, per esempio nel caso di un incidente stradale. Bisogna distinguere la frattura di una o qualche costa dallo sfondamento del torace, molto più grave. L'infortunato deve essere tenuto in posizione semiseduta per agevolare la respirazione, non bisogna farlo parlare o tossire. E' importante mantenerlo il più possibile immobile per evitare che i monconi delle coste possano bucare i polmoni o ledere altri apparati vitali. E' necessario chiamare con urgenza i soccorsi che sono in grado di effettuare il trasporto nel modo più corretto. Frattura della clavicola.

Solitamente l'infortunato piega la testa dal lato della frattura, per alleviare il dolore, e si sorregge con la mano sana l'avambraccio. Si ha deformazione visibile della spalla e il dolore è intenso. E' importante sostenere il braccio

infortunato e immobilizzarlo con una fascia a triangolo nella classica posizione analgesica del "braccio al collo". Frattura del bacino. L'infortunato lamenta forti dolori all'anca, all'inguine o al cocige. Non bisogna mai metterlo in posizione seduta, per evitare lesioni interne, mantenendo il ferito supino e immobile. Poiché in questi casi c'è il rischio di una frattura della parte terminale della colonna vertebrale, è

opportuno chiamare soccorsi qualificati. ATTENZIONE: questo tipo di frattura porta frequentemente allo stato di shock

Ictus

Cos'è Un ictus, detto anche colpo apoplettico o apoplessia cerebrale, è causato da un'interruzione dell'afflusso di sangue in una zona del cervello, che può avvenire per un'emorragia e la rottura di un vaso o per un trombo, un'occlusione di un vaso per un coagulo di sangue. Sintomi L'ictus può presentarsi in modo improvviso, spesso con perdita di coscienza e caduta a terra

dell'infortunato, o può essere preceduto da segni premonitori come un pesante mal di testa, un senso di vertigini, formicolii, perdita delle forze, pesantezza degli arti. Chi ne viene colpito può perdere coscienza, presenta una respirazione rumorosa e irregolare, afasia (difficoltà o impossibilità di parlare), viso arrossato, spesso con una fisionomia alterata, vomito. Uno dei sintomi più evidenti è la perdita di sensibilità e di motilità da un lato del corpo - emiparesi o emiplegia -. Se l'emiparesi colpisce il lato sinistro del corpo è segno che la lesione ha interessato la zona destra del cervello e viceversa. Può tuttavia capitare una lesione bilaterale che si ripercuote su entrambi i lati del corpo. Intervento

In caso di ictus bisogna chiamare i soccorsi e condurre l'infortunato in ospedale. Intanto è bene tenerlo sdraiato, ma con il capo sollevato, in modo che il sangue non affluisca al cervello a peggiorare l'emorragia o l'ingorgo. In attesa dei soccorsi è consigliabile slacciare gli indumenti che costringono per agevolare la circolazione del sangue e applicare degli impacchi freddi sul capo, per evitare l'eccessiva affluenza di sangue. Se il paziente è cosciente, per riconoscere un ictus è utile afferrargli entrambe le mani e chiedergli che le stringa con forza. Una delle due mani, quella dalla parte colpita da emiplegia, sarà molto più debole o inerme. Se l'infortunato è incosciente, controllare le funzioni vitali. Solitamente è molto facile riconoscere la presenza della respirazione che è molto rumorosa e talvolta si ode un sonoro russare. Gravità La gravità dell'ictus dipende dalla parte del cervello che viene lesa. In generale è bene intervenire molto rapidamente.

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Idrofobia o rabbia Cos'è

Nota anche come idrofobia, la rabbia è una malattia contagiosa trasmissibile dall'animale all'uomo e viceversa. Solitamente il contagio avviene attraverso il morso di un animale. Il virus è presente nella saliva e viene trasmesso attraverso il contatto con il sangue. Ma anche le mucose - per esempio gli occhi o la bocca - possono costituire un ingresso del virus. Il periodo di incubazione - cioè il periodo intercorso tra il contagio e la manifestazione dei sintomi

- è molto variabile nell'uomo: mediamente è di circa 1-3 mesi, ma può durare dagli 8 giorni a un anno. Sintomi Formicolii, prurito e dolore nella zona della ferita. Febbre e anoressia (mancanza di appetito). Successivamente segue un periodo di eccitazione, con spasmi e contrazioni, forte cefalea, dolori alla gola così forti da far venire il terrore della deglutizione di cibo e bevande: da qui il termine idrofobia, che significa paura dell'acqua. Intervento Nel caso di un morso di animale è necessario pulire molto bene la ferita in profondità con acqua e sapone, acqua ossigenata o disinfettanti e recarsi al pronto soccorso tempestivamente per la vaccinazione. E' molto importante catturare, possibilmente vivo, l'animale che ha morso l'infortunato, in modo che possa essere tenuto in osservazione.

Prevenzione

Per le professioni a rischio, veterinari, agricoltori e chi è soggetto ad essere morso da animali potenzialmente portatori del virus, è consigliabile la vaccinazione preventiva. Gravità Se non si effettua il vaccino in modo tempestivo l'esito della malattia risulta quasi sempre mortale.

Infarto cardiaco

Cos'è L'infarto cardiaco è dovuto alla chiusura o all'ostruzione delle arterie coronarie che irrorano il cuore attraverso il sangue. La zona del tessuto cardiaco che non viene più irrorata dall'ossigeno presente nel sangue va incontro a una rapida necrosi (morte) con perdita definitiva delle funzioni. Sintomi

Dolore toracico molto intenso localizzato sullo sterno, spesso irradiato sulla parte sinistra: al braccio, alla spalla, alla schiena e al collo. Il paziente avverte un forte senso di costrizione sul torace, è pallido, ha un senso di angoscia, difficoltà nella respirazione, sudorazione fredda, alterazioni del battito cardiaco e del polso. Intervento

Chiamare immediatamente i soccorsi e, nel frattempo, cercare di tranquillizzare l'infortunato, evitargli ogni minimo sforzo che richiede un ulteriore afflusso sanguigno. Mantenere il cardiopatico in posizione semiseduta, per agevolare la respirazione, e controllare attentamente e costantemente le funzioni vitali: respiro e pulsazioni. Se si ha a disposizione dell'ossigeno è bene somministralo. Se il paziente ha un arresto cardiaco procedere immediatamente alla rianimazione artificiale. Gravità

In assenza di controlli e di apposite apparecchiature mediche è difficile capire la gravità dell'attacco cardiaco. E' perciò necessario agire con la massima tempestività, ogni minuto può essere in questo caso molto prezioso.

Iperpiressia

Cos'è

L'iperpiressia, comunemente chiamata febbre, è un innalzamento della temperatura corporea che può essere provocato da molteplici cause. E' un sintomo che ci avverte di una reazione del nostro corpo contro agenti patogeni. I valori normali della temperatura corporea sono compresi tra 36,8 C° e 37,5 C° se la temperatura è misurata internamente (per via orale o rettale) e tra i 36,5 C° e i 37 C° se è misurata esternamente (sotto l'ascella o nelle pieghe inguinali). La temperatura va misurata a riposo, almeno mezz'ora dopo uno sforzo fisico e

possibilmente non durante la digestione: questi processi, infatti, determinano un innalzamento. In caso di febbre è consigliabile misurare la temperatura almeno due volte al giorno, al mattino e alla sera, a orari fissi, tenendo presente che è normale che alla sera ci sia un piccolo innalzamento.

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Sintomi

Quando la temperatura corporea sale oltre la norma, il malato generalmente si sente caldo, talvolta affaticato e indolenzito. Può avere caldo o essere colpito da brividi di freddo, queste fasi generalmente si alternano e i brividi compaiono nelle fasi di innalzamento della temperatura.

Intervento

L'iperpiressia non è una malattia ma un sintomo, è perciò fondamentale consultare un medico per comprenderne la causa e agire sulla patologia. L'innalzamento della temperatura, oltre una certa soglia è pericoloso e, soprattutto nei bambini può portare a crisi convulsive o stati di delirio. In questi casi è perciò necessario abbassare rapidamente la temperatura. In generale si può individuare la soglia critica nel superamento dei 38 C° di temperatura esterna, oltre questo valore è consigliabile intervenire per abbassarla. Per far ciò esistono metodi chimici e fisici. L'abbassamento

attraverso i metodi chimici prevede l'assunzione di farmaci antipiretici (ma è sempre bene guidare dall'istinto. Se abbiamo caldo, è necessaria una dispersione del calore che non dobbiamo impedire coprendoci eccessivamente. Viceversa, davanti ai classici brividi, che di solito avvengono durante la fase dell'innalzamento della febbre, è bene stare molto coperti, come viene naturale. Per abbassare la temperatura rapidamente, in caso la febbre raggiunga valori pericolosi, sopra i 39 C°, bisogna togliere i vestiti esponendo all'aria tutta la superficie corporea ed eventualmente si può bagnare e raffreddare il corpo con una spugna inzuppata. Gravità Quando la temperatura sale oltre certi livelli è necessario abbassarla rapidamente. Oltre i 39 C° bisogna intervenire con urgenza.

Leptospirosi

Cos'è

La leptospirosi è un'infezione dovuta a microrganismi chiamati leptospire. Tipica degli animali, questa malattia può trasmettersi occasionalmente all'uomo se viene in contatto con acqua o altri materiali contaminati dagli escrementi di animali infetti. Gli animali più colpiti sono i ratti, ma anche alcuni animali domestici possono essere veicolo del virus e talvolta sono portatori sani: possono in altre parole trasmettere la malattia anche senza manifestarla. E' attraverso le urine che avviene l'eliminazione delle leptospire che possono

sopravvivere per molte settimane in ambienti favorevoli come l'acqua. Il contagio avviene attraverso abrasioni della cute o attraverso le mucose. Sintomi

L'incubazione, cioè il tempo che trascorre tra il momento dell'infezione e la manifestazione dei sintomi è compresa tra i 2 e i 26 giorni. Nella prima fase i sintomi sono febbre alta (39 C° - 40 C°), mal di testa, dolori muscolari, nausea vomito, occhi arrossati, dolori addominali. Dopo 1-3 giorni di miglioramento sintomatico le leptospire scompaiono dal sangue e inizia la seconda fase: la febbre fa la sua ricomparsa e le leptospire compaiono nelle urine. Durante la malattia vengono colpiti soprattutto il fegato e i reni. Intervento In caso di sospetta contrazione della leptospirosi bisogna immediatamente consultare il medico. Molto importante è la prevenzione di questa malattia, attraverso vaccinazione, se si compiono professioni a rischio, ed evitando le balneazioni in luoghi stagnanti o nei pressi di acque contaminate da fogne. Gravità In caso di sospetta contrazione della leptospirosi bisogna immediatamente consultare il medico.

Lipotimia o svenimento

Cos'è La lipotimia è il livello meno grave della perdita di coscienza. La causa è una cattiva irrorazione (e quindi ossigenazione) cerebrale per calo della pressione arteriosa. Questo malore può essere prodotto da molteplici fattori: stanchezza e fatica, calore eccessivo, cattiva ossigenazione nell'ambiente, emorragie, ustioni, traumi fisici od emotivi, abbassamento della pressione, ipoglicemia (basso di tasso di zuccheri nel sangue) e così via.

Sintomi La perdita di coscienza talvolta non è completa, il respiro è conservato, il polso è debole e lento, l'infortunato è spesso sudato pallido e ha un senso di freddo. I sintomi premonitori sono un senso di malessere, nausea pallore e capogiro. Intervento Porre l'infortunato in posizione antishock, con le gambe innalzate. Liberarlo da indumenti che costringono: slacciare cinture, cravatte o camicie per agevolare la circolazione. E'

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bene allontanare la folla e fare respirare bene l'infortunato, aerando l'ambiente. Bisogna sempre sorvegliare il battito cardiaco e le funzioni vitali. Di solito in pochi istanti l'infortunato si riprende. Quando ciò avviene è bene lasciarlo sdraiato per un po', impedirgli di alzarsi bruscamente col rischio di un nuovo svenimento, e confortarlo. NON DARE MAI da bere alcolici! Questa erronea consuetudine, purtroppo ancora oggi diffusa, è altamente controproducente: l'alcol è un vasodilatatore, di conseguenza la sua assunzione induce un abbassamento della pressione e un peggioramento della situazione. Gravità

Se l'infortunato si riprende immediatamente non c'è urgenza di ospedalizzare. Tuttavia, poiché le cause che portano alla lipotimia sono molteplici, è bene compiere una visita in pronto soccorso per accertamenti anche se l'infortunato apparentemente si è completamente ripreso.

Lussazione

Cos'è

La lussazione si verifica quando, per un trauma o un falso movimento, un capo articolare esce dalla sua articolazione senza tornare al suo posto. Sintomi Dolore acutissimo, impotenza funzionale e blocco dell'articolazione, gonfiore, visibile deformità dell'articolazione. Le più diffuse sono le lussazioni della spalla, del dito e del gomito

Intervento

Bisogna evitare di rimettere a posto l'articolazione. E' invece importante chiamare i soccorsi che trasporteranno l'infortunato all'ospedale dopo aver immobilizzato l'arto nel migliore dei modi. L'immobilizzazione dell'arto con adatte fasciature prima di qualsiasi movimento o trasporto è fondamentale per alleviare le sofferenze dell'infortunato e per evitare ulteriori traumi. Gravità Anche se la lussazione è molto dolorosa, l'infortunato non è in pericolo di vita. Poiché non è facile, senza una lastra, diagnosticare che non ci siano delle fratture, è sempre bene comportarsi come se ci si trovasse di fronte a una frattura.

Melena

Cos'è La melena è un'emorragia esteriorizzata che consiste in una fuoriuscita di sangue dall'ano insieme alle feci. L'aspetto del sangue è di colore scuro, non rosso vivo. La causa è un'emorragia presente nello stomaco, nel duodeno o nell'intestino. ATTENZIONE: la fuoriuscita di sangue rosso vivo è invece indice di una lesione del tratto

terminale del retto. Intervento E' necessario recarsi in ospedale.

Metrorragia

Cos'è

La metrorragia è un'emorragia esteriorizzata dalla vagina in seguito a lesioni o patologia dell'apparato genitale femminile. Intervento E' necessario recarsi in ospedale.

Morso di vipera

Cos'è

In Italia esistono 4 specie di vipere. Questi serpenti velenosi sono piuttosto schivi, temono l'uomo e aggrediscono soltanto per difesa. Rispetto ad altri serpenti non velenosi le vipere si distinguono in particolare dalla pupilla, verticale e non rotonda, dalla costituzione breve e tozza, dalla forma triangolareggiante della testa, e non affusolata e appiattita. Naturalmente, in caso di morso, non è molto facile individuare questi particolari. Il morso della vipera, tuttavia, lascia dei segni evidenti: due piccoli fori che distano circa 1 cm. l'uno dall'altro, i segni lasciati dai denti veleniferi. Talvolta il morso può presentare anche

altri segni: oltre ai fori dei denti veleniferi, infatti, possono essere presenti anche dei forellini molto più piccoli lasciati dagli altri denti, molto meno profondi ed evidenti. Il morso di altri serpenti non velenosi, invece, non presenta questi due fori maggiori.

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ATTENZIONE, potrebbe capitare che la vipera abbia perso un dente velenifero, oppure

che il morso non sia andato a segno completamente e a fondo. In tal caso può essere presente un solo foro del dente velenifero. Mediamente, ma ciò non è sempre vero, la quantità di veleno iniettato con un morso da una vipera non dovrebbe essere mortale per un uomo adulto, anche se tutto dipende da numerose variabili. La media di veleno iniettata dipende infatti dalla vipera, da quanto le sue ghiandole velenifere siano piene, dal modo in cui i denti affondano durante il morso. Inoltre, la reazione al veleno dipende per esempio dalla massa corporea del

malcapitato: un bambino è più a rischio di un individuo adulto. Sintomi Il morso è solitamente molto doloroso e provoca in genere arrossamento, cianosi, gonfiore e crampi più o meno acuti. Dopo circa mezz'ora o un'ora, i sintomi sono: cefalea, vertigini, tachicardia, calo di pressione, vomito, diarrea e shock che può condurre anche alla morte.

Intervento In caso di morso di vipera è necessario rallentare la circolazione del sangue. Tranquillizzare il malcapitato ed evitare il più possibile i movimenti. Bisogna chiamare i soccorsi o raggiungere velocemente un ospedale. Contrariamente a quanto diffuso nell'opinione comune è bene NON INCIDERE LA FERITA e NON SUCCHIARE.

L'incisione a croce rischia di aumentare il contatto tra il veleno e il sangue o i sistemi linfatici. La suzione è pericolosissima per il soccorritore: basta una piccola lesione, carie o screpolatura per contrarre il veleno. Spremere la ferita immediatamente dopo il morso, è

invece utile per fare uscire la maggior quantità possibile di veleno. Recenti studi hanno dimostrato che il veleno dei serpenti si trasmette in tempi rapidi soprattutto attraverso il sistema linfatico, mentre soltanto più lentamente si trasmette per via venosa. Per questi motivi si può improvvisare o usare un laccio emostatico ma soltanto per bloccare la circolazione linfatica e venosa non quella arteriosa! Il

laccio, quindi, non va stretto molto Ancora più indicata è una fasciatura molto stretta. Nel caso che il morso abbia interessato un braccio o una gamba, per esempio, si può applicare una fasciatura molto stretto a monte della ferita, sino alla fine dell'arto. Il siero antivipera:

l'utilizzo del siero antivipera è decisamente sconsigliabile, perché la sua inoculazione richiede la presenza di un medico. Esistono infatti dei rischi di shock anafilattico e di allergie. Per evitare questo inconveniente è necessario un test di inoculazione di una

piccolissima quantità di siero per vedere la reazione: operazione che richiederebbe la presenza di un medico. Inoltre, bisogna ricordare che il siero va conservato in frigorifero e si deteriora portandolo in giro per alcune ore a temperature più elevate dei 2° - 6° A meno di non essere completamente isolati e nell'impossibilità di raggiungere un ospedale in tempi ragionevoli è perciò consigliabile cercare di trasportare l'infortunato in ospedale invece di utilizzare il siero. La prevenzione: durante le escursioni in montagna o in campagna è consigliabile fare attenzione a dove ci si siede o ci si sdraia, agli indumenti poggiati sull'erba che vanno scossi prima di indossarli nuovamente. I serpenti si annidano spesso tra i sassi che è bene non rimuovere. L'uso di calzettoni e stivali, durante le passeggiate, riduce notevolmente il rischio del morso. Ricordiamo che le vipere temono l'uomo e attaccano solo per difesa. E' perciò buona norma picchiare con un bastone sui sentieri: anche se i serpenti sono sordi, percepiscono le vibrazioni del terreno e si allontanano immediatamente. ATTENZIONE: le vipere possono partorire sui rami degli alberi, bisogna fare particolarmente attenzione all'eventualità di incontrare una vipera su un ramo perché in tal caso si rischia che il morso avvenga in un punto molto delicato e critico come per esempio il collo o il capo.

Occlusione intestinale

Cos'è

L'occlusione intestinale è causata da un'ostruzione per cause meccaniche o funzionali del passaggio delle feci. Sintomi Il blocco, di norma, avviene in modo progressivo, comincia con alcuni giorni di stitichezza, si accentua e, se le cause non vengono eliminate, produce un notevole gonfiore dell'addome sino alla manifestazione di vomito, inizialmente alimentare, poi sempre più verdastro ed amaro, sino ad assumere un odore e un aspetto fecale.Altri sintomi che

possono aiutare l'identificazione di un'occlusione intestinale sono la lingua asciutta e ricoperta di una patina giallastra o scura, una sete persistente, una diminuzione della quantità delle urine, uno stato confusionale. Intervento

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Bisogna chiamare un medico e agire in modo tempestivo. L'infortunato va tenuto a letto, a riposo, favorendo il rilassamento dei muscoli addominali. E' necessario il digiuno ed è bene limitare anche l'ingestione dei liquidi. Evitare la somministrazione di purganti e lassativi, non somministrare analgesici che alterano il quadro clinico e, se si manifesta il vomito fecale, ricoverare immediatamente in ospedale. Gravità

La fase acuta di questa malattia è una patologia intestinale molto grave.

Otorragia

Cos'è

L'otorragia è un'emorragia esteriorizzata che consiste nella fuoriuscita di sangue dall'orecchio in seguito a traumi cranici o dell'orecchio stesso. Intervento Se non ci sono sospetti di traumi alla colonna vertebrale o altre complicazioni, è consigliabile porre l'infortunato in posizione di sicurezza, e chiamare urgentemente i soccorsi. ATTENZIONE: Non bisogna tentare di arginare il sangue: è bene che defluisca

Palpitazioni

Cos'è

Il disturbo di avere le palpitazioni, detto anche cardiopalmo, consiste nel percepire in modo forte e accelerato le pulsazioni del proprio battito cardiaco. Raramente questo fenomeno è collegato a una reale cardiopatia. Le cause sono molteplici, spesso riconducibili a cause nervose, emotive o accidentali, altre volte riconducibili a manifestazioni riflesse di disturbi gastrici, uterini, epatici o altro. Sintomi

Il soggetto, all'improvviso, avverte in modo intenso il battito del proprio cuore. A volte questo fenomeno è collegato a uno spavento, a uno sforzo fisico o a cause emotive, ma

altre volte avviene in modo improvviso e imprevedibile. Per prevenire questo disturbo è buona norma cercare di condurre una norma di vita regolare, evitare le cause di tensione, gli affaticamenti, l'eccesso di caffè e di sigarette. Intervento

In questi casi, invece di prendere farmaci, è bene consultare un medico. Non bisogna farsi prendere dallo spavento, non si è in presenza di un attacco cardiaco. E' bene cercare di tranquillizzare e distendere l'infortunato. Gravità Le palpitazioni difficilmente sono collegate a disturbi cardiaci, più frequentemente sono riconducibili a cause nervose e psichiche. Durante queste manifestazioni quindi, non si corrono pericoli di vita che richiedono interventi d'urgenza.

Perdita di coscienza

Cos'è

Una perdita di coscienza è la perdita della nozione della propria esistenza e degli oggetti esterni. Sintomi

L'infortunato non parla, non sente, non risponde. A volte reagisce a stimoli dolorosi, per esempio pizzicotti in zone particolarmente sensibili come il capezzolo o il collo. Ci sono vari livelli di perdita di coscienza: la lipotimia, il coma e la sincope.

ATTENZIONE: in queste condizioni il polso e la respirazione possono essere presenti, ma possono anche essersi

arrestati. Intervento

Davanti alla perdita di coscienza bisogna immediatamente controllare le funzioni vitali e intervenire di conseguenza ponendo l'infortunato in posizione antishock. ATTENZIONE: non porre l'infortunato in posizione antishock nel caso di una sospetta congestione cerebrale o in caso di ictus. Nel caso di una lipotimia la posizione antishock è sufficiente a far rinvenire dal malore il soggetto che si dovrà successivamente sottoporre a una visita medica. Se ciò non avviene immediatamente, e comunque in tutti gli altri casi, bisogna immediatamente chiamare i soccorsi. Se si verifica un arresto respiratorio o un arresto cardiaco bisogna procedere senza perdere tempo con la respirazione artificiale ed eventualmente il massaggio cardiaco. ATTENZIONE: in caso di malori o svenimenti, non essendo spesso possibile una diagnosi sul luogo, è bene

sempre comportarsi con la massima allerta e chiamare urgentemente i soccorsi. Gravità

La perdita di coscienza può essere una momentanea lipotimia, o svenimento, ma il più delle volte si verifica per infortuni molto gravi e richiede un soccorso urgente per condurre il malcapitato all'ospedale.

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Peritonite

Cos'è

La peritonite è l'infiammazione acuta del peritoneo, la membrana che avvolge gli organi dell'addome. L'infiammazione, di origine batterica, è spesso associata alla formazione di pus. Questa grave infezione è spesso causata dalla degenerazione di un'appendicite: se l'appendice si perfora, l'infezione passa nella cavità addominale e si propaga al peritoneo. Sintomi

L'infortunato avverte un forte dolore addominale, inizialmente localizzato e poi sempre più esteso. Ogni minimo movimento accresce il dolore. Alla palpazione la parete dell'addome contrappone una tenace resistenza e la contrazione, col tempo, si fa sempre più forte ed estesa: si ha il "ventre di legno". Sono presenti poi anche altri disturbi come febbre, nausea, vomito. Intervento

Davanti a questi sintomi è necessario chiamare i soccorsi e condurre l'infortunato in ospedale. E' necessario un rapido intervento chirurgico per eliminare il focolaio e richiudere il punto perforato. In attesa dei soccorsi mantenere il paziente sdraiato a letto, con i muscoli addominali il più possibile rilassati. Non assumere purganti o lassativi né analgesici che altererebbero il quadro clinico alla visita del medico. Gravità La peritonite è una patologia molto grave che richiede un intervento chirurgico molto urgente, nel giro di poche ore, altrimenti ha esito mortale.

Punture di insetti e altri animali

Cos'è

In Italia praticamente non esistono insetti velenosi al punto di provocare la morte. Le punture sono perciò considerate pericolose solo nel caso l'infortunato sia allergico alle sostanze iniettate, quando il numero delle punture è elevato, quando la puntura avviene sul viso, in gola, sulla lingua, in un occhio o sui genitali. Tra gli altri animali che possono provocare analoghi inconvenienti si possono ricordare alcuni

pesci dotati di spine velenose, come lo scorfano o il pesce ragno, e le meduse i cui tentacoli rilasciano una sostanza urticante.

Sintomi

Dolore pungente, prurito, gonfiore, arrossamento della zona colpita. Intervento

Innanzitutto, se il pungiglione è rimasto conficcato nella carne, bisogna estrarlo con l'ausilio di un ago o di una pinzetta opportunamente disinfettati. Nel caso delle api, i cui pungiglioni sono uncinati, questa operazione è però inutile.

In generale è consigliabile lavare la parte con acqua e sapone, disinfettare e toccare il luogo della puntura con un batuffolo di cotone imbevuto di ammoniaca pura o diluita con acqua. Si possono poi applicare pomate antistaminiche, che danno sollievo, e fasciare. Si possono anche fare degli impacchi di ghiaccio. Analoghi interventi sono consigliabili anche nel caso di punture ragni, scorpioni, scorfani, pesci ragno o contatto con meduse. ATTENZIONE: se la puntura interessa la lingua, il palato o la gola il gonfiore può ostruire le vie respiratorie. E' perciò necessario recarsi velocemente in ospedale e porre sulla base della lingua il manico di un cucchiaino o un bastoncino di legno per agevolare la respirazione. Gravità

Nel caso che le parti colpite siano molto delicate, per esempio l'occhio o i genitali è bene recarsi in un pronto soccorso o consultare un medico. Analogamente se la zona colpita è la lingua o la gola si corre il rischio che il gonfiore possa impedire la respirazione ed è bene recarsi immediatamente in ospedale. La stessa urgenza si presenta nel caso l'infortunato sia allergico alle sostanze iniettate.

Shock

Cos'è Lo shock è una sindrome dovuta a una diminuzione dell'afflusso di sangue nei tessuti. E' una conseguenza della caduta della pressione arteriosa e si verifica in seguito a numerosi fattori: quando si presenta un'emorragia con conseguente diminuzione del volume del sangue; quando si ha una dilatazione dei vasi (vasodilatazione) e di conseguenza calano la pressione e l'irrorazione sanguigna; quando avviene una diminuzione della gittata cardiaca; può essere anche causato da una grave reazione allergica (shock anafilattico). Sintomi L'infortunato è in uno stato di prostrazione da insufficienza cardiocircolatoria acuta,

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spesso è in uno stato di confusione mentale, afasia (mancanza di parola), ha freddo, è pallido, può andare incontro a una perdita di coscienza. Intervento

Davanti a uno shock è innanzitutto importante individuare ed eliminare la causa: per esempio bloccare un'emorragia, immobilizzare una frattura, tranquillizzare l'infortunato. E' poi fondamentale agevolare la circolazione sanguigna slacciando gli indumenti che costringono, evitare la dispersione del calore mantenendo l'infortunato coperto, porre l'infortunato in posizione antishock: con le gambe

alzate rispetto al corpo in modo che il sangue affluisca verso la testa. E' sempre importante in questi casi sorvegliare attentamente le funzioni vitali. ATTENZIONE: NON SOMMINISTRARE MAI alcolici: l'alcol è un vasodilatatore che peggiora la situazione. Gravità Lo shock, una volta instaurato, evolve irreversibilmente verso il coma e porta alla morte. E' bene perciò prevenirlo e bloccarlo immediatamente ponendo l'infortunato in posizione antishock.

Sincope

Cos'è E' l'improvvisa e totale perdita di coscienza con arresto del respiro e del cuore. Le cause possono essere molteplici: infarto, gravi traumi, ma anche malattie polmonari o nervose. Sintomi

L'infortunato è completamente privo di coscienza, la respirazione e il battito cardiaco si sono arrestati, l'aspetto è pallido, la pelle è pallida, sudaticcia e fredda. Le pupille sono di solito dilatate e non reagiscono alla luce. Intervento Constatata l'assenza del respiro e del battito cardiaco procedere immediatamente alla respirazione artificiale e al massaggio cardiaco, in attesa dei soccorsi. Gravità

La gravità è massima. Dopo pochi minuti dall'avvenuto arresto cardio-respiratorio ha inizio la morte cerebrale che produce danni irreversibili e una rapida morte dell'individuo.

Sindrome da schiacciamento

Cos'è La sindrome da schiacciamento insorge quando l'infortunato rimane a lungo schiacciato sotto pesi o macerie. Sintomi

Una volta liberato dai pesi che lo schiacciano, l'infortunato rischia uno stato di shock molto grave che porta a una diminuzione o a un blocco delle urine e a una insufficienza renale che può essere mortale. I muscoli lesionati, infatti, liberano una sostanza detta mioglobina che, entrando in circolo, è responsabile del blocco renale. L'urea che non

viene più eliminata si accumula nel sangue e porta alla morte. Intervento

In attesa dei soccorsi, prima di estrarre l'infortunato dalle macerie o dai pesi che lo bloccano e costringono, bisogna apporre un laccio emostatico a monte della parte schiacciata per prevenire l'imponente emorragia che ne

consegue e per arginare l'entrata in circolo della mioglobina. L'infortunato va poi posto in posizione antishock. Se è cosciente è consigliabile fargli bere bicarbonato di sodio (4 cucchiaini circa in un litro d'acqua) per diminuire l'acidità che fa precipitare la mioglobina. Gravità In caso di schiacciamento è necessario chiamare immediatamente il soccorso qualificato. Oltre al rischio di una sindrome da schiacciamento, infatti, l'infortunato è di solito in condizioni fisiche e psichiche gravi e presenta fratture, lesioni, emorragie che richiedono

un urgente ricovero.

Tetano

Cos'è Il tetano è una malattia provocata da un microbo (Clostridium Tetani) che vive in ambiente anaerobico, cioè povero di ossigeno. Nelle ferite profonde, soprattutto se provocate da oggetti arrugginiti o sporchi, questo microrganismo trova un terreno fertile per la riproduzione. Sintomi

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L'incubazione della malattia è silenziosa e può durare da 1 settimana a 6 mesi. I sintomi iniziali dell'infezione sono: temperatura elevata (ipepiressia), sudorazione e rigidità del collo. Successivamente sopravvengono spasmi nei muscoli della faccia, inarcamento della colonna vertebrale difficoltà di respirazione. L'infezione, difficilmente curabile, porta alla morte per paralisi dei muscoli respiratori. Intervento

In caso di ferite profonde, soprattutto se provocate da oggetti sporchi, terrosi o arrugginiti, è importante la prevenzione dell'infezione attraverso il vaccino o il siero che va inoculato nell'organismo entro le 24 ore dal ferimento. Gravità

La malattia è molto grave e difficilmente curabile se non viene bloccata mediante il vaccino o il siero.

Trauma cranico

Cos'è

Con trauma cranico si intende una qualsiasi lesione al cranio o al cervello dovuta a un evento traumatico. Sintomi

I sintomi e le conseguenze dipendono dalla gravità del trauma. La commozione cerebrale si manifesta generalmente con una momentanea perdita di conoscenza ed è di solito transitoria e reversibile. Anche se non comporta danni permanenti, nei casi più gravi può portare a uno stato di coma. Quando si verifica invece una distruzione dei tessuti cerebrali sottostanti si ha una contusione cerebrale che è irreversibile e comporta dei danni permanenti. Un trauma cranico può anche causare la rottura di un vaso sanguigno. Il sangue, in tal caso, fuoriesce e si raccoglie tra le ossa craniche comprimendo il cervello. La formazione dell'ematoma può essere anche non immediata e verificarsi alcune ore o anche alcuni giorni dopo il trauma. Talvolta l'infortunato riprende coscienza per

un breve periodo, poi avverte mal di testa, vomita e può avere convulsioni ed entrare in coma. In presenza di una lesione al cervello, permanente o reversibile, l'infortunato presenta sempre anisocoria, e cioè asimmetria dei diametri pupillari. In altre parole, osservando le pupille, una sarà dilatata (stato di midriasi) e l'altra ristretta (stato di miosi). La frattura del cranio può portare a emorragie da orecchio o naso, vedi emorragie e otorragia. Intervento ATTENZIONE: davanti a un trauma cranico, anche se appare lieve, è necessario

comportarsi sempre come se l'infortunato - anche se sembra normale - abbia avuto delle lesioni, e portarlo in ospedale per controlli e accertamenti. Per prima cosa, quando l'infortunato ha battuto il cranio, è necessario compiere un'indagine sull'accaduto per vedere se il paziente presenta amnesie, difficoltà nel parlare (afasia) o confusione mentale. Controllare sempre se c'è asimmetria pupillare, segno evidente di un danno al cervello. Evitare sempre che il paziente si addormenti, nonostante possa presentare una forte sonnolenza, in queste

circostanze, infatti, il sonno può degenerare in coma. In attesa di una visita è consigliabile apporre sulla parte traumatizzata una borsa di ghiaccio, per indurre una vasocostrizione. In caso di emorragie da orecchio o naso, è bene porre l'infortunato in posizione di sicurezza per far defluire il sangue che non deve rimanere all'interno. ATTENZIONE: fare attenzione in questo caso che l'infortunato non presenti fratture o lesioni alla

colonna vertebrale, davanti a questo sospetto la posizione di sicurezza potrebbe nuocere. In caso di fratture esposte e di fuoriuscita di materiale cerebrale è necessario coprire la parte con un telo sterile, il rischio di infezioni è elevato. Se il paziente non è cosciente, in attesa dei soccorsi, controllare costantemente la presenza delle funzioni vitali. Gravità Un trauma cranico, anche se appare lieve, richiede sempre accertamenti e controlli in ospedale. Anche quando l'infortunato appare normale è bene condurlo al pronto soccorso, le complicazioni possono a volte sorgere anche dopo alcune ore e persino giorni. Se il trauma è forte e il paziente ha perso coscienza, presenta amnesie, afasia o confusione mentale, è bene chiamare i soccorsi.

Ustioni

Cos'è

Un'ustione è una lesione della cute e dei tessuti provocata dal calore. Può essere causata da un contatto diretto col fuoco, con liquidi bollenti, con sostanze chimiche ma anche da un'eccessiva esposizione al Sole o da una folgorazione. Sintomi

A seconda della gravità, della profondità e dell'estensione, l'ustione viene classificata di 1°, 2° o

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3° grado. L'estensione dell'ustione è molto importante per determinarne la gravità. Se supera il 50% della superficie corporea, le possibilità di sopravvivenza sono deboli. Per il 30-40% le condizioni sono gravissime mentre, intorno al 20%, anche se la situazione è grave, non ci sono gravi rischi di vita. L'ustionato, per contatto con fuoco, liquidi bollenti o sostanze chimiche, soprattutto se l'estensione è notevole, presenta dei dolori e dei bruciori violentissimi, spesso viene trovato urlante e incapace di esprimere quanto gli è successo. Le parti ustionate si possono presentare fortemente arrossate, con evidente lacerazione dei tessuti e della cute, talvolta possono anche essere carbonizzate. Intervento

Davanti a un'ustione bisogna per prima cosa interrompere tempestivamente l'azione lesiva: spegnere l'ustione con acqua fredda sulla parte e sulle zone limitrofe. Se la fonte di calore è ancora attiva al momento del soccorso è bene eliminare gli abiti, ma non quelli a contatto

con l'ustione: si rischia di staccare insieme agli abiti anche l'epidermide e aggravare la situazione. Bisogna sempre cercare di operare in ambiente il più possibile sterile: le ustioni sono molto soggette alle infezioni. Bisogna perciò cercare di coprire la parte ustionata con appositi teli sterili. Se l'ustione è grave o estesa bisogna chiamare i soccorsi ed è bene porre l'infortunato in posizione antishock. Per le ustioni di 2° grado è consigliabile lavare immediatamente la parte con acqua

fredda o applicare ghiaccio: agendo tempestivamente si possono evitare le successive formazioni di bolle. Se queste si manifestano non vanno mai bucate, a contatto con l'aria la parte lesa rischia di infettarsi. Nel caso le bolle si buchino spontaneamente bisogna disinfettarle accuratamente e ricoprirle con apposite garze sterili. Per le ustioni di 1° grado è sufficiente lavare la parte lesa con acqua fredda e utilizzare appositi unguenti curativi. Gravità

La gravità di un'ustione dipende dalla superficie corporea che interessa, ma anche dalla profondità. Un'ustione superficiale ma molto estesa può essere pericolosa. Altrettanto pericolosa può essere un'ustione poco estesa ma molto profonda. ATTENZIONE: le ustioni sono facilmente soggette alle infezioni.

Vomito

Cos'è Il vomito è l'espulsione attraverso la bocca del materiale presente nello stomaco e nel duodeno. Di solito è preceduto da nausea, eruttazioni e aumento della salivazione. E' un sintomo di svariati malesseri e patologie, bisogna perciò comprendere da che cosa è provocato. Può essere causato da un lieve e banale disturbo digestivo, ma può essere anche un sintomo di

avvelenamento per l'ingestione di cibi indigesti, alterati o sostanza velenose che suscitano reazioni di intolleranza nel nostro organismo. Sintomi In caso di disturbi digestivi il vomito si manifesta solitamente insieme a sonnolenza, gonfiore del ventre, aerofagia, bruciore di stomaco, crampi addominali, mal di testa o diarrea. In caso di ingestione di cibi alterati o sostanze velenose, i sintomi possono manifestarsi nel momento della masticazione ma anche 12 o 24 ore dopo l'ingestione. In seguito a un trauma cranico o a un'emorragia cerebrale, spesso il vomito si manifesta con conati improvvisi non preceduti da nausea. Intervento Nel caso di lievi disturbi digestivi, ci si può lasciar guidare dal buon senso, evitando di assumere cibi, rimanendo a riposo, al caldo, aiutandosi con appositi farmaci. Nel caso di vomito prolungato o incoercibile, soprattutto se è accompagnato da addominalgie e dolori è invece necessario consultare il medico. Se c'è il sospetto di un'intossicazione alimentare grave o di un avvelenamento - da funghi, dal alcol, da sostanze tossiche - è necessario recarsi in ospedale con sollecitudine. ATTENZIONE: se l'infortunato non è cosciente, il vomito può ostruire le vie aeree e portare al soffocamento.

Questo pericolo si può evitare ponendo il soggetto in posizione laterale di sicurezza. Gravità

Dipende dalle cause. E' minima nel caso di lievi disturbi digestivi, è massima nel caso di gravi intossicazioni alimentari o di avvelenamenti.

Blocco delle emorragie massive

Cos'è

Le emorragie massive, che di solito interessano grossi vasi arteriosi e sono perciò molto abbondanti, vanno tempestivamente arginate per evitare che l'infortunato perda eccessive quantità di sangue o muoia dissanguato.

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Per bloccare o diminuire le perdite è sufficiente cercare di fermare la circolazione del sangue comprimendo i vasi arteriosi in alcuni punti dove il loro passaggio è facilmente raggiungibile. I punti di compressione sono collocati tra il cuore e la ferita. Comprimendoli si provoca una vasocostrizione che rallenta o blocca la circolazione del sangue. Le compressioni sono ancora più efficaci se si utilizza un oggetto rigido, per esempio una moneta. I punti di compressione.

Compressione dell'arteria carotidea. Si effettua in caso di gravi ferite al collo, facendo molta attenzione a non bloccare l'afflusso di sangue al cervello.

Compressione dell'arteria succlavia. Si pratica nel caso di ferite alla spalla o detroncazioni del braccio. Il soccorritore si posiziona dietro la schiena dell'infortunato e introduce le dita nella cavità dietro la clavicola comprimendo con forza verso il basso.

Compressione dell'arteria ascellare. Si effettua nel caso di ferite al braccio o all'avambraccio. E' consigliabile sollevare in alto il braccio dell'infortunato, per poi comprimere energicamente con i pollici nella cavità ascellare.

Compressione dell'arteria omerale superiore. Utile nel caso di ferite al braccio. Bisogna comprimere con tre dita sotto il bicipite in corrispondenza dell'omero, nella parte interna del braccio.

Compressione dell'arteria omerale inferiore. Indicata nel caso di ferite all'avambraccio o alla mano. Si comprime con i due pollici nell'incavo del gomito.

Compressione dell'arteria femorale superiore. Si pratica nel caso di ferite alla coscia o prossime all'inguine. Bisogna far stendere l'infortunato e comprimere sull'inguine, con la mano chiusa a pugno, in modo deciso e con forza, con il braccio teso e facendo forza anche con l'altro braccio.

Compressione dell'arteria femorale inferiore. Si effettua in caso di ferite alla coscia. L'infortunato è disteso a terra con la gamba leggermente piegata: il soccorritore comprime con forza contro il femore, nella parte interna della coscia, con la mano chiusa a pugno e il braccio teso.

Compressione dell'arteria poplitea. Utile nel caso di ferite alla gamba o al polpaccio. L'infortunato è disteso a terra, il soccorritore pone il suo piede sulla propria spalla, in modo che rimanga sollevato, e comprime nell'incavo del ginocchio con i due pollici.

Laccio emostatico

E' da utilizzare con molta prudenza e solo in caso di assoluta necessità. Questo sistema infatti esclude completamente la circolazione sanguigna con il rischio di procurare una necrosi dei tessuti. l laccio va perciò utilizzato solo in casi estremi come la detroncazione di un arto, lo schiacciamento sotto macerie o pesi, o gravi fratture esposte. Le complicazioni più pericolose sono la possibilità di cancrena ischemica, la paralisi dei tessuti nervosi, lo shock da laccio.

Una volta messo, il laccio non si deve più né allentare né togliere: queste operazioni, infatti, portano a un improvviso ripristino della circolazione che può comportare scompensi circolatori anche mortali. Il laccio emostatico non va mai tenuto a lungo, dopo 30 minuti comincia ad essere rischioso e più passa il tempo più il rischio di complicazioni aumenta. E' consuetudine perciò scrivere sulla fronte dell'infortunato l'ora esatta della messa del laccio affinché i soccorritori si sappiano regolare. I lacci emostatici si possono improvvisare con strisce di stoffa, sciarpe e stracci di una larghezza di circa 4 o 5 centimetri, legati molto stretti o attorcigliati intorno a un legno o una penna a mo' di torchio. Non usare mai corde, fili elettrici o stringhe che ledono i tessuti. ATTENZIONE: il laccio emostatico si può applicare soltanto al femore o all'omero che costituiscono un supporto rigido contro cui le arterie si comprimono. Non si deve MAI utilizzare sull'avambraccio o sulla gamba perché sono formati da due ossa ciascuno, e i vasi sanguigni scorrono tra di essi.

Rianimazione artificiale: massaggio cardiaco + respirazione artificiale

A cosa serve

Dopo 3 o 4 minuti dall'arresto cardiaco i neuroni e il cervello, molto sensibili alla carenza di ossigeno che non viene più pompato dal cuore attraverso il sangue, cominciano una irreversibile distruzione. In presenza di un arresto cardiaco, perciò, bisogna intervenire immediatamente con il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale: operazioni che servono a ripristinare artificialmente l'attività cardiaca e respiratoria. Attraverso il massaggio cardiaco il cuore pompa il sangue soltanto al 20% - 40% del

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normale, ma è sufficiente per tenere in vita l'infortunato sino al suo arrivo in un pronto soccorso dove, attraverso un defibrillatore si tenterà di ripristinare l'attività cardiaca attraverso scariche elettriche. Allo stesso modo, la respirazione bocca a bocca, serve per ossigenare il sangue che viene pompato in modo meccanico attraverso il massaggio cardiaco. Anche se l'aria che insuffliamo è ricca di anidride carbonica, la quantità di ossigeno immessa è comunque sufficiente all'ossigenazione. L'aria che espiriamo, infatti, contiene il 16% di ossigeno, contro il 20% dell'aria che inspiriamo. Il soccorritore, esercitando una pressione sulla gabbia toracica, comprime il cuore tra lo sterno e la colonna vertebrale e in questo modo si sostituisce meccanicamente all'attività cardiaca. Grazie all'elasticità della gabbia toracica, quando cessa la compressione, il torace si espande e il cuore si dilata, per poi restringersi alla successiva compressione. ATTENZIONE: prima di eseguire un massaggio cardiaco è necessario essere certi dell'avvenuto arresto del cuore,

altrimenti si possono compiere dei danni molto seri. Come si fa

Spesso l'arresto cardiaco non è totale, il cuore è in fibrillazione, comincia cioè a tremolare senza più riuscire a mandare in circolo il sangue. Questo stato è particolarmente frequente nei casi di folgorazione. Proprio per questo un tempo prima di iniziare il massaggio alcuni soccorritori tentavano il ripristino dell'attività cardiaca attraverso il colpo precordiale che però oggi, secondo le più recenti tecniche di rianimazione in vigore, è decisamente sconsigliato. Ne

riportiamo dunque la manovra solo perché a qualcuno potrebbe capitare di sentirne parlare: il colpo precordiale (SCONSIGLIATO) consisteva in un colpo forte e secco assestato col pugno chiuso circa alla metà dello sterno. Veniva ripetuto anche 2 o 3 volte e se l'attività cardiaca non si ripristinava si passava dunque al massaggio.

Il punto di compressione.

Prima di procedere al massaggio è necessario individuare il punto di compressione. Per trovarlo si può misurare ad occhio la lunghezza dello sterno, individuare la metà e porre il palmo della mano appena sotto questa metà. La procedura più corretta e precisa, tuttavia, è la seguente: 1) si deve partire dal margine inferiore dell’arcata costale e risalire con due dita unite seguendo la costola sin a quando non si raggiunge il punto in cui le costole si congiungono con lo sterno.

2) Un volta trovato questo punto bisogna porre su di esso il dito medio e sopra di esso apporre anche il dito indice. Immediatamente sopra le due dita, sullo sterno, bisogna poi apporre il palmo dell'altra mano. Questo è il punto di repere, e cioè il punto più corretto dove andrà effettuato il massaggio cardiaco. Non resta dunque che sovrapporre anche l'altra mano facendo ben attenzione che le dita della mano che premono sullo sterno siano ben sollevate. E' questo il punto migliore per comprimere il cuore: al di sopra si rischia di rompere lo sterno, al di sotto si rischia di procurare fratture alle costole con possibili lesioni di organi vitali come il fegato o i polmoni.

Posizione dell'infortunato. L'infortunato deve essere sdraiato a pancia in su, disteso su un piano rigido o al suolo, meglio se in posizione antishock. MAI effettuare un massaggio cardiaco su un letto o un materasso! A questo punto bisogna procedere a garantire la pervietà delle vie aeree e prepararsi alla ventilazione.

Se il soccorritore è da solo.

Dopo aver garantito la pervietà delle vie aeree, chiudere il naso con una mano, per evitare che esca l'aria che insuffliamo, ed effettuare 2 o 3 insufflazioni per ossigenare il sangue. Controllare che il torace e l'addome si dilatino durante l'insufflazione per riabbassarsi immediatamente dopo. Posizionarsi in ginocchio al lato dell'infortunato e porre la base del palmo nel punto di compressione dello sterno precedentemente individuato. Porre il palmo dell'altra mano sul dorso della prima, con le dita ben alzate, per fare forza con entrambe le braccia. Mantenere le braccia ben tese, non piegate, perché il massaggio è efficace se è perfettamente verticale e non deve mai seguire un asse obliquo. A questo punto eseguire la prima compressione facendo forza, in modo perpendicolare, con tutto il peso del corpo, e poi rilasciare. Lo sterno si deve abbassare di circa 4 o 5 centimetri. L'operazione va ripetuta 15 volte, le compressioni vanno fatte a distanza di circa un secondo l'una dall'altra. Dopo

15 compressioni, spostarsi velocemente vicino alla testa dell'infortunato ed effettuare altre due insufflazioni. Continuare così alternando 15 massaggi e 2 insufflazioni. Va detto che ogni volta che si ricomincia a fare un ciclo di compressioni va nuovamente individuato con la solita procedura il punto di repere. Ogni tanto bisogna controllare che l'attività cardiaca non si sia ripristinata. In tal caso

interrompere immediatamente il massaggio e controllare le funzioni vitali dell'infortunato sino all'arrivo dei soccorsi. Se l'attività non si ripristina il massaggio va continuato senza interruzioni sino all'arrivo dei soccorsi. ATTENZIONE: nel caso di bambini, le compressioni devono essere meno energiche. Anche il punto di

compressione è differente: in particolare nei neonati il punto di compressione si trova nel punto mediano della linea di congiunzione dei capezzoli e la compressione deve essere fatta con due dita anziché con i palmi delle mani. Questo vale ance per i bambini molto piccoli: la compressione va effettuata soltanto con le dita, se non si vuole

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procurare uno sfondamento del torace. Inoltre bisogna ricordare che nei bambini il ritmo del cuore è più veloce, 80 - 100 battiti al minuto contro i 60 - 70 di un adulto. Anche il ritmo del massaggio deve essere un po' più veloce.

Se ci sono due soccorritori.

Procedere come nel caso di un solo soccorritore con le seguenti differenze: un soccorritore si posiziona vicino alla testa e si occupa delle insufflazioni .L'altro si posiziona vicino al torace e si occupa delle compressioni. Si comincia con 2 insufflazioni, poi l'altro soccorritore effettua 15 compressioni, e si continua alternando 2 insufflazioni e 15 compressioni. E' bene contare ad alta voce ogni compressione, in modo che l'altro soccorritore che si occupa delle insufflazioni prenda il giusto ritmo e sia pronto a immettere aria dopo la quinta compressione. Mai effettuare contemporaneamente insufflazione e compressione ma sempre alternando.

Poiché queste manovre sono molto faticose, è bene che i due soccorritori si alternino e si diano il cambio ogni tanto. Il cambio deve essere veloce. Intanto, ricordarsi di controllare il polso per vedere se l'attività cardiaca si è ripristinata. ATTENZIONE:

Le procedure qui descritte sono in continuo aggiornamento da parte dell'IRC, che è alla ricerca sempre di nuovi metodi più efficaci per salvare vite umane. Fino a pochi anni fa, per esempio, nel caso di un massaggio cardiaco con due soccorritori la manovra prevedeva un ritmo di 1 insufflazione seguita da 5 compressioni, la qualcosa si trova ancora in molti manuali non aggiornati. Le manovre qui descritte invece tengono conto degli ultimi protocolli del 2003 e in futuro potrebbero anche cambiare lievemente, visto che la ricerca è sempre in costante crescita.

Respirazione artificiale

A cosa serve

La respirazione artificiale serve per ossigenare artificialmente un infortunato che ha un arresto respiratorio, tipico per esempio nei casi di asfissia, annegamento, avvelenamento da farmaci, overdose e altro. In questi casi i muscoli involontari che dilatano la gabbia toracica sono bloccati e l'infortunato non può ossigenare il sangue. In queste

condizioni, dopo pochi minuti, anche l'attività del cuore si blocca. E' perciò necessario agire tempestivamente per ossigenare il sangue in modo artificiale. Come si fa

La respirazione artificiale andrebbe praticata attraverso strumenti medicali come il pallone ambu e, per motivi di igiene e profilassi, è sconsigliabile praticare la respirazione bocca a bocca. Tuttavia, poiché questa manovra può salvare la vita a una persona, in mancanza di strumenti spetta al soccorritore la decisione di come agire, in base alla propria coscienza.

Respirazione bocca a bocca.

Distendere l'infortunato a pancia in su e procedere con il controllo della pervietà delle vie aeree e, se l'infortunato non ha traumi, iperestendere la testa appoggiando una mano sotto la nuca e spingendo verso l'alto mentre contemporaneamente con l'altra mano si può esercitare una pressione sulla fronte verso il basso. Chiudere con due dita il naso dell'infortunato per evitare che l'aria insufflata fuoriesca. Dopo avere inspirato profondamente, far aderire le proprie labbra con quelle dell'infortunato (meglio dopo aver apposto un fazzoletto) e insufflare con forza. Quindi sollevare la testa e controllare che il torace si sollevi per poi abbassarsi immediatamente dopo. Ripetere l'operazione, con un ritmo di 15-20 atti al minuto, fino a quando l'infortunato non riprende la respirazione autonoma o sino all'arrivo dei soccorsi. Controllare periodicamente che l'infortunato non vada in arresto cardiaco.

Respirazione bocca a naso. Se l'infortunato presenta delle fratture alla mandibola o alla mascella, si può procedere come nel caso della respirazione bocca a bocca con la differenza che la bocca viene tenuta chiusa per evitare che fuoriesca l'aria insufflata, e le insufflazioni vanno fatte attraverso il naso.

Respirazione bocca a bocca naso. Nel caso l'infortunato sia un bambino piccolo, il soccorritore può aderire le proprie labbra sul viso del bambino effettuando le insufflazioni contemporaneamente attraverso la bocca e il naso dell'infortunato. In questo caso la quantità di aria insufflata e la forza dell'insufflazione devono essere ridotte.

Respirazione manuale di Nielsen. Se non è possibile la respirazione bocca a bocca si può tentare una respirazione manuale la cui efficacia è molto inferiore. Questa manovra è controindicata in caso di traumi o fratture agli arti superiori o alla colonna vertebrale. Dopo aver steso l'infortunato a pancia in giù su un piano rigido, con la testa iperestesa e gli arti superiori piegati, il soccorritore, inginocchiato, posiziona le mani sulle scapole dell'infortunato, con le dita ben aperte e, sfruttando il peso del proprio corpo, esercita una compressione sulla schiena che serve a far espirare l'aria. Successivamente afferra i gomiti dell'infortunato tirandoli verso di sé per favorire l'allargamento della gabbia toracica e quindi l'inspirazione. L'operazione va ripetuta con un ritmo di 15 atti al minuto.

Respirazione manuale di Silvester.

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Se non è possibile la respirazione bocca a bocca si può tentare questa respirazione manuale la cui efficacia è molto inferiore. Questa manovra è controindicata in caso di traumi o fratture agli arti superiori o alla colonna vertebrale. Dopo aver steso l'infortunato a pancia in su, su un piano rigido, con la testa iperestesa, il soccorritore, inginocchiato dietro la testa del paziente, dovrà afferrargli i polsi, incrociarli sull'addome, portarsi in avanti e, sfruttando il proprio peso, comprimere l'addome per produrre l'espirazione. A questo punto dovrà portarsi all'indietro sedendosi sui talloni e aprire le braccia dell'infortunato per allargare la gabbia toracica e produrre l'inspirazione.

Bendaggi e fasciature

Cosa sono I bendaggi e le fasciature consistono nell'avvolgere una parte del corpo con tessuti e garze con lo scopo di proteggere le ferite dalle infezioni, di assorbire le secrezioni, di tamponare le emorragie o di bloccare lussazioni, distorsioni e fratture. Le fasciature sono i bendaggi eseguiti con fasce di varia larghezza a secondo della zona del corpo interessata.

Fasciatura degli arti. Per fasciare una parte di un arto si impiega la fasciatura a spirale. Dopo aver fatto un paio di giri di benda, si continua ad avvolgere la parte scalando, ad ogni giro, circa 1/3 della larghezza della benda, procedendo dall'alto verso il basso. Al termine, si compiono altri due giri e si fissa il tutto con un cerotto o con una spilla da balia. Le fasciature non devono

essere troppo strette, ostacolerebbero la circolazione, ma nemmeno troppo larghe perché perdono la loro efficacia. Se la fasciatura comprende un'articolazione, gomito o ginocchio, a seconda dei casi si può continuare a scalare per immobilizzare la parte, oppure arrivati nell'incavo dell'articolazione si può avvitare la garza su se stessa per permettere la mobilità dell'articolazione. Nella fasciatura di una mano, si parte dal polso, si scende a coprire il palmo e le dita, in

modo obliquo, lasciando libero il pollice, e si risale nuovamente verso il polso dove si fissa. Anche per la caviglia si procede nello stesso modo. Questo tipo di fasciatura è adatta anche per il torace e l'addome.

Bendaggi tubolari. Esistono in commercio dei bendaggi tubolari elastici di varie forme e dimensioni che si adattano alle varie parti del corpo. Hanno la funzione o di sostenere le medicazioni e sono molto rapidi e semplici da utilizzare. Bendaggi triangolari. Anche le bende triangolari si possono impiegare per la fasciatura

di arti, mani, piedi, gomiti, articolazioni e testa. Questo bendaggio è particolarmente usato per sostenere la spalla, nel caso di lussazioni o traumi, o per sostenere il braccio nella classica posizione del "braccio al collo".

Liberare le vie aeree ostruite

Un corpo estraneo (cibo, tappi, dentiere...) può talvolta ostruire le vie aeree e portare all'asfissia. L'infortunato improvvisamente diviene incapace di respirare, tossire e parlare. Cercare di afferrare con le mani ed estrarre il corpo estraneo può essere utile, ma non sempre l'oggetto è estraibile in questo modo. Inoltre si corre il rischio di spingerlo ancora più all'interno. Dare dei colpi sul torace o sulla schiena può essere una valida manovra, ma non sempre è sufficiente. Più utile è la tecnica di far contemporaneamente chinare in avanti l'infortunato, magari appoggiandosi allo schienale di una sedia, per sfruttare anche la forza di gravità. Nel caso di un bambino si può addirittura afferrarlo per i piedi a testa in giù e dargli dei colpetti sulla schiena.

Manovra di Heimlich. Il soccorritore si pone alle spalle dell'infortunato e lo cinge ponendo il pugno chiuso alla bocca dello stomaco, tra lo sterno e l'ombelico. A questo punto preme in modo rapido, forte e ripetuto il pugno verso la testa dell'infortunato facendo contemporaneamente anche pressione sull'addome. L'infortunato dovrebbe rigettare immediatamente l'oggetto che gli ha ostruito le vie aeree.

Trasporti

In generale, il trasporto di un infortunato è un'operazione molto delicata che richiede un soccorso qualificato e un'attrezzatura medicale apposita. E' quindi bene evitare il trasporto improvvisato con mezzi di fortuna, perché può essere pericoloso.

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Per prima cosa è necessario distinguere gli infortuni gravi dagli infortuni che richiedono un trasporto urgente: le due cose sono infatti molto diverse. Chi ha subito un trauma alla colonna vertebrale, per esempio, ha un problema gravissimo, ma non c'è urgenza nel trasporto. La cosa più importante, invece, è una buona immobilizzazione e un buon trasporto che consentano di condurlo in ospedale senza ulteriori traumi. Poiché talvolta è però necessario improvvisare un trasporto di fortuna, con mezzi privati, si tenga presente che, di volta in volta bisogna distinguere l'urgenza dalla gravità. Nel caso di

fratture e traumi, per esempio, un furgone, benché più lento di un'automobile è preferibile: l'importante è infatti mantenere l'infortunato immobilizzato, evitare scossoni e movimenti bruschi. Se l'infortunato è incosciente, inoltre, va mantenuto sdraiato, in posizione di sicurezza. Infine è indispensabile che ci sia lo spazio per il soccorritore che deve costantemente vigilare sulle funzioni vitali ed eventualmente intervenire con manovre di soccorso, difficilmente eseguibili in un'automobile. Come trasportare l'infortunato per le scale.

Se l'infortunato è in casa, spesso non è facile trasportarlo, soprattutto se non è cosciente, se è anziano, e se manca l'ascensore.

Se il paziente è cosciente, e non ha traumi o sospette fratture, il metodo più comodo è quello di utilizzare una sedia da cucina (dopo aver controllato che sia ben robusta!). Il trasporto si effettua in due. L'infortunato si siede e un soccorritore afferra le gambe posteriori della sedie o lo schienale, mentre l'altro le gambe anteriori. In questo modo si può trasportare per le scale o con un ascensore. E' importante che i soccorritori siano coordinati e sollevino la sedia contemporaneamente, facendo molta attenzione a non inclinarla e far cadere il trasportato. Quest'ultimo deve tenere le mani sulla pancia e stare fermo. ATTENZIONE: scendendo le scale si deve fare attenzione che il paziente non si aggrappi alla ringhiera, come viene istintivo, il rischio è che i trasportatori vengano da questo sbilanciati e possano incespicare. Bisogna sempre raccomandare di tenere le mani ferme sulla pancia e di stare fermi e tranquilli. Questo trasporto da seduti è particolarmente adatto nei casi di difficoltà respiratoria, infarto, edema polmonare..., quando il paziente non deve essere sdraiato. Se il paziente non può stare seduto o non è cosciente, e non ha traumi, si può utilizzare un telo o una coperta, ben robusti. Dopo che l'infortunato è stato sdraiato su una coperta i

soccorritori, preferibilmente 4, afferrano i lembi della coperta contemporaneamente e scendono per le scale. Un soccorritore afferra i lembi dove c'è la testa, altri due si pongono di fronte, e afferrano i lembi dove ci sono i fianchi - la parte più pesante, e il quarto i lembi dalla parte dei piedi. A meno che non sia necessaria la posizione antishock, scendendo per le scale la testa deve essere sollevata rispetto al corpo, in altre parole scende per primo chi è dalla parte dei piedi. Se i soccorritori sono in 3, uno può afferrare i lembi della coperta dalla parte della testa, gli altri due, posti ai lati del paziente, guardandosi in faccia, afferrano con una mano il lembo all'altezza dei fianchi - la parte più pesante - e con l'altra il lembo verso i piedi. In caso di fratture, il trasporto deve avvenire soltanto dopo aver immobilizzato la parte traumatizzata.

Posizione laterale di sicurezza

Cos'è Una persona in stato di incoscienza, ma con le funzioni vitali inalterate, può rischiare di soffocare o di non respirare sufficientemente per delle ostruzioni delle vie aeree causate per esempio dal vomito, oppure per il rovesciamento all'indietro della lingua. La posizione laterale di sicurezza evita questo rischio, mantenendo una postura corretta in modo che il vomito possa defluire all'esterno, e che la lingua non si rovesci grazie all'iperestensione della testa In presenza di un infortunato incosciente è consigliabile porlo in tale posizione. ATTENZIONE: controllare che la respirazione e il polso dell'infortunato siano presenti. NON ESEGUIRE MAI questa manovra in caso di sospette lesioni alla colonna vertebrale

o fratture. L'infortunato va posto sdraiato su un fianco, con una gamba stesa e una piegata, in modo da assicurare stabilità ed evitare che possa rotolare. La testa va iperestesa, per agevolare la respirazione, su un lato, in modo che, in caso di rigetto, il vomito possa defluire senza ostruire le vie aeree

Iperestensione della testa

Cos'è

Una persona in stato di incoscienza, ma con le funzioni vitali inalterate, può rischiare di soffocare o di non respirare sufficientemente per il rovesciamento all'indietro della lingua.

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L'iperestensione della testa consente di evitare questo problema. Dopo aver sdraiato l'infortunato a pancia in su, è sufficiente collocare una mano sotto la nuca tirando verso l'alto e, contemporaneamente, con l'altra mano si può esercitare una pressione sulla fronte verso il basso. Oppure si può afferrare la mandibola dell'infortunato e rovesciare all'indietro la testa. Anche se la lingua non è rovesciata all'indietro, questa posizione aiuta la respirazione. Se il capo è piegato in avanti, infatti, la lingua ostruisce la respirazione, e l'infortunato tende a russare. Con il capo reclinato all'indietro questo non avviene. Questa posizione è indispensabile prima di praticare la respirazione bocca a bocca, altrimenti l'aria insufflata rischia di non raggiungere i polmoni. Se l'infortunato è incosciente l'iperestensione della testa può avvenire lateralmente, ponendo il soggetto in posizione laterale di sicurezza. ATTENZIONE: non iperestendere mai il capo davanti al sospetto di una frattura alla colonna vertebrale!

Individuare respirazione e polso

Respirazione

Se un infortunato è incosciente, bisogna immediatamente verificare la presenza delle funzioni vitali: respirazione e polso. Per prima cosa si deve verificare la respirazione: se questa è assente bisogna verificare anche la presenza del polso, se invece è presente, necessariamente anche l'attività cardiaca non si è arrestata. Per far ciò è sufficiente appoggiare una mano sul torace e una sull'addome dell'infortunato per percepire sollevamenti e, contemporaneamente, si può avvicinare l'orecchio alla bocca per avvertire il passaggio dell'aria. In alternativa si può posizionare vicino al naso e alla bocca dell'infortunato uno specchietto o un vetro per vedere se si

appanna. Passando dai consigli generali alle tecniche più precise il protocollo di interevento dei soccorritori prevede in questo caso la cosiddetta manovra di G.A.S. (Guardo, Ascolto, Sento): il soccorritore si pone ai lati

della testa del paziente e, avvicinando l'orecchio alla bocca ed al naso del paziente, contemporaneamente osserva l'espansione del torace:

1) Guarda l'espansione del torace, 2) Ascolta eventuali sibili dovuti alla respirazione, 3) Sente il calore dell'aria espirata sulle proprie guance.

Polso Le pulsazioni del cuore, invece, si possono percepire facilmente sul petto o sul collo. Appoggiando una mano sul torace, sotto la metà dello sterno, o meglio ancora appoggiando l'orecchio, il battito cardiaco si percepisce chiaramente. Bisogna però aprire eventuali giacche o cappotti, nel caso ci siano. Un altro sistema è quello di porre indice, medio e anulare sul collo, esattamente sotto la mandibola, premendo un po' nel muscolo di fianco alla carotide. Qui è possibile percepire l'arteria carotidea, molto evidente. Per esercitarsi a trovare l'arteria carotidea il soccorritore deve cominciare a prendere il polso carotideo a se stesso. Individuato il punto, sarà poi facile trovarlo anche negli altri. Va detto che il polso carotideo, tra gli altri, è il più sicuro ed evidente da trovare, ed è perciò il più indicato soprattutto nei casi in cui c'è da capire rapidamente se un infortunato incosciente sia o

meno in arresto cardiaco. Il polso radiale è più difficile da trovare. Anche in questo caso il soccorritore deve prima esercitarsi su se stesso. Il punto da palpare, con le tre dita lunghe, è sull'esterno del polso, sotto la mano, dalla parte del pollice. ATTENZIONE: il polso si deve percepire sempre con le dita indice, medio e anulare, mai con il pollice. Qui infatti

passa un arteria abbastanza importante e spesso non è possibile sapere se la pulsazione che il soccorritore sente è la sua o quella dell'infortunato! Se l'infortunato è incosciente con respiro assente e battito cardiaco presente bisogna immediatamente procedere

alla respirazione artificiale. Nel caso anche il battito cardiaco sia assente bisogna procedere alla respirazione artificiale e al massaggio cardiaco. LE PUPILLE Un altro sistema che aiuta a rendersi conto se l'infortunato è in arresto cardiaco consiste nell'osservare le pupille. Dopo un breve periodo dall'arresto, infatti, queste si dilatano e non reagiscono alla luce. In condizioni normali, invece, se illuminate si rimpiccioliscono immediatamente.

Posizione antishock

Cos'è In caso di shock bisogna porre l'infortunato in una posizione che favorisca l'afflusso di sangue al cervello. Dopo aver cercato di eliminare la causa dello shock, per esempio bloccando un'emorragia, tranquillizzando l'infortunato e così via, è

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necessario cercare di agevolare la circolazione, slacciando gli indumenti che possono costringere e ponendo il soggetto in modo che il capo sia più in basso del corpo. In questo modo, per gravità, il sangue tende a defluire verso il cervello. Se l'infortunato viene fatto sdraiare su un piano rigido, si può apporre qualcosa sotto la parte dei piedi. In alternativa si può far sdraiare per terra l'infortunato e sollevargli le gambe. ATTENZIONE: evitare la posizione antishock in caso di trauma cranico o davanti al sospetto di emorragia cerebrale o congestione cerebrale

Disinfezione e medicazione

Cos'è

Nel caso di ferite imponenti, il soccorritore non si deve preoccupare troppo della loro disinfezione, quanto di tamponare l'emorragia. L'infortunato sarà poi medicato e disinfettato in ospedale. ATTENZIONE: nel caso di ustioni o di fratture esposte, è invece assolutamente

importante cercare di mantenere il più alto grado possibile di sterilità per evitare complicazioni. Nel caso invece di piccole ferite, abrasioni o escoriazioni, prima della medicazione

bisogna procedere alla disinfezione. Disinfezione. Per prima cosa bisogna lavare la ferita sotto un getto di acqua e con sapone e rimuovere eventuali oggetti estranei, come schegge o terriccio. Successivamente bisogna disinfettare la ferita con acqua ossigenata. Evitare l'uso di alcol o della tintura di iodio, sostanze nocive se applicate direttamente sulle ferite. L'alcol è invece indicato per disinfettare una zona del corpo prima di un intervento, oppure per disinfettare gli strumenti da utilizzare

nella medicazione, come pinzette, forbicine, aghi.. Medicazione. Ricoprire la ferita con garze sterili. Al di sopra di queste, ma non a diretto contatto

con la ferita, si può porre del cotone idrofilo con funzione di tampone. Il cotone idrofilo rilascia infatti numerosi filamenti che restano appiccicati alla ferita ed è perciò consigliabile evitare il contatto diretto. La medicazione, infine, può essere fissata mediante bende o cerotti. Il cerotto non deve mai

essere applicato sopra la ferita, che deve "respirare", ma sempre di lato, per fissare la garza. Le medicazioni devono sempre avere un'estensione maggiore della ferita, che deve essere interamente ricoperta.

Provocare il vomito

Per provocare il vomito, per esempio in caso di avvelenamento, si può stimolare l'ugola con un dito, somministrare del caffè salato o dell'acqua calda salata. O ancora si può somministrare caffè con mezzo limone spremuto. ATTENZIONE: ci sono dei casi di avvelenamento in cui il vomito NON VA MAI PROVOCATO!

Il pallone "ambu"

Cos'è E' uno strumento che serve per effettuare la respirazione artificiale evitando il contatto bocca a bocca. Funziona come un piccolo mantice: è composto da un pallone che si schiaccia manualmente e determina la fuoriuscita di aria attraverso un'apposita valvola posta su una mascherina simile a quelle che servono per irrorare l'ossigeno. In questo modo il soccorritore può ventilare l'infortunato evitando il contatto bocca a bocca. Inoltre, l'aria insufflata presa dall'ambiente, o collegata a un erogatore di ossigeno contiene delle percentuali di ossigeno superiori a quelle insufflate con il metodo bocca a bocca.

Immobilizzazione delle fratture

Cos'è Nel caso di fratture, prima del trasporto bisogna procedere all'immobilizzazione della parte. La cosa migliore è attendere l'intervento dei soccorsi qualificati dotati di apposite attrezzature medicali, come le steccobende, i collari rigidi, le barelle a cucchiaio, il materassino a depressione e via dicendo. Se questo non è possibile bisogna improvvisare delle immobilizzazioni con mezzi di fortuna. Bisogna sempre tenere a mente che in caso di frattura, la parte deve essere tenuta in trazione. In questo modo si evita che i monconi possano danneggiare i tessuti. Inoltre

l'infortunato ne trae solitamente un sollievo e una diminuzione del dolore.

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Fratture degli arti

Nel caso di una sospetta frattura di un arto si può cercare di steccarlo, con delle stecche di legno o comunque dei sostegni rigidi, avvolti in stracci, giornali, indumenti, e successivamente, bendati e fasciati. Nel caso di una frattura di una gamba, in mancanza di meglio, si può usare l'arto sano come sostegno. ATTENZIONE: spesso, se la frattura coinvolge un'articolazione, l'arto può essere deformato o piegato. In tal caso

per immobilizzarlo è necessario raddrizzarlo. Questa operazione è sconsigliabile per chi non è un esperto soccorritore. Tuttavia, se è indispensabile, bisogna ricordare che lo spostamento deve avvenire sempre in trazione, allontanando tra loro i monconi. Fratture alla colonna vertebrale

L'immobilità dell'infortunato è fondamentale. Se viene leso il midollo spinale, si va incontro a un danno irreversibile, che può portare alla paralisi o alla morte. Il trasporto richiede alcune attrezzature apposite e un soccorso qualificato. In casi di estrema urgenza (incendio, fughe di gas), l'infortunato può essere trasportato da almeno 3 soccorritori, meglio se in 5. Prima del trasporto si deve mettere in trazione il

paziente. La mano sotto la testa deve tirare verso l'esterno mentre dall'altra parte, bisogna che anche i piedi siano tirati in direzione opposta. Le mani dei soccorritori devono poi scivolare sotto le gambe, i glutei e la schiena, molto aperte e tese, a formare un piano rigido. I soccorritori devono essere coordinati e sollevare il paziente contemporaneamente, mantenendone il corpo sempre perfettamente in asse e allineato. Successivamente l'infortunato va posto su un piano rigido e legato e immobilizzato, prima del trasporto.