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notizie dalla Mariapoli Aenata

notizie dalla Mariapoli Aenata Ma5 - loppiano.it 3.pdf · continenti annunciano che arriveranno ... n avvenimento che ci vede impe gnati su tutti i fronti, e non solo gli abitanti

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Spedizione in A. P. Comma 20/C Legge 662/'96 Tassa pagata uff. PT Filiale di Firenze Direzione, Amministrazione,.. Redazione in Lopp1ano - lei. 0558335866 -

IN\-ISA VALDARNO (FI)

ttore responsabile Guglielmo Boselli- aut. Trib. Firenze n. 2622 del 09.12.1977- c.c.p. n. 21038500 inte­stato a Loppiano Notizie -c.p. 64 - lnciGo Valdarno

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ALCUNI DEL MOVI••.,•·• ....... DEl FOCOLARI

ITALIA

ANCONA Via Tagliamento, 19 tel. 071/32285-F.M BOLOGNA Via Mazzini, 31 te l. 051 /309444-F F.

BRESCIA Via V. Foppa 3 tel. 030/290uu•.>-r.o-.

BARI Via Zanardelli, 85/A tel. 080/5560951

CAGLIARI - Pirrl Via S.Tommaso D'Aquino, 2 tel. 070/501337-F

FIRENZE Via XX Settembre tel. 055/499684-F.F. GENOVA Via al Capo di S. Chiara, 16/A tel. 010/3761731

MILANO Via Faenza, 26/4 te l. 02/891 :li::S::l193-IF.I

NAPOLI Via B. Caracciolo tel. 081/5491571

TORINO Via delle Rosine, 1 te l. O 11 /884007 -F. F.

PADOVA Via Torre 55 te l.

PALERMO-'II'illabatl via Giulio tel. 091/6141n:-~~~-... •

PERUGIA Strada Tuderte, te l. 075/3884 79-F.M

ROMA Via M. D'Amelio tel. 06/664171

TRENTO Via Vicenza, 10 tel. 0461/933567

notizie dalla Mariapoli Aenata

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GIUBILEO, GIUBILEO

Primi giorni di agosto: inizia ormai il conto alla rovescia!

Da mesi ci prepariamo all'evento "Giubileo": mail, fax, telefonate dai 5 continenti annunciano che arriveranno circa ottomila giovani a popolare la cit­tadella nelle settimane che precedono e seguono la GMG (giornata mondiale della gioventù) col Santo Padre.

n avvenimento che ci vede impe­gnati su tutti i fronti , e non solo gli

abitanti della cittadella! Sono in tanti a dare il loro prezioso contributo per accogliere i giovani: dal distretto sco­lastico di Incisa in Valdarno che ha messo a disposizione varie scuole, alla parrocchia di Matassino con tutte le infrastrutture parrocchiali; al comu­ne di Montevarchi con il Crossodromo che permette di ospitare una tendopoli per circa 700 giovani e la lista potreb­be continuare ... ! A dire il vero già a luglio avevamo fatto, per così dire, le prove generali con piccoli gruppi ... "Sono le avan­guardie", ci dicevamo. Erano i giovani di Atene. Non era capitato ancora che un gruppo così numeroso fosse giunto dalla Grecia. Si sono fermati 3 giorni eppure era come se fossero stati qui da sempre e sono ripartiti con l'impegno e il deside­rio di continuare a vivere nelle loro

città quel­l'unica legge che contraddi­stingue chi si è impe­gnato a vivere per un mondo unito: l'a­more reci­proco, il comanda­mento nuovo di Gesù. Un ragazzo ci ha detto che tornan­do a casa

non avrebbe più aspettato che suo fratello gli chiedesse scusa per primo, ma che lo avrebbe perdonato, e non solo lui, ma tutti gli uomini. Otto agosto: andiamo in avanscoperta nei vari posti che accoglieranno i gio­vani, c'è da spostare banchi, piantare tende, sistemare letti e brandine, pro­curare tutto il necessario per la logisti­ca. Un'altra squadra allestisce il necessa­rio per i pasti e poi ancora chi prova canti, danze .. . e sì, perché il 12 ci sarà la "Festa dei popoli". Alle volte però, come spesso succede, le "squa­dre" sono le stesse: così chi ha lavato piatti si trova davanti a un microfono per cantare una canzone tipica del suo paese di provenienza o chi ha piantato tende tutto il dì conclude la giornata con una tipica danza brasi lia­na o un rap sul mondo unito.

Ormai è tutto pronto ... "arrivano, arriva­

no" si sente echeggiare nella hall del salone san Benedetto. Da 4 pullman scendono 200 giovani di Hong Kong. Hong Kong, e chi li aveva mai visti così tanti cinesi tutti insieme, e dire che una caratteristica della cittadella è proprio l'internazionalità ... adesso però sembriamo tutti cinesi. E sì, ci si saluta con le mani giunte e un leggero inchino: è l'arte d'amare in azione, il "farsi uno" con la cultura dell'altro. Si vorrebbe dire qualche parola in canto­nese ma è proprio difficile, allora si sfodera quel poco o tanto di inglese che si conosce: good morning, welco­me .. . , ma dura poco, dopo qualche minuto tutti ci si saluta con il tradizio­nale "CIAO". Dopo alcune canzoni in varie lingue, sul palco salgono alcuni abitanti della cittadella: si vorrebbe dire in sintesi qual è la vita dei cittadini di Loppiano ma anche di quanti in tutto il mondo vivono per l'unità. Via via si crea un clima sem­pre più di famiglia, il culmine si raggiunge quando ascoltiamo il messaggio di Chiara ai giovani del primo maggio 2000. Il testo è già preparat6 nelle varie lingue, così tutti possono seguire senza perdere una parola e il portarsi via quel foglio esprime qualcosa di più che il ricordo di una giornata, sembra di avvertire l'impegno

preso da ciascuno a vivere proprio "l'arte d'amare" secondo l'invito di Chiara.

N e i giorni successivi il mosaico delle provenienze si arricchisce:

arrivano i giovani dall'Egitto, dal Portogallo, da Taiwan, da Gerusalemme. Giungono nei modi più vari e per chi non ha un mezzo proprio le distanze fra i vari posti della cittadella non sono indifferenti, consi­derando anche le temperature di ago­sto, ma qui tutto sembra un miracolo continuo, una Vita che coinvolge tutti. Così succede che gli autisti dei pull­man di un altro gruppo si mettono a disposizione per accompagnare alla stazione chi è arrivato in treno ... "Eppure fino a poche ore prima nean­che ci conoscevamo, ma come è pos­sibile?", esclama qualcuno.

Aiecheggiano le parole di sant'Agostino:

"Ciò che Babele disperse la Chiesa raccoglie; da una lingua ne vennero tante;

non ti meravigliare: questo l'ha fatto la superbia. Molte lin­gue diventano una; non ti meravigliare: questo lo fa l'amo­re". (1)

(1) De Fide Orthodoxa, lib.IV c.17: pg.94, 1075.

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Il 12 agosto è

c.• veramente il gior­no più atteso!

• Arrivano scaglionati i 32 pullman con

._ ____ .. 1550 giovani delle diocesi francofone del Belgio, si fermeranno con noi per 3 giorni, ormai è una vera invasione! l gazebi alle­stiti sul piazzaletto antistante il salone funzionano da punti di informazione, ma in realtà diventano punti di "comunio­ne", di scambio delle varie esperienze, di confronto. Ci si racconta le peripezie del viaggio, ma si parla spesso di un altro viaggio, del "santo viaggio", come lo chiama qualcuno, quel cam­mino in cui il rapporto con Dio e con gli altri s'intreccia dando senso alla quotidiani­tà. È commoven­te vedere i prati circo­stanti "fioriti" di originali capannelli , di cerchi costitui­ti da giovani che si raccon­tano.

l 'appuntamento è per la sera dopo­l-cena. Quando ormai il crepuscolo

lascia spazio ad un cielo trapuntato di stelle, il teatro all'aperto si popola di giovani. Attraverso danze, canti , mimi, ciascu­no esprime la caratteristica del suo popolo, e ciò che emerge non è la

diversità, ma la ricchezza della famiglia umana: è festa, festa dei popoli. Ma festa non è solo sinoni­mo di canti e danze, è la gioia di sperimentare che è possibile vivere per un mondo più unito, è scoprire vere le parole di Gesù: "Dove sono due o tre riuniti nel mio nome io sono in mezzo ad essi", festa è godere della Sua presenza fra gli uomini.

Nei momenti

di approfondi­mento o cate­chesi, come si dice in que­ste occasioni, le esperienze di vangelo vissuto comu­nicate parlano al cuore di molti e chi era arrivato un po' dubbioso, perché maga­

ri proveniente da esperienze diverse, si porta via la speranza che è possibi­le. E non è raro vedere tra i partecipanti

continua a pag 12

NESSUNO VI SUPERI . . 1 o maggio 2000

Carissimi g1ovan1,

so che siete riuniti in grande numero a Loppiano per il 1 o maggio.Siete molti e da città diverse, ma c'è qvalcosa che .vi accomunçl tutti : Siete tuttr giovani! Ed i giovani (lo so per esperienza, dato che appartengo ad un Movimento costituito anche da centinaia di migliaia e, forse, da milioni di giovani di tutto il mondo) hanno qualcosa di particolare. Pur sommersi, come tutti gli uomini del nostro tempo, dal secolarismo invadente, agghiac­ciati dal materialismo che impe­ra, turbati dall'edonismo che tra­suda dovunque dalle mode del tempo, dai mezzi di comunica­zione così ingannevoli , i giovani hanno in genere nei loro cuori e nelle loro menti delle antenne che sanno cogliere onde partico­lari, nuove e sublimi, che altri non sanno percepire. La loro età, non legata a passati più o meno deludenti, a tragedie che lasciano il segno, li fa liberi di nutrire pensieri e aspirazioni nobili come quelli della pace, della giustizia, della libertà, dell'unità; permette loro di sognare realizzazioni che ad altri parrebbero utopiche, come il vedere un giorno fiorire sul nostro pianeta, nonostante le dif-

ferenze di razze, di lingue, di popoli, di religioni, la fraternità fra tutti. Di prevedere, pronti a dare una mano alla sua realizza­zione, un mondo nuovo, più buono, più fel ice, più unito, un mondo più degno del terzo millennio che stiamo affron­tando. E sono certa che anche nel cuore di voi tutti giovani, qui presenti , albergano, se non sem­pre, almeno qualche volta, aspi­razioni di questo genere.

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Quest'anno, poi, ricordiamo i 2000 anni dall'apparire nel mondo d'una dottrina e d'una prassi, che comprendono e superano ogni umana aspetta­tiva, dottrina e prassi spesso obliate e contraddette dalla vigliaccheria di coloro che non sanno guardare più in là del loro angolo; ma diffusesi ormai come lievito su tutta la terra per opera di uomini come noi, ma degni di questo nome, uomini e donne grandi, eroici e spesso santi. Voi sapete chi ha portato questa dottrina e questa prassi. un uomo , ancor giovane, con solo qualche anno più di alcuni di voi, uomo e Dio insieme, che ha nutrito nel suo cuore i vostri più begli ideali:

Gesù. E per affermare i veri valori non ha solo vissuto, predicato, for­mato discepoli, guarito gente, con miracoli , edificato la Chiesa:Egli ha sacrificato la vita, è morto, lo sapete, là su una croce!

E' Lui che può essere per tutti voi il modello perfetto.

Gesù: che, quale segno di contraddi­zione, ha portato nel mondo ammorbato dall'egoismo, dall'o­dio, dal razzismo, dalla divisio­ne: la possibilità della fraternità, della solidarietà, della vera giu­stizia, della vera libertà, della

6 pace, dell'amore, dell'unità.

E come? Con la rivoluzione d'a-

more da lui bandita. Rivoluzione che libera l'uomo dalle catene dell'egoismo, dell'a­vere, dalla voglia di possesso, di potere, di sopraffazione. Rivoluzione che è ancora in atto per coloro che vogliono ascolta­re le sue parole, realizzarle senza mezze misure o compro­messi e seguirLo. Rivoluzione che potete vivere anche voi, giovani, pur restando quello che siete, dove siete. Non è semplicemente un amore umano quello che chiede, amore che si limita ai parenti e a qual­che amico ... No.

E ' un amore che deve arrivare a tutti

Per esso, non si può fare distin­zione fra il simpatico o l'antipati­co, il bello o il brutto, lo straniero o il compatriota, l'africano o l'eu­ropeo, il cristiano o il non cristia­no ... Tutti dovete amare. Gesù ha fatto così. Quest'amore vuole che si ami per primi. Non si può aspettare d'esser amati dall'altro per amare. Dobbiamo incominciare noi, come anche qui ha fatto Gesù quando è venuto in terra a salvarci, quando noi eravamo ancora peccatori , quindi non amanti Ed è un amore concreto, non fatto solo di sentimento o di parole, ma di fatti

Un amore forte , che arriva ad amare persino il nemico.

E ancora quest'amore (e qui è il desiderio più grande di Gesù!) vuole che ci si ami a vicenda, l'un l'altro.

Nel Vangelo si trova scritto:

"Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri,

come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici"

(Gv 15, 12-13)

Così hanno fatto i primi cristiani. Di essi si diceva: "Guarda come si amano e l'un per l'altro sono pronti a morire" . E con quest'a­

more hanno conquistato il mondo allora conosciuto.

Potevano dire: "Siamo di ieri e già siamo diffusi in tutto il

mondo" . Così fate anche voi,

giovani! Una delle espressioni dell'amor

poi è saper perdonare. Il perdono deve diventare abitu­dine nostra quotidiana, e la riconciliazione fra tutti prassi costante della nostra vita

, E poi ricorda e. Gesù non è una realtà

passata, non è solo un fatto lo

Egli può essere presente: fra voi, se lo volete, e non o nascosto nell'Eucaristia, nelle altre sue presenze

terra. Se siete uniti nel suo nome, attraverso l'amore vicendevole, Egli è presente in mezzo a voi.

Lo ha detto Lui: "Dove sono due o più riuniti nel mio nome, lì io

sono in mezzo a loro" (Mt 18,20).

E non c'è, ve lo assicuro, avven­tura più appassionante di quella di averlo fra noi e di seguirLo.

Ma occorre

amare l amare l amare . Occorre imparare quest'arte di

amare, perché è una vera arte, una divina arte. Coraggio, allora, carissimi giovani.

Nessuno vi superi in generosità e determina­

zione. Può essere questa l'occasione per eccellenza della vostra vita.

Cittadinanza CHIARA LUBICH di Incisa in Val d'Arno a

•È importante cogliere la grazia de/luogo, di que­sto luogo in cui ci troviamo", sottolinea nel suo saluto mons. Giovannetti, vescovo di Fiesole. Ripercorrendo la storia della diocesi "a passi molto rapidi", ricorda che all'inizio del primo mil­lennio fu il vescovo Romulo, mandato da Pietro, a portare la fede a Fiesole. "Poi si salta di un millen­nio e si viene proprio qui davanti a Loppiano: Val/ombrosa. Il grande santo e riformatore Giovanni Gua/berto opera incessantemente nella nostra diocesi, che è seminata di badie va/Iom­brasane ... Arriviamo al terzo millennio e la grazia del luogo ritengo veramente che sia Loppiano, con tutto quello che porta sotto l'aspetto religioso e sotto l'aspetto umano e sociale. "

A cura di Elda Pardi

Quando il Sindaco di Incisa in Val d'Arno, Manue/e Auzzi, ha saputo che in settembre Chiara sarebbe stata a Firenze per ricevere la cittadinanza onoraria di quella città, ha colto subi­to l'occasione per offrir/e anche quella del Comune che accoglie da/1964 la Mariapoli di Loppiano.

ll14 settembre scorso, al Salone S. Benedetto- trasformato per l'occa­sione in sa la consi liare- siamo in tanti: il Consig lio comunale, i Sindaci dei paesi vicini, il Vescovo di Fiesole e le altre autorità civili e religiose di Incisa e del Valdarno, e tanta gente .. . Attesa, emozione, e forse anche un pizzico d i fierezza per questo avveni­mento unico: Chiara infatti è la prima cittad ina onoraria del piccolo ma anti­co Comune di Incisa. "Era ora!", "Finalmente!"si sente commenta re in sala. È il Sindaco "a far da padrone di casa". Definendosi simpaticamente "il più piccolo fra i suoi tanti Sindaci onorari", invita a conoscere meglio Chiara: dice di aver scoperto che, i suoi, sono valori che costruiscono il dialogo, la condivisione e con un'affer­mazione decisa testimonia il rapporto che lega Loppiano al suo territorio: "Reputo Loppiano una risorsa ed un'occasione di risorse importantissi­ma per tutto il Valdarno".

é nato a loppiano il centro per la pace: .. IGINO GIORDANI ..

Il dono che il Sindaco presenta a Chiara è una riproduzione artistica del la scuola toscana dei Della Robbia : " ... abbiamo pensato a qualcosa che rappresenti l'amore materno", e spiega: "quasi una sintesi fra la nostra cultura e uno dei principi ispi­ratori del Movimento qual è l'amore". Chiara ora è sul palco: "Penso che quest'opera d'ar­te può essere il primo pezzo della nuova chiesa" che verrà edificata a Loppiano. Nel suo intervento poi, ripercorre la nascita e lo sviluppo di Loppiano, per concludere con una pro­messa che è un nuovo impegno, di "comportarci sempre come cittadini esemplari ed attivi".

In un clima di festa, c'è spazio

per un'ulteriore richiesta del Sindaco: "Chiederei alla nostra nuova

concittadina (premio UNESCO per l'Educazione alla Pace) di fare qui, a Loppiano, un Centro permanente di ini­ziative per la pace ... in accordo con gli altri Comuni della vallata e magari anche di Firenze, prevedendo un appuntamento annuale su questo tema." Chiara ha colto subito l'invito, e ne ha

già proposto il nome: il Centro si inti­tolerà a Igin o Giordani

"Foco" artefice di pace e di dialogo tra cul­ture e schieramenti diversi, a 20 anni

dalla sua partenza per il Cielo.

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Una visita speciale:

IL- FON DI FONTEM A LOPPIANO

Sono passati alcuni mesi da quan­do Chiara Lubich si è recata a Fontem, una delle prime cittadelle del Movimento, nel cuore del Cameroun, dove dagli anni ses­santa è in atto una viva collabora­zione tra il popolo Bangua e il "popolo" dei Focolari. Il loro re, il "Fon" di Fontem Lucas Njifua l, ha voluto contrac­cambiare la visita recandosi in

ottobre a Rocca di Papa, dove è stato ospite di Chiara, ed a Roma per una udienza con il Santo Padre. Nel programma del suo viaggio è stata inclusa una sosta di due giorni a Loppiano, motivo di gioia e festa per tutti noi. Al suono di ritmi africani e danze tipiche, venerdì

29 settembre Loppiano ha accolto il Fon insie­me a sua moglie Anastasia e al fratello Gabriele. A dargli il benvenuto, sono i cittadini di . Loppiano che provengono. d~i diversi. paes1,. . dell'Africa: si va a pranzo 1ns1eme e fin dali Ini­zio tutto ha il timbro della festa, di quei momenti che si ricordano, per l'amore recipro­co che si instaura subito e che ci lega come fratelli. Si visitano i vari laboratori, si incontrano alcune famiglie ... Alla Cooperativa si è in piena ven- . demmia. Di fronte all'internazionalità che tant1 volti gli testimoniano, il Fon esclama: "Voi siete veramente una famiglia. C'è l 'amore qui ... " -"Loppiano e Fontem sono due sorelle". Alle 21 , festa per tutti: folklore dal mondo, canti, giochi. .. Alla fine prende la parola il .F~n: c'è una lunga storia fatta di condivisione, d1 dif­ficoltà affrontate e superate insieme, e di affet­to che lega il suo popolo, nel Camerun occi­dentale, al popolo dell 'unità sparso nei cinque . continenti. Oggi più che mai il Fon vuole sottoli­neare i frutti che ha portato e continua a porta­re anche tra la sua gente questo stesso ideale di vita. 11 clima è così intenso e pieno di gioia che nes­suno vorrebbe andarsene.

l •

Difficile che le fotografie riescano ad espnmere momenti così belli. .. Sono immagini che anche il Fon porterà con sé, ma quello che non si cancella dai cuori di tutti è soprattutto la certez­za inscalfibile che un futuro di unità è all'oriz­zonte. Anche oggi, un nuovo passo verso la meta.

A cura di Nada Caldirola

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parlava dentro".

qualche volto rigato dalla commozione, come quel giovane madrilegno: "Ho pianto tanto, perché era forte.Ho sentito Qualcuno che mi

Così nei giorni successivi la carrella­ta continua: 540 olandesi che

esplodono di gioia sotto la pioggia scrosciante che accompagna la loro partenza. Poi è la volta degli spagnoli, dei portoghesi. Una giova­ne ci ha lasciato un biglietto: "Grazie delle vostre esperienze! Siccome vivo una situazione particolare in famiglia mi sono ritrovata in vari punti e ho sentito che Gesù mi parlava dentro. Ho capito che Lui mi ha portato qui per questo: farmi sentire il Suo amore personale. Ora tutto sarà diverso". Ancora altri 500 dalla Polonia, e poi dalla Repubblica Ceca e rappresen­tanti di paesi confinanti della ex Unione Sovietica; quasi 200 dalla Svizzera, un pullman dalla Gran Bretagna, dalla Germania, poi da Vilnlus in Lituania. da Mosca, dall'Ungheria, dal Giappone, da Malta.

Per quanto si è sperimentato in quei giorni parlare di culmine è difficile,

perché ogni giorno era caratterizzato dalla sua bellezza, ma sicuramente non possiamo nascondere la gioia tutta speciale quando il 22 agosto arri­vano circa 200 giovani della Nuova Caledonia. A dire il vero ci eravamo

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preparati a ricevere un gruppo della Nuova Zelanda quindi : programma in inglese ecc ... , ma ai cambiamenti di programma siamo abituati, in poco tempo si trasforma tutto e la sala si popola di "maori". Non conoscevamo l'esuberanza di questo popolo che con i canti e la sentita partecipazione ci fa dono di un brano della sua cultura. Prima di partire, secondo l'usanza, uno, a nome di tutto il gruppo, pren­dendo la parola esprime la gioia e la gratitudine di aver potuto conoscere questa nuova realtà che ha insegnato loro molto e che si portano via.

Adesso rimettiamo a posto e trovia­mo ancora tanti segni che espri­

mono gratitudine, tra tutti scegliamo un foglio con poche frasi : "Sono stati giorni belli, ho sperimentato l'amore di un popolo che vive con Dio e in Dio. Per le strade e monti di Loppiano ho potuto sperimentare "aromi di Paradiso" e una grande armonia e bellezza".

Salvatore Patania

sta per lasciare Loppiano dopo due -anni di permanenza nella cittadella, pubblichiamo un flash della sua esperienza così come l'ha raccon­tata ai giovani della GMG.

"Ho conosciuto l'ideale del mondo unito nel '92. Ero un ragazzo e come tanti mi piaceva uscire con gli amici, andare a ballare, fare sport, divertirmi, ecc. Cercavo la gioia, ma non latro­vavo; o se la trovavo erano gioie per così dire a metà. Quando ho conosciuto i gen, i giovani del Movimento dei Focolari, scoprii che c'era un modo diverso di vivere da quello che conoscevo io. Era una rivo­luzione, mi cambiava il modo di vedere, si trattava di spostare il centro della mia attenzione, cioè di non cercare più la mia gioia, ma cer­care la gioia dell'altro. L'incontro con i gen coincise con la scoperta di un Dio nuovo, di un Dio che mi si manifestava come amore, che mi voleva felice. Questa scoperta mi ha fatto capire che dovevo corri-

spandere al suo amore, che significa­va amare i prossimi. Incominciai ad aiuta­re mio papà nei lavo­ri di manutenzione della casa, o la mamma lavando i piatti, apparec­chiando la tavola ...

Anche il mio rapporto con le ragazze cambiò totalmente. Una volta nel Vangelo ho letto: "Beati i puri di cuore perché vedranno Dio'". Questa frase ha rinforzato in me il desiderio di vivere contro la corrente del consumismo. Come quella volta che tornando da una festa con una

ragazza s'era presentata l'opportunità di concludere la serata "in un certo modo" ... Non è stato facile, anche perché avrei potuto rigua­dagnarmi la "considerazio­ne" dei miei amici, ma dal­l'altra parte sentivo che

non potevo tradire Dio, che dovevo andare contro corrente per amore: e così feci. Subito dopo sentii una gioia ed una libertà grandissima, vera, penso che venisse da Dio. Terminati gli studi superiori mi si è presentata l'occasione di trascorrere alcuni mesi a O'Higgins, la Mariapoli

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argentina. Appena arrivato, tutto mi appariva bello e nuovo, ma dopo il primo incanto, mi sono trovato di fron-te alle difficoltà che

presentava la vita di comunità. Ma più forte era il patto di amarci reci­procamente, fino a dare la vita, patto che ci erava­mo dichiarati fra tutti gli abitanti della cittadella. Quello è stato un anno fonda­mentale per la mia vita. Quel Dio che avevo cono­sciuto e spe­rimentato si faceva sem­pre più spa­

chiunque ci avesse visto l'amore evangelico. La sera del terzo giorno verso le 23.00, io ed un altro stavamo risistemando le tende montate un po' male e il custode si avvicina chieden­doci: "Perché lavorate così? Tanto nessuno vi paga!" Noi gli parliamo della nostra scelta, e lui ci dice: "Vi ammiro per quello che fate". Un giorno ero con la squadra lavaggio

piatti al self­service, fini­to l'orario di lavoro sta­vamo per uscire quando mi sono accor­to che rima­nevano ancora dei vassoi da lavare. Sono torna­to indietro e un altro

zio, tanto da sentire rivol­te a me le parole di Gesù: "Vieni e segui-

Emanuele, primo a sinistra, con alcuni focolarini durante

focolarino vedendomi mi ha seguito. Eravamo contenti di non lasciare

un viaggio in Svizzera

mi". Da due anni sono a Loppiano. Anche qua l'esperienza più forte che faccio ogni giorno è quella di cercare di approfondire o costruire l'unità con ciascuno. Giorni fa, un gruppetto di noi stava allestendo un camping qua vicino. Le tende da montare erano 300 e il sole picchiava forte. Prima di partire avevamo rinnovato il patto tra di noi, per testimoniare a

questo lavoro ad altri, così in dieci minuti abbiamo pulito tutto e siamo andati a casa. La sera ci arriva un bigliettino: "Grazie per oggi, io stavo passando un momento difficile, e il vostro amore concreto mi ha ridato la gioia". E ci sarebbero tanti altri "piccoli" o "grandi" aneddoti che caratterizzano la nostra vita e che poco per volta mettono le basi per costruire l'unità".

A cura d i S . P

a: 1-

"' o ~ Lo scorso settembre Rosita Sanchez ha raggiunto la Mariapoli Celeste. Era una delle prime focolarine argenti­ne, nata a S. Maria di Catamarca, una piccola città di cultura millenaria situata a 2000 mt. tra le montagne dell'estremo nord del paese e abitata in gran parte dai discendenti degli antichi indios. Nel 1960, maestra diciottenne, appena diplomata conosce il Movimento e da subito capisce che Dio la chiama a seguire Chiara nella sua stessa via tota­litaria, entrando in focolare.Col suo tipi­co temperamento forte e volitivo, affron­tando e superando difficoltà non piccole nella famiglia tanto amata, parte per la nuova avventura. In questi anni la vediamo presente in diversi focolari in Italia e in Argentina. E nel '97 è qui fra noi, a Loppiano.Nell'ottobre del '99 si presenta il mal~. ormai irreversibile. Dopo un momento di sgomento Rosita dice di sì alla volontà di Dio e nelle dolorose fasi della malattia mantiene sempre quel suo sorriso luminoso che le conoscevamo, gareggiando nell'amo­re.

Ricordiamo Rosita con una poesia che Susana Nuin, uruguaiana, le ha dedicato:

Ti saluta la Madre Terra che tu chiami Pacha mama

Stai partendo, la porta è aperta, prima di andartene /asciami che ti dica:

Te ne vai come sempre con la tua piccola valigia

tra le mani ... Vai in una patria dove finalmente

non sarai più straniera. Chi mai avrebbe immaginato

il prezzo dell'oro dei tuoi antenati. Chi mai avrebbe immaginato

la tua giovinezza di montanara indios prendere significato ...

Pioniera, d'una lunga ed eterna storia. Lunga perché la tua gente

non fu scoperta, ricordati c'era già, è civiltà millenaria.

Eterna perché il tuo sposalizio porta il profumo del mattino in campagna e grida un sì indelebile tra la tua razza

e il concerto d'unità cantato da tutti i popo­li.

Chi mai avrebbe immaginato il tuo viaggio come un segno coraggioso, colmo di

significato. Somigli a un garofano dell'aria

che come dice il tuo nome sa vivere con le radici fuori della madre

terra la tua amata Pacha mama ...

Vai, vai tranquilla ti saluta il venticello delle montagne,

ascolta il canto di tutti quelli che continuano la loro marcia facendo della vita la melodia

dei cieli nuovi e delle terre nuove. Vai, da Santa Maria di Catamarca

a Santa Maria dei Cieli.

a cura di Emilia Farina

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Spedizione in A. P. Comma 20/C Legge 662/'96 Tassa pagata uff. PT Filiale di Firenze Direzione. Amministrazione_... Redazione in LORPiano- tel. 0558335866 -

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ALCUNI I"CIU"rii­

DEL MOVI••c~U"W!-. DEl FOCOLARI

ITALIA

ANCONA Via Tagliamento 1 tel. 071/32285 FM. BOLOGNA Via Mazzin1. 31 t el. 051/309444 F

BRESCIA Via V. Foppa, 3 tel. 030/29000

BARI Via Zanardelli, tel. 080/5560951

CAGLIARI - Plrrl Via S.Tommaso D'Aquino, 2 tel. 070/501337

FIRENZE Via XX C::o:>tto::unho,...

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GENOVA Via al Capo di S Chiara, 16/A tel. 010/3761

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