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Periodico del GMA onlus - Via Luppia Alberi, 1 - 35044 Montagnana (Pd) - Sped. in a.p. art. 2 comma 20/C legge 662/96 - Trim. Gennaio/Marzo 2015 - Anno 27 - N° 1 - In caso di mancato recapito, rinviare all’ufficio postale di Montagnana, detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa. Contiene I.R. Dalla parte dei bambini NOTIZIARIO GMA 1 / 2015

Notiziario Gma 1 / 2015

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� GMA Onlus - Sommario

editoriale3 “Nutrire il pianeta, energia per la vita” di Padre Vitali

dalla parte dei bambini 4 Tutti a scuola!6 I diritti non sono sogni

l’Africa ha ancora sete 8 L’acqua c’è, ma è troppo sporca

mondo donna 10 Lavorare insieme e riscoprire tradizioni millenarie per aprire

nuovi mercati

12 Promozione donna e pianificazione familiare14 Telai per le donne dei villaggi in Eritrea

villaggio in azione 16 Una falegnameria per il villaggio18 Nasce una nuova cooperativa20 Inaugurazioni e nuove idee per lo sviluppo del villaggio

attivi con noi22 Pojana Maggiore… intreccio tra cultura solidarietà e teatro

23 La solidarietà con un aperitivo solidale... si fa anche al bar24 Incontro annuale GMA a Pisa25 Sono tanti i modi per vivere e comunicare la solidarietà26 Italiano per stranieri con 22 ragazzi richiedenti asilo27 BENI COMUNI: Pensare globalmente – Agire localmente28 Un’esperienza, una passeggiata, un’occasione per rileggere

il significato della cooperazione: costruire relazioni30 50 anni di consacrazione per padre Vitali: una vita per gli altri

agenda31 Calendario Attività GMA

educazione alla cittadinanza mondiale32 INTRECCI DI RELAZIONI: costruiamo la comunità di cittadini

pro-muoviamo solidarietà34 Pro-muoviamo solidarietà

Basta la tua FIRMAe il CODICE FISCALE

delGRUPPO MISSIONI

AFRICA onlus:

Con noiprotagonistadi solidarietà

91002260288

GMA5x1000Vi invitiamo a segnalarci eventuali variazioni

dei vostri recapiti allo scopo di evitare spedizioni errate.

Inoltre, chi volesse ricevere le nostre informazioni periodiche via mail anziché in

forma cartacea, ce lo segnali subito!Potete contattarci telefonicamente al

numero 0429.800830 omandare una mail a [email protected].

Grazie… perché anche questa è solidarietà!

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GMA onlus, via Luppia Alberi 1, 35044 Montagnana (PD)

Notiziario GMADirettore responsabileRoberto Morello

DirettoreVitali p. Vitale

RedazioneGMA onlusVia L. Alberi, 1 - 35044 Montagnana (Pd)Tel. 0429/800830 - Fax 0429/804793E-mail: [email protected]: www.gmagma.orgBoggian Maria, Longo Adelia, Arici Laura

Impaginazionepre&stampa srlVia Borioli, 12 - 20090 Segrate (Mi)

StampaTipografia Arte StampaVia Adige, 605 - 35040 Urbana (Pd)Autorizzazione Tribunale di Padova n. 1120 del 31-03-89

VersamentiC/C postale n. 10817351C/C bancario nazionale: presso CrediVeneto - Montagnana (Pd)Codice IBAN: IT07 Z 07057 62670 000000022110Carta di Credito: www.gmagma.org/donazioni/

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Page 3: Notiziario Gma 1 / 2015

3Editoriale

Uno tra gli argomenti più importanti dell’anno è l’EXPO di Milano che aprirà i battenti il prossimo 1° Maggio, importante per l’immagine che offrirà al mondo intero riguardo la bella e grande genialità

del popolo italiano. L’avvenimento è da ritenere importante soprattutto per le tematiche che proporrà alla riflessione, nella speranza che apprezzabili saranno anche le decisioni sottoscritte dai vari Paesi.Il sottotitolo è impegnativo, “NUTRIRE IL PIANETA, ENERGIA PER LA VITA!”, forse un po’ troppo am-bizioso, che dovrebbe sfociare con l’impegno del Millennio, cioè dimezzare la povertà entro il 2015.Bene, il 2015 è arrivato, ma la povertà nel frattempo è enormemente aumentata anche nella nostra società.La regia di tale protocollo è stata affidata alla Fondazione Barilla Centre For Food & Nutrition, una multinazionale molto bene inserita nei mercati e nella finanza globale, ma che nulla ha da spartire con le politiche di sovranità alimentare essenziali per poter sfamare con cibo sano tutto il pianeta. Anche la Nestlè, tramite la sua controllata San Pellegrino, sarà parte di questa organizzazione, distribuendo 150 milioni di bottigliette di acqua con la sigla EXPO in tutto il mondo.Questi, sono solo due esempi di quanto sta avvenendo in preparazione dell’EXPO. Scrive Vandana Shiva: “EXPO avrà un senso solo se vi parteciperà chi si impegna per la democrazia del cibo, per la tutela della biodiversità, per la difesa degli interessi degli apicoltori e delle loro fami-glie e di chi il cibo lo mette in tavola. Solo allora, EXPO avrà un senso che va oltre a quello di grande vetrina dello spreco o peggio ancora, occasione per vicende di corruzione”.“NUTRIRE IL PIANETA, ENERGIA PER LA VITA” è un programma che riempie la bocca e anima di belle intenzioni, ma l’EXPO rischia anche di diventare una delle tante vetrine che in realtà serve a nutrire le multinazionali, in questo caso quelle agroalimentari, non certo il pianeta. Il pericolo reale è che questo straordinario avvenimento possa diventare la passerella di quelle società multinazionali agroalimentari detentrici del controllo dell’alimentazione di tutto il mondo, produttrici di quel cibo globalizzato o “spazzatura”, che determina contemporaneamente 1 miliardo di affamati ed 1 miliardo di obesi, due facce del medesimo problema.In EXPO, a fianco di questa, si dispiega la passerella del cibo di “eccellenza” caratterizzante le fasce di popolazione “ricca” dell’occidente, quindi vetrina dell’ingiustizia alimentare del mondo; la povertà si misura nel cibo: quello spazzatura (per le grandi masse) ed quello delle eccedenze e degli scarti (per i poveri). “La Terra, invece ha abbondanza per i bisogni di tutti, non per l’avidità di alcune persone!”, afferma Ghandi.Questa verità oggi è più attuale che mai e ci richiama alla nostra responsabilità. È una critica abbastanza facile per chiunque guardi un po’ più in profondità anche se resta il pericolo di mettere in evidenza quello che serve a noi. Ma al miliardo di persone che soffre la fame e non vede un futuro diverso, se non di fame, non interessa l’EXPO, forse, quasi sicuramente, non ne verrà neppure a conoscenza.Il NORD del mondo, saprà prendere coscienza dell’enorme divario tra chi mangia e chi non mangerà nep-pure domani, per tentare di creare più giustizia in questo mondo? Il problema è enorme ed anche se l’EX-PO parlerà di cibo (di cibo per tutti), ho paura che saranno solo parole bellissime dette da gente esperta, ma nel frattempo si continuerà a sfruttare l’Africa, a depredarne terre e beni a nostro vantaggio, attra-verso le multinazionali o meno. Nonostante l’EXPO, in Africa la fame resterà.Occorre passare da una visione globale della realtà, molto disarmante, ad una visione locale con un ap-proccio più diretto. Un conto è dire: “IN AFRICA MUOIONO DI FAME!”, un altro è vedere la fame in faccia, con nome e cogno-me. A quel punto, non si può restare indifferenti. Qual è allora, la strada da percorrere? Quella di stare a guardare pensando: “è tutto inutile, non cambierà mai nulla!”, oppure quella più ovvia e più utile: “ognuno faccia la sua piccola parte ed il miracolo avverrà”?Il GMA ha scelto da tempo, la seconda strada, con un piccolo aiuto da parte di tutti è possibile contrastare il flagello della FAME.Non risolveremo il problema, ma tanta gente ricomincerà a sorridere alla vita. L’EXPO, farà le sue “litur-gie” con il pericolo che tutto resterà come prima; noi concretamente con l’aiuto di tanta gente, continue-remo a creare speranza in tanti bambini e in tante mamme. Guardiamo al futuro con speranza. Buon lavoro .

MILANO, EXPO MAGGIO-OTTOBRE 2015

“Nutrire il pianeta, energia per la vita”

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Page 4: Notiziario Gma 1 / 2015

Nel 2015 con il vostro aiuto vogliamo mandare

a scuola oltre 1000 bambini.

Continua la nostra campagna in favo­re degli asili: negli ultimi due anni ab­biamo realizzato l’asilo di Edo Boloso e Kutto Sorfella e abbiamo costruito le scuole di Warbira, Wallacia, Mokonissa e Shasheko Shone. Per il 2015 continuiamo il nostro impe­gno con quattro nuove proposte: gli asili dei villaggi di Offa, Dallo Manna, Wassera e l’asilo in Eritrea nel villag­gio di Tukul. L’asilo di Offa è solo un esempio di un processo nel quale crediamo intensa­mente: credere in un futuro migliore significa credere nel valore dell’i-struzione, quindi promuoverla lad-dove è carente!

Villaggio di OffaNel villaggio di Offa manca una scuola materna. Troppo spesso i bambini non vanno a scuola perché le famiglie non sono adeguatamente sensibilizzate, e i bambini sono impegnati quotidiana­mente nel recupero dell’acqua per le esigenze famigliari, la raccolta della le­gna o per seguire gli animali. La chiesa cattolica, che è presente nel villaggio con attività di carattere so­ciale, vuole offrire un servizio di pre­scolarizzazione nel villaggio. Con ciò si inizia a contrastare la mancanza d’accesso all’istruzione dell’obbligo, si avvia la scolarizzazione e si aiuta­no le famiglie a riconoscere i benefici dell’educazione scolastica. Durante la permanenza dei bambini a scuola, le madri, oltre ad occuparsi delle faccen­de domestiche, possono svolgere pic­cole attività generatrici di reddito. Esiste una scuola elementare vicina al terreno dove si vuole costruire l’asilo. L’amministrazione locale ha assegna­to un’area per l’edificio scolastico, grazie anche alla partecipazione della popolazione locale che ha contribui­to a pagare una quota sul terreno. Il terreno dove dovrà sorgere l’asilo, ha un’estensione di circa 5.000 metri. Nelle vicinanze dell’asilo c’è un poz­zo profondo circa 150 metri, dotato di

Tutti a scuola!

Villaggio di Offa(Etiopia

Educazione in EtiopiaIn Etiopia il 56% della popolazione è costituita da minorenni. Solo il 54% dei bambini frequenta la scuola primaria e il 19,2% la scuola secondaria. A Soddo ci sono 8 scuole elementari, di cui 5 private, 3 istituti tecnici e dei corsi universitari da qualche anno istituiti e frequentati da studenti provenienti da tutte le parti d’Etiopia. La mancanza di istruzione ha chiare ripercussio-ni sullo sviluppo individuale e della collettività in generale. Generalmente nelle strutture pubbliche le classi contano fino a 100 studenti e oltre. Elevato è il tasso di abbandono soprattutto tra le bambine, spesso costrette a lasciare la scuola per dedicarsi all’economia familiare o a matrimoni precoci. Classi numerose, mancanza di materiale didattico ed attrezzature, inse-gnanti sottopagati, fanno sì che la qualità dell’insegnamento pubblico sia carente. Diversa è la situazione nelle strutture private, che tuttavia riescono a garantire un servizio limitato.

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5Dalla parte dei bambini

acqua buona, pulita ed abbondante; tuttavia il pozzo non è in funzione e andrebbe riabilitato.La riabilitazione del pozzo dovrà es­sere realizzata contemporaneamen­te alla costruzione della scuola, in quanto la disponibilità di acqua è fon­damentale per garantire l’igiene dei bambini e della gente del luogo. In genere la vita delle donne e dei bambini è molto difficile e piena di sfide. Molti ragazzi non possono de­dicarsi allo studio o abbandonano la scuola per andare a prendere l’acqua e la legna per il fuoco, in modo parti­colare le bambine. Il nostro obiettivoL’obiettivo del progetto consiste nel­l’accrescere il tasso di partecipazione scolastica dei bambini del villaggio di offa e delle zone limitrofe.

I destinatariIl numero totale dei bambini che avranno accesso all’asilo è 150, tra i 4 e i 6 anni provenienti dal villaggio. Caratteristiche dell’operaLa realizzazione della scuola prevede la costruzione di una scuola materna con:• Tre aule• Due stanze per lo staff• Due uffici• Servizi igienici

Si intende poi finanziare l’arredo: ban­chi, cattedre, sedie, armadi e lavagne. Responsabile locale Il Vicariato apostolico di Soddo è il no­stro partner locale. L’ufficio dello sviluppo del vicariato apostolico sarà responsabile dei lavori e del monitoraggio.

ASILO di DALLO MANNAP. Angelo, amico di GMA, compagno di viaggio per molti anni, porta alla nostra attenzione i bisogni della gente della regione Oromia, della zona di Bale, dove ora vive, nel villaggio di Dallo Manna. La mancanza di istruzione ha chiare ripercussioni sullo sviluppo individuale e della collettività in generale. In particolare la proposta della costruzione di un nuovo asilo è destinata ad una zona problematica, dove la proposta educativa prevede un percorso formativo costituto dall’asilo, con il percorso di pre­alfabetizzazione e dal ciclo di scuola primaria. Già ad oggi, prima ancora della costruzione dell’asilo si sono iscritti 180 bambini, quando normalmente le iscrizioni arrivavano al massimo per 30 bambini. L’asilo nel sistema scolastico etiope ha un ruolo fondamentale: nei due anni in cui i bambini lo frequentano ricevono l’alfabetizzazione di base necessaria per poter accedere alla scuola primaria. In Etiopia i bambini studiano l’amarico e l’inglese, lingue ufficiali nel Paese, a queste si aggiunge l’oromigna, lingua parlata in Oromia. Il progetto prevede la costruzione di un blocco scolastico costituito da 3 aule. Le aule potranno ospitare fino a 180 bambini della periferia di Dallo Manna, dando così la possibilità ad un maggior numero di bambini di frequentare l’asilo e accedere quindi alla scuola primaria. Il Vicariato si occuperà di fornire divise ai bambini, cancelleria, assistenza medica, pagamento del personale e accesso all’acqua potabile. GMA porterà avanti l’intervento di realizzazione dell’asilo e la fornitura di banchi, sedie, cattedre, armadi e lavagne. Il progetto dovrebbe essere portato a termine nel giro di un anno. A beneficiare del progetto saranno 180 bambini della zona, appartenenti a qualsiasi religione senza alcuna discriminazione.Anche all’Asilo di Wassera, nel vicariato di Jimma, a breve 5 aule saranno in realizzazione!

Nel frattempo, in Eritrea…La scuola del villaggio Di Tukul ha solo un’aula per la scuola materna, per cui i bambini del primo e secondo anno frequentano su due turni, mattino e pomeriggio. Vi sono poi cinque aule per le classi primarie, che finora non si sono potute organizzare in turni, per cui l’affollamento per aula è elevato (80/90 bambini). Il progetto prevede di costruire tre aule e una veranda, aprendo così nuovo spazio per i bambini dell’asilo.In questo modo si prevede di accogliere fino a 700 bambini, con 8 aule e organizzando le lezioni in turni mattutini e pomeridiani!

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Page 6: Notiziario Gma 1 / 2015

Abbiamo visitato la casa delle orfane di Asmara,

gestita dalla Congregazione Figlie di Sant’Anna

Era il 2012 quando le suore Figlie di Sant’Anna capirono la necessità di ristrutturare un centro per l’ac­coglienza delle bambine orfane. Sembrava un’impresa impossibile, ma il senso di giustizia nei con­fronti delle bambine orfane, la ca­pacità di sognare di Suor Abrehet, la determinazione di Stefano Mo­rocutti, il carisma di Lino Vettori, capogruppo di Schio e il sostegno di molti amici la casa di Accoglien­za delle orfane è diventata una re­altà. All’inaugurazione, a settembre 2013, suor Abrehet diceva: “La sua ristrutturazione è stata possibile grazie a voi uomini di Dio e nostri generosissimi fratelli e sorelle. Vedere le bambine ogni giorno contemplare i lavori di ristruttura-zione della loro dimora che si tra-sformava completamente in un’al-tra nuova bella e dignitosa casa, è stato veramente commovente.”Solitamente nelle costruzioni vi raccontiamo di chi “beneficia”, in questo caso, come racconta suor Abrehet, le bambine sono protago­niste della nuova vita nella casa, e sono protagoniste della ristruttu­razione stessa!Parteciparono all’inaugurazione anche gli amici Morganti, del Gims di Lecco, anch’essi si sono impe­gnati per la realizzazione di questo edificio.

La gioia più grande è stata vedere le bambine personalmente, Maria Boggian ed Enrico Marcolin hanno condiviso un pomeriggio con loro: una piacevole giornata all’insegna dello stare insieme, come amiamo fare quando siamo in famiglia. Sì, perché la casa di accoglienza del­le orfane è una famiglia. Dove 23 bambine dai 2 ai 15 anni stanno insieme, si prendono cura l’una dell’altra sotto le cure amorevoli delle suore Figlie di Sant’Anna.

La casa è una costruzione colo-niale, con stanze ampie, un largo cortile, un bel porticato: un luo-go sicuro e protetto appena fuori dal centro della Città di Asmara dove crescere in tranquillità, ma con i servizi della capitale.Il giallo delle pareti dona calore e umanità alla bella ristrutturazione, il fabbricato è pulito e funzionale, con cinque suore presenti all’in­terno che si occupano delle 23 mi­nori: bambine e ragazze che sono orfane di uno o entrambe i genito­ri, con situazioni familiari spesso drammatiche. La sfida delle suore è educarle alla serenità e all’au­tostima, laddove la loro storia è spesso stata devastante. L’acco­glienza dei loro sorrisi è la confer­ma del loro successo. Siamo rimasti davvero colpiti: Ab­biamo avuto un’ottima impressio­

I diritti non sono sogni

Città di Asmara

(Eritrea)

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ne sulla capacità delle suore di ac­cudire le bambine con amore. Grazie ai donatori che hanno reso possibile la ristrutturazione, grazie a Suor Abrehet e alle sue conso­relle per la capacità di sognare. Le

bambine oggi hanno una casa in cui crescere serene, hanno una gran­de famiglia, tutta al femminile. E noi abbiamo imparato una grande lezione: la promozione dei diritti parte dall’amore verso gli altri.

7Dalla parte dei bambini

Infanzia in Eritrea: popolazione interrottaQuando si parla del bambino in Eritrea ci possiamo basare con certezza sulle esperienze che noi abbiamo vissuto personalmente, o su quanto i nostri partner ci raccontano. Dati e numeri sono difficilmente reperibili, e spesso sono stime. Ecco alcuni dati sull’infanzia in Eritrea che Unicef riporta nel rapporto 2014.

La popolazione stimata in Eritrea è di 6.131.000 abitanti, di cui 3021.000 (50%) hanno meno di 18 anni e un minore su sei ha meno di 5 anni. Il 22% della popolazione totale è adolescente, cioè ha un’età compresa tra i 10 e i 19 anni. La mortalità infantile rappresenta un grave problema, ma non drammatico, considerato che l’Eritrea è al 55 posto nella graduatoria mondiale per la mortalità infantile: 5,2% dei bambini muoiono sotto i cinque anni, la maggior parte (3,7%) sotto il primo anno di vita. Superato il primo anno di vita, che è il più rischioso, la speranza di vita è di 62 anni. Il 69% della popolazione adulta è alfabetizzata, ma solo il 37% ha frequentato la scuola primaria. Il 91% dei giovani tra i 15 e i 24 anni sono alfabetizzati, ma solo il 15% ha frequentato la scuola materna e solo il 51% dei bambini si è iscritto alla scuola elementare e il 42% delle bambine. Dopo aver effettuato l’iscrizione, di fatto, solo il 65% degli iscritti frequenta. Alla scuola secondaria arriva solo il 32% dei ragazzi e il 25% delle ragazze, mediamente, però, solo il 22% di essi frequenta. Il 29% delle ragazze adolescenti si unisce in matrimonio in età adolescenziale e l’85% di esse dà alla luce un figlio. Secondo alcune stime nazionali lo 0,7% della popolazione soffre di HIV. Si calcola che 21.000 minorenni siano orfani a causa dell’HIV. Le mutilazioni genitali femminili sono ancora una pratica molto diffusa, supportata dal 50% della popolazione.

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8 l’Africa ha ancora sete

Dopo Gunari Coccio cerchiamo di aiutare

anche i villaggi vicini: in particolare il villaggio Nada e i villaggi sul fiume Mitto, in Etiopia.

Alcuni mesi fa, ci è stato chiesto un aiu-to per il villaggio di Gunari Coccio, un villaggio nel Sud dell’Etiopia particolar-mente povero.L’accesso all’acqua pulita era quasi un miraggio: le acque infette mettevano a repentaglio la vita della gente e dei loro animali causando molteplici malattie; inoltre, nelle stagioni delle piogge i fiu-mi in piena troppo spesso trascinavano via bambini o animali. L’acqua metteva a rischio molti aspetti della vita quotidiana di Gunari Coccio e ancora oggi è una minaccia per molti al-tri villaggi vicini: influisce negativamen-te su un’economia già particolarmente a rischio, considerato che la gente del posto vive prevalentemente di alleva-mento. In Etiopia l’acqua c’è, ma spesso è troppo sporca per essere utilizzata da uomini e animali.

Con un semplice intervento di protezio-ne, le malattie e le infezioni legate alle impurità dell’acqua possono diminuire: i bambini possono vedere migliorate le loro condizioni di vita e i genitori avran-

no meno problemi anche con le malat-tie veterinarie, avendo quindi maggiore successo con l’allevamento degli ani-mali!Un grazie di cuore per quanto avete fatto! Grazie a voi ora la situazione può cambiare: le protezioni sorgive di Gunari Coccio sono state bonificate e la salute della gente può migliorare!

Dopo la prima protezione sorgiva di Gu-nari Coccio, ora dobbiamo costruirne un’altra per i villaggi vicini: confidiamo nel vostro aiuto!P. Renzo, parroco dei villaggi vicini, ci propone di utilizzare i materiali rima-sti dalla riabilitazione della protezione sorgiva di Gunari Coccio per dare acqua pulita anche al villaggio di Nada.

La sorgente del villaggio di NadaNada è un villaggio nuovo, sorto solo 10 anni fa quando 1500 famiglie si stanzia-rono nella zona. Allora il governo garantì l’accesso all’acqua proteggendo una sorgente, che tuttavia si è deteriorata veloce-mente a causa della mancanza di manu-

L’acqua c’è, ma è troppo sporca

Villaggio di Nada(Etiopia)

per l’acqua pulita al villaggioe350Dona 1 fontanile

La sorgente del villaggio di Nada da riabilitare

Page 9: Notiziario Gma 1 / 2015

9l’Africa ha ancora sete

tenzione e dell’uso inappropriato. Oggi il piccolo impianto è rovinato e in disu-so: alcuni tubi sono rotti, altri sono sta-ti rubati, le fontane sono miseramente asciutte! Eppure Nada è un villaggio in gran fer-mento, apparentemente fiorente di servizi: oltre alla parrocchia si trovano la scuola di alfabetizzazione con 80 alunni, la scuola governativa che for-nisce istruzione a 700 alunni fino alla quarta classe, il posto di polizia, la sede del quartiere, il mercato settimanale; è anche il crocevia di inizio di una nuova strada che si inoltra nella foresta per 30 km, fino alla cittadina sconosciuta di Ciurciura, che diventerà forse famosa per la presenza di oro…Nonostante ci sia l’oro… manca l’ac-qua! Non è possibile! Per questo ci vo-gliamo impegnare a garantire il diritto all’acqua. È nostra intenzione riabilita-re questa sorgente che fornirà acqua ad almeno tre punti idrici, potenzial-mente anche ad un numero maggiore.La gente del villaggio si sta dando molto da fare per avere acqua pulita, metterà a disposizione la propria forza lavoro e attrezzi per lavorare (picconi, carriole). Se sarete al nostro fianco, risisteme-remo la sorgente, risistemeremo la li-nea di accesso ai serbatoi e la linea di distribuzione, sostituiremo le tubature mancanti o guaste e riabiliteremo le fontane. Insieme a voi riportiamo l’acqua pu-lita alla gente di Nada. L’acqua non è oro… è un diritto!

Ponte sul fiume MittoSiamo nella zona del Dawro ad un cen-tinaio di chilometri dalla città di Soddo, dove GMA ha sede. La zona del Dawro sta subendo un forte sviluppo, con la realizzazione di molte infrastrutture, ma ha anche molti problemi da affron-tare, soprattutto nei villaggi.

Ad esempio per i centri abitati vicino al fiume Mitto rimangono difficoltà nelle relazioni umane, sociali, commerciali e culturali a causa della mancanza di un ponte sul fiume Mitto che garantisca il collegamento tra le varie zone. Questo fiume, si trova tra la città di Gassa Cha-re (13 km) ed alcuni Kebele. È famoso per aver distrutto molte vite umane durante le grandi piogge, quando diven-ta pericoloso attraversarlo a piedi. Su 36 municipalità, 5 villaggi sono isolati e hanno bisogno di attraversare il fiume quotidianamente: circa 1.815 famiglie, pari a 8000 persone, sono a rischio di isolamento.

Le difficoltà che la gente dei villaggi deve affrontare sono molteplici: - Durante la stagione delle piogge è im-

possibile attraversare il fiume Mitto, i villaggi sono isolati l’uno dall’altro

- Le mamme partorienti non possono essere trasportate facilmente alla cli-nica più vicina, che si trova nel villag-gio di Gassa Chare: ciò significa che le donne devono partorire a casa anche in presenza di complicanze, mettendo quindi a rischio la propria vita e quella del nascituro

- Le attività di collegamento e commer-cio tra i villaggi sono fortemente con-dizionate dalla mancanza di un ponte, quindi danneggiate dall’impossibilità di accedere ai mercati vicini

- Il diritto alla salute è fortemente con-dizionato, non potendo accedere fa-cilmente alle strutture sanitarie della zona.

Questi sono solo alcuni dei motivi per cui è FONDAMENTALE oggi costruire un nuovo ponte sul fiume Mitto, la pre-senza di un punto di collegamento ga-rantirà un miglioramento nello stile di vita della gente e della loro condizione economica.

La sorgente del villaggio di Nada da riabilitare

L’attuale ponte sul fiume Mitto

La protezione sorgiva di Gunari Coccio

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Un anno fa si preparava il terreno per piantare i primi gelsi. Si allestivano gli ambienti e si preparavano i reticolati dove far crescere i bachi. A fine 2014 si è costruito un centro per la bachicoltura, provvisto dei necessari strumenti per l’implementazione e la produzione del baco da seta.Le socie della cooperativa hanno fre-quentato i corsi di formazione per av-viare questo nuovo mercato che sta avendo grande sviluppo in Etiopia. Questa nuova attività rappresenta una sfida importante, perché è una novità nella zona e tra le cooperative di GMA. Dopo un breve periodo di osservazione delle prime attività di bachicoltura nel

paese e le statistiche fornite dalle auto-rità locali, che incentivano questo mer-cato, la cooperativa prevede di ottenere i primi guadagni nel giro di pochi mesi di attività. L’avvio della produzione dei bachi da seta non sarà utile solo ai membri del-la cooperativa, ma aiuterà anche la co-munità ad imparare dalla cooperativa pratiche ed esperienze sulla produzione della seta e sarà possibile replicare la produzione anche a livello famigliare, avviando piccole semplici attività gene-ratrici di reddito.

Dal 2004 ad oggi il villaggio di Bughe Ghenet ha fatto grandi passi avantiA partire dal 2004 il Gma sta lavoran-do con la cooperativa e la comunità di Bughe per aiutare le persone povere ad essere abilitate in diverse attività e nel-la costruzione di strutture per migliori condizioni di vita ed un miglioramento generale della grave situazione in cui vive la Kebele. In base a ciò, il GMA si propone per:• Costruzione di una sala multi uso per

la cooperativa, • Costruzione e allestimento della caf-

fetteria • Costruzione blocco scolastico supple-

mentare • Realizzazione e arredo della libreria, • Costruzione delle protezioni sorgive

Lavorare insieme e riscoprire tradizioni millenarie per aprire nuovi mercati

Villaggio di Bughe Ghenet

(Etiopia)

Un anno fa nel villaggio di Bughe Ghenet partiva

l’organizzazione dell’attività di bachicoltura. Le donne della cooperativa, ricche dell’esperienza di condivisione vissuta in questi anni, hanno avviato una nuova attività generatrice di reddito: la produzione di bachi da seta, destinata al mercato nazionale.

Page 11: Notiziario Gma 1 / 2015

• Acquisto di carretti per il trasporto• Avvio attività di microfinanza• Acquisto di stufe “economiche” per il

risparmio di carburante• Acquisto di mucche da latte• Acquisto di materiale per catering• Formazione per gli animatori.

La forza delle donne di Bughe Ghe-net è solo un esempio della forza e dell’entusiasmo delle donne Africane, della loro forza che muove il motore dello sviluppo nei villaggi, che pro-muove i diritti dei loro bambini e aiuta a ricostruire un equilibrio di pace an-che là dove la povertà può sembrare disarmante.

La storia di Rahel, una protagonista di sviluppoNe è un esempio la signora Rahel, che si racconta con orgoglio misto a timidez-za. È forse la socia più anziana, punto di riferimento per molte donne del grup-po. Ha 48 anni e 10 figli. Ha ottenuto vari prestiti negli anni, che ha sempre restituito con puntualità e grande re-sponsabilità. Partì le sue attività ven-dendo farina al mercato, ha poi esteso l’attività vendendo anche i cereali. Con il terzo prestito (di 1000 birr, pari a 45 €) ha fatto “il salto di qualità” acqui-stando due asini e un carretto per av-viare attività di trasporto merce. Oggi Rahel è una leader nel gruppo, è la responsabile dell’allevamento del baco da seta con 20 donne formate che ge-stiscono questa nuova realtà. Una squadra affiatata e intraprenden-te, pronta a sfidare tutte le novità per il bene delle proprie famiglie e della pro-pria comunità!

11Mondo donna

La nostra visita al nuovo centro di bachicoltura

Giacomo Zampieri (Socio GMA ) e Matteo Mantoan, assessore di Montagnana, accompagnati da Maria Boggian, hanno visitato per la prima volta il villaggio di Bughe Ghenet: un’officina di idee e novità.

È il primo villaggio ad accoglierli dopo l’arrivo a Soddo, dopo il traffico e la frenesia di Addis Abeba, per la prima volta vivono i ritmi e gli odori dell’Africa rurale.

Dal diario di viaggio di GiacomoOggi è il giorno del risveglio. Le aquile volano in cielo, la terra rossa ri-splende sotto ai raggi di un sole diverso. Nell’aria molteplici aromi si me-scolano… aromi e odori nuovi ma che ti sembra in un certo senso di ricor-dare, non nuovi ma quasi ritrovati. I bambini giocano per strada, ridono, saltellano. Il motore della Toyota romba tra i clacson della strada asfalta-ta e a strombazzata risponde strombazzata. Poi ecco la svolta nella strada sterrata. Il rumore del caos cittadino lascia spazio al rumore e al ticchettio degli ammortizzatori a balestra e la polvere rossa si alza. Si incontrano le prime donne, piegate sotto ai loro fardelli gialli pieni di acqua o immerse nei fiumiciattoli impegnate a lavarsi le gambe impolverate.C’è questa cosa che mi ha impressionato, la schiena dritta e il portamento fiero delle donne anche nella fatica.Ecco che piano piano si vedono i primi animali, i primi bambini. Tutti im-pegnati nei loro trasporti, chi di acqua, chi di sementi e chi di pietre.Poi ad un tratto ecco le prime strutture, la prima scuola, e poi il villaggio di Bughe Ghenet.Arriviamo sulla grande piazza di terra rossa e parcheggiamo davanti al comune, una piccola ed umile casetta. L’accoglienza del Villaggio è grande, anzi, grandiosa.Le donne cantano, i bambini urlano e gli uomini silenziosi ci osservano.Ma è nel nuovo bachificio che gli uomini si animano, fieri di una produzio-ne dal sapore millenario, fatta di foglie, bruchi e tanta pazienza.Una piccola chiacchierata con le donne nel punto ristoro dove filano il co-tone e si scoprono esseri umani dalla fatica immensa, madri di 5, 6 fino a 10 figli. Ma piene di una energia incontenibile.Cosa sarebbe l’Africa senza i loro sacrifici, mi chiedo spesso du-rante quel colloquio.La risposta è presto data quando una del-le più anziane dice “Tre dei miei figli si sono laureati, ora sto costruendo una casa nuova e il mio com-mercio va bene”. Allo-ra capisci che per que-sto continente esiste un futuro per cui vale la pena sacrificarsi.

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12

La pianificazione familiare è un tema che da tempo affrontiamo in Eritrea, grazie ai corsi di formazione per le mamme, ma in Etiopia non avevamo mai affrontato l’argomento in momenti formali. Solo recentemente è stato organizzato un corso per le donne sul tema della pianificazione familiare. Tamrè, la no-stra referente locale, ci racconta come è nata l’iniziativa e quanto successo abbia riscontrato nei villaggi interessati.

“E’ impossibile pensare allo sviluppo senza pensare alla gestione familiare, alle sue esigenze e ai suoi componenti. In Wolayta il numero di abitanti per km quadrato è molto alto, per questo moti-vo molte delle terre più produttive sono occupate dalle abitazioni, specialmente nelle aree rurali. Questo fenomeno, in-sieme a tecniche di coltivazione povere, impedisce una produzione alimentare sufficiente alle necessità della popola-zione locale. La produzione alimentare della zona spesso basta solo per far fronte al fabbisogno familiare e non vie-ne venduto per ottenere profitti. Inoltre, la comunità non conosce il valore della pianificazione familiare e delle criticità della famiglia di grandi dimensioni in un processo di sviluppo.E questo, come dice Papa Francesco, non perché sono le famiglie numerose

un problema per lo sviluppo, ma perché vi è un sistema economico e sociale che non mette le persone al centro, ma crea povertà! Quindi, parlare di pianificazio-ne familiare oggi equivale a parlare di “genitorialità responsabile”, sempre fa-cendo riferimento al papa. Le influenze culturali e le credenze tra-dizionali vanno ad incidere sull’incre-mento della popolazione. Nelle comuni-tà rurali è diffuso il pensiero che avere molti figli sia un privilegio, vengono ri-spettati socialmente dalla comunità e sono un dono della natura. Se questa mentalità è ancora radicata, le donne da sole, fanno fatica ad opporsi ad una tradizione. Per far fronte a queste tematiche, per la prima volta abbiamo organizzato a Soddo un corso di formazione TOT, cioè “formazione di formatori”. La gente che ha partecipato al percorso formativo aveva poi il compito di dif-fondere quanto appreso attraverso il passaparola: sono stati selezionati 90 “corsisti” dalle 5 cooperative dei villag-gi di Humbo Larena, Shanto, Ade Aro e Kutto Sorfella.Il principale criterio di selezione per le cooperative è stato quello della presen-za di famiglie molto numerose. La formazione si è svolta in collabo-razione con le amministrazioni locali, quindi i formatori provenivano da di-

PROMOZIONE DONNA e PIANIFICAZIONE FAMILIARE:

quando le donne possono cambiare

la cultura di un villaggio

Sono le donne le protagoniste dello

sviluppo, coloro sulle quali è importante puntare per promuovere un cambiamento culturale e sociale. Per questo è importante affrontare con loro il tema della pianificazione familiare.

150 €uro

per formare una donna

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versi dipartimenti della sanità; hanno saputo accattivare il pubblico presente, trasmettendo la loro ampia esperienza e attirando l’attenzione di tutti. L’ultimo giorno di formazione, per po-ter iniziare l’attività di passaparola nei villaggi, si è avviato un canale di co-municazione tra l’ufficio sanitario della provincia, il punto sanitario della kebele (l’amministrazione comunale) e i par-tecipanti. Tutti i partecipanti sono stati registrati e incaricati a fare formazione sulle questioni legate alla pianificazio-ne familiare prima di tutto nel proprio nucleo familiare e negli incontri della cooperativa, negli incontri governativi, facendo visite porta a porta alle altre famiglie della comunità, attraverso un sistema di educazione inter pares ed usando gli strumenti di comunicazione a disposizione nella propria comunità. La formazione nei villaggi con il passa-parola è ancora in corso, ma i responsa-bili delle postazioni sanitarie nei villaggi seguiranno questo percorso da vicino e registreranno i dati sulle nuove misure di contraccezione nei villaggi.

L’ufficio di woreda darà inoltre un pre-mio al villaggio che implementerà mag-giormente l’iniziativa. Già nei primi tre mesi si sono riscon-trati i primi successi: con 90 persone formate inizialmente, oggi, già si regi-strano 2661 famiglie che hanno avvia-

to la pianificazione familiare nei cinque villaggi! Un vero successo… che con il tempo può solo migliorare esponen-zialmente! Infatti ogni persona che ha ricevuto formazione ha trasferito le proprie competenze ad altri, diventan-do a sua volta formatore.

Parlare di promozione della donna è come aprire delle scatole cinesi: ad ogni aspetto sociale si guardi c’è un tema che chiede di andare in profondità ed apre nuove dimensioni sociali, relazionali, culturali, economiche…Ecco alcuni dati che emergono dalle statistiche delle Nazioni Unite, numeri che sono volti e vite di un popolo in movimento.

1. Nella classifica mondiale del Gender Gap Index stilato dal World Economic Forum nel 2012 l’Etiopia si colloca al 118esimo posto. Al primo posto si colloca l’Islanda, mentre all’ultimo lo Yemen. L’Italia è all’80esimo posto.

2. Il 68% delle donne etiopi e il 45% degli uomini etiopi pensano che ci siano circostanze in cui è giusto picchiare la propria moglie.

3. Soltanto il 10% delle nascite tra il 2005 e il 2011 sono state seguite da un operatore qualificato o in una struttura adeguata.

4. Il 74% delle donne etiopi ha subito mutilazioni genitali femminili (MGF); nella regione della Somalia etiope questa percentuale sale al 99% per le forme più estreme di MGF.

5. 16.5 anni è l’età media in cui si sposano le ragazze etiopi per la prima volta.

6. 82.2% dei matrimoni che si celebrano nelle zone rurali dell’Etiopia sono combinati dalle famiglie degli sposi.

7. Il 28% delle donne etiopi tra i 15 e i 49 anni utilizza metodi contraccettivi.

8. Il 25% delle donne etiopi tra i 15 e i 49 anni ha subito violenza sessuale.

9. Il 26% delle famiglie etiopi ha a capo una donna: di queste, il 75% non è mai andato a scuola.

10. In Etiopia il 55.2% delle donne non sa leggere e solo l’1% ha frequentato l’Università.

promozione donna

13Mondo donna

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Telai per le donne dei villaggi in Eritrea

Villaggi in Eritrea

L’obiettivo principale del programma Donnattiva nei villaggi, con le Figlie di Sant’Anna, è di provvedere ad una for-mazione professionale per le donne in estrema necessità.Imparare dei mestieri aumenta l’autosti-ma, aiuta le donne a diventare autono-me e ad affrontare con maggior fiducia e serenità i problemi quotidiani. Inoltre, frequentando attività di gruppo, escono dall’isolamento e si rendono conto di non essere sole, diventando consapevoli che

ci sono altre donne che vivono proble-mi simili ai loro, possono confrontarsi e scambiarsi consigli.

Vi presentiamo il nostro programma per l’anno 2015277 donne frequenteranno i corsi di Don-nattiva nei villaggi: si continueranno le attività avviate ad Asmara, Adi Teklai, Afelba, Areza, Adi Teklesan come negli anni scorsi. Inoltre quest’anno inizieran-no i corsi anche le donne di Adi Ghebru, che visti i successi ottenuti al vicino vil-laggio di Adi Teklai, hanno chiesto di aprire una “scuola di Donnattiva” nel proprio villaggio: l’anno scorso alcune donne hanno provato a frequentare le le-zioni, ma era difficile trasferirsi quotidia-namente fino ad Adi Teklai o alla vicina Asmara. Nel 2014, le donne di Adi Ghebru hanno ricevuto la formazione mamme, si sono entusiasmate ed ora 20 donne frequen-teranno i corsi di taglio e cucito, ricamo a mano, ricamo singer (a macchina) e tessitura. L’amministrazione locale ci ha aiutato ad individuare i locali dove svolgere la formazione, le suore Figlie di Sant’Anna gestiranno la scuola e trove-ranno le insegnanti per avviare i corsi.

Insieme alle attività di promozione della donna,

in Eritrea proseguono le attività di formazione, che sempre più spesso vengono riconosciute dal Ministero dell’Educazione ed ottengono grande partecipazione nei villaggi. I corsi di Donnattiva crescono di anno in anno.

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E noi? Noi sosteniamo Donnattiva nei villag-gi! Per questo è fondamentale acqui-stare nuovi telai e nuove macchine da cucire. Per iniziare i nuovi corsi, è neces-sario acquistare nuovi materiali e nuove attrezzature. Le donne che frequentano i corsi di Donnattiva nei villaggi trovano subito beneficio e trasferiscono le loro compe-tenze subito nella famiglia e nel villaggio: molto semplicemente le donne possono offrire nuovi servizi di sartoria nel vil-

laggio (che prima erano disponibili solo in Asmara), possono quindi guadagnare senza trasferirsi in Asmara, con piccoli lavoretti in favore dei compaesani. Gli abitanti dei villaggi possono acquistare i prodotti realizzati nella scuola ad un prezzo competitivo ma un’alta qualità del prodotto. Si innesca così un effetto posi-tivo semplice ma sicuro per tutti!Basti pensare, che solo nel villaggio di Adi Teklai, l’anno scorso si sono diploma-te 80 donne! Tutte hanno partecipato con impegno e buona volontà e ora pro-ducono dei bei lavori con il mestiere che stanno imparando e soprattutto sono molto contente di partecipare a questi corsi. Sono un grande esempio per le donne che vivono nei villaggi vicini. L’an-no scorso avevano completato il corso in 80, per il 2015 ne prevediamo 75.Il cambiamento è possibile, anche quando sembra difficile. Le donne eri-tree sono come le formiche hanno una forza incredibile se paragonata alla fragilità del loro corpo. Eppure l’Eritrea ha ancora una speranza… e la speran-za si chiama DONNA!

15Mondo donna

essere madre: un compito difficile quando la donna è sola

Nulla come la solitudine può rendere una donna esclusa. In Eritrea sempre più spesso le donne hanno figli fuori dal matrimonio, un fenomeno in crescita, che tuttavia continua ad essere rifiutato socialmente. Giovani donne si ritrovano madri spesso per evitare il servizio militare, ma pagando un caro prezzo: vengono rifiutate dalla famiglia, rifiutate dal marito o dal fidanzato che è al servizio militare o in cerca di fuga. Il benessere del bambino e della donna non rientra più nelle priorità di nessuno… se non della madre stessa, che si ritrova a lottare da sola per il bene del proprio bambino, contro la società che la esclude, contro la quotidianità che impone la fame come regola principale del paese.Per questi motivi, in questo contesto, crediamo nel valore del sostegno familiare in quanto l’esclusione è l’arma più potente per aumentare la povertà. Con il sostegno familiare stiamo al fianco di queste donne. Il vostro contributo economico è fondamentale per dare un aiuto alla sopravvivenza di queste famiglie: un aiuto necessario per avere un pasto quotidiano, per pagare l’affitto della stanzetta in cui vivere, per pagare le cure mediche dei bambini. Un aiuto semplice, ma che è l’unica fonte di speranza per l’intera famiglia. Tuttavia l’aiuto economico non è tutto. Le mamme del sostegno familiare confidano nel nostro e vostro sostegno. Credono nelle parole accoglienti e nella capacità di ascolto di suor Giusta e Abba Mehreteab che si prendono cura di loro. Si fidano e trovano una spalla su cui appoggiarsi. È questo il vero valore del sostegno familiare: trovare qualcuno di cui fidarsi, su cui fare sponda, qualcuno che le aiuti a trovare la forza per andare avanti, insieme. Dice bene mamma Zebenesh, che da sola cresce le due figlie di 7 e 12 anni: “Il Signore non scende giù personalmente per stare con i bisognosi, ma manda i suoi scelti”.I suoi scelti non sono solo Suor Giusta e Abba Mehreteab, ma anche voi, che con la vostra fiducia e la vostra solidarietà siete una spalla per le mamme di Asmara.

state al loro fianco, la vostra solidarietà è fondamentale!

1€ al giornoper stare a fianco

delle mamme del

Sostegno Familiare

50 €uro

per acquistare del materiale per un telaio di una donna

Page 16: Notiziario Gma 1 / 2015

Le falegnamerie sono attività molto diffuse nelle aree urbane e su piccola scala anche in quelle rurali. In partico-lar modo nelle città di woreda e di zona sono molto diffuse, con un buon giro d’affari e rappresentano un’ottima op-portunità lavorativa per i disoccupati. Molti giovani riescono a portare avanti le loro vite grazie a questa attività. Ini-zialmente i giovani fanno praticantato e lavorano presso una falegnameria e generalmente dopo 2 o 3 anni cerca-no di aprire la loro attività. Questo è il trend per il Wolayta. Lo stile, il design e il tipo di materiale usato per la rea-lizzazione dei mobili nelle città è molto diverso da quello delle aree rurali. In questo momento lo stile e la tecnolo-gia legata alla realizzazione di mobili sta cambiando molto velocemente, modernizzandosi in particolare cam-biando il materiale usato.

Per quanto riguarda le nostre coope-rative, nessuna di esse ha provato a portare avanti questo tipo di attività. Questa però è un’ottima opportuni-tà per la cooperativa di Lera che po-trebbe beneficiare dalla realizzazione di mobili e portare avanti in futuro in modo permanente questa attività e dopo qualche anno di pratica aprire la loro falegnameria in proprio. Gene-ralmente l’avvio di una falegnameria porta 3 tipi di benefici ad una coope-rativa e per la popolazione locale. La cooperativa ottiene ricavi dalla vendi-ta di mobili per le case, i soci acqui-siscono abilità e capacità permanenti e potranno fungere da centro di for-mazione per altri giovani del villaggio. Avviare questo tipo di attività sarebbe molto proficuo per la cooperativa.

Informazioni generali dell’areaLa kebele di Lera è situata nella regio-ne SNNPRS nella zona del Wolayta, woreda di Damot Pulasa e dista 382 km da Addis Abeba e 49 km dalla città di Soddo. Si trova ad un’altitudine di 1500 m circa e il clima è quello tipico delle medie altitudini, il che signifi-ca che è ottimo per la coltivazione di cereali e tuberi. Il numero di famiglie è di 1890 e la popolazione totale è di 12.529 abitanti, di cui il 49% sono ma-schi. Per quanto riguarda la composi-zione religiosa, il 75% sono protestan-ti, il 20% cattolici ed il restante 5%

Una falegnameria per il villaggio

Villaggio di Lera (Etiopia)

Nel villaggio di Lera stiamo per avviare una nuova

esperienza: realizziamo una falegnameria come nuova attività generatrice di reddito. Grazie allo spirito di iniziativa di Tamré, la nostra referente locale e all’intraprendenza della cooperativa di Lera avviamo questa nuova attività, che potrà dare un servizio al villaggio e a quelli limitrofi.

Page 17: Notiziario Gma 1 / 2015

17Villaggio in azione

ortodosso. Tutte le persone apparten-gono allo stesso gruppo etnico ed al-cune persone provengono dall’Hadiya.

Attività economicheLe attività e la vita delle kebele sono legate all’agricoltura, il 96% della popolazione è infatti dedita a que-sta attività, il restante 4% si dedica al commercio. I cereali pricipali sono mais, teff e sorgo, mentre tra i tube-ri vi sono patate, patate dolci, patate locali, canna da zucchero mentre per quanto riguarda la frutta mango, avo-cado e banana. Per quanto riguarda l’allevamento degli animali vi sono il bestiame, i ruminanti e gli asini.

EducazioneC’è una scuola dal 1° all’8° grado co-struita dal governo; quando gli stu-denti hanno completato l’8a classe de-vono recarsi presso la città di Shanto per continuare gli studi. Le persone alfabetizzate sono stimate attorno al 60%, il resto sono prevalentemente bambini e anziani.

SanitàNella kebele vi è un punto sanitario e nessun centro sanitario, se le persone necessitano di servizi sanitari aggiun-tivi rispetto a quelli che può fornire il punto salute le persone devono recar-si presso l’ospedale che dista 22 km. Il ruolo del punto sanitario è quello di focalizzarsi sulla prevenzione, così come stabilito dalle politiche sanitarie del governo Etiope. In caso di malat-tie più serie le persone devono quin-di affrontare dei problemi, solo le più semplici vengono curate nel punto sa-nitario. Malaria, parassiti intestinali e malattie agli occhi sono quelle preva-lenti nell’area.

Tipo di abitazioniGuardando alle abitazioni della comu-nità, la maggior parte sono costruite in lamiera, specialmente nell’area ur-bana. Quando ci allontaniamo dalla città il numero di persone che vivono nei tukul, le abitazioni tradizionali rea-lizzate in erba, aumenta.

InfrastruttureIl problema principale nel villaggio di Lera è l’assenza di acqua potabile. Ci sono alcune pompe a mano costruite nel villaggio, ma l’acqua non è sicura da bere e le persone le usano solo per cucinare e per lavarsi. Si riforniscono di acqua potabile che arriva con i carretti da Shanto, il prezzo per una tanica da 20 litri è di 4 birr, un costo non affron-tabile per la comunità. Un impianto è stato realizzato dalla Chiesa cattolica, ma non funziona. In questa kebele i cavi per la corrente elettrica sono sta-ti portati ma ancora non vi è luce. C’è una strada che collega Lera con le città di Woreda e altre kebele della zona.

Attività realizzate da GMA per la cooperativa e la comunitàA partire dal 2013 GMA sta lavorando con la cooperativa e con la comunità locale per aiutare le persone e coinvol-gerle in diverse attività per migliorare la loro qualità della vita e per miglio-rare le condizioni del villaggio. Sulla base di questo GMA ha realizzato:- Accesso al microcredito;- Acquisto di mucche da latte;- Acquisto di materiale per catering;- Formazione per animatore e comitato;

Obiettivo della propostaL’obiettivo principale della proposta è quello di aiutare la cooperativa attra-

verso l’avvio di una falegnameria e for-nire la formazione necessaria ai soci.Incrementare i ricavi della coopera-tiva attraverso la realizzazione di di-versi tipi di mobili per le persone della comunità locale. Rinforzare la coope-rativa e renderla sostenibile nel me-dio termine. Crescita e successo della cooperativa, con soci che diventino promotori e guidino la comunità nel soddisfacimento di altri bisogni.

BeneficiariI beneficiari diretti dell’iniziativa sono i 100 soci della cooperativa e le loro famiglie, per un totale di 741 persone. Beneficiari indiretti dell’iniziativa sa-ranno tutti i membri della comunità che potranno beneficiare del servizio.

Caratteristiche dell’attivitàIl progetto prevede l’apertura di una struttura per la vendita di mobili. Il la-voro di coordinamento sarà a carico dell’animatore e di GMA. Il profitto net-to dell’attività verrà ripartito 50% ai falegnami e 50% alla cooperativa.

Condizioni per la realizzazioneCriteri per la selezione dei falegnami:- Educazione almeno fino al 5 grado;- Età massima 38 anni;- Avere competenze in ambito falegna-

meria;- Risiedere stabilmente nel villaggio.

Aiutateci ad intraprendere questa

nuova attività, vi aggiorneremo passo per passo

sugli sviluppi di questa nuova iniziativa!

Page 18: Notiziario Gma 1 / 2015

Da un anno 92 persone, uomini e don-ne, hanno iniziato ad incontrarsi set-timanalmente per avviare l’attività di risparmio. Seguendo l’esempio di altre coope-rative della zona si sono organizzati, risparmiando dai 5 ai 10 birr a setti-mana. Unire i risparmi di tutti ha permesso loro di raggiungere una somma (500 euro) per l’apertura di un libretto di risparmio in banca. Hanno già ottenu-

to degli spazi sul terreno della chiesa cattolica per gli incontri e dei terreni da parte dell’amministrazione comu-nale. I soci si sono quindi già organizzati per avviare le prime colture collettive (fagioli, mais, tief), e le prime attività di lavorazione della corda, della paglia e del cotone che consentiranno i primi guadagni.Già in questa fase si sono ottenuti i primi grandi risultati: è bastato uni-re le forze per farsi riconoscere dal-le autorità locali e ottenere nuovi terreni da coltivare e nuovi ambienti per lavorare, e per poter accedere ai servizi finanziari, inavvicinabili indivi-dualmente, proprio perché i soci sono troppo poveri!Insomma: il RICONOSCIMENTO è il pri-mo grande risultato dell’avvio di una cooperativa. In questa fase GMA non ha fatto altro che affiancarli, consi-gliarli nell’organizzazione dell’associa-zione. Non c’è stato alcun aiuto eco-nomico da parte Vostra. Le relazioni sono la prima forma di solidarietà!Le cooperative sono il motore dello sviluppo nel villaggio, perché metto-no in moto una catena di azioni posi-tive alle quali tutti possono parteci-pare e beneficiare al tempo stesso.

Un nuovo villaggio ha chiesto di intraprendere

l’esperienza della microfinanza con GMA e quindi di avviare una cooperativa.

Villaggio di Mayo Koyo

(Etiopia)

Nasce una nuova cooperativa

Page 19: Notiziario Gma 1 / 2015

19Villaggio in azione

Ora che l’associazione si è ben strut-turata, i soci hanno dei ruoli definiti ed hanno acquisito fiducia reciproca e re-sponsabilità verso il gruppo. GMA ini-zia a sostenere le attività del villaggio di Mayo Koyo anche economicamen-te. Quindi il nostro primo impegno, con il vostro aiuto, è la realizzazione di un primo fondo per avviare attività generatrici di reddito individuali. Sostenete il villaggio di Mayo Koyo attraverso una scheda “famiglie nel villaggio” con 26 e al mese. Il primo passo per iniziare a lavorare con le cooperative o associazioni è fornire l’accesso al credito e coinvol-gerle in diverse attività generatrici di reddito come la commercializzazione di caffè, burro, cereali e tuberi, prepa-razione di bevande locali, allevamen-to di animali, mercato di diversi tipi di manufatti artigianali e la filatura del cotone. La cooperativa sarà poi portavoce dei bisogni del villaggio e promotrice di attività di sviluppo.Il villaggio di Mayo Koyo è abbastan-za facilitato nelle attività di commer-cio locale, perché è vicino a Soddo (circa 20 chilometri). C’è una strada principale che la unisce alle tre prin-cipali città del sud dell’Etiopia Soddo, Badessa e Awasa: questa è una buona opportunità per l’accesso ai trasporti.Se questi sono gli aspetti positivi del villaggio, i problemi a Koyo non man-cano!Il villaggio soffre soprattutto della mancanza di approvvigionamento idri-co. Nel villaggio non c’è acqua potabile

e ci sono solo due fonti protette di cui la comunità si serve periodicamente, mentre non c’è acqua durante la sta-gione secca. I principali problemi dell’a-rea sono:1. Approvvigionamento di acqua po-

tabile2. Accesso al mercato per fare acqui-

sti (sono obbligati a raggiungere la città di Soddo per comprare i beni di prima necessità).

3. Mulino (anche le donne incinte sono obbligate ad andare nelle vicine cit-tà di Badessa o Soddo portando i cereali sulla schiena) e andare nelle città per macinare i cereali.In genere la vita delle donne e dei

bambini è molto difficile e piena di sfide. Molti ragazzi non possono de-dicarsi allo studio o abbandonano la scuola per andare a prendere l’acqua e la legna per il fuoco, in modo parti-colare le bambine.Il nostro impegno nel villaggio vuole affiancare in particolar modo le don-ne, quindi i loro figli, perché possano trovare nel villaggio stesso le forme di sostentamento delle proprie famiglie, possano trovare un minimo di sicurezza economica e alimentare che permetta di mandare a scuola i loro figli. Dal lavo-ro per i genitori all’istruzione per i figli: solo così poniamo le basi per un futuro migliore.

Aiutateci ad av viare le prime att iv ità con la cooperat iva. La gente di Mayo Koyo ce la sta mettendo tutta, insieme possiamo cambiare il loro dest ino!

30 €uro

Avvio piccolo commercio

10 €uro

Acquisto cotone

per tessitura

Page 20: Notiziario Gma 1 / 2015

Nel villaggio di Ololà ci sono grandi novità, non solo per la cooperativa che ora ha la sua nuova sala multiu-so, ma per tutta la gente del villaggio che ha acqua pulita e per i bambini della scuola primaria che finalmente dispongono di un fontanile a loro di-sposizione durante le ore scolastiche!Durante la nostra ultima visita abbia-mo festeggiato insieme a loro l’inau-gurazione delle nuove costruzioni: l’impianto idrico e la sala multiuso. Una grande festa ha coinvolto tut-ti, dalle autorità ai bambini: ognuno pronto a gioire dei nuovi quattro fon-tanili costruiti nel villaggio e per la sala multiuso che oggi ospita i soci della cooperativa.

Nel frattempo, mentre tante cose cambiavano nel cuore del villaggio, i soci della cooperativa continuavano con il lento ma entusiasmante lavoro della cooperativa, continuavano le at-tività di risparmio e credito, e avvia-vano le attività di trasporto grazie ai cavalli e ai carretti che ora permetto-no di mettere in comunicazione il vil-laggio di Olola con la strada principale che conduce alla città di Soddo. Le famiglie dei soci della cooperativa ne hanno beneficiato, ma l’economia dell’intero villaggio ne ha tratto van-taggio. Ora si pone una nuova esigen-za, ma anche una nuova opportunità per i soci di Olola. Nella piazza del villaggio, dove ora c’è il fontanile in funzione, una nuova va-sca per lavare i panni e la scuola, si de-sidera aprire una caffetteria per dare servizio ai passanti e per vendere i beni di prima necessità.

La cooperativa cresce, con l’idea della caffetteriaPer questo l’avvio delle cooperative è sempre uno dei primi passi per inizia-re a lavorare con i villaggi, perché le donne insieme sanno essere un moto-re di cambiamento, e sanno farsi por-tavoce dei bisogni dei villaggi. Con l’avvio della cooperativa parto-no anche diverse forme di economia, legate alla produzione agricola, all’al-levamento, al piccolo commercio ma

Inaugurazioni e nuove idee per lo

sviluppo del villaggio

Villaggi di Olola e Warbira

(Etiopia)

Il nostro modo di fare cooperazione si basa sulla

promozione delle capacità delle donne nei villaggi, sulle loro competenze tradizionali, la loro capacità di fare gruppo e la capacità di programmare per il bene della famiglia.

Inaugurazione sala multiuso Ololà

Page 21: Notiziario Gma 1 / 2015

21Villaggio in azione

anche alle attività di servizi. I primi servizi sono sempre a disposizione del villaggio. Un esempio semplice ma molto efficace di un’attività al servizio del villaggio è la caffetteria.La caffetteria ha un ruolo molto di-verso rispetto al bar da noi oggi: è un luogo di ritrovo, di vendita di beni di prima necessità, il luogo in cui si può trovare una televisione, è il punto di incontro di svariati bisogni; un po’ come potevano essere le osterie da noi fino a mezzo secolo fa. Uno dei primi passi di questa coopera-zione è stata normalmente la costru-zione di una caffetteria con la quale si genera un introito per l’associazione. Nel tempo GMA ha costruito diverse caffetterie e in tutti i casi le cooperati-ve ne hanno tratto un ottimo profitto.

Nel frattempo, nel villaggio di War-bira la cooperativa è protagonista di molteplici novità: dal 2010 ad oggi è stata costruita la sala multiuso, sono stati avviati i mulini, sono stati pro-mossi corsi di informazione sull’igiene e sulle piccole attività imprenditoria-li, hanno avviato attività di trasporto con i carretti, allevano bestiame e continuano a lavorare insieme grazie anche alla microfinanza informale. L’idea di costruire una caffetteria al centro del villaggio sarà utile sia per avviare una nuova attività generatri-ce di reddito, sia per creare dei con-

tatti all’interno delle comunità di Ololà e Warbira e con i soci delle cooperati-ve dei due villaggi.In entrambi i villaggi la gestione della caffetteria sarà sotto la responsabili-tà del comitato della cooperativa del villaggio, il controllo e il monitorag-gio delle attività sarà ad opera degli animatori. Il lavoro giornaliero nella caffetteria sarà svolto da 20 donne scelte all’interno della cooperativa. Quest’ultime saranno scelte secondo i seguenti criteri:- di giovane età- se possibile già con esperienza di la-

voro in una caffetteria- residenti nelle vicinanze della caffet-

teria- onestà- interessate a partecipare attivamen-

te al lavoro nella caffetteria.

La caffetteria sarà costruita al centro del villaggio, vicino alla scuola. Il cen-tro medico, gli uffici amministrativi e altri uffici governativi di Kebele co-stituiscono un’ottima opportunità di clientela.

Ci sono tutti i presupposti per ga-rantire un nuovo servizio al villag-gio. Abbiamo bisogno del vostro aiu-to per portare avanti questa idea e per dare una nuova opportunità di lavoro alle donne delle cooperativa di Ololà e Warbira!

Inaugurazione impianto idrico

Page 22: Notiziario Gma 1 / 2015

22 Attivi con Noi

Pojana Maggiore… intreccio tra cultura solidarietà e teatro Abbiamo avviato le nostre attività, abbiamo fatto gruppo,

abbiamo iniziato a farci conoscere sul territorio con cene, banchetti, mercatini, teatro, attività nelle scuole, momenti di formazione… Ora ci presentiamo formalmente, ricchi di

entusiasmo e fiduciosi di vivere un lungo percorso insieme!

Il gruppo di Pojana Maggiore è principalmente un gruppo di famiglie che INSIEME, abbracciando il carisma di GMA in un clima di relazione, amicizia e condivisione, si apre alla solidarietà, promuovendo: • incontri formativi, educativi e culturali nel territorio e nelle scuole con

l’appoggio della sede• partecipazione alle varie manifestazioni in zona, allestendo originali mer-

catini• organizzazione eventi solidali di raccolta fondi, come rassegne teatrali, cene ed iniziative varie, coinvolgendo anche i giovani

• “campagna acqua” con un centro raccolta tappi.

L’esperienza di collaborazione avviata tra il gruppo GMA, l’assessorato alla cultura rappresentato dalla dott.ssa Mariapia Crestale e il comitato bibliote-ca di Pojana di cui è presidente la dott.ssa Chiaramaria Gemmo, ha portato a promuovere tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 due eventi teatrali. L’oc-casione ha dato la possibilità, non solo di fare quattro risate in compagnia, ma anche di partecipare a un momento culturale. Il primo evento del 22 no-vembre 2014 con la compagnia teatrale “I PAN CALDO” di Asigliano Veneto è stato arricchito dalla presenza della maestra Adelia Longo, rappresentante e consigliere di GMA onlus: ci ha aiutato a riflettere sull’importanza di aprirsi ai paesi in via di sviluppo, attivandosi per promuovere progetti di autosviluppo in Etiopia ed Eritrea come nel nostro caso.La seconda serata del 10 gennaio 2015 ha visto in scena il gruppo “Teatro del vecchio Veneto” di Bresega di Ponso. Abbiamo avuto l’onore di avere tra di noi padre Vitale Vitali e Maria Boggian, rispettivamente presidente e vice presidente di GMA, che ci hanno motivato ancora di più ad andare avanti con entusiasmo nelle nostre iniziative e credere che insieme possiamo fare cose grandi per noi, per i nostri giovani e per gli amici oltre i nostri confini.

Anche per il 2015 continueremo l’opera di sensibilizzazione e di solidarietà che fa di GMA un motore di ricerca costante di educazione, solidarietà e responsabilità sociale. Sarà nostro impegno come cittadini attivi di trasmet-tere, soprattutto alle giovani generazioni, l’importanza di “essere e diventare uomini di giustizia, creando opportunità di cambiamento sociale, vivendo in sintonia con i propri principi e con i propri ideali; convinti che insieme possia-mo costruire un mondo migliore”.

Partecipa

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La solidarietà con un aperitivo solidale...

si fa anche al barGMA onlus è stato protagonista insieme a Ca’Lice di due serate a tema. La prima si è svolta il 22 Novembre e ha visto i nostri #giovaniGMA organizzare un aperitivo mul-tietnico negli spazi del locale a San Salvaro. “Colori, sapori e tradizioni dalla convivialità sub-sahariana” hanno caratterizzato l’aperitivo. Frittata, salsa al berberè e chirò, succo alla frutta con un pizzico di zenzero e spezie hanno incuriosito i partecipanti. Una serata all’insegna della solidarietà dai sapori etiopi.Maria e p. Vitali, di ritorno dalla missione in Etiopia, nella serata del 5 Dicembre sono stati i protagonisti del convegno dal titolo “Acqua, Africa, Donna”. Attraverso le immagini, le testimonianze raccolte e la recente inaugurazione dell’impianto idrico al villaggio di Ololà hanno narrato la vita e la situazione delle donne e bam-bini nei villaggi, i progetti che sono stati terminati e l’attività che GMA onlus intende portare avanti a favore delle cooperative nei villaggi. Un impegno e cammino che continua ad essere costruito insieme a favore dei nostri amici nel Corno d’Africa.Se il progetto “Beni Comuni: pensare globalmente – agire localmente” aveva lo scopo di farci riflettere su queste tematiche, il progetto “MDG 7: acqua e igiene

nella woreda di Soddo Zuria” ha lo scopo di rendere concre-tamente fruibili beni e diritti, in particolare un bene primario come l’acqua, grazie all’e-stensione di un impianto idrico che fornirà il villaggio di Bughe Ghennet in Etiopia.

Corso di formazione

ALFABETO PER LA CURA DELLE RELAZIONI13, 20, 27 Novembre 2014 - Montagnana

Anche quest’anno è arrivata puntuale la proposta di GMA indirizzata al mondo della scuola e dell’educazione in genere: il tema affrontato è stato ALFABETO PER LA CURA DELLE RELAZIONI a cura della dott.ssa Simona Polzot, insegnante presso un liceo del veronese, formatrice di grande esperienza in Italia e all’estero, in particolar modo America Latina.Nei tre incontri una trentina di partecipanti (insegnanti, operatori di casa famiglia, volontari e studenti universitari) si sono confrontati con temi attuali riguardanti ciò che fa da sfondo alle relazioni personali: la fragilità presente sempre di più anche negli adulti e nella società in genere, la responsabilità come esercizio consapevole per pren-dersi cura del mondo, il legame inteso come rapporto di interdipendenza delle persone.Questi argomenti, a ben pensare, stanno alla base della vita di tutti i giorni, nelle dinamiche personali di ognuno, nel confronto che per forza di cose si deve instaurare nel rapporto con gli altri nel lavoro come nelle amicizie o nel tempo libero.Si è molto ragionato sulle varie visioni che ognuno ha di queste tre parole: punti di forza o di debolezza? La forza può essere segno di debolezza o, d’altro canto, anche la debo-lezza può rappresentare un punto di forza?Il percorso è stato dunque un momento non solo di confron-to, ma anche di introspezione per ogni partecipante che ha avuto modo di cimentarsi in esercizi di scrittura autoanalitica.Grazie quindi alla dott.ssa Polzot, alla sua competenza e simpatia e un arrivederci da parte di tutti.

23Attivi con Noi

Iniziativa finanziata con il contributo della

Regione Veneto per il progetto

“Intrecci di Relazioni”

Momenti di formazione in sede: soci, giovani e volontari si confrontano

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Incontro annuale GMA a PisaSabato 11 ottobre a Pisa presso la Parrocchia di Santo Stefano a Pisa, il Gruppo Missioni Africa di Pisa, insie-me all’Istituzione Centro Nord-Sud della Provincia e al Mercatino del Commercio Equo e Solidale, ha organiz-zato la XIII edizione della Festa multietnica “Un viag-gio intorno al mondo”. Quest’anno l’incontro dal titolo “Pensare globalmente, agire localmente. Costruiamo una comunità di cittadini” si è aperto con il saluto del Presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni che ha voluto sottolineare l’importanza della cooperazio-ne come strumento di aiuto per i popoli delle nazio-ni in via di sviluppo ma anche come strumento per l’edu cazione dei giovani dei nostri territori. Per questo

all’interno della tavola rotonda grande spazio ha avuto la con-segna del primo premio del Concorso nazionale Gma “Sapere per un agire comune” alla Scuola Media Luigi Russo di Navac-chio. Grande l’emozione degli studenti che hanno illustrato il loro progetto di una radio che dalla scuola si apre al mondo. Il dibattito è poi proseguito con gli interventi di Paolo Pro-sperini, direttore del Istituzione Centro Nord Sud, che, per conto delle amministrazioni locali della provincia, sviluppa i progetti di cooperazione e di Padre Vitale Vitali, presiden-te del Gma che insieme a Maria Boggian, vicepresidente del GMA, ha illustrato i progetti del GMA in Etiopia e in Eritrea e le prospettive dell’associazione in un mondo in continua tra-sformazione.La serata è proseguita con la cena multietnica, con assaggi di piatti cucinati da comunità straniere presenti nel nostro ter-ritorio (senegalese, marocchina e tunisina) e si è conclusa con l’esibizione di due giovani complessi uno pisano e l’altro di San Lorenzo alle Corti, consueto connubio fra riflessione e diverti-mento che si è dimostrato vincente per questa manifestazione che ha ormai raggiunto la XIII edizione.

Patrizia LanducciGMA-Gruppo di Pisa

XIII Edizione della Festa Multietnica “Un viaggio intorno al mondo”-

Tavola rotonda “Pensare globalmente, agire localmente” e premiazione del Concorso nazionale GMa

“Sapere per un agire comune”

24 Attivi con Noi

Partecipa

Parrocchia di San Lorenzo alle Corti (PI)Continua il bel cammino di incontro e di crescita comune fra GMA e la parrocchia di San Lorenzo alle Corti (PI). Dopo il primo anno vissuto sull’onda dell’entusiasmo portato dal mio arrivo, caratterizzato dall’organizzazione di vari eventi per far conoscere i nostri progetti e per raccogliere fondi per i progetti promossi dal gruppo di Pisa, quest’anno ci stiamo dirigendo verso una nuova fase di collaborazione, forse un po’ meno appariscente, ma sicuramente più matura.Il salto di qualità è stato l’ormai classica Festa Multietnica organizzata dalla comunità parrocchiale di S. Stefano e.m. che ha visto la mia nuova comunità protagonista a diversi livelli, da quello

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25Attivi con NoiPartecipa

Sono tanti i modi per vivere e comunicare la solidarietàLa partecipazione del gruppo di Pisa è sempre attiva e piena di entu-siasmo. In occasione della Cresima, tutti i ragazzi sono stati coinvolti nel gesto di solidarietà a sostegno del progetto della “Banca dei semi” nella regione del Wolaita in Etiopia; anche l’allestimento del momen-to conviviale è stato curato con ottimi risultati.È stata organizzata la seconda edizione di “Cuochi per una sera”, ospiti di Giuliano e Maria Giulia nel giardino della loro casa di Pisa: hanno partecipato circa 170 persone mentre una quarantina di bam-bini sono stati impegnati in un laboratorio di pittura su magliet-te, organizzato da Carmela. Il successo della serata ha superato le aspettative: l’atmosfera, gli ospiti e l’ottima cucina sono stati gli “ingredienti” speciali della buona riuscita dell’evento.In occasione delle festività natalizie, il Consiglio Notarile di Pisa ha replicato la “Cena degli auguri”: ospiti della dott.ssa Barbara Bartolini, la cena è stata organizzata sempre dallo staff della Par-rocchia di Santo Stefano che ha curato la serata nei minimi par-ticolari. La raccolta dei fondi è stata devoluta sempre al progetto della “Banca dei semi”.Molte altre iniziative saranno presto al vaglio del gruppo, instan-cabile e prolifero di idee: aspettative positive si hanno per la serata danzante di Carnevale in cui si svolgerà una gara di ballo.Tutto il gruppo di Pisa si impegna con l’entusiasmo dei suoi compo-nenti a coinvolgere sempre più sostenitori per un comune scopo di solidarietà.

più gustoso, con il contributo alla cena offerto da alcune persone provenienti da diversi paesi (Marocco, Perù, Stati Uniti, Eritrea), a quello più formativo, con la premiazione della scuola media locale al concorso sulla cittadinanza attiva promosso lo scorso anno dalla nostra associazione.Inoltre, la presenza in loco di padre Vitali e di Maria ha permesso di dare volto concreto all’associazione di fronte all’intera comunità, celebrando, tra l’altro, un evento più unico che raro: la testimonianza dal vivo di Maria durante la celebrazione Eucaristica domenicale.Questo evento è stato il primo passo verso una sempre più familiarità del GMA nella pastorale ordinaria: in Avvento la parrocchia ha adottato parte del progetto “Banca delle sementi” non solo destinando un quarto delle offerte raccolte durante le celebrazioni domenicali, ma creando delle occasioni ad hoc, primo fra tutti la bancarella per il GMA grazie ai lavoretti costruiti dai ragazzi insieme ai genitori durante il tempo dell’oratorio.Riciclando un’idea già sperimentata nell’altra parrocchia anche il gruppo della comunione sponsorizzerà un nostro progetto sia promuovendo delle bomboniere solidali, sia con degli incontri specifici di formazione inseriti nel percorso ordinario di catechesi. Nel frattempo, dopo il tentativo dello scorso anno, sta maturando sempre più la possibilità di organizzare per luglio 2015 il viaggio di una rappresentanza della comunità in Etiopia per visitare i progetti adottati e conoscere dal vivo come GMA opera. Piccoli passi di una storia comune che continua...

Partecipa

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26 Attivi con Noi

Nei primi giorni di ottobre 2014, il GMA ha cercato vo-lontari disposti a dedicare un po’ del proprio tempo all’in-segnamento della lingua italiana ad un gruppo di giovani immigrati (richiedenti asilo) che da agosto erano ospiti di una struttura alberghiera di Montagnana. Lo scopo di tale proposta era quello di facilitare l’integrazione e la permanenza ai giovani stranieri fornendo loro qualche strumento in più per rapportarsi con il paese che li ospita, affiancando con discrezione le istituzioni pre-poste. Erano una ventina circa, ragazzi provenienti dal Senegal, dal Mali e dal Bangladesh, la loro età era com-presa tra i diciotto ed i trentaquattro anni, tutti arrivati nell’estate del 2014 attraversando il mar Mediterraneo con i barconi della speranza. Con una mail inviata ad una trentina di persone, hanno risposto circa venti volontari non tutti esperti di insegnamento, ma tutti motivati da grande entusiasmo e forza di volontà. Il GMA ha orga-nizzato un corso specifico di formazione per insegnanti e animatori, tenutosi da esperti di insegnamento a stra-nieri al fine di individuare le finalità e i metodi da adottare durante le lezioni. Dopo una prima fase organizzativa, si sono formati cinque gruppi composti da quattro studenti e due insegnanti. Gli incontri di due ore ciascuno erano distribuiti nella settimana con orari differenti a seconda della disponibilità dei volontari. I gruppi presentavano vari livelli di scolarizzazione, tanto che mentre per alcuni elementi è stato necessario un’alfabetizzazione di base, per altri si è provveduto ad una integrazione all’orario normale. Gli argomenti trattati, suddivisi per ambiti, sono stati tratti da testi specializzati all’insegnamento della lingua italiana agli stranieri; gli studenti venivano

forniti di materiale didattico di supporto dal GMA. In alcu-ni casi gli argomenti trattati erano richiesti direttamente dai ragazzi stessi secondo ciò che li interessava mag-giormente. Il corso si è concluso venerdì 19 dicembre in concomitanza con le vacanze natalizie con un mo-mento di convivialità, alla quale hanno partecipato allie-vi, insegnanti e accompagnatori. Durante i primi giorni di gennaio tutti i giovani stranieri sono stati trasferiti a Monselice in una struttura sicuramente più confortevole. Nonostante le ovvie difficoltà iniziali nell’intraprendere questa nuova esperienza, si è trattato di un bel percor-so di condivisione, se non altro perché siamo riusciti ad instaurare un dialogo costruttivo e pacifico dando precedenza all’aspetto umano-sociale e di relazione tra popoli diversi tra di loro, nell’ottica del meeting di set-tembre 2014 “Pensare globalmente, agire localmente”.È un’esperienza conclusa quindi, ma che ha aperto un mondo di conoscenze e di domande che continuano ad interrogarci sul ruolo di GMA di “favorire le relazioni tra popoli”. Una prima domanda è “Chi ha donato a chi?” Noi volontari a disposizione per l’insegnamento dell’italiano siamo solo “donatori di insegnamento” o siamo anche “beneficiari” di una nuova visione delle persone e delle loro culture? Non siamo forse beneficiari della forza dei ra-gazzi nello sfidare la vita, anche nell’accettare le avversità? Il corso di “Italiano per stranieri” è stato molto più di una scuola dell’apprendimento della lingua italiana, è stato soprattutto uno scambio di relazioni, di conoscenze e sorrisi, abbiamo costruito nuovi affetti ed abbiamo sorri-so molto; e il sorriso è nato dalla voglia di fare gruppo, dalla forza dello stare insieme.

Italiano per stranieri con 22 ragazzi richiedenti asiloAbbiamo vissuto una nuova esperienza di accoglienza a Montagnana, una sfida oltre le mura della città

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27Attivi con Noi

BENI COMUNI: Pensare globalmente – Agire localmenteSi è tenuto dal 3 al 24 ottobre un ciclo di 4 incontro dedicati ai beni comuni, che ha visto la proiezione di 4 film – documentari e l’intervento di altrettanti ospiti che hanno accompagnato le serate portando esperienze e riflessioni. La rassegna si colloca all’interno del progetto di educazione alla cittadinanza mondiale “Beni Comuni: pensare globalmente – agire localmente” e del progetto “MDG 7: acqua e igiene nella woreda di Soddo Zuria” realizzati grazie ad un co-finanziamento della Regione Veneto ed in partenariato con diverse associazioni, tra cui il Cen-tro Documentazione Polesano di Badia Polesine che ha organizzato e ospitato la rassegna. I film hanno sviluppato tre filoni tematici sui beni comuni: beni e individui, beni e diritti e beni e ambiente, con un focus sull’acqua come bene comune. Perché una rassegna sui beni comuni? Se i beni privati sono le cose che appartengono al privato, i beni comuni sono beni pubblici amministrati dallo Stato nell’interesse dell’intera comunità, sono le ri-sorse che permettono al singolo di esercitare il suo diritto al pieno sviluppo della persona. Dalla qualità del bene comune dipende la qualità della vita delle perso-ne. Come spesso accade, ci accorgiamo dell’importanza di un bene quando questo è in pericolo o quando vi è il rischio che una risorsa venga sottratta alla comunità di riferimento, così è stato per l’acqua, o quando i diritti di alcuni non vengono rispettati. I beni comuni sono patrimonio dell’umanità e ciascuno deve essere messo nella condizione di usarli e difenderli. La rassegna è stata occasione di approfondimento e riflessione per la comunità ma anche per i giovani del Liceo Primo Levi, i ragazzi della scuola sono infatti stati protagonisti di due incontri dedicati alle tematiche “beni e diritti” e “beni e ambiente” e hanno potuto approfondire con alcuni esperti del settore e in presenza di p. Vitali. Se il progetto “Beni Comuni: pensare globalmente – agire localmente” aveva lo scopo di farci riflettere su queste tematiche, il progetto “MDG 7: acqua e igiene nella woreda di Soddo Zuria” ha lo scopo di rendere concretamente fruibili beni e diritti, in particolare un bene primario come l’acqua, grazie all’estensione di un impianto idrico che fornirà il villaggio di Bughe Ghennet in Etiopia.

Ripercorrete il nostro percorso sui beni comuni:

Parallelamente al cineforum sui Beni Comuni, GMA incontra i ragazzi dell’Istituto

Primo Levi in occasione del Social Day.

COSE DI QUESTO MONDOfilm di M. Winterbottom (Gran Bretagna 2002)

Domiciliati in un campo profughi pakistano a Peshawar, dopo la fine del conflitto in Afghani-stan due cugini, con l’aiuto dei parenti, decidono di partire alla ricerca di un futuro migliore. Attra-verso Iran, Turchia e Italia i due viaggiano a ri-troso lungo quella che un tempo veniva definita ‘la via della seta’ nascosti nella ribalta di un tir o all’interno di un container, fra minacce e con-dizioni di vita impossibili. Alla fine riusciranno comunque a raggiungere la destinazione finale del loro viaggio: Londra, in Inghilterra.

IL VILLAGGIO DI CARTONE film di E. Olmi (Italia 2011)

Un anziano prete a riposo assiste incredulo allo sgombero della chiesa, di cui è stato parroco per tanti anni, perché l’edificio non serve più per gli scopi del clero. Disperato, il religioso fugge e non riesce a fare altro che rintanarsi in sacre-stia. Un forte temporale notturno spinge poi un gruppo di clandestini in fuga a ripararsi all’in-terno di quella stessa chiesa ormai dissacrata. Ma sono clandestini e non tarda l’arrivo di chi deve far rispettare le leggi. Qualcuno li aiuta, al-cuni scappano, altri combattono. Da questo mo-mento di sconforto, dove tutto pare avviato alla dissoluzione, avrà invece inizio la resurrezione di uno spirito nuovo della missione sacerdotale.

LA SORGENTE DELL’AMORE film di R. Mihaileanu (Belgio, Italia, Francia 2011)

Questo è ciò che accade oggi in un piccolo vil-laggio, da qualche parte tra il Nord Africa e il Medio Oriente. Le donne fin dalla notte dei tem-pi vanno a cercare l’acqua alla fonte, in cima ad una montagna, sotto un sole cocente. Leila, una giovane sposa, propone alle donne di fare lo sciopero dell’amore: niente più coccole, niente più sesso se gli uomini non porteranno l’acqua al villaggio.

GOD SAVE THE GREEN documentario di M. Mellara, A. Rossi (Italia 2012)

Negli ultimi anni, dovunque nel mondo, individui e piccoli gruppi di persone hanno cominciato a coltivare ortaggi nei loro fazzoletti di terra (giardini, orti, balconi, terrazze, spazi abbando-nati delle città). “God Save the Green” racconta storie di gruppi persone che, attraverso il verde urbano, hanno dato un nuovo senso alla parola comunità ed allo stesso tempo hanno cambiato in meglio il tessuto sociale e urbano in cui vivo-no. Le storie si svolgono nelle periferie di medie e grandi città del Nord e del Sud del mondo: Torino, Bologna, Nairobi, Casablanca, Teresina, Berlino.

Educa

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28 Attivi con Noi

Sono reduce da un viaggio in Etiopia, paese che per vari motivi personali e professionali amo molto, dove ormai re-spiro aria … di casa. Non posso dire di conoscere a fondo questa terra, sarei presuntuosa, ma ne conosco abbastan-za alcuni dei suoi aspetti: le strade verso il Sud con i loro villaggi, le città che queste strade attraversano e i negozi o locali che si affacciano sul percorso, i modi di relazionare con le persone e l’interpretazione dei gesti raffinati di un popolo signorile e cortese. I bambini etiopi sono vivaci, svegli e capaci di crescere in ambienti anche impervi e con risorse limitatissime. Già da piccoli hanno le loro piccole o grandi responsabilità: accudire i fratellini o pascolare gli animali, per esempio, ma hanno anche tempo per giocare e, se ve n’è una nelle vicinanze, per andare a scuola. I bimbi etiopi sono curiosi, come tutti i bambini. Quando arriva un “Ferengi” (stranie-ro), gli si avvicinano per capire come è la sua pelle, magari per provare a sfiorarne i capelli. Qualcuno, più coraggioso, fa anche qualche domanda in un inglese magari stentato ma spesso dall’ottima pronuncia. Non ho mai avuto paura dei bimbi etiopi, fino a qualche settimana fa. Ero in Wolayta per ricerca e incontri con l’Università locale e una domenica, insieme a mio marito siamo partiti per una passeggiata sul Monte Damota, tre ore di salita, per arrivare al monastero sul punto più alto (3.000 metri, da una base di 1.800, però). Con gli zainetti, qualche provvista e abbondante acqua abbiamo iniziato la lunga e ripida salita, prima che il sole divenisse troppo cal-do. Abbiamo pianificato tutto in modo da avere il tempo di fermarci lassù un po’ e di rientrare prima del calar del sole perché, come in tutta l’Etiopia, anche in Wolayta il pericolo principale della sera e della notte sono le iene. Il cammino per il Damota di giorno è una passeggiata bel-lissima in quanto ci si alza rapidamente di quota e si ha un panorama mozzafiato. Si tratta di un percorso che parte dalla città di Soddo e attraversa diverse zone abitate e, ogni volta che si incontra qualche casa, da un angolo o dal nulla

spuntano dei bambini. E iniziano i soliti convenevoli: come ti chiami? quanti anni hai? Abbiamo incontrato, sul Damota, vari gruppetti isolati di ra-gazzini fino a che, a un certo punto, uno di questi gruppetti è divenuto più numeroso e chiassoso. Una dozzina di bimbi che ci seguiva, talvolta solo chiamandoci, talvolta ridendo, talvolta toccandoci lo zaino e poi scappando, talvolta chie-dendoci dei “birr” (moneta locale).Sempre attorniati o seguiti dai bimbi, abbiamo continuato fino a che abbiamo sentito sporadici sassolini che ci hanno colpito. Non era la prima volta che mi capitava. In città, in alcuni quartieri, i bambini lo fanno per richiamare l’atten-zione o sperando, appunto, che, per l’esasperazione, ci si rassegni a dare qualche birr. Non ci abbiamo fatto molto caso ma, data l’insistenza, mi sono girata e li ho pregati di smettere. A quel punto, i due più grandi, hanno raccolto delle pietre più grosse e hanno incitato a farlo anche i ra-gazzini più piccoli. Per nostra sfortuna, ci trovavamo in una zona isolata e brevemente pianeggiante per poi riprendere in salita ripidissima, senza case attorno, e abbiamo capito di essere in trappola. I bambini ci minacciavano con i sassi facendoci intendere che per procedere oltre avremmo do-vuto dare loro il denaro. Non avevamo via di scampo: abbia-mo avuto paura. Mentre prendevamo tempo, abbiamo intravisto un’esile fi-guretta che avanzava lentamente sul sentiero da cui era-vamo venuti, seguita poi da una donna con una bimba al seguito. L’esile figura era una donna anziana che avevamo superato. La signora si è seduta a riposare e, da lontano, ha detto ai ragazzi (senza gridare, perché gli etiopi sono molto controllati, ma nel silenzio la si sentiva bene) di smettere e li ha rimproverati. Si sono ritirati di qualche metro e hanno perso la carica aggressiva. Nel frattempo, la signora con la bimba è arrivata vicino a noi e ci siamo aggregati a queste due donne per procedere fino alla vetta. La strada era an-cora lunga ma molto gradevole; attraversando alcuni villag-gi, abbiamo incontrato la consueta gente cortese e, come

Un’esperienza, una passeggiata, un’occasione per rileggere il significato della cooperazione: costruire relazionidi Laura Viganò

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sempre, a ogni incontro ci si stringeva la mano o ci si diceva almeno “Sarò, Lo’o” (che sono i saluti locali).

Ma come era possibile che avessi “rischiato la lapidazio-ne” nella mia amata terra, e per mano di bambini, per giunta? In realtà, non ero sorpresa dal fenomeno in sé, ma dal livello pericoloso in cui si manifestava. Vi sono casi di bambini veramente affamati e senza energie che vivono per la strada. Inutile dire che si assiste a situa-zioni di ragazzi meravigliosi che con poco riescono a ri-abilitarsi; alcuni di questi sono ormai adulti, laureati e lavorano per le stesse organizzazioni che li hanno aiutati. Il fenomeno dei ragazzi di strada, tuttavia, è purtroppo in crescita e si potrebbe dire molto sulle cause e su chi si occupa di loro. Vorrei però richiamare l’attenzione su bambini non ab-bandonati che, con modi differenti, chiedono denaro. Hanno imparato semplicemente osservandoci? In parte sì. È lampante l’abisso in termini di ricchezza che passa tra uno straniero che passeggia sul Damota e un bambi-no del posto: l’abbigliamento, ancorché sportivo e sem-plice che noi portiamo, unitamente al contenuto degli zainetti, ha un valore che può tranquillamente superare il reddito annuo della famiglia di questi bambini. E loro sono svegli e lo capiscono. Lo capiamo anche noi ed è qui l’altro punto debole: questi bimbi hanno incontrato qualcuno che, per buon cuore, per toglierseli di torno, perché convinto che così si fa cooperazione, ha dato loro, o a bimbi come loro, del denaro; poco per chi dà, tanto per chi riceve. E’ una storia lunga, si sa, ma rima-ne la punta dell’iceberg di un sistema squilibrato di re-lazioni economico-politiche che, dal macro livello inter-nazionale, arrivano fino al piccolo villaggio sul Damota.

Che cosa si può fare? Non è certo questa l’occasione per aprire un lunghissimo discorso su pregi e limiti delle azioni di cooperazione internazionale presenti e passa-te, o sulle responsabilità storiche o su come è possibile instaurare modelli di business che consentano a impren-ditori dei paesi ricchi di operare nei paesi poveri con reciproco beneficio delle parti o, ancora più importante, sulle responsabilità politiche a tutti i livelli, locale e in-ternazionale. Vorrei solo brevemente accennare a qual-cosa che mi sta particolarmente a cuore perché riguarda i nostri giovani. Più volte in questo breve scritto ho sot-tolineato la curiosità dei bambini nei confronti degli stra-nieri. E’ la stessa curiosità che animava, immagino, negli anni ’30 mia mamma bambina quando vedeva qualche vi-sitatore milanese nel suo paese della Valle Brembana, o quando sono giunti primi turisti americani in Italia o, re-centemente, la curiosità nei confronti degli africani che arrivano qui. Quando si attenua questa curiosità? Quan-do il fenomeno diviene consistente, di massa e quindi si comincia a conoscerlo e a farlo rientrare nella normalità. E anche per l’Africa sarà così: tanti più “Ferengi” sul Da-mota, meno curiosità, più normalità. Tanti più “Ferengi” sul Damota e forse più lavoro di qualità per le famiglie di questi bambini se questo vuol dire più turismo. Ma si tratterà solo di turismo? Io ritengo di no. L’Africa ha un potenziale di crescita e di accoglienza di persone con buone idee e un po’ di coraggio e chi le saprà co-

gliere potrà realizzare le proprie aspirazioni personali e professionali e, nel contempo, contribuire a un miglior equilibrio, relazionale ma anche economico e alla lunga politico tra persone, sistemi economici, nazioni. E’ una visione semplicistica? Non credo. Lo dico spesso ai miei studenti, li invito a farsi incuriosi-re dall’Africa non solo come meta turistica o per il classi-co “volontariato”, ma anche dall’Africa potenziale luogo in cui realizzare le proprie aspirazioni di lavoro. E gli stu-denti colgono questo invito e sempre più numerosi mi chiedono se è possibile fare un’esperienza di lavoro o di studio, per esempio, in Etiopia. Migranti dal Sud al Nord e viceversa e migranti che dal Nord vanno o ritornano al Sud. Circolazione delle per-sone, delle idee, della conoscenza. Questo è un mondo che mi piace pensare come estremamente creativo e pro-positivo e proiettato a superare barriere culturali, sociali, economiche e politiche. Solo quando questo sarà ancora più radicato i bambini del Damota correranno attorno ai “Ferengi” senza l’angoscia di chiedere qualche birr… A proposito, qualcuno si domanderà come abbiamo fatto a rientrare in città dalla cima del Damota. Ebbene, co-stretti a ripassare per i territori dei “bambini lapidatori”, ci siamo preparati psicologicamente e strategicamente: facendoli giocare e ridere li abbiamo distratti e si sono dimenticati delle fruste. In fondo, non erano iene, erano solo dei bambini!

Attivi con Noi 29

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Riprendiamo gli eventi con la cittadinanza in collaborazione con il comune e l’associazione Italia Nostra

30 Attivi con Noi8 DICEMBRE 2014

50 ANNI DI CONSACRAZIONE PER PADRE VITALI:

UNA VITA PER GLI ALTRI

Oggi è un giorno di festa, perché un nostro fratello ricorda nel giorno del suo anniversario il momento da cui tutto è partito.Ecco, io lo ricordo per tutto quello che mi ha saputo dare, consigli, rimproveri, presenza e coraggio.Padre Vitali, in questo periodo d’attesa per la venuta del Messia, il mio augurio per te è che tu possa continuare a percorrere la strada che Dio ha scelto per te, proprio come stai facendo da cinquant’anni.Sia questo periodo d’avvento l’attesa perché tu possa continuamente cercarlo. Sia il Natale la tua felicità perché sarà lui a farsi trovare nel tuo cuore se sarai

disposto ad accoglierlo e siano questi cinquant’anni pieni di gioie, difficoltà, sorrisi e dolori la tua testimonianza, affinché, come già avevo detto, non importa il colore della persona, ma piuttosto quello dell’anima, e la tua tranquillo è di un buon colore.Auguri.

Mario Pieropan

Partecipa

...anche a Fara in Sabina ci si incontra in favore del villaggio di Humbo

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31

1-11 novembre Viaggio di conoscenza in Etiopia del so-cio Giacomo Zampieri e dell’assessore Matteo Mantoan, in rappresentanza del Comune di Montagnana, insieme a Maria Boggian.

8 novembre GMA, all’interno dell’attività di Alfabetizza-zione di Italiano per Stranieri, organizza un corso di for-mazione per insegnanti e volontari L2 con il professore Nereo Turati

13, 20, 27 novembre GMA promuove un corso di forma-zione per insegnanti “alfabeti per la cura delle relazioni” nell’ambito del programma di Educazione alla cittadi-

nanza mondiale per l’anno scolastico 2014-2015 sul tema INTRECCI DI RELaZIONI: Costruiamo la comunità di cittadini

14 novembre Laura Arici c/o Università di Verona per la Giornata del Tirocinio “Il tirocinio, tra università e lavoro educativo” organizzata dal collegio Didattico Scienze Pe-dagogiche

21 novembre - 3 dicembre Missione in Etiopia di p. Vitali con il socio e consigliere Mario Silvoni ed alcuni sosteni-tori

22 novembre Il bar Ca’Lice di S. Salvaro (PD) in collabora-zione con il gruppo giovani di GMA Onlus organizza “aperi-tivo multietnico”

22 novembre Il gruppo territoriale di Pojana Maggiore (VI) promuove presso la sala polifunzionale la commedia “48 morto che parla” della compagnia teatrale “Pan Caldo” di Asigliano Veneto il ricavato della serata è destinato al pro-getto bachicoltura nel villaggio di Bughe Ghenet, in Etiopia

29 novembre Laura Arici, Sara Quaglia ed il socio e con-sigliere Enrico Marcolin partecipano all’Assemblea Soci Cipsi a Bologna.

novembre

7-16 gennaio Studente classe 4° dell’Ist. Tecnico Com-merciale S. Benedetto di Montagnana in stage presso GMA 10 gennaio Il gruppo territoriale di Pojana Maggiore (VI) promuove presso la sala polifunzionale la comme-dia “Tutti i salmi finise in gloria” del Gruppo Teatro Del Vecchio Veneto di Bresega di Ponso (PD) il ricavato della serata è destinato alla realizzazione di una falegnameria nel villaggio di Lera, in Etiopia

13 gennaio Laura Arici partecipa a Cda Cipsi

15 gennaio P. Vitali incontra il gruppo Auser di Megliadi-no San Vitale (PD) sul tema: “Essere missionari oggi”

16 gennaio Consiglio Direttivo con il seguente odg: • Sintesi del verbale del 11.12.14 e introduzione della

Presidenza;• programmazione 2015 Italia, Eritrea ed Etiopia;• preparazione Assemblea Soci in vista dell’elezione nuo-

vo Consiglio Direttivo;• compilazione questionario Cipsi;• verifica situazione c/c postali e bancari e ratifica poteri

di firma;• varie ed eventuali.

17 gennaio P. Vitali e Maria Boggian incontrano il gruppo territoriale di Pojana Maggiore (VI) per formazione e con-divisione sulle attività di GMA onlus sia nel Corno d’Africa sia sul territorio italiano

18 gennaio S. Messa mensile per amici e sostenitori GMA presso cappella Istituto Sacchieri

19 gennaio - 8 marzo Missione in Etiopia del socio e con-sigliere Mario Silvoni con la moglie Gabriella

21 gennaio Laura Arici partecipa a Cda Cipsi

30 gennaio - 2 febbraio Maria Boggian a Roma per in-contro di aggiornamento sulle attività di GMA onlus con i soci e sostenitori di Roma, e partecipa alla “Cena di Solidarietà” organizzata dal gruppo territoriale di Fara in Sabina (RI)

GennAIo

4 febbraio P. Vitali, Maria Boggian e Laura Arici incontra-no i ragazzi della scuola secondaria di primo grado di Car-ceri (PD) per il percorso di Educazione alla cittadinanza mondiale “Intrecci di relazioni: costruiamo la comunità di cittadini”.

4 febbraio Sara Quaglia partecipa a riunione Regione Toscana a Firenze per attività di progettazione consortile in Etiopia

6 febbraio P. Vitali e Laura Arici incontrano i ragazzi della scuola secondaria di primo grado di Ponso (PD) per il per-corso di Educazione alla cittadinanza mondiale “Intrecci di relazioni: costruiamo la comunità di cittadini”.

7 febbraio Maria Boggian incontra i ragazzi della scuola secondaria di primo grado di Ponso (PD) per il percorso di Educazione alla cittadinanza mondiale “Intrecci di rela-zioni: costruiamo la comunità di cittadini”.

9 febbraio P. Vitali, Maria Boggian e Laura Arici incon-trano i ragazzi della scuola secondaria di primo grado di Ospedaletto E. (PD) per il percorso di Educazione alla

cittadinanza mondiale “Intrecci di relazioni: costruiamo la comunità di cittadini”.

10 febbraio P. Vitali, Maria Boggian e Laura Arici incon-trano i ragazzi della scuola secondaria di primo grado di Urbana (PD) per il percorso di Educazione alla cittadinan-za mondiale “Intrecci di relazioni: costruiamo la comunità di cittadini”.

10 febbraio Laura Arici partecipa a Cda Cipsi

13 febbraio Consiglio Direttivo con il seguente ordine del giorno: • Sintesi del verbale del 16.01.2015 e introduzione della

Presidenza; • Programmazione attività sul territorio italiano per l’anno

2015; • Nuova proposta per contributo costruzione asilo di Wa-

sserà, in Etiopia; • Preparazione Assemblea Soci in vista dell’elezione nuo-

vo Consiglio Direttivo; • Verifica situazione c/c postali e bancari e ratifica poteri

di firma; • Varie ed eventuali.

14 febbraio Maria Boggian incontra i ragazzi della scuola secondaria di primo grado di Ospedaletto E. (PD) per il percorso di Educazione alla cittadinanza mondiale “In-trecci di relazioni: costruiamo la comunità di cittadini”. 14 febbraio Gruppo territoriale di Pisa organizza “BAL-LANDO PER L’AFRICA” serata danzante di carnevale con apericena e raccolta fondi a favore attività GMA in Etiopia 14 febbraio Gruppo territoriale di Pojana Maggiore (VI) in sede GMA per secondo incontro formativo con P. Vitali e Maria Boggian

15 febbraio S. Messa mensile per amici e sostenitori GMA presso cappella Istituto Sacchieri

21 febbraio P. Vitali e Laura Arici incontrano gli studenti del Liceo Maria Ausiliatrice di Padova per il percorso di Educazione alla cittadinanza mondiale “Intrecci di relazio-ni: costruiamo la comunità di cittadini”. 28 febbraio GMA promuove l’incontro delle associazioni Cipsi Nord per discutere della nuova legge 125/214 sulla cooperazione.

FebbrAIo

DICembre1 dicembre Sara Quaglia incontra gli studenti del trien-nio del Liceo P. Levi di Badia Polesine (RO) nell’ambito dell’iniziativa “social day 2014” organizzata dal Centro Servizio Volontariato Rovigo per informazione e sensibi-lizzazione sulle attività di GMA onlus

5 dicembre P. Vitali incontra gli studenti del Liceo P. Levi di Badia Polesine (RO) nell’ambito dell’iniziativa “social day 2014” organizzata dal Centro Servizio Volontariato Rovigo per informazione e sensibilizzazione sulle attività di GMA onlus. Alla presenza di tutte le associazioni che hanno partecipato all’iniziativa ritira il poster e la raccolta fondi a favore di GMA da destinare alla realizzazione di una scuola in Etiopia

5 dicembre Il bar Ca’Lice di S. Salvaro (PD) ore 21.00

promuove l’incontro di sensibilizzaizione “aCQUa, aFRI-Ca, DONNa per un futuro di pace” con P. Vitali e Maria

10 dicembre Laura Arici partecipa a Direttivo Cipsi pres-so sede Nadia Onlus a S. Martino B.A. (VR)

10 dicembre Laura Arici partecipa al seminario di studi “Globalizzazione, giovani e giustizia sociale” c/o Polo Zanotto-Università di Verona promosso da Cipsi e Centro Studi Interculturali di Verona

11 dicembre Consiglio Direttivo con il seguente ordine del giorno: • Sintesi del verbale del 16.10.14 e introduzione della Pre-

sidenza;• Relazione ed analisi sulla missione in Etiopia di Maria

Boggian e nuova impostazione del lavoro in loco;• Approvazione nuovi progetti in Etiopia

- tende catering - costruzione nuovo asilo - corsi formazione per nuove attività - costruzione tre aule a Dallo Manna - avvio nuova cooperativa di Mayo-Koyo;

• Approvazione nuovi progetti in Eritrea• Scuola di tukul (Suore Filippine)• Corso di cucina (Figlie di S.Anna) ;• Chiusura contabile vecchi progetti ;• Varie ed eventuali.

14 dicembre Incontro Natale famiglie adottive e gruppo giovani GMA con momenti di formazione e condivisione

Calendario attività GMA

Page 32: Notiziario Gma 1 / 2015

32 Educazione alla Cittadinanza Mondiale

Una volta la chiamavamo educazione allo sviluppo… Ma quale sviluppo? Per chi? Oggi la chiamiamo Educazione alla cittadinanza mon-diale. Perché?GMA propone un percorso educativo per diventare cit-tadini del mondo. Cittadini coscienti e responsabili, per un mondo di pace, questo comporta cittadini in graso di “Pensare Globalmente e agire localmente”Ecco perché quest’anno abbiamo scelto di focalizzare la nostra attenzione sulle relazioni tra cittadini. Perché è dalle relazioni inclusive che nasce la pace.

“Pensare Globalmente - agire localmente” è stato il tema dell’anno scolastico 2013-2014. Un anno dedi-cato ai Beni comuni e alla scoperta dei nessi tra in-dividui, risorse e ambiente, cercando di delineare i punti cardine del pensiero globale e dell’azione locale e del protagonismo “glocale”. Il percorso di cittadinanza mondiale per l’anno scola-stico 2014 -2015 intende continuare il percorso cultu-rale avviato l’anno scorso focalizzandosi sulle relazio-ni, ovvero le relazioni come bene comune. La cittadinanza nasce dalla cura delle relazioni tra persone, quindi dalla responsabilità degli individui verso l’Altro, verso la comunità.L’uomo in quanto essere sociale costruisce la propria esistenza proprio sulle relazioni. Sono le relazioni che caratterizzano un sistema complesso come la società, laddove sono pacifiche diventano garanzia di benes-sere, quando invece diventano negative sono fonte di tensioni e conflitti.Come un olio che lubrifica i meccanismi della società, il dialogo è alla base del buon funzionamento delle interazioni tra individui e società. La cittadinanza nasce quindi dalle relazioni tra le per-sone, dal confronto, dal riconoscimento dell’Altro e

delle differenze, dalla scoperta che l’interazione pro-duce sempre trasformazione e dalla consapevolezza che ne consegue. Le scuole sono un laboratorio di relazioni e di convi-venze sociali, dove diventa importante valorizzare le diversità e farne una ricchezza.

Ci occupiamo principalmente di relazioni nella diversità:- costruiamo gli strumenti per opporsi all’indifferenza, - riassumiamo il valore della responsabilità e - recuperiamo le pratiche della cittadinanza attiva.

Vediamo la società odierna come un tessuto (comuni-tà), ricco di fili colorati (individui), con un ordito (con-testo) complesso, la cui trama (relazioni) ne costitu-isce la qualità (benessere). Un buon tessitore agisce con cura e responsabilità.

Ci occuperemo di questi temi con diversi momenti edu-cativi complementari tra di loro:- formazione insegnanti- formazione studenti- formazione genitori/cittadinanza

Formazione insegnantiAd inizio anno scolastico abbiamo proposto un per-corso formativo per insegnanti ed educatori sulle re-lazioni interculturali grazie alla collaborazione di Cem Mondialità.La formazione degli insegnanti è prerogativa alle altre attività di educazione alla cittadinanza mondiale. In uno scenario segnato dalla crisi delle relazioni e della partecipazione, i contesti educativi hanno biso-gno di soffermarsi su tre concetti chiave: responsabi-lità, cura e relazione. La responsabilità di educare con amore è alla base del benessere collettivo, del buen vivir. La missione da tutti noi condivisa consiste nel recuperare coesione sociale insegnando ad elaborare i vissuti emotivi per inserirli in una costruzione di sen-so. Impareremo ad avere cura di tessere il dialogo tra generazioni sempre più lontane, ricercare alleanze tra i generi per riprendere con passione le fila del vivere insieme.

Formazione Scuola/ Genitori: La cura delle relazioniLa prima scuola di relazioni e interazione arriva dal contesto famigliare del minore. La scuola è il conte-sto educativo dove, dopo la famiglia, il ragazzo vive le relazioni, il senso d’appartenenza e i conflitti. La cura è quindi un aspetto fondante delle relazioni tra indivi-dui, nella scuola e nella società.

INTRECCI DI RELAZIONI:Costruiamo la comunità di cittadini

Educa

Page 33: Notiziario Gma 1 / 2015

33

Portiamo quindi il tema della cura delle relazioni come elemento di riflessione e confronto in un con-testo scuola/famiglia. Proporremo la visione di film a tema, tempi e modalità si organizzeranno con le scuo-le interessate. Si intende promuovere due momenti formativi scuola/famiglia dedicati al tema della “Cura nelle relazioni”, occasione di riflessione condivisa e di partecipazione collettiva.

Interventi nelle scuole: laboratori con gli studentiGMA propone incontri di approfondimento sui temi “Intrecci di relazioni: costruiamo la comunità di cit-tadini” con laboratori in classe. Organizzeremo, in accordo con gli insegnanti e le priorità del percorso didattico da essi avviato giochi di ruolo, drammatizza-zioni e presentazioni. Durante il laboratorio è richie-sta la partecipazione attiva di un insegnante. Siamo disponibili ad incontrare bambini e ragazzi di ogni età!

Visite al GMA- Scambi formativiSarà possibile organizzare visite guidate al GMA per conoscere una realtà locale di partecipazione attiva. Durante la visita i ragazzi potranno vivere in prima persona un’esperienza di volontariato. Inoltre, GMA è disponibile ad accogliere giovani vo-lontari e stagisti interessati a conoscere e vivere il mondo della solidarietà.

Se vi piace questo programma, e siete educatori o insegnanti chiamateci, saremo felici di raggiungervi a scuola o nei vostri gruppi di educazione. Perché la pace nasce dall’educazione!

Sono sempre di più i punti di raccolta tappi nelle province di Padova, Vicenza, Verona,

Rovigo, Brescia, Forlì- Cesena e Roma!

Nel 2014 avete raccolto 60 quintali di tappi!

E nel 2015 sono già 18 quintali!

Una montagna di tappi che corrisponde al valore di 5 fontanili per fornire

acqua pulita nei villaggi!

Continuate con la raccolta tappi, il vostro impegno ci aiuta

a portare acqua pulita ai villaggi!

Non gettare i tappi di plastica delle bottiglie

ma... raccoglili per dare Acqua alle popolazioni

del Corno d’Africa

Educazione alla Cittadinanza Mondiale

Page 34: Notiziario Gma 1 / 2015

€500

€5per iscrivere un bambino

all’asiloIl tuo oggi... per costruire insieme

il suo futuro!

per costruire un’aulaCostruisci così il futuro del villaggio

€30un rubinetto per portare

acqua pulitaL’acqua è la madre della vita. È il simbolo di un villaggio che nasce e cresce… sano!

€350per un fontanile

L’igiene è la prima azione sanitaria per prevenire malattie nella quotidianità

INSIEME34

Page 35: Notiziario Gma 1 / 2015

€50per acquistare un telaio

Tessi un vestito, intreccia i fili della solidarietà

per avviare una cooperativaPromuovi lo sviluppo locale e sostieni

l’intera comunità!

€150per acquistare un carretto

Garantisci un sistema di trasporto alle piccole attività commerciali

€40per acquistare una capraAiutaci ad avviare piccoli allevamenti

familiari nei villaggi

35promuoviamo solidarietà

€500

Page 36: Notiziario Gma 1 / 2015

SEDE CENTRALE

GMA onlusISTITUTO SACCHIERIVia Luppia Alberi, 1

35044 MONTAGNANA (PD)Tel. 0429 800830 - Fax 0429 804793

e-mail: [email protected]: www.gmagma.org

ONG - MAE - CEE Federata CIPSICOD. FISCALE n° 91002260288

c/c Postale 10817351IBAN IT07 Z 07057 62670 000000022110

VENETOVETTORI LINO

Via Campo Sportivo, 15 - 36015 SCHIO (VI)Tel. e Fax 0445 510323

e-mail: [email protected]

BRUNELLO MARINAVia Roma, 123

36028 ROSSANO VENETO (VI)Tel. 0424 84575

e-mail: [email protected]

CAPPUZZO GIANNA PATRIZIAVia Monte Adamello, 835035 MESTRINO (PD)

Tel. 049 9001523e-mail: [email protected]

VALENTE MARIAVia Roma, 9

36043 CAMISANO VICENTINO (VI)Tel. 0444 610379

BONAGURO MARIOVia Cavour, 67 - 36010 ZANÈ (VI)

Tel. 0445 315015e-mail: [email protected]

ARICI LAURA - SARTORI ANGELOVia Spalato, 43/A - 37141 VERONA

Tel. 339 7633760e-mail: [email protected]

DESZ YLENIA SCARATOVia Ponte Alto, 14

36026 POIANA MAGGIORE (VI)Tel. 348 1174200

e-mail: [email protected]

QUAGLIA SARAVia S. Rocco, 6 - 45021 BADIA POLESINE (RO)

Tel. 340 2882327e-mail: [email protected]

SARDEGNAMELIS VITTORIO

Via Flumini, 23 - 08034 LACONI (OR)Tel. 0782 869497 - 347 6640438

e-mail: [email protected]

TRENTINO ALTO ADIGEFELLIN PAOLO - PAOLA

Via S. Brigida, 65 - 38100 ROMAGNANO (TN)Tel. 0461 347029

e-mail: [email protected]

LOMBARDIABALARINI ROMOLO*

c/o Parrocchia S. Giovanni Ev.Via L. Pavoni, 10 - 20159 MILANO

Tel. e Fax 02/69311022e-mail: [email protected]

ANTOGNAZZA ENRICA Via Cavour, 47

21040 VENEGONO INFERIORE (VA)Tel. 0331 864315

e-mail: [email protected]

GRILLI MARIA GILIA Via Pisacane, 8 - 21049 TRADATE (VA)

Tel. 0331 841431e-mail: [email protected]

COLOMBO ROSELLA MANDELLI Via Oriano, 1 - 22062 BARZANÒ (CO)

Tel. 039 957739e-mail: [email protected]

GIMS - GMAMORGANTI SANDRO E LUIGIA

Via Valsecchi, 12/b - 23900 LECCOTel. 0341 493508

e-mail: [email protected]

VIGANÒ GNECCHI LAURA*D’ADDA DARIO

Via Don Nava, 6 - 24030 MOZZO (BG)Tel. 035 463001 - Fax 035 463011

e-mail: [email protected]

STUCCHI MARTINOVia Lago, 9 - 20090 RODANO (MI)

Tel. 02 95320637e-mail: [email protected]

PEZZUCCHI DANIELA Via Cava, 1 - 25030 COCCAGLIO (BS)

Tel. 030 7700227e-mail: [email protected]

LOMBARDI GIANFRANCO Via Moretto, 14/a - 25062 CONCESIO (BS)

Tel. 030 2752220e-mail: [email protected]

LAURA DURANTE VITALIVia Cadorna, 15 - 20077 MELEGNANO (MI)

Tel. 02 9832788

EMILIA ROMAGNAGALAVOTTI GIOSUÈ

Via Barozzi, 1541037 MIRANDOLA (MO)

Tel. 0535 20780e-mail: [email protected]

PAVANELLO FRANCESCAVia Garibaldi, 20 - 40026 IMOLA (BO)

Tel. 0542 32779e-mail: [email protected]

PISOTTI LIDIA Via Ilaria Alpi, 5 - 47121 FORLÌ

Tel. 333 4357337e-mail: [email protected]

SANSOVINI VANNIComitato per la lotta contro la fame nel mondo

Via Lunga, 45 - 47100 FORLÌTel. 0543 704356

e-mail: [email protected]

ZADRO ROSSELLA - PISTOCCHI FRANCESCOVia Borgo Vado, 13 - 44100 FERRARA

Tel. 347 7038330e-mail: [email protected]

TOSCANALANDUCCI PATRIZIA

Largo Duca d’Aosta, 1 - 56123 PISATel. 050 820081 - 347 7785237

e-mail: [email protected]

LAZIOPARROCCHIA S. BARNABASCHIAVETTI MARIA ROSA

Piazza dei Geografi, 15 - 00176 ROMATel. 06 2719965

e-mail: [email protected]

TORDIGLIONE FIAMMAVia Falessi, 69 - 00041 ALBANO LAZIALE (RM)

Tel. 06 9323855

MANDILLO LUCINAVia Fonte Luna, 24 - Coltodino

2032 FARA IN SABINA (RI)Cell. 3286128944

FERRANTI ALESSANDRA*Viale delle Belle Arti, 7 - 00196 ROMA

Tel. e Fax 06 3217520e-mail: [email protected]

MARIELLA E GIORGIO COLARIETIVia del Pisciarello, 40 - Talocci02032 FARA IN SABINA (RI)

Tel. 0765 387945

IGNELZI ELENAVia Siciliano dei Gentili, 12

01100 VITERBO - Tel. 0761 352302e-mail: [email protected]

CAMPANIAINCORONATO GIUSEPPINA

Via A. Volta 18 - 80040 VOLLA (NA)Cell. 3283326898

G.M.A. Gruppo Napoli*Responsabile Nunzia Gatta

Via S. Nullo, 18080014 LICOLA DI GIULIANO (NA)

Tel. 081 8043778e-mail: [email protected]

web: www.gmanapoli.org

CANCELLARO FRANCESCO Via Pignatelli, 8 - 80141 NAPOLI

Tel. 081 287582

*Sedi Amministrative

GMA onlusè presente nel territorio italiano:

Anche questa è solidarietà:Inviaci il tuo contatto email o Facebook...se lo desideri potremo restare in contatto

e mandarti gli aggiornamenti via web

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