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1 - Il forum di bioetica vuole suscitare un interesse culturale sui principi fondanti della bioetica e aprire il dibattito sui dilemmi etici dell’epoca moderna INDICE: Principi e Dilemmi di bioetica Radicalismo islamista: 1. la preradicalizzazione, 2. l’identificazione, 3. l’indottrinamento, 4. la manifestazione. Profili dell’estremista violento Il videogioco che uccide: per vincere devi suicidarti Scandalo immigrati, Le accuse alla Ong (medici senza frontiere) Lo statalismo senza Dio. La decostruzione della cultura occidentale. La guerra che perdiamo L'ansia di papa Francesco per la riconciliazione con il mondo islamico La profezia nascosta nel terzo segreto di Fatima. Al rischio di apostasia si contrappone la parresia. La sfida di satana. La liturgia è l’espressione vera della dottrina della Chiesa. Il silenzio è il linguaggio di Dio. FORUM di BIOETICA NEWSLETTER n. 149 G IUGNO – 2017

newsletter 149 giugno 2017 · !«In!Cristo ... La radicalizzazione può essere definita come un processo di evoluzione ... copione è quello di lasciare volontariamente

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- Il forum di bioetica vuole suscitare un interesse culturale sui principi fondanti della bioetica e aprire il dibattito sui dilemmi etici dell’epoca moderna INDICE: Principi e Dilemmi di bioetica Radicalismo   islamista:   1.   la   pre-­‐radicalizzazione,   2.   l’identificazione,   3.   l’indottrinamento,   4.   la   manifestazione.  Profili  dell’estremista  violento  Il  videogioco  che  uccide:  per  vincere  devi  suicidarti  Scandalo  immigrati,  Le  accuse  alla  Ong  (medici  senza  frontiere)  Lo  statalismo  senza  Dio.  La  decostruzione  della  cultura  occidentale.  La  guerra  che  perdiamo  L'ansia  di  papa  Francesco  per  la  riconciliazione  con  il  mondo  islamico  La  profezia  nascosta  nel  terzo  segreto  di  Fatima.  Al  rischio  di  apostasia  si  contrappone  la  parresia.  La  sfida  di  satana.  La  liturgia  è  l’espressione  vera  della  dottrina  della  Chiesa.  Il  silenzio  è  il  linguaggio  di  Dio.      

 

 

 

 

 

 

   

                       

 

                       FORUM  di  BIOETICA  

NEWSLETTER  n.  149  

GIUGNO  –  2017        

 

 

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Alle  origini  del  dissenso  contemporaneo  

di  Paolo  Rossi    «In  Cristo,  Dio  ha  assunto  davvero  un  “cuore  di  carne”.    

Egli  non  ha  soltanto  un  cuore  divino,    ricco  di  misericordia  e  di  perdono,  ma  anche  un  cuore  umano,  

 capace  di  tutte  le  vibrazioni  dell’affetto.»    San  Giovanni  Paolo  II  (1920  –  2005)  

Il  confronto  esplosivo  tra  i  radicalismi  ateista  e  islamista  esigono    urgentemente  che  si  sviluppi  una  concezione  convincente  dello  Stato,    che  sostenga  il  confronto  con  queste  sfide  e  possa  superarle.    Declaratio  di  Benedetto  XVI,  19  aprile  2017   La radicalizzazione può essere definita come un processo di evoluzione personale per la quale un individuo adotta idee ed obiettivi politici o politico-religiosi sempre più radicali 1, con la convinzione che il raggiungimento di tali obiettivi giustifichi i metodi estremi. Tale processo, può indurre un individuo o un gruppo ad accettare, sostenere o incoraggiare l’uso della violenza come mezzo politico-religioso. È un processo dinamico, non necessariamente lineare, che può essere lento e graduale o al contrario manifestarsi in modo repentino ed esplosivo. In alcuni casi generato da influenze esterne, come un leader carismatico o una dinamica di gruppo, in altri può aver luogo come processo interno di auto radicalizzazione, magari scatenata da fattori coinvolgenti come quelli accessibili da Internet, in concomitanza a fattori personali individuali

Radicalismo  islamista  Si suole individuare quattro fasi tipiche di radicalizzazione:  1.  la  pre-­‐radicalizzazione:  vi rientrano i meccanismi personali scatenanti, i fattori contestuali che rendono un individuo ricettivo all’estremismo. È il punto di partenza, la condizione individuale e soggettiva da cui si dipana il processo. Qui risiedono le cause sociologiche, collettive e individuali, che predispongono la persona alla vulnerabilità delle narrative radicali. 2.  l’identificazione:  la fase attraverso cui singoli individui, influenzati da fattori sia esterni sia interni, iniziano a esplorare le narrative radicali, facendoli sempre più allontanare dalle loro identità precedenti, iniziando ad associare se stessi con modelli radicali. Nel sistema penitenziario tale fase si realizza frequentemente per osmosi interna (concon altri detenuti radicalizzati, accesso a materiali radicali, etc.), meno frequentemente per influenze esterne (persone esterne che hanno accesso ai carceri quali familiari, volontari etc.).  3.   l’indottrinamento:   la fase nella quale progressivamente i singoli individui intensificano l’approfondimento delle ideologie radicali e concludono che è necessario agire per la causa. I potenziali estremisti cominciano ad alimentare la convinzione che la società sia sbagliata e debba essere cambiata. Mentre le prime due fasi sono processi sostanzialmente

                                                                                                                         1 riforme radicali, che mutano o tendono a mutare un ordinamento, un’istituzione, dalle fondamenta; radicalmente, fin dalle radici, profondamente, o anche totalmente, interamente; curare radicalmente una malattia, estirpare radicalmente la delinquenza; gusti radicalmente diversi; mutare radicalmente la propria vita, o la società.

Principi  e  Dilemmi  di  Bioetica  

 

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individuali, questa implica l’associazione con altre persone, la condivisione delle stesse  idee, e diviene un reale indicatore di pericolo. La fase di passaggio tra l’identificazione e l’indottrinamento può manifestarsi in ambito penitenziario con la formazione di piccoli gruppi a base etnica o ideologica che si allontanano dalla maggioranza dei fedeli, formando ad esempio raggruppamenti di preghiera separati. All’interno delle carceri si potrebbe anche verificare l’assegnazione di ruoli, in funzione di rappresentanza della comunità per il contrasto del sistema e dell’organizzazione penitenziaria, il rifiuto delle ispezioni corporali che infrangono i principi islamici dell’onore e della pudicizia, iniziative finalizzate all’affermazione forte delle norme religiose, anche attraverso strutturazioni gerarchiche e forme di leadership. 4.  la   manifestazione   (o   jihadizzazione):  consiste nell’impegno personale dell’individuo a passare all’azione violenta, allo scopo di promuovere la sua ideologia e di trasformare conseguentemente la società. L’estremismo violento consiste nel promuovere, sostenere o commettere atti che sono finalizzati a difendere un’ideologia che invoca una supremazia razziale, nazionale, etnica o religiosa o che si oppone ai principi ed ai valori fondamentali della democrazia e che possono portare anche alla pianificazione, preparazione e esecuzione di atti terroristici.2      Profilo  dell’estremista  violento    Un elemento caratterizzante l’attuale generazione di terroristi è l’elevata tecnologia. Il cyberspazio rappresenta il nuovo modo per diffondere non solo l’ideologia ma anche il nuovo stile di comunicazione per fornire visibilità alle azioni, fare propaganda e proselitismo. Veicolo per rendere facilmente fruibili testi dottrinali, comunicati, manuali, reclutamento addestramento virtuale. Sono stati individuati alcuni aspetti ricorrenti ed elaborate due principali tipologie di estremisti violenti.

1. I categoria. In molti casi si tratterebbe di uomini di età compresa tra i 20 e 30 anni, dall’aspetto comune e tendenzialmente “europeo” in grado di non attirare l’attenzione, che hanno evidenziato un livello di cultura medio-basso, una famiglia solida ed unita e la tendenza al fanatismo religioso. In Europa, lo scenario di riferimento è quello di una popolazione musulmana perlopiù disoccupata, o comunque non ben inserita nella classe sociale media, che si rivolge all’islam per trovare una propria identità. In tale contesto, emergono i cd homegrown, ovvero i figli di immigrati nati e cresciuti in occidente, che si radicalizzano prevalentemente in seguito ai condizionamenti dei corregionali attestati su posizione estremiste. Si tratta generalmente di soggetti resi vulnerabili da situazioni di disagio socio, economico o ambientale, che scelgono l’opzione violenta. Non mancano, tuttavia, quelle manifestazioni autoctone del terrorismo Jihadista non importate degli immigrati di prima generazione, il cui processo di radicalizzazione è avvenuto in occidente. A questa prima fisionomia sono riconducibili i terroristi della tipologia della strage di Parigi –13 novembre 2015.

2. II categoria. Appartengono all’altra tipologia i giovani musulmani di buona famiglia, soggetti apparentemente equilibrati e integrati che frequentano le scuole migliori del paese di origine o all’estero. Poiché culturalmente preparati risultano, se possibile, ancora più pericolosi, in quanto astrattamente in grado di pianificare e realizzare più affinate strategie. A questa fisionomia sono riconducibili, ad esempio, i terroristi della tipologia della Strage di Dacca – 1 luglio 2016. Più in generale, già con gli efferati attentati dell’11 settembre 2001 alle torri gemelle di NY, a Madrid del 2004, Londra del 2005, fino ad arrivare a quelli più recenti, è stata evidenziata l’abilità con cui la rete terroristica ha modulato il proprio schema organizzativo, non radicato in

                                                                                                                         2 Augusto Zaccariello, Il fenomeno della radicalizzazione e del proselitismo in carcere. Sicurezza e Giustizia n. III MMXVI

 

 

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un territorio delimitato, frammentando la propria influenza in aree geografiche lontane tra loro e dimostrando la propria potenzialità offensiva in vari sanguinosi attentati perpetrati in ogni parte del mondo, facendo sentire forte la necessità di individuare contromisure di contrasto e prevenzione sempre più efficaci a livello nazionale e internazionale.

Il  videogioco  che  uccide:  per  vincere  devi  suicidarti  Il “Blu Whale” inizia da un contatto sui social e contagia gli adolescenti fino a provocarne la morte. Richiede 50 prove di “coraggio” con tanto di rendicontazione a quello che viene definito il “curatore”.3 Le prime prove. Incidetevi sulla mano con il rasoio "f57" e inviate una foto al curatore; tagliatevi il braccio con un rasoio lungo le vene, ma. non tagli troppo profondi. Solo tre tagli, poi inviate la foto al curatore; se siete pronti a "diventare una balena" incidetevi "yes" su una gamba. Se non lo siete tagliatevi molte volte. Dovete punirvi. La sesta è una prova misteriosa, poi agli adolescenti si chiede di incidere una balena sulla mano, di tagliarsi il labbro, di trascorrere del tempo sul cornicione di un palazzo e di stare sul bordo di un ponte. Al punto 26 il “curatore” darà alla vittima la data della sua morte. Dalla 30 alla 49esima prova si chiede di svegliarsi tutti i giorni alle 4,20 per guardare film horror, ascoltare musica inviata dal “curatore”, di fare un taglio al giorno sul corpo. La numero 50: saltate da un edificio alto. Prendetevi la vostra vita. Già 160 adolescenti nel mondo l’hanno eseguita «L’età di mezzo crea già di per se un disorientamento. Non si è né adulti, né bambini. C’è sì una spinta ad andare avanti, ma anche una forza di regressione». Per cui «nei soggetti con maggiore fragilità e disagio sociale o familiare, il rischio è di legarsi al monitor a caccia di rapporti virtuali che diano benessere». E chi “intrappola”, come il giovane russo arrestato, «si sente onnipotente, ma anche quello fa parte della fase adolescenziale che nasconde una fragilità». Genitori, attenzione ai figli che non trovano sfogo con lo sport, con gli amici, con le sane abitudini. Attenzione a quelle porte chiuse, ai silenzi, agli sbalzi d’umore. Ecco i consigli degli esperti, certi di quanto gli adolescenti abbiano bisogno di una «bussola».

Scandalo  immigrati.  

L’immigrazione ha visto un incremento negli ultimi decenni ed oggi detiene una porzione considerevole di tutta l'immigrazione clandestina nel mondo. Il traffico generalmente ha luogo “con il consenso della vittima o delle vittime” che lo fanno per ragioni di ordine economico, familiare o per sfuggire da un pericolo imminente. Diversamente dalla tratta di esseri umani (human trafficking), il traffico si caratterizza dal consenso tra l'agente e la vittima, in altri termini in un contratto informale che si estingue al raggiungimento della destinazione prescelta. Il traffico di migranti è organizzato in base ad una serie di attività che spaziano dall'instaurare contatti sul posto fino a tessere relazioni criminali con i grandi gruppi criminali. Trafficanti di piccolo calibro di solito pianificano nel dettaglio tutte le operazioni di traffico; più comunemente, comunque, i trafficanti entrano in contatto con una fitta rete criminale caratterizzata dalla divisione del lavoro delle persone coinvolte. Nel passato, tale rete era tanto intricata che in alcuni paesi, quali ad es. il Messico, furono scoperti un centinaio di organizzazioni che agivano a tutti i livelli di potere. Il traffico di migranti – nello specifico il "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina" – rappresenta a tutti gli effetti una condotta criminale. Data la pericolosità e la natura criminale delle operazioni di traffico, le vittime corrono spesso il rischio di subire altri reati anche a causa delle pessime condizioni di viaggio o tentativi di stupro da parte dell'equipaggio della nave. Siccome il traffico può generare notevoli profitti per coloro che sono coinvolti, non sono rari i casi in cui si alimenta indirettamente la corruzione delle autorità locali nei paesi di destinazione del traffico o che si trovano lungo il percorso. Determinante   è   la   questione   economica:   va bene la solidarietà, ma da dove arriva la montagna di soldi che le Ong enti di diritto privato e senza particolari obblighi di trasparenza dei bilanci mettono in campo per finanziare le operazioni? Già le mafie libiche e non solo quelle si arricchiscono a danno nostro con le tariffe del trasporto, se lo facessero anche i «salvatori» privati sarebbe davvero troppo. Del resto già due anni fa Salvatore Buzzi, che non è un magistrato ma uno dei capi di «Mafia capitale», intercettato confidava che «con gli immigrati si guadagna di più che con la droga».

                                                                                                                         3 Philipp Budeikin, ideatore del gioco mortale, è stato arrestato in Russia. Non si dice affatto pentito. Anzi, è convinto di aver fatto un favore a chi non c’è più: «Ci sono le persone e gli scarti biologici. Io selezionavo gli scarti biologici, quelli più facilmente manipolabili, che avrebbero fatto solo danni a loro stessi e alla società

 

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I sospetti si avvicinano alle tesi di Oriana Fallaci. E cioè che questa invasione ha una regia tesa a destabilizzare economicamente, culturalmente e politicamente la vecchia Europa. Il copione è quello di lasciare volontariamente flebile il confine tra bisogni e solidarietà, tra affari e malaffari, perché è nel torbido che le cose possono procedere sostanzialmente indisturbate. Da intercettazioni dei servizi segreti tedeschi e olandesi, che per mesi hanno monitorato rotte e comunicazioni da e per la Libia attraverso le navi militari del Eunavformed- Sophia, emergerebbero prove dei contatti diretti tra scafisti e alcune Ong che stazionano con le loro navi davanti alla Libia. In un caso si sente: «Stiamo per mettere in mare i gommoni, intervenite» Se “Avvenire”, il giornale dei vescovi italiani ha adottato sin dall’inizio la strategia della difesa - aprioristica? - delle Ong, è direttamente la Santa Sede, attraverso il suo organo ufficiale, che poi è L’Osservatore Romano, a parlare del «sospetto, che purtroppo non sembra totalmente privo di fondamento, di una manipolazione a fini economici e politici anche delle operazioni di salvataggio». La Santa Sede chiede «verità», «chiarimenti». «Uno degli obiettivi delle indagini della procura di Catania», rileva ancora l’Osservatore Romano, «è quello di accertare la provenienza dei fondi con i quali le ong sostengono le ingenti spese per il mantenimento delle navi in mare». «Il fatto che alcune di queste unità battano bandiera di Paesi non propriamente in prima fila per la collaborazione con le autorità giudiziarie, rende più difficile questo compito». 1.089 morti nel 2017 nel Mediterraneo  (Ansa)  

Le   accuse   alla   Ong. La Guardia Costiera libica riporta a Tripoli una nave con 300 migranti. Dal 1 gennaio i migranti sbarcati in Italia sono stati 44mila. Alcuni membri dell’equipaggio di una nave di «Medici senza Frontiere» avrebbero soccorso migranti senza avvisare la guardia Costiera italiana. E avrebbero poi convinto gli stranieri a non rispondere alle domande della polizia, il cosiddetto «debriefing» che avviene dopo lo sbarco. Per questo sono adesso indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La conferma arriva dal procuratore di Trapani Ambrogio Cartosio che, pur senza mai citare il nome della Ong, in audizione di fronte alla commissione Difesa del Senato afferma: «Abbiamo indagini che coinvolgono non le Ong come tali, ma persone fisiche appartenenti alle Ong. Non risultano contatti telefonici diretti tra persone in Libia e le Ong» E il 10/5/17, per la prima volta, una nave di una Ong — la Sea Watch di Medici senza frontiere (MSF) 4— è stata intercettata dalla Guardia Costiera libica che ha riportato a Tripoli circa 300 migranti. «Ci risulta che le Ong hanno fatto qualche intervento di salvataggio in mare anche senza informare la nostra Guardia costiera», dice Cartosio. E poi aggiunge: «La loro presenza in un determinato fazzoletto di mare, costituisce un elemento indiziario forte per dire che sono al corrente che in quel tratto di mare arriveranno imbarcazioni. Ma esso solo non è un elemento incisivo per determinare il reato dell’immigrazione clandestina». Una rotta che non è difficile sbagliare: quella giusta porta da noi. Non in Grecia dove, secondo Frontex, il numero dei profughi sbarcati è diminuito del 90% dopo l’accordo tra Ue e Turchia, non la Spagna dove i potentissimi sistemi radar e respingimenti messi in atto già dal governo socialista di Zapatero fanno la differenza e hanno di fatto azzerato gli arrivi. In Italia invece no. Il picco è stato raggiunto in ottobre con 27.384 arrivi, un record anche rispetto a qualsiasi mese degli anni precedenti. Gli sbarchi sulle coste italiane registrati dal ministero dell’Interno hanno confermato che l’Italia è rimasta l’unica meta dei flussi migratori verso l’Europa. I flussi migratori vengono sfruttati come un grosso business finanziario con

                                                                                                                         4 Msf, dagli anni '80 inizia a cercare l'autofinanziamento, ed anche a strutturarsi attraverso sezioni nazionali. Però i 750 milioni di dollari del suo bilancio annuale ci indicano chiaramente il profilo di una di quelle multinazionali dell’emergenza che sicuramente ci devono essere, che sicuramente con questa potenza finanziaria acquisiscono indipendenza dal potere politico, che però restano in compenso dipendenti dalla bolla mediatica necessaria a ottenere donazioni. In più, c'è il Nobel per la Pace ricevuto nel 1999. Strameritato: ma si sa che su Oslo pende una sorta di maledizione che da qualche anno travolge un premiato dopo l'altro

 

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attività criminali come dimostra lo smantellamento della cosca Arena di Isola Capo Rizzuto. Nel decreto di sequestro dei beni figurano società agricole, ristoranti, edili, un residence, 4 ville, 81 autovetture, 27 ambulanze e 5 imbarcazioni, oltre a rapporti bancari e polizze assicurative, tutto per un valore di 70 milioni. 5 Lo  statalismo  senza  Dio  

Il principio radicale di Alexis Carrel 6, uno dei Premi Nobel della medicina, ricordava che troppa “complessità” porta fatalmente molto lontano dalla verità. Noi viviamo pure in un universo ormai detto del pensiero unico e liquido, che afferma tranquillamente che la verità non esiste: inutile cercarla, ripetono. E che il nefasto relativismo è la nuova legge universale alla quale bisogna riferirsi. La risposta culturale, politica ed economica è stata così data completamente dallo statalismo, in un primo tempo socialista (appena prima si era avuto quello di tipo nazionalfascista o nazista) e, attualmente, dallo statalismo post-moderno i cui requisiti di tipo trans-umanista 7 , sono brutalmente contro la natura dell’uomo. Il   post-­‐modernismo, altro non è che l’ateismo o l’agnosticismo che, rifiutando Dio, cerca di concepire l’uomo totalmente padrone di se stesso, auto-creatore ed esclusivo conducente della sua esistenza. Ma siccome l’uomo ha un bisogno innato e ontologico di riconoscere in ogni caso la sua dipendenza (in quanto è nato non per sua volontà ed è destinato a morire un giorno) s’è creato come idolo il totem della tecno-scienza come dominatore della vita e dell’universo. Questa visione è però entrata sempre più profondamente in crisi. Così si è passati all’era del postmodernismo in quanto la modernità aveva ormai troppe certezze materialiste, verificate false con evidenza. La  decostruzione  della  cultura  occidentale  

La “principale minaccia” all’occidente non viene dalla Russia, dalla Cina e nemmeno dai jihadisti, ma dalla “autoindotta decostruzione della cultura occidentale”. “Dire che il mondo sta diventando meno stabile e più pericoloso è dichiarare l’ovvio. Ma tra le cause di questo cambiamento sistemico c’è un motivo raramente evocato: la frattura collettiva dell’occidente”. Questa ha indebolito la Nato, ha porto il fianco all’aggressività russa e all’islam radicale. Il problema è “la  crescente  incapacità  dell’occidente  di  definire  la  civiltà”.    Al centro della disfunzione occidentale c’è la decostruzione della cultura e, con essa, il collante che per due secoli ha mantenuto Europa e Stati Uniti al centro del sistema internazionale”. Sfidato dal fascismo, dal nazismo e dal comunismo, l’occidente è emerso vittorioso “proprio perché, quando ha affrontato un pericolo esistenziale, pensava che valesse la pena combattere e se necessario morire per conservare la propria cultura”. Oggi questa convinzione è sotto attacco su più fronti. “A seguito di decenni di politica di decostruzione nell’accademia, nei media e nella cultura popolare, questa fede nell’unicità dell’occidente è diventata un’ombra pallida di ciò che era mezzo secolo fa”. Michta parla di “svuotamento ideologico dell’occidente”, di cui è espressione la “politica multiculturale” causa della “crescente balcanizzazione” dell’Europa sull’immigrazione. “In nome del postmodernismo, l’assalto ideologico a questo fondamento del sistema internazionale occidentale è stato inesorabile”. Qui entra in gioco il jihad. “La più grande

                                                                                                                         5 Blitz di polizia, carabinieri e guardia di finanza che hanno smantellato la cosca Arena di Isola Capo Rizzuto con il fermo di 68 persone disposto dalla Dda di Catanzaro. Gioco d'azzardo e accoglienza migranti tra le "attività" della cosca Tra le persone finite in manette anche il capo della Misericordia di Isola Capo Rizzuto, Leonardo Sacco, ed il parroco dello stesso paese, don Edoardo Scordio. Si parla di manovre per soldi liquidi girati "a Leonardo Sacco, figlio biologico del prete e al prete". Proprio il prete che negli anni Ottanta era impegnato contro la 'ndrangheta e che nel 2004 elaborò il decalogo della libertà dalla 'ndrangheta. Poi però ci sono i 132mila euro ricevuti nel 2007 come rimborso spese per "assistenza spirituale". Le frequentazioni con i mammasantissima, il funerale celebrato per Carmine Arena, ucciso nel 2004 a colpi di kalashnikov da un commando di un clan rivale. E alla fine, l'arresto. (15 maggio 2017) 6 Alexis Carrel (Sainte-Foy-lès-Lyon, 1873 – Parigi, 1944) è stato un chirurgo e biologo francese che ha contribuito in modo fondamentale ai progressi nelle tecniche di sutura dei vasi sanguigni ed alle ricerche sui trapianti di tessuti e organi, essenziali per le audaci operazioni chirurgiche del nostro tempo. 7 Il trans-umanesimo è un movimento culturale che sostiene l'uso delle scoperte scientifiche e tecnologiche per aumentare le capacità fisiche e cognitive e migliorare quegli aspetti della condizione umana che sono considerati indesiderabili, come la malattia e l'invecchiamento.  

 

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minaccia per la sicurezza e la sopravvivenza dell’occidente non deriva dall’esterno ma dall’interno”.8 La  guerra  che  perdiamo  

“Dall’11 settembre, almeno 1,7 trilioni di dollari sono stati spesi in combattimento e in costi di ricostruzione in Iraq, Siria, Afghanistan, e Pakistan. Il costo del bilancio complessivo delle guerre e della sicurezza dal 2001 al 2016 è di più di 3,6 trilioni di dollari. Tuttavia, nonostante i sacrifici di oltre cinquemila soldati che hanno perso la vita dall’11 settembre e le decine di migliaia che sono stati feriti, oggi l’islam politico è in aumento in tutto il mondo”. In questi anni, se l’occidente ha investito in guerre, droni e sicurezza, il mondo islamico ha irrorato la “dawa”: la   predicazione   dell’islam   violento. “Dal 1973 al 2002, i sauditi hanno speso 87 miliardi di dollari per la ‘dawa’ all’estero”. “Le organizzazioni caritatevoli, dagli anni Settanta a oggi, hanno speso 110 miliardi, 40 dei quali per islamizzare l’Africa subsahariana”. “Con gruppi islamici ben organizzati, come la Fratellanza, che parlano a nome di tutti i musulmani, emarginando riformatori musulmani e dissidenti; favorendo l’immigrazione invocando la hijra, l’emigrazione del Profeta dalla Mecca a Medina; riducendo le donne al rango di macchine riproduttive al fine della trasformazione demografica; sfruttando l’attenzione sulla ‘inclusione’ da parte dei progressisti, costringendoli ad accettare le richieste islamiche in nome della coesistenza; aumentando la presenza islamista nel sistema educativo”. È chiaramente fatalista suggerire, come ha fatto l’Amministrazione Obama, che gli americani devono imparare a convivere con la minaccia terroristica e che, sulla base di statistiche, gli americani sono più in pericolo per le loro vasche da bagno che per i terroristi islamici. La minaccia terroristica non può essere misurata solo dal numero di attacchi di successo. Le vasche da bagno non complottano per rovesciare il modo di vita americano. Gli islamisti sì”. Hirsi Ali critica “l’illusione che una linea possa in qualche modo essere tracciata fra l’islam, ‘una religione di pace’, rispettata da una maggioranza moderata, e ‘l’estremismo violento’, in cui è impegnata una piccola minoranza”.9 L'ansia  di  papa  Francesco  per  la  riconciliazione  con  il  mondo  islamico  Padre Samir Khalil Samir 10, ha incontrato papa Francesco per parlare dell’argomento? Sì, lunedì 4 giugno 2016. Per mezz’ora. Il Papa era seduto a Santa Marta nel suo piccolo appartamento. Mi ha detto subito che voleva assolutamente ‘ricucire’ lo strappo con Al-Azhar, che aveva sospeso ogni contatto con il Vaticano negli ultimi anni di Benedetto XVI, autore della famosa Lectio magistralis “Fede, ragione e università – Ricordi e riflessioni”, tenuta il 12 settembre 2006 a Ratisbona. La ‘Lectio’ suscitò, da gente che non ne aveva neppure letto il testo, una montagna di proteste e decine di atti di violenza. Perciò, dopo l’attentato alla bomba in una chiesa copta di Alessandria (notte del primo gennaio 2011, 21 morti e 79 feriti), papa Benedetto XVI ha chiesto al governo egiziano di “prendere misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose”. Subito dopo, l’imam di Al-Azhar aveva deciso di rompere le relazioni con il Vaticano. Si può evincere da ciò che papa Francesco è disposto a tutto pur di ricucire lo ‘strappo’? Sì, il suo scopo è quello di fare di tutto per riconciliarsi pubblicamente con il mondo musulmano.11

                                                                                                                         8 Andrew Michta, preside del George Marshall European Center for Security Studies di Berlino, intellettuale europeista e atlantista. La decostruzione dell’occidente, American Interest. 2017 9 Ayaan Hirsi Ali La sfida di Dawa (22 marzo 2017) Ayaan Hirsi Ali, Somalia: Ayaan Xirsi Cali, nata Ayaan Hirsi Magan il 13 novembre 1969 a Mogadiscio, (Somalia) è una scrittrice olandese 10 padre Samir Khalil Samir, nato il 19 gennaio del 1938 al Cairo, gesuita dal 1955, è da 43 anni docente al Pontificio Istituto Orientale e da 31 anche presso l’Université Saint- Joseph di Beirut, dove ha fondato e dirige il Centre de Documentation et de Recherches Arabes Chrétiennes 11 E infatti, il Papa nel corso della sua visita al Cairo, durante il suo intervento nell’Università di al-Azhar, ha voluto dire Salam aleykum (La pace sia con voi); augurare la pace in arabo agli arabi, augurare la pace con la formula sacra per i musulmani ai musulmani. Davanti al generale al-Sisi, l’uomo che incarna un regime certamente debole nel rispetto dei diritti umani, ha detto: “L’Egitto, a motivo della sua storia e della sua particolare posizione geografica, occupa un ruolo insostituibile nel Medio Oriente e nel contesto dei paesi che cercano soluzioni a problemi acuti e complessi che necessitano di essere affrontati ora, per evitare una deriva di violenza ancora più grave. Mi riferisco a quella violenza cieca e disumana causata da diversi fattori: dal desiderio ottuso di potere, dal commercio di armi, dai gravi problemi sociali e dall’estremismo religioso che utilizza il santo nome di Dio per compiere inauditi massacri e ingiustizie.

 

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La  profezia  nascosta  nel  terzo  segreto  di  Fatima  

Un libro uscito in Portogallo proprio a cura delle suore carmelitane del monastero di Coimbra dov’è vissuta e morta, nel 2005, suor Lucia dos Santos, l’ultima veggente. Una pubblicazione ufficiale intitolata «Un caminho sob o olhar de Maria», una biografia della religiosa che attingeva ai suoi scritti inediti fino ad allora segretati. una data che segna una svolta nel pensiero di Benedetto XVI su Fatima: il 13 maggio 2010. Lì, durante il viaggio e durante la permanenza, pronunciò parole sorprendenti che di fatto contraddicevano quanto si era andato dicendo fino ad allora in Vaticano. Benedetto dichiarò: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa - insieme alle sofferenze del Papa, che possiamo in prima istanza riferire a Giovanni Paolo II - nel Messaggio di Fatima c’è molto di più, perché sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano... e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano... una passione della Chiesa». Fra le «novità» del Messaggio «Vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi... ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa». «La più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa». Benedetto XVI concludeva che dobbiamo tornare all’essenziale: «la conversione, la preghiera, la penitenza e le tre virtù teologali» «la fede in ampie regioni della terra, rischia di spegnersi come una fiamma che non viene più alimentata». E questo ha pure un riverbero terribile sul mondo perché «l’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo».12 Ecco dunque il testo inedito pubblicato dalle suore. In quella pagina di diario Lucia riferisce come superò la difficoltà che aveva nello scrivere il «terzo segreto» richiesto dall’autorità ecclesiastica. Era il 3 gennaio 1944. Alle 16 la suora va nella cappella a pregare e chiede a Gesù di manifestarle la sua volontà: «sento allora che una mano amica, affettuosa e materna mi tocca la spalla». È «la Madre del Cielo» che le dice: «stai in pace e scrivi quello che ti comandano, non però quello che ti è stato dato di comprendere del suo significato». Parole che già confermano l’ipotesi che il Terzo Segreto sia composto da due testi: quello che riporta la visione (reso noto nel 2000) e quello in cui suor Lucia (successivamente) trascrive l’interpretazione della visione stessa fatta dalla Madonna. Quel testo parla «dell’apostasia nella Chiesa e di un grave pericolo che incombe sull’umanità»

Al  rischio  di  apostasia  si  contrappone  la  parresia  13  

Un popolo di Dio preparato, libero, per nulla intimorito e soprattutto innamorato della Chiesa, ha alzato la mano per dire14 15 16 17 18 19, che con il capitolo VIII di Amoris Laetitia è successo qualcosa che non solo non si comprende, ma che rischia di mettere in pericolo l'essenza stessa di ben tre sacramenti. Eccone una sintesi complessiva. Indissolubilità  • “Se il matrimonio è indissolubile, ma pure in alcuni casi si può dare la comunione ai divorziati risposati, sembra evidente che questa indissolubilità non è più considerata assoluta, ma solo una regola generale che può soffrire eccezioni. Ora questo, come ha

                                                                                                                         12 La vera fede in Dio è inseparabile dalla santità personale, come anche dalla ricerca della giustizia….La nostra ricerca di unità nella verità e nell’amore, infine, non deve mai perdere di vista la percezione che l’unità dei cristiani è opera e dono dello Spirito Santo e va ben oltre i nostri sforzi. Pertanto, l’ecumenismo spirituale, specialmente la preghiera, è il cuore dell’impegno ecumenico (Decr. Unitatis redintegratio, 8). Benedetto XVI – 25 gennaio 2013 13 Il diritto-dovere di dire la verità; È frequente nel testo greco del Nuovo Testamento dove indica il "coraggio e la sincerità della testimonianza". 14 la prof. ANNA SILVAS, Senior Research Fellow of the Australian Academy of the Humanities - Univerity of New England (Australia) 15 il prof. JEAN PAUL MESSINA, Docente di Storia del Cristianesimo e Scienze Religiose - Facoltà Teologica dell’Università Cattolica dell’Africa Centrale, Yaoundé (Camerun) 16 JURGEN LIMINSKI, Giornalista, saggista, Direttore dell’Institute for Demography, Welfare and Family (Germania) 17 il prof. THIBAUD COLLIN, Docente di Filosofia morale e politica - Collège Stanislas, Parigi (Francia) 18 il prof. CLAUDIO PIERANTONI, Docente di Filosofia medievale - Universidad de Chile (Cile) 19 prof. DOUGLAS FARROW, Docente di Filosofia Cristiana - McGill University, Montreal (Canada)

 

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ben spiegato il Card. Caffarra, contraddice la natura del sacramento del matrimonio, che non è una semplice promessa, sia pure solenne, fatta davanti a Dio, ma un’azione della grazia che agisce al livello propriamente ontologico. L’azione che fa di due una sola carne, ha infatti carattere definitivo   e   non   può   essere   cancellata.   In   più   quest’azione   della   grazia,   fondata  sull’ordine stesso della creazione e finalizzata al bene delle persone, come sacramento assume la funzione di “significare l’unione indissolubile fra Cristo sposo e la sua Chiesa”. Fedeltà  

“Il matrimonio durevole garantisce clima di fiducia nei legami affettivi. La fiducia è cemento della società”. • “La stabilità emotiva nel bambino crea sinapsi nel cervello, gli psicologi dello sviluppo affermano che l’attaccamento precede la comprensione e la competenza sociale. Gli esperti la definiscono "Intelligenza emotiva". L’attaccamento precede l’educazione. Un attaccamento riuscito conduce a una piena dignità umana. Il matrimonio indissolubile offre il miglior contesto per questo”. Famiglia  e  Matrimonio  

"Il matrimonio tra uomo e donna garantisce il futuro delle comunità. La famiglia produce una solidarietà che ha una efficacia che non si trova in nessun altra parte della società. Il matrimonio è vantaggioso per lo Stato, le relazioni stabili riducono la povertà e la malattia.” I sociologi parlano a proposito del matrimonio di capitale culturale, che rafforza i sistemi sociali e l’economia. A Wall Street e nella Silicon Valley il tasso di divorzio è superiore al cento per cento: le persone divorziano più volte perché il lavoro monopolizza tutto Chiesa  •  “Il  culto  della  modernità  diventa  come  una  idolatria  per  ottenere  approvazioni”  

• “La Chiesa è in crisi perché deve di nuovo affrontare dentro se stessa la questione della sua fedeltà a Dio padre e nostro Signore Gesù Cristo”. Giustizia  e  Misericordia  

• “È in atto un neo marcionismo20 evidente che oppone la giustizia alla misericordia. Vi è quasi sempre un problema dottrinale attaccato a un problema morale persistente: è tipico dell’uomo caduto”. • “Come dice Sant’Ireneo è l’opposizione tra queste due grandi perfezioni di Dio, ovvero la sua giustizia e la sua misericordia. Una misericordia che possa sostituire il potere giudiziale di rimprovero del Padre pensando di aver trovato un Dio senza rabbia, un Dio che giudica e un altro che salva così dividendo   Dio   inconsapevolmente   negano   l’intelligenza   della   divinità  ponendo   fine   alla  divinità perché se il giudizio non è in grado di premiare chi lo merita non sarà un giudice saggio. I nostri neo marcioniti sono più sottili: non parlano di due dei ma di un Dio come se fosse carente del giudizio o come se fosse conoscibile solo dalla sua misericordia”. Coscienza  

• “La coscienza non può assumere giurisdizione sulla legge naturale. Questa è la preoccupazione principale dei Dubia”. • “Il n°303 di Amoris Laetitia pone il problema di come si intende la coscienza rispetto a Veritatis splendor n°56”. • “La nozione di coscienza non può scomparire in un buco nero di soggettività”. Tradizione  

• “Gesù senza registratore? Pensare che il Verbo, la sapienza divina non sia in grado di scegliere il mezzo più adatto al corpo della sua chiesa è una contraddizione. È un rischio

                                                                                                                         20 Marcione, un eretico del secondo secolo, rifiutava l’Antico Testamento e ambiva ad una cristianità basata solo sul Nuovo Testamento, libera da ogni associazione con il giudaismo. Egli dissociava completamente Gesù Cristo dal Dio dell’Antico Testamento, ed effettivamente tolse dal Nuovo Testamento tutti i passaggi che si riferivano a quello Antico.

 

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ariano 21 di chi pensa che Gesù non sia in grado di parlare ad ogni tempo. Contraddice il suo essere il Verbo incarnato”. • “Il generale dei gesuiti Sosa non è sfiorato dalla riflessione che, se l’eterna Sapienza avesse pensato che un registratore fosse il mezzo più idoneo per farci conoscere le Sue parole, lo avrebbe senz’altro scelto. E, con la saccenteria dell’homo technologicus, viene a dirci che una macchina, un essere inanimato, sarebbe un mezzo più efficace della viva tradizione di esseri umani, che passa attraverso il cuore e la fede degli Apostoli e dei loro successori, che a questo preciso fine furono da Lui stesso prescelti”. Dubia  e  Amoris  Laetitia  (AL)  

• “I Dubia sono pertinenti, viste la interpretazioni contraddittorie che possono avvenire sul capitolo VIII”. • “Come possiamo far vedere il giusto amore verso il santo padre? La situazione si è evoluta in modo tale che i Dubia sono necessari e devono necessariamente avere una risposta. La preoccupazione non è tanto nel "processo" ma nella sostanza”. • “I dubia sono un mezzo con cui si chiede all’autorità competente di chiarire. La caratteristica inedita dei Dubia è che si domanda qualche cosa che è già chiarito dal Magistero. È un gesto questo dei cardinali coraggioso perché senza dirlo direttamente dicono che si sta dicendo il contrario di un Magistero infallibile”. • “La discussione su AL per molti è solo dovuto a cattiva interpretazione del testo. Ma il testo ha aperture evidenti”. • “La nota 329 di AL che richiama Gaudium et spes, riferita agli sposi, è applicata a coloro che sposi non sono. Perché?”. • “Perché nella Relatio finale del Sinodo 2014 sono state inserite proposte che non avevano maggioranza?”. • “Il capitolo VIII di AL cambia in modo omogeneo rispetto al magistero precedente?”. • “La legge di Dio non può diventare un elemento tra gli altri, da ponderare in base alle situazioni”. • “Nella diatriba su Amoris Laetitia è implicato il significato di ben tre Sacramenti: matrimonio,   penitenza   e   soprattutto   l’Eucarestia. Abbiamo conferenze episcopali, singoli vescovi, sacerdoti che sui temi più delicati danno interpretazioni e indicazioni anche opposte. Siamo all’assurdo che, tanto per fare un esempio, le indicazioni ai fedeli sull’accesso ai Sacramenti cambiano non solo da paese a paese, ma anche da diocesi a diocesi e da parrocchia a parrocchia”. • “Il Papa si trova in un vicolo cieco, incastrato tra il rischio dell'eresia formale e quello di doversi espressamente smentire”.

La  sfida  di  satana  

La storia umana è lo scontro fra due forze: la forza di attrazione che ha la sua sorgente nel Cuore trafitto del Crocefisso-Risorto; il potere di Satana che non vuole essere spodestato dal suo regno. Il campo sul quale avviene lo scontro è il cuore umano, è la libertà umana. E lo scontro ha due dimensioni: una dimensione interiore; una dimensione esteriore. Gesù,   la  Rivelazione  del  Padre, esercita una forte attrazione a Sé; Satana opera in contrario, per neutralizzare la forza attrattiva del Crocefisso-Risorto. Opera nel cuore dell’uomo la forza della verità che ci fa liberi; e la forza satanica della menzogna che ci fa schiavi. Ma  la  persona  umana  non  è  solamente   interiorità, non essendo puro spirito. La sua interiorità si esprime, prende corpo nella costruzione della società nella quale vive. L’interiorità umana si esprime, prende corpo nella cultura, la quale è una dimensione essenziale della vita umana come tale. La cultura è il modo specificatamente umano di vivere.

                                                                                                                         21 L'arianesimo è il nome con cui è conosciuta una dottrina cristologica elaborata dal presbitero, monaco e teologo cristiano Ario (256-336), condannata al primo concilio di Nicea (325). Sosteneva che la natura divina del Figlio fosse sostanzialmente inferiore a quella di Dio e che, pertanto, vi fu un tempo in cui il Verbo di Dio non era esistito e che dunque esso fosse stato soltanto creato in seguito.

 

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La   condizione   in   cui   si   trova   l’uomo, posto come è tra due forze contrapposte, non può non dare origine a due culture: la “cultura della verità”; la “cultura della menzogna”. C’è   un   libro   nella   S.   Scrittura, l’ultimo, l’Apocalisse, che descrive lo scontro finale tra i due regni. In questo libro l’attrazione di Cristo riveste il profilo di un trionfo sulle potenze nemiche, comandate da Satana. È un trionfo che arriva dopo un lungo combattimento. Le  primizie   della   vittoria   sono   i   martiri. “Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana, e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra…Ma essi [= i martiri] lo hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello e grazie alla testimonianza del loro martirio” (Ap 12, 9.11). Lo scontro tra le due culture è dimostrato da due fatti.

1. Il primo fatto è la   trasformazione  di  un  crimine,   l’aborto,   in  un  diritto con la più grande legittimazione che un ordinamento giuridico possa compiere di un comportamento: assumerlo nella categoria del diritto soggettivo, la quale è categoria etica. Significa chiamare bene il male, luce le tenebre. “Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna”. La nobilitazione dell’aborto, è in primo luogo la più profonda negazione della verità dell’uomo. Nel momento in cui si afferma il diritto dell’uomo di disporre della vita e della morte di un altro uomo, Dio   è   espulso  dalla  sua  creazione, perché viene negata la sua presenza originaria, viene dissacrato il luogo originario della sua dimora dentro la creazione: la persona umana. La ragione per cui l’uomo non deve spargere il sangue dell’uomo è che l’uomo è immagine di Dio. Mediante l’uomo, Dio dimora dentro la sua creazione; la creazione è tempio del Signore, perché vi abita l’uomo. Infrangere questa intangibilità della persona umana è un atto sacrilego contro la Santità di Dio. È il tentativo satanico di dare origine ad un’anti-creazione. Nobilitando un’uccisione umana, Satana ha posto il fondamento della sua “creazione”: togliere dalla creazione l’immagine di Dio; oscurare in essa la Sua presenza.

2. Il secondo fatto è costituito dalla nobilitazione   dell’omosessualità. Essa infatti nega interamente la verità del matrimonio, il pensiero di Dio Creatore sul matrimonio. La Divina Rivelazione ci ha detto come Dio pensa il matrimonio: l’unione legittima dell’uomo e della donna, fonte della vita. Il matrimonio ha nella mente di Dio una struttura permanente. Esso si basa sulla dualità del modo umano di essere: la femminilità; la mascolinità. Non due poli opposti, ma l’uno con e per l’altro. E solo così, l’uomo esce dalla sua solitudine originaria.

Una  delle   leggi   fondamentali  con  cui  Dio  governa  l’universo, è che Egli non agisce da solo. È la legge della cooperazione umana al governo divino. L’unione fra uomo e donna che diventano una sola carne, è la cooperazione umana all’atto creativo di Dio: ogni persona umana è creata da Dio e generata dai suoi genitori. Dio celebra la liturgia del suo atto creativo nel tempio santo dell’amore coniugale. Dentro   lo   scontro   fra   la   creazione   e   l’anti-­‐creazione siamo chiamati a testimoniare. È la testimonianza il nostro modo di essere nel mondo. Il Nuovo Testamento ha una ricchissima dottrina al riguardo. Testimoniare significa dire, parlare, annunciare apertamente e pubblicamente. Chi non testimonia in questo modo, è simile al soldato che nel momento decisivo della battaglia scappa. Non siamo più testimoni, ma disertori, se non parliamo apertamente e pubblicamente. La Marcia per la Vita, quindi, è una grande testimonianza. Testimoniare significa dire, annunciare apertamente e pubblicamente la divina Rivelazione, la quale implica quelle evidenze originarie che anche la sola ragione rettamente usata scopre. E dire in particolare il Vangelo della Vita e del Matrimonio. 22 Agostino scrive: “Ama l’errante, ma perseguita l’errore”.

                                                                                                                         

   22 intervento del cardinale Carlo Caffarra al Rome Life Forum del 19 maggio 2017

 

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Nell’ambito   della   testimonianza   al   Vangelo, l’irenismo 23, il concordismo 24 vanno esclusi. Su questo Gesù è stato esplicito. Sarebbe un pessimo medico chi avesse un’attitudine irenica verso la malattia.

La  liturgia  è  l’espressione  vera  della  dottrina  della  Chiesa  

L’attuale prefetto della Congregazione per il Culto divino, è ancora per breve tempo, il card. Robert Sarah che ha recentemente pubblicato un nuovo libro “La forza del silenzio” (Cantagalli).  È un libro scaturito da un’amicizia «nata nel silenzio, cresciuta nel silenzio e che continua a esistere nel silenzio». Il titolo ne è una mirabile sintesi: La force du silence, la forza del silenzio. Esce oggi in Francia per le edizioni parigine Fayard. È il frutto della rinnovata collaborazione tra il cardinale guineiano Robert Sarah, prefetto della Congregazione vaticana per il Culto Divino, e il giornalista francese Nicolas Diat.25. L’incontro che ha dato sostanza a questo testo di grande forza spirituale è quello tra il cardinale e un giovane monaco certosino francese, frère Vincent-Marie. Si sono incontrati nel 2014 all’abbazia di Lagrasse, monastero situato tra Carcassonne e Narbonne, mentre il giovane Vincent era minato dalla sclerosi a placche, incapace ormai di pronunciare parola e per cui «il più piccolo respiro era un enorme sforzo». Il 10 aprile 2016 frère Vincent ha reso l’anima a Dio e il cardinale Sarah, colpito indelebilmente dagli incontri con il giovane monaco, ha partecipato alle sue esequie pronunciando l’omelia. «Osservandoti in silenzio», disse Sarah in quella omelia, «ho sempre considerato che il tuo volto splendeva. Il tuo corpo portava la sofferenza e il dolore. Ma sul tuo viso si poteva vedere una grande gioia, un’immensa pace e un abbandono totale a Dio. (…) E il silenzio ha insegnato a entrambi che l’unità della sofferenza e della beatitudine, è il segreto di Dio che dobbiamo accogliere nella fede e con una grande serenità». Ecco perché Nicolas Diat può scrivere nella prefazione che «La force du silence non avrebbe mai potuto esistere senza frère Vincent».    Il silenzio appare come il fuoco sul metallo, come il torchio che estrae il succo buono. Forgia l’uomo e ne estrae la sostanza. Ne tira fuori umiltà e mitezza, virtù essenziali per vincere la dittatura del rumore, come recita il sottotitolo del libro. Il silenzio, scrive il cardinale Sarah, «è condizione dell’amore e conduce all’amore», verso «un’esistenza più radicale di contemplazione e di santità». Il  silenzio  è  il  linguaggio  di  Dio. «Il silenzio non è un assenza, ma la manifestazione di una presenza, la più intensa di tutte le presenze. Il discredito portato sul silenzio dalla società moderna, è sintomo di una malattia grave e inquietante». Il rumore per l’uomo post-moderno «è come una droga di cui è divenuto dipendente. Con la sua apparenza di festa, il rumore è un tourbillon che impedisce di guardarsi in faccia. L’agitazione diviene un tranquillante, un sedativo, una morfina, un sogno senza consistenza. Ma questo rumore è un farmaco pericoloso e illusorio, una menzogna diabolica». Per questo, dice, «l’umanità deve intraprendere una forma di resistenza» Solo attraverso questi spazi di silenzio si potrà ancora riconoscere la voce di Dio. Come «un muro esteriore che dobbiamo erigere per proteggere un edificio interiore». Un muro che non riguarda solo i suoni, ma anche la custodia dello sguardo e quella del cuore contro le passioni più basse e ingannevoli. Il prefetto del Culto Divino, dedica il libro a Benedetto XVI, e riflette sul tema del sacro e della liturgia. «Il silenzio sacro permette all’uomo di mettersi gioiosamente a disposizione di Dio» ed è «la sola reazione veramente umana e cristiana di fronte all’irruzione di Dio nella nostra vita». Occorre far vivere il profondo legame tra silenzio sacro e mistero, perché «senza il mistero noi siamo ridotti alla banalità di cose terrestri. Mi chiedo se la tristezza delle società urbane

                                                                                                                         23 Irenismo, è un orientamento teologico che cerca di conciliare le differenti confessioni cristiane in un'unica visione d'insieme delle concezioni simili, tralasciando le questioni divergenti anche se sostanziali. 24 Il concordismo è la tendenza ad interpretare il testo biblico sulla creazione del mondo in modo tale da mostrare la sua concordia fondamentale con i risultati delle moderne indagini scientifiche; in senso più ampio è il tentativo di convalidare il credo religioso mediante affermazioni scientifiche oppure di trovare pieno accordo fra l’uno e le altre. 25 Insieme avevano già dato alle stampe quello che si è rivelato come un vero e proprio best seller, Dio o niente (Ed. Cantagalli, 2015).

 

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occidentali, piene di tante depressioni, di suicidi e tristezza morali, non deriva dalla perdita del senso del mistero». Il silenzio «è un velo che protegge il mistero». Con forza il prefetto richiama alla necessità di custodire il silenzio nella celebrazioni liturgiche. «Nelle liturgie della Chiesa, il silenzio non può essere una pausa tra due riti; (…) il silenzio è la stoffa nella quale dovrebbero essere tessute tutte le nostre liturgie. Nulla in esse può rompere l’atmosfera silenziosa che è il suo clima naturale. Ora, le celebrazioni divengono faticose perché si svolgono in un chiacchiericcio rumoroso. La liturgia è malata. Il sintomo più sorprendente di questa malattia può essere visto nell’onnipresenza del microfono». «Non può esserci vero silenzio nella liturgia se noi non siamo, nel nostro cuore, rivolti verso il Signore. (…) Perché ognuno comprenda che la liturgia ci rivolge interiormente verso il Signore, sarebbe utile che nelle celebrazioni, tutti insieme, prete e fedeli, fossero corporalmente rivolti verso oriente, simbolizzato dall’abside. Questo modo di fare è assolutamente legittimo. È conforme alla lettera e allo spirito del Concilio».«Il senso del mistero è sparito a causa di cambiamenti, adattamenti permanenti, decisi in modo autonomo e individuale per sedurre la nostra profana mentalità moderna, segnata dal peccato, il secolarismo, il relativismo e il rifiuto di Dio». «Io», sottolinea il cardinale africano, «desidero profondamente e umilmente servire Dio, la Chiesa e il Santo Padre, con devozione, sincerità e un attaccamento filiale. Ma ecco la mia speranza: se Dio lo vuole, quando e come Egli lo vorrà, in liturgia la riforma della riforma si farà». «Il nostro avvenire è nelle mani di Dio e non nell’agitazione rumorosa delle negoziazioni umane, anche se queste possono sembrare utili. Ancora oggi, le nostre strategie pastorali senza esigenze, senza appelli alla conversione, senza un ritorno radicale a Dio, sono cammini che portano al nulla. Questi sono giochi politici che non possono condurci verso il Dio crocifisso, nostro vero Liberatore».26 Inaspettato intervento di Benedetto XVI Benedetto XVI ha scritto una post-fazione e «scende direttamente in campo a difesa del cardinale Robert Sarah».27 Benedetto XVI esalta la statura spirituale del card. Sarah, che per certi versi ricorda Karol Wojtyla (infatti anche lui, nel suo Paese, si oppose coraggiosamente alla dittatura rischiando di persona). 28 Oltretutto Sarah - che è nato povero e viene da un villaggio africano, quindi dal vero Terzo Mondo - non ha nessuna cedevolezza di fronte alla demagogia di sinistra sull’emigrazione: «La Chiesa - ha scritto Sarah - si è gravemente sbagliata per quanto riguarda la natura della sua vera crisi, se pensa che la

                                                                                                                         26 Dopo il successo di “Dio o niente” (che si trova in traduzione italiana), il nuovo libro del cardinale Sarah, pubblicato all’inizio di ottobre, sempre con la collaborazione di Nicolas Dat, è un magnifico libro, di notevole profondità spirituale, capace di farci entrare nel cuore del mistero di Dio:« E il silenzio è necessario in ogni incontro con il Signore, sia nella vita interiore, così come nella liturgia. È l’incontro di un uomo abitato da Dio. «Il primo linguaggio di Dio è il silenzio». Commentando questa bella e ricca intuizione di San Giovanni della Croce, Thomas Keating, nella sua opera “Invitation to love”, scrisse: «Tutto il resto è una povera traduzione. Per capire questo linguaggio, dobbiamo imparare ad essere silenziosi e a riposarci in Dio». È ormai tempo di ritrovare il vero ordine delle priorità. È il tempo in cui rimettere Dio al centro delle nostre preoccupazioni, al centro della nostra vita e del nostro agire, al solo posto che Gli spetta. In questo modo, il nostro cammino di cristiani potrà gravitare attorno a questa Roccia, lasciandosi strutturare nella luce della fede e ricevere nutrimento dalla preghiera, che è un momento di incontro intimo e silenzioso in cui l’uomo si trova faccia a faccia con Dio, per adorarlo ed esprimergli un amore figliale. Non ci lasciamo ingannare. La vera urgenza è qui: ritrovare il senso di Dio. Dunque, il Padre non si lascia avvicinare che nel silenzio. Oggi, più che di una riforma amministrativa, di un ulteriore programma pastorale o di un cambiamento strutturale, è questo l’aspetto di cui ha più bisogno la Chiesa! Il programma c’è già: è quello di sempre, tratto dal Vangelo e dalla Tradizione vivente. È centrato su Cristo, è Lui che dobbiamo conoscere, amare, imitare, per vivere in Lui e per Lui, trasformando così il nostro mondo che si degrada perché gli uomini vivono come se Dio non esistesse. Come prete, come pastore, come Prefetto, come Cardinale, la mia priorità è dire che solo Dio può cambiare il cuore dell’uomo.» 27 Roma. Non era previsto che il Papa emerito Benedetto XVI scrivesse la prefazione a La forza del silenzio. Contro la dittatura del rumore, il nuovo libro del cardinale Robert Sarah, prefetto della congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti. Tant’è che nell’edizione francese edita da Fayard lo scorso autunno il testo di Joseph Ratzinger non è presente, così come non lo è nella prima americana della Ignatius Press. La “prima” ufficiale sarà per l’Italia, dove il volume uscirà per Cantagalli il 29 giugno prossimo, festa dei santi Pietro e Paolo. 28 Quanto dirompente sia questo intervento lo si capisce dalla reazione sdegnata del teologo Andrea Grillo, (il teologo della misericordia pelosa) che parla di «un vero e proprio incidente. Come se Ratzinger avesse, improvvisamente, rinunciato alla rinuncia e volesse influenzare le decisioni del suo successore». Dopo un attacco pesantissimo a Sarah, il teologo si lancia direttamente contro Benedetto XVI, che definisce polemicamente «vescovo emerito» e non «papa emerito». Grillo tuona così: «La mossa (di Benedetto XVI) appare tanto più grave se, nel frattempo, si sta preparando un inevitabile e salutare avvicendamento all’incarico di Prefetto. Una sorta di “difesa in extremis” di un Prefetto ormai esautorato. Una cosa è certa... la interferenza che un intervento di questo tipo esercita sul libero esercizio della autorità del successore costituisce una interferenza grave e una alterazione degli equilibri ecclesiali. La scelta di discrezione e di umiltà, del tutto necessaria a chi esercita una “rinuncia all’esercizio del ministero” sembra in tal modo profondamente incrinata».

 

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sua missione essenziale sia di offrire soluzioni a tutti i problemi politici in materia di giustizia, di pace, di povertà, di accoglienza dei migranti, ecc trascurando l’evangelizzazione». Al recente Sinodo sulla famiglia, Sarah si è espresso duramente contro la “rivoluzione” di Kasper: «Affermo dunque con solennità che la Chiesa d’Africa si opporrà fermamente a ogni ribellione contro l’insegnamento di Gesù e del Magistero». I cardinali che al Sinodo sostennero l’insegnamento di sempre della Chiesa, sulla via di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, rappresentano oggi per i cattolici la vera voce della Chiesa». impediti . 29 Ѐ sufficiente guardare, in molte realtà grandi e piccole, lo stato della liturgia, gli abusi e le frequenti “autocelebrazioni di preti che entrano in chiesa trionfalmente”. Silenzio e sacro: i due aspetti sono connessi, se cade uno cade anche l’altro. Oggi, invece, si moltiplicano le “immense celebrazioni eucaristiche composte da migliaia e migliaia di partecipanti” che altro non fanno se non favorire il pericolo di “trasformare l’eucaristia, il grande mistero della fede, in una banale kermesse”. “I preti che distribuiscono le sacre specie non conoscono nessuno e danno il corpo di Gesù a tutti, senza discernimento tra i cristiani e i non cristiani, partecipano alla profanazione del santo sacrificio eucaristico”. Il risultato di queste “gigantesche e ridicole autocelebrazioni” è che “davvero pochi comprendono che ‘voi annunciate la morte del Signore affinché egli venga’”.30 Di nuovo, serve silenzio. Il Padre si lascia avvicinare solo nel silenzio. Ciò di cui la chiesa ha più bisogno oggi non è una riforma amministrativa, un altro programma pastorale, un cambiamento strutturale. Il programma c’è già: è quello che abbiamo sempre avuto, tratto dal Vangelo e dalla viva Tradizione. Ѐ centrato su Cristo stesso, che dobbiamo conoscere, amare e imitare, per vivere in Lui e per Lui, per trasformare il nostro mondo che è degradato, perché gli esseri umani vivono come se Dio non esistesse”.      

 

 

 

 

 

                                                                                                                         29 Benedetto XVI: Un passaggio della Lettera agli Efesini di sant’Ignazio di Antiochia mi ha particolarmente colpito sin da quando, negli anni 1950, ne lessi per la prima volta le epistole: «È meglio tacere ed essere [cristiani], che dire e non essere. Insegnare è una cosa eccezionale, se colui che parla pratica ciò che insegna. Ora, vi è un solo Maestro che ha parlato e ciò che Egli ha detto è avvenuto. E persino ciò che Egli ha fatto silenziosamente è degno del Padre. Colui che ha davvero fatto proprie le parole di Gesù è anche capace di ascoltare il Suo silenzio onde essere perfetto: onde agire attraverso il suo dire ed essere cosciuto dal suo silenzio». Cosa significa ascoltare il silenzio di Gesù e conoscerlo attraverso il suo silenzio? Dai Vangeli sappiamo che spesso Gesù trascorreva la notte da solo a pregare «sul monte», in dialogo con il Padre. Sappiamo che il suo dire, la sua parola viene dal silenzio e che può essere maturata solo lì. Dunque è logico che la sua parola possa essere intesa correttamente solo se si entra anche noi nel suo silenzio, se impariamo ad ascoltarla dal suo silenzio. Per interpretare le parole di Gesù è certamente necessaria una cultura storica che c’insegni a capire il tempo e il linguaggio del tempo. Ma da sola la cultura storica non è sufficiente, se vogliamo sul serio comprendere il messaggio del Signore in profondità. Chi legga i commenti sempre più ampi che vengono fatti oggi al Vangelo resta alla fine deluso. Impara molte cose utili su quell’epoca così come tante ipotesi che ultimamente non contribuiscono affatto alla comprensione del testo. Alla fine si percepisce che in tutto quell’eccesso di parole manca qualcosa di essenziale: l’ingresso nel silenzio di Gesù, da cui è nata la parola. Se non siamo capaci di entrare nel suo silenzio, percepiremo sempre la parola solo alla superficie e quindi non la comprenderemo mai davvero. Leggendo il nuovo libro del cardinal Robert Sarah, tutti questi pensieri sono tornati ad attraversare la mia anima. Sarah c’insegna il silenzio: c’insegna a stare in silenzio con Gesù, vera quiete interiore, e proprio in questo modo ci aiuta ad afferrare di nuovo la parola del Signore. 30 La Congregazione del Culto Divino è sempre più marginalizzata nella decisione di decentralizzare e dare più libertà agli episcopati nello sperimentare nuove traduzioni. Così si lavora a nuovi testi più adatti alla mentalità dell’uomo moderno e a una nuova preghiera eucaristica, per poter andare incontro ai fratelli separati, soprattutto nelle aree germanofone. Questo comporterebbe anche la messa in discussione della forma ordinaria, “sdoganata” dal motu proprio Summorum Pontificum. E la perdita di centralità dell’Eucarestia.

 

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