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USI CIVICI STEFANIA ARU Gli usi civici: bene comune e opportunità di sviluppo per i territori della Sardegna – il caso Ogliastra Gli usi civici sono definiti quali “diritti di godimento che tutti gli abitanti di un comune, uti cives, hanno sopra determinate terre”. I nostri territori hanno spesso manifestato l’esigenza di affrontare il tema in maniera coordinata (Regione – Comuni) al fine di attivare percorsi di sviluppo all’interno dei quali gli usi civici fossero riconosciuti come “valore” e non come un ostacolo. L’economia ogliastrina registra un elevato numero di attività legate al settore agroalimentare e la presenza di usi civici non censiti o non regolamentati diviene condizione ostativa allo sviluppo delle attività economiche. In aggiunta, la concentrazione di usi civici (circa 60%) determina la presenza di delicati equilibri basati su codici di comportamento non scritti e la deviazione da tali modalità di convivenza può dare origine a fenomeni di illegalità. Negli ultimi anni le amministrazioni ogliastrine (Provincia e comuni) hanno iniziato un percorso virtuoso di collaborazione finalizzata alla riduzione dei fenomeni di illegalità e alla pianificazione partecipata. Stefania Aru (Cagliari, 1969), laureata in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Cagliari, ha conseguito una specializzazione in Diritto e Organizzazione dell’Unione Europea. Si occupa principalmente di europrogettazione, programmazione e politiche di sviluppo del territorio per le Amministrazioni Pubbliche. In particolare, ha ricoperto il ruolo di coordinatore del Laboratorio territoriale della Provincia Ogliastra su incarico della Regione Sardegna nel contesto della Progettazione Integrata, Responsabile del Servizio Laboratorio Territoriale coordinando il Progetto Pilota: Le terre civiche: opportunità per lo sviluppo locale in Ogliastra, Prima e Seconda fase, progetti su Sicurezza e Legalità, finanziati dal POR Sardegna 2000-2006 e 2007-2013. Dal 2000 è socio fondatore di Interforum Srl, società di consulenza e in particolare lavora su progetti di sviluppo locale e cooperazione allo sviluppo. Svolge attività di docenza su politiche comunitarie, tecniche di progettazione europea e sviluppo locale. Insegna “Tecniche di progettazione europea” e “Monitoraggio e Rendicontazione dei progetti europei” al Master in Progettazione Europea MAPE

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USI CIVICI

STEFANIA ARU

Gli usi civici: bene comune e opportunità di sviluppo per i territori della Sardegna – il caso Ogliastra

Gli usi civici sono definiti quali “diritti di godimento che tutti gli abitanti di un comune, uti cives, hanno sopra determinate terre”. I nostri territori hanno spesso manifestato l’esigenza di affrontare il tema in maniera coordinata (Regione – Comuni) al fine di attivare percorsi di sviluppo all’interno dei quali gli usi civici fossero riconosciuti come “valore” e non come un ostacolo. L’economia ogliastrina registra un elevato numero di attività legate al settore agroalimentare e la presenza di usi civici non censiti o non regolamentati diviene condizione ostativa allo sviluppo delle attività economiche. In aggiunta, la concentrazione di usi civici (circa 60%) determina la presenza di delicati equilibri basati su codici di comportamento non scritti e la deviazione da tali modalità di convivenza può dare origine a fenomeni di illegalità. Negli ultimi anni le amministrazioni ogliastrine (Provincia e comuni) hanno iniziato un percorso virtuoso di collaborazione finalizzata alla riduzione dei fenomeni di illegalità e alla pianificazione partecipata.

Stefania Aru (Cagliari, 1969), laureata in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Cagliari, ha conseguito una specializzazione in Diritto e Organizzazione dell’Unione Europea. Si occupa principalmente di europrogettazione, programmazione e politiche di sviluppo del territorio per le Amministrazioni Pubbliche. In particolare, ha ricoperto il ruolo di coordinatore del Laboratorio territoriale della Provincia Ogliastra su incarico della Regione Sardegna nel contesto della Progettazione Integrata, Responsabile del Servizio Laboratorio Territoriale coordinando il Progetto Pilota: Le terre civiche: opportunità per lo sviluppo locale in Ogliastra, Prima e Seconda fase, progetti su Sicurezza e Legalità, finanziati dal POR Sardegna 2000-2006 e 2007-2013. Dal 2000 è socio fondatore di Interforum Srl, società di consulenza e in particolare lavora su progetti di sviluppo locale e cooperazione allo sviluppo. Svolge attività di docenza su politiche comunitarie, tecniche di progettazione europea e sviluppo locale. Insegna “Tecniche di progettazione europea” e “Monitoraggio e Rendicontazione dei progetti europei” al Master in Progettazione Europea – MAPE

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STEFANO DELIPERI

Demani civici, bene comune e opportunità per la Sardegna. Forse si tratterà addirittura di 4-500 mila ettari, al termine delle operazioni di accertamento regionali, quasi il 20% del territorio sardo. Sono i demani civici, le aree di proprietà collettiva appartenenti ai residenti delle comunità locali isolane. Boschi, pascoli, terreni agricoli, litorali, ci sono un po’ tutti i vari ambienti propri della Sardegna. Una vera e propria “cassaforte” di natura e valori del territorio. La gestione è affidata ai Comuni, ma titolari dei diritti di uso civico sono i cittadini residenti nel singolo centro abitato. Il quadro normativo (legge n. 1766/1927 e s.m.i., regio decreto n. 332/1928 e s.m.i., legge regionale n. 12/1994 e s.m.i.) prevede un regolamento comunale, un piano di gestione, l’utilizzo dei terreni per il fabbisogno delle comunità locali (es. pascolo, legnatico, raccolta dei frutti, coltivazione, attività turistiche, ecc.), ma sempre con il rispetto dell’intangibilità del demanio civico e della salvaguardia ambientale. Negli ultimi decenni I Comuni e la Regione autonoma della Sardegna hanno dedicato scarsa considerazione alla tutela dei demani civici: sono state numerose le alienazioni illegittime di terreni e le occupazioni illecite tollerate. Una corretta gestione delle terre civiche costituisce invece un’importante opportunità per le comunità locali interessate e per la salvaguardia dei valori ambientali dei territori.

Stefano Deliperi è nato a Cagliari, nel 1964. Ha vissuto in varie città d’Italia ed è rientrato a Cagliari nel 1981. Maturità classica, laurea in giuridprudenza, funzionario della Corte dei conti. Da anni è direttore di un Ufficio di controllo. E’ stato Carabiniere. Ecologista dal raggiungimento dell’età della ragione (molto presto), è stato fondatore ed è il responsabile dell’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus. E’ il delegato per la Sardegna della Lega per l’Abolizione della Caccia. Appassionato di modellismo e di storia, và a cavallo da quando sta in piedi. E’ autore di numerose pubblicazioni di diritto ambientale, docente di corsi e seminari di diritto ambientale.

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Giuseppe Carta

Giuseppe Carta nasce a Seulo (allora provincia di Nuoro) il 02/08/1970. Trascorre la sua infanzia

ed adolescenza a Seulo. Frequenta il Liceo Scientifico “F.lli Bissiri “di Seui (NU) e si diploma nel

1989.

Si iscrive all’Università di Cagliari, facoltà Ingegneria Chimica, laureandosi nel 1997. Dal 1997 al

1999 è Presidente della A.T. Pro Loco di Seulo. Nel 1999 si sposta la Sardegna, svolge un corso di

programmazione “Cobol”, “VB” e “C++” presso Novedrate (CO) e nel 2000 lavora presso

Vimercate (MI) per la “Sistemi Informativi S.p.a.” (controllata da IBM) come sistemista di rete.

Dal 2000 al 2002 lavora presso l’ALCOA di Portovesme come Responsabile “Zona Calda”

fonderia. Dal 2003 al 2006 lavora presso il comune di Seulo in qualità di supporto all’ufficio

tecnico nella progettazione/DL/coordinamento sicurezza di lavori pubblici. Nel 2006 lavora presso

la Equipolimer di Ottana come responsabile sicurezza della MONSUD costruzioni. Dal 2007 al

2010 lavora presso l’ALCOA di Portovesme come Ingegnere di Processo fonderia. Dal 2010 è

sindaco del comune di Seulo

USI CIVICI sorpassati o innovativi?

È diffusa la credenza che nelle aree rurali vi sia la tendenza inesorabile al calo demografico. A

decorrere dal 1981 si registra quello che fu definito il fenomeno della “crescita zero” e del

contemporaneo declino demografico urbano. Inizia, corrispondentemente, l’aumento della

popolazione nei comuni rurali. Dal 2001 al 2006 l’incremento è stato del 3,6% e la differenza tra i

redditi delle famiglie rurali ed urbane, negli ultimi decenni, si sta progressivamente riducendo. A tal

proposito, gli usi civici, che parevano un istituto superato, possono assurgere a nuova vita e si

pongono quale garanzia di reddito in un ambito di maggior equità e distribuzione delle risorse.

Manca un quadro normativo chiaro e spesso vi sono ambizioni speculative che contrastano la

buona gestione delle terre civiche. Tutto si incentra sulla capacità delle amministrazioni locali di

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valorizzare e regolamentare gli usi civici. Nell’attuale contesto, qual’ è e quale può essere il ruolo

del comune e della comunità di Seulo nella gestione e valorizzazione delle terre civiche.

Antonio Luchesu

antonio luchesu nato il 22/7/1977 ad oristano titolo di studio maturità linguistica. Ha lasciato filosofia dopo tre anni e la morte del padre per tornare a Seneghe, per lavorare e sostenersi. Non ha mai tradotto in termini pratici i o lavorativi i suoi studi. In paese ha sempre svolto l'attività di taglialegna, frantoiano nella cooperativa olearia del seneghese. Lavoro dal 2006 anche nel caseificio CAO(coop allevatori ovini)di Oristano nel reparto lavorazione latte e si occupa anche della commercializzazione dell'agnello sardo IGP dei soci, in Italia e all'estero. in paese è sempre stato partecipe del vivace clima culturale e tradizionale. Dal 2010 è sindaco di Seneghe a capo di una maggioranza composta per lo più da persone provenienti dalle tradizionali attività del settore primario e dall'associazionismo culturale.

Gli usi civici di pascolo e di legnatico nel monte di Seneghe.

Il secolare taglio del bosco a ceduo a cadenza biennale per l'approvvigionamento di legna per le famiglie di Seneghe,è,forse, l'uso civico di legnatico più "vissuto" della Sardegna, in quanto è tutt'ora praticato dalla quasi totalità della popolazione. Questa attività costituisce ancora, il momento di maggior socializzazione e di rafforzamento dei legami all'interno della comunità seneghese. Il pascolo montano degli ovini e dei bovini resiste ancora con tempistiche e modi rimasti immutati nei tempi. Conservando queste due tradizionali pratiche, l'amministrazione comunale e la popolazione,attraverso un processo di tipo partecipativo, cerca soluzioni nuove per la valorizzazione della montagna affinché si possa arrivare ad una gestione condivisa,sostenibile e duratura del bene comune paesano.