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New oratorio news N. 23 anno 6 Novembre 2016 C
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La redazione
Alessandro Granata
Alessia Pozzoli
Andrea Carenzi
Andrea Coldani
Camilla Bagatta
Carlo Maestroni (Coach)
Corinne Cipolla
Cristian Di Cosimo
Davide Bagatta
Don Paolo
Elena Malaraggia
Emma Coldani
Federica Arensi
Giada Mainardi
Giada Zanini
Giovanni Pasquali
Ilaria Mauri
Irene Gavina
Jessica Maiocchi
Laura Bosoni
Luca Ferrari
Luca Fontana
Marco Catalano
Mariavittoria Andena
In questo numero…
Pag. 3 - Un ponte
Pag. 4 - Camposcuola 2016
Pag. 6 - Cracovia chiama, i
giovani rispondono!
Pag. 10 - Festeggiando
Settembre… La festa dell’Uva!
Pag. 11 - Intervista doppia alle
catechiste!
Pag. 13 - Cioccolandia
Pag. 14 - Eventi sportivi 2016
Pag. 16 - La storia di Malika
(nome inventato)
Pag. 18 - Un po’ di chiarezza: i
migranti a San Colombano
Pag. 20 - Ricetta: i Cookies!
Pag. 21 - Gigi D’Agostino: uno
dei più famosi DJ del panorama
italiano
Pag. 24 - Angolo del Relax!
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www.oratoriosancolombano.com
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Fedeli lettori di NEON, grazie!
Nuovi lettori di NEON, benvenuti e grazie anche a voi! (Trovate
tutti i numeri che vi siete persi su www.oratoriosancolombano.it)
Grazie perché questo è il sesto/settimo anno di NEON (pensate un
po’: il primo numero è uscito esattamente nel Gennaio 2011) e siamo
ancora nelle vostre case! NEON, non ci avevo mai pensato, contiene
la parola “ON” e noi siamo più “accesi” che mai!
Gennaio 2011! È un po’ come se NEON adesso andasse in prima ele-
mentare! Tra l’altro abbiamo esordito sbagliando clamorosamente
data: chi possiede quel numero storico può ben vedere “Gennaio
2010” ma era già 2011… Capita!
Ne abbiamo fatti di errori, è evidente. Però voi ci avete sempre
compreso, nostri cari lettori, e noi ci siamo sempre impegnati per
migliorare e soprattutto per voi! Forse non abbiamo interagito
spesso (vi ricordo a proposito che per qualsiasi cosa potete scrive-
re a [email protected]) ma voi avete sempre saputo
che ci siamo e viceversa. È un bel cammino… che non finisce qua!
Dovremmo ringraziare un sacco di persone (come Don Paolo, ad
esempio) e di oggetti (come il fantastico PC dell’oratorio che, nono-
stante un’esasperante lentezza, ci permette di impaginare e stam-
pare tutto quanto). Tuttavia i ringraziamenti si fanno alla fine e,
come detto poche righe fa, siamo ben lontani dal nostro OFF.
Siamo lontani anche perché finalmente i ponti che abbiamo lanciato
per venire incontro ai redattori del NEON del domani iniziano ad
essere attraversati! Oggi abbiamo ufficialmente una redazione che
va dal 1979 al 2004! È fantastico poter avere sguardi, impressioni,
ricezioni così varie come solo un range generazionale di quasi
trent’anni può offrire. Un ponte che ci unisce come redazione e co-
me, sembra strano, lontani mondi che diventano amici. E questo
ponte unisce noi a voi lettori, perché non esiste comunicazione sen-
Un ponte di Giovanni Pasquali
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ampo
scuo
la!
za chi legge, ascolta, guarda, as-
saggia… Non si può mandare qualcosa se non c’è chi lo riceve; sareb-
Camposcuola 2016
di Davide Bagatta e Marco Catalano
Quest’anno abbiamo trascorso il
camposcuola a Folgarida, località
situata in Trentino, posto molto bello
(in cui il telefono prendeva molto...
poco, ma non è questo l’importante).
Il camposcuola è divertente, ma
soprattutto non sai cosa può
succederti. Per esempio, in una
camera, il primo giorno non si
ritrovavano più le chiavi… Chissà di
chi era quella camera?!? Ovviamente
non mancano gli scherzi di qualsiasi
genere, da materassi ribaltati a
shampoo nella valigia, a make up di
notte o cose del genere. Ma la cosa
migliore del camposcuola sono le “corte” passeggiate del Don: visto
il suo senso dell’orientamento, per
l’anno prossimo dovremo fare una
colletta per un GPS nuovo.
Abbiamo anche avuto la possibilità
di vedere gli allenamenti della
Roma a Pinzolo e di avere
l’autografo di Francesco “Er
Pupone” Totti. Tra le varie attività
non possono mancare il torneo di
calcetto (interrotto dalla pioggia)
e le scenette conclusive della
settimana con argomenti assurdi
tipo: “20 motivi per comprare un
ukulele” o “ Spot pubblicitario sulle
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! Cracovia chiama, i giovani rispondono! di Jessica Maiocchi
“Non voglio offendere nessuno, ma mi addolora incontrare giovani
che sembrano “pensionati” prima del tempo. Questo mi addolora.
Giovani che sembra che siano andati in pensione a 23, 24, 25 anni.
Questo mi addolora. Mi preoccupa vedere giovani che hanno
“gettato la spugna” prima di iniziare la partita. Che si sono “arresi”
senza aver cominciato a giocare. Mi addolora vedere giovani che
camminano con la faccia triste, come se la loro vita non avesse
valore. Sono giovani essenzialmente annoiati... e noiosi, che annoiano
gli altri, e questo mi addolora […] Cari amici, ci siamo riuniti per
aiutarci a vicenda, perché non vogliamo lasciarci rubare il meglio di
noi stessi, non vogliamo permettere che ci rubino le energie, che ci
rubino la gioia, che ci rubino i sogni con false illusioni.”
Questo uno dei tanti, e probabilmente il più significativo dei
messaggi che Papa Francesco ha voluto rivolgere ai due milioni di
ragazzi provenienti da tutto il Mondo e riuniti a Cracovia pronti ad
ascoltare la parola del pontefice perché molti sono oggi, come Egli
stesso ha detto, i giovani che si affidano alla “divano felicità”, non
accorgendosi di poter fare molto per ciò che li circonda, per
“lasciare un’impronta” …anche se sicuramente non è cosa facile.
Ma la GMG (Giornata Mondiale della Gioventù) in sostanza cos’è?
Probabilmente non esiste una parola definizione esatta che spieghi
tutto ciò che si prova vivendola, ma quello che si può sicuramente
dire è che è una grande FESTA, non riservata a un piccolo numero di
persone, ma aperta a tutti indipendentemente da luogo di
provenienza, ceto sociale o origini, una festa che ogni tre anni
cambia “location”, ovvero si svolge in paesi, anzi in continenti diversi,
con l’obbiettivo di dare la possibilità ai cristiani di tutto il Mondo di
partecipare. Quest’estate la GMG si è svolta appunto a Cracovia (la
precedente, nel 2013, si è svolta a Rio de Janeiro) e io e altri nove
ragazzi, accompagnati da don Paolo e ospitati da una famiglia del
paese, abbiamo avuto la possibilità di vivere questa esperienza unica.
È soltanto all’inizio della settimana “ufficiale”, quando iniziano ad
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arrivare la maggior parte dei gruppi di giovani, che si inizia a
respirare un’aria diversa. Se nei giorni precedenti le vie della città
erano tranquille e silenziose, dal lunedì hanno cominciato ad
animarsi: sempre più bandiere sulle spalle dei ragazzi, sempre più
zaini gialli, rossi o blu (questi i principali simboli di riconoscimento),
ma soprattutto sempre più sorrisi, saluti tra sconosciuti e cori che
partivano appena si incontrava qualcuno della stessa nazionalità. In
qualche occasione lo spirito competitivo non è mancato: se capitava
di incontrare qualche francese sul treno il classico
“Popopopopopopo” partiva sicuramente, ma pur sempre con grande
simpatia e senza nessuna cattiveria. Non sono certo mancate le
difficoltà perché pur essendo “privilegiati” (molti ragazzi della
nostra diocesi hanno dormito in palestre e scuole, con due o tre
docce ogni 50 persone) la stanchezza, i vari dolori per i km fatti e il
maltempo si sono fatti pesare, ma possiamo tranquillamente dire che
ne è assolutamente valsa la pena. Dai momenti di festa, come la
festa degli italiani, agli eventi con il Papa, che sia alla cerimonia di
apertura il martedì pomeriggio che alla veglia e alla Messa finale,
rispettivamente sabato sera e domenica mattina, ha saputo tenere
in silenzio con le sue parole tutti questi ragazzi ”incantati”dai suoi
discorsi: parole semplici le sue, che aveva come principale obiettivo
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quello di “arrivare” nel cuore di ognuno di noi e di spronarci a fare
del nostro meglio in un Mondo che presto sarà nostro e nel quale
forse gran parte di noi ancora fatica a trovare una posizione.
Insomma… un’esperienza unica, di cui ad oggi rimane solo un ricordo,
un gran bel ricordo, tenuto vivo anche da piccoli simboli, come
possono essere oggetti che oggi teniamo sparsi per la camera o una
bandiera firmata da persone che non incontreremo magari mai più
nella vita, ma dei quali dei siamo stati amici anche magari solo per
un minuto. Là eravamo tutti amici… anzi, eravamo tutti una grande
famiglia, con qualcosa di grande in comune: la fede che ci ha spinto
là, o che magari proprio là abbiamo trovato o riscoperto e la gioia
nel cuore al momento del ritorno.
Abbiamo voluto raccogliere dei brevi pensieri di alcuni dei ragazzi
che sono stati a Cracovia:
“La GMG in due parole? “canta e cammina”. Non cantare perché si era spensierati e andava sempre tutto bene (anche perché spesso non andava tutto bene), ma per la gioia di scoprire la bellissima armonia che nasce dall’incontro di voci e lingue diverse. Non camminare perché si era di fretta, ma perché la strada era il luogo della vita e della condivisione: univa i nostri cammini e ci ricordava la bellezza dell’avere la stessa meta e, soprattutto, la stessa Fede. “Canta e cammina” perché Dio conta sulla nostra felicità e il nostro entusiasmo.”
“La GMG è un'esperienza unica nella vita di un giovane, perché
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! Festeggiando settembre… Festa
dell’Uva!
La Festa dell'Uva è un’occasione per trovarsi tutti insieme e visitare
il nostro paese. In questa occasione viene aperto ai turisti il cortile
di S. Rocco, dove vengono allestiti dei tavoloni per pranzare o cenare,
un’idea originale, che con musica e una mostra di quadri diventa un
luogo perfetto per passare il tempo in compagnia.
L'attenzione dei turisti però viene catturata dai carri realizzati
dalle compagnie: Scrausi, Enotrafficanti, Mamaluchi, Ciccio vip’s,
Menadi me Pochi che ogni anno si impegnano per creare dei carri
originali legati al tema del vino.
Le cantine vengono aperte e sono esposti i vini più pregiati e più
richiesti. Nel castello vengono allestiti degli stand dalle cantine
banine, dove viene dato in assaggio il vino che producono.
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Come ti chiami?
- P. Piera.
- C. Camilla.
Quanti anni hai?
- P. 55.
- C. 15.
Che lavoro fai?
- P. Impiegata amministrativa.
- C. Studentessa.
A quale classe fai catechismo?
- P. Terza elementare e diciottenni.
- C. Terza elementare.
Da quanti anni fai la catechista?
- P. Considerato che ho iniziato a 13 anni… sono 42 anni (non li
avevo mai contati, non sapevo fossero così tanti).
- C. 2 anni.
Sono bravi i bambini?
- P. I bambini sono sempre bravi. Forse non sanno bene cosa vuol
dire conoscere Gesù e quindi si impegnano un po’ poco.
- C. Si, anche se a volte fanno un po’ i monelli.
Perché fai la catechista?
- P. Non so perché lo faccio lo sento come un impegno importante,
sento che Gesù mi ha chiamata per aiutarlo a farlo conoscere
ai più piccoli.
- C. Perché mi piace stare in mezzo ai bambini e perché voglio
fargli capire bene cosa significa essere cristiani e far parte della
Chiesa.
Ti piace essere catechista?
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Intervista doppia alle catechiste! di Camilla Bagatta e Ilaria Mauri
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! - P. Si, mi piace, a volte dopo un incontro particolarmente
impegnativo dove i ragazzi non sono stati proprio bravi mi
dico “ma chi me l’ha fatto fare…” poi però già il lunedì dopo
sono pronta e carica per il prossimo incontro.
- C. Si, molto perché mi fa piacere vedere i bambini che durante
l’incontro stanno attenti e si intessano a ciò che viene
spiegato e quando vanno a casa con il sorriso mi fa piacere
e mi motiva anche per l’incontro successivo.
Pensi di farlo anche l’anno prossimo?
- P. Ogni anno dico: “Questo è l’ultimo”, ma poi non riesco a dire
di no a don Paolo. È strano da spiegare in poche parole ma
quando il don mi chiama, sento proprio la chiamata di Gesù alla
quale sei libera di rispondere sì oppure sì, e anno dopo anno
sono qui.
C’È POSTO PER TUTTI...ANCHE PER TE !
Se leggendo il nostro giornale ti sono venute in mente nuove idee o desideri far parte della
redazione manda una mail all’indirizzo: [email protected]
ospitiamo volentieri anche manifesti e pubblicità
di iniziative proposte dalle associazioni di
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Cioccolandia
di Corinne Cipolla
Amanti del cioccolato, spero
non vi siate persi l’evento del
mese pensato apposta per voi:
ieri a Castel San Giovanni si è
svolta la tredicesima edizione di “Cioccolandia”. Questa manife-
stazione dedicata ai dolci e organizzata dalla Pro Loco, inizial-
mente nota come “La città dei golosi”, solo nel 2009 ha acquisito
il nome attuale ed il salame di cioccolato ne è diventato il simbolo.
Durante la manifestazione, che è stata aperta al pubblico alle
9.00, hanno preso posto banchi di degustazioni, bancarelle di dol-
ciumi ed oggettistica, artisti di
strada e, per i più piccoli, giochi
gonfiabili e truccabimbi.
La giornata ha previsto anche l’e-
strazione della “Lotteria del cioc-
colato”, che come primo premio ha
messo in palio una vacanza turisti-
ca in Italia.
I visitatori, all’arrivo nella zona interessata dall’evento, al prezzo
di 1€ hanno potuto ricevere un braccialetto che ha permesso loro
di deliziarsi con gli assaggi preparati da Maestri cioccolatai. I
soldi raccolti verranno utilizzati per sostenere alcune spese men-
tre il resto rimanente sarà devoluto in beneficienza.
Quest’anno sono stati realizzati quasi 350 metri di salame al
cioccolato, 25000 porzioni di cremino, una montagna di 6000 pro-
fiteroles, 3000 fette di torta Rita e
il montebianco con 4000 meringhe.
Non è mancata la classica barretta
di cioccolato al latte o fondente ac-
compagnata però anche da vere e
proprie sculture di cioccolato dalle
forme più inusuali e accattivanti.
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Nell’estate 2016, come ogni 4 anni, si sono svolti due grandi eventi:
gli Europei di calcio in Francia e le Olimpiadi e Paralimpiadi di Rio
de Janeiro. Purtroppo dopo questi straordinari eventi,
alcuni atleti e anche alcuni allenatori hanno detto stop
con le gare.
Il primo grande evento è stato il Campionato Europeo
di calcio, svoltosi in Francia dal 10 giugno al 10 luglio,
vinto dal Portogallo battendo in finale la Francia per 1
a 0, grazie al goal segnato da Eder al 118° minuto. Del-
la finale si ricordano anche le lacrime di Cristiano Ronaldo uscito
anzitempo dopo aver subito un brutto fallo di gioco.
Dal 3 al 24 giugno negli USA si è svolta la 45a edizione della Copa
America, vinta dal Cile sull’Argentina, mentre a Torino dal 4 al 9
luglio si è svolto il torneo preolimpico
di basket. La nazionale italiana di ba-
sket per andare alle Olimpiadi di Rio
doveva vincere questo torneo, ma ha
perso in finale con la Croazia di soli 6
punti.
Ma l’evento principale del 2016 è stato l’Olimpiade di Rio dove la
spedizione italiana ha collezionato 28 medaglie. Gli ori sono stati 8,
gli argenti 12 ed i bronzi 8, come le medaglie del metallo più pre-
zioso. Sia il tiro a segno che il tiro
a volo hanno portato all’Italia due
ori, mentre gli altri quattro titoli
sono stati conquistati in judo,
scherma, nuoto e ciclismo.
Come non dimenticare le Paralim-
piadi, svoltesi a Rio dal 7 al 18 set-
tembre? La nostra squadra, guida-
ta da Bebe Vio e Alex Zanardi, ha
vinto 10 medaglie d’oro, 14 d’ar-
Eventi sportivi 2016 di Carlo Maestroni
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gento e 15 di bronzo.
Purtroppo dopo questa Olimpiade ci so-
no stati molti ritiri di atleti. Partiamo
da casa Italia, con i ritiri di due palla-
nuotisti: la capitana del Setterosa Tania
Di Mario e il capitano del Settebello
Stefano Tempesti. La tuffatrice Tania Cagnotto ha annunciato il
suo ritiro dopo le Olimpiadi, dopo aver vinto due medaglie, e nei
tuffi si è ritirato anche suo padre, l’allenatore federale Giorgio
Cagnotto.
La nazionale di ginna-
stica ritmica ha avu-
to il ritiro della capi-
tana Marta Pagani,
dopo il 4° posto con-
seguito nella prova a
squadre; anche la
ginnastica artistica
ha avuto il suo ritiro eccellente, quello di Vanessa Ferrari. Anche
la nostra portabandiera di Rio Federica Pellegrini prima delle
Olimpiadi aveva deciso di smettere, ma poi dopo Rio ha ricomincia-
to ad allenarsi per la nuova stagione. Speriamo prosegua anche per
le prossime Olimpiadi di Tokyo 2020.
Questa estate un mito del ciclismo, lo svizzero Fabian Cancellara,
si è ritirato con il suo ultimo Giro di Lombar-
dia, dopo aver vinto la
crono individuale a Rio. Il
nuoto dai prossimi eventi
dovrà fare a meno di un
altro mito dello sport, Mi-
chael Phelps, che nella sua
brillante carriera ha vinto
23 ori, 3 argenti e 2
bronzi, per un totale di 28 medaglie olimpi-
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! La storia di Malika (nome inventato)
di Ilaria Zambelli
Malika è una bambina marocchina di 8 anni, scappata dal Marocco
con la madre e due sorelle. La madre ha deciso di lasciare il pae-
se perché il marito la picchiava e ha cercato più volte
(riuscendoci probabilmente) a violentare la figlia di 17 anni. La
bambina più piccola ha un anno.
Si sono messe in cammino, hanno attraversato il mare e sono ar-
rivate ad Atene. Nella capitale greca hanno incontrato un paio di
ragazzi che si stanno prendendo cura di loro e le proteggono.
Ora questa famiglia vive in una tenda, nei pressi di una stazione
di servizio lungo la tangenziale greca che porta al confine mace-
done. Dalla stazione inizia un bosco dove le persone hanno pianta-
to le tende perché non hanno un posto dove stare.
Noi viviamo in un camper, nella foresta dove ci sono circa 500
persone accampate da mesi. Abbiamo un cane che ogni tanto por-
to a fare una passeggiata. Un giorno Malika è venuta con me. Il
sentiero che costeggia i boschi porta verso la doppia rete col filo
spinato che è stata costruita per impedire alle persone accampa-
te qui di arrivare in Macedonia.
Malika e la sua famiglia hanno provato diverse volte ad attraver-
sare il confine a piedi, passando nella foresta. Anche se non riu-
sciamo a comunicare molto bene, non appena Malika avvista la re-
te inizia a dirmi: “There, Makedonia. Me, chock chock (ho cam-
minato) Makedonia, police stop” e poi “Police said Stop, go back!”.
E ancora: “Me 3 times go Makedonia...police stop, now back here”.
La passeggiata è durata quasi un'ora e continuava a ripetermi
sempre queste cose, fino a quando mi chiede: “You chock chook
Makedionia?”. Io le rispondo che in Macedonia ci vado col cam-
per, dalla strada. Allora lei mi chiede se il cane deve camminare
per entrare in Macedonia. Io le rispondo che anche il cane viene
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con noi nel camper. Il suo volto diventa cupo e, dopo 5 minuti,
ricomincia a raccontarmi delle volte in cui ha provato ad attra-
versare il confine e che è stata respinta dalla polizia.
Per assurdo, se qualche volontario europeo decidesse di
“adottare” un cane randagio, basterebbe andare da un veteri-
nario e chiedere il passaporto per il cane. La procedura per far
viaggiare legalmente il cane richiede poco meno di un'ora.
Tutte le persone che vivono nelle tende da mesi non hanno la
possibilità di viaggiare verso l'Europa come, invece, può fare un
cane se qualcuno decide di portarlo con sé. Loro sono costrette
a nascondersi nella foresta per sgattaiolare oltre il confine,
sperando di non essere scoperte dalla polizia greca, ma soprat-
tutto dall'esercito macedone che, da queste parti, ha una pes-
sima nomea a causa dei pestaggi e delle violenze perpetrate ai
danni dei migranti.
Malika, tutte le volte che la sua famiglia decide di provare a
“bruciare” la frontiera, si agita, diventa nervosa e ha degli at-
tacchi di panico.
Ci sono tantissimi bambini nella stessa situazione e tanti geni-
tori che cercano di provarle tutte per portarli in un posto sicu-
ro, senza mai perdere la speranza di potercela fare, prima o
poi.
Queste persone sono prigioniere di un'Europa che ha deciso di
non tutelare i loro diritti umani, subappaltando agli Stati di ar-
rivo e alla Turchia la gestione dell'accoglienza che, tuttora, fa
acqua da tutte le parti.
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! Un po’ di chiarezza: i migranti a San
Colombano
Immagina di vivere in un paese povero con problemi politici, non avere
lavoro e non avere soldi per comprarti da mangiare. Immagina poi di
venire a conoscenza di una soluzione: esiste un posto ricco, quasi magi-
co, dove nessuno soffre la fame, sono tutti felici e hanno tutto in ab-
bondanza ma raggiungerlo è pericolosissimo e non hai la certezza di
venire ammesso nel suoi confini. Cosa faresti? Metteresti in pericolo la tua vita senza avere la certezza di un futuro migliore per e te i tuoi figli? Probabilmente anche i migranti arrivati al condominio Roccabarra
si saranno posti queste domande.
In un piovoso pomeriggio della settimana sono andata con la mia cate-
chista in visita al condominio Roccabarra per un incontro con Loris, il
responsabile dei migranti del nostro paese. L'atmosfera nel palazzo è
quasi ordinaria: non c'è sporcizia, non esistono i bidoni incendiati tipici
dei film americani e non ci sono uomini con cicatrici sui volti e pistole in
mano, ma solo due bambini in giacca a vento e ciabattine che giocano
sorvegliati da una ragazza. Mentre aspettiamo di parlare con Loris ve-
niamo sommerse da sorrisi e saluti da parte delle ragazze ospiti: in
particolare la mamma di un bimbo di 4 mesi mi saluta in tre lingue di-
verse (le ha studiate all'università).
Finalmente il responsabile ci fa accomodare nel suo studio: una stan-
zetta spoglia e fredda. “Non abbiamo il riscaldamento, ma almeno io
posso stare con il giubbotto. Loro (riferendosi agli ospiti della struttu-
ra) non hanno nemmeno quello, dispongono solo di giacche a vento”.
Iniziamo la conversazione e veniamo a conoscenza di alcune generalità
degli ospiti: sono in totale 34 (di cui solo 2 uomini, una donna incinta di
circa 8 mesi e due bambini di 1 e 4 mesi), provengono da Nigeria, Togo,
Guinea, Ghana, Costa D'Avorio, Mali, Eritrea e Sierra Leone e sono ar-
rivati tutti con i barconi che vediamo ogni sera al telegiornale.
Cosa mai faranno qui in Italia? Cosa vogliono? Cercano di rubare il lavo-ro a noi italiani? Le domande ovviamente possono sorgere spontanee.
Loris ci racconta che i migranti non sono a conoscenza della situazione
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italiana di questo momento; non immaginano che il Bel Paese navi-
ghi in tremende acque di crisi e che il lavoro manchi a molte per-
sone: i malviventi che hanno organizzato la loro traversata gli
hanno mentito, raccontando di un paese bello, sicuro, prospero e
con ricchezze per tutti.
Ma quindi adesso? Manteniamo tutti i migranti che arrivano? Si
potrebbe continuare a pensare.
La risposta è negativa: l’Unione Europea accetta le richieste di
asilo politico solo dai migranti provenienti da paesi come Siria,
Nigeria, Togo o Guinea, dove guerre o situazioni politiche perico-
lose minacciano la vita dei cittadini. Mentre aspetta i documenti
dalla prefettura, ogni migrante dispone dei famosi 2,50€ al giorno
provenienti dai fondi dell’Unione Europea: non sono soldi italiani e
nemmeno soldi del comune in cui vengono ospitati. Approvata la
richiesta di asilo politico e ottenuto il permesso di soggiorno, i
migranti non riceveranno più alcun aiuto dall’Europa e dovranno
cavarsela da soli, cercarsi un lavoro e trovare una casa partendo
da zero.
E per quelli che non hanno situazioni pericolose in madrepatria?
In quei casi la prefettura può emanare un decreto di espulsione: il
migrante in questione dispone di 3 giorni per lasciare con qualsiasi
mezzo il suolo italiano e ritornare nella sua terra natale. Se cerca
di sfuggire alla giustizia e rimane in Italia, appena verrà identifi-
cato dalle forze dell’ordine verrà messo in carcere e, una volta
scontata la pena, sarà consegnato alle forze dell’ordine del suo
paese e scortato a vista fino a destinazione. Una volta arrivato in
madrepatria spesso lo attende una nuova pena da scontare in du-
rissimi carceri.
Ma se devono aspettare tempi relativamente lunghi per ottenere o veder rifiutata la richiesta di asilo, come trascorrono le loro giornate? Si potrebbe domandare tutta la popolazione italiana,
Banini compresi, visto la presenza degli ospiti del Roccabarra.
Loris ci informa che 3 bambini sono già stati inseriti a scuola e
che seguono regolarmente le lezioni. A casa le madri (e i due pa-
dri), si dedicano alla pulizia delle loro abitazioni e all’apprendi-
mento della lingua italiana grazie ad educatori e mediatori forniti
dalla cooperativa di cui Loris è dipendente. Inoltre hanno la re-
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Ricetta: i Cookies! di Alessia Pozzoli e Giada Zanini
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INGREDIENTI:
250g di farina
Mezzo cucchiaio di sale
170 g di burro morbido
Mezzo cucchiaino di bicarbo-
nato di sodio
70 g zucchero bianco
70 g zucchero di canna
1 uovo intero
1 tuorlo
300 g di gocce di cioccolato fondente.
P R E P A R A Z I O N E :
Mettere in una ciotola le uova, lo zucchero di
canna e quello bianco, aggiungere il burro e il bicarbonato e me-
sponsabilità di prepararsi i pasti autonomamente con la spesa che
il responsabile fa loro settimanalmente con i buoni previsti
dall’EU. Possono entrare e uscire liberamente dal condominio, ri-
spettando però il coprifuoco delle 22.30 in estate e delle 20.30 in
inverno.
Resteranno qui per sempre? E’ la domanda che, in fondo, si pone
segretamente ogni Banino.
“Difficile da dirsi” risponde Loris. “Non sappiamo cosa deciderà la
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Il nuovo anno giornalistico lo inauguriamo subito parlando di
un'icona dance degli anni 90: Gigi D'Agostino.
Ma chi è Gigi D'Ag? È un
famoso disc jockey ita-
liano nato a Torino il 17
dicembre 1967. Ovvia-
mente, come la maggior
parte dei Dj, Gigi D'Ag è
il suo nome d'arte, ma in
realtà si chiama Luigino
Celestino D'Agostino.
Dopo le generalità passiamo al perché Il Maestro (uno dei suoi
tanti soprannomi) è diventato così famoso; la sua notorietà è
iniziata collaborando con altri Dj italiani per far nascere il me-diterranean progressive ( in parole povere una composizione di
suoni minimalisti e melodie latine e mediterranee, che negli anni
h a s u b i t o m o l t i c a m b i a m e n t i ) .
Gigi inizia a lavorare come dj alla fine degli anni '80 in diversi
club di Torino e provincia per poi diventare resident dj alla di-
scoteca "Ultimo Impero" di Airasca, che all’epoca era la più
grande d’Europa, dove è rimasto dal 1993 al 1998. Negli anni ci
sono state tantissime tracce musicali che rimangono nella storia
di questo famoso Dj. La musica di Gigi D'Agostino inizia ad evol-
versi e cambiare e
nel 1997 escono
due singoli dal no-
me: Gin Lemon e
Music (an echo deep inside me) nel
quale Gigi D'Ago-
stino utilizza, per
Gigi D’Agostino: uno dei più famosi DJ
del panorama italiano
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la prima volta, un cantato in un suo
disco. Un anno dopo inizia la colla-
borazione con Paolo Sandrini, che
collabora ai brani marchiati "Gigi
D'Agostino"; infatti, nel 1998 esce
Elisir, un nuovo singolo Cuba Libre,
oltre ai singoli di The Way e Movi-mento, il primo incluso poi nell'al-
bum L'Amour Toujours, il secondo
nell'EP Tanzen, con la partecipazio-
n e d i C a r l o M o n t a g n e r .
Nel 1999, quando esce Eurodance Compilation (mixata da Gigi),
contenente alcuni suoi pezzi inediti, ottiene il Disco di Platino ed è
premiato come Migliore Produttore dell'Anno agli Italian Dance
Awards. Nel corso dell'anno esce anche Bla Bla Bla, uno dei più
g r a n d i s u c c e s s i d i G i g i .
A fine 1999 esce il suo nuovo album, L'Amour Toujours, una raccol-
ta in due cd contenente 23 brani, tra cui i suoi più grandi successi
come Another Way, L’amour toujours, The Riddle (cover dell’omo-
monima canzone di Nik Kershaw) e Bla Bla Bla. Questo album rag-
giunge la decima posizione nelle vendite in Italia, ottenendo così un
altro Disco di Platino. Gigi viene inoltre premiato come Miglior Dj-
Producer dell'anno, Artista Rappresentante L'Italia nel Mondo e
premiato anche all'Austrian Music Award. I suoi singoli, raggiungo-
no la prima posizione nelle classifiche di Paesi Bassi e Danimarca,
ed entrano nella top ten di quasi tutte
la classifiche d’Europa.
Nell'ottobre 2000 Gigi ritorna pub-
blicando Super, nato dalla collabora-
zione con Albertino, che arriva al se-
condo posto dei singoli più venduti in
Italia e riceve due premi: Migliore
Produttore Dance al Pim (Premio Ita-
liano della Musica) e Public Award ai
Danish Djs a Copenaghen. Nel dicem-
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bre 2001 Gigi pubblica la compilation Il Grande Viaggio Vol 1, che
contiene i brani preferiti da Gigi con qualche inedito. Egli parteci-
pa poi al Donauinselfest (Austria), dove settantamila persone as-
sistono alla sua esibizione.
A partire dagli anni 2000 partecipa a diversi programmi radiofo-
nici e continua la collaborazione con diversi DJ.
Nel dicembre del 2004 esce il terzo album, L'Amour Toujours II,
un doppio cd di inediti e rivisitazioni dei suoi vecchi successi.
A settembre 2005 Gigi, grazie alla stretta collaborazione con
l'Altromondo Studios e
con Provenzano Dj, riceve
la proposta di lavorare
per la radio M2O, con un
programma quotidiano dal
nome Il Cammino di Gigi D'Agostino (in collabora-
zione con Luca Noise, Dj
Maxwell ed Elena Tanz, la
voce femminile del pro-
g r a m m a ) .
Il 2006 inizia con il cd
Some Experiments, uscito
a marzo 2006, che espri-
me al meglio lo stile di Gi-
gi D'Agostino in tutte le sue diverse sfaccettature: brani diver-
tenti e ritmati si mescolano a canzoni cantate e dall'atmosfera
dark. Il singolo che caratterizza il nuovo cd è Lo sbaglio.
Il 2007 è caratterizzato da ulteriori produzioni in stile lento vio-
lento, con l'uscita del doppio cd Lento Violento e altre storie (27
aprile 2007), grazie al quale riceve il disco d'argento per le oltre
ventimila copie vendute e riesce ad entrare direttamente al terzo
posto nella classifica generale degli album venduti e primo nella
classifica dei produttori indipendenti.
Lo stile di Gigi D'Agostino è unico, fatto di molteplici sfaccetta-
t u r e .
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