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Centro Missionario Diocesano - via s. G. Bosco 7/1 38122 Trento Celebrante Voi, che seguite Cristo umiliato e sofferente, possiate aver parte alla sua risurrezione. Assemblea Amen. Celebrante E la benedizione di Dio onnipotente Padre e Figlio e Spi- rito Santo, discenda su voi e con voi rimanga sempre. Assemblea Amen. Canto finale: Camminerò Rit. Camminerò, camminerò sulla tua strada Signor. Dammi la mano, voglio restar per sempre insieme a te. Quando ero solo, solo e stanco del mondo quando non c’era l’Amor, tante persone vidi intorno a me, sentivo cantare così. Io non capivo ma rimasi a sentire quando il Signore mi parlò. Lui mi chiamava, chiamava anche me, e la mia risposta si alzò. Or non mi importa se uno ride di me, lui certamente non sa, del gran regalo che ebbi quel dì, che dissi al Signore così. Arcidiocesi di Trento VEGLIA DI PREGHIERA GIORNATA DEI MISSIONARI MARTIRI GIORNATA DEI MISSIONARI MARTIRI GIORNATA DEI MISSIONARI MARTIRI Trento, 24 marzo 2015 chiesa s. Francesco Saverio NEL NEL NEL SEGNO SEGNO SEGNO DELLA DELLA DELLA CROCE… CROCE… CROCE… . . . SUI SUI SUI LUOGHI LUOGHI LUOGHI DELLA DELLA DELLA CROCE CROCE CROCE p. Mario Borzaga Catina Gubert

NEL SEGNO DELLA CROCE… . SUI LUOGHI DELLA CROCE · Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu". Guida: Come si è comportato Mario? Come ha vissuto la consapevolez- ... Certo

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Centro Missionario Diocesano - via s. G. Bosco 7/1 38122 Trento

Celebrante Voi, che seguite Cristo umiliato e sofferente, possiate aver parte alla sua risurrezione.

Assemblea Amen. Celebrante E la benedizione di Dio onnipotente Padre e Figlio e Spi-

rito Santo, discenda su voi e con voi rimanga sempre. Assemblea Amen.

Canto finale: Camminerò

Rit. Camminerò, camminerò sulla tua strada Signor.

Dammi la mano, voglio restar per sempre insieme a te.

Quando ero solo, solo e stanco del mondo

quando non c’era l’Amor,

tante persone vidi intorno a me,

sentivo cantare così.

Io non capivo ma rimasi a sentire

quando il Signore mi parlò.

Lui mi chiamava, chiamava anche me,

e la mia risposta si alzò.

Or non mi importa se uno ride di me,

lui certamente non sa,

del gran regalo che ebbi quel dì,

che dissi al Signore così.

Arcidiocesi di Trento

VEGLIA DI PREGHIERA

GIORNATA DEI MISSIONARI MARTIRIGIORNATA DEI MISSIONARI MARTIRIGIORNATA DEI MISSIONARI MARTIRI

Trento, 24 marzo 2015 chiesa s. Francesco Saverio

NEL NEL NEL SEGNOSEGNOSEGNO DELLADELLADELLA CROCE…CROCE…CROCE…...

SUI SUI SUI LUOGHILUOGHILUOGHI DELLADELLADELLA CROCECROCECROCE

p. Mario Borzaga

Catina Gubert

Pagina 2

Canto d’ingresso: Dall’aurora al tramonto

Rit. Dall’aurora io cerco Te,

fino al tramonto ti chiamo,

ha sete solo di Te,

l’anima mia come terra deserta.

Non mi fermerò un solo istante,

sempre canterò la Tua lode,

perché sei il mio Dio,

il mio riparo, mi proteggerai all’ombra delle Tue ali.

Non mi fermerò un solo istante,

io racconterò le Tue opere,

perché sei il mio Dio,

unico bene, nulla mai potrà la notte contro di me.

Durante il canto iniziale, il celebrante e alcuni giovani portano all’altare la croce avvolta in un drappo rosso e cinque candele (bianca, rossa,

verde, gialla, blu) per ricordare i martiri dei cinque continenti.

Saluto del Celebrante

Guida

La Giornata di Preghiera e digiuno in memoria dei Missionari Martiri è

occasione per tutti i cristiani, non solo per ricordare coloro che sono

stati uccisi a causa del Vangelo ma, soprattutto, per comprendere sem-

pre più che la testimonianza, riguarda ognuno di noi.

Una fede muta, che non annuncia e che non testimonia l’amore di Dio,

è una fede sterile, incapace di generare vita.

Pagina 11

Padre nostro Cardinale Sou-hwan Kim (1922-2009)

Padre nostro che stai in mezzo a milioni di uomini affamati, che stai nella vita di tutti gli uomini assetati di giustizia, Sia santificato il tuo nome nei poveri e negli umili. Venga il tuo regno, che è libertà, verità e fraternità nell'amore. Si compia la tua volontà, che è liberazione e Vangelo da proclamare agli afflitti. Dona a tutti il pane di ogni giorno: il pane della casa, della salute, dell'istruzione, della terra. Perdonaci, o Signore, di dimenticare i nostri fratelli E liberaci da ogni male e dalla costante tentazione di servire al denaro invece che a Te.

Perché tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli.

Amen.

BENEDIZIONE E CONGEDO

Celebrante Il Padre di misericordia, che nella passione del suo Fi-glio ci ha dato la misura del suo amore, conceda a voi, nel servizio di Dio e degli uomini, il dono della sua benedizione. Assemblea Amen. Celebrante Cristo Signore, che nella sua passione ci ha salvato dalla

morte eterna, vi conceda la vita senza fine. Assemblea Amen.

Pagina 10

PREGHIERE DI INTERCESSIONE

Lettore: Alle intenzioni rispondiamo: Ascoltaci Signore

• Signore, ti preghiamo per i cristiani che in tanti angoli della terra,

con pazienza e perseveranza, affrontano violenze e soprusi e fede-

li al Vangelo, non rispondono al male con il male.

Preghiamo

• Signore, ti affidiamo tutti i cristiani perseguitati a causa della fede,

tutti coloro che soffrono le ingiustizie provocate dalla povertà,

dalle guerre, dalla fame, dalle malattie, da qualsiasi forma di disa-

gio sociale e culturale che ne nega la libertà: aiutaci ad essere soli-

dali con chi ha bisogno di noi.

Preghiamo

• Signore, ti preghiamo per i missionari impegnati ad annunciare il

Vangelo in mezzo alle difficoltà, condividendo le sorti delle genti,

perché tutti possano fare esperienza concreta del tuo amore.

Preghiamo

• Signore ti preghiamo perché davanti a tuo Figlio che dona tutto se

stesso per noi, riscopriamo l’essenziale della nostra vita e della

nostra gioia: essere in te. Preghiamo

• Signore ti preghiamo perché sull’esempio dei missionari martiri,

che hanno donato la loro vita per il vangelo, impariamo ad affidar-

ci a te e a non fuggire dalle croci quotidiane.

Preghiamo

Preghiere spontanee

Pagina 3

Questa sera, aiutati da alcuni ragazzi, faremo memoria in particolare di

due nostri missionari uccisi rispettivamente 55 anni e 20 anni fa: p. Ma-

rio Borzaga della parrocchia di s. Antonio in Trento e Catina Gubert del

Primiero, oltre i ventisei operatori pastorali uccisi nello scorso anno nel

mondo.

Rivivremo insieme le ultime ore di Gesù …, passando per i suoi luoghi di

martirio. Il primo passo è il Getsemani, la paura e l’angoscia.

GETSEMANI - la paura e l’angoscia

Lettore: DAL VANGELO SECONDO MARCO (14,32-36)

Giunsero a un podere chiamato Getsemani ed egli disse

ai suoi discepoli: "Sedetevi qui, mentre io prego". Prese con sé Pietro,

Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro:

"La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate". Poi, an-

dato un po' innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, pas-

sasse via da lui quell'ora. E diceva: "Abbà! Padre! Tutto è possibile a te:

allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che

vuoi tu".

Guida: Come si è comportato Mario? Come ha vissuto la consapevolez-

za che i luoghi dove si trovava erano pericolosi? Ha avuto paura?

TESTIMONIANZA-INTERVISTA DRAMMATIZZATA

Ragazzo 1: Ciao, chi sei? Dove sei nato?

Ragazzo 2: Mi chiamo Mario Borzaga e sono nato a Trento il 27 agosto

1932. La mia famiglia era composta da papà, mamma, 2 fratelli e una

sorella.

Ragazzo 1: Che cosa hai fatto da piccolo?

Ragazzo 2: Sono sempre stato un ragazzo come tutti, ho frequentato le

scuole Crispi, mi piaceva andare in bicicletta, suonavo il pianoforte e fa-

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cevo il chierichetto. A 5-6 anni però ho deciso che volevo essere amico

di Gesù.

A 11 anni sono entrato in Seminario perché volevo essere sacerdote. È

stata una delle più grandi grazie della mia vita.

Ragazzo 1: E poi sei diventato sacerdote?

Ragazzo 2: Sì anche se devo dire che in terza liceo ho sentito forte in

me la chiamata a “far conoscere Gesù a chi ancora non lo conosce“ e

così quando ho finito i miei studi sono entrato nella Congregazione dei

Missionari Oblati di Maria Immacolata. Con loro avevo la possibilità di

diventare missionario nel mondo, avevano case nei cinque continenti

anche al Polo Nord, un luogo che avevo sempre desiderato conoscere.

Ho iniziato il noviziato il 20 novembre 1952 e ho frequentato per 4 anni

la Teologia. Certo sono stati degli anni bellissimi anche se ci sono stati

dei momenti di sconforto e di sacrificio. Ho pregato tanto e ho tenuto

la mano ben stretta al mio amico Gesù. “Quando ero davanti a Gesù

sacramento non volevo pensare a nulla. Volevo solo chiedergli che cosa

desiderasse da me”. E ho capito molto bene che il Signore voleva che io

fossi sacerdote, apostolo, missionario, martire.

Ragazzo 1: Quando sei diventato prete?

Ragazzo 2: Ho celebrato la mia prima Messa in Duomo il 28 aprile

1957. È stata una giornata bellissima, nel mio diario ho scritto: io non

vorrò mai essere un parassita dell’altare! Se Gesù mi ha dato amore,

devo rendergli Amore, se mi ha dato Sangue gli devo rendere Sangue!

Dal momento che accetta lo scambio, lo devo fare!”

Ragazzo 1: Poi sei andato in missione?

Ragazzo 2: Sì, avevo scritto al Padre Generale degli Oblati una settima-

na dopo la mia ordinazione sacerdotale di essere a sua completa dispo-

sizione e poi avevo aggiunto: se però mi è lecito esprimere un desiderio,

chiedo umilmente di essere mandato missionario nel Laos: non voglio

affatto presumere delle mie forze, e perciò ben conscio della mia debo-

lezza e pochezza, mi affido completamente al suo prudente giudizio. E

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TESTIMONIANZA di don Gianantonio Allegri, fidei donum di Vicenza,

sequestrato per 50 giorni da Boko Haram in Cameroun.

Guida: Papa Francesco al Convegno Missionario Nazionale ha detto

“Andiamo avanti con speranza! I tanti missionari martiri della fede e della

carità ci indicano che la vittoria è solo nell’amore e in una vita spesa per il

Signore e per il prossimo, a partire dai poveri”. Vogliamo ricordare i 26

operatori pastorali, 17 sacerdoti, 1 religioso, 6 religiose, 1 seminarista, 1

laico, uccisi nel mondo, 3 in più rispetto allo scorso anno.

Intervento del Vicario generale

Canto: Musica di festa

Cantate al Signore un cantico nuovo: splende la sua gloria! Grande è la sua forza, grande la sua pace, grande la Sua Santità!

Rit. In tutta la terra, popoli del mondo, gridate la sua fedeltà! Musica di festa, musica di lode, musica di libertà!

Agli occhi del mondo ha manifestato la Sua salvezza! Per questo si canti, per questo si danzi, per questo si celebri!

Con l’arpa ed il corno, con timpani e flauti, con tutta la voce! Canti di dolcezza, canti di salvezza, canti d’immortalità!

Durante il canto vengono portati all’altare dei fiori, simbolo che il sangue dei martiri è seme di speranza per i popoli per cui hanno donato la vita.

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Canto: Ogni mia parola

Come la pioggia e la neve

scendono giù dal cielo

e non vi ritornano senza irrigare

e far germogliare la terra.

Così ogni mia parola non ritornerà a me

senza operare quanto desidero,

senza aver compiuto ciò per cui l'avevo mandata,

ogni mia parola, ogni mia parola.

SEPOLCRO - la risurrezione

Guida

Terzo ed ultimo passo è il sepolcro vuoto, segno che la morte è stata

sconfitta. La croce che sembrava aver distrutto ogni nostra speranza,

adesso lascia il posto alla potenza della resurrezione. Dio può compiere

ogni cosa. Non c’è nulla che Dio non possa fare, semplicemente credi,

abbi fede e vedrai meraviglie.

Lettore: DAL VANGELO SECONDO MATTEO (28, 1-10)

Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Mà-

gdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un

gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso del cielo, si avvici-

nò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come

folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di

lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. L’angelo disse alle

donne: “Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è

qui. È risorto, infatti come aveva detto; venite, guardate il luogo dove

era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: «È risorto dai

morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete». Ecco, io ve l'ho detto».

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così sono proprio partito per il Laos.

Ragazzo 1: Cosa hai fatto?

Ragazzo 2: Prima di tutto ho imparato la lingua per conoscere le perso-

ne e capirle poi, ho parlato del mio amico Gesù, ho preparato i catechi-

sti, sono andato a visitare le famiglie, ho curato le persone ammalate.

Mi spostavo tra i vari villaggi. Un giorno mi chiesero di andare nei vil-

laggi Hmong ma per tre volte ho dovuto rinunciare.

Ragazzo 1: Ma poi ci sei andato?

Ragazzo 2: Sì, domenica 24 aprile 1960 dopo la messa ho detto ad alcu-

ni Hmong che l’indomani sarei andato a trovarli e a portare la Parola di

Dio e quindi sono partito insieme al mio giovane catechista Paolo

Shiong. Lungo la strada però siamo stati presi dai guerriglieri che ci

hanno percosso e poi ucciso. La mia mamma e i miei familiari, amici e

superiori della congregazione hanno dovuto aspettare 40 anni per sa-

pere che ero morto, per tutto questo tempo nessuno aveva detto loro

la verità, solo che ero disperso.

Ragazzo 1: Ma allora sei morto perché desideravi annunciare il Vangelo?

Ragazzo 2: Sì, sai, ho capito la mia vocazione: essere un uomo felice pur

nello sforzo di identificarmi col Cristo Crocefisso. (…) Se voglio essere

come l’Eucarestia per essere mangiato dai fratelli, devo prima passare

attraverso la morte in croce. Prima il sacrificio poi la gioia di distribuir-

mi ai fratelli di tutto il mondo. Se accetto la mia morte in unione con

quella di Gesù, è proprio Gesù che io riesco a dare con le mie stesse ma-

ni ai fratelli.

Silenzio di riflessione personale

Canto: Nada te turba

Nada te turbe nada te spante: quien a Dios tiene nada le falta Nada te turbe nada te spante: solo Dios basta.

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GOLGOTA - la croce

Guida: Il secondo passo che percorriamo è forse il più duro

e difficile da accettare: la morte. Essa segna il fallimento più grande, la

fine di tutto e nel caso di Gesù, la fine più miserabile, ucciso come un

maledetto. Salendo su quel patibolo, Gesù mostra ad ognuno di noi la

necessità di passare per questa via. La croce fa parte di ogni credente,

ed è nel segno della croce che tutti siamo legati, ricordando però che

essa è solo un passaggio, non la conclusione di un cammino.

Canto: Vieni e seguimi

Lascia che il mondo vada per la sua strada, lascia che l’uomo ritorni alla sua casa,

lascia che la gente accumuli la sua fortuna. Ma tu, tu, vieni e seguimi. Tu, vieni e seguimi.

Lascia che la barca in mare spieghi la vela, lascia che trovi affetto chi segue il cuore,

lascia che dall’albero cadano i frutti maturi . Ma tu, tu, vieni e seguimi. Tu, vieni e seguimi.

E sarai luce per gli uomini e sarai sale della terra e nel mondo deserto

aprirai una strada nuova. (2v.)

E per questa strada va’, va’ e non voltarti indietro, va’.

E non voltarti indietro.

Lettore: Dal Vangelo secondo Luca (23, 33-37)

Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfat-

tori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdonali,

perché non sanno quello che fanno». Il popolo stava a vedere, i capi in-

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vece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il

Cristo di Dio, il suo eletto». Anche i soldati lo schernivano, e gli si acco-

stavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei,

salva te stesso». C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re

dei Giudei.

Guida: Catina Gubert era consapevole dei rischi che correva nel Burun-

di devastato dall’odio tra tutsi e hutu ma ha scelto di ritornare tra la

“sua gente”, di abbracciare la croce.

Così scriveva a don Ruggero Fattor il 19 marzo 1995, 6 mesi prima del

martirio:

Lettore: Dalla lettera allegata dei vescovi del Burundi, puoi capire come è

grave la situazione. E in questo periodo si è maggiormente aggravata. A

Buja ogni giorno e soprattutto la notte ci sono sparatorie nei quartieri

periferici della città pur vigendo il coprifuoco. I militari danno man forte

alle bande armate dei Tutzi che si affrontano con quelle degli Hutu. Chi

ci va di mezzo è sempre la povera gente che deve fuggire dalle proprie

case e, quando ritorna le trova tutte distrutte. Quando finirà tutto que-

sto? Quando finalmente spunterà la pace e i poveri potranno rialzare la

testa o saranno sempre oppressi come per il passato? Nel Buyengero

anche la notte tra il 15 e il 16 abbiamo avuto i fuochi d’artificio. I milita-

ri hanno sparato per mezz’ora, dovevano inventare un assalto delle

bande armante (che non c’è stato) per scusare l’uccisione di due ragaz-

zi massacrati da loro a forza di botte. Così per una settimana gli Hutu,

soprattutto quelli di Kalynya hanno dormito in mezzo ai campi. Padre

Ottorino e Padre Mario Pulcini continuano la loro fatica pastorale, por-

tando fra quella gente un po’ di serenità.

Sarà sempre venerdì santo? Quando sorgerà anche per questo paese

l’alba della Risurrezione?

TESTIMONIANZA di don Ruggero Fattor, amico fraterno di Catina.