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Poste italiane Spa - sped. abb. post. - D.L.353/03 (conv. L.46/04) Art.1 Comma 1 DCB - Milano STAMPATO SU CARTA RICICLATA AL 100% E CONFEZIONATO IN BIOPLASTICA MATER-BI Imagoeconomica Consumers’ magazine maggio 2007 una buona notizia... Mutui, operazione penale chiara Un protocollo tra Abi e associazioni definisce in maniera chiara quanto costerà estinguere un mutuo stipulato prima del decre- to Bersani che ha cancellato le penali. Per il variabile e per i mi- sti: dall’attuale penale dell’1-3% si scende allo 0,50%, per di- ventare nulla negli ultimi due anni. Per il fisso: dall’attuale 3-5% si scende allo 0,50% se stipulato prima del 2001;all’1,90-1,50% se acceso dopo il 2001. Nulla negli ultimi due anni. editoriale Tesoretto , nuova linfa per il sociale di Lorenzo Miozzi* R iflettori puntati sul “tesoretto”. La questione del- l’extra gettito fiscale, ovvero delle entrate fiscali non previste, sta riscuotendo grande interesse. L’extra getti- to dà infatti la misura dei primi risultati della lotta all’e- vasione fiscale e di una maggiore serietà nel coordina- mento e nella realizzazione dei nuovi provvedimenti in materia. Il nocciolo della discussione però non riguarda tanto questo. Se gran parte dell’intero valore dell’extra gettito sarà utilizzata per risanare il deficit, il 25% del totale (circa 2,5 miliardi) è invece quanto Padoa Schiop- pa intende destinare al sociale. Il “tesoretto” ha i nume- ri di un vero e proprio tesoro tanto da attirare l’attenzio- ne di molti esponenti del mondo politico, ognuno con- vinto di sapere quale sia l’utilizzo più appropriato. *presidente del Movimento Consumatori I l 36% degli italiani adotta comportamenti di consu- mo responsabile. Nel 2002 erano il 28,5%. Più della metà della popolazione (il 64%) sa di cosa si tratta quando si parla di acquisti o stili di vita consa- pevoli, cinque anni fa la per- centuale era del 41,7%. Ac- canto allo “zoccolo duro” degli attivisti (come i Gruppi di ac- quisto solidale), è aumentato il numero di italiani che pratica questi comportamenti senza appartenere a un gruppo o a un’associazione. È cresciuta anche l’offerta in diversi setto- ri: alimentari, cosmetici, de- tersivi, abbigliamento, ma an- che energia, riciclo dei rifiuti, bio-edilizia, finanza, viaggi. È sempre più diffusa l’idea, quin- di, che le scelte individuali pos- sano dare un contributo a mi- gliorare il pianeta: un modo di usare l’economia piegandola alle decisioni dei consumatori e non viceversa. Le coccinelle e la Madunina A Milano non ci sono più coccinel- le. Al loro posto ci sono i formigo- ni, le moratti, i penati. Insetti che provocano malattie polmo- nari e che vivono nel cemento ur- bano. Gabetti, Pirelli RE, Ligresti e Cal- tagirone li nutrono affettuosamente con parcheggi e edifici vuoti. Il loro habitat naturale insieme al petrolio. Milano ha un primato mondiale. È l’unica città con la moglie di un petro- liere sindaco e la moglie di un petrolie- re all’opposizione. Due spose per due fratelli. «O mia bela Madunina che te brillet de lontan...la ghè pù la mè Milan». Beppe Grillo www.beppegrillo.it IL CONSUMO CHE PENSA (ANCHE) AL PIANETA STILI DI VITA RESPONSABILI IL GRILLO DEL MESE Cresce il popolo di chi acquista con un occhio alla sostenibilità Bio, equosolidale, etico: un universo in continua espansione * + ...e una cattiva Autostrade, Torino-Milano senza pace Un calvario chiamato Torino-Milano.Sull’autostrada nel 2006 si sono verificati 515 sinistri, 250 con danni alle persone, 14 morti e 435 feriti. Colpa degli infiniti cantieri che punteggiano l’arte- ria: una sorta di percorso ad ostacoli tra cantieri e cambi di car- reggiata. Adoc e Movimento Consumatori raccomandano pru- denza agli automobilisti, ma invitano anche Anas e governo a una maggiore vigilanza sulla situazione. Commercio Negozi aperti la domenica ? Gli italiani dicono sì Pag. 5 Salute Noi e i farmaci : i risultati di un sondaggio Pag. 6 Minori Bullismo, associazionismo e istituzioni in trincea Pag. 7 Le rubriche Notizie, campagne, informazioni utili Pag. 9-11 L’intervista Eugenia Montagnini a pagina 4 ec press dossier da pagina 2 a pagina 4 segue a pagina 4 il mensile dei consumatori www.movimentoconsumatori.it - [email protected] via Piemonte, 39/a - 00187 Roma tel. 06.4880053 fax 06.4820227 www.vita.it

Negozi aperti la domenica? Noi e i farmaci:i risultati ...la qualità dei prodotti che acquistano, ma anche al la-voro che c’è dietro ai marchi, alle condizioni sociali e ambientali

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Consumers’magazinemaggio2007

una buona notizia...Mutui, operazione penale chiaraUn protocollo tra Abi e associazioni definisce in maniera chiaraquanto costerà estinguere un mutuo stipulato prima del decre-to Bersani che ha cancellato le penali. Per il variabile e per i mi-sti: dall’attuale penale dell’1-3% si scende allo 0,50%, per di-ventare nulla negli ultimi due anni.Per il fisso:dall’attuale 3-5%si scende allo 0,50% se stipulato prima del 2001;all’1,90-1,50%se acceso dopo il 2001.Nulla negli ultimi due anni.

editorialeTesoretto, nuova linfa per il socialedi Lorenzo Miozzi*

Riflettori puntati sul “tesoretto”. La questione del-l’extra gettito fiscale, ovvero delle entrate fiscali non

previste, sta riscuotendo grande interesse. L’extra getti-to dà infatti la misura dei primi risultati della lotta all’e-vasione fiscale e di una maggiore serietà nel coordina-mento e nella realizzazione dei nuovi provvedimenti inmateria. Il nocciolo della discussione però non riguardatanto questo. Se gran parte dell’intero valore dell’extragettito sarà utilizzata per risanare il deficit, il 25% deltotale (circa 2,5 miliardi) è invece quanto Padoa Schiop-pa intende destinare al sociale. Il “tesoretto” ha i nume-ri di un vero e proprio tesoro tanto da attirare l’attenzio-ne di molti esponenti del mondo politico, ognuno con-vinto di sapere quale sia l’utilizzo più appropriato.

*presidente del Movimento Consumatori

I l 36% degli italiani adottacomportamenti di consu-mo responsabile. Nel 2002

erano il 28,5%. Più della metàdella popolazione (il 64%) sadi cosa si tratta quando si parladi acquisti o stili di vita consa-pevoli, cinque anni fa la per-centuale era del 41,7%. Ac-canto allo “zoccolo duro” degliattivisti (come i Gruppi di ac-quisto solidale), è aumentato ilnumero di italiani che praticaquesti comportamenti senzaappartenere a un gruppo o aun’associazione. È cresciutaanche l’offerta in diversi setto-ri: alimentari, cosmetici, de-tersivi, abbigliamento, ma an-che energia, riciclo dei rifiuti,bio-edilizia, finanza, viaggi. Èsempre più diffusa l’idea, quin-di, che le scelte individuali pos-sano dare un contributo a mi-gliorare il pianeta: un modo diusare l’economia piegandolaalle decisioni dei consumatorie non viceversa.

Le coccinelle e la Madunina

AMilano non ci sono più coccinel-le. Al loro posto ci sono i formigo-

ni, le moratti, i penati. Insetti che provocano malattie polmo-

nari e che vivono nel cemento ur-bano.

Gabetti, Pirelli RE, Ligresti e Cal-tagirone li nutrono affettuosamentecon parcheggi e edifici vuoti. Il loro

habitat naturale insieme al petrolio.Milano ha un primato mondiale. Èl’unica città con la moglie di un petro-liere sindaco e la moglie di un petrolie-re all’opposizione. Due spose per duefratelli.«O mia bela Madunina che te brilletde lontan...la ghè pù la mè Milan».

Beppe Grillowww.beppegrillo.it

IL CONSUMO CHE PENSA(ANCHE) AL PIANETA

STILI DI VITA RESPONSABILI

IL GRILLO DEL MESE

Cresce il popolo di chi acquistacon un occhio alla sostenibilità

Bio, equosolidale, etico: ununiverso in continua espansione

*

+

...e una cattivaAutostrade,Torino-Milano senza paceUn calvario chiamato Torino-Milano.Sull’autostrada nel 2006 sisono verificati 515 sinistri,250 con danni alle persone,14 mortie 435 feriti. Colpa degli infiniti cantieri che punteggiano l’arte-ria: una sorta di percorso ad ostacoli tra cantieri e cambi di car-reggiata.Adoc e Movimento Consumatori raccomandano pru-denza agli automobilisti, ma invitano anche Anas e governo auna maggiore vigilanza sulla situazione.

CommercioNegozi aperti la domenica?Gli italiani dicono sì Pag. 5

SaluteNoi e i farmaci: i risultatidi un sondaggioPag. 6

MinoriBullismo, associazionismoe istituzioni in trinceaPag. 7

Le rubricheNotizie, campagne,informazioni utiliPag. 9-11

L’intervistaEugeniaMontagninia pagina 4

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dossier da pagina 2 a pagina 4

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il mensile dei consumatori

www.movimentoconsumatori.it - [email protected] Piemonte, 39/a - 00187 Roma tel. 06.4880053 fax 06.4820227

www.vita.it

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di Emanuela Citterio

D alla verdura ai cosmetici. Dal conto in banca aiviaggi. Dal caffè ai pannelli solari sul tetto di ca-sa. Passando per il riciclo, le energie rinnovabi-

li e la bio-edilizia. Benvenuti nell’universo del consu-mo responsabile. Con le sue galassie in espansione.Tanto per fare un esempio: sul sito dell’Associazioneitaliana per l’agricoltura biologica, www.aiab.it, nonci sono più solo i consigli sul mangiare “bio” ma un’in-tera sezione dedicata ai consumi consapevoli, che com-prende anche il bio-turismo, l’abbigliamento, la co-smesi. Sempre online, www.viviconstile.org, il sitocreato da Legambiente, è una vera e propria guida chesuggerisce come rendere più sostenibili le scelte di vitaquotidiane, con schede pratiche suddivise per settori:casa, tempo libero, lavoro, trasporti, tecnologie. «Iconsumatori responsabili non sono solo interessati al-la qualità dei prodotti che acquistano, ma anche al la-voro che c’è dietro ai marchi, alle condizioni sociali eambientali con cui essi sono stati prodotti», affermaFrancesco Gesualdi, fondatore del Centro nuovo mo-dello di sviluppo, che dal 96 edita la Guida al consumocritico.

Secondo una recente indagine dell’Istituto di ricer-che educative e formative, il 36% degli italiani adottacomportamenti di consumo responsabile. Nel 2002erano il 28,5%. Ma soprattutto c’è stato un giro di boa:oggi più della metà della popolazione (il 64%) sa di co-sa si tratta quando si parla di acquisti o stili di vita con-sapevoli, cinque anni fa la percentuale era del 41,7.

L’unione fa la spesa (equa)Il fenomeno più eclatante è l’esplosione dei Grup-

pi di acquisto solidale. Nel 2000 il network italiano Re-te Gas ne censiva 43, nel 2004 erano 160, oggi sonocirca 330. Domina il Nord, con la Lombardia in testa(92 gruppi), seguita da Piemonte (46) e Toscana (39).Sono consumatori che si mettono insieme per acqui-stare di tutto: frutta e verdura di stagione non impor-tata per ridurre i trasporti e quindi l’inquinamento,prodotti del commercio equo e solidale per aiutare lecooperative del Sud del mondo, fino ai detersivi a bas-so impatto ambientale.

«Consumare meno e vivere meglio» è il motto diun’altra esperienza italiana: i Bilanci di giustizia, fami-glie che rivedono il proprio bilancio mensile in base acriteri etici ed ecologici, e introducono scelte per mi-gliorare la propria qualità di vita. Con un effetto colla-terale non disprezzabile: un risparmio netto - rispettoalla media delle famiglie italiane - quantificato in un20%, che in alcuni casi può diventare 30 o persino50% grazie alla diminuzione degli sprechi e al ricorsoall’autoproduzione (pane, conserve, marmellate, de-tersivi fatti in casa).

Questione di stile (di vita)Accanto allo “zoccolo duro” degli attivisti, è au-

mentato secondo l’Iref il numero di italiani che praticacomportamenti di consumo responsabile senza appar-tenere a un gruppo o a un’associazione, ed è cresciutal’offerta in diversi settori. «Anche il risparmio è que-stione di stile. Soprattutto se in ballo c’è l’energia. Pas-sate una serata con le vostre bollette e ve ne accorgere-te: meglio il riscaldamento centralizzato o quello auto-nomo? Come scegliere le lampadine più efficienti? E ilfrigorifero? Quanto costa installare i pannelli solari?Per non parlare dell’isolamento della casa, dei detersiviper il bucato o dell’automobile... È ora di aprire gli oc-chi: l’energia che consumiamo incide (e sarà semprepiù così) sul nostro conto in banca, oltre che sull’am-biente». Parola di Andrea Poggio, vicedirettore gene-rale di Legambiente, che apre così la sezione del sito Vi-viconstile, dedicata in gran parte all’abitare, con consi-gli che vanno dall’installazione dei pannelli solari allestrategie per ridurre gli sprechi di calore ed energia.

Una recentissima novità arriva anche dal ministerodell’Ambiente, che ha lanciato sul web un nuovo por-tale con tutte le informazioni utili rivolte alle famigliee alle aziende sul fotovoltaico, e su come avvalersi deicontributi del governo per installare un impianto(www.casarinnovabile.it). Nella sezione del sito «Casaecologica» saranno presto disponibili suggerimenti sucome risparmiare energia seguendo alcuni accorgi-menti pratici, per contribuire «a un mondo più pulitoattraverso scelte sostenibili».

Consumers’magazine2

IL TEMA DEL MESE

Il 36% degli italiani adottacomportamenti di consumoresponsabile. Che significaalimentazione, ma anche energia,conto in banca, abbigliamento,gestione della casa... Un universo inespansione, che travalica i confinidei gruppi organizzati

segue a pagina 4

dossier

Parola a Lorenzo MiozziInformazione,educazione e consapevolezza.Queste le carat-teristiche del consumatore di oggi. Le associazioni di consu-matori nascono per tutelare i diritti e per mettere in condizio-ne il singolo,che da solo non potrebbe far valere le proprie ra-gioni,di far sentire la propria voce.Ci sono dei campi nei quali,però,non sono possibili azioni collettive,cioè l’associazionenon può agire per il beneficio collettivo ma è necessario chesia il singolo ad attivarsi.È questo il caso del commercio equoe solidale,nel quale non è possibile agire al posto dei consu-matori.Come associazione cerchiamo di comunicare l’impor-tanza che la scelta individuale consapevole può avere nellanostra società.Un esempio concreto: il progetto Equonomia(vedi box a pag. 3). Informare i cittadini e metterli in condizio-ne di scegliere. Il commercio equo e solidale dà a tutti noi lapossibilità di usare l’economia stessa piegandola alle decisio-ni dei consumatori e non viceversa.Per fare ciò è necessariauna corretta informazione sui benefici che derivano dalle scel-te consapevoli e soprattutto è fondamentale la fiducia negliintermediari.Esistono, infatti,anche nel campo del commer-cio equo e solidale,possibilità di distorsioni delle finalità per-seguite e,per questo,esistono i marchi e le certificazioni, co-me Transfair (vedi articolo a pag. 3).

Obiettivo consapevolezza

La voce del Movimento Consumatori

È sempre più grandeil popolo dei piccoli gesti

I numeri

Consumatori responsabili secondo le principali variabili socio-geografiche: anni 2002/2005

CLASSE DI ETÀ 2002 200518/24 ANNI 13,4 11,225/34 ANNI 20,8 23,135/44 ANNI 25,0 23,345/54 ANNI 18,3 22,555/64 ANNI 11,3 9,2OLTRE 64 ANNI 11,3 10,7Totale 100,0 100,0

AREA GEOGRAFICANORD-OVEST 30,9 36,7NORD-EST 23,9 24,1CENTRO 22,1 21,2SUD E ISOLE 23,2 18,1Totale 100,0 100,0

SESSO 2002 2005UOMINI 43,0 46,7DONNE 57,0 53,3Totale 100,0 100,0

CONDIZIONE PROFESSIONALE 2002 2005IMPRENDITORE, 6,3 13,8LIBERO PROFESSIONISTAARTIGIANO, COMMERCIANTE 9,1 12,4DIRIGENTE, QUADRO 6,0 5,2IMPIEGATO, INSEGNANTE 24,9 29,9OPERAIO 10,2 7,2CASALINGA 16,8 7,5STUDENTE 9,5 8,9PENSIONATO 11,6 11,5NON OCCUPATO 5,6 3,7Totale 100,0 100,0

TITOLO DI STUDIO 2002 2005NESSUN TITOLO/ 8,8 4,3LICENZA ELEMENTARELICENZA MEDIA INFERIORE 34,2 23,5DIPLOMA 45,1 54,4LAUREA 12,0 17,8Totale 100,0 100,0

CLASSE DI REDDITO FAMILIARE MENSILEFINO A 1.033 EURO - 14,0DA 1.033 A 1.550 EURO - 24,1DA 1.551 A 2.066 EURO - 23,2DA 2.067 A 2.582 EURO - 19,2OLTRE 2.582 EURO - 19,5Totale - 100,0

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Consumers’magazine 3

Anno d’oro il 2006 per il circui-to dei prodotti equosolidalicertificati Fairtrade. Il valore a

consumo è stato, infatti, di 34,5milioni di euro (contro i 30 del 2005e i 24 del 2004), per un centinaio direferenze presenti soprattutto nellagrande distribuzione organizzata.

I prodotti che hanno registrato unvero e proprio boom sono stati le nocidell’Amazzonia, che hanno raggiuntole 60 tonnellate di prodotto, e l’ana-nas, che ha triplicato il volume supe-rando le 1.700 tonnellate di sell-out.Risultati ottimi anche per il riso(+42%), lo zucchero di canna (+34%)e i succhi di frutta (+28%). Le bananehanno segnato un incremento del12%, un dato di crescita particolar-

mente significativo a fronte dell’attua-le fase di liberalizzazione dei mercati.Buoni sono, infine, anche i risultati diprodotti ormai consolidati come ilcacao-cioccolato (+10%) e il caffè(+6%), mentre rimangono stazionariil miele ed il tè.

Il 2006 è stato anche l’anno dellerose, inserite nel mercato dall’autunnoscorso nei super e iper di Pam:140mila il numero di steli venduti insolo due mesi. A fine anno è stata poila volta dei jeans in cotone equosoli-dale (distribuiti in Iper, in Celio e sulcatalogo Postal Market/La Redoute) edi diversi capi di maglieria, prodottiinnovativi che hanno registrato un’ot-tima accoglienza da parte dei consu-matori.

Una nuova sensibilitàSempre più in alto, quindi, il mer-

cato equo garantito Fairtrade, cheannovera tra i soci anche il Movi-mento Consumatori. Lo scenariofuturo si fa sempre più incoraggiante epromette ancora molte soddisfazioni.Convinzioni condivise da CarloTestini, vicepresidente di TransfairItalia: «Siamo contenti di questi risul-tati perché sono dovuti a una nuovasensibilità dei consumatori, cresciutaspecialmente negli ultimi anni e allacapacità del nostro consorzio di posi-zionarsi in maniera capillare sul terri-torio per raggiungere in maniera piùdiretta le persone. Un ostacolo delpassato che stiamo man mano supe-rando. Ultimo, ma non meno impor-tante elemento che ha concorso a que-sto successo, è la qualità dei nostriprodotti, in costante aumento, e unconseguente ottimo rapporto qua-lità/prezzo. Risultati che fanno bensperare per lo sviluppo del mercatoequo e di un’economia sempre piùsolidale».

Angela Carta

TransFairÈ il marchio di garanzia del commercioequo e solidale in Italia.È un consorzio sen-za scopo di lucro costituito da organismiche operano nella cooperazione interna-zionale,nella solidarietà e nel commercioequo e solidale,nato nel 1994 per diffonde-re nella grande distribuzione i prodotti delmercato equo.

Nasce l’Osservatorio europeo su biodiversità,agricolturasostenibile e commercio equo Fairtrade Italia, l’ong Cefa e la FondazioneSlow Food per la biodiversità,con il cofinan-ziamento dell’Unione Europea,nel corso deiprossimi tre anni, realizzeranno un progettoeuropeo che ha l’obiettivo di far conoscereal pubblico i temi dello sviluppo sostenibile ele problematiche del Sud del mondo,facili-tando in questo modo le interrelazioni fraPaesi poveri e sviluppati. Il progetto è statopresentato il 5 maggio scorso a Genova nel-l’ambito di Slow Fish.

Equodal 1994

dossier

Sotto la lente I DATI DI FAIRTRADE

Sorpresa, l’equosolidaleè uscito dalla nicchia

35 milioni di euro di girod’affari nel 2006. Grazie alcanale della grandedistribuzione la crescitadel settore è stata a duecifre. Con nuovi prodotticome i jeans e le rose. Enuovi spazi di mercato

Equonomia ha l’obiettivo di informare cittadini e impresesul consumo sostenibile e consapevole, finalizzato a fornire

supporto nell’attuazione di buone pratiche. «Attraverso una se-rie di iniziative coordinate», spiega Monica Multari, ideatrice eresponsabile del progetto dello Sportello del consumatori diMC Veneto, «il progetto guida i consumatori nella scelta di tec-nologie e prodotti che permettono il risparmio di risorse edenergia, la riduzione dei rifiuti e degli inquinanti, consentendocontemporaneamente un risparmio economico e un migliora-mento della qualità della vita».

Questi, in concreto, i cardini del progetto: risparmio ener-getico e idrico; turismo responsabile; finanza etica; differenzia-zione, riduzione, riuso, riciclaggio; mobilità; educazione civicae alla legalità; bio edilizia; commercio equo solidale, consumocritico e stili di vita. Ognuno di questi punti riveste un’impor-tanza fondamentale nella vita quotidiana (privata e pubblica)dei cittadini, oltre che per la salvaguardia del pianeta. Basta pen-sare al risparmio energetico: l’utilizzo delle fonti di energia rin-novabili e i piccoli accorgimenti quotidiani consentono di ri-sparmiare fino al 50% dell’energia domestica che consumiamo.

Un altro polo fondamentale è il consumo critico abbinatoal commercio equo e solidale. Sumus quod edimus, tradotto: sia-mo quello che mangiamo, ma anche beviamo, utilizziamo pervestirci, per lavare i nostri vestiti, per arredare la nostra casa. In-somma: siamo quello che compriamo. «Con il progetto Equo-nomia », ricorda Multari, «cerchiamo di comunicare l’impor-tanza che la scelta individuale consapevole può avere nella no-stra società. Informare i cittadini vuol dire metterli in condi-zione di scegliere. Il commercio equo e solidale, infatti, dà a tut-ti noi la possibilità di usare l’economia stessa piegandola alle de-cisioni dei consumatori e non viceversa».

Equonomia intende essere uno spazio fisico, un centro discambio, un laboratorio di iniziative rivolto ai cittadini, allescuole, agli operatori economici, dove trovare informazioni,idee e opportunità offerte dal territorio attraverso uno sportel-lo di informazione, consulenze e assistenza al cittadino (ancheonline) su incentivi, facilitazioni e tecnologie per il risparmioenergetico, un centro documentazione e l’intervento nellescuole. (P.P.)

www.sportellodelconsumatore.com

IL PROGETTO EQUONOMIA

A lezione di consumo criticoMC Veneto guida i cittadini nelle scelte che fanno bene al pianeta

Comportamenti di consumo responsabileComportamenti di consumo responsabileComportamenti di consumo responsabile

base: 360 intervistati (36% del campione)

Risposte multiple % CONSUMO CRITICO 29,2 ACQUISTO DI GENERI DEL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE 55,6 ADOZIONE DI STILI DI VITA BASATI SULLA SOBRIETÀ DEL CONSUMO 51,0 ALTRE FORME DI CONSUMO RESPONSABILE 2,9 FINANZA ETICA 2,0 Totale 140,7

Motivo prevalente del consumo responsabile %

AIUTARE LE ORGANIZZAZIONI CHE OPERANO NEL SETTORE 12,3IL CONSUMO E IL RISPARMIO DEVONO AVERE UN FINE SOCIALE 45,1AIUTARE I PAESI IN VIA DI SVILUPPO 27,0MI INTERESSA LA QUALITÀ DI QUESTI PRODOTTI 14,1ALTRA RISPOSTA 1,5Totale 100,0

ADOTTA COMPORTAMENTIDI CONSUMO RESPONSABILE NON LI CONOSCE

NON INTERESSANO

Le tabelle di queste due pagine sono tratte da Scegliere il “bene”. Indagine sul consumo responsabile.A cura di Massimo Lori e Federica Volpi, Franco Angeli Editore.

36%

33%

31%

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Consumers’magazine4

Mangiare e vestire bioTra i consumi biologici, il cibo la fa sicuramente da

padrone, con i prodotti bio arrivati sugli scaffali di tuttisupermercati. Nel 2007 Biobank, che edita la guida Tut-tobio, ha censito 1.400 aziende biologiche in tutta Italia:«La prima guida l’abbiamo scritta nel 94», afferma l’au-trice, Rosa Maria Bertino, «abbiamo fatto in tempo a ve-dere la crescita e il boom, ora il settore è consolidato».

Se il vestito biologico, fatto con fibre rigorosamentenaturali e sostenibile dalla A alla Z, è ancora un prodottodi nicchia, l’abbigliamento è la nuova frontiera del consu-mo critico (vedi articolo sopra). «Si può dire che tutto è co-minciato proprio dalle scarpe, 15 anni fa. I consumatorihanno chiesto più trasparenza sulle condizioni di lavoronel Sud del mondo e alcune imprese hanno cominciato adare delle risposte», spiega Deborah Lucchetti, portavocedella campagna italiana Abiti puliti, che fa parte delnetwork internazionale Clean clothes campaign. A fare daapripista è stata la Nike. Ora altre aziende la stanno se-guendo, cominciando a rendere pubbliche le liste dei for-nitori. Clean Clothes è in contatto con 600 organizzazioninei Paesi del Sud del mondo, raccoglie le denunce di sfrut-tamento e violazione dei diritti e monitora il comporta-mento delle aziende. «Poi c’è l’impatto ambientale. Il tes-sile a basso costo utilizza persino tinture cancerogene, ban-dite nell’Unione europea». La ricerca di alternative saràuno dei temi caldi della Giornata mondiale del commer-cio solidale, il 13 maggio. Emanuela Citterio

E se la destinazione d’uso è ancora da defi-nire - dal governatore della Banca d’Italia,Mario Draghi, che lo utilizzerebbe interamenteper agganciare alla Finanziaria una manovracorrettiva per il 2008, all’Europa che ricorda co-me tutti i Paesi membri si siano impegnati a pa-reggiare il bilancio entro il 2010, a proposte va-rie di differente portata - di fatto se ne continuaa parlare come fosse la panacea di tutti i mali.

Di fatto però ancora non è stata creata unabacchetta magica e il tesoretto rappresenta sì unasomma apparentemente ingente ma non una so-luzione per tutti i problemi del sistema Italia.

Credo prima di tutto che queste risorse nondebbano essere investite in ulteriori provvedi-menti di natura assistenziale a favore delle im-prese per le quali la Finanziaria ha già sancitoforti sgravi sul costo del lavoro con il provvedi-mento sul cuneo fiscale. Più importante a mioparere affrontare il deficit sociale italiano.Giusta perciò la decisione di Padoa Schioppa didirottare queste risorse sul sociale perché senzaun deciso investimento in questo ambito, attra-verso un’azione profonda a livello di welfare,

probabilmente tra qualche anno ci ritroverem-mo comunque con tutti i problemi odierni -quelli che si crede di poter risolvere attraverso lealtre proposte per il tesoretto - che avremmoperò nel frattempo solo pensato di risolvere.

Lo stesso valga per quelli che chiedono l’uti-lizzo del tesoretto per ridurre le tasse. Si risolve-rebbe senza dubbio un problema contingentesenza però agire con lungimiranza. Purtroppogran parte dell’opinione pubblica non analizzale decisioni valutandole nel lungo termine masolo analizzandone i benefici immediati.

Importante invece è agire per garantire il di-ritto alla casa, per costruire asili nido e per met-tere a norma di sicurezza gli edifici scolastici,per garantire il diritto alla mobilità potenziandole ferrovie locali e la sostenibilità del trasportourbano, per finanziare il fondo della non auto-sufficienza, per l’accesso ai farmaci. Si agisce co-sì per dare nuova linfa al Paese e fondamentapiù solide e determinarne nel tempo uno svi-luppo e una crescita sostenibile sotto tutti ipunti di vista.

Lorenzo Miozzi

INTERVISTA A EUGENIA MONTAGNINI, SOCIOLOGA

di Carlotta Jesi

D imenticate camicioni di juta ur-ticanti, pantaloni unisex infor-mi, scarpe a zero impatto am-

bientale e zero gusto. La moda etica hascoperto i jeans. In cotone biologico, ma

donanti. E griffati: Le-vi’s, Coop, LifeGate,Mavi. «Quattro marchilanciati sul mercato ita-liano in soli cinque me-si, da novembre 2006 amarzo di quest’anno:

bastano per parlare di boom?». È una do-manda retorica quella di Eugenia Mon-tagnini. Docente di Sociologia del terri-torio alla Cattolica di Milano e autrice,con Carla Longhi, di La moda della re-sponsabilità, che proprio dai jeans eticiparte per esaminare quello che Monta-gnini definisce «l’ultimo anello della ca-tena dei consumi responsabili».Consumers’ Magazine: Ultimo inche senso? Eugenia Montagnini:La moda è l’ul-timo settore comparso sulla scena delconsumo impegnato, dopo il cibo e la fi-nanza. L’identikit del compratore tipicodi moda responsabile è, infatti, simile aquello del consumatore bio che investesui fondi etici: donna, con cultura me-dio-alta, di età fra i 35 e i 45 anni.

CM: Quali sono i criteri che usa per sce-gliere?Montagnini: Etica ed estetica. Oggiqueste due dimensioni sono imprescin-dibili: una maglietta in cotone biologicoprodotta nel Sud del mondo può essereetica fin che vuole, ma se non è bella nonvende. Benché, inoltre, esistano addirit-tura sette marchi che certificano la qua-lità dei prodotti - dal biologico al fair tra-de - la certificazione non è usata come cri-terio principale di scelta. Il consumatoreguarda soprattutto al fatto che dietro a unprodotto ci sia una filiera corta: è il casodei jeans di LifeGate, delle magliette del-la campagna Tessere il futuro lanciata dal-le botteghe Chico Mendes e anche deidiamanti della gioielleria Belloni di Mi-lano, che il suo proprietario acquista in

Canada dove sono prodotti. Più che lacertificazione, interessa il circuito attra-verso cui il prodotto è commercializzatoo pubblicizzato: la rete dei gruppi di ac-quisto, o uno spot trasmesso da RadioPopolare, sono garanzie sufficienti.CM: Quanti dei prodotti venduti comeetici lo sono effettivamente?Montagnini:Fare una stima è difficile.Basti dire che i jeans della Levi’s sono fat-ti di cotone organico per una percentua-le compresa tra il 60 e l’80% e che nonhanno certificazione. CM:Quali sono i settori della moda eti-ca che vendono di più e quali i prezzi deiprodotti?Montagnini: Il biologico e l’equosoli-dale. Con prezzi che, spesso, sono ancheinferiori rispetto alla moda tradizionale.È il caso dei jeans Coop, che hanno unacertificazione ecologica e di fair trade eche costano 25 euro contro i 100 di tan-ti jeans. Si tratta, soprattutto, di modaprodotta dal basso: da cooperative, as-sociazioni, imprese di famiglia e orga-nizzazioni non governative.CM: Non considera moda etica quellaproposta dagli stilisti ?Montagnini:Iniziative come Red, la li-nea solidale di Armani, sono etiche soloin quanto devolvono una parte dei pro-fitti al non profit. Come pure fanno mar-

chi come H&M, Calzedonia e Intimis-simi.CM: Parliamo di produzione. I marchicome Zara, popolarissimi anche grazie aiprezzi bassi, delocalizzano nel Sud delmondo senza offrire garanzie sull’impat-to sociale e ambientale della produzione.La moda etica dove viene prodotta?Montagnini: Il commercio equosoli-dale ha fatto della produzione nei Paesiin via di sviluppo, e dei benefici di que-sta produzione per le comunità locali,una bandiera. Sulla produzione in Italia,invece, è difficile dare garanzie: dal 2003è bloccato in Parlamento un disegno dilegge sul made in Italy che dovrebbe cer-tificare veramente che un prodotto siarealizzato nel nostro Paese e non, peresempio, solo assemblato in Italia.

Anche la moda scoprel’etica. Ma senzadimenticare l’estetica

editorialeTesoretto, nuova linfa per il sociale

segue da pagina 2

segue dalla prima

La moda della responsabilità, scritto daEugenia Montagnini e Carla Longhi, è editoda Franco Angeli ed è stato presentato alconvegno Cool, nuovo lusso, fast-fashion emoda etica: i nuovi stili dell’haute couturee prêt-à-porter tenutosi l’11 maggioall’Università Cattolica di Milano. Il volumesarà nelle librerie da luglio.

Il volume

Vestirsi a misuradi mondo

dossier

«Una maglietta prodottanel Sud del mondose non è bella nonvende». Un’esperta spiegai meccanismi dell’ultimafrontiera dei consumiresponsabili

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Consumers’magazine 5

di Angela Carta

A gli italiani piace fare shopping ladomenica. È questo il dato prin-cipale che emerge da una ricerca

Cermes-Bocconi commissionata daFederdistribuzione, l’organismo dirappresentanza della distribuzionemoderna organizzata in Italia.

La ricerca, che ha raccolto anche ilcontributo delle associazioni dei con-sumatori appartenenti a Consumers’Forum, ha evidenziato come, nell’ulti-mo anno, il 64,5% degli italiani ha fat-to acquisti domenicali nei supermerca-ti, il 56,8% nei centri commerciali, il54,7% nel centro città, il 39,8% neimercati ambulanti e il 37,8% nei nego-zi sottocasa.

Si acquistano soprattutto abbiglia-mento e calzature (69,1%), prodotti dielettronica ed elettrodomestici(30,3%), articoli per la casa (24,1%)ma anche, in misura estremamente ri-levante, prodotti alimentari (63,5%), atestimonianza di quanto le aperture do-menicali siano percepite dal cittadinocome un vero e proprio servizio.

Tempo e denaroCiò nonostante, quasi l’80% degli

italiani è insoddisfatto dell’attuale si-tuazione delle aperture domenicali e ri-chiede interventi che migliorino la co-municazione (il 66,6% degli intervista-ti vorrebbe infatti avere maggiori infor-mazioni) e minore occasionalità. Se leaperture domenicali fossero meglioprogrammate e comunicate, dando si-curezza di calendario al consumatore,circa il 19% degli italiani sposterebbe ilproprio giorno abituale per la spesa ali-mentare alla domenica. Questa percen-tuale sale al 25,9 per i beni non alimen-tari.

Dalla ricerca Cermes-Bocconi/

Federdistribuzione emerge come le aper-ture domenicali non rappresentino sol-tanto un’efficace modalità per consen-tire una più razionale gestione del tempodegli individui, ma consentano anchedi sostenere i consumi delle famiglie,con benefici per l’intero sistema eco-nomico: per il 54,8% degli italiani leaperture domenicali sono utili per fareacquisti che altrimenti non potrebberoeffettuare.

Se, infatti, il numero medio delleaperture domenicali annuali sul terri-

torio nazionale venisse raddoppiato,passando dalle attuali 14 a 28, i consumicommercializzabili alimentari e non ali-mentari crescerebbero di 4,16 miliardidi euro, pari ad un incrementodell’1,96%, che equivale ad un’inci-denza sul Pil 2005 dello 0,29%.

Anche sul fronte occupazionale, ilraddoppio delle domeniche di apertu-ra offrirebbe 9mila nuove opportunitàdi lavoro nella grande distribuzione ecirca 13mila nuove potenziali posizio-ni nella distribuzione tradizionale.

NUOVE ABITUDINI

Le aperture festive di negozi e centri commerciali piacciono molto agli italiani.Che però chiedono più informazione e programmazione

Necessità di essere informatiIl 66,6% degli intervistati valuta chedovrebbero essere meglio pubbliciz-zate le aperture domenicali.Gli stru-menti attraverso i quali si viene a co-noscenza delle aperture domenicalisono i manifesti,nei negozi o in gironelle città (50,5%), il passaparola(47%), i quotidiani (37,3) e radio e tv(14,8%).

Frequentazione dei negozi durante i giorni festivi Il 42,9% degli italiani visita con re-golarità i supermercati la domenicaquando sono aperti (il 14,1% li fre-quenta “molto spesso”) e il 38,3% sireca con costanza nei centri com-merciali. La frequentazione del cen-tro città avviene,a negozi chiusi,daparte del 44% degli intervistati.Que-sto dato sale invece al 55,9% quan-do i negozi sono aperti.

Cosa acquistano gli italianiNelle aperture domenicali si com-prano abbigliamento e calzature(69,1%),prodotti di elettronica edelettrodomestici (30,3%),articoli perla casa (24,1%) ma anche, in misurarilevantissima,prodotti alimentari(63,5%).

Più tempo libero ai cittadiniPer il 60,7% degli italiani gli acqui-sti domenicali sono fatti con piùtranquillità e permettono di vederepiù alternative, riuscendo così aspendere meglio. Per l’81% andarein centro con i negozi aperti è piùpiacevole.Per il 77,7% degli intervi-stati le aperture domenicali sono unservizio. Il 19% degli Italiani per laspesa alimentare e il 25,9% perquella non alimentare sposterebbeil proprio giorno abituale di spesa ladomenica.

Richiesta del numero di aperture domenicaliNon valutando il mese di dicembre, il19,5% degli italiani vorrebbe tutte ledomeniche aperte e il 40,3% dueaperture domenicali al mese.Consi-derando le quattro aperture di di-cembre come previste dalla normati-va, il numero medio nazionale diaperture domenicali nell’arco del-l’anno indicato dai cittadini potreb-be essere di 25/26 giorni, cioè lametà delle domeniche in calendario.

Fonte Cermes - Università Bocconi/Federdistribuzione - Indagine sui cittadini.Somministrazione telefonica di un questionario strutturato.Periodo:4-10 maggio 2006.Campione:1.008 unità,rappresentativo della popolazione di età tra i 15 e i 70 anni residente in tutti i capoluoghi di provincia italiani

I risultati del sondaggio

Un servizio, ma anche un modo per risparmiare

La ricerca Cermes-Bocconi/Federdistribuzione ha avuto anche il contributodelle associazioni dei consumatori appartenenti a Consumers’ Forum,chehanno evidenziato come sia necessario affrontare il tema delle aperturedomenicali garantendo un approccio di sistema,che coinvolga il mondodel commercio nella sua globalità e tutte le sue formule.Lorenzo Miozzi,presidente di Consumer’s Forum e del Movimento Consumatori ha sottoli-neato alcune indicazioni chiave espresse dalle associazioni:

le aperture domenicali e festive sono un maggiore servizio ai cittadini ecome tali senz’altro utili;

l’incremento del loro numero e una loro più efficace programmazione egestione sono da valutarsi favorevolmente;una più chiara e semplice pro-grammazione delle aperture (ad esempio,sempre due domeniche al me-se),e/o il coordinamento degli operatori (tutti aperti o tutti chiusi) costitui-scono per i cittadini informazioni caratterizzate da certezza,consentendouna buona organizzazione del tempo della famiglia,da cui scaturisce, inmolti casi, la reale possibilità di utilizzare concretamente le aperture; leinformazioni sulle aperture domenicali/festive e la certezza delle stessesvolgono un ruolo molto importante nell’agevolare i cittadini nell’organiz-zarsi e programmare al meglio il proprio tempo,soprattutto ad alcune fa-sce della popolazione per le quali il tempo è una risorsa scarsa;

le aperture della domenica sono una componente del più ampio ragio-namento sui “tempi della città”:coordinamento degli orari di apertura deiservizi e loro sincronizzazione con i tempi del lavoro,valutando anche lenuove opportunità occupazionali:part time, lavoro a domicilio, lavori inorari particolari; in questo quadro è rilevante il coordinamento delle aper-

ture,con l’adeguamento dei servizi di mobilità urbana ed extraurbana e/ocon una tariffazione conveniente dei parcheggi pubblici.Questo agevole-rebbe la frequentazione del centro città anche da parte degli abitanti delleperiferie o dei comuni limitrofi,a costi di mobilità accessibili e mantenen-do un basso livello di congestionamento del traffico;agevolerebbe inoltreil raggiungimento dei centri commerciali periferici da parte di fasce dellapopolazione a bassa mobilità (anziani,giovani) o sensibili al fattore eco-nomico.

un approccio graduale al cambiamento verso un numero maggiore diaperture appare la via migliore:bisogna procedere per gradi.Le abitudinidella gente cambiano lentamente e,se è necessario saperle anticipare,di-viene fondamentale riuscire ad accompagnarle; il ruolo dell’offerta è quel-lo di dare delle opportunità di cambiamento:se queste coincidono con glieffettivi bisogni dei cittadini,progressivamente la domanda finirà per co-gliere al meglio le opportunità create;

le aperture festive e di domenica sono interessanti per tutti gli acquistidelle famiglie,ma in particolare per quelli non alimentari,soprattutto seimplicano processi d’acquisto condivisi a livello di nucleo familiare; forni-scono ulteriori occasioni e tempi più ampi per confrontare i prezzi e le al-ternative di prodotto (assortimenti) in un maggior numero di negozi;permolte fasce della popolazione,nell’attuale contesto di ridotto reddito di-sponibile,questo costituisce un elemento di particolare rilevanza;

le aperture domenicali sono una delle scelte che stimola la rivitalizza-zione dei centri storici e ne favorisce la riappropriazione da parte dei cit-tadini.

Il punto di vista delle associazioni dei consumatori

Ecco come cambiare (e migliorare) i tempi della città

commercio

Shopping la domenica? Sì, grazie

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Consumers’magazine6

SANITÀ IN FAMIGLIA

di Rossella Miracapillo*

F armaci, questi sconosciuti? Nienteaffatto. Gli italiani sanno cosa so-no, come si usano, ma nella realtà

non applicano le regole. Questo il datopiù significativo emerso dal sondaggiodell’Osservatorio Farmaci & Salute delMovimento Consumatori, presentato aRoma nel corso di una tavola rotonda.All’incontro hanno partecipato espo-nenti dell’Aifa, del ministero della Salu-te, dell’Istituto superiore di sanità, delCentro antiveleni di Milano, della Simge di Federfarma.

Gli aspetti fondamentali analizzatidalla rilevazione, realizzata in collabora-zione con il Centro di ricerca Ipsos, sonostate le abitudini in relazione ai farmaci,la compliance, la conoscenza specificadei farmaci generici e degli integratorialimentari. I risultati sono stati assoluta-mente inaspettati: l’italiano medio risul-ta essere apparentemente attento e con-sapevole nel rapporto con i medicinali.

Promossi in conoscenzaIl primo dato che emerge è che al-

l’interno delle famiglie italiane i soggettiche si occupano maggiormente dell’ac-quisto dei farmaci sono le donne e le per-sone con un più elevato livello di istru-zione. Sul fronte del rapporto dei consu-matori con i farmaci il sondaggio ha rile-vato che il 55% delle famiglie li conservatutti in appositi armadietti, il 39% qua-si tutti negli armadietti e il 6% in luoghigiudicati più comodi. Nelle famiglie incui sono presenti figli, si dà maggiore im-portanza alla scelta del luogo dove con-

servare i farmaci rispetto a quelle che vi-vono senza figli. Le persone che sonosoggette a terapie per malattie cronichesono, invece, abituate a tenere a portatadi mano i farmaci che utilizzano quoti-dianamente.

Per quanto riguarda il controllo del-la data di scadenza una parte significati-va degli intervistati appartenente alla fa-scia d’età avanzata la controlla regolar-mente (48%), mentre i giovani control-lano la scadenza generalmente poco pri-

ma di utilizzare il prodotto. Se il farma-co è scaduto da poco tempo, gli intervi-stati con una buona istruzione, gli anzia-ni e i residenti nel Nord Italia hanno latendenza ad utilizzarlo lo stesso.

I foglietti di avvertenze e istruzionisono letti abitualmente dai giovani e daisoggetti più istruiti, mentre gli intervi-stati che hanno concluso la scuola del-l’obbligo si affidano maggiormente alleindicazioni del medico o del farmacista.Quasi tutte le persone intervistate di-chiarano di attenersi a quanto prescrittodal medico in termini di dosaggio/poso-logia e di durata del trattamento tera-peutico (95%); la percentuale più alta dicoloro che cambiano la durata del trat-tamento è individuabile nella fascia deimeno istruiti.

Il risultato sulla conoscenza dei far-maci generici è estremamente interes-sante: il 73% delle persone intervistatedefinisce in maniera corretta il significa-to di “farmaco generico”. Il 12%confonde i farmaci generici con i medi-cinali che si possono acquistare in far-macia anche senza ricetta, l’8% credeche siano i medicinali consigliati dal far-macista dopo che il paziente spiega i suoisintomi. Il 6% ritiene che siano i medi-cinali che si possono acquistare anchefuori dalle farmacie, nei supermercati,negli autogrill, mentre l’1% crede chesiano rimedi a base di erbe, omeopatici omedicine alternative.

Idee un po’ più confuse invece sugliintegratori alimentari: quelli che si tro-vano nei supermercati, nei negozi e ne-gli autogrill non sono considerati, perquesto una parte rilevante del campioneè convinta di non utilizzarne, ritenendoche gli integratori alimentari siano soloquelli che si acquistano in farmacia. In-fatti solo il 5% crede di utilizzarli. Que-sti prodotti risultano usati maggior-mente dalle donne, dai soggetti residen-ti nel Nord Italia e dalle persone che ap-partengono ai ceti più istruiti della po-polazione.

La realtà è diversa...Questo quadro, nel complesso “ro-

seo”, però, sembra non corrisponderedel tutto alla realtà. I farmaci generici,per esempio, sono ancora fermi al 13%della spesa complessiva nazionale. I datisugli incidenti domestici per uso impro-prio di farmaci, poi, sono allarmanti. Ol-tre il 90% delle intossicazioni avviene inambiente domestico. E i bambini da 1 a4 anni sono i soggetti maggiormente arischio.

*responsabile dell’OsservatorioFarmaci & Salute MC

Italiani e farmaci,tanta teoria,poca pratica

salute

Sanno cosa sono i farmacigenerici, ma li usanoancora pochissimo.Seguono dosaggi eposologia. Ma leintossicazioni in ambientedomestico sono ancoradiffusissime. Il MovimentoConsumatori mette sottola lente il nostro rapportocon le pillole. Facendoqualche inaspettatascoperta...

La rilevazione si è svolta online dal 15 luglioal 22 novembre 2006 sul sito delMovimento Consumatori. Prima diprocedere all’elaborazione dei risultati èstato effettuato un riproporzionamento allapopolazione italiana per sesso, età ed areageografica. Successivamente allarilevazione online, Ipsos ha ritenutoopportuno confrontare le risposte datenell’indagine online con un campionerappresentativo della popolazione italiana.A tale scopo sono state raccolte milleinterviste telefoniche assistite da computer(CATI = Computer Assisted TelephoneInterview) svolte il 5 dicembre 2006.

Nota metodologica

Come si è svoltoil sondaggio

Sono i bambini i soggetti più a rischio di intossicazione da farmaci. Lo ha affermato, nel corsodella tavola rotonda, Franca Davanzo, responsabile del Centro antiveleni di Milano, cheillustrato una campagna di informazione ad hoc, curata dallo stesso centro e promossa dallaRegione Lombardia: Ricordati di proteggerlo. Come difendere i nostri piccoli dalleintossicazioni in casa. Un opuscolo informativo che spiega tutte le norme per evitareintossicazioni accidentali.Altro fronte su cui lavorare, la trasparenza. Per Franco Caprino, segretario nazionaleFederfarma è necessario comunicare maggiormente e in modo semplice, utilizzando fogliettiinformativi che parlino al paziente ed evitando il più possibile termini tecnici. Chiarezza epartecipazione è richiesta anche al medico di famiglia. Ovidio Brignoli, vicepresidente dellaSimg - Società italiana di medicina generale ha posto l’accento sulla necessità di coinvolgerecon maggiore vigore i medici di base in campagne di informazione e di sviluppare il processorelazionale medico-paziente. L’intervento di Roberto Copparoni, del ministero della Salute, siè quindi focalizzato sul significato di integratore alimentare, sulle linee guida del ministero esugli effetti di assunzione in particolari casi. «È necessario informare esattamente iconsumatori visto che anche dal sondaggio è emerso che una grande percentuale di personenon sa esattamente cosa siano gli integratori alimentari».

La tavola rotonda

Trasparenza e informazioneper una medicina a misura di consumatore

Dosaggi e posologia

Lei genralemente si attiene a quantoprescritto dal medico in termini didosaggio/posologia e durata del tratta-mento terapeutico?

Farmaci generici

Ogni tanto si sente parlare di “farmacigenerici”. Secondo lei si definiscono“farmaci generici”...?

Sempre 85%

10%

2%

3%

Qualche volta

Cambiodosaggio

Modificola durata

Base totali intervistati: 1.686

73% I mediamenti/medicinali senzamarca, con lo stesso principio attivo diun farmaco di marca, che noi possimaochiedere e che il farmacista puòconsigliare in sostituzione di quelli danoi richiesti

12% Tutti i medicamenti/medicinaliche si possono acquistare in farmaciaanche senza ricetta

8% I medicamenti/medicinali checonsiglia il farmacista quando noispieghiamo i sintomi della nostramalattia, dei dolori

6% I medicamenti/medicinali che sipossono acquistare anche fuori dallafarmacia: nei negozi, supermercati,autogrill

1% Tutti i rimedi a base di erbe,omeopatici, di medicina alternativa

Abitudini in relazioni ai farmaci

Parliamo adesso dei foglietti di avver-tenze e istruzioni che di solito si trovanonelle confezioni dei farmaci.Quale frase si avvicina di più alle sueabitudini?

48% Li legge abitualmente perché liritiene molto utili e chiari

39% Li legge anche se generalmentenon li trova molto utili e chiari

13% Non li legge quasi mai,preferisce affidarsi alle indicazioni delmedico o del farmacista

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Consumers’magazine 7minori

di Daniele Biella e Piero Pacchioli

«La famiglia è debole e l’istituzio-ne scolastica da sola non ce lafa». L’appello della Sip - Società

italiana di pediatria che recentementeha pubblicato i dati dell’Osservatorioadolescenti sul bullismo, è chiaro: serveun costante lavoro di squadra tra tutti isoggetti interessati nel processo educa-tivo e di crescita dei ragazzi. «Non servedelegare, né alle sole famiglie né esclusi-vamente alla scuola», dicono alla Sip.

Tutti i giorni, da qualche mese, tele-visioni e giornali raccontano nuovi epi-sodi. Il numero verde Smonta il bullo(800.669696), attivato a febbraio dalministero della Pubblica istruzione, haricevuto nelle prime ventiquattr’ore ben1.150 chiamate e si mantiene oggi sulle150 al giorno. Chiamano studenti persegnalare casi, ma anche insegnanti e ge-nitori per capirci di più.

« È segno di un grande bisogno diinformazione», dice Giovanna Boda,referente del numero verde e coordina-trice della Commissione nazionale sulbullismo, istituita anch’essa a febbraio.«Il numero ha la funzione di raccordo,perché i casi vengono poi trattati nei va-ri osservatori presso gli Uffici scolasticiregionali», continua Boda, «perché è so-lo sul territorio che possono essere risol-ti, nessun intervento calato dall’alto puòfunzionare».

Negli osservatori le istituzioni sonoaiutate dall’associazionismo, che diven-ta così un riferimento nella lotta anti-bullo. Ad oggi, gli enti che si occupanoesclusivamente di bullismo si contanosulle dita di una mano (vedi box), mamolti altri inquadrano il fenomeno inambiti più ampi, lavorando ad esempiosu relazioni tra pari e gestione dei con-

flitti, affettività ed educazione alla lega-lità.

Non generalizzare«Il bullismo è un fenomeno in cre-

scita», spiega Maria Beatrice Toro, di-rettore scientifico della Fondazione mo-vimento bambino. «Occhio però a nonconfonderlo con il teppismo e il vanda-lismo, dove l’oggetto della rabbia e dellaviolenza non è il coetaneo, ma l’esterno,il mondo adulto, l’istituzione», conti-nua Toro, alla quale si affianca DanieleNovara, direttore del Centro psicope-dagogico per la pace di Piacenza e auto-re del libro I bulli non sanno litigare (Ca-rocci, 2007). «Non basta compiere gestiprepotenti e violenti per diventare unbullo», dice Novara. «È bullo, invece,chi prevarica un suo coetaneo con atti diviolenza fisica e verbale premeditati, conlo scopo preciso di sminuire l’altro».

Non tutto ciò che accade dentro efuori da scuola quindi è bullismo. «Ge-neralizzare porta fuori strada e provocaapprensioni esagerate», dice Novara.L’edificio scolastico rimane comunqueil luogo dove tutto nasce. «È il luogo del-l’incontro con le regole sociali, con ilconfronto interpersonale, sia tra pariche con un’autorità, quella degli inse-gnanti, che accompagnerà il soggetto informazione per diversi anni e ne segneràil cammino», afferma Toro. «A scuolanascono le tipiche dinamiche del grup-po, sia quelle di segno positivo che ne-gativo», continua il direttore di Fonda-zione movimento bambino, «qui si pos-sono manifestare diverse difficoltà:estrema competizione, gelosie, tensio-ni, prepotenze, prevaricazioni, fino allaviolenza agita dal branco e subita dal sin-golo».

Ma come reagiscono i ragazzi? Se-condo una recente ricerca della Provin-cia di Brescia, condotta su un campionerappresentativo di scuole, risulta che levittime dichiarano di reagire alle prepo-tenze subite principalmente chiedendoaiuto ai compagni (30%) o difendendo-si da soli aggredendo il bullo (25%). So-lo pochi chiedono aiuto agli adulti, sia-no essi i genitori (15%) o l’insegnante(13%) e 13 su cento dichiarano invecedi reagire soltanto piangendo. I modiper difendersi da atti di prevaricazionenon sono tutti uguali: i maschi rispon-dono con l’aggressione (33%) mentre lefemmine riferiscono tutto ai genitori(18%) o agli insegnanti (14%). Anchele violenze non sono tutte uguali: men-tre i maschi sono più aggressivi le ragaz-ze tendono a fare un vero e propriomobbing, isolando e prendendo in girola vittima sotto il profilo psicologico.

MINORI E VIOLENZA

Punto primo: capire bene dicosa si sta parlando. Perchégeneralizzare è pericoloso enon aiuta a risolvere iproblemi.Punto secondo: solo lacollaborazione tra istituzioni,famiglie, scuola può portarea vincere la sfida.Lavorando sul territorio

Online e non soloIn Italia sono ancora pochi i riferimenti anti-bullo. Una delle prime associazioni a nasce-re con il preciso scopo di arginare il fenome-no è Sos Bullismo (www.bullismo.com),creata nell’ottobre 2006 da Marco Cappel-letti, ragazzo 22enne della provincia di Lec-co che è stato vittima di continue prevarica-zioni alle superiori raccontate nel libro Vole-vano uccidere la mia anima. La sua associa-zione, che ha referenti territoriali in varie re-gioni d’Italia, si avvale della costante colla-borazione di psicologi, insegnanti e nel suoprimo anno di vita è già intervenuta in unaventina di scuole.Un altro riferimento è l’associazione Codici -Centro per i diritti del cittadino (www.codici.org), che ha base a Roma ma spor-telli anche in Lombardia,Toscana,Abruzzoe Toscana.A gennaio, in collaborazione conil ministero del Lavoro e delle Politiche so-ciali, l’associazione ha attivato il progettodi assistenza psico-legale Azioni contro ilbullismo per una cultura della legalità e haredatto una guida distribuita in centinaia discuole e disponibile online.Combattere il bullismo attraverso un’ade-guata gestione dei conflitti è una delle pro-poste del Centro psicopedagogico per lapace di Piacenza (www.cppp.it), che daanni si occupa di formazione e consulenzasulla gestione dei rapporti interpersonaliorganizzando corsi per insegnanti e opera-tori.Un elenco di progetti, interventi ed espe-rienze di enti non profit nella lotta al feno-meno si trovano infine sul cliccatissimo sitowww.smontailbullo.it (mille contatti algiorno), attivato dal ministero della Pubbli-ca istruzione con il numero verde antibullo800.669696. (D.B.)

Intervento di Alessio Gamba,psicologo e psicoterapeuta, U.O. Psicologia dell’età evolutiva,azienda ospedaliera San Gerardo,Monza

Nello sviluppo del progetto Leggereper Crescere una grandeimportanza è attribuitaall’incentivazione dellanarrazione, della lettura ad altavoce e del gioco per i bambinimalati, in particolare per quelliricoverati in ambienteospedaliero.Raccontare e ascoltare storie,

disegnare, giocare vengonospesso considerate attivitàaccessorie, poco rilevanti quandoben altro è in discussione: ilpericolo insito nella malattia,l’ansia della guarigione, il timoredi insanabili peggioramenti.

Per gli adulti può apparire di pocosenso stare a leggere, stimolare epartecipare al gioco, quando unbambino è molto malato, invecedi cercare di fare qualche cosache contribuisca a cambiare lasua situazione e restituirgli lasalute.Anzi, stare a leggere e a giocareassumono frequentemente unsottile connotato malinconico, diun’idea che ciò che si sta facendoè ben poca cosa, sostanzialmenteun riempitivo, un tentativo ditenere lontano dal bambino larealtà della sua malattia, di

riempire un tempo che apparesospeso, vuoto, di attesa delritorno alla vita vera.Questo è vero: narrare, leggere,favorire il gioco è certamente unmodo per tenere lontano ilbambino malato da unacondizione difficile. Ma è verosolo in parte: per il bambinoascoltare, fantasticare, giocaresono attività che rappresentanoconcrete possibilità di elaborare lapropria percezione della realtà, ilproprio sentire, il modo più direttoper esprimere le proprie esigenze,le proprie ansie, le proprie

sofferenze più profonde e anchele più vive speranze.Da questo punto di vista,ascoltare, raccontare, giocarediventano ben altra esperienzadal semplice “pensare ad altro”,dal superficiale distrarre la mente.Agli adulti, il compito diconsentire alla sofferenza deibambini di esprimersi. «La penache non parla sussurra al cuoreaffranto e gli ordina di spezzarsi»,diceva William Shakespeare.

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Leggere per crescere

L’associazionismo

Un libro in corsia, qualcosa di più di una distrazione per un bambino malato

Lavoro di squadracontro il bullismo

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Consumers’magazine8 approfondimenti

SICUREZZA ALIMENTARE

di Beppe Riccardi*

I l ministero delle Politiche agricole alimentari e fore-stali ha emanato un disegno di legge contenente di-sposizioni per l’adempimento degli obblighi comu-

nitari. L’art. 7 abroga alcuni articoli della legge204/2004 che obbligava i produttori di alimenti ad in-serire in etichetta l’indicazione del luogo di origine o diprovenienza della materia prima utilizzata prevalente-mente nella produzione.

La legge 204 era stata subito contestata, sia dalla Fe-deralimentare sia dalla Comunità europea perché incontrasto con il diritto comunitario. La Commissioneeuropea chiedeva che la norma italiana venisse applica-ta esclusivamente ai prodotti nazionali e non a quelliprovenienti da altri Paesi.

Per rimediare, il governo ita-liano ha ora la possibilità di pre-sentare singole normative perogni prodotto, per estendere l’in-dicazione obbligatoria di origineai prodotti significativi per l’Ita-lia: dall’olio d’oliva alla carne sui-na e ovina, dai prodotti dolciari aisucchi di frutta, dal latte a lungaconservazione ai grassi ed oli ve-getali e via dicendo.

Ricordiamo che alcune cate-gorie di prodotti sono già “nor-mati” e già esiste e rimane l’obbli-gatorietà dell’etichetta d’origine.Sono tutti i prodotti tipici conmarchio europeo come i Doc(Denominazione di origine con-trollata), i Docg (Denominazio-ne di origine controllata e garan-tita) e gli Igt (Indicazione geogra-fica tipica) per i vini; i Dop (De-nominazione di origine protetta),gli Igp (Indicazione geograficaprotetta) e gli Stg (Specialità tra-dizionale garantita) e come quellinazionali che hanno già una nor-ma interna come l’ortofrutta, lecarni bovine e avicole, le uova, ilmiele, il latte fresco, la passata di

pomodoro e i prodotti ittici.A riguardo, il Movimento Consumatori si è fatto

promotore di richiedere al governo di varare urgente-mente misure per la valorizzazione dei prodotti nazio-nali e per consentire al consumatore di compiere scelteconsapevoli sulle caratteristiche dei prodotti posti invendita. In attesa delle norme, MC invita i produttoriad inserire “volontariamente” in etichetta queste infor-mazioni, in modo da rendere da subito visibile al con-sumatore, l’origine del prodotto. A questo propositol’associazione avvierà presto una campagna nazionaleper promuovere e per incentivare la produzione di pro-dotti etichettati e quindi “trasparenti”.

Il consumatore ha il diritto di sapere cosa sta com-prando e quali tecniche sono state adottate per la sua

produzione e per la sua trasfor-mazione; se queste informazionisaranno presenti, chi acquistaavrà la possibilità di poter cono-scere e di conseguenza scegliereconsapevolmente i prodotti. LaFederalimentare si è subito di-chiarata contraria all’obbligo diindicare in etichetta l’origine del-le materie prime utilizzate, affer-mando che non è necessario, puòcreare confusione e che sono i no-stri marchi a garantire la qualità.Ciò non è del tutto vero: anchemolte delle nostre industrie ali-mentari utilizzano materie primeche arrivano dai più disparati Pae-si del mondo e non sono certo lemigliori, specie dal punto di vistanutrizionale (oli e grassi tropicali,prodotti di scarsa qualità, residuidi lavorazioni ecc). E l’acquirentenon lo potrà mai sapere, se non neviene indicata l’origine in etichet-ta. Se poi i consumatori vorrannopreferire i prodotti extraeuropei,lasciamo che siano loro a sceglie-re, non solo chi li produce.*responsabile Sicurezza alimentare

Movimento Consumatori

Servono norme per i singoli alimenti. Ma anche l’impegno volontario delleaziende del settore. La questione trasparenza spiegata dall’esperto di MC

Etichette d’origine,cosa fare dopo lo stop Ue

Il nuovo regime del trattamento di fine rapportodei lavoratori dipendenti prevede, come è noto,

la “suddivisione” fra le diverse possibili destinazio-ni del Tfr: mantenimento della gestione azienda-

le, come finora avvenuto,ovvero (per aziende con piùdi 50 dipendenti) gestioneInps, secondo le stesse rego-le sostanziali, ovvero ancoradevoluzione a fondi pensio-ne operanti sul mercatofinanziario. E, dall’altro, si

stabilisce che se il lavoratore non scelga entro ilgiugno 2007, il Tfr - “salario differito”- andrà aifondi pensione. Irrevocabilmente. Non sembraabbastanza conosciuto, anzi, sembra circondatoda scarsissima informazione, il primario profilodella garanzia delle pensioni dei lavoratori. Ora, laforma di gestione attuale, da parte del datore dilavoro (così come quella che sarà affidata all’Inps)è sostenuta da un apposito fondo di garanzia esi-stente presso l’Inps stesso: fondo che tutela il lavo-ratore nell’ipotesi di insolvenza dell’impresa. Unagaranzia formale, di fonte statuale (legge 29/5/ 82,n. 27), a “tenuta” assoluta. Viceversa, il conferi-mento del Tfr in fondi pensione non è attualmen-te assistito da una altrettanto efficace garanzia.

Il decreto legislativo 252 del 2005 preve-de sì che i fondi che gestiranno il Tfr investano nellelinee finanziarie a contenuto più prudenziale, «talida garantire la restituzione del capitale e rendimen-ti comparabili al tasso di rivalutazione del Tfr». Maquel «tali da garantire» esprime solo un affidamen-to/auspicio, non sostenuto da alcun fondo di garan-zia in senso proprio. In poche parole, la disciplinaattuale della previdenza complementare non sottraeil “salario differito” dei lavoratori ai rischi del merca-to finanziario.

Mi chiedo allora: e se il Tfr di migliaia di lavo-ratori venisse gestito da qualcuno di quegli “inve-stitori istituzionali” che hanno registrato perditeda far impallidire o sono tarati da conflitti di inte-resse da far arrossire? E se si ripetessero dimostra-zioni di tutela del risparmio che diversi vigilantespubblici hanno offerto, sempre in un recente pas-sato? Alle vittime dei nuovi “infortuni sul lavoro”risponderemo «it’s the market, baby»?

È opportuno, poi, applicare la regola del silen-zio-assenso per privilegiare i fondi pensione? Ed èanzi legittimo, se è vero che nel diritto privato,che regola gli atti di disposizione patrimoniale deiprivati, l’istituto del silenzio-assenso non ha citta-dinanza se non in ipotesi marginali?

Conclusione:perdurando l’attuale quadro del-le garanzie, i lavoratori avranno ragionevoli motiviper non esporsi alle altalene del mercato finanziario.A meno che i più lungimiranti fra gli operatori inte-ressati al successo dei fondi pensione non realizzino,con mezzi propri non dello Stato, un fondo di ga-ranzia di pari capacità protettiva rispetto a quello isti-tuito presso l’Inps. La previdenza integrativa dovreb-be essere non solo un business, ma soprattutto unostrumento al servizio degli investimenti e dello svi-luppo. Ma decollerà solo se il lavoratore non si sen-tirà pecora da tosare. A proposito: perché i “pastori”non lo informano di quanto sopra?

*presidente onorario Movimento Consumatori

Nuovo Tfr, se prevalela logica della pecorada tosare...

Parliamone di Gustavo Ghidini*

Si comincia con l’olio. È stato infatti varatodal Governo un decreto ministeriale cheintrodurrà l'obbligo dell'indicazione diorigine in etichetta per l'olio d'olivavergine ed extravergine. Il timore ora è chenel termine dei 90 giorni a suadisposizione Bruxelles possa fare delleobiezioni. Il ministro delle Politicheagricole, Paolo De Castro, si mostraottimista: «Questo decreto», ha spiegato,«è una norma tecnica che applica ilprincipio di tracciabilità affermato dalregolamento europeo (178/2002)». «OltreIa metà dell'olio “italiano”», rende noto laColdiretti, «venduto nei supermercatinazionali è spremuto da olive di cui non siconosce la provenienza che, grazie alprovvedimento, dovrà essere indicata inetichetta per consentire ai consumatori difare scelte consapevoli. È un contributoalla trasparenza per impedire - sottolineala Coldiretti - di “spacciare” come Made inItaly miscugli di olio spremuto da olivespagnole, greche e tunisine».

Primi passi

Olio tracciabileIm

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Consumers’magazine 9

+Consumers’ notizie

Guadagnare Salute, nascel’alleanza per il benessereMigliorare le condizioni di vita dei cittadini e ridurre il pe-

so delle malattie croniche sulla società e sul sistema sani-tario. È l’obiettivo del programma interministeriale Guada-gnare Salute, che si è concretizzato con la firma dei protocollid’intesa tra il ministro della Salute, Livia Turco e i rappresen-tanti di 22 organizzazioni del sindacato, delle imprese e del-l’associazionismo. Ma come si può guadagnare in salute? Èpresto detto: con «piccoli gesti della vita quotidiana che deter-minano la vita di ognuno di noi, le scelte fatte sin dal mattinoquando appena svegli ci prepariamo a nutrire il nostro corpoper affrontare una giornata di lavoro e di impegno, piccoli ge-sti che dobbiamo imparare a compiere nella coscienza che nu-

trirsi è importante, ma nutrirsi bene lo è ancora di più, per noi,per i nostri figli, per i nostri anziani». I nemici da combatteresono sedentarietà, fumo, abuso di alcol, così Regioni, Provin-ce e Comuni, ma anche mondo della scuola, del lavoro e del-l’industria, professionisti della salute, operatori del volonta-riato, privato e sociali, sono chiamati a lavorare insieme, per«trasformare le buone pratiche in interventi consolidati». Nelconcreto, ci sarà l’impegno ad avere frutta fresca nei distribu-tori automatici, un’etichetta chiara sui cibi e una campagnainformativa sui prodotti solari e cosmetici, controllo e qualitàdel cibo e vigilanza sulla pubblicità ingannevole.

www.ministerosalute.it

STILI DI VITA

Gli italiani semprepiù “casalinghi”

Le famiglie italiane continuano a fre-nare sui consumi e le scelte di acqui-

sto cadono sempre più su prodotti chesembrano segnalare un ripiegamentonella vita domestica. Calano le spese pergli spostamenti, con una riduzione deiconsumi per carburanti e auto; calanoquelle per i servizi ricreativi ma aumen-tano gli acquisti di cd e audiovisivi, tele-visori e computer; aumentano sensibil-mente gli acquisti nel settore delle co-municazioni, grazie anche ad una forteriduzione di prezzi dopo il taglio alle ri-cariche dei cellulari, e quelli per la curadella persona. È il quadro che emergedall’analisi dei dati dell’ultimo rappor-to congiunturale di Confcommercioche osserva l’andamento di consumi eprezzi a marzo. In crescita la vendita difarmaci e beni per la cura della persona.

www.confcommercio.it

I pellet scaldano700mila famiglie

Sono 700mila, secondo Aiel (Asso-ciazione italiana energie agrofore-

stali), le famiglie italiane che nel 2006 sisono scaldate con il pellet e che hannorisparmiato sulla bolletta energetica ri-spettando l'ambiente. Il pellet di legnoè un combustibile densificato ricavatoprincipalmente da trucioli, segatura escarti di segheria.Viene prodotto per il76% nel Nord Italia, in particolare inVeneto e in Friuli-Venezia Giulia, doveoperano produttori che coprono oltreil 55% della produzione nazionale.

www.aiel.cia.it

Quasi mille nuovicorner dei medicinali

I farmaci senza obbligo di ricetta sonovenduti, nel nostro Paese, in oltre mil-

le punti commerciali alternativi alle far-

macie: ipermercati, supermercati edesercizi di vicinato. Gli effetti del decre-to Bersani tradotti in numeri si fannosentire anche nelle tasche dei consuma-tori, con risparmi medi medi sui prezzicompreso fra il 20 e il 25%.

www.cittadinanzattiva.it

Banche, Catricalà:«Concorrenza lontana»«Siamo lontani da una situazione ot-

timale. L’arrivo di capitali stranie-ri non ha migliorato il sistema bancarioitaliano». Lo ha dichiarato il presidentedell’Antitrust, Antonio Catricalà, in-terpellato da Sky Tg24 Economia sul li-vello di concorrenza tra le banche. Sulfronte del rapporto banche-consuma-tori ha detto: «C’è un’asimmetria infor-mativa così rilevante che alla fine il con-sumatore va in banca, chiede un’infor-mazione, e si beve qualsiasi bugia cheviene detta allo sportello».

Veneto, parte il pulminoPortadiritti

Parola d’ordine: accessibilità. Per questo loSportello del Consumatore, in Veneto, di-

venta itinerante. Un pulmino Portadiritti portanelle piazze di 40 comuni il materiale, le infor-mazioni e i servizi offerti. L’obiettivo è quello dicreare una rete capillare di informazioni sulmondo dell’utenza e del consumo che sianorealmente “a portata di mano” per tutti i citta-dini. Gli strumenti di questo progetto sono leGuide e i Portadiritti, pubblicati dagli esperti edai consulenti del Movimento Consumatori siain formato cartaceo che multimediale (scarica-bili anche dal sito).

www.sportellodelconsumatore.com

Il Molise puntasulla “filiera corta”

Contatto diretto tra produttore e consuma-tore. Il progetto sulla filiera corta, portato

avanti dal Movimento Consumatori Molise pun-ta a una più equa distribuzione delle risorse eper valorizzare al meglio la qualità dei prodottilocali, abbattendo tutti quei passaggi che nelladistribuzione tradizionale gravano sul consu-matore finale come costi e non apportano alcunvalore aggiunto.Mettere in contatto produttoree consumatore rende possibile iniziare quel per-corso che porta il consumatore al centro dellascena [email protected]

Puglia e Toscana insiemeper il consumerismo

Il Movimento consumatori di Andria aderisce aun progetto ideato in collaborazione tra la Re-

gione Puglia e la Regione Toscana che aiuta i con-sumatori ad accrescere la propria cultura consu-merista.Il progetto prevede interventi nelle scuo-le,un portale online(www.istitutopuglieseconsu-mo.it) e due momenti formativi,uno sulle temati-che relative al codice del consumo, l’altro sullacomposizione di controversie in ambito turistico.

[email protected]

dalle sezioni

rubriche

Il grido d’allarme di Viviane

U ltraliberalismo e disoccupazione di massa. Da qui nasce questo violentopamphlet, che quando fu pubblicato per la prima volta sembrò essere un grido

d’allarme anacronistico e controcorrente. Oggi invece in molti condividono le po-sizioni della francese Viviane Forrester che con i suoi libri ha cercato di dimostrarela stretta connessione tra il fenomeno della disoccupazione di massa e le filosofieultraliberiste. Il problema non sta nella mondializzazione e nelle nuove tecnologie,ma nelle modalità di gestione del processo, in una politica che distrugge l’econo-mia reale favorendo un’economia speculativa e virtuale, che favorisce la disoccupa-zione di massa, lo smantellamento della società, spesso considerati come deficit daridurre e non come servizi ai cittadini. Per la prima volta nella storia, l’insieme degliesseri umani è sempre meno necessario al piccolo numero che governa l’economiae detiene il potere.

Viviane Forrester L’orrore economico. Lavoro, economia, disoccupazione: la grande truffa del nostro tempoEditore Ponte alle Grazie192 pagine - 10,33 euro

Una rivoluzione chiamata ozio

Ozio: vizio o virtù? In un mondo dominato dall’etica del lavoro, dall’efficienza, dacontinui messaggi mediatici che incitano a fare, produrre e consumare, oziare di-

venta paradossalmente un atto sovversivo, rivoluzionario, la rivendicazione di un’in-dividualità e di un’indipendenza spesso dimenticata, un diritto da riaffermare. In mo-do ironico, spesso esilarante, attingendo ad un’antica e prestigiosa letteratura dell’o-zio, da Russell a Whitman, da Stevenson a Nietzsche, da Byron a Johnson, TomHodgkinson offre una guida preziosa alla nobile arte dell’ozio: percorrendo una fre-netica giornata del XXI secolo, la svuota da ansie, compiti e doveri e suggerisce diver-si modi di oziare. Oziare significa essere liberi di vivere la vita che vogliamo, liberi dacapi, salari, pendolarismo, consumo e debiti, significa divertimento, piacere e gioia.Hodgkinson rivaluta l’ozio, che non è il padre dei vizi, ma la condizione per riappro-priarci della vita e lasciare campo libero alle più elevate attività dello spirito.

Tom HodgkinsonL’ozio come stile di vitaBur Biblioteca Universale Rizzoli312 pagine - 9,40 euro

Consigli per capire meglio il XXI secolotra le righe di Lorenzo Miozzi

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Consumers’magazine10

Consumers’ iniziative

Cittadini consapevoliin un mercato più libero

Prosegue Più Concorrenza + Dirit-ti, il progetto nato per dare rispo-

ste alle domande dei cittadini e ren-derli più consapevoli sulle nuove pos-sibilità offerte dalle liberalizzazioni.L’iniziativa, finanziata dal ministerodello Sviluppo economico (Direzio-ne generale per l’armonizzazione delmercato e la tutela dei consumatori) èpromossa da sei associazioni del Cn-cu - Consiglio nazionale consumatoriutenti: Assoutenti, Cittadinanzatti-va, Confconsumatori, MovimentoConsumatori, Movimento Difesadel cittadino, Unione nazionale con-sumatori.

L’obiettivo principale del proget-to è, appunto, quello di far conoscerele opportunità offerte dai processi diliberalizzazione introdotti dal decretoBersani con attività di informazionecapillare sul territorio, di monitorag-gio sulle tematiche coinvolte e di assi-stenza e di tutela dei consumatori.

Nell’ambito del progetto sonostati realizzati diversi strumenti di co-municazione: guide pratiche e vade-mecum per i cittadini, un portale ric-co di informazioni, dotato anche diuna radio web, un indirizzo di posta elettronica cui inviaresegnalazioni e richieste e l’attivazione di un numero verdeche risponde ai quesiti dei consumatori sulle diverse op-portunità che offrono le nuove norme.

A questi servizi si aggiungono convegni che verranno

organizzati su tutto il territorio na-zionale e che avranno come oggettodiversi aspetti delle liberalizzazioni:la concorrenza nel settore dei serviziprofessionali e nella distribuzionecommerciale, la liberalizzazione del-le attività di produzione di pane, ladistribuzione dei farmaci, il poten-ziamento del servizio taxi, i passaggidi proprietà di beni mobili registra-ti, le clausole contrattuali in tema diresponsabilità civile auto, i passaggidi proprietà di beni mobili registra-ti, il sistema informativo sui prezzidei prodotti agro-alimentari, le con-dizioni contrattuali in materia ban-caria e creditizia e la circolazione deiveicoli e mezzi di trasporto comuna-le e intercomunale.

Inoltre, per favorire il rapporto di-retto con i cittadini, saranno raffor-zate le strutture territoriali delle seiassociazioni di consumatori cheaderiscono all’iniziativa. Questepromuoveranno iniziative in tuttaItalia grazie alla rete capillare di se-zioni presenti sul territorio naziona-le, una rete in grado di soddisfare ladomanda diretta dei consumatori. Il

progetto si concluderà il 30 aprile 2008.(A.C.)

[email protected] verde 800.913514

PIÙ CONCORRENZA + DIRITTI

CNCU E REGIONI A CONFRONTO

Una rispostaa ogni quesitoGli strumenti

Dai passaggi di proprietà gratuiti alle po-lizze assicurative auto più trasparenti,dall’abo-lizione dei costi di chiusura dei conti correntibancari alle parcelle negoziabili dei professio-nisti; dall’eliminazione dei divieti temporali oquantitativi per le vendite promozionali per gliesercizi commerciali alla vendita dei farmaci dabanco e senza prescrizione medica nei super-mercati.

Il personale esperto delle associazioni saràpronto a rispondere a tutti i quesiti dei consuma-tori non solo tramite il numero verde800.913514, attivo dal lunedì al venerdì dalleore 9.30 alle ore 13.30, ma anche tramite il sitoweb www.concorrenzaediritti.it.

Nel portale sarà possibile anche trovareinformazioni utili e ascoltare il notiziario radiofo-nico con approfondimenti sul tema delle libera-lizzazioni. Saranno, inoltre, distribuiti ai cittadinie disponibili presso le sedi delle associazioni 10guide pratiche e 10 vademecum con i consigli uti-li per ogni settore coinvolto nel processo di libe-ralizzazione.

In autunno, infine, è in programma la realiz-zazione della Giornata nazionale delle liberaliz-zazioni, che prevede in 107 piazze italiane l’or-ganizzazione di eventi straordinari di informa-zione,con distribuzione di materiali,dialogo coni cittadini e possibilità di avere consulenza diret-ta.Per ulteriori informazioni,oltre al sito del pro-getto, si possono visitare le pagine web del Con-siglio nazionale consumatori e utenti (www.tuttoconsumatori.it), del ministero dello Svi-luppo economico (www.sviluppoeconomi-co.gov.it) o quelle del Cittadino-Consumatoreall’indirizzo http://cittadinoconsumatore.sviluppoeconomico.gov.it.

I temiDi seguito le 10 tematiche oggetto delle gui-

de e dei vademecum, realizzati dalle sei associa-zioni che hanno promosso l’iniziativa.1. Concorrenza nel settore dei servizi profes-sionali2. Concorrenza nella distribuzione commer-ciale3. Liberalizzazione delle attività di produzio-ne di pane 4. Distribuzione di farmaci 5. Potenziamento del servizio di taxi 6. Passaggi di proprietà di beni mobili regi-strati7. Clausole contrattuali in tema di responsa-bilità civile auto 8. Sistema informativo sui prezzi dei prodottiagro-alimentari9. Condizioni contrattuali in materia bancariae creditizia 10. Circolazione dei veicoli e mezzi di trasportocomunale e intercomunale.

Le collaborazioni- Asstra- Associazione trasporti- Fimmg - Federazione italiana medici difamiglia- Federazione italiana panificatori- Università degli studi di Perugia- Mnlf - Movimento nazionale liberi farmacisti- Agit - Avvocati giusconsumeristi italiani- Arci- Federdistribuzione

Ottimi risultati per l’ottava sessione programmatica delCncu - Consiglio nazionale dei consumatori e degli uten-

ti con le Regioni, tenutasi a San Benedetto del Tronto, in pro-vincia di Ascoli Piceno, dal 4 al 5 maggio 2007. A fare gli ono-ri di casa, la Regione Marche che ha ospitato i lavori nel Pa-lazzo dei Congressi. Quest’anno il confronto si è concentratosul cittadino-consumatore visto dalle competenze regionali.Antonio Lirosi, direttore generale per l’Armonizzazione delmercato e la tutela del consumatore del ministero dello Svi-luppo economico, ha tirato le fila di questa due giorni nel suodiscorso conclusivo:«Siamo a un punto di svolta», ha dettoLirosi. «Molti hanno riconosciuto nelle liberalizzazioni ilcambiamento necessario per la nascita di una nuova figura diconsumatore, elemento chiave per la modernizzazione di tut-to il sistema, processo che nasce dal basso, dalle esigenze dellasocietà. In pochi mesi il cittadino consumatore è stato postoal centro della politica di governo e ora è proprio dalla massacritica che le associazioni riusciranno a costituire, che si misu-rerà la forza e la crescita del consumerismo in Italia».

Le 16 associazioni del Cncu hanno detto sì alla propostadel presidente della Conferenza Regioni e Province autono-

me, Vasco Errani, di aprire un tavolo permanente di consul-tazione tra Stato, enti locali e associazioni dei consumatori,ma hanno aggiunto che «è necessario lavorare per dare alle as-sociazioni poteri più consistenti e di non fermarsi alle consul-te e agli sportelli. Occorrono nuovi strumenti di partecipa-zione civica che educhino e formino il cittadino, tutelando isuoi diritti».

Alla manifestazione hanno preso parte oltre 500 delega-ti di enti locali e associazioni. La manifestazione si è conclu-sa con l’elaborazione di un documento programmatico colquale si dà il pieno consenso al processo di liberalizzazioniavviato dal governo a livello nazionale, sollecitando nuovistrumenti come appunto la class action, una legge che diauno strumento giuridico ed efficace per la tutela dei consu-matori.

Durante la due giorni è stato anche annunciato che ilConsiglio nazionale dei consumatori e degli utenti e le asso-ciazioni di consumatori hanno aperto un punto di riferimen-to a Bruxelles sulle politiche comunitarie di settore. Ha aper-to il 7 maggio, infatti, uno sportello dei consumatori italianinel cuore dell’Unione europea. (A.C.)

I soggettiin campoLe associazioni partecipanti

Assoutenti - Associazione nazionale e dei servizi pubblici

www.assoutenti.it

Cittadinanzattiva - onlus www.cittadinanzattiva.it

Confconsumatori - Confederazione generale dei consumatori

www.confconsumatori.com

Movimento Consumatori www.movimentoconsumatori.it

Movimento difesa del cittadino onlus www.mdc.it

Unione nazionale consumatoriwww.consumatori.it

Associazioni, enti locali e Stato:al via il tavolo permanente di consultazione

Nel dettaglio

come funziona+

rubriche

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Consumers’magazine 11

Consumers’ insieme

Insiemeper una società responsabile

Il Movimento Consumatori è un’associazione autonoma edindipendente senza fini di lucro, nata nel 1985 per iniziati-

va di un gruppo di cittadini e di esperti, sollecitato dall’esi-genza di tutelare i diritti dei consumatori.

Tutti i cittadini sono soprattutto consumatori.Tutti i consumatori hanno diritti.

Il Movimento si propone di offrire ai cittadini migliori condi-zioni di consumo, cercando di influenzare le controparti isti-tuzionali e private affinché forniscano servizi e prodotti adat-ti alle esigenze degli utenti. Il Movimento Consumatori aiuta, segue e consiglia i proprisoci con servizi di consulenza specializzati, li rappresenta pres-so organismi pubblici e privati, erogatori di servizi e fornitoridi beni, e li sollecita a prendere coscienza dei propri diritti edelle proprie responsabilità.

I perché di una sceltaElemento distintivo dell’associazione è l’attenzione nei con-fronti dei problemi pratici che il consumatore si trova a doveraffrontare nella vita quotidiana. Questa attenzione si traduce nell’attività delle circa cinquan-ta sedi locali MC, distribuite su tutto il territorio nazionale,che erogano sia un servizio di informazione e orientamentosui diritti dei cittadini consumatori, sia un servizio di consu-lenza e tutela legale ex-post, attività centrale della nostra asso-ciazione. Il Movimento Consumatori mette inoltre a disposi-zione dei cittadini una procedura di conciliazione (proceduradi risoluzione stragiudiziale) per le seguenti realtà: Telecom,Tim, Wind, H3g, Ania, Enel, Banca Intesa, Banco Posta e Po-ste Italiane, Capitalia.Questa attenzione si traduce anche nell’attività istituzionaledel Movimento Consumatori, ovvero nel dialogo costante

con tutte le controparti, istituzioni, aziende, associazioni dicategoria, media, per indirizzare preventivamente le decisioniin favore di una maggiore tutela del cittadino-consumatore eper realizzare insieme a queste realtà iniziative di educazione aun corretto e consapevole stile di consumo. MC lavora anche insieme ai cittadini-consumatori: infatti,sin dalla nascita, MC ha ritenuto prioritario impegnarsi inazioni che contribuissero alla presa di coscienza non solo deidiritti, ma anche delle responsabilità individuali da parte deicittadini. Ecco perché MC collabora, sostiene ed è socio ditante realtà impegnate trasversalmente su temi fondamentalicome la tutela dei minori, l’ambiente, la promozione della cul-tura e della solidarietà, il consumo critico e il commercioequo-solidale, per citarne alcuni.

Settori di attivitàIl Movimento Consumatori in specifico opera nei seguentisettori:Sicurezza alimentare; Ambiente ed energia; Assicurazioni;Casa e condominio; Commercio; Comunicazioni; Concor-renza e liberalizzazione; Banche, credito e risparmio; Far-maci e salute; Giustizia; Diritti dei cittadini migranti; Mi-nori; Prezzi e tariffe; Pubblica amministrazione; Pubblicitàingannevole; Responsabilità sociale; Trasporti e turismo.MC si è anche battuto per la riduzione del prezzo del latte inpolvere per neonati. Numerose famiglie risparmiano sui pro-dotti per neonati grazie ai Gruppi d’acquisto MC.Grazie all’attività degli osservatori Farmaci & Salute, Credito& Risparmio e Pubblicità ingannevole, MC ha promosso ne-gli anni importanti campagne di informazione e educazione afavore dei consumatori, tutelato migliaia di cittadini rispar-miatori, vagliato centinaia di pubblicità verificandone la fon-datezza e la non ingannevolezza.

Info: www.movimentoconsumatori.it

MOVIMENTO CONSUMATORI

Sezioni e sportelliEcco la rete territorialeIl Movimento Consumatori conta circa 50 tra sezionie sportelli, operanti in tutta Italia. Per usufruire delservizio di consulenza legale, cercate la sede localedel Movimento Consumatori a voi più vicina.Gli indirizzi delle sedi si trovano sul sito nazionalewww.movimentoconsumatori.it

CAMPANIAAvellino, tel. 0825.22626Benevento, tel. 0824.944500Caserta, tel. 0823.444081-220742Napoli, tel. 081.5541452Salerno, tel. 089.2580829

EMILIA ROMAGNABologna, tel. 051.271335Modena, tel. 059.343756Parma, tel. 0521.289951

LAZIORoma, tel. 06.39735013Latina, tel. 0773.903961Tivoli (RM), tel. 0774.334270

LIGURIAGenova, tel. 010.588588La Spezia, tel. 0187.501056Sanremo (IM), tel. 0184.597675

LOMBARDIABrescia, tel. 030.2427872Lecco, tel. 0341.365555Milano, 02.80583136Pavia, 0382.22772Varese, 0332.810569

MOLISECampobasso, tel. 0874.411086

PIEMONTECuneo, tel. 0171.602221Torino, 011.5069546

PUGLIAAndria, tel. 0883.591030Bari, tel. 080.5227965Galatina (LE), tel. 0836.633411Lecce, tel. 0832.1835339Molfetta (BA), tel. 080.3354776Noci (BA), tel. 080.4978650Ostuni (BR), tel. 0831.305991

SICILIABiancavilla (CT), tel. 338.6322345Catania, tel. 095.7128729Messina, tel. 090.2924994Palermo, tel. 091.6373538Paternò (CT), tel. 095.858449

TOSCANACecina (LI), tel. 0586.754504Firenze, tel. 055.243409Firenze Nord, tel. 055.4250239Livorno, tel. 0586.892984Prato, tel. 0574.635298-546130Pontedera-Valdera (PI), tel. 0587.57467Versilia (LU), tel.0584.31811

UMBRIAPerugia, 075.5731074

VENETOPadova, tel. 049.8071318Treviso, tel. 0422.545000Venezia-Mestre, tel. 041.5318393Verona, tel. 045.595210Vicenza, tel. 0444.326046

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Supplemento al numero di Vita di questa settimanaReg. al Tribunale di Milano n. 397 dell’8 luglio 1994Direttore responsabile: Giuseppe FrangiDirettore editoriale: Riccardo BonacinaInserto a cura di: Angela Carta e Piero PacchioliCoordinamento redazionale: Silvano RubinoHanno collaborato: Daniela Romanello, Claudio Madella,Emanuela Citterio, Beppe Riccardi, Carlotta Jesi, Daniele BiellaProgetto grafico: Antonio MolaStampa: CSQ - Centro Stampa Quotidiani via dell’Industria, 52 - 25030 Erbusco (Bs)

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Se un prodotto mente noi lo troviamo

La sicurezza e la qualità alimentari sono diritti del cittadino.Per questo il Movimento Consumatori cura la guida Impariamo a leggere leetichette, per far conoscere in modo semplice e diretto ai cittadini le principaliinformazioni legate al mondo della nutrizione.Per questo il Movimento Consumatori promuove campagne educative per una sanaalimentazione, anche nelle scuole.Per questo il Movimento Consumatori ogni anno avvia accurate analisi inlaboratorio: ricerche negli alimenti di allergeni non dichiarati in etichetta, di solfitinel vino, di antibiotici nel miele, di nitrati e nitriti nelle verdure, nelle carni e neisalumi, indagini sulla salubrità delle acque, etc. etc.Perché un consumatore più consapevole è un cittadino più responsabile, per sé eper la società.

Da ritagliare e consegnare a chi compila il tuo Modello 730 o la tua dichiarazione Unico. Se hai solo il Cud e non fai la dichiarazione dei reddititrovi la scheda del 5 x mille alla fine del Cud stesso con le indicazioni per la consegna in banca, in posta o ad un intermediario abilitato.

Il contribuente può destinare la quota del 5x mille apponendo la propria firma e indi-cando il codice fiscale 97045640154 delMovimento Consumatori, come a latoriportato, nel primo degli appositi riquadriche figurano sui modelli di dichiarazione.La scelta di destinare il 5 x mille aMovimento Consumatori non esclude ladestinazione dell’8 x mille allo Stato o alleIstituzioni religiose

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Mario Rossi97045640154

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