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Marzo 2016 67 66 Liahona BAMBINI sua famiglia per più di un giorno. Ed essere molto lontano… “Ma è importante che svilup- piamo i nostri talenti, anche quando è difficile”, disse il padre. La madre annuì. “Devi lavorare molto duramente”, disse. Jetta amava la musica. E aveva sempre voluto suonare il piano. Lentamente, sul suo volto apparve un sorriso. “Suonerò il piano!”. La mattina dopo, però, quando Jetta vide il padre che legava i cavalli al carro, non si sentì affatto emozio- nata. Quel giorno aveva solo paura. Non si aspettava di dover lasciare casa così presto. Jetta salì lentamente sul carro accanto al padre. “Sei pronta, Jetta Pearl?”, le chiese. Jetta non si sentiva pronta, ma annuì. Il carro sobbalzò in avanti. Dopo un po’, il padre gettò lo sguardo verso di lei. “Sai quanto tua madre e io siamo orgogliosi di te?”. Jetta annuì. “Ma se aveste bisogno del mio aiuto a casa?”. Il padre sorrise. “Ci manche- rai sicuramente, ma questo è un contributo che solo tu puoi dare. Servirai il Padre Celeste sviluppando i doni che ti ha dato”. Non aveva pensato alla cosa in questo modo. Il suo talento musi- cale poteva davvero essere un dono del Padre Celeste? Il padre continuò dicendo: “Ci vorrà del tempo, ma, poco alla volta, suonerai meglio il piano. E poi potrai servire tantissime persone”. Jetta sentiva che la sua paura stava scomparendo. Avrebbe imparato a suonare il pianoforte e avrebbe servito il Signore. Avrebbe avuto paura, ma sapeva che Egli l’avrebbe aiutata. Il padre le strizzò l’occhio: “Uno strato dopo l’altro, la mia piccola Pearl diventerà luminosa e brillante”. Proprio come aveva detto il padre, a poco a poco la piccola Jetta imparò a suonare il piano. Imparò addirittura a suonare l’organo. Dopo alcuni mesi, Jetta tornò a casa. Quella domenica divenne la prima organista di Milburn! Il cuore le batteva all’impazzata mentre era seduta al grande organo che la comunità aveva acquistato con il proprio lavoro perché lei lo suo- nasse. Era così bello che Jetta aveva ILLUSTRAZIONE DI BRAD TEARE quasi paura a toccarlo. Per arrivare alla tastiera doveva sedersi su un libro. Tirò un profondo sospiro e iniziò a suonare. Le note risuonarono nella stanza, intense e meravigliose. Amy M. Morgan Racconto basato su una storia vera “Mediante cose piccole e semplici si avverano grandi cose” (Alma 37:6). J etta Pearl Stewart si tolse la cuffia e si sedette nel portico accanto al padre. “Che cos’è una perla?”, gli chiese. Jetta, che aveva otto anni, sapeva che cos’era una perla, ma le piaceva sentire la risposta di suo padre. Come sempre, il padre spiegò in che modo le perle crescono dentro le ostriche, uno strato dopo l’altro, finché non diventano un gioiello luminoso e brillante. “Le perle splendono come te, mia piccola Jetta Pearl [in inglese ‘pearl’ significa ‘perla’]”, disse lui sorridendo. Anche Jetta sorrise. Le piaceva essere la sua “Perla”. A cena quella sera, il papà disse a Jetta che aveva una domanda importante da farle. “Fin da quando eri piccola, hai avuto un talento speciale per la musica”, disse il padre. “Ti piace- rebbe imparare a suonare il piano?”. Jetta sgranò gli occhi. “Oh, sì!” “Questo vuol dire che dovrai andare molto lontano e rima- nere con la tua insegnante per un po’”, disse la madre. “Non c’è nessuno qui a Milburn che possa insegnartelo”. Il sorriso di Jetta scomparve. Non era mai stata lontana dalla Jetta diede un’occhiata alla con- gregazione. Le persone sorridevano mentre cantavano. Anche Jetta sorrise. Suonava in modo tutt’altro che perfetto, ma stava usando il suo talento per servire. Ricordò le parole del padre: “Le perle splendono come te, Jetta Pearl”. A poco a poco, uno strato alla volta, il Padre Celeste stava facendo di lei una vera perla. ◼ L’autrice vive nello Utah, USA. U n a v e r a p e r l a Jetta voleva suonare il piano, ma come poteva lasciare la sua famiglia?

n a e - Church of Jesus Christ...2016/03/03  · sempre voluto suonare il piano. Lentamente, sul suo volto apparve un sorriso. “Suonerò il piano!”. La mattina dopo, però, quando

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    BAM

    BINI

    sua famiglia per più di un giorno. Ed essere molto lontano…

    “Ma è importante che svilup-piamo i nostri talenti, anche quando è difficile”, disse il padre.

    La madre annuì. “Devi lavorare molto duramente”, disse.

    Jetta amava la musica. E aveva sempre voluto suonare il piano. Lentamente, sul suo volto apparve un sorriso. “Suonerò il piano!”.

    La mattina dopo, però, quando Jetta vide il padre che legava i cavalli al carro, non si sentì affatto emozio-nata. Quel giorno aveva solo paura. Non si aspettava di dover lasciare casa così presto.

    Jetta salì lentamente sul carro accanto al padre.

    “Sei pronta, Jetta Pearl?”, le chiese.Jetta non si sentiva pronta, ma

    annuì. Il carro sobbalzò in avanti.Dopo un po’, il padre gettò lo

    sguardo verso di lei. “Sai quanto tua madre e io siamo orgogliosi di te?”.

    Jetta annuì. “Ma se aveste bisogno del mio aiuto a casa?”.

    Il padre sorrise. “Ci manche-rai sicuramente, ma questo è un

    contributo che solo tu puoi dare. Servirai il Padre Celeste sviluppando i doni che ti ha dato”.

    Non aveva pensato alla cosa in questo modo. Il suo talento musi-cale poteva davvero essere un dono del Padre Celeste?

    Il padre continuò dicendo: “Ci vorrà del tempo, ma, poco alla volta, suonerai meglio il piano. E poi potrai servire tantissime persone”.

    Jetta sentiva che la sua paura stava scomparendo. Avrebbe imparato a suonare il pianoforte e avrebbe servito il Signore. Avrebbe avuto paura, ma sapeva che Egli l’avrebbe aiutata.

    Il padre le strizzò l’occhio: “Uno strato dopo l’altro, la mia piccola Pearl diventerà luminosa e brillante”.

    Proprio come aveva detto il padre, a poco a poco la piccola Jetta imparò a suonare il piano. Imparò addirittura a suonare l’organo.

    Dopo alcuni mesi, Jetta tornò a casa. Quella domenica divenne la prima organista di Milburn! Il cuore le batteva all’impazzata mentre era seduta al grande organo che la comunità aveva acquistato con il proprio lavoro perché lei lo suo-nasse. Era così bello che Jetta aveva ILLU

    STRA

    ZIO

    NE D

    I BRA

    D TE

    ARE quasi paura a toccarlo. Per arrivare

    alla tastiera doveva sedersi su un libro.

    Tirò un profondo sospiro e iniziò a suonare. Le note risuonarono nella stanza, intense e meravigliose.

    Amy M. MorganRacconto basato su una storia vera

    “Mediante cose piccole e semplici si avverano grandi cose” (Alma 37:6).

    Jetta Pearl Stewart si tolse la cuffia e si sedette nel portico accanto al padre. “Che cos’è una perla?”, gli chiese.

    Jetta, che aveva otto anni, sapeva che cos’era una perla, ma le piaceva sentire la risposta di suo padre. Come sempre, il padre spiegò in che modo le perle crescono dentro le ostriche, uno strato dopo l’altro, finché non diventano un gioiello luminoso e brillante.

    “Le perle splendono come te, mia piccola Jetta Pearl [in inglese ‘pearl’ significa ‘perla’]”, disse lui sorridendo. Anche Jetta sorrise. Le piaceva essere la sua “Perla”.

    A cena quella sera, il papà disse a Jetta che aveva una domanda importante da farle.

    “Fin da quando eri piccola, hai avuto un talento speciale per la musica”, disse il padre. “Ti piace-rebbe imparare a suonare il piano?”.

    Jetta sgranò gli occhi. “Oh, sì!”“Questo vuol dire che dovrai

    andare molto lontano e rima-nere con la tua insegnante per un po’”, disse la madre. “Non c’è nessuno qui a Milburn che possa insegnartelo”.

    Il sorriso di Jetta scomparve. Non era mai stata lontana dalla

    Jetta diede un’occhiata alla con-gregazione. Le persone sorridevano mentre cantavano. Anche Jetta sorrise. Suonava in modo tutt’altro che perfetto, ma stava usando il suo talento per servire.

    Ricordò le parole del padre: “Le perle splendono come te, Jetta Pearl”.

    A poco a poco, uno strato alla volta, il Padre Celeste stava facendo di lei una vera perla. ◼L’autrice vive nello Utah, USA.

    Una ve

    ra perla

    Jetta voleva suonare il piano, ma come poteva lasciare

    la sua famiglia?