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Le ultime di BERTOLDO
Il Centro Fiera è salvo?
In Italia, basta saper aspettare.
Temporeggiare. Prima o poi,
arriva un condono, una rifor-
ma, la modifica della riforma e
tutto si aggiusta. Se la situazione
non incancrenisce, lo storto si
raddrizza; l’ingiusto si giustifica;
l’errore si emenda. Ha perciò
fatto bene l’assessore Gelmini a
menare il can per l’aia ed a tergi-
versare di fronte alla legge che,
da tre anni, obbligava il Comune
a mettere in liquidazione le con-
trollate in passivo; ossia, nello
specifico monteclarense, la
Centro Fiera s.p.a.
La legge di stabilità appena
varata dal governo Letta ha
intanto abrogato quell’obbligo,
istituito nel 2010 dal ministro
Tremonti e poi reiterato nel 2012
dal governo Monti. Sul piano
giuridico, quindi, le società fie-
ristiche monteclarensi sono
salve. Il problema politico, però,
resta aperto, anche se i politici
locali, in primis gli amministra-
tori pubblici, fingono che non ci
sia alcun problema. Il tutto si
può riassumere in una semplice
domanda: per quale motivo,
ogni anno, il Comune deve sbor-
sare mezzo milione di euro
(quest’anno un po’ di più) per
ripianare le perdite prodotte
dalla cattiva gestione del Centro
Fiera? E’ una domanda che i
candidati alle prossime elezioni
comunali farebbero bene a
porsi, visto che in ballo ci sono
i soldi dei cittadini, i quali,
certo, grazie alle discariche non
pagheranno addizionali ne’
Mini-Imu, ma pagano salato
tutto il resto. E’ vero che un’a-
zienda di questo tipo muove
dentro l’economia locale un
indotto notevole, ancorchè diffi-
cilmente quantificabile.
Tuttavia, un amministratore
saggio, pubblico o privato che
sia, dapprima si interrogherebbe
sulle cause e sui rimedi del cro-
nico deficit e poi si attiverebbe.
A Montichiari, invece, nessu-
no sembra darsene pensiero,
come se quei 500mila euro fos-
sero soldi ben spesi. Con i conti
che si ritrova, senza l’ombrello
del Comune, il Centro Fiera
avrebbe già da tempo portato i
libri in tribunale. Trattandosi di
municipalizzata, al contrario,
può tranquillamente vivacchiare,
dissipando soldi pubblici senza
farsi troppi patemi. D’altra parte,
non è necessario aver studiato
alla Bocconi per capire che, con
quattro diligenti funzionari
comunali, un manager politica-
mente ligio ed un presidente
ottuagenario più incline a svilup-
pare il turismo religioso alle
Fontanelle che a studiare strate-
gie di crescita per il polo esposi-
tivo, altro che profitti! ...è già un
miracolo che il Centro Fiera stia
in piedi.
A pensare male, si potrebbe
persino credere che questo
immobilismo non sia figlio della
crisi attuale bensì una scelta deli-
berata che viene da lontano.
L’inerzia del Centro Fiera non
disturba il commercio locale e,
alla fine, il suo passivo non è che
il prezzo da pagare per tenersi
buoni i commercianti del posto.
Vaneggiamenti? Può darsi. Di
questo passo, però, il Centro
Fiera di Montichiari finirà per
seguire le orme della Fiera di
Brescia che, a breve, chiuderà i
battenti. A quel punto, con ogni
probabilità, qualche multinazio-
nale della grande distribuzione
busserà alla porta del Comune,
proponendosi come l’ultima
spiaggia. Quel giorno i commer-
cianti rimpiangeranno il Centro
Fiera.
Bertoldo
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Ai volontari del Cinema Teatro Gloria
Si è tenuta, sabato 25 gen-naio, la “Serata dell’E-CO”, festa che il settima-
nale della Bassa Bresciana or-ganizza ogni anno per incon-trare abbonati e simpatizzanti eper l’assegnazione del “PremioS. Pancrazio”. Il premio è isti-tuito per riconoscere “Persone,Associazioni od Enti che ab-biano testimoniato in qualsiasiforma il proprio amore verso lacittà di Montichiari o che ab-biano avvalorato con la loro te-stimonianza la crescita civiledella stessa”.
Nel salone del Green Parkdel Ristorante Boschetti, tra-boccante di pubblico, l’editoreDanilo Mor ha ufficialmentecomunicato il destinatario (te-nuto segreto fino all’ultimo)del 32° Premio S. Pancrazio: ilGruppo Volontari del CinemaTeatro Gloria. Dopo aver rin-graziato Virgilio Tisi, autoredel volume “1950 – 2010-SESSANT’ANNI DI CELLU-LOIDE”, in cui viene tracciatala storia della nascita e delletrasformazioni del teatro, finoall’attuale Sala della Comuni-tà, il geom. Mor ha brevemen-te illustrato l’opera dei circa 80
volontari che affiancano donItalo Uberti nella realizzazio-ne di un progetto- pilota per lagestione della sala.
Mons. Gaetano Fontana,chiamato a consegnare il pre-mio, consistente in una ripro-duzione del S. Pancrazio delTiepolo, si è detto contento di“condividere questo momentocon tanti amici, perché la Saladella Comunità è un segnotangibile dell’attività parroc-chiale sul territorio”. Ha rin-graziato poi Danilo Mor peraverlo invitato alla consegnadel premio e si è compiaciutoper la scelta del Gruppo Vo-
lontari, in quanto veramentemeritevoli di riconoscimentoper la loro opera.
Al termine della cena, ilpresidente della CooperativaL’Arcobaleno, prof. GiuseppeBaronchelli, ha offerto adElisa, insegnante della scuolaparitaria Tovini-Kolbe, unacomposizione floreale in oc-casione del suo compleanno,tra il coro di auguri dei colle-ghi, del pubblico e dei musi-cisti. La serata si è conclusa,come da tradizione, tra danzee musica, animata da duoGiusy e Pier.
Rosanna Ferraroni
Una realtà a servizio della Comunità
Il 31° Premio San Pancrazio del settimanale L’Eco
La consegna del premio S. Pancrazio nelle mani di Cristina Chiarini volontaria da 28 gior-ni e di Enrico Scalmana da 28 anni collaboratore del Cinema. (BAMS - Matteo Rodella)
La rappresentanza dei volontari del Cinema Teatro Gloria alla serata dell’Eco. (BAMS - Matteo Rodella)
Giornale Eco 28-01-2014 10:23 Pagina 1
2N. 3 - 1 Febbraio 2014ECOLdella Bassa Bresciana
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to l’occhio è attratto dalla pre-senza di una caratteristica ca-scina lombarda, sola in mezzoai campi, di cui non restanoche i muri. La strada costeggiadue lati di questo singolare ru-dere: la facciata a mezzogior-no dove resistono, solitari enudi, i bei pilastri in mattonidel portico, e il fianco a serache conclude gli spazi pretta-mente rustici del lungo casci-nale.
Nulla più ri-mane del tettose non alcunetegole in buonostato accurata-mente accata-state a terra,nulla dei solaidella parte civi-le se non i leg-geri travetti inlegno marce-scenti. Non c’èsegno di vitaintorno, tutto è fermo. I muridilavati per anni dalle pioggesembrano vietarsi ad ogni resi-duo di memoria, li osservo alungo, aumentando il mio desi-derio di conoscere la loro sto-
ria, di immaginarla, quasi a ri-vivere compartecipe la vitache fra di essi si è svolta. Piùche di abbandono, lo spettaco-lo mi trasmette un sentimentodi attesa, e immagino di trova-re prima o poi la sorpresa diuomini al lavoro, affaccendatinel lieto entusiasmo della rico-struzione, quasi a riappropriar-si di un passato sconosciutoche miracolosamente prendeforma dalle loro mani, le manimagiche del muratore fra lequali ogni mattone, ogni caz-
zuola di malta trova esatta-mente come d’incanto il suoposto.
Su una parte della facciatarestano ampi tratti di intona-co, dove resiste il bel colorerosa antico caratteristico dellevecchie cascine, e lì è facileimmaginare scene di vita fa-migliare, donne con ampigrembiuli e fazzoletti annoda-ti sul capo che sfaccendano,bambini che si rincorrono einventano giochi fra schia-mazzi divertiti.
Un giorno, curiosità e desi-derio sono troppo forti, superoil limite della cinta provviso-ria, là dove presenta un varco,e entro nelle “stanze”: mi sem-bra di compiere una usurpazio-ne e di profanare un luogo checonserva ancora la sacralitàdella vita che vi è trascorsa. Misento emozionato. Ecco la cu-cina con il focolare, simbolodegli affetti domestici e dellafamiglia stessa, ecco il mode-sto lavello fra piccoli vani, cer-to destinati a ripostiglio o a
dispensa, ecco la scala in pie-tra che sale ripida al piano su-periore, dove le stanze da letto,senza soffitto e senza pavi-mento, sospese nel cielo, fan-no pensare ad un quadro diMagritte.
L’essenzialità residua diquesto grande casolare non dàperò tristezza, trasmette anzipiù forte il senso delle cose, lequali sopravvivono all’uomo,testimoni silenziosi, però ca-paci di interloquire con il no-stro animo e i nostri pensieri.
Forse qui han-no abitato fami-glie povere esemplici, in af-fittanza o amezzadria, co-me ricorda ilbel film L’albe-ro degli zocco-li, forse la cam-pagna intornosa ancora di su-dore e di fati-che, di appas-sionato lavoro
per rendere fertili dure zolle,per garantire cure amorevoli apiante e animali. Qui sono pas-sati i veri protagonisti, uominie donne, della nostra storia,quelli che sui libri hanno avutosempre poco spazio, o spessosono stati addirittura ignorati.
In questi pensieri e in que-ste riflessioni la cascina ab-bandonata sta diventando unrichiamo costante nelle miepasseggiate agresti, e sostandonei pressi mi piace osservarla adistanze diverse e da diversipunti di vista, quasi che cosìfacendo essa abbia semprequalcosa di nuovo da ricordar-mi e da raccontarmi nel suo si-lenzio.
Giliolo Badilini
La caratteristica cascina lombarda abbandonata. (BAMS - Matteo Rodella)
Pubblico e privato a cura di Giliolo Badilini
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Come comitato di cittadi-ni vogliamo esprimerela nostra profonda
preoccupazione per quanto staemergendo nell’inchiesta legataalle bonifiche dell’ex Sisas diPioltello.
Esprimiamo grande indigna-zione nell’apprendere del pre-sunto smaltimento di 10.339tonnellate di rifiuti pericolosinon conformi nella discaricaValseco di Montichiari.
La vicenda che coinvolge ladiscarica del gruppo Systema siaggiunge al già lungo e dram-matico elenco di inchieste giu-diziarie legate alle discaricheoperanti nel nostro territorio.Questo aspetto, unito ai dati al-larmanti sullo stato di salute delnostro territorio emersi dalloStudio Ambientale condottodall’Ing Giuseppe Magro, con-ferma quanto stiamo chiedendo
da tempo: l’adozione urgente eimmediata di misure straordi-narie per il Comune di Monti-chiari atte a fermare tutte lenuove richieste in essere e initinere di discariche e impian-ti trattamento rifiuti.
Confidiamo inoltre che glienti e gli organi che ne hannofacoltà si adoperino nel pienodelle loro possibilità per inter-venire in maniera concreta nellavicenda che riguarda l’attivitàdella discarica Systema.
Il ComitatoSOS Terra Montichiari
Semplicemente donnaLe donne del Cafè dei Piöcc
Rimborsi a famiglie e imprese nel 2013La Lombardia chiude a quota 3,8 miliardi
Hanno entusiasmatoproprio tanto il foltopubblico nel Teatro
Bonoris, le donne del Cafè deiPiöcc! Recitando in italiano,si sono fatte apprezzare ulte-riormente, partendo dalla bra-vissima autrice dei testi,Adriana che ne ha anche in-terpretati in modo eccellente,a tutte le altre attrici indistin-tamente e alla regista Manue-la. Spezzoni di vita visti alfemminile dal passato remoto,al passato più recente fino ainostri giorni. E chi meglio diuna donna può entrare nellasensibilità, nella psicologiaquotidiana, nella praticità,nell’attesa spesso snervante,nella drammaticità, nell’iro-nia, nella dolcezza, nel doloree non ultima nella speranzanel futuro che noi donne vi-viamo sulla nostra pelle nellavoro e nella famiglia e rap-presentarla con una naturalez-za così disarmante da far im-medesimare ogni spettatrice?
Le donne del Cafè deiPiöcc sono riuscite talmentebene a mettere in scena le mil-
le sfaccettature della naturafemminile, senza rinnegarel’importanza (a volte negativa)dei maschi..., che anche gli uo-mini presenti hanno annuito eapplaudito, perchè hanno rico-nosciuto e forse in certi casicompreso sfumature che le lo-ro mamme, figlie, mogli,..sen-tono, vivono e sopportano ognigiorno, spesso senza la giustaconsiderazione.
Non sono mancati i mo-menti allegri, perchè noi don-ne sappiamo affrontare le dif-ficoltà sorridendo, ridendo, a
volte anche di noi stesse, perdarci quella marcia in più checi fa andare avanti con grinta!E come è giusto che sia, al ter-mine della serata le donne delCafè dei Piöcc, dopo aver let-to una splendida poesia di Ma-dre Teresa di Calcutta, hannoringraziato i “loro” uominidella compagnia, per sottoli-neare che parlare di donne tradonne non esclude il ruolomaschile nella nostra vita. An-cora complimenti a queste no-stre attrici!!
Ornella Olfi
Le magnifiche donne del Cafè dei Piöcc. (Foto Gek)
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Oltre 241 mila rimborsiper un importo com-plessivo di circa 3,8 mi-
liardi di euro erogati complessi-vamente a famiglie e aziendenel 2013 in Lombardia. In detta-glio di seguito, il riepilogo diquanto l’Agenzia delle Entrateha restituito nel corso del 2013.
In particolare:Iva – Un po’ di respiro nel
2013 per le oltre 15 mila impre-se, artigiani e professionisti acui sono stati restituiti oltre 3,3miliardi di rimborsi Iva grazieall’impegno degli uffici dell’A-
genzia e ai fondi messi a dispo-sizione dal Ministero dell’Eco-nomia e delle Finanze.
Imposte dirette – Oltre 392milioni di euro l’ammontare deirimborsi erogati per Irpef e Iresa famiglie e imprese. In partico-lare, sul fronte delle famiglie so-no stati erogati dall’Agenzia cir-ca 205 mila rimborsi, per un to-tale di oltre 185 milioni di euro.
Tra i beneficiari dei paga-menti anche i contribuenti che,non avendo più un datore di la-voro e vantando un credito fi-scale, hanno usufruito dell’op-
portunità offerta dal Decreto delFare di presentare il modello730 e ricevere così i rimborsi di-rettamente dall’Agenzia in tem-pi rapidi.
Sul fronte delle imprese, ol-tre all’Iva, l’Agenzia ha pagatocirca 17.700 rimborsi di impostedirette per quasi 207 milioni dieuro.
Altre imposte - Per le impo-ste “minori” (registro, conces-sioni governative e altre) sonostati erogati circa 2.500 rimbor-si per un importo complessivodi oltre 67 milioni di euro.
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Irene Signorini: 90 festeggiati in famiglia
Raggiungere il traguardodi 90 anni è sempremotivo di soddisfazio-
ne. La signora Irene Signoriniha avuto questa fortuna di es-sere festeggiata dalla sua nu-
merosa famiglia con tanto af-fetto. Al classico taglio dellatorta erano presenti i figli Fer-dinando, Luciano, Adriano ePierina, unitamente ai 6 nipotied ai quattro pronipoti. Sono
questi momenti che riconcilia-no con la vita, e come redazio-ne siamo lieti di poterli docu-mentare per un ricordo che re-sta, e da condividere.
KG
I nipoti e pronipoti con nonna Irene. Mamma Irene con i figli.
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Assemblea annuale
Si è svolta presso la sededegli Alpini in via Pelle-grino l’Assemblea an-
nuale del gruppo di Montichia-ri “Ten. Portesi”.
Discreta la presenza dei circa180 iscritti che hanno partecipa-to all’assemblea. All’inizio dellapresentazione del bilancio 2013,al suono del silenzio sono statiricordati i 5 alpini ed i 2 amiciche “sono andati avanti”. Dopoil saluto del delegato di zona, ilPresidente, fresco di riconferma,saluta i presenti e dà lettura del-la composizione del nuovo Con-siglio di Amministrazione, cosìcomposto: Capogruppo CHIA-RINI ALBERTO, Vice Capo-gruppo – cassiere PASOTTIVALERIO, segretario contabilePILATI VALERIO. Sono statiinoltre eletti i consiglieri BET-TINI CARLO, ANTONIOLIANTONIO, PIAZZA FRAN-CO, PIAZZA IVAN, MORAMILCARE, COGNO AR-MANDO, VIGORELLI GIU-
SEPPE e CONTI ROMEO. Ilcompito di presentare il rendi-conto delle attività e delle fi-nanze al segretario PIAZZAFranco che con l’aiuto dellatecnologia ha saputo presentareal meglio il bilancio con le va-rie specifiche. Il Gruppo è insalute dal punto di vista finan-ziario grazie ad un impegnativoprogramma che ha trovato lacondivisione di tutti i presenti.
Circa 3 mila euro il contri-
buto in solidarietà con il propo-sito di raddoppiarlo per il 2014.Al termine, una bellissimaproiezione delle numerose ini-ziative svoltesi nell’anno 2013con suggestive fotografie deivari luoghi dove gli Alpini diMontichiari si sono recati. L’al-pino Armando Cogno è il puntodi riferimento con Brescia qua-le consigliere provinciale del-l’Associazione.
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Incarichi Consiglio direttivo
Associazione Nazionale Alpini – Montichiari
La presentazione del bilancio annuale. (Foto Mor)
Mamma Luigina e papàFerdinando si congra-tulano con la figlia
CHIARA per l’ottimo risultatoconseguito con la Laurea in Ma-tematica presso l’UniversitàCattolica del Sacro Cuore diBrescia. Il titolo della tesi dilaurea: Agenti ed utilità in Hashe Pareto. Alle congratulazionidei genitori si uniscono i fratelliGiovanna ed Andrea, parenti edamici di lavoro.
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La laureadi Chiara Franceschini
La neo laureata Chiara Franceschini.
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Un doveroso GRAZIEalla direzione delGreen Park Boschetti
per la generosa ospitalità e ladisponibilità concreta per il so-stegno del nostro settimanale.
Come da diversi anni NU-MEROSI SPONSOR sono labase per la riuscita sottoscri-zione che ha visto la distribu-zione di oltre 40 premi.
Un RINGRAZIAMENTOquindi all’Associazione Davi-de Rodella, Trony, GardenShop Pasini, Oreficeria Mau-ri, Ottica Leonardi, Oltre lescarpe, Vanoli Lucia, Leon-market, Real Cornice, FotoGek, Cinema teatro Gloria,Pescheria Magri, La Bottegadelle Carni, Libreria Drago-manno, Central Market,Buon Caffè, Pasticceria Rof-fioli, Pizzeria Aquila d’oro,Alli Galli, Hairim Parrucchie-ra, Atena, Edizioni Bams foto.
PREMI SPECIALI vintidagli ABBONATI: Orologioda donna OREFICERIALANFRANCHI (ColomboRino Novagli Campagna),Deumidificatore FRAMA-CIA DI LENA (Garatti Albe-
rini via Caduti del Lavoro),Cornice REAL CORNICI(Brami Sergio Ghedi).
Un GRAZIE di cuore a tut-ti gli sponsor ed agli abbonatiche sostengono l’iniziativa delsettimanale L’Eco della bassabresciana, giunto al 33° annodi vita.
L’Editore
Sponsor della serata dell’Eco
Lo scienziato Bruno Codenottial Don Milani
TEL. E FAX 030 962303VIA MANTOVA 36 - MONTICHIARI
NUOVA SEDE
• GIOIELLERIAMORELLATO - NOMINATION - DONNA OROBABILA - MARIO PORZIO - ADAMI & MARTUCCI
• ARGENTERIACORNICI - VASI - OGGETTISTICA - BIGIOTTERIA
• OROLOGICITIZEN - LOCMAN - MORELLATO - PHILIPWATCH - FOSSIL - ARMANI - ZANCANVAGARY - BURBERRY
• RIPARAZIONIGIOIELLERIA DI OGNI TIPOOROLOGERIA DI OGNI TIPO ANCHE ANTICA
Lo scienziato Bruno Co-denotti venerdì 31 gen-naio sarà ospite dell’Isti-
tuto statale Don Milani di Mon-tichiari dove, su alcuni dei temiche hanno determinato lo svi-luppo della matematica dallaseconda metà del XIX secoloalla fine del '900, terrà una con-ferenza a carattere divulgativo,intitolato “Matematica, realtà,infinito”, dalle ore 11 alle 13.
Aperto agli insegnanti eagli studenti della scuola divia Marconi, l'incontro si terràal GardaForum in via Trieste62 e proseguirà nel pomerig-gio a partire dalle 14.30 quan-do il relatore riprenderà l’atti-vità con un approfondimentodei temi trattati nella confe-renza mattutina.
53 anni, dirigente di ricercadel Cnr dal 1991, Codenotti èstato docente in diversi atenei,tra cui la University of Chicagoe la Cornell University. Profes-sore onorario alla EngineeringUniversity di Harbin, in Cina,si è occupato di problemi com-putazionali nell'ambito della
teoria dei giochi e della teoriaeconomica. Attualmente al Cnrdi Pisa lavora all’Istituto di In-formatica e Telematica.
Per informazioni e iscrizio-ni all'importante appuntamentodi approfondimento scientificosi può telefonare allo030.961410.
Piacere, io Avis e tu?Alla scuola Tovini Kolbe
L’attività di promozionenelle scuole “Io Avis etu?”è iniziata quest’an-
no a Montichiari con incontrialla scuola Tovini-Kolbe, siacon bambini delle elementariche con ragazzi delle medie.Momenti molto partecipati datutti gli scolari, che hanno se-guito con interesse, curiosità,ponendo domande pertinenti,commentando il breve videocon entusiasmo e votando po-sitivamente questa esperienza,dimostrandosi sensibili al te-ma della solidarietà in genera-le. La prof. Mirela Tingire e ilprof Federico Ratti, dell’Avisdi Brescia, con me e Selina,dell’Avis di Montichiari, han-no condotto questi incontrinon certo come lezioni, macome informazioni e proiezio-ni spiegate con semplicità, te-stimonianze dirette di quantoè importante la solidarietà ingenerale e nello specifico del-l’Avis la donazione di sangue,sia da fare in prima persona o,come nel caso di questi ragaz-zi ancora minorenni, il passa-
parola a casa con genitori eparenti.
Lo scopo è infatti quello difar conoscere meglio il signi-ficato del dono del sangue einvogliarli a diventare avisinio comunque ad entrare a farparte dell’Avis a vario titolo.Infatti, tranne in una classe,pochi di questi alunni hannoparenti avisini, per cui non co-noscono da vicino l’Avis. Perquesto sono molto utili questeiniziative nelle scuole: semina-re bene dà speranza di buonraccolto!...e come sempre faredel bene agli altri fa molto be-ne anche a se stessi. Personal-mente la loro spontaneità, laloro sana curiosità e il loro ot-
timismo mi hanno fatto anco-ra una volta credere in un futu-ro dove ci sarà spazio per l’a-more per il prossimo.
Dolcissima Giorgia, che miha regalato questo disegno, pre-parato per ringraziare l’Avisprima ancora di conoscerci...Un grazie alla coordinatrice di-dattica prof. Roberta Chiari perla disponibilità e la cordiale ac-coglienza con cui ci ha affian-cato durante questi incontri.
Per informazioni la segrete-ria Avis è aperta (ingressoospedale) il sabato dalle 10 al-le 12 tel 0309651693 -www.avismontichiari.it
ornella olfi
Filo diretto con l’Avis
[email protected] Ospedale Montichiari
Tel./Fax 030.9651693
Gli auguri di buon compleanno ad Elisa,insegnante alla scuola Tovini-Kolbe.
(Foto Mor)
Speciale S. ValentinoGreen Park Boschetti - 14 e 15 febbraio
SPECIALE S. VALEN-TINO al Green ParkBoschetti con ben due
serate dedicate agli innamorati.VENERDI’ 14 febbraio ce-
na ed intrattenimento musicalecon la musica internazionaledel Maestro MAURIZIO
DANESI, con un ricco menù.SABATO 15 febbraio, semprealle ore 20, cena e serata dan-zante con GIULY SOUND;ricco menù e gran buffet alla“Boschetti”.
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Via San Pietro, 3 - Montichiari (BS)Tel. 030.9962166 - Sito Web: www.cinemagloria.it
Venerdì 31 Gennaio ore 21.00 - Spettacolo Teatrale “Fantasied’Autore: Lucio Battisti” - Musiche dal vivo e danza
Sabato 1 Febbraio ore 21.00 - Piovono Polpette 2 (3D)Domenica 2 Febbraio ore 15.00 - Piovono Polpette 2 (3D)
Domenica 2 Febbraio ore 17.30 e 20.30 - Piovono Polpette 2 (2D)Lunedì 3 Febbraio ore 21.00 - Piovono Polpette 2 (3D)
Martedì 4 Febbraio ore 20.00 - Rassegna Martedì d’autoreOpera Lirica Madama Butterfly
Mercoledì 5 Febbraio ore 20.30Conferenza a cura di Vocabolari di Pace
Una strategia per il futuro con Ernesto OliveroGiovedì 6 Febbraio ore 21.00
Spettacolo teatrale “La radio e il filo spinato”con Roberto Abbiati - Rassegna “I Teatri del Sacro”
Maggiorazione servizi indivisibili
20 dicembre: lettera delComune di Montichiari, amezzo CBBO: da pagare
euro 78,30, della Tares. Entro il16 dicembre! Lunedì 23, sonoin banca: ho il numero 47 estanno servendo il 24. Sbircio idocumenti delle persone in at-tesa. Abbondano gli F 24: sonomoduli di pagamento Tares,non cacciabombardieri! L’as-sessore ai Tributi, di Monti-chiari, Massimo Gelmini, scri-ve che l’imposta è di sola pro-venienza governativa, ingiustae senza responsabilità del Co-mune. Fatto di cui, per sempli-ce infarinatura di diritto, ci siaccorge poiché l’imposta “….èun prelievo di ricchezza, effet-tuato su un cespite, da parte diun soggetto giuridico munito dipotere d’imperio, per destinarloa fini indivisibili”. Vale a dire:è lo Stato che ci fa pagare que-sta patrimoniale per destinarlaai suoi bisogni di bilancio. Gel-mini prende le distanze e con-danna questo “tributo inquanto iniquo ... l’ennesima
gabella inutile”. Giudizio con-divisibile. A gennaio ci arrivaun’altra lettera, dall’Ufficiodelle Entrate di Torino, con an-nesso bollettino postale, nellaquale siamo chiamati a pagareil canone RAI. E’ il caso di ri-cordare, all’assessore Gelmini,ed ai suoi sodali leghisti che,per anni, il loro partito, la LegaNord, ha promesso, una voltaandata al governo, la soppres-sione dell’odioso “balzello”.Dopo il 2001, la Lega è stataper quasi 9 anni al governo: ilcanone RAI è rimasto; purerincarato. Beffa finale: a di-spetto dei propositi moralizza-tori, la Lega si è tuffata nellelogiche spartitorie e lottizzatri-ci della RAI. E non solo.
La Lega ha approvato con-doni fiscali ed edilizi che han-no premiato disonesti e furba-stri, anche a scapito di quelNord che dice di voler difen-dere. Durante la sua parteci-pazione, al governo, il debitopubblico è cresciuto – dati del-la Banca d’Italia – di oltre 400
miliardi di euro e la pressionefiscale è arrivata al 43%. Nonche, dopo, le cose siano andatemeglio; bisogna doverosamentedire. Ma di federalismo e rifor-me credibili, manco l’ombra. Incompenso la porcata della leggeelettorale chiamata Porcellum etargata Roberto Calderoli, dellaLega. Quanto sono costati ilfallito salvataggio dell’Alitaliao la difesa di una minoranzache non ha rispettato le quotelatte? Di sicuro le abbiamo pa-gate noi cittadini. Il comune diMontichiari piange miseria,stante i diminuiti trasferimen-ti dello Stato. Quanti tagli acomuni, regioni e provincie haapprovato la Lega, quandoera al governo? Sicuramente,sul fronte opposto, ci sarà statoqualche imitatore di Gelminiche, scrivendo ai cittadini, avràcondannato la politica finaziariadel governo di allora. Domandafinale: che c’azzecca, di questitempi, Gelmini, con la Lega?
Dino Ferronato
Associazione di Montichiari “Arturo Mercanti”Istituto Nastro Azzurro Decorati al Valor Militare Brescia
Come ogni anno dal 1991, si
ricorda con una solenne ceri-
monia quanti giovani bre-
sciani di allora, nel 1940 partirono
da Ghedi per il servizio militare in
aeronautica e vennero destinati in
quella che era considerata la nostra
quarta sponda, in Libia a Tobruk.
Partirono da Ghedi in un nebbio-
so 18 gennaio 1940 alla volta di Na-
poli per essere imbarcati e tradotti a
Tobruk dove arrivarono nelle loro
belle divise di lana in un caldo pe-
riodo che attenagliava la zona.
Mentre erano intenti a svolgere
le mansioni assegnate, si era quasi
alla fine del loro periodo che , ecco
a ciel sereno arrivare il 10 giugno
1940 e con questa nefasta data l’ini-
zio della guerra.
I nostri intrepidi amici vennero
dislocati in vari campi di volo lungo
quella che era definita la Balbia e li
rimasero sotto numerosi bombarda-
menti fino a che le truppe alleate en-
trarono a tripoli e l’Italia abbandonò
per sempre la Libia e Tobruk.
Rientrati in patria, molti finirono
in campi di concentramento tedeschi
come molti rimasero in campi di pri-
gionia delle truppe alleate. A fine
guerra tornarono decimati alle loro
case. Gli anni passano inesorabil-
mente per tutti, le file dei tobrukini
via via si sono assottigliate e attual-
mente ne rimangono pochissimi , se
ne conosce l’esistenza soltanto di
uno. Quest’anno il 19 gennaio alle
ore 11,30 nella parrocchiale di Bor-
gosotto di Montichiari presso la
chiesa dedicata alla Madonna di Lo-
reto alla presenza del Gen. Gian-
Marco Bellini è stata celebrata una
santa messa .
In dono da parte del Club 124
Frecce Tricolori di Montichiari con
il Patrocinio dell’Istituto Del Nastro
Azzurro di Montichiari, a futura
memoria di una copia della campa-
na che custodita in questo luogo di
culto tanto caro agli Aviatori dell’a-
ria, continuerà a suonare per ricor-
darli. Lo scopo della cerimonia è
stato quello di ricordare gli aviatori
caduti in tutte le guerre, ma anche
fare gli onori all’ultimo reduce di
Tobruk vivente, un ragazzo classe
1919, l’Aviere Scelto Cesare Bro-
glia a cui è andata una targa comme-
morativa consegnata dal Vice Presi-
dente della sezione di Montichiari
del Nastro Azzurro Renato Bianchi.
Ulteriore Targa commemorativa
è stata consegnata sempre dal Vice
Presidente Bianchi al Generale
Giammarco Bellini, medaglia d’ar-
gento al valor militare con la se-
guente motivazione:
Comandante di “Tornado” im-pegnato nella sua prima, difficileoperazione bellica notturna controobiettivi militari fortemente difesi,riusciva ad effettuare, in presenza dicondizioni meteorologiche avverse,il previsto rifornimento in volo e de-cideva, con chiaro sprezzo del peri-colo e senza esitazione, di continua-re da solo la missione che gli erastata affidata. Raggiungendo l’o-biettivo, subito dopo aver sganciatoil carico bellico a bassissima quotasu un deposito di munizioni irache-no veniva fatto segno ad intensofuoco contraereo. Sceso ulterior-
mente di quota sul deserto in pienaoscurità, veniva colpito dalla vio-lentissima reazione contraerea cherendeva ingovernabile l’aeromobi-le. Lanciandosi assieme al naviga-tore veniva fatto prigioniero. Mante-neva, in mani nemiche, un contegnofermo ed esemplare, nonostante leviolenze fisiche e morali subite.Chiaro esempio di professionalità,dedizione e coraggio, degno erededi una luminosa tradizione.»
Al termine della funzione, come
si dice “tutti i salmi finiscono in glo-
ria”, ci si è ritrovati presso il risto-
rante Casa Bianca di Calcinatello
per un conviviale pranzo di gala a
cui sono intervenuti a vario titolo
anche autorità militari e civili.
Il progetto dell’Istituto Del Na-
stro Azzurro di Montichiari, spiega
in una nota Renato Bianchi, dopo
questa meravigliosa iniziativa, è
quello di continuare a ricordare i re-
duci di tutte le guerre, prefiggendosi
di organizzare al più presto nuovi in-
contri che possano portare la testi-
monianza dei Bresciani e dei Mon-
teclarensi sopravvissuti alla tragedia
della guerra.
Istituto Del Nastro AzzurroPer i Decorati Al Valor Militare
Sezione di Montichiari
Consenga della targa dal vice Presidente Bianchi al generale Giancarlo Bellini.
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Memoria Storica di MontichiariL
a contrada “del Castel”,
così chiamata perché sul
colle vi era il castello del
Conte Bonoris, inizia con una
breve salita da Piazza Duomo,
si estende per circa 700 metri
lungo l’odierna via 25 Aprile.
Qui la contrada finisce e la via
prosegue scendendo curvosa
verso lo storico Borgosotto, ric-
co d’importanti magioni e di un
grosso “Stabilimento di Giocat-
toli” in legno della ditta Poli.
Condensati nel breve tratto del-
la contrada vi erano personaggi
di un certo riguardo e molte se-
di istituzionali che elenco a me-
moria: la casa di Monsignor
Quaranta, colto e pugnace Aba-
te che nelle sue prediche dal
Pulpito senza impianti amplifi-
catori (bei tempi) si faceva sen-
tire con chiarezza, coraggioso
portavoce del non espresso an-
tifascismo di una gran parte dei
monteclarensi, ormai stanchi
della guerra; la Cassa Rurale
detta “di Gennari”, l’Asilo in-
fantile Principessa Mafalda,
tutt’ora esistente, la “Casa del
Fascio”; la Biblioteca Comuna-
le; il “Consorzio Acque”; l” As-
sociazione Combattenti”; l’Uf-
ficio Imposte di consumo, la Ti-
pografia Lamperti, due negozi
di Tessuti e scampoli, due sarto-
rie e altrettante fornerie, più un
negozio di materiale elettrico;
in quell’epoca c’erano lampadi-
ne, isolatori di porcellana, fili
della luce, interruttori dell’epo-
ca, nastri isolanti, fornelli elet-
trici, pile da 4,5 volt e pochi
lampadari.
Vi abitava pure il sacrista
dell’Abbazia, che divenne uno
dei primi Sindaci dopo un ven-
tennio di Podestà. I miei genito-
ri gestivano un’osteria, dove
vissi la mia giovinezza. All’ini-
zio della guerra conobbi come
clienti militari dell’Esercito, po-
veri fanti del sud, che venivano
a scolarsi un bicchiere di vino e
sfamarsi con manciate di Ceci
cotti al forno, inviati per posta
dalle loro famiglie. Poi vennero
i giorni dei Militi Fascisti, sot-
tufficiali alloggiati nella casa
del Fascio. Vennero, prima del
fine guerra i tedeschi, soprattut-
to piloti dal Campo d’Aviazione
di Ghedi che capitavano nell’o-
steria la sera. Sopra il cortile di
casa s’innalzavano le mura del
castello: durante il passaggio a
bassa quota di un caccia ameri-
cano (ormai il fronte di guerra
era vicinissimo) uno degli uffi-
ciali tedeschi che occupavano il
Castello si sporse dalle mura e
sparò- vanamente- all’aereo.
Fra i clienti un pilota mi prende-
va sulle ginocchia, mi pettinava,
dicendomi che aveva in Germa-
nia un bambino che aveva la
mia età.
Al tempo l’atmosfera non in-
quinata era tersa e la visibilità
perfetta. Nemmeno l’inquina-
mento luminoso esisteva, per-
ché l’illuminazione pubblica era
scarsa e inoltre c’era “Pippo”
piccolo aereo notturno che but-
tava bombette sopra il tetto del-
le case, rompendo tegole e vetri
quando vi era una finestra non
perfettamente “oscurata”. Una
luce accesa poteva essere la se-
gnalazione per aerei nemici. Pe-
rò per un anno circa il motore di
quell’aereo impediva spesso il
sonno. Tempo dopo passavano
su Montichiari i bombardieri
anglo-americani per bombarda-
re Brescia: lo stormo dei bom-
bardieri, forse una dozzina, vo-
lava alto e compatto e si allarga-
va quando era su Brescia. Vede-
re chiaramente le bombe scen-
dere, e sentirne il boato alla di-
stanza di 20 Km. era una soffe-
renza, mitigata solo dalla cer-
tezza che in quel momento noi
eravamo in salvo.
La Guerra stava per finire e
per tre o quattro settimane, sem-
pre il giorno di Domenica circa
alle 11,30 due caccia bombar-
dieri con due bombe ciascuno
sospese sotto le ali: cercavano di
colpire il ponte sul fiume Chie-
se, per tagliare la strada ai tede-
schi in ritirata verso nord.
Il punto di riferimento per lo
sgancio delle bombe era la gran-
de cupola della nostra Abbazia:
scendevano veloci col muso
puntato sul ponte e mollavano le
bombe sulla verticale della
Chiesa e subito cabravano e spa-
rivano verso sud, mentre le
bombe proseguivano la traietto-
ria e cadevano nelle vicinanze
del ponte, a poche centinaia di
metri in linea d’aria.
Era diventato lo spettacolo
domenicale, dopo la messa can-
tata: nessuno era spaventato, la
guerra non faceva più paura, sta-
va per finire. In una di quelle do-
meniche, rimasi in Chiesa con
un amico per il ringraziamento,
dopo la Comunione. Dissi entu-
siasta all’amico: sarebbe bello
se colpissero noi, siamo in Gra-
zia di Dio e andremmo subito
dritti in Paradiso. Eviteremmo
una vita piena di guerre, la vec-
chiaia, una morte dolorosa e an-
ni di Purgatorio. O addirittura
l’Inferno se morissimo in pecca-
to mortale senza potersi confes-
sare. Il mio amico non fu d’ac-
cordo, preferiva arrischiare ma
vivere.
Questo discorso fu il frutto
del mio indottrinamento: andare
in Paradiso era facile, l’impor-
tante era potersi pentire in tem-
po, ci aspettava il Purgatorio,
anche se eri in peccato mortale,
(per esempio una bestemmia, o
giocare ai dottori con le bambi-
ne coetanee). Bastava poi che
qualcuno facesse dire messe in
suffragio per accorciare la pena
del Purgatorio. Scelte fatte più
avanti nella mia giovinezza deri-
varono da quel tipo di condizio-
namento. Il ponte sul fiume
Chiese fu infine distrutto. L’ulti-
ma estate di guerra, a tarda sera,
dalla collina di san Pancrazio si
vedevano benissimo le luci del
campo d’aviazione di Ghedi e le
luci degli aerei tedeschi, che de-
collavano per sconosciute e bre-
vi missioni di guerra. Un’avven-
tura, per me e per l’amico Beppe
nelle ultime sere di guerra: sali-
re sul monte al buio e contare il
numero degli aerei che decolla-
vano. Lo facemmo per tre sere.
Una dozzina decollavano ogni
sera, poi all’atterraggio, dopo
un’ora circa, mancavano sem-
pre due o tre. Una sera il pilota
tedesco che frequentava l’oste-
ria dei miei genitori e mi pren-
deva sulle ginocchia e mi petti-
nava, perché aveva in Germania
un bambino della mia età, mi
pettinò piangendo: disse che do-
veva partire quella notte stessa
per una missione. Non lo vidi
più. Non capivo e non capirò
mai: perché cercare la sofferen-
za con la guerra?
Questo uno dei tanti ricordi
della seconda guerra mondiale,
che credevo dimenticati dopo
mezzo secolo di assenza da
Montichiari.
Bruno Roversi
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