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Monitoraggio Media
SIFA srl - Via G. Mameli, 11 – 20129 MILANO +390243990431
[email protected] - www.sifasrl.com
Mercoledì 29 gennaio 2020
SommarioN. Data Pag Testata Articolo Argomento1 29/01/2020 6 IL SOLE 24 ORE TEMPI RIDOTTI, MA EDILIZIA E SANITA RESTANO IN SOFFERENZA SANITÀ LOCALE2 29/01/2020 1, 6 IL SOLE 24 ORE LA SENTENZA LA CORTE UE BOCCIA L'ITALIA: PAGAMENTI ANCORA IN RITARDO SANITÀ LOCALE3 29/01/2020 33 IL GAZZETTINO DI PORDENONE L'AMBULATORIO SOLIDALE DOVE SI CURANO I PIÙ POVERI SANITÀ LOCALE4 29/01/2020 29, 3 IL GAZZETTINO DI PORDENONE SACILE MAMMOGRAFIA DA QUATTRO MESI SENZA SERVIZIO SANITÀ LOCALE5 29/01/2020 33 IL GAZZETTINO DI PORDENONE IL VESCOVO: «L'ATTENZIONE ALLA SALUTE È UNO DEI PRIMI DOVERI DELLA POLITICA» SANITÀ LOCALE6 29/01/2020 35 IL GAZZETTINO DI UDINE SVILUPPOLMPRESA E SANITÀ, IL PD ORA ALZA IL TIRO SANITÀ LOCALE7 29/01/2020 34 IL GAZZETTINO DI UDINE ATTIVISTI CONTRO LA GESTIONE DELLA SALUTE NELLE CARCERI SANITÀ LOCALE8 29/01/2020 24 IL PICCOLO BLACKOUT DEL SISTEMA SANITARIO IL PD ATTACCA LA GIUNTA FEDRIGA SANITÀ LOCALE
9 29/01/2020 22 IL PICCOLO ED. GORIZIA E OPERATIVO IL CLIP NELLE FARMACIE ISONTINE PER PRENOTARE ESAMI SPECIALISTICI EVISITE SANITÀ LOCALE
10 29/01/2020 39 IL PICCOLO ED. GORIZIA ALLA CASA DI RIPOSO DI GRADISCA 32 POSTI PER NON AUTOSUFFICIENTI SANITÀ LOCALE
11 29/01/2020 22 IL PICCOLO ED. GORIZIA AZIENDA FARMACEUTICA COMUNALE LA STRUTTURA DI MONTESANTO ESCE DALLA LISTADELLE PRIORITÀ SANITÀ LOCALE
12 29/01/2020 1, 16 MESSAGGERO VENETO COMPUTER KO IL LUNEDÌ NERO DELLA SANITÀ: «I SISTEMI INSIEL SONO VECCHI» SANITÀ LOCALE13 29/01/2020 34 MESSAGGERO VENETO PORDENONE MEDICI, LO SPI: PRONTI A CONDIVIDERE GLI SPAZI SANITÀ LOCALE
del 29 Gennaio 2020 _________ QuuUdUtta Potuto EcmmMk'u Hnmhró
QUOTIDIANO: MILANOestratto da pag. 6
Ritardo medio nei lavori pubblici
G iorn i m ed i di r i ta rd o . D ati s e m e s tr a l i
160 159 160
Il i II l II I II I II l il I II i II il II
2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 ’19Nota: nel grafico sono indicati i ritardi medi oltre i termini fissati dalla legge.Fonte: Ance - Indagini rapide 2010-2019
I SETTORI PIÙ ESPOSTI
Tempi ridotti, ma edilizia e sanità restano in sofferenza
Rispetto al passato attese più brevi, ma ci sono aree più critiche come il Sud
Marzio Bartoloni
Nei lavori pubblici le imprese devono aspettare in media ancora quattro mesi e mezzo (133 giorni per l’esattezza) per farsi pagare, con i Comuni in cima alla lista dei cattivi pagatori (otto su dieci lo fanno in ritardo). E nella Sanità le aziende che producono apparecchiature - dalle Tac alle risonanze magnetiche fino alle semplici siringhe - arrivano invece a 99 giorni di attesa (dato medio raccolto da Confindustria dispositivi medici a dicembre scorso) per vedersi saldare le fatture da ospedali e aziende sanitarie, con punte nel Sud Italia che superano abbondantemente l’anno come nel caso record dell’azienda ospe
daliera Mater Domini di Catanzaro che fa aspettare oltre 500 giorni prima di pagare i propri fornitori.
Se le lunghe attese delle imprese del passato si sono dimezzate nel giro di qualche anno restano però ancora molte criticità in ampie zone del Paese (Sud in primis) e in settori cruciali delle forniture e dei lavori della Pa come la Sanità e l’edilizia dove i ritardi rispetto ai tempi massimi di attesa previsti (60 giorni) vengono ancora superati in media rispettivamente di 39 e 73 giorni di media. Qui i crediti incagliati - registrati rispettivamente dall’Ance e da Confindustria dispositivi medici - arrivano a 6 miliardi (per l’edilizia) e 1,7 miliardi (per i dispositivi medici esclusi i farmaci) su un monte di debiti non saldati che nel 2or8 ammontava a oltre 50 miliardi.
Nel complesso secondo l’ultimo aggiornamento sui pagamenti dei debiti di tutta la Pa pubblicato sul sito del ministero dell’Economia a no
vembre scorso il tempo medio con cui la pubblica amministrazione nel 2or8 ha saldato i suoi debiti è di 54 giorni, con un ritardo medio di 7 giorni sulla scadenza delle fatture. Si registra - osservava il ministero - un significativo miglioramento rispetto ai tempi medi di ritardo relativi alle fatture del 2017 (ro giorni) e del 2or6 (r6 giorni): «Tale tendenza risulta essere generalizzata e riscontrabile per i diversi comparti delle Pubbliche amministrazioni, sebbene permangano situazioni differenziate a livello territoriale», ammette il Mef. Complessivamente il Nord risulta un pagatore più puntale, con tempi mediamente inferiori di 8 giorni mentre il Sud fa registrare un valore medio superiore di rr giorni, nel Centro emerge un tempo medio di pagamento di 3 giorni superiore.
Differenze si riscontrano anche nei tempi di pagamento dei diversi
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Il logo della testata e i contenuti appartengono ai legittimi proprietari.
SANITÀ LOCALE 1
del 29 Gennaio 2020
Enti, con le Regioni che mostrano le migliori performance mentre gli enti pubblici nazionali e la categoria “altri” peggiorano i tempi, con il ritardo medio che passa da 5 a 7 giorni e da o a 1 giorno.
Ma al di là dei numeri totali ci sono settori che continuano a essere molto esposti. I costruttori dell’Ance segnalano anche un’aggravante e cioè che le pubbliche amministrazioni continuano a mettere in atto prassi gravemente inique: a fine 20t9, infatti, il 92% delle imprese dichiarava di aver ricevuto richieste di ritardare remissione dei Sai (Stato di avanzamento lavori) o l’invio delle fatture e di accettare, in sede di contratto, tempi di pagamento superiori alle tempistiche o di rinunciare agli interessi di mora. Ritardi questi che poi le aziende pagano. Come? Secondo l’Ance il 35% delle imprese deve ricorrere ad una riduzione degli investimenti, mentre circa un quarto (il 22%) è obbligato a ridurre il numero dei dipendenti.
L’OSPEDALE MAGLIA NERA
A Catanzaro 504 giorni di attesaIl palmares per la struttura pubblica più ritardaria, almeno nel saldo delle fatture del Servizio sanitario nazionale, se lo aggiudica l’azienda ospedaliera Mater Domini di Catanzaro che per gli acquisti nel biomedicale - i dispositivi medici e le apparecchiature necessarie per far vivere un ospedale - ci mette addirittura 504 giorni per pagare. Un record negativo dei «pagherò» quasi eguagliato da altre strutture sanitarie, tutte del Sud, che superano o quasi un anno per saldare le proprie fatture. Seconde il monitoraggio di Confindustria Dispositivi medici l’azienda sanitaria provinciale di Crotone ci impiega 425 giorni mentre l’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro 374. Se sul podio ci sono strutture calabresi, subito sotto c’è l’Asl 2 01bia(330 giorni) e l’azienda ospedaliera Pugliese - Ciaccio (316).
L’ASL VIRTUOSA
_________ Uuu4ldUna Politica ÌLcmn>mk'u Hnmhró
QUOTIDIANO: MILANO
Pordenone paga in anticipoNon tutta la Pubblica amministrazione paga in ritardo. I tempi di attesa per il saldo delle fatture si sono mediamente ridotti ovunque, e in certi casi c’è chi è così virtuoso da pagare addirittura in anticipo rispetto ai tempi massimi previsti. Nella Sanità a esempio - dove non si dovrebbero superare i 60 giorni di attesa - l’azienda sanitaria 5 Friuli Occidentale di Pordenone paga alle aziende gli acquisti di dispositivi medici in 35 giorni, in pratica 25 giorni prima del tempo limite previsto dalla direttiva europea dei pagamenti. E così fa anche l’Asl 5 Spezzino in 44 giorni o l’azienda socio sanitaria territoriale di Lodi che salda le sue fatture in 47 giorni. Sempre sotto i due mesi di tempo pagano anche la virtuosa Asl 4 Chiavarese (47 giorni) e il Grande Ospedale Metropolitano Niguarda(49 giorni).
I NUMERI
LAVORI PUBBLICI
133 giorniAttesa media negli appaltiIn media le imprese che realizzano lavori pubblici vengono pagate 133 giorni (circa4,5 mesi) dopo l’emissione degli stati di avanzamento Lavori, contro i 60 giorni previsti dalla normativa. Rispetto a 6 anni fa i tempi si sono dimezzati
COMUNI
79%Enti locali più ritardariA fine 2019 il 79% delle imprese segnala ritardi da parte dei Comuni. Le Province e le Regioni sono inoltre indicate come responsabili di ritardi rispettivamente dal 40% e dal 27% delle imprese. Negli ultimi mesi - segnala l’Ance - è
estratto da pag. 6
diminuita la percentuale di ritardi degli enti regionali.
PARTECIPATE LOCALI
27%Le partecipate ancora lenteLe società partecipate dagli enti locali e i consorzi vengono indicati rispettivamente dal 27% e dal 15% delle imprese tra i ritardatari della Pa e rappresentano tipologie di enti sulle quali le misure adottate dal Governo negli ultimi anni hanno inciso limitatamente in termini di riduzione del fenomeno.
GLI ALTRI ENTI
10%Ferrovie tra i virtuosiCirca un’impresa su io dell’Ance segnala inoltre ritardi da parte dei ministeri, di Anas o degli enti del Servizio sanitario nazionale mentre Ferrovie dello Stato (RFI) continua ad essere caratterizzata da poche segnalazioni da parte delle imprese.
RICHIESTE ILLEGITTIME
92%Contratti “vessatori”A fine 2019 il 92% delle imprese dichiara di aver ricevuto richieste di ritardare l’emissione dei Sai (Stato avanzamento lavori) o l’invio delle fatture, di accettare, in sede di contratto, tempi di pagamento superiori alle tempistiche o di rinunciare agli interessi di mora in caso di ritardo
Ritaglio stam pa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Il logo della testata e i contenuti appartengono ai legittimi proprietari.
SANITÀ LOCALE 2
La sentenza La Corte Uè boccia l'Italia: pagamenti ancora in ritardo
BartoIonieSantilll —apag.6
Giorni di attesa media delle aziende del settore dei lavori pubblici per essere pagate dalla pubblica amministrazione
Corte Uè boccia l'Italia: lo Stato paga in ritardo La sentenza. Subito in regola o maximulta. Ance: situazione inaccettabile Gualtieri: rilievi relativi al 2016, forte accelerazione con i pagamenti digitali
Giorgio Sanimi
Lo Stato italiano ha violato ledirettive Uè 2011/7 sui tempi di pagamento delle imprese e orarischiall pagamento di una maximulta. La Corte di giustizia Uehainfattiaffermato,inuna sentenza pubblicata ieri, che l'Italia avrebbe dovuto assicurare il rispetto «effettivo» da partedellepubbliche amministrazioni, nelleloro transazioni commerciali conleimpreseprivate, di termini di pagamento non superiori a 30 o 60 giorni. La pronuncia costituisce più che un cartellino gialloper l'Italia, in una vicenda che va avanti da anni, perché se lo Stato italiano non provvede rapidamenteamettere fine alla violazione rwtrà essere condannatoalpa-gamento di una maximulta come quella che fu comminata per lequote latte. Per la Corte Uè Iltaliadeve assicurare che le sue amministrazioni pubblicherispettìno effettivamente i
termini di pagamentostabilitiall'arti-colo 4della direttiva 20u/7, relativaal-la lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali.
Laprima reazione èarrivata dai costruttori dell'Ance, l'associazione che per prima avevano denunciato a Bruxelles lo Statoitalianoper isuoi ritardi «Nonfapiacerevedereilproprio Paese condannato-cliceilpresidente Gabriele Buia - per inadempienza rispetto agli c*Migmcomunitan\niaminevitabIle. Nonostante qualche miglioramento, dovuto agUeffettideltadirettivadel20ii che haimposto termini perentoriper i pagamentidellePa,infattì;iritarclimedi nel settore delle costruzioni superano ancora Ì4 mesi emezzo, per un totale di 6 miliardi diarretratiadanno delle im-prese».Unasituazionechel'Ance giudica «inaccettabile soprattutto a fronte deflagrare aisichelminvestitomquestl
anni il settore e che ancora comporta unaforte restrizione diliquiditaadanno
delleirnpreseequindio!en'interaecono-mia». Buiaauspica«unareazioneim-mediatadelleautoritàitaliane».
DministrodelI'Economia.Roberto Gualtieri, hacommentato la sentenza mserata,ricordandocheidatisucuila Corte siproouncia riguardano il 2015 e 2016 e chedaallorala situazione è note-vctaenremigliorata.Rispondendoan-chealleader della Lega Matteo Salvini cheavevainvitatoilgovemoamuover-sLGualtieriha detto cheè«difficlle che questogovernopossaavereresponsa-bilità retroattiva di questa gittata. Già nel 2017 - ha aggiunto il ministro - per meritodeU'aUoragoverno,l*eccessonei tempirispettoaUadirettivaeuropeaera di solisette giorni enegli anni successivi sìè ulteriormente ridotto».
Gualtieri haindicatonellafattura-zione digitale la vera svolta, «Il mio sogno - ha detto - è rendere i pagamenti digitali unabestpractice, basta con il Paese del cash, se ci mettiamo
SANITÀ LOCALE 3
tutti insieme e diventa una sfida co-mune,sono convinto chein pochissimo tempo staremo piùavanti di tutti. Per esempio sulla fatturazione elettronica - ha conduso il ministro - siamo aduemiliardi di pagamenti, i colleghi europei non ci credevano, abbiamo uno dei sistemipiù avanzati al mondo, quindi si può fare».
Ance: per i lavori siamo ancora a 4 mesi e mezzo di ritardo medio, gli
arretrati ammontano a 6 miliardi
La violazione consiste nel non
avere garantito il pagamento «effettivo» entro 30 0 60 giorni
LA CONSULTA E GLI ENTI LOCALI
«I prestiti sblocca debiti vanno destinati alle fatture» I prestiti statali concessi dal 2013 agli enti locali per pagare i propri debiti commercili devono essere destinati solo alla liquidazione delle vecchie fatture, e non possono essere dirottati nei bilanci per migliorare la situazione dei conti. Con la sentenza 4/2020 (relatore Aldo Carosì) depositata ieri, nel giorno della condanna europea all'Italia sui tempi di pagamento della Pa, la Corte costituzionale torna sulla complessa normativa dei prestiti statali sblocca-débiti. E ribadisce, come aveva già fatto per le Regioni, che ìtentativìdi girare queste risorse al sostegno dei conti locali sono ìllegittimL
Nel caso dei Comuni, a differenza di quanto accaduto con le Regioni, l'illegittimità è nelle norme nazionali (articolo 2, comma 6 del DI 78/2015 e comma 814 della legge 205/2017), e non nei tentativi locali di aggirarle. La pronuncia chiude una lunga battaglia interpretativa fra Comune di Napoli (uno dei peggiori pagatori d'Italia) e Corte dei conti, che ruota attorno al complesso meccanismo dì utilizzo del "fondo crediti dì dubbia esigibilità", in gioco, spiega la sentenza, anche la violazione dell'articolo 119 della Costituzione, che permette agli enti locali di indebitarsi solo per finanziare investimenti.
I SETTORI PIÙ ESPOSTI
Tempi ridotti, ma edilizia e sanità restano in sofferenza
Marzio Bartoloni
Rispetto al passato attese più brevi, ma ci sono aree più critiche come il Sud
Nei lavori pubblidle imprese devono aspettare in media ancora quattro mesi e mezzo (133 giorni per l'esattezza) per farsi pagare, con i Comuni in cima alla lista dei cattivi pagatori (otto su dieci Io fanno in ritardo). E
nellaSanitàle aziende che producono apparecchiature - dalleTacalleri-sonanze magnetiche fino alle semplici siringhe - arrivano invece a 99 giorni di attesa (dato medio raccolto da Conflndustria dispositivi medida dicembre scorso) per vedersi saldare le fatture da ospedali e aziende sanitarie, con punte nel Sudltaliache su-peranoabbondantementeranno come nd caso record dell'azienda ospedaliera Mater Domini di Catanzaro che fa aspettare oltre 500 giorni prima di pagare i propri f omltorL
Se le lunghe attese delle imprese dd passato si sono dimezzate nel giro di qualche anno restano però ancora molte critidtàinampiezone dd Paese (Sud in primis) e in settori crudali delie forniture e ddlavori della Paramela Sanità d'edilizia dove 1 ritardi rispetto ai tempi massimi di attesa previsti (60 giorni) vengono ancora superati in media rispettivamente di 39 e 73 giorni di media. Qui i crediti incagliati - registrati rispettivamente dall'Ance e da Conflndustria dispositivi media - arrivano a 6 miliardi (per
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l'edilizia) e 1,7 miliardi (per i dispositivi medid esdusi I farmad) su un monte di debiti non saldati die nel 2018 ammontava a oltre 50 miliardi.
Nd complesso secondo l'ultimo aggiornamento sul pagamenti dei debiti di tutta la Pa pubblicato sul sito del ministero dell'Economia a novembre scorso il tempo medio con cui la pubblica amministrazione nel 2018 ha saldato i suoi debiti è di 54 giorni, con un ritardo medio di 7 giorni sulla scadenza delle fatture. Si registra - osservavail ministero - un significativo miglioramento rispetto ai tempi medi di ritardo relativi alle fatture del 2017 (10 giorni) e del 2016 (16 giorni): «Tale tendenza risulta essere generalizzatae riscontrabile per idi-versi coronarti delle Pubbliche am
ministrazioni, sebbene permangano situazioni differenziatealivello territoriale», ammette ilMef. Complessivamente ilNord risulta un pagatore più puntale, con tempìmediamente inferiori di 8 giorni mentre il Sud fa registrare un valore medio superiore di 11 giorni, nel Centro emerge un tempo medio di pagamento di 3 giorni superiore.
Differenze si riscontrano anche nei tempi di pagamento dd diversi Enti, con le Regioni che mostrano le migliori performance mentre gli enti pubblici nazionali e la categoria "altri" peggioranoltempi, conil ritardo medio che passa da5a7giorniedao a 1 giorno.
Ma al di là dd numeri totali d so
no settori che continuano a essere molto esposti I costruttori dell'Ance segnalano andie un'aggravante e doèche le pubbliche amministrazioni continuano amettere inatto prassi gravemente inique: a fine 2019, in-fatti, il 92% delle imprese dichiarava di aver ricevuto richieste di ritardare l'emissione dei Sai (Stato di avanzamento Iavori)oFinvio delle fatture e di accettare, in sede di contratto, tempi di pagamento superiori alle tempistiche 0 dirinundare agli interessi di mora. Ritardi questi che poi le aziende pagano. Come? Secondo l'Ance il 35% delle imprese deve ricorrere aduna riduzione degli investimenti, mentre circa un quarto (il 22%) è obbligato a ridurre il numero dd dipendenti.
Ritardo medio nei lavori pubblici
Giorni medi di ritardo. Dati semestrali
160 159 160
2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 19 Nota: nel grafico sono Indicati i ritardi medi oltre I termini fissati dalla legge. Fonte: Ance - Indagini rapide 2010-2019
L'OSPEDALE MAGLIA NERA
A Catanzaro 504 giorni di attesa
Il palmares per la struttura pubblica più ritardaria, almeno nel saldo delle fatture del Servizio sanitario nazionale, se lo aggiudica l'azienda ospedaliera Mater Domìni di Catanzaro che
per gli acquisti nd biomedicale - i dispositivi medici e le apparecchiature necessarie per far vivere un ospedale - d mette addirittura 504 giorni per pagare. Un record negativo dd «pagherò» quasi eguagliato da altre strutture sanitarie, tutte del Sud, che superano o quasi un anno per saldare le proprie fatture. Secondo il monitoraggio di Confindustrìa Dispositivi medid l'azienda sanitaria provinciale di Crotone ci
impiega 425 giorni mentre l'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro 374. Se sul podio ci sono strutture calabresi, subito sotto c'è l'Asl 2 01bia(330 giorni) e l'azienda ospedaliera Pugliese -Ciacdo (316).
L'ASL VIRTUOSA
Pordenone paga in anticipo
SANITÀ LOCALE 5
Non tutta la Pubblica amministrazione paga in ritardo. I tempi di attesa per il saldo delle fatture si sono mediamente ridotti ovunque, e in certi casi c'è chi è così virtuoso da pagare addirittura in anticipo rispetto ai tempi massimi previsti. Nella Sanità a esempio - dove non si dovrebbero superare i 60 giorni di attesa - l'azienda sanitaria 5 Friuli Occidentale di Pordenone paga alle aziende gli acquisti di dispositivi medici in 35 giorni, in pratica 25 giorni prima del tempo limite previsto dalla direttiva europea dei pagamenti E così fa anche l'Asl 5 Spezzino in 44 giorni o l'azienda socio sanitaria territoriale di Lodi che salda le sue fatture in 47 giorni. Sempre sotto i due mesi di tempo pagano anche la virtuosa Asl 4 Chiavarese (47 giorni) e il Grande Ospedale Metropolitano Niguarda(49 giorni).
NUMERI
LAVORI PUBBLICI
133 giorni Attesa media negli appalti In media le imprese che
realizzano lavori pubblici vengono pagate 133 giorni (circa 4,5 mesi) dopo l'emissione degli stati di avanzamento Lavori, contro i 60 giorni previsti dalla normativa. Rispetto a 6 anni fa i tempi si sono dimezzati
COMUNI
79% Enti locali più ritardali A fine 2019 il 79% delle imprese segnala ritardi da parte dei Comuni. Le Province e le Regioni sono inoltre indicate come responsabili di ritardi rispettivamente dal 40% e dal 27% delle imprese. Negli ultimi mesi - segnala l'Ance - è diminuita la percentuale di ritardi degli enti regionali.
PARTECIPATE LOCALI
27% Le partecipate ancora lente Le società partecipate dagli enti locali e i consorzi vengono indicati rispettivamente dal 27% e dal 15% delle imprese trai ritardatari della Pae rappresentano tipologie di enti sulle quali le misure adottate dal
Governo negli ultimi anni hanno inciso limitatamente in termini di riduzione del fenomeno.
GLI ALTRI ENTI
10% Ferrovie tra I virtuosi Circa un'impresa su 10 dell'Ance segnala inoltre ritardi da parte dei ministeri, di Anas o degli enti del Servizio sanitario nazionale mentre Ferrovie dello Stato (RFI) continua ad essere caratterizzata da poche segnalazioni da parte delle imprese.
RICHIESTE ILLEGITTIME
92% Contratti "vessatori" A fine 2019 il 92% delle imprese dichiara di aver ricevuto richieste di ritardare l'emissione dei Sai (Stato avanzamento lavori) 0 l'invio delle fatture, di accettare, in sede di contratto, tempi di pagamento superiori alle tempistiche o di rinunciare agli interessi di mora in caso di ritardo
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SANITÀ LOCALE 6
L'ambulatorio solidale dove si curano i più poveri •Oltre 400 le visite effettuate: ci sono anziani, 1̂1 sindaco Ciriani: «Dimostrazione che questa disoccupati e stranieri. Operano medici volontari città ha anche una grande vocazione sociale»
AMBULATORIO SOLIDALE
PORDENONE Circa quattrocento visite in due anni per l'ambulatorio medico solidale di via San Quirino. La struttura, inaugurata alla fine del 2017, ha effettuato infatti 94 visite nel corso del 2018 e altre 262 nei primi dieci mesi del 2019. E altrove si pensa a replicare l'iniziativa. "Il progetto - spiega la coordinatrice Raffaella Manias Campagnutta - è nato circa due anni fa, dopo una lunga gestazione, alla luce della riflessione su un dato: in Italia, milioni di persone non si curano per motivi economici. La sua realizzazione è stata possibile grazie a una sinergia fra pubblico e privato, che ha visto protagonisti l'amministrazione comunale, la Fondazione Bcc, l'Associazione "San Pietro apostolo" che cura la parte organizzativa e l'Ordine dei medici. Si tratta di un bellissimo mosaico, in cui ogni tassello è complementare agli altri. L'obiettivo è quello di dare un servizio di visite specialistiche alle persone non capienti, quelle cioè con un Isee inferiore a Binila euro".
I NUMERI All'interno dell'ambulatorio
operano 23 medici specialisti, per la maggior parte ex primari,
oltre a segretarie e infermiere: un numero, quello degli specialisti, che è aumentato con ulteriori adesioni arrivate dopo l'avvio della struttura. "E ora - spiega la coordinatrice - altri medici di altre province ci hanno contattato per poter realizzare un progetto simile al nostro". A confermarlo, il presidente dell'Ordine dei medici Guido Lucchini: "Ci sono stati colleghi, lontani dalla nostra provincia, che avevano criticato l'iniziativa, ma ora stanno cominciando ad avvicinarsi". La suddivisione per specialità "fotografa", per certi aspetti, la situazione della sanità locale: di fronte alle lunghe liste di attesa per le visite oculistiche, chi ha la possibilità di farlo spesso si rivolge al privato; analogamente, chi abbia necessità di una visita in tempi brevi ma non possa permetterselo viene indirizzato dal medico di famiglia alla struttura di via San Quirino. Ad aumentare il numero delle visite oculistiche è, inoltre, la disponibilità nell'ambulatorio di due specialisti. Da gennaio a ottobre del 2019 sono state dunque cento le visite oculistiche effettuate, seguite da 30 visite ginecologiche, 24 ortopediche, 19 dermatologiche, 16 nutrizionisti-che, 14 cardiologiche, 13 psichiatriche, dodici pneumologiche e
dieci psicologiche. Per quanto riguarda la distribuzione nel corso dell'anno, il numero delle prestazioni dei 23 specialisti è andata aumentando nel corso del tempo, attestandosi su una media di una trentina al mese. IL SINDACO
"Questo è un luogo - sottolinea il sindaco Alessandro Ciriani, intervenuto assieme all'assessore alle Politiche sociali Eligio Griz-zo - in cui si sviluppa un'azione sociale concreta. È una struttura che è un unicum a livello regionale, e sta diventando un esempio che può essere clonato anche altrove. Non nasce da un desiderio o da un capriccio, ma da un bisogno. Anche nel nostro territorio, infatti, ci sono fenomeni metropolitani come alcune sacche di marginalità e di esclusione sociale. Basti pensare che sono circa 3.500 le cartelle sociali gestite attraverso l'Ambito: tante per un territorio ricco come questo. E non sono tutte persone in condizioni di indigenza, ma anche persone che hanno problemi di inclusione e di accesso ai servizi. Non mi sarei aspettato questa crescita così vertiginosa negli accessi. Questa esperienza dimostra che il territorio, accanto alla vocazione imprenditoriale, ha anche una vocazione sociale".
Lara Zani
SANITÀ LOCALE 7
Sacile
Mammografia da quattro mesi senza servizio Dallo scorso ottobre il servizio mammografia dell'ospedale di Sacile non funziona: l'apparecchiatura si è rotta è, nonostante i ripetuti solleciti, non è stata sostituita. A rilanciare l'allarme i comitati per la difesa della sanità che coinvolgono direttamente il nuovo direttore generale della Azienda sanitaria Friuli Occidentale, Joseph Polimenti, chiedendo un suo rapido intervento.
Scarabellotto a pagina XI
Quattro mesi senza mammografìa •L'apparecchiatura dell'ospedale è rotta dallo scorso ottobre 1̂1 servizio era fornito una volta la settimana e soddisfaceva Nonostante le promesse fatte non è stata ancora sostituita le necessità di decine di pazienti. Ora ci sono molti disagi
SACILE «Dal mese di ottobre 2019 il
servizio mammografia nell'ospedale sacilese non funziona a seguito della rottura del mammografo che, nonostante i solleciti, non è stato sostituito». A rilanciare l'allarme sono i coordinatori del Movimento cittadinanza attiva per Sacile Gianfranco Zuzzi, del Comitato "No tagli alla sanità", Luigi Zoccolan e delPAssociazione a difesa degli anziani" Paolo Riccio.
MAMMOGRAFIA SOSPESA I tre coinvolgono direttamen
te il nuovo direttore generale della AsFo, Joseph Polimeni: «Pur nella consapevolezza che il suo nuovo incarico la metta di fronte a innumerevoli problemi legati alla difficile situazione della sanità pordenonese, da tempo seriamente ammalata, è necessario sottoporvi la questione che riguarda il servizio relativo gli esami di mammografia che a Sacile sono sospesi dallo scorso ottobre». I portavoce dei comitati ricordano a Polimeni che «nel corso dell'ultimo incontro con i vertici dell'Azienda sa
nitaria ci era stato detto che la Regione stava visionando il preventivo di spesa per l'acquisto di una apparecchiatura di ultima generazione, che doveva poi passare per una gara».
APPELLO AL DIRETTORE Zuzzi e Zoccolan evidenziano
come l'assenza del Servizio, che era fornito una volta alla settimana e soddisfaceva le necessità di decine di pazienti, «stia creando ulteriori disagi al nostro territorio, già pesantemente penalizzato dal taglio di altri
L'ACCUSA DI COMITATI E MOVIMENTI CONTRO «UNA POLITICA SANITARIA DEL TUTTO SBAGLIATA E POCO LUNGIMIRANTE» LA FUGA IN VENETO Servizi sanitari». Da qui «l'appello forte a prodigarsi con sollecitudine per riattivare questo importante esame che riguarda la senologia e che potrebbe, se utilizzato con maggior frequenza, contribuire a snellire le lun
ghe liste d'attesa». E l'auspicio che «tra i vari incontri che lei sta promuovendo o a cui viene chiamato a intervenire, possa trovare un ritaglio del suo tempo per incontrare e ascoltare la viva voce di chi, come noi, ha svolto in questi anni e svolge tutt'ora il ruolo di sentinella sul territorio. Per controllare il funzionamento e le criticità dei Servizi sanitari, con attenzione giornaliera e costante tra i cittadini che sono stati e sono fruitori, spettatori e vittime in gran parte incolpevoli, del malfunzionamento, specie nel nostro territorio, della sanità regionale». L'ACCUSA
E qui l'accusa: «Si tratta - secondo comitati e movimento -di una sanità frutto di scelte di politica sanitaria nel pordenonese, terra di confine con l'agguerrito Veneto, del tutto sbagliate e per nulla lungimiranti, portate avanti con la complicità delle amministrazioni locali. Riconosciamo che il compito che la attende non è semplice», ma ribadiscono «l'auspicio che da parte sua ci sia un impegno particolare sulla sanità pordenone-
SANITÀ LOCALE 8
se che merita più attenzione e investimenti, anche per arginare la continua migrazione verso la sanità veneta che rappresenta, oltre ad una perdita in termini economici, anche uno svilimento per l'offerta sanitaria».
Michelangelo Scarabellotto
LA PROTESTA L'ospedale di Sacile dallo scorso ottobre non può più fare mammografie perchè si è rotta l 'apparecchiatura
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Il vescovo: «L'attenzione alla salute è uno dei primi doveri della politica»
IL VESCOVO PORDENONE "L'attenzione alla salute e al benessere delle persone è uno dei segni più belli della maturità di una società": a sottolinearlo, il vescovo di Concordia-Pordenone, che ieri ha visitato per la prima volta l'ambulatorio solidale di via San Quirino. Prima l'illustrazione del progetto, poi un breve giro fra le stanze dove i medici effettuano le visite, collocate nel prefabbricato che era rimasto libero dopo il trasferimento dei Servizi sociali a Palazzo Crimini, in piazzetta Calderari e che ora - dopo avere subito alcuni interventi di riqualificazione - ospita, oltre all'ambulatorio, alcune associazioni di volontariato. "Possiamo ringraziare veramente il Signore per questa attenzione alla salute che c'è nel nostro territorio -ha aggiunto il vescovo -. Qualcosa che non va c'è sempre, ma credo che siamo più che serviti, con strutture e persone. Questa problematica di povertà sanitaria c'è, perché in ogni territorio ci sono sacche di povertà invisibili. Essere attenti alla salute e al benessere delle persone credo sia uno dei compiti principali della politica e della società".
IL PROGETTO
MONS. PELLEGRINI PER LA PRIMA VOLTA IN VISITA ALLA STRUTTURA BENEDICE L'INIZIATIVA
A illustrare il progetto a monsignor Pellegrini sono stati anche i rappresentanti delle altre realtà che hanno contribuito a realizzarlo, dal presidente della Fondazione Bcc (che ha finanziato il progetto) Giancarlo Zan-chetta all'Associazione "San Pietro apostolo" che si occupa della gestione e a Guido Lucchini per l'Ordine dei medici: "L'Ordine dei medici - ha spiegato quest'ultimo - è un'istituzione che si è sempre dimostrata molto vicina alle iniziative come questa. Lo Studio medico solidale era uno dei primi punti del programma che avrebbe voluto sviluppare, e ha avuto questa occasione unica per farlo. Sempre più si riescono ad attuare quei risultati che lo Studio medico solidale si proponeva, di essere vicini alle persone svantaggiate". Proprio i medici di medici
na generale hanno infatti un ruolo chiave: a loro spetta infatti il compito, su indicazione dei Servizi sociali, di indirizzare i pazienti che hanno i requisiti previsti allo specialista dell'am
bulatorio medico solidale. "Quattrocento visite - continua - sono un numero importante, anche se naturalmente piccolo rispetto al numero di visite specialistiche erogate dalla sanità sul territorio". E cita i numeri della sanità, con "1.830 pazienti assistiti a domicilio e 640 ricoverati in ospedale, quelli che hanno bisogno di un'intensità di cura maggiore. Abbiamo un territorio organizzato e ben presidiato - conclude -, un ospedale diffuso che c'è, anche se non si vede". Ed è stato ancora il vescovo Pellegrini a mettere l'accento sulla sinergia che ha portato alla realizzazione della struttura di via San Quirino: "Importante è stata la sinergia - ha evidenziato -. Spesso ci riteniamo noi gestori di tutto: riconoscere le ricchezze degli altri credo sia importante, apprezzarle e poi fare questo sforzo di mettersi insieme, anche se non è sempre facile".
L.Z.
OLTRE Al VOLONTARI RUOLO CHIAVE DEI MEDICI DI BASE SONO LORO A INDIRIZZARE I PAZIENTI INDIGENTI
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Sviluppolmpresa e sanità, il Pd ora alza il tiro
SHAURU: «LA GIUNTA FEDRIGA PASSI DALLE PAROLE Al FATTI E PENSI Al COMUNI SENZA PERSONALE E CON RISORSE FERME»
SEGRETARIO Cristiano Shaurli
DOPO IL VOTO
UDINE La vittoria Dem in Emilia-Romagna, con un Pd in netta ripresa, sembra aver allungato i suoi effetti in tempi rapidissimi in Fvg, dove ieri il segretario regionale dei Democratici, Cristiano Shaurli, ha bersagliato la Giunta del leghista Massimiliano Fedriga su una molteplicità di fronti.
Partendo dal fianco molle che ha prestato il giorno prima il sistema informatico del servizio sanitario regionale, andato in tilt dalle 8.30 del
mattino fino alle 14. Sul fatto specifico l'assessore alla Salute, nonché vice presidente della Giunta Riccardo Riccardi, ha prontamente affermato che «c'è stato il massimo impegno per ridurre al minimo i disagi patiti dai cittadini», ma Shaurli ieri ha ribattuto che «il blackout conferma che la Giunta di Fedriga è solo chiacchiere». Anzi, che nell'Esecutivo «le chiacchiere sono a mille mentre i fatti sono a zero».
Poiché il fermo del sistema informatico sanitario è stato dovuto a un aggiornamento che Insiel, la società informatica in house della Regione, aveva introdotto il sabato precedente, il segretario del Pd ha puntato subito l'attenzione su uno dei nodi che considera non risolti dall'attuale Governo, ovvero il «rapporto tra sanità e Insiel che, si sa, è problematico». Il punto è che, visto dal maggior partito d'opposizione, «negli ultimi due anni nessuno ci ha messo mano: si limitano a indicare i problemi senza mai trovare una soluzione come su tutto il resto». Da qui il primo affondo alla Giunta Fedriga: «Dopo aver accusato come sempre chi c'era prima, il presidente della Regione con gli assessori "competenti" mantengano annunci e promesse: pongano la questione dell'aggiornamento tecnologico dei sistemi informatici a servizio della sanità, trovino soluzioni, facciano scelte». Il vertice di Insiel è stato rinno
vato a fine giugno 2019, quando alla presidenza la Regione ha designato Diego Antonini. Nel Cda sono inoltre entrati Cristina Driusso e Antonio Piva, mentre sono stati confermati i componenti Anna Ma-reschi Danieli e Shai Misan. Tale governance guiderà Insiel fino a fine 2021 e, secondo l'assessore di riferimento Sebastiano Callari, «anche grazie al contributo del nuovo board, Insiel saprà tornare a esprimersi a quei livelli che l'hanno resa vera e propria eccellenza nel Paese sin dal 1974».
Ma quello tecnologico-sani-tario è solo il primo affondo Democratico, poiché Shaurli ieri ha continuato mettendo sotto la lente le altre aree che sarebbero «di chiacchiere» ma di «fatti zero» per la Giunta regionale. A partire dalla situazione in cui si trovano i Comuni, «ancora senza personale e con risorse ferme», per arrivare all'economia, ha puntualizzato Shaurli.
È vero che il disegno di legge Sviluppolmpresa ha finito il suo iter fuori dal Consiglio regionale e ora è pronto ad affrontare l'Aula per giungere ad essere norma entro febbraio ma, ha avvertito il segretario, «la legge anticrisi, se tutto va bene, vedrà i primi regolamenti attuativi fra parecchi mesi e quindi qualcosa di concreto solo a partire dal prossimo anno».
Antonella Lanfrit
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Attivisti contro la gestione della salute nelle carceri • L a protesta ieri mattina in via San Valentino a Udine Schierate le forze dell'ordine IL SIT-IN UDINE Sparuto gruppo di manifestanti ieri mattina in via San Valentino a Udine, per il sit-in di protesta promosso dall'assemblea permanente contro il carcere e la repressione che fa riferimento all'associazione triestina "Senza Sbarre". Alcuni attivisti hanno distribuito volantini agli utenti del distretto sanitario per denunciare quelle che hanno definito «gravissime carenze dell'area sanitaria, educativa e psicologica, nei confronti dei reclusi delle carceri di Udine e Tolmezzo». Presenti
sul posto uomini della polizia, dei carabinieri, della polizia locale e della Guardia di finanza. Nessuno dei partecipanti al picchetto ha voluto rilasciare dichiarazioni, limitandosi a leggere al megafono il ciclostile preparato per l'occasione. «Si è scelto di manifestare in questo luogo - hanno spiegato - perché è al direttore sanitario che spetta la responsabilità delle funzioni di tutela dei pazienti e di vigilanza sull'opera del personale sanitario operante nel carcere. In particolare i detenuti ci informano che, da parte del personale sanitario interno alla prigione, ci sono gravi e immotivati ritardi nell'interveni-re tempestivamente, quando cioè ci si sente male, e che l'infermeria non è presidiata sulle
24 ore né sui 7 giorni, e questo significa che chi si sente male fuori dall'orario di apertura deve essere ogni volta accompagnato dalle guardie carcerarie in ospedale (e di conseguenza, attendere che le guardie siano disponibili). Ci sono detenuti con stomia che devono aspettare il ritiro della sacca dalla mattina alla sera. Vengono somministrati psicofarmaci senza consenso». Una situazione di «grave carenza» che si vive anche fuori dalle mura del carcere, hanno poi sottolineato in manifestanti, «perché la sanità non è più un apparato che tenga a garantire la tutela della salute a tutta la popolazione, in modo omogeneo e gratuito, bensì un ingranaggio economico».
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DOPO IL DUPLICE PROBLEMA EI DISAGI DI LUNEDI
Blackout del sistema sanitario Il Pd attacca la giunta Fedriga
Shaurli: «Se si fanno le riforme solo per propaganda, queste sono le conseguenze» In molti non avevano potuto prenotare esami e visite
I due diversi blackout che lunedì hanno causato disagi a tutto il sistema sanitario e in particolare a chi si è rivolto ai Cup per prenotare visite o esami diventano un caso politico. Il segretario regionale del Partito democratico, Cristiano Shaurli, va all'attacco: «Nella giunta Fedriga con le chiacchiere sono a mille, con i fatti restano a zero. II blackout è solo una conferma. Si sa che il rapporto tra sanità e Insiel è problematico da tempo ma negli ultimi due anni nessuno ci ha messo mano: si limitano a indicare i problemi senza mai trovare una soluzione, come su tutto il resto. Per questo chiediamo che, dopo aver accusato come sempre chi c'era prima, il presidente della Regione con gli assessori "competenti" mantengano annunci e promesse: pongano la questione dell'aggiornamento tecnologico dei sistemi informatici a servizio della sanità, trovino soluzioni, facciano scelte».
Durante lo scorso weekend Insiel ha installato una patch (una parte di software) nel gestionale su cui operano tutte le aziende sa-
Cittadini in coda agli sportelli Cup dell'ospedale di Cattinara
nitarie del Friuli Venezia Giulia. L'installazione è avvenuta dopo un mese di test durante il quale non si erano riscontrati problemi, lunedì però il sistema è andato in blocco due volte e questo ha comportato disagi per tutto il comparto.
La situazione è poi tornata alla normalità nel corso della mattinata, dopo ricadute pesanti su tutto il territorio regionale, Trieste inclusa, e in particolare in Friuli. Shaurli nel suo intervento allarga poi il ragionamento, lanciando anche un ammonimento a Fedriga e ai suoi
assessori: «Tengano presente che se si fanno riforme solo per propaganda, rinviando ogni decisione a data da destinarsi, queste sono le conseguenze. Vale per la sanità, vale per gli enti locali con i Comuni ancora senza personale e con risorse ferme, vale per l'economia con la legge anticrisi che - puntualizza Shaurli - se tutto va bene vedrà i primi regolamenti attuativi fra parecchi mesi e quindi qualcosa di concreto solo a partire dal 2021».—
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È operativo il Cup nelle farmacie isontine per prenotare esami specialistici e visite Battaglia durata vent'anni e vinta da Federfarma. Marzini: «Sviluppo positivo ma non possiamo ancora far pagare i ticket»
Francesco Fain
«Siamo operativi. Nelle farmacie isontine è ora possibile prenotare gli esami e le visite specialistiche».
Lo dice, giustamente, con un pizzico d'orgoglio il presidente di Federmarma Gorizia, Pierpaolo Marzini. Perché se ne parlava da vent'anni. Ma, per un motivo o per un altro, mai si era riusciti a condurre in porto un'iniziativa da sempre molto richiesta dai cittadini, soprattutto da quelli che risiedono nei paesi. Ora, però, si è voltata pagina. E sono apparsi anche dei cartelli che avvisano l'utenza di questa possibilità.
«Il primo giorno - ammette Marzini - c'è stato un po' di comprensibile disorientamento fra i colleghi, visto che si trattava di una novità assoluta per la nostra categoria. Qualcuno ha iniziato ad operare più proficuamente, qualcun altro si è scontrato con qualche agenda chiusa. Ma il bilancio è buono, soprattutto in quelle località
dell'Isontino che sono più lontane, fisicamente, dai Cup degli ospedali».
Peraltro, domani è stato programmato un incontro informativo, aperto agli addetti ai lavori, per fare il punto della situazione e selezionare le criticità che si sono presentate. «Poi, le affronteremo assieme alla neonata Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina per risolverle. Ad esempio, a causa del cambiamento dell'Azienda da Aas 2 ad Asugi, oggi, non possiamo incassare perché c'è ancora Ylban vecchio. Anche questa problematica, però, sarà superata».
L'attivazione del servizio, molto richiesto dalla cittadinanza, fa seguito all'accordo firmato nell'agosto scorso tra l'allora Aas 2 e Federfarma Gorizia, Federfarma Udine e Assofarm «per l'attivazione delle funzioni di sportello Cup presso le farmacie convenzionate pubbliche e private». Sono stati effettuati dei corsi destinati ai farmacisti che, così, hanno
potuto acquisire le competenze necessarie per gestire il Cup. Tutto ciò è avvenuto su base volontaria ma se si vuole puntare a un ruolo integrato della farmacia era ed è quantomeno consigliabile non lasciarsi sfuggire questa occasione. Finalmente, si è parificata la nostra situazione al resto della regione.
Perché è importante un Cup in farmacia? «Perché assistiamo a un aumento dell'età media della popolazione. Parallelamente sono in crescita le patologie. Aumentano anche le esigenze dei pazienti. In più, i nuovi canoni occidentali sono quelli di cercare di curare a casa i pazienti, procedendo con una deospedalizzazione. Dare la possibilità ai cittadini di effettuare le prenotazioni nelle farmacie è importante. E lo è soprattutto nei paesi, che sono più lontani agli ospedali», ripete oggi Marzini. Che sottolinea un concetto a lui caro: far diventare sempre più la farmacia «il primo presidio sul territorio». —
LO SCENARIO
Gorizia si è adeguata al resto della regione
Quella dell'Isontino era rimasta l'unica Azienda sanitaria a non aver ancora recepito la risorsa di avere un Cup ma con il direttore generale Poggiana è stata trovata una veloce intesa, dopo l'insuccesso con le gestioni precedenti.
In questa maniera, si possono intercettare meglio i
bisogni delle persone. «Si scoprono, con il rapporto diretto con il farmacista, aspetti della salute dei cittadini. Si può intercettare, ad esempio, il diabete. Diventare Cup è un arricchimento per il territorio e per l'utenza», ha spiegato di recente il dottor Pierpaolo Marzini di Federfarma. E soddi
sfazione fu espressa anche dallo stesso Poggiana all'atto della firma dell'accordo. «Con Marzini ci siamo ritrovati subito sulla stessa linea. Me ne ha parlato e, subito, abbiamo stabilito l'intesa. Credo che dia una risposta importante alla cittadinanza», furono le sue parole.
Del resto, la modalità di
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prenotazione delle visite specialistiche ed esami diagnostici in farmacia ha proprio lo scopo di migliorare l'accesso ai servizi e la qualità dell'assistenza. Il ruolo rivestito dalla farmacia, nell'erogazione del servizio
in questione, diventa quindi fondamentale nella mediazione tra cittadini e attività socio-sanitarie del Servizio sanitario regionale. Il cittadino può recarsi in farmacia ed effettuare le prenotazioni come se si trovasse davanti allo sportello
dell'Azienda sanitaria, ma con il vantaggio di non dover attendere in coda, potendo usufruire del servizio durante tutto l'orario di apertura della farmacia attrezzata. —
Fra.Fa.
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WELFARE
Alla casa di riposo di Gradisca 32 posti per non autosufficienti Completato il percorso di riconversione della "San Salvatore" aperta nel 2001 Dalla Regione 100 mila euro per la fornitura di letti e arredi e per la tinteggiatura
Luigi Murciano
GRADISCA. Può dirsi a tutti gli effetti ultimato il lungo percorso di riconversione della casa di riposo comunale "San Salvatore" di Gradisca d'Isonzo, una delle prime ad adeguarsi alla riforma regionale dei servizi residenziali e semiresidenziali per anziani. Oggi la struttura è interamente specializzata nell'accoglimento di ospiti non autosufficienti, con la conversione di tutti e 32 i posti disponibili.
«Il risultato non era scontato - commenta l'attuale assessore al Welfare, Sergio Bianchin - ed è frutto di un lungo lavoro di studio portato avanti dagli uffici sia del settore sociale che tecnico sin dal 2015, dall'ente gestore col suo personale, e naturalmente dalla precedente amministrazione, in testa l'assessore ai Servizi sociali Francesca Colombi».
La San Salvatore era stata inaugurata nel 2001 come residenza per anziani con 32 posti letto complessivi di cui solo 11 per persone non autosufficienti. L'obiettivo che ci
si è posti fin dall'inizio è stato quello di ampliare la platea delle persone non autosufficienti accoglibili in struttura alla luce delle crescenti richieste in tal senso. Diversi sopralluoghi hanno stabilito come intervenire dal punto di vista strutturale, impiantistico e di attrezzature, per ottenere una classificazione di livello superiore a quello originario e poter accogliere un maggior numero di persone non autosufficienti. Verificata la fattibilità ci si è mossi in tal senso sia nella impostazione della gara di appalto per la gestione della struttura, sia per quanto riguardava gli aspetti organizzativi.
Negli anni sono stati realizzati l'adeguamento di tutti i bagni per persone diversamente abili, un ulteriore spogliatoio per il personale addetto e uno spazio di cura della persona. Contestualmente Ù. servizio residenza per anziani ha partecipato al bando indetto dall'Azienda sani-tarai nel mese di dicembre 2018 per il convenzionamen-to di 21 posti letto per persone non autosufficienti, in aggiunta agli 11 originari già
convenzionati, venendo positivamente "premiata" nel maggio dello scorso anno. «Il convenzionamento - spiega Bianchin - permette, oltre che la fruizione di prestazioni sanitarie e di risorse da parte dell'Aas, anche di ottenere contribuzioni sia per la gestione della residenza per anziani che destinate agli ospiti non autosufficienti ad abbattimento delle rette dovute».
Parallelamente è stato ottenuto dalla Regione un contributo da 100 mila euro per la fornitura e la messa in posa di nuovi letti elettrici e arredi e per la ritinteggiatura di tutte le stanze e degli spazi comuni. L'autorizzazione definitiva all'esercizio per il livello di riclassificazione richiesto è giunto infine nelle scorse settimane, aprendola "nuova era" della "San Salvatore".-
Soddisfatto l'assessore comunale Bianchin: «Il risultato non era per nulla scontato»
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AZIENDA FARMACEUTICA COMUNALE
La struttura di Montesanto esce dalla lista delle priorità
Il progetto è finito nel cassetto L'assessore Obizzi: «Nei primi tempi c'era un po' di interesse. Poi si sono attrezzati anche i supermercati»
Emanuela Masseria
Sembra essere sempre meno probabile che l'annunciata parafarmacia per il quartiere Montesanto-Piazzutta, curata dall'Azienda farmaceutica comunale, veda la luce.
Le intenzioni positive espresse in merito alla sua apertura effettiva risalgono ormaial2016 e al2017. Aseguire c'è stato un lungo stand by condito da affermazioni possibiliste ma, alla fine, la situazione appare mutata, come conferma l'assessore comunale alle Partecipate, Dario Obizzi. «Ormai ci sono altre priorità. È un questione in sospeso già da anni e non ne abbiamo, in effetti, più parlato. Inizialmente era stata valutata la possibilità per dare un servizio in più a quel rione. Era stata fatta una previsione dei costi di intervento, ma poi a quel punto tutto si è fermato. C'è da dire che era
un momento in cui c'erano diversi direttori di farmacia, un'altra giunta e un altro assessore».
Da qui ulteriori considerazioni. «Nei primi tempi c'era un certo interesse e una certa richiesta che poi sono scemati. Inoltre negli ultimi anni si sono attrezzate con determinati prodotti sia le farmacie private che i supermercati».
E, quindi, anche questo cambia un po' il quadro. Il progetto nasceva con l'idea difornire un servizio socio-sanitario in uno dei quartiere più popolosi della città. Si sarebbe andato a rafforzare il settore delle farmacie comunali, collegando il negozio con un ambulatorio medico, in modo da costituire un piccolo polo sanitario per la zona nord di Gorizia che conta circa 6000 residenti, con una prevalenza di anziani. Per quanto con il termine "para-farmacia" si intende solo un'attività commerciale, presso la quale è possibile acquistare parafarmaci e prodotti farmaceutici senza prescrizione medica, in questo caso si ipotizzava qualcosa di più ampio. Insieme agli ambulatori, l'attività si sarebbe
inserita in un progetto comunale di micro sanità territoriale. Lo scopo complessivo di questo tipo di progetti è di fare in modo che l'ospedale venga percepito sempre di più come un luogo destinato prevalentemente ai casi acuti e complessi.
Nel caso di Montesanto-Piazzutta, l'ottica era particolarmente ambiziosa, dato che si trattava di allestire un vero e proprio presidio socio-sanitario in un quartiere privo di tali servizi. Un piano possibile, secondo le normative, solamente in presenza di un bacino di utenza di almeno 3.300 abitanti. Il direttore della parafarmacia avrebbe dovuto essere un farmacista, mentre per il resto del personale, sempre secondo le leggi del caso, non ci sono particolari restrizioni. La struttura che, secondo gli annunci, avrebbe dovuto aprire nel 2017 avrebbe avuto un costo di circa 300 mila euro. —
La previsione dei costi di realizzazione era di 300 mila euro ma non se ne farà nulla
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COMPUTER KO
Il lunedì nero della sanità: «I sistemi Insiel sono vecchi» Il lunedì nero della sanità regionale, con il blocco del sistema informatico che ha mandato in tilt le procedure di prenotazione delle visite e non solo, ha un colpevole: il sistema datato di cui dispone Insiel. «È come se avessimo una Ferrari, ma senza una strada per farla correre», sintetizza l'assessore regionale Callari. CESARE/PAG. 16
IL BLOCCO DEI COMPUTER
Black-out in sanità L'assessore scarica la colpa su Insiel: «Sistemi vecchi» Vertice della Regione con i tecnici della società in house Callari; «È come avere una Ferrari, ma senza una strada»
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SEBASTIANO CALLARI ASSESSORE REGIONALE Al SISTEMI INFORMATIVI
Alessandro Cesare
UDINE. Il lunedì nero della sanità regionale, con il blocco del sistema informatico che ha mandato in tilt le procedure di prenotazione delle visite e non solo, ha un colpevole: i sistemi operativi datati di cui dispone Insiel. «È come se avessimo una Ferrari, ma senza una strada per farla correre - sintetizza l'assessore regionale ai Sistemi informativi, Sebastiano Callari - . Come ho già avuto modo di spiegare, la criticità sulla rete che gestisce gli applicativi
del sistema sanitario regionale si è verificata nella fase di installazione di alcuni aggiornamenti. Gli applicativi forniti da Oracle hanno dato problemi con i vecchi sistemi operativi di Insiel: i loro aggiornamenti sono troppo avanti per i nostri sistemi».
Ieri l'assessore Callari ha avuto un confronto con i vertici di Insiel per fare il punto della situazione: «In passato non si è lavorato per migliorare il sistema operativo di Insiel - prosegue Callari - abbiamo iniziato a farlo noi, con la predisposizione di uno studio di fattibilità per definire gli interventi necessari. Contiamo di riuscirci in tempi brevi: in passato criticità come quelle verificatesi lunedì avvenivano con maggior frequenza, ma l'obiettivo è di non farle più accadere».
I disagi causati dal blocco del sistema informatico hanno riguardato le strutture sanitarie di tutta la regione, con difficoltà a prenotare le visite o ad accedere alla cartella sanitaria elettronica, protrattesi dalle 8.30 fino alle 14. In molti ospedali, così come nei pronto soccorso, si è dovuti tornare a carta e penna per la compilazione di re
ferti e richieste di accertamenti. «Lunedì mattina l'aggiornamento del sistema era ancora in corso - precisa Callari - e la parte di memoria rimasta libera nel sistema operativo di Insiel non è stata sufficiente per gestire la mole di dati in arrivo». Per rimettere in sesto Insiel serviranno investimenti, che per ora non è stato possibile quantificare.
Una situazione che ha scatenato la reazione del Pd, e in particolare del segretario regionale Cristiano Shaurli: «Nella giunta Fedriga con le chiacchiere sono a mille, con i fatti restano a zero. Il blackout in sanità è solo una conferma. Si sa che il rapporto tra sanità e Insiel è problematico da tempo, ma negli ultimi due anni nessuno ci ha messo mano : si limitano a indicare i problemi senza mai trovare una soluzione, come su tutto il resto. Per questo chiediamo che, dopo aver accusato come sempre chi c'era prima, il presidente della Regione con gli assessori "competenti" mantengano annunci e promesse, ponendo la questione dell'aggiornamento tecnologico dei sistemi informatici a servizio della sanità, trovando soluzioni, facendo scelte».—
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ILCASOSARONE
Medici, lo Spi: pronti a condividere gli spazi
CANEVA. Ambulatorio medico "in condominio" con lo sportello dello Spi -Cgil e le associazioni: a Sarone potrebbe essere questa la soluzione negli spazi attigui alla palestra della scuola. «Un unico locale polifunzione, si può fare - Nazario Mazzotti sindacalista Spi-Cgil ha confermato il progetto - . Il Comune di Caneva si sta dando da fare per attrezzare la nostra sede e quella di altre tre associazioni: diverrà anche l'ambulatorio di Sarone. I lavori sono previsti per qualche settimana, per sistema
re il locale in modo da accogliere due medici part-time».
Il sindacato e altre associazioni ruotano nella sede. «Il Comune ha trovato l'accordo con l'Azienda sanitaria per l'uso a turno della saletta, anche per le visite mediche - ha sottolineato Mazzotti - . Il locale che usiamo a turno può essere assegnato anche ai medici, i quali hanno dato la disponibilità per qualche ora settimanale di servizio. Speriamo sia la volta buona: da tre anni ol
tre mille residenti a Sarone e dintorni sono privi del medico di medicina generale».
Il disagio è soprattutto per gli anziani, costretti a raggiungere gli ambulatori a Fiaschetti, Caneva o Sacile. «Speriamo che una volta allestito l'ambulatorio non diano forfait i due medici disponibili a prestare servizio - osserva Mazzotti -. Il Distretto sanitario ovest ha promesso divincolare a Sarone il prossimo contratto medico di assunzione, dopo il primo pensionamento».—
C.B.
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