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Educazione alla Relazione “MISERICORDIAMO” 2015 – 2016 anno giubilare della Misericordia spunti di riflessione elaborati da un gruppo di detenuti della sezione “Olmo” e raccolti dai Volontari dell'Associazione Effathà Laus

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Educazione alla Relazione

“MISERICORDIAMO”

2015 – 2016 anno giubilare

della Misericordia

spunti di riflessione elaboratida un gruppo di detenuti

della sezione “Olmo”e raccolti dai Volontari

dell'Associazione Effathà Laus

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La misericordia è il calore delle nostre relazioni,la luce e la dolcezza degli sguardi,

il suono delle paroleè la gioia della tenerezza di Dio.

Abbiamo trattato il tema dell'anno giubilare:“La Misericordia e il perdono”

traendo spunto e riflessione da tre esperienze molto forti di detenuti che hanno vissuto esperienze di perdono e hanno saputovedere nel carcere un luogo, dove ritrovare se stessi e cogliere l'opportunità di ricostruirsi una nuova vita.

Le esperienze presentate sono state di:

- Elisabetta BALLARIN (intervista di Anna Bernasconi della TV-Svizzera)

- ZHANG Agostino Jianqing (alla presentazione del libro di Papa Francesco “Il nome di Dio è Misericordia”)

- Giuditta BOSCAGLI (Oltre le sbarre, di Marina Gambini)

Al di là delle parole, solo la luce dello sguardoVorremmo soffermare le nostre riflessioni, sulla luce dello sguardo, traendo spunti che accomunano le esperienze ascoltate.

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La Misericordia è: la luce e la dolcezza degli sguardi

Elisabetta BALLARIN,Una donna di quasi 30 anni che ha voluto raccontare il suo passato, la morte alla quale ha contribuito, la vita che ha perso dietro le sbarre e quella che sta cercando di recuperare in una lunga intervista alla televisione svizzera, ancora più sconvolgente,

racconta dello sguardo del padre di una ragazza uccisa che incontra quellodella ragazza coinvolta nell'omicidio (ci siamo solo guardati, senza parlare) riesce a vedere oltre e a riconoscere che anche lei era una vittima come la figlia.

Antonio: Mi ha colpito gli occhi di questa ragazza, molto espressivi di una sofferenza vera, ma anche serena con se stessa, segno di una grande riflessione che ha maturato in carcere, e questo non è scontato perchè in carcere ci sono molte persone che non capiscono quello che hanno fatto.Anch'io come questa ragazza l'esperienza del carcere mi ha aiutato a comprendere quello che ho fatto e solo ora me ne rendo conto e chiedo perdono. Anche in carcere se si chiede perdono sinceramente si può godere della Misericordia. Questa ragazza è stata fortunata ad avere delle opportunità di studio e di lavoro, brava nel ricostruirsi una vita ritrovandone un senso e dandone un significato.Fortunata nell'aver incontrato persone che l'hanno accompagnata passo dopo passo a riconquistarsi la fiducia, ma sopratutto ad aver avuto il perdono del padre. Mentre per me, c'è solo mia madre che mi ha perdonato, mentre gli amci i colleghi mi condannano, non so se riuscirò ad avere ancora la loro fiducia.

Gius.: anch'io come Elisabetta ho fatto l'errore di non essere stato capace di oppormi al male, mi rimprovero di non aver provato a rifiutare anche le piccole cose sbagliate. Come lei, vorrei cercare di dare un senso alla mia vita, di fare anch'io qualcosa di buono e per questo cercare amicizie e persone migliori che mi aiutino in questo modo di vivere.

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Ga: Ci sono offese che è umanamente impossibile perdonare.Il papà e la mamma che vedono la loro figlia morta, uccisa crudelmente non dimenticheranno mai quel corpo.

Vol.: Ma Perdonare non è Dimenticare.Quando la corda è rotta si può fare un nodo, ma resterà sempre quel nodonel punto in cui la corda è stata riparata.Cristo è risorto, ma conservando il segno dei chiodi nelle sue mani.

Vol.: Perdono e misericordia per te sono la stessa cosa ?– La misericordia non annulla la giustizia, và oltre, la supera con

l'Amore– la vita è una lotta tra Amore e non Amore, il mondo vuole la

condanna, la paura e la violenza ma, la chiave della vita è la misericordia come sarebbe fredda la vita senza l'Amore.

Più ci si lascia prendere dalla vendetta più si è disperati e di conseguenzapiù si diffonde l'odio e la bruttura nel mondo.

Più ci lasciamo invadere dalla Misericordia più si è nella pace con se stessi e con il mondo.

Il perdono è una carezza

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La Misericordia è: il suono delle parole

ZHANG Agostino Jianqing,cinese di 30 anni, immigrato in Italia con la sua famiglia nel 1997, a 12 anni. È in carcere ormai da 11 anni, ne deve scontarealtri nove. Errore di una giovinezza turbolenta e irrequieta. “Sono qui con la mia storia a testimoniare

come la Misericordia di Dio ha cambiato la mia vita”, è l'esperienza raccontata da un detenuto cinese che viene aiutato, seguito da un volontario che pur non sapendo una parola di cinese, riesce ad instaurare un rapporto di fiducia, amicizia, di comprensione, solo attraverso lo sguardo che và ben oltre le parole e riesce a portare conforto, pace e speranza.Zhang Agostino Jianqing: ...il carcere è il luogo dove Dio è venuto ad incontrarmi, tramite i volontari, anche le parole del Papa sulla Misericordia, mi hanno aiutato a capire la mia vita e a trovare il coraggio di cambiarla. E' stato un cammino di comprensione e maturazione della fede, ma anche umano che mi ha portato a migliorare le mie capacità di relazione e di amore verso gli altri.

Alcuni commenti:n.n. Anche l'esperienza del lavoro è stata determinante per Zhang, tramite una cooperativa ha potuto fare esperienza, di un modo diverso di lavorare, più umano e coinvolgente, dove le relazioni sono vere e non competitive. Zhang è stato doppiamente fortunato, in quanto non sempre il carcere ti consente di fare esperienze di lavoro e anche il mondo del lavoro non è che tiene in considerazione l'aspetto umano e relazionale delle persone.

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La Misericordia è: il calore delle nostre relazioni

Giuditta BOSCAGLI, (Oltre le sbarre di Marina Gambini)

Lorenzo era in carcere per scontare una pena.Giuditta una giovane insegnante.

Si incontrano al Meeting di Rimini, dove lui era volontario con altri compagni.

Si innamorano, vivono il fidanzamento divisi e finalmente si sposano.

«La nostra è una storia di conversione e misericordia».

A ‘ripensare la vita’ e a rivedere i nostri schemi ci ha aiutato Giuditta Boscagli, nata a Lecco nel 1982, laureata in Lettere Moderne e in Scienze Storiche presso l’Università

degli Studi di Milano; dal 2006 insegna lettere negli Istituti di istruzione secondaria superiore della sua città.

Abbiamo ascoltato l’avventura che lei ha vissuto sulla sua pelle perché nonha mai abbandonato “quel giovane che non era il mostro di cui avevano parlato i giornali”. Quel giovane che scrive di sé: “Ero male, vivere senza regole, senza limiti e senza volermi bene mi ha portato all’autodistruzione e alla distruzione di tutto quello che avevo intorno”.

Per un certo tempo solo poche parole, qualche sguardo intenso, rare telefonate, molte, moltissime lettere in cui Pietro si descriveva con una disarmante sincerità. Non avrebbe nascosto nulla della sua travagliata storia alla donna che, trovata sui suoi passi, poteva diventare la compagna della sua vita. Per rifiorire ci voleva solo una grande sincerità e una grande fiducia, una grande volontà di ricostruire.Innamorata di un detenuto? Una pazzia. Ma lei era ben decisa a non mollare, ad affrontare difficoltà e molti pregiudizi, timori, interrogativi, dubbi, vertigini.

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Si può dare fiducia a un detenuto ? E’ possibile riprendersi in mano la vita dopo aver commesso un delitto ?Ad accompagnarla nel suo cammino di ricerca difficile e intensa, sofferta e molto pregata, alcuni sostegni:

1.- quel giovane dagli occhi buoni, sincero incredibilmente tanto;2.- i tanti amici con cui si confrontava e che la incoraggiavano;3.- la famiglia, dapprima molto combattuta, molto sofferente, ma poi

in piena ‘accoglienza’ di una storia strana;4.- il lavoro;5.- la forza della fede: il Signore doveva fare luce sulla sua strada,

doveva precederla, doveva accompagnarla perché potesse capire checosa voleva da lei, dalla sua vita. E il Signore c’era davvero, a volte in modo chiaro, quasi sempre in modo misterioso.

Giuditta aveva il suo chiodo fisso: ogni uomo, anche nell’esperienza peggiore, merita una seconda possibilità. “Nessuno è perduto, nessun sbaglio è tanto grande da non poter essere perdonato”.

Si può cambiare?? certamente sì.

“Non ho cercato il carcere, non sono andata alla ricerca di una storia d’amore complicata, di una situazione fuori dal comune: Sono sempre stata davanti agli eventi con curiosità e disponibilità: Dio ha fatto il resto”

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La Misericordia è: la Gioia e la Tenerezza di Dio

Abbiamo letto e discusso la Parabola raccontata nel Vangelo, del Padre Misericordioso che perdona e ri-accoglie il figlio che se n'era andato da casa, sperperando tutta la sua parte di eredità, ma trova il coraggio di ritornare dal Padre.

Anche in questo racconto emerge oltre al perdono naturalmente, lo sguardo che accomuna tutte e tre le esperienze. Infatti si dice che il Padre,

“lo vide” da lontano,ed è sempre lo sguardo che apre la porta al perdono.

Partiamo dalla fine della parabola, cioè dalla gioia del cuore del Padre, chedice: «Facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» Con queste parole il padre ha interrotto il figlio minore nel momento in cui stava confessando la sua colpa: «Non sono più degno di essere chiamato tuo figlio…» Ma questa espressione è insopportabile per il cuore del padre, che invece si affrettaa restituire al figlio i segni della sua dignità: il vestito bello, l’anello, i calzari. Gesù non descrive un padre offeso e risentito, un padre che, ad esempio, dice al figlio: “Me la pagherai”: no, il padre lo abbraccia, lo aspetta con amore.

Al contrario, l’unica cosa che il padre ha a cuore è che questo figlio sia davanti a lui sano e salvo e questo lo fa felice e fa festa. L’accoglienza delfiglio che ritorna è descritta in modo commovente: «Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò» Quanta tenerezza;

lo vide da lontano: cosa significa questo? Che il padre saliva sul terrazzo continuamente per guardare la strada e vedere se il figlio tornava; quel figlio che aveva combinato di tutto, ma il padre lo aspettava. Che cosa bella la tenerezza del padre! La misericordia del padre è traboccante, incondizionata, e si manifesta ancor prima che il figlio parli.

Certo, il figlio sa di avere sbagliato e lo riconosce: «Ho peccato … trattami come uno dei tuoi salariati» Ma queste parole si dissolvono

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davanti al perdono del padre. L’abbraccio e il bacio di suo papà gli fanno capire che è stato sempre considerato figlio, nonostante tutto.

E’ importante questo insegnamento di Gesù: la nostra condizione di figli diDio è frutto dell’amore del cuore del Padre; non dipende dai nostri meriti o dalle nostre azioni, e quindi nessuno può togliercela, neppure il diavolo! Nessuno può toglierci questa dignità.

Questa parola di Gesù ci incoraggia a non disperare mai.

Penso anche a chi si trova in carcere, e glisembra che la sua vita sia finita; a quantihanno compiuto scelte sbagliate e non riesconoa guardare al futuro; a tutti coloro che hannofame di misericordia e di perdono e credono dinon meritarlo In qualunque situazione dellavita, non devo dimenticare che non smetteròmai di essere figlio di Dio, essere figlio di unPadre che mi ama e attende il mio ritorno.

Anche nella situazione più brutta della vita,

Dio mi attende, Dio vuole abbracciarmi,

Dio mi aspetta.

Ga: io non tornerei mai da mio Padre, sono troppo orgoglioso e poi non riuscirei mai a perdonare.Giu.:.mi vergognerei troppo, non so se ritornerei ???M.: dipende da che rapporto hai con il padre...A.: nel primo incontro la mia risposta è stata negativa, ero certo che nonsarei ritornato dal padre perchè l'affronto era stato troppo grosso per poter essere perdonato. Poi durante la settimana ho pensato a mio figlio e ho riconosciuto che io come padre, sono disposto a riprenderlo in qualsiasi momento per dargli una possibilità. Ho rivisto quindi la mia posizione perchè ho capito che devo trovare il coraggio e l'umiltà di chiedere il perdono se voglio ritrovare la mia identità e dare senso al mio vivere.

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Pensieri sulla Misericordia espressi da ELVIS:

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Come anche citato nello scritto di Elvis, terminiamo queste riflessionisulla Misericordia, riportando le Parole di Papa Franacesco:

“La Misericordia è un cammino che và dal cuore e arriva alle maniattraverso le Opere di Misericordia

per portare a tutti la Misericordia di Dioche tutti perdona e contagia con la Sua con-passione”

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