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ANNO XLVII - aprile-maggio 2011 - N. 2 Mio Signore e mio Dio! A Gerusalemme giunge la sera. Ormai è la terza sera che si fa buio dopo la morte di Gesù. Gli apostoli hanno tenuto in affitto per loro, lì in città, la sala che insieme a Gesù avevano occupato per mangiare l’agnello pasquale. Nessuno di loro ha voglia di parlare. Hanno appena perso un amico. Non hanno potuto far niente per salvarlo. Erano nell’orto degli ulivi. Pietro ha provato a reagire, ha rubato la spada a una delle guardie, ha provato a minacciare tutti quegli uomini guidati da Giuda, ma non è riuscito a far nient’altro che tagliare un orecchio a un povero servo. E si è pure preso le sgridate di Gesù, che non voleva la vio- lenza e la vendetta. Tutti conosciamo questo stato d’animo. O almeno tutti quelli che hanno perso una persona cara. Ciascuno in si- lenzio ricorda fatti, episodi, cerca nella propria memoria i momenti più belli o signifi- cativi trascorsi con la persona che ora non c’è più. Così era anche per gli apo- stoli. La porta è chiusa, anzi sbarrata, per timore di fare la stessa fine di Gesù. C’è silenzio anche questa sera. Ci si prepara a passare un’altra notte, lì a Gerusalemme. Il programma è che, passate le feste, ciascuno ritorni al suo villaggio, al suo lavoro. Ma all’improvviso, un fremito sulla fiamma della lampada. Una voce, un uomo, un volto. È Gesù! “Pace a voi!”. Gli apostoli prima increduli, si passano la mano sugli occhi, si guardano l’un l’altro come per dire: “Ma lo vedi anche tu? Lo senti anche tu?”. Sì, sì è proprio Lui. “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, così ora io mando voi!”. Gli apostoli sono colmi di gioia. Ma allora, quello che aveva detto quella mattina Maria Maddalena era vero, la tomba era davvero vuota! E Pietro, e Giovanni che erano andati a controllare, che insi- stevano a dire che Gesù era ri- sorto anche era vero! Ora Gesù è lì, proprio davanti a loro! Ma quella sera non erano tutti; manca Tommaso. “O povero Tom- maso... cosa ti sei perso! Sai chi c’era qui prima che tu ri- tornassi? Gesù. Pro- prio lui!” Tommaso dice: “Se non vedo non credo. Se non metto il dito al posto dei chio- di, se non stendo la mano nella ferita della lancia, non vi credo, non posso credere che un morto torni in vita!”. Gli altri insistono, ma Tom- maso non cede. “No” resta no. Passa una settimana. Di nuovo domenica. E Gesù torna dai suoi discepoli. Tommaso resta senza parole. Immobile come una statua. Con la bocca aperta. Allora è Gesù che gli dice: “Vieni Tommaso. Metti qui il dito, stendi la mano!”. E Tommaso che dice “Mio Signore e mio Dio!”. Com’è difficile per alcuni nella nostra Comunità cre- dere alla vita dopo la morte... Per qualcuno esiste solo questa vita, quella qui su questa terra. Sì, va bene, Gesù è un grande uomo, ci ha inse- gnato tante cose buone, ma... chi mi dice che “di là” c’è qualcosa? Se potessimo, vorremmo donare la fede a tutti. Così come le api portano il polline da un fiore all’altro. Così come il canto degli uccelli nel se- greto del bosco giunge agli orecchi di chi vi entra. Così come i colori dei fiori restano uniti ai fiori, anche se nessuno li guarda. Così è la Risurre- zione di Gesù. Non è più vera o reale se io ne faccio esperienza, come san Tommaso. Gesù resta risorto, vivo per sempre, che io lo creda o meno. La Pasqua porta con sé la Vita nuova, sia che io apra il mio cuore, sia che io lo lasci triste, buio e chiuso. Sta a me e solo a me guardare i colori dei fiori. Apprezzare il lavoro delle api che producono il loro dolce miele. Aprire le mie orecchie per godere del canto melodioso degli uccelli nel bosco. Gesù è lì. Gesù è qui. Nella mia vita quotidiana. Nel mio dolore, nella mia gioia. Gesù, tu sei presente, e io credo in Te. Ti lodo per il tuo grande amore per me. La Vita, quella senza fine, che viene da Dio mi viene donata ogni anno nella grazia dei sacra- menti pasquali. Apri il cuore, riconosci il dono: Gesù è ri- sorto anche per TE! Buona Pasqua. s.Vito Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n o 46) art. 1, comma 2, DCB BL - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.

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ANNO XLVII - aprile-maggio 2011 - N. 2

Mio Signore e mio Dio!A Gerusalemme giunge la

sera. Ormai è la terza sera chesi fa buio dopo la morte diGesù. Gli apostoli hannotenuto in affitto per loro, lì incittà, la sala che insieme aGesù avevano occupato permangiare l’agnello pasquale.Nessuno di loro ha voglia diparlare. Hanno appena persoun amico. Non hanno potutofar niente per salvarlo. Eranonell’orto degli ulivi. Pietro haprovato a reagire, ha rubato laspada a una delle guardie, haprovato a minacciare tuttiquegli uomini guidati daGiuda, ma non è riuscito a farnient’altro che tagliare unorecchio a un povero servo. Esi è pure preso le sgridate diGesù, che non voleva la vio-lenza e la vendetta.

Tutti conosciamo questostato d’animo. O almeno tuttiquelli che hanno perso unapersona cara. Ciascuno in si-lenzio ricorda fatti, episodi,cerca nella propria memoria imomenti più belli o signifi-cativi trascorsi con la personache ora non c’è più.

Così era anche per gli apo-stoli. La porta è chiusa, anzisbarrata, per timore di fare lastessa fine di Gesù. C’è silenzioanche questa sera. Ci siprepara a passare un’altranotte, lì a Gerusalemme. Ilprogramma è che, passate lefeste, ciascuno ritorni al suovillaggio, al suo lavoro.

Ma all’improvviso, unfremito sulla fiamma dellalampada. Una voce, un uomo,un volto.

È Gesù! “Pace a voi!”. Gliapostoli prima increduli, sipassano la mano sugli occhi, siguardano l’un l’altro come perdire: “Ma lo vedi anche tu? Losenti anche tu?”. Sì, sì èproprio Lui.

“Pace a voi! Come il Padre hamandato me, così ora io mandovoi!”.

Gli apostoli sono colmi digioia. Ma allora, quello cheaveva detto quella mattinaMaria Maddalena era vero, latomba era davvero vuota! EPietro, e Giovanni che eranoandati a controllare, che insi-stevano a dire che Gesù era ri-

sorto anche eravero! Ora Gesù è lì,proprio davanti aloro!

Ma quella seranon erano tutti;manca Tommaso.

“O povero Tom-maso... cosa ti seiperso! Sai chi c’eraqui prima che tu ri-tornassi? Gesù. Pro-prio lui!”

Tommaso dice:“Se non vedo noncredo. Se non metto ildito al posto dei chio-

di, se non stendo la mano nellaferita della lancia, non vi credo,non posso credere che un mortotorni in vita!”.

Gli altri insistono, ma Tom-maso non cede. “No” resta no.

Passa una settimana. Dinuovo domenica. E Gesùtorna dai suoi discepoli.Tommaso resta senza parole.Immobile come una statua.Con la bocca aperta. Allora èGesù che gli dice: “VieniTommaso. Metti qui il dito,stendi la mano!”. E Tommasoche dice “Mio Signore e mioDio!”.

Com’è difficile per alcuninella nostra Comunità cre-dere alla vita dopo la morte...Per qualcuno esiste soloquesta vita, quella qui suquesta terra. Sì, va bene, Gesùè un grande uomo, ci ha inse-gnato tante cose buone, ma...chi mi dice che “di là” c’èqualcosa?

Se potessimo, vorremmodonare la fede a tutti. Cosìcome le api portano il pollineda un fiore all’altro. Così comeil canto degli uccelli nel se-greto del bosco giunge agli

orecchi di chi vi entra. Cosìcome i colori dei fiori restanouniti ai fiori, anche se nessunoli guarda. Così è la Risurre-zione di Gesù. Non è più vera oreale se io ne faccio esperienza,come san Tommaso. Gesùresta risorto, vivo per sempre,che io lo creda o meno.

La Pasqua porta con sé laVita nuova, sia che io apra ilmio cuore, sia che io lo lascitriste, buio e chiuso. Sta a me esolo a me guardare i colori deifiori. Apprezzare il lavoro delleapi che producono il lorodolce miele. Aprire le mieorecchie per godere del cantomelodioso degli uccelli nelbosco. Gesù è lì. Gesù è qui.Nella mia vita quotidiana. Nelmio dolore, nella mia gioia.Gesù, tu sei presente, e iocredo in Te. Ti lodo per il tuogrande amore per me. La Vita,quella senza fine, che viene daDio mi viene donata ognianno nella grazia dei sacra-menti pasquali. Apri il cuore,riconosci il dono: Gesù è ri-sorto anche per TE!

Buona Pasqua.s.Vito

Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 no 46) art. 1, comma 2, DCB BL - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.

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2 «Le nuove del Pais»

Piazza di Arabba, anno 1964: la poderosa macchina sgombro neve LATIL, utilizzata nella tratta traArabba e il Passo Falzarego; Giuseppe Gliera Becolè, Rodolfo Sief de Rosa, Emilio Delmonego Pâzol.Gli anni trascorrono, ma nel passato e nel presente lo sgombro strade senza automezzi sarebbe stato impos-sibile. Ma si sa, le macchine non funzionano da sole! Approfittando di questa foto di quasi mezzo secolo fa,ringraziamo tutti gli operai che con impegno, serietà e dedizione hanno sgombrato e sgombrano dalla neve lenostre strade di giorno e di notte!

Dalla notte di Pasqua a Pen-tecoste, il cero pasquale èacceso a fianco dell’altare inogni celebrazione liturgica.

Il cero poi si accende du-

rante i battesimi, accanto alfonte battesimale; e brilla ac-canto al corpo del defunto du-rante la celebrazione del fu-nerale.

Il cero accompagna così ilcristiano dalla nascita allamorte, perché è immagine diCristo «Io sono la luce delmondo; chi segue me, noncamminerà nelle tenebre, maavrà la luce della vita», (Gv8,12).Luce, sorgente di ogni luce

Durante la veglia pasquale,il cero è solennemente accesodal fuoco nuovo che, nell’o-scurità della notte, annunciala Resurrezione.

Al cero sono accese lepiccole candele di tutti i parte-cipanti. Così pure alla suafiamma, durante tutto l’anno,sono accesi il cero del bat-tezzato o quello del padrino edei genitori, e i ceri che cir-condano il corpo del defunto.

Questo cero indica così laviva presenza del Risorto, sor-gente di ogni luce, che fapassare il credente dalle te-nebre alla luce, dalla mortealla vita. È fatto di cera bianca,colore della Resurrezione.

Sopra si vede l’alfa (A), el’omega (Ù) che circondanouna croce impressa nellacera. Sono la prima e l’ultimadelle lettere dell’alfabetogreco, significano che GesùCristo è il principio e la fine diogni realtà. I quattro numeridell’anno in corso (ricordo deltempo calcolato dopo la na-scita di Gesù) sono collocatinei quattro angoli della croceche spesso è ornata di cinquegrani di incenso: sono il ri-cordo delle cinque piaghe delCrocifisso e dei profumiportati al sepolcro dalledonne.

Gli antichi candelabri, chesorreggevano il cero pa-squale, erano, a volte, formatida due colonne attorcigliate,che rappresentavano l’Anticoe il Nuovo Testamento, a so-stenere la fiamma del cero,simbolo della presenza delCristo, che è cuore dei dueTestamenti.

Poiché la fiamma rischiara,permette di vedere, guida,splende, illumina, irradia, ri-splende, brucia, purifica;poiché essa non diminuiscecomunicandosi; poiché essa èsegno di festa e di gioia, è unsimbolo utilizzato in molti testibiblici per indicare la pre-senza di Dio.

Il cero di PasquaDie Sehnsucht

Per chi mastica un po’ di tedesco:

Il grande e famoso teo-logo benedettino tedescoAnselm Grün traduce laparola tedesca “die Sehn-sucht” con “struggimento”.

Dopo anni di studio tra-scorsi in Germania e di con-tatti con gente tedesca,questa parola la traduco e lavivo diversamente.

Mentre il teologo la con-cepisce come attrazione diun qualcosa di mistico e diattesa di un nuovo Cielo edi una nuova Terra, io lasento in modo diverso,molto più incollata al pro-fondo.

In ladino Fodom, con laparola “sucht” si definisce lagioia dell’attesa e la spe-ranza di un avvenire mi-gliore, di un modo di con-cepire le cose in modogioioso e semplice.

Avere la “sucht” perqualcosa, è un infinita-mente profondo calore cheporta all’attesa gioiosa aqualcosa di bello; è un po’come il periodo che segue laQuaresima: avere la“sucht” della Pasqua e dellaResurrezione.

Bona Pasca a duc!Goffredo Dander

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Parrocchia di PieveCCP 39808548 Parrocchia di Pieve cell. 333 2030597tel. 0436 7176CCP 39808548

CARISSIMI,siamo ormai alla vigilia di

Pasqua, la festa principale eil cuore dell’anno liturgicoche realizza il passaggio dalpeccato alla vita nuova.“Fare Pasqua” è accettarequesto passaggio nellapropria vita, è immergersinell’amore di Dio e da essolasciarsi plasmare e tra-sformare.

Ci siamo preparati du-rante la Quaresima vivendole Stazioni quaresimali conriflessioni e preghiere, parte-cipando ai “gruppi delvangelo” che ci hanno arric-chito con la Parola di Dio, econ le sante Messe più parte-cipate. Anche i ragazzi delcatechismo hanno seguito leiniziative delle catechistepreparate per la Quaresima.

Durante la Quaresima, laparrocchia ha provveduto afar restaurare l’organo Ma-scioni della chiesa decanale.Sono passati trent’anni dal-l’ultimo restauro, avvenutonel 1981. C’era bisogno diuna revisione generale per

pulire le canne dalla polveree dai calcinacci caduti neltinteggiare la chiesa; perrifare le membrane in pelledei somieri ecc...Ritorneràper Pasqua a far sentire il suosuono melodioso e robusto,quasi ad annunciare Cristorisorto e sarà Oscar Naglerche avrà questo compito im-pegnativo.

Anche la nostra vita spiri-tuale ha bisogno periodica-mente di una revisione e diun restauro generale per ri-portare all’antico splendorel’immagine di Dio impressain noi dal Signore.

Per fare questo siamo statichiamati a intensificare lapreghiera, a rafforzare lanostra fede e a rendere piùoperosa la carità seguendol’esempio dei primi cristiani:“assidui all’insegnamentodegli Apostoli, alla frazionedel Pane, alla preghiera e al-l’unione fraterna”.

Con questi brevi e sem-plici pensieri, auguro a tuttiuna serena e santa Pasqua!

Don Alfredo

SETTIMANA SANTA 2011Domenica delle Palme: 17 aprile– 9.30 Benedizione dell’olivo in

piazza nuova - Processione - S.Messa con lettura della Passione.

Lunedì e martedì santo: 18-19 aprile– 8.30 Santa Messa seguita dall’Adorazione eucari-

stica.

Mercoledì santo: 20 aprile– 14.30 Ritiro spirituale per prepararsi alla Pasqua-

Confessioni (con più sacerdoti).

Giovedì santo 21 aprile– 9.00 Duomo di Belluno: S. Messa

Crismale col vescovo e con i sa-cerdoti della diocesi.

– 20.00 S. Messa della Cena del Si-gnore, seguita dall’Adorazione eu-caristica.

Venerdì santo 22 aprile: digiunoe astinenza– 15.00 Solenne Liturgia per comme-

morare la passione e morte di Gesù(offerta di un Pane per Amor diDio).

– 20.30 Via Crucis a Cherz.

Sabato santo 23 aprile: solenne Veglia pasquale– 14.00 - 16.00 Confessioni (confessa

don Vito), e ogni volta che c’è bi-sogno.

– 20.30 Veglia pasquale.

Domenica di Pasqua: 24 aprileSante Messe a Pieve e nelle frazioni.

Ricordo a tutti il dovere di “Confessarsi e Comuni-carsi almeno a Pasqua” secondo il precetto dellaChiesa.

Domenica 6 febbraio, in oc-casione della Giornata per lavita, la chiesa di Pieve si èriempita di tanti bambini coni loro genitori: una ventina dibambini non avevano com-piuto i tre anni... Era la lorofesta preparata dalla par-rocchia e dalle catechiste.Otto margherite con inca-

stonato il volto dei nati nel2010 erano state preparatedavanti all’altare a richia-mare il motivo della festa;anche Anna Vallazza con isuoi ragazzi di catechismo diquinta elementare aveva pre-parato un bel cartellone chemetteva in risalto il dono

Festa per la vita

Auguridi Buona Pasquain Cristo Risorto!

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4 «Le nuove del Pais»

della vita nei vari momentidell’esistenza.

La Messa è stata cantatadal Piccolo Coro che con isuoi canti e con le sue “vocibianche” ha richiamato ildono della vita.

All’omelia don Alfredo hacommentato il tema dellagiornata: “Educare alla pie-nezza della vita”, invitando asostenere e a far crescere unanuova cultura che accolga lavita, la custodisca dal conce-pimento al suo termine na-turale e la favorisca sempre,anche quando diventa fra-gile.

Giornata del Malato

Il Coroparrocchiale“San Giacomo”esegue i cantidella messanella giornatadel malatoa VillaS. Giuseppe.

Don Lino DelFaveroamministral’unzione deimalati aun ospitedella casa diriposo.

I celebranti e i membri dell’Unitalsi.

Il 5 febbraio a Villa San Giu-seppe c’è un movimento insolito:si celebra la Giornata del Malato ogiornata della speranza. Fin dalprimo pomeriggio Gloria, l’ani-matrice e il personale della Casa diRiposo sotto la guida della Diret-trice dottoressa Mara Case comin-

Al termine della Messa, ilcelebrante ha benedetto tuttii bambini, ai quali poi è statadonata una “primula”, il fio-re che parla di vita e di prima-vera.

Anche Giovannina e Fran-zela hanno provveduto avendere le primule, prepa-rate con l’aiuto di altre cate-chiste, a favore del Movi-mento per la vita - ProgettoGemma, come ormai si fa daalcuni anni.

Servizio fotograficodi Franco Deltedesco

Il numeroso gruppo di bambini e di genitori alla messa della “festaper la vita”.

Anche Vàlery in braccio alla mamma “Lumi” sta aspettando la suaprimula.

Don Alfredo consegna alla piccola Nicòle di Elvis e di Mara il vasettodelle primule.

ciano a preparare il salone per laMessa. Anche il Decano ha il suobel da fare a preparare paramenti eil necessario per la Messa con 5concelebranti. Da Belluno arrivapuntuale l’assistente diocesanodon Lino Del Favero con sorelle e“barellieri” dell’Unitalsi peranimare la s. Messa, cantata dalCoro parrocchiale.

La Messa è presieduta da don

Lino, “Cappellano della Grotta diLourdes” con don Sergio di Colle,don Vito, Padre Giampietro rien-trato dal Perù e don Alfredo. Dopol’omelia, incentrata sul messaggiodel Papa per questa giornata: “Da-lle tue piaghe siamo stati guariti”,

viene amministrato il Sacramentodell’Unzione degli infermi a 60malati e anziani da tre sacerdoti. Èun momento solenne e commo-vente, ma molto sereno e carico disperanza. L’unzione infatti è unaiuto che la Chiesa offre ai malatiper vivere cristianamente la soffe-

renza e gli acciacchi della vec-chiaia.

Al termine la Casa ha offerto unrinfresco a tutti i presenti.

Da queste righe giunga unsentito ringraziamento alla sig.raMara per l’ospitalità e per la bellaaccoglienza, all’assistente donLino e agli amici dell’Unitalsi, allaGloria che si è data “da fare” perraccogliere le adesioni degli an-

ziani e prepararli per l’Unzionedegli infermi.

La giornata del malato la cele-briamo ormai da 10 anni, ma èsempre un evento atteso e serenoper i nostri anziani della Villa S.Giuseppe. (DM)

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«Le nuove del Pais» 5

dei nostri ragazziA Pieve, i nostri bambini e

ragazzi attendono semprecon impazienza il carnevale:è uno dei momenti più festosie allegri. Giovedì 3 marzo lasala parrocchiale si èriempita in breve tempo ditante mascherine multicoloriraffiguranti tanti personaggi

dei fumetti, del teatro e dellastoria. Anche le catechiste e lemamme erano presenti congli alunni della scuola ma-terna fino ai ragazzi delleMEDIE per giocare e stare in-sieme. Sotto la guida abile diAnna Vallazza, rigorosa-mente in maschera, hanno

vissuto due ore di giochi, diallegria e di divertimento:tutti momenti necessari perfar crescere e maturare lepersone.

Il carnevale è uno degli ap-puntamenti sempre attesi egoduti dai piccoli e daigrandi.

Alla fine, il rinfresco,preparato abbondantementedalle mamme, è stato presod’assalto dai presenti, la-sciando tutti i partecipan-ti soddisfatti e contentiper il piacevole pomeriggiopassato insieme in alle-gria.

Il Carnevale

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6 «Le nuove del Pais»

Sono trascorsi ben 55 anni daquando rese la sua anima alPadre colui che per un tren-tennio si prese cura delle nostreanime: don Luigi Pescoll-derung, per tutti Sior Plevan.

Arrivò a Pieve nel Gennaiodel 1925; trovò Fodom ancoramezzo disastrato, dal momentoche non tutto era stato rico-struito dopo la Prima GuerraMondiale.

La stessa chiesa parroc-chiale, la cappella e dintorninon erano ancora risistemati.Sior Plevan si rimboccò le ma-niche; lavorò per il bene delleanime e contemporaneamentefece di tutto per rendere de-corosi i luoghi di culto. La gente,molto povera allora, diede tuttol’aiuto possibile; Sior Plevan,con un certo orgoglio, dicevache i “suoi” Fodomi hannopensato sia alla loro chiesa chealle loro case. Si occupò anchedella ricostruzione della Chiesadi Corte; è lì che attingeva forzeed energie; era particolarmentedevoto alla Madonna dellaNeve. Settimanalmente saliva apiedi fin lassù e dopo aver cele-brato la Messa (e gosté via da

Gigi Scoco) faceva “dottrina”agli scolari di Corte. Era un ec-cellente catechista; sia per gliscolari che per gli adulti, chiaro,conciso, convincente.

Col suo modo di fare schietto(forse a volte non proprio ele-gante) sapeva risolvere anchesituazioni difficili. Alle ultimebattute della Seconda GuerraMondiale (aprile 1945) riuscì asalvare Pieve da un incendioche le autorità del Reich vo-levano appiccare per snidareun nucleo di partigiani che sup-ponevano alloggiasse a Pieve.Non si sa quali argomentisfoderò, ma riuscì a farle desi-stere. È quasi ovvio pensare cheabbia invocato la Madonnadella Neve.

Finito il conflitto e il caos cheregnava conseguentemente or-ganizzò un pellegrinaggio finlassù; oltre a tutti i Fodomi par-tecipò anche una moltitudinedalle valli limitrofe. Ai suoitempi a Fodom operavano altrisei sacerdoti; Sior Plevan si inte-ressava ai loro problemi e ditanto in tanto li convocava perscambio di idee e di iniziative.

Nel 1955, per sopravvenutiacciacchi fisici, la sua pur solidafibra cedette; decise di ritirarsinell’”eremo” di Larzonei. È làche il Signore lo chiamò a Sé il12 Maggio 1956.

È lecito pensare che il di-stacco dalla sua gente lo abbiaprovato moralmente. Le rarevolte che scendeva a Pieve la-sciava leggere sul suo viso unvelo di “enchersedum”. Ma as-sieme a Sior Plevan ricordiamoanche la sua “cuoga”, la fedeleMëda Fefa, ottima collabora-trice domestica; sapevasvolgere il suo ruolo con sag-gezza e tatto. Per Sior Plevan fusicuramente un valido e pre-zioso sostegno.

Fodom ancora oggi ricorda eringrazia il “Buon Pastore”.

BD

La Pasqua, confessarmi,e perché?

Da “Lettera per la Quaresima”,del vescovo Luciani, febbraio 1959

Ci sono gli indecisi. “Vado?Non vado? Ora pare di sì, orapare di no; la pigrizia, il tempe-ramento, quella piccola paura,che si chiama rispetto umano,paralizzano la volontà esuccede loro come al paracadu-tista che non si decide a lan-ciarsi.

Alcuni hanno già deciso:non andranno a confessarsi.

Si trovano in una situazionedelicata; sanno di non poter ri-cevere l’assoluzione senza unadeterminata promessa e nonhanno ancora abbastanzaamore di Dio o dolore per farla.Bisognerebbe tagliare energi-camente e non ne hanno il co-raggio. Penso che li potrebbeaiutare la preghiera: “Signore,mi pento di non pentirmi, hodolore di non aver dolore”.

Altri portano pretesti: “Hotanto da fare; sono preso dallavoro, dal commercio, dallapolitica; sono un uomo d’affari,devo tenere i piedi per terra”.Piantate pure i piedi per terra,nulla di male, tenete però pre-sente che la terra non vi porteràsempre. Fate pure la politica,ma, oltre le “destre” e le “si-nistre”, tenete d’occhio il“sopra” e il “sotto”; il “sopra”ossia il Paradiso; il “sotto”, ossial’inferno.

“Io non credo più”, dicequalcuno. Prova a graffiare l’e-pidermide della tua anima. C’èproprio più nulla sotto? C’ègente che prima si sceglie un si-stema di vita, il più comodopossibile, e poi accetta quellecredenze che non disturbano lavita scelta, le altre verità, quellescomode, le getta a mare, di-cendo: “Io non credo più”.

“Io non ho peccati”, dice

qualche altro. I bambini vannoa confessare le piccole bugie, i“capricci”; le buone suorealmeno le impazienze con ibambini dell’asilo, questi cariamici, invece, non hannoniente, neppure una mezza be-stemmia, non un discorso gros-solano, un’invidia, una man-canza ai propri doveri; niente,proprio niente, neanche a cer-carlo con il cannocchiale. Pos-sibile?

“Il peccato non esiste”; èsolo uno spauracchio per spa-ventare, un complesso di col-pevolezza, ereditato dai nostribisnonni. Questo modo dipensare è proprio l’ultimamoda e la paura. Peccati ce nesono sempre stati, ma la gentesapeva di peccare; spaccava lalegge, anche con i peccatacci,ma continuava a rispettare lalegge spaccata e neppure si so-gnava di negare il peccato.Adesso, invece, saltano fuori adire che leggi non ce ne sono epeccati ancora meno. È questoche mette paura, perchéquando non lo sentiamo più ilpeccato, ce lo fa sentire il Si-gnore nelle sue conseguenze enei suoi castighi. Dio è padre,ma padre educatore; se i figlinon intendono le buone ra-gioni, mette mano al bastone ecorregge.

Ma intanto, a Pasqua, egliaspetta. Un disperso che ri-torna gli procura più consola-zione che novantanove rimastifedeli; data la sua infinita mise-ricordia, il peccato commessodiventa nelle nostre mani quasiun gioiello, che gli possiamo re-galare, per procurargli la conso-lazione di perdonare!

Proviamo!

Sior Plevan

Nel mese di gennaio è uscita un’opera preziosa di ricerca storico-religiosa della dott. Palla Luciana, a cura di “Cierre edizioni”: “I segnidel sacro nelle tradizioni ladine”. È un libro importante che docu-menta la religiosità delle Comunità ladine di Fodom e Colle: dai cro-cifissi, ai Capitelli, alle immagini della Madonna e ai Santi pergiungere alle chiese del Decanato.

Il libro costituisce un nuovo tassello che mancava nel mosaicodella storia decanale. Sarà utile ai nostri insegnanti e professori, spe-cialmente per quelli che insegnano la religione nelle scuole per farconoscere ai ragazzi e ai giovani le sane radici della storia dei nostripaesi.

Sabato 19 marzo è stato presentato alla comunità, presso la sededel “Taulac”, da Daniela Perca dell’Istituto Etnografico della Pro-vincia di Belluno.

UN NUOVO LIBRO

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«Le nuove del Pais» 7

Dentro l’organo.

In primo piano i somieri

Un’ancia dell’organo. Questa ri-produce il suono dell tromba.

Nei giorni scorsi sono ter-minati da parte della ditta Ma-scioni di Cuvio (Varese), lastessa che lo costruì nel 1929, ilavori di manutenzione del-l’organo della chiesa di Pieve.Un lavoro lungo, meticoloso edelicato, di cui non restatraccia visibile all’esterno e chepotrà apprezzare, al più, chi haun’orecchio musicale partico-larmente sensibile. Ma lostorico strumento, voluto daifodomi ed acquistato con nonpochi sacrifici per la loro chiesadopo appena dieci anni dallafine della Prima Guerra Mon-diale, aveva bisogno di un pro-fondo “check up”.

Per alcune settimane i tecnicidella ditta Mascioni hanno la-vorato nella cantoria, tra-sformata in un vero e propriocantiere, per pulirlo e control-larlo minuziosamente.L’organo è stato smontatopezzo per pezzo.

Alcune parti, quelle piùpiccole, sono state portate inditta. Quelle più grandi invecerevisionate sul posto. Ora èpronto per tornare a solen-nizzare le nostre S. Messe edaccompagnare il coro parroc-chiale. La ditta Mascioni hamantenuto la promessa di ter-minare i lavori prima delle fe-stività Pasquali. E questo sarà ilregalo, che la comunitàfodoma riceverà nell’uovo diPasqua. Ai quattro tecnici che sisono presi cura del “nostro”organo, tra questi c’era anche“el Mario”, il nipote di quel Vin-cenzo Mascioni che fondò laditta, abbiamo voluto farealcune domande.

In che stato di salute avetetrovato lo strumento?

“Sostanzialmente buono. Si

vede che il freddo mantienebene le parti in pelle presenti inalcuni pezzi. In strumenti che sitrovano vicino al mare, adesempio, queste si usuranomolto di più. L’usura c’è, ma inproporzione all’età del-l’organo, direi comunque cheè ben conservato.”

Come si è svolta la revi-sione?

“L’organo è stato completa-mente smontato. Sono stati

aperti tutti i “somieri”(delle sorta di rubinetti perle canne dell’organo).Ogni parte in pelle è statarifatta (a mano). Poi si èprovveduto ad una puliziagenerale ed al riassem-blaggio”.

Avevate un disegno olo schema del progettoda seguire per il rimon-taggio?

“Purtroppo negli anni’50 sono andati a fuocoalcuni locali della ditta etra questi anche gli ufficidove erano conservati i di-segni. Per cui degli organicostruiti fino ad allora nonesiste più alcuna docu-mentazione. Ma questonon è un problema.

La nostra ditta haAlcune canne più grandi.

sempre avuto una metodo-logia ben precisa nella costru-zione dei suoi strumenti, unostandard, uno schema fisso.Certo poi ogni organo si diffe-renzia per qualche piccola mo-difica che noi, grazie all’espe-rienza, sappiamo vedere edistinguere al momento dellosmontaggio”.

Ci sono stati problemiparticolari?

“No, non abbiamo incon-trato nessuna sorpresa. Si vedeche l’organo non è stato modi-ficato o maneggiato da altreditte in quanto molti pezzi, peresempio i manticetti, eranoancora quelli originali del1929”.

È normale in organi cosìvecchi, trovare ancora pezzioriginali ?

“Sì, succede spesso. Se tro-viamo delle manomissioni, disolito si tende addirittura a nonaccettare nemmeno il lavoro direvisione”.I pezzi vengono fatti a manoo esistono dei macchinari?

“No, questo è un lavoro cheviene eseguito interamente amano. Ad esempio i manticini,vengono confezionati in dittada alcune donne, che rita-gliano e incollano una a una le

parti in pelle sui cerchietti dilegno (vedi foto). Ogni pezzo èfatto su misura appositamenteper il singolo strumento. Chiaveva meno soldi a disposi-zione, ad esempio, faceva farele canne in piombo. Chi se lopoteva permettere le faceva instagno, che costa di più”,

Come viene organizzato illavoro?

“C’è uno che si intende unpo’ di tutto e che sovrintende.Poi i compiti vengono suddivisiper settori, che vengono af-fidati ad un tecnico specia-lizzato”.

L’organo di Pieve haqualche particolarità degnadi nota che lo contraddi-stingue da altri?

“Ogni strumento si caratte-rizza in base all’epoca in cui èstato costruito. I registri, adesempio, vengono predispostiper suonare i brani che vannoper la maggiore in quel pe-riodo. Pensiamo ad esempio alperiodo barocco. Questo diPieve, se proprio vogliamo tro-vargliela, si caratterizza per lapresenza del registro chiamato“ripieno”, che rende lo stru-mento più “pastoso”, che serveper fare i fortissimi. Per ot-tenere questo effetto si fannosuonare più canne dai suoniacuti. In pratica ogni tasto dellatastiera comanda 5 canne chesuonano assieme. È un po’come mettere il turbo in unamacchina”.

In cosa consiste il col-laudo finale?

“Bisogna reintonare e riac-cordare lo strumento. In prati-ca regolare l’aria che entranelle canne. Anche le canne

Torna a “nuova vita” l’organo Mascioni della chiesa di Pieve

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8 «Le nuove del Pais»

DOMENICA DI PASQUA di 70 ANNI FAdescritta da Fortunato Favai “Nato Mone”

anche qui gli affetti familiarivengono menomati.

Insomma il passato sembrasparire sotto la tragica successionedelle idee moderne: il sacro cultodegli avi va naufragando tragica-mente.

Le lotte intestine degli uomini, ali-mentate dai loro egoismi, dalla loroidea di grandezza, dalla maniadelle riforme, travolgono ciò cheera il frutto d’una secolare espe-rienza.

Voglia Iddio, dall’alto, vegliaresulla povera umanità di oggi e ride-stare in essa quella ragione che gliuomini vanno perdendo, se pur nonl’hanno completamente smarrita.

(Anche se sono trascorsi 70 anni, loscritto sembra rispecchiare pa-recchio l’attualità).

(Fr. Del.)

Fortunato Favai di Ornella(1899- 1961) autore di numerosiscritti.

Pasqua: bella festa della Resur-rezione di Gesù, festa della pace edella cara intimità delle famiglie.

Negli scorsi anni, in questogiorno si potevano scorgere visinon del tutto nuovi ma che da temposi trovavano lontano dal paese.Erano paesani che, in seguito allavoro o a causa di altri affari sierano stabiliti fuori paese ma che inquesto giorno sentivano più chemai il loro luogo natale, la casa pa-terna e i cari familiari.

Alla sera della vigilia le famiglie siradunavano così in dolcissima in-timità, rievocando le memorie delpassato, un complesso di gioie, larievocazione delle quali destasempre un vivissimo senso di se-renità.

Oh, care e beate visioni delpassato!

Dolci sogni cullati in seno alle fa-miglie, imbevuti di tanta pace, ditanta poesia familiare semplice epura. Anche queste dolcezze lamodernità cerca di cancellare, di di-struggere.

Infatti oggi, anche l’armonia dellefamiglie non è più quella di unavolta: anche qui lo spirito nuovo hanocivamente influito. Principal-mente quest’anno di guerra: diversisono al fronte, alcuni pensano poli-ticamente in un modo e altri in unaltro tanto da far nascere diversipareri e idee diverse perfino in senoad una stessa famiglia, disarmoniz-zando quello che restava di sacro:l’armonia comune.

I giovani sono educati alle armi:

QUATTRO GENERAZIONI: nella foto sopra lapiccola Nicole Pezzei in braccio al papà Elvis con la bi-snonna Rosa Pezzei e il nonno Flavio. Nella foto sotto:la piccola Nicole con il papà Elvis e a fianco la bisnonnaAnnunziata Lezuo e la nonna Silvia Costa.

La cantoria come un cantiere.

stesse, per effetto del deterio-ramento del materiale, cam-biano di forma. Bisogna perciòrimodellarle e riaccordarle.Per fare questo lavoro ci vo-gliono circa 10 giorni in duepersone. Generalmente è unlavoro che fa un tecnico”.

C’è una scuola che in-segna questo mestiere?

“Adesso c’è una scuola aCremona. Ma essenzialmenteè un mestiere che si impara sulcampo o tramandato di padrein figlio”.

Bisogna anche essere deimusicisti?

“Non necessariamente.Nella famiglia Mascioni,nessuno sapeva suonare. Civuole buon gusto e pazienza.Insomma per fare questo me-stiere bisogna essere portati.Ma soprattutto bisogna riu-scire a “capire” questi stru-menti”. (So Lo)

Curiosità sul mondo degli organi

- La ditta Mascioni oggiconta 15 dipendenti. Fino aglianni ’60 e ’70, quando si co-struivano anche 15 organi al-l’anno, ne aveva 60.

- Tre tecnici si dedicano alrestauro degli organi antichi(quelli costruiti fino a fine’800), poi ci sono falegnami(che costruiscono le parti inlegno), “cannisti”, elettricisti,

le donne che confezionano leparti in pelle. Alla progetta-zione si dedicano i sei titolari.Per i lavori di revisionevengono scelti di volta in volta itecnici che hanno maggioreesperienza in base al tipo dilavoro da eseguire.

- Ogni anno la Mascionifabbrica non più di 2 o 3organi nuovi. Negli anni ’60 siarrivava anche a 15 nuoviorgani all’anno. Una dozzina,mediamente, le revisioni.

- Da quando è nata, nel1829, la Mascioni ha fab-bricato 1185 organi in tutto ilmondo.

Sette anche in Giappone,che sono stati revisionati pocoprima del terremoto. Per pre-servarli dalle scosse, che lìsono una consuetudine, sonostati ancorati a dei tiranti.L’ultima potente scossa di unmese fa non li ha però danneg-giati.

- La Mascioni fabbrica soloorgani a canne. La parte dicontrollo può essere mec-canica, pneumatica o elet-tronica.

- Se si dovesse costruirlooggi, l’organo della chiesa diPieve costerebbe circa 200mila euro.

- Le parti che compongonoun organo si misurano in“piedi” (unità di misura in-glese).

La minuziosa pulizia delle canne.

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«Le nuove del Pais» 9

DE CASSANMARIAIl 15 dicembre scorso ha festeggiato i 95 anni di vita, as-

sieme alla figlia Margherita e altri familiari a Digonera. Èstata una grande festa con santa Messa di ringraziamento econ il pranzo all’albergo.

Alla signora Maria auguriamo ancora anni sereni e lieti!

A Trento, presso la Fa-coltà di Filosofia, il 30 marzo2011,

DE MATTIA ELEONORA

si è laureata discu-tendo la tesi: “L’ineffabilemusicale nel pensierodiVladimir Jankélévit-ch”.

Da queste righe giun-gano ad Eleonora le con-gratulazioni più sentite ditutta la Comunità!

A Padova, presso la Facoltàdi Medicina Veterinaria, il 15marzo 2011,

PEZZEI EROSsi è laureato con ottimo

punteggio discutendo latesi: «Prove di inoculazionesperimentale di variantipigmentati di “Pseudo-monas fluorescens” in moz-zarelle», davanti al relatoreProf. Valerio Giaccone.Erano presenti i familiari egli amici a complimentarsicon il neo-dottore.

Anche a Eros giungano lecongratulazioni più sentitedi tutta la Comunità!

Vorrei un mondoVorrei un mondo di pace, /vorrei soltanto un pò d’amore, /vorrei chenon ci fosse dolore, /mi piacerebbe una vita vivace...Vorrei che fosse vero /che esistesse aria pura, /vorrei che il vento tra-sportasse la vera pace matura, /chissà se arriverà il giorno felice... /emagari ci si potrà divertire.Vorrei sognare cose nuove, che superino l’orizzonte.Vorrei aprire gli occhi e salire un monte, /no... è troppo difficile.Vorrei tanto capire che cosa gli uomini respirano, /e vorrei saperecome ci riescono.Vorrei la verità di quanto è lunga la vita /e continuare a viverequesto mondo in aria pulita.

Awa Demaltè Diop

La poesia ha ricevuto il premio speciale sezione giovani (am-biente e diritti umani), al concorso nazionale DOMENICOREA (JBISKOS - ULIVIERI) nel settembre scorso ad Empoli.

BILANCIO 2010Parrocchia di Pieve di Livinallongo

ENTRATEElemosine 7.085,65Candele votive 3.554,05Offerte servizi 1.861,00Attività parrocchiali 16.475,73Questue ordinarie 4.445,00Offerte privati 2.001,42Affitti-Rendite 1.522,21Missioni-Carità 8.195,72Varie 6.053,96Offerte straordinarie 18.787,68Messe Anime 780,00Generosità (Seminario-attività diocesane) 4.842,88Totale entrate 75.605,30

USCITEImposte-Assicurazioni 1.305,30Remunerazioni- stipendi 4.345,00Spese di culto 5.051,51Attività parrocchiali 11.656,60Spese gestionali 24.533,86Manutenzioni fabbricati 2.479,95Missioni 5.410,50Carità 1.520,00Varie 3.208,05Spese straordinarie 19.787,94Messe per le anime 780,00Generosità 4.842,88

Totale uscite 84.921,59

PASSIVO AL 31.12.2010 9.316,29

Compresi nel bilancio SGenerale della parrocchiaCORTE 9.050,12LARZONEI 7.035,36DIGONERA 10.399,98ANDRAZ 36.699,16

GENEROSITÀGiornata Migranti 200,00Pastorale diocesana 100,00Pane per amor di Dio 1.972,00Terra Santa 300.00Università Cattolica 150,00Carità Diocesana 140,00Carità del Papa 280,00Seminario (Assunta) 700,00Seminario (Rosario) 300,00Giornata Missionaria 290,00Avvento Fraternità 410,00

Totale 4.842,88

Per il progetto Gemma-Aiuto per la vita 705,00Per Terremotati Haiti 1.520,00

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10 «Le nuove del Pais»

Prima confessioneIl sacramento della

confessione segna unatappa nel camminodell’iniziazione cri-stiana di un bambino:infatti è il primo in-contro ufficiale con laChiesa.

È quello che hannovissuto, sempre conemozione, domenica27 marzo, i cinquebambini della classeterza elementare: Bor-landi Samuele, Comi-netti Isabel, CrepazOmar, Dorigo Chiarae Faber Benedetta.Durante una liturgiadella parola semplice,ma significativa han-no ricevuto il perdono

del Signore, dopouna seria prepara-zione catechistica daparte di suor Flavia.

Anche i genitori,assieme ai familiari,hanno partecipatocon interesse ed at-tenzione alla piccolafunzione.

Gli stessi canti:“Ho un amico” e “Tiringrazio mio Signo-re”, accompagnatidalla chitarra dellamaestra Luigina, se-guiti dal gradito rin-fresco preparato dal-le mamme, hannodato un tono di gioiae di festa a questoprimo incontro colSignore.

Il gruppo di bambini con suor Flavia e donAlfredo.

Fatta la confessione, i bambini hanno in-dossato la veste bianca e hanno portato unacandela accesa ad illuminare la croce.

Oggi, cara Veronica, mi haimesso alle prova! Ero consa-pevole che ti stavi incammi-nando verso una nuova mèta,ma dentro di me speravo chequesta giornata non arrivassemai.

Ero ancora a letto questamattina, quando ho saputoche non eri più fra noi; daallora fino a questa sera è statoun susseguirsi di emozioni, dilacrime, di ricordi.

Ora sono qui che salgoancora una volta verso casatua, che dopo mesi dibuio è di nuovo illu-minata, il caminofuma, gli “scur” sonoaperti. Con grandecommozione entronella tua “stua”, e ilmio cuore sembra re-stringersi; mi siedo,inizio il Santo Rosarioe trovo il coraggio dialzare lo sguardo...

In questa stanzanon c’è nulla di silen-zioso, tutto parla di te edi noi. Il “banc da fornel” dovequand’ero piccolino, riu-scivamo a stare sdraiati en-trambi e dove mi hai rac-contato favole, fiabe, maanche storie vere e storie divita. Il grande tavolo quadrato,sul quale abbiamo fatto decinee decine di partite a “non t’ar-rabbiare” e dove tante volteabbiamo mangiato e bevuto in-sieme.

Nell’angolo è rappre-sentata la tua fede, sul balconela tua famiglia, ovunque i lavoricreati dalle tue abili mani.

Vicino allo “stangort” notoche sono ancora appese lebomboniere della mia primaComunione e della miaCresima: d’altronde tu sei statapresente in tutti i momenti piùimportanti della mia vita, tiavrei voluto con me anche inquelli che verranno.

Sopra la televisione c’è unamia foto, forse l’abbiamo fattaa Innsbruck quando insiemece ne andavamo qualchegiorno dalla tua amata Pur-ghele.

Vedi Froni, la vita ti porta aincontrare migliaia di persone,ma solo poche di queste ti se-gnano la vita. È scontato dirtiche tu sei una di queste,perché tu lo sai già... tu mi haitrasmesso l’amore per le nostretradizioni (le parade, i fuochi

della Befana e del Cuor diGesù, le processioni, il car-nevale, San Nicolò,ecc..), tumi hai fatto riflettere sullanostra storia (la Prima Guerra ela prigionia di tuo papà, le Op-zioni e la tua esperienza in Ju-goslavia, la povertà e le grandivicende di Fodom, ecc..), tumi hai insegnato ad amare eservire la Chiesa, ed in parti-colare a onorare la Madonnadella Neve a cui tanto ti sentivilegata!!!

Mi mancherai... mi man-

cherai a Natale quando saràora di fare il presepio, mi man-cherai a Pasqua perché non tivedrò più indaffarata a na-scondere le “coe del conicio”,mi mancherai il giorno del miocompleanno perché nonmangerò più le tue super torte,insomma, la mia vita non saràpiù esattamente quella diprima, perché oggi ho persouna piccola parte di me ...

Lascia che ti dica ancorauna cosa: sei sempre statamolto risoluta, spesso irremo-vibile nel tuo modo di pensaree di agire, a volte eri proprio“terribile”; ma alle persone cheamavi avresti dato l’ anima e tiassicuro che tutte le attenzionie le dimostrazioni di affetto chehai avuto per me resterannoindelebili per tutta la vita!

Ecco, abbiamo finito dipregare per te, chissà tu oracosa pensi, cosa vedi, cosa fai!

Nel silenzio e nel freddodella tua Corte, mi incamminoverso casa... Dopodomani tor-nerai a Fodom, e con fede esperanza ti canterò il Magni-ficat... forse lì mi verranno inmente tante altre cose chevorrei dirti. Per ora ti dico soloche ti ho tanto voluto bene etanto te ne vorrò ancora.Grazie Fronicola mia!!!

El tuo “nicio Neni”

Alla mia “Fronicola”

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«Le nuove del Pais» 11

Cara nonna,ci hai lasciati cosi veloce-

mente, che siamo ancora in-creduli a tanto, non immagi-navamo che da quella cadutapotesse andare a finire così.

Ci siamo presi cura di te perpiù di venti anni e la stessa cosahai fatto tu per noi, ma negliultimi due mesi della tua vitaabbiamo dovuto lasciartiandare.

Adesso sei di nuovo tra dinoi e sappiamo che sei do-vunque noi siamo e saremo.

Volevamo ancora ringra-

ziare tutte le persone che inqualsiasi modo ci sono statevicine.

Un grazie al coro parroc-chiale di Pieve, all’organista, adon Alfredo, don Vito, donAngelo e Padre Giampietro.

Grazie a tutti i vicini diCorte che l’hanno sempreaiutata e accompagnata anchel’ultimo giorno, ai volontaridella Croce Bianca, per la lorodisponibilità nella averla ac-compagnata a Roma e la loropresenza.

Un grazie a tutti.Serena e famiglia

Un’affermazione forte checolpisce il lettore è questa: “Lagenerazione dei nostri giovaniè incredula!”. Lo ha detto Ar-mando Matteo, assistente na-zionale degli universitari cat-tolici, in un suo libro che portaquesto titolo.

Egli dice che la generazioneattuale è incredula, nonperché si pone contro Dio econtro la Chiesa, ma sempli-cemente perché vive la sua re-ligiosità senza Dio e senza laChiesa; inoltre perchénessuno ha testimoniato aigiovani la convenienza dellafede, la forza della Parola delvangelo che può illuminare ledomande della vita, la bel-lezza di una fraternità nellacomune sequela di Cristo.

I nostri ventenni e trentenni,infatti, se da una parte sitengono sempre più a distanzadalle pratiche di preghiera edalle proposte formative dellaChiesa, dall’altra esprimonoun generale apprezzamentoper valori religiosi. Condi-vidono molte posizioni delPapa e dei Vescovi, ma non co-noscono la Bibbia e il Cate-chismo. Internet è un luogosintomatico: aumentano i sitidove poter lasciare una pre-ghiera, “accendere unacandela”, “trascorrere mo-menti di pace”; eppure molti sidichiarano agnostici o atei.

Il dato più contradditorio èforse il fatto che molti giovani,pur avvalendosi dell’insegna-mento della religione a scuolae pur provenendo da famigliee ambienti di ispirazione catto-lica, disertano sistematica-mente la Messa dome-nicale, e non sembrano inte-ressati a cammini di ap-profondimento della fede e aincontri cristiani.

Cosa è successo? Forse èmancata un’evangelizzazioneprimaria in seno alla famiglia,dal momento che i loro ge-

nitori sono proprio quelli cre-sciuti nell’ambiente del ’68.

Nessuno ha aiutato questiragazzi a sviluppare la convin-zione dell’importanza dellapreghiera e dell’apparte-nenza alla Chiesa. I loro stessigenitori ne erano distanti.L’immagine che hanno oggidella Chiesa è distorta, fruttodi pregiudizi.

Si ritrovano con gli amici;spesso si consolano da soli,non sanno a chi raccontare illoro dolore o la loro gioia. Nontrovano adulti disposti adascoltarli.

Dopo gli studi non c’è postonel mondo del lavoro;possono continuare a stu-diare, ad attendere, a essereprecari a tempo indeter-minato.

Possono dire che sonomeno fortunati di noi adulti,quasi defraudati di qualcosache noi abbiamo avuto lafortuna di avere: la fede e unaChiesa che magari attraversoassociazioni cattoliche, pretipiù numerosi, si è presa curadella nostra adolescenza egiovinezza.

Incontrandosi con un preteo con una suora, spesso nonaccettano un discorso; stannoalla larga, anzi usano un lin-guaggio provocatorio e gros-solano, ma in questo atteggia-mento di autosufficienza e diindisponibilità fanno capireche hanno bisogno di aiuto e dinoi.

Concludendo, queste rifles-sioni devono indurci a unaseria revisione sul nostromodo di agire come comunità:dobbiamo impegnarci a unanuova evangelizzazione ai ra-gazzi, agli adolescenti e aigiovani ed essere per loro un“Vangelo vivente”, una buonanotizia che li aiuti a tornare acredere e a vivere da cristianiautentici e convinti.

d. A. M.

di F. Deltedesco

Da SX: CrepazCaterina “Ninade Tòne”di Renaz e lamadreAnnamariaQuellacasa - lapiccola CrepazAnna, figlia diNina e CrepazPaolina“de Tòne”sorella di Nina.

Albergo Excelsior: viene messa in sicurezza la roccia sovrastante.

SeraTramonta già il solela valle ormai si oscura.Da lontano vedo arrivare lemucche.dai camini sale il fumo.Non s’ode il fruscio del vento,il vociare della gente...soltanto il rintocco dellecampane:din don dan!Il giorno sta morendo,tutto tace.Ma ecco: una luce s’accende,un attimo e più nulla.Nel cielo ritornano le stelle, in un angolo la luna appare.La sera sta scomparendo!

Catia Pellegrini- 3a media

L’angolo dei ricordiLA FOTO CONOSCIUTA N. 1

LA FOTO SCONOSCIUTA N. 2

LA FOTO STORICA N. 3

Ricordi del tempo che fudall’archivio di F. Deltedesco

Scolari delle Sc. Elementari a Pieve.Davanti da SX: Elena Sorarui di Andraz- Michela De-mattia di Ornella- Sabrina Crepaz di Ornella. Dietro,al centro: Elsa Crepaz di Renaz e a SX Claudia Crepazdi Ornella?

LA PRIMA GENERAZIONE INCREDULA

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12 «Le nuove del Pais»

Un ricordo FrancescanoÈ il 1954: a maggio gli esami

di quinta elementare. Con-tento per averli superati, ma in-consapevole dell’immediatofuturo.

Una valigia marron conpoche cose... le lacrime agliocchi... la corriera delleundici... via, per la prima voltaverso un altro mondo.

È così che mi ritrovo aBolzano, al collegio Anto-nianum, con altri 79 studentidei quali solo otto che parlanoitaliano e che, come me fre-quentano la Scuola Media deiPadri Francescani (Sezioneitaliana).

La vita è dura: sveglia alle5:30, un po’ di acqua gelata sulviso a di corsa a Messa nellacappella del collegio, quindi ascuola.

Il pranzo che a volte stento adeglutire; le precise ore disvago e quelle altrettantoprecise di studio con la sorve-glianza continua dei frati ad-detti e un’ora di libera uscita alsabato.

Il ritorno a casa a Natale e aPasqua.

Quando, nella cappella delcollegio veniva accesa la primacandela della corona dell’Av-vento, nella mia mente si illu-minava una stradina, la stradache mi avrebbe riportato acasa. Due candele facevanosentire un pizzicorino allostomaco che diventava vera-mente forte quando vedevoaccese tre candele: fra tregiorni sarei ritornato a casa!

Il secondo anno di collegiotrascorre decisamentemeglio; al terzo si è già piùgrandi e tutti amici.

I frati fodomi.Sia in collegio che a scuola

conosco dei frati fodomi:quanti ricordi, specialmenteora che non ci sono più.

In collegio c’era pater FranzRoilo, alto e magro, sempreserio, forte giocatore di palla avolo e di ping pong.

Fra i suoi compiti c’eraquello di sorveglianza nell’e-norme studio in particolare frale 5 e le 7 del pomeriggio equello di accompagnarci in ca-merata e darci la buona notte.

Nello studio era particolare:tutti noi lo conoscevamo a me-moria e sotto sotto ci fa-cevamo una risatina quando,dieci minuti prima del terminedelle ore di studio, con voceimperante diceva: “Bücherwech!” (via i libri). Si sapevache ci avrebbe fatto una pa-ternale, anche se non abbiamomai capito se lo faceva perchédoveva essere fatta o se lofaceva perché stava an-noiandosi pure lui!

Alle 20:30 tutti a letto nellagrande e fredda camerata. Epater Franz, dopo aver tuonato“Gelobt sei Iesus Cristus- guteNacht” spegneva le luci e, inattesa che ci addormen-tassimo incominciava l’avantie indietro per il corridoio, fra iletti, con passi che erano ildoppio dei nostri.

C’era il buon pater AmbrosMartini che solo saltuaria-mente faceva sorveglianza incollegio.

Lui insegnava disegno allaScuola Media dei Francescani,ma il suo vero lavoro, per ilquale era portato, era quello dibibliotecario. E poi la passioneper le gite in montagna e per lafotografia.

Come professore nonvoleva mai sgridare nessuno e,quando in classe c’era un certobrusio, lui si limitava a zittircicon il suo “sssiit sssiit...” otte-nendo uno scarso effetto.

Ormai, dopo tre anni, il col-legio Antonianum era di-

A Pieve, nella cappella dellaMadonna di Lourdes, appesoalla parete laterale si trova ilquadro che riproduce SantaOttilia. Purtroppo non è datosapere le motivazioni che ri-guardano l’esistenza di dettoquadro né da quando hatrovato sistemazione nellacappella.

Figlia del duca Adalrico, se-condo la tradizione sarebbenata cieca e, per questo, sa-rebbe stata rinnegata dalpadre.

Avrebbe miracolosamenteriacquistato la vista al mo-mento del battesimo.

Fu la prima badessa del mo-nastero benedettino di Ho-

henbourg, fondato da suopadre.

Venne scelta come titolaredella Congregazione Missio-naria Benedettina di Santa Ot-tilia, fondata in Baviera nel1884 il cui motto è “lumencaecis” (luce per i ciechi).

Nel 1807 Papa Pio VII la pro-clamò patrona dell’Alsazia.

È particolarmente invocataper la guarigione delle malattiedegli occhi, delle orecchie edalla testa in generale. La me-moria liturgica è il 13 di-cembre, come per Santa Lucia.

Il suo nome era Odilia, manel secolo XV, in Baviera, fuadottata la versione Ottilia.

(Fr. Del.)

Il quadro ad olio di Santa Ottiliache si trova nella cappella diPieve.

BOLZANO: Collegio Antonianum anno 1955-’56, classeseconda media.Pater Franz Roilo è a sinistra e pater Ambros Martini a destra. In ultima fila, il 6o da destra è Franco Deltedesco.

ventato un po’ casa mia: seavevo pianto tre anni primaquando ero entrato per laprima volta, gli occhi mi so-no diventati lucidi e mi è ve-nuto un nodo alla gola an-che quando, terminata laScuola Media, ho varcato perl’ultima volta, e questa volta

in uscita, il portone di quelluogo.

Oggi padre Francesco epadre Ambrogio non ci sonopiù, ma continuano ed esserepresenti nei ricordi di quelloche è stato uno scolaretto di14-15 anni.

(Fr. Del.)

APPUNTAMENTI IMPORTANTI1 maggio: solennità di San Giuseppe lavoratore, patrono di Digonera. Santa Messa

cantata dal Piccolo Coro “Col di Lana”, alle ore 10.45. Festa del paese sulsagrato della chiesa.- A Corte, si inizierà il mese di maggio, con il canto dei Vesperi (ore 20.00)

20 maggio: ore 9.30 santa Messa solenne di Prima Comunione.28 maggio: a Corte: santa Messa in onore della Madonna della Neve. 12 giugno: Festa con gli anziani del Comune ad Arabba. Santa Messa ore 11.00, se-

guita dal pranzo offerto dall’Amministrazione Comunale. 19 giugno: Festa patronale della Santissima Trinità ad Andraz: ore 10.30 santa Messa

cantata, seguita da un momento di festa e dalla pesca per il restauro dellachiesa.

26 giugno: Solennità del “Corpus Domini”: ore 9.00 santa Messa cantata dal Coroparrocchiale (unica per tutta la parrocchia) - Processione col Santissimo.

Ottilia di Alsazia

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«Le nuove del Pais» 13

Come far funzionare unmatrimonio

1. La fedeSenza dubbio il Signore è colui

che vi ha unito e vi unisce attra-verso il Sacramento del Matri-monio. Affinché questo avvengaperò è necessario che già dal fi-danzamento Egli sia presentecome non mai tra voi due. Con-frontatevi quindi con la Parola,con le sue leggi e, su questo, co-struite il vostro rapporto; fondatesu di Lui la vita con la consapevo-lezza che Lui vi ha unito ed ègrazie a Lui che il vostro amore ènato.

Ci si sposa una volta sola ma siripete il sì! ogni giorno, nellagioia e nella fatica... solo così si“lega” il sacramento del matri-monio alle volte legato dall’im-maturità umana e di fede dei co-niugi. Siete voi che, con ilsostegno di Dio e l’aiuto dellaChiesa, potete salvare ognigiorno la vostra unione in Lui!Siate Chiesa domestica nellaChiesa locale.

2. La preghieraÈ importante che voi vi “in-

ventiate” un vostro modo di rivol-gervi al Signore, la preghiera viunisce e rende presente Dio nellavostra casa e nella vostra vita. At-traverso formule o preghiere esi-stenti: come la liturgia delle ore, ilRosario, ecc. o anche la sponta-neità, nella quale potete scegliereciò che vi piace, anche in base ocome si svolge la vostra giornata.La lettura quotidiana del Vangeloo una semplice preghiera fatta in-sieme ogni volta che lo riteneteopportuno tra voi (magari anchequando siete arrabbiati o quandovi sembra di essere stanchi)... nonrimandate mai!

3. Il perdonoIl 90% dell’ amore è fatto di

perdono! Infatti la maggior partedelle separazioni (legali o difatto) sono dovute all’incapacitàdi perdonare e di chiedereperdono! Allenatevi quindipresto a mettere da parte l’or-goglio, a chiedere scusa e ad ac-cettarvi come siete (dice S. Efremche chi vede il proprio peccato èpiù grande di colui che risuscitaun morto).

Imparate ad amare i difetti e ledebolezze dell’altro. Dialogate!Esaltate in cuor vostro i pregi e idoni dell’altro/a così da renderepiccoli i difetti, non esasperate levostre attese; perdonatevi nelnome di Dio. Se è vero che lagrazia di Dio presuppone un’u-manità sana è però vero che l’u-manità guarisce, e che cresce la fi-ducia reciproca (e il recupero deiruoli secondo Dio), solo con lafede: se c’è fede c’è fiducia. Con-fessate spesso il vostro peccato alSacerdote.

4. La sessualitàDio vi ha dato un cuore per

amarvi e questo amore si mani-

festa anche attraverso il vostrocorpo. Dio ha creato la sessualitàcon una bellezza e un significatounico, vale quindi la pena di vi-verla bene.

Accordatevi prima del matri-monio su come volete vivere lavostra sessualità, senza dubbi; imetodi naturali sono quelli piùvicini alla volontà di Dio.

Danno un significato stupendoalla fecondità della donna cheinvece è sempre vissuta come unproblema. Siate inoltre casti du-rante il fidanzamento perché nelmatrimonio saranno molte le oc-casioni in cui dovrete rinunciarealla sessualità: una gravidanzadifficile, una malattia, un periododi lontananza; se non imparate acontrollarvi prima sarà molto piùdifficile poi.

Non usatevi; cercate Dio con illinguaggio della sessualità e dellatenerezza.

5. I figliIl più bel frutto del vostro

amore saranno i figli che Diovorrà donarvi. È necessario che viaccordiate prima su quanti nevolete, quando li volete, a chi affi-darli in vostra assenza e cosa fa-reste se questi non arrivano: un’a-dozione?

Inoltre... non idolatrateli e nonsostituiteli al coniuge! È piùfacile amare un bimbo che unpartner che “scomoda”, l’amoredi questo tipo si manifesta spessoin un io immaturo e geloso e nongratuito.

6. La ProvvidenzaDio vi accompagnerà sempre,

soprattutto nei momenti difficili eil Suo amore si manifesterà a voiattraverso la provvidenza... nonsiate borghesi, gretti e duri nelcuore e nella mente pensando, vi-

vendo e progettando come ipagani. Una persona che vi verràin aiuto, un consiglio, un lavoromigliore, una casa più adatta avoi, dei soldi, saranno tutti segnidella sua benevolenza. Affidate-vi a Lui senza paura e abbiate fe-de. Anche voi però dovete esseresicuri che Dio ci restituirà il cen-tuplo. La vostra casa sia aperta atutti; saper accogliere è un’arte dipochi, ma è cercata da tutti.

7. Tagliate il cordoneombelicale

Poche cose ha detto Gesù sulMatrimonio, ma una cosa l’hadavvero chiarita: “L’uomo lasce-rà suo padre e sua madre, si uniràalla sua donna e i due saranno unacosa sola. (Mt. 19,4-6).

È davvero necessario che im-pariate a cavarvela da soli nelbene e nel male. Condividete legioie e i dolori con le vostre fa-miglie, ma decidete sempre voi enon temete: come consigliereavrete il Signore, la Sua Parola, laSua Chiesa nella persona del Sa-cerdote e della Comunità.

Mese di maggioQuann’ero ragazzino,mamma miame diceva: ”Ricordate, fijolo, quanno te sentiveramente solo,tu prova a recità ’n Ave Maria. L’anima tua da sola pija er voloe se solleva come pe’ maggìa”. Ormai so’ vecchio,er tempo m’è volato. Da un pezzo s’è addormitala vecchiettama quer consijo nunl’ho mai scordato. Come me sento veramente soloio prego la Madonna Benedettae l’anima da sola pija er volo.

(Trilussa)

Le nostreMadonne

Il prossimo mese di maggio ciritroveremo nelle nostre chieseper il fioretto davanti alle belleimmagini della Madonna inesse venerate.

A Pieve, la Madonna diLourdes con Bernardetta ingi-nocchiata ai suoi piedi ci sor-riderà e quasi con un cenno delcapo, come fece con Bernar-detta, seguirà la recita dell’AveMaria. È un’opera pregiata del-l’intagliatore Dorigo Vigilio diLasta del laboratorio di Ortisei.

A Corte, c’è la Madonnadella Neve con il Bambino Gesùin braccio. È riccamente vestitadalle donne di Corte. Davanti aquella immagine sono accorsicentinaia di fedeli per chiedereprotezione o per ringraziaredelle grazie avute per essere statisalvati dalle slavine.

Andraz conserva con as-sidua vigilanza la Madonna diDomenico “Molling”, opera ar-tistica della prima metà del1700, che ha visto più di unaguerra, ma sempre salvata dallapietà e dall’amore dei suoi fedeli.

Infine a Digonera, i fedeli siriuniranno per la recita del Ro-sario davanti a una piccolastatua della Madonna, scolpitanei laboratori della ValGardena. Assieme al suo sposoS. Giuseppe continuerà a pro-teggere la frazione di Digonera.

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14 «Le nuove del Pais»

Un bando “ad hoc” per leaziende di alta montagnaescluse dai finanziamenti delPsr. Questa la salomonica pro-posta che l’assessore regionaleall’agricoltura Franco Manzatoha avanzato agli agricol-tori fodomi e agordini nel corsodell’incontro promosso dal-la Coldiretti, che si è tenutonelle settimane scorse nellasala Taulac a Pieve di Livinal-longo.

Una decisione che non haperò rassicurato nessuno: “Senon si garantiranno finanzia-menti adeguati per le nuovestalle i giovani rinunceranno” èstata la replica. Al tavolo dei re-latori, oltre al Presidente dellaProvincia Gianpaolo Bottacine all’assessore Manzato (ar-rivati ad incontro già avviatoper impegni dell’assessore aRoma), c’erano il direttoredella Coldiretti di BellunoSilvano D’Alpaos, di TrevisoFulvio Brunetta, il rappresen-tante di Avepa Renato DaRonch, il sindaco di Livinal-longo Ugo Ruaz ed il presi-dente della Cma Luca Lu-chetta.

Un bando vincolato Nell’attesa, è toccato al diri-

gente della Regione VenetoPietro Cecchinato vestire ipanni dell’avvocato e spiegareagli agricoltori, composti ma vi-sibilmente arrabbiati, chehanno gremito la sala nono-stante a Pieve nevicasse come adicembre, perché tutte leaziende della parte alta dellaProvincia di Belluno, (in parti-colare i giovani che voglionoaprire nuove stalle) sono stateescluse dai finanziamenti dellamisura 121 del Psr, quella chemetteva in campo ben 67 mi-lioni per le infrastrutture. Mol-teplici, secondo il funzionario iproblemi creatisi.

A cominciare dal numero didomande presentate su questamisura, ben 2600, alla pro-cedura di presentazione “indue fasi” richiesta dai rappre-sentanti delle parti sociali chesiedono al “Tavolo Verde”. Il ri-sultato è stato che in sede di ve-rifica, ben il 29% delle do-mande non avevano i requisiti.Questo ha permesso di “li-berare” ben 19 milioni di euro,che non sono bastati però perfar includere nella graduatoria

le aziende di alta montagna,penalizzate da punteggi che adesempio, premiavano con ben10 punti, la produzione di altaqualità del latte. Infine i rigidivincoli nei criteri imposti dallaUe, che, ha spiegato Cec-chinato, “impongono punteggiancorati ad investimenti per ri-sparmio energetico, innova-zione e ristrutturazioni”. Lagraduatoria finale, approvatadalla Giunta, finanzierà 73aziende definite “di mon-tagna” (solo 4 di Belluno sonoriuscite a rientrare nella se-conda fase). Ma nessuna diqueste, per le infrastrutture, inAgordino.

Tempi troppo lunghiLa replica più dura è arrivata

dall’assessore all’agricolturadella Cma Paolo Frena, il qualeha contestato ai rappresentanti

L’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato (al centro)durante l’incontro con gli agricoltori fodomi e agordini.

della Regione le lungaggini delbando (“abbiamo perso dueanni” ha detto).”Ora” ha conti-nuato, ”bisogna tornare a ga-rantire almeno il 70% di finan-ziamento, altrimenti i giovanimolleranno”.

Quota discriminante Da Manzato è arrivata la pro-

posta, peraltro già annunciatada Cecchinato, di indire unnuovo bando da 18 milioni di

euro, calibrato sulle caratteri-stiche e le esigenze delleaziende di alta montagna. Ladiscriminante forte nell’attri-buzione del punteggio, dovràessere l’altitudine (chiesta datempo), una nuova classifica-zione tra alta, media e bassamontagna ed il ridimensiona-mento dei punteggi per l’altaqualità e le organizzazioni diproduttori”.

(SoLo)

Martedì grasso, ultimogiorno di carnevale: bisognaapprofittarne perché domanisarà quaresima!

E la quaresima invita tuttialla moderazione, alla rifles-sione in preparazione alla so-lenne festa di Pasqua quando,Gesù Risorto, porterà nei cuorinuova gioia e tanta allegria.

Anche alla Casa di Riposo“Villa San Giuseppe” tutto si èmesso in movimento: un vo-ciare insolito, persone chevanno e persone che vengono,inservienti impegnate a fondo.Giunge Mario con la sua im-mancabile fisarmonica e,mentre volano le stelle filanti,

si presentano due gruppimascherati che rav-vivano il tutto.

Sono Alessia, Clau-dia, Milly e Alice in rap-presentanza del GruppoParrocchiale, presen-tate da Anna Vallazza,animatrice della mat-tinata.

Fa quindi l’entrata insala un gruppo moltoparticolare, compostoda Sara (il peruviano) -Matteo (lo sceriffo) -Petra (il Pierrot) e Omarnelle vesti di ElvisPresley, gruppo orga-nizzato da Rosalba che

non manca mai di presentarsimascherata.

Tutto questo è servito dacontorno perché ad occupareil centro della sala e dell’interamattinata sono stati loro, glianziani, nei loro sgargianti co-stumi, preparati con notevolespirito di inventiva da CeciliaRoncat.

Sui loro volti e sul viso ditutti è spuntato il sorriso e gliapplausi non sono mancatiquando le attempate ma-schere si sono cimentate inuna vera e propria sfilata.

(Fr. Del.)

Allegria a “Villa San Giuseppe”

REGIONE: un nuovo bandoper finanziare

le stalle di montagna

Anziani e giovanissimi allegramente insieme.

Anna Vallazza presenta una delle ma-schere che all’anagrafe risulta essereUgo Foppa.

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«Le nuove del Pais» 15

Chi è passato in queste set-timane nell’atrio del municipio,avrà certamente notato l’albopretorio desolatamente spo-glio di carte.

Sono gli effetti leggen.69/2009 che prevede, per glienti locali, dal primo digennaio, l’obbligo di pub-blicare solo on line sul propriosito internet, tutte le comunica-zioni, come delibere, bandi,avvisi, permessi a costruire. Lanorma voluta dal Ministro Bru-netta, mira ad eliminare glisprechi nell’amministrazionepubblica.

Uno di questi, secondo il ti-tolare del dicastero per la Fun-zione Pubblica, è l’immensaquantità di carta usata perriempire gli albi pretori con itesti delle delibere, gli avvisi e diquant’altro le amministrazioniintendono o sono obbligate dicomunicare al cittadino.

Una piccola rivoluzione in-formatica che non manca peròdi creare qualche problema.

Per le nuove generazioni ri-sulta sicuramente più conge-niale, ed anche più comodo,sedersi davanti al computer econ un semplice “click” andarsia consultare i documenti chepiù interessano pubblicati dalproprio Comune. Esiste peròancora una fascia di persone,in genere anziani, che non pos-seggono e non sanno usare unpc. Senza contare che spesso inmolti piccoli centri di mon-tagna, non è ancora attival’adsl e quindi la consultazione,per esempio, di documenti inpdf, che richiedono una certavelocità della linea telefonicaper essere scaricati o semplice-mente consultati, diventa prati-camente impossibile. Un pro-blema che le amministrazionilocali si sono poste. Ed ognunaha trovato una sua soluzione.“Speravamo che l’attuazionedi questa legge fosse pro-rogata” spiegano dagli ufficidel Comune da Fodom. Ancheperché mancano ancora i de-creti di attuazione. Ci siamodovuti quindi adeguare in tuttafretta.

Al momento tutte le comuni-cazioni verranno pubblicate sulsito del Comune. Per venire in-contro a chi non ha internet, af-figgeremo di volta in volta al-l’albo pretorio un avvisocartaceo, con l’elenco dei do-cumenti pubblicati. Il cittadinopotrà quindi rivolgersi ai nostriuffici per leggersi il documentocartaceo”.

Cerco la “mia” baby sitterCome avevo avuto modo

di dire altre volte: “Il mondo èdiventato piccolo”. E questograzie al Fax e ancor piùgrazie a Internet. La pub-blicità degli ambienti turi-stici, come le foto paesaggi-stiche e storico-culturalidelle varie zone, attraversol’etere, volano da un capo al-l’altro del pianeta.

Così è avvenuto adArabba, con la pubblicità ri-guardante il Ristorante-Piz-zeria “Al Tablé” di CrepazFabio.

Ecco come, sempre per viatelematica, si rivolge a Fabioun signore abitante a SantoDomingo, isole Caraibiche.

Santo Domingo,10 gennaio 2011

Gentile Signor Fabio Crepaz.Sono un nazionale domi-

nicano (della Repubblica Do-minicana nei Caraibi), archi-tetto di 70 anni, ed avendovissuto con mia moglie a Romadal 1961 al 1969, ci troviamonel 1964 ad avere come ospite ebaby sitter del mio figlio Marcouna signorina di nome AnnaMaria Crepaz, nata a Pieve diLivinallongo, avendo allorauna ventina d’anni.

L’oggetto di questa comuni-cazione è quello di ricavare, sefosse possibile, l’eventuale ubi-cazione di quella persona nelvostro Comune. Con dati d’in-dirizzo e numero telefonico.

La signora Crepaz, perquanto mi risulta da una sualettera del 1968 (solo 40 annifa!!), ha sposato un signore dinome “Zoppa”.

Nelle mie ricerche sulla retedi Internet ho trovato il suo co-gnome e, nell’elenco dei risto-ranti della provincia di Belluno,il negozio di ristorante che ge-stisce lei a Livinallongo sotto ilnome di “Bar Pizzeria Risto-rante al Tablé di Crepaz Fabio”.

Sarebbe difficile che nonesista un legame familiare fra leie Annamaria, essendo la sua lo-calità relativamente piccola echiusa nelle vette delle Do-lomiti.

Mi permetto di conseguenzachiedere il vostro aiuto e colla-borazione nel senso di darmi unpo’ di luce e cercare di ubicare iltelefono e l’indirizzo di questacarissima signora, ormaimatura come noi.

Per raggiungere questoscopo, prezioso per noi, mi ap-pello alla vostra cortesia e genti-lezza, anticipando i miei più ef-fusivi ringraziamenti.

Dovresti scusare il mio

cattivo italiano ma sono tantianni che non lo parlo né loscrivo.

Con i miei cordiali saluti.Leopoldo FRANCO

Dopo varie ricerche ve-niamo a conoscenza che la si-gnora in questione è Anna-maria Crepaz moglie diAlberto Foppa (non Zoppa)“Berto Barca” che ci raccontache, su proposta della zia

Maddalena Ruaz moglie diFelice Crepaz “del Mòro” diFossal aveva trascorso ben 5anni a Roma, come babysitter del piccolo Marco,presso la famiglia di Leo-poldo FRANCO.

Ricorda che Leopoldo, daSanto Domingo era venuto aRoma dove stava termi-nando gli studi di archi-tettura ed era sposato con lasignora Lupita che lavorava aRoma, all’ambasciata del Sal-vador per la quale amba-sciata lui stesso avrebbe la-vorato.

Annamaria faceva ritornoa Fodom ogni anno, ma sola-mente per un mese: solo agennaio del 1968 è ritornatadefinitivamente fra le suemontagne per sposarsi pocodopo, il 20 aprile.

Le ricerche hanno dato isuoi frutti: si è ristabilito ilcontatto con l’ormai settan-tenne signor Leopoldo. È av-venuto uno scambio di no-tizie e di fotografie special-mente paesaggistiche dellezone e, da parte della fami-glia Franco, Annamaria haavuto la promessa che du-rante il prossimo Natale ver-rà a Pieve per incontrarla econoscere da vicino la nostraterra. (Fr. Del.)

Roma 1964. Il piccolo Marco,figlio di Leopoldo e della signoraLupita.

Sappiamo che durante laGrande Guerra interi boschierano stati tagliati dai soldaticon lo scopo di poter seguirepiù agevolmente gli sposta-menti degli avversari. Sap-piamo pure che dopo la guerrail legname non aveva più valorecommerciale in quanto il troncodelle piante era infestato daschegge di granate, da proiet-tili, da chiodi e filo spinato.

Da allora sono trascorsi oltre90 anni. Dopo tanto tempo èancora possibile imbattersi inparticolari reperti bellici.

È quanto accadutoa Maurizio “Pirol” ilgiorno che, salendodal Cason dei Mànc indirezione di Ciàmp, siè trovato accanto adun grosso tronco diabete nel quale eraconficcata unagranata. Davanti atali ordigni la precau-zione non è maitroppa: vagliato il dafarsi, la granata èstata scaricata ed èstata tagliata la partedel tronco che la con-

teneva. Al resto ha pensatoMaurizio che ha fissato il troncosu un capiente supporto e iltutto su un piedistallo formatoda una particolare radice, ab-bellendo quindi il tutto con variordigni bellici.

Complimenti a Maurizio. La fotografia mostra la parte

centrale del tronco con lagranata conficcata. Sarebbeun interessante reperto che ar-ricchirebbe il settore “GrandeGuerra” al Museo di Pieve di Li-vinallongo!

(Fr. Del.)

ALBO COMUNALE,ORA SOLO“ON LINE”

REPERTI DA MUSEOREPERTI DA MUSEO

La parte centrale del tronco con infissa lagranata.

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16 «Le nuove del Pais»

Giovanni Battista Colle di Retiz affrescala chiesetta di Pecol a San Tomaso AgordinoNella piccola frazione di

Pecol nel comune di SanTomaso Agordino si trovauna cappella costruita, rac-contano gli anziani, peressere scampati a un gravepericolo a causa di grossimassi staccatisi dalla sovra-stante parete rocciosa. Per ri-conoscenza a Dio gli abitantihanno costruito una cappellaa ridosso di un grande massoche secondo tradizione sa-rebbe lo stesso che miracolo-samente s’è fermato appenasopra le case e non ha pro-

vocato né danni né tantomeno vittime.

Il soffitto della chiesetta èaffrescato e vi sono rappre-sentate scene della San-tissima Trinità mentre sullepareti ci sono immagini disanti tra cui San Giuseppe,San Tomaso e San VincenzoFerre.

Entrando, sulla sinistra inalto, c’è questa scritta che nonsi legge nella prima parteperché nascosta da una im-provvida pennellata di ca-lcina:

“... Signor ....rifondato. Dipoi di concessione Eccellen-tissimo e ReverendissimoMonsignor Giovanni SandiVescovo e Conte di Belluno.Segnata 16 aprile 1781. Inquesto modo fu ampliata.Finalmente, in quest’anno1824 fu rinnovato e così eli-gientemente onorato, dallascienza, ed industria così diGiovanni Battista Colle inRetiz. Pittore di Livinal-longo”.

C. Vallazza

I Santi Giuseppe, Tomaso e Vin-cenzo affrescati sulla parete.

Più tedesco nelle scuole fodomePiù ore di tedesco alle ele-

mentari e medie per fermarel’esodo di scolari verso la ValBadia.

Questo il progetto al qualesta lavorando il comune di Li-vinallongo e che è stato di-scusso nei giorni scorsi nelcorso di una riunione alla qualehanno preso parte, l’assessoreall’istruzione Claudio Sorarui,il consigliere comunale condelega alla cultura DanielaTemplari, il presidente del con-siglio dell’Istituto Com-prensivo di Alleghe AndreaCrepaz, il preside Andrea Se-rafini oltre ad alcuni insegnantidelle scuole elementari e mediefodome.

Il problema è quello noto datempo. Sono in continua cre-scita nella vallata fodoma, so-prattutto nella zona di Arabba,i genitori che decidono diportare i loro bambini nellescuole della vicina Val Badia,“perché lì” dicono, “imparanomeglio il tedesco”.

Questo esodo ha portatoquest’anno alla formazione diuna pluriclasse alla media diBrenta, in quanto mancavano i

numeri minimi previsti dallalegge Gelmini.

Per quest’anno il comuneaveva deciso di intervenire conun finanziamento per ga-rantire ore suppletive di te-desco, con l’intenzione di con-vincere i genitori a tenere ibambini a Fodom.

In autunno, appresa la no-tizia dell’istituzione della plu-riclasse, in concerto con i ge-nitori, era stato però deciso didirottare quei soldi per pagareore suppletive agli insegnanti,in modo da garantire lo sdop-piamento della pluriclassealmeno nelle materie più im-portanti come la matematica el’italiano. Ora si tenta la stradadi un progetto organico perl’introduzione in maniera piùconsistente e stabile del te-desco.

Il progetto sarà curato nellaparte tecnica, (ore, struttura,integrazione con le altre ma-terie) dagli insegnanti delle ele-mentari e medie.

Nel concreto è prevista l’in-troduzione di 2 o 3 ore di te-desco nei due livelli dellascuola dell’obbligo. Una di

queste ore dovrebbe inoltreessere dedicata all’insegna-mento nella lingua teutonica diuna materia, che potrebbeessere ad esempio la geografia,come già avviene nelle scuoledelle vallate ladine. Non èancora chiaro se alle elementarile ore saranno introdotte intutte le classi o solo dalla terzain poi.

Le ore saranno tenute da uninsegnante di madrelingua chealle medie integrerà il suoruolo con l’insegnante attuale.Una volta “confezionato”, ilComune presenterà il progettoalla Provincia di Bolzano perchiedere un finanziamento.“Ne ho già parlato con l’Inten-dente alla scuola ladina diBolzano Roland Verra e l’as-sessore della Provincia diBolzano Florian Mussner chehanno sostenuto l’iniziativa”spiega la Templari.

“Non diciamo che la nostrascuola non è valida. Ma l’o-biettivo è di avere un modellodi insegnamento paritetico traitaliano e tedesco come nellevicine scuole ladine”.

(SoLo)

SFOGLIANDO ILLIBRO SINODALEIncontri, confronti, scambi

14. Gli operatori sanitari cattolicisentono l’esigenza di incontrarsi,confrontarsi e incoraggiarsi pervincere la sensazione di isolamentoprofessionale: è utile perciò pensarea nuove forme di collaborazione e vi-cinanza tra comunità cristiana e ope-ratori sanitari laici e religiosi per fa-vorire la conoscenza reciproca, ilsostegno, la condivisione e loscambio anche di competenze e didoni. È inoltre importante offrire loromomenti formativi volti ad appro-fondire i fondamenti della fede e deidocumenti del Magistero.

Disabili abili

15. La comunità cristiana sia at-tenta, sensibile e solidale nei con-fronti dei problemi delle persone condisabilità (fisiche, sensoriali, psi-chiche e mentali), accogliendole e in-tegrandole nella normale vita comu-nitaria, sostenendo le loro famiglie esollecitando un volontariato capacedi dare alle istituzioni pubbliche quelvalore aggiunto che esse non sono ingrado di offrire: il cuore, l’amore, lavicinanza, l’ascolto, la relazione,elementi fondamentali per accre-scere la loro qualità di vita.

Coloro che hanno disabilità, rice-vendo i sacramenti della fede, sonomembri della Chiesa a tutti gli effettie devono trovare in essa il loro giustoposto.

Non siano solo destinatari di caritàe compassione. Hanno abilità chevanno sviluppate; fanno “abili” chi liaccoglie, comunicando ragioni divita e di affetto. Possono essere evan-gelizzatori non solo all’interno dellaloro famiglia, ma anche in vari am-bienti. Sia assicurata l’iniziazionecristiana completa ai disabili men-tali, essi ricevono i sacramenti nellafede della famiglia o della comunitàche li accompagna. L’impossibilitàdi conoscere qual è la sensibilità ef-fettiva propria di certa tipologia di in-fermi non è una ragione sufficienteper non dare loro tutti i sostegni sa-cramentali di cui la Chiesa dispone.

L’Ufficio catechistico si facciacarico di formare alcuni catechistiper disabili.

La parrocchia sia disponibile al-l’accompagnamento spirituale delleforme organizzate di mutuo aiuto trale persone che vivono una medesimacondizione di sofferenza (es. fami-liari di disabili, tossicodipendenti, dialcolisti, di persone decedute in se-guito a malattie gravi o incidenti...).

Attenzione va posta nell’eli-minare anche qualsiasi barriera ar-chitettonica, operando affinché tuttele strutture ecclesiali siano acces-sibili, visitabili e fruibili in tutti i lorospazi esterni e interni da parte dellepersone con disabilità fisiche e aquelle con ridotta mobilità, permet-tendo loro la piena partecipazione atutti i momenti liturgici. La realizza-zione di nuove strutture o la ristruttu-razione di quelle vecchie tenga contoin modo innovativo delle esigenze diaccessibilità e della salvaguardia delpatrimonio storico e culturale che è ditutti.

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«Le nuove del Pais» 17

Università Adulti /Anziani:un’iniziativa che cresce e si consolida

Dell’Università degli Adulti-Anziani della provincia diBelluno, almeno in Alto Cor-devole, si era sì sentito parlarema, come succede per tantealtre iniziative, non le si davagrande importanza come fosseun’iniziativa un poco avulsadalla realtà che si viveva sul ter-ritorio.

Nel 2007 don Attilio Menia,si è fatto promotore di incontricon i sindaci di San Tommaso,Alleghe, Rocca Pietore, Livinal-longo, Colle Santa Lucia e Selvadi Cadore ed ha presentato lorol’Università degli Adulti An-ziani, già presente sul territoriobellunese con 10 sezioni, con isuoi programmi, le attività e lesue finalità sociali.

L’accoglienza del progettoper aprire una sezione anche inalto Cordevole è stata appog-giata all’unanimità da tutti isindaci che hanno manifestatointeresse, disponibilità totale,per venire incontro anche adeventuali esigenze logisticheed economiche, riconoscendoanzitutto il valore antropo-logico dell’iniziativa rivolta aduna categoria di persone,avanti nell’età, ma ancoracapaci di dare tanto del loro pa-trimonio di esperienza di vita edi cultura alle giovani genera-zioni. Una parte della societàche talvolta, e sempre piùspesso, viene percepita comeun peso da sopportare e magarida liberarsi al più presto, invecedi considerarla ancora una di-mensione del vivere senza laquale i giovani non avrebberoradici per alimentare il propriofuturo basato sui valori chehanno fondato la nostra civiltà.

Con queste premesse è natoil coordinamento locale costi-tuito da un coordinatore da unvice, e da collaboratori rappre-sentanti di ogni zona comunaleper gestire tutte le attività.

Nasceva così l’undicesimasezione dell’Università degliAnziani della provincia diBelluno col nome ufficiale di“Sezione Alto Cordevole”. Perlogo il Civetta, montagnasimbolo di tutto l’Alto Cor-devole perché la sola visibile datutti.

Nasceva anche ufficial-mente il comitato di sezionecon il Coordinatore Luigi Cele-stino Vallazza, il vice, Paola DeBona e i rappresentanti di zona:

Paola De Bona per San TomasoAgordino; Benito Falorio, perAlleghe; Santo Piani per RoccaPietore; Pierina Delfauro perLivinallongo; Otto Chizzali eFiorina Zen per Colle SantaLucia, Agostino Magi e LauraDalla Torre per Selva diCadore.

Nell’autunno del 2009,dopo un intenso lavoro di pre-parazione e di confronto, con-fortati dai suggerimenti e dallapresenza continua agli incontridel presidente provinciale donAttilio, poteva avere iniziol’anno propedeutico.

La sede è stata messa a dispo-sizione gratuita dal comune diAlleghe, presso la Sala Stoppanidelle scuole elementari dove,con cadenza quindicinale, sisvolgono gli incontri e, dopo diessi il coordinamento di se-zione si mette attorno a untavolo per parlare dei successiviappuntamenti, programmarele uscite, verificare la logistica ei supporti didattici necessari,tenere i rapporti con le ammini-strazioni, la presidenza e la se-greteria provinciale, ecc.

Nell’anno 2009-2010 haavuto inizio il primo anno acca-demico con 67 iscritti ed unafrequenza che supera il 55%delle presenze ad ogni in-contro. Due iscritte vengono daCorvara in Val Badia.

Le iscrizioni all’anno acca-demico 2010-2011 sono salitea 84. E questa è stata una no-tevole e piacevole sorpresaperché, dall’esito delle iscri-zioni, dipendeva l’accoglienzafavorevole o meno di tutta l’at-tività che è stata portata atermine nel primo anno.

Il programma è diviso percicli quadriennali e viene divisoper corsi. Gli incontri hanno la

durata di due ore, il secondo e ilquarto giovedì del mese dalleore 15 alle 17.

Medicina: Osteoporosi-uso e abuso di medicinali; pro-getto oncologico geriatricotransfrontaliero

Erboristeria-preparazionecreme officinali.

Arte e musica: Natale inmusica, 2009 Fornasier, 2010Gasparotto; la Pasqua nell’arte,L’iconografia religiosa nel-l’arte.

Letteratura: Dante, il som-mo poeta; Un poeta: in parti-colare Giuseppe Ungaretti. Lapoesia di Rosalina Pianezze.

Storia: il fenomeno migra-torio in Agordino dalla Repub-blica di Venezia al Regno d’I-talia; Storia degli insediamentiin Alto Agordino.

Geografia: Il lago di Al-leghe: tragedia e fascino. Allascoperta delle isole britan-niche.

Cultura generale: Galileo ela scoperta del cielo. Dal sole al-l’infinito - Drims: il cielo nelleDolomiti. Architettura tradi-zionale locale. Pluralismo cul-turale in prospettiva europea.Dolomiti Patrimonio dell’U-manità - Geologia universale.Geologia delle Dolomiti. Lanuova legge sulla regolamenta-zione dei lavoratori extraco-munitari. Chimica in cucina.Neve e Valanghe

Un sentito ringraziamento atutti i 25 relatori che si sono residisponibili con generosità sot-traendo alla loro attività profes-sionale tempo prezioso per de-dicarlo gratuitamente allepersone che hanno ancoratanto desiderio di conoscere edi scoprire nuove frontiere enuove realtà.

Il primo anno accademico si

è concluso con la festa del granfinale nella palestra di Caprilecon lo spettacolo teatrale of-ferto dalla compagnia locale“Attori per Caso” e con un riccobuffet offerto dai corsisti.

Laboratori: nell’anno acca-demico in corso, presso lascuola media di Caprile, è ini-ziato un percorso didattico diinformatica di base sotto laguida del professor PaoloZanin. Sono 7 sedute cui parte-cipano 18 corsisti, quanti nepossono sopportare le dota-zioni strumentali messe gentil-mente a disposizione dal localeIstituto Comprensivo pre-sieduto dal Professor AndreaSerafini.Le uscite culturali:

Non si può dimenticare poila trasferta a Cortina D’Am-pezzo in occasione del con-gresso provinciale cui hannopartecipato una quarantina dicorsisti. Una dozzina dei qualiha presentato il tema “Non èmai troppo tardi” e l’elaboratodi una iscritta è stato segnalatodalla giuria. Una giornata de-finita da tutti “memorabile” siaper l’aspetto organizzativo siaper i contenuti culturali sia perl’opportunità di conoscere econoscersi tra sezioni e trapersone. Anche la visita alCentro Valanghe di Arabba èstata molto partecipata e riccadi novità così pure la visita alplanetario di San Tomaso dove,tra stelle, pianeti, costellazionie buchi neri si è navigato nellospazio in compagnia di unaguida.

Nel corrente anno acca-demico sono state effettuate treuscite: al Museo della Val Fio-rentina per fare conoscenza colfamoso Uomo De MondevalDe Sora, ed altro; visita alla cittàdi Feltre. Come “Gran finale”,sempre alla palestra di Caprile,si farà festa festa col coro Fem-minile Col di Lana di Livinal-longo e il coro Alpino Monte Ci-vetta.

In conclusione: un’espe-rienza iniziata due anni fa checontinua. Le risposte da partedegli adulti-anziani ne sono laconferma della sua bontà. Ilclima che si vive durante gli in-contri è di partecipazione e diconfronto nella forma e nellasostanza, senza remore o pre-giudizi. C’è desiderio di sapere,di conoscere, di mettersi ingioco, per scegliere, non per ilsentito dire o per il semplice ar-ticolo di giornale, ma perché siè raggiunta una maturità tale daessere in grado di fare una sceltaconsapevole in base alle pro-prie idee e ai propri valori.

Celestino Vallazza

In tre anni è stata portata avanti una gran mole di lavoro

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18 «Le nuove del Pais»

Visita e benedizione alle famiglie

Si è conclusa la visita annualealle famiglie, anticipata que-st’anno al periodo quaresimale.Don Alfredo e Don Vito sonopassati per le famiglie di tutta laparrocchia a portare la pace e labenedizione del Signore.

Sono stati incontri cordiali esemplici; in qualche famiglia cisi è fermati un po’ di più per

ascoltare e per dialogare. Lavisita è sempre un momento pre-zioso per incontrarsi, per cono-scersi e per scambiarsi qualcheparola. Il rammarico del Parrocoè stato quello di non aver potutosalutare lui personalmente, permotivi di salute, tutti i parroc-chiani. In ogni caso Don Vito hafatto tutto egregiamente ancheper lui.

Io ringrazio, anche a nome diDon Vito, per l’accoglienza checi è stata riservata e per la gene-rosità dimostrata verso la par-rocchia. Ringrazio Don Vito perquesta fatica pastorale e rinnovoa tutti i miei saluti ed auguri!

Don Alfredo

Nota:le offerte consegnate a don

Vito verranno pubblicate sulprossimo bollettino; così tutte lemesse ordinate saranno cele-brate, se possibile, nella data ri-chiesta o comunque quantoprima.

Tempo di carnevale: percreare un po’ di atmosfera ilGruppo Alpini propone dinuovo il torneo di Kritisch-baten. Nelle serate di giovedì esabato grasso nella sala dell’exbersaglio, ora Taulac, gentil-mente concessa dall’Ammini-strazione Comunale, cui va ungrosso grazie, si è tenuta laconsueta “maratona carta-toria”, ove ogni coppia in untorneo all’italiana, affronta lealtre 19 e alla fine vince chi fapiù punti.

I migliori sono stati la coppiaRoilo-Roilo (i fratelli Serafino eIvo). Al secondo posto 2 coppiea parità di punti ma dopo unapartita di spareggio si sonoclassificati Tatino-Ruge e terziStefano-Pul. Anche que-st’anno il “Totokritisch”, i piùsensibili con 8 risultati indo-vinati su 10 sono stati in 3: Del-fauro Celina, Roilo Ivo e DeToni Renato, ai quali è andato il“ciòciol”.

Quanto raccolto, il gruppo lofarà avere a Fontanive Fe-derico di Alleghe, molto cono-sciuto anche a Fodom, che si

trova in particolare difficoltà perun incendio che ha distrutto ilcapannone nel quale tenevatutti gli attrezzi e macchinari peril suo lavoro.

La “taulela” con la classificafinale.

In occasione della denunciadei redditi 2011 avverto che èpossibile indirizzare il “5 x mille”al Comune di Livinallongo chepoi lo utilizzerà a favore dellepersone anziane del Comune edegli ospiti di “Villa San Giu-seppe”.

Sul modulo apposito segnareil codice fiscale o partita iva delcomune: 00144460250 e sotto

apporre la propria firma.La scelta può essere fatta

anche per la Croce Bianca oaltro ente di assistenza. È una firma che non costa nullaal contribuente come quelladell’ “8 per mille” per la chiesacattolica, ma in compenso è ungesto importante di solidarietà. Per maggiori informazioni tele-fonare al comune: 0436 7193.

AndrazClasse 1965

Questa fotografia scat-tata 40 anni fa (primavera1971) ritrae i nati nel 1965ad Andraz, nella praticadello sport di stagione chesono, da sinistra SoraruiClaudio, Nagler Giuliano eDaberto Silvano.

Una classe di soli maschi.Le femminucce si sono poirifatte alla grande visto chele ultime generazioni dibambini sono esclusiva-mente appannaggio del“sesso debole”.

N.V.

Il comune Fodomfa suo il Trofeo Comuni Civetta

e Terre dell’OrsoIl Comune di Livinallongo si

è aggiudicato la 25o edizionedel Trofeo Comuni Civetta eTerre dell’Orso, che si è corsosabato 12 marzo, in duemanche di slalom gigante,sulla pista del Burz ad Arabba.Secondo (con la somma dei tremigliori tempi dei singoli con-correnti) il comune di Selva,terzo Zoldo Alto.

Il trofeo, riservato a dipen-denti ed amministratori incarica ed ex dei dieci comuniche gravitano intorno ai com-prensori sciistici di Alleghe edelle Terre dell’Orso (unicoassente, quello di Colle S.Lucia) è nata nel lontano 1986grazie all’intuizione del suoideatore Piergino Rizzardini,ex tecnico comunale delComune di Zoldo Alto, scom-parso tre anni fa. E proprio perricordare la figura di Rizzardiniin occasione dei 25 anni deltrofeo, il comune di Livinal-

longo ha consegnato alsindaco di Zoldo Alto RobertoMolin Pradel un piatto de-corato (gadget ricordo dellamanifestazione), da donarealla famiglia. Queste le classi-fiche.

Dame; 1. Debora Crepaz(Livinallongo) 1.21.72; 2. Mi-chela Devich (Livinallongo)1.36.20; 3. Cristina Tancon (S.Tomaso Agordino) 2.22.58.

Master A1 - A5 Dipendenti:1. Loris De Col (Zoldo Alto)1.01.92; 2o Loris Fersuoch(Rocca Pietore) 1.08.50; 3.Rolando Fontan (Zoldo Alto)1.11.27.

Master A1-A5 Ammini-stratori: 1. Fabio Bonifacio(Selva di Cadore) 58.07; 2.Ivano Dall’Acqua (Selva diCadore) 1.02.37; 3. LorenzoPellegrini (Livinallongo)1.04.81.

Master B6-B12 Dipen-

Il podio dei comuni con i sindaci Roberto Molin Pradel (Zoldo Alto),Ruaz (Fodom) e Ivano Dall’Acqua (Selva di Cadore).

TORNEO “KRITISCH-BATEN”

Il 5 PER MILLE

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«Le nuove del Pais» 19

denti: 1. Valter Lena (TaibonAgordino)1.10.47; 2. PaoloDecima (Taibon Agordino)1.13.54; 3. Adelio Callegari(Selva di Cadore) 1.15.81.

Master B6-B12 Ammini-stratori: 1. Leone Pampanin(Zoppè di Cadore) 1.11.73; 2.Elio Livan (Zoppè di Cadore)1.11.79; 3o Egidio Ganz (S.Tomaso Agordino) 1.12.15.

Seniores: 1o Andrea Palla(Livinallongo) 58.13; 2. An-drea De Cesero (Forno di Zol-do) 1.14.99; 3. Efrem Soppera(Rocca Pietore) 1.21.91.

Nella classifica assoluta si èimposto Fabio Bonifacio, se-guito da Andrea Palla e Lorisde Col.

Premiati anche i singoli con-

correnti che hanno all’attivo ilmaggior numero di partecipa-zioni. E sono, Leone Pam-panin e Paolo Decima, exequo con 24 presenze, seguitida Adelio Callegari ed Ema-nuele Ben, anche loro parimerito con 23 presenze.

La gara è stata organizzata incollaborazione con la ScuolaSci di Arabba, la cassa Raif-feisen della Val Badia, la SitBoé, latteria di Renaz e l’HotelAlpenrose, dove si è tenuto ilpranzo e le premiazioni, altermine delle quali il comunefodom ha consegnato il te-stimone a quello di Taibon perl’organizzazione dellaprossima edizione.

(SoLo)

Museo di Storia, Usi, Costumi e Tradizionidella Gente Ladina di Livinallongo-Fodom

di Franco Deltedesco

Anche se, piuttosto lasciato “inbalia del vento”, il Museo con-tinua la sua attività e allaccia rap-porti di lavoro con diversi studiosie ricercatori sia in Italia che in Au-stria-Germania.

Ecco in sintesi le persone chehanno contatti costruttivi con ilMuseo:

1- Dot.ssa Dorothea Crepaznipote dello scultore AndreaCrepaz “Polonât”.

È stato merito suo aver potutoavere una conoscenza appro-fondita del nostro scultore edavere al Museo gli schizzi e i pro-getti delle sue sculture, gli attrezzida lavoro da lui usati e la suacamera da letto (due letti e un ar-madio) da lui interamente scolpiti.

2- Dot.ssa Petra Fricke diDortmund (Germania) che èstata a Fodom e al Museo piùvolte, anche con Dorothea. È unastudiosa dei luoghi e della gentedel Tirolo che rivolge particolareattenzione a Fodom.

3- Dot.ssa Christel Hirn: unaricercatrice che si interessa dellanostra zona dal punto di vistastorico. Ora sta portando avantiuna ricerca che riguarda la fa-miglia Chizzali- Bonfadini diColle Santa Lucia.

4- Dot.ssa Daniela ClaudiaAngetter di Vienna “Accademiadelle Ricerche”.

Ha al suo attivo 20 pubblica-zioni di carattere storico. Una diqueste riguarda il Col di Lana chelei conosce di persona e che ha stu-diato in maniera particolare. LaDott.ssa tiene conferenze in sva-riati luoghi e, siccome conoscebene l’italiano, sarebbe dispo-

nibile a presentare la GrandeGuerra sul Col di Lana anche aFodom senza richiedere parti-colari parcelle. In questo senso, daparte del Museo è stata informatal’Amministrazione Comunale el’Union dei Ladins, purtropposenza ottenere alcun contatto.

5- Dott. Victor Strobel diBolzano coordinatore dei varicontatti e organizzatore, assiemealla Dr.ssa Dorothea Crepaz e allaDot.ssa Angelika Neuner dellatrasferta del Gruppo Folk aSeefeld (Austria) in occasionedella grande sfilata dei costumidel Tirolo.

6- Dot.ssa Herlinde Menardidi Innsbruck direttrice del Tiro-lerlandesmuseen (Museo delleArti Popolari) e organizzatrice diuna mostra sulle valli ladine dolo-mitiche che sarà inaugurata il 9

giugno 2011 e resterà aperta finoal 6 novembre. Per la mostra verràpubblicato un volume d’accom-pagnamento in tre lingue (te-desco-italiano e ladino). A questamostra parteciperà anche il MuseoFodom che ha preparato, come ri-chiesto, una descrizione riguar-dante la Grande Guerra e del mate-riale fotografico.

La Dot.ssa Menardi, che a suotempo aveva già visitato il Museoè ritornata a Pieve il 2 marzo perdecidere quali reperti e quali mi-niature saranno portate a Inns-bruck per essere esposte.

Da parte del Museo sono statiinteressati l’Union dei Ladins e ilComune nel caso intendessero or-ganizzare una trasferta nella cittàaustriaca in occasione dell’inau-gurazione della mostra.

E da parte italiana:

1- Dr.ssa Chiara d’Incà “Di-partimento di Archeologia-Università di Padova.

Il Dipartimento ha in pro-gramma la pubblicazione di una

pagina Web dedicata al tema“Produzione, lavorazione e com-mercio della lana nel Veneto tral’età romana e il Medioevo” al-l’interno della quale è previstoanche il riferimento alla tradi-zione etnografica del Veneto sulcomparto laniero e tessile.

A tal fine, il Museo ha dato allaDr. Chiara d’Incà una concretacollaborazione.

2- Dott. Alessandro Norsa diVerona per la pubblicazione di unvolume, commissionatogli dall’Istituto Ladin Micurà de Rü,volume riguardante la religiositànelle valli ladine. Da parte delMuseo è stata data piena collabo-razione con molteplici incon-tri con il Dr. Alessandro che, nelcorso dei mesi, ha raccolto testi-monianze da parecchie personenei vari paesi di Fodom. Il volu-me sarà di prossima pubblica-zione.

3- L’ Associazione Giochi An-tichi di Verona ha chiesto la col-laborazione per la pubblicazionedi un volume volto al recupero deigiochi di un tempo. Da parte diFodom è stato dato particolare ri-lievo a “zoni e zonère” oltre a altrigiochi.

4- DVD “Testimonianzes dalmonn ladin”.

È stata data collaborazione perla registrazione del DVD commis-sionato ad Andrea Lanzi dal-l’Union dei Ladins della ValBadia.

5- Collaborazioni occa-sionali.

Con i vari Istituti Ladini e consingole persone come per la rea-lizzazione del libro “Scarpét- unavita, una storia” di Paolo Soppelsae Alcide Zas Friz.

6- Varie riprese al Museo.In particolare da parte della TV

ladina e SKY “Marco Polo”.

Il podio dei primi assoluti.

La tipica casa fodoma - una delle miniature che saranno esposte adInnsbruck.

ATTIVITÀ DEL MUSEO ETNOGRAFICO-LADINOE GRANDE GUERRA

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20 «Le nuove del Pais»

CURIOSANDO NEI LIBRISTORICI DELLA PARROCCHIA

Processo VerbaleDa un verbale del 5 febbraio

1916 risulta che per opera delCappellano Militare del 59 reggi-mento Fanteria, don AtanasioPresseda, vennero ricuperate trecasse con oggetti sacri (tutti can-delieri) appartenenti alla chiesadi Pieve.

Da un verbale del 6 febbraio1916 risulta che vennero ricu-perati altri oggetti sacri apparte-nenti alla chiesa di Pieve, alcunidei quali, come dice il verbale,vennero ricuperati a mezzo delCappellano del 91 Regg. Fanteriadott. Abate Abramo Cravonio,cultore di arte, il quale determinònon solo le epoche, ma anche lescuole cui gli stessi potevano ap-partenere. Tra essi figurano: unTabernacoletto a cariatide, ele-gante architettura del 1500, man-cante di porticina scassinata easportato nei giorni della primaoccupazione di Pieve. (Luogo delrinvenimento: sotterraneo dellaCappella dell’Immacolata).

Una statua moderna di legno diS. Anna e Maria Bambina, operadello scultore tirolese (Scuola diVal Gardena) Tavella, premiatacon medaglia di Stato all’esposi-zione del 1913 a Innsbruck. Bel-lissimo lavoro intatto. Luogo delrinvenimento: chiesa di Pieve, 2o

mensolone a destra. Due putti oangeli del 1500 di poco pregio.Una statuina di legno dorato delsecolo XVI (lavoro grossolano).

Una mezza cornice del secoloXVII in legno dorato e bronzatoinfisso nel retro di una porta. Trelampade di bronzo e una in ottonesbalzato. Vari candelieri, messa-le, un reliquiario, vari copricalici.

10 pianete di diversi colori.Una campana, un ferro da Ostie,un pulpito.

Tutto venne consegnato alparroco di Colle Valentino Ber-nardi.

Comunicato dei Reali Carabi-nieri (Brig. Carraro) in data 19giugno 1916 al CommissarioCivile di Pieve:

“Ho il pregio di informare V. S.che per ordine del Comando del3o Regg. Bersaglieri, i militari ad-detti alla cucina del 25o Batt. dellostesso Regg. hanno ricuperato lecampane della Chiesa Parroc-chiale di Pieve di Livinallongoversandole al Comando del loroReggimento.

Da un inventario del dicembre1916 redatto dal Brig. Carraro ri-sulta che, essendo stata adibita laChiesa di Pian a magazzino de-posito, vennero raccolti nelladetta sagrestia i seguenti oggettisacri:

Statua della Madonna del Ro-sario (con veste di stoffa).

Statua della Madonna Imma-colata, di S. Giuseppe, di S. Luigi,di Cristo Morto.

Alcuni quadri della ViaCrucis, 4 candelieri in legno, 2 inmetallo argentato.

2 Reliquiari, 2 portacandele, 4portafiori rivestiti in metallo.

Da un altro documento del sud-detto Brigadiere, risulta inveceche la Chiesa di Pian venne oc-cupata dal Presidio quale de-posito esplosivi.

Il 14 febbraio 1917 dal soldatoCasali Giuseppe, alloggiato nellaCappella di Pieve, vennero ricu-perati i seguenti oggi in casse: uncalice grande lavorato con pietreincastonate e miniatura; cinquecalici d’argento dorato; quattroreliquie d’argento e una di ar-gento dorato; un crocifisso, unnavicella d’argento, sei patenedorate; due piedistalli per re-liquie, due reliquari d’argentograndi; otto portalampade d’ar-gento, due corone d’argento, trecroci argentate; un turibolo, unapalla d’argento, due ampollined’argento; sei candelieri d’ar-gento, due candelieri, uno scettrod’argento; vari anelli, collarini,cucchiai, coltelli, forchette ecc.;47 cartelle Debito pubblico au-striaco per la somma di 100.000circa; una cartella assicurazioneSocietà Janns; 6 registri parroc-chiali e altre carte; una macchinaAdler in parte deteriorata.

Tutti gli oggetti vennero in-ventariati dal Comando del 51o

Regg. Fant. Un documento os-serva che la massima onestà haispirato i militari e che la loro con-dotta “è rivelatrice di squisitosenso di civiltà e di rispetto per leleggi che i nostri soldati con-servano inalterate anche in paesidi occupazione in tempo di guerrae pare a me che debba essere ri-compensata in largo modo eperciò interesso la S. V. (Com-missario civile di Pieve: Cic-colini Ciro) perché ai tre militarisia assegnato un premio in danaro“Colonello De Maria.

Venne poi assegnato dal Com-missario un premio di Lire 200.

Una lettera del Commissario diPieve a quello di Cortina rilevache le 47 Cartelle di debito pub-blico appartenevano a Pieve,Corte, Renaz, Ornella, Larzonei,Beneficio De Sisti e all’OspedaleRicovero e davano un importo di84.000 corone.

“Ho accertato, scrive il Com-missario, che alcune delle piùgrandi lampade portano questaiscrizioni, come anche i sei can-

delieri d’argento: “Fatto d’ele-mosine da patrioti abitanti in Ve-nezia anno MDCCLVI, mentresui due candelieri è scritto: “Fattodi carità dai patrioti abitanti inVenezia 1760; su di una grandecroce d’argento: “Croce dellaMadonna della Neve fatta neltempo dal Casier Pietro Roilo,Giacomo Palla, Zuanne Crepazfatta da carità di patrioti dimo-ranti in Venezia anno 1730.

Tutti questi oggetti correvanoindubbiamente serio pericolo diessere distrutti data la posizionedella piccola Cappella in cuierano nascosti, probabilmentenascosti dal Parroco di Pieve diLivinallongo don Luigi Sopplà,ora internato a Civitella diTronto.

Suscita meraviglia che il ripo-stiglio non era ancora sfondatodalle artiglierie nemiche, chehanno completamente distruttoChiesa e case vicine. “Salvoavviso della S. V. darò in con-segna a questo Parroco don Va-lentino Bernardi, in Villagrande,gli arredi perché li conservi nonritenendo opportuna la venditacome il precedente Commissariopraticò per altri oggetti ritrovati:le cartelle di rendita le conservonella cassaforte del Municipio diColle S. Lucia”.

Commissari civili di Pieve diLivinallongo:

1. Tenente Francesco Savonadal 1915 al 3. XI. 1916.

2. Capitano Ciccolini rag. Cirodal 3. XI. 1916 al 16. 3. 1917.

3. Capitano Di Stefano rag.Giovanni dal 16. 3. 1917.

Il 30.6.1917 vennero ricu-perati: un calice con patena, unapisside senza coperchio, coroneper statue, raggiera per San-tissimo, alcune monete.

Trascritto il 18 giugno 1951.

(dalle memorie didon Valerio Irschara)

(continua)

Nuovo direttivo per laBanda da Fodom che dàspazio ai giovani e fa il salto dicategoria. Nata nel 2005,finora il gruppo era stato rettoda un direttivo formato daisuoi ideatori e fondatori, ilpresidente Nani Pellegrini e lamoglie Willy, il rappresen-tante dei genitori CristinaCrepaz e la cassiera TizianaBozzolla.

Nel frattempo la maggiorparte dei giovani musicisti haraggiunto la maggiore età e diconseguenza il sodalizio mu-sicale, attualmente diretto daLaura Argenta e dal giovaneGiuliano Federa, ora può fre-giarsi del titolo di “banda”. Ègiunta perciò anche l’ora che ilgruppo passi in mano aglistessi giovani che l’hanno fattacrescere. Nel nuovo direttivo,eletto durante l’ultima as-semblea generale, sono en-trati Eleonora Demattia, EricaRoilo, Roberto Marchione,Elia Crepaz, e GiulianoFedera, quest’ultimo membrodi diritto in qualità di co di-rettore).

Tiziana Bozzolla è passataalla mansione di rappresen-tante dei genitori, mentre èstato confermato presidenteNani Pellegrini. Nel corso del2010 la banda ha eseguito unaventina di concerti, alcunianche fuori dai confini provin-ciali.

Il momento più significativoè stato di certo però l’inaugu-razione della nuova bandiera,che è stata benedetta in occa-sione della sagra a Pieve di Li-vinallongo. E poi le esibizionia Carlino (UD), Canazei, S.Vigilio di Marebbe, Limana. Ilgruppo ha organizzato anchela 2a edizione del raduno dellebande giovanili della Ladiniaad Arabba. Un’attività intensache però non trova il sostegnodi tutte le istituzioni. “La Re-gione ha tagliato i fondi allacultura” osserva amareggiatoPellegrini, e quindi bisogna“arrangiarsi.” Ma l’entu-siasmo tra i giovani musicistinon manca. Quest’anno labanda ha raggiunto il record diiscritti, ben 41, di cui 30suonano già nell’organico ef-fettivo. E per il 2011 è in pro-gramma la registrazione di uncd ed un dvd.

(SoLo)

Banda daFodom:largo ai giovani

Dopo il bombardamento di Pieve - 1915

OMISSIONENel numero n. 1 de “Le

nuove del Pais” era statadimenticata involontaria-mente la segnalazione del50o anniversario di matri-monio di Murer GiovanniBattista e Crepaz Alma, ce-lebrato il 19 ottobre 1961.

Mi scuso e approfittoper porgere in anticipol’augurio: “Ad multosannos”!

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«Le nuove del Pais» 21

DIARIO DI GUERRAANNO 1915 - DI BORTOLO CHIZZALI

a cura di F. Deltedesco

Seconda puntata

5 giugno 1915. Sabato: abbiamo riposo.

Mi annunciano una tristenuova: tutti i profughi hannodovuto partire e portarsi piùavanti verso la val Badia.

Mi si spezza sempre più ilcuore pensando a cosa di-venterà della mia famiglia.

70 cannonate italiane versoil Col di Lana: su questomonte, fra il 4 e il 5 giugno sonostate scagliate 120 cannonateche però non hanno fattoalcun ferito.

Ho avuto, dalla moglie, lacartolina che mi avevamandato da casa 6 giorniprima e sono rimasto contentoe sollevato.

6. La domenica dopo ilCorpus Domini, per mezzodel nostro cugino Sèrol, ho ri-cevuto la bella novella che seisana con tutta la mia famiglia eche sei a quartiere in Badia, a laValle.

Era domenica sera quandoho sentito la bella novella: hoscaricato un peso enormepensando che i miei piccoli, lamadre e specialmente tu,dopo due giorni di forti tem-porali, siete arrivati tutti sani adestinazione.

A volte mi viene in mente “dinon potervi più rivedere tutti”.La vita mia non mi dà pensiero,bensì voi di famiglia.

Il più gran pericolo per noi èquando si va di guardia e dipattuglia che si sentono le pallefischiare e sfiorarti. La notte èancora più brutta perché, albuio, ci si può trovare a tu pertu senza nemmeno accor-gerci, come è successo questasera ad Andraz. Di ciò proprioora voglio raccontarti... senti:“Questa domenica, in 40 mi-litari siamo andati ad Andraz.Siamo partiti alle 9 di sera esiamo arrivati, con tuttacautela, alle 11 e mezza, perrecuperare quel po’ di be-vanda rimasta all’albergo RosaAlpina, prima che questa an-dasse a finire male.

Arrivati presso la casa di tuopadre, nella notte buia, all’im-

provviso abbiamo sentitosparare contro di noi due colpidi fucile: sono rimasti feriti ilbirraio e un militare del forte,tutti due al braccio.

Dopo che abbiamo caricatovino e birra senza essere più di-sturbati, erano le due dimattina.

Devo farti notare che, primadi lasciare il mio villaggio e spe-cialmente la mia casa paterna,ho dovuto piangere al pen-siero di dove e come si troveràla mia famiglia.

Sono andato per due voltealla porta di casa: per fortunatutto era ancora a posto e nonera stato arrecato alcundanno.

Appena partiti è incomin-ciata una pioggia dirotta e l’o-scurità era tenebrosa.

Siamo arrivati a Lasta alle 4di mattina tutti bagnati da capoa piedi. Ma tutto questo mipare un niente; il resto verràpoi, nei giorni successivi.

7. Abbiamo avuto tutto ilgiorno riposo, con la visita delnostro Maggiore.

Le pattuglie italiane e au-striache, in alta montagna diOrnella, hanno avuto un com-battimento sul mattino, conperdite italiane.

I cannoni italiani si fannosempre più sentire sulla puntadel Col di Lana, essi hannol’intenzione di distruggere ilnostro posto principale di os-servazione, ma sarà una cosamolto difficile.

8. Oggi alquante can-nonate dal forte sugli italianiche avanzano.

Pare che, nel Tirolo, sianoarrivati in nostro aiuto due mi-lioni e mezzo di germanici:speriamo in bene.

9. La notte e fino a mezzodìsono stato in servizio diguardia. In tutto il giorno non siè sentita che una cannonata eora che è sera, aspetto congrande desiderio qualche no-tizia da te.

10. Una pattuglia di 30 mi-litari, di quelli del forte, sonostati fermati sotto l’ospedale-

ricovero da una forte scarica difucilate che hanno provocatodue feriti austriaci.

Poco dopo è partito anche ilcomandante del forte con duemilitari ed è seguita un’altrascarica.

Questa mattina ho ricevutouna lettera dalla Maria e Ca-rolina e un saluto dalla miapiccola Severina e ho subito ri-sposto.

Oggi, per tutto il giorno ab-biamo lavorato in trincea.

Forti cannonate dopo loscontro delle pattuglie conquelle italiane. Queste ultimehanno avuto grandi perdite esono state costrette a retro-cedere.

Tre militari del forte sono ri-masti morti e 4 feriti: fra questianche Giacomo Pezzei di Or-nella.

Sulla sera, cinque can-nonate austriache su 200 mi-litari italiani hanno fatto un ma-cello.

11. Sacro Cuor di Gesù.Forti cannonate italiane;

mai sentito fin’ora tanto, né dauna parte né dall’altra e,sempre più vicine, verso il coldi Mezzodì. Poco dopo gli ita-liani hanno dovuto cedere eretrocedere.

Sulla sera m’è toccata lasorte di andare in pattuglia as-sieme ad altri 29 compagni:per fortuna non abbiamoavuto nessun scontro. Gli ita-liani si erano ritirati in dire-zione di Andraz.

Questa volta, alle 11 dinotte, siamo ritornati felice-mente nella nostra caverna.

12. Tutto il giorno abbiamolavorato nelle trincee, quindimaneggi d’arma e scuola diguerra.

Ho sentito che si lavora inuna strada che da Corvara vaverso il monte Castello perpoter condurre due grossicannoni che faranno tremarela terra e saranno usati dai ger-manici stessi.

In due giorni saranno postisulle nostre cime 30 cannoni edue grossi da 30 e mezzo.

13. Sant’Antonio. Oggi diguardia fino a mezzogiorno.

Anche oggi, Sant’Antonio, icannoni sparano continua-mente da ogni parte.

Oggi abbiamo ricevutodelle riserve di conserve e gal-lette e abbiamo pure ricevutol’ordine severo sul servizio diguardia che, in caso di tra-sgressione di questo, si verràpuniti con estrema severità.

14. Non mi sento tantobene, ho un forte mal di panciache spero passerà.

Ho lavorato nelle trincee:alle 4 di sera è scoppiata unagranata italiana vicino a noi.

Tutte le sere, qua e là sisentono colpi di fucile.

15. Fin dalla mattina haavuto luogo un continuo at-tacco nel villaggio di Andrazche è durato fino alle 11: gli au-striaci hanno avuto un morto e20 prigionieri. La perdita ita-liana fu più grave, con morti eferiti. Gli altri, fuggendo, han-no lasciato indietro molte mu-nizioni.

A sera è stato portato qui unufficiale italiano morto sul Coldi Lana e da qui è stato portatoa Contrin. Ora, dal forte dellaCorte si spara da ogni parte.

In Andraz sono prigionieri ilPuster e Nina Pustra; il vil-laggio però non è ancorainvaso dai militari.

Alberto Foppa all’entrata di una galleria a Plàn de la Mina (Col diLana-Sief).

(continua)

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Parrocchia di Colle

Qualche spunto di pastorale...(da un intervento di don Luigi Del Favero)

La Chiesa italiana ci haconsegnato un documentoper il nuovo decennio. L’Epi-scopato ci chiede una con-vergenza sul tema dell’edu-cazione. Nelle settimanescorse il Consiglio Perma-nente ha fatto un passoavanti, necessario ed impor-tante, delineando qualcosadel cammino da fare. Il de-cennio sarà diviso in due: iprimi cinque anni sarannodedicati al tema Comunitàcristiana ed educazione allafede; i secondi cinque a Co-munità cristiana e città. A metàci sarà il convegno dellaChiesa italiana. Questi con-vegni hanno sempre segnatodelle tappe significative.

Il tema del primo anno pa-storale suona così: Introdurreed accompagnare all’incontrocon Cristo nella comunità ec-clesiale: soggetti e metodi dell’e-ducazione alla fede.

Mi pare che ci troviamodavanti ad un’occasione danon sprecare. Davanti aquesta proposta si esercitaanzitutto la responsabilitàpastorale e la passione dei pa-stori: l’educazione viene atoccare la loro paternità, laloro identità di pastori, di pre-sbiteri. Che altro sono se noneducatori alla fede?

Il contenuto del tema èdato dall’espressione: “in-contro con Cristo”; questonon è scontato, né spon-taneo, e può subire ostacoli. Èdetto il luogo dell’incontro: la“comunità ecclesiale”, cherimanda però immediata-mente alla vita, da articolareal plurale. Rimanda al vivereil “noi”, che il Consiglio Per-manente ha indicato anchecome - ma vera - emergenzasociale. Sono chiariti i desti-natari: sono tutti, però pas-sando dalle nuove genera-zioni (ragazzi, adolescenti egiovani) colte nel loro na-

scere e vivere nella famiglia. Ilcosa fare è condensato neidue verbi: introdurre e accom-pagnare.

Chi realizza tutto questo?Soggetti che vogliono ap-prendere un metodo nuovo eche sono essi stessi nuovi.Infine, esauriti i lamenti edate le analisi, dobbiamo la-sciarci dare una direzionedalla parola “introdurre”, chedice inizio, che parla di un in-contro. Suscita l’immagine diun fuoco da accendere, di unasorgente da ritrovare.Biemmi ha utilizzato l’espres-sione “un cristianesimo ger-minale e incompetente sulquale lavorare”.

Ci vengono suggeriti ap-puntamenti: qualcuno tra noilancia l’idea di cogliere il mo-mento per creare qualche ap-puntamento particolare (es.rinnovare la missione, indi-rizzata ai giovani; sinodo deigiovani, Sentinelle delMattino,...).

Ci vengono chiesti degliatteggiamenti. Sono quelli delcontributo di Biemmi: cri-

stianesimo germinale, pro-mettente e incompleto. DonDavide Girardi, parlando diquesto argomenti, dice: noiabbiamo capito che i giovanioggi non cercano un conte-nitore, ma vanno dove c’è unpo’ di vita. Non si contestanoi luoghi, ma ad es. ai centri dispiritualità i giovani vanno sec’è vita (preghiera, lectio,ecc.).

Ci vengono proposti poidei percorsi: ci sono quelli noti(parrocchia, famiglia, asso-ciazioni) e ci sono quellinuovi. Tutti dovrebbero met-tersi in sintonia con il venite evedete proposto da Gesù.

Se mi chiedessero qualisono le possibilità per ilprossimo anno, io mi sono la-sciato prendere da quella luceche c’è nelle parole: educareè generare.

La parola che maggior-mente oggi viene in bocca è lafamiglia: il soggetto dell’edu-cazione alla fede è la fa-miglia!

Una provocazione per di-scutere insieme...

Attività del Consiglio ParrocchialeVerbale di ottobre

Il giorno 18 del mese di ottobre 2010 sisono riuniti presso la sala della canonica imembri del Consiglio Parrocchiale dellaParrocchia di Colle Santa Lucia. Sono pre-senti il parroco Don Sergio Pellizzari, signoriFrena Paolo, Frena Annalisa, DelmonegoMaria Grazia, Agostini Carlo, Pezzei Ales-sandro, Pallabazzer Nives, Broglio Ga-briella, Gabrielli Gigliola, Troi Franca, PiaiEnrichetta, Sief Luigi, Nicolai Paola, DarizLucia Marina. Sono assenti: Circelli Angela,Kerer Umberto.

Don Sergio dichiara valida la seduta costi-tuita e atta a discutere e deliberare in meritoal seguente

ORDINE DEL GIORNO:1) preghiera iniziale e verbale della prece-dente riunione;2) la nota pastorale per la diocesi e i nostripossibili approfondimenti;3) lavori e situazione economica della par-rocchia;4) prossimi appuntamenti: visita alle fa-miglie, S. Cresima il 31.10, celebrazione deisanti e defunti;5) varie ed eventuali.

Assume la Presidenza il Parroco don

Sergio, il quale chiama a fungere da segre-taria la signora Dariz Lucia Marina. Dopouna breve preghiera, la segretaria dà letturadel verbale della seduta precedente cheviene approvato all’unanimità.

Passando al punto 2 dell’o.d.g. don Sergiodà ampia illustrazione riguardo alla nota pa-storale della nostra Diocesi. Spiega cosa si-gnifica ascoltare: prima di tutto bisognaeducare noi stessi e poi educare gli altri, dareascolto al Signore per lasciarci insegnare daLui, e ancora, i rapporti umani che sono allabase di tutto. Verranno in seguito presentatedelle schede, in totale 4.

La prima scheda sarà sull’ascolto cheverrà illustrata nel periodo dell’autunno; lealtre poi in Avvento, Quaresima, Pente-coste.

Al punto 3 dell’o.d.g. don Sergio co-munica all’Assemblea che sono stati ultimatii lavori per la sistemazione dell’allarme sia inchiesa, sia in canonica. È stato fatto il pavi-mento presso l’organo. Don Sergio fa inoltrepresente la situazione del campanile dellanostra chiesa, che è molto danneggiato; ègià stato fatto un preventivo di spesa che siaggira sui 30.000 euro. Ora bisogna at-tendere l’approvazione dalle Belle Arti; è

stata fatta una domanda di contributo allaRegione Veneto; comunque il tutto verrà ri-mandato alla primavera prossima. Si de-libera di aumentare il compenso-rifusionealla Signora Loris per il suo servizio in chiesa.Per quanto riguarda il ricavato del mer-catino missionario (5.000,00 euro), viste lespese da sostenere si decide di tenere euro2.000 per i lavori del campanile, 2.000 ver-ranno inviati nella missione di Padre Sisto e1000 a Suor Agnese Grones in Pakistan.

Si passa così al 4o punto. Don Sergio co-munica che inizierà la visita alle famiglie eche il Vescovo sarà presente tra noi il 31 diottobre in occasione della Santa Cresima;per la festa di Santa Lucia nostra Patrona, sipensa di invitare il nostro ex parroco DonOsvaldo Belli.

Tra le varie ed eventuali, don Sergiospiega che per non danneggiare gli archivi e ilibri della parrocchia, sarebbe necessario ar-chiviare tale materiale su appositi cd,avendo la possibilità eventuale di accederead un finanziamento per poter realizzarequesto laborioso lavoro. Null’altro es-sendovi da deliberare la seduta viene toltaalle 22,30.

La Segretaria Marina

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«Le nuove del Pais» 23

Coro e LiturgiaCari parrocchiani,

avrete notato che da qual-che tempo manca, spesso evolentieri, durante le cele-brazioni, il suono dell’or-gano; per di più talvolta icantori sono in pochi e fan-no fatica a svolgere al me-glio i canti. Questo è dovutoal fatto che gli impegni dilavoro, uniti a quelli per-sonali, impediscono sia al-l’organista e sia ai coristi diessere sempre presenti, e disicuro non è dovuto a litigi oa incomprensioni di alcungenere. Con ciò voglio ri-cordare che lo scopo delcoro parrocchiale nella li-turgia è quello di accompa-gnare l’assemblea nel canto,non certo di fare esibizioni;quindi ognuno deve unirsial coro per animare i riti,

siano messe solenni, dome-nicali o funerali.

Avendo dunque bene inmente questo scopo nonpeserà sicuramente il fattoche ci siano pochi cantori eneppure gli sbagli o le “stec-che” che si commettono.

Quindi invito tutti, anchese stonati, a rompere il si-lenzio durante il canto delcoro ed a cantare insieme anoi. Inoltre è sempre beneaccetto in cantoria chi nutrela passione per il canto, perla musica e per il servizioverso la comunità, per rin-foltire il coro e anche perdare il cambio all’organista,che da solo non può sobbar-carsi l’impegno di parte-cipare a tutte le celebra-zioni.

L’organista Piergiorgio

ENTRATEElemosine ................. 6.972,06Candele votive .......... 3.126,14Offerte servizi lit. ......... 790,00Attività parrocchiali .. 2.387,10Questue ordinarie ... 4.920,00Offerte di privati ......... 5.704,00Affitti e rendite ................... 1,00Offerte straordinarie ... 5.336,40

Tot. Entrate .............. 29.236,70

USCITEImposteassicurazioni .............. 1.556,59Remuneraz. - rifus. .... 2.310,00Spese di culto ............. 1.287,53Attività parrocchiali ... 2.746,68Spese gestionali ......... 6.206,04Manutenzione fabbricati .................... 1.084,68Spese straordinarie .... 5.654,53

Tot. Uscite .............. 20.846,05

Bilancio parrocchiale 2010Bilancio parrocchiale 2010

Si notifica agli abbonati lettoride Le nuove del Pais

di Colle S. Lucia:Nel 2011 il Bollettino per la nostra parrocchia

uscirà in tre numeri, nella prossimità diPasqua, estate, Natale. Sarà legato ai numeri 2,3 e 5 della intestazione del Decanato di Livinal-longo.

Si coglie l’occasione per ringraziare viva-mente tutti i collaboratori.

Attivo 2010 ................................................................ 8.390,65

Cassa Anime: Entrate ................................................... 882,83Uscite ................................................................. 1.500,00In cassa .................................................................. 892,10

P.C. Le nuove del PaisEntrate ..................................................................... 2.864Uscite ....................................................................... 2.012

L’attivo del 2010 ha compensato le perdite del 2009.

Corone d’AvventoAnche quest’anno

si è ritrovato, puntual-mente, un bel gruppodi donne volenteroseper confezionare lecorone d’avvento.Ognuna ha cercato didare ampio spazio allapropria creatività efantasia utilizzandomateriale di riciclo. Ilrisultato è stato moltosoddisfacente sia da un punto di vista estetico, sia da quello eco-nomico. Infatti sono stati raccolti e donati alla Parrocchia per ilrestauro del campanile, euro 511,40.

PER LA PARROCCHIAAgostini Zita, Sief Pietro,

fam. Agostini Lorenzo e Lucia,Agostini Alberto e Paola (BZ),Pallabazzer Ettore, mo TitaSommavilla, 25o di matr. diPezzei Alessandro e Agnese,Masarei Roberto, fam.Chizzali Adelmo, fam. PezzeiCostantino, Agostini Cecilia -sr. Anna - d. Lino, PalluaAdele, Piai Maria, AgostiniEmilia, a ric. Agostini Cle-mente, Masarei Giuliana, fam.Pallabazzer Lino, Micheletti,Pallua Brigida, Foppa Loretta,Masarei Maria Livia, sposiMazzetto Gianmaria e PavanValentina, Masarei Lucia, fam.Troi Serafino, in mem. FrenaPaolina: Frena Elvira, fam.Agostini Pietro, in mem.Pezzei Elsa: i familiari, Ma-sarei Livia, Dell’Andrea Ar-mando, Chizzali Gioconda,Piai Maria Anna Dariz, fam.

Colcuc Paolo, CodalongaFrancesco, in mem. Del-l’Andrea Gian Franco: lamoglie Frida, in mem. DarizMaria Elisabetta: i familiari,Agostini Angelo, VallazzaSofia, in mem. Frena MariaLuigia Dariz: la famiglia ecogn. Dariz Fortunato.

Dal rinfresco di S. Lucia:325,00. Dal mercatino nata-lizio: 1.500,00

PER IL BOLLETTINOPallabazzer Fabrizio, Sief

Pietro, Agostini Marina (PN),Martini Bortolina (Selva di C.),Dariz Florindo (PR), Del Ze-nero Elena (Selva di C.), FrenaGiovanni (Bressanone), TroiRosanna (S.Giustina BL),Dariz Giuseppina (MC), fam.Agostini Lorenzo e Lucia,Pezzei Paolino, fam. PezzeiCostantino, Agostini Cecilia -sr. Anna - d. Lino, Masarei Va-

leria (Agordo), Pallua Som-macal Giovanna (BL), PalluaSusanna Manfroi (Trichiana),Pallua Adele, Piai Maria,Pallua Gemma (Rocca P.), Ma-sarei Giuliana, Dall’AcquaRenato, fam. Pallabazzer Lino,fam. Micheletti, Dariz For-tunato, Dell’Andrea Ar-mando, Agostini SandraL.(Selva di V.G.), AgostiniAldo (D), Masarei Lucia, Ago-stini Ermenegildo (D), FrenaPaolina (Bressanone), Ago-stini Pietro e Mara, Lezuo Te-resina, Chizzali Cristina(Monguelfo), Frena Giovanni(Caorle), Pezzei Francesca,Frena Nicola (Erba), PiaiTeresa (Corvara), NotpurgaHelfer, Masarei Mirella e De-tomaso Elena (Avoscan), inmem. Dariz Maria Elisabetta: ifamiliari, Lezuo Frida, Ago-stini Sara (D), Zasso Gabriella(Agordo), De Mattia Anna

(Selva di C.), Agostini Angelo,Nicolai Paola, Costa Nerina(Selva di C.), Pallua Brigida,Vallazza Sofia, Frena Do-menico (Canada), ColleselliEmma (Brunico).

PER OPERE CARITATIVE(offerte imperate)

Migranti 60; Pastorale Dio-ces. 105; Terra Santa 283; At-tività Organizzative Dioc. 80;Università Cattolica 75; CaritàDioces. 100; Carità del Papa185; Seminario (Assunta) 670;Seminario (primizia) 220;Giornata Missionaria 190; Unpane per amor di Dio 1.122;Avvento di Fraternità 300; In-fanzia Missionaria 300; Terre-motati di Haiti 440.NB. Le cifre rendono manifesta lagenerosità dei parrocchiani, degliamici (originari di Colle), degliospiti. A tutti un sentito ’grazie’ e ilricordo nella preghiera.

BUON CUORE BUON CUORE BUON CUOREBUON CUORE BUON CUORE BUON CUORE

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24 «Le nuove del Pais»

11 novembre 2010. Nel giardino della sua casa nella periferia nord diBuenos Aires: Florinda con la figlia, la nipote e Lucia.

Oltre al raduno alla Mensa del Signore è gradito anche un momentoattorno alla mensa naturale. Come sono bravi, devoti, competenti,disponibili - ministranti in chiesa, così sono allegri, simpatici, educatii nostri ragazzi anche in un incontro conviviale. A tutti loro il“grazie” e il “buon proseguimento”.

Nonostante le avversità atmosferiche, le catechiste di Colle e Selva sisono unite con il Parroco don Sergio, per una cena. La scelta del menùnon è stata casuale: la fonduta! Che ha visto tutti intingere nellostesso piatto per prendere carne e verdure, segno di agape fraterna.

En bon nadaldai tosac

Grande la gioia dei bam-bini di Colle, ma anche pro-venienti dai paesi limitrofi,quando domenica 5 di-cembre sotto un’abbondantenevicata hanno visto ar-rivare a bordo di una slittadavanti ai locali delle exscuole elementari San Nicolòaccompagnato da due angelie dagli immancabili“crampus”.

Per i ragazzi l’attesa era giàiniziata nel primo pome-riggio quando si sono ri-trovati presso i locali delle exscuole elementari con ge-nitori e nonni al seguito perassistere allo spettacolo tea-trale di Pinocchio messo inscena dalla compagnia “At-tori per caso” di Alleghe.Compensando in poco menodi un’ora le vicende del bu-rattino tratte dall’omonimafiaba di Carlo Collodi, gli

attori sono stati in grado dimantenere alta e desta l’at-tenzione della platea susci-tando risate e tanta allegria. Èstata poi la volta del coro “Suisentieri del canto” che, sottola direzione di Roberta, hacolto l’occasione tramitealcune canzoni tratte dal suorepertorio di coinvolgere ibambini più piccoli presentiin sala e di augurare liete fe-stività natalizie a tutti i pre-senti.

Una volta uditi i primicampanacci però, i bambiniavevano capito che fuori eraarrivato San Nicolò e, seppurtitubanti a causa della pre-senza dei “crampus”, gli sisono ammassati attorno perricevere i doni che gli angeliportavano appresso neicesti. Naturalmente, comeda tradizione, per ottenerli èstata richiesta da parte degli

stessi la recita di una brevepreghiera e la conferma daparte dei genitori riguardo labuona condotta dei ragazzi.

Nel frattempo non sonomancati cibi e bevande: i vo-lontari distribuivano ca-stagne, brulè, tè caldo e bi-scotti in grande quantità e la

soddisfazione per la buonariuscita dell’evento è statagenerale.

Ringraziando tutti coloroche hanno collaborato invaria misura alla buona riu-scita della manifestazione, viaspettiamo tanti e numerosiper San Nicolò 2011!

Aspettando San Nicolò

Il 7 dicembre 2010 iragazzi di quintaelementare assiemealla catechista sonoandati a trovare alcuninonni di Colle epersone che vivono dasole.

Lo scopo dellavisita era sia quello diaugurare loro un “bon

nadal” e sia quello diregalargli un pensieroe un momento di gioiae spensieratezza.

Il gesto nella suasemplicità è statomolto apprezzato; in-fatti i loro visi espri-mevano una sinceracommozione.

La catechista

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«Le nuove del Pais» 25

Carnevale con la scuola dell’Infanziadi Selva di Cadore:

occasione di gioioso incontro

Anche quest’anno gli alunnidella Scuola Primaria di SantaFosca hanno voluto fare gliauguri di buon Natale agliamici della Scuola d’Infanzia,ad amici e parenti, invitandolial loro tradizionale “Spet-tacolo natalizio”.

In attesa dell’arrivo di BabboNatale, che anche questa volta

è giunto puntuale e carico didolci, i bambini hanno intrat-tenuto gli ospiti dando provadelle loro capacità artistiche.

Molto divertente la storia diBabbo Natale alla ricerca diuna moglie; interessante larappresentazione in dialettodella leggenda dei “Salami delre” (inserita nel Progetto

Ladino di Istituto).Con una danza hawaiana

sulle note di “Astro del Ciel”,abbiamo viaggiato sulle alidella fantasia verso i paesicaldi.

Sempre piacevoli le poesierecitate dai più piccoli e de-dicate ai vari aspetti delNatale.

Le esecuzioni musicali (construmentini e flauto) hannomesso in evidenza l’impegnocon cui gli alunni si sono pre-parati.

Il canto finale “Il Natale è...”ci ha ricondotto al vero signi-ficato di questa ricorrenza: ...èGesù che rinasce tra noi!

Le insegnanti

L’infanziasmarrita

Una volta esistevano ancora ibambini. La loro vita era diversada quella degli adulti. Andavanoa letto presto. Non vedevanotutto quello che i “grandi” ve-devano. Non sapevano tutte lecose che quelli sapevano. In loropresenza certi discorsi non si fa-cevano. Non dicevano paro-lacce e, se le dicevano, venivanorimproverati. Non rispon-devano ai genitori o ai nonni conlo stesso tono che questi usavanoper sgridarli. Non avevano tantigiocattoli, e quelli che avevanoerano abbastanza semplici. Datutti questi “no”, derivava ungrande “SÌ”: quello di una sta-gione della vita, l’infanzia, cheaveva la propria inconfondibileidentità e che consentiva un ap-proccio graduale alla realtà, inrapporto allo sviluppo com-plessivo della personalità.

Bambini simili agli adultiOggi molti bambini vanno a

letto tardi, vedono gli stessi spet-tacoli televisivi e cinemato-grafici a cui assistono i “grandi”,sanno tutto sul sesso e su tan-tissime altre cose, assistono alleliti dei loro genitori (da cui, anzi,talvolta vengono chiamati a fareda arbitri), dicono tranquilla-mente parolacce, rispondonoper le rime a chi li riprende,hanno tutto quello che desi-derano e giocano disinvolta-mente con apparecchiatureelettroniche che i loro genitoristentano ad azionare.

Insomma, sono molto piùprecoci e disinibiti dei loro coe-tanei di trent’anni fa. Tantoprecoci da sembrare, a volte, fintroppo simili agli adulti. Proprioper questo, però, non sono piùbambini. E, in conseguenza diciò, non riescono nemmeno acrescere.

La loro stessa frenesia di avere“tutto e subito” esclude la sto-ricità e fare esperienza di esserein cammino e che ciò implica ne-cessariamente una progres-sività. E progresso significa attesadi un futuro a cui pazientemente

si lavora; significa consapevo-lezza di trovarsi in uno stato ini-ziale, e di dover tendere a unamaturità che ancora non si pos-siede; significa, per un bambino,un contesto adeguato alla suarealtà di bambino, come condi-zione del suo diventare adulto. Ilcorto-circuito fra il punto di par-tenza e il punto d’arrivo blocca losviluppo.

Gli eterni “figli di famiglia”Il risultato è quello che sta

sotto i nostri occhi: bambini chesi comportano da adulti e adultiche si comportano da bambini.Alla precocità estrema dei piùpiccoli fa riscontro, via via checrescono, una fragilità, una inca-pacità di scegliere, una ripu-gnanza nei confronti di qua-lunque responsabilità, cheimpediscono loro di raggiungereun reale equilibrio. Perciò,quando diventano adolescenti,da un lato sono troppo ag-gressivi, dall’altro rimangono

fragili, esposti a crollare per unnonnulla. E a trent’anni ci sonoancora “giovani” che non se lasentono di affrontare l’espe-rienza del matrimonio o qua-lunque altra situazione che siaveramente impegnativa.

Molti non riescono addi-rittura a trovare la forza per stac-carsi da casa e restano eterni“figli di famiglia”.

Alla radice non c’è una man-canza, bensì l’eccesso di stimoli, diesperienze, di proposte, che li hafrastornati e ne ha soffocato lagraduale maturazione dabambini. A uccidere l’infanzia,nei paesi del terzo mondo, è lafame; da noi è la sazietà. Una vitabuona ha bisogno, sempre, masoprattutto oggi, di un certo “im-poverimento”. Voler possedere,voler essere tutto impedisce, allafine, di avere una forma. Unastatua emerge dal marmo solo sesi ha il coraggio di toglierequalcosa, con lo scalpello, all’a-morfo blocco iniziale. Quello

che può sembrare un sacrificio,eche in qualche modo lo è, (delprezioso materiale vieneasportato, sbriciolato, perduto),costituisce però la condizione in-derogabile per il delinearsi di unvolto. Potrebbe essere una me-tafora del nostro problema.

Senza qualche rinunzia nonemerge mai la persona.

L’identità ela differenziazione

La massificazione, di cui tuttioggi ci lamentiamo, dipende inlarga misura da questo. Sono lenostre scelte, vale a dire i nostrisacrifici, perché ogni vera sceltane implica qualcuno, a deter-minare la nostra identità e a dif-ferenziarci dagli altri. Nellanostra cultura, che esclude perprincipio il sacrificio e demo-nizza la povertà, l’individuo ècome il blocco di marmo primadell’azione dello scultore:uguale, più o meno, a tutti gli

Chi si fosse trovato casual-mente in piazza a Selva diCadore il pomeriggio del 24febbraio, avrebbe potutoammirare un festoso e colo-rato gruppo di bambini trave-stiti nei personaggi più amati.

Festeggiavano, tra corian-doli e stelle filanti, il car-nevale. La breve sfilata orga-nizzata lungo “la passadora”si è fermata alla sala culturaledel museo “Vittorino Caz-zetta” per assistere al diver-

tente spettacolo di burattinidella compagnia teatrale l’A-prisogni “I tre porcellini”.

Allo spettacolo hanno par-tecipato anche i bambinidella scuola dell’infanzia diSottoguda che a loro voltahanno ricambiato l’invito aicompagni.

Gli artisti con la loro pro-fessionalità e simpatia hannodonato a bambini e adultimomenti di gioiosa spensie-ratezza.

La festa si è conclusa dol-cemente davanti ad unostuzzicante buffet offerto ge-nerosamente dai genitori.

Un sentito grazie a chi hapermesso la realizzazionedella festa: i comuni di Collee di Selva, la pro loco di Selvae i genitori che in varie formehanno dato la propria colla-borazione.

Dal mondo della scuola

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altri blocchi di marmo. Il consu-mismo ci omologa.

Da qui anche la difficoltà nel-l’instaurare relazioni personaliprofonde. Per comunicare biso-gna essere diversi. Per costruirequalcosa insieme bisogna inte-grarsi, e l’integrazione supponele differenze. Un corpo dovetutte le parti fossero identichenon sarebbe un organismo. Unavolta la differenza la si scoprivada bambini, in famiglia. C’eranoi nonni, anziani. C’era il papà.C’era la mamma. C’erano fratellie sorelle. Ognuno aveva la pro-pria inconfondibile fisionomia eil suo ruolo specifico. Oggi capitache i nonni siano in una casa diriposo, il papà e la mamma fac-ciano vite molto simili ispirate aun vorticoso attivismo, e non cisiano in casa né fratelli né so-relle. Cosicché è molto difficileper un bambino confrontarsicon quella dimensione fonda-mentale della diversità che è ilpassato (i racconti della nonna iricordi del nonno), ma anchespecchiarsi in quel modello chedovrebbe essere costituito dallafigura paterna e da quella ma-terna. Per non parlare del caso,purtroppo sempre più frequente,in cui l’una o l’altra di questefigure sia venuta meno, per losfasciarsi del matrimonio, e siastata sostituita da quella, indiffe-rente oppure ostile, di un “com-pagno” o di una “compagna” delgenitore rimasto. Altrettantoproblematica è diventata, infi-ne, per il figlio unico, la perce-zione di che cosa possa essere la“fraternità”.

Non c’è da stupirsi, a questopunto, che la nostra si avvii adessere una società di single. Dabambini soli non può che na-scere solitudine. Da bambini chenon fanno un’adeguata espe-

rienza dell’“altro” non possonoche venire degli adulti egocen-trici che, anche quando stannocon qualcuno, non riescono auscire da una logica autoreferen-ziale.

“Buchi neri”, che assorbonocon insaziabile voracità tuttoquello che può servire ai loro bi-sogni, ma non sanno andareoltre se stessi, e tanto meno do-narsi. Non si può dare quello chenon si ha. Ed è molto difficile chesi abbia quello che non si è ri-cevuto da piccoli.

Adultisenza spessore umano

In verità, di regali i nostribambini ne ricevono tanti, fintroppi, ma raramente trovanochi si doni a loro. La tendenza deigenitori, oggi, è più spesso quelladi proiettare sul figlio le proprieesigenze, che non di porsi al ser-vizio delle sue. Mai come nellanostra società, forse, l’atto di ge-nerare è stato concepito in fun-zione di chi lo compie, piuttostoche di chi ne è il destinatario.Essere padre e madre non è piùuna missione, ma una gratifica-zione, la soddisfazione di un bi-sogno soggettivo.

Risulta evidente da questoquadro che lo smarrimento del-l’infanzia come età specifica-mente diversa da tutte le altre, èun frutto diretto della perdita dispessore umano degli adulti. Lacondizione dei bambini è lacartina di tornasole che ci rivelalo stato di salute dell’intera so-cietà. Perciò gli sforzi, che oggi sifanno, per riscoprirne i diritti erispettarne la dignità, vanno sa-lutati come un segnale estrema-mente positivo. A patto che ci siimpegni davvero a restituire adessi la loro infanzia.

d. Giuseppe Savagnone

CONTINUA DA PAGINA 4

State frequentando il terzoanno di scuola superiore? Avetemai pensato di andare via epassare un anno all’estero per im-parare bene una lingua o sempli-cemente per fare un’esperienzadiversa che ricorderete per tuttala vita?

L’anno scorso, proprio in

questi mesi stavo decidendo seprovare questa “sfida” o seinvece rinunciare a tutto e con-durre la mia solita vita. Non èstata una scelta facile, ma vi possoassicurare che se dovessi tornareindietro e se dovessi rifare quellascelta, sarebbe facilissimo, direisubito di sì. Il perché?

Oltre a imparare molto bene lalingua, si conoscono nuovepersone e si impara a socializzaresempre più in fretta, anche se al-l’inizio le difficoltà linguistichenon permettono certo di espri-mersi sempre come si vorrebbe,ma bisogna tentare senza pre-tendere che i risultati arrivinosubito.

Inoltre penso che sia molto im-portante stare un pò lontani dallafamiglia perché si impara a ge-stirsi da soli, a organizzarsi il finesettimana (la scuola finisce il ve-nerdì), a pensare ai biglietti per ilviaggio di andata e di ritorno,senza avere sempre i genitori cheprogrammano tutto.

Non bisogna certo aspettarsiche sia tutto facile anche perchéfuori dall’Italia l’intero sistema ètotalmente diverso, soprattutto ascuola. Tuttavia dopo i primigiorni di insicurezza, quando ci siè piano piano ambientati diventatutto normale.

Qui in Germania ho cono-sciuto così tante persone che ini-zialmente non ricordavo nem-meno tutti i loro nomi. Nel siste-ma scolastico tedesco, peresempio, non ci sono le classirigide come da noi. Per ogni ma-teria c’è un’aula in cui si fa le-zione sempre con gente diversa.Così hai modo di poter cono-scere, socializzare e parlare conmolta più gente. Molti li ho cono-sciuti anche nel collegio doveabito in cui alloggiano solo atletiche praticano soprattutto ba-seball e hockey su ghiaccio e pro-

Da tempo l’Amministra-zione Comunale si è attivataper favorire la realizzazione ditre nuovi fabbricati di civileabitazione in loc. Costa.

Ora si è finalmente giunti aduna conclusione, anche se par-ziale, con la realizzazione deiprimi due edifici, grazie all’in-teressamento di tre famiglie diresidenti, che aderendo allaproposta, hanno reso possibilel’avvio di tale operazione e larelativa cantierabilità delleopere entro l’estate prossima.

Le famiglie interessatehanno apportato, in accordocon l’Amministrazione Co-munale, alcune modifiche alprogetto originale.

I fabbricati non saranno piùcostituiti da tre unità abitativeciascuno, ma saranno edificaticome unità bifamiliari divise ametà dalla linea del colmo.

Ciascuna unità abitativa,

avrà a disposizione un semin-terrato con cantina, autori-messa, deposito legna o altro ecentrale termica; un pianoterra, un secondo piano e unamansarda.

Per il completamento però,dei primi due fabbricati, ri-sultava necessario reperire unaltro soggetto da affiancare agliattuali interessati per poterdare seguito all’operazione.

Si è pensato pertanto dicoinvolgere la stessa Parroc-chia, che ha dato la propria di-sponibilità, riservandosi unaunità abitativa, che verràmessa a disposizione di nuovieventuali interessati.

Rimane naturalmente, lapossibilità di realizzare, comeprevisto inizialmente, il terzofabbricato, e per questo even-tuali interessati sono invitati acontattare direttamente l’Am-ministrazione Comunale.

vengono da tutte le parti dellaGermania.

Trascorrere un anno all’esteroè possibile grazie alle varie asso-ciazioni come Intercultura, op-pure EF e tantissime altre menoconosciute. Oppure ci si può ri-volgere alla regione TrentinoAlto-Adige, come ho fatto io, chemette a disposizione anche deitre comuni di Colle, Livinallongoe Cortina delle borse di studio persoggiorni in Germania, Austria,Francia, Inghilterra e Irlanda. I ra-gazzi che richiedono di parte-cipare alle selezioni dovrannosottoporsi ad un esame scritto euno orale (niente di difficile,basta solo studiare un po’). I ma-teriali verranno forniti diretta-mente dalla Regione. Chi superaentrambi gli esami potrà partireper il Paese scelto.

In più la Regione non mandagli studenti da soli all’estero, noiqui a Regensburg siamo in 4 cosìcome ad Augsburg e in Austria.

Penso che queste opportunitàarrivino solo una volta nella vita,meglio non farsele scappare!

Per maggiori informazioni viconsiglio di visitare il sito della re-gione Trentino Alto-Adige. Op-pure se volete potete contattarmial mio indirizzo mail: bea.col-cuc hotmail.it sulla mail prece-dente ho dimenticato di inserirenell’articolo il sito della regioneTrentino Alto-Adige nelle ultimerighe. Potresti metterlo tu? http://www.regione.taa.it/europa/Sog-giorni.aspx. Grazie mille

Bea

Edilizia agevolatain località Costa

Un saluto da Beatriceda Regenburg.

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«Le nuove del Pais» 27

La colonnina di mercuriodel termometro segna - 14, disicuro a Betlemme il clima erapiù mite, e se penso alle per-plessità di un presepe viventeall’aperto, a Mestre con 3-4gradi di “gelo”, mi viene dasorridere.

Nei locali dell’ex scuola conPaola vestiamo i personaggi:ecco i pastori incuriositi ed en-

tusiasti con le lampade antichein mano, le pastorelle con icesti della frutta, le brocchecon l’acqua, il pane, i re magiche pian, piano diventano mi-steriosi, ecco Erode, l’angelo, isoldati romani, l’oste e suamoglie, Maria e Giuseppe ve-stiti alla paesana e, paffuto esereno avvolto nelle coperte,Gesù bambino. Rivivere la Na-

tività nei luoghi della vita diogni giorno, ascoltare e con-templare il mistero dell’incar-nazione nelle immagini of-ferte dai personaggi in carneed ossa, ci invita infine a be-nedire Dio venuto ad abitarein mezzo a noi inchinandoci albambino ninnolato da Marianella stalla.

Il centro storico di Colle nel-

l’incantato imbrunire in-vernale ci ha accolto; Sandro ealcuni suoi amici hanno pre-parato con cura le luci, la tendadei pastori, la stalla, con lamucca vera! Insieme abbiamoseguito la carovana di Giu-seppe e Maria fino “alla stalladi Betlemme”.

Grazie a tutti!Silvia e Roberto

Presepe a CollePresepe a Colle

Lo scorso 19 marzo la Pro Loco diColle Santa Lucia, in collaborazionecon vari sponsor, ha organizzato laprima edizione della “Ciasparun”. Am-bientata nello spettacolare e sugge-stivo scenario della zona del PassoGiau, la manifestazione non compe-titiva prevedeva un percorso ad anellodi circa 4,5 km da percorrere muniti diciaspe e di tanta voglia di stare assiemee divertirsi. Partendo dalla località Fe-dare, il percorso si è snodato attraversoi prati di Melei fino a giungere allependici dell’Averau per poi chiudere ilcerchio scendendo lungo l’ultimotratto di pista. Non essendo completa-mente sgombro da nubi, il cielo non halasciato intravedere ai 62 partecipantila bellezza e l’unicità che è tipica di untramonto assaporato sopra i 2000metri ma, nonostante ciò, i parteci-panti hanno potuto ammirare ugual-mente la bellezza di un paesaggio in-nevato e nel contempo selvaggio.

La sorveglianza lungo il percorso è

stata garantita da un buon numero dimembri del Soccorso Alpino di Colle edei paesi limitrofi e ciò ha suscitato par-ticolare apprezzamento tra i concor-renti che, nel tempo medio di 50minuti, hanno completato il percorsoritornando così a Fedare. Prima dellapremiazione e dell’estrazione a premi,i partecipanti si sono ritrovati tutti as-sieme all’interno del rifugio dove Ivanaveva preparato per tutti un buonpiatto di pasta. Allegria e tante risatehanno accompagnato la cena fino aquando, verso le nove, tutti sono uscitisulla terrazza per le premiazioni. Laluce che emanava la luna in un cieloormai sgombro da nubi ha reso moltoparticolare la consegna dei premi.

Le prime tre classificate per la cate-goria “Donne” sono state: 3. FontaniveClaudia 39:35.77, 2. Zaetta Emanuela37:01.90, 1. Minotto Fernanda35:52.77, mentre per la categoria“Uomini” sono stati: 3. Bonata Se-rafino 28:57.86, 2. De Zordo Mauro

25:50.33, 1. Berolo Ruggiero22:56.85.

Sono inoltre stati premiati il concor-rente più giovane (Foffani Andrea,classe 2003), quello meno giovane(Bernardi Severino, classe 1947) e gliultimi arrivati di entrambe le categorie(Gabriel Bruna e Frena Diego).

Vista la buona e concreta riuscitadella manifestazione, la Pro Loco diColle Santa Lucia desidera ringraziarevivamente quanti hanno in qualchemodo collaborato con un calorosoGRAZIE! Al prossimo anno con unanuova Ciasparun!

1a edizione “Ciasparun”1a edizione “Ciasparun”

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28 «Le nuove del Pais»

Sabato 1 gennaio 2011 ver-so l’imbrunire un nutritogruppo di persone, tra cui moltibambini e ragazzi, si è ritrovatoin piazza a Colle per dare avvioalla seconda edizione della“Torciolata”. Tale evento èstato organizzato nell’ambitodelle manifestazioni natalizierealizzate con la collabora-zione di tutti i gruppi di volon-tariato del comune.

Molte le novità rispetto allascorsa edizione, prima fra tuttela location della camminatache, invece della salita versoCostalta, quest’anno ha tocca-to rispettivamente gli abitati diSoppause, Canazei, Tie perconcludersi in località Bel-vedere; un’ ulteriore elementopositivo è risultato essere ilnumero dei partecipanti che,nonostante il freddo pungente,ha visto raggiungere quota 115che, rispetto all’ottantina dipersone dell’anno scorso, è undato che ha dimostrato l’ap-prezzamento della manifesta-zione sia da parte dei paesaniche da parte degli ospiti in va-canza.

La serata fredda, ma in com-penso limpida, ha reso partico-

larmente suggestiva la cam-minata che progressivamentesi è divincolata fra case, boschie prati innevati. In meno di dueore i partecipanti hanno rag-giunto la località Belvedere for-mando un suggestivo serpenteumano di luci e torce ben vi-sibile anche da lontano che haispirato un notevole numero difotografie da diverse ango-lature.

Grande la soddisfazionedegli organizzatori che, con lagentile collaborazione di Ro-berto, avevano predispostoalla fine del percorso tè caldo,brulé, panettone e pandoro inmodo da intrattenere i parteci-panti durante l’estrazione apremi che è avvenuta sulla ter-razza dell’omonimo locale.Nel frattempo era stato predi-sposto un servizio di taxi per ri-portare le persone a Colle.

Una medaglia costruita arti-gianalmente in legno, recante ilnumero di iscrizione, è stato ilricordo di quest’edizione cheogni partecipante ha potutoportare a casa assieme al ri-cordo di una bella passeggiatadiversa dal solito effettuata incompagnia.

2a edizione della “Torciolata”2a edizione della “Torciolata”

La vigilia dell’Epifania 2011, come ogni anno, all’imbrunire èdiventata piena di magia. È stato acceso, per la gioia di tutti, ungrande “pan e vin”preparato dai ragazzi vicino al magazzino deiPompieri, dove vari volontari avevano preparato brulè, pa-nettone e addirittura le fortaie per far festa. Poi con campanaccie orridi volti sono apparse le “donaze”. Ad aspettarle oltre aibambini, come sempre curiosi ma timorosi, c’erano anche tantiadulti paesani e turisti, ed anche Telebelluno che ha voluto ri-prendere una delle più antiche usanze di Colle.

Le donaze e el pan e vin

Ancora un brano della nostra storiaCorreva l’anno 1911(1): era

parroco dal 1898 don FrancescoDeclara, sacerdote che noi ultra-settantenni di oggi abbiamo co-nosciuto attraverso la lunga me-moria dei nostri nonni e genitoriche lo nominavano spesso contanto rispetto, devozione, rico-noscenza che ne fecero ancheper noi una figura di sacerdotemolto importante.

Ma il fatto che qui volgiamomettere in evidenza, costituisceun particolare della storia delnostro paese e riguarda le amatecampane che fedelmente, persecoli, scandirono il ritmo dellavita di noi Collesi.

Si era, evidentemente, resanecessaria la sistemazione diuna nuovo impalcatura che le so-steneva sul campanile; lavecchia reggeva dal 1754quando era avvenuta la colloca-zione dei sacri bronzi dopo iltragico evento del 16 agosto1753 in cui un fulmine aveva ab-battuto il campanile e fuso lecampane allora esistenti.

Dopo il fatto, premurosi inostri antenati avevano rico-struito il campanile e trasportatole danneggiate campane a Bres-sanone presso la ditta Grassmairperché fossero rifuse.

Non mi fermo a ricostruire le

difficoltà dell’impresa attra-verso la via di comunicazionedel tempo: Passo Giau, Cortina,salita e discesa...

La storia attesta che, nono-stante tutto l’inimmaginabiletravaglio, nel 1754 la Granda, laMesana, la Nuova, e la Piccolaerano nuovamente al loro posto.

A sostituire l’impalcatura, diallora che aveva 150 anni, fuchiamato il maestro carpentiere,proveniente dalla Val Badia,Mattia Declara che assunse duegiovani del luogo: Giovani Co-stalta e Giovanni Masarei a fare imanovali sotto la sua stretta di-pendenza.

Da allora sono passati cen-t’anni!

Vi furono, nel corso di questosecolo, altri due interventi ri-guardanti le campane: l’im-pianto di elettrificazione (anni1960) resosi necessario quando,progressivamente, si dovetteconstatare come il mutamentostravolgente del modo di viverea Colle evidenziasse le difficoltàdi mandare avanti la tradizionedei bravi campanari volontariche prestavano i loro servizi inogni importante occasione.

La realizzazione dell’im-

pianto fu sostenuta finanziaria-mente da don. Albino Lezuo.

Nel 1979, quando ormai daqualche anno si constatava ilprogredire di una crepa nelcorpo della Granda (pesanteben 14 q.li) fu deciso di portarlaa riparare alla casa ove era nata,la Grassmair, che però nel frat-tempo si era trasferita a Inns-bruck.

L’impegno fu grande ancora,sia pur con una situazione dimezzi e strade non comparabilea quelli del 1754.

I bambini e i ragazzi di allorapresero parte con interesse cu-rioso al ritorno della campana daInnsbuck e al suo posiziona-mento nella cella campanariasul campanile.Ne è testimonianza la foto chequi si riporta.

Miria Sief(1) La data del 1911 è stata ri-

ferita verbalmente da un in-formatore ed è quella che siriscontra scolpita nell’im-palcatura stessa. Vito Palla-bazzer ne “Colle S. Lucia.Vita e costume” riportacome data iniziale dei lavoriil 1909.

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«Le nuove del Pais» 29

La storia delle campaneLa storia delle campaneSiamo abituati a sentire il suono delle

campane scandire il tempo e i ritmi giorna-lieri, quasi come qualcosa di immutabile cheda sempre accompagna l’uomo, ma, comeper molte altre cose, questo non è propriovero e anche le campane e il loro suonohanno una storia che si perde nella notte deitempi.

Le prime campane erano oggetti in terra-cotta, in legno o fatte con semplici lastre diferro, solo più tardi furono realizzate inbronzo e cominciarono a produrre un suonosimile a quello che oggi conosciamo.

Il nome deriva probabilmente dal famosobronzo della Campania con cui si narrasiano state fuse le prime campane da S.Paolino, Vescovo di Nola.

L’uso delle campane era conosciuto giàprima di Cristo, erano utilizzate in Oriente,soprattutto in Cina, paese in cui hanno rive-stito e rivestono un ruolo molto importante.

Anche altre popolazioni conoscevano lacampana e fra questi gli Egiziani, a lorosembra si debba la diffusione della campananel Mediterraneo.

L’uso di questo strumento si è poi ampia-mente diffuso in epoca romana, piccolecampanelle erano utilizzate sia in ambito re-ligioso sia in altri ambiti della vita sociale, nesono un esempio i mosaici di Pompei che raf-figurano delle campanelle utilizzate per ri-chiamare i bagnanti.

La massiccia diffusione in Europa av-venne però ad opera dei Cristiani, questiultimi non videro subito di buon occhioquesto strumento legato, come detto, ai cultiromani pagani, e l’utilizzo fu piuttosto gra-duale.

Nella clandestinità dei primi incontri deiculti cristiani venivano utilizzati i tintin-nabula, piccole campanelle, e i signa dettianche “sacri legni”, erano tavolette di legnopercosse fra loro. Tale antica pratica si èconservata nel tempo; nel periodo che inter-corre tra la sera del Giovedì Santo e il SabatoSanto, in cui le campane non suonano evengono, come si dice, “legate” per rispettoalla sofferenza di Cristo, si usa ancora illegno, nel nostro caso la Batola (raganella)per annunciare le sacre funzioni.

Le campane cominciano a diffondersicon impiego prettamente liturgico dopo il Vsecolo nei monasteri, maggior importanzaassumono a partire dal VII secolo, la tradi-zione attribuisce infatti a Papa Sabiniano(604-606) l’usanza di far suonare lecampane nelle ore canoniche e durante lacelebrazione dell’Eucarestia.

Attorno al IX secolo le campane rag-giunsero a pieno la loro identità di segnalelegato in modo certo e indissolubile al cristia-nesimo.

Con la diffusione delle campane nellechiese comincia anche a delinearsi l’impor-tante e necessaria figura del campanaro, so-vente associata al sacrestano, ma che neltempo ha conosciuto diverse forme.

San Guido da Anderlecht è il patrono deicampanari e sacristi, ad esso si aggiungeanche Santa Barbara considerata parimentipatrona dei campanari in quanto la tradi-zione la vuole capace di controllare i fulmini,

elemento naturale che come vedremo inte-resserà l’uso delle campane.

Le campane nel tempo hanno assuntoforme, dimensione e caratteristiche spessomolto diverse fra loro, le forme attuali che ve-diamo nei nostri campanili sono abbastanzarecenti, sono state rese più belle con preziosidecori esterni, la nostra campana Granda adesempio reca interessanti decorazioni a bas-sorilievo con la Madonna che schiaccia il ser-pente, S. Cristoforo, S. Sebastiano, S.Rocco, S. Giorgio e S. Lucia.

La campana, almeno nelle forme attuali, èuno strumento cosiddetto a vaso rovesciato,solitamente in bronzo, con battaglio di ferrofissato all’interno, il quale, se percosso faemanare un suono squillante.

Le campane possono essere fisse o in mo-vimento; le campane fisse vengono percossedall’esterno da un martello o muovendo ilbattaglio mediante una corda, questi sono imetodi di suono più antichi, le campane inmovimento producono il suono attraverso ilbattaglio a sua volta in movimento.

Con l’esperienza i fonditori hanno rag-giunto livelli di perfezione molto alti do-nando alle campane una voce robusta, pa-stosa e armoniosa.

Ne sono un esempio ancora le nostrecampane di Colle che suonando insiemeformano un interessante e melodioso ac-cordo in “mi bemolle minore”, probabil-mente però l’incrinatura della Granda, purriparata, ne ha compromesso in parte il tonooriginale e in generale l’intero concerto.

Il suono melodioso delle campane nellatradizione popolare fu utilizzato anche perscopi non religiosi, tale funzione andò dif-fondendosi verso il XII secolo.

Anche per la nostra comunità, non a caso,era in uso il modo di dire sonà dal temp,ovvero suonare le campane per allontanarel’imminente rischio di temporali, con relativifulmini, o forti grandinate. In questo casoveniva suonata la Granda, dedicata anche S.Rocco, santo invocato nelle campagne ap-punto contro le malattie del bestiame e le ca-tastrofi naturali.

Se il pericolo era imminente e grave ve-nivano suonate anche la Nuova e la Picolaper ciamà l Preve, cui seguiva una funzionereligiosa con la lettura dei quattro vangeli ac-compagnata dal concerto di tutte lecampane.

Altro ruolo importante era svolto dallecampane in occasioni di incendi; la Grandaola Mesana venivano suonate in modo che ilbattaglio urtasse la campana da una partesola, sonà a martel, questo suono veniva uti-lizzato anche per annunciare altri eventitragici come le guerre.

Le campane possono ben rappresentarel’anima di una comunità, portano notizie,chiamano a raccolta, ritmano lo scorrere deltempo, al loro suono corrispondono senti-menti, emozioni e stati d’animo.Oggi si è persa molta conoscenza sul suonodella campane e sulla loro funzione di “stru-mento di comunicazione” ma restano co-munque un testimonio fedele della presenzadegli uomini e della loro fede sul territorio.

Moreno Kerer

Da sunsom el Col de Santa Luziael son se slargia e dalonz el cor:pea via la “Picola” la “Nuova”la “Granda” se ocor, la “Mesana”.Bateva l cuor, co i le scotavaa chi da Col e i se domandavaCi elo da nuof? Elo vea de festa?Chi elo mort?... e i contava i segnElomo fuoch? Le sona a martel!Aulif benedet debot i brujavadevoti, po l segn de la Crose picui e granc sturtai auna:che l Signor ne intravardeda mai e da disgrazie de jentdel fuoch e del bistiam.E via con condole a destudào via col pich, a passà la os,a otà le aive che no le giavestrade e mote da dejemàl laor de chi che tant a laurà.Dadoman ntel vignì disonava puntuali le aimariee incia co l sol jiva a fiorì.L eva “l’angelo del Signore”,na Rechia ai morc e “in nome de Dio”se dauriva e sarava l di.L eva festa e le ne insignava:jon a messa, vistii da feste,che no basta strussié e rangàl timor de Dio vol e se fidàche l temp laora e le reguistele paga l giust e ne dà l pan.I eva incia le noste ciampaneel “meteo”, cussì l ciamon encuoi.Le deva segn: l’aria tiravaen bot da de sot o da sarene chi pi vege si i lo savase l indoman se restelavao se l eva n di da cason.Encuoi ste storie le sà da zacan;ai pi jovegn tant no interessale strussie e le fadie del bacan;lori i sà: con la falciatricepiegn e rive se spadoleain pressa e prestpo, col trator se fas l rest.Lassonie fà... i sà poben lori!M noi vege se le scotonnoste ciampane dei tempi bieie ncora encuoi se regordon.Autra musica? No sion usai:giradischi, rock, television?Sion contenc de avè la fortunache la os de le ciampaneco la sention ne fas la sviejiade se incontrà... de tignì auna.

Maria Sief

La os denoste ciampane

La os denoste ciampane

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Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0030 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,55 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK

30 «Le nuove del Pais»

Anche quest’anno come nei precedenti, la comunità di Colle havoluto preparare nel migliore dei modi questa solenne ricorrenza.Tanti erano i sacerdoti attorno all’altare, invitati per l’occasione dadon Sergio per la concelebrazione della Santa Messa.Son arrivati fino a Colle, i parroci di Alleghe, S.Maria delle Grazie,Rocca Pietore, Arabba e il nostro Decano da Livinallongo.

Però la sorpresa più bella che don Sergio ha voluto farci, è stata lapresenza del nostro amatissimo don Osvaldo, parroco di Colle dal1981 al 1989.Tanti e bellissimi i ricordi, di coloro che hanno avuto la fortuna di co-noscerlo e di condividere alcune esperienze in quel periodo di pasto-ralato.

Ricordi della quaresimaRicordi della quaresimaDurante il periodo quaresimale, il

pellegrinaggio a S.Maria delle Grazieera molto sentito e partecipato daparte dei Collesi.

Si andava a piedi se la stagione lopermetteva, da Pian si scendeva per-correndo la strada de “sponda”,quellidi Posalz scendevano a Codalonga ecosteggiavano il torrente fino alla con-fluenza con il fiorentina e li ci univamorecitando il rosario fino ad arrivare alsantuario.Mi ricordo un particolare aneddoto

che mi raccontava mio padre in riferi-mento a questo pellegrinaggio.

All’epoca Colle (prima della grandeguerra) apparteneva ancora all’Austriae durante queste visite quaresimali alsantuario, un anziano prete passava frai banchi dell’allora piccola chiesa, au-gurando a tutti la pace dicendo “paxtecum” e aggiungendo, per coloro cheerano austriaci, “voi altri todesch se noavè palanche podè mete corone”.

Immaginatevi se la cosa potevapassare senza che a qualcuno non

scappasse da ridere.Anche oggi durante il periodo qua-

resimale, ci diamo appuntamento alsantuario per un momento di raccogli-mento e di preghiera, giungendo di-rettamente con moderni mezzi di tra-sporto, perdendo però una bellaoccasione ed opportunità di poterpregare insieme, condividendo fa-tiche e portando con noi quei fardellida deporre ai piedi della Madonnadelle Grazie.

Lezuo Marina

FESTA DI SANTA LUCIAFESTA DI SANTA LUCIA

Giorno di festa, festa della vita!Giorno di festa, festa della vita!Il 6 gebbraio la chiesa di

Colle era più gremita delsolito perché si è avvertitoun autentico desiderio diunirsi in preghiera e...pregare per la vita.

Oggi più che mai se neavverte la necessità e l’ur-genza visto che, a quantopare,viene sottovalutata at-traverso atteggiamenti emodi di vivere, di con-cepire ed anche di morire.

L’uomo senza Dio, sen-za fede, si sente sempre piùun atomo vagante capacedi vivere alla giornata inattesa di finire nel nulla, nelbaratro dell’indistinto e del-l’insignificante, in unnuovo mondo che non

esiste! Ma a Colle, Viva Iddio!,

la fede è ben radicata e inquesto giorno le giovanicoppie allietate dall’arrivo“del gran dono del Signore”si pongono ai piedi del-l’altare in comunione con ilParroco, segno della Chie-sa particolare, non solo perringraziare ma soprattuttoper affidare se stessi e lapropria famiglia a DioPadre, a Dio Figlio, a DioSpirito Santo ma anche permettersi sotto la loro prote-zione chiedendo l’interces-sione alla Beata VergineMaria e alla Santa protet-trice di Colle: Santa Lucia

Un nonno

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Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0031 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,55 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK

«Le nuove del Pais» 31

Colleselli Gianluca, da Fossal, con Costa Isabella, nella par-rocchia di Caviola il 2 ottobre 2010.

Esequie cristiane:

2011

1. Pezzei Elsa, con. NicolaiGuido, di anni 77, da Pian,morta in casa il 24 gennaioe sep. in parrocchia il 26.

2. Dariz Maria Elisabettaved. Frena, di anni 80, daPosalz, m. ad Agordo il 26gennaio e sep. a Colle il 28.

3. Dell’Andrea Gian Fran-co, di anni 72, da Pian, m. aTrento l’8 febbraio e sep. aColle il 10.

4. Frena Maria Luigia con.Dariz Giuseppe, da Po-salz, n. 1 luglio 1928, sposaper quasi 53 anni (8maggio 1958), madre di 6figli, tutta dedita con ge-neroso amore a lavoro efamiglia, m. in casa il 6marzo e sep. in parrocchial’8 marzo.

– Colleselli Riccardo (Burioda Pien), n. a Colle il 27 no-vembre 1921, deceduto aTeodone/Dietenheim il 30gennaio 2011, ved. DiMaria Mair e padre di trefigli.

«Il giorno 21 dicembre2010 si è spenta serenamentea Bolzano, tornando alla casadel Padre Elvira Frena dianni 80. Il tuo sorriso e il tuoamore rimarranno per sem-pre nei nostri cuori».

Fuori parrocchia:

En ricordo de VitoPer scomenzè scusa se te dai del tima de te da del voi te m ave proibì

Le ruà el secondo istàche no te vedòn pi a pasàavaron dasen da azetàchel che el Signor a destinà.

No podon nia desmentièquant ben che te ias volù a tuo Paise el gran laor che t as fat per lasè na somenza de tue raìs

Con umiltà tas dagnora laurà publicaziogn de ogni sortt as sapu fa Mi te recorde encora tosàtscrupolòs e volontadife proprio sa Pontt ave tuo paradìs

Per ji a scola no te sparagnave en te la solama fin che no t ave capì fastide te devacanche ogni di la maestra otà pagina la volèva

Sti agn co te vedeve a pasàpensave proprio quante ote sto Vito lapagina avaralo girà

Proprio via da albinate te godeve la pasforse secada se da chele crepese destacava calche sas.

Solo co ruava Checo e la Ninaa se pee l’aiva per para ju el zigherte coreve ai didàe te molave tuoi liber

El bosc da la crepa te piaseva contemplàdai pez ai lares ai pinch,da la savina al jenevera duce l suo valor te save i dà

I vege i vif de ricordi e i e contenc che en te tua cortina tes tornàe co i pasa davant viade cuor en saludo i te dà

L eva en an bel come el soll è nasù òt tosac via Col!La Daniela l è capitadaultima de na gran coàda,e co granda l è vignùdain Svizzera la se ne suda.La Florinda bionda de Posauzla ruava stràca fòra dei Vauz;l à incontrà el suo “grande amore”a le Terme de Salsomaggiore!Osvaldo nasù l è albergatore prèst l a ciot su suo bon laor,sun Pordoi d istà e d invarnol se lasa scampà en afar!E per Cleto l eva duraco i voleva “bela scritura”!Po l è vignù en brao artesane l se n è su incesà a Bolzan.Da Pont vigniva Paolo Masocco

che n ta Còl s a fermà pocopi dalonz de duc l è ruà,valc ote el torna a saludà.Giorgio e l ava longia e belada Costauta con sua cartela!L eva da gusto che no se dise l Signor l a volù sun Paradis.Paolo de Pio l a rais a Col,l a fat la cèsa e sen si el no vol,l a la botega de ciauzarcusì on incia en caligàr!Sé sa ben, la Teresa da Tiela zerciàva da spès compagnìe,a si a scòla i a piasùe la no n a pii lasè su.Duc auna, na bela clasecon os alegre, aute o base,an valgune n on combinàne piase se tornà a ciatà!!!

A Teresa da TieA un anno dalla sua dipartita

Voglio ricordarla pubblicando i versi di una poesia da lei scritta e dedicata adognuno di noi in occasione della festa dei 40 anni. Anno 1994! Ciao Teresa!

Florinda Dariz

1954

COMUNITÀ IN CAMMINOMatrimonio:20111. Il 15 gennaio si sono uniti

in matrimonio nella chie-sa di S. Lucia MazzettoGianmaria, da Ospeda-letto Euganeo (PD), ePavan Valentina, da Este(PD).

Fuori parrocchia:

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Parrocchia di Arabba

LA LUCE DI PASQUAÈ domenica. Sono due

giorni che le campane nonsuonano.

Nessun segnale almattino. Nessun segnale amezzogiorno. Nessun se-gnale neppure la sera.

Le campane ci fanno com-pagnia, la loro voce è comequella di uno di famiglia.Anche dopo anni di lonta-nanza, appena la loro vocegiunge agli orecchi di chi siera allontanato, il cuore sus-sulta.

È la voce che ha accompa-gnato la giornata. Sono lecampane che hanno suonatoper annunciare l’annonuovo. Le campane chehanno suonato per i mo-menti lieti. Che hanno sa-lutato gli sposi novelli.Quelle che hanno suonatoad ogni festa. Le campaneche hanno suonato per lanostra prima Comunione eper la nostra Cresima. Maanche quelle che hanno sa-lutato per l’ultima volta lepersone a noi care, tantoamate.

È domenica di Pasqua, e fi-nalmente le campanesuonano di nuovo.

Il loro suono sembraancora più festoso e gioioso.

Esse salutano la risurre-zione di Gesù.

Esse ci dicono: “Rallegrati!Oggi è festa grande per tutti

perché Cristo è risorto...”.Negli anni della Grande

Guerra ogni campana erastata requisita. Buttata giùdal campanile, spezzata eportata in fonderia per farnecannoni. Il bronzo benedettoe consacrato, il bronzo cheaveva salutato gli eventi lietie tristi della vita dei nostriavi era stato distrutto, can-cellato, e trasformato in stru-mento di morte.

Finita la Guerra, nuova-mente i cannoni furono fusi eritrasformati in campane.Esse ritornarono al loroposto. La loro voce non erapiù quella di prima, ma illoro suono tornò a regolare ilgiorno, la notte, le feste, legioie e i dolori.

Le campane che tacciono epoi risuonano, fanno ri-vivere non solo la morte e larisurrezione di Cristo, masuonano per risvegliare inciascuno di noi quella vitanuova.

Ciascuno di noi ha i suoilati di ombra, di peccato, ditenebre.

Esse ci accompagnanosempre per tutto il corsodella nostra vita. Cercare distaccarle da noi come se mi-serie, peccati, difetti, nonfossero nostri sarebbe comecercare di staccarsi dallanostra ombra. Nessunopotrà mai riuscirci!

I nostri difetti fanno partedi noi, della nostra vita, dellanostra storia personale. Ce liportiamo dietro dall’in-fanzia, dalla giovinezza.Sono parte delle nostre espe-rienze.

Quando cerchiamo dinegare tutto questo, di darela colpa agli altri, alle situa-zioni passate o presenti, ca-diamo nella menzogna, nelridicolo. Perché noi siamoanche i nostri limiti. Nonsiamo perfetti.

Gesù risorto non è sempli-cemente tornato in vita.

La nostra risurrezionenon sarà semplicemente ri-tornare vivi.

La nostra risurrezionesarà diventare nuovecreature.

La Pasqua ci ricorda cheGesù è la vita nuova pro-messa anche a ciascuno dinoi.

La risurrezione di Gesù èla luce che è talmente forte dafar sparire ogni ombra.

Ma per entrare in quellaluce occorre guardare laluce. Non la nostra ombra.Occorre fidarsi che quellaluce è una luce benevola, unaluce che ci passa da parte a

parte. Ci attraversa il cuore,la mente, le profondità piùnascoste della nostra anima,della nostra storia.

Mettersi sotto la luce diCristo risorto è come usciredall’ombra gelida dell’in-verno, che ci aveva quasibloccato i movimenti permetterci sotto il calore dellaluce del Sole che è Cristo Ri-sorto. Il nostro corpo siscalda. Il calore ci penetra finnelle ossa non siamo noi agenerare quel calore. È ilSole. Così è anche per lanostra anima che esce dal-l’ombra del peccato per met-tersi alla luce di Cristo.Certo, occorre fare un passoverso la luce. Fidarsi dellaluce. Farsi avvolgere dallaluce.

La vita nuova giunge a noicol primo passo. Pasqua èpassare dal freddo delleombre, al calore della Lucedi Dio. Lasciamoci prendereper mano dal Signore e ap-profittiamo della grazia deiSacramenti per sentireanche in noi le campane chesuonano a festa, non solo persalutare la risurrezione diCristo, ma la nostra vitanuova!

Il cero pasquale: la luce di Cristo che rompe le tenebre. La Vita chevince la morte. La Speranza che vince la disperazione e la paura delfuturo: Cristo risorge, ALLELUJA!!BONA PASCA A DUC!

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Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0033 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,53 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK

«Le nuove del Pais» 33

DOMENICA DELL’OLIVO 17 aprile Festa del Ringraziamento (ore 18)

Ore 8.00 ORNELLA9.15 RENAZ

10.30 ARABBA18.00 ARABBA

Lunedì santo ARABBAOre 16.00 adorazione eucaristica

17.00 Santa Messa

Martedì santo ARABBAOre 16.00 adorazione eucaristica

17.00 Santa Messa

Mercoledì santo ARABBAOre 16.00 adorazione eucaristica

17.00 Santa Messa20.00 Confessioni

Giovedì santo BELLUNOOre 9.00 Concelebrazione solenne col Vescovo

Giovedì santo ARABBAOre 20.00 Messa nella Cena del Signore

(offerta del pane per amor di Dio)

Venerdì santo ARABBAOre 15.00 Liturgia del Venerdì santo

(offerta per la Terra Santa)

Venerdì santo da MASAREI a CHERZOre 20.30 Via Crucis per tutto Fodom

Sabato santo ARABBAConfessioni nelle curazie e ad ArabbaOre 20.30 Veglia pasquale

DOMENICA DI PASQUA 24 aprileBenedizione dei cibi pasquali e uovaOre 8.00 ORNELLA

9.00 RENAZ10.30 ARABBA18.00 ARABBA

Lunedì dell’Angelo 25 aprile

Ore 8.00 ORNELLA9.00 RENAZ

10.30 ARABBA

Orario Feste Pasquali 2011 Arabba/RebaNovitè/News

DIC DA N VIADE / DETTI DI UNA VOLTA

Traduzione: Quando sivedono macchie di terreno suipendii del Burz, si può andare alavorare la campagna.

Una delle prime zoneesposte al sole, col conse-guente veloce scioglimen-to della neve sono i prati situa-ti sotto la frazione di Varda.Infatti, la maggioranza deicontadini di Arabba avevadiversi campi in questa zo-na.

Mia madre, Pierina de Jàn siricorda che la vigilia di S.Giu-seppe (18 marzo del 1944), lafamiglia “De chi de Piere”aveva già arato il campo.

“L temp de lasetemana grassalé come cäl de lasetemana Sänta,coscita lé l tempde l’aisciudae coscìsarà l auton!”

Queste erano le previsioni alungo termine di una volta,senza internet e senza satelliti.

Mostradel Caravaggio

Nella sala parrocchiale diBolzano Bellunese è possibilevisitare la mostra “L’urlo e laLuce”, un’esposizione cheospita delle riproduzioni foto-grafiche di opere del Cara-

La Pasqua portacon sé anche la visitaannuale del parrocoalle famiglie: si co-mincerà da Cold’Ornella, per scen-dere verso Pè d’Or-nella; poi da Fosselfino al Forte e Ruaz,Renaz, Cherz e Al-fauro. Per ultimoVarda e Arabba.

Le visite sarannomattina e pomeriggioe dureranno circa tresettimane (da mar-tedì di Pasqua fino ametà maggio).

“Cänche Burzl sbuja, lé ora de pié fòra”

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34 «Le nuove del Pais»

vaggio. Il progetto espositivo èfrutto del lavoro di ricerca delProf. Roberto Filippetti, ilquale è stato presente all’inau-gurazione ed ha spiegato ai vi-sitatori diversi aspetti e sim-boli della pittura di Caravag-gio.

Durante l’apertura dellamostra è possibile assiste-re alle visite guidate, grazie al-l’impegno di numerosi vo-lontari.

Come parte integrante dellamostra è presente un dipinto diuna Madonnna con Bambino,il quale è stato comissionatoper l’evento a Gabriele Grones,ed esposto in una cappellaadiacente alla sala espositiva.

La mostra rimane apertafino al 17 aprile 2011, dalle ore16 alle ore 19, chiuso il lunedì.

Coro Parrocchialedi Arabba

Il coro parrocchiale diArabba è sempre presente contutti i componenti in tutte le oc-casioni: vigilie, feste natalizie,Pasqua...

Un augurio di buona Pasquae anche di doveroso ringrazia-mento a tutti i cantori che connon poco sacrificio sonosempre presenti alle prove condon Vito.

Sempre bravo anche il suo-natore Diego De Tomaso checon grande tenacia diventasempre più esperto.

Si attendono sempre volen-tieri voci nuove o chi avessepassione e gioia per il canto.

FestaDel RingraziamentoQuest’anno, la festa del Rin-graziamento si terrà domenica17 aprile alle ore 18.00 pressola chiesa parrocchiale diArabba.

Appuntamento per ringra-ziare il Signore della stagioneinvernale che ha portato a tuttilavoro, soddisfazione e be-nessere.

Al termine della celebra-zione, ognuno riceverà unpiccolo pensiero dell’evento.

Novità da FodomPer chi che rua “da sot n su”

per vegnì en tà Fodom, i seembat en te doi cartiei che itoma delongo en tel ogle.

Un lé Al Fèver sun cèsa deBatista de Uliana che el recla-mizza e el fèsc vedei la nuovacostruzion del “Villaggio Sella-ronda” che vignarà costruìverso rù, sot Al Fèver per fè sucèse per foresti e apartamencda väne. Cäst sarà el davegnìde Fodom.

N auter cartel lé cäl sot a lafunivia de Chäl Väsco che l re-clamizza l nuof logo “Porta Ve-scovo Dolomiti Resort”.

Snow ParkIn primavera verrà data la

priorità ai lavori per la realizza-zione dello “snowpark” vicinoal Plan Boè. Si dovrà aspettareancora un po’ per la costru-zione del rifugio del Burz chenon verrà realizzato per l’estatecome programmato.

Libri NovitàRecentemente sono usciti

due libri di particolare inte-resse: “I segni del sacro nelletradizioni ladine” di LucianaPalla e “Le memorie di un in-correggibile sbrigliato” diAngelo Tajani.

Il primo libro cataloga ed il-lustra tutti i crocefissi e simbolisacri presenti nella Valle diFodom e di Colle Santa Lucia.Tutto questo grazie al lavoroscrupoloso di ricerca di Lu-ciana Palla.

Il secondo libro racconta levicende di un meridionale cheparte da Amalfi per andare a la-vorare ad Arabba.

Racconta anche diversiaspetti della vita del paese vistida una persona che si è saputainserire in una realtà per luilontana.

Divertenti anche gli aned-doti di vita che si svolgevanoattorno all’Hotel Posta diArabba.

Goffredo Dander

Il cesto pasquale: una bella tradizione vuole che nel giorno di Pasquasi portino in chiesa a benedire le uova e il cibo che si consumerannonel giorno più solenne dell’anno, che ci richiama alla gioia e alla Vitanuova in Cristo e nella Chiesa!

Arabba, 5 marzo 2011: i cinque bambini della prima confessione,Yuri Costa da Pezzei, Elena Demattia da Alfauro, Isabel Crepaz daPè d’Ornella, Giada Bandiera da Ruaz e Arianna Dorigo da Arabba:riceveranno la prima Comunione domenica 8 maggio 2011.

MATRIMONinessuno

MORTI

nessuno

BATTESIMI

ALESSANDRO FEDELI,di Aldo e Barbara Pra, natoa Belluno l’8 giugno 2010,da Paluacia di Arabba, bat-tezzato il 27 marzo 2011.

LA VOCE DEI REGISTRI(gennaio - marzo 2011)

Arabba, 27 marzo 2011: Battesimo di Alessandro Fedeli.

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«Le nuove del Pais» 35

Urbanistica

San Giuseppeal Centro Servizi per anziani

Il 19 marzo, festa di SanGiuseppe, è per noi dellaCasa di riposo da sempre unagiornata molto sentita e par-tecipata. Il Santo che ricor-diamo in questa data, vegliasu di noi quotidianamente,ci protegge e rende la dimoradei nostri anziani un luogosicuro e accogliente.

Come ogni anno non èmancata l’attesa per il pre-

È stata approvata, con grande im-pegno dell’amministrazione e dei tecniciuna variante parziale al P.R.G. finalizzataalle “zone agricole”, che consentirà di co-struire le stalle anche a quote superiori ai1600m, opportunità finora impedita daun’assurda scelta urbanistica Regionale.Alla seduta consigliare del 09/03/2011,su invito del Sindaco, il dott.arch. MauroDE CONZ (Studio associato Planning, re-dattore degli elaborati) ha illustrato neiparticolari la variante, precisando che èuna variante “pilota”, prima in assolutonella Regione Veneto, e che la stessa, conrelativa informatizzazione, è un lavoronon fine a se stesso ma in funzione anchedel futuro PATI.

L’approvazione della variante soprac-citata, ha permesso di concedere a Cri-stian Grones il diritto di superficie per ca5380mq e per una durata di 99 anni inlocalità Costa de Besadoura, (fra Arabba ePasso Campolongo a quota 1770m ca)per costruirvi una struttura agricola constalla ed eventuale punto vendita direttadei relativi prodotti.Turismo

Riconosciuto ufficialmente, con il pa-trocinio del Comune, il nuovo Logo del-l’area turistica del comune di Livinal-longo, “Arabba Fodom Dolo-mites”.Caratteristichedel logo proposto:

Il logo, visto nel suo insieme inscin-dibile;

● Con la “A” sinuosa a simboleggiarele nostre Dolomiti, le loro pareti verticali, iloro ripidi pendii, la loro altitudineestrema che haportato il con-sorzio Dolomitisu-perski a definire lanostra area turi-stica con la deno-minazione“HEIGHT”, quota, altitudine, cima... ap-punto, alto. Una “A” di amore per il nostroterritorio, e per le Dolomiti;● Il trinomio Arabba - Fodom - Dolomitesvuole abbracciare tutto il territorio co-munale sotto un unico, forte e ricono-scibile elemento identificativo.

Il nuovo Logo sostituisce di fatto ilvecchio logo “Terre dell’orso”, ed è auspi-cabile che venga utilizzato il più possibilecome simbolo identificativo della località,da gran parte delle attività che operanonel Comune di Livinallongo, in particolaresui prodotti tipici locali.Varie

Sono riconfermate per l’anno 2011,l’aliquota dell’addizionale comunale all’IRPEF nella misura dello 0.4%, per l’ICIl’aliquota ordinaria rimane al 7%, l’ali-quota ridotta al 4% per le unita immobi-liari ad uso abitazione principale, fieniliad uso agricolo, ecc. così pure la detra-zione per l’abitazione principale è ricon-fermata in 227.00 euro.

D. Maurizio

NOTIZIE DAL COMUNE

libato pranzo preparatodal cuoco Carlo Roilo, chein ogni occasione si di-stingue per amore, passionee grande professionalità nelsuo lavoro, trasformando unmomento di piacere in unmomento ricercato dove latradizione culinaria delluogo si sposa con la magiadelle sue mani.

Il momento di riflessionee preghiera amministratodal nostro parroco don Al-fredo Murer e reso solennedal coro parrocchiale diPieve, ha saputo cogliere i

disagi di una società com-plessa come la nostra, acco-glierne la sofferenza e le diffi-coltà quotidiane.

Parole profonde delnostro sacerdote hanno poisupportato i fedeli presenti,donando loro coraggio, pa-zienza e fiducia nel futuro,aiutandoli ad accettare conserenità il susseguirsi deglieventi della vita, frutto di un

disegno oltre la nostraumana capacità di com-prensione, ma proprio perquesto unico e straordi-nario.

Come ogni anno questoevento ci unisce nel diregrazie al padre fondatore diquesta struttura, Don ElioGhiretti, un grazie che si ir-radia a tutti i padri delmondo nella speranza di unaloro presenza sempre sicurae virtuosa, che con coloriforti illumina e accompagnala strada dei nostri bimbi nelfuturo.

Un abbraccio sincero atutti i partecipanti, che conla loro presenza rendonogioiosa questa casa e semprerinnovata nello spirito so-lidale che l’ha sempre carat-terizzata.

Gloria Micheluzzi

Direttore don Alfredo Murerresponsabile ai sensi di legge

don Lorenzo SpertiIscr. Tribunale

di Belluno n. 4/82

Stampa Tipografia Piave Srl - Belluno

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36 «Le nuove del Pais»

OFFERTE(fino al 22 marzo)

Per la chiesa e le opere parrocchiali

In mem. Moè Felicita, il maritoFederico e famiglia; Testor Rita nel45o di Matrimonio, Canazei; DagaiRolando, Brusaporto; Boscaini Ro-salba, Bosco Chiesanuova; PallaAntonio, Alleghe; Crepaz MariaPia, Trento; P. A. (missioni), Do-glioni Leonisio, Feltre; ManzatoAlessio e Nevis; Pellegrini RosaPalla; Impianti Pordoi; N. N.

Per il riscaldamento: FederaPaola; Grones Anna; Testor Elio; N.N.; Delmonego Aldo; Coro Fem-minile Col di Lana; molte altre fa-miglie in occasione della benedi-zione delle case. Per il restauro dell’organoMascioni

De Battista Ugo e Giacinta; De-lazer Anna, Ortisei; don Alfredo;Crepaz Paolino; Foppa Anna;

Uscite: primo acconto per re-stauro dell’organo alla Ditta Ma-scioni: 11. 000, 00 euro. Offerte varie

Pastorale Diocesana (180); Per lavenuta del Papa nel Veneto (220). Chiesa di Andraz

Pezzei Sabrina, San Cassiano;Franco Demaldè, San Secondo;Anna Crepaz; Roncat Cecilia; di-verse famiglie in occasione visitaannuale; Chiesa di Digonera

Daurù Giuseppe, Calalzo; DelleaRoberto; De Lazzer Paola (risc.);Bellenzier Giovanni (risc.), Al-leghe; De Cassan Margherita; le fa-miglie in occasione della benedi-zione; Chiesa di Larzonei

Martini Rita e Alessio; BeatriceGabrielli; Delunardo Hannelore; Per il bollettino

Casaril Luigina; Vallazza Ada,BL; Bizzarini Pierfrancesco, Bl;Dalvit Cecilia, Vittorio V.; Toma-selli Rita, Canale A.; Vallazza An-namaria, Gravellona Toce; RigoMaria, Frangarto; Roilo Maria Pia,Canale; Alverà Giuseppe, Cortina;Dorigo Antonio; Dorigo Primo, Bl;Corazza Liberale, Zoldo; PallaMilio, Boscariz; Vallazza MariaLodovina, Vimercate; Soia Dino,Caviola; Pallua Remigio, Ortisei;Perucon Burrei Nadilla, Cortina; DeCassan Cassiano, Laste; DorigoElvira, Lagundo; Battistella Dina,Merano; Finazzer Bruno, Siusi;Testor Croce Rita, Canazei; DavareGiuliana, Selva Cadore; CostantinAntonio, Zoldo; De Lazzer Santo,Rocca; Testor Rosa, Leggiuno (Va),Delazer Liliana, Cinisello Balsamo;Grandesso Marcello, Arino-Dolo;Dorigo Augusta, Vicenza; DemattiaHans, Bz; Sief Paolina, Roana;Frena Eduard, Bz; Bassot Delfina,Penia-Canazei; fam. Soratroi, Bl;fam. Bassot, Rocca; De Carli Irene;Soppelsa Roberto e Pia, Listolade;Palla Antonio, Alleghe; TestorPierina, Canazei; Palla Giovanni, S.Vito C.; Dorigo Ernesto, Burolo(To); Moè Viviana, Cencenighe;Costantini Renata, Agordo; De-march Angelica, Levico Terme;Callegari M. Teresa, Campi Bi-

sanzio; De Grandi Maria, Casal-moiocco; Martignon Bianca, Pre-ganziol; CPM.; Daberto Simonetta,Lecce; Daberto Lidia; MussnerAnna Crepaz, Selva VG; Correg-giolo Lasta Gabriella, Ferrara; Troidott. Carlo, Bressanone; Jori Al-fredo, Corvara; fam. Crepaz, SanGregorio; Crepaz Livia, Bolzano;Pauletti Antonio, Feltre; BagnaraGasparino, Vallada; Delazer MariaElsa, Merano; Bulferetti Pietro,Ponte di Legno; Delazer MariaMaddalena, Bolzano; Simonetta;Crepaz Paola, Belluno; Testor Gio-vanni, Abano Terme; De CassanSilvia, Selva VG; De Lazzer Giusy;Angiol Emma; Devich Sergio, S.Vito Cadore; Denicolò Carmen;Pallua Lidia, Buenos Aires (Ar-gentina); Roilo Enrico, Fortezza;Palla Ghita, Valmontone; ColleselliEugenio, Corvara; Rita Sorarui,Ziano; Masarei Renato; DalvitPaolo, Padova; Enrich Irma e figlie;Davare Pietro, Pian Falzarego;Testor Renata, Treviso; De ToffolSilvio, Vallada; Crepaz Silvano;Lot Maria; Lino Soratroi; Raffaellae Erika; Morandi Giampietro,Marzio; Gabrielli Cammillo,Cortina; Da Pian Ada, Caprile;Fantini Franco, Modena; FerrarioRomano, Arcore; Crepaz Ernesto,Gardone; Crepaz Alberto, Corvara;Foppa Claudio, Capriana; DagaiRolando, Brusaporto; Sief Fio-renzo, Fanano; Irsara Lucia,Bolzano; Lezuo Rita; Lang Se-verina, Laion; Reberschak Mau-rizio, Venezia; Vallazza Giuseppe,Laives; Jori Giancarlo, Trodena;Palla Flaviano, Saviner; NerinaBassot, Rocca; Scagnet Gemma,Visome; Dezulian Gina, Bolzano;Delunardo Ivo, Milano; FederaPaolino, Ortisei; Dibona Quirina,Nicolosi; Gattolin Nicola, Verona;Bernardi Attilio, Laives; DemaldèFranco, San Secondo; FontaniveLuigina, Caviola; De CassanSandro e Rosa; Splendore A. Maria,Vicenza; fam Sottil, Brescia; DagaiModesto, Trento; Dagai Ernesta,Cles; Sweigkofler Antonio, Ora;Montel Giovanni, Bolzano; Quel-lacasa Irene, Fai della Paganella;Chenet Agnese, Cortina; BassotNevio; Murer Marina; Palla Marta,Villorba; Zanella Cristina, Feltre;Maria Luisa Icardi, Laives;Avoscan Francesco, Avoscan; Del-fauro Maria Lucia, Bologna; BertòRenato e Speccher, Trento; CeredaAnna M, Cassago Brianza; De-tomaso M. Frida, Cortina; De NadaiLucia, San Fior; fam. TreboCarmen; Andreazza Pezzei MariaAnna, Caprile; Dariz Maria Grazia-Claudia; Delunardo Eugenio; FaberLeopoldo e Loredana; AngeliBrigida, Selva; Vallazza Stefano;Angelo e Anna Dagai; Foppa Paolo,Belluno; Delfauro Jolanda, Bore(PR).

Uscite: per stampa e spedizionedel numero 1/2011: euro 2.460,73dei quali 1.764,95 per la parrocchiadi Pieve; il resto per Arabba.

Nota: ringrazio vivamente le nu-merose persone che hanno inviatoofferte per il bollettino e per lechiese, in particolare quelli chehanno preso a cuore il restauro del-l’Organo della chiesa di Pieve, fa-cendomi arrivare i primi contributi.

NATI

1) Davare Luca (Alfauro) nato a Brunico il 07/02/2011.

MORTI

1) Martini Candida Maria(Svizzera) nata ad Ornella il08/01/1926 e deceduta aKloten/Zurigo il 29/01/2011,vedova di Ferrer Alfredo,madre di 3 figlie.

2) Foppa Delia (Appiano/BZ)nata a Brenta il 05/01/1936 edeceduta a Bolzano il 29/01/2011, vedova di GalvanPierino, madre di due figli.

3) Dagai Maria Antonietta(Corvara/BZ) nata a Salesei il26/09/1933 e deceduta aBrunico (BZ) il 02/02/2011, co-niugata con Iori Alfredo,madre di otto figli.

4) Rudatis Serio (Saviner diLaste) nato a Rocca Pietore il31/07/1936 ed ivi deceduto il01/02/2011, coniugato con De-march Maria Teresa, padre didue figlie.

5) De Grandi Danilo (Mas diSedico) nato a Laste il 15/12/1953 e deceduto a Trieste il24/02/2011, coniugato con Ca-gnati Anna, padre di due fi-glie.

6) Palla Veronica (Corte) nata aCorte il 05/06/1924 e decedutaa Valmontone (Roma) il 28/02/2011, madre di una figlia.

7) Testor Ottavio Albino (Ger-mania) nato ad Agai il 06/11/1937 e deceduto a Lipp-stadt (D) il 18/03/2011, ce-libe.

8) Pezzei Giacomina “Bina”(Roncat) nata a Campo Tu-res (Bz) l’1.08.1918, deceduta aPieve di Cadore l’01.04.2011,ved. di Roncat Michele, madredi cinque figli di cui uno morto.

ANAGRAFE