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con il patrocinio di Scelta del microfono, pag. 12 Analisi e composizione, pag. 13 Geometria musicale, pag. 14 Paradiddle nel funky, pag. 15 Lettere al direttore, pag. 3 Note Legali: il diritto d’autore e la SIAE, pag. 16 Riflessioni sulla musica, pag. 17 Il rumore viola: Guida ai negozi di musica pt.2, pag. 18 La Rubrikazza: Esperienza, pag. 19 La voce dei lettori: Nevermind, l’ultimo terremoto pag. 20 La voce dei lettori: Evoluzione chiavi musicali, pag. 21 Let’s play!, pag. 23 Dove eravamo, pagg. 4-5 Sede di Gazzada Schianno, pagg. 6-7 Music Secrets è anche a Treviglio, pagg. 8-9 Dedolor , pagg. 10-11 Nuovo appuntamento con Mi Fa Musica, tanti ar- gomenti e novità: una ricca sezione vi informerà sulle manifestazioni a cui Music Secrets ha parteci- pato con successo negli ultimi mesi, oltre che sulle iniziative delle sedi distaccate di Gazzada Schian- no e delle nuove arrivate Treviglio e Turate. In que- sto numero inoltre troverete non solo consolidate rubriche come Note Legali e Il rumore viola o la nuova nata Rubrikazza, ma anche novità come Riflessioni sulla musica; spazio infine per La voce dei lettori, che offre un divertente e curioso artico- lo sulle chiavi musicali e una riflessione sull’anniver- sario di un disco che ha senz’altro segnato la storia più recente della musica. Un’importante novità è la pagina dedicata a Lettere al direttore, oppor- tunità per intraprendere un dialogo diretto con i nostri lettori. Comune di GAVIRATE Music Secrets People @ “Abbracciamo il Lago 2011” Apriamo con questo numero una serie di brevi ar- ticoli sulla storia della musica. Certo, niente di così impegnativo da richiedere decine di pagine, piut- tosto alcune riflessioni sulle tappe più significative della musica attraverso i tempi, le condizioni cultu- rali, sociali e magari anche ambientali. Ci sembra interessante, per esempio, confrontare la nostra storia con quella di altri popoli e altri luoghi, cer- care di comprenderne le differenze, i significati, la diversa evoluzione. Così come è di sicuro interes- se cercare di capire le ragioni e le condizioni che hanno portato, ad esempio, alla nascita del rock o altre forme musicali moderne... Insomma cer- cheremo di dare un assaggio di diversi argomenti al fine di stimolare culturalmente l’allievo alle pri- me armi, come anche l’insegnante che desidera contribuire con le proprie considerazioni ed espe- rienze... Riflessioni sulla musica ...prosegue a pag. 17 Giornale dell’Associazione Culturale Music Secrets - Dicembre 2011 MANIFESTAZIONI & EVENTI SEZIONE DIDATTICA RUBRICHE GIOCHI & TEMPO LIBERO

Mi Fa Musica n.7

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Rivista trimestrale dell'Associazione Culturale Music Secrets

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Page 1: Mi Fa Musica n.7

con il patrocinio di

Scelta del microfono, pag. 12Analisi e composizione, pag. 13Geometria musicale, pag. 14Paradiddle nel funky, pag. 15

Lettere al direttore, pag. 3Note Legali: il diritto d’autore e la SIAE, pag. 16Riflessioni sulla musica, pag. 17Il rumore viola: Guida ai negozi di musica pt.2, pag. 18La Rubrikazza: Esperienza, pag. 19La voce dei lettori: Nevermind, l’ultimo terremoto pag. 20La voce dei lettori: Evoluzione chiavi musicali, pag. 21

Let’s play!, pag. 23

Dove eravamo, pagg. 4-5Sede di Gazzada Schianno, pagg. 6-7Music Secrets è anche a Treviglio, pagg. 8-9Dedolor, pagg. 10-11

Nuovo appuntamento con Mi Fa Musica, tanti ar-gomenti e novità: una ricca sezione vi informerà sulle manifestazioni a cui Music Secrets ha parteci-pato con successo negli ultimi mesi, oltre che sulle iniziative delle sedi distaccate di Gazzada Schian-no e delle nuove arrivate Treviglio e Turate. In que-sto numero inoltre troverete non solo consolidate rubriche come Note Legali e Il rumore viola o la nuova nata Rubrikazza, ma anche novità come Riflessioni sulla musica; spazio infine per La voce dei lettori, che offre un divertente e curioso artico-lo sulle chiavi musicali e una riflessione sull’anniver-sario di un disco che ha senz’altro segnato la storia più recente della musica. Un’importante novità è la pagina dedicata a Lettere al direttore, oppor-tunità per intraprendere un dialogo diretto con i nostri lettori.

Comune diGAVIRATE

Music Secrets People @ “Abbracciamo il Lago 2011”

Apriamo con questo numero una serie di brevi ar-ticoli sulla storia della musica. Certo, niente di così impegnativo da richiedere decine di pagine, piut-tosto alcune riflessioni sulle tappe più significative della musica attraverso i tempi, le condizioni cultu-rali, sociali e magari anche ambientali. Ci sembra interessante, per esempio, confrontare la nostra storia con quella di altri popoli e altri luoghi, cer-care di comprenderne le differenze, i significati, la diversa evoluzione. Così come è di sicuro interes-se cercare di capire le ragioni e le condizioni che hanno portato, ad esempio, alla nascita del rock o altre forme musicali moderne... Insomma cer-cheremo di dare un assaggio di diversi argomenti al fine di stimolare culturalmente l’allievo alle pri-me armi, come anche l’insegnante che desidera contribuire con le proprie considerazioni ed espe-rienze...

Riflessioni sulla musica

...prosegue a pag. 17

Giornale dell’Associazione Culturale Music Secrets - Dicembre 2011

MANIFESTAZIONI & EVENTI

SEZIONE DIDATTICA

RUBRICHE

GIOCHI & TEMPO LIBERO

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TUTTA COLPA DEL SISTEMA?di Paolo Anessi

Editore: Associazione Culturale Music SecretsVia Armino 5, 21026 Gavirate (Va) – tel/fax 0332 730738

www.musicsecrets.it

DIREZIONE EDITORIALE:Direttore: .................................. Paolo AnessiCapo redattrici: ........................ Elisa Luzardi ...................Simona GrassoTecnico software: ............... Marco LegnaniCorrettore: ....................... Davide Seravalle

Si ringraziano tutti gli Associati Music Secrets che hanno reso possibile la realizzazione di questo giornale.

l’editoriale del direttore

Cari lettori, nei numeri precedenti ho voluto sollevare qualche po-lemica circa la fruizione assai veloce e talvolta superfi-ciale della musica negli ultimi anni. E in questo numero non sono da meno, riguardo il modo di ‘fare’ musica moderno.Involontariamente, il progresso ci ha dato la possibi-lità di accedere a tutte le informazioni che ci servo-no sempre più rapidamente e senza limiti; ed è anche grazie a questo, che sempre più musicisti sono dediti al mondo delle cover (N.d.A: brani famosi eseguiti o rivisitati) fermandosi talvolta solo a queste.Ogni musicista sa (o dovrebbe sapere) quanto sia im-portante, per la propria crescita musicale, imparare dai grandi della musica, studiando brani che possano migliorare la tecnica sullo strumento e che facciano crescere il gusto e l’interpretazione personale. Non ci sarebbe nulla di male se, per praticare il proprio hob-by, ci si volesse fermare al piacere di riprodurre brani famosi.L’inciampo sta nel fatto che, troppo spesso, i musicisti (inteso come ‘praticanti dello strumento’) sollevino de-cine di critiche al sistema, che non riconosce e regola-menta il mondo della musica moderna, e ai gestori dei locali, reputandoli senza scrupoli e intenti solo ai loro interessi economici.Ricordo che, in quest’ultimo caso, si parla di esercizi commerciali, che utilizzano l’intrattenimento musicale solo per attirare clienti e vendere più consumazioni: non si tratta, quindi, di enti benefici o di gruppi di fi-lantropi che antepongono la musica a qualsiasi altro interesse economico. E’ bene quindi fare una dovuta riflessione.La cosa inquietante è però sentire come questi musi-cisti abbiano da ridire anche verso il pubblico, che, a loro dire, sarebbe ormai lobotomizzato e indotto a comprare e ad ascoltare semplicemente tutto ciò che passa il music business (ovvero l’industria discografica).Personalmente credo che ognuno debba fare i conti con se stesso; la musica induce a sognare, ma stare con i piedi per terra non vuol dire necessariamente smettere di sognare. Chi non ha mai immaginato di essere su un palco al fianco (…o al posto!) del proprio beniamino? La cover crea anche questa immagine e ci fa immedesimare in un personaggio che in realtà non siamo. E fin qui ancora niente di male!

Il mondo delle cover è necessario per imparare le canzoni, gestire il suono, salire su un palco e affron-tare l’emozione data dal pubblico; nell’assecondare il sistema e infoltire il proprio repertorio di brani, ecco però che blasonate cover band affiancano a grandi successi brani di dubbia qualità e valenza artistica.Sono quindi questi stessi musicisti che assecondano il sistema, rinunciando alla propria espressione artistica e a creare nuova musica. Suonare diventa, quindi, più un business che un’esigenza primaria data dalla no-stra passione.Cari musicisti, ma siamo sicuri che tutto questo ‘male della musica’ sia intorno a noi?Credo che la maggior parte di questi ‘praticanti del-lo strumento’ sia semplicemente in balia degli eventi, come saliti su un treno senza saperne la destinazione… dov’è il pulsante d’arresto?Ecco una soluzione: sedetevi, prendete il vostro stru-mento, carta e penna (oppure un Pc o Tablet) e scri-vete una canzone, un testo, una melodia… insomma, lasciate un vostro segno, anche se piccolo, e fatelo sentire!

TIRIAMO LE SOMME !La fine dell’anno comporta spesso delle riflessioni, su quello che si è fatto e su tutto quello che ancora resta da fare. Facendo una sorta di bilancio, quest’anno di cose ne abbiamo davvero fatte molte. Una di que-ste è sicuramente quella di aver incrementato le at-tività dell’Associazione, passando dall’organizzazione di eventi musicali (Note Nuove, Musica Inedita, As…Saggi Musicali) all’ampliamento e allo sviluppo di corsi di strumento individuali e collettivi: sono disponibili da quest’anno anche i corsi di flauto traverso e prope-deutica musicale per bambini.Music Secrets, da quando è iscritta alla SIAE come casa editrice, ha aperto le porte a produzioni musicali in studio di registrazione e all’editoria: è in arrivo, infat-ti, a cura del direttore Paolo Anessi e del liutaio Erich Perrotta, un libro dedicato ai suoni della chitarra jazz, che sarà il primo volume di una collana di libri didattici firmati Music Secrets, in uscita fra qualche tempo.Ma oltre all’incremento delle attività, l’Associazione si è ingrandita anche nel numero di sedi. Oltre a quella centrale di Gavirate, infatti, si è svilup-pata dapprima la nascita di una Music Secrets a Gaz-zada Schianno (pagg. 6-7) e in seguito ad Izano, in provincia di Crema, dedicata esclusivamente ai corsi di batteria a cura dell’insegnante Valentino Uberti. Ma da quest’anno esiste anche un distaccamento a Treviglio, gestito dal direttore e insegnante Giovanni Paquola, che si occupa di corsi di chitarra e musicote-rapia (pagg. 8-9).Un accordo interessante è stato raggiunto anche con il centro musica ‘Dedolor’ di Turate (CO), che in ag-giunta allo studio di registrazione e alle sale prova (ol-tre alle numerose attività svolte nel campo delle pro-duzioni musicali), da quest’anno si occupa anche di una sezione dedicata ai corsi di strumento, utilizzando i programmi di studio Music Secrets (pagg. 10-11). Insomma, tante le novità e le cose fatte…ma ne resta-no moltissime altre da fare!

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LETTERE AL DIRETTOREQuanto è bello poter dire la propria? Che soddisfa-zione dà esprimere il proprio consenso o dissenso riguardo tutto quello che capita? Internet, con tutti i suoi blog e social network, è la prova della volontà di urlare al mondo il proprio pensiero. E ancor più è gra-tificante ricevere pareri e riflessioni in risposta alle no-stre tesi, CONDIVIDERE (ormai lo vediamo tutti i giorni scritto sullo schermo del computer!) emozioni, deside-ri, dubbi e convinzioni. La redazione di Mi Fa Musica propone questo spazio per ritornare a considerare an-che la carta stampata come mezzo di comunicazione e appunto di ‘condivisione’ di quello che ci passa per … il pentagramma della mente! Già nei precedenti numeri coraggiosi lettori hanno arricchito le nostre pa-gine con esperienze, considerazioni e viaggi legati in qualche modo alla musica … ancora più bello sareb-be instaurare un dialogo, perché ci piace pensare che gli articoli fino ad ora pubblicati possano diventare spunti di riflessione e quindi fonte di domande, richie-ste più o meno tecniche o pareri. Ecco il pensiero di un lettore in risposta all’articolo del direttore del primo numero di Mi Fa Musica.

Caro direttore,pensavo di discutere un po’ con te di quella musica da ascoltare in silenzio, senza bricolage in corso e magari ad occhi chiusi, ma, prima, voglio raccontarti una sto-ria vera, che è capitata ad un “non addetto ai lavori” che di solito ascolta la musica che gli piace in quel momento, senza preoccuparsi di distinguere quella “bella” da quella “brutta”, forse senza neanche sape-re cos’è la musica. Finirò il mio racconto con qualche domanda... lì aspetto la tua risposta.Mi trovavo a visitare la moschea di Damasco e, sotto un portico, la mia attenzione si è fermata su una co-mitiva di pellegrini musulmani, provenienti dall’India. Già a guardarli da lontano erano affascinanti… seduti per terra… attentissimi alla predicazione dell’imam... i veli variopinti delle donne … i candidi koofi di pizzo e perline degli uomini... le lunghe barbe bianche dei vecchi… i volti scavati delle più anziane ...

Dopo un po’ li ho ritrovati, in un atrio vicino a un ingres-so in moschea, accovacciati tutt’intorno all’imam che in quel momento non stava più predicando, ma gui-dava la preghiera. Era una cantilena di poche parole, che veniva ripetuta dall’uomo ad intervalli regolari, e ad ogni ripetizione tutti, perfettamente sincronizzati, si percuotevano il petto con la mano destra e l’eco amplificava questo frastuono come il battere di tanti tamburi. La voce teneva la nota, sempre quella, il battito delle mani sul petto scandiva il tempo.

All’improvviso la voce è diventata sempre più forte, la nota sempre più alta fin quasi a diventare un grido stri-dulo, ed il ritmo ha cominciato ad aumentare, sempre più veloce, in un crescendo quasi esponenziale, fino a diventare un frastuono; poi, tutti insieme, immobili, muti, in un silenzio assordante, che sembrava non fi-nire mai… Io ed i miei familiari siamo rimasti attoniti, senza riuscire a muoverci ed a parlare, con gli occhi pieni di lacrime di commozione… direttore, ma quei pellegrini, che erano lì per pregare, pregavano o can-tavano? Quelle note, quei ritmi, erano musica? La mu-sica più bella è quella che ti penetra dentro, che ti fa sentire un brivido, che ti commuove, o è quell’altra?P.S. Se imbianchi la cucina con una musichetta di sot-tofondo i colori risultano più belli e ti cadono meno gocce sul pavimento... ma ne parliamo la prossima volta. A.D.

Caro Lettore,ti ringrazio per la tua domanda. Il mio monito era princi-palmente rivolto ad un musicista di questi tempi moder-ni, abituato a vivere sempre di corsa, divenendo spesso un distratto fruitore ed ascoltatore di musica, sempre in movimento ed impegnato a fare altro. Di conseguen-za, il consiglio di ascoltare la musica ad occhi chiusi è un suggerimento ‘tecnico’ che vuole spingerti oltre, fino ad arrivare a poterti tuffare appieno nell’emozione che la musica sa dare. Da qui mi collego ad un senso più ampio dell’ascolto della musica: la sua origine, il canto, dà la possibilità all’uomo di rafforzare il senso della pa-rola, tramite un testo che ha l’immenso potere di creare immagini; la melodia eleva la parola. Infatti, nella storia dell’uomo, musica e religione sono costantemente le-gate: ad esempio la musica indiana, si fonda da oltre 4000 anni sulla trasmissione orale.Qui il maestro è il padre che insegna al figlio la preghie-ra attraverso i 32 Raga (le principali stringhe ritmiche induiste, una sorta di corrispettivo del Rosario cattoli-co) e trovo stupefacente quanto sia in grado di creare emozioni sin da bambini. Crescendo, poi, siamo noi a mettere dei muri e dei pregiudizi che, per essere supe-rati, necessitano di classificazioni e regole: in effetti biso-gnerebbe ascoltare la musica con la primordiale inno-cenza di quando si è bambini, senza limitarsi nel voler ‘spiegare’ la musica, ma coltivandola in modo che sia una semplice cornice quotidiana per alcuni e ossigeno vitale per i più appassionati.Caro lettore, non cascare anche tu nel dividere in ‘que-sta o quella’ musica: essa è semplicemente in ognuno di noi e, come un vestito, ci calza addosso e accompa-gna ogni giorno della nostra vita.

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di Simona Grasso

DOVE ERAVAMOABBRACCIAMO IL LAGOSi tratta di una manifestazione che nelle scorse edizioni si è svolta a giugno, approfittando della bella stagione per favo-rire il più possibile l’afflusso di pubblico. Lo scopo? Tentare di entrare nel Guinness dei Primati con la catena umana più lunga del mondo, intorno al Lago di Varese: quindi, più persone, più probabilità di ottenere il record! Quest’anno l’evento era previsto, tra l’altro, in concomitanza della seconda edizione di Musica Inedi-ta (kermesse musicale per artisti emergenti, organizzata da Music Secrets in collaborazione con la Pro Gavirate). Purtroppo, per motivi organizzativi, l’abbraccio intorno al lago è stato rimandato a settembre e di conseguen-za anche la nostra manifestazione ne ha risentito. Ed eccoci a sabato 24 settembre, giorno in cui si svolge Abbracciamo il Lago 2011, ma ahimè, non si ritenterà il record: si è deciso di rimandarlo alla prossima edizio-ne, per mantenere vivo l’interesse per la manifestazione dopo varie prove fallite. Sicuramente, il clima settembrino e il mancato tentativo di entrare nel Guinness dei Primati hanno limitato l’af-flusso di pubblico rispetto alle precedenti edizioni. Ma questo, evidentemente, non ha scoraggiato gli organiz-zatori, che hanno proposto iniziative ed eventi nei paesi intorno al lago, fra cui i giochi pirotecnici, che rappre-sentano una piacevole tradizione per coppie e famiglie della zona.

A Gavirate, sul lungolago, Music Secrets ha allestito due punti musica, in cui si sono esibiti diversi musicisti: il duo jazz ‘Beatbop’ (Simona Grasso, voce/chitarra e Pao-lo Anessi, chitarra), il cantautore Alessandro Gregorini e parte della sua band in versione unplugged, il duo acustico ‘Less Is More’ (con Fabiana Sala e Matteo Pa-narese), il duo ‘Green Fairy Minstrel’ (Clarissa Guarneri e Marco Legnani) e gli ‘Acoustic Secrets’, con Elisa Luzar-di alla voce e Davide Seravalle alla chitarra. Considerando che l’unica vera attrazione della serata consisteva nei fuochi d’artificio, previsti tra l’altro per le ore 23, il pubblico presente già dalle prime ore serali ha approfittato dello stand gastronomico della Pro Gavi-rate per la cena e ha potuto passeggiare con tanta musica di sottofondo.

FESTA DELLE VETRINEGiovedì 22 settembre si è svolto il tradizionale Concorso delle Vetrine tra i commercianti gaviratesi. Si tratta di una manifestazione nata nel 1952, mantenuta e rinno-vata negli anni grazie alla ProGavirate, con il patroci-nio del Comune e dell’Ascom di Varese. Oltre settanta negozi del Centro Storico hanno allestito artisticamente le loro vetrine, ispirandosi ai tre temi proposti dall’orga-nizzazione: ‘L’Italia da 150 anni unita’, ‘Il mio lavoro un secolo fa’ e ‘Rosa d’autunno’. Al termine della serata sono state premiate le migliori vetrine, grazie al voto del pubblico espresso attraverso delle apposite cartoline.In questo contesto, che attira ogni anno grande pub-blico, Music Secrets ha allestito uno stand in cui si sono avvicendati vari musicisti con strumenti acustici, che hanno garantito un piacevole sottofondo musicale a tutti i passanti.

Tra le esibizioni, il duo Green Fairy Minstrel (formato da Clarissa Guarneri e Marco Legnani), che ha proposto brani celtici strumentali (chitarra e flauto) e brani canta-ti; Paolo Anessi, che ha improvvisato con la chitarra jazz su basi swing e latin ed infine Paolo Antoniazzi, che ha proposto diversi brani in fingerpicking (tecnica per chi-tarra acustica, nata verso la fine dell’ottocento e parti-colarmente simile agli arrangiamenti di pianoforte).

Manifestazioni ed eventiSEDE DI GAVIRATE

Paolo & Paolo

Fabiana & Matteo

Davide & Elisa

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DOVE ERAVAMOOTTOBRE CALDANESEL’Ottobre caldanse è nato oltre 25 anni orsono come evoluzione di un’umile e tradizionale castagnata di pa-ese destinata a qualche centinaio di persone, raggiun-gendo le dimensioni e le caratteristiche di un’impor-tante ed articolata manifestazione capace di attirare nelle quattro o cinque domeniche di Ottobre decine di migliaia di visitatori. La scintilla che ha fatto scattare la trasformazione da sagra di paese a manifestazione di importanza regionale (arrivano pullman di visitatori da Milano e province limitrofe) è stata l’introduzione di at-tività culturali, affiancate da un impeccabile servizio di ristoro ed incorniciate da un sempre simpatico mercati-no ricco di attività artigianali e di specialità gastronomi-che spesso legate al territorio.

Nelle sale della Società Operaia di Mutuo Soccorso dai primi anni ottanta si sono susseguite mostre e manifesta-zioni di vario genere: non sono mai mancate nel corso degli anni le caratteristiche mostre di funghi e di bonsai, ma per molti anni si sono alternate rassegne naturalisti-che di minerali, di insetti, di fossili, di pietre preziose, ac-compagnate da mostre degli hobbies con esposizioni delle collezioni più impensate. Nelle attività culturali del-la manifestazione era rimasto però un “buco” scoperto: la musica non era ancora arrivata in modo significativo a Caldana.

Quest’anno per la prima volta, Music Secrets si è pre-sentata, in punta di piedi, per cercare di colmare que-sta lacuna. Collaborando con gli organizzatori ha alle-stito, nell’atrio all’ingresso del salone delle mostre, una piccola esposizione di strumenti musicali, alternando strumenti etnici provenienti un po’ da tutto il mondo a strumenti tradizionali, a curiose riproduzioni di strumen-ti musicali in scala ridotta. Inoltre all’interno del salone, accompagnando le mostre che di domenica in dome-nica si susseguivano, Music Secrets ha allestito una mo-stra fotografica: il soggetto?

Le cantanti “Music Secrets”, che nel corso degli anni si sono esibite nelle varie manifestazioni organizzate dall’associazione, sono tante, sono brave e sono belle: attraverso le loro foto il fotografo è convinto di riuscire a “vedere” la musica oltre che a sentirla. Ma non è tutto. In un paio di occasioni, di domenica pomeriggio la mu-sica si è anche fatta sentire: Fabrizio, giovane chitarrista di dieci anni, ha incantato, con la sua bravura, i visita-tori che si avviavano all’ingresso del salone arrivando, a volte, a bloccare il traffico.E’ stato un buon inizio; speriamo, il prossimo anno di por-tare a Caldana un po’ più di musica a rallegrare la ma-nifestazione, magari anche portando l’esibizione della nascente “Music Secrets Marcing Band”.

SEDE DI GAVIRATE

Sala mostre della Società Operaia

Mostra fotografica: “Le cantanti Music Secrets”

Esposizione di strumenti musicali Esibizione di Fabrizio

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COSA BOLLE IN PENTOLA...di Paolo Nicora e Marco Legnani

CORSI DI PROPEDEUTICA MUSICALE

ESAMI DI PIANOFORTE E CHITARRA

Riccardo Barbiero Eleonora Bottini Andrea Midaglia

Monica Scarpelli Monica Fantin

PER BAMBINI ETA’ 4-8 ANNI

info sede di Gazzada Schianno

tel 3464755625

Tante le novità che bollono in pentola nella nostra sede: giornata di esami di pianoforte nell’ultimo weekend di ot-tobre: Monica Fantin, Eleonora Bottini, Riccardo Barbiero e Andrea Midaglia hanno brillantemente superato l’esame e conseguito l’attestato Lizard di primo livello SPM aggiun-gendosi quindi a Monica Scarpelli che ha conseguito il me-desimo attestato in chitarra classica nello scorso mese di maggio; altra novità è il corso di propedeutica musicale per bambini per cui stiamo raccogliendo le iscrizioni: il corso si terrà il sabato mattina con l’insegnante Clarissa Guarneri, recentemente diplomata in flauto traverso in conservatorio: durante il corso i bimbi avranno modo di conoscere il mondo della musica giocando con i ritmi attraverso attività fisiche e con la propria voce scoprendo i primi rudimenti del canto; infine vi informiamo che è attivo il corso di Flauto Traverso; le insegnanti saranno appunto la stessa Clarissa e Maria Taloni, già insegnante di pianoforte nella nostra sede;

Manifestazioni ed eventiSEDE DI GAZZADA SCHIANNO

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IL CIRCOLINO DELLE QUINTE

... ovvero il bar virtuale di Music Secrets

... apertura prevista dal prossimo numero di Mi Fa Musica!!!

COSA BOLLE IN PENTOLA...

Festa delle Associazioni 2011Anche quest’anno eravamo presenti alla festa delle associazioni di Gazzada Schianno tenutasi domenica 9 ottobre; è stata una bella occasione per passare un pomeriggio in compagnia di chi già frequenta la nostra associazione e per presentarci a chi, invece, ancora non conosce la nostra realtà; nell’arco della giornata ci siamo ovviamente occupati dell’intrattenimento musicale: si sono infatti esibiti ben cinque progetti acustici dei vari insegnanti: aprono le danze Paolo e Cristina, un duo nuovo di zecca che promette grandi cose; subito dopo Paolo e Simona ci avvolgono nelle armonie Jazz, mentre Matteo e Fabiana ci smuovono con ritmi pop-funky; chiudono la giornata i colori rock-blues di Davide ed Elisa e le atmosfere celtiche-medievali di Marco e Clarissa. Il pomeriggio è volato in un attimo, ringraziamo

tutti i presenti e vi diamo appuntamento alla festa del prossimo anno, buona musica a tutti!

Marco & Clarissa, GREEN FAIRY MINSTREL DUO

Fabiana & Teo, LESS IS MORE

Cristina & Paolo

Simona & Paolo, BEAT BOP DUO

Elisa & Davide, ACOUSTIC SECRETS

prossimamente su queste pagine...

SEDE DI GAZZADA SCHIANNO

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In pieno centro storico, e precisamente in via Scuole 7/a, da settembre si è aperta la nuova sede dell’Asso-ciazione. Si potrebbe dire che la musica (e ormai an-che Music Secrets…) è senza confini e arriva ovunque ci sia qualcuno disposto a suonare, ascoltare, impara-re, proporre idee. La qual cosa è sicuramente vera, pur dovendo il nostro Giovanni Paquola, responsabile per la sede della bassa bergamasca, mettercela davvero tutta per attirare l’attenzione. Questo infatti è un terri-torio dove diverse realtà hanno alle spalle storie anche abbastanza lunghe e significative di proposte musicali: i soggetti in campo sono più di qualcuno, sono agguerriti e vicini abbastanza da richiedere impegno e convinzio-ne ferrei a chi voglia oggi trovarsi uno spazio.Intanto il Comune di Treviglio ha accolto di buon grado la proposta di collaborazione e ha iscritto Music Secrets all’albo delle associazioni cittadine, aprendo qualche aspettativa, in questi “tempi cupi”, di riuscire in futu-ro (speriamo bene…) a partecipare ai contributi che l’ente destina alle associazioni locali. A breve l’accor-do con il Comune consentirà di realizzare un’iniziativa pubblica di presentazione ufficiale delle attività: i corsi di chitarra per cominciare (chitarra elettrica base, chi-tarra “suono subito”, chitarra elettrica nel blues, chitar-ra rock/metal, chitarra moderna avanzata), ma anche progetti di musicoterapia, percorsi di consapevolezza corporea e benessere psicofisico attraverso lo yoga del suono (Nadayoga), rilevamento della nota tonica per-sonale, l’apprendimento del ritmo attraverso le tecni-che ritmo-fonetiche indiane e l’introduzione alla musica moderna per bambini e ragazzi. Il vicino negozio di strumenti musicali “Scarpellini” ha di buon grado partecipato alla diffusione del materiale in-formativo di Music Secrets, ai cui soci riserva uno sconto su tutti gli acquisti.La prima “uscita” pubblica però l’ha registrata il setti-manale a distribuzione locale “Il Giornale di Treviglio”:(vedi box a piè di pagina) venerdì 28 ottobre infatti i let-tori hanno saputo che all’Auditorium del Centro Civico S.Bernardino di Caravaggio si sarebbe tenuto un

seminario/concerto di Music Secrets Treviglio, sui temi della chitarra con la partecipazione del duo Paolo e Simona che si sono esibiti in un repertorio molto parti-colare e gradito al pubblico presente. Nell’occasione anche Giovanni Paquola ha presentato due brani del tutto inediti eseguendoli alla chitarra insieme ad una giovane e promettente violinista, Anna Pecora. Vener-dì 11 novembre invece lo stesso giornale ha dato un piccolo ma efficace resoconto della serata che, con qualche soddisfazione che non abbiamo intenzione di celare, pubblichiamo in questa pagina. L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio del Comune di Caravaggio e il sostegno dell’Assessore competente. A breve Music Secrets Treviglio dovrebbe avviare alcuni seminari nelle scuole della zona, per presentare i vari stili musicali dal punto di vista storico e chitarristico, anche con piccole esibizioni.Tanti auguri Music Secrets Treviglio!

MUSIC SECRETS E’ ANCHE A TREVIGLIOdi Giovanni Paquola Manifestazioni ed eventi

SEDE DI TREVIGLIO

Il duo Paolo e Simona esibitosi al centro civico San Bernardino

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Siamo quello che suoniamo…!?

Mi scuso fin d’ora, ma questa volta invece che parlare di musica parlerò di alimentazione. Intendiamoci, non sono né un alimentarista né un medico quindi quello che scrivo è solo frutto delle mie riflessioni, un modo per stimolare delle domande. Penso, però, che il modo di alimentarci, così come le nostre modalità e scelte di consumo, siano determinanti anche rispetto al nostro sentire e alle nostre sensibilità di musicisti.

Siamo quello che mangiamo… è una frase che si sente dire spesso. Mi pare che sia di Ludwig Feuerbach, filoso-fo tedesco dell’800.

Possiamo pensare che sia un’affermazione eccessiva perché come “esseri evoluti” tendiamo a credere che per noi conti prima la coscienza e poi la pancia, ma certo è che in natura alcuni esempi li possiamo vedere. Guardiamo come mangiano gli animali. Già il sempli-ce confronto tra una “gazzella” e un “leone” (tanto per parafrasare un celebre aforisma…) ci fa capire quanto la differenza tra un carnivoro e un vegetariano sia rile-vante. Ora, è pure vero che ci sono di mezzo milioni di anni di evoluzione, l’equilibrio ambientale e la naturale necessità di entrambi all’esistenza, ma riflettiamo sulle caratteristiche e, concedendoci qualche semplificazio-ne, cerchiamo di trarne un piccolo insegnamento. Pre-feriamo la ferina spietatezza del carnivoro o la grazia e l’allegria della gazzella…? Ognuno sollevi pure le sue giuste osservazioni, ma provi a scegliere. L’importante è che le metafore sulle necessità ecc. non ci facciano perdere di vista che la cosa più importante per noi es-seri umani non dovrebbe essere la mera sopravvivenza dettata dall’istinto, ma la capacità di convivere e com-prendere gli altri.

“Chi ha ucciso un bue è come se avesse ammazzato un uomo.” dice un passo della Bibbia, che dovrebbe far riflettere anche i credenti su un punto di vista ali-mentare un po’ meno carnivoro. Ma queste sono mie divagazioni, così, tanto per stuzzicare le idee e maga-ri far nascere un confronto o una piccola discussione. Oppure, senza scomodare la Bibbia o le grandi leggi della natura proviamo a sentire cosa scrive Gabriel Cousens, un esperto di medicine naturali che tiene se-minari sull’alimentazione in tutto il mondo (ometto, con i puntini, brevi parti per alleggerire il testo): […] la tra-sformazione esteriore produce anche una trasformazio-ne interiore (ndr: il carnivoro e il vegetariano… vi dice qualcosa?) poiché ci riorientiamo verso ciò che siamo veramente e non verso ciò che gli altri ci dicono che dobbiamo essere (ndr: quante volte dalla televisione ci arrivano, più che consigli, vere e proprie prescrizioni su cosa mangiare!?).

[…] Il cibo spazzatura, le calorie vuote, i cibi poco nu-trienti, ricchi di zuccheri e poveri di fibre non potranno mai essere considerati sani nemmeno usando tutta la nostra immaginazione. […] Malgrado le leggende che ci hanno raccontato e venduto, noi non siamo geneti-camente predisposti a mangiare barrette di mars, bere coca cola e divorare big mac, né siamo predisposti a soffrire della loro mancanza. […]

Per milioni di anni siamo stati progettati fisiologicamen-te, chimicamente e geneticamente per mangiare cibi vegetali, vivi e biologici. Ci sono dati medici, sociologici e storici schiaccianti che lo provano. Il cibo è la moda-lità primaria con cui noi ci interfacciamo con la nostra casa, cioè il pianeta stesso, con la nostra cultura ance-strale ed è il modo più importante e sottile attraverso cui possiamo arrivare a percepire un’associazione o una dissociazione con chi veramente siamo.”

Ma chi siamo veramente? Preferiamo essere le bestie feroci di una “giungla d’asfalto” (una metafora che per l’ennesima volta ci inchioda ad un ruolo, un’associa-zione di idee che ci fa pensare ancora al mondo ani-male), i virus impazziti, un’infezione che poco a poco distrugge la terra, gli animali sempre in competizione per un pezzo di terra o per qualcosa di diverso? Qual-cosa che abbia a che vedere con la convivenza e con la cultura della vita? E’ strano che molte metafore sulle modalità di vita, sulla società, sulle caratteristiche de-gli esseri umani siano tratte spesso dal mondo animale e magari per giustificare il fatto che certe leggi fanno parte della natura e cose di questo genere… ma siamo sicuri di voler essere considerati animali?

E poi, giusto per complicare le riflessioni iniziate, se noi musicisti come chiunque siamo quello che mangiamo, siamo forse anche quello che suoniamo?

Così come nell’alimentazione anche in musica esiste la musica spazzatura, da fast food, usa e getta e quella senza valore energetico! Forse come un cibo “cotto e mangiato” esiste una musica “suonata e consumata”. Siamo sicuri che l’abuso, scelto o subito, non ci stia tra-sformando rendendoci più feroci o più insensibili? Se guardiamo attorno a noi che abbiamo “un buon udito” non viene voglia di genuinità… di musica “biologica”, di sapori non omologati, preconfezionati e forse anche già digeriti?

Quindi buon appetito e buona musica!

MUSIC SECRETS E’ ANCHE A TREVIGLIO SEDE DI TREVIGLIO

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di Dedo Lorenzi

Non poteva quindi mancare all’interno della nostra struttura la scuola di musica! Abbiamo scelto come insegnanti esclusivamente musicisti professionisti con i quali ho già avuto precedentemente un rapporto la-vorativo e quindi persone degne della massima fiducia e stima. Di seguito una breve presentazione dei nostri insegnanti.Stefano Molteni, insegnante di chitarra: diplomato al C.P.M. di Milano, con la sua band “The Styles”, ha fir-mato un contratto con Sony/Bmg e Barley Arts Live con tour nei maggiori Live Club d’Italia e d’Europa e Ope-ning Act di Iggy Pop & the Stooges e dei Deep Purple; ha preso parte al progetto J-AX & The Styles (“+ Stile”) con tour italiano (tra le altre date Festivalbar, Mtv Day, Mtv Trl Awards, apertura concerti di Vasco Rossi a San Siro e allo Stadio delle Alpi).RiccaRdo BoRghi, insegnante di tastiere e pianoforte: di-plomato al C.P.M. di Milano, arrangiamenti per Gatto Panceri, Disney Channel... preproduzioni per Luna di Nardo, Ferrini... tour con Studio 3 Band, Simone Tomas-sini, Luca Dirisio (tra le altre date Concerto del I Maggio a Roma e finale all’Arena di Verona con la consegna del Premio Rivelazione dell’Anno per “Calma e sangue freddo”)... collaborazioni con Sottotono, Aida Cooper, Garbo... composizione della colonna sonora dei corto-metraggi “Le margherite d’autunno” e “Banco Alimen-tare, 18 gradini”.luca ciaMBRone, insegnante di batteria: diplomato al C.P.M. di Milano, con la sua band “The Styles” ha fir-mato un contratto con Sony/Bmg e Barley Arts Live con tour nei maggiori Live Club d’Italia e d’Europa e Ope-ning Act di Iggy Pop & the Stooges e dei Deep Purple; ha preso parte al progetto J-AX & The Styles (“+ Stile”) con tour italiano (tra le altre date Festivalbar, Mtv Day, Mtv Trl Awards, apertura concerti di Vasco Rossi a San Siro e allo Stadio delle Alpi).MaSSiMiliano Viappiani, insegnante di basso e contrabbas-so: ha studiato con Felice Filippo Daccò e Licenza di teoria e Solfeggio, Armonia Complementare e settimo anno di Clarinetto presso Conservatorio Verdi di Milano; ha collaborato in studio e dal vivo come turnista, arran-giatore e compositore per Binario, Syria, Rita Pavone, Dennis (di “Amici”), Betty Curtis, Little Italy Project, Little Tony, Bobby Solo, Dixieland Band di Chiasso...; ha tenu-to numerosi seminari e saggi nei teatri milanesi nell’am-bito del Conservatorio di Milano e della Civica Scuola Musicale di Milano “Villla Simonetta”.loRedana defacendiS, insegnante di canto: ha studiato con il Maestro Ernesto Archinti e la Maestra Carla Casetti; ha collaborato come turnista in studio e dal vivo per Rita Pavone, Dennis (di “Amici”), Little Tony, Wilma Goich, Jimmy Fontana, Bobby Solo, Betty Curtis... e vocalist nel musical “Il miracolo di Padre Pio” di Sandro Mayer.Michele MaStRofilippo, insegnante di tromba: laurea in tromba presso il Conservatorio Verdi di Milano con masterclass di perfezionamento; insegnante di musica presso la scuola elementare di Sulbiate (MB), è trom-bettista nei Fiati Filarmonici “Como Lake Wind Orche-stra” (1° tromba), nei gruppi “LETESTE”, “Feel so funk” e “Le NaviInBottiglia”, nelle Big Band “The blue bandita” e “Train851”; collabora artisticamente con il duo “Les bichmouch” e ha registrato in studio per “Laurex Pallas e l’allegra brigata dell’amore” e i “Licantropi”.

Finalmente anche noi facciamo parte della famiglia della mitica Music Secrets! Ma intanto dovremmo pre-sentarci per tutti coloro che ancora non ci conoscono... Io mi chiamo Dedo Lorenzi e sono un fonico professio-nista che nel corso di innumerevoli anni di carriera (non dovrei dirlo ma ormai sono quasi trenta...) ha girato mol-to seguendo tanti, ma veramente tanti artisti italiani e stranieri; qualche nome in ordine puramente casuale? Angra, Napalm Death, Sum 41, Slayer, Anthrax, Testa-ment, Opeth, Polly Paulusma, Flogging Molly, Mistono-civo, The Styles, Zebrahead, Megadeth, Shaman, Kiss, Alberto Fortis, L’Aura, Misfits, The Tarantinos... Dopo tutti questi anni passati in tour la mia passione per questo lavoro mi ha portato ad avvicinarmi anche al mondo del recording e, dopo aver seguito alcuni progetti per conto terzi, finalmente ho realizzato il sogno di aprire prima un piccolo studio e poi di espanderlo in un vero e proprio centro musicale, il dedolor di Turate.Il dedolor (www.dedolor.it) è stato pensato e realizzato come un centro al servizio della musica dove il musici-sta professionista o dilettante possa essere accompa-gnato in tutto il percorso che lo porterà dalla sala prova alla realizzazione del cd fino all’esibizione dal vivo. Infat-ti sono numerosi i servizi a disposizione di tutti i musicisti all’interno della nostra struttura:RecoRding Studio: uno studio di registrazione con strumen-tazione professionale che offre la possibilità di realizzare un prodotto completo, dalla registrazione e mastering su supporto audio fino al suo confezionamento; lo stu-dio non si rivolge solo ai musicisti professionisti ma offre anche servizi specifici per artisti alla loro prima esperien-za. Lo studio di registrazione è composto da due ampie sale di ripresa indipendenti tra loro; tra le due sale si tro-va la control room cablata ad entrambe.Sale pRoVa: sei sale prova aperte 7 giorni su 7 dalle 9 del mattino alle 2 di notte, completamente attrezzate e dif-ferenziate per ampiezza (dai 28 ai 40mq) e per strumen-tazione (costantemente sottoposta a controlli); sul sito internet www.dedolor.it è disponibile il nostro sistema di prenotazione online dove è possibile verificare la dispo-nibilità delle sale in tempo reale e quindi prenotarle.etichetta diScogRafica: la nostra etichetta indipendente dedolor records dà spazio alle nuove band del panora-ma musicale italiano seguendone la produzione in ogni sua fase.Studio gRafico: possiamo seguire ogni aspetto grafico di un progetto musicale, dal logo della band al booklet del cd, dal fotoritocco o fotomontaggio delle immagini al sito internet, dal merchandise alle locandine, ...SeRVice audio/luci: possiamo offrire diverse soluzioni audio e luci per singoli concerti o piccoli festival oltre alla pos-sibilità di registrare il live su multitraccia.

Manifestazioni ed eventiSEDE DI TURATE

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Sede di Turate

E dopo le dovute presentazioni, una piccola carellata sul mondo dedolor!

Consapevoli della non felice situazione italiana per le band emergenti, siamo felici di supportare Band Aid che, fedele al significato del proprio nome, è il contest che viene in soccorso dei musicisti. Sul palco del mitico Rock’n’Roll di Milano potrete seguire le esibizioni delle band che hanno superato la prima selezione e che si avvicenderanno per diversi mesi fino all’elezione della band vincitrice che registrerà il cd nel nostro studio (7 giorni di registrazione e 3 giorni di mix). Per informazioni e tutte le date dei live: www.bandaid.it.

Anche quest’anno il nostro service ha prestato servizio al festival di Birra Litta di Lainate (MI). Il festival in soli due anni è diventato un evento immancabile per tutti gli amanti della buona birra (quest’anno erano proposte 16 diverse birre artigianali provenienti da antichi birrifi-ci tedeschi, belgi ed inglesi); e naturalmente una delle protagoniste della festa è la buona musica! L’evento ha riscosso un gran successo e tutti i gruppi che si sono alternati durante i tre giorni hanno dato un gran spettacolo divertendo come non mai il pubblico presente. Personalmente sono stato molto colpito dai ParabiagoBene Classic Power Quartet (ex Gasnervi-no): loro si definiscono “più bravi che belli”; io prefe-risco astenermi per quanto riguarda il giudizio estetico ma devo ammettere che sono veramente molto bravi. Il gruppo propone una rivisitazione della musica degli anni ‘70 in chiave rock realizzando dei mash-up tra al-cuni grandi classici della nostra musica in un modo tale che viene subito spontaneo chiedersi come sia stato possibile che nessuno si sia mai accorto che quelle can-zoni sono nate per stare insieme! Il gruppo mi ha così colpito che, se va tutto bene, diventerà una delle new entry della dedolor records e sarà una delle nostre nuo-ve produzioni di quest’autunno!

La nostra è stata assolutamente un’estate licantropa! Abbiamo avuto l’onore nonchè la grande soddisfazio-ne di produrre il terzo cd dei Licantropi. Nati nel 2005 da un’idea di Andrea Landi ed altri musicisti livornesi, la band è ormai diventata una delle più conosciute real-tà della musica toscana. Tanto per dare un’idea della popolarità del gruppo, il video della sola “De maddè”

(tratta dal primo cd) realizzato e caricato su Youtube dai fans è riuscito in poco tempo a raggiungere più di 200.000 visite! Dopo due cd autoprodotti, i Licantropi si sono affidati alla dedolor records per produrre e pubblicare il ter-zo cd, “non LO venderemo mai” (e bisogna gustarsi la copertina del cd per capire a che cosa si riferisco-no!). Questo passo è stato intrapreso da entrambe le parti per poter affrontare il grande salto della band nel panorama musicale italiano, ma sempre con la solita grande umiltà ed una buona dose di ironia.Il cd è stato presentato il 5 agosto nella loro (e mia) città natia, Livorno, all’interno dell’incantevole cornice della Fortezza Vecchia, nello spazio della Quadratura dei Pi-sani (costruita intorno al 1377). Davanti ad un pubblico di più di 600 persone la band ha dato come sempre un grande spettacolo, divertendo il pubblico con la loro ormai classica irriverenza, ma anche commuovendolo con le canzoni nate dal loro lato più profondo ed ormai non più tanto nascosto.

Allo showcase di presentazione sono seguiti durante l’e-state numerosi concerti, a due dei quali ho partecipato in maniera attiva con il service. Non posso essere altro che felice per questa collaborazione in quanto ad ogni live i Licantropi dimostrano di non essere solamente goliardici, ma di essere soprattutto dei grandi musicisti capaci di prendersi in giro e di far divertire il pubblico lasciandolo senza parole in quei momenti in cui traspa-re la loro anima più romantica.

Come produzione, stiamo preparando il primo video ufficiale dei Licantropi, che uscirà durante la stagione invernale, ed il primo tour che porterà la band fuori dal-la loro amata Toscana; pertanto, se vi capiterà di sentir parlare di un loro concerto vicino a voi, non posso far altro che consigliarvi di andarli a vedere e vi garantisco che vi divertirete!

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SCELTA DEL MICROFONOdi Fabio Marazzi L’angolo del fonico

“Come scegliere il microfono giusto per me?” Per un musicista con l’esigenza di esibirsi dal vivo o registrarsi a casa è prima o poi inevitabile trovarsi dinanzi a un interrogativo del genere. Diciamo subito che una ri-sposta universale e valida per tutti non esiste, poiché ogni strumento, voce o suono, ha caratteristiche uniche che possono di conseguenza abbinarsi al meglio con un determinato microfono piuttosto che con un altro. Ciò nonostante, niente panico: esistono delle linee gui-da generali, dei modelli di riferimento e dei parametri oggettivi che consentono di orientarsi nella moltitudine di marche e modelli disponibili sul mercato. Per prima cosa è bene chiarirsi le idee. Che budget abbiamo? Che tipo di risultati vogliamo ottenere? Utilizzeremo il microfono dal vivo o a casa / in studio? Cerchiamo un microfono espressamente progettato per un solo compito o uno più versatile? Proviamo ad analizza-re in modo molto semplice tutte queste domande.

Anzitutto esistono fondamentalmente diverse fasce di prodotti: quella più economica, inadatta all’uso pro-fessionale ma buona per appunti e registrazioni molto grezze, quella dei microfoni “comuni” (100-200€) otti-mizzati spesso per un compito ben preciso, quella dei microfoni “di qualità”, che rappresentano un passo avanti sotto tutti gli aspetti e offrono versatilità e pre-stazioni di livello professionale, e infine quella dei micro-foni “top end” (oltre i mille Euro) che offrono il massi-mo assoluto della tecnologia e della qualità disponibili.É poi da considerare che se in studio l’utilizzo di micro-foni a condensatore (molto sensibili e relativamente delicati) è decisamente ampio in virtù della loro ver-satilità e della qualità sonora raggiungibile, dal vivo il loro impiego è più limitato: si preferisce generalmen-te (tranne che per applicazioni specifiche come ad esempio gli overhead della batteria, la microfonazio-ne di pianoforti o particolari strumenti acustici, i micro-fonaggi di orchestre o cori, ecc.) orientarsi su dei mi-crofoni dinamici, più resistenti agli urti e molto meno suscettibili a problemi di feedback (lo sgradevole “fi-schio” o “larsen”) in quanto mediamente meno sensibili.

Esistono poi microfoni ormai considerati alla stregua di “standard” per determinati scopi: alcuni esempi cele-bri sono lo Shure SM57 per la chitarra elettrica, l’AKG D112 per la grancassa, lo Shure SM58 per la voce. Tuttavia, non sempre il microfono più “famoso” è ne-cessariamente anche il migliore. Un buon esempio è proprio l’ultimo citato: resistente, affidabile ed econo-mico, il “58” è probabilmente il microfono vocale che troverete sul palco come della lussuosa hall come del più sgangherato locale della città. La sua risposta però può essere inadatta per certi tipi di voci (esaltandone la nasalità e trascurandone le armoniche basse), può suonare “chiuso” e poco trasparente e richiede un maggiore livello di gain sul mixer rispetto ad altri micro-foni. Se da un lato quindi è vero che un microfono del genere è acquistabile ovunque ed è facile poterlo te-stare, dall’altro esistono, nella stessa fascia di prezzo, al-ternative altrettanto se non più valide ad esempio nel-la serie Evolution di Sennheiser, nella serie OM di Audix o fra i dinamici al neodimio (N/DYM) di Electro-Voice.

Soprattutto nel caso di un cantante la scelta del mi-crofono è piuttosto critica, poiché “l’intimità” dello stru-mento voce espone il musicista molto più direttamen-te rispetto a qualsiasi altro strumento. Ogni microfono risponde in maniera differente ed è quindi preferibile una soluzione che valorizzi i pregi di una voce senza enfatizzarne gli eventuali difetti. Ad esempio per una voce nasale sono sconsigliati i microfoni con un peak di risposta sulle medie frequenze (800Hz-4KHz), oppure per un baritono dalla voce piena e scura è consiglia-bile un microfono con risposta il più possibile lineare in bassa frequenza e magari un po’ di “aria” (brillantez-za) attorno ai 10Khz. É bene anche verificare se il mi-crofono presenta un effetto prossimità (enfatizzazione delle basse frequenze avvicinandosi alla sorgente so-nora) più o meno marcato: questo infatti può essere un utile strumento per il cantante esperto, ma può ri-velarsi problematico per il principiante privo di tecnica.

Esistono anche microfoni “tuttofare”, eccellenti come per una voce come per una chitarra acustica, un pez-zo della batteria, un violoncello, una ripresa d’ambien-te... Si tratta generalmente di microfoni a condensa-tore, spesso con multiple figure polari selezionabili (ad esempio i celebri AKG C414 o Audio-Technica AT4050), sensibili ed accurati. Esistono microfoni di questo tipo anche in fascia di prezzo medio-bassa, il più delle vol-te di qualità discutibile ma in altri casi più che digni-tosi come ad esempio nella serie Perception di AKG.

Nella valutazione e scelta di un microfono è quindi, infi-ne, essenziale confrontare vari parametri:Figura polare: grafico della sensibilità del microfono rispetto a suoni provenienti dalle diverse direzioni, fon-damentale per gestire posizionamento, rapporto suono diretto-ambiente e rientri delle altre sorgenti.Sensitivity: sensibilità di un microfono, generalmente da 2 a 30 mV/Pa.Risposta in frequenza: grafico della tensione in uscita alle varie frequenze, da 20Hz a 20Khz.Self-Noise: rumore di fondo prodotto dai circuiti del mi-crofono, solitamente espresso in dB.THD (Total Harmonic Distortion): percentuale di inciden-za delle distorsioni armoniche introdotte dai circuiti ri-spetto al segnale originario. Meglio se mantenuta sotto il valore tipico di 0,5% a 130dB.Max SPL: massima pressione sonora sopportabile prima dell’introduzione di distorsione.

Per ora il nostro spazio è terminato, ma presto approfon-diremo di più l’argomento. Alla prossima!

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ANALISI E COMPOSIZIONEdi Paolo Anessi Sezione Didattica

Ciao a tutti, in questo numero vi propongo tre esercizi per sviluppare l’arte della composizione. Il primo riguarda l’ana-lisi armonica, esposta in tre tonalità. Un consiglio: cercate di individuare sempre il bersaglio armonico, tenendo presen-te che nella composizione, oltre agli accordi diatonici, ho utilizzato anche le dominanti secondarie con introduzione, la sostituzione di tritono delle dominanti e gli accordi diminuiti relativi. Il primo che consegna la parte analizzata, senza errori, avrà una lezione individuale di armonia in omaggio!

In questo secondo esercizio, avete le sigle degli accordi e la partitura melodica, che andrà quindi analizzata tenendo conto dell’armonia riportata sotto ad ogni misura.

Terzo esercizio. Nella parte sono indicati solo alcuni accordi, che possono essere considerati come bersaglio o sem-plicemente di passaggio: divertitevi a completare la parte e poi suonatela per vedere il senso che le avete dato. Speditemi la parte alla redazione e vi scriverò un commento!

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GEOMETRIA MUSICALEdi Massimo Saresini

accordi diminuiti

Sezione Didattica

Nei precedenti appuntamenti abbiamo parlato del fat-to che sulla tastiera della chitarra si creano tre tasti in cui le note di una tonalità sono allineate in corrispon-denza del II, III, VI grado. Per esempio in Do maggiore:

Esempio in tapping sempre in Do:

Siamo poi passati a trasportare la forma della Pentato-nica minore per tutta la tastiera evidenziando le sono-rità che in ciascun tasto si vengono a creare. La logica in tutto questo è sempre stata quella di partire dalle ge-ometrie che si creano sulla tastiera per poi codificarle in musica. Se penso agli accordi diminuiti abbiamo da riflettere su entrambe le visuali: sia quella musicale sia quella geometrica della chitarra. Musicalmente l’ac-cordo diminuito è composto da quattro note distanti tra loro di una 3° minore (1tono e mezzo) .

Possiamo dire che è un ac-cordo geometricamente perfetto anche se il suono non gli rende giustizia: è un po’ tetro e misterioso, adat-to per creare atmosfera in film Horror e nell’intro di una song dei Testament .Così come questo accordo costruisce geometrie all’interno del sistema temperato così ne costruisce altrettante sulla tastiera.Per esempio degli accordi essendo le voci equidistanti è possibile trasportare le posizioni su o giù di una terza minore (a distanza di 3 tasti) in quanto ogni nota può essere la fondamentale oppure ogni posizione non è che un rivolto dell’accordo di partenza (rivolto uguale stesse note ma disposte in ordine diverso). Eccole le posizioni:

Se invece suoniamo le note in arpeggio abbiamo il tra-sporto speculare di un intervallo di terza minore una ter-za minore sopra o sotto(perdonatemi il gioco di parole):

BUONA GEOMETRIA!

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PARADIDDLE NEL FUNKYdi Valentino Uberti Sezione Didattica

Ciao a tutti, oggi vedremo alcuni esempi di utilizzo dei 4 paradiddle in un contesto funky. Bisogna porre molta atten-zione alle dinamiche e ai vari tipi di accenti. Il mio consiglio è quello di studiare un groove alla volta e di ripeterlo per almeno 10 minuti senza mai sbagliare ad una velocità di 50 bpm il quarto. Se notate di avere problemi di esecuzione sarà meglio che torniate a studiare sul Pad e vi concentriate sulla meccanica dei movimenti! Ciao e buon lavoro!

Single Paradiddle

ReverseParadiddle

InwardParadiddle

OutwardParadiddle

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di Andrea Marco Ricci NOTE LEGALI

a che servono? una sintetica introduzione

Note Legali presenta:

Il diri'o d’autore e la SIAE: a che servono? Una sinte9ca introduzione

(di Andrea Marco Ricci)

La legge a'ribuisce al sogge'o che crea un’opera musicale originale  ‐ cioè  che non sia  la 

mera  copia di  un’altra  opera  già esistente  ‐ e  crea9va (conce'o vago, diciamo che  rifle'a  la 

personalità   dell’autore)  dei   diri-  morali  rela9vi   alla   personalità  dell’autore,  quali   ad 

esempio  il  diri'o  a  rivendicare  la  paternità  dell’opera,  e   dei  diri-  patrimoniali  cui  più 

comunemente  ci  si  riferisce  quando si  parla di  diri'o  d’autore  (quelli,  cioè,  che portano 

“euro”).  Tale riconoscimento viene dato ad  incen9vo e premio dell’aFvità  crea9va svolta 

dall’autore  che,  con  la  propria   personalità   e  con  la  propria   aFvità   intelle'uale,  va   ad 

arricchire il  patrimonio culturale comune, indipendentemente dal valore  ar9s9co dell’opera 

e dallo sforzo crea9vo impiegato per la  creazione  della stessa. In tale senso il  diri'o d’autore 

tutela  quindi  sia  l’autore come individuo che si esprime (diri$ morali), che come lavoratore 

a  cui  spe'a un compenso per il lavoro svolto (diri$ patrimoniali). Per o'enere tale tutela 

giuridica non è necessaria alcuna formalità: è sufficiente che l’opera  sia  stata “estrinsecata” 

nel mondo reale, ovvero fa'a nascere, comunicata. Il  problema  è quindi  avere  delle prove 

che a'es9no tale paternità:  le  prove temporali  sono,  tra queste,  le  più efficaci  (pensate al 

deposito dei brani alla SIAE, che consigliamo fortemente).

Tali  diriE  sono  deE  “esclusivi”:  significa  che  l’autore  è   l’unico  sogge'o  autorizzato  ad 

u9lizzare  la  propria opera,  ed “esclude”  quindi  gli  altri dal   farne  uso.  In  generale,  senza 

espressa  autorizzazione dell’autore nessuno può u9lizzare la  sua  opera. Che  succede quindi? 

Che  l’autore, all’a'o di  concedere un’u9lizzazione della  propria opera, negozia il  compenso 

dovuto dire'amente  con chi ne vuole fare uso, ed incassa  quindi  il  compenso per  il  proprio 

lavoro.  Questo dunque,  in  linea di  principio,  è  il  meccanismo:  “Vuoi usare  la  mia  opera? 

Pagami X euro e la potrai usare, viceversa non te ne concedo l’uso!”.

Appare  subito  evidente   che  se   l’autore  ges9sse  da  solo  tale   aFvità   di   concessione  di 

autorizzazioni  e  negoziazione del  compenso,  dovrebbe passare tu'a la  propria  giornata  al 

telefono, a  contra'are e concedere. Avrebbe poi difficoltà  sia a  incassare che a  stabilire un 

prezzo  sufficientemente elevato da potere  vivere delle  proprie  creazioni,  sopra'u'o  agli 

Articolo Il diritto d’autore e la SIAE: a che servono?

NOTE LEGALI Associazione italiana per lo studio e l’insegnamento del diritto della musicaVia degli Orti, 44 - 40137 Bologna - tel. 051.58.75.506 fax 051.74.56.898 - Dal lunedì al venerdì, ore 10 - 19

web www.notelegali.it www.myspace.com/notelegali mail [email protected]

Ufficio Stampa: Silvia Baraldi - 347.61.90.832 - [email protected]

La legge attribuisce al soggetto che crea un’opera musi-cale originale – cioè che non sia la mera copia di un’altra opera già esistente – e creativa (concetto vago, dicia-mo che rifletta la personalità dell’autore) dei diritti mo-rali relativi alla personalità dell’autore, quali ad esempio il diritto a rivendicare la paternità dell’opera, e dei diritti patrimoniali cui più comunemente ci si riferisce quando si parla di diritto d’autore (quelli cioè che portano “Euro”).

Tale riconoscimento viene dato ad incentivo e pre-mio dell’attività creativa svolta dall’autore che, con la propria personalità e con la propria attività intellettuale, va ad arricchire il patrimonio cultura-le comune, indipendentemente dal valore artistico dell’opera e dallo sforzo creativo impiegato per la creazione della stessa. In tale senso il diritto d’autore tutela quindi l’autore sia come individuo che si espri-me (diritti morali) sia come lavoratore a cui spetta un compenso per il lavoro svolto (diritti patrimoniali).

Per ottenere tale tutela giuridica non è necessa-ria alcuna formalità: è sufficiente che l’opera sia stata “estrinsecata” nel mondo reale, ovvero fat-ta nascere, comunicata. Il problema è quindi avere delle prove che attestino tale paternità: le prove tem-porali sono, tra queste, le più efficaci (pensate al de-posito dei brani alla SIAE, che consigliamo fortemente).

Tali diritti sono detti “esclusivi”: significa che l’au-tore è l’unico soggetto autorizzato ad utilizzare la propria opera ed “esclude” quindi gli altri dal far-ne uso. In generale, senza espressa autorizzazio-ne dell’autore nessuno può utilizzare la sua opera.

Che succede quindi? Che l’autore, all’atto di con-cedere un’utilizzazione della propria opera, negozia il compenso dovuto direttamente con chi ne vuo-le fare uso e incassa quindi il compenso per il proprio lavoro. Questo dunque, in linea di principio, è il mec-canismo: “Vuoi usare la mia opera? Pagami X Euro e la potrai usare, viceversa non te ne concedo l’uso!”.

Appare subito evidente che, se l’autore gestisse da solo tale attività di concessione di autorizzazioni e ne-goziazioni del compenso, dovrebbe passare tutta la propria giornata al telefono, a contrattare e con-cedere. Avrebbe poi difficoltà sia a incassare sia a stabilire un prezzo sufficientemente elevato da po-ter vivere delle proprie creazioni, soprattutto agli inizi.

Infine gli sarebbe impossibile monitorare il territorio per controllare se in qualche parte d’Italia (o del mondo!) vi siano utilizzazioni delle proprie opere non autorizzate. Per questo motivo dalla fine del 1800 gli autori hanno cominciato a strutturarsi in società di gestione colletti-va dei diritti d’autore (in Italia la SIAE è stata fondata nel 1882 da illustrissimi nomi della cultura del tempo): in tale modo essi potevano delegare ad un’unica struttura questa attività di concessione degli usi delle opere, di negoziazione del compenso per tale utiliz-zazione, di raccolta del compenso dovuto agli auto-ri (in linea di principio più alto che non nella gestione individuale) e di suddivisione di quanto incassato t

ra gli autori (senza fare distinzioni in base alla noto-rietà dell’autore) oltre che per una migliore attività di controllo e “repressione” degli usi non autorizzati.

Essere iscritti ad una società di gestione colletti-va non è affatto obbligatorio, in quanto l’autore può sempre gestire individualmente tali attività, ma è bene evidente come per determinati usi (qua-li le pubbliche esecuzioni) sia veramente difficile per l’autore tutelarsi direttamente e in modo efficace.

La SIAE svolge la propria attività solo per gli autori che le abbiano conferito “mandato”, come gli auto-ri italiani iscritti alla SIAE o gli autori delle altre socie-tà di gestione collettiva del mondo con le quali la SIAE abbia un rapporto di rappresentanza reciproca.

Facciamo un esempio? Poniamo che un pub voglia far esibire dal vivo una cover band: l’organizzatore dovrà certamente ottenere l’autorizzazione preventiva (c.d. li-cenza) da parte degli autori dei brani che si eseguiranno. Nella maggior parte dei casi tali composizioni faran-no parte del vastissimo repertorio rappresentato dal-la SIAE e sarà quindi necessario per il locale ottenere una licenza per tale utilizzazione dalla SIAE stessa. Il compenso incassato dalla SIAE, decurtato di una percentuale per il lavoro svolto dalla stessa (c.d. ag-gio), sarà destinato a remunerare gli autori delle opere effettivamente eseguite in quell’occasione.

Il diritto d’autore raccolto attraverso la SIAE, quin-di, non è una “tassa” (tassa = soldi che vanno allo Stato per mantenere i servizi pubblici) come spes-so erroneamente dice chi non conosce il lavo-ro creativo, ma lo stipendio del creativo stesso!

IL DIRITTO D’AUTORE E LA SIAE

Seminario di Andrea Marco Ricci a Musica Inedita 2010

NOTE LEGALI Associazione italiana per lo studio e l’insegnamento del diritto della musica Via degli Orti, 44 - 40137 Bologna - tel. 051.58.75.506 fax 051.74.56.898 - Dal lunedì al venerdì, ore 10 - 19 web www.notelegali.it www.myspace.com/notelegali mail [email protected] Ufficio Stampa: Silvia Baraldi - 347.61.90.832 - [email protected]

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Ne “Il libro segreto di un musicista” di Roberto Lupi si leg-ge “la musica è un lembo di cielo strappato al cosmo e racchiuso nell’uomo affinché esso possa scorgere in sé i più grandi misteri della vita e dell’universo” che è vera-mente una bella immagine poetica della musica e inol-tre più avanti “la musica sta fra un suono che muore ed uno che nasce, proiettata nel tempo…” tutte immagini molto significative che ci fanno comprendere come in affetti l’esperienza sonora sia per l’essere umano qual-cosa di profondo e importante e come fino dalle origini possa aver affascinato, non solo in senso estetico ed emotivo ma anche nello sviluppo del pensiero, l’essere umano. Marius Schneider, considerato uno dei più insigni musi-cologi del ‘900, scrive “La prima manifestazione sensibi-le della creazione è un suono che, secondo le tradizioni, emana dal Tao (il processo di mutamento e divenire di tutte le cose alla base del taoismo), dall’abisso primor-diale, da una caverna, da un singing ground (sfondo sonoro), da un uovo fulgente, dal sole, dalla bocca spalancata d’un dio o d’uno strumento musicale che simboleggia il creatore”.Se approfondiamo un pochino vediamo che nella maggior parte delle cosmogonie di diverse civiltà è pre-sente questo aspetto del suono come processo di cre-azione dell’universo, nello shintoismo, nelle upanishad indiane e in molte altre culture. Inoltre, la maggior parte dei popoli antichi praticava l’arte del suono a scopi te-rapeutici. Sovente la musica e la medicina erano consi-derate la stessa cosa. Il suono riguardava la dimensione sacra dell’esperienza, la porta di accesso per ritrovare l’armonia tra la mente e il corpo, la capacità da parte dell’individuo di ricomporre i conflitti emotivi interiori e ritrovare il proprio equilibrio col mondo.

Ancora oggi l’origine della musica non è del tutto certa anche se le ipotesi più probabili riguardano le necessi-tà di comunicare, quindi le forme di richiamo, la com-parsa dei primi tamburi, sonagli, flauti e corni. La natu-ra può aver contribuito in una certa misura, come per esempio col canto degli uccelli, il fischiare del vento, il rumore della pioggia. I riti sono stati uno dei fattori de-terminanti per lo sviluppo del canto che è ragionevole ritenere antecedente all’uso di strumenti musicali e nel corso delle epoche possiamo vedere che la vita di co-munità, le usanze, i riti sacri, di passaggio delle stagioni e delle tradizioni hanno determinato un’evoluzione so-nora e strumentale. Infatti, l’invenzione degli strumenti

musicali è indicata dagli storici come un elemento im-portante per capire e descrivere la storia della musica. La “storia degli strumenti musicali” di Curt Sachs ci infor-ma sul “criterio geografico” ritenuto il più sicuro nella ca-talogazione e sulla base dei reperti rinvenuti negli scavi archeologici se ne può tracciare in modo abbastanza fedele una cronologia con l’abilità manuale e il livello cul-turale connessi. Gli strumenti musicali sono catalogati in: idiofoni, aerofoni, membranofoni e cordofoni. I primi a comparire nei reperti più antichi sono gli idio-foni, con sonagli, conchiglie, raschiatoi, buca battuta e gli aerofoni con il rombo, ancia a nastro e il flauto privo di fori. Negli strati medi compaiono poi tamburi, flauti con fori, trombe, l’arpa e la cetra. Negli strati cro-nologicamente più recenti (tardo neolitico – 2800-1900 a.C. http://it.wikipedia.org/wiki/Neolitico”) si trovano, per esempio xilofono, sonagli di vimini, flauto traverso, tromba a imboccatura laterale e tamburo a frizione.

Ogni cultura, ogni civiltà ha coltivato la musica in re-lazione al magico, al divino a quella sfera simbolica e sacra o religiosa che mette in comunicazione l’essere umano col soprannaturale, con l’universo, col proprio senso della vita e della spiritualità. La musica come in-trattenimento è un fenomeno molto più recente e come oggetto di consumo è tipico della società di massa. Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione ha contribuito a quella che è stata definita “riproducibilità dell’opera d’arte” (Walter Benjamin) che ha trasformato il senso, la percezione e la produzione non solo della musica ma dell’arte in generale. Consigliamo a chi ha tempo e desiderio di approfon-dire l’argomento un interessante articolo di Riccardo Santilli all’indirizzo “http://www.amadeux.net/sublimen/dossier/psicocibernetica.html”, dove lo studioso mo-stra quanto il medium (secondo la definizione di M. McLuhan) influisca sul significato e il senso che diamo all’esperienza e quanto, quindi, la nostra percezione della realtà dipenda anche dal “come” ci viene tra-smessa.

Arriviamo così molto velocemente ai giorni nostri con la musica che è davvero ovunque e che forse, ahimè, sta perdendo gran parte non solo del suo senso originario, ma anche il significato e il valore artistico e umano, ma-cinata dalla macchina del consumo… per finire magari in un cassetto, al posto dei calzini.

RIFLESSIONI SULLA MUSICAdi Giovanni Paquola Appunti sul suono

Link consigliati:- http://www.iism.it/index.htm- http://www.storiadellamusica.it/- http://www.antoniogramsci.com/ angelamolteni/musica.htm- http://issuu.com/frustingo/docs/ riassunti_di_storia_della_musicaBibliografia consigliata:- Tutto Musica – ed. DeAgostini- Breve storia della musica – Massimo Mila – ed. Einaudi- Una storia della musica rock – Piero Scaruffi – http://www.scaruffi.com/history/prenota.html.

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Quasi tutti ne parlano come se fosse un angolo nostra-no di Denmark Street, ma Backbeat è un buco in un sottoscala ai margini del centro storico. C’è la stessa atmosfera di certe lugubri paninoteche che servono da decenni schifezze leggendarie, però tanto sono “loro” e la gente ci va sempre. Anni fa lo bazzicavo spesso perché consumavo plettri e corde in quantità industriale, alla fine mi avevano persino fatto una spe-cie di tessera punti. In più, Backbeat aveva - e ha an-cora - fama di essere un’ importante porta d’ingresso del sottobosco musicale cittadino. I muri della scala discendente sono costellati di annunci, da “vendo pregiata semiacustica in mogano autografata da Lui, astenersi perditempo” a “cerkasi batterista per una nuova band metallara ke spakka”. La versione teena-ger di me leggeva e sognava: un giorno, magari, avrei letto il “cerkasi” per la band della mia vita, incontrato il leggendario Batterista Definitivo o trovato chi mi ven-deva una Flàing Vù seminuova per duecentomilalire. Ovviamente, nulla di tutto ciò è mai successo e la ba-checa continua a traboccare di annunci senza che vi sia mai uscito alcun gruppo da Demo di Platino. Al massimo, qualche sodalizio che, dopo un buon tour dei pub locali, si è sciolto perché, toh, il batterista ha messo le corna alla tipa (del cantante).

Il guru del negozio è Martino, figlio di Eugenio, il pro-prietario, un tipo convinto di essere un pezzo di storia per il semplice fatto di aver venduto, tanti tanti tanti tanti tanti tanti tanti anni fa, i primi ruderi di strumen-tazione ai dinosauri del rock cittadino (“Johnny Blues”, “Charlie Carletti”, gli “Speranza”). Ma il vero quarto d’ora di celebrità di Backbeat risale al lontano 1972, quando aveva ospitato, per una mitologica jam ses-sion, nientepopodimeno che Vannino D’Andrea dei Gerovitàl, uno dei gruppi-pilastro del progressive na-zionale di quegli anni. L’evento è immortalato in una foto-reliquia dai colori biscottati in ostensione un metro e mezzo sopra la cassa, dando a Backbeat un mar-chio di autorevolezza rockettara che la Bottega Mar-telli e gli altri si possono solo sognare.

Dal punto di vista commerciale la premiata ditta Backbeat non soffre certo problemi di fatturato, tanto da potersi permettere un paio di commessi twentyso-mething che cambiano suppergiù ogni anno. Detesto questi tizi: se fossi Dante, non esiterei a sbatterli dritti nel girone dei consiglieri fraudolenti. Hanno un modo di fare amichevoleggiante, ma l’obiettivo è uno solo: rifilarti ciò che conviene a loro, oppure qualcosa di improbabile-ma-geniale per far vedere quanto sono bravi.

Perché, allora, continuo ad andarci ogni tanto? Mah, tutto sommato è piuttosto fornito, e a differenza di altri posti, non è mai un problema provare una determina-ta chitarra, basso, o kazoo... a parte lo spazio - finisci sempre per ritrovarti rattrappito su uno sgabello fra tor-ri trigemini di 4x10, col cavo annodato alla caviglia e il volume a 0 virgola qualcosa.

Durante la mia ricerca di quella famosa chitarra acu-stica, gli smanettoni più autorevoli mi avevano tutti

indicato una certa marca nippocoreancinese, regina indiscussa della fascia überscrausa. Ma l’anima persa di turno (pizzetto a punta e piercing, t-shirt di gruppo indìrokk semisconosciuto, occhialazzi fintonerdosi) pri-ma di farmene provare una, se n’era uscito con:

“Ma....sei davvero sicuro?”“...Perché?”“No, guarda, noi le teniamo giusto perché si vendono bene, ma fan un po’ schif...ehm, cag...”“Ah, sì? Strano, me ne hanno parlato così bene.”“Ahhhhhhhh... vedi un po’ te...”

Ancora un po’ e avrebbe tirato fuori un catino per la-varsi le mani tipo Ponzio Pilato.Ovvio che non era un pregiato strumento piallato a mano dai nani della Foresta Nera, ma nemmeno così malvagio da giustificare l’espressione da sommelier nauseato. Per lui, il minimo sindacale erano certe su-blimi 12 corde svedesi... di cui, guarda caso, aveva lì una sotto-sottomarca. Poco importava che per me suonasse come una cassetta della frutta, IO ero quel-lo che non capiva niente. Inutile mettermi a discutere ancora.Ammetto anch’io di averci comprato una chitarra, quand’ero inespertissimo e assai poco quattrinato. Le mie conoscenze erano più che altro estetiche (sape-vo distinguere “quella con le corna” da “quella con la maniglia”), e il discorso appioppatomi da Martino fu più o meno: “guarda, se vuoi gustare davvero il suono della chitarra e ti piace il rock tosto ma tosto davvero, allora c’è questa “Monster”, con humbucker al ponte, tastiera in pino satinato e meccaniche dorate di qua-lità superiore.”

Che poi avessero saldato contatti e potenziometri con della liquirizia me lo spiegò solo il liutaio, dal quale fui obbligato a portarla poche settimane dopo, quando la “Monster” iniziò a far versi degni del proprio nome, gracchiando e ruttando ad ogni plettrata.Alla fine la rifilai per pochi soldi a un altro chitarrista an-cora più inesperto, guadagnandomi anch’io un posto vicino a Ulisse, e ******* Backbeat quando si tratta di comprar chitarre.

Con l’aiuto di: Nirvana - Serve The Servants

GUIDA RAGIONATA AI NEGOZI DI MUSICA pt.2di Emiliano Riva IL RUMORE VIOLA

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ESPERIENZAdi Sergio Bianchi LA RUBRIKAZZA

All’inizio era dovuto alla tensione, ma poi ho imparato a “tirarli a me” nel giro di un paio di quarti a 160 b.p.m.! Che dire di Stevie Ray Vaughan al quale si rompe una corda durante un assolo e continua a suonare mentre il suo tecnico gli cambiava la chitarra (quello era for-se il miglior roadie al mondo, lo ammetto!). Ho visto il signor Dave Weckl con un mixer caduto a terra (c’è il video su youtube) oppure si racconta dell’ultimo clinic tour italiano di Jojo Mayer in cui, nella data di Roma, dopo un problema con le basi sulle quali doveva suo-nare ha allietato il pubblico con dei giochi di prestigio con una sigaretta mentre i suoi tecnici sistemavano il problema! Chick Corea che va fuori tempo durante un assolo di Colaiuta (non posso biasimare Chick, sin-ceramente) facendo sentire a milioni di persone il suo errore e nella battuta dopo c’è un suo primo piano in cui sorride! Vedete?

I casini succedono a tutti…ma l’esperienza è quella che ti aiuta a “ripararli”. E come fare a recuperare questa benedetta esperienza (del c…)? La risposta è la più semplice dell’universo: suonate! Ma non solo…andate a vedere molti live (anche in piccoli posti, non sto parlando solo di concerti da migliaia di persone) vi capiterà sicuramente di vedere qualche musicista con qualche problema riguardante il suo strumento (corde che si rompono, bacchette cadute, ampli che si spen-gono, cali di tensione etc.) e guardate bene come si comportano!

Ed anche in questo caso, come per la tecnica o per i suoni, per le intonazioni o per le novità apportate (non per le canzoni, mi raccomando, altrimenti si chiama “plagio”) applicate la prima regola del musicista in erba che vuole imparare (ossia TUTTI e SEMPRE, inse-gnanti compresi): RUBATE!

Tante volte nel mondo della musica (e non solo) ci si scontra con questa parola. Cos’è l’esperienza? Ma so-prattutto, esiste davvero o è solo una specie di “nonni-smo culturale” fatto dai più anziani? Credo di essere la persona giusta per poterne parlare poiché sono un mi-scuglio impreciso tra gli esperti ed i novizi, quindi sono sicuramente non di parte e, soprattutto, con poca co-gnizione di causa (ed alle volte fa bene comunicare in questo modo: è liberatorio!)

Allora, partiamo dal presupposto che nel nostro cam-po ci sono diversi tipi di esperienza. Ma parliamo forse della più importante: quella del LIVE. Essa serve prati-camente e capire cosa si può fare su un palco, cosa NON si può fare, come trattare con il pubblico ed inol-tre, ad un livello soggettivo, serve ad imparare a come far fronte ad un numero imprecisato di imprevisti ed errori che possono capitare durante un’esibizione.

Parlo per me: non esiste concerto in cui non faccia al-meno due o tre errori (da me considerati gravi, anche se, a sentire ciò che dicono gli altri, forse non è così per tutti… dannati non-batteristi!) oppure sappiate che ai miei inizi era un dramma il solo fatto che mi cadesse una bacchetta. Poi ho imparato a tenere sempre il porta bacchette aperto a lato della batteria (in caso non si possa fare, un paio di bacchette di scorta in ta-sca o poggiate sulla cassa) ed infine ho imparato a prendere le bacchette di riserva continuando comun-que a suonare con l’altra mano riducendo al minimo le imprecisioni del caso.

Ma questa è la parte “fisica” dell’imprevisto. E la parte, assai più importante, della “psicologia”? Semplice, si ripara anche quella. Dal ”Oddio, mi hanno visto tutti, ora sapranno tutti che faccio schifo. Un batterista che non sa tenere in mano le bacchette. Che pena. Ora finito questo pezzo mi annego in vasca da bagno. Sì, sì. Lo faccio. No, non posso continuare così, non è il mio mestiere!” al “Eh, vabbè, capita!”.

Funziona così! Qualche esempio? Se v’interessa ho vi-sto rompersi la pelle del timpano a Stefano Bagnoli (il master delle spazzole in Italia); vi garantisco che non si è messo a piangere, anzi, quando gli hanno detto: “Stefano saluta il tuo pubblico” lui si è alzato in piedi, ha sollevato lo strumento e ridendo ha esclamato: “Mi si è rotta la pelle del timpano! Ciao!”. Inoltre non so quanti concerti io abbia fatto con cassa e charleston che “scivolano” in avanti.

Concorso nazionale per giovani emergentiQUINTA EDIZIONE

Note Nuove ti ascolta tutto l’anno!Visita il sito: www.gaviratemusicfestival.ite inviaci la tua canzone inedita.

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NEVERMINDdi Gianluca Roscio

l’ultimo terremoto generazionale

La voce dei lettori

24 Settembre 1991 – 24 Settembre 2011, 20 anni di cam-biamenti sociali, geografici, culturali... Eppure oggi sembra esser cambiato poco a livello musicale, artisti-co. Siamo tutti alla ricerca di qualcosa di nuovo, ma che risulta solo l’eco di sonorità già vissute e sviscerate.

NEVERMIND (trad. ‘Non importa / chi se ne frega’) è for-se l’ultimo disco della storia del rock ad aver cambia-to la visione e la fruizione stessa della musica, tanto da dover essere rietichettata con un nuovo nome: Grun-ge (‘sporco’). Primo nella classifica “Billboard top 200” davanti a Michael Jackson, 30 milioni di copie vendute in tutto il mondo, non si parla solo di un cambiamento sonoro, ma della perfetta lettura di una generazione, a cavallo tra il 1965 e il 1980, conosciuta come Gene-razione X e che ha influenzato radicalmente la cultura popolare degli anni 80/90.

I Nirvana hanno cambiato, “spaccato”, ribaltato, let-teralmente spazzato via tutto e tutti, non solo sul palco, spostando il baricentro del rock mondiale dalle grandi metropoli a Seattle, città fino ad allora ai margini. Chi altro avrebbe potuto cogliere, senza pur volerlo, il sen-so di ciò che accadeva, se non dei ragazzi considerati outsiders? Facce disorientate, spigolose, ritenute nerd e ridicole, eppure vere a tal punto da vivere ciò che urlavano e vomitavano fuori dai loro stomaci.

Sono urla verso un mondo dove non c’è spazio per una nuova generazione, nata stanca, derubata del proprio futuro, immersa nella crisi tra il declino del coloniali-smo, la caduta del muro di Berlino e la fine della guerra fredda.

Disoccupazione crescente, guerre, pubblici-tà ammiccante, consumismo programmato, in cui la musica e i giovani artisti rivestono spes-so il ruolo di vere e proprie trappole commerciali (vedi la lirica di Smells Like Teen Spirit “Our lit-tle group” cambiata nei live in “Our little trap”). Kurt riassume tutto in 13 brani (12 + 1 trac-cia fantasma) di pura rabbia giovanile, istin-to di ribellione e annichilimento insieme! Il genio di Cobain sta nel giocare e volteggia-re proprio tra contrasti impensabili, immagini e vissuti socialmente respinti, giudicati borderline. Pensieri ritenuti più vicini ad una mente disturbata, ma che di fatto descrivono, frustano cinicamente la realtà, tanto da essere diventati lo slogan di una generazione “invisibile”, senza un’identità sociale definita.

Ci troviamo perciò in mezzo ad immagini dolcis-sime, di compassione tra due bambini ammalati (Drain you), descritte con crudo istinto di sopravvi-venza. Il respiro ci viene mozzato da punti di vista ri-baltati in cui una storia di violenza ci arriva dagli oc-chi del carnefice piuttosto che della vittima (Polly). Siamo in mezzo alla solitudine, all’ansia e negazione, pa-ranoia, alienazione totale (“when I was an alien” canta in Territorial Pissings), filo conduttore dell’album stesso. Persino il nome della band risuona acido, impressio-nante, se accostato al messaggio inviato, come se la ricerca della liberazione dal dolore (il nirvana) debba passare totalmente dentro e attraverso il dolore stesso. Ascoltando Nevermind veniamo travolti da un impatto sonoro ed emozionale enorme, snervante, eppure cari-co d’amore: Amore negato, cercato con strazio e mai o poco trovato.

Legno, corde, sangue ed ossa si mischiano, la chi-tarra urla e stride come graffi al collo, in cerca di carezze, il basso strappa e rimbalza facendo lette-ralmente l’amore con una batteria incandescente. La voce, per niente impostata, per niente aggraziata, eppure libera, vibrante e seducente quanto impura e cinica, vola e si schianta. Ricorda la voce di un bimbo abbandonato che si fonde con quella di un uomo stan-co. Un uomo solo e capace di donare tanto amore, come pochi forse si sono accorti sapesse fare.

Nervermind... e molto in realtà ci importa, Nevermind o ora dove saremmo? Perciò “Chissenefrega” della musi-ca fatta per apparire, Nevermind è l’eredità, i Nirvana l’esempio che la vera musica può soltanto essere intrisa di vita vera, al di là di generi o etichette.

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Avete presente una “giornata uggiosa”? Con quel tempo fastidioso, che non ti lascia uscire ma non ti dà nemmeno la soddisfazione di un bel temporale come si deve? Ecco, tutto iniziò così.In una di queste giornate, la sottoscritta, non avendo niente di meglio da fare, si stava divertendo a guarda-re il muro, quando ad un tratto la voglia di avventura ebbe il sopravvento: in quattro e quattr’otto avevo pre-parato l’attrezzatura per intraprendere una spedizione di ricerca e scoperta in uno degli ambienti più ostili del mondo, ovvero il rifugio di un individuo appartenente alla specie dell’homo...(beh, se sapiens o meno non si sa con certezza, il dibattito tra gli studiosi è ancora aper-to), generalmente collocato nel mezzo di una giungla fitta in mezzo alla quale si possono scoprire reperti di interesse archeologico non irrilevante.Questo ambiente è anche noto come “Camera di tuo Fratello”.Bene, come dicevo, una volta aperta la porta, superata la barriera di gas tossici causata da calzini del neolitico, ho individuato dall’altro capo della stanza la scrivania: il luogo dei ritrovamenti più interessanti. Mi sono quindi fatta largo a colpi di machete, calpestando senza pie-tà tutto ciò che si parava sul mio cammino, ed ecco la scrivania, un pre-esistente oggetto oramai sepolto sotto coltri di fogliame (nel mio caso, dai disegni di scuola, ai temi, agli spartiti): senza indugio mi sono impossessata di una manciata di fogli del secolo scorso e ho battuto in ritirata (sì, i gas tossici iniziavano ad annebbiarmi la vista). Mollemente adagiata sul mio letto ho poi prov-veduto alla catalogazione dei reperti e, pam!, ecco la scoperta: una splendida immagine dell’evoluzione del-le chiavi musicali, che oggi voi potete ammirare su que-ste pagine. Accidenti, allora avere un fratello musicista serve a qualcosa! Affascinata da questa immagine mi sono documentata.Come ho detto prima, questa immagine rappresenta l’evoluzione delle chiavi musicali utilizzate (la chiave madre di DO, e le chiavi ausiliarie, molto più comuni, di SOL e di FA), partendo dalle lettere per arrivare ai segni grafici che oggi noi conosciamo. La chiave “madre” di DO è caduta in disuso, poiché anche nel caso di stru-menti polifonici come il pianoforte, oggi si trova più co-modo utilizzare le chiavi di SOL e di FA da essa derivate.Tutti, in particolare i chitarristi, conoscono la notazione internazionale, ovvero il sistema che dà il nome alle se-

talfabetica: il DO, derivato dalla C, e il FA, derivato dal-la F. Eccoci tornati alla partenza.

Ma Guido d’Arezzo ebbe un altro merito fondamentale nella storia della musica. Questo pover’uomo, non sa-pendo che altro inventarsi per far imparare ai suoi alun-ni gli intervalli di tono e semitono della scala, s’ingegnò (cosa non fanno gli insegnanti per i loro ragazzi?!) e iniziò ad adoperare come sussidio mnemonico l’inno a San Giovanni composto da Paolo Diacono. Embè, per-chè San Giovanni e non San Ariberto? Eh, eh, qui sta il bello: ognuno dei sette versi che compongono l’inno iniziava su una nota più alta del precedente.Il nostro buon Guido aveva bisogno solamente di sei note, in quanto il suo sistema era basato sulla scala esa-tonale, quindi prese i nomi dalla prima sillaba di ogni verso:UT queant laxisREsonare fibrisMIra gestorumFAmuli tuorumSOLve pollutiLAbii reatumSancte Joannes.

Solo nel XVII secolo si introdusse anche il SI, desumen-dolo dall’ultimo verso dello stesso inno, ossia dall’unione delle iniziali di “Sancte Joannes”.Ma come, la prima nota non è mica il DO? Sì certo, tranquilli, qui c’è il barbatrucco: un tizio intelligente, tale Giambattista Doni, essendosi accorto che “UT” non era proprio comodo da cantare (te credo, sembra che ti sia andato di traverso qualcosa!), decise di dare un nuovo nome a quella nota, prendendolo, molto mode-stamente, dall’inizio del suo cognome.Quante cose si possono imparare dalle pergamene se-polte sulle scrivanie, eh? Bene, quindi ora animo, armia-moci di maschere antigas e...partite! Io il mio l’ho fatto.

EVOLUZIONE DELLE CHIAVI MUSICALIdi Chiara Trettene La voce dei lettori

te note musicali (e ai conseguenti accordi) con le lette-re dell’alfabeto, dalla A (il la) alla G (il sol).La notazione alfabetica, infatti, costituì la più antica for-ma di scrittura musicale, nella quale i suoni venivano identificati mediante delle sigle scritte sopra alle sillabe da cantare. Questo era il modo antico di denominare le note, ancora in uso in alcune nazioni, prima dell’inno vazione introdotta da Guido d’Arezzo, monaco vissuto a cavallo dell’anno 1000.Egli infatti teorizzò il tetragramma, basandosi sull’esi-stenza di due linee colorate di riferimento, rossa per il fa e gialla per il do. Ben presto le linee divennero tut-te nere (era pur sempre un monaco, serviva un po’ di contegno, no??) e, per dare il giusto punto di riferimen-to ai neumi, ossia dei segni sonori che identificavano approssimativamente l’andamento della melodia, si introdussero due lettere chiave tratte dalla notazione

La redazione coglie l’occasione per porgere a tutti

i lettori di Mi Fa Musica i più

speciali auguri per un

Natale sereno e un Nuovo Anno pieno di Musica!

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STASERA CHE SI FA?Concerti dei ‘BIG’!

Dicembre 2011 Numero 76

LE MANIFESTAZIONI DA DOMENICA 4 DICEMBRE 2011 Mostra dei Presepi fino al 8 gennaio 2012 presso la Prolocomotiva Stazione Ferrovie Trenord a Gavirate. MARTEDI 27 Festa di San Giovanni patrono organizzata dalla Parrocchia San Giovanni Evangelista di Gavirate.

Informazioni: Ufficio IAT Gavirate Piazza Dante, 121026 Gavirate (Va) Telefono 0332 744.707

www.progavirate.com [email protected]

Calendario 2012Sarà distribuito a tutte le famiglie gaviratesi il Calendario Comunale, realizzato con la Pro Loco che ne ha curato la grafica

e che, oltre alla funzione tradizionale di calendario, riporterà le date della raccolta differenziata, i numeri telefonici e gli indirizzi mail dei principali servizi pubblici. Per l’edizione 2012 verranno pubblicate delle foto gentilmente fornite dalla Riserva Naturale RegionalePalude Brabbia - Centro visite: Via Patrioti 22 - Inarzo (Varese)Tel. 0332 964.028 lipu.varese.it [email protected]

Le fotografie sono state scattate tra i canneti del nostro lago eritraggono alcuni uccelli normalmente presenti lungo le sue sponde: un’occasione per conoscere meglio gli “abitanti” del Lago di Varese.

Palude Brabbia Nella provincia dei Laghi quello di Varese ha unposto d’onore. Non soloperché lo abbiamo sottogli occhi tutti i giorni, ma perché insieme allaPalude Brabbia e al Lago di Comabbio costituisceun enorme ecosistemaumido ricchissimo dal punto di vista naturalistico. Numerose specie di uccelli testimoniano questa valenza che gli è data da una vegetazione ancora ben conservata e dalla sua posizione strategica per le rotte migratorie nord-sud. Un corridoio verde che è entrato a far parte dellarete europea per la protezione della biodiversità “Rete Natura 2000”: dal 2005 il lago è infatti ZPS (Zona di ProtezioneSpeciale) secondo le direttive europee, ossia uno di quei siti per cui vi è l’obbligo dimantenere un buono stato di conservazione. Questoriconoscimento è stato acquisito grazie alla presenza numerosa dell’avifauna e di alcune specieparticolarmente a rischio a livello europeo: airone rosso, salciaiola, moretta tabaccata e tarabusino. La LIPU (LegaItaliana Protezione Uccelli) associazione ambientalista che da oltre 15 anni collabora conla Provincia di Varese allagestione della Palude Brabbia, è in questi ultimi anni fortemente impegnata nel divulgare laricchezza naturalistica del Lago di Varese e nel sensibilizzare alla sua protezione: è composta da soci e volontari, grazie al loro contributo vengono realizzate le attività di tutela ambientale.

Mostra dei Presepi Si terrà da domenica 4 dicembre a domenica 8 gennaio 2012 la Mostra dei Presepi, una raccolta di lavori fatti da appassionati che ripercorre la storia della natività nel mondo. Numerosi i presepi in mostra, dai più curiosi aitradizionali, realizzati in vari materiali: dal legno, alla carta, alla stoffa, al gesso, di rara esuggestiva bellezza.

La mostra è in collaborazione con il Comune di Gavirate e con le Ferrovie Trenord di Milano. Per informazioni: Ufficio IAT Tel. 0332 744.707

Dicembre 2011 Numero 76

LE MANIFESTAZIONI DA DOMENICA 4 DICEMBRE 2011 Mostra dei Presepi fino al 8 gennaio 2012 presso la Prolocomotiva Stazione Ferrovie Trenord a Gavirate. MARTEDI 27 Festa di San Giovanni patrono organizzata dalla Parrocchia San Giovanni Evangelista di Gavirate.

Informazioni: Ufficio IAT Gavirate Piazza Dante, 121026 Gavirate (Va) Telefono 0332 744.707

www.progavirate.com [email protected]

Calendario 2012Sarà distribuito a tutte le famiglie gaviratesi il Calendario Comunale, realizzato con la Pro Loco che ne ha curato la grafica

e che, oltre alla funzione tradizionale di calendario, riporterà le date della raccolta differenziata, i numeri telefonici e gli indirizzi mail dei principali servizi pubblici. Per l’edizione 2012 verranno pubblicate delle foto gentilmente fornite dalla Riserva Naturale RegionalePalude Brabbia - Centro visite: Via Patrioti 22 - Inarzo (Varese)Tel. 0332 964.028 lipu.varese.it [email protected]

Le fotografie sono state scattate tra i canneti del nostro lago eritraggono alcuni uccelli normalmente presenti lungo le sue sponde: un’occasione per conoscere meglio gli “abitanti” del Lago di Varese.

Palude Brabbia Nella provincia dei Laghi quello di Varese ha unposto d’onore. Non soloperché lo abbiamo sottogli occhi tutti i giorni, ma perché insieme allaPalude Brabbia e al Lago di Comabbio costituisceun enorme ecosistemaumido ricchissimo dal punto di vista naturalistico. Numerose specie di uccelli testimoniano questa valenza che gli è data da una vegetazione ancora ben conservata e dalla sua posizione strategica per le rotte migratorie nord-sud. Un corridoio verde che è entrato a far parte dellarete europea per la protezione della biodiversità “Rete Natura 2000”: dal 2005 il lago è infatti ZPS (Zona di ProtezioneSpeciale) secondo le direttive europee, ossia uno di quei siti per cui vi è l’obbligo dimantenere un buono stato di conservazione. Questoriconoscimento è stato acquisito grazie alla presenza numerosa dell’avifauna e di alcune specieparticolarmente a rischio a livello europeo: airone rosso, salciaiola, moretta tabaccata e tarabusino. La LIPU (LegaItaliana Protezione Uccelli) associazione ambientalista che da oltre 15 anni collabora conla Provincia di Varese allagestione della Palude Brabbia, è in questi ultimi anni fortemente impegnata nel divulgare laricchezza naturalistica del Lago di Varese e nel sensibilizzare alla sua protezione: è composta da soci e volontari, grazie al loro contributo vengono realizzate le attività di tutela ambientale.

Mostra dei Presepi Si terrà da domenica 4 dicembre a domenica 8 gennaio 2012 la Mostra dei Presepi, una raccolta di lavori fatti da appassionati che ripercorre la storia della natività nel mondo. Numerosi i presepi in mostra, dai più curiosi aitradizionali, realizzati in vari materiali: dal legno, alla carta, alla stoffa, al gesso, di rara esuggestiva bellezza.

La mostra è in collaborazione con il Comune di Gavirate e con le Ferrovie Trenord di Milano. Per informazioni: Ufficio IAT Tel. 0332 744.707

PAOLO BENVEGNU’ – Teatro Martinitt – Milano - 12 dicembreRIHANNA – Mediolanum Forum – Assago (MI) – 12 dicembreMICHELE ZARRILLO – Teatro Smeraldo – Milano – 13 dicembrePFM (Premiata Forneria Marconi) – Live Club - Trezzo sull’Adda (MI) - 16 dicembreIVANO FOSSATI – Teatro degli Arcimboldi – Milano – 19 dicembreLUCA CARBONI – Senza titolo tour – Teatro degli Arcimboldi (MI) - 20 dicembreCAPAREZZA – Live Club – Trezzo sull’Adda (MI) – 21 dicembreEUGENIO FINARDI – Blue Note - Milano - 22 e 23 dicembreGIULIANO PALMA & THE BLUEBEATERS - Live Club – Trezzo Sull’Adda (MI) - 23 dicembreLAURA PAUSINI – Mediolanum Forum – Assago (MI) - dal 25 al 29 dicembreMARRACASH – Alcatraz – Milano - 12 gennaio ‘12GIORGIA – Il mio giorno migliore – Mediolanum Forum – Assago (MI) – 24 gennaio ‘12GUANO APES – Magazzini Generali – Milano – 25 gennaio ‘12SPIN DOCTORS – Bloom – Mezzago (MB) – 29 gennaio ‘12NEGRITA – Mediolanum Forum – Assago (MI) – 11 febbraio ‘12DREAM THEATER – Mediolanum Forum – Assago (MI) – 21 febbraio ‘12

TI RICORDIAMO CHE… …Per gli iscritti Music Secrets è possibile

convertire una o più ore di lezione di strumento in ore di registrazione in studio

Sappiamo che la musica, a differenza delle arti visive,ha bisogno di essere fissata attraverso la registrazionee non tutti dispongono della strumentazione e delle

conoscenze tecniche necessarie.Se vuoi semplicemente registrare un tuo brano, un

esercizio o una cover, con l’aiuto di esperti del settore,ora puoi farlo !

Per informazioni e dettagli contatta la segreteria([email protected] – 0332-730738)

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Insegnante: “Questo si chiama Tom. Invece questo, che è solo un pelo più grosso, si chia-ma... Tom anche lui! Li distinguiamo come Tom 1 e Tom 2, oppure come primo Tom e secondo Tom”.Allievo: “... quindi ci sono due Tom?”Insegnante: “Esattamente: primo e secondo Tom”.Allievo: “Ma Jerry allora qual è?”.

Insegnante: “ …e ora faremo un po’ di alle-namento su quest’altro pezzo della batteria, che si chiama Rullante!”.(…poco dopo…)Allievo: “… uffa, non mi vengono proprio gli esercizi sull’Urlante!!!”.

Dopo una lezione dedicata alla spiegazione dei differenti tipi di pick up (i “microfoni” delle chitarra), arriva la sconcertante domanda dell’allievo: “Oh, ma il tuo pc che processore ha? Un single coil?”.Insegnante basito!

LET’S PLAY!di Elisa e Davide Giochi&Tempo libero

TEST MUSICALEMisura la tua conoscenza musicale

1) Di chi è la canzone “All along the watchtower”? □ U2 □ Bob Dylan □ Beatles □ Jimi Hendrix

2) Chi canta la canzone “Woman from Tokio” dei Deep Purple? □ Ian Gillan □ Ritchie Blackmore □ R.J. Dio □ David Coverdale

3) Quale canzone dei Beatles è stata interpretata da Ben Harper per il film “I am Sam”? □ Across the universe □Nowhere man □ Strawberry fields forever □ Let it be

4) “Totally eclipse of the earth” è una romantica canzone di: □ Cindy Lauper □ Madonna □ Annie Lennox □ Bonnie Tyler

5) “Sailing to Philadelphia” è il singolo trainante di un al-bum pubblicato da Mark Knopfler nel 2000. □ Speedway at Nazareth □ What it is □ Sailing to Philadelphia □ Sands of Nevada6) Quale gruppo ha pubblicato l’album “Close to the edge”? □ Yes □ The Doors □ Fairport Convention □ Camel

7) Quale band ha portato al successo il brano “Rock the Casbah”? □ Ramones □ Sex Pistols □ The Clash □ The Who

Le soluzioni saranno disponibili sul sitowww.musicsecrets.it da venerdì 27 gennaio

SUDOKU MUSICALEIl SUDOKU MUSICALE consiste nel riempire le caselle vuote con una nota (C=Do D=Re E=Mi F=Fa G=Sol A=La B=Si) o con un se-gno di alterazione (b=bemolle #=diesis) rispettando 3 REGOLE:1 – una nota/ alterazione non si ripete nelle caselle sulla stessa colonna verticale2 – una nota/alterazione non si ripete sulla stessa riga orizzontale3 – all’interno dello stesso riquadro 3x3 le note/alterazioni non possono ripetersi

D # EA E F G # C

F C bA G #

C # b D B AB A DG B A

B b A # G D# b C

L’ANGOLO DELLA SINCOPE

*Attenzione: fatti realmente accaduti

Vignetta realizzata da Laura Brusa

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