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Mezzoeuro Mezzoeuro settimanale d’informazione regionale Il vescovo Nunnari dopo tanto tempo a Bisignano numero 30 - Anno 12 Sabato 27 Luglio 2013 www. mezzoeuro.it www. mezzoeuro.it 0,50 + 0,50 Voce ai giovani euro 1,00 Voce ai giovani Aism, parcheggiare non è più una virtù

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Sabato 27 luglio 2013

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MezzoeuroMezzoeurosettimanale d’informazione regionale

Il vescovo Nunnari dopo tanto tempo a Bisignano

numero 30 - Anno 12Sabato 27 Luglio 2013

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Voceai giovaniAism,parcheggiarenon è piùuna virtù

di Franco Crispini

A differenza del PDL interessato unica-mente al destino giudiziario del suoCapo, pronto a compiere ogni genere diazione pur di far valere le ragioni di unagiustizia a propria dimensione, deciso afar crollare un governo di cui interessasoltanto la dispononilità a realizzare ipunti dell’impegno elettirale berlusco-niano, il PD ha invece l’obiettivo di rag-giungere la migliore idea di sé, metterea punto un serio progetto per il Paese,uscire da contraddizioni e contorcimen-ti, cessare di puntare tutto sull’antiber-lusconismo come sola ragione per aspi-rare al governo del Paese. Il PD dunquepotrebbe vedere i suoi sforzi per cac-ciarsi dalle sue confusioni interne va-nificati da una presenza al governo ri-velatasi inutile, il che proietterebbe suldibattito congressuale, già così poverodi spinte ideali, altre lacerazioni e in-comprensioni. Un qualche conforto lorecano i piccoli effimeri successi cheLetta va raccogliendo (l’approvazionein Parlamento con un voto di fiducia del“decreto del fare”: ma perché un “votodi fiducia”, per l’opposizione di SEL eM5S ?) e che gli vengono quasi accor-dati mentre tutto si fa sempre più durosu quelle questioni che rimangono qua-si a costituire un permanente “casus bel-li” per la separazione finale. Il governoLetta col fiato corto ma va avanti neigiorni che separano dalle farali deci-sioni in Cassazione per il 30 Luglio, efa finta di credere che continuerà il suocammino per le urgenze terribili (al dilà degli annunci del guro del M5S) cheattendono il Paese: ma può capitare chesia proprio una consunzione traumaticadi un governo reso necessario dalla brut-ta condizione del Paese, a spingere ver-so un voto elettorale anticipato senzaquella riforma dei meccanismi elettora-li che avrebbe dovuto normalizzarlo.Che avverrebbe del PD? Gli si perdo-nerebbero tutte le sue avventatezze?Avrebbe più il tempo e il modo di rifar-si una immagine? E un PDL senza il suotrascinatore che garanzie di successo po-trebbe dare più al popolo della destra?Un guaio per tutti, altro dramma per ilPaese reso privo di una via di scampo.

MezzoeuroMezzoeuroSabato 27 Luglio 20132

Un governo di “logoramento”Chi ne avrà la peggio?

Un governo di “logoramento”Chi ne avrà la peggio?

Il legno storto

Il meno che si possa dire dell’attuale governo (cui è divenuto difficile dare unapaternità, visto anche che spesso ciascuno dei coabitanti nervosi sembra quasi

volerla rifiurare) è che esso, per essere una “costruzione lenta” come vuoleLetta, finisce per non essere valutabile per i suoi risultati immediati, a parte

quello che sentiamo dire dalle donne “di governo” berlusconiane tutte a recitarele parti previste in copione, tutte a predicare il verbo di Silvio. È come se

non fosse Letta ed il suo governo a giocare una partita difficile per le soluzionida adottare riguardo ad una marea di problemi che continuano a soffocare

il Paese, ma proprio su di esso si stesse conducendo un braccio di ferro,un logorente conflitto per ottenere questi risultati: allalgare le crepe interne

al Pd con il fallimento di un suo esperimento di governo; fare emergereil grande senso di responsabilità verso il Paese del vero artefice di una politica“di pace” finita male per colpa di un alleato inaffidabiile; evitare che si possa

addossare la colpa del naufragio delle “larghe intese” alla possibile tragicadisavventura giudiziaria del Capo. Il governo Letta, fa buon viso, annaspa,

si ritaglia piccoli pezzi di ottimismo,sfrutta qualche vantaggio della protezionedel Colle, colma l’attesa del 30 luglio facendo finta di ignorare che vi è

già pronto chi ha le armi sotto il tavolo e che le sfruriate brunettianeo le sgridate della passiojnaria o i sermoni cicchettiani o capezzoniani,

non riguardino il temuto capitombolo del Sovrano. Inutile chiedersi cosa possavenire fuori per il Paese che forse qualcosa se la attenderebbe anche da un Letta

che sembra star lì come un “milite ignoto”, da un permanente traballamentogovernativo, una frustrante continua resa dei conti, e quale merito in termini

di riaccreditamento della politica possano ricavarne le due maggiori forzecoabitanti: se il Pdl potrà vantare di essere comunque riuscito a stareal governo e fare da scudo al proprio Capo, il Pd che ha messo avanti

un suo uomo, che ha dovuto tanti ricatti e provocazioni,ne uscirà con le ossa rotte

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Il presidente del ConsiglioEnrico Letta

Ricostruisce lo scheletro meglio di come lo si sia mai fatto finora abbattendoquasi del tutto le radiazioni. L’Istituto Neuromed di Pozzili (Isernia) mette asegno un nuovo primato nel Centro-Sud Italia con l’acquisizione del sistemaEos, il secondo in Italia e fra i primissimi in Europa, un’apparecchiatura ra-diologica messa a punto dalla Società aerospaziale francese. A differen-za degli apparecchi tradizionali nonché delle Tac più innova-tive, Eos permette di studiare la colonna vertebrale e gliarti inferiori in posizione eretta con la massima preci-sione e una dose minima di raggi. Nel caso della Tac leradiazioni sono ridotte del 90 per cento mentre rispettoa una radiografia tradizionale sono otto volte inferiori.È il secondo strumento del genere presente in Italia, l’al-tro è in Lombardia presso l’Istituto clinico Humanitas.

Bartolo:

Strumento rivoluzionario«Questa apparecchiatura è sicuramente utilissima pertutti gli specialisti del settore che si occupano di colon-na vertebrale sia dal punto di vista chirurgico che perquanto riguarda l’interventistica percutanea mini-inva-siva» spiega il responsabile della Neuroradiologia dia-gnostica e terapeutica dell’Ircss Neuromed MarcelloBartolo.«Eos - continua - è un apparecchio rivoluzionario per-ché permette di studiare e di verificare effettivamentequale sia la problematica in essere, soprattutto per la co-lonna vertebrale, e di adottare la strategia terapeutica piùadatta».

Uno degli aspetti più innovativi di Eos consiste nel fatto di restitui-re delle immagini in scala 1 a 1, fornendo al chirurgo la possibilità di de-finire con maggior precisione il planning operatorio e le corrette dimensionidella protesi da utilizzare. A differenza di quel che accade con le normali im-magini radiologiche, non è necessaria la rielaborazione dei dati acquisiti pertradurli in scala reale. La visione tridimensionale, inoltre, evita distorsioni econsente misurazioni reali delle deviazioni assiali degli arti.

Come funzionaIl cuore della tecnologia Eos sta nel cosiddetto “post processing”, ovvero nel-la lavorazione dei dati acquisiti. Grazie a un sofisticato software Eos rico-struisce lo scheletro intero in tre dimensioni, garantendo una valutazione dialta precisione delle curvature della colonna vertebrale e uno studio degliaspetti posturali dei pazienti, in particolare di bambini ed anziani, difficilmentevalutabili con le tecniche tradizionali.

Cabina anti-claustrofobica L’apparecchio è collegato ad una cabina all’interno della quale il paziente en-tra in piedi e rimane in posizione eretta per una manciata di secondi, temponecessario ad eseguire l’esame. Dato particolarmente significativo per chi sof-fre di claustrofobia, non è necessario che la cabina sia chiusa. I vantaggi ot-tenuti dall’utilizzo di Eos derivano non solo dalla rapidità della scansione checonsente di ottenere esami in posizione eretta (quindi sotto gravità), fonda-mentale per le valutazioni biomeccanicofunzionali, ma anche dalla dose mi-nima di radiazioni assorbite dal paziente rispetto alla radiologia convenzio-nale.

Attraverso l’adozione di Eos, l’Irccs Neuromed compie un nuovo importantepasso avanti nel proprio aggiornamento tecnologico per migliorare ulterior-mente la qualità dei risultati clinici offerti a chi si affida alle sue cure e per ren-dere accessibile un importante strumento diagnostico a un numero sempremaggiore di pazienti. Inoltre, la presenza di questo strumento presso l’IstitutoNeuromed permetterà a tutti i pazienti del centro e del meridione d’Italia dipoter usufruire di un servizio che fino ad oggi era presente solo in Lombardia.

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 27 Luglio 2013 3Le eccellenze per sperare

EOS, farsile ossa in 3DEOS, farsile ossa in 3D

L’Istituto Neuromed di Pozzili (Isernia)acquisisce, secondo in Italia e primonel Mezzogiorno, un sistema innovativonel campo della radiologia

Per dare la cifra dello spessore della politica ca-labrese alle prese con le coppole della ‘ndranghetagli inquirenti della Dda in conferenza stampa han-no citato il caso di Gianpaolo Bevilacqua, vice-presidente del Cda della Sacal e vicecoordinato-re provinciale del Pdl di Catanzaro. È finito in ma-nette e per lui, e su di lui, impietose sono state leparole dei magistrati. Secondo il procuratore ag-giunto della Dda, Giuseppe Borrelli, «è incredi-bile che chi ricopre importanti attività possa an-dare in un negozio per chiedere le tute per i dete-nuti da comprare con lo stesso sconto applicatoalla cosca. Una vicenda grave, tra il folkloristicoe il drammatico, ma che indica anche la qualità dicerta politica in Calabria».

D’altronde, Bevilacqua, secondo il gip Mellaceche ha firmato l’ordinanza di custodia cautelarein carcere, avrebbe fornito «un concreto, specifi-co, consapevole e volontario contributo di naturamateriale e morale» alla cosca Giampà. E questo,perché il gip ha riscontrato come il giovane poli-tico lametino si sarebbe impegnato per «l’asse-gnazione di appalti o posti di lavoro in cambio delcostante impegno elettorale da parte degli espo-nenti della cosca». Tutto, secondo il gip, «produ-cendo un patto elettorale politico-mafioso».

Ed in pochi anni, Bevilacqua aveva conquistatoun ruolo di primo piano in politica. Eletto in

Consiglio provinciale nel 2004 con 1.574 prefe-renze, salite a 2.367 nel 2008. Quindi assumendovari ruoli: capogruppo del Pdl in consiglio pro-vinciale, dirigente della Regione Calabria, presi-dente della commissione provinciale Lavori pub-blici, prima rappresentante della Sacal, società chegestisce l’aeroporto di Lamezia Terme, e poi vi-cepresidente del consiglio di amministrazione. Edancora, presidente del cda del Centro tipologiconazionale-società consortile per azioni, membrodel comitato di sorveglianza del consorzio agra-rio provinciale di Pistoia, su incarico del ministe-ro delle Attività produttive, per il quale ha rice-vuto altre consulenze. Quindi la scalata nello stes-so Pdl, fino a ricoprire, attualmente, il ruolo di vi-ce coordinatore provinciale. Una carriera lampo,alimentata dalle preferenze, dai legami con espo-nenti di primo piano del partito calabrese. Interrottadall’operazione Perseo con la quale si contesta an-che l’associazione a delinquere di stampo mafio-so, oltre che l’estorsione per l’episodio dell’ac-quisto delle tute per i detenuti.

Bevilacqua del resto è solo il colletto col bianco più sporco dentro la colossale operazione

Perseo. La potentissima cosca Giampà di Lamezia,per finanziare le proprie ingenti operazioni cri-minali, aveva messo in piedi un colossale giro dipolizze assicurative false potendo contare su po-litici conniventi, imprenditori, avvocati, affiliatialle cosche ovviamente, persino meccanici e car-rozzieri. All’occorrenza, e cioè in occasione del-le regionali del 2010 e delle politiche dell’anno incorso, la cosca poi metteva a disposizione dei po-litici di riferimento il proprio largo consenso incambio, ovviamente, di favori e appalti sia nelcampo in questione che in altri ancora. 65 gli ar-restati, decine gli indagati con nomi eccellenti inmezzo.

Come quello del senatore del Pdl Piero Aiello,vero dominus della politica catanzarese. Ex as-

sessore regionale all’Urbanistica è stato anche in

procinto di diventare assessore alla Sanità. Potenteriferimento del Pdl è indagato per aver incontra-to più volte i boss. Per lui i magistrati avevanochiesto l’arresto ma il gip Mellace non l’ha con-cesso.

Aiello ha incontrato nello studio legale di unavvocato il boss Giuseppe Giampà e uno dei

componenti di punta del clan, Saverio Cappello.A loro avrebbe chiesto il sostegno elettorale perle elezioni regionali del 2010, dove è risultato ilprimo degli eletti nella lista del Pdl. È questa lacontestazione mossa nei suoi confronti, indagatonell’ambito dell’inchiesta che ha portato in car-cere 65 persone tra esponenti della cosca diLamezia Terme e professionisti compiacenti.Secondo l’accusa Aiello avrebbe incontrato gliesponenti del clan almeno in due occasioni. Il ma-gistrato titolare delle indagini, Elio Romano, ave-va chiesto l’arresto per il parlamentare di centro-destra, ma è stato il gip Abgail Mellace a non con-cederlo.

Secondo il gip, infatti, manca la prova che Aiello conoscesse la caratura criminale dei due per-

sonaggi, così come mancherebbe la prova che cisia stata una contro-prestazione per il sostegnoelettorale che la cosca avrebbe fornito. Le vicen-de sono state rese note dal procuratore aggiuntodella Dda di Catanzaro Giuseppe Borrelli, il qua-le ha anche annunciato la decisione della Dda dipresentare ricorso contro la mancata concessionedegli arresti per il senatore. Ad Aiello è contesta-to il reato di voto di scambio. A ricostruire i rap-porti con il parlamentare, all’epoca candidato alconsiglio regionale e diventato poi assessore re-gionale all’Urbanistica, sono stati proprio i dueinterlocutori di Aiello, Giampà e Cappello.Entrambi, infatti, stanno collaborando con la giu-stizia da alcuni mesi e hanno raccontato al capodella squadra Mobile, Rodolfo Ruperti, i partico-

MezzoeuroMezzoeuroSabato 27 Luglio 20134Coppole, voti e colletti bianchi

Polizze “d’onore”...Polizze “d’onore”...

La Dda di CatanzaroA destra

Giuseppe Borrellie Vincenzo Antonio Lombardo

Si chiama Perseo l'ultimaclamorosa inchiestadella Dda di CatanzaroSotto tiro la potente coscaGiampà di Lameziain grado di finanziare leproprie complesse attivitàillecite con un gigantescogiro di assicurazioni falseConniventi, e coinvolti,anche politicie imprenditori oltrea periti, avvocati, persinomeccanici e carrozzieri

65 le persone arrestate,decine gli indagati. Inmanette il vice presidentedella Sacal e vicecoordinatore di Catanzarodel Pdl GianpaoloBevilacqua e indagatoil senatore, sempre Pdl,Piero Aiello per il qualei magistrati avevanopure chiesto l'arrestorespinto dal gip Mellace

lari dell’incontro. «I collaboratori - ha detto Borrelli- convergono sull’incontro, riconosciuto anche dalgip, così come entrambi riferiscono che avrebbe-ro ottenuto forniture in cambio di voti. In parti-colare, Cappello aveva avanzato la richiesta di po-ter fornire toner per stampanti agli uffici dellaRegione Calabria. L’incontro era stato organizza-to dal padre dell’avvocato Giovanni Scaramuzzino,primario dell’ospedale di Lamezia Terme».L’avvocato Scaramuzzino è stato arrestato nel cor-so della stessa operazione.

Per quanto riguarda invece Bevilacqua, l’altropolitico coinvolto e finito però in manette,

Mellace lo definisce «politico che da anni ha in-tessuto una stabile, paritetica, assolutamente de-precabile relazione di cointeressenza e solidarietàcon l’organizzazione, nella consapevolezza di es-sere colui che ricambia o deve ricambiare i nu-merosi favori ricevuti per la sua brillante ascesapolitica».

Il core business dell’operazione criminale sonole truffe alle assicurazioni per finanziare le at-

tività della cosca Giampà. Soldi incassati per fin-ti incidenti e utilizzati per pagare avvocati nei pro-cessi, aiutare i detenuti, comprare armi e droga. Ilmeccanismo si era consolidato grazie alla com-piacenza di avvocati e medici, ma anche graziead un assicuratore finito in manette, FrancescoMascaro.Per questo, sono finiti in carcere gli avvocatiGiuseppe Lucchino, Giovanni Scaramuzzino eTiziana D’Agosto. Lucchino, in particolare, è ac-cusato anche di scambio elettorale politico ma-fioso oltre che del reato di concorso esterno in as-sociazione mafiosa, mentre gli altri due legali de-vono rispondere di concorso esterno in associa-zione mafiosa. La contestazione elettorale diLucchino è legata alle ultime elezioni comunali,quando è stato candidato con la lista dell’Udc e

ha ottenuto 208 di preferenza. L’avvocato, infat-ti, avrebbe concordato il sostegno elettorale conFranco Trovato, esponente del clan Giampà. Perquanto concerne le truffe assicurative, secondo ilprocuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, «la strut-tura messa in piedi per questo sistema era statamessa a servizio della città. Chi aveva bisogno disoldi andava a chiedere alla cosca di mettere inpiedi un rimborso assicurativo, garantendo partedei proventi. Un vero e proprio rapporto di collu-sione con la società civile - ha spiegato il magi-strato - che dimostra la presenza della ‘ndranghe-ta nella società».Coinvolti in questo giro vorticoso che avrebbefruttato alcuni milioni di euro, anche dei medici.Come Carlo Curcio Petronio, ortopedico in pen-sione dell’ospedale di Lamezia Terme, finito agliarresti domiciliari. Quindi il perito RenatoRotundo, finito in carcere per avere favorito ilmeccanismo. Stessa sorte per l’agente assicurati-vo Francesco Mascaro.

Questo l’elenco delle persone coinvolte, a variotitolo, nell’operazione “Perseo” della squadraMobile di Catanzaro contro la coscaGiampà di Lamezia Terme: EmilianoFozza, 34 anni; Domenico Sirianni, det-to “Pescatore”, 28; Andrea Crapella, 27anni; Michael Mercuri, detto “Maicolino”,24; Nino Cerra, detenuto, 22; AngeloFrancesco Paradiso, detto “Ciccuzzu”, 27;Antonio Ventura, detto “Popello”, 29;Giuseppe Grutteria, 29; PasqualeBentornato, 30; Michele Bentornato, det-to “Bagnera”, 28; Antonio Curcio, detto“Ntoni du pani”, 39; Antonio De Vito, det-to “Jack” e “principino”, 40; FrancescoRenda, 29; Franco Trovato, 37; LuigiTrovato, detto “Gino”, 43; LucianoTrovato, 28; Antonio Muraca, 44;Giuseppe Ammendola, 30; Gino Strangis,44; Pasquale Strangis, 33; Pino Strangis,38; Salvatore Ascone, detto “U pinnula-ru” oppure “U craparu”, 47; AntonioDonato, 44; Giuseppe Lucchino, 37;Giorgio Galiano, 59; Antonio Fragale, 52;Francesco Costantino Mascaro, 39;Giovanni Cosentino, 39; DomenicoGiamp’, detto “Micariellu” e “buccaciel-lu”, 32; Giuseppe Catroppa, 29; PasqualeCatroppa, 27; Vincenzo Bonaddio, detto“Lucky” e “Ca-ca”, 54; PasqualeGiampa’, detto “Millelire”, 49; AldoNotarianni, detto “Piluosci” e “Alduzzu”,48; Antonio Notarianni, 61; MaurizioMolinaro, detto “cannaruzziellu”, 30;Vincenzo Giamp’, detto “Camacio”, de-tenuto, 45; Alessandro Torcasio, detto“Cavallo”, 30; Claudio Paola, detto“Trachino”, 27; Eric Voci, 23; SaverioTorcasio, 27; Vincenzo Arcieri, 53;Vincenzo Ventura, 47; Daniele Scalise,28; Pino Scalise, 65; Antonio Voci, dete-nuto, 47; Fausto Gullo, 42; EmanueleStrangis, 32; Carmine VincenzoNotarianni, 66; Pasquale Notarianni, 27;Alessandra Folino, 27; Dragos IonutCiubuc, 21; Giuseppe Notarianni, detto“mastu Peppe”, 64; Carmen Bonafè, 51;Alberto Giampa’, 29; Michele Muraca,49; Vincenzo Perri, 38; Domenico Curcio,44; Giancarlo Chirumbolo, detenuto, 29;Pietro Aiello, 57; Giovanni Scaramuzzino,detto “Chicco”, 37; Vincenzo Torcasio,detto “U niguru”, 51; Luigi Notarianni, diAldo, detenuto, 21; Carlo Curcio Petronio,69; Renato Rotundo, 43; Pasquale Gigliotti, 32;Antonio Paradiso, 23; Luciano Arzente, 24; JuanManuel Ruiz, 24; Davide Giampa’, detenuto, 24;Saverio Giampà, detenuto, 26; Torcasio Vincenzo,detto “U russu” o “Giappone”, 35; GiampaoloBevilacqua, 45; Davide Orlando, 31; DomenicoChirico, detenuto, detto “u battero”, 31.

«Aspettiamo che la società civile batta un colpoe rifletta perché l’impegno dello Stato è altis-

simo». Lo ha detto il questore di Catanzaro, GuidoMarino, commentando l’operazione della squa-dra Mobile contro la cosca Giampà di LameziaTerme che ha portato a 65 arresti. Nel corso del-la conferenza stampa in Questura, Marino ha ag-giunto: «Pensiamo di avere disarticolato in largamisura un vero e proprio sistema mafioso, con unamaxi operazione che oggi ha impegnato oltre 400poliziotti».

Soddisfatto anche il procuratore della Dda di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo: «Si

tratta di un’ordinanza imponente per numero equalità e per la moltepli-cità di imputazioni.Partendo dall’operazio-ne “Medusa” - ha ag-giunto - è stata fatta ta-bula rasa sulla coscaGiampà, della quale orasappiamo tutto. Si trattadi una cosca che sembraessere stata una holdinggrazie a truffe alle assi-curazioni, spaccio di stu-pefacenti, estorsioni atutti i commercianti diLamezia Terme, presi dimira con soluzioni di-verse nei pagamenti e fi-nanche con beni in natu-ra. C’era un sistema - hadichiarato Lombardo -nel quale sono entrati an-che autorevoli professio-nisti. Lo avevamo dettoche non ci saremmo fer-mati davanti a nessunsantuario, e così è stato».Secondo il procuratoreaggiunto GiuseppeBorrelli, «il lavoro suLamezia non è comple-to. Giampà è una delledue cosche che coman-davano Lamezia e unadelle tre esistenti in città.E quando abbiamo ini-ziato a colpire i Giampà,qualcuno ha cercato diinsinuarsi, ma siamopronti anche per questo».Borrelli ha evidenziato lareticenza delle vittime diestorsioni a collaborare:«L’omertà non nasce so-lo da paura, ma anche darapporti di coesistenza»,ha detto citando le truffealle assicurazioni a cuifacevano riferimento an-che semplici cittadini. Ilcapo della Mobile,Rodolfo Ruperti, ha ri-cordato i capi di accusacontestati a vario titolo:associazione a delinque-re di stampo mafioso,omicidi, estorsioni, truf-fe aggravate dalle moda-lità mafiose, la costitu-zione di una associazio-ne a delinquere aggrava-ta dalle modalità mafio-

se. Complessivamente nell’inchiesta risultano in-dagate un’ottantina di persone. Di queste 61 so-no quelle arrestate dalla polizia (1 solo ai domi-ciliari) e 5 dalla guardia di finanza (1 delle qualiai domiciliari). Tre delle persone colpite da ordi-nanza di custodia cautelare in carcere sono al mo-mento irreperibili.

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 27 Luglio 2013 5Coppole, voti e colletti bianchi

A partire dall’altoGianpaolo Bevilacqua,Piero Aiello,GiovanniScaramuzzino

I miracoli sono eventi rari. Quando se ne verifi-cano due contemporaneamente si tratta di un even-to eccezionale. Se sono tre concentrati nella stes-sa giornata non si hanno aggettivi per descriverela situazione. Eppure è successo. La Camera approva all’una-nimità la modifica dell’art. 416 ter del codice pe-nale. Nessuno si astiene o vota contro. Un mira-colo. Se ne dovrebbe arguire che si tratta di un ar-gomento sentito, nei confronti del quale vi era unaopinione pubblica largamente favorevole, unapressione da parte degli operatori del settore. UnParlamento, per quanto sgangherato e “costruito”dall’alto, rappresenta pur sempre uno spaccatodella realtà politica e sociale del paese.A fronte di questa unanimità ci si aspetterebbe in-somma il “gaudium magnum”, la soddisfazionecorale non di tutti, ma almeno degli addetti ai la-vori, che vedono finalmente accolte delle istanzelungamente agognate.L’unanimità significa che hanno votato a favore ipentastellati vincolati dal “Braccialetto bianco”,che viene portato dai parlamentari che si sono im-pegnati di riformare la norma sullo scambio elet-torale politico-mafioso (416 ter) entro i primi cen-to giorni di attività parlamentare, come il capo-gruppo Nicola Morra. Le modifiche apportate estendevano l’ipotesi delreato non solo alla dazione di denaro ma anche adaltre utilità (incarichi, appalti, autorizzazioni, con-cessioni). Le numerose associazioni (“Riparte il Futuro”,Libera e il Gruppo Abele, Avviso Pubblico) si so-no dichiarate entusiaste tanto da spingere il Senatoa procedere con la stessa celerità per porre fine aquesta vexata quaestio.A sorpresa sono intervenuti i magistrati che han-no messo in guardia sui pericoli che la nuova for-mulazione rappresentava, tanto che qualcuno si èspinto a dire che si trattava di un grazioso regaloalle organizzazioni criminali. Questo a causa della frase di chiusura dell’artico-lo che impone che sia dimostrato che la fattispe-cie criminoso si sia verificata «in cambio della di-sponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenzedell’associazione mafiosa di cui all’articolo 416-bis o di suoi associati».Asostegno dei magistrati è sceso Roberto Saviane,che ha sposato questa tesi chiedendo una imme-diata modifica del testo, poiché porre a carico delmagistrato l’onere di dimostrare che il voto datoa un determinato personaggio abbia prodotto unvantaggio verificabile all’organizzazione crimi-nale può risultare impossibile. Stante la comples-sità di queste organizzazioni, la vastità degli inte-ressi, e l’intreccio tra le varie attività, il tutto puòavere uno svolgimento tale che non si riuscirà maiad individuare il legame tra il voto e il vantaggioche ne è conseguito.Nessuno dubbio sulle buone intenzioni delle as-sociazioni che si sono battute per arginare l’at-tacco criminale alle istituzioni, tanto che sono sta-te proprio esse a lanciare il “braccialetto bianco”,chiedendo ai candidati alle passate elezioni poli-tiche di impegnarsi a riformare nei primi 100 gior-ni della nuova legislatura l’art. 416 ter del CodicePenale. Il terzo miracolo si è verificato nel lametino, do-ve è scattata l’operazione Perseo, che ha portatoall’arresto di 65 persone per truffe assicurative,estorsioni e naturalmente voto di scambio. Proprioun caso di scuola che mette alla prova la capacitàdella nuova formulazione dell’articolo di affron-tare la casistica reale.Tra gli indagati figurano numerosi colletti bian-chi, medici ed avvocati, il vicepresidente dellaSacal, la società di gestione dell’aeroporto di

Lamezia Terme, Gianpaolo Bevilacqua, tratto inarresto e il senatore Piero Aiello, ex assessore re-gionale alla sanità e all’urbanistica, noto come“mister preferenze”, entrambi in quota PDL. Il se-natore ha potuto evitare l’ordine di arresto proprioperché la promessa che era alla base dello scam-bio di voti non si è poi realizzata e quindi non siè prodotto il sinallagma tra il voto di scambio e ilvantaggio atteso dall’organizzazione criminale.Poiché sono sopraggiunti altri e più importanti im-pegni sempre legati dallo stesso disegno crimi-noso: una ipotesi di reato ancora più grave che hacancellato nella sostanza ma che non ha più alcunlegame con quel voto.La vicenda lamettina mette evidenzia in manieraparadigmatica la difficoltà di intervenire in ma-niera efficace in questa materia, poiché si discutemolto ma, nella sostanza, si è incapaci di dotarsidi un vero provvedimento che impedisca il votodi scambio, o almeno ne renda difficoltoso il con-tinuo ripetersi.Ecco allora il paradosso che le tanto attese modi-fiche dell’art. 416 ter cp, hanno provocato la giu-sta reazione della magistratura inquirente. Fino aquando ci si limiterà al 416ter qualsiasi sia la for-

mulazione risulterà sempre difficile impedire ilvoto di scambio. In Parlamento giace la propostadi modifica della Legge Lazzati che affronta inmaniera organica tutta la fattispecie, che incontraresistenze di vario genere, poiché finirebbe peravere effetti devastanti in tutti gli schieramenti po-litici.Gli abitanti di casa PDL si mostrano seraficamenteindifferenti a questa problematica, in casa PD siè pronti a correre ai ripari, ma ancora non si è tro-vata la formula magica in grado di soddisfare lerichieste dei magistrati.I pentastellati hanno accusato il colpo di aver vo-tato convinti un testo ritrovandosi a dover rim-piangere la fretta che ha provocato più di un im-barazzo.In un post sul blog di Grillo e Casaleggio si leg-ge: «Cerco di intervenire da oggi pomeriggio... GrazieMario e grazie a tutti gli altri portavoce... Ora è ilmomento giusto per parlare, in aula, anche dellemodifiche proposte dal nostro Movimento allalegge Lazzati (la n. 175/2010). In questo modoavremo anche l’occasione di fare uscire allo sco-perto la parte buona del Pd-L (sperando che neesista una!). Le problematiche da noi giustamen-te sollevate, tanto alla Camera, quanto al Senato,e poi riprese dai pm ed oggi da Roberto Savianosu Repubblica, in ordine alla “valenza” delle mo-difiche al 416 tre cp, sono essenzialmente quelleche più ci preoccupano e che vorremmo definiti-vamente affrontare, la soluzione al problema del-la prova del rapporto sottostante all’accordo trapolitico e mafioso è perfettamente fornita dallanuova formulazione della legge Lazzati.Diversamente dall’art. 416 ter cp, con la nuovalegge Lazzati la pubblica accusa non dovrà for-nire alcuna prova del perché (sottostante) è statoraggiunto l’accordo tra politico e mafioso per loscambio di voti con utilità varie e/o denaro, l’ac-cusa dovrà solo provare che lo scambio di voti èavvenuto. Mi auguro che se ne rendano conto tut-ti in Italia, come noi che per primi abbiamo pre-sentato le modifiche alla legge Lazzati, così dapoter finalmente approvare una vera norma di con-trasto alle infiltrazioni delle mafie nelle Istituzioni.Mi piacerebbe che per primo il Portavoce capo-gruppo al Senato, Nicola Morra, cogliesse l’op-portunità di far discutere anche le modifiche allalegge Lazzati che ha pubblicizzato in occasionedella campagna elettorale in Calabria. Mi pare cheil provvedimento attualmente sia stato assegnatoproprio alla commissione Affari costituzionali». Rebus sic stantibus, sommando anche il “dettato”di Roberto Saviano, sembrerebbe proprio che piùdi un giurista di comprovata capacità e fama ab-bia auspicato la modifica della legge Lazzati in-dicando questo provvedimento come molto piùefficace dell’art. 416 ter cp, modifiche comprese.

o.p.

MezzoeuroMezzoeuroSabato 27 Luglio 20136Unanimità perplessa

Voto di scambio sotto dettaturaVoto di scambio sotto dettatura

Come avviene raramente,la Camera approvaun provvedimento subitocontestato da chiè chiamato ad applicarlo

1. L’articolo 416-ter del codice penale è sostituito dal seguente:“Art. 416-ter. - (Scambio elettorale politico-mafioso). - La penastabilita dal primo comma dell’articolo 416-bis si applica anche achi ottiene, o si adopera per far ottenere la promessa di voti previ-sta dal terzo comma del medesimo articolo 416-bis in cambio del-la promessa o dell’erogazione di denaro o di qualunque altra uti-lità, ovvero in cambio della disponibilità a soddisfare gli interessio le esigenze dell’associazione mafiosa di cui all’articolo 416-biso di suoi associati”.

Vecchia formulazione:“La pena stabilita dal primocomma dell’articolo 416-bissi applica anche a chi ottienela promessa di voti previstadal terzo comma del medesi-mo articolo 416-bis in cambiodella erogazione di denaro”.(art. 416 ter c.p.)

Le differenze

La frontiera è quella “verde”. Non è nuova per laverità, i suoi anni li ha pure. Ma non è “lei” ad es-sere passata di moda è stata semmai la politica ei suoi recinti a chiudere le tematiche ambientalinel ghetto delle appartenenze. Questo il peccatooriginale del centrosinistra alle prese con le sta-gioni ecologiste. O ci si è contati dentro il partitodei Verdi in quanto tale, finendo inevitabilmenteper precipitare in un’intifada interna. O al massi-mo s’è voltato lo sguardo tutto a sinistra, troppoe sempre a sinistra. A Napoli, e da Napoli nel week end che i mete-reologi annunciano come il più bollente dell’an-no, partono invece le prove tecniche di un nuovocentrosinistra con sguardo meno “religioso” alverde e alle sue tematiche abbandonate. Meno cro-ciate, meno barricate. Il tavolo si allarga stavoltae non è tanto la presenza di Alfonso PecoraroScanio a farlo intuire (il suo è un ritorno) quantoquella di deputati di evidente estrazione differen-te. Dall’ex grillino Zaccagnini al renziano AngeloRughetti, da Gennaro Migliore alla presenza da-ta per certa nel corso dei lavori del delamiano EnzoAmendola. E poi Silvia Boschi, TommasoPellegrino, Dino Di Palma. Decine decine di sin-daci, consiglieri regionali, consiglieri comunali.Il preside della facoltà di Economia dell’Universitàdi Napoli, imprenditori come Gino Sorbillo.Unico calabrese alla kermesse del Gambrinus diNapoli l’imprenditore e capogruppo di minoran-za al Comune di Luzzi Andrea Guccione, che èanche presidente dell’associazione Assud. Temacentrale e diciamo così “formale” le “Omg free,energie rinnovabili e green Jobs: per una nuovastagione ecologista in Italia e in Europa”. Poi, co-me detto, c’è quello sottotraccia di tema che è po-litico ma che non è meno importante di questi tem-pi. È evidente che si sta lavorando ad allargare ilcontesto e il concetto stesso di centrosinistra, eli-minando laddove è possibile non tanto una visio-ne e una gestione correntizia quanto alcuni limi-ti, come quello della trattazione di tematiche am-bientali, che hanno segnato il passo. E così ancheuna nuova e ineludibile stagione ecologista nelPaese non può più prescindere dall’allargamentodi un tavolo, quello del centrosinistra, che non puòpiù costipare questi temi in un angolo di partitose non di corrente. Da qui il Gambrinus di Napoli. Dove c’è chi èpronto a giurare che siano pronte le grandi mos-se di un nuovo centrosinistra. Mosse su temi però,i temi di tutti.

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 27 Luglio 2013 7La partita a scacchi

Prove tecnichedi un verdecentrosinistra

Prove tecnichedi un verdecentrosinistra

A Napoli kermesseinterregionale sulle energierinnovabili. L'occasioneè buona però per allargareil tavolo "illuminato"partendo dallo spunto cheoffre una nuova stagioneecologista nel PaeseDa Pecoraro Scanioal renziano Rughetti,da Zaccagnini (exCinquestelle) al dalemianoAmendola. E poi decinedi sindaci, consiglieriregionali, docentiPer la Calabria, unicopresente, l'imprenditore ecapogruppo di minoranzaal Comune di LuzziAndrea Guccione

DinoDi Palma

AndreaGuccione

GennaroMigliore

AngeloRughetti

AlfonsoPecoraro Scanio

FrancescoBorrelli

EnzoAmendola

TommasoPellegrino

Non è importante ricordare chi ha iniziato, conquale linguaggio, con quale malizia. O chi ha ri-sposto, in tempo reale, come punto da una taran-tola. Quello che non po’sfuggire ai cosentini e aiconterranei appassionati ai giochi di potere dellapolitica è il ring feroce sul quale sono ri-saliti nelcuore dell’estate Enzo Paolini, lo sfidante, e MarioOcchiuto, il detentore del titolo con la fascia tri-colore. Come fossero da riaprire le urne, meglioe di più di quanto non è stato detto e fatto ormaipiù di due anni fa.Nel cuore dell’estate e a due passi da tutto (dal-l’esodo, per chi può, ma anche da incroci politicidecisivi e definitivi) ha cominciato Enzo Paolinia punzecchiare come si può fare con un’accetta.Ha riempito la città di manifesti con l’ultima si-gla che dev’essersi reinventato nei giorni scorsinel suo studio legale.

Pse, porta il timbro sui manifesti, la rievocazione del glorioso garofano manciniano anche se va

detto che tutto si può dire all’esperto avvocato deilodi arbitrali sanitari tranne che sia rimasto sprov-visto negli anni di loghi e di codici fiscali di par-tito. Quando è servito ha usato i socialisti, i radi-cali, è stato persino vendoliano con Sel di recen-te. Fin qui la superficie ufficiale del mare perchése ci mettiamo a dare retta alle malelingue c’è pu-re chi è pronto a giurare che è stato a due passidall’ingresso ufficiale, con tanto di investitura, nelPdl. Ma si fa politica anche così in riva al Crati efino a prova contraria non è certo un reato cam-biare opinione politica negli anni, con tanto disponsor al seguito.

Le mani sulla città, il titolo di un manifesto rosso ma non tanto da sembrare di Sel. Il giusto, ros-

siccio per somigliare il più possibile al garofanodel Pse. Paolini porta nell’afa cittadina qualcheconsigliere comunale di opposizione (nessuno delPd) e comincia a sparare bordate sul modus ope-randi del sindaco Occhiuto. E chi lo ha ascoltatocon attenzione non ha potuto fare a meno di so-vrapporre i suoi concetti a quelli più sanguigni

espressi daKatya

Gentile, la figlia di Pino, proprio sull’operato diMario Occhiuto. Sarà una coincidenza ma po-trebbe non essere la prima volta che un Gentile lapensa in modo non dissimile a Paolini su Occhiuto.

Il sindaco, secondo il leader del Pse, avrebbegestito fin qui la città solo con il fumo dell’ar-

rosto lasciando in realtà nel degrado più assolutoil tessuto urbano. Solo vetrina, quella di Occhiuto.Che avrebbe fallito su tutto appunto mettendo “lemani sulla città” orientandola ancora di più versola depressione che l’accompagna ormai da anni.Due o tre i simboli citati da Paolini come emble-ma della cattiva amministrazione di Occhiuto. Iltarocco, o presunto tale, del progetto di PiazzaBilotti. Un piano che secondo Paolini è stato in-tegralmente copiato, plagiato dal passato spac-ciandolo per nuovo. La metropolitana di superfi-cie, che il sindaco avrebbe sistematicamente boi-cottato fino al punto da rischiare di farla saltare eche invece, secondo Paolini, potrebbe servire alrilancio dell’area urbana. E la demolizione del-l’ex Hotel Jolly, simbolo illuminato del passatofinito nel tritacarne dell’incuria.

A ben vedere si tratta di argomenti nemmenopoi tanto dissimili, né più cattivi, di quelli

usati con più virulenza nella campagna elet-torale di due anni fa. Come si ricorderà, eOcchiuto lo ricorderà più di tutti, Paoliniebbe ad usare argomentazioni ben più in-sidiose (anche per il mittente) facendosprofondare il dibattito nell’inferno mag-matico delle cambiali non onorate. Ad og-gi non è dato saperequanto in realtà nonabbia nociuto deltutto a Paoliniscadere in ar-gomenta-zioni dabarma

l’Occhiuto dell’epoca, nonostante i valori bollati,non arrivò alla malizia contemporanea.

In tempo reale alla chiacchierata del Pse inpiazza dell’altro giorno ecco il sindaco che ri-

sponde con una nota velenosissima. Inedita perchi conosce lo stile e la mitezza dell’architetto.Tralasciamo i passaggi in cui, ovviamente,Occhiuto difende e con ragioni documentate il suooperato citando fatti e riferimenti. I punti solleva-ti da Paolini vengono trattati e rilanciati dal sin-daco nella sua nota ma appassiona poco stabilirechi abbia nel merito più ragione o più torno. Si sache nella composizione mediatica degli eventi(siano essi pubblici e visivi o su carta rotativa)ognuno a modo suo te la può cantare come vuo-le in assenza di contradditorio ma quel che colpi-sce invece è il passaggio col sale del sindaco ar-chitetto. La città deve sapere una volta per tutte,sintetizza Occhiuto. Un numero ristretto di fami-glie rigorosamente trasversali negli interessi difacciata controlla e vuole controllare tutto in città.Ed è questo stesso numero ristretto (e trasversa-le) di famiglie all’origine del sacco della sanità.

Hai capito Mario Occhiuto. Pronto lì a tirarefendenti come non lo si era mai visto e sentito,

nemmeno quando Paolini nella primavera del 2011girava con le visure camerali per colpirlo. È a questo punto che conviene fermarsi un attimoe reinserire la faccenda in un contesto più conso-no. Che prevede poche certezze e molti perché.Tanto per cominciare le anomalie e gli inediti so-no due, uno a testa. Paolini (che nel frattempo s’èreinventato una nuova sigla) non porta in piazzanessuna argomentazione nuova rispetto al passa-to, semmai qualcuna di meno. Non si comprendené il movente della sua uscita né la tempistica seè vero come è vero che tutto si immagina comeimminente tranne una scadenza elettorale. E al-lora? Perché colpire? Per marcare una presenza,per differenziarsi, per “svegliare” il Pd? O maga-ri per colpire preventivamente il sindaco e il co-gnome che porta prima che sia troppo tardi? Cisono manovre sotterranee in corso che riguarda-no tanto l’uno quanto l’altro dei contendenti?Oppure ha ragione Occhiuto e a Paolini fischia-no le orecchie quando fa riferimento alle famiglie

trasversali che fanno affari sulla sanità?E d’altra parte, aspetto non seconda-

rio questo, perché Occhiuto reagi-sce così duramente in un mo-

mento in cui (apparentemente)poteva farne a meno?Dopotutto Paolini non pare ap-poggiato sulla linea d’opposi-zione dal Pd in consiglio co-munale e allora come mai tan-

to e repentino veleno? SePaolini magari attacca preventi-

vamente per chissà quali ragioninon è che poi sono le stesse per le

quali Occhiuto è costretto a rea-gire così duramente?

Sono solo ipotesi, retropen-sieri nel cuore dell’estate

cosentina. Magariognuno alla fine haagito solo per fatti pro-pri e per le proprie ra-gioni (Paolini per sta-re sul pezzo, lontanodalle insidie sulla sa-

nità e Occhiuto per ri-prendersi una guida un

po’ferita dalla scazzotta-ta con Gentile). Magari,

chissà. Certo è che la velinaufficiale non convince nes-

suno. Qualcosa di sottodev’esserci...

d.m.

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 27 Luglio 2013 9Botte da orbi fuori tempo

Ma che c’è di sotto?Ma che c’è di sotto?Tra Enzo Paolini eMario Occhiuto lo scontroè feroce ed è anchesorprendente perchéapparentemente la partitadel Comune di Cosenzaè sepolta, lontanodalle urne. Ci dev'esseredell'altro, per tutti e due

MarioOcchiuto

EnzoPaolini

Dal prossimo mese di agosto la Provincia diCosenza non sarà più in grado di anticipare gli sti-pendi e gli oneri previdenziali al personale tra-sferito dalla Regione alla Provincia ai sensi dellaLegge 34 del 2002.Dopo alcuni mesi dall’ultimo incontro di conci-liazione convocato in Prefettura alla presenza del-le parti interessate dal prefetto di Cosenza RaffaeleCannizzaro in cui la Regione Calabria ha ricono-sciuto formalmente il debito accumulato nel cor-so di questi anni nei confronti della Provincia diCosenza e maturato a seguito del mancato trasfe-rimento delle risorse dovute per il pagamento de-gli stipendi e degli oneri previdenziali del perso-nale trasferito ai sensi della Legge 34 del 2002,ad oggi dalla Regione non è stato ancora trasferi-to un solo centesimo delle risorse concordate.Anche per quanto riguarda l’esercizio correntenon sono state ancora erogate le risorse relativealla seconda semestralità, per come previsto dal-le disposizioni vigenti. A ciò bisogna aggiungereche non sono state ancora erogate nemmeno le ri-sorse necessarie all’espletamento delle funzionitrasferite e quelle relative alle spese di funziona-mento e contrattuali. Tutto ciò ha determinatol’impossibilità di continuare ad anticipare gli sti-pendi a causa di assenza di liquidità nelle cassedell’ente.È con grande amarezza che siamo costretti ad as-sumere tale decisione. Gravi sono le responsabi-lità della Giunta regionale che, in violazione alleleggi e malgrado gli accordi sottoscritti con un at-to di conciliazione davanti al prefetto di Cosenza,fa orecchio da mercante, scaricando sui lavorato-ri le conseguenze di tale atteggiamento.

Mario Oliveriopresidente Provincia di Cosenza

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 27 Luglio 2013 11Rospi difficili da ingoiare

Decisionipiene di amarezzaDecisionipiene di amarezza

Le parole del presidentedella Provincia di Cosenza,Mario Oliverionel corso di un incontrocon le organizzazionidi categoria e con la Rsu

«Ha ragione il ministro Lupi quando afferma che l’autostrada Salerno-Reggio Calabria è il simbolo del-l’inefficienza del nostro Paese».È quanto ha detto, tra l’altro, il presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio che ha partecipatoall’inaugurazione del nuovo tratto dell’A3 compreso tra gli svincoli di Campotenese e Morano Calabro,a cui oltre al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi hanno partecipato anche l’am-ministratore unico dell’Anas, Pietro Ciucci e il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti eall’incontro a Catanzaro con lo stesso ministro Lupi.«Sono passati quindici anni -ha aggiunto Oliverio- dall’inizio dei lavori di ammodernamento di questaimportante infrastruttura. Quindici anni mi sembrano un periodo abbastanza lungo e non credo che sipossano presentare le inaugurazioni di questafase come risultati di straordinaria efficienza.La A3 deve costituire una priorità reale per l’in-tero Paese e deve essere totalmente completa-ta. La realizzazione del tratto tra Cosenza edAltilia, che è quello più tormentato ed a rischiodal punto di vista idrogeologico, è fondamen-tale per evitare strozzature ed interruzioni nel-la mobilità nord-sud e viceversa, così come siè verificato quattro anni fa in occasione di unafrana segnata anche da fatti luttuosi». «L’autostrada -ha proseguito Oliverio- deve co-stituire un’occasione di sviluppo anche per iterritori della Calabria e, per questo, il sistemadegli svincoli (Settimo di Rende, Cosenza Sud,San Mango d’Aquino in collegamento con laSS 18/Campora San Giovanni) deve esserecompletamente realizzato.È necessario ed urgente, anche in relazione al-la grave situazione occupazionale che vive lanostra regione, cantierare immediatamente leopere già finanziate, a partire dai lotti della 106jonica compresi nel tratto tra Roseto CapoSpulco e Sibari fino allo svincolo di Firmo, perle quali le risorse sono state già stanziate e de-stinate dal Cipe sin dal gennaio del 2008. Così come priorità nella programmazione degli investimentideve essere data al tratto della SS. 106 jonica compreso tra Crotone e Rossano Calabro che, in partico-lare tra Cirò e Rossano, presenta le caratteristiche di una “mulattiera” con una banchina di appena cin-que metri».Il presidente Oliverio, infine, commentando una battuta del presidente della Regione Scopelliti sul Pontedello Stretto ha affermato: «Il tempo delle favole è finito. Almeno in questa sede, che vede la presenzadi amministratori e di rappresentanti istituzionali, evitiamo di raccontarle e di raccontarcele...».

A3, la vera cartolina della CalabriaPartorito un nuovo tratto

“Riprendiamoci la Calabria”. Con questoslogan 375 giovani professionisti calabre-si, da cinque anni precari nelle pubblicheamministrazioni, hanno tenuto una confe-renza stampa all’hotel Royal di Cosenza. Ilavoratori, selezionati per titoli nell’ambitodel programma stages 2008, a distanza di cin-que anni esatti rischiano di vedere interrotti iloro contratti. Nel corso dell’incontro i giovaniche hanno prestato servizio in diversi enti: co-muni, province, aziende sanitarie sparsi in tutta laRegione, hanno illustrato le tappe principali delloro percorso.«Ormai dal 2010, grazie alla legge regionale n. 23- hanno ricordato i relatori - la Regione Calabriaha incentivato la nostra contrattualizzazione e ciha inseriti nel bacino dei precari calabresi con de-libera del 2013. Ma lo scorso 28 giugno la mag-gioranza in Consiglio regionale ha espresso la fe-roce volontà di interrompere i rapporti di lavoroadducendo a pretestuosa giustificazione l’impe-gno della giunta a individuare soluzioni alternati-ve. Poco dopo, è stato lo stesso presidenteScopelliti a presentare alla stampa le linee guidadi un bando in uscita che rivela l’intenzione chia-ra di chiudere il percorso e tagliare i 375 co.co.co.in essere».

«Il bando, infatti, - hanno spiegato ancora gliex-stagisti - ci farebbe ripiombare nellacondizione di tirocinanti prevedendola possibilità di una work-expe-rience di soli sei mesi, ov-viamente presso entidiversi da quelli neiquali abbiamo già la-vorato. Una condi-zione questa lesivadella dignità di lavo-ratori».Una soluzione fittiziache ipotizza l’impiego di fondi comunitari per av-viare una ri-formazione di cui, per altro, potreb-be beneficiare solo una parte dei 375 lavoratoriprecari non essendo le risorse individuate suffi-cienti per tutti. Ancora più incerto si configura ilpercorso ipotizzato nel privato: una dote occupa-zionale e un incentivo per l’auto-impiego usu-fruibili esclusivamente da un centinaio di perso-ne. Percorsi questi- per altro- già tentati in passa-to dall’ex assessore al lavoro Stillitani e rivelate-si impraticabili. In quel caso, infatti, il bando andòdeserto.

«Dopo cinque anni di precariato nelle pubblicheamministrazione calabresi - hanno affermato i la-voratori - ci aspettiamo dalla classe politica un’as-sunzione di responsabilità e ci domandiamo se lascelta di tagliare i 375 co.co.co. di giovani pro-fessionisti che vivono e lavorano in Calabria siaun risparmio o uno spreco».

In conclusione i lavoratori hanno rivolto un invi-to al confronto agli enti locali, alla Regione e alGoverno nazionale e hanno auspicato che dellavicenda si ritorni a discutere al più presto inConsiglio per individuare una concreta prospetti-va e non interrompere i contratti di lavoro. Storiadi ordinaria follia tutta calabrese, follia allo statopuro perché aldilà delle solite parate istituzionaliin cui tutto sembra per e con i giovani, la verità èche non importa a nessuno dove andranno questiragazzi per riprendersi il pezzo di pane che ri-schiano ora di perdere, se andranno via dallaCalabria sarà un duro colpo per una regione nel-la quale se gli anziani avessero le forze probabil-mente anche loro andrebbero via. Poi si parla difuga di cervelli come una malattia incurabile e siorganizzano eventi a dimostrazione che le istitu-zioni ci sono e puntuali arrivano le mazzate.

In un quadro allarmante per quanto riguarda la di-soccupazione che riguarda il Paese, poi c’è la

Calabria che aldilà dei colori dei governi nazio-nali rimane sempre allo stesso livello cioè sottozero.Certo adesso c’è la crisi e c’è sicuramente una scu-sa in più per giustificare situazioni che persistonoda anni, ci sarà sempre una motivazione validaper non ammettere che questa regione non è dal-la parte dei suoi ragazzi che finiscono ogni voltaper crederci e che puntualmente sbattono controun muro. Un muro di gomma contro cui rimbal-zano e tornano al mittente le richieste disperate ele speranze sempre meno urlate perché semprepiù stanche. Ora questi giovani professionisti chie-dono un’assunzione di responsabilità e chissà ma-gari questa volta saranno ascoltati e accontentati,con risposte concrete un po’meno attente alle lu-ci delle telecamere che spesso accecano e basta.

Dignità costretta a chiederei tempi supplementariDignità costretta a chiederei tempi supplementari

MezzoeuroMezzoeuroSabato 27 Luglio 201312Co.co.co tempo scaduto

L'appello degli ex stagistial Consiglio regionale:non interrompetei contratti

Palazzo Campanellasede del Consiglio regionale

di Goffredo Buccini

Mercoledì 24 luglio 2013

Ricordate la Lanzetta e le altre? Nel vasto catalo-go di autolesionismi del Pd, ora entrano anche lo-ro a pieno titolo: le sindache anti ‘ndrangheta.Definizione impropria, certo, perché si dirà cheun sindaco non è “anti” o “pro”, è sindaco e ba-sta, la legalità essendo (in teoria) una precondi-zione. E tuttavia definizione fortunata, quella, per-ché fotografava una stagione, un’ipotesi di rina-scita per la Calabria, un sogno per molti.Questa stagione si identificava con un gruppettodi prime cittadine, militanti del Partito democra-tico o comunque da esso fortemente sostenute;elette in paesi dove le amministrazioni erano sta-

te minacciate dalla penetrazione ‘ndranghetista, edove i “maschi” avevano fallito, diventando im-presentabili: la Monasterace di Maria CarmelaLanzetta, la Isola Capo Rizzuto di CarolinaGirasole, la Rosarno di Elisabetta Tripodi. Tre don-ne calabresi (emigrate al “Nord”a studiare e poi tornare per pas-sione civile) potevano insommaessere una risposta all’antipoli-tica per il Pd, l’unico vero parti-to rimasto in campo e dunquel’unico capace di attingere dav-vero dal territorio. Non è andatacosì. Lungi dal portare inParlamento le sue amministra-trici pi popolari (ma invise ai ca-cicchi locali), il Pd - certo impe-gnato in dibattiti sulle primariee sulla coincidenza tra le figuresi segretario e candidato premier- ha semplicemente rimosso lapratica, buttando via un’occa-sione.Delle tre sindache, adesso, ne re-sta in piedi solo una, la più soli-da: Elisabetta Tripodi, che ha al-le spalle un paese sfigurato, sì,da clan feroci come i Pesce e iBellocco, ma anche riscattato dalcoraggio di rosarnesi come il se-gretario del Pci PeppinoValarioti, assassinato nel 1980dai sicari della mafia, o GiuseppeLavorato, che ne raccolse il te-stimone. Carolina Girasole (chealle politiche aveva provato acorrere con Monti) è caduta alleelezioni di maggio, abbattuta dal-lo stesso Pd che, essendosi divi-so in due (metà con lei, metàcontro) al grido di «riprendiamoci la dignità», hafinito per consegnare il paese a un giovane ram-pante del Pdl che prometteva una nuova stagioneantimafia con la foto di Dell’Utri nella bachecaFacebook. I picciotti di Isola hanno festeggiatol’addio della sindaca dando fuoco alla casa al ma-re del marito.Un destino persino più amaro sembra toccare aMaria Carmela Lanzetta, forse la più “colpevo-

le”, perché con la sua aria naif aveva conquistatole amministratrici locali di mezza Italia, espor-tando la questione calabrese con modalità che la‘ndrangheta non può tollerare. Per dirla conSaviano, le mafie non sopportano il peso della pa-

rola ascoltata, e la Lanzettaaveva trovato le parole giusteper farsi ascoltare da ReggioCalabria fino a Torino. Per ri-durre al silenzio questa picco-la farmacista testarda, ci han-no provato con gli attentati.Con l’isolamento. Con la dif-famazione e l’intimidazione(estese ai giornalisti colpevolidi occuparsi di lei).Monasterace era (ed è) un talepasticcio di ritardi e inadem-pienze che è quasi impossibi-le non inciampare, governan-do (due giorni fa un quotidia-no locale ha sparato comescoop un vecchio dossier deisuoi avversari politici che hapartorito sin qui un’indagine«contro ignoti»). Non tutto èmafia, ovvio.Ma tanta gente in buona fedefinisce per allargare l’area gri-gia dentro cui la mafia si muo-ve. Così lei ha scelto di anda-re a sbattere: pubblicamente.Quando la sua giunta si è divi-sa sulla costituzione di partecivile in un processo contro la‘ndrangheta , lei s’è dimessa(ma il dissenso era “politico”,dicono naturalmente gli av-versari che adesso brindano).Dal Pd nazionale messaggi di

Valeria Fedeli e Marco Minniti. Graziano Delriosi è schierato apertamente con lei ma, da renzia-no doc, forse al momento va rubricato a parte. Peril resto, silenzio. «Così non vivo più», ci dice laLanzetta al telefono. La farmacista che buttò fuo-ri i costruttori dalle scrivanie dell’ufficio tecnicodomenica esce di scena. In quel silenzio che i ma-fiosi considerano da sempre il miglior collega dilavoro.

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 27 Luglio 2013 13Dal “Corriere della sera”

Le sindacheAntimafiadimenticatedal Pd

Le sindacheAntimafiadimenticatedal Pd

Fa notizia il clamorososilenzio del partitodi Epifani a propositodelle donne in prima lineanei comuni di frontiera

Come quellodi Monasteraceguidato fino a ierida Maria Carmela Lanzettaperaltro finita pure sottoattacco mediaticonegli ultimi giorniIl primo quotidianonazionale ha decisodi accendere i riflettorisu di un caso che è politicoma che la dice lungaanche sulle connivenzeanche involontarieche si respirano in Calabria

Maria CarmelaLanzetta

ElisabettaTripodi

CarolinaGirasole

MezzoeuroMezzoeuro 15

Approvato a larghissima maggioranza il Bilanciodi previsione per l’esercizio finanziario 2013 -Relazione previsionale e programmatica, Bilanciopluriennale 2013-2014-2015 - Piano triennale del-le Opere Pubbliche 2013-2014-2015 ed elencoannuale 2013 nel corso della seduta del ConsiglioProvinciale di Cosenza che si è tenuta presso laSala delle Adunanze dell’ente sotto la presidenzadell’ing. Orlandino Greco.

I lavori sono stati aperti dall’intervento dell’as-sessore al Bilancio Antonio Graziano che non halesinato critiche al Governo nazionale e a quantisostengono che l’abolizione delle Province possarappresentare la panacea per la soluzione di tuttii problemi italiani. Forti critiche Graziano ha poirivolto soprattutto alla Regione Calabria da cui laProvincia vanta crediti per oltre 55 milioni di eu-ro. L’assessore al bilancio, quindi, è entrato nelmerito dei capitoli del documento contabile e, purammettendo le difficoltà dell’attuale momento dicrisi ed i tagli che hanno sottratto all’ente circa 45milioni di euro solo negli ultimi tre anni, ha espres-so soddisfazione per l’approvazione di un docu-

mento finanziario-contabile pienamente rispetto-so delle norme che regolano la materia.

Dopo Graziano ha preso la parola il presidentedella Commissione Bilancio Mario Melfi.

«Se c’è un voto contrario da dare - ha detto, tral’altro, Melfi - quel voto va dato certamente allaGiunta regionale e al suo presidente, che hannofatto di tutto in questi tre anni per mettere in dif-ficoltà la Provincia di Cosenza». A quello di Melfi sono seguiti gli interventi diRapani (Fratelli d’Italia), Morelli (Gentile presi-dente), Lopez (Partito socialista), Grisolìa (Popolodelle libertà), Filice (Udc).

«Non è stato né facile né semplice - ha afferma-to, dal canto suo, il presidente della Provincia diCosenza Mario Oliverio - rispettare tutti i para-metri di legge in un momento così problematicoe difficile che, ad oggi, costringe oltre il 90% del-le Province e l’80% dei Comuni a non approvarei propri bilanci. Sulle autonomie locali gravanopesantemente le conseguenze di una crisi lunga edifficile. Noi abbiamo approvato il bilancio, e po-tevamo benissimo farne a meno, per avere in ma-no uno strumento che ci possa consentire di ef-fettuare le partite di giro o di sfruttare eventualifinanziamenti che potrebbero venire in seguito.Le scelte che abbiamo compiuto in questi anni og-

MezzoeuroMezzoeuroSabato 27 Luglio 201316I conti che tornano

Passa a larghissimamaggioranza il documentocontabile di previsione2013 della Provinciadi Cosenza. Tra tagliimposti e ritardi clamorosidella Regione che non girail dovuto all’entedi Palazzo XV Marzo

gi ci consentono di garantire i servizi fondamen-tali ai nostri concittadini. Abbiamo costruito nuo-vi e moderni edifici scolastici, progettato e rea-lizzato nuovi impianti sportivi, mantenuto le stra-de sicure, al contrario di quanti ricercano il pro-tagonismo mediatico, effimero e passeggero, atutti i costi. Abbiamo ridotto al 10% le spese peri fitti facendole passare da otto milioni ad otto-centomila euro. Anche la rata dei mutui è calatadi 2 milioni e nel giro dei prossimi 5-6 anni saràpiù che dimezzata. Siamo stati costretti a lavora-re in un rapporto non fecondo e per nulla positi-vo con la Regione. L’ultima vicenda del persona-le trasferito alla Provincia dalla Regione è em-blematica di una incomunicabilità pervicace, checi ha costretto, nostro malgrado e con grande ama-rezza, ad annunciare che dal prossimo mese diagosto non saremo più in grado di anticipare glistipendi al personale regionale trasferito».«Per dieci anni consecutivi - ha aggiunto Oliverio- la Provincia di Cosenza ha chiuso sempre in at-tivo i propri bilanci e lo farà anche alla fine delmandato. Nessuno potrà e dovrà mai dire, comeè già accaduto per altri enti, che questa giunta e

questo presidente hanno lasciato debiti. LaProvincia di Cosenza è un ente in condizione di“sana e robusta costituzione”. Mai come in que-sto momento c’è bisogno di un concorso di re-sponsabilità per risolvere i problemi ed evitare chetutto venga irrimediabilmente travolto. Se laRegione fosse animata da saggezza dovrebbe chia-mare le Province ed i Comuni e chiedere loro pro-getti ed idee per mobilitare le risorse comunitarieche rischiano di essere disimpegnate e perse crean-do, così, opportunità di lavoro e dando ossigenoall’economia regionale e alle imprese».«Per quanto ci riguarda - ha concluso Oliverio -vogliamo stare in campo e non ci rassegniamo asubire passivamente né la crisi, né gli ostruzioni-smi, né le difficoltà del momento».Messo ai voti, il bilancio preventivo è stato ap-provato a larghissima maggioranza (30 voti a fa-vore e 4 contrari). Il presidente Oliverio, quindi,è passato ad illustrare il secondo punto all’ordinedel giorno che riguardava il Disegno di legge co-stituzionale riguardante l’abolizione delle Province,approvato dal Consiglio dei ministri il 5 luglio2013. Dopo aver ricordato il pronunciamento del-

la Consulta che ha dichiarato incostituzionale que-sto disegno di legge, Oliverio ha definito un er-rore, una scelta incomprensibile quella dell’attualeGoverno di riproporre un nuovo decreto costitu-zionale.

«Il modo con cui si sta affrontando questa que-stione - ha detto, tra l’altro - è assurdo e va re-spinto. Questa questione va affrontata nell’ambi-to di un disegno di riorganizzazione generale or-ganico. Un’istituzione che ha 150 anni di storiaalle spalle non si può buttare a mare dalla sera al-la mattina come se niente fosse. Noi siamo con-trari al percorso che il Governo si accinge a fare.Sarebbe un danno enorme per il Paese rinunciarealla battaglia contro la soppressione delleProvince».

Al termine del dibattito, il Consiglio provinciale,su proposta del presidente Greco, ha demandatoalla Conferenza dei capigruppo la formulazionedi un documento che motivi in maniera ampia edarticolata la contrarietà della Provincia di Cosenzaall’abolizione di questa istituzione.

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 27 Luglio 2013 17I conti che tornano

Il bilancio c’èNonostante tutto

Il bilancio c’èNonostante tutto

MezzoeuroMezzoeuro18

A seguito dell’interrogazione parlamentare pre-sentata da Ernesto Magorno un gruppo di sinda-ci del Tirreno cosentino, tra cui quelli di Cetraro,Acquappesa, Acquaformosa, Aieta, Cerzeto,Fuscaldo, Guardia Piemontese, Orsomarso, Praiaa Mare, Sant’Agata d’Esaro, Villapiana, ha scrit-to al ministro della Difesa, il senatore Mario Mauroper chiedere la costruzione della caserma dellaTenenza di Scalea e l’apertura di quella dei cara-binieri di Cetraro.Nella lettera si legge: «Le scriviamo in merito al-le problematiche della sicurezza del TirrenoCosentino, un territorio particolarmente vasto ediversificato, nel quale purtroppo si registrano se-ri fenomeni legati alla presenza della criminalitàorganizzata. Inoltre, questo comprensorio, per lapropria vocazione prettamente turistica, vede nelperiodo estivo l’aumento esponenziale delle pre-senze a cui consegue un aumento dei rischi rela-tivi all’ordine pubblico. In questo contesto, le for-ze dell’ordine svolgono un lavoro encomiabile atutela della sicurezza dei cittadini e assolvono,brillantemente ed in maniera puntale, il loro com-pito di contrasto ai fenomeni delinquenziali. Però,com’è stato più volte rilevato - dicono i sindaci -i rappresentanti delle forze dell’ordine si trovanoa operare nella scarsità di mezzi, con organici esi-gui e senza la possibilità di usufruire di strutture

adeguate. Esemplificativi in questo senso sono icasi della Tenenza dei carabinieri di Scalea e del-la caserma dei carabinieri di Cetraro. La primadelle strutture, la Tenenza dei carabinieri di Scalea,nonostante sia stato individuato il sito e trovate lerelative risorse economiche, è ancora da realizza-re. La caserma dei carabinieri di Cetraro, invece,sebbene completata da due anni, non è stata maiaperta, perché il ministero dell’Interno, a causadella crisi economica, non dispone delle sommea suo tempo pattuite, con le quali si impegnava ariconoscere un canone di locazione annuo da ver-sare alla società costruttrice che, tra l’altro, ha rea-lizzato i lavori a proprie spese. Noi, nella funzio-ne di sindaci e quindi di responsabili della sicu-rezza dei comuni che amministriamo, riteniamoche il nostro territorio abbia l’urgente necessità didotarsi di quei presidi, che tutelino la sicurezza econtrastino l’illegalità, operando nel contempo dadeterrente al diffondersi del cancro della crimi-nalità organizzata. Pertanto, facendo seguito al-l’interrogazione parlamentare a lei indirizzata epresentata dall’onorevole Ernesto Magorno incommissione Difesa, ci rivolgiamo anche noi al-la sua persona, chiedendo, per quanto di sua com-petenza, di intervenire affinché la nuova casermadei carabinieri di Cetraro sia al più presto apertae resa operativa nonché vengano iniziati, in tem-pi brevi, i lavori di costruzione della Tenenza deicarabinieri di Scalea. Chiediamo altresì- scrivonoin conclusione i sindaci -, che in tutto il nostro ter-ritorio le forze dell’ordine siano dotate di organi-ci più consistenti in modo tale da soddisfare le rea-li esigenze del territorio».

F.to I Sindaci del Tirreno CosentinoGiuseppe Aieta, Sindaco di Cetraro

Giovanni Saverio Capua, Sindacodi Acquappesa

Giovanni Manoccio, Sindaco di AcquaformosaGiovanni Ceglie, Sindaco di Aieta

Giuseppe Rizzo, Sindaco di CerzetoGianfranco Ramundo, Sindaco di Fuscaldo

Vincenzo Rocchetti, Sindacodi Guardia Piemontese

Paola Maria Candia, Sindaco di OrsomarsoAntonio Pratico’, Sindaco di Praia a Mare

Luca Branda, Sindaco di Sant’Agata d’EsaroRoberto Rizzuto, Sindaco di Villapiana

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 27 Luglio 2013 19Speranze nel Ministero della Difesa

Vogliamo sentirci più sicuriVogliamo sentirci più sicuri

Dopo l’interrogazioneparlamentare di Magorno,i sindaci del Tirrenocosentino scrivonoal ministro Mauro perchiedere la costruzionedella casermadella Tenenza di Scaleae l’apertura di quelladei carabinieri di Cetraro

L’operazionePlinius che ha portato all’azze-ramento del consiglio comunale di Scalea dàun altro duro colpo a me come a tutti i cala-bresi che credono nella buonaamministrazio-ne della cosa pubblica e, soprattutto, nella le-galità. L’interrogazione che abbiamo presentato alpresidente del Consiglio, al ministro degliInterni e al ministro di Grazia e Giustizia mi èsembrato un atto dovuto verso quei cittadiniche il 12 luglio scorso si sono svegliati attoni-ti con il rumore delle sirene che per quasi tut-to il giorno hanno urlato nella cittadina turi-stica del tirreno.

In attesa chela giustizia faccia il suo corso cisembrava indispensabile formalizzare gli in-terrogativi che i calabresi si pongono ai rap-presentanti del Governo:- quali mezzi siintendono predisporre per com-battere queste sempre più frequenti commistionitra politica e criminalità organizzata, visto cheuna folle rincorsa al risparmio di spesa pub-blica ha portato alla chiusura di molti tribu-nali? - come s’intendono rafforzare i presidi delleforze di pubblica sicurezza, visto che tra Tortorae Campora San Giovanni sono presenti soloun commissariato e due compagnie di carabi-nieri?- è possibile che da più di due anni sia statacompletata e non ancora utilizzata la nuova se-de della Caserma dei carabinieri nel Comunedi Cetraro, nonostante l’intervento delConsiglio regionale della Calabria, che nellaseduta del 25 marzo 2013, mediante un appo-sito ordine del giorno in merito alla sua man-cata operatività, ha invitato «la Giunta regio-nale a mettere in atto tutte le azioni necessarieper superare ogni ostacolo al riguardo»?Auspichiamo che il Governo dia al più prestodelle risposte a quei cittadini che ancora ri-tengono, nonostante tutto, che solo la fiducianello Stato e nel rispetto delle istituzioni possafar uscire questa Regione dal baratro dell’il-legalità.

Sebastiano Barbantideputato Movimento 5 stelle

Si attendonorisposte concrete

Dopo Plinius...

Secondo il parere di molti autorevoli osservatori,la difficoltà delle imprese a trovare adeguata as-sistenza creditizia costituisce uno dei fattori prin-cipali che impediscono alle imprese di ripartire.Tutte le analisi congiunturali effettuate dai più ac-creditati istituti di ricerca economica, segnalanoun disagio crescente e la progressiva scomparsadel sistema industriale.Vi è da un lato la scarsa propensione delle banchea finanziare imprese che si trovano ad attraversa-re un momento difficile e delicato e per le quali èdifficile pronosticare il tasso di sopravvivenza. Ilsistema industriale meridionale è sempre stato ingrave difficoltà ad affrontare il mercato per un pro-blema di comparazione di costi e di obsolescen-za dei processi. Oggi si trovano di fronte alla nuo-va minaccia di restringimento dl mercato, per ef-fetto della progressiva contrazione del volume deiconsumi.Ci provano ora la Confindustria Cosenza e BancaPopolare del Mezzogiorno a dare una risposta al-le esigenze degli imprenditori calabrese con unaccordo volto a favorire il dialogo e l’incontro trail settore del credito e il mondo imprenditorialelocale. A sottoscriverlo, alla presenza di tanti imprendi-tori, il presidente degli Industriali cosentini NataleMazzuca, assistito dal direttore Rosario Branda,il vice direttore generale della Banca popolare delMezzogiorno Antonio Rosignoli e il capo areaCalabria Nord della Bpm Mario Straface.

L’accordo si muove su due direttive principali:un plafond di 20 milioni di euro dedicato alleaziende associate a Confindustria Cosenza da im-piegarsi in finanziamenti a condizioni di privile-gio e la realizzazione di un desk operativoConfindustria-Banca popolare del Mezzogiorno,presso la sede dell’Associazione degli Industriali.Il desk si configura come un punto di assistenzadisponibile per tutti gli iscritti all’Associazionecomposto da esperti di finanza aziendale dei dueenti che esamineranno insieme all’imprenditorela situazione aziendale, per individuarne i punti diforza e le aree di miglioramento, soffermandosiin quest’ultimo caso sulla tipologia di sostegno dicui l’azienda necessita e sulle sue prospettive fu-ture, puntando contemporaneamente a sviluppa-re un approccio più consapevole alle agevolazio-ni previste dalla normativa europea, nazionale eregionale.Il plafond di 20 milioni di euro è destinato a so-stenere il circolante, gli investimenti, la realizza-zione di impianti fotovoltaici, l’internazionaliz-zazione del business aziendale, la ricapitalizza-zione dell’azienda.

«Non si tratta di uno spot ad effetto ma di unaintesa operativa - ha affermato il presidente de-

gli Industriali cosentini Natale Mazzuca - che di-venta anche strumento che fa recuperare la fidu-cia negli imprenditori. In presenza di merito cre-ditizio, conditio sine qua non per accedere alplafond, si darà risposta entro 20 giorni alle pro-poste presentate dagli imprenditori iscritti all’as-sociazione. Chiediamo alla Banca di stare vicinoe sostenere le imprese serie che hanno voglia difare e che danno lavoro e distribuiscono ricchez-za sul territorio. Non può esserci impresa senza labanca e viceversa. Anche il Governo sta rimar-cando la necessità di allentare la stretta creditiziaper realizzare la crescita».

Il vice direttore generale della Banca popolare delMezzogiorno Antonio Rosignoli ha sottolineatocome, con le 115 filiali presenti nel Mezzogiorno«la banca mette a disposizione un ventaglio di pro-poste che costituiscono una importante leva per ilrilancio del credito alle imprese quali ad esempio:i finanziamenti garantiti dal Fondo centrale di ga-ranzia per le pmi e i finanziamenti dedicati alleimprese che operano verso l’estero garantiti daSace. Questa iniziativa può essere a buona ragio-ne considerata il preludio di un diverso e più ap-profondito approccio alle tematiche afferenti i rap-porti banca/impresa: una stabile relazione di tipofiduciario che permetta di valutare al meglio la so-lidità dell’azienda, i suoi progetti di investimentoe le sue strategie operative, attraverso uno scam-bio di informazioni che non si limiti più ai mo-

menti di crisi, ma diventi una prassi professiona-le in grado di caratterizzare profondamente la ge-stione del rapporto».

I vertici di Confindustria Cosenza e Bancapopolare del Mezzogiorno ritengono che l’o-

biettivo comune di migliorare il confronto tra ban-ca e impresa nasca nella consapevolezza che l’u-scita dal tunnel della crisi può essere più vicina seimprese e mondo del credito trovano spazi per so-luzioni comuni, e cercano di parlare un unico lin-guaggio.L’ammontare delle risorse e lo standing dei sot-toscrittori sono una sicura garanzia della serietàdelle intenzioni e che i fondi messi a disposizio-ne potrebbero dare una scossa effettiva all’asfitti-ca economia locale. Tuttavia l’urgenza più immediata e grave delleimprese in questo momento è la scarsità del cre-dito ordinario, poiché la difficoltà di riscossionedei crediti costituisce il problema più grave permolte di esse, che ha portato molte di esse sul-l’orlo del default. I fondi messi a disposizione dalla Banca popola-re del Mezzogiorno sono destinati agli investi-menti, che le aziende hanno molte difficoltà a pro-grammare proprio per la particolare condizionedi difficoltà in cui si sono venute a trovare.

Una dimostrazione palese è costituita dall’analisi degli utilizzi dei fondi strutturali europei. Il

commissario europeo per le politiche regionaliJohannes Hahn, in riferimento al programma 2007- 2013 del Fondo europeo di Sviluppo regionaleFESR, ha messo in evidenza che l’Unione euro-pea ha messo a disposizione dell’Italia 59,4 mi-liardi di euro, di cui 47 per le regioni del meri-dione, dei quali risultano inutilizzati solo il 9%.

MezzoeuroMezzoeuroSabato 27 Luglio 201320Sportelli in soccorso

Fiato alle impreseFiato alle imprese

Accordo ConfindustriaCosenza e Banca popolaredel Mezzogiorno,un plafond di venti milionidi euro destinatoa sostenere il circolante,gli investimenti,la realizzazione di impiantifotovoltaici,l’internazionalizzazionedel business aziendale,la ricapitalizzazionedell’azienda

La situazione della Calabria è ancora più delica-ta, poiché il tasso di utilizzo è ancora minore.Questa è conseguenza della situazione burocrati-ca, la difficoltà progettuale, la cronica incapacitàdegli organismi regionali a dare risposte certe intempi brevi. A questo si aggiunge in questo mo-mento la cautela delle imprese, che sono moltorestie a programmare nuovi investimenti in unasituazione congiunturale così poco rassicurante.Trattandosi di un tessuto industriale costituito dapiccolissime imprese, il loro comportamento èquasi esclusivamente influenzato dal mercato lo-cale, poiché è difficile per loro immaginare di po-tersi espandere all’estero. Nell’accordo sono previsti anche finanziamentiper l’internalizzazione, che difficilmente potran-no produrre effetti significativi. Vi sono fermi pres-so la Commissione ben 400milioni di euro desti-nati alla Calabria che sono fermi per le ragioni piùsvariate e non si riescono a spendere. Una som-ma dieci volte superiore al plafond messo a di-sposizione della Banca popolare del Mezzogiorno.Il commissario Hahn e il ministro Carlo Trigiliahanno deciso, in accordo con la Regione Calabria,di istituire una task force per un rapido e proficuiutilizzo dei fondi.

Vi è una diversità essenziale tra i due casi, poiché la gestione dei fondi della Banca popolare è

completamente libera dai vincoli e dai condizio-namenti politici e burocratici, e questo potrebbesenz’altro un elemento di grande rilevanza per di-mostrare che il sistema imprenditoriale, al di fuo-ri dei condizionamenti, è in grado di esprimereenergie positive. Tuttavia, forse anche in questacaso sarebbe necessaria una task force che le aiu-ti a formulare di piani di investimento che supe-rino l’impatto con il mercato.

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 27 Luglio 2013 21Sportelli in soccorso

Si è svolto venerdì 26 luglio nella Sala “De Cardona” della Bcc Mediocrati l'ottava edizione di "Fattorieaperte in Sila", sotto la sapiente regia e il coordinamento del segretario generale Federico Bria. La manifestazione si terrà dal 27 luglio al 29 settembre tutti i giorni, non solo quindi i sabati e le do-meniche. Durante questo periodo tutti potranno visitare le aziende agricole aderenti, dai singoli turistialle famiglie. Particolarmente graditi i bambini che avranno l'opportunità di scoprire dal vivo gli ani-mali domestici, e passare qualche ora a contatto con la natura.Anche quest'anno dal lunedì al venerdì, su prenotazione, si potrà incontrare personalmente l'impren-ditore agricolo, passare con lui qualche ora e conoscere la complessa organizzazione della forma azien-dale più vecchia del mondo, poiché l'agricoltura costituisce la prima forma di organizzazione econo-mica dell'homo sapiens.L'edizione 2013 prevede inoltre un premio fedeltà. Chi visiterà per primo, ogni settimana, tutte le fat-torie aperte avrà la possibilità di trascorrere un weekend gratuito in pensione completa da spenderenella prossima stagione autunno-inverno negli agriturismo convenzionati per nuclei familiari di quat-tro persone e selezione di prodotti di fattoria.La presentazione della manifestazione è stata l'occasione per fare il punto della situazione agricola,che è l'unico settore economico che mostra qualche segnale di ripresa. Dopo i saluti del presidente del-la Bcc Mediocrati, Nicola Paldino, sono intervenuti l'assessore regionale all'Agricoltura MicheleTrematerra, il consigliere regionale Salvatore Magarò, il presidente Cia Calabria Mauro D'Acri, il pre-sidente del Parco nazionale della Sila Sonia Ferrari, l'assessore al Turismo della Provincia di Cosenza,Pietro Lecce, il direttore del Gal Sila Francesco De Vuono, e i sindaci dei Comuni di Celico e Spezzanodella Sila Luigi Corrado e Tiziano Gigli.Apprezzato ed applaudito l'intervento di Mario Grillo, responsabile dell'associazione "Fattore creati-vo", che con la consueta passione anche quest'anno ha organizza questa manifestazione diventata unappuntamento annuale che crea un importante flusso turistico verso l'altopiano silano, diffondendo lacultura dei prodotti locali che costituiscono un importante strumento di difesa del sistema ecologicopoiché danno un importante contributo all'economia agricola. Gran parte dei disastri che si registranoannualmente sono causati dall'abbandono delle coltivazioni e dalla mancanza delle opere di manu-tenzione degli argini fluviali e dei terrazzamenti agricoli.Il crescente successo dell'iniziativa ha portato ad aumentare il numero delle fattorie che si sono di-chiarate disponibili ad accogliere i visitatori.L'ottava edizione è quindi nel segno della crescita. Salgono infatti a sedici le fattorie silane che aderi-scono al circuito e si apprestano ad ospitare turisti e famiglie nello splendido scenario del Parco na-zionale della Sila.Mario Grillo ha sottolineato il ruolo strategico svolto dall'agricoltura in questo momento di crescita ele importanti sinergie che si possono realizzare con il turismo, non escludendo che il superamento del-la fase sperimentale con l'estensione di questa iniziativa per tutto l'anno in modo da favorire il contat-to diretto tra gli impreditori agricoli e i consumatori.Il momento clou della giornata, è stato l'ottimo buffet organizzato dalle stesse fattorie che hanno of-ferto un succulento assaggio delle loro specialità. Uno spot di sicuro effetto per tutti coloro che hannoavuto il piacere di gustarle.

Fattorie aperte in Sila

Le mucche che aiutano il turismoOttava edizione della manifestazione organizzata

da Mario Grillo, presidente dell'associazione Fattore creativo

di Giuseppe Aprile

È impressionante che ci siano giornali e giornali-sti che ritengano il Consiglio regionale dellaCalabria una struttura che abbia chissà quale equanto prestigio da difendere. Non pretendiamoche siano tutti convinti della nostra opinione cheè diametralmente opposta. Ogni giornale ed ognigiornalista hanno il diritto a pensarla come me-glio gradiscono. Ma non è male se si tiene contoche anche la stampa va giudicata e la gente giu-dica. E non è male se si vuole tenere conto che ilcomportamento della stampa dovrebbe avere ruo-li importanti nel determinare ambienti e luoghipolitici più o meno positivi. In un paese svilup-pato e serio, la stampa non può essere semplicecronaca.

La stampa ha il dovere di non venire menoai suoi compiti che presuppongono un diritto

alla critica ed alla satira tale che contribuiscono almodo di essere complessivo della società, dellapolitica e dell’economia in cui operano. Quale giu-dizio positivo si possa dare di un Consiglio re-gionale come questo calabrese - che viene addi-rittura magari ritenuto pregno di un prestigio dadifendere (per tutti ed ogni singolo consigliere) -è davvero impressionante immaginare. In questaregione si scambia oramai il ferro con l’oro, si sa.Purtroppo è così. E si scambiano pure soggetti chedovrebbero davvero cambiare mestiere ed inve-ce stanno testardamente al loro posto sia pure dainutili e spesso decisamente inetti, oltre che estra-nei al loro dovere di interpretare i problemi deicittadini tutti. E va detto pure che quando arrivala cosiddetta grande stampa nazionale a rilevarescandali, il nostro dovere è di domandarci perché,per chi e come. Spesso, invece, sostituisce caren-ze di commentatori locali e di giudizi strumenta-li per cui non ci scandalizziamo nemmeno per lecose che avvengono in atto e che tormenterebbe-ro qualunque buon ambiente sociale e culturale.Le ragioni per cui fin’ora hanno richiesto inter-venti di dimensioni oceaniche da parte di tantigiornali nazionale, a parte qualche possibile esa-gerazione o informazione difettosa, di fatto sonoevidenti, reali, fondati e nessuno può ignorare larealtà.

La Calabria ha il Consiglio regionale, forse, il piùcostoso del Paese intero, consiglieri inutili, as-

senti, pieni di faccende giudiziarie (comunica-zioni, condanne in atto, inchieste, indagini, accuseanche di peculato (vedi gruppi regionali). Nonpuoi assistere ad un consiglio senza dover averegrande pazienza per sopportare quanto in esso av-viene e senza dover attendere ore inutili per po-chi minuti non certo per discutere e confrontarsi,ma magari per approvare o bocciare cose predi-sposte in sede riservata di commissione consilia-re. Nessun argomento di dimensioni regionali èmai portato davvero al giudizio ed alla discussio-ne del Consiglio fatto di cose ovvie e minime qua-si sempre. La Calabria ha problemi di grande por-tata e il Consiglio non se ne avvede quasi mai.Nessun problema è trattato in modo funzionale aibisogni della regione ed alle necessità della po-polazione. Capiamo che ci siano giornali e gior-nalisti che vivono dei contributi del finanziamen-to pubblico, o di speranza di aiuto o di attuati pri-vilegi personali, ma sappiamo anche che il gior-nalismo non può essere solo e sempre tale. Ci so-

no sopratutto i lettori che hanno diritto alla veritàed al giudizio veramente giusto e sereno. Qui nonha scorno di parlare nemmeno uno a cui è statosistemato un figlio o un parente o un amico. Intanti badano al loro interesse personale e non sirendono conto che sono tollerati solo perché nonsi vuole andare sull’accusa personale con nome ecognome, anche se nomi e cognomi si hanno alchiaro di luna. Potrebbero tutti fare davvero unpasso indietro. Non devono provocare la pazien-za dei giornalisti veri che in massa sono impegnatiin primis dovendo tollerare editori che hanno in-teressi ben precisi e che vanno fuori dal semina-to di una informazione popolare e democratica, esoprattutto non devono approfittare fino al puntoche davvero si richiede una vera e propria analisidei fatti. Il rappresentante regionale non è bravose ci fornisce favori o si compra giornale e gior-nalisti e droga l’informazione.

Un buon politico - e non è la prima volta chelo diciamo - se vuole operare bene deve avere

una stampa critica e non la stampa amica o il gior-nalista che scrive perché lo serve. Non vogliamodire che tutti sono eguali e che tutti sono inservi-

bili i nostri politici, La risultante, comunque delloro comportamento, è tale che non si vedonograndi luci di chiarezza e di capacità. Quali bat-taglie meritano attenzione e richiami? Vogliamodire una panoramica di cose che ci impedisconodi avere riguardo per lavori positivi?

Bene, cominciamo con la questione sanità. Quali sono le novità degne di rilievo? Il maggiorcosto delle medicine, il servizio ospedaliero sem-pre peggio organizzato? Gli ospedali dove nes-suno sa che fine gli viene riservato per i prossimigiorni? Quanti e quali medici sono venuti ad ope-rare in questa terra di Calabria, dove noi siamocostretti a lamentare che i nostri cervelli per ave-re una funzione devono andare ad operare al Norde comunque fuori regione e fuori dal Sud? Forses’è fatta qualcosa per qualificare il personale, perdargli una funzione che non sia solo di tipo tra-dizionale, ovvio, secondo canoni oramai supera-ti? Forse c’è più condizione sul posto di lavoroper chi passa intere giornate tra gli ammalati, ocorridoi e le stanze dei nosocomi senza poter fa-re quello che vorrebbero: il proprio dovere di soc-corso ed asssistenza agli ammalati? Forse sonoridotte le fila ai Pronti intervento? Forse le far-macia hanno qualche novità di rilievo per i far-macisti e per gli assistiti? Forse i medici hannouna nuova vita e nuove condizioni per megliooperare a favore del cittadino? Ci sono nuovi ospe-dali? Ci sono nuovi punti di intervento? O non siriduce il tutto solo per favorire la sistemazione diamici e famigliari al solo scopo di fortificare lapropria struttura elettorale? Ci sono cittadini nuo-vi sistemati con la logica di interventi per i nonprotetti? Ci sono scuole vere di qualificazione,

MezzoeuroMezzoeuroSabato 27 Luglio 201322Poltrone da raccontare

Stampa e politica, tra odio e amore

Stampa e politica, tra odio e amore

«La stampa ha il doveredi non venire menoai suoi compiti che presuppongono un dirittoalla critica e alla satira»

comodità nuove per chi ha bisogno dell’ospeda-le? O non sono anche minacciati di chiusura omodifiche di ruoli, ospedali che pur hanno storiae tradizioni importanti come tutti quelli esistentidal passato? Melito, Scilla, Taurianova, GioiaTauro, che male hanno fatto per essere trascura-ti, costretti a vivere di incertezza e di rischi di chiu-sura? Una volta di parlava dell’ospedale di MelitoPorto Salvo, con i suoi chirurghi luminari che sichiamavano Ricci, Panuccio i medici Evoli, Aloied altri ancora e su Locri dei Candida e deiMorgante, come di ospedali storici, punti diconforto e di cura vera per la gente di tutta la fa-scia ionica. Ora ci sono strumenti elettorali, inte-ressi di case medicinali, trafficanti di voti e diclientele a battersi tra promesse, patteggiamentidi responsabilità tra l’uno e l’altro fino a che sideve per forza parlare di sanità in declino, di sa-nità ad altre dimensioni rispetto a quello che do-vrebbero essere Istituto di Prevenzione e Cura pergli ammalati.La malasanità è imperante. La struttura sanitariaè oggetto di interessi politici, clientelari, vergo-gnosamente funzionali ad interessi clientelari e didominio politico. Di che si parla nel consiglio re-gionale rispetto al problema sanitario? Mi si dica:di che e perché e chi!

Sul tema dei trasporti, poi, non si dice altro checose di basso profilo. E così sull’agricoltura, sul-la pesca, sulle industrie, sui temi dell’economia edella scuola. Non c’è protezione e promozioneculturale, le case editrici non hanno aiuti obietti-vi e sostanziali protezioni da poter concorrere conl’invadenza dei prodotti del nord e del centro, lelibrerie languono nella miseria peggiore e se non

fosse qualche volta per gli interessi pubblici at-torno alla scuola nazionale, potrebbero chiudere.Quel poco che si vende è solo per lo sforzo so-vrumano della famiglia, visto che nemmeno i mez-zi didattici vengono forniti dai governi e dalloStato. Di che dobbiamo gioire? Quali miracoli av-vengono dentro il Consiglio regionale di questaregione dove nemmeno si parla e nemmeno siascolta. Qui si inventano polemiche per impegnareil tempo, altrimenti inutile e nocivo. Non ci sonoluoghi di dibattito pubblico, niente televisioni dirilievo, niente radio, niente più che mai teatri, piaz-ze dove incontrarsi, organizzare manifestazioniper supportare le carenze drammatiche delConsiglio regionale. Niente vita di partito politi-co, niente di niente e qualche deficiente si preoc-cupa di falsi prestigi e di falsi allarmi. E non ci siaccorge che demandare al potere centrale certicompiti oggi vuol dire favorire l’antipolitica, l’in-ciucio, il potere antipopolo, isolare ulteriormenteil cittadino già impotente e costretto a subire tas-se e disoccupazione, pensioni di fame e luoghi diabbandono e di isolamento.

Abbiamo, poi, un codice che non salvaguardala libertà di pensiero. Devi avere paura di scri-

vere con sincerità e onestà allo scopo - per noisempre unico - di contribuire con la penna e lamente al progresso della società, della politica,della cultura, della scienza, della politica in cui vi-vi. Un giornalista per un eventuale “errore” di va-lutazione, deve sfidare condanne che possono se-gnare una vita ed un valore. Perché il Codice, chedovrebbe essere la scure contro le ingiustizie e perregolare fatti vitali della convivenza civile, non èdi fatto chiaro, percepibile, leggibile per il citta-dino comune.

In questo Paese si vuole il rispetto della legge che spesso non c’è o è contraddittoria o inspiega-

bile. Un cittadino, per osservare la legge, deve co-noscerla? E per conoscerla deve averla scritta conchiarezza e di facile lettura? Per una lettura chesia alla portata di tutti? Non ci siamo assoluta-mente per ora. Non c’è chiarezza laddove avreb-be dovuto esserci.

Hanno ragione Casaleggio e Grillo, lo diciamoancora una volta. Lo dice chi storicamente ap-

partiene ad altra tradizione politica e culturale mache riconosce il torto della parte alla quale ha fat-to riferimento ma dentro la quale ha fatto millebattaglie senza grandi risultati fino a doversi di-spiacere dell’appartenenza. Perché lo dico conchiarezza che il problema è anche il dominio de-gli odierni poteri, ma è anche vero che la classepolitica del passato ha mille colpe per la loro pre-senza.

Lo scontro tra socialisti e comunisti e tra questie la Dc non ha avuto risoluzioni di valore po-

litico. Non ha avuto altro esito che quello di ve-dere lo sbandamento di un paese che oggi è alladeriva sul terreno politico, culturale, economico.Lo vogliamo dire una buona volta per tutte. Dauna parte abbiamo Berlusconi che si lamenta diessere un perseguitato, dall’altra abbiamo risulta-ti di magistratura che mai hanno saputo maturareuna chiara idea circa sue innocenze o sue respon-sabilità. Forse è vero che la questione della sua in-compatibilità non data da oggi. Perché non s’èprovveduto in tempo perché si evitasse la conse-guenza dei suoi poteri di stampa, televisivi, e dialtra natura? Com’è possibile che abbia avuto po-teri la politica nazionale che si è avvalsa dei votidei tanti siciliani legati alla mafia ed di altri co-munque poco raccomandabili?

Un ultimo capitolo lo merita la Giustizia, senza del-la quale andare avanti sarà impossibile, oramai,Qui non è solo questione di giudici e dell’appa-rato più o meno efficiente degli organi di indagi-ni e di processo. Gli uomini della magistratura non

possono operare per due motivi (non per uno):a) hanno mezzi insufficienti e tempi biblici per de-finire indagini e processi, a disposizione;b) hanno codici che non facilitano l’attuazionedella giustizia. E vivono in un ambiente dove èpopolare il detto che “la causa la fanno i testimo-ni” , non la verità che è qualcosa di più assoluto evalido, come dovrebbe essere.Se c’è da giudicare il diritto o meno a stare in unconsiglio che amministra il potere pubblico, co-me mai non si da precedenza a quanto serve a ta-le scopo e la causa ed i processi per incompatibi-lità si tengono con tempi che fanno passare l’in-tera legislatura e nulla di fatto avviene? Avvieneche molti consessi sono pieni di gente incompa-tibile, ma nessuno fa niente contro perché occor-re far passare il tempo fino alla sentenza definiti-va, quando il Consiglio avrà finito il suo manda-to. E non si applica nemmeno una regola ele-mentare che al buon senso della pubblica opinio-ne si presenta. Se uno è imputato di gravi reati,soprattutto di avere commesso fatti elettorali scan-dalosi, visto che quasi sempre le indagini vengo-no svolte da organi dello Stato che meritano sem-pre rispetto e fiducia, potrebbe non bastare la ri-sultanza dell’indagine per un giudizio definitivo,ma perché non dovrebbe bastare per determinarel’astensione da ogni attività, un primo giudizio senon proprio la prima motivata comunicazione giu-diziaria? Ognuno ha diritto alla sentenza definiti-va. Ma anche il cittadino ha diritto ad ammini-stratori integerrimi, di specchiata capacità, di mo-rale ineccepibile. Ed invece avviene che gentecondannata sta a fare politica e gente onesta restafuori e fregata da questa. Vuol dire che non si harispetto per il bene pubblico e l’interesse genera-le.

È diventato il primo problema quello dellagiustizia dove il giudice non deve avere alcun

ruolo di dipendenza dal potere politico. Il poterelegislativo fornisce le leggi, poi l’organo prepo-sto (la Magistratura) lo applica con regole dovedavvero la legge sia eguale per tutti. Il parlamen-to fa le leggi, la Magistratura le applica e realizzala giustizia tramite esse. Non essendo il sottoscrittoun giurista può anche ammettere che ci siano al-tri connotati per la giustizia, Ma in atto nessuno ètranquillo quando avviene una sentenza. Tutti lacontestano, tutti la criticano, tutti sono innocenti,tutti sono senza colpa, la stessa verità eclatanteviene travolta da dubbi, incertezze, giudizi in li-bertà. Anche questo è segno dei tempi!

In sostanza penso sia giusto ricordare che tanta gente che della politica sa poco o niente, oc-

cupa posti di rilievo e i veri intenditori sono la-sciati fuori. La “patrie galere”, spesso sono unascuola per occupare posti di comando. Il sospet-to non è mai consigliere di prudenza e fatto ri-chiedente garanzia, è quasi sempre il niente. Perquesto abbiamo inetti al potere pubblico e com-petenti fuori. L’etica per la politica non è quasimai salvaguardata. Di fronte a queste questioni,è chiaro che si sta realizzando uno dei passi piùveloci e più certi verso un precipizio dove nonsolo ci saranno disordini, ma il cittadino perdeogni orientamento e tutto può essere eguale alniente, il giusto e l’ingiusto coincidono nella men-te dei tanti. Alla società italiana manca la stellapopolare per il proprio cammino. Siamo arrivatia questo. Chi ha ragione per un altro ha torto, echi ha torto per un altro ha ragione. Questo è ildato di oggi. Vince chi sa di più, chi osa di più,chi ha più coraggio, chi è prepotente, chi sopportadi più, chi è più spregiudicato. Non, come do-vrebbe essere, chi ha ragione e opera secondo unalegge giusta ed eguale per tutti. In atto è la co-scienza civile degli onesti che consente il buoncomportamento dell’uomo. Ma è un fatto indivi-duale, minoritario. Di fatto la politica e la societàvanno verso altri lidi. Sbagliamo? Ci venga di-mostrato il contrario.

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 27 Luglio 2013 23Poltrone da raccontare

È stato sottoscritto presso la sala degli Stemmidella Provincia di Cosenza un Protocollo d’inte-sa tra l’Agenzia per l’energia e lo sviluppo soste-nibile della Provincia di Cosenza Alessco, ilComune di Castrovillari e le aziende Rts e Varatper l’avvio della sperimentazione del progettoRecoil.Il progetto che, oltre a produrre un indiscusso van-taggio economico ai comuni che lo realizzeran-no, riduce significativamente l’inquinamento, èindirizzato in particolar modo alle famiglie che,attraverso il coinvolgimento del loro Comune, po-tranno sperimentare il nuovo sistema.Ideato da Alessco assieme a diversi partner inter-nazionali e finanziato sul programma europeo Iee,ha come obiettivo quello di aumentare la produ-zione sostenibile di biodiesel locale attraverso laraccolta e la trasformazione dell’olio da cucinache verrà utilizzato come carburante nei mezzi delComune di Castrovillari. Una serie di giornate informative per i cittadini eper gli studenti saranno promosse al fine di ren-dere tutti gli abitanti attori principali del proces-so. In parallelo verranno avviate anche altre speri-mentazioni nei paesi partner (Portogallo, Grecia,Spagna, Belgio e Danimarca) e sarà l’occasioneper un confronto con altre realtà al fine di impor-tare ed esportare esperienze.All’incontro di questa mattina hanno preso partel’assessore provinciale all’Energia Biagio Diana,l’energy manager Giovanni Romano, il presiden-te di Alessco Luigi Rinaldi, il sindaco diCastrovillari Domenico Lo Polito, l’assessore al-lo Sviluppo ambientale e tecnologico del Comunedi Castrovillari Angelo Loiacono ed i rappresen-tanti delle aziende Varat ed Rts.«La Provincia di Cosenza - ha detto l’assessoreDiana nel corso della riunione - prosegue a pienoritmo la propria attività sul territorio in materia disviluppo sostenibile e, attraverso la propria agen-zia Alessco, continua a farsi promotrice sul tuttoil territorio provinciale di progetti innovativi alservizio della collettività e a tutela dell’ambiente.Auspichiamo che il progetto che avvieremo sulComune di Castrovillari sia il primo di una lungaserie». «A tutti i Comuni che avranno voglia di seguirequesta strada - ha concluso Diana - assicureremosenz’altro il supporto e il sostegno della Provinciadi Cosenza e di Alessco».

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 27 Luglio 2013 25Senza ungersi le mani

RecoilOlio di gomitonel recupero

RecoilOlio di gomitonel recupero

Al via a Castrovillarila sperimentazionedel progetto per il riutilizzodella materia esaustada cucina. Verrà utilizzataper la produzionedi biocarburanteper i mezzi del Comune

C’era molta animazione sabato 20 luglio aBisignano per la visita pastorale del vescovo del-la Diocesi di Cosenza, padre Salvatore Nunnari.L’occasione era data dalla riapertura della chiesadi Santa Maria, nel Rione San Zaccaria, dopo 16anni di fermo per lavori necessari che hanno ri-chiesto più tempo del previsto. La chiesa di SantaMaria - si legge in una brochure sul Rione SanZaccaria - «è un autentico gioiello dell’arte ba-rocca meridionale, le cui forme attuali risalgonoagli anni intorno al 1616, data incisa sul portaled’ingresso tufaceo dell’edificio di culto, è l’unicaattualmente ad essere presente nel Rione».

È opportuno ricordare che Bisignano, con le sue12 chiese e il convento di Sant’Umile, rappresentaun punto di forza e di eccellenza della Chiesa co-sentina. Fino agli Anni ‘50 ed oltre, il vescovo erasolito trascorrere una volta al mese una settimanaa Bisignano dove era attivo anche il seminario.A casa della famiglia Loise, che ospitava il ve-scovo quando si recava a Bisignano, c’era unastanza a lui riservata che veniva appunto chiama-ta “la stanza del vescovo”.Col tempo e per vicende complesse Bisignano haperso, come rappresentanza e attività religiosa,non poco del suo protagonismo anche per la dif-ficoltà a gestire, senza supporti e aiuti esterni,tut-te le strutture esistenti.

La visita di monsignor Nunnari e la ripresadelle funzioni religiose a Santa Maria segnano

inequivocabilmente un ritorno all’antico prestigioe protagonismo. Nunnari, nel rispondere all’indi-rizzo di saluto rivoltogli dal sindaco della città edai fedeli, ha fatto capire, riferendosi ai 16 anni diinagibilità della chiesa, di non essere compiacen-te con le farraginosità della burocrazia ed ha an-nunciato che presto emetterà il decreto vescovileper la riapertura del convento di Sant’Umile allacui figura è legata tutta la popolazione della Valledel Crati. Visita pastorale, dunque, ma soprattut-to un contatto con la gente semplice del Rione SanZaccaria accorsa in massa a rendere omaggio alsuo vescovo.

Bisogna ricordare che Bisignano ha una storia so-ciale fatta di casati espressione della nobiltà ter-riera, classe socialmente dominante su una popo-lazione di contadini e artigiani almeno fino agliAnni ‘60. Alla caduta del fascismo, Bisignano futeatro di duri scontri sociali che sono ancora vivinella memoria della popolazione. Oggi è una cit-tadina democratica che ha smaltito le contrappo-sizioni classiste e che con le sue libere scelte de-termina l’assetto politico-sociale della comunità.Quel che rimane della vecchia nobiltà terriera con-vive senza problemi col resto della popolazione.Del resto lo stesso Palio del Principe, che si svol-ge ogni anno a Bisignano, altro non è che la rie-vocazione storica della presenza a Bisignano delprincipe di Sanseverino, figura dominante dellastoria di Bisignano.Aricevere il vescovo di Cosenza c’erano tutti, sin-daco, assessori, autorità e maggiorenti della co-munità bisignanese difficilmente distinguibili nel-la gran folla di fedeli accorsi.

A ricevere il vescovo al suo ingresso nel RioneSan Zaccaria è stata la famiglia Boscarelli il cuipalazzo costituisce la porta d’ingresso a SanZaccaria. Qui il vescovo si è soffermato nella cap-pella privata di palazzo Boscarelli aperta al pub-blico per l’occasione e da qui è partita la proces-sione solenne diretta alla chiesa di Santa Mariadove il vescovo ha tenuto messa, dopo avere in-censato l’altare. Per il vescovo è stato un bagnodi folla, di gente semplice ma di profonda reli-giosità e, nel ringraziare dell’accoglienza, Nunnarinon ha nascosto la sua commozione.Per il suo magistero Bisignano, insieme a tante al-tre iniziative nella provincia cosentina rappresen-ta, sotto la guida di Nunnari, un netto recupero diprestigio e di protagonismo della Chiesa cosenti-na dopo le tristissime vicende dell’istituto PapaGiovanni di Serra Aiello e dell’Oasi francescanadi Cosenza.

MezzoeuroMezzoeuroSabato 27 Luglio 201326Bisignano accoglie il suo pastore

La Chiesache vuol vivere tra la genteLa Chiesache vuol vivere tra la gente

Da Papa Francescoal vescovo Nunnaril’esempio di prossimitàverso i fedeli

L’occasione è stata datadalla ripresa delle funzionireligiose nella chiesadi Santa Marianel Rione San Zaccaria

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Monsignor Nunnari si è insediato come vescovodi Cosenza in un momento delicatissimo che

ha affrontato con la maturità e l’esperienza delprete di strada forgiatosi nei quartieri del maggiordisagio sociale di Reggio Calabria e che, ai tem-pi della rivolta di Reggio, seppe svolgere con gran-de equilibrio il suo ruolo di parroco e sacerdote.Arrivò a Cosenza un giorno di pioggia torrenzia-le e, appena giunto a Cosenza, fece fermare lamacchina, scese e si chinò, sotto la pioggia, a ba-ciare il suolo casentino. Un gesto che gli fece gua-dagnare subito la considerazione e l’affetto dei co-sentini. Fino a Rogliano lo aveva accompagnatouna lunga carovana di amici e fedeli di Reggioche visibilmente commossi lo avevano salutatoconfermandogli affetto e riconoscenza.

Oggi monsignor Nunnari è nel cuore dei fedelidella sua diocesi che riconoscono in lui la gui-

da e il riferimento delle loro coscienze. Le sue let-tere pastorali, ricche di sensibilità sociale, indica-no senza equivoci i valori cui si deve ispirare l’a-zione e la vita di chi intraprende un percorso difede.

Monsignor Nunnari non ha dovuto attenderel’esempio di Papa Francesco per sentirsi im-

pegnato a essere più vicino agli emarginati, ai bi-sognosi, ai meno fortunati, ai tanti cui la vita inquesto mondo non risparmia sofferrenze, lutti eingiustizie. Sarà pur vero che ci sono tanti modidi servire il Signore e la Chiesa che lo rappresen-ta ma quello scelto da Papa Francesco e monsi-gnor Nunnari si distingue da tutti gli altri perchéha una direzione precisa e inequivocabile.

a l p

La comunità dei fedeli del Rione San Zaccaria edi questa chiesa è particolarmente lieta di porgerViil saluto di benvenuto nella nostra comunità.Riapre i suoi battenti la chiesa che conserva lamemoria della nostra gente ed è grazie all’impe-gno dei suoi fedeli, alla loro generosità, se oggipossiamo averla più bella e accogliente di prima.Il ringraziamento va anche a quelle persone chenon sono più fra noi, che vivono nel nostro ricor-do e che molto si sono prodigate per la riapertu-ra di Santa Maria come D. Carolina Scarfoglioe sua figlia Nicolina Loise.La chiesa è luogo di raccoglimento e di preghie-ra dove interroghiamo le nostre coscienze e chie-diamo remissione dei nostri peccati ma anche do-ve chiediamo al Signore di illuminare il nostrocammino. In questa giornata di esultanza collet-tiva per la riapertura della chiesa di Santa Mariae la Vostra presenza fra noi, il pensiero della co-munità va alla memoria delle generazioni chehanno vissuto questi luoghi e che sono state po-polo civile e popolo di Dio. Gente semplice e gen-te umile che in questa chiesa ha trovato, nella pre-ghiera, conforto alle sofferenze della vita, al du-ro e ingrato lavoro, ai torti e alle ingiustizie diquesto mondo terreno.Oggi, ognuno con i propri ricordi, rende loroomaggio impegnandosi a conservare la loro me-moria e a consegnarla alle generazioni che ver-ranno. Un ringraziamento particolare va a donMaurizio, a don Luigi e a quanti, dedicandovi tem-po e lavoro, si sono impegnati con grande pas-sione per il restauro, la riapertura e la ripresa del-le funzioni religiose. A Voi, padre Salvatore, no-stro vescovo e pastore, dal più profondo del cuo-re va il nostro ringraziamento per aver dato, conla Vostra presenza, solennità e rilevanza alla ce-rimonia. L’occasione ci dà modo di confermare,con amore filiale, obbedienza e devozione al Vostromagistero. Grazie ancora per essere stato tra noi.

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 27 Luglio 2013 27Bisignano accoglie il suo pastore

Il saluto dei fedeli

Eccellenza reverendissimae nostro amato vescovo

padre Salvatore

1 - L’ingresso solenne del vescovo Salvatore Nunnaria S. Maria con la mitria e il pastorale

2 - L’apertura delle porte della chiesa dopo 16 anni di inagibilità3 - Il vescovo incensa l’altare all'inizio delle celebrazioni e

risponde ai saluti di bevenuto (4)5 - La chiesa affollata durante la celebrazione della messa6/7 - Festa in piazza con il buffet offerto dal Rione San Zaccaria8 - Il gonfalone del Rione San Zaccaria

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di Giovanni Perri *

La menta è una pianta erbacea da orto e da vasomolto utile per il nostro organismo, le cui fogliedi color verde chiaro vengono utilizzate per aro-matizzare diverse pietanze e liquori e per prepa-rare medicinali, grazie alle intrinseche proprietàcurative.Il suo impiego è diffuso in tutto il mondo, tant’èche nell’antichità veniva usato dai Greci, daiRomani, e ancor prima dagli Egizi, Arabi e Cinesiche ne sfruttavano le proprietà calmanti e la ca-pacità di attenuare e risolvere i disturbi dell’ap-parato digestivo e intestinale.Per scopi culinari viene per lo più utilizzata da no-ti ed affermati chef come pianta aromatizzante,tant’è che trova largo impiego in aggiunta a mol-te pietanze, tanto da ritrovarla in diverse ricette,come nelle zuppe, nelle salse, mescolata con al-tre verdure, in diverse frittate ed in piatti a base dipesce, melanzane, come pure nei dolci, nei gela-ti e nelle tisane.La menta, diffusa in tutto il mondo, viene altresìutilizzata per produrre e commercializzare l’otti-mo infuso di menta, per la produzione delle cara-melle, è impiegata nell’industria estrattiva e nel-l’industria cosmetica per la preparazione di cre-me e prodotti tonici vari per la cura della pelle.La pianta viene coltivata in vaso, in pieno campo,sul terrazzo di casa; le foglie si presentano di co-lor verde chiaro e sono caratterizzate da aromi in-tensi e odorosi, al pari di altre piante spiccatamentearomatiche quali il basilico, il rosmarino, l’origa-no e la salvia.Lo sviluppo complessivo della pianta è caratte-rizzato da modeste dimensioni; l’apparato epigeoviene utilizzato oltre che in cucina, ma anche nel-le industrie agro-alimentari.Le tecniche colturali non richiedono particolari

approfondimenti, né tanto meno affinate specia-lizzazioni, essendo la pianta non esigente per quan-to attiene la fertilità dei terreni, presenza di acquae temperature. La pianta ama temperature tipicamente primave-rili-estive, cosicché il ciclo produttivo, in pienocampo o in vasi, si svolge nell’arco temporalemaggio-ottobre, mentre in coltura protetta (serre- serre tunnels), può avvenire anche nei periodimeno favorevoli dal punto di vista climatico e me-teorologico.

Dati gli esiti positivi ed i successi della sua colti-vazione e considerate le buone possibilità di mer-cato, pur se a livello di nicchia, la pianta aroma-tica trova in Calabria condizioni ottimali per laproduzione, raccolta, conservazione e commer-cializzazione delle foglie fortemente aromatizza-te e profumate, fresche o essiccate, in vasi di ve-tro, per essere successivamente utilizzate e com-mercializzate.In tal modo, gli agricoltori che vivono in campa-gna e nelle aree prossime agli agglomerati urba-ni e periurbani, possono valorizzare l’eccellenteproduzione, favorirne l’utilizzo, salvaguardandoal contempo il territorio stesso.L’auspicio è che si possano vedere sempre più ter-razzi coltivati, meno balconi vuoti e soprattutto,dal punto di vista ambientale, spazi urbani e peri-ferie non assolate e deserte, soprattutto in quellearee prossime o limitrofe a strutture produttive eabitative, ove vengono praticate attività agricoleresiduali, o di tipo part-time, per la produzione diortaggi per esigenze familiari o dei piccoli mer-catini locali. Ciò consente altresì di valorizzare piccoli appez-zamenti, solitamente ubicati in prossimità del re-ticolo stradale, dei corsi d’acqua, nelle aree e spa-zi residuali, la cui utilizzazione agricola viene pre-valentemente esercitata per la produzione di pian-te aromatiche ed ortaggi nell’arco delle quattrostagioni e, fatto estremamente importante dal pun-to di vista salustico, senza sostanze chimiche.

* dottore agronomo

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 27 Luglio 2013 29L’angolo delle essenze aromatiche

Tempo di mentaTempo di mentaPianta rinfrescantee benefica che trovain Calabria condizioniottimali per produzione,raccolta, conservazionee commercializzazionedelle foglie fortementeprofumate, frescheo essiccate, in vasidi vetro, per esseresuccessivamente utilizzate

MezzoeuroMezzoeuroSabato 27 Luglio 201330Rubrica a cura dell’Ente di Patronato e di Assistenza sociale Epas-Fna (Federazione nazionale agricoltura)

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Inizia da San Fili, nei pressi di Cosenza, la primadelle serate di Miss Klichè Italia organizzate dal-la Big Agency management.Tina e Antonio Lucibello, i presentatori, non han-no dubbi: chi assisterà alla serata sarà travolto daun turbinio di emozioni!«Non solo bellezza, ma tanta voglia di proporreuno spettacolo innovativo in cui il fascino sarà co-protagonista del talento e della voglia di divertireed entusiasmare», riferisce Tina, stando attenta anon svelare troppi contenuti, «per Miss KlichéItalia sorprendere è fondamentale: ogni spettaco-lo sarà unico e solo chi ci sarà potrà vivere que-sta esperienza! Sul palco si alterneranno esibizio-ni di danza, interpretazioni canore, momenti di di-vertimento e piccole gag».L’evento che toccherà le maggiori piazze dellaCalabria e dell’Italia è al suo debutto, quindi: tut-to pronto per la serata del 27 luglio a San Fili.L’adrenalina degli artisti che si esibiranno non fache salire così come la positiva ansia delle ragaz-ze che prenderanno parte a questa prima selezio-ne.Le vincitrici di questa prima serata riceverannouna corona e una fascia e proseguiranno nel per-corso che porterà alla proclamazione di MissKlichè Italia 2013.Top secret i nomi dei giurati, questo per assicura-re il massimo rispetto e la trasparenza delle vota-zioni che si svolgeranno con un sistema limpidoe semplice, ispirato a quello utilizzato nei mag-giori concorsi di bellezza.Dopo San Fili sarà la volta, il 4 agosto, di MaranoMarchesato (Cs), presso Bar del Carmine, il 6 diSan Lucido (Cs), presso il lido Miami Beach, 12agosto, di Cerva (Cz), presso il teatro comunaleall’aperto, il 25 agosto di Paola (Cs), presso il LidoBeach story.

Tutti i dettagli per parteciparesu www.misskliche.it

Approfondimenti su www.kliche.it

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 27 Luglio 2013 31Bellezze a confronto

A San Fili la primadelle serate il 27 luglioL’evento toccheràle maggiori piazzedella Calabria

Calda l’estatecon Miss Kliché ItaliaCalda l’estatecon Miss Kliché Italia