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metodi e caratteristiche tecniche di un gres porcellanato

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Page 1: metodi e caratteristiche tecniche di un gres porcellanato

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METODI E CARATTERISTICHE TECNICHE DI UN GRES PORCELLANATO

CLASSIFICAZIONE DEL PRODOTTO UNI EN 14411 Gruppo BIa appendice G “ Piastrelle con assorbimento d’acqua ≤ 0,5%

UGL completamente greificato

Le caratteristiche tecniche delle piastrelle CIPA GRES rispondono a precisi requisiti che stabiliscono limiti e riferimenti cui

devono essere conformi per essere giudicate di buona qualità.

Questi presupposti costituiscono una dichiarazione di trasparenza nei rapporti tra il produttore e l’acquirente, essendo una

sorta di carta d’identità del prodotto.

Le norme UNI, valide per l’Italia, le EN in vigore nei paesi Europei e le norme mondiali ISO, definiscono le caratteristiche più

importanti che devono avere le lastre ceramiche di prima scelta e cioè :

Caratteristiche di regolarità

dimensioni/ spessore/ rettilinearità degli spigoli/ ortogonalità/ planarità

Allo scopo di realizzare al meglio superfici pavimentate e rivestimenti verticali, è fondamentale che il materiale utilizzato sia

perfetto. Le caratteristiche che permettono di ottenere ottimi risultati dal punto di vista tecnico/estetico, sono garantite

dalla modularità delle singole lastre, le quali devono avere identiche dimensioni e spessori, non devono presentare

avvallamenti o gobbe (planarità) e devono avere i lati rigorosamente ortogonali tra loro.

La produzione del materiale ceramico attraverso una singola azione di pressatura sotto il peso di migliaia di tonnellate

consente di ottenere superfici estremamente regolari e il gres porcellanato a tutta massa ne è il principale esempio; il suo

aspetto uniforme e la definizione della rettifica su lato e spigolo, sono alcune delle peculiarità che concorrono ad

identificarlo come ceramica tecnica.

Caratteristiche strutturali

assorbimento d’acqua

L’assorbimento d’acqua è legato alla porosità superficiale del materiale. Il materiale ceramico meno poroso è il gres

porcellanato, che si attesta a livelli inferiori allo 0,5%. Nel caso del porcellanato tecnico CIPA GRES l’assorbimento d’acqua è

pari allo 0,04%,.

Il livello di porosità di un materiale ceramico è requisito fondamentale in quanto da esso dipendono molte altre

caratteristiche che definiscono il livello di qualità e affidabilità di una PIASTRELLA.

Caratteristiche meccaniche massive

resistenza alla flessione

Elemento distintivo fondamentale dei pavimenti che attesta la capacità di un materiale di resistere a determinati carichi di

rottura. La resistenza alla flessione, che è innanzitutto legata allo spessore della lastra, è tanto maggiore quanto più basso è

l’assorbimento d’acqua, aspetto che classifica ancora una volta il gres porcellanato come il primo tra i materiali da

rivestimento più resistenti.

Caratteristiche termo-igrometriche

resistenza agli sbalzi termici; resistenza al gelo; coefficiente di dilatazione termica lineare

Le caratteristiche termo igrometriche sono legate alla straordinaria densità del materiale. Il porcellanato tecnico, avendo il

più basso livello di porosità tra i materiali ceramici, è quello che assorbe meno acqua e che presenta quindi il minor rischio di

subire spaccature o fessurazioni dovute alla pressione causata dall’aumento di volume che ha l’acqua gelando. Forti sbalzi di

temperatura non sono quindi una minaccia per il gres porcellanato in quanto materiale compatto ed omogeneo in tutto il

suo spessore.

Caratteristiche chimiche

resistenza ai prodotti chimici

Ai fini della resistenza all’attacco di sostanze chimiche, come quelle contenute in prodotti per la pulizia o derivanti dall’uso di

acidi utilizzati in particolari ambienti di lavoro, la compattezza della superficie del materiale (che nel caso del gres

porcellanato si estende a tutto il suo spessore) costituisce un attributo molto importante ancora una volta legato alla bassa

porosità del materiale che esclude la presenza di micro fessure atte a favorire la penetrazione e il ristagno di eventuali

sostanze aggressive. A questo risultato concorrono anche le elevate temperature di cottura che si raggiungono nei forni per

ceramica (1.200°) , che consentono di raggiungere maggiore inerzia chimica.

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Caratteristiche di sicurezza

coefficiente di attrito (scivolosità)

La scivolosità di un pavimento è legata alla sicurezza della deambulazione e rappresenta, pertanto, un requisito

fondamentale dei pavimenti stessi.

Il coefficiente di scivolosità, indicato dal valore “R”, si riferisce ad un metodo previsto dalle norme tedesche DIN 51130 e

51097, che classificano i prodotti in base al loro coefficiente d’attrito, in funzione delle esigenze specifiche di un determinato

ambiente.

A seconda del livello di scivolosità, che può essere legato all’uso di particolari sostanze in determinati spazi di lavoro, o alla

presenza di acqua, è obbligatorio, in base alla normativa, l’impiego di un materiale a pavimento in grado di creare un

notevole attrito tra le superfici a contatto, capace quindi di limitare la pericolosità dello stesso per le persone. Quanto più

alto è il coefficiente d’attrito, tanto minore è la scivolosità.

La normativa distingue la scivolosità delle superfici calpestabili per le zone ove si cammini con piedi calzati (R9-R13), e per

quelle a calpestio a piedi nudi (A,B,C).

Secondo il metodo di misura previsto dalla DIN 51130, vengono distinte le seguenti classi di scivolosità e le indicazioni dei

rispettivi ambienti di utilizzo:

• R9 - zone di ingresso e scale con accesso dall’esterno; ristoranti e mense; negozi; ambulatori; ospedali; scuole.

• R10 - bagni e docce comuni; piccole cucine di esercizi per la ristorazione; garage e sotterranei.

• R11 - ambienti per la produzione di generi alimentari; medie cucine di esercizi per la ristorazione; ambienti di lavoro

con forte presenza di acqua e fanghiglia; laboratori; lavanderie; hangar.

• R12 - ambienti per la produzione di alimentari ricchi di grassi come: latticini e derivati; oli e salumi; grandi cucine di

esercizi per la ristorazione; reparti industriali con impiego di sostanze scivolose; parcheggi auto.

• R13 - ambienti con grosse quantità di grassi; lavorazione degli alimenti.

Per gli ambienti in presenza d’acqua, dove sia prevista la deambulazione a piedi scalzi, il pavimento deve rispondere con

prestazioni ancora più restrittive. Queste si possono misurare in base alla normativa DIN 51097, e si classificano nei gruppi di

valutazione A, B, C secondo un valore crescente:

• A - spogliatoi; zone di accesso a piedi nudi; etc.

• B - docce; bordi di piscine; etc.

• C - bordi di piscine in pendenza; scale immerse; etc.

Volume d’acqua determinato dai rilievi della superficie

DIN 51130 Volume cavità deflusso

• cm3 / dm2 4 V4 Gruppo di valutazione

• cm3 / dm2 6 V6 Gruppo di valutazione

• cm3 / dm2 8 V8 Gruppo di valutazione

• cm3 / dm2 10 V10 Gruppo di valutazione

Metodo B.C.R.A.

coefficiente di attrito (scivolosità)

Il coefficiente di attrito dà una indicazione del grado di scivolosità di una pavimentazione.

Il metodo B.C.R.A. (inglese) misura il coefficiente di attrito dinamico di una superficie e classifica:

• µ< 0,20 Scivolosità pericolosa

• 0,20≤ µ < 0,40 Scivolosità eccessiva

• 0,40≤ µ < 0,74 Attrito soddisfacente

• µ ≥ 0,74 Attrito eccellente

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METODO DCOF

Coefficiente di attrito dinamico (scivolosità)

ANSI A137-1:2012 è una norma valida per U.S.A. che determina un coefficiente di attrito

dinamico in condizioni di superficie bagnata.

La superficie per essere conforme al requisito deve essere maggiore di 0.42

Metodo spagnolo ENV 12633

Scivolosità pendulo

I risultati ottenuti secondo la norma UNE-ENV 12633:2003 con il metodo Pendolo sono

espressi in termini Rd = Resistenza al deslizamiento.

In funzione del valore Rd viene fornita la destinazione d’uso delle piastrelle.

Resistencia al deslizamiento Rd

• Rd ≤ 15 classe 0

• 15 < Rd ≤ 35 classe 1

• 35 < Rd ≤ 45 classe 2

• Rd > 45 classe 3

METODO ASTM C1028 - SCOF

Scivolosità di attrito statico

Il metodo ASTM statunitense prevede una misura strumentale che fornisce la misura dell’attrito statico (S.C.O.F.).

sia in condizioni di superficie asciutta che bagnata utilizzando un dispositivo scivolante rivestito

di neolite su cui agisce un carico di 50 libre (pari a Kg 22,7). Gli indici di coefficiente di attrito

statico sono i seguenti:

• ≤ 0,50 scivolosità pericolosa

• 0,50÷0,60 attrito soddisfacente

• ≥ 0,60 antiscivolo

RESISTENZA ALLO SCIVOLAMENTO (STANDARDS BS 7976-2:2002 PENDULUM TESTERS)

Questa norma inglese “Pendulum Testers” edita nel 2002 e suddivisa in tre parti

(Specification - Method of operation - Method of calibration)

prevede la misura della resistenza allo scivolamento attraverso l’impiego di un dispositivo a pendolo: l’elemento scivolante

rivestito con gomma e collegato al braccio di un pendolo descritto nella parte 1 della norma, viene fatto “strisciare” sulla

superficie da provare dopo averlo lasciato cadere da un’altezza predefinita; la sua corsa viene tanto più rallentata, quanto

più elevato è l’attrito offerto dalla superficie. In altre parole: alla posizione iniziale è associato un valore di energia

potenziale, che in assenza di ostacoli permetterebbe all’elemento scivolante di risalire dalla parte opposta fino ad un’altezza

uguale a quella di partenza. Il passaggio sulla superficie di prova assorbe parte dell’energia e l’elemento scivolante risale fino

ad un’altezza inferiore; su una scala opportunamente graduata vengono letti i valori del cosiddetto TLV (Test Pendulum

Value) tanto più elevati quanto minore è la scivolosità del campione provato. Il risultato viene diviso in tre classi di

scivolosità.

• High slip potential 0-24

• Moderate slip potential 25-35

• Low slip potential 36 +

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Resistenza dei colori alla luce

Tra le proprietà fisico - chimiche a cui rispondono i propri materiali, CIPA GRES include anche la resistenza dei colori alla luce,

stabilita dalla normativa tedesca DIN 51094.

L’esigenza di testare anche questa caratteristica è data dall’ampio utilizzo del gres porcellanato per realizzare pavimentazioni

esterne o rivestimenti di facciate di edifici, laddove quindi il materiale è esposto a prolungate condizioni di insolazione. Il

gres porcellanato è in generale resistente, in particolare quello prodotto da CIPA GRES ha superato tutti i test di prova

inerenti la capacità di mantenere inalterati i colori delle lastre.

Variazione estetica del prodotto da un pezzo ad un altro

• V1 aspetto uniforme

• V2 lieve variazione

• V3 moderata variazione

• V4 forte variazione

IL CALIBRO

Nel corso del processo di cottura il gres porcellanato subisce variazioni dimensionali in riduzione, in funzione della

temperatura all’interno del forno. Si può verificare pertanto che lastre di uno stesso articolo, cotte in diversi cicli di

lavorazione, subiscano una esposizione termica non perfettamente identica, con conseguenti effetti sul ritiro lineare e perciò

sulle dimensioni finali. Tali lastre risulteranno di dimensioni non equivalenti, avranno cioè un calibro diverso, una sia pur

limitata diversa dimensione di fabbricazione. CIPA GRES SPA supporta il processo d’acquisto della propria clientela

garantendo il confezionamento delle proprie PIASTRELLE per partite omogenee per calibro ed eliminando il rischio di posare

materiali con dimensioni diverse tra di loro all’interno di uno stesso cantiere.

Sull’imballo vengono sempre riportate le dimensioni “nominali”, ovvero le dimensioni che si usano per designare il prodotto

(es.: 60x60), le dimensioni di “fabbricazione”, cioè il “calibro”, (es.: 59,5x59,5) ovvero la dimensione prefissata per la

produzione, alla quale la dimensione reale della PIASTRELLA deve avvicinarsi entro i limiti di tolleranza ammessi dalle

norme.