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MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURA DIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi Villa Direzione - Redazione - Amministrazione: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà Via G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax 030 3700003 www.chiesaviva.com Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990 Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS) contiene I. R. «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI» (Jo. 8, 32) Chiesaviva ANNO XXXIX - N° 416 MAGGIO 2009 Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia. Abbonamento annuo: ordinario Euro 35, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3, arretrata Euro 3,5 (inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postale Le richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà 25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257 I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti Ogni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità

Chiesaviva mensile.pdf · ufficiale e infallibile delle devozioni cattoliche. Si sa che da una antichissima tra-dizione, sanzionata da Pontefici, in primis Leone XIII,la recita del

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MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURADIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi VillaDirezione - Redazione - Amministrazione:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax 030 3700003www.chiesaviva.comAutor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS)contiene I. R.

«LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI»(Jo. 8, 32)

Chiesaviva ANNO XXXIX - N° 416MAGGIO 2009

Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia.Abbonamento annuo:ordinario Euro 35, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3, arretrata Euro 3,5(inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postaleLe richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituitiOgni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità

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2 “Chiesa viva” *** Maggio 2009

Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu seibenedetta fra le donne, e benedetto il frutto del senotuo, Gesù. Santa Maria Madre di Dio, prega per noi peccatori,adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

Hail Mary, full of grace, the Lord is with thee. Blessedart thou amongst women, and blessed is the fruit ofthy womb, Jesus.Holy Mary, Mother of God, pray for us sinners, nowand at the hour of our death. Amen.

Gegrüsset seist du Maria, voll der Gnaden, der Herrist mit dir, du bist gebenedeit unter den Weibern, undgebenedeit ist die Frucht deines Leibes, Jesus!Heilige Maria, Mutter Gottes, bitte für uns Sünder,jetzt und in der Stunde unseres Todes. Amen.

Je vous salue, Marie, pleine de grâces, le Seigneur estavec vous, vous êtes bénie entre toutes les femmes, etJésus, le fruit de vos entrailles, est béni.Sainte Marie, Mère de Dieu, priz por nous, pauvres pé-cheurs, maintenant, et à l’heure de notre mort. Amen.

Ave Maria, llena de gracia, el Señor es contigo; tu eresbenita entre todas las mugeres, y benito es el fruto delventre tuyo, Jesus.Santa Maria, Madre de Dios, reza para nos pecadoresahora, y en la hora de la muerte nuestra. Amen.

Zdrava Marija, milosti polna, Gospod je s teboj, - bla-goslovljena si med zenami in blagoslovljen je sad tvoje-ga telesa, Jezus. -Sveta Marija, Mati bozja, prosi za nas gresnike zdaj inob nasi smrtni uri. Amen.

Fàilte dhut, A Mhoive, tha thu làn de na gvàsan, tha anIigheavna maille vint; is beannaichte Ihu ‘ measg nammnài, is beannaiche tovadh do bhvonn, Iosa. A Naomh Mhoive, Mhàthaiv Dhé, guidh aiv av san-ne,peacaich, a nis agus aig uaiv av bàis. Amen.

Ave Maria, cheia de graça, o Senhor è comvosco, bem-dida sois entre as mulheres e bemdido è o fruto devosso ventre, Jesu.Santa Maria, Mâe de Deus, rogai po nós, peccadoresagora e na hora de nossa morte. Amen.

ITALIA

FRANCIA

SPAGNA

CROAZIA

PORTOGALLO

IRLANDA

GERMANIA

INGHILTERRA

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“Chiesa viva” *** Maggio 2009 3

del sac. dott. Luigi Villa

LA CROCIATA LA CROCIATA DELDEL

SANTO ROSARIOSANTO ROSARIO

“C hiesa viva”, daquesto mese dimaggio, si mette

nell’alveo dei devoti di MariaMediatrice di tutte le Grazie, periniziare un suo richiamo alla devo-zione del Santo Rosario.Pio XII, nella sua enciclica “In-gruentium malorum” del 25 set-tembre 1951, esortava i cattolicia fare del Rosario la preghieradella famiglia cristiana per di-fendersi dalle insidie della vitamoderna. Ed è recitando questasua preghiera preferita che il Cri-stiano, nella lotta per mantenerefede alle promesse battesimali, habisogno di meditare i dolcissimi“misteri” della nostra santa Fede!“Chiesa viva”, quindi, si accordaperfettamente nel ritenere la recitadel Rosario, l’omaggio per eccellenza alla Vergine Maria.La Vergine, richiedendo il Rosario in tutte le sue autenticheapparizioni, ratifica l’insegnamento della Chiesa, censoreufficiale e infallibile delle devozioni cattoliche.

Si sa che da una antichissima tra-dizione, sanzionata da Pontefici,in primis Leone XIII, la recita delSanto Rosario risalirebbe a SanDomenico, istituita per ispirazio-ne della Vergine Santissima, epredicata e diffusa da lui stesso al-la fine del secolo XII e agli inizidel secolo XIII. Nel secolo XV,San Pio V pubblicò cinque Costi-tuzioni apostoliche sul Santo Ro-sario.Dopo la vittoria di Lepanto suimusulmani, nell’ottobre del 1571,San Pio V istituì, per il 7 ottobred’ogni anno, in riconoscenza allaBeata Vergine Maria “del Rosa-rio”, la Festa di “Nostra Signoradella Vittoria”. Il suo successore,Gregorio XIII, trasferì quella fe-sta alla prima domenica di ottobre,

sotto il titolo di “Festa del Santissimo Rosario”. Ecco ifondamenti cattolici del Rosario!

Ora, quando il Capo è Gesù e a guidarci a Lui è Maria, noi

Madonna del Rosario - Tiepolo.

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osiamo avere la certezza che ancheil nostro avvenire è nelle nostremani e che la civiltà della Caritàcristiana è già avviata, nonostantela bufera che sta attraversando laChiesa cattolica, nelle situazioni diintolleranza e di violenza moraleche documentano una visione dicorto respiro, come fa pure l’attua-le banalizzazione d’ogni verità edella vita umana coi suoi valoriinalienabili.Che senso ha, per esempio, parlaredi speranza quando i diritti umanifondamentali sono calpestati, lapace è minacciata e gli stessi inte-ressi di parte hanno il sopravventosul bene comune?Alla scuola di Maria Vergine Ma-dre Mediatrice e dispensatrice diGrazie e di Misericordia, con larecita del Santo Rosario noi ap-prendiamo, invece, che la vittoriafinale sarà nostra! E fu così sempre attraverso i seco-li, dopo la crociata vittoriosa con-tro gli Albigesi, la recita del SantoRosario divenne sempre più popo-lare, soprattutto in Francia, nellaSpagna e in Italia. Anche recentemente, i fatti straor-dinari di Lourdes e di Fatimahanno confermato, con i miracoli,quello che la Chiesa aveva com-preso per l’illuminazione della Fe-de.Perciò, lo scopo che anche “Chie-sa viva” si propone, con questo in-vito a tutti i suoi lettori e benefat-tori, non è solo di raccomandare ladevozione del Santo Rosario, maanche di renderlo più luminosoperché, storicamente considerato,il Rosario non è solo una belladevozione privata, ma è un’armapotente e infallibile, perché portal’impronta vigorosa di una gran-de Crociata spirituale contro inemici di Cristo e della sua Chie-sa.Il Rosario, infatti, nacque guerrie-ro su campo di battaglia. Fu orga-nizzato come un muro di difesa at-torno alla città di Dio per difenderladall’invasione delle eresie, median-te l’invocazione alla Vergine Im-macolata, la Donna coronata dadodici stelle, il cui piede verginaleschiaccia il dragone infernale.

Regina della Chiesa, la Madon-na è forte come un esercitoschierato in battaglia contro le-gioni di eretici e di senza Dio.Sì, il titolo ufficiale di Maria, in-fatti, fu di “Regina Vittoriosacontro le eresie”!Quindi, quanto sia opportuna e ur-gente anche ai nostri tempi questaCrociata, come scrisse Pio XIInella sua enciclica “Ingravescien-tibus Malis” del 29 settembre1937:

«… Come al tempo delle Crocia-te, si eleva in tutta Europa, datutti i popoli, una sola voce,un’unica supplica. Anche oggi,nel mondo intero… tutti cerca-no, con richieste ostinate, di ot-tenere dalla potente Madre diDio che siano vinti i distruttoridella Civiltà Cristiana ed uma-na, e che anche sull’umanitàstanca e inquieta risplenda lapace vera»!

È vero: al posto degli Albigesi edei Turchi, oggi, abbiamo altrieretici che si sono seduti sulle pol-trone e che hanno iniziato e conti-nuano un’offensiva satanica, ini-ziata dall’iniquo Erode e che fi-nirà solo con l’avvento glorioso diGesù Re e Salvatore.Sarà bene e opportuno richiamare,qui, i principali flagelli moderni:le “eresie”:

1. il “Materialismo distruttore”che ha avvelenato e scristia-nizzato gran parte del popolo.È un vero diluvio, rosso disangue e di odio sociale;

2. il “laicismo” e il “paganesi-mo sociale” che arrivò allagioventù attraverso la scuolalaica, e minando la Famiglia,con il divorzio e le profana-zioni sacrileghe del matrimo-nio-sacramento;

3. la “modernità” che è, oggi,libertinaggio e sensualità. Be-re, ballare, drogarsi, divertirsi,darsi ad ogni illecito piaceresenza più alcuna preoccupa-zione delle verità: morte, giu-

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dizio, eternità. Il modernismoè un’autentica palude!

4. le “società segrete” che neisottosuoli tenebrosi complotta-no per mettere la Chiesa in sta-to fallimentare, opponendo allesue leggi la loro legislazionelaicale, come le leggi del di-vorzio, dell’aborto, dellascuola neutra, dello Stato lai-co e l’ostracismo di Dio e delsuo Cristo. Per questo, LeoneXIII scrisse le sue mirabiliEncicliche sul Rosario, ordi-nando le tre “Ave Maria” e lapreghiera a San Michele Ar-cangelo da dire dopo la Messa,proprio avendo presente le dia-boliche Logge Massoniche e laloro opera nefasta.

Ecco perché anche “Chiesa viva”ha presente, con la Crociata delRosario, la lotta che dobbiamo fa-re contro Satana e i suoi satelliti,ma lo dobbiamo fare per la con-versione delle pecore smarrite ot-tenendo, con l’aiuto di MariaSantissima “Rifugio dei peccato-ri” la loro conversione.

«Noi raccomandiamo – scrivevaSua Santità Pio XI al Ministrogenerale dei Domenicani, il 6 mar-zo 1934 – di reintegrare e conservare religiosamentequesto uso, una volta praticato dalle famiglie cristiane:la recita quotidiana del Santo Rosario».

Ricordiamo la bella preghiera attri-buita a San Bernardo:«Ricorda-tevi, o pietosissima Vergine, chenon si è mai inteso che alcuno ri-correndo al vostro aiuto sia statoda Voi abbandonato…».

Però, dobbiamo avere il cuore pu-ro, come la piccola Bernardetta,giglio dei Pirenei. Poi, fare “peni-tenza”, ossia crocifiggere la nostracarne e mortificare i nostri istintiper ottenere perdono e grazia. E,infine, dobbiamo avere un fer-ventissimo amore per Nostro Si-gnore nel Santissimo Sacramen-to, ricordando che Maria deve es-sere sempre la via regale che con-duce a Gesù.

«Andate a Maria» ci esorta laChiesa. “Oremus” e preghiamoassieme: «Regina e Madre, tendici le tuebraccia, sollevaci fino al tuoCuore Immacolato e doloroso.Permettici di posarvi il nostrocapo e divenire, così, santi e apo-stoli! Regina del Santo Rosariodonaci la forza di combattere ituoi nemici!».

In questo momento angoscioso dianti-cristianesimo, il nostro Rosa-

rio sia spada folgorante di fuoco per arrestare il fiotto del“Mar rosso” e affretti la vittoria di Cristo Re e della suaChiesa. Amen!

Appunti critici sul Vaticano II - 22sac. dott. Luigi Villa (pp. 108 - Euro 16)

Questo mio secondo libro “Appunti critici sul Vaticano II”, frutto del mioaccurato studio sui testi, vuol dimostrare che il contenuto di quei testi nonè così pulito, come avrebbe dovuto essere.Al di là dei fattori oggettivi in essi espressi, ritengo opportuno e valevolequesto lavoro che penso possa aiutare i lettori a comprendere meglio i te-sti del Vaticano II.

Per richieste, rivolgersi a:

Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 37.00.00.3 - C.C.P. n° 11193257

NNOOVVIITTÀÀ

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6 “Chiesa viva” *** Maggio 2009

IIll

tteeoollooggoo

GIOVANNI BATTISTA MONTINIIL “GIURAMENTO”

NEL GIORNO DELLA SUA INCORONAZIONE

Anche Paolo VI, il giorno della Sua “Incoronazione” (30giugno 1963), pronunciò questo “giuramento”, rivolto aNostro Signore Gesù Cristo:

«Io prometto:– di non diminuire o cambiare niente di quantotrovai conservato dai miei probatissimi antecessori,e di non ammettere qualsiasi novità, ma di conser-vare e di venerare con fervore, come vero loro di-scepolo e successore, con tutte le mie forze e conogni impegno, ciò che fu tramandato;

– di emendare tutto quanto emerga in contraddi-zione alla disciplina canonica, e di custodire i sacriCanoni e le Costituzioni Apostoliche dei nostriPontefici, quali comandamenti divini e celesti, (es-sendo Io) consapevole che dovrò rendere stretta ra-gione davanti al (tuo) giudizio divino di tutto quel-lo che professo; Io che occupo il tuo posto per divi-na degnazione e fungo come il tuo Vicario, assistitodalla tua intercessione.Se pretendessi di agire diversamente, o di permettereche altri lo faccia, Tu non mi sarai propizio in quelgiorno tremendo del divino giudizio... (pp. 43 o 31).

Perciò, sottoponiamo al più severo anatema dell’in-terdizione - (si tratti di) noi di un altro! - chiunqueabbia la presunzione di introdurre qualsiasi novitàin opposizione a quella Tradizione evangelica o allaintegrità della Fede e Religione cristiana, oppuretenti di cambiare qualsiasi cosa, accogliendo il con-trario, o di consentire con i presuntuosi che osasse-ro farlo con ardire sacrilego».(dal: “Liber Diurnus Romanorum Pontificum”, pp. 54 o44, P.L. 1 o 5).

***

C’è davvero da tremare per la salvezza dell’anima di PaoloVI, dopo essere passato da questa vita al Supremo Tribu-nale di Dio, dove avrà dovuto dare “ragione” dei suoi 15anni di Pontificato, durante i quali non ci fu consequenzia-lità di parole e di comportamento al “giuramento” da Luifatto il 30 giugno 1963

Un Paolo VI, quindi, che possiamo dire che ha tradito CRISTO,

la CHIESA e la STORIA!

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Proclamazione teologica, per un cattolico,blasfema, idolatra e razzista, incommensura-bilmente più grave di quella, storica, del ve-scovo Richard Williamson.

BLASFEMA: perché introduce un presuntofatto storico, del tutto contingente, nel “cor-pus teologico” del mistero di Dio e dellaCroce, elevandolo ad articolo di fede. Inquesto ambito, la storicità compete esclusiva-mente alla manifestazione soprannaturale di-vina, che raggiunge il culmine in Cristo.

LA SHOAHLA SHOAHsecondosecondo

Federico LombardiFederico Lombardi

La storicità, come articolo di fede indiscutibi-le, riguarda soltanto la Rivelazione e la Vitadel Cristo.

IDOLATRA: perché tra il mistero di Dio, laTrinità, e il mistero della Croce, la Redenzio-ne, pone il vitello d’oro della Shoah, cherende addirittura strumento di comprensionedei misteri della fede.

RAZZISTA: perché considera la Shoah intoc-cabile, al di fuori e al di sopra di qualunque

di Carlo Mattogno

«Chi nega il fatto della Shoah non sa nulla né del mistero di Dio,

né della Croce di Cristo».

(Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede,

in un editoriale alla Radio Vaticana)1.

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8 “Chiesa viva” *** Maggio 2009

critica, tale da scatenare l’anatema di “antise-mitismo” (razzismo al contrario) per la mini-ma trasgressione, solo perché riguarda l’ebreoin quanto ebreo.

A tanto giunge la prosternazione delle Gerar-chie ecclesiastiche di fronte ai loro “fratellimaggiori”, figli di Jahveh!La Chiesa raccoglie ciò che ha seminato. Il“papa buono” e i suoi degni successori l’han-no ridotta a penoso avamposto e cassa di ri-sonanza del giudaismo.Questa bestemmia si ritorce immediatamen-te contro la Chiesa stessa. Se ne deve arguireche il “silenzio” di Pio XII fu una conniven-za con i perpetratori della Shoah, fatto im-mensamente più nefando della sua negazio-ne, perciò Pio XII rappresenterebbe la quin-tessenza di colui che non sapeva «nulla nédel mistero di Dio, né della Croce di Cristo»!

Sul piano storiografico, le dichiarazioni del

vescovo Richard Williamson e del sacerdoteFloriano Abrahamowicz, bollate dalla “vir-tuosa indignazione” dei nuovi Farisei (chemai prorompe contro i massacratori israelia-ni, per i quali sono sempre pronti a profonde-re giustificazioni e comprensione) come “de-liranti” e “antisemite”, sono, in realtà, inec-cepibili.Non esiste, infatti, alcuna prova documen-taria dell’esistenza di camere a gas omicidenei campi di concentramento nazionalso-cialisti, mentre è documentariamente pro-vato che tutte le vere camere a gas ad acidocianidrico (Zyklon B) che vi si trovavanoservivano esclusivamente a scopo di disin-festazione.Chi afferma il contrario, o non conosce la sto-ria, o è un mentitore!

1 http:www.repubblica.it/2009/01/sezioni/esteri/ benedetto-

XVi-29/vaticano-shoah/vaticano-shoah.html?rss

Appunti critici sul Vaticano II - 11sac. dott. Luigi Villa (pp. 108 - Euro 16)

Lo scopo di questi “Appunti critici sul Vaticano II” è di mettere sotto ac-cusa gli stessi documenti della sua esecuzione, già riconosciuti dallo stes-so Paolo VI nella sua confessione del suo discorso del 15 luglio 1970:“L’ora presente è ora di tempesta. Il Concilio non ci ha dato tranquil-lità... ma piuttosto turbamento”, e non certo di modesta portata, bensìdi dimensioni di “tempesta” e di “turbine”, invece di portare alla sua“optatam totius ecclesia renovationem”.Saranno queste le prove di questi “Appunti” alla luce del Magistero So-lenne della Chiesa!

Per richieste, rivolgersi a:

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LLaa vveerriittàà ssuullll’’eevvoolluuzziioonnee ee ll’’oorriiggiinnee ddeellll’’uuoommoo

di Pier Carlo Landucci

OOcccchhii ssuullllaa PPoolliittiiccaa

UN PREMIO GIORNALISTICO

A DON VILLA, CHE ESALTALA SUA OPERA E SIGILLA!

Da quasi mezzo secolo ignorato -Complice qualche Vescovo Censore -A Padre Villa è stato consegnatoUn premio giornalistico d’onore!

Premio Internazionale, meritatoDal Fondatore e, insieme, DirettoreDi “Chiesa viva”, letto e “meditato”Perfino dal “giudaico inquisitore”!

Cattolico, Apostolico, Romano,Il bel mensile tende a riportareVerso la riva il popolo cristiano,

Che dal Concilio rischia naufragare,Poiché, da qualche tempo, il Vaticano,Verso il Sinedrio sembra navigare!

Prof. Arturo Sardini

Chiusa

Seguita, Padre Villa, a battagliare,Senza paura, come hai sempre fatto,Contro il massone e il popolo del “patto”,Che intendono la Chiesa disgregare!

11 99

GENETICAVariazioni sperimentali

Naturalmente questa fissità della specie non va intesa in modo rigido,perché una caratteristica della vita è la sua elasticità di adattamento.Ma le variazioni secondarie non mutano la specie. Non muta per esem-pio la specie umana per il fatto che la statura media è aumentata in unsecolo di 10 cm e seguita a crescere.Si è anche riusciti sperimentalmente ad operare intrinsecamente inqualche vivente modificandone l’assetto genico-cromosomico così daprodurre nuovi caratteri ereditari. Ma sono state modificazioni di portatasecondaria: e comunque gli artificiosi e geniali sforzi fatti per otte-nerle (“ingegneria genetica”) confermano la naturale resistenza aicambiamenti stessi.Bene a ragione il già citato Jean Rostand ha potuto affermare che, conle nuove scoperte “la natura vivente appare ancora più stabile, piùfissa, più ribelle alle trasformazioni”.

I PRESUNTI FATTORI EVOLUTIVI“Adattamento”, “bisogno-esercizio”

Finora abbiamo considerato le presunte prove del fatto dell’evoluzione:prove risultate non valide. Passiamo ora a considerare il meccanismoche l’avrebbe prodotto, cioè i fattori che vengono presentati comeidonei a produrre l’evoluzione stessa.È chiaro che se questi fattori risulteranno illusori ne risulterà confermatala non esistenza del fatto. Tutto ciò antecedentemente alle prove positi-ve contro l’evoluzione, che vedremo nei successivi capitoli.La vecchia e fondamentale tesi lamarckiana delle modificazioni perl’adattamento all’ambiente, per il bisogno che crea e l’esercizio chesviluppa l’organo adatto, è scientificamente abbandonata. Il recente tentativo del biologo russo Lyscriko di riesumarla, in qualchemodo, è fallito miseramente, come vedemmo. A semplice lume di logica del resto e in sintesi (a prescindere dalle pos-sibili, limitate variazioni che rientrano nell’elasticità della vita e possonomagari dipendere da semplice variata attività degli ormoni) si intuisceche un ambiente favorevole può non cambiare, ma consolidare unaspecie come è, e uno troppo sfavorevole estinguerla. E, quanto agli or-gani, se manca o è inadeguato qualcuno necessario la specie morirà,mentre l’esercizio di quelli esistenti li consoliderà lasciandoli sostanzial-mente quali sono.

Sta inoltre il fatto che queste ipotetiche modifica-zioni avverrebbero lentamente e gradatamente.Prima quindi che un nuovo assetto e un nuovo or-gano avessero la maturità sufficiente per divenirefunzionanti la specie che ne avesse avuto biso-gno si sarebbe estinta.Non è mancato, a pretesa prova dell’azione tra-sformatrice dell’ambiente, il richiamo di certi stu-diosi al fenomeno del mimetismo di molte specieanimali. Esso dimostra invece, al contrario, non ladipendenza dall’ambiente, ma il dominio sull’am-biente di specie animali antecedentemente e inmodo fisso arricchite, a propria utilità, di meravi-gliose strutture.

(continua)

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10 “Chiesa viva” *** Maggio 2009

D opo le devastazioni egli errori ottusi e bru-tali commessi da Bu-

sh nel mondo, e in particolarenell’area mediorientale, durantegli otto anni del suo malgoverno,la mano tesa di Barack Obamaall’Iran è giusto che sia giudica-ta positivamente, anche se conle dovute cautele e le opportuneriserve.

Se non altro perché l’Iran, tratta-to con l’arrogante sufficienza el’ostile atteggiamento di un Bushche, soprattutto in politica, ha sempre spiegato la gra-zia e la delicatezza di un bufalo in un negozio di cri-stalleria, viene ora avvicinato con amicizia, con sim-patia e con cordiale semplicità, senza alcuna avver-sione pregiudiziale. Non si dimentichi che il cessatopresidente U.S.A., a un certo punto, con l’arroganteincoscienza di un ragazzaccio immaturo, minacciò laPersia, sulla semplice ipotesi, non ancora dimostrata,che stesse lavorando per dotarsi di ordigni atomici.Ma così agiva allo scopo non dichiarato di predisporsi

un alibi all’attacco, fortementedesiderato, con criminale inco-scienza, fondato sulla falsità e lamenzogna, così com’era statoquello contro l’Iraq, il suo Capo,vilmente assassinato, e la suapopolazione.La reazione dell’Iran, in appa-renza fredda, alla mano tesa diBarack Obama, trova la suaspiegazione nell’embargo ultratrentennale impostogli dagliU.S.A., nell’avversione tenace enell’ostracismo perenne adottatinei suoi confronti, e soprattutto

nell’immanenza, apparentemente insolubile, del pro-blema palestinese, che l’Iran pone a monte di tutto.Problema creato dalla solita miopia dei vincitori delsecondo conflitto mondiale, che, con fatua e delittuo-sa disinvoltura, ritennero lecito permettersi di espro-priare il popolo palestinese del suo territorio e dellasua Patria, per regalarli a quello che allora era soltan-to un aggregato umano senza patria da molti secoli.Disinvoltura non dissimile da quella spiegata a Ver-sailles, nel 1919, in danno della Germania, con mo-

FEDERAZIONEARABO-ISRAELIANA

– La Federazione del Sole –

Avv. Salvatore Macca

Presidente emerito della Corte d’Appello di BresciaPresidente on. Aggiunto della Corte di Cassazione

Cavaliere di Gran Croce

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“Chiesa viva” *** Maggio 2009 11

struose ingiustizie e inammissibili prepotenze, dairappresentanti dei vincitori del primo conflitto mon-diale, Wilson per gli U.S.A., Lord George per laGran Bretagna e Clemenceau per la Francia, cheposero le basi e i presupposti del secondo conflittomondiale.E dunque, da oltre sessant’anni si cerca di risolvere ilproblema mediorientale, che ha causato, in quella zo-na nevralgica del mondo, migliaia di morti e sangui-nose guerre senza fine.Ma io penso che una soluzione potrebbe esserci, emi permetto di proporla, anzitutto agli Israeliani e aiPalestinesi, che sono i diretti interessati. E poiall’Iran, e poi al nuovo Presidente degli U.S.A., Ba-rack Obama, che potrebbecollocarla come il più bel fio-re all’occhiello del suo man-dato.

Israeliani e Palestinesi sonodue popoli diversi, è vero,ma entrambi semiti, conmolte affinità. Nella storiarecente che li ha visti fron-teggiarsi, i rapporti di convi-venza, a cui furono forzata-mente costretti, si sono in-cancreniti in una conflittua-lità che si protrae all’infinito,senza vantaggio per nessu-no, ma con sicuro danno re-ciproco. I Palestinesi, infatti,non riescono ad accettare lamutilazione del loro territo-rio, mentre gli Israeliani nonintendono rinunciare al van-taggio del fatto compiuto,che ormai sembra consolidato e irreversibile, ma cheviene però pagato a caro prezzo, con migliaia di mor-ti inflitti e subìti, feriti, mutilati, danni e distruzioni ma-teriali per cifre incalcolabili, con lacrime, sangue edolore. Non si può nemmeno ignorare che nell’oltre mezzosecolo trascorso si sono insediate almeno tre gene-razioni dei due schieramenti, nate e sempre vissutesul posto, che si considerano, per inevitabile fenome-no naturale, cittadini di un territorio unico, sebbeneartificiosamente diviso. Si potrebbe, se queste nuovegenerazioni dei due popoli, il palestinese e l’israelia-no, fossero animate da realismo, da buona volontà,da sincero spirito di pace, senza propositi di rivalsa esenza intenti occulti e sottintesi di reciproca sopraffa-zione, creare uno Stato federale, da denominare,ad esempio, “Federazione Arabo-Israeliana”. Nullavieterebbe, peraltro, di aggiungere alla denominazio-

ne proposta, quella di “Federazione del Sole”,l’astro che regna sempre su quelle Terre stupende,che è il simbolo assoluto ed eterno della vita e dellagioia di vivere. La Federazione avrebbe un territorio senza confini in-terni, comune a tutti, Patria di tutti senza distinzionealcuna, da godere nella pace e nella più assoluta li-bertà politica, di pensiero, di religione e della manife-stazione di essa, nei riti preferiti, scelti o tramandati,mettendo al bando ogni sorta di fanatismo, perché ilfanatismo, in politica e in tutto, è spesso un fattoreche disgrega ogni cosa, la bontà, l’amicizia, i buonisentimenti e mette gli uni contro gli altri, rendendo gliesseri umani non solo avversari, ma belve, veri e pro-

pri nemici sempre in guerra.Il governo, da formare in ba-se a libere elezioni, sarebbeil governo di tutti, e cioè ditutti i cittadini della nuova Fe-derazione.Sorgerebbe così un’alba me-ravigliosa di progresso e dipace, di una vita felice, fattaper essere vissuta da tutti,destinata solo alla crescita,senza il rischio continuo edimmanente della morte sem-pre in agguato, pronta a di-struggere la vita medesima,perché vada a imputridire neisepolcri.

Gli esempi felici non manca-no. In Europa abbiamo quel-lo della Federazione elveti-ca, con tre etníe, tre lingue etre territori, tre religioni, an-

che con modifiche rispetto alle originali, con personeche da alcuni secoli vivono insieme, in pace e in ar-monia, alieni da guerre e conflitti. Senza andare trop-po lontano, che cos’è oggi l’Europa se non l’unione dimolti Stati che per secoli si sono sbranati fra di loro,in incredibili massacri che, a ben guardare, sono, odovrebbero essere, l’eterna vergogna della specieumana? Si fa per dire, umana, perché sarebbe piùproprio definirla inumana e feroce.Chi o che cosa potrebbe impedire la nascita e la vitadi una simile federazione in Medio Oriente? Questa èla mia proposta, che non è un’utopia e che altri han-no già prospettato in passato. Proposta che, pur coilimitati mezzi di comunicazione e di diffusione di cuidispongo, cercherò di far conoscere a più personeche possa, pregando i Direttori di tutti i giornali a cuiinvierò questa mia fervida perorazione, di dare ad es-sa spazio nei Ioro fogli.

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«AI VIVI DOBBIAMO RISPETTO, DEI MORTI DOBBIAMO DIRE LA VERITÀ».

(Voltaire)

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Capitolo XVIII

Della grande illusione che ha fatto ilsuccesso dei sofisti dell’empietà nellaloro congiura contro l’Altare.In questa prima parte delle Memorie sulGiacobinismo io dovea dimostrare l’esi-stenza, gli autori, i mezzi e i progressi diuna Congiura formata dai sedicenti filo-sofi contro la religione Cristiana, senzadistinzione de’ Protestanti, o dei Cattoli-ci, e senza distinzione delle Sètte nume-rose nel resto d’Europa, che avea conser-vato la fede al Dio del Cristianesimo. Iodovea soprattutto trarre le mie prove dagliarchivi degli stessi congiurati, contenentilettere, produzioni e confessioni. Credo diaver mantenuta la mia parola. Il comune degli uomini si lascia adescarepiù dalle parole, che dalle cose. Voltairee Alembert si dettero il titolo di filosofi,e come tali furono creduti.Oggidì ancora nonostante tutti i delitti, etutti i disastri succeduti alla rivoluzione,il secolo dell’empietà è chiamato il seco-lo della filosofia, e ogni uomo che pensamale della religione, si auto proclama fi-losofo (parole sante! n.d.r.). Questa illu-sione sola, dà loro più seguaci, di tutti gliartifizi della Sètta, e questo prestigio nonè ancora dissipato. Finché la scuola de’congiurati anti-cristiani sarà riguardatacome quella della ragione, vi sarà sempre

Luigi XVI, re di Francia.

una folla di insensati, che si crederannosaggi, pensando alla moda di Voltaire eseguaci sulla religione cristiana, cospiran-do com’essi contro Cristo; e da questi sifaranno le rivoluzioni, con i disastri e idelitti contro i Troni, la Chiesa e la So-cietà. (In questa frase è contenuta tuttala storia degli ultimi 260 annidell’umanità, inclusa la sua fine a veni-re. n.d.r.).

La folla dei seguaci, che anche oggi pre-tendono di levarsi al di sopra del volgocon la loro ammirazione, la pretesa scuo-la di filosofia e con l’odio di Voltaire perla religione di Cristo, essi si sono credutisapienti; gli è tempo, che sappiano nonessere stati che balordi illusi. È tempo chesappiano, vedano e confessino a qual se-gno l’illusione di queste parole, ragione,filosofia, sapienza li ha burlati. Noi dicia-mo loro: “Alla scuola dei congiuraticontro Cristo voi avete creduto sentiregli oracoli della ragione, e non avete in-teso, che le lezioni dell’odio in delirio;siete stati ingannati dalla follìa, e dallastravaganza sotto il mantello della sa-pienza; siete stati lo zimbello dell’igno-ranza, che si diceva scienza, della cor-ruzione, e di tutti i vizi sotto il nome divirtù, e lo siete ancora di tutti gli artifi-zi della scelleratezza sotto la mascheradello zelo per la filosofia”.Io non negherò già i talenti del loro mae-stro. Più che i suoi errori sono quelli delgenio, io non mi meraviglio di vederlo in-golfarsi e perdersi, quando è uscito di cer-vello. La stupidità resta invece della ra-gione, e il genio che la oltrepassa, si can-gia in delirio. Nelle sue cospirazionicontro Cristo io non trovo altra scusa, edalcun altro omaggio a Voltaire.Cos’è a prima vista quello strano odiocontro il Dio de’ Cristiani? Un preteso sa-

a cura di Claudia Marus

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piente che non crede né agli dei dei paga-ni, né al Dio de’ Cristiani, che non sa achi deve credere, scelga Gesù Cristo peroggetto del suo odio, della sua rabbia edelle sue trame! Spieghi chi può, questo fenomeno dellamoderna filosofia; io confesso, che nonvi vedo, che il voto dell’empio in deli-rio. Alla scuola stessa di Platone, di quelfilosofo della ragione, io vedo i suoi veridiscepoli desiderare ardentemente quelloche Voltaire ha giurato di sterminare. Iovedo il più grande dei discepoli di Socra-te bramare, che comparisca finalmentel’uomo giusto a dissipare le tenebre, e idubbi dei savi; lo sento esclamare: “Ven-ga dunque colui che ci potrà inse-gnare come dobbiamo comportarciverso gli Dei, e verso gli uomini!Venga egli senza ritardo! Io sono di-sposto a fare quanto ei mi prescri-verà, e spero, che mi farà migliore”.(Platone nel suo secondo diAlcibiade).Credo ancora vederlo, quando prevedenell’amarezza del suo cuore, che sequesto giusto comparisse sulla terra,sarebbe maltrattato dagli iniqui, battu-to, flagellato, e trattato come l’infimodegli uomini.Ma egli è comparso, questo giusto, chela filosofia dei pagani medesimi implo-rava così ardentemente; il giusto diPlatone. Il più giusto degli uomini, ilprodigio della dolcezza, della bontà,della beneficenza, l’Apostolo di tutte levirtù, la meraviglia dell’innocenza op-pressa, pregare per i suoi crocifissori.Su via, Voltaire è filosofo, ma non lo ècome Giuda; egli non dirà del pari cheil sangue di quest’Uomo è il sanguedel Giusto. Egli è filosofo come la Si-nagoga dei giudei, e come tutta la lorvile plebaglia, poiché egli grida conessa contro Cristo: sia crocifisso, sidistrugga l’Infame. Sì, egli è filosofo,come tutta la Nazione proscritta e di-spersa, poiché a capo di diciassette se-coli egli si accanisce, com’ essa, controil Santo dei Santi; ne perseguita la me-moria; aggiunge i suoi scherni a quel-li dei giudei, le sue ingiurie alle loro,i suoi oltraggi ai loro, la sua congiu-ra alla loro, la sua rabbia alla loro.Non tanto sulla religione, ma sulla perso-na di Cristo cadono tutte le sue infamie,come quando si firma Crist-moque (bef-feggiatore di Cristo).

Prima o dopo Cristo è mai venuta a un fi-losofo l’idea di una virtù, di cui questa re-ligione non dia il precetto, o non sommi-nistri il modello? Esiste un delitto o unvizio, ch’ella non condanni?Sorga il filosofo che pretende migliorarela religione; noi potremmo ascoltarlo egiudicarlo. Ma se egli non vuole che distruggerla,esso è già giudicato, come Voltaire e isuoi seguaci; e non deve essere per noi,

che un filosofo delirante, o il nemicodel genere umano. Egli e i suoi seguacinon si limitarono solo a distruggere gliAltari e i suoi misteri; essi se l’erano pre-sa contro la virtù e contro la morale delVangelo. Contro quel Figliolo di Dio, chemuore per aprire il Cielo all’uomo, perinsegnargli che le sue colpe glielo posso-no rinchiudere; quel pane degli Angeli,che non è offerto, se non all’uomo purifi-cato dalle sue macchie; quelle parole dibenedizione, che si pronunziano sull’uo-mo che si pente delle sue colpe, dispostoa morire piuttosto che commettere unnuovo peccato; quell’apparato di un Dioche chiama a sé tutti coloro che hanno

amato, nutrito, vestito, o soccorso i lorofratelli; e che condanna alle fiamme eter-ne l’ambizioso, il traditore, il tiranno, ilricco malvagio, il cattivo servo, lo sposoinfedele; sono questi tali Misteri, chemeritino l’odio del filosofo e dei sofisti,e che agli occhi della ragione giustifi-chino le trame contro la religione diGesù Cristo? La religione cristiana, ci di-con essi, fa parlare di Dio e la rivelazio-ne; dunque l’uomo nelle sue opinioni reli-giose non è più libero. Il filosofo, che deve predicare agli uominila libertà e l’uguaglianza, è dunque au-torizzato ad opporsi alla religione di Cri-sto, e ai suoi Misteri, nel nome della li-

bertà e tolleranza che egli predica? Pelcorso di un mezzo secolo voi avrete ve-duto Voltaire, Alembert, e i loro seguaciconsumarsi in insidie, in artifizi, per to-gliere a tutto il mondo la sua religione; equando essi parlavano di libertà, egua-glianza e tolleranza, credete voi ancor diudire dei filosofi? La loro filosofia non significhi d’ora in-nanzi che follìa, stravaganza, assur-dità; la parola ragione solo demenza edelirio.

Federigo, loro discepolo, fu Re sofista intutto e per tutto. Egli scriveva; perché?Per ingannare il pubblico, ovvero se stes-

so? Io credo l’uno e l’ altro. E vi riuscì.Scriveva a volte in favore della tolle-ranza, e fu creduto tollerante. Ho sottogli occhi un giornale inglese (the“Monthly Rewiew”) Ottobre 1794,pag. 154, e vi si cita il seguente trattatodelle sue opere:“Giammai io molesterò le opinioni re-

ligiose: Temo soprattutto le guerre direligione. Ho avuto la sorte, che nessu-na delle Sètte, che sono nei miei Stati,ha mai turbato l’ordine civile. Bisognalasciare al popolo l’oggetto della suafede, le forme del suo culto, e anche isuoi pregiudizi; per questa ragione ioho tollerato i preti e i frati a dispetto diVoltaire e di Alembert, che me ne han-no fatto tanti lamenti. Io rispetto moltoi nostri filosofi moderni, ma, al dire ilvero, sono costretto a riconoscere, cheuna tolleranza generale non è la virtùdominante di questi Signori”.Su questo, i giornali inglesi fanno delleeccellenti riflessioni, opponendo que-sta dottrina, e la saviezza di Federigoall’atroce intolleranza, e alla ferociadei sofisti della rivoluzione Francese.Ma noi che abbiamo dovuto citare tan-te esortazioni di Federigo a distrugge-re l’Infame, e a toglier dal mondo lareligione cristiana, noi pure, che siamostati costretti di mostrare ai nostri let-tori questo progetto disegnato da Fe-derigo, da lui raccomandato, come ilsolo mezzo di annichilire questa reli-gione, cominciando dal distruggere ireligiosi, i regolari, per distruggere an-che tutto il resto, noi che abbiamo ve-

duto Federigo decidere, che giammai larivoluzione anti-cristiana, ch’ei sospirava,non si effettuerebbe che per una forzamaggiore; che la religione doveva esseredistrutta per sentenza di Governo; noi,infine, che lo abbiamo veduto dolersi dinon poter essere spettatore di questo mo-mento tanto desiderato (Lett. 24 Marzo1767 e del 13 Agosto 1775); noi, dico,che abbiamo visto tutte queste prove diintolleranza applaudite da Voltaire, comele idee di un grande capitano, cosa dob-biamo pensare di questa pretesa saviezzae tolleranza del Re sofista?

(continua)

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Domenica 22 settembre 1968. Era una mattina del tutto speciale: Pa-dre Pio celebrava i 50 anni trascorsidal primo giorno che aveva ricevutole Stigmate e i “Gruppi di preghie-ra” da lui fondati, si erano dati con-vegno da tutto il mondo proprio a SanGiovanni Rotondo. Il paese straripavadi gente ansiosa di rivedere Padre Pio. Il padre Guardiano, Carmelo diSan Giovanni in Galdo, impartivadisposizioni per i concelebranti ed ilcoro. Questi, giunto a S.G. Rotondonel 1964, godeva fama di essere unformalista molto legato al rispetto del-le convenzioni, più che alla sostanzadella preparazione teologica, e si di-ceva che il motivo del suo trasferi-mento era dovuto alla sua amiciziacon il Definitore Provinciale dell’Or-dine Cappuccino, padre Clemente diSanta Maria in Punta, che lo avevavoluto lì, come sua persona di fiducia.Chissà perché?Il giorno prima, sabato, il medico cu-rante dottor Sala aveva riscontratol’insorgere in Padre Pio di un nuovoe allarmante stato di crisi, forse ilpiù grave di tutti quelli avuti finora.

II ll sseeggrree tt ooII ll sseeggrree tt oodella “tomba vuota”della “tomba vuota”

di Padre Piodi Padre Pio

Quella mattina le cose andavano an-cor peggio. Seduto sulla sedia a rotel-le con il capo avvolto dalla consuetalunga sciarpa di lana marrone e recli-nato in avanti sulle braccia, Padre Piopregava in raccoglimento. Sudato, an-simante, segnato da un pallore cada-verico, lasciava scorrere tra le sue dital’instancabile “arma”: i grani del suorosario.«Padre, è la sua festa… fuori c’èuna folla immensa… deve celebra-re…», gli dissero padre Onorato epadre Valentino, già vestiti con i pa-ramenti della Messa. «Non ce la fac-cio, non ce la faccio!..», rispondevaPadre Pio.Arrivò padre Carmelo. Giunse irrita-to e, ai rinnovati tentativi di PadrePio di fargli comprendere le sue con-dizioni, replicò secco che la Messa or-mai era stata annunciata, cantata e…«La Messa sarà cantata!.. è precettod’ubbidienza!».L’ordine perentorio di padre Carmeloaveva lasciato tutti un po’ sorpresi,forse raggelati di fronte a tanta durez-za e incomprensione. Padre Pio stavamorendo e lui lo sapeva!

a cura del dott. F.A.

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Enrico Malatesta vive e lavora a Roma dove,da 25 anni, svolge la professione di giornali-sta. Già redattore di cronaca de: “Il Tem-po”, inviato speciale dell’Agenzia giornalisti-ca politica “Thompson”, Malatesta è statocollaboratore de “L’Espresso” e ha ricoper-to il delicato incarico di Direttore Responsa-bile del settimanale “La Tribuna Express”(figlia della vecchia “Tribuna Illustrata”).Oggi, Malatesta è il maggiore studioso ebiografo di Padre Pio da Pietrelcina. Ex in-viato del settimanale televisivo “Mixer” hafirmato 5 grandi reportages su Padre Pio, su-perando, ogni volta, i 5 milioni di spettatori.Tra le sue opere più importanti, ricordiamo:“Padre Pio: sotto il peso della croce” (Delta-video-Rizzoli, 1991), “Padre Pio da Pietrel-cina” (Edison, 1992), “Padre Pio... Quell’ul-timo segreto” (Carroccio, 1993), “Padre Pio.La vita e i miracoli” (Peruzzo Grandi Opere,1994), “Gli inediti di Padre Pio” (Hobby &Work-Grandi Opere 1995), “La vera storiadi Padre Pio” (Ed. Piemme 1999). Molte del-le sue opere sono state tradotte in Spagna,Francia, Portogallo, Stati Uniti e Germania.

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Quegli ordini così irremissibili sapevano molto di irre-sponsabile cinismo, disprezzante adempimento alla norma.Perché tutto questo?Padre Carmelo, pochi giorni prima, era stato nominatodal Vaticano Coordinatore Generale dei “Gruppi dipreghiera” e, quella mattina, oltre al gran pubblico di de-voti, c’era anche il Definitore Provinciale, padre Cle-mente di Santa Maria in Punta, suo ineffabile fautore,che avrebbe assistito alla Messa ed alla proclamazione del-la sua nomina.Padre Pio, sempre sulla sedia a rotelle, fu condotto sull’al-tare; un coro di voci concitate e sussurranti si levò dallasala; molti a stento trattennero la commozione e lo sdegnonel vedere quel povero vecchio così afflitto e consumatonel suo dolore offrire alla pietà di tutti ed al santo ritodell’altare il suo sacrificio.Poi fu silenzio e la Messa ebbe inizio.Terminata la Messa, fu un’unica eco: «Viva Padre Pio, au-guri a Padre Pio!». Uno scroscio assordante ed un indescri-vibile entusiasmo salutarono la sua benedizione. Ad untratto, un urlo agghiacciante! Alzatosi per lasciare l’al-tare, Padre Pio, improvvisamente ripiegato su un fian-co, stava cadendo. Era l’ultimo atto di quella salita almonte Calvario; l’ultima caduta! Preso per le ascelle da padre Guglielmo, l’americano so-prannominato “Bill” e, posto sulla sedia a rotelle, lo ricon-dussero in cella dove più tardi fu colto da un secondo col-lasso.Vero le ore 11, straordinariamente, si riprende e scende aconfessare tra lo stupore generale. Poi, torna in cella, a let-to. Padre Pio è concitato, sudato, ansimante. Con gli occhisbarrati guarda fisso in alto. Poi, chiede di confessarsi. Pa-dre Pellegrino lo confessa.Padre Pio è ancora più agitato. Il sudore aumenta, il pallo-re anche. Un forte tremito agita tutto il suo essere, ora losguardo è fisso intorno a sé. Con gli occhi stravolti guardaavanti, guarda qualcosa o qualcuno che è lì, proprio difronte a lui e che solo lui vede…Ma ecco che accade qualcosa.Padre Pellegrino cerca di sostenere Padre Pio mentre scen-de dal letto, lo afferra per le ascelle, come sempre prima dicamminare, ma… Padre Pio è ritto all’impiedi, all’improv-viso non più gravato dal peso dei suoi anni e dai suoi terri-bili dolori: è pieno di un vigore inaspettato, mai vistoprima. Si dirige verso il lavabo, si rinfresca, si asciuga,poi, addirittura, si pettina, quasi a prepararsi ad una visita,ad un appuntamento importante.Padre Pellegrino è sgomento, non crede ai suoi occhi, tan-to che gli cammina serrato al fianco, proprio perché temeche da un momento all’altro…Padre Pio si dirige verso il corridoio, accende la luce eprosegue verso la veranda, dove resta solo.Bisbiglia qualcosa e, alzato il braccio destro come rivolto aqualcuno, proferisce delle frasi delle quali un testimoniodistingue solo le ultime parole di quel discorso: «… va be-ne… come Tu vuoi… si compia la Tua volontà!».Con chi stava parlando Padre Pio, se padre Pellegrino stagiungendo solo adesso? Chi altri è nel corridoio? Nessuno!Allora, che sta succedendo?

«E “qualcuno” in effetti c’era, ma certamente nessuno dinoi poveri mortali… Solo più tardi, quando vidi morirePadre Pio, allora compresi. Quella notte il Padre si eraintrattenuto in dolce colloquio col Cristo. La sua missio-ne terrena si era compiuta; Lui, il suo sposo d’amore eravenuto a raccoglierlo… Scrivo queste parole nei miei ap-punti, non per me, né tanto meno per ricordare ciò che imiei occhi hanno visto e che mai potranno dimenticare, masolo perché un giorno si sappia… La benevolenza e lagrande misericordia del Signore hanno permesso che inquella notte straordinaria fossi io il testimone inconsapevo-le di un evento miracoloso»1.

***

In quelle settimane antecedenti la domenica 22 settembre,le stigmate di Padre Pio presentavano una strana situa-zione. Mentre dai dorsi delle mani andavano lentamentescomparendo, all’interno, sulle palme, le piaghe si conser-vavano ancora fresche e sanguinanti.Quella mattina, durante la funzione religiosa da lui cele-brata, qualcosa di straordinario si era appena compiuto: lastigmata della mano sinistra era totalmente scomparsaanche dal palmo della mano. Il culmine del mistero.

1 Testo e citazioni tratti dal libro di Enrico Malatesta, “L’ultimo se-greto di Padre Pio”, Edizioni Piemme 1997, pp.

Padre Pio mentre celebra la sua ultima Messa.

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SS CC HH II AA VV IISS CC HH II AA VV IIDD II MM AA MM MM OO NN AADD II MM AA MM MM OO NN AA

D a Gran Signore dellaVita, Gesù sapeva be-nissimo come sareb-

bero andate le cose umane sinoalla fine dei tempi, e quandovolle fare una sintesi tra il suoRegno e quello dell’Avversario,coprì la realtà con una frase cheforse neppure i discepoli riusci-vano a capire: “Non potete ser-vire a Dio e a Mammona” (Mt.6, 24s).

Gesù vedeva prolungarsi nei se-coli l’ombra dell’antico Vitellod’Oro con gli ebrei prostrati inadorazione (Es. 31, 1s), lo vede-va nel tempio di Caifa, dove loscacciò con la frusta (Gv. 2, 13s) e dove Giuda lo ven-dette per trenta denari, poi lo vide negli ultimi tem-plari del massonismo finanziario del nostro tempo.Il denaro non lo volle neppure toccare, e quando glifu chiesto di pagare la decima ne diede l’ordine a unpesce, che depose la moneta nelle mani di Pietro. Luiscelse di nascere nella grotta di Betlemme e morirenudo sulla croce.Possiamo darGli piena ragione, oggi, dove lo spar-tiacque tra il suo Regno e quello di Mammona apparein piena luce planetaria nel mondialismo finanziario

(Banche, Borse, ecc.) in connu-bio con l’Anticristo.Gesù ci ha rivelato il Dio Trino,Padre e Figlio e lo Spirito San-to; Satana ci pone davanti il suotrionfo sotto l’insegna del dioQuattrino: un impero estesosull’intero orbe terracqueo, e vi-gorosamente affermato, comeviene ogni giorno evidenziatonon solo dalle vicende bancarie.Da tempo immemorabile, il ge-mellaggio Massoneria-Alta Fi-nanza si diramava gradatamen-te nel groviglio degli avveni-menti storici: possiamo legger-ne alcune svolte nel volume diW.G. Carr, “Pawn in the Ga-

me” (Pedine nel gioco) (Ed St. Georgs Press, Glenda-le, U.S.A., 7 ed 1970), particolarmente impegnato ainformare sugli aspetti finanziari della rivoluzionemassonica.

Francoforte e i quattro cavalli dell’Apocalisse

Il dio Mammona è immortale: ciò che appartiene allemasse lavoratrici passa silenziosamente al globalismo

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di A. Z.

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finanziario, che rimane sostanzialmente immutato,come troviamo descritto nel libro “Il vitello d’oro”(Ed. Salpan, tel. 0833.50.72.56) nel capitolo “Fran-coforte caldo letto dei demoni” (v. anche Ubi Petrus,186), ove nel suo compatto DNA si unirono i quattrocavalli dell’Apocalisse (Ap. 6, ls.): bianco (Mani Puli-te dell’ebraismo talmudico?), rosso (Comunismo),nero (Massoneria) e cianotico (Nazismo, Verdi e pia-no Maltusiano). Dall’ufficio dello “Scudo Rosso” (Roth-schild) iquattro cavalli dell’Apocalisse partirono scalpitantialla conquista del mondo, mediante il MovimentoRivoluzionario Mondiale, fondato dai Rothschild.A Francoforte, sua culla ebrai-ca, la massoneria si avviava allaconquista del mondo, guidatada Mammona.Rothschild, da abilissimo finan-ziere ebreo, aveva intuito che,mediante il denaro, si potevadominare la politica fino a de-viare i fiumi della storia, comedisse ai suoi dodici collaborato-ri (in versione del gruppo apo-stolico!). Diede impulso alla Massoneriaper scatenare la Rivoluzionefrancese; affidò a Weishaupt leistruzioni per un Comunismoplanetario, e, in seguito, i suoifunzionari finanziarono il pro-gramma di Ritter per dar vita alNazismo.

Il primo grande esperimentodel potere massonico fu la Ri-voluzione francese, e le ghi-gliottine di Robespierre veniva-no oleate dagli indisturbati ban-chieri di Necker.L’Inghilterra ebbe buon giocosulla Francia, bloccandola nellarivoluzione, a grande profittodelle banche ebraiche.Rothschild ebbe a dire che la fonte più feconda didenaro erano le guerre. Ebbe l’incarico per l’approv-vigionamento degli eserciti rivoluzionari (retroviemilitari, divise, derrate, medicinali, ecc.) e fece di tut-to per mantenere il grande Napoleone in stato diguerra continua per un ventennio. Non gli importavase le battaglie di Napoleone lasciavano abitualmentesui campi di battaglia trenta o quarantamila morti,da una parte degli eserciti e altrettanti dall’altra; co-me oggi, i calcoli sono fatti sul costo delle corazzate,degli aerei e dei carri armati, mai sul numero deicombattenti e delle vittime dei bombardamenti.Quando i finanzieri ebrei videro che Napoleonesfuggiva loro di mano, approfittando della sua mar-cia su Mosca, con l’esercito più poderoso della storia,

istruirono i loro funzionari per intralciargli l’avanza-ta con informazioni devianti, ritardi di rifornimentialle truppe e altri inganni, così che quasi tutto l’eser-cito cadde sotto il gelo delle steppe russe, e a Parigipoterono rientrare solo poche migliaia di sopravvis-suti. Quando Napoleone arrivò a Verona o altrove, requi-siva valori d’arte (Louvre), decine di migliaia di ca-valli e le bestie necessarie al nutrimento degli eserci-ti, secondo il concetto di Carnot, che l’esercito dove-va vivere a carico del nemico, ossia dai popoli bene-ficiari della rivoluzione.

Verso la fine del settecento, laRivoluzione giunse in Americacon le aggressioni della marinainglese nell’America Latina perinstaurarvi i governi massonici,che ancora oggi impediscono ilprogresso culturale e socialedelle popolazioni, mantenendouna netta divisione tra ricchi epoveri.

Il fulcro della conquista masso-nica fu sempre il denaro, equando il Presidente degli StatiUniti, Abramo Lincoln, tentò disvincolarsi dalla stretta dei fi-nanzieri cosmopoliti, fu assassi-nato durante uno spettacoloteatrale (14.4.1865). Cosi, caddeanche John Kennedy per avertentato di diffondere una mone-ta indipendente dai banchieridell’alta finanza cosmopolita.

La moneta dal nulla

Un intendente informa: “Nonc’è un solo movimento proleta-rio, neanche comunista, che nonabbia agito nell’interesse del de-

naro, nella direzione indicata dal denaro e durante itempi permessi dal denaro, tutto ciò senza che gliidealisti ne abbiano avuto la minima idea” (O. Spen-gler, in “Vitello d’oro”).

La storia dell’avanzata di Mammona nel mondo nonè scritta nei libri di Scuola. “La storia dei popoli - di-ce Henri Malot, storico della Fronda - è scritta nei li-bri di conto dei banchieri”. E prima di lui, W. Pater-son, fondatore della Banca d’Inghilterra (1694) , af-fermava: “La banca guadagna grazie agli interessimaturati sui denari creati dal nulla” (v. “Vitellod’oro”).

Karl Marx è categorico nel sentenziare che “La reli-

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gione ebraica si riduce al denaro. Il denaro dominail mondo. Il dio degli ebrei è l’assegno di credito”(Annali franco-tedeschi, 1843).Tutta la storia di questi ultimi secoli si è svolta sottol’insegna della moneta.Ricordiamo i finanziatori cosmopoliti della rivoluzio-ne europea e dell’unità d’Italia a spese dello StatoPontificio.Lenin entrò in Russia sul vagone sigillato e col caricodei quattrini fornitigli dalle banche ebraiche.Stalin provocò la morte di milioni di kulaki, e i bimbimorivano scheletriti: il grano veniva venduto fuoridella Russia, e i profitti riempivano le casse del grandittatore.Hitler fu finanziato dalle banche per l’ascesa del na-zismo, Mao, per la conquista della Cina.Le mani del capitalismo massonico grondano sanguedi centinaia di milioni di morti.Occorre rifare i libri di storia, ricordando anche leleggi di spogliamento dei beni della Chiesa (Francia,Piemonte, Gesuiti), e dell’assalto a Porta Pia.

La vocazione di ladro

Se io avessi la vocazione di ladro, non perderei tem-po a spazzare pollai: mi farei subito banchiere.La banca nasce dai crediti di fondatori che vi contri-buiscono coi loro miliardi per il capitale interamenteversato. La banca vive di crediti accumulati nei suoisportelli. Una banca in buona salute potrebbe com-pensare i contribuenti con interessi del dieci per cen-to, ma la banca è una vacca che sviene per eccesso di

mungitori, e i mungitori di alto livello si preoccupa-no di non farla svenire finché produce latte abbon-dante.Gli ebrei che fondarono la Banca d’Inghilterra sa-pevano ciò che volevano quando posero la condizio-ne che i prestiti bancari rimanessero segreti: ancoraoggi non si sa quali siano i reali padroni della Bancad’Inghilterra, e neppure della Banca d’Italia, chenon è statale, ma privata.

Quando gli sportelli sono moltiplicati al massimo, sidichiara bancarotta, e il fallimento mette nelle manidei banchieri i miliardi dei soci fondatori, i miliardiraccolti agli sportelli, i miliardi accumulati in unasaggia gestione bancaria, tutto il grasso latte dellavacca bancaria.La moneta è acqua corrente, anche se sa di fogna, e ibanchieri sono idraulici di talento, e sanno come farlascorrere.Non ditemi che il mio segreto sarebbe da suggerire aibanchieri: è quello che stanno facendo da secoli, la-sciando intendere a pochissimi il perché dei falli-menti monetari.Le banche minori sono tenute al guinzaglio dallemaggiori, che esercitano il controllo. Ma le banche al-te, che detengono il potere di condizionare i verticidella politica, chi le controlla?Sarebbe strano, nel sistema bancario, quello che ilgrande predicatore gesuita Antonio Vieira diceva alsuo tempo: “I grandi ladri uccidono quelli piccoliper rubare indisturbati”.

(continua)

La Massoneria e la Chiesa Cattolicasac. dott. Luigi Villa (pp. 123 - Euro 16)

Ho scritto questo nuovo libro per dare una diagnosi dell’auto-demolizione interna del-la Chiesa d’oggi, dovuta, soprattutto all’opera sotterranea della Massoneria, cheben pochi conoscono o della quale hanno delle idee poco chiare.Confido con queste pagine di illuminare le ragioni delle ripetute condanne papalinei confronti di questa sètta massonica che oggi, purtroppo, ha infettato del suopensiero anche molta Gerarchia e Clero cattolico, affinché si ravvedano dagli errori incui sono caduti con questo improvviso “dialogo” con il mondo moderno e con leforze oscure che l’hanno prodotto, rischiando non poco della propria estinzione.

Per richieste, rivolgersi a:

Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 37.00.00.3 - C.C.P. n° 11193257

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IILL BBUUIIOO IILL BBUUIIOO DDEELLLLAA RRAAGGIIOONNEEDDEELLLLAA RRAAGGIIOONNEE

Redazione di www.TerraSantaLibera.org

NN on possiamo non fareuna pausa di riflessio-ne, che esula dalle te-

matiche normalmente affronta-te in questo sito, ma doverosa.Tante nefandezze sono statecommesse in Italia, prima, du-rante e dopo la sua costituzio-ne come Repubblica, ma que-sta sera, lunedì 9 febbraio2009, abbiamo assistito a qual-cosa di veramente gravissimo:l’esecuzione di Stato di un suocittadino, non solo innocente,ma nelle condizioni di non po-tersi difendere. Condannatocrudelmente a morte, per famee per sete.Ma soprattutto per motivi politi-ci ed interessi, transnazionalied extranazionali, di quella stes-sa sètta, ben installata a Bruxel-les, che preme per far accettarecome naturali le pratiche di mor-te abortive, l’eutanasia, le esperi-mentazioni genetiche e clonanti,le depravazioni sessuali pedofi-lo-omosessuali-transessuali (sindalle scuole primarie), il consumodi droghe, la disgregazione del-le famiglie e tutte quelle prati-che che possano favorire la cor-ruzione della società europea,un tempo cristiana ed ora di fe-de olocaustica.

uomini, e ciò che è peggio, diquelli che hanno nelle mani lesorti della società civile.Non si vuole, qui e ora, rilasciaredichiarazioni per strumentalizza-re una triste vicenda umana, cheè stata strumentalizzata già ab-bondantemente da molti.Ma non si può e non si deve, co-me vorrebbe invece colui che hafirmato (non-firmando) la suacondanna a morte, tacere, faresilenzio, stare zitti.Troppo comodo, Compagno pre-sidente, lanciare il sasso e na-scondere la mano!Poche sono le cose che bisogna,invece, tenere ben a mente, e lediremo.Diremo, innanzitutto, che noi nonsiamo olandesi o similari, con unlivello di presunta “civiltà” taleda accettare di buon grado teorie

eutanasiche e di morte senza sus-sultare e reagire. Perché, piaccia omeno, è eutanasia in pieno stilequella che abbiamo visto appli-care. Democraticamente, legal-mente!Al di là della condanna a morte,firmata non-firmando, delle be-cere dichiarazioni di sociologhi,politici e baroni in camice bianco,che hanno dimostrato la più com-pleta indifferenza nei confronti del-

***

Esprimere commenti o giudizi pa-cati, a fronte di tanta insolente einsensibile barbarie spacciata per“democrazia” e “legalità”, è ve-ramente difficile.Eluana è morta, come era preve-dibile. L’irrazionalità ha razional-mente prevalso.Il buio ha pervaso la ragione degli

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la vita e del sacrosanto diritto didifenderla, quel che è maggior-mente grave è che sia stato com-messo un omicidio di Stato inmaniera così eclatante e plateale,adducendo motivazioni del tuttofutili rispetto al valore inestimabiledella vita, anche di colui, o colei,che non è nelle condizioni di difen-dersi. Cavilli legali e costituzionali,dicono, hanno impedito di agire di-versamente. Mancavano le prero-gative di urgente necessità, affin-chè il Capo di Stato intervenisse.E cosa di più grave ed impellenteci può essere che difendere il dirit-to alla vita di chi non può di-fendersi e che ha le ore altri-menti contate?

Incredibile. Veramente incredibile!Il Capo di una Nazione che sidichiara impossibilitato ad in-tervenire per apporre unasemplice firma, la quale po-trebbe salvare non solo la vitaad un cittadino, ma a sancireun diritto inalienabile alla vitaper tutti gli altri. Che Capo èquesto? Che democrazia èquesta?Di capi e di democrazie delgenere ne possiamo fare vo-lentieri a meno!

Se un magistrato qualsiasiha i l potere individuale distravolgere, con un paio difirme, l’etica di un popolo, fa-cendola sprofondare in unbaratro di desolazione, e secolui che è preposto a garan-tire il bene comune dei suoiconcittadini non è capace a ga-rantir loro neppure il diritto all’ali-mentazione per sopravvivere, si-gnifica che questa società stalentamente morendo, traviatada ideologie mortifere e di per-versione morale.

Due uomini, più un padre avvele-nato nell’anima da molti, troppi an-ni di sofferenza (alle cui spallenon siamo sicuri non abbianoagito altri personaggi, semprepiù grassi, nonostante tutti gliscioperi della fame... che hannopreferito stare nell’ombra pernon dare nell’occhio...), hannodeciso, contro la maggioranza delParlamento e degli italiani, di darecorso a un precedente unico per

l’Italia: l’eutanasia di una cittadi-no, per giunta senza il suo con-senso.Più che eutanasia, quindi, potremoparlare di esecuzione.

***

Come è possibile che in una Na-zione, che è stata tra le promotricidella moratoria contro la pena dimorte, il suo Presidente abbiapotuto condannare a morire difame e sete un cittadino, per lasola decisione ispirata da un magi-strato? E senza sentire, a fronte di

tale gravosa sentenza, il parere dialtri giuristi?Qualcuno dirà che non rientra nel-le regole del gioco. E chissenefre-ga!Che si cambino le regole, ma nonper garantire la morte, bensì la vi-ta, l’assistenza, il supporto medicoe psicologico per gli infortunati eper i loro familiari.E poi, neppure nelle nazioni do-ve la pena di morte viene anco-ra praticata, essa viene poi at-tuata in maniera così crudele ebarbara. Normalmente, nel giro di pochi mi-nuti, il condannato viene soppres-so, seppur dolorosamente e cru-delmente in certi casi. Ma sempredi pochi minuti si tratta. Per Elua-

na, invece, erano previste sino adue settimane di agonia: ma a leisono bastati solo quattro lunghigiorni.Era in stato vegetativo, dicono co-loro che vedono di buon occhio ta-le pratica di morte. Ma neppure al-la pianta grassa o al ficus chehanno nel salotto farebbero man-care acqua, sali, vitamine. Eluanase ne è andata per blocco renale.

Ma la gravità è che un grave pre-cedente viene introdotto a corrom-pere quell’etica che è patrimoniodella nostra cultura; un’etica di vita

e di difesa di quei diritti natu-rali in essa inscritti.Da oggi in poi si parlerà di te-stamento biologico, che èun’introduzione a quel che,nel giro di pochi anni, di pochidecenni, di governo in gover-no, di massone in massone,di liberale in libertario, diven-terà un pacchetto di leggi perregolare la morte, volonta-riamente indotta. Prima perpochi casi penosi, poi pertutti!È il suicidio della società. Sui-cidio dell’anima prima e del fi-sico successivamente.È il trionfo della morte sullavita!Complici di questo sfacelo so-no, a maggioranza, uomini edonne inconsapevoli, perso-naggi poveri di cuore, carichidi orgoglio luciferino e di va-nità.Pochissimi tra loro sono quelliche consapevolmente sannoquello che fanno, emissari di

anticristica memoria.Mentre coloro che gli si oppongo-no, umanamente parlando, sonopersone e gruppi di persone inbuona fede e di buona volontà, manon sufficientemente forti per con-trastare il nemico infernale cheavanza. Disarmati o con armispuntate. Con capi spirituali epolitici che spesso li hannoconvinti che il “male” per anto-nomasia non esiste, che è soloun rappresentazione figurata,che bisogna dialogare, tollera-re, ecumenizzare. Ma il mielenon è melassa, ed il sangue non èacqua.

Ci vorrebbe più fede nelle proprieforze e sicurezza delle proprie ra-

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A tutti i lettori di “Chiesa viva” Li raccomandiamo alla loro preghiera.

I Nostri LuttiI Nostri Lutti

Rev.doDon Vinelli Domenico (Rapollo - GE)Rev.do

Don Pietro Santangelo (Roma)

Rev.doDon Carminati Giovanni (BG)

Rev.doDon Pietro Pea (Monticelli Brusati - BS)

gioni, maggior discriminazione ediscernimento ideale ed etico, mi-nor timore di dispiacere e tanto co-raggio per affrontare le difficoltà,anche il martirio, se occorresse! Senza paura delle forze oscure,senza vergogna per la propria Fe-de e per i propri ideali. Perché laloro forza è data solo dalla no-stra debolezza, e la nostra de-bolezza non può essere che spi-rituale.Bisogna imparare di nuovo a vive-re come si crede, e smetterla dicredere come si vive. Vivere coe-rentemente ed interiormente lapropria Fede, cercando di affron-tare con maggior decisione le pro-vocazioni e le insinuazioni delmondo.Ed i sacerdoti tornino a celebraredi nuovo e coerentemente il SantoSacrificio incruento dell’altare,unico e vero Olocausto Maximo.Perché è con esso che si è potutotenere incatenato il mistero d’ini-quità nei secoli, ed è in assenzadi esso che si slega la Bestiacon i suoi adoratori.Basta con queste riunioni, in cui sicelebra solo se stessi, con granvocìo e strette di mani, ma senzacogliere l’essenza della liturgia,che è il Sacrificio di Cristo.Ma “Il mondo è più facile si reg-ga senza il sole che senza laMessa” diceva Padre Pio, che si-no all’ultimo celebrò il rituale tri-dentino. Ed egli sapeva cosa in-

tendeva dire.Impossibile, quindi, non intravede-re, in tutti gli avvenimenti che stan-no sconvolgendo il mondo, il dise-gno perverso del nemico dell’uo-mo, in odio a Dio. Molti sono i se-gnali inconfondibili.

Gli attacchi alla vita, nell’eticaancora sana delle Nazioni. Gli attacchi alle vite umane, nel-le guerre di sterminio e genocide,di cui l’ultima si sta compiendo inTerra Santa ai danni della popola-zione araba, cristiana e musulma-na, a cui si vuol rubare la terra e ladignità.Gli attacchi alla Chiesa, per ren-derla succube di ricatti, per condi-zionarne storia e atti.Gli attacchi alla S. Messa di cuidicevamo poc’anzi, a quella in cuiè ancora contemplato il Santo Sa-crificio dell’altare, l’arma più for-te concessa all’uomo per difender-si e salvarsi.Gli attacchi alla ragione, deva-stando le menti degli uomini conpensieri e filosofie che li allontana-no sempre più dalla fonte originalee creatrice.Gli attacchi ai costumi, con l’in-tento di pervertire gli animi più gio-vani e corromperne l’intimità piùprofonda, per costruire una non-società anticristica e depravata.Gli attacchi alla famiglia, nucleocentrale e fondante della societàumana: disgregata e corrotta la fa-

miglia ci si può permettere, poi, disdoganare qualsiasi abiezionecontro-natura ed auto-lesionista.Gli attacchi a Dio, nelle Sue crea-ture e nel suo creato, in odio e perorgoglio atavico, per dominare ilmondo col solo intento di distrug-gerlo.Eppure, bastano poche armi perrigettare tutte queste congetturemalvagie nell’abisso dal quale so-no sorte: la Fede, la preghiera, el’azione combinata di queste,tradotta in opere di misericordiaspirituale e corporale.Perché la Fede senza le opere èlettera morta!Spiace di avere annoiato o infasti-dito probabilmente coloro che, lon-tani dalla Fede cattolica genuina,hanno letto queste righe senzariuscirne a coglierne, forse, l’es-senza più intima. Ma assicuriamo loro che, con lalente d’ingrandimento della Fede,si vede meglio e più lontano, e chenon c’è rivoluzione più efficace diquella che potremo fare nei nostricuori, adattandoli ad imitazione diCristo, vero vincitore dell’Arma-geddon prossimo venturo, ma nontroppo lontano.Preghiamo: per i nostri figli e ni-poti, che non si debbano mai tro-vare in condizioni anche peggioridi Eluana, e per noi, affinché pos-siamo essere in grado di offrire lo-ro le giuste indicazioni per nonsoccombere in battaglia!

Sac.D’Aessandro Vincenzo (Lanciano)

Sig.Valentino Tramontin (Sequals)

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del dott. Franco Adessa

Conoscere la Massoneria

1 E.E.Y. Hales, “Mazzini and the secret societies – The makingof a mith”, Eyre & Spottiswoode, London 1956, pp. 199-204.

Lo storico E.Y. Hales, termina il suo libro: “Mazzini and thesecret societies” col capitolo: “La teologia di Mazzini”.

«Nessun dubbio, come insiste lo storico G.O. Griffith in unrecente studio: “Mazzini non aveva alcuna affinità col Prote-stantesimo in alcuna sua forma… il suo pensiero era domi-nato dal collettivismo e universalismo cattolico”, ed eglinon sbaglia anche quando insiste che nell’educazione diMazzini, tutto ciò che aveva udito e pensato su “gli Eletti” eil “Dovere” glielo aveva trasmesso il Calvinismo attraversoil filtro del Giansenismo. Alla prima influenza della madre ea quella di un tutore giansenista, infatti, derivava la presenta-zione di un tipo Cristianesimo che ebbe un’importanza deter-minante nello sviluppo del suo pensiero religioso.Gaetano Salvemini, molto tempo fa, osservò che l’influenzareligiosa di Mazzini fu esercitata più in Inghilterra che in Italiae, per di più, si diffuse solo tra donne inglesi, tanto che gliunici italiani che avevano interamente accolto la sua religio-ne erano i mariti di queste stesse donne.Salvemini attribuiva questo alla tradizione classica in Italia:“Vi è ben poco romanticismo nella tradizione della nostra cul-tura, che è quasi interamente classica. Il misticismo di Maz-zini è una visione che non sembra adatta al nostro climamentale, o che almeno non è riuscito sinora a stabilirsiin essa”.Queste parole furono scritte nel 1915 e, da quella data, la re-ligione di Mazzini si è fatta strada in Italia. Mussolini, perpropagare le idee di “dovere” e di “missione” tra gli italiani,si è rifatto a Mazzini, ma ancor più importante, è stata la na-scita di un uovo movimento mazziniano, nato dalla resisten-za, durante la seconda guerra mondiale, e che ora è organiz-zato nella “Associazione Mazziniana Italiana” che ha pub-blicato studi di notevole interesse.Vi è, inoltre, una Rivista mazziniana: “Idealismo realistico”che, in un recente articolo, afferma: “È ormai chiaro” che,con la decadenza del Cristianesimo, “la nuova religioneè quella di Giuseppe Mazzini”.

Fu lo stesso Mazzini che lo predicava. Per tutta la sua vi-ta, dai suoi primi sermoni a Marsiglia al suo ultimo scritto,che fu un attacco al Concilio Vaticano I del 1870, egli an-nunciava sempre che il Papato era morto e che il Cristia-nesimo stava morendo. E fu precisamente questa sua vi-sione del Cattolicesimo che lo spinse ad invocare una “nuo-va sintesi religiosa”, convincendolo che l’umanità era sulpunto di partorire dal suo seno la “fede del futuro”.

Essendo poi sua radicata convinzione che le religioni emer-gevano sempre dall’umanità, la sua diagnosi sulle condi-zioni religiose dei suoi tempi fu la base indispensabile allasua fede.

L’aspetto particolare col quale Mazzini attaccava la Chiesa, eche lo aiutò a plasmare la sua teologia, furono la sua opposi-zione ai poteri politici del suo tempo in Italia e la sua colleranel vedere che la Chiesa, in generale, li sosteneva.Questo lo portò a caratterizzare il Cristianesimo nel modotrasmessoci dalla contessa Belgioioso: “… una stupida etraditrice superstizione, lanciata negli occhi del popoloper accecarlo e per renderlo obbediente al clero che si èfatto lo strumento principale dei tiranni e dei re”.I San-Simoniani lo convinsero poi che il popolo era in gra-do di creare da sé una nuova religione, e la sorte di Lame-nais, che aveva tentato di capovolgere l’Autorità Cattolicaper derivarla dal popolo, ed era stato condannato da PapaGregorio XVI, alla fine lo persuasero che il tipo di religioneche lui cercava non poteva essere trovata all’interno delCristianesimo.Questo lo portò a chiedere le “dimissioni” di Silvio Pellico,Manzoni ed un gruppo di patrioti cattolici italiani che a luisembrava anteponessero la salvezza della loro animaall’emancipazione dell’Italia»1.

LA TEOLOGIA DI GIUSEPPE MAZZINILA TEOLOGIA DI GIUSEPPE MAZZINI

Giuseppe Mazzini.

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Lettere alla Direzione

SEGNALIAMO:

«Guardati dall’uomo cheha letto un solo libro».

(S. Tommaso d’Aquino)

In Libreria

Le auguro di poter continuare ancora alungo, superando i limiti di età e di salute!Con tanta gratitudine, aff.mo

(A.Z. - Milano)

***

Molto Rev.do Don Luigi Villa,tanti auguri per il suo onomastico e

che il suo Santo Patrono, San Luigi Gon-zaga e Maria Santissima la proteggano el’aiutino nella Santa Battaglia!

(P.F. - Ferrara)

***

Caro Don Villa,perché non facciamo una petizione

raccogliendo le firme per abolire la Co-munione sulle mani, affinché tutto ritornicome una volta, ricevendo la Comunionesulla lingua e in ginocchio?Bisogna dire “basta!” a tutte queste offe-se che vengono fatte a Gesù, sperandoche tutto verrà fatto al più presto. Gesùviene troppo calpestato nella sua Divinità.Dio La benedca!

(R.G. - Grosseto)

***

Caro Don Villa,nel giorno del Suo onomastico, invoco

dal Suo celeste Patrono “San Luigi” parti-colari benedizioni di ogni bene. Ancora vi-ta lunga per sostenere la battaglia intra-presa contro i novelli Giuda che lottanocontro Nostro Signore e la sua Chiesa erinnovano, con maggiore odio, i dolori del-la Passione e della morte di croce del No-stro Redentore.

(Sac. porf. V.D. - Lanciano)

RAGAZZE e SIGNORINEin cerca vocazionale, se desiderate diventare

Religiose-Missionarie” – sia in terra di missione, sia restando in Italia –

per opere apostoliche, con la preghiera e il sacrificio, potete mettervi in contatto, scrivendo o telefonando a:

““IISSTTIITTUUTTOO RREELLIIGGIIOOSSOO MMIISSSSIIOONNAARRIIOO””

Via Galileo Galilei, 121 - 25123 Brescia - Tel. e Fax: 030 3700003

CERIMONIALE DEL RITOROMANO ANTICOdi Jacques-Yves Pertin

Il Santo Padre Benedetto XVI, nellaLettera che accompagna il MotuProprio “Summorum Pontificum”,afferma che «l’uso del Messale an-tico presuppone una certa misuradi formazione liturgica...», una for-mazione che va, ovviamente, vissu-ta nell’obbedienza alle regole litur-giche. Questa obbedienza alle re-gole è, realmente, un atto di amoreverso la Chiesa, poiché ogni sacer-dote la vive: «la nostra obbedienzaè un credere con la Chiesa, unpensare e parlare con la Chiesa, unservire con essa».Chiave del rapporto tra Fede e vita,tesoro per la Chiesa e per tutti, la li-turgia è l’espressione viva della Fe-de: ecco perché come viene cele-brata la liturgia viene vissuta la Fe-de cristiana! La regola liturgica, bi-sogna ricordarlo a proposito delMessale del 1962, non deve esserevissuta come un ostacolo alla pre-ghiera personale.

Per richieste:

Edizioni Amicizia Cristianadel Gruppo Editoriale Tabula Fati66100 Chieti - C.P. 34Tel. 0871 63210 - 0871 561806Fax 0871 404798 - Cell. 335 6499393www.edizioniamiciziacristiana.itedizioniamiciziacristiana@yahoo.it

Reverende Suore,Vi ringrazio sentitamente per l’invio del

fascicolo riassuntivo del libro “L’Elettadel Dragone”. Ora, mi sono fatta unachiara idea dell’orrenda situazione ivi de-scritta e non ho il coraggio di conoscerel’argomento “in extremo”, ordinandone il li-bro. È terrificante osservare in quale mi-sura la società sia già - senza accorgerse-ne - impregnata dello spirito massonico, ilquale culmina, poi, in tali infernali riunioni.Con i miei migliori saluti, dev.ma

(T.M. - Derdemonde)

***

Gentili Consorelle,(...) Saluti con tanta stima al sacerdote

Luigi Villa e auguri di buon lavoro a Voi!(P.G. - S.G. Rotondo)

***

Molto Rev.do,il Signore la riempia di ogni benedizio-

ni. Grazie per la sua preziosa testimonian-za. Con affetto filiale!

(N.N. - BS)

***

Caro Padre Villa,il breve profilo che le ha fatto il dott.

Adessa in “Chiesa viva” di marzo 2009,esprime la sua singolare statura sacerdo-tale in clima di Pastori mediocri, se nonaddirittura traditori!Personalmente, La ringrazio di accoglierela mia umile collaborazione, ma anche diaver spinto e sostenuto le mie pubblica-zioni passate, sempre in conferma con lasua coraggiosa testimonianza di Fede.

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2 Ave Maria!

3 La Crociata del Santo Rosarioal sac. dott. Luigi Villa

6 Il Teologo

7 La Shoah secondo Federico Lombardidi Carlo Mattogno

9 Occhi sulla Politica

10 Federazione Arabo-Israeliana- Federazione del Sole -del magistrato S. Macca

12 Memorie per la storiadel giacobinismo (8)a cura di Claudia Marus

14 Il segreto della “tomba vuota” di Padre Pio (2)a cura di F.A.

16 Schiavi di mammona (1)di A. Z.

19 Il buio della ragioneRedazione di www.TerraSantaLibera.org

22 Conoscere la Massoneria

23 Lettere alla DirezioneIn Libreria

24 Conoscere il Comunismo

MAGGIO 2009

SOMMARIO N. 416

La crociataLa crociatadel del

Santo RosarioSanto Rosario

SCHEMI DI PREDICAZIONE

Epistole e VangeliAnno B

di mons. Nicolino Sarale(Dalla Sol. del Sacro Cuore di Gesùalla XV Domenica durante l’anno)

24 “Chiesa viva” *** Maggio 2009

MARTIRI

nella Mongolia Interna

CCoonnoosscceerree iill CCoommuunniissmmoo

Martiri in Cina

contro Dio...

di Giancarlo Politi

... contro l’uomo

Quattro cristianiAdulti laici, contadini. Vennero uccisi do-po essere stati torturati a Liufenti, in unadata imprecisata tra il 1946 e il 1948.

Chang Giuseppe (Chiu Chang)Sacerdote, 46 anni, della Missione diMaoshandong, Chifeng, Mongolia Interna(allora prov. di Jehol). Era stato ordinatonel 1939. Venne trascinato con una cor-da legata ai piedi, finché mori. Il fatto av-venne I’ottobre 1947.

Otto cristianiLaici. Sono stati anch’essi trascinati comep. Giuseppe Chang, a Maoshantung (dio-cesi di Chifeng, Mongolia Interna), e fuci-lati. Il fatto è avvenuto I’ottobre 1947.

Sessanta cattoliciLaici, contadini. Furono uccisi, dopo tortu-re, a Maoshandong, tra il 1946 e il 1948.

Zhang Lianginu PaoloSacerdote, originario della provincia diJehol, dove era nato nel 1908. Ordinatosacerdote il 25 luglio 1937, venne giusti-ziato I’ottobre 1947.

Zhu Zixiang (Yun-hsin) FrancescoSacerdote, 46 anni, di Linsi, dove era na-to il 30 novembre 1903. Ordinato sacer-dote il 21 luglio 1935, era parroco diKuanti. È stato anche lui trascinato percirca 6 km, legato per i piedi, nel tentativo

di farlo apostatare. Era stato costretto alavorare come segretario per i comunisti,per molti mesi. Era nato nel 1903. Vennegiustiziato l’ottobre 1947.

Sheu PaoloSacerdote, diocesano. Di anni 51. È statoucciso il 31 agosto 1947.

Han Derong GiuseppeSacerdote diocesano, originario di Sanjia,nella provincia di Jehol, dove era nato il 13novembre 1896. Ordinato sacerdote il 4agosto 1929, fu giustiziato I’ottobre 1947.

Xia CamilloSacerdote, di 70 anni, nativo di Chaoyang,parroco di Maosbantung. Per due volte futrascinato legato per il villaggio di Kuliutu.Morì in conseguenza, nell’ottobre 1947.

Due sacerdoti, Sun e Xia, e alcune suorecinesi (Sr. Guo di Kuliutu, Sr. Wang,Chao e Sr. Gao di Maoshantung) venne-ro anch’essi trascinati per le strade, I’ot-tobre 1947, ma non vennero uccisi. I co-munisti volevano costringere le suore asposarsi e ad apostatare da quella chechiamavano la “religione americana”.Erano della diocesi di Chifeng, MongoliaInterna (allora provincia di Jehol).

Sun XianContadino, catechista, sposato. Vennegiustiziato a Kuliutu il 1° ottobre 1947.

Zhao FangContadino, catechista, sposato. Vennegiustiziato a Kuliutu il 1° ottobre 1947.

Zhang Men-kuContadino, catechista, sposato. t statogiustiziato a Kuliutu il 1° ottobre 1947.

Zhang Hui-yuContadino, catechista. E stato giustiziatoa Kuliutu il 1° ottobre 1947.

(continua)

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