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N. 5 Maggio 2004 Anno 9 - Spedizione in a.p. - 45% - Art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano MENSILE DELL’UNIONE DEL COMMERCIO DEL TURISMO DEI SERVIZI E DELLE PROFESSIONI DELLA PROVINCIA DI MILANO informa

MENSILE DELL’UNIONE DEL COMMERCIO DEL TURISMO DEI … · mo affrontato anche nel corso di un importante con-vegno organizzato da Aice, l Associazione italiana commercio estero (vedi

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N. 5 Maggio 2004 Anno 9 - Spedizione in a.p. - 45% - Art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano

MENSILE DELL’UNIONE DEL COMMERCIO DEL TURISMO DEI SERVIZI E DELLE PROFESSIONI DELLA PROVINCIA DI MILANO

informa

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FORMAZIONE 8LA FORMAZIONE CONTINUAPER LE IMPRESE DEL TERZIARIO LOMBARDO: IL BILANCIO DEL SECONDOPROGETTO QUADRO DI FORMALOMBARDIA

Editoriale

Unioneinforma / maggio 2004 3

Maggio 2004 - N. 5 ANNO 9

La realizzazione di questo numero diUnioneInforma è stata ultimata il 5 maggio.

Il commercio“racconta”

Milanoal centro del giornale

Sommario Cina: la sfidadi un nuovo mercatoUna nuova potenza economica si sta facendo strada,in modo deciso, tra la ripresa degli Stati Uniti da unaparte e l’assestamento della nuova Europa dall’altra.Sto parlando del “fenomeno Cina”: tema che abbia-mo affrontato anche nel corso di un importante con-vegno organizzato da Aice, l’Associazione italianacommercio estero (vedi pagina 5 n.d.r.).La Cina che rappresenta, da un lato, il mercato delfuturo e, dall’altro, un paese che con le sue forze e lasua tenacia ha saputo nel giro di pochi decenni tra-sformarsi e diventare una vera potenza economicaanche se in una situazione normativa differente daquella occidentale. Un grande Paese che ha imbocca-to la strada dell’apertura economica e commerciale.Il tema Cina ripropone il problema della contraffa-zione dei marchi che penalizza in modo deciso quellenostre produzioni legate alle idee, all’originalità, aldesign: in una parola, alla qualità. E’ un tema di“Made in Italy” che comunque va rivisto e salvaguar-dato non tanto forse sulla produzione esclusiva, quanto nella “garanzia” dei prodottiche riassumono l’immagine migliore del nostro Paese.Pone dunque un tema di regole internazionali: regole che non si ottengono, a mio pare-re, con dazi incrociati, ma rinsaldando i legami commerciali, politici, culturali tra Cina,Italia ed Europa. E’ proprio ricostruendo un campo di gioco comune che si aprono leporte delle stesse opportunità.La Cina apre spazi di investimento e di commercio fondamentali per le nostre imprese.Opportunità che vanno colte puntando sulla qualità, sull’innovazione, sugli investimenti,soprattutto “di sistema”, cioè quelli che mettono insieme il mondo delle imprese conquello della ricerca e della formazione e che rappresentano i nostri alleati dello sviluppo.I rapporti economici tra Italia e Cina sono certamente in crescita. Sono 5749 le impreseitaliane che hanno rapporti commerciali con la Cina, di queste 710 sono milanesi e rap-presentano il 30% del totale lombardo e il 12% del totale nazionale. Sono imprese chehanno in media 38 addetti ciascuna. L’interscambio complessivo della provincia diMilano è cresciuto nel 2003 dell’11%. Il giro d’affari ha già superato i 3 miliardi emezzo di euro. Tra le province lombarde, Milano fa la parte del leone nell’interscambiocon la Cina con il 65% dell’import regionale e il 52% dell’export regionale.Un ruolo, quello di Milano, che rispecchia, d’altra parte, una realtà imprenditoriale edeconomica diffusa, fatta per il 92% da imprese con meno di 10 addetti, un tessuto pro-duttivo forte, che è sempre stato legato al territorio, ma che al tempo stesso ha semprepresentato una vocazione continentale ed internazionale.In questo senso la globalizzazione non ha inventato nulla di nuovo. Ha soltanto, se mai,accelerato un dinamismo ed una natura che era già presente nel Dna della nostrarealtà.Un importante appuntamento si terrà nel 2008: le Olimpiadi di Pechino, che dobbiamoaffrontare con l’esigenza di rafforzare i rapporti economici tra i due Paesi. LeOlimpiadi sono un’occasione formidabile per mettere in campo tutte le nostre specializ-zazioni e anche per creare spazi e promuovere il Made in Italy allargato che mette insie-me prodotti, cultura, qualità, design.Per, questo, lo sforzo delle imprese deve essere sostenuto da un sistema integrato, ingrado di coordinare le politiche di promozione, veicolare le opportunità e offrire stru-menti di assistenza e accompagnamento personalizzati. Il mercato cinese ha dimensioni ecaratteristiche tali che chiudere accordi risulta un compito difficile. Per questo le impresedebbono fare sistema anche con l’aiuto degli istituti di credito e dei soggetti pubblici. Ecredo che oggi si debba convenire sull’opportunità di concentrare i nostri sforzi in modocongiunto, quindi con strette alleanze, anche sull’obiettivo delle Olimpiadi.C’è un vecchio racconto orientale che narra di una rana che considerava il pozzo in cuiviveva il mondo intero. Noi, anche volendo, non possiamo commettere questo errore: persvilupparci all’interno del sistema paese dobbiamo svilupparci nel sistema mondo. E ilsistema mondo parte anche da qui da Milano, per poi competere nel panorama mondia-le dove il centro dello sviluppo è oggi la Cina.Del resto Marco Polo è stato il primo europeo ad entrare in contatto con il mondo cine-se. Ed era non soltanto italiano, ma anche, e se permettete, non a caso un mercante. Losviluppo di nuove e più forti relazioni tra piccole e medie imprese italiane e milanesi eCina, da questo punto di vista, rappresenta allora nulla più che un riprendere da dove cieravamo lasciati: un ritorno al passato nel nostro futuro.

CARLO SANGALLI Presidente dell’Unione di Milano

La commessadel

Il concorso per pre-miare la/il com-messa/o ideale

nei negozi di Milano e provincia pro-mosso dal quotidiano milanese in col-laborazione con l’Unione

a pag. 6

Abolizione dell’IIRAPRAP:pieno apprezzamentodi SANGALLI

per le parole di FOFORRMMIIGGOONNII

� Il presidente dell’Unione regionaleCarlo Sangalli ha espresso piena sod-disfazione e apprezzamento per l’im-pegno e le parole espresse in Con-siglio regionale dal presidente dellaRegione Lombardia Roberto For-migoni sulla proposta di riformafiscale in senso federalista e l’aboli-zione dell’Irap.Sangalli sottolinea l’inutilità di unatassa come l’Irap, che grava sui bilan-ci delle imprese lombarde senza por-tare concreti benefici alla crescita delsistema strutturale e infrastrutturaleregionale.

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Attualità

Unioneinforma / maggio 2004 5

� Delle 5749 imprese italianeche hanno rapporti commerciali conla Cina, 710 sono milanesi: il 30% deltotale lombardo e il 12% del totalenazionale. E’ il dato che Carlo Sangalli,presidente dell’Unione del commercioe della Camera di commercio milaneseha evidenziato alla tavola rotonda“Cina: rischio o opportunità” promos-sa al Circolo del commercio (in occa-sione dell’assemblea ordinaria) daAice, l’Associazione italiana commer-cio estero. “L’interscambio complessi-vo della provincia di Milano con laCina – ha aggiunto Sangalli – è cresciu-to, nel 2003, dell’11%”. Con una crescita del prodotto internolordo che anche nel primo trimestredel 2004 ha superato il 9%, e con gliinvestimenti esteri che nello stessoperiodo sono aumentati del 43%, laCina è la protagonista assoluta dell’e-conomia mondiale. Cesare Romiti,presidente della Fondazione Italia-Cina, ha esortato gli imprenditori anon aver timore del rischio: la Cina èl’unico paese che in 10 anni è riuscitoa raddoppiare il Pil e 250 milioni dicinesi sono potenziali compratori dibeni.Aziende e istituzioni, insieme, possonoquindi fare di più affinché il “pericoloCina” si trasformi in nuovo business.Nel 2003 le esportazioni italiane versola Cina si sono fermate a 3,8 miliardidi euro, le importazioni italiane dallaCina hanno raggiunto i 9,5 miliardi dieuro. Per porre rimedio ad un disavan-zo commerciale in continua crescita è

necessario che aumenti il numero di

aziende italiane presenti sul mercatocinese sia attraverso investimenti diret-ti che per mezzo di iniziative di pene-trazione commerciale. “Se da un lato l’affermarsi della Cina

può generare con-correnza per le no-stre imprese, dall’al-tro – ha sostenuto ilpresidente di AiceClaudio Rotti - laCina è oggi un mer-cato più accessibile ericco di opportu-nità”. Aice ha pro-mosso già due mis-sioni commerciali inCina e a settembre,sotto l’egida dellaRegione Lombardia,ne partirà una nuo-va a carattere multi-settoriale e rivoltasia agli importatori

che agli esportatori. Toc-cherà le città di Pechino,

Shanghai e Nanchino.

� Il drammatico episodio della gioiel-leria Maiocchi in via Ripamonti (ma aMilano, successivamente, vi sono statialtri casi che hanno coinvolto esercizicommerciali) ha riproposto il proble-ma della sicurezza e rilanciato il dibat-tito sulla legittima difesa personale ela tutela dei propri beni. L’Unione(delegazione con il vicepresidentevicario Adalberto Corsi, il vicepresi-dente Renato Borghi, il consigliere dipresidenza delegato alla sicurezza Gio-vanni Bottari e il consigliere di presi-denza delegato al territorio GiorgioMontingelli) è intervenuta al verticein Prefettura con il prefetto BrunoFerrante e i rappresentanti delle istitu-zioni e delle forze dell’ordine. Quattrole misure individuate: formazionediretta agli operatori commerciali per

aiutarli ad affrontare in modo correttole situazioni di emergenza; poliziotti ecarabinieri di quartiere; nuovi finan-ziamenti del Comune per l’adozionedi maggiori misure di sicurezza neinegozi; l’avvio di un tavolo perma-nente in Prefettura per valutare i pro-blemi di sicurezza del commercio.Soddisfazione in particolare per lacostituzione di un tavolo di confrontoè stata espressa dal vicepresidentevicario Unione Adalberto Corsi (foto). L’Associazione orafa lombarda ha sot-tolineato come occorra “la continuacollaborazione con le istituzioni percercare di prevenire e stroncare tutti ifenomeni criminosi che ci colpiscono.Siamo operatori che ogni giorno fati-cano per dare una immagine più vivae serena alle nostre città”.

MMIILANLANOO guarda alla CCIINNAA

Dopo il drammatico episodiodella gioielleria Maiocchi

CCOOMMMMEERRCCIIOO

e SSIICCUURREEZZZAZAL’Unioneal vertice in Prefettura

Tavola rotonda con CARLOSANGALLI eCESARE ROMITI promossa da AIAICCEEe coordinatadal presidentedell’Associazioneitalianacommercio esteroCLAUDIO ROTTI. In settembre nuova missione di Aice a Pechino,Shanghai eNanchino Da sinistra: Cesare Romiti, Claudio Rotti e Carlo Sangalli

alla tavola rotonda “Cina: rischio o opportunità” (in occasionedell’assemblea dell’associazione) - foto di Massimo Garriboli

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Attualità

6 Unioneinforma / maggio 2004

Commessa/o idealevotata con i coupon –originali, non fax o fotocopie - pubblicatidal quotidiano (che possono anche essere consegnati in Unioneal punto d’accoglienza o presso le sedi delle associazioni territorialidellaprovincia)

� Il quotidianoIl Giorno – conla collabora-zione dell’U-nione – pro-muove, aMilano eprovincia,il concor-so, in pro-gramma fi-no al 30 giu-gno, per votarela commessa/oideale. Il concorsosi chiama: “La com-messa del Giorno” evede anche la partecipa-zione del Gruppo Ter-ziario Donna dell’Unione. Le com-messe/i verranno votate per

la cortesia, la disponibilità, la professio-nalità e l’efficienza attraverso un cou-pon che quotidianamente Il Giornopubblicherà

per l’intero periodo del concorso.Per la votazione ha valore unicamente

il coupon in originale (nonfax o fotocopie) che si puòrispedire a Il Giorno oconsegnare in Unione (alpunto d’accoglienza dicorso Venezia 49) e neipunti decentrati, o – inprovincia - presso le sedi

delle varie associazioniterritoriali.

La premiazio-ne del concor-

so “La com-messa del Gior-no” si svol-gerà al Circolo

del commer-cio. Oltre aipremi mes-si in paliodal quoti-diano, l’U-nione pre-

mierà conuna targa gli

esercizi commercialidella commessa/opiù votati.

Fino al 30 giugno il concorso in collaborazionecon l’Unione

� In questi giorni in Fiera Milano- Padiglioni 9/I e 9/II – è in programma

(8-16 maggio) la diciannovesima edizio-ne di Mia, Milano Internazionale An-tiquariato. La mostra è organizzata daExpo Cts in collaborazione con laCamera di commercio di Milano ed èpromossa dal Sindacato provinciale mer-canti d’arte antica di Milano. Milano Internazionale Antiquariatonasce sotto i patrocini del Ministero perle Politiche Comunitarie, del Ministeroper le Attività Produttive, della RegioneLombardia, della Provincia di Milano,del Comune di Milano e di Fima - Fe-

derazione italiana mercanti d’arte. Milano Internazionale Antiquariatoannovera quest’anno 132 grandi anti-

quari italiani e stranieri che in-contreranno, in una cornice internazio-nale di collezionisti e appassionati delmondo dell’arte, direttori e curatori dimusei. Per la sua connotazione dimostra-mercato, Milano InternazionaleAntiquariato non offre solo capolavori dilivello museale, ma anche opere e oggettid’arte in grado di suscitare l’interesse diun pubblico vasto ed articolato: dal col-lezionista più preparato a colui chemuove i primi passi nel mondo dell’anti-quariato. La serata inaugurale di venerdì7 maggio di Milano InternazionaleAntiquariato è anche quest’anno a favoredel Fai, Fondo per l’Ambiente Italiano.

Fiere-EExxppoo ccttss

La commessadel

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� La legge della Regione Lom-bardia numero 12 del 4 agosto2003 ha abolitoil libretto sani-tario per l’eser-cizio delle atti-vità di produ-zione, prepara-zione, sommini-strazione, depo-sito, vendita edistribuzione dialimenti.La norma regio-nale – Unione-Informa si è giàoccupato negliscorsi numeri diquest ’argo-mento – pre-vede comun-que, a caricodei datori dilavoro, ob-blighi di formazione sulla correttacondotta igienico-sanitaria dell’at-tività. Formazione che riguardatutti gli operatori che svolgonoattività lavorativa nel settore ali-mentare.In questo mese prendono avvio,con docenti qualificati, i corsi di

formazione promos-si da Assofood Mila-no, il polo del detta-glio alimentare, rea-

lizzati con la collaborazione di E-biter (l’Ente bilaterale per lo svilup-po del terziario della provincia diMilano), della Divisione igiene deglialimenti del Club della SicurezzaAmbiente & Qualità di Unione ePromoter, e del Gam, il Gruppod’acquisto degli alimentaristi mi-

lanesi. I corsi hanno luogo a Mila-no, presso la sede del Gam, in viaBenaco 30 (l’orario di svolgimen-to delle lezioni è dalle 21 alle 23).Per gli operatori associati ed i lorocollaboratori, il costo d’iscrizioneai corsi è estremamente ridotto:10euro a persona Iva inclusa. Anchei non soci possono prendere parteai corsi a condizione che perfezio-nino l’iscrizione ad Assofood Mi-lano.

Formazione

Unioneinforma / maggio 2004 7

OOPPEERARATTOORRII dell’dell’ALIALIMMEENTNTARAREEGli obblighi formativi

dopo l’abolizione del libretto sanitario

I corsi di ASASSSOOFOFOOODD Milano

In collaborazione con Ebiter(Ente bilaterale terziario

della provincia di Milano), Club della sicurezza

Unione-Promoter e Gam(Gruppo d’acquisto

degli alimentaristi milanesi).Costo dei corsi molto contenuto

Per informazioni e adesioni:ufficio servizi di Assofood

tel. 027750230/343.

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Formazione

8 Unioneinforma / maggio 2004

3.743 fra imprenditorie dipendenti e 9.375 oredi formazione: questo il bilancio del secondoprogetto quadro di Formalombardia

Milano e Varese le province con il maggior numerodi iniziative. Informaticae internet, marketinge comunicazione, maanche competenze in settori professionalispecifici (dai pubbliciesercizi, all‘oreficeria,all‘immobiliare)gli argomenti più “gettonati”.

Renato Borghi, vicepresidentedell’Unioneregionale: per i nuovi fondi interprofessionalisupporteremole imprese che intendono presentarepianidi formazione

� 9.375 ore di formazio-ne che hanno interessa-to 3.743 tra imprenditorie dipendenti del terziariolombardo. E’ il bilancio delsecondo progetto quadro diFormalombardia, che vedecome promotore l’Unioneregionale del commercio ecapofila la Scuola Superioresotto l’egida della RegioneLombardia e del Ministerodel Lavoro e con i finanzia-menti del Fondo Sociale Europeo.I risultati delle iniziative 2003 di forma-zione continua nel terziario sono statiillustrati in occasiorie del convegno: “Laformazione per le imprese del terziariolombardo: progetti regionali e fondiinterprofessionali” svoltosi in FieraMilano all’Expo dell’educazione e dellavoro e concluso da Alberto Guglielmo,

assessore alla Formazione,istruzione e lavoro dellaRegione Lombardia.313 i corsi di formazionecontinua effettuati: nelleprovince di Milano (32%) e Varese(28%) il maggior numero di ore di for-mazione svolte. Informatica e internet(27%), marketing e comunicazione

(27%) e competenze professionali in set-tori specifici come pubblici esercizi, ali-mentari, oreficeria, settore immobiliare(16%) i contenuti più “gettonati” nelleiniziative di formazione. Le province diMilano e Varese “capofila” anche nelnumero degli iscritti ai corsi rispettiva-mente con il 41 e il 25% del totale. Daquali settori provengono i partecipantiai corsi? Nel 73% dei casi dal commer-cio, il 20% dai servizi e il 7% dal turi-

smo. Equilibrata la posizione professio-nale dei partecipanti: per il 47% titolarid’azienda, soci, collaboratori familiari,lavoratori autonomi e per il 42% lavora-

LLOOMMBBARARDDIAIA,fa bene al terziario la FORMAZIONEFORMAZIONE

CONTINUACONTINUA

� AlbertoGuglielmo,assessore

allaFormazione,istruzione e

lavorodella Regione

Lombardia

(foto di Massimo Garriboli)

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tori dipendenti (agenti e rappresentanti di commercio il 6%).Equilibrio anche nella ripartizione dei sessi: 52% uomini e48% donne. Il 42% degli iscritti ai corsi ha un’età compresafra i 26 e i 35 anni; il 28% fra i 36 e 45. Titoli di studio preva-lenti: diploma di scuola secondaria superiore (50%) e licenzadi scuola media inferiore (19%).Renato Borghi, vicepresidente dell’Unione regionale edell’Unione, sottolinea il ruolodella formazione continua perconsentire al ter-ziario di affrontarela sfida competiti-va e di sostenerel’occupazione: “Lepiccole e medieimprese del terzia-rio affrontano oggi scelte di inte-grazione più efficiente con ilmercato (rapporti di partenaria-to, centri commerciali aperti,centri multiservizi) che richiedo-

no agli imprenditori di esprimere al meglio e di rafforzarecompetenze gestionali e di sviluppo proprie dei ruoli manage-

riali”. L’Unione regionale, conle associazioni del commerciodelle varie province, guarda oracon grande attenzione ai nuovifondi interprofessionali attra-

verso i quali,nei prossimianni, si realiz-zerà la forma-zione per i la-voratori: “in-tendiamo pro-

muovere — afferma Borghi — un’attività di servizio alle impre-se che intendono presentare piani di formazione ai fondi”.Gaetano Morazzoni, presidente della Scuola Superiore (chequest’anno celebra i vent’anni di attività), ricorda come i pro-getti di formazione continua gestiti dalla Scuola abbiano fino-ra complessivamente raggiunto 15.500 persone fra titolarid’impresa e dipendenti e sottolinea il ruolo della ScuolaSuperiore in un “sistema a rete” che vede coinvolte università(dal Politecnico allo Iulm), il sistema camerale con Formapere gli enti bilaterali.

Unioneinforma / maggio 2004 9

Gaetano �Morazzoni,presidentedellaScuolaSuperiore

� RenatoBorghi,

vicepresidentedell’Unione

regionale

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Iniziative

10 Unioneinforma / maggio 2004

� 800.775000 è il numero verdedell’Unione di Milano: un canaletelefonico dedicato agli imprendi-tori associati che vogliono ottene-re in modo rapido le informazionidi cui hanno bisogno. “Pronto Unione, è bene ribadirlo– afferma Costante Persiani (foto),segretario generale Unione – nonè uno strumento sostitutivo delrapporto con la struttura associati-va: anzi, questo rapporto vienemigliorato proprio perché dietro‘Pronto Unione’ c’è il supportodiretto delle associazioni, di tuttigli uffici tecnici e dei servizidell’Unione e delle società colle-gate. L’imprenditore è in grado –là dove necessario – dirisolvere anche situazionicomplesse proprio perchési individua il contattopiù indicato per il tipo diproblema da affrontare”.

Come è stato accoltofinora “Pronto Unione”dagli associati?“Direi più che bene: abbiamo rice-vuto numerose segnalazioni diapprezzamento. Ciò che piace èproprio la possibilità di avere unriferimento sicuro per poter essereinformati o indirizzati, quasi intempo reale, verso il contatto giu-sto. Molti hanno detto di sentirsirassicurati”.

Sono molte le telefonate rice-vute?“Abbastanza, in considerazionedel fatto che siamo ancora nellafase di avvio del servizio: fino a

un centinaiodi chiamate algiorno. Ciò chepiù ci preme è

instaurare e consolidare un rap-porto di fiducia con gli associati”.

Chi chiama il numero verde U-nione resta soddisfatto del ser-vizio offerto?“Abbiamo realizzato un primosondaggio – su numeri quindi an-cora piccoli – ma la tendenza cheemerge è estremamente confortan-te (vedi box qui sopra n.d.r.): il gradodi soddisfazione elevato è stato e-spresso dal 72% degli intervistati”.

Un numero verde ha sì il van-taggio di essere gratuito, main genere i tempi di attesa so-no lunghissimi…“Non è proprio il caso di ‘ProntoUnione’. Siamo stati molto attentinell’attrezzarci per garantiretempi di attesa vicini allo zero:per questo abbiamo instaurato unrapporto di collaborazione conAtesia, società specializzata, allaquale confluiscono tutte quelletelefonate che non possono avereuna risposta immediata dagli ope-ratori interni all’Unione”.

Quali sono le domande piùfrequenti?“In questo periodo riscontriamodiverse richieste di informazioni echiarimenti sull’abolizione dellibretto sanitario e le nuove nor-

me sulla formazione sostituti-va nonché quesiti legali ofiscali. Di richieste ve ne so-no, ad ogni modo, di tutti itipi. Una curiosità? Per e-sempio c’è un certo interes-se nel sapere cosa occorrefare per poter aprire unphone center rivolto agli

immigrati extracomunitari. E’un segno dei tempi”.

Un primo bilancio del nuovo servizio:

intervista al segretariogenerale Unione

CCOOSSTTANANTTE PEE PERRSSIANIANII

Soddisfatti di “Pronto Unione”?

Il 72% ha espresso soddisfazione elevata;

il 28% soddisfazione media.

Quando telefonare a “Pronto Unione”?

Dalle ore 9 alle 18

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� On. Muscardini, con l’allargamentodell’Unione Europea non mancano, daparte del sistema delle imprese, le preoc-cupazioni. Qual è la sua valutazione?“L’allargamento dell’Unione Europea è unfatto politico positivo. Sta all’Europa, maanche all’Italia, far sì che costituisca unfatto positivo anche dal punto di vista del-l’economia. Va detto che il nostro Paese ègravato di handicap non indifferenti: i pas-sati governi non hanno provveduto anominare funzionari di alto livello nelledirezioni generali della Commissione.L’Italia, quindi, conta di meno nell’elabo-razione di leggi e norme. Ma non è solo unproblema di funzionari: anche per ilParlamento Europeo non vi è stato, daparte dell’Italia, il necessario apporto. Inquesta legislatura,ormai conclusa, soloil 50% dei deputatiitaliani, infatti, è statoeffettivamente pre-sente ai lavori parla-mentari. L’altro 50%no: a causa dei doppiincarichi o perché si èin genere più attrattidalla politica naziona-le che garantisce cer-tamente una visibilitàmolto maggiore. I -noltre, malgrado l’im-pegno dell’attualeGoverno, non è stata ancora rag-giunta quell’indispensabile sinergiafra i vari soggetti istituzionali euro-pei e nazionali e fra le istituzioni e ilsistema dell’associazionismo im-prenditoriale. Sinergia, invece, chealtri Paesi hanno pienamente rag-giunto e che consentirà loro, conl’Europa allargata, di meglio difen-dere – in un contesto europeo – gliinteressi nazionali. Ecco perché èimportante non solo andare a vota-re a giugno per il rinnovo delParlamento Europeo, ma scegliere – attra-verso la preferenza - chi sarà in grado, conpreparazione ed impegno, di affrontare laprossima impegnativa legislatura europeacon 25 Stati. I cittadini, perciò, devonovalutare i programmi e la capacità e com-petenza di chi li dovrà rappresentare”. La tutela dei prodotti d’origine è untema fondamentale. Nel tessile, nellamoda e nella pelletteria le imprese italia-ne – distribuzione e produzione – voglio-no valorizzare al meglio il Made in Italy.“Proprio per questo proponiamo – e il vice-ministro delle Attività Produttive AdolfoUrso lo ha più volte ricordato – di istituireun marchio di qualità per identificare un

prodotto fabbricato in Europa e nello Statodell’Unione Europea dal quale esso ha ori-gine. Ma per meglio combattere il gravefenomeno della contraffazione va impostaanche l’identificazione delle merci che

entrano in Europa. Qui sipone un problema: l’Eu-ropa deve contrastarequei prodotti fabbricaticon il lavoro dei bambini,ed anche quei prodottiche giungono da areedove vengono applicateregole di lavoro tali dacostituire di fatto, per gli

altri paesi, una concorrenza illegittima.Perché è chiaro che da questi paesi dove sisfruttano i lavoratori e i minori arriverannoprodotti a bassissimo costo. Anche la delo-calizzazione è utile per apportare sviluppo,ma non può tramutarsi in una truffa alconsumatore: un’impresa italiana che pro-duce in un paese terzo non può definireitaliani i prodotti fabbricati in quel paese.Già ora importanti società nazionali,proprio per difendere il loro marchio,producono nel resto del mondo conmarchi diversi da quelli utilizzati per iprodotti fabbricati in Italia. Io rivendicoper il futuro dell’economia continentalela difesa delle peculiarità che l’Europa ha

sempre avuto in tema di produzione”.Un argomento importante per il com-mercio e i consumatori è quello dei sal-di. L’orientamento comunitario è aboli-re ogni tipologia di vendita straordina-ria. Ma così, non si rischia soltanto direndere un cattivo servizio al consuma-tore?“Vedo che nel resto d’Europa c’è di fattoun incremento dei periodi in cui si fannosaldi e promozioni. Io credo che debbanoessere stabiliti periodi ben precisi per i saldie che, al di fuori di questi periodi, i beniresidui di vecchi assortimenti possano esse-re venduti con sconti: dove è possibile inaree del punto vendita ben identificabilidal consumatore stesso”.

Onorevole Muscardini, Europa vuoldire anche troppe direttive così inutil-mente minuziose da costituire un’e-spressione di vera e propria ottusitàburocratica.“Guardi, durante i lavori di preparazio-ne della Costituzione europea(Cristiana Muscardini ha fatto parte dellaConvenzione europea incaricata di defini-re la bozza di Trattato n.d.r.) si è volutoproprio richiamare le istituzioni comu-nitarie ad occuparsi soltanto dei pro-blemi che non possono esserecompiutamente risolti dagli Statinazionali. Temi come la lotta alla con-traffazione, la qualità dei prodotti ali-mentari, la tutela della salute devonoavere una griglia di regole europea.Ma, all’interno e nel rispetto di questa

griglia, come vengono definiti i dettagli èun problema del singolo Stato. Solo inquesto modo si può davvero arrivare adapplicare finalmente il principio di sussi-diarietà. Ma con altrettanta chiarezzabisogna dire che Europa non significasolo burocrazia. Per la CommissioneEuropea e i 25 Paesi membri Ue lavora-no 24.000 dipendenti. Molti di meno –ad esempio – dei dipendenti dellaRegione Sicilia che, mi risulta, sarebbero100.000. E spesso è la burocrazia italia-na che appesantisce oltre ogni limite lenorme europee: come è accaduto – e leimprese italiane ben lo sanno – con lasicurezza sul lavoro”.

L’ intervista

Unioneinforma / maggio 2004 11

I CCITTITTADADIINNII

scelganoper l’EEUURROOPPAApassionee competenza

Chi è CristianaMuscardini Laureata in filosofia,giornalista e scrittrice(di recente ha pubblica-

to, per Ulisse Edizioni, “La Destra in Europa”con la prefazione di Gianfranco Fini e “L’Eu-ropa promessa: il cammino della Convenzioneverso un nuovo Trattato”) Cristiana Muscar-dini – che si presenta alle prossime elezionieuropee per Lombardia, Piemonte, Liguria,Valle d’Aosta - è presidente dei deputati diAlleanza Nazionale al Parlamento Europeo evicepresidente del Gruppo “Unione per l’Euro-pa delle Nazioni”. Componente dell’Esecutivopolitico nazionale, Cristiana Muscardini èresponsabile per An delle politiche europee.

L’europarlamentare CCRRIISSTTIANA MIANA MUUSSCCARARDDIINNIIPresenza, impegno, sinergia

fra le istituzioni: l’Italiadeve recuperare il tempo

perduto. A maggior ragione oggi con un’UnioneEuropea più grande

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Iniziative

12 Unioneinforma / maggio 2004

� Locandine in cinque differentisoggetti: vino, gelato, cozze, pani-no, primo o secondo piatto conun effetto d’impatto (vedi foto)per una sensibilizzazione imme-diata. Locandine che verrannodistribuite in ristoranti, bar enegozi di Milano. Un testimonialnoto al grande pubblico – il gior-nalista televisivo Alessandro Cec-chi Paone – alla conferenza stam-pa di presentazionedell’iniziativa (previ-sta il 18 maggio). E’il progetto “Fumocontro gusto”, unacampagna promossain partnership dallasezione milanese del-la Lega italiana contro i tumori,Epam (l’Associazione milanese deipubblici esercizi) e Fipe (la Fe-derazione nazionale) ed AssofoodMilano (il polo del dettaglio ali-mentare).La campagna “Fumo controgusto” ha, per l’appunto, come te-ma l’interazione tra fumo e gusto:il fumo altera i sapori e la loropercezione. Collaborando allacampagna gli operatori dei pub-blici esercizi e del commercio ali-mentare intendono dimostrareattenzione verso i consumatori. Il problema del fumo – sia attivosia passivo – è oggetto di forte in-teresse sotto più punti di vista: lasensibilizzazione sui danni che ilfumo arreca alla salute, la tuteladei non fumatori, i metodi per

poter smettere. Dal prossimoanno le regole cambieranno –come è già noto – anche nei lo-cali pubblici con il divieto difumo o la predisposizione di areeseparate per i fumatori. La sezio-ne milanese della Lega italianaper la lotta contro i tumori operada diverso tempo per sensibiliz-zare la popolazione sul problemadel fumo. Attraverso un’efficacesensibilizzazione è possibile per-mettere a chiunque di agire attiva-mente per modificare un propriocomportamento.Ed è in quest’ottica che nasce lacampagna “Fumo contro gusto” ilcui obiettivo è proprio quello d’in-durre ad una riflessione e ad un’at-tenzione nei confronti del proble-

ma del fumo. La campagna preve-de anche la collocazione – negliesercizi coinvolti – assieme allalocandina, di un contenitore dabanco con i bollettini di contocorrente postale per i contributialla sezione milanese della Legaitaliana per la lotta contro i tumo-ri, e di una presentazione dell’ini-ziativa con la spiegazione dell’in-terazione tra fumo e gusto.

Epam, Fipe ed AssofoodMilanoin partnershipcon la sezionemilanese dellaLega italiana per la lotta contro i tumori

La campagna “FFUUMMOO contro GGUUSTSTOO”

Il fumo altera i sapori e la loro percezione:

immagini con impattoimmediato

nei pubblici esercizie negozi alimentari

milanesi

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Credito

Unioneinforma / maggio 2004 13

� Il nuovo accordo di Basileasui requisiti patrimoniali dellebanche - comunemente notocome “Basilea 2” - è un’intesa, invia di elaborazione, tra i paesifinanziariamente più evoluti edè relativo alla regolamentazionedei sistemi finanziari. Il nuovoaccordo (che sostituirà il prece-dente del 1988) introdurrà rile-vanti novità in termini direquisiti patrimoniali delleimprese creditizie attraver-so controlli interni dellebanche, supervisione degliorgani di vigilanza, disci-plina del mercato.L’impatto delle no-vità di Basilea 2sull’attività ban-caria sarà no-tevole e, so-prattutto,c o m p o r -terà radi-cali cam-biament inel rap-porto ban-ca-impresa, con possibil i re-

strizioni per l’accesso alcredito delle piccole emedie imprese.

Il nuovo ac-cordo di Ba-silea 2 entre-rà in vigoresolo nel 2007,

ma gli istituti di credito ini-

zieranno molto prima ad in-trodurre importanti modifiche(in senso restrittivo) sul piano

operativo.Fidicomet, la cooperativafidi dell’Unione di Mi-lano (nella foto il presi-dente Dino Abbascià) or-ganizzerà prossimamenteuna giornata di studioaperta a tutti gli associati

Unione per introdurre il proble-ma e per discutere, insieme adesponenti bancari, professionistied imprenditori, delle incom-benti difficoltà di accesso alcanale bancario.

preparaun convegno

su BBASASIILEA 2LEA 2

Pmi e accesso ai finanziamenti bancari

Nel prossimo numero di UnioneInforma

riporteremoil programma

dettagliatodell’evento

- AVETE APPENA APERTO/AMPLIATO UN’ATTIVITA’?

- NON AVETE ANCORA ADEMPIUTO A TUTTI GLI OBBLIGHI PREVISTI DALLE LEGGI SULLA SICUREZZA E/O SULL’IGIENE DEGLI ALIMENTI?

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ENTE

PER LA PROMOZIONE

E LO SVILUPPO

DI COMMERCIO

TURISMO E SERVIZI

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Credito

14 Unioneinforma / maggio 2004

� Le piccole imprese milanesiscelgono in media di avere quasitre banche; le medie imprese piùdi sei. La banca si sceglie perché siconosce il management (per il65% delle piccole e per il 58%delle medie imprese), per il tasso(57% per le piccole imprese e 41%per le medie) e la bassa richiestadi garanzie (51% per le picco-le imprese e 41% per lemedie). Si è soddisfattise la banca è vicina(75% per le piccoleimprese, 60% per lemedie), se il personale èdisponibile (62% sia perle piccole che per lemedie imprese), se i ser-vizi hanno costi conte-nuti (54% per le piccoleimprese, 37% per le me-die). Ma si vorrebbe dipiù su: diversificazionedei prodotti (89% per lepiccole imprese, 85%per le medie), velocitànel servizio (72% per lepiccole imprese, 77%per le medie), comprensione deibisogni dell’impresa (73% per lepiccole imprese, 79% per le me-die). Contano soprattutto le ga-ranzie per avere un credito (93%per le piccole imprese e 81% perle medie imprese). Questi orientamenti emergono daun’elaborazione della Camera dicommercio di Milano su dati dal-l’indagine “Il comportamentofinanziario delle piccole e medieimprese” realizzata su 187 aziendedell’area milanese dall’Osser-vatorio del credito dell’Ente came-rale milanese. Dati illustrati alconvegno organizzato dalla Cciaa:“Finanziare lo sviluppo delle pic-cole e medie imprese: i nuovi sce-nari del credito e le azioni dellaCamera di commercio di Milano”. Arrivano nuovi finanziamenti per le

imprese milanesi: quasi 2 milioni dieuro distribuiti in quattro nuovibandi. Il totale dell’impegno dellaCamera di commer-cio per l’accesso alcredito delle piccoleimprese raggiungecosì i 5 milioni di

euro l’anno.“Occorre che lebanche finanzino

le ‘idee’ imprenditoriali - ha dettoCarlo Sangalli, presidente dell’U-nione e della Camera di com-mercio di Milano - E’ difficilepensare ad un accesso al credito basato prevalentemente sulle ga-ranzie reali: in particolare in una

situazione economica che vedecome protagonisti delle nuoveimprese con giovani che sonoanche spesso alla ricerca di casaper mettere su famiglia. Certo,c’è Basilea Due che richiede unosforzo complessivo: moderizza-zione del sistema bancario, cre-scita della cultura finanziaria

anche nelle piccole imprese, tra-sparenza ed investimenti delleistituzioni per lo sviluppo. ComeCamera di commercio, per que-sto motivo, abbiamo intensifica-to i contributi diretti alle impre-se che raggiungono i 5 milioni dieuro”.

CAMERA di COMMERCIOdi MilanoFFIINNANANZZIAMIAMEENTINTI alle pmi

I NUOVI BBANANDDIIFinanza straordinaria. 400.000 euro alle piccole emedie imprese della provincia di Milano per soste-nere le operazioni di finanza straordinaria mirate

alla qualificazione della struttura finanzia-ria delle imprese. Riguarda il consoli-

damento delle passività banca-rie a breve termine.Scadenza del bando: 15 ottobre.

Patrimonializzazione aziendale.400.000 euro alle piccole e medieimprese della provincia di Milanoper sostenere le operazioni dipatrimonializzazione aziendale.Riguarda: aumento di capitalesociale; emissione di prestitoobbligazionario convertibile; ver-samento soci in conto capitale.Scadenza del bando: 31 gennaio2005.

Check up. 100.000 euro alle pic-cole e medie imprese della pro-vincia di Milano per promuoverela realizzazione di percorsi dianalisi economico-finanziaria.Riguarda: spese sostenute per ilcheck up finanziario. Scadenza

del bando: 1 novembre.

Investimenti. 1.000.000 di euro alle piccole e medieimprese della provincia di Milanoper l’agevolazione dell’accesso alcredito e la realizzazione di pro-grammi di investimenti. Riguarda:acquisto, rinnovo di immobili,impianti, attrezzature; acquisizionedi aziende, marchi e brevetti.Scadenza del bando: 31 dicembre.

A CHI RIVOLGERSISportello delle agevolazioni

e del credito Unione (presso Fidicomet),

tel. 02.7630021.

Cciaa, Servizio promozione dell’innovazione e del credito.

tel. 02.8515.4933/4521.

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Il commercio “racconta” MilanoIniziativa realizzata in collaborazione con il Centro per la cultura d’impresa

Bar Lisi Trattoria Devoti

Se le attività commerciali sono in un certo qual modo lo “specchio” di unacittà e della sua evoluzione, ciò è tanto più vero se si prendono in conside-razione gli esercizi legati alla ristorazione; questi più di altri testimoniano

infatti delle trasformazioni nelle abitudini, nei comportamenti e nei costumi dei suoiabitanti.Un caso in questo senso esemplare sono le tre trattorie aperte a Milano daDomenico Lisi nei suoi quarant’anni di attività, ricostruendo la storia delle quali èpossibile ripercorrere anche le linee evolutive di una delle periferie del capoluogolombardo, di quell’area denominata “Bettolina” che si estende alle spalle delloscalo Romana tra via Ripamonti e corso Lodi.Come ci spiegano le figlie Bruna e Antonia e il nipote Domenico, che condividecon il nonno il nome, è qui infatti che Domenico approdò, proveniente da Trani,nel corso dell’anno 1926. All’età di ventidue anni, assieme alla moglie Vincenza,di soli tre anni più giovane, aveva deciso di vendere gli appezzamenti di terra che

aveva ereditato in Puglia, di abbandonare un’attività conta-dina dura e poco remunerativa, per trasferirsi a Milano doveavrebbe potuto godere dell’aiuto offertogli da uno zio chegià gestiva alcuni punti di ristoro in zona Porta Romana. Proprio da questo zio Domenico rilevò il suo primo locale,un “trani” [così erano soprannominate le trattorie popolarigestite da pugliesi] situato in via Riva di Trento all’angolocon via Bessarione, in un’area allora scarsamente popola-ta, ma caratterizzata per contro dalla presenza di numerosiinsediamenti industriali: “tutta la via Oglio era Motomec-canica; in fondo c’era la Grossi; poi c’era un mollificio; poiqui, in questa via qui, scorreva il fosso, la fogna, che davanel Redefossi. La via Romilli era fogna, non era coperta,c’era un ponticello che andava giù nei prati, nel fondo; maanche là in fondo c’erano le fabbriche: c’era una fonderia,c’era un bambolificio... il bambolificio era qui sull’angolo, quidi fronte; una vetreria... e c’erano le Valda, quelli che face-vano le pastiglie Valda”.

Domenico aveva deciso di abbandonare l’attività agricola conscio del fatto che laterra del Meridione era particolarmente impegnativa, come ci racconta Bruna, “perpiantare una vite bisognava scavare... per trovare l’acqua bisognava scavare unpaio di metri. E lì la terra è piena di sassi. E poi con la vite, con le piante di ulivo,così... non si poteva passare col trattore; bisognava tirar fuori i sassi e portarli fuori aspalla, con l’asinello, col basto”; non per questo gli mancavano però le conoscenze

in materia: conosceva i metodi di coltivazione della vite e le suevarietà, aveva imparato a produrre il vino che rivendeva poi local-mente e soprattutto conosceva quelli che erano gli altri produttoridella sua regione. Una volta giunto a Milano mise a frutto le suecognizioni, avviando appunto il suo locale che alla cucina dellamoglie affiancava la vendita di vini pugliesi.Ogni anno Domenico si recava in Puglia, “andava a Squinzano, aManduria, ad Acquaviva delle Fonti, a Trani” e lì comprava il vinoancora sulla vite, “i famosi Panaroni, i Freisa, i Manduria... vini didiciassette, diciotto gradi che qui erano sconosciuti”. Dopodichéorganizzava la spedizione di un vagone ferroviario che una voltagiunto allo scalo Romana veniva caricato su di un carro e “quandoarrivava quel carro là coi buoi era festa per i bambini, tutti sul treno...poi il mio papà prendeva una damigiana, la mettevano in mezzo alnegozio e offriva da bere ai clienti... perché bastava per un anno,quel treno lì. Poi c’era quello da imbottigliare... poi andava giù alle

CXXXIII

Bruna Lisi nel suobar, ritratta conalcuni clienti

Domenico Lisi, sua moglieVincenza e, in basso, Antonia,ritratti nei primi anni ’30 pressoil bancone del bar del “trani”

Prima comunione di Bruna eAntonia Lisi alla fine degli anni ’30

Arrivo del vinodalla Puglianegli anni ’30.Dietro la botte si può scorgerenonno Domenico(a sinistra) e, in basso, le duebimbe: Antoniae Bruna

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quattro del mattino”. L’attività di Domenico, che coinvolgeva peraltro tutta la famiglia, dalla moglie alle duefiglie che, terminata la scuola, aiutavano i genitori in trattoria, era fatta di levatacce e duro lavoro a mezzogior-no e a sera. A pranzo infatti il locale “si riempiva, pieno pieno... c’era un sacco di gente che veniva a mezzo-giorno; quando suonava il fischio, alle dodici meno cinque, uscivano tutti dalle fabbriche, e noi eravamo prontiper i primi. C’era chi portava la schiscetta, che se la metteva sulla stufa per tenerla calda per quando usciva-no... e noi avevamo tutto apparecchiato, qui.. poi il secondo turno: suonava ancora il fischio... uscivano questie venivano gli altri; allora veniva qualche impiegato... erano due turni così, in mezz’ora, tre quarti d’ora al mas-simo. E mio papà... una ciotola di legno e prima che finissero di mangiare facevamo il giro per i tavoli per rac-cogliere i soldi, per prendere gli incassi. Perché non si poteva aspettarli, non c’erano le casse, dovevamoaspettarli man mano che uscivano e pagavano... e andavano svelti. Dopo, cominciava un lavoro massacran-te, perché alla mattina avevamo il tempo per apparecchiare; poi bisognava ripulire... allora non c’era la lava-stoviglie, non c’era... i piatti bisognava lavarli svelti a mano, di quei mucchi di piatti che quasi erano più alti dime”.La stessa scena, con qualche variante, si ripeteva molto simile ogni sera poiché “non c’era la televisione, allo-ra tornavano tutti giù, a giocare alle carte; e magari per due o tre tavoli si stava lì fino a mezzanotte, l’una, per-ché non volevano mai andare a dormire. Qualcuno era pensionato, ma anche quelli giovani venivano... ilsabato e la domenica venivano giù con le mogli; e non c’erano macchine, non c’era la televisione, e lo spas-so era qua. E allora si cercava di rendere... per esempio, la domenica, magari si friggeva il pesce, mangiava-no salamine in mezzo al pane, mangiavano le spagnolette... d’inverno c’erano le caldarroste, d’estate man-

giavano l’anguria, passava quello che... si divertivano qui,ecco. Poi c’erano gli ambulanti che venivano dentro con lafisarmonica e cantavano; qualcuno ballava…”.Accanto alla ristorazione Domenico affiancava intanto anchel’attività di vendita diretta di vino sia nei locali di via Riva diTrento, sia attraverso un sistema di consegne a domicilioeffettuate per mezzo di un furgoncino a pedali, con il qualebatteva tutta la periferia nord-est di Milano, spingendosi fino aChiaravalle e nelle zone limitrofe. Questo fino alla fine degli anni ’30; successivamente, con loscoppio della Seconda Guerra Mondiale, le cose cambiarononotevolmente anche perché nei primi anni ’40 la zona fu sog-getta a pesanti bombardamenti in quanto la Motomeccanica

era impegnata nelle produzioni belliche. La trattoria Lisi non subì gravi danni, più volte le saraci-nesche vennero divelte dagli spostamenti d’aria provocati dalle bombe, ma l’edificio non vennemai colpito direttamente. Anche se essere i gestori di una trattoria garantiva una certa libertà dimovimento e la possibilità di ottenere più facilmente buoni per il pane e la carne, l’attività nerisentì comunque notevolmente, sia per le difficoltà di approvvigionamento, sia per il calo dellepresenze.Il danno più grave fu tuttavia costituito dalla svalutazione. Come ricorda Bruna, quando lei, suamadre e sua sorella sfollarono a Secugnago, nel basso Lodigiano, le trecentomila lire messe daparte da suo padre “stavano in una borsettina, le aveva cucite dentro, mia mamma... aveva fattouna tracolla; l’avevamo sempre io e mia sorella, che eravamo piccoline: ‘Non lasciatela, eh: por-tatela sempre con voi...’; andavamo a dormire con la borsa! E andavamo in giro con questa bor-setta dentro, sotto i vestiti; avevamo sempre questa borsettina... poi non è servita più a niente, emio papà ha dovuto ricominciare daccapo”.Con quelle trecentomila lire, che prima della guerra costituivano un discreto risparmio, Domenicopoté comprarci solo qualche nuova botte per riprendere il suo commercio di vini; attività che nelfrattempo, per via dell’interruzione delle comunicazioni con il Sud Italia verificatasi negli ultimi anni

di guerra, si era estesa anche a Tonco d’Asti, dove i Lisi avevano cominciato a rifor-nirsi di vini della zona. Ad ogni modo, con la ripresa dell’attività produttiva nelle fab-briche circostanti e con il forte afflusso di operai edili impegnati nei lavori di ricostru-zione, anche la trattoria riprese a lavorare ad un discreto ritmo, tanto che nei primianni ’50 Domenico fu in grado di acquistare, sempre nella stessa zona, due nuovilocali per le sue figlie, uno in viale Ortles e un altro in via Ripamonti, (di cui si parlanella seconda parte di questo articolo), dove Bruna e Antonia proseguirono l’attivitàpaterna affiancando la mescita di vino alla cucina.In viale Ortles, via di parcheggio per i camion che entravano in città, come ci spiegasempre Bruna, era lei stessa a preparare i pranzi e le cene, anche dopo essersisposata, quando era in attesa di suo figlio Valerio: “siccome c’era tanto parcheggio,in viale Ortles, e noi lavoravamo come trattoria anche là... a sette mesi lavoravo innegozio, e poi avanti e indietro coi piatti; e poi fuori c’era il giardino grande... c’èancora. Adesso hanno fatto una specie di night, non so... e c’erano i sassolini, fuori;io, con le sedie pieghevoli che portavamo dentro e fuori... la domenica bisognavafare i salamini cotti, il pesce fritto... perché d’estate venivano tutti là... mio marito...ah, beh, ci siamo sposati... mio marito ha messo tutti i lampioncini negli alberi... eraun bell’ambiente. E di giorno si lavorava coi camionisti, perché avevamo vicino i

CXXXIV

Il nonno Domenicoa Trani

Domenico Devoti sulla spiaggia di Varazze nel 1954

La mamma di Domenico, Antonia, al bancone del bar della trattoria negli anni ’60

Scorciodi via Ripamontinel 1938

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due depositi di benzina, e ce n’era, di camionisti; anche lì, c’era da fare da mangiare. Delle sgob-bate... io, guardi... bisogna provare...”.Successivamente, una volta nato Valerio, la cucina fu data per alcuni anni in gerenza a dei cuo-chi toscani: passaggio, questo, che ha caratterizzato per un certo periodo tutti e tre i locali deiLisi. Nel corso degli anni ’60 la trattoria fu però ceduta per una serie di motivi: innanzitutto la deci-sione di Domenico di ritirarsi, di risistemare la casa di Trani e di passare più tempo nella sua cittànatale. E, secondariamente, la trasformazione della via Ortles che vide un progressivo allarga-mento dell’area destinata a dormitorio pubblico.Bruna e suo marito decisero dunque di sostituire Domenico e la moglie nella trattoria di via Rivadi Trento che nel frattempo era stata data anch’essa in gerenza a cuochi toscani. Qui l’attivitàcontinuò sulla linea fino a quel momento seguita: Domenico continuò ad occuparsi del reperi-mento del vino, anche se con la progressiva professionalizzazione del settore questo ramo del-l’attività andò via via scemando, Bruna si impegnò nella gestione della trattoria, mentre suo mari-

to si occupava degli approvvigionamenti.Nel corso degli anni ’70 il locale si trasformò paral-lelamente alla zona circostante, l’affermarsi dellemense aziendali prima e la progressiva deindu-strializzazione poi portarono infatti i Lisi alla decisio-ne di sacrificare parte dello spazio dedicato allaristorazione per aprire un’area ludica, ove fu postoun tavolo da biliardo. Successivamente optaronoper la definitiva chiusura della cucina e per l’apertu-ra di una gelateria, nel 1982: “il gelato lo facevamio figlio... lo faceva molto buono; eravamo nomi-nati, in zona, perché lo faceva molto buono.Abbiamo ancora qualche attrezzatura... abbiamovenduto l’anno scorso le macchine. Le abbiamotenute lì, perché chissà, mah, vediamo... e invecedopo ci siamo decisi. Nel frattempo è morto mio

marito; e anche per quello abbiamo levato anche la gelateria,perché poi siamo rimasti io e lui”. Attualmente il Bar Lisi, che mantiene sempre il suo popolatotavolo da biliardo, è gestito da Valerio coadiuvato dalla moglie eda Bruna, “qualche volta c’è mia nuora perché c’è la bambinaadesso, ma, sennò, io vengo giù alle cinque e mezza, metto aposto le brioche, preparo... perché abito qui di sopra. E poi vienegiù lui, e sta fino alle otto di sera, e chiudiamo. Adesso è un po’più vivibile”.

Domenico Devoti, che condivide con suo nonno non solo ilnome, ma anche la passione per il vino di qualità, ricordala sua infanzia passata tra i tavoli della trattoria che pro-

prio suo nonno, Domenico Lisi, aveva aperto nel 1950 all’inizio divia Ripamonti, all’angolo con via Serio, poco dopo il cavalcaviache supera lo scalo Romana.Domenico ricorda molto bene anche di quando, da bambino, sirecava dal nonno in via Riva di Trento, dove era situato il primo“trani” aperto da quest’ultimo nel 1926, per aiutarlo in cantina adimbottigliare il vino arrivato dalla Puglia: “il vino arrivava tutto lì.Poi le botti andavano tutte lavate con lo zolfo; si infilavano i can-delotti di zolfo dentro, per evitare che si formassero animali ocomunque la muffa... poi si dovevano lavare con l’acqua, risciac-quare, e si lasciavano... sotto, c’erano delle travi: le botti e lemezze botti venivano tirate giù a mano, fatte rotolare... si facevacosì, si sbattevano... erano botti da cento quintali! Si facevanorotolare e si mettevano... nel centro delle cantine c’erano deipozzi perdenti: Si sciacquavano, si pulivano e poi si metteva lozolfo, e poi quando erano pronte c’erano quei tappi... e si riempi-vano per far maturare il vino per tre/quattro mesi, dipendeva dalvino. Dopo di che bisognava ogni volta andare a rabboccare,perché il vino non deve mai prendere aria, deve essere semprerasente al tappo: quindi, con la famosa quartara [tipo di damigia-na], dovevi andare con l’imbuto a rasare tutte le botti con il vinoda rasatura, che era un altro vino. Io vivevo con mio nonno; dabambino andavo giù: lui imbottigliava, io mettevo i tappi e le eti-chette... le etichettavo io. Il nostro vino l’abbiamo sempre imbotti-

Il commercio “racconta” MilanoIniziativa realizzata in collaborazione con il Centro per la cultura d’impresa

Antonia Lisi ritrattaall’entrata dellatrattoria negli anni ‘60

La squadra di calciodel bar Devoti negli anni ’50

La trattoria Devoti negli anni ’80, prima della ristrutturazione e dell’ampliamento

Scorcio della saletta attigua al bancone della trattoria Devoti negli anni ’80

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CXXXVI

Il commercio “racconta” MilanoIniziativa realizzata in collaborazione con il Centro per la cultura d’impresa

gliato e venduto noi, era tutto nostro”.Quando Domenico Lisi scelse per la sua seconda figlia,Antonia, di acquistare il locale in via Ripamonti, in quella zona c’era poco o nulla: la ferrovia, i campi,una pompa di benzina, un chiosco di fiorista e il casello daziale, che in seguito fu trasferito aNoverasco. La zona, però, aveva buone prospettive di sviluppo e questo Domenico, che nel corsodegli anni aveva aiutato molti suoi parenti e conoscenti a trovare delle locazioni a Milano, lo intuì. Dilì a pochi anni infatti “hanno costruito la Pirelli, poi hanno fatto la Om, poi hanno costruito la DeAngeli, poi il biochimico... è diventato un polo industriale... C’era qualcosa come sette/ottomila perso-ne”, per le quali Antonia prima con l’aiuto dei familiari, poi con quello del marito, Giuseppe Devoti,preparava il pranzo e la cena: “tovaglie di plastica, via uno sotto l’altro, operai... non c’erano mense,non c’erano i ticket, non c’era niente. Chi voleva mangiare, era così: si metteva in coda... il locale eramolto più piccolo”. Anche Antonia, come sua sorella Bruna, ci racconta di una vita passata tra lacucina e il bancone, trecentosessantacinque giorni all’anno, o quasi, con poco tempo per qualunqueoccasione di svago o distrazione; il fatto stesso che entrambe si siano sposate con un loro rispettivocliente lo sta a testimoniare: Giuseppe era arrivato poco prima della Seconda Guerra Mondiale aMilano dal Pavese, per lavorare con suo fratello nella gestione di una rivendita di formaggi in unmercato comunale vicino a via Ripamonti, e andava a mangiare nella trattoria della famiglia Lisi.Fino alla metà degli anni ’70 il locale mantenne la sua impostazione originaria di vecchio “trani” dovesi giocava a carte e si chiacchierava per tirare mezzogiorno e consumare i pasti preparati dai cuochitoscani, cui nel frattempo era stata data in gerenza la cucina; scelta quest’ultima che accomunò tuttee tre le trattorie della famiglia Lisi. Le cose cominciarono, però, a mutare quando iniziò ad occuparsidell’attività di famiglia Domenico che si era diplomato in elettrotecnica al Feltrinelli e aveva comincia-to a seguire alcuni corsi alla Bocconi. Come lui stesso ci racconta “arriva però un certo punto in cuibisogna cominciare a lavorare. Dovevo sposarmi e ho cominciato a lavorare part-time con mio

padre. Già lavoravo in un american bar in fondo alla Ripamonti, andavo a fare il ‘pr’ allaTerrazza Martini, facevo il ‘pr’ in un american bar in via Senato”.Nel 1976 decise dunque di gestire stabilmente l’attività di famiglia, che fu a lui intestata, dandoil via l’anno successivo alla ristrutturazione e all’ampliamento del locale. Fu acquistato unprimo vano adiacente e cinque anni più tardi fu comperato un ulteriore spazio, la porzione dilocale che oggi si affaccia sulla via Serio. Nel frattempo, però, fu necessario modificare quellache era stata fino ad allora l’impostazione data alla trattoria, anche perché la zona stessa eracambiata, la vecchia “Bettolina” operaia andava scomparendo; ricorda sempre Domenico: “laPirelli ha chiuso, l’Om ha chiuso, il biochimico ha chiuso, la De Angeli ha chiuso... dall’82 all’84siamo stati un pochino in sofferenza perché per le aziende c’è stata una forte crisi e c’è statauna forte carenza di persone e di movimento”. A quel punto Domenico si vide costretto, per laprima volta da quando il locale era sorto, a doversi impegnare in prima persona per procac-ciarsi la clientela, andando presso i vari circoli della zona, diminuendo il lavoro serale, tenendoaperto solo un paio di sere a settimana per organizzare le cene sociali dei vari circoli di caccia-tori e pescatori che era riuscito a contattare. Allo stesso tempo si modificarono anche lemodalità con le quali veniva servito il pranzo, Domenico stesso andò a visitare tutti i self-servi-ce nati negli ultimi tempi. I dintorni di via Ripamonti cambiarono radicalmente nel giro di qual-che anno, le fabbriche lasciarono il posto a nuovi uffici che si insediarono nelle vecchie areeindustriali e la zona pian piano si rivalutò, come ci spiegano Domenico e Antonia “sono arriva-te parecchie società, aziende, banche”. Tutto ciò ha permesso alla trattoria Devoti un’ulteriorediversificazione dei servizi offerti nel campo del catering: “praticamente è stata una società far-

maceutica americana, poi la cosa si è allargata ad altre aziende... Perché le aziende cosa fanno?Fanno una riunione, venti/trenta persone... poi li devi raggruppare e portare al ristorante... se c’è ilristorante in zona che ha venticinque/trenta posti. Pigliare le macchine, andare al ristorante... tornare

indietro, rimettersi in riunione... c’è una dispersione di tempo... Quindi mi sono orga-nizzato: noi facciamo tutte le vaschette, tutte le macedonie da asporto; facciamo tuttauna serie di prodotti specifici”. In realtà Domenico ci confessa che i margini non sonocosì alti come a prima vista si potrebbe pensare, per via dei costi in termini di organiz-zazione e personale che la gestione di un servizio di catering comporta; proprio inquesto una pluridecennale esperienza torna utile, poiché diviene fondamentale saper-si rifornire di materie prime di qualità a prezzi relativamente contenuti: “fare delleacquisizioni, comprare e saper comprare. Infatti mi è rimasto un po’ il pallino del miononno, i vini: io compro i vini, faccio stoccaggio di vini di fine serie: le aziende mi telefo-nano, e compro. Io ho dei vini... dal Sassicaia - ce li ho tutti: Biondi e Santi, Antinori...ho tutte le riserve. E vendo molto quando riesco a farlo”.Negli ultimi tempi, dopo un periodo di alcuni anni in cui l’attività della cucina si erainterrotta e al catering veniva affiancato solo il bar, la trattoria Devoti ha ricominciato,

grazie alla moglie di Domenico, ad accogliere i clienti della zona: “ha ripreso lei, a far da mangiare”. Recentissima è la decisione di acquisire un’altra porzione di locale dove Domenico vorrebbe riper-correre a ritroso la vicende qui descritte, dando vita ad un’enoteca ove poter mettere pienamente afrutto le conoscenze tramandategli dal nonno.

Fabio Lavista(Interviste realizzate in collaborazione con Sara Talli Nencioni)

Etichette dei vini importati dalla Puglia e imbottigliati dal nonno, Domenico Lisi

Cartoncino promozionaledi sconto su un quarto di vinoda consumarsi all’ora di pranzo nel locale del nonno Domenicoin via Riva di Trento

Il nonno, Domenico Lisi,a Trani, negli anni ’30

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� La competitività delle imprese, di unsistema-Paese, è tanto maggiore se si dàvero impulso ad una risorsa essenziale: ilcapitale umano. Nel corso degli ultimianni l’Unione Europea ha più volte riaf-fermato l’importanza del capitale umanoper sostenere l’occupazione e la crescitaeconomico-sociale. Mario Mauro, euro-parlamentare, vicepresidente dellaCommissione cultura e istruzione delParlamento Europeo, segue con attenzio-ne questo tema (ora oggetto di approfon-dimento anche in una sua pubblicazionein preparazione). “Come risulta dallarelazione provvisoria comune Com-missione/Consiglio ‘Istruzione e forma-zione 2010’, adottata il 26 febbraio diquest’anno dai ministri della Pubblicaistruzione dell’Unione allargata – spiega –non si può sviluppare l’economia néfare politica sociale se non si disponedi un capitale umano capace di inve-stire, di portare avanti la ricerca e disviluppare l’innovazione”.Mauro, perché credere ed investire nelcapitale umano è così importante?“In uno studio della Banca Mondialesi rileva come le stime suggeriscanoche l’investimento nell’istruzione enella formazione produce tassi di ritor-no agli individui ed alla società com-parabili all’investimento nel capitalefisico. Non solo: una previsione per ipaesi Ocse indica che un anno addi-zionale di risultato scolastico medioaumenta la crescita economica di circail 5% immediatamente e di un ulterio-re 2,5% nel lungo periodo. L’Ocse haanche riscontrato che al miglioramen-to del capitale umano ha fatto riscon-tro mezzo punto percentuale o più dicrescita annuale in diversi paesi Uedurante gli anni Novanta rispetto aldecennio precedente”.Che obiettivi si è posta l’Europa permigliorare i sistemi d’istruzione eformazione?“L’Unione Europea ha adottato alcunelinee di riferimento concrete da realizzareentro il 2010. Tra le urgenze individuatevi sono, ad esempio, quella di ridurre adun massimo del 10% il tasso medio digiovani che lasciano la scuola prima deltempo stabilito e quella di ottenere chealmeno l’85% dei giovani porti a terminela scuola superiore. Ma una priorità indi-cata è anche quella di elevare il tassomedio di partecipazione all’istruzione ealla formazione lungo tutta la vita, alme-no al 12,5% della popolazione adulta in

età lavorativa. L’impegno è, dunque,quello di conseguire un miglioramentoprogressivo e rapido dei nostri sistemi diformazione ed istruzione”.Come valuta questo sforzo?“Denota un certo coraggio, se si conside-ra che i ministri europei dell’Istruzionehanno per la prima volta accettato diessere sottoposti a criteri di riferimento diqualità che potrebbero in qualche misuracompromettere il controllo diretto dellarendita politica dei sistemi d’istruzione.La strada intrapresa ridà infatti fiato, per

consentire un rapido raggiungimento deirisultati, a ipotesi normative che sorreg-gono il principio di libertà di educazione.Generare, per esempio, strumenti quali i‘voucher’ applicati con successo da alcu-ne regioni italiane, significa contribuire aquel circolo virtuoso che, in definitiva,consente una resa maggiore e più efficacedegli investimenti effettuati”.Mauro, è ancora lungo il cammino dapercorrere per raggiungere gli obiettiviche l’Europa si è prefissata?“A livello di sviluppo non c’è dubbio che

rimangano difficoltàalle quali occorre rime-diare con urgenza. Lacrescita europea èrimasta debole negliultimi tre anni: nel2003 è restato immuta-to il Pil pro capite Ueche rappresenta il 72%di quello degli StatiUniti. In Europa, que-st’anno, il tasso didisoccupazione do-vrebbe salire legger-mente (fino all’8,2%)prima di avviare unadiscesa negli anni suc-cessivi”.C’è un deficit di com-petitività…“I paesi dell’UnioneEuropea devono accre-scere la loro produtti-vità, ma proprio nelcampo dell’istruzione eformazione gli investi-menti restano insuffi-cienti. Se la spesa pub-

blica per istruzione in rapporto al Pil èparagonabile a quella degli Usa, il livellodegli investimenti privati è nettamenteinferiore. E’ essenziale che gli investimen-ti nel capitale umano ad opera dei datoridi lavoro aumentino. Agli imprenditoriva garantita un’equa condivisione deicosti e dei benefici tra di essi, medianteuna combinazione di sistemi obbligatorie volontari come, ad esempio: fondi set-toriali o regionali per la formazione eanche altre misure quali i crediti d’impo-sta e i servizi di sostegno”.

L’ intervista

Unioneinforma / maggio 2004 19

Chi èChi èMARMARIIOO

MAMAUURROO

Eletto nel 1999al Parlamento

diStrasburgoperForza Italia,MarioMauro (foto) si rican-dida alle prossime elezioni europee. Nato a SanGiovanniRotondo (Foggia) nel 1961, sposato con due figli, Maurovive da diverso tempo a Milano dove ha compiuto glistudi universitari. Mauro si è sempre impegnato perattuare una reale parità nell’istruzione scolastica ed èstato protagonista della battaglia che, nel 1997, le asso-ciazioni del mondo della scuola hanno condotto controle ipotesi di riforma del sistema educativo dell’alloraministro Luigi Berlinguer. Nel ’97Mauro viene nominato,da parte della Conferenza Episcopale Italiana, nelConsiglio nazionale della scuola cattolica. Dal 1998Mauro è presidente della Federazione Compagnia delleOpere Non Profit e membro del Consiglio nazionale delForum del Terzo settore. Responsabile nazionale delDipartimento scuola, università e ricerca di Forza Italia,Mauro è vicecoordinatore regionale lombardo.Attento al ruolo della piccola e media imprenditoria,Mario Mauro è favorevole ad un mercato il più apertopossibile, ma con regole chiare e uguali per tutti.

CAPCAPITITALEALE

UUMANMANOO

la scommessa di crescitadell’Europa

MARMARIIO MAO MAUURROO, vicepresidente della Commissionecultura e istruzione del Parlamento Europeo

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Panorama

20 Unioneinforma / maggio 2004

Il centro festeggiai 50 anni della GiuliettaAlfa RomeoIn occasione dei 50 anni della Giu-lietta, Alfa Romeo e Unione promuo-vono – dal 15 maggio al 20 giugno –una serie di manifestazioni celebrativedella prestigiosa automobile. Le inizia-tive coinvolgeranno alcune delle asso-ciazioni di via del centro di Milano perl’allestimento delle vetrine dei negozicon un particolare richiamo all’evento.Le associazioni interessate sono:Montenapoleone (presidente ClaudiaBuccellati); Ascov (corso Vittorio Ema-nuele, angolo Camposanto, piazza SanCarlo – presidente Maurizio Di Rienzo);Salotto di Milano (Galleria Ottagono –presidente Rossana Galli); Asopec(corso Garibaldi – presidente GiovannaBucco); Ascoduomo (piazza del Duomo– presidente Prisco).

“Florea” in corsoBuenos AiresSi svolge domenica 16 maggio. ConFlorea - manifestazione organizzatada Ascobaires (presidente RobertoBalsamo) – vengono creati tappeti flo-reali lungo corso Buenos Aires. Nel-l’iniziativa sono coinvolti, con i com-mercianti, gli alunni delle scuole ele-mentari della Zona 3 che partecipanoal momento della posa dei petali suiteli disegnati. E’ previsto, inoltre, uno spettacolo di ballo.

“Brerasu acquerello”E’ la mostra mercato benefica di acque-relli, in programma domenica 16 mag-gio dalle 10.30 alle 20. E’ un’iniziativache l’Associazione commercianti Brera(presidente Eleonora Scaramucci) orga-

nizza – con il Lions Club MilanoGalleria e la Scuola di acquerelli delmaestro Gorlini – nell’ambito dell’or-mai tradizionale manifestazione“Passeggiare a Brera la terza domenicadel mese”. Il ricavato della mostra mer-cato di acquerelli è destinato ad inizia-tive istituzionali dell’Unione ItalianaCiechi e al Lions Club Milano Galleriaper l’addestramento di cani guida per inon vedenti.

San Siro,iniziativecontro il degradoAsco San Siro (presi-dente Dario Martinal-li), per denunciare lostato di degrado deimarciapiedi del quar-tiere, ha realizzatouna locandina (foto)che documenta, conalcuni esempi, lasituazione di disagio.Promossa anche unaraccolta di firme dainviare agli amministratori pubblici. A fine maggio sono previste nuove iniziative per animare la zona: dal 24 al 29 spettacoli serali ed eventi in viaMorgantini e piazza Selinunte e il 30 la festa in via Ricciarelli.

Via Montegani,presto nuovetende per i negozi

L’Associazione dei commercianti di viaMontegani “Baia del Re” (presidentePaolo Zoboli) ha collaborato con ilComitato cittadini del quartiere Staderaall’organizzazione, ai primi di aprile, diuna manifestazione che ha portatoall’attenzione degli amministratori pub-blici la situazione di disagio del quartie-re per l’annoso problema dell’occupa-zione abusiva degli appartamenti di edi-

lizia popolare. I commer-cianti hanno inoltredeciso di destinare larestante sommadisponibile del pre-mio delle “Olimpiadidel cartone” – già inparte utilizzata per laposa delle fioriere(addobbate per le festività pasquali - fotosopra ) – alla sostituzio-ne delle tende da soledei negozi con nuoviteli bordeaux.

AscorvettoL’Associazione dei com-mercianti di piazza Cor-vetto (presidente Sergio

Bano) ha promosso, il 18 aprile, unafesta che, oltre alla presenza di banca-relle e iniziative d’animazione, ha vistouna “simulazione” della battaglia di Wa-terloo e una caccia al tesoro via sms.

MMIILANLANOO e le ASASSSOOCCIAZIAZ IIOONNII di VIAVIA

Cosasuccedein CCIITTTTAA’’

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Associazioni

Unioneinforma / maggio 2004 21

� Il disegno di legge per la conversionedel decreto legge 72/2004 (il cosiddetto“decreto Urbani”) contro la pirateriaaudiovisiva connessa alla diffusione suinternet di opere protette dal dirittod’autore, in virtù di alcuni emendamen-ti approvati dalla Camera, sta assumen-do connotati “punitivi” inaccettabili, acui Andec, l’Associazione nazionaledegli importatori e distributori di elet-tronica di consumo, intende opporsi. In particolare, la Camera ha approvatouna serie di emendamenti che aggiun-gono al testo originario del decreto leggeulteriori disposizioni estranee alla ratiodel provvedimento perpetuando ladiscutibile abitudine del legislatore ita-liano di “utilizzare” l’iter di appro-vazione di un testo normativo per inse-rirvi norme eterogenee ed incongruenti.Andec ribadisce innanzitutto la propriapiena condivisione dell’obiettivo di con-trastare in modo efficace il crescentefenomeno della pirateria e, quindi, con-divide la necessità di elaborare strumen-ti di ordine giuridico e tecnologico ade-guati a fronteggiare questa emergenza.Non è però accettabile, né sul piano deldiritto né su quello della congruità logi-ca, che all’interno di un provvedimento

sul fenomeno crimina-le della pirateria infor-matica si voglianoinserire norme cheaggravano sensibil-mente la disciplinadella “copia priva-ta” (compiuta-mente regola-mentata dal de-creto legislativo68/2003), conciò evidenzian-do un’indebita con-nessione tra i mancatiintroiti di diritto d’autore dovutialla pirateria (attività illecita penalmenterilevante) ed i maggiori introiti, arbitra-riamente intesi come compensazionedei primi, che verrebbero a gravare sullacopia privata (attività del tutto lecita).Tra le innovazioni più penalizzanti,merita attenzione, secondo Andec, l’ac-canimento contro le memorie digitali: ilcompenso per copia privata non riguar-derebbe più le sole “memorie digitalidedicate audio”, ma verrebbe esteso atutte le “memorie digitali idonee per

audio e video”, pur con un compen-so inferiore. L’assoggettamento a

compenso di tutte le possibili tipo-logie di memorie digitali (solo in

minima percentuale sono utilizzateper copiare opere tutelate dal dirittod’autore) per il solo fatto di essere teori-camente idonee a supportare file audioo video, rappresenta per Andec unapalese ingiustizia che va ben oltre lefinalità della norma sulla copia privata.Viene inoltre inasprita la disciplina dellacopia privata sui masterizzatori ed i rela-tivi software ed introdotto un severoapparato sanzionatorio per le ipotesi diviolazione dell’obbligo di corrispondereil compenso per copia privata. Questemodifiche esulano dall’ambito dellalotta contro la pirateria e si risolvononel tentativo di far pagare ai produttoried importatori di apparecchi e supportidi registrazione i danni causati da altri.

Decreto Urbani ANANDDEECC contesta

la criminalizzazionedella copia privata

Pirateria informatica e tutela del diritto d’autore

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Associazioni

22 Unioneinforma / maggio 2004

Le indicazioni che emergonodal Listino aziende 2004 di FIMAAMILANOche ora comprende, oltre a Milano, anche Bari,Catania, Firenze e Roma

� Commercio che fatica a uscire da unagenerale situazione di difficoltà. E‚ questo,in sintesi, il dato che emerge - in un qua-dro, peraltro, articolato e con eccezioni -dall’analisi che Fimaa Milano, il Collegiodegli agenti d‚affari in mediazione, ha con-dotto per la realizzazione del Listino azien-de 2004 (foto copertina). “Un Listino chequest’anno - afferma Mauro Danielli (foto),presidente di Fimaa Milano - per la primavolta contiene rilevazioni sulle quotazionidelle attività commerciali, oltre che diMilano, di Bari, Catania, Firenze e Roma”. “Il Listino - spiega Gianni Larini, coordina-tore del gruppo rilevatori Fimaa Milano -riporta le indicazioni dei valori medi aggior-nati di mercato (parametrati sull’incassoannuo e, in alcuni casi, sull’utile lordo) delleaziende. Valori suddivisi, nella merceologiapresa in esame, tenendo conto dell’ubica-

zione - e dell’’anzianità’ dell’arredamento edelle attrezzature - dell’esercizio commercia-le. Nel Listino, inoltre, si fornisce anche unsintetico giudizio sull’andamento delladomanda e dell’offerta nelle varie tipologied’azienda”. A Milano (fonte:Amministrazione comunale) si è registrato- nel 2003 - un leggero incremento delnumero di esercizicommerciali ali-mentari e non ali-mentari: 23.754(4.261 alimentari e19.493 non ali-mentari) rispetto ai23.076 del 2002.Lieve crescita anc-he dei pubblici e-sercizi che rientra-no nel regime dicontingentamento:5.993 contro 5917. Lo stato generale di disagio del commerciolo si rileva proprio analizzando il compartodei pubblici esercizi. A Milano sono sempremolto richiesti i bar, le tavole fredde e calde.“Perché - spiega Lionella Maggi, vice-presidente vicario di Fimaa Milano e

respon-sabile del settore aziende - c’è ancora uncontingentamento e la concorrenza di mer-cato si esprime in maniera paritaria”. Madall’andamento dei subingressi nei pubbliciesercizi - dato 2003 di fonte comunale con-frontato con il 2002 - emerge un aumentodi circa il 25% delle compravendite. “Ciòche a prima vista - rileva Larini - potrebbeapparire un elemento di dinamicità e quin-di positivo, non lo è perché significa, insostanza, che anche in un settore con delleprotezioni vi sono operatori che entranonel mercato per uscirne subito”. A Milano i bar non hanno incrementato iloro ricavi e i ristoranti hanno incassato il15-20% in meno. “Per la prima volta, inol-tre - prosegue Larini - i ristoratori cinesi, set-tore che ha subito una dura contrazionedegli affari, mettono in vendita i loro loca-li”. Questa situazione si ripercuote sui valoridi vendita dei pubblici esercizi: “richiesti sì -afferma Lionella Maggi - ma le valutazionipercentuali di incremento dei listini per lemigliori ubicazioni si esprimono su valoridi base più bassi”. Nelle altre tipologie le maggiori richiestepercentuali di incremento di valutazioneper esercizi in ubicazioni primarie riguarda-no, a Milano, gli alberghi e le pensioni, leautorimesse, le tabaccherie e giochi.Richieste anche le edicole con chiosco. Nelcommercio al dettaglio tradizionale - settoreche risente fortemente della concorrenzadei grandi esercizi di vendita - la domandaresta sostenuta o buona per i panifici e lepasticcerie e le rivendite di pane. Nell’abbigliamento è buona per le miglioriposizioni (ma è molto sostenuta anche l’of-ferta).La domanda, invece, è debole per gioielleriee orologerie (peraltro a fronte di un’offertascarsa) e per gli alimentari/gastronomie. DalListino emerge una situazione di crisi percartolerie e librerie: domanda scarsa edofferta eccedente la domanda.

Milano, aumentano gli EESSEERRCCIIZZICICOOMMMMEERRCCIALIIALI

ma è sempre più difficilerestare sul mercato

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Unioneinforma / maggio 2004 23

� Con la nomina del nuovo consigliodirettivo – che ha eletto all’unanimitàRiccardo Calamandrei presidente – Fiis(Federazione degli imprenditori diimpianti sportivi) ha posto le basi perattuare le linee emerse dal dibattitoassembleare, fra cui progetti formativi edi marketing, con l’obiettivo di consoli-dare la posizione di leadership che laFederazione ricopre nel processo diriqualificazione dell’intero settore del-l’imprenditoria sportiva. Oltre a Ca-lamandrei, gli altri componenti del con-siglio direttivo sono: Paolo Adami, EzioCeolotto (presidente Apiis), MarcoContardi, Pierangelo De Rosa, ClaudioMagni, Guido Marelli, Liliana Natale,Sergio Passetti e Marco Salvagno.Fiis svolge funzioni di informazione, for-mazione e assistenza nei confronti del-l’imprenditoria sportiva nel suo com-plesso, con una serie di convenzioni eservizi per i propri associati. Inoltre sipone anche come garante del rispetto diun codice di autodisciplina a tutela deglistessi fruitori degli impianti e degli uten-ti in generale: codice il cui scopo è quellodi armonizzare la pratica degli operatoridel settore impegnandoli a rispettare,nello svolgimento della propria attività

imprenditoriale, precisi e determinati ca-noni di correttezza, trasparenza e profes-sionalità.In questo contesto si colloca l’individua-zione di un marchio di qualità per laverifica del possesso da parte dei centrifitness operanti nel nostro paese degliidonei standard tecnici e di sicurezza.Fiis è già al lavoro per potenziare ulterior-mente la qualità dei servizi offerti, al finedi accrescere la competitività del settore efavorire il dialogo con enti e istituzioni.

FFII IISSil nuovodirettivoRiccardoCalamandreipresidente

Imprenditoriimpiantisportivi

Dai PPANANIIFFIICACATTOORRII“buongiornomilano”L’Associazione panificatori lancia “buon-giornomilano” indicato come “Un giornaleper la città”. In copertina del numero zero -presentato al Casello Ovest di PortaVenezia - il sindaco di Milano GabrieleAlbertini (“Lamia colazioneda sindaco”).Curato da Beatrice Mosca, il giornale hacome direttore il presidente dei panificato-ri Antonio Marinoni. La tiratura iniziale èdi 40 mila copie, partner distributore èLatteMilano. La pubblicazione viene dif-fusa attraverso i punti vendita (panetterie,bar). A chi si rivolge e che argomenti trat-terà “buongiornomilano”? Si rivolge allafamiglia, ai milanesi, alle donne, ai con-sumatori. Negli intenti dell’Associazioneil giornale dovrà dare attenzione ai fattidi Milano (politica, cronaca cittadina,società civile) ed a temi come l’alimenta-

zione e la qualitàdella vita.

ASASSSOOPPETRETROOLILIil gasolio non è nemico dell’ambiente� Gli obiettivi sostenibili che Asso-petroli si prefigge, come ha illustratoGiuseppe Carenini – presidente di Asso-petroli Milano – in un recente incontrocon la stampa al Circolo del commerciodi Milano, sono la tutela dell’ambientecon una gestione efficiente e sicura degliimpianti termici nel rispetto delle leggivigenti. Assopetroli, fondata nel 1949,riunisce e rappresenta, tra Milano e Lom-bardia, il 60% delle aziende del settore deiprodotti e dei servizi di riscaldamento.Una politica - ha rilevato Carenini - chetende ad ostacolare ed emarginare il gaso-lio da riscaldamento facendolo diventareil “grande accusato”, mette a repentaglioun settore produttivo dinamico ed inpiena evoluzione professionale. GiacomoElias – ordinario di Fisica tecnica del-l’Università degli Studi di Milano – haspiegato come gli impianti di riscalda-mento a gasolio contribuiscano moltomeno all’inquinamento atmosferico,contrariamente alla comune opinione,rispetto agli altri impieghi dell’energia, edha sostenuto che occorre promuovere lariqualificazione tecnologica ed energeticadegli edifici ed i metodi di gestione chegarantiscano l’uso razionale dell’energia.

ASASSSEEPPRRIIMM e ASASSSIINTENTELL a Net@pmiNet@pmi, l’evento svoltosi di recente alla Triennale di Milano - al quale hannopreso parte Asseprim (l’Associazione dei servizi professionali alle imprese) edAssintel (l’Associazione delle imprese di servizi d’informatica) - è stato organiz-zatodal ForumdellaNetEconomy, associazione informale traCameradi com-mercio, Comune eProvinciadiMilano.Net@pmi ha propostoseminari di approfon-dimento sulle princi-pali tecnologie e solu-zioni del mondo del-l’e-business e dell’e-commerce.Asseprim ha parteci-patoai seminari:Websat - Satellite,streaming e multime-dialità per le pmi,seminario moderatodalmembrodi giuntaAsseprim,MariaGraziaMattei.Lepmi e ilweb: un rapporto complesso,mapienodi opportunità.Nel corsodellatavola rotonda, alla quale ha preso parte il presidente di Asseprim, UmbertoBellini (nella foto il primo da sinistra; al suo fianco il presidene di AssintelIgnazioRusconiClerici), si èparlatodi problemiedesigenzedellepmi in rete.

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Territorio

Unioneinforma / maggio 2004 25

� L’Associa-zione territoriale di Bi-

nasco ha aggiornato la con-venzione con il CreditoCooperativo di Binasco. Ecco

le nuove condizioni riservatealle aziende associate (decorrenza

da inizio aprile).

Commissioni PosPagobancomat: 0,80% sul transatoCarte di credito (circuito BankAmericard): 1,60% sul transato.

Remunerazione delle giacenzea vista (tasso creditore)Fino a 15.000 euro 0,75%Da 15.000 a 25.000 euro 1 %Da 25.000 a 50.000 euro 1,25%Oltre 50.000 euro 1,50%.

� Giuseppe Spiniello (foto) è il nuovopresidente dell’Ascom territoriale diMelegnano. Spiniello è stato eletto peracclamazione dall’assemblea generalesvoltasi il 26 aprile presso la sede Ascom.“L’Associazione – ha affermato Spiniellonel suo intervento all’assemblea – qualeportatrice di interessi collettivi e diffusi,vuole essere un interlocutore privilegia-to dei comuni per le politiche dell’eco-nomia, ma anche pertutte le problematichedel territorio collegate aisettori economici da noirappresentati”.Numerosi i temi affron-tati da Spiniello: daisostegni alle imprese,alle politiche di marke-ting territoriale, allapreoccupazione per losquilibrio della rete di-stributiva con un’eccessiva presenza digrande distribuzione (“Alcuni comuni –ha detto Spiniello – hanno fatto inmodo che sul loro territorio non nasca-no strutture di media e grande distribu-zione, né è un esempio Melegnano, altristanno esagerando nel voler rompereogni sano equilibrio; cito, ad esempio, ilcomune di San Giuliano dove si è volu-to l’insediamento di ulteriori 17.000metri quadrati”). Attenzione anche sul traffico e le isole

pedonali (“…le isole pedonali hannosenso e vivono per la presenza delleimprese. L’eventuale progetto di zone atraffico limitato deve prevedere la conte-

stuale messa a disposizione di parcheggistrettamente collegati alla zona medesi-ma”). Spiniello ha anche ricordato come“Un valore da salvaguardare” sia quellodei mercati settimanali: e in particolare

per questi operatori il neopresidentedell’Associazione territoriale diMelegnano ha chiesto “…una maggioretrasparenza degli effettivi costi collegatialla tariffa rifiuti solidi urbani”. Ri-marcato il problema abusivismo cheriguarda soprattutto Melegnano: “Chie-diamo una forte presa di posizione daparte delle Amministrazioni comunaliper far cessare il fenomeno”.All’assemblea dell’Ascom territoriale diMelegnano erano presenti il consiglieredi presidenza Unione delegato alla pro-vincia, Carlo Alberto Panigo, e il segreta-rio generale Unione Costante Persiani.

Ascom MELEGNANOGiuseppe SpinielloGiuseppe Spiniello

nuovo presidente

Ecco il direttivoErminio Barbieri (Melegnano);Franco Bellomi (Melegnano);

Eugenio Boni (Carpiano);Anouar Bouzrara (PieveEmanuele); Mary Calloni;Romeo Dominelli (Paullo);Giovanni Ghianda (Mele-gnano); Aurelio Iurilli (Me-legnano); Mohamed Kha-diga Khalifa (Paullo); Te-resa Langella (Mediglia);Cesare Matellini (San Giu-liano Milanese); ClaudioOriani (Opera); CamilloPasserini (Melegnano);

Ernesto Pavesi (Melegnano); Fran-cesco Polimeni (San GiulianoMilanese); Saverio Rizzitano (Mele-gnano); Aniello Santaniello (SanGiuliano Milanese); Ivana Vertola(Melegnano).

444141°° FFIIEERARAdeldel PPEERRDDOONNOO

I vincitoridei concorsi

promossidall’Associazione

� In occasione della 441° Fiera delPerdono si è svolto a Melegnano il tra-dizionale concorso vetrine promossodall’Ascom. Primo premio assoluto alnegozio di gastronomia di AbeleZacchetti (viale Lombardia 10). LaPasticceria Lombardia (viale Lombardia7) si è classificata al primo posto per ilsettore alimentare e il fiorista RobertoMietto (via Senna 6) ha prevalso per ilsettore non alimentare.Nell’ambito delle manifestazioni pro-mosse dall’Associazione si è svoltoanche il 19° concorso “L’Aperitivo delPerdono”. Vincitore dell’edizione 2004è il bar Central Cafè di Ma.Re.Ma. diMassimo e Marco Recagni (piazzaGaribaldi 12) con l’aperitivo “A & PSour”, preparato dal barman FedericoModugno. La giuria ha inoltre assegna-to un particolare riconoscimento per ilmiglior cocktail analcolico al barmanAlberto Miglio, titolare del Bar dellaPesa, con l’aperitivo “Maracaibo”.

“Insieme a Primavera” a LALACCCCHHIARIAREELLALLAFesta tra commercianti e consumatori

Il 25 aprile gli operatori che aderisconoalComitato “PromozioneEconomicaLacchiarella”, nato in seno all’Associazione territoriale diBinasco, hannoorganizzato unagiornatadi festa insiemeai consumatori. E’ stato promossoun incontro conviviale allaCascinaCoriasco di Lacchiarella con l’apporto diristoratori, alimentaristi ed altri commercianti locali.L’invito rivolto ai soci dellaProloco, è stato esteso al sindacoPietroRoseti, alpresidente dell’Associazione territoriale diBinascoPietroMontana edalle altreautorità locali. L’iniziativa (il ruolo svolto dalComitato è sempre stato quellodi promuovere iniziative e organizzare lemanifestazioni ciarlasche) ha riscossoampio consenso e riconoscimentodaparte della stessaAmministrazione comu-nale e di tutti i partecipanti..

Ascom BBIINNASASCCOOAggiornata la convenzionecon il CrCreditoedito Cooperativo

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Territorio

26 Unioneinforma / maggio 2004

� Sette Amministrazioni comunali delterritorio dell’Adda – Cassano d’Adda,Grezzago, Inzago, Pozzo d’Adda, Trez-zano Rosa, Trezzo sull’Adda, Vapriod’Adda - e l’Unione di Milano -con le Ascom territoriali diCassano d’Adda e Trezzosull’Adda - assieme per deli-neare le politiche più efficaciche consentano di migliorarela qualità urbana valoriz-zando il sistema dei cen-tri commerciali naturali. Alla Sala degli Specchidella Villa Comunale diTrezzo sull’Adda è statafirmata la “Carta dell’Adda”che dà un valore politico-programmatico a unpercorso di lavoro co-mune che Ammini-strazioni comunali eUnione/Ascom territo-riali (con il supportoprogettuale e operativodella Direzione servizi urba-nistici) hanno avviato daoltre un anno coinvolgendol’intera comunità. L’obiettivo è quello di darerisposte che valorizzino nel com-plesso il territorio dell’Adda conpolitiche di marketing che rivita-lizzino il commercio urbano e,conseguentemente, riqualifichi-no i centri dell’Adda.La presentazione e firma della Cartadell’Adda si è avuta, giovedì 22 aprile,

con ilconve-gno

“Città & commercinel territorio del-l’Adda”– chair-man il sindaco di

Trezzo sull’AddaRoberto Milanesi e pre-

senti i sindaci Vincenzo Agliati(Vaprio d’Adda); Silvano Calvi

(Pozzo d’Adda); Fabrizio Mapelli(Grezzago); Sergio Cagliani (TrezzanoRosa); Paolo Acquati (Inzago); RosaCasati (Cassano d’Adda). Fra i presentianche il vicepresidente dell’Unione

regionale del commercio Renato Borghi,il consigliere di presidenza Unione condelega alla provincia Carlo AlbertoPanigo, il segretario generale UnioneCostante Persiani, l’architetto AngeloPatrizio, direttore dei Servizi urbanisticiUnione, i presidenti delle Ascom di Trez-zo sull’Adda e Cassano d’Adda GiuseppePezzi e Giuseppe Legnani. Il convegno èstato concluso dagli interventi dell’asses-

Sette Amministrazioni comunali e l’Unione assiemeper costruire iniziative che valorizzino i sistemiurbano e commerciale

CCEENTRNTRII

CCOOMMMMEERRCCIALIIALI

NNAATUTURALIRALI

per migliorare la QUALITQUALITAA’’

URBANAURBANAdei Comunidell’ADDAADDA

ATrezzo

sull’Addala firma

della “Cartadell’Adda”(al convegno“Città &commerci

nel territoriodell’Adda”)

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Unioneinforma / maggio 2004 27

Il “centrocommercialenaturaledell’Adda”Ecco le IIIINNNNIIIIZZZZIIIIAAAATTTTIIIIVVVVEEEEIIIINNNNIIIIZZZZIIIIAAAATTTTIIIIVVVVEEEE

PPPPOOOOSSSSSSSSIIIIBBBBIIIILLLLIIIIPPPPOOOOSSSSSSSSIIIIBBBBIIIILLLLIIII

“Anche il fatto che questo laboratorio abbiauna casa, un luogo ove trovare ospitalitàpermanente, è importante” ha detto il sinda-co di Trezzo sull’Adda Roberto Milanesi -che ha proposto la sede della SocietàOperaia di Mutuo Soccorso. Ma su quali progetti potrà trovare attuazionel’unità di intenti voluta con la Cartadell’Adda? Vediamo alcuni punti:

✓ riqualificazione dei negozi dell’Adda - permigliorare la qualità e l’immagine dei puntivendita - mediante interventi su: vetrine,insegne, tende parasole, illuminazioneesterna dei punti vendita, “dehors”;

✓ riorganizzazione del sistema di carico escarico delle merci con la razionalizzazio-ne (ove possibile) delle piazzole esistenti;

✓ creazione di un sito internetmediante il quale promuovere il“Centro commerciale naturaledell’Adda”: dalle merci, ai servizi,alle offerte, all’animazione e la cul-tura, alla localizzazione dei puntivendita, con le loro caratteristiche,nel sistema commerciale urbano;

✓ piano generale della segnaleticaorizzontale di orientamento verso isistemi commerciali urbani del-l’Adda;

✓creazione diun sistema diinsegne uni-tario e carat-teristico delle“ b o t t e g h edell’Adda”;

✓ creazione, acura dellaScuola Su-periore, diun corso dim a r k e t i n gurbano ecommercialerivolto sia a-gli operatorie c o n o m i c isia ai funzio-nari dellaP u b b l i c aamministra-zione;

✓ piano sovrac-comunale del commercio che affrontil’analisi della relazione tra domanda eofferta commerciale nei territoridell’Adda.

sore al Commercio della Re-gione Lombardia Mario Scotti edel presidente dell’Unione CarloSangalli. Sangalli ha evidenziatocome il lavoro che si sta com-piendo sia importante perchéoccorre fare sistema: “da soli lapartita non si vince”.Il “ragionare assieme” tra com-mercio e Amministrazioni co-munali è ancor più importanteper poter sviluppare progettioperativi che possano trovaresostegno finanziario proprio attraver-so le future risorse regionali con i Pic,

piani integrati del commercio. Nella“Carta dell’Adda” si stabilisce didare vita a “una Commissione per-manente di valutazione e propostaper il miglioramento delle relazionicittà e commercio nel territoriodell’Adda”. Commissione che valu-

terà le proposte per valorizzare le atti-vità commerciali nei Comuni.

I risultati dei questionariTraOOPPEERARATTOORRII e CCITTITTADADIINNIIuna forte identità di veduteC’è una significativa concordanza di valutazioni tra i cittadini-consumatori delterritorio dell’Adda e gli operatori commerciali su quali siano gli elementi chepossano qualificare la vita urbana. Il dato emerge chiaramente dall’analisi dei1135 questionari raccolti il 30 novembre 2003 in otto piazze dei comunidell’Adda. Giardini/spazi verdi, isole pedonali e presenza di negozi tradiziona-li sono i tre elementi più richiesti dai cittadini. E i negozi tradizionali e giardi-ni/spazi verdi si ritrovano in cima alle preferenze dei commercianti (richiesteanche le isole pedonali: al quarto posto delle preferenze). Concordanza che siconferma pienamente anche nell’indicazione delle tre tipologie commercialiritenute più importanti per la vita del proprio centro urbano: negozi alimenta-

ri, librerie e abbigliamento diqualità per i cittadini; lo stesso(con un’inversione tra abbiglia-mento di qualità e librerie) pergli operatori commerciali. Anchenelle preferenze delle tipologiedi intrattenimento c’è una forteassonanza: cinema, concerti, tea-tro per i cittadini; cinema, caffè,concerti per gli operatori com-merciali.

Il sindaco di Trezzo sull’AddaRoberto Milanesi

Il presidente UnioneCarlo Sangalli

Convegno alla Villa Comunale di Trezzo sull’Adda: sta parlando il consigliere di presidenza Unione(con delega alla provincia) Carlo Alberto Panigo

L’assessore al Commercio della Regione Lombardia Mario Scotti

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Territorio

28 Unioneinforma / maggio 2004

Prime urgenze: pianourbano del traffico e valorizzazione della funzione socialeoltre che economica del commercio di vicinato. Grande attenzione al recupero delle aree dismesse. Chiesta la collaborazione delle istituzioni e delle associazioni dei consumatori per combattere l’abusivismo

� Umberto Pini è stato eletto presi-dente dell’Unione commercianti diMonza. Pini, già vicepresidente, succe-de a Enrico Carnelli (ora presidenteonorario) che ha guidato l’associazioneper molti anni, dal 1988. Eletti dalconsiglio anche due nuovi vicepresi-denti, Gian Luca Brambilla e LuigiNardi che si affiancano a FrancoRaveglia. Resteranno in carica per iprossimi due anni.Il nuovo vertice dell’Unione di Monzadeve subito affrontare un nodo fonda-mentale: il nuovo Piano urbano deltraffico della città. Nel presentare ilsuo programma, Pini ha già annuncia-

to la richie-sta di un in-contro con ilsindaco perdiscutere laquestione.La premessaè che un Pia-

no urbano deltraffico ha unimpatto mol-to forte sulleattività terzia-rio. Pini au-spica, dunque,che il Pianonon finisca per essere solo un provvedi-mento di polizia stradale e segnaletica,ma nasca da un’analisi delle esigenzedi vita e di lavoro. Il timore è che prov-vedimenti come la sosta a pagamentoin centro danneggino le attività com-merciali e di lavoro. In particolare, sidovrà garantire accessibilità alle variezone della città, soprattutto proprio aquel centro storico che si configuracome uno dei più significativi esempidi centro commerciale naturale.Servono anche parcheggi e piazzole

per il carico e scarico di merci nelleimmediate vicinanze delle isole pedonali. L’altro punto cardine del programma èil sostegno e la promozione della fun-zione sociale oltre che economica deinegozi tradizionali. Da evitare, perciò,che il recupero delle aree dismessedivenga un pretesto per l’insediamen-to di grandi strutture commerciali.Mentre va riconosciuta l’importanzadei mercati su area pubblica, anche inquesto caso economica e sociale.Monza deve perciò riuscire a discipli-narne l’ubicazione e la diffusione in

modo da armonizzare le diver-se esigenze: i cittadini, la ne-cessità di un decoro della città,la funzione del commercio insede fissa, i problemi del traf-fico.L’Unione di Monza chiedeanche la collaborazione delleassociazioni dei consumatori edella Pubblica amministrazioneper campagne di sensibilizza-zione al fine di scoraggiare l’ac-quisto di merci contraffatte eperché contro i venditori abusi-vi sia adottata la politica della“tolleranza zero”. Pini ha anche ribadito l’impe-

gno dell’Unione commercianti a favo-re della realizzazione di una strutturafieristica di dimensioni adeguate sulterritorio monzese, necessaria perchéla città non perda le sue importantimanifestazioni fieristiche.Infine, l’auspicio che la nascita dellaprovincia di Monza sia motore di svi-luppo di tutti quei servizi e infrastrut-ture indispensabili alla ripresa econo-mica e sociale del territorio.

S.B.

� L’Associazione “InMeda”, costituitadagli operatori del terziario che opera-no nel comune di Meda,entra a tutti gli effetti nellastruttura territoriale dell’As-sociazione commercianti delMandamento di Seveso eviene formalmente ricono-sciuta quale delegazionecomunale: piena espressio-ne, quindi, dell’Associa-zione mandamentale diSeveso e dell’Unione perquanto riguarda il territoriodi Meda.Il 22 aprile è stato firmato e sottoscrit-

to l’accordo per forma-lizzare la delegazionecomunale di Meda.Delegazione – si affer-ma nell’intesa raggiun-ta – che dovrà operarein stretta collaborazio-

ne con l’Associazione commercianti

del Mandamento di Seveso. L’Associa-zione territoriale di Seveso (nella fotoil presidente Enrico Balzaretti) com-prende i comuni di Barlassina, BovisioMasciago, Ceriano Laghetto, CesanoMaderno, Cogliate, Mazzate, Lentatesul Seveso, Limbiate, Meda, Misinto,Seveso, Solaro, Varedo.

A Enrico Carnelli – ora presidente onorario – succede Umberto Pini

Un NNUUOOVVO PO PRREESSIIDDEENTENTE

per l’Unione commerciantidi Monza

Umberto Pini, nuovopresidente dell’Unione

di Monza

Enrico Carnelli ora presidente onorario dell’Unione di Monza

DELEGAZIONEDELEGAZIONE comunaleper MMEEDDAA

“InMeda” entra a far parte dell’Associazioneterritoriale di Seveso

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News

Unioneinforma / maggio 2004 29

� In collaborazione con Epam ed AssofoodMilano si è svolta al Circolo del commercio diMilano (Palazzo Bovara), con il patrocinio dellaRegione Veneto e della Camera di commerciodi Treviso, l’anteprima milanese di “Vino invilla 2004”, il settimo festival del Prosecco diConegliano e Valdobbiadene in programma il22 e 23 maggio al Castello di San Salvatore(Susegana - Treviso). L’anteprima è stata l’occa-sione per presentare anche il gemellaggio tra ilDistretto del prosecco Doc e l’area enologicadel Palatinato, in Germania.

ConvenzioneUnione

conAAcqualifcqualifee

L’Unione di Milano ha stipulatouna convenzione con il centrobenessere Acqualife (viaNovegro 2/4 – Novegro diSegrate – tel. 0270200490 –www.acqualifesalute.it ).Sul sito Unione www.unionemi-lano.it i lettori trovano tutte leinformazioni. Acqualife riservaagli associati Unione uno scontodel 10% sulle prestazioni effet-tuate presso la sua struttura.

Collaborazione di Epam ed AssofoodAl Circolodel commerciol’anteprimamilanesedi “VIVINNOOinin VIVILLA 2LLA 2000044”

SSEEGGNNAALLIIAAMMOOCCHHEE......

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Oroscopo

32 Unioneinforma / maggio 2004

Ariete(21/3 – 20 /4)Marte è nelCancro insie-me a Saturnosempre qua-drato per i na-

ti della prima e seconda decade. Il mesenon si prospetta per nulla facile: stress,nervosismo e molta stanchezza consi-gliano di rimandare il più possibile gliimpegni, ma anche di evitare occupa-zioni e sport pericolosi. Per i nati del-l’ultima decade Venere positiva favo-rirà invece il buonumore e le relazionisociali.

Toro(21/4 – 20/5)Marte è nelCancro e sicongiunge aSaturno: que-sti pianeti so-

sterranno i nati della prima e secondadecade che possono inoltre contare sulbellissimo appoggio di Giove sempretrigono dalla Vergine. E’ un ottimo pe-riodo: tanta energia, buone relazionisociali e trattative d’affari, e realizzazio-ni di progetti a lungo termine.

Gemelli(21/5 – 21/6)Venere sul vo-stro Sole aiutai nati della se-conda e terzadecade. Sono

facilitati il buon umore, la socievolezzae i rapporti interpersonali. I nati dellaprima decade appaiono invece sempre“disturbati” da Urano e Giove: si racco-manda di evitare le firme di contratti ele controversie legali. Si protrae questoperiodo emotivamente instabile.

Cancro(22/6 – 22/7)In questo me-se Saturno eMarte sonocongiunti ainati della pri-

ma e seconda decade: nonostante l’aiu-to costante di Giove (sempre in sestile)e di Urano in ottimo aspetto di trigo-no, consigliamo di evitare gli strapazziinutili. Marte porterà molta stanchezzapsicofisica in un momento in cui levostre energie sono già particolarmentemesse alla prova. Evitate di metteretroppa carne al fuoco, favorite i giusticambiamenti senza strafare.

Leone(23/7 – 22/8)Venere è neiGemelli in a-spetto positivoper i nati della

seconda e terza decade. In questo mesesono favorite le relazioni sociali e lecomunicazioni, i brevi spostamenti e letrattative d’affari. Il transito è moltopositivo per le attività di gruppo intutti i settori. Facilitati i nuovi contattied anche i finanziamenti.

Vergine(23/8 – 22/9)Marte e Sa-turno sono insestile in que-sto mese e fa-voriscono un

certo equilibrio nelle energie “destabi-lizzate” da Urano sempre in opposizio-ne. Giove è congiunto ed è favorevolese si evitano decisioni impulsive edirragionevoli. Venere è quadrata ai natidella seconda e terza decade ai quali siconsiglia di non eccedere in svogliatez-za: in questo periodo sarete infatti piùpropensi a svagarvi e ad evitare ogniforma di disciplina.

Bilancia(23/9 – 22/10)Marte e Satur-no sono qua-drati tutto ilmese ai natidella prima e

seconda decade. Marte in difficile a-spetto potrebbe provocare stanchezza,problemi di salute, litigi e stress dovutoai troppi impegni che si sono accavalla-ti e che da un po’ vi stanno oberandocon il transito dissonante di Saturno.Venere trigono ai nati della terza deca-de porta allegria e socievolezza, favori-sce i contatti sociali e le operazionifinanziarie.

Scorpione(23/10 – 21/11)Marte e Satur-no sono, pertutto il mese,in favorevoleaspetto di tri-

gono per i nati della prima e dellaseconda decade. Dovete approfittare di

un momento così positivo per conclu-dere progetti o iniziarne di nuovi.Grande energia, senso della disciplina,cambiamenti fortunati: anche Urano eGiove sono dalla vostra parte nel soste-nere ogni vostra iniziativa.

Sagittario(22/11 – 20/12)Urano e Giovesono semprenegativi per inati di no-vembre e ini-

zio dicembre. La situazione è sempre ir-requieta e nervosa. Evitate, per quantopossibile, iniziative irrazionali e qual-siasi tipo di azione legale o firma dicontratti. Venere è opposto ai nati didicembre e non favorisce certo il sensodella disciplina.

Capricorno(21/12 – 19/1)Marte e Satur-no sono op-posti per tuttoil mese ai natidella prima e

seconda decade. Giove continua asostenervi dalla Vergine, ma in questomese la vostra energia sarà duramentemessa alla prova con stress, stanchezzae litigi. Evitate ogni situazione pericolo-sa, tenete sotto controllo la salute, pro-crastinate - per quanto possibile - inter-venti chirurgici.

Acquario(20/1 – 19/2)Per tutto ilmese Venere èin aspetto po-sitivo per inati della se-

conda e terza decade: favorisce i legamiaffettivi e un buon equilibrio psicofisi-co. E’ un momento propizio sia per lerelazioni private che per quelle di lavo-ro. Ottimo transito anche per le attivitàartistiche e creative.

Pesci(20/2 – 20/3)Saturno e Mar-te sono, pertutto il mese,in aspetto fa-vorevole per i

nati di febbraio e inizio marzo che con-tinuano, però, ad essere sollecitati dallacongiunzione di Urano e dall’opposi-zione di Giove. Avrete una grandeenergia che dovrà essere saggiamentesfruttata; ci sarà la possibilità di appor-tare cambiamenti alla vostra vita, mabisogna evitare di fare passi più lunghidella gamba e di assumere atteggia-menti arroganti. Venere è negativo peri nati della seconda e terza decade enon favorisce il senso della disciplina.

Dal 10 maggio al 10 giugno i più fortunati sono… i nati dal 12 al 20 ottobrei meno fortunati sono…i nati dal 22 al 30 settembre

Il cielo del meseIl Sole è nel Toro, entra il 21 maggionei Gemelli. Mercurio è nell’Ariete,entra il 17 maggio nel Toro e il 6 giu-gno nei Gemelli. Venere è nei Ge-melli. Marte è nel Cancro, Giove ènella Vergine (10°), Saturno è nel Can-cro (12°), Urano è nei Pesci (6°), Net-tuno è nell’Acquario (15°), Plutone ènel Sagittario (21r°). Il nodo lunarepassa da 10 a 9 gradi del Toro.

(A cura di E.T.)