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segue a p. 2 segue a p. 10 Dedicherò l’editoriale su questo numero del periodico al tema dell’immigra- zione in Italia. È questo un tema di frontiera che incrocia tematiche epocali: la globalizzazio- ne, l’ineguale distribuzione del reddito (e della povertà) nei vari paesi del mondo, la crisi attuale che investe i paesi ricchi da una parte e lo sviluppo eco- nomico e produttivo di alcuni paesi poveri dall’altra, la tratta di uomini e il ri- catto del lavoro in nero, l’assistenza sanitaria e la migrazione anche di patolo- gie con impatto sull’epidemiologia e sui sistemi di sorveglianza e controllo, i problemi della sicurezza. E mille altri ancora. Di fronte a un fenomeno emozionale, politico e socio-economico qual è la migrazione bisogna porsi con il cuore: farsi pervadere dall’emozione che suscitano le morti in mare e la ghettizzazione di quanti sopravvivono ma anche porsi con il cervello: ragionare sulle compatibilità dell’accoglienza, sui costi che questa compor- ta e la loro sostenibilità. Da un punto di vista normativo, in Europa e in Italia, si sono sus- seguite varie disposizioni di legge, tutte dettate dall’emergenza, di fronte all’impatto sui sistemi sanitari, sulla sicurezza per la po- polazione residente e anche sul mercato del lavoro. E qui va te- nuto presente che oggi la crisi in cui si dibatte l’Italia fa si che si veda il migrante come un competitore per il lavoro oltreché un pericolo sia per la salute sia per la sicurezza: di fatto la delinquenza organizzata, mai vinta in Italia, fa si che si recluti manovalanza fra i migranti. Esistono fondamentalmente tre tipologie di migranti: 1. le persone che fuggono dalla guerra e dai rivolgimenti politici e sociali nei paesi d’origine: i rifugiati politici richiedenti asilo; 2. le persone che fuggono dalla fame e dalla miseria e cercano un destino mi- Globalizzazione e immigrazione italia medicus mundi Periodico semestrale di Medicus Mundi Italia Anno 23, n. 1/2014 La Carta di Lampedusa La Carta di Lampedusa è un documento approvato il giorno 1 febbraio 2014 a Lampedusa da rappresentanti e operatori umanitari di associazioni nazionali ed internazionali nonché da persone comuni, nell’intento di mettere sotto lente d’ingrandimento la realtà concreta dei migranti (gli sbarchi a Lampedusa e in Sicilia), di promuovere i diritti dei rifugiati e, in ultima analisi, di salvaguardare 5 x MILLE CF 98011200171

Medicus Mundialmente n. 1 - 2014

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Sfoglia e leggi il primo numero di #MedicusMundialmente del 2014, periodico di informazione sulle problematiche del mondo e sulle attività di cooperazione sanitaria internazionale di MMI. In questo numero: "Speciale Immigrazione", a cura di Anna Della Moretta

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Dedicherò l’editoriale su questo numero del periodico al tema dell’immigra-zione in Italia.È questo un tema di frontiera che incrocia tematiche epocali: la globalizzazio-ne, l’ineguale distribuzione del reddito (e della povertà) nei vari paesi delmondo, la crisi attuale che investe i paesi ricchi da una parte e lo sviluppo eco-nomico e produttivo di alcuni paesi poveri dall’altra, la tratta di uomini e il ri-catto del lavoro in nero, l’assistenza sanitaria e la migrazione anche di patolo-gie con impatto sull’epidemiologia e sui sistemi di sorveglianza e controllo, iproblemi della sicurezza. E mille altri ancora.Di fronte a un fenomeno emozionale, politico e socio-economicoqual è la migrazione bisogna porsi con il cuore: farsi pervaderedall’emozione che suscitano le morti in mare e la ghettizzazionedi quanti sopravvivono ma anche porsi con il cervello: ragionaresulle compatibilità dell’accoglienza, sui costi che questa compor-ta e la loro sostenibilità.Da un punto di vista normativo, in Europa e in Italia, si sono sus-seguite varie disposizioni di legge, tutte dettate dall’emergenza,di fronte all’impatto sui sistemi sanitari, sulla sicurezza per la po-polazione residente e anche sul mercato del lavoro. E qui va te-nuto presente che oggi la crisi in cui si dibatte l’Italia fa si che siveda il migrante come un competitore per il lavoro oltreché un pericolo siaper la salute sia per la sicurezza: di fatto la delinquenza organizzata, mai vintain Italia, fa si che si recluti manovalanza fra i migranti.Esistono fondamentalmente tre tipologie di migranti:1. le persone che fuggono dalla guerra e dai rivolgimenti politici e sociali neipaesi d’origine: i rifugiati politici richiedenti asilo;2. le persone che fuggono dalla fame e dalla miseria e cercano un destino mi-

Globalizzazione e immigrazione

i t a l i ammeeddiiccuuss mmuunnddiiPeriodico semestrale di Medicus Mundi Italia

Anno 23, n. 1/2014

La Carta di LampedusaLa Carta di Lampedusa è un documento approvato il giorno 1 febbraio 2014 aLampedusa da rappresentanti e operatori umanitari di associazioni nazionalied internazionali nonché da persone comuni, nell’intento di mettere sotto lented’ingrandimento la realtà concreta dei migranti (gli sbarchi a Lampedusa e inSicilia), di promuovere i diritti dei rifugiati e, in ultima analisi, di salvaguardare

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gliore per sé e le loro famiglie: i profughi, gli emi-granti per motivi economici;3. i minori non accompagnati, che sovente sono lan-ciati nell’avventura dalle loro famiglie come apripi-sta per ricongiungimenti futuri e comunque comefonte di eventuali rimesse.Esistono varie vie di accesso dal sud e dall’est delmondo all’occidente europeo: la via attraverso il Me-diterraneo, quella che ci coinvolge più direttamente,viene affrontata con il progetto Mare Nostrum e ve-de impegnato il governo, la marina militare e unaschiera di volontari, sovente veri eroi.Esiste una disposizione che stabilisce di dare asilo airifugiati “politici”, di identificare ed espellere i pro-fughi “economici”, di accogliere in case e scuole i mi-nori non accompagnati.Ma una disposizione europea dice anche che tutti imigranti devono restare nel primo paese di ingressoe questo, sempre più spesso, si scontra con la stessavolontà dei migranti di lasciare l’Italia, per ricon-giungersi a parenti o comunità stabilite nell’Europacentrale o settentrionale, dove migliori sono le pro-spettive di lavoro.E tuttavia chi sbarca in Sicilia, Calabria, Puglia eSardegna, fugge dai centri in cui è accolto (soventevere prigioni sovraffollate e precarie) ma viene re-spinto alle frontiere della Francia e della Svizzera.Inoltre, sotto il profilodell’assistenza sanitariaai migranti, in Italia ab-biamo un corpo di nor-mative particolarmenteavanzato, se non addirit-tura all’avanguardia inEuropa. Per tutti gli stra-nieri è disponibile un co-dice: STP (Stranieri ex-tracomunitari tempora-neamente presenti) oENI (Europei non iscrittial sistema assicurativoeuropeo) che consente dierogare assistenza sani-

taria a tutti: tutela della salute materno-infantile,emergenze e urgenze sanitarie, prevenzione e curadelle malattie diffusibili.Sul versante dei costi due aspetti almeno vanno dis-cussi con l’Europa: necessità di cooperare tutti insie-me ai salvataggi in mare (passando dal progetto Ma-re Nostrum italiano, al progetto Frontex, che attri-buisce l’incombenza all’Europa) e favorire la mobili-tà, per quote, fra tutti i paesi europei.Dobbiamo tuttavia allargare il nostro angolo vi-suale e considerare ad esempio che la migrazionevia terra, che vede il fronte nella Polonia, nei Bal-cani e in Germania, è anche prevalente su quellavia mare.Tutti dobbiamo fare la nostra parte ma ricordarciche il fenomeno migrazione va contrastato là dovenasce, aiutando con la cooperazione i paesi poveri atrattenere a casa loro i cittadini purché vengano assi-curate condizioni di vita economica e di sicurezzapolitica che eviti loro di emigrare.È utile ricordarci che l’Italia è stata per tanti annipaese di emigrazione, che esiste un’altra Italia di 60milioni di persone sparse nel mondo, e che il feno-meno è stato ridotto solo dall’evoluzione economico-sociale e politica del nostro paese.

Giampiero CarosiPresidente di Medicus Mundi Italia

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MMI 2EDITORIALE

EDITORIALE

1 EditorialeLa Carta di Lampedusa

2 «Parliamoci!»

SPECIALE IMMIGRAZIONE

3 1. Il destino dei minorinon accompagnatiPer non dimenticare

DOSSIER PROGETTI

4 Lotta alla malnutrizione6 Testimonianza dal Burundi

RUBRICA DEL MEDICO

7 Il virus “letale”

IN MEDICUS

11 Campagne umanitarie12 Dalla Bolivia

Aggiornamento progetti

INTERNAZIONALE

13 Insieme contro AIDS/HIV

SEGRETERIA

15 Corso Medicina Tropicale ’14

Som

mar

io

A proposito dell’Universal Health Coverage (UHC): sarà questa la strada verso l’equità e la «Salute per Tutti»?Questa domanda (la cui risposta, neppure troppo sottintesa, è poi «Non ne siamo affatto sicuri!») non è nostra,ma del Network Medicus Mundi International, nel «Discussion paper» la cui sintesi é apparsa in Medicus Mun-dialmente N° 2/2013. Su questo documento ci sembra importante continuare il dibattito, soprattutto per quantoriguarda i suoi aspetti politici e critici. Dice il «Discussion paper»: Universal Health Coverage può sembrare lastessa cosa che “Salute per tutti”. Tuttavia, quello che viene correntemente proposto come UHC è sostanzialmen-

Parliamoci!

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Speciale Immigrazione1. Il destino dei minori non accompagnati

3 MMISPECIALE

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a cura di Anna Della Moretta

Per nondimenticareOspiti di MMI nell’ambitodegli incontri presso la Tendadella Solidarietà (10 dicembre2013), il dott. Bartolo e il dott.Palermo ci hanno portatotestimonianza con un raccontopacato d’altissima intensità eimmagini assolutamente ine-dite di una quotidianità deldramma immigrazione vissutaa Lampedusa: il dramma di

Nel 2013 i minori stranieri non accompagnati arrivati in Italia via mare sonostati 3.225. Dai dati aggiornati al 16 dicembre 2013 emerge che nel corso del-l’anno sono sbarcati 1.975 minori in Sicilia, 660 in Puglia, 572 in Calabria e 18in Sardegna.Un fenomeno, quello dei minori non accompagnati che ha registrato unacrescita significativa a partire dal 2011, in conseguenza della Crisi del Nord

Africa e che è esploso con la crisi in Siria. Per dareuna prima risposta al problema, nella legge di sta-bilità sono stati stanziati 40 milioni per garantireai migranti con meno di 18 anni che arrivano nelnostro paese senza i genitori una accoglienza or-dinata e possibili percorsi di inserimento.Per le condizioni di ammissione e di riferimentogiuridico vengono classificate due tipologie di mi-nori stranieri: i minori accompagnati e non ac-compagnati. Nel primo caso, si tratta di minori af-fidati ai genitori o ai parenti entro il terzo gradoattraverso un provvedimento formale. Nel secon-do, si tratta di minori che si trovano in Italia senzai genitori o altre persone adulte legalmente re-sponsabili della loro rappresentanza o assistenza.La definizione di “minori non accompagnati” co-munemente utilizzata è quella specificata nell’ar-ticolo 2 della Direttiva Europea 2001/55/EC3: “Icittadini di paesi terzi o gli apolidi di età inferiore

ai diciotto anni che entrano nel territorio degli Stati membri senza essere ac-compagnati da una persona adulta responsabile per essi in base alla legge oagli usi, finché non ne assuma effettivamente la custodia una persona per es-si responsabile, ovvero i minori che sono lasciati senza accompagnamentouna volta entrati nel territorio degli Stati membri”.Tuttavia, per l’analisi del contesto nazionale, si deve ricorrere alla prima de-finizione ufficiale fornita dal legislatore nel Regolamento concernente i com-piti del Comitato per i Minori Stranieri (D.P.C.M. del 9 dicembre 1999, n.535), secondo cui il minore straniero non accompagnato presente nel territo-rio dello Stato è quel minore non avente cittadinanza italiana o di altro Paesedell’Unione Europea e che, non avendo presentato domanda di asilo, si trovain Italia privo di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di altriadulti per lui legalmente responsabili in base alle leggi vigenti nell’ordina-mento italiano.La definizione lascia implicitamente intuire le difficoltà di identificazione delminore e della sua età anagrafica e l’urgenza di un’assistenza e di una tutelaper le condizioni di estrema vulnerabilità che contraddistingue lo stato di ab-bandono. A tutti i minori stranieri presenti in Italia sono riconosciuti il dirit-to all’istruzione, il diritto all’assistenza sanitaria e a tutte le tutele applicate aiminori italiani in materia di lavoro, fra cui l’ammissione al lavoro solo dopo ilcompimento del sedicesimo anno di età e dopo aver adempiuto agli obblighiscolastici.Inoltre ai minori stranieri non accompagnati vengono concesse anche parti-colari misure giuridiche, di protezione e assistenza, fra cui l’accoglienza inluogo sicuro, la non espulsione, il diritto ad un permesso di soggiorno per mi-nore età e la possibilità di far ricorso agli istituti giuridici della tutela e dell’af-fidamento familiare. (adm)

Barconi degli sbarchi tirati in secca accanto al camposportivo a Lampedusa. Foto Monica Franchi © MMI

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MMI 4DOSSIER PROGETTI

La genesi - Dall’inizio degli anno 2000, MMI e LVIA hanno lavorato insiemenel distretto sanitario di Nanoro nella Regione del Centro Ovest del BurkinaFaso, per appoggiare l’ospedale distrettuale e il distretto omonimi, in partico-lare nell’ambito della salute materno infantile. Poco a poco, la nutrizione delbambino (e della mamma!) ha cominciato ad imporsi come problema di salu-te prioritario: in Burkina, la metà delle donne è anemica, il 12% dei bambini,alla nascita, pesa meno di 2,5 chili, più del 10% dei bambini dai 6 mesi ai 5 an-ni ha un peso inferiore alla norma…Così, quando la crisi agricola del 2011-2012 in Burkina e gli eventi del Niger edel Mali hanno fatto crescere di colpo l’interesse per la malnutrizione delleagenzie internazionali di cooperazione, le due ONG avevano esperienza, dati,strumenti e proposte per ottenere da ECHO (la struttura per l’aiuto umanita-rio e la protezione civile dell’Unione Europea), il finanziamento delle attivitàdi lotta contro la malnutrizione acuta nella loro zona d’intervento.La fase I del progetto, nel 2012, si è svolta in due dei cinque distretti sanitaridella Regione del Centro Ovest (Nanoro e Réo). Con la fase II (2013) sono sta-ti coinvolti tutti i cinque distretti della Regione, su una superficie vasta quantol’Emilia-Romagna.

In base a che strategie operiamo• Lavoriamo in collaborazione con le strutture sanitarie pubbliche e private

convenzionate, per aiutarle a mettere in atto le strategie nazionali di scree-ning e lotta contro la malnutrizione;

• Non ci sostituiamo al personale di stato: le attività di terreno sono realizzatedal personale delle strutture sanitarie esistenti (infermieri, ostetriche, agen-ti di salute...). Cerchiamo invece di migliorare la formazione di questo per-sonale, non solo con stages di formazione strutturati, ma anche attraversovisite periodiche dei nutrizionisti del progetto;

• Aiutiamo i distretti sanitari a fare arrivare al personale di prima linea le at-trezzature e i prodotti di cui ha bisogno per lavorare(logistica): farmaci e Ready to Use TherapeuticFoods (RUTF) forniti dall’UNICEF, ma anche ban-cali, armadi, insetticidi…

• Cerchiamo di coordinarci con le altre strutture che sioccupano di malnutrizione e di mettere in comune leconoscenze e le esperienze, per produrre piste di la-voro e linee guida utilizzabili a livello nazionale.

Che cosa facciamo• Formiamo il personale – a tutti i livelli – allo scree-

ning e alla presa in carico della malnutrizione acuta;• Organizziamo con i distretti sanitari periodiche cam-

pagne di screening della malnutrizione. Gli AgentiComunitari di Salute (ASC), abitanti dei villaggi chesono stati scelti per fare questo lavoro, passano casaper casa a misurare il perimetro brachiale dei bambi-ni. Se un bambino risulta malnutrito, si chiede alla

Il progetto d’urgenza contro la malnutrizione acutagrave nella regione del Centro Ovest del Burkina Faso

Anno Area Numero Numero Agenti di Personalein km2 di dispensari di ospedali salute formati sanitario formato

2012 4.300 60 5 500 120

2013 22.000 168 15 1.200 260

In Burkinala metà delle donneè anemica

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5 MMIDOSSIER PROGETTI

famiglia di portarlo al dispensario. Al dispensario, dove il suostato di salute e nutrizione viene ricontrollato dagli infermie-ri: se il bambino è malnutrito, ma non ha altri problemi di sa-lute, lo si cura ambulatorialmente al dispensario, con farma-ci di base e RUTF; se invece ha delle complicazioni (febbre,diarrea, edemi…) lo si invia all’ospedale. Tutto questo circui-to è gratuito per la famiglia e preso in carico dal progetto gra-zie al finanziamento ECHO, o da altre agenzie internazionali;

• Con il personale dei distretti, seguiamo le varie fasi delloscreening e della presa in carico dei bambini malnutriti edinterveniamo quando è necessario.

I risultati del progetto nel 2012-2013 sono portati nella tabellaqui sotto. La fase III è in corso.

Le prospettive per il futuro. Nel corso degli ultimi dieci anni, MMI in Bur-kina Faso si è impegnata sul fronte della salute materno infantile, con vari fi-nanziamenti, ma sempre cercando di utilizzare al meglio le risorse disponibili,che esse fossero poche o molte. Lavoriamo con il finanziamento di ECHO nelcampo della lotta alla malnutrizione acuta, ma anche con un finanziamentoCariplo-Regione Lombardia per la produzione di farine infantili di comple-mento e in appoggio alle attività di salute materno-infantile dei dispensari. Eintegriamo i finanziamenti mancanti con i soldi delle campagne di raccoltafondi («Non mangiare da solo» e «Chicchiperlavita»). Pur nel rispetto dellenorme di ogni ente finanziatore, cerchiamo di mettere in sinergia le attività. La nostra intenzione è di continuare nella stessa direzione, cercando inoltre dipassare dalla terapia della malnutrizione alla prevenzione, attraverso azioniintegrate mirate ai «Mille giorni» fondamentali per la crescita del bambino: inove mesi che vive nel ventre materno e i primi due anni di vita.

Anno Pop. Bambini Bambini Bambini Percentualetotale 6 mesi-5 anni malnutriti malnutriti di guariti

da misurare gravi curati gravi ricoveratiogni trimestre in ambulatorio per complicazioni

2012 490.000 98.000 4.726 342 90,0

2013 1.420.000 246.000 11.889 2.835 86,2

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MMI 6DOSSIER PROGETTI

“Ecco il punto della situazione di questi giorni. Con i soliti 37letti in Medicina abbiamo 65 malati: ergo due adulti per letto.Tante malarie, tbc, problemi psichiatrici e malnutrizione ven-gono qui diagnosticate come “astenia”(!!!); tante sono le mortidi giovani senza conoscerne la causa... Tristezza unica... se cifosse almeno la possibilità dell’autopsia, i medici potrebberoimparare qualcosa ed invece... Nell’immaginario della gentesemplice – ma purtroppo anche di quelli più “evoluti” – tutto sirisolve con “avvelenamento”. Dopo 8 mesi che sono qui... quasiquasi, davanti a certe morti ci sto credendo anch’io... In pedia-tria continuiamo con 100, 120, 140 bimbi: impossibile assister-li e meno ancora curarli, ci vorrebbe il triplo del personale cheabbiamo, con infermieri più veloci e svelti che siano in grado disomministrare gli antibiotici ad orario a tanti bimbi così. Si aggiunga che i cateteri venosi escono in continuazione; chi èdel mestiere sa quanto sia difficile trovare vene a bimbi malati,ma – mi hanno detto – che piuttosto di niente... La maternità è piena e in questigiorni con tanti cesarei e alcune morti di mamme o bimbi (arrivano sempre al-l’ultimo momento). La chirurgia è abbastanza tranquilla se però non vengonopresi in considerazione i bimbi idrocefali senza più Kit per essere operati, i trau-matismi da incidenti con complicazioni celebrali, le gangrene senza cura se nonl’amputazione, ferite esposte piene di pus (che arrivano anche da altri ospedali,ben chiuse nel gesso per essere protette!), la Neonatologia con 10 bimbi prema-turi e 2 coppie di gemelli, mamme che fuggono con i loro bimbi perché secondoloro non c’è miglioramento (e sappiamo che li porteranno dai “medici-strego-ni”). Il Centro Nutrizionale che è rimasto con 4 -5 bambini durante il tempo del-la semina perché le mamme erano occupate nei lavori dei campi, ora si è riempi-to di 20 piccoli, gonfi come palloni o magri da contargli ossa! Infine, problemicon la turbina che ci lascia senza energia, con i relativi conseguenti problemi dimateriale da sterilizzare per la sala operatoria, di lenzuola da lavare...Cibitoke è sempre pieno di “clienti” in attesa di essere accettati all’ospedale oanche solamente per ricevere un pasto dalla suora! Il mio ruolo un po' strano tra l’essere di stimolo e di sostegno “a un po' di tutto” eallo stesso tempo convivere con un senso di inutilità quotidiano, in una realtàdove ci sono tante necessità, ma non vedi l’efficacia degli interventi.E poi... guardi e sei guardata dagli occhi di Serafina, una giovane con psicosipost-partum e vedi il doloredella follia... Non collabora, ri-fiuta la terapia orale, c’è man-canza del farmaco intramusco-lare e allora si è obbligati a le-garla al letto... tra imprecazionie maledizioni; si addormentaun po' sotto l’effetto del Va-lium; quando si sveglia chiedela Fanta Noir e noi corriamo acomperargliela. Grazie a DioLuciano ha l’Haldol in gocce,una buona dose nella Coca Colae... possiamo iniziare ad aiutar-la con i farmaci orali! Ora pren-de già in braccio il suo piccolodi un solo mese, lo culla e vor-rebbe allattarlo...”.

Dando vita ad una Associazione Temporanea di Scopo, Medicus Mundi Italia,Centro Missionario Diocesano di Brescia, Fondazione Museke Onlus, Poliam-bulanza, Suore Ancelle, Ascom, hanno sottoscritto un nuovo impegno per ac-compagnare l’Ospedale di Kiremba (Burundi) verso una progressiva autono-mia, attraverso il rafforzamento delle professionalità locali, la riqualificazionedei servizi offerti e il miglioramento della gestione finanziaria.In Burundi, MMI è attualmente presente anche a Gitega, in collaborazione conFondazione Museke Onlus, occupandosi di formazione in ambito pediatrico eneonatologico del personale sanitario del Centro di Salute di Mushasha, al qua-le afferiscono circa 3.000 gestanti e mamme e 1.500 bambini. Inoltre MMI col-labora con le altre ONG bresciane e con il Centro Missionario Diocesano diBrescia alla realizzazione del progetto di promozione della donna e sviluppodelle comunità rurali a Muyinga e Kirundo. MMI contribuisce alla prevenzioneed educazione socio-sanitaria di più di 300 donne e all’assistenza in casi vio-lenza sessuale o violazione dei diritti fondamentali delle donne.

La drammatica testimonianza di Sr. Stefaniache opera nell’Ospedale di Kiremba in Burundi

Cibitoke è un locale, distaccatodal corpo centrale dell’Ospedale,una sorta di portineria e/o cen-tro d’accoglienza.

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7 MMIRUBRICA DEL MEDICO

Segni e sintomi tipicidella malattia

La malattia da virus Ebola (Evd), inizialmente conosciuta come febbre emorra-gica da virus Ebola, è una malattia grave, spesso fatale, con un tasso di mortalitàfino al 90%. La malattia colpisce gli uomini e i primati (scimmie, gorilla, scim-panzé) e i pipistrelli della frutta sono considerati i probabili ospiti del virus.L’Ebola è apparsa la prima volta nel 1976 in due focolai contemporanei: in unvillaggio nei pressi del fiume Ebola nella Repubblica Democratica del Congo, ein una zona remota del Sudan.Successivamente, e fino a oggi, sono state segnalate in Africa numerose nuoveepidemie e casi sporadici, con tasso di mortalità variabile.Ebola è un virus a Rna, appartenente alla famiglia dei Filoviridae, genere Filo-virus. Sono stati identificati cinque diversi sottotipi del virus: Zaire, Sudan,Ivory Coast, Bundibugyo e Reston. Ciascuno con una diversa diffusione geo-grafica. I primi quattro sono patogeni per l’uomo e hanno provocato epidemiein Africa. Invece, il sottotipo Reston, isolato per la prima volta a Reston, in Vir-ginia (Usa), in macachi provenienti dalle Filippine, è responsabile di malattianei primati, mentre nell’uomo provoca una forma asintomatica.

Il virus Ebola si trasmette nella popolazione umana attra-verso lo stretto contatto con sangue, secrezioni, tessuti, or-gani o fluidi corporei di animali infetti. In Africa, l'infezioneè avvenuta attraverso la manipolazione degli scimpanzé,gorilla, pipistrelli della frutta, scimmie, istrici infetti trovatimalati o morti o catturati nella foresta pluviale. Nelle zone arischio come ad esempio la foresta pluviale dell’Africa Sub-sahariana è importante ridurre il contatto con gli animali adalto rischio precedentemente citati e soprattutto non racco-gliere animali morti trovati nelle foreste o manipolare la lo-ro carne cruda. Infatti, una volta che una persona sia entrata in contatto conun animale infetto da virus Ebola e abbia contratto l’infezio-ne, questa può diffondersi all'interno della comunità da per-sona a persona. L'infezione avviene per contatto diretto (at-traverso ferite della pelle o mucose) con il sangue o altri flui-di corporei o secrezioni (feci, urine, saliva, sperma) di per-

sone infette e può verificarsi anche in caso di ferite della pelle o delle mucose diuna persona sana che entra in contatto con oggetti contaminati da fluidi infettidi un paziente con Ebola.Gli operatori sanitari sono stati spesso i più esposti al virus durante la cura dei pa-zienti con Ebola. Questo accade perché, in particolare nelle prime fasi di un epi-demia, non indossano dispositivi di protezione individuale (ad esempio i guanti)quando assistono i pazienti. Possono svolgere un ruolo nella trasmissione diEbola anche le cerimonie funebri in cui le persone hanno contatti diretti con ilcorpo del defunto. Le persone decedute per Ebola, infatti, devono essere maneg-giate con indumenti protettivi e guanti ed essere sepolte immediatamente.Le persone sono contagiose fino a quando il sangue e le secrezioni contengonoil virus; ad esempio i soggetti maschi, guariti dalla malattia, possono ancoratrasmettere il virus a partner attraverso lo sperma, per circa due mesi dopo laguarigione. I segni e sintomi tipici della malattia sono: comparsa improvvisa di febbre, in-tensa debolezza, dolori muscolari, mal di testa e mal di gola. Successivamentepossono comparire: vomito, diarrea, esantema, insufficienza renale ed epaticae, in alcuni casi, emorragia sia interna che esterna.

Rubrica del medicoIl virus “letale”

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MMI 8RUBRICA DEL MEDICO

Il periodo di incubazione può variare tra i 2 e i 21 giorni. Ilpaziente diventa contagioso quando comincia a manifestaresintomi mentre non lo è durante il periodo di incubazione.I pazienti gravemente malati necessitano di terapia inten-siva, sono spesso disidratati e hanno bisogno di liquidi pervia endovenosa o di reidratazione orale con soluzioni con-tenenti elettroliti. Attualmente non esiste un trattamentospecifico per curare la malattia.La diagnosi clinica è difficile nei primissimi giorni, a causadell’aspecificità dei sintomi iniziali. Può essere facilitatadal contesto in cui si verifica il caso (area geografica di in-sorgenza o di contagio) e dal carattere epidemico della ma-lattia. Anche in caso di semplice sospetto, è opportuno l’isolamento del pazien-te e la notifica alle autorità sanitarie. Gli esami emato-chimici di laboratoriomostrano una iniziale linfopenia, a cui si aggiungono neutrofilia e piastrinope-nia grave. Si può osservare un aumento degli enzimi epatici.Non esistono test commerciali disponibili per la diagnosi. Nei primi giorni la con-ferma del caso si ottiene con l’isolamento del virus (la viremia persiste per 2-3 set-timane) attraverso l’inoculazione in colture cellulari di un campione di sangue.Accanto al prelievo di sangue, che comporta un rischio biologico elevato per l’ope-ratore, l’esame può essere condotto anche su altri liquidi corporei (saliva e urine),con invasività minore e probabilità inferiore di esposizione al contagio.Gli antigeni e il genoma virale si possono identificare con metodi immunoenzima-tici (Elisa) e attraverso la polymerase chain reaction (Pcr). In una fase più tardiva,è possibile effettuare una diagnosi sierologica per la ricerca degli anticorpi IgM oIgG, con metodo immunoenzimatico o di immunofluorescenza indiretta, que-st’ultimo meno sensibile. Si tratta di indagini utili più che per la diagnosi di infe-zione o il monitoraggio dei contatti, per le successive indagini epidemiologiche at-te alla rilevazione di infezioni asintomatiche e per gli studi di sieroprevalenza. Per aiutare a controllare l'ulteriore diffusione del virus, i casi sospetti o confer-mati devono essere isolati dagli altri pazienti e trattati da operatori sanitari cheattuino rigorose precauzioni per il controllo delle infezioni.Attualmente non esiste un vaccino autorizzato per la malattia da virus Ebolaanche se diversi vaccini sono in fase di sperimentazione e pertanto, al momen-to, per ridurre il numero dei casi e i decessi è fondamentale accrescere la consa-pevolezza dei fattori di rischio e adottare le misure di prevenzione.La prevenzione si affida, quindi, al rispetto delle misure igienico sanitarie, allacapacità di una diagnosi clinica e di laboratorio precoci e all’isolamento dei pa-zienti. I pazienti devono essere, infatti, isolati fino al termine della fase viremica(circa 3 settimane dall’esordio della malattia). Vanno sottoposti a sorveglianzasanitaria presso strutture ospedaliere anche i contatti ad alto rischio, cioè tutticoloro potenzialmente infettati dal materiale biologico di un caso. Per il personale sanitario che ha in cura i casi accertati o sospetti è fondamenta-le evitare il contatto con il sangue e le secrezioni corporee utilizzando adeguateattrezzature per la protezione individuale (maschera, guanti, camice, occhiali).

La recente epidemiaDa febbraio 2014 è in corso la prima epidemia documentata di malattia da virusEbola (Evd) in Africa occidentale. I primi casi segnalati di Evd si sono verificatinella regione boschiva della Guinea sud-orientale vicino al confine con la Libe-ria e la Sierra Leone. L’eziologia è stata confermata il 22 marzo e il ceppo viraleidentificato ha mostrato, ad un sequenziamento parziale, un’omologia del 98%con un ceppo di virus Ebola, specie Zaire, identificato nel 2009 nella Repubbli-ca Democratica del Congo. In seguito, l’epidemia si è estesa e – al 16 aprile 2014– sono stati segnalati casi sospetti e/o confermati di Evd in sei distretti dellaGuinea (anche nella capitale Conakry) e in cinque contee della Liberia. La letalità osservata è compatibile con quella di precedenti epidemie da virusEbola specie Zaire, tuttavia, poiché la conferma dei casi è in corso, tale dato vadato con cautela. Al 16 aprile 2014, il ministero della Salute della Guinea ha se-

Non esistonotest commercialiper la diagnosi

Dove si sonoverificati casidi recente

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9 MMIRUBRICA DEL MEDICO

gnalato all’Oms 197 casi clinici di Evd, di cui 122 deceduti.Centouno casi, di cui 56 deceduti, sono stati confermati inlaboratorio. Ventiquattro casi, di cui 13 deceduti, sono statiregistrati tra operatori sanitari.Alla stessa data il ministero della Salute della Liberia ha se-gnalato all’Oms 27 casi clinici di Evd, di cui 13 deceduti. IlMinistero della Salute del Mali ha comunicato all’Oms checampioni clinici prelevati da sei casi sospetti per Evd, prece-dentemente segnalati, sono risultati negativi ai test di labo-ratorio per virus Ebola. Al 15 aprile 2014, non sono stati ri-portati all’Oms casi confermati di Evd dal ministero dellasalute della Sierra Leone. Test di laboratorio condotti sucampioni di 11 casi sospetti sono risultati negativi per virusEbola. (Cnesps, Iss).Tutti i Paesi colpiti dall’epidemia hanno intensificato le atti-vità di sorveglianza e identificazione attiva dei casi, il con-trollo delle infezioni nosocomiali e le misure di prevenzione

individuali e di salute pubblica con il supporto di organizzazioni internazionali,di organizzazioni governative nazionali e di Ong. In base alle informazioni at-tualmente disponibili, l’Oms non raccomanda restrizioni a viaggi o a rotte com-merciali da applicare alla Guinea, Liberia, Mali o Sierra Leone.

Quali le persone a rischio? Quale rischio per i viaggiatori?A questo punto è lecito porsi alcune domande come ad esempio quali siano lepersone a più alto rischio di infezione durante un’epidemia. Sicuramente glioperatori sanitari, i familiari o altre persone a stretto contatto con persone in-fette, le persone che hanno contatto diretto con i corpi dei defunti, nelle cerimo-nie funebri ed infine i cacciatori nella foresta pluviale che entrano in contatto

con animali trovati morti nella foresta. L’esposizione al viruspuò essere controllata attraverso l’uso di misure protettive instrutture sanitarie e ospedali, nei raduni di comunità e nelleabitazioni.Altro quesito a cui dobbiamo trovare una risposta e se, nel cor-so di un focolaio, l’OMS esamina regolarmente la situazionesanitaria pubblica e raccomanda restrizioni di viaggio o rottecommerciali, se necessario. Al momento, tali misure non sonoraccomandate.Il rischio di infezione per i viaggiatori è molto basso in quantola trasmissione da persona a persona avviene per contatto di-retto con i fluidi corporei o secrezioni di un paziente infetto.I consigli dell’OMS sui viaggi in generale sono che:

• I viaggiatori dovrebbero evitare ogni contatto con pazienti infetti• Gli operatori sanitari che viaggiano verso aree colpite dovrebbero seguire ri-

gorosamente le indicazioni sul controllo delle infezioni raccomandate dal-l’OMS

• Chiunque abbia soggiornato in aree dove i casi sono stati recentemente se-gnalati dovrebbe essere consapevole dei sintomi dell’ infezione e consultareun medico al primo segno di malattia

• I medici che si occupano di viaggiatori di ritorno dalle zone colpite, con sinto-mi compatibili sono invitati a considerare la possibilità di malattia da virusEbola.

Silvio CaligarisVice-Presidente MMI, Clinica di Malattie Infettive e Tropicali, Spedali Civili Brescia

Bibliografia:• Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute

(Cnesps, Iss) – 17 aprile 2014.• “Febbre emorragica Ebola”, Epicentro – il Portale dell’epidemiologia per la

Sanità Pubblica – (ultimo aggiornamento 17 aprile 2014)

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MMI 10SPECIALE

chi cerca di scappare da fame, miseria e guerre, il dramma di chi pone il senso ultimo della vita e le propriesperanze su di un barcone. “L’arrivo di un elevato numero di immigrati in tempi relativamente brevi – spiega il dott. Bartolo – ha richie-sto grande impegno e spirito collaborativo fra gli addetti perpoter gestire sull’isola il Protocollo operativo delle AutoritàSanitarie italiane. Da un’assistenza di I Livello con valutazioneclinica sul campo (a bordo dell’imbarcazione o sul molo) ese-guita da personale medico o paramedico e in base alle condizio-ni di salute, può rendersi necessario o l’intervento urgente conricovero in idonea struttura di cura oppure il migrante è trasfe-rito nelle strutture di accoglienza, dove viene attivata una sor-veglianza sindromica con relativa profilassi immunitaria. Lafinalità è quella di rilevare eventuali specifiche emergenze disalute pubblica, per poter intervenire tempestivamente ed inmaniera efficace, controllando o quantomeno minimizzando ipossibili effetti negativi. In relazione alla presenza di minori(accompagnati e non) viene, inoltre, valutata la necessità disomministrare le vaccinazioni previste dal nostro calendariovaccinale, in relazione alla certificazione del Paese di prove-nienza, eventualmente presente, e dell'età dei soggetti”.Ed è stato proprio il dott. Bartolo (il medico dei mille salvataggia Lampedusa) che la mattina del 3 ottobre, nello svolgimento del suo drammatico compito di ispezione cada-verica, ha avuto la sensazione di un attimo ed ha percepito un filo di vita in quel corpo di donna già distesoaccanto a suoi sventurati compagni di viaggio sul peschereccio Angela C. Una frazione di secondo: quel corpodi donna, raccolto tra le braccia di Pietro Bartolo, Raffaele Colapinto, Antonio Candela e Rocco Maccarone, èapprodato ad una nuova vita, trasferito d’urgenza al Presidio Sanitario di Lampedusa e, di lì, in elicottero inospedale a Palermo per le cure indispensabili.Chi era presente quella sera del 10 dicembre non ha avuto vie di fuga all'emozione: ma quali le vie di fuga permolti, tantissimi di coloro che, riusciti a salire su di un barcone, non sono poi riusciti ad approdare aLampedusa o in Sicilia? 366 i morti solamente nel naufragio del 3 ottobre (268 uomini, 84 donne, 14 bambi-ni). Quanti altri sono e rimarranno volti sepolti in fondo al mare senza nome? (mf)Dott. Pietro Bartolo, Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo, Responsabile del Presidio Sanitario di LampedusaDott. Mario Palermo, Assessorato Regionale della Salute, Dipartimento Attività Sanitarie ed Osservatorio Epidemiologico, Servizio 1, Igiene Pubblica

Le strutture che accolgono gli immigrati irregolari in Italia

CPSA Centro di primo soccorso ed accoglienza CDA Centro di accoglienza

CARA Centri accoglienza richiedenti asilo CIE Centro di identificazione ed espulsione

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i diritti della dignità della persona umana. Posto alla base il riconoscimento che la terra sia uno spazio condiviso datutti gli esseri umani e che, pertanto, a ciascun essere sia dato il senso di appartenenza ad essa, la Carta di Lampedu-sa afferma come indispensabile una radicale trasformazione dei rapporti sociali, economici, politici, culturali e giuri-dici – che caratterizzano l’attuale sistema e che sono a fondamento dell’ingiustizia globale subita da milioni di perso-ne – a partire dalla costruzione di un’alternativa fondata sulla libertà e sulle possibilità di vita di ciascuno senza pre-clusione alcuna che si basi sulla nazionalità, cittadinanza e/o luogo di nascita. Si propone, quindi, come bozza di unprocesso costituente per ridisegnare dal basso una geografia politica esistenziale e territoriale sulla base di una radi-cale trasformazione appunto dei rapporti sociali, economici, politici, culturali e giuridici. Quale sorta di documentoprogrammatico è suddiviso in due parti. La Prima Parte si focalizza sulla dignità della persona umana nella sua co-stante tensione propulsiva alla libertà: libertà di movimento, di scelta, di restare o di resistenza nell’ambito della co-struzione di ogni progetto di vita dell’individuo. La Seconda Parte è più di carattere istituzionale e risponde alla ne-cessità di confrontarsi con la realtà disegnata dalle attuali politiche migratorie e di militarizzazione dei confini, con ilrazzismo, le discriminazioni, lo sfruttamento, le diseguaglianze, i confinamenti e la morte degli esseri umani che es-se producono, affermando, rispetto a tale realtà, i punti necessari per un suo complessivo cambiamento. (mf)

Leggi il documento o per saperne di più:http://www.medicusmundi.it/it/comunicazione/bacheca/400-la-carta-di-lampedusa.html

Il dott. Pietro Bartolo e Raffaele Colapinto: immagine tratta dal videorealizzato dall’ASP di Palermo, presente sul molo Favarolo di Lam-pedusa la mattina del 3 ottobre 2013.

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11 MMIIN MEDICUS

Campagna “Dietroquellosguardo...”Il 3 aprile 2014 è partita la nuova Campagna umanitaria “Die-troquellosguardo…” promossa da MMI e volta alla lotta controla malnutrizione infantile e a migliorare l’appoggio ai pro-grammi di salute familiare a favore delle comunità rurali delDistretto di Morrumbene in Mozambico, mediante sostegno alProgramma di Riabilitazione Nutrizionale per bambini al disotto dei 5 anni di vita e al Programma Allargato di Vaccinazio-ni. I fondi raccolti confluiranno nel Progetto “Brescia per ilMozambico” per il quale Medicus Mundi Italia ha in caricol’importo di € 25.600 (vedere scheda allegata). Con la Campa-gna “Dietroquellosguardo…”, MMI si prefigge di raccogliere €10.000 (diecimila), equivalente circa al 40% dell’intero impor-to a carico, come da progetto. Con il tuo contributo potrai assi-curare cibo, acqua e cure essenziali obiettivi dei nostri progetti

in Mozambico. Ogni contributo può essere versato a Medicus Mundi Italia(causale: Mozambico):

- Bonifico bancario IBAN IT53C0350011202000000013162

- Bonifico postale IBAN IT11P0760111200000010699254

- Donazione online da nostro sito http://www.medicusmundi.it

“Abbiamo Riso per una cosa seria”Anche quest’anno, il 17 e 18 maggio FOCSIVè tornata con 29 Organismi Soci nelle prin-cipali piazze e nelle parrocchie italiane conla campagna di raccolta fondi “Abbiamo Ri-so per una cosa seria” a sostegno di altret-tanti progetti di diritto al cibo. Circa 3milavolontari hanno coinvolto persone di tuttaItalia nella sfida contro la fame che ancora oggi colpisce 842 milioni di perso-ne, di cui 827 milioni vivono nei Paesi in via di sviluppo e 3 milioni sono bam-bini sotto i 5 anni che muoiono per la malnutrizione.Grazie ad un’offerta suggerita di € 5, a fronte della quale si è ricevuto un paccoda 900 gr. di riso di qualità Thai, è stato possibile dare il proprio contributo alProgetto Mozambico di MMI.

La ditta IVAR SpA ha sostenuto la Campagna “Dietroquellosguardo…”, in occasione della giornata-evento “Bim-bi in ufficio” promosso dal Corriere della Sera. Oltre a visitare l’azienda e a scoprire le mansioni dei genitori, ibambini sono invitati a portare – o a dipingere lì in azienda – un disegno sul tema della conciliazione famiglia/la-voro. Per ogni disegno ricevuto l’azienda ha donato un ciclo di vaccinazioni ai bambini del Mozambico, comeproposto dalla Campagna umanitaria “Dietroquellosguardo…”.

Numero degli sbarcatia Lampedusa (ab. 5.000 ca)dal 1/1/1997 al 17/11/2013

1997 2.2131998 4.0181999 3152000 4422001 1.0282002 10.3382003 9.4762004 10.5432005 15.7222006 17.4832007 12.1702008 31.3112009 4.4152010 6042011 51.4992012 5.1672013 15.839

Totale sbarchi 192.583

C’è un nuovo modo per sostenere il Progetto Mozambico di Medicus Mun-di Italia: donare i punti accumulati con gli acquisti fatti con carta di creditoEnjoy o Libra su circuito nazionale Mastercard, correlati al programmaFormula UBI di UBI BANCA. Nel nuovo Catalogo Premi 2014 di UBI Ban-ca, si troveranno indicate le modalità per girare i punti accumulati con gliacquisti fatti con la carta di credito Enjoy o Libra a favore del Progetto sa-nitario Mozambico (Cod. 25003 - 2100 Punti), sostenuto da MedicusMundi Italia nel circuito “Brescia per il Mozambico”.

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MMI 12IN MEDICUS

I progetti in corso di MMIAFRICA Progetto Co-finanziatore

Progetto d’urgenza contro la malnutrizione acuta severa Commissione Europea-ECHOBurkina Faso nel Centro Ovest (fase III) (Dir. Gen. Aiuti Umanitari

in consorzio con LVIA-Associazione Internazionale Volontari Laici e Protezione Civile)

Burkina Faso Lotta all’AIDS pediatrico nel centro medico S. Camillo di Ouagadogou Fondi privati

Sviluppo della produzione locale, della promozione e commercializzazione Fondazione Cariplo/di farine di complemento alimentare per la lotta alla malnutrizione Regione Lombardia/

Burkina Faso infantile nelle Provincie di Kadiogo, Boulkiemdè e Oubritenga (Burkina Faso) 8xMille Statoin consorzio con LVIA e Mani Tese

Burundi Riqualificazione dell’Ospedale Kiremba - in consorzio con CMD Brescia, Fondi privati*Fond. Museke, Fond. Poliambulanza, AsCoM, Suore Ancelle della Carità

Progetto integrato per la promozione della donna e lo sviluppo delle Comune di BresciaBurundi comunità rurali a Ngozi e Muyinga e Kirundo - in consorzio con SVI, Consulta per la Cooperazione,

Fon.Tov, Fon.Sipec, Centro Missionario Diocesano di Brescia la Pace, la SolidarietàInternazionale e i Diritti Umani

Promozione della salute materno-infantile della popolazione Fondazione MusekeBurundi di riferimentodel Centro di Salute di Mushasha - Fond. Comunità Bresciana

in consorzio con Fondazione Museke

Formazione agrozootecnica e promozione della salute comunitaria Ministero degli Affari EsteriMozambico per lo sviluppo rurale del Distretto di Morrumbene Fond. Comunità Bresciana

Programma “Brescia per il Mozambico” - in consorzio con SCAIP

AMERICA LATINAEcuador Rafforzamento dei servizi di analisi, formazione e prevenzione Conf. Episcopale Italiana

in ambito di salute di base per le Comunità della “Manga del Cura” (8xMille CEI)

Brasile Educazione, salute, acqua e autosviluppo famigliare: progetto per lo Conf. Episcopale Italianalo sviluppo integrato delle comunità quilombola di Penalva (Maranhao) - (8xMille CEI)in consorzio con Aquilone onlus

ASIAIndia Promozione della donna di Sayalkudi (Tamil Nadu), Fondazione S. Zeno di Verona

attraverso la formazione tecnica, l’educazione socio-sanitariae l’avvio di attività generatrici di reddito in forma cooperativa - in consorzio con Fond. Tovini e Fond. Sipec

La formazione è un impegno costante della dott.ssa Cyntia Aparicio, pediatra con la passio-ne per la neonatologia. Medicus Mundi Italia continua ad accompagnarla in questo suo iti-nerario. Dopo i numerosi corsi alle mamme di La Paz e di El Alto, riunite presso il Club desMaes, si è attivata per realizzare quelli riservati agli operatori sanitari dei reparti ospedalie-ri di neonatologia.La sua qualificata attività didattica è di grande aiuto per migliorare l’assistenza ai neonati prematuri e con patolo-gie. Da alcuni anni favoriamo le sue “vacanze di lavoro” in Italia che le consentono di mantenere adeguata la suapreparazione professionale. È questa una testimonianza di formazione permanente ad ogni livello e la MedicusMundi Italia vede realizzato un suo importante obiettivo. Mariarosa Inzoli

Per saperne di più: http://www.medicusmundi.it/it/bolivia.html

Dalla Bolivia

* in fase di stesura progetto per richiesta di co-finanziamento a CEI-Conferenza Episcopale Italiana

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13 MMIINTERNAZIONALE

Insieme, in una relazione fruttuosa, per affrontareil problema dell’AIDS/HIV pediatrico nei Paesi a risorse limitate

Sviluppo e implementazione del trattamento HIV/AIDS pediatrico continuaa rimanere una priorità, soprattutto nei paesi a basso reddito dove la maggiorparte dei bambini HIV infetti vivono e dove, purtroppo, solamente la più bas-sa percentuale di loro è in realtà sotto terapia antiretrovirale (ARV). Questo èdovuto oltre ai problemi logistici e finanziari anche alle difficoltà di sommi-nistrare ogni giorno due volte 3 sciroppi diversi in quantità tra loro diverse econ volumi che aumentano con il peso dei piccoli pazienti. Infatti soprattutto

per i bambini da 3 a 15 kg, anche lecompresse a combinazione fissa (FDC)disponibili attualmente non permetto-no sempre un dosaggio corretto (veditabella 1).Per far fronte a questo problema unostudio congiunto di Medicus Mundi Ita-lia e action medeor (membri di MM In-ternational Network) è stato intrapresoal Laboratorio di Farmacologia dellaUniversity Muhimbili (MUHAS) a DarEs Salaam, Tanzania per testare la fatti-bilità e stabilità di una sospensione ,contenente 3 principi attivi della ARV(Lamivudina / Abacavir / Nevirapina -LAN), personalizzabile per ogni bambi-no ad ogni sua visita di controllo.

Si tenga presente che, ad oggi, dal punto di vista finanziario, tutte le formula-zioni pediatriche e, in particolare, le formulazioni liquide hanno un costo mol-to più elevato rispetto alle formulazioni per adulti e molto più spesso delle for-mulazioni per adulti mancano le scorte. Per questi motivi sono state scelte lecompresse per adulti come materia prima.La possibilità di una singola formulazione liquida LAN, che “cresce con ilbambino” permetterebbe di somministrare ai bambini da 3 - 15 kg, ogni gior-no lo stesso volume di una unica sospensione.Questo non solo faciliterebbe i “care giver” ma anche gli ospedali, in quantoviene ridotto così non solo il numero di somministrazioni e conseguentemen-

Le difficoltà maggiori nella somministrazione corretta della terapiaantiretrovirale a bambini dai 3 ai 15 kg di peso corporeo riguardanoanche il rapporto tra peso e superficie corporea del bambino. Infattimentre Lamivudina e Abacavir vanno dosate in base al peso corpo-reo, la Nevirapina viene dosato in base alla superficie corporea delbambino! E questi due parametri durante l’infanzia non si sviluppanoin modo parallelo. Per questo motivo la sospensione è stata testata non solo a concentra-zione crescente dei 3 principi attivi, ma anche variando il rapportodelle tre componenti in base alle diverse caratteristiche che i bambiniin questa fascia possono presentare.

Per una corretta somministrazione

In base al peso e alla superficie corporea calcolata come (Radice quadrata del prodotto di peso (kg) per altezza(cm) diviso per 60) di ogni bambino si prepara un numero adeguato di compresse per adulto di ognuno dei treprincipi attivi per coprire il fabbisogno di un mese. Queste compresse vengono poi polverizzate inumidendo conun’adeguata quantità di acqua, triturando delicatamente durante l’aggiunta del diluente (sorbitolo al 70%) performare una pasta liscia e successivamente, dopo aver trasferito il tutto in un contenitore graduato, si porta il vo-lume a 300 ml, che permette (dopo adeguata agitazione della bottiglia) la somministrazione di 5 ml due volte algiorno per un mese.Lo studio ha dimostrato la stabilità di queste sospensioni per almeno 42 giorni in condizioni di conservazione tro-picali (30 ° C / 75 % RH), il che permette alle famiglie di conservare la bottiglia anche fuori da un frigorifero, peresempio nel tipico vaso di terracotta (canarì). Infatti dopo tale periodo il range dei singoli contenuti dei principi at-tivi erano 92-103 % per la Lamivudina, 96-103 % per Abacavir e 92 -104 % per la Nevirapina. Anche l’aspetto e l’odore di tutte le formulazioni testate non hanno subito variazioni nel corso del periodo di provatotale e non c’era alcun cambiamento significativo del pH, che indicava l’assenza di idrolisi.

La nuova formula

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te la possibilità di errore, ma anche il numerodi bottiglie da ordinare, stoccare, trasportaree manipolare. Il volume da somministrarepuò rimanere stabile anche se il bambino cre-sce, in quanto la concentrazione viene au-mentata nel tempo come prescritto in base al-le esigenze del bambino. Ciò permetterà ulte-riormente di migliorare l’aderenza, fattoreprincipale per l’efficacia della terapia nei pa-zienti pediatrici.Certamente per la preparazione corretta dellesospensioni individuali bisogna avere un mi-nimo di attrezzatura, locali idonei e personaleaddestrato. Visto i risultati incoraggianti sullafattibilità e stabilità (vedi figura 1) è attual-mente in corso uno studio pilota sull’attuazio-ne di tale formulazione in ambiente ospeda-liero in Burkina Faso.I risultati a un anno dall’introduzione dimo-strano l’efficacia di tale approccio e sono statirecentemente presentati ad un congresso in-ternazionale.Il progetto è stato finanziato con una sovven-zione da parte dell’Istituto Superiore di Sani-tà del Ministero della Salute italiano sotto il“Ensemble pour une solidarité thérapeutiquehospitalière en Réseau contre le SIDA”(ESTHER) Programma per l’Università diBrescia.

P. Tibalinda e E. Kaale, Pharm Laboratory R & D , Muhimbili University ofHealth and Allied Sciences, Dar Es Salaam, Tanzania; C. Häfele-Abah, ActionMedeor e.V., Germania; R.F. Schumacher, Medicus Mundi Italia e Diparti-mento di Pediatria, Spedali Civili Brescia, Development of an individualizedARV combination suspension for paediatric HIV/AIDS patients, “MedicusMundi International Network Annual Report 2011”, pp. 18-21.

MMI 14INTERNAZIONALE

te differente dai Primary Health Care delle Dichiarazione di Alma Ata (1978). I Primary Health Care erano infat-ti espressione di un’ambizione politica, mentre l’UHC tende a essere un approccio tecnico e addirittura a ridursialla dimensione finanziaria. Questo riflette lo spirito del tempo: gli economisti (della salute) sono molto presenti nel dibattito. I PrimaryHealth Care comprendevano – oltre le cure essenziali – l’educazione, la nutrizione, l’accesso all’acqua e ai servi-zi igienici. Se l’UHC sarà messa in atto al di fuori di un quadro di trasformazione sociale e economica, non cam-bierà la salute in profondità. Paradossalmente, un’attenzione eccessiva all’UHC potrebbe stornare l’attenzione ele risorse da altri settori, con un danno per la salute.Se la comunità internazionale non rivaluta il diritto alla salute nella sua scala dei valori e non smette di conside-rare la salute una variabile dipendente dell’economia globale, è molto improbabile che l’UHC raggiunga i risul-tati attesi. Insomma, Medicus Mundi International, con questo «Discussion paper», ci ricorda che la dichiara-zione di Alma Ata – che il network Medicus Mundi riconosce come suo documento fondatore – rinvia a dei valo-ri politici, sociali e etici essenziali : la solidarietà e la giustizia, la democrazia intesa come essere soggetti politicipartecipi (e non – o non solo – votare alle elezioni!), lo «stare bene» come buona qualità di vita (e non – o non so-lo – come assenza di malattie o accesso alle terapie), ecc. Valori che l’impero degli economisti e la «globalizzazione», dei quali MM International suggerisce velatamenteche l’UHC «correntemente proposta» sia figlia, sembrano non prendere in conto nel futuro che ci preparano.

Gigi e Marina da Nanoro

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15 MMISEGRETERIA

Assemblea

Corso di aggiornamento in Malattie Tropicali

Il giorno 28 aprile 2014, alle ore 17, in Brescia, presso la sede sociale in ViaMartinengo da Barco 6/a, a seguito di formale convocazione, si è riunital’Assemblea Generale Ordinaria dei Soci di Medicus Mundi Italia. Eranopresenti 16 Soci, il Direttore Generale di Medicus Mundi Italia, dott. Mas-simo Chiappa, e il revisore dei conti, dott. Mario Valenti. Esauriti gli argo-menti all’ordine del giorno, il Bilancio Consuntivo 2013 è stato discusso edapprovato all’unanimità per alzata di mano.

Medicus Mundi Italia desidera far giungere un doveroso ringraziamento a tutte le persone che hanno sostenutoe continuano a sostenere l’impegno e i progetti dell’Associazione.Della maggior parte di coloro che ci inviano contributi tramite bonifici bancari e/o postali, non conosciamo, pur-troppo, talvolta nemmeno il nome che, comunque, raramente compare sull’estratto conto. Inoltre, la Legge sullaPrivacy impedisce che ci venga trasmesso qualsivoglia dato di riferimento dagli istituti di credito o enti analoghi.La generosità dei sostenitori di MMI ci aiuta a continuare a credere in ciò che quotidianamente facciamo a favo-re delle popolazioni svantaggiate, ci stimola a trovare nuove strade per poter centrare obiettivi sempre più mira-ti nella cooperazione socio-sanitaria internazionale, ci consente di essere in grado di poter rispondere a quelleesigenze umane che, nel nostro mondo occidentale, sono date per scontate.Grazie a tutti quanti, quindi, nella speranza di avervi sempre accanto.

Presidente e Staff di Medicus Mundi Italia

Ringraziamenti e privacy

Responsabile Dott. Silvio CaligarisSi svolgerà a Brescia da lunedì 3 novembre a venerdì 21 novembre 2014, la XXVII Edizione del Corso di ag-giornamento in Malattie Tropicali, creato nel 1988 per la formazione di personale medico e paramedico con pro-spettiva di un impiego nei programmi di cooperazione sanitaria nei Paesi a risorse limitate. Conseguentemente aimassicci flussi di immigrazione di popolazioni degli ultimi anni, il Corso è diventato uno strumento formativo di no-tevole importanza anche per il personale medico e/o paramedico operante in Italia in favore dei migranti, divenen-do al tempo stesso un strumento di solidarietà e di integrazione civica/civile degli immigrati stessi. Responsabile delCorso sino all’edizione del 2013 è stata la dott.ssa Myriam Brunelli.

Argomenti trattati: Vaccinazioni - Malnutrizione - Emergenze chirurgiche e ostetriche - Lebbra - Malaria - HIV -Tubercolosi - Malattie sessualmente trasmesse - Parassitologia - Dermatologia - Oculistica - Farmaci di base - Tec-niche di laboratorio di base - Cooperazione e sviluppo.

Destinatari: medici, odontoiatri e operatori sanitari (infermieri, ostetrici, biologi, fisioterapisti) interessati a par-tecipare a progetti sanitari in Paesi a risorse limitate o che debbano affrontare simili problematiche nella loro quoti-dianità operativa in territorio nazionale, in conseguenza dei flussi migratori.

ECM Crediti formativi - È in corso la richiesta di accreditamento di 50 crediti formativi secondo il programmaper l’Educazione Medica Continua presso Provider ICM International Srl, come avvenuto nelle precedenti edizioni.Per saperne di più: www.medicusmundi.it - [email protected] - Medicus Mundi Italia - ViaMartinengo da Barco 6/a - 25121 Brescia - Tel. 0303752517 - Fax 03043266 - Referente Segreteria CMT: rag. CinziaFerrante.Il Corso è promosso da MMI in collaborazione con l’Università degli Studi di Brescia - Clinica Malattie Infettive eTropicali e con il patrocinio della Federazione Nazionale Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri e dell’Ordine deiMedici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Brescia.

Il prof. Giampiero Carosi, il dott. Silvio Caligaris e tutto lo Staff di MMI sono grati alla dottoressa Myriam Bru-nelli, responsabile del CMT dal 1988 al 2013, per l’impegno profuso in ben 26 anni con vero spirito di volonta-riato, professionalità, sapienza, intelligenza e passione.

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Edito con il contributo dellaFondazione Banca San Paolo di Brescia

Ogni donazione è fiscalmente deducibile. (Norme deducibilità fiscale: D.L. n.49/87 con DM n. 1988/128/004187/2D del 14/09/1988 e D.L. 4 dicembre1997 n. 460, con modifiche apportate dal D.L. n. 35 del 14/03/2005, conver-tito in Legge n. 80 del 14 /05/2005).

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Medicus Mundi Italia (MMI) è una ONG (L.49/1987)e ONLUS (L. 460/4.10.1997).

MMI è Socio

Quote annualiSi ricorda a tutti i Soci di rinnovare la Quota annuale, fissata per il 2013 in due fa-sce di età:1. € 20 dai 18 fino ai 29 anni compresi e adulti dopo i 65 anni.2. € 50 dai 30 ai 64 anni compresi.Tutti i Soci hanno eguali diritti di eleggibilità attiva e passiva nel pieno rispettodella democraticità, prevista dalla Legge 266/91.

Perché associarsi a Medicus Mundi Italia?Associarsi alla ONG Medicus Mundi Italia è il primo gesto concreto: • di chi ha compreso il messaggio e aderisce alle idealità di Medicus Mundi Ita-

lia;• di chi promuove e sostiene l’impegno e il lavoro delle persone che operano nel-

l’ambito della cooperazione sanitaria internazionale;• di solidarietà verso quelle popolazioni, quei bambini e quelle mamme che sono

nati e vivono in Paesi economicamente svantaggiati, in molti dei quali guerre econflitti peggiorano drammaticamente le condizioni di vita e impediscono svi-luppo;

• di condivisione di un ideale comune con chi è impegnato da oltre 40 anni nelladifesa del diritto alla salute (Dichiarazione di Alma Ata 1978).

Perché Medicus Mundi Italia desidera nuovi Soci?• per aumentare il numero delle persone con cui condividere idealità e valori eti-

ci che stanno dietro al suo impegno;• per avere nuove testimonianze con cui confrontarsi;• per avere suggerimenti e consigli volti a mettere sempre più a fuoco obiettivi e

finalità della mission dell’Associazione;• per continuare a credere nel valore della comunione associativa quale elemen-

to fondante di una società civile libera.

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Direttore Responsabile: Adalberto MiglioratiRedazione: Monica FranchiStampa: GraficaCM - Bagnolo Mella (BS)Reg. Trib. Brescia N. 7/1989del 18 febbraio 1989Distribuzione gratuitaPeriodico Sped. in abb. post. - 70%Filiale di BresciaTiratura: 2.500 copieStampato su carta riciclata certificata FSC®

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