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tesi di laurea in architettura: riattivazione di un territorio agricolo, attraverso il ripristino di un'azienda agricola all'interno di una masseria abbandonata nel nord Salento
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Ma (s)se riabitiamo?
Ma (s)se riabitiamo?
Politecnico di Milano | Tesi di Laurea Magistrale in Architettura | Anno Accademico 2011-2012 | Relatore Gennaro Postiglione
Martina Guandalini Laura Di Donfrancesco
Indice Abstract
1 | Patrimonio abbandonato
Conseguenza di un abbandono
2 | Storiografia di un patrimonio
Genesi temporale
Sistema difensivo
Elementi difensivi
Classificazioni
Vita nei campi
3 | Fieldwork
Mappatura
Landscape
4 | Riattivare un territorio
Biologico e biodiversità
Azienda a filiera corta
Attori under 40
5 | Caso studio Masseria paladini
Rilievo fotografico
6 | Concept
7 | Metaprogetto
8 | Proposta progettuale
Masterplan
Layout funzionale
Preesistenza + ampliament
Attualizzazione del muro
La residenza
Elementi e materiali
Dettagli
Bibliografia
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209
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283
319
403
Abstract
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Ma (s)se riabitiamo è il risultato di una ricerca volta ad indagare sul patrimonio edilizio rappresentato dalle masserie all’interno del territorio leccese.Il progetto parte dal presupposto di trovare una soluzione al problema diffuso dell’abbandono di questi manufatti, che genera numerose conseguenze dannose all’ambiente, all’agricoltura e alle comunità contadine che abitano questi territori.La masseria, da sempre, rappresenta un esempio di architettura agricola che instaura un rapporto biunivoco ed indissolubile con il territorio circostante. Attraverso questo rapporto si garantisce la preservazione del paesaggio coltivato: con l’abbandono del manufatto coincide anche il deterioramento delle campagne.L’indagine è stata svolta all’interno di una porzione specifica di campagna limitrofa al centro urbano di Lecce, nello specifico lungo un tratto di strada secondaria che si trova in posizione strategica, essendo a metà tra la città e la strada litoranea.La ricerca lungo l’asse stradario scelto, ha visto coinvolti una serie di complessi masserizi, attraverso l’analisi dei quali abbiamo delineato la strategia di recupero.L’azione del ri-abitare si basa sulla convinzione che il recupero dell’identità architettonica delle masserie sia fondamentale per evitare la perdita di un esempio di vita tradizionale e, allo stesso tempo, di sostenibilità, aspetto che gli conferisce un grado di attualizzazione nel
contesto corrente.L’intento principale è stato quello di formulare un’idea strategica che rispondesse ai requisiti di fattibilità, compatibilità con il territorio e rispetto degli stilemi architettonici originali; alternativa alle soluzioni già profondamente diffuse sul territorio come agriturismi o complessi turistici.Quest’ultimi recludono le masserie a essere entità passive, le quali private della loro funzione originale di azienda agricola, si limitano ad essere “monumenti” architettonici.Ma (s)se riabitiamo si pone come obbiettivo di ridare a questi oggetti architettonici un ruolo attivo, ripristinando la funzione originale e riportandole ad essere potenziali infrastrutture dinamiche del territorio.Il meta-progetto nasce da una formula precisa, 1+10+20, nello specifico una masseria, dieci soci e venti ettari.Il risultato è la creazione di una micro realtà autosufficiente, che si basa non soltanto sul lavoro e sulla produzione agricola, ma è volto a creare un ambiente che diventi sinergico e attrattivo non solo per le persone che vivono all’interno della masseria.Il progetto acquista fattibilità anche dal supporto del PSR, Piano di Sviluppo Rurale, segno che anche da parte delle amministrazioni pubbliche esiste l’interesse di preservare e incentivare lo sviluppo del paesaggio agricolo.La fase successiva ha visto la considerazione del caso studio della Masseria Paladini, con la quale si è giunti alla restituzione spaziale del meta-progetto.Il progetto è stato condotto a diverse
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scale d’intervento, partendo dalla configurazione dell’impianto, che vede la preesistenza rapportatasi con un nuovo elemento di annessione, che si pone sull’antica traccia della fortificazione, proseguendo poi con risposte spaziali adeguate alle diverse funzioni che l’azienda agricola prevede.Dall’analisi del caso studio è emersa dunque l’importanza del recupero dei complessi masserizi, risorsa fondamentale per la preservazione del territorio agricolo e come, attraverso il caso singolo, esso possa essere motore trainante di un strategia ampliata a tutto il territorio leccese, salentino e regionale, riacquistando col tempo una ricchezza altrimenti perduta.
1 | Patrimonio abbandonato
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Osservando la penisola del Salento ad una macro scala, si può notare come il territorio sia articolato attraverso differenti costellazioni di elementi, in una successione di layer sovrapposti; questo perché oltre ai nuclei dei centri abitati, vi è un numero elevatissimo di architetture spontanee, entrambi con uno sviluppo diffuso su tutto il paese.Secondo un recente studio condotto dall’Istituto di Architettura e Urbanistica di Bari, la stima fatta riguardo queste architetture risulta di 1092 masserie presenti su tutto il territorio salentino, purtroppo solo per il 40 % risultano abitate.Il restante 60% si divide in 40% di manufatti abbandonati e il 20 % utilizzate in minima parte.Questo dato è segno dell’attuale crisi che interessa il settore agricolo, presente su tutto il territorio italiano ma che in questo specifico contesto è anche segno di un disinteresse progressivo che si è verificato in una regione come la Puglia, che non ha trovato, durante gli anni passati, una soluzione per difendere un patrimonio tradizionale che la contraddistingue a livello internazionale.437 sono dunque le masserie abbandonate in Puglia, delle quali è possibile stimarne un 25% in stato di rudere e il restante in buono stato di conservazione.Le ragioni che interessano la salvaguardia del patrimonio dei complessi masserizi sono diverse: innanzitutto la ricchezza ambientale che esse donano in quanto addendi connaturali del paesaggio rurale salentino, in secondo luogo sono un
esempio di sistema “vita-produzione” del tutto sostenibile e per questo motivo attualizzabile all’interno del contesto attuale.Inoltre, la questione cardine attorno a cui ruota il valore di questi manufatti, è sicuramente il rapporto intrinseco che da sempre instaurano con il territorio agricolo circostante: da loro è sempre dipesa la progettazione delle coltivazioni e quindi la geometria dei campi e le variazioni cromatiche che ne conseguono.Masseria e agricoltura diventano fattori di un’equazione perfetta, in cui entrambi sono determinanti reciprocamente e dalla quale nasce la definizione d’ambiente come sintesi di territorio e comunità umana.Il paesaggio del Salento non si definisce attraverso i singoli elementi che lo compongono ma bensì dall’articolarsi di essi in un rapporto dialettico, fatto di usi, costumi, stili di vita, modi di produrre e consuetudini più o meno radicate, in grado di giungere all’antropizzazione dell’ambiente.Di conseguenza, per questi motivi, mantenere le masserie come Cesare Daquino difinisce “cattedrali mummificate”, è controproducente anche per il sostegno del paesaggio agricolo, il quale potrebbe senza dubbio essere preservato grazie alla rivitalizzazione di esse.Secondo questi termini non basta quindi riutilizzare la masseria come involucro architettonico, come spesso capita per i complessi turistici che si limitano a ristrutturarle, modificandone l’uso, ma serve ripristinare la funzione originale
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perché solo in questo modo essa potrà essere allo stesso tempo testimonianza di ciò che è stato e risorsa per ciò che verrà.L’analisi generale a macroscala è stata poi constatata ad una scala più ravvicinata, per quanto riguarda il territorio della provincia di Lecce, così da poter verificare la presenza dello stesso tipo di costellazione anche ad una microscala.Utile restringere il campo per la successiva analisi, il territorio limitrofe alla provincia leccese è un perfetto esempio di costellazione masserizia, in cui poter comprendere meglio le dinamiche in atto tra i diversi complessi e verificare, attraverso una specifica mappatura, l’attuale stato dei manufatti.La riattivazione/ri-abitazione, del patrimonio architettonico in questione, interessa a livello sistematico, strategico e non soltanto singolare del caso a se stante.
masserie
massa
insieme di terreni
architetture rurali
sistemi autarchici antichi
espressione della coltura contadina di Puglia
paesaggio in via di estinzione
patrimonio unico nel suo genere
modelli eco-sostenibili
poli di un sistema organizzato sul territorio
testimonianza dell’antropizzazione dell’ambiente
fulcro della progettazione agricola
paesaggi di pietra
17
Costellazione Salento
18
Costellazione masserie
1092
19
Costellazione masserie abbandonate
437
40 % 40 %
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Costellazione Lecce
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Costellazione masserie
402
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Costellazione masserie abbandonate
120
30 % 30 %
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sottrazione di suolo all’agricoltura
assenza di controllo superiore
crisi economica del mercato agricolo
mancanza di ricambio generazionale
cambio della destinazione d’uso
utilizzo di colture estensive
aquisto da parte di paesi stranieri
mancanza di proposte alternative
disinteresse dei proprietari
Cause | abbandono | abbandono | abbandono |abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | Conseguenze
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sottrazione di suolo all’agricoltura
assenza di controllo superiore
crisi economica del mercato agricolo
mancanza di ricambio generazionale
cambio della destinazione d’uso
utilizzo di colture estensive
aquisto da parte di paesi stranieri
mancanza di proposte alternative
disinteresse dei proprietari
Cause | abbandono | abbandono | abbandono |abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | Conseguenze
perdita integrazione tra masseria e territorio
negazione della tutela del paesaggio
migrazione dai villaggi rurali
modificazioni urbanistiche
diffusione di impianti energetici
abusivismo selvaggio
perdita del patrimonio edilizio
perdita del territorio agricolo
mummificazionedelmanufattoarchitettonico
cambiamenti geologici
perdita della biodiverità leccese
alterazione degli ecosistemi
turismo non sostenibile
infiltarzioni di eco-mafie
alterazione caratteristiche architettoniche
Cause | abbandono | abbandono | abbandono |abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | abbandono | Conseguenze
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Conseguenze di un abbandono
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Durante gli ultimi anni il Salento si è fatto notare a livello internazionale per la sua Green Economy, diventando il simbolo di una regione ecologica e sostenibile nel rispetto dell’ambiente.Secondo l’ultimo studio dell’Ihs iSuppli Market Brief, nel 2011 l’Italia ha superato la Germania come primato mondiale nel fotovoltaico, infatti rispetto il 2010 ha raddoppiato la potenza installata passando da 3, 9 a 6, 9 GW; la Germania invece è calata del 20 %, arrivando a quota 5,9 GW.Il primato regionale, fautore in parte di questi nuovi raggiungimenti, lo detiene la Puglia, che è arrivata ad avere 16.803 impianti, per una capacità produttiva pari a 1.486 MW. Per quanto riguarda l’energia eolica, si posiziona al secondo posto, subito dopo la Sicilia, con oltre 1300 MW, di pale corrispondenti al 17 % della potenza installata sulla penisola.In questo modo, secondo i dati Terna, un quinto di tutta l’energia prodotta dalla nazione rispetto le energie rinnovabili, proviene dalla Puglia.Questi dati risulterebbero più che positivi se non fosse che ormai sono evidenti alcune gravi dinamiche in atto.Molti degli impianti sia eolici che fotovoltaici sono stati ubicati lungo le campagne già largamente incolte, le quali, a causa di questo uso intensivo del suolo, non potranno essere recuperate, se non attraverso pratiche lunghe e remunerative di ripristino.Il danno che ciò può provocare è evidente a molti, che hanno già cercato di sensibilizzare le amministrazioni con manifestazioni, cortei e con
l’istituzione di comitati specifici.Il più importante è il Comitato Nazionale contro il Fotovoltaico ed Eolico nelle Aree Verdi, che proprio durante l’aprile 2012 ha vagliato una proposta al governo italiano per fermare gli incentivi pubblici a sostegno dell’impianti di energie rinnovabili, ubicati al di fuori degli edifici e delle aree industriali.Gli impianti in questioni ledono l’integrità delle aree naturali e rurali, che vengono private di terreni utili alla produzione agricola, in funzione di energie, non del tutto remunerative.Spesso, infatti, si confonde l’energia prodotta, (Kwh), quella realmente indicativa di ciò che consumano i cittadini, con la potenza, (Kw), quella messa dagli imprenditori.Sostenere l’energie rinnovabili è importante, ma non a discapito della salvaguardia del paesaggio rurale e naturale, per non parlare della fauna, che è messa a dura prova dalla presenza di questi dispositivi.Inoltre non esistono reali regolamentazioni per la costruzione di questi impianti, i quali non vengono censiti all’interno di un’anagrafe, segno della fattibile speculazione che subiscono queste pratiche.
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2010
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2 | Storiografia di un patrimonio
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Le masserie rappresentano uno degli esempi più antichi dell’architettura spontanea pugliese. Per diversi secoli hanno detenuto il ruolo di garanti dell’agricoltura e dell’allevamento regionale, instaurando un rapporto biunivoco con il territorio.Delineare le genesi storica di questi fenomeni architettonici è altrettanto complicata quanto quella formale, dal momento che ogni masseria rappresenta un esempio unico e irripetibile, segno delle stratificazioni nel tempo degli eventi storici.Pertanto è attraverso la coralità dei diversi esempi presenti sul territorio che si possono tracciare eventuali classificazioni che tengono in considerazione le diverse peculiarità.Le masserie hanno visto il loro massimo sviluppo attorno ai secoli XVI e XVII, grazie alle classi cittadine più egemoni, i cosiddetti signori della terra, i quali sfruttarono la crisi tardo medievale che aveva visto lo spopolamento di feudi e casali, per riappropriarsi delle terre incolte.Queste aziende agricole nascevano spesso sul’insediamento di antiche ville rustiche romane o kastra bizantini e l’esempio precedente (più prossimo) denominato con l’appellativo di maxariae furono le masserie regie, proprietà feudali tipiche del periodo svevo-angioino.L’evoluzione formale di questi manufatti è completamente dipendente dalla correlazione che si crea tra forma e funzione, non solo riguardante l’aspetto dell’organizzazione produttiva agricola ma bensì un secondo aspetto
che li ha sempre contraddistinti, quello difensivo.Tutta la produzione dei complessi masserizi, ha infatti dovuto tenere conto, durante tutta la sua esistenza, di diversi parametri fondamentali atti a garantire la sopravvivenza dell’azienda da minacce molto diffuse, come la pirateria marinara, le invasioni straniere, il brigantaggio, le guerre tra città rivali, la precarietà della rete stradale.In questo senso esse sono state progettate con sapiente maestria, introducendo elementi difensivi per garantire l’incolumità dei suoi fruitori.In particolar modo durante la dominazione di Carlo V si verificò l’affermarsi di un esplicita rete difensiva, composta da torri costiere e masserie dalla complessa struttura di fortificazione, a causa delle invasioni turche.Per tanto, durante la classificazione formale utile a descrivere l’infinito patrimonio delle masserie, abbiamo optato per una scelta che non si basa sugli aspetti difensivi, perchè la presenza di elementi di fortificazione, quand’anche elementare, è comunque presente in tutti gli esempi, proprio perché oggettivante la loro funzione.Di conseguenza la distinzione è stata fatta tramite una classificazione qualitativa, in base alla vocazione produttiva:
_ masseria da pecore_ masseria da campo | cerealicoltura_ masseria da campo | olivocoltura
La seconda è distinta, invece, da due
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diverse sfaccettature architettoniche:
_ masseria con torre_ torre masseria
In ultima analisi si riportano due evoluzioni temporali:
-masseria con due torri-masseria a corte chiusa
Queste ultime fanno riferimento al periodo a cavallo tra fine seicento e settecento, periodo d’oro per questi complessi rurali, che andranno sempre più ad ampliare e articolare il loro sviluppo spaziale planimetrico.Durante l’ottocento le masserie finirono sotto la gestione della nuova signoria terriera dei galantuomini, la quale iniziò un processo di speculazione e rinnovamento dei manufatti, in particolare per quanto riguarda le facciate, così da renderle armoniche con la nuova funzione di rappresentanza, per esempio con l’introduzione di stemmi.Inoltre aumentarono le funzioni all’interno, così come anche il numero di persone necessarie al sostentamento generale della masseria.In questo modo il manufatto si arricchiva di ulteriori spazi orientati attorno allo spazio comune dell’aia, trasformandosi in una struttura a corte.Risalgono a questo periodo anche elementi di pregio come le torre colombaie .Il progressivo abbandono di queste realtà rurali iniziò, in modo evidente, durante il dopoguerra, con la graduale
deruralizzazione.no allo spazio comune dell’aia, trasformandosi in una struttura a corte.Risalgono a questo periodo anche el-ementi di pregio come le torre colom-baie .Il progressivo abbandono di queste realtà rurali iniziò, in modo evidente, durante il dopoguerra, con la graduale deruralizzazione.
Genesi temporale
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Organizzazione della CHORA coloniale, si articolava in una serie di tipologie insediative:
Oikoi_FattorieKomai_Villaggi ruraliPhrouia_Stazioni forticate
Nelle fattorie si coltivavano grano, olivo e ci si occupva di allivamento ovino.
Durante la dominazione romana, si afferma il latifundium, cioè l’unità organizzativa del territorio agricolo, sviluppato in ambito molto ampio e volto alla produzione mercantile.I latifondi sorgevano attorno a strutture ed organizzazioni produttive complesse, le villae rusticae.
III sec
III sec
Dominazione greca
Fattoria
Dominazione romana
Villa Rustica
55
Durante la dominazione bizanti-na, si avviò un processo di ristrut-turazione urbanistica.La ristrutturazione insediativa partì dalla ricostruzione di un sistema difensivo territoriale che faceva perno su una rete di abitati forticati, kastra o kastellia, dotati di funzioni amministrative e giurisdizionali.
Il periodo feudale ha visto la nascita di un sistema di casali, nuclei insediativi di piccole dimensioni, che rappresentavano una strutttura più essibile rispetto al centro forticato.Attorno al ‘300 si vericò una crisi generale, che provocò lo spopola-mento dei feudi.Cause principali:-guerre feudali-peste-crollo demograco
Genesi temporale
Fattoria
VI sec
X sec
Kastra e Kastellia
Feudalesimo
Casali
Dominazione bizantina
Durante la dominazione bizantina, si avviò un processo di ristrutturazione urbanistica.La ristrutturazione insediativa partì dalla ricostruzione di un sistema difensivo territoriale che faceva perno su una rete di abitati forticati, kastra o kastellia, dotati di funzioni amministrative e giurisdizionali.
Il periodo feudale ha visto la nascita di un sistema di casali, nuclei insediativi di piccole dimensioni, che rappresentavano una strutttura più flessibile rispetto al centro forticato.Attorno al ‘300 si vericò una crisi generale, che provocò lo spopolamento dei feudi.Cause principali:
-guerre feudali-peste-crollo demograco
Fattoria
VI sec
X sec
Kastra e Kastellia
Feudalesimo
Casali
Dominazione bizantina
56
Lecce
Otranto
San Cataldo
Castro
Tricase
SalvePresicce
Morciano
1480
*
***
***
invasioni turche
A cavallo tra il XV-XVI sec. si vericò la nascita di una fitta rete difensiva, composta da torri costiere e masserie forticate.L’evento scatenante fu la presa di Otranto da parte dei turchi nel 1480, seguita da ulteriori incursioni su tutto il territorio salentino. La struttura difensiva voluta da Carlo V, prevedeva una prima cerchia di torri costierie in prossimitàdel litorale, seguita da una seconda composta da masserie, le quali proseguivano ulteriormente su assi radiali, così da garantire la protezione del centro abitato vicino.
Feudalesimo
Casali
1480
Nascita di una rete difensiva
Dominazione aragonese
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Durante il XX sec. il paesaggio agricolo pugliese subì dellemodiche notevoli a cuasa della progressiva deruralizzazione,sostentata dalle innovazioni industriali.La conseguenza principale fu il cambiamento del ruolo dellemasserie, che da fulcro della produzione agricola, iniziarono adentrare in crisi e con il tempo ad essere abbandonate.
Genesi temporale
Masseria con due torri a corte chiusa
prima evoluzione
1900 Rivoluzione industriale
Deruralizzazione
Durante il XVIII sec i complessi masserizi iniziaro a subire modi-che,influenzati da una borghesia cittadina sempre più interessata-alla campagna e alla produzione agricola.Le funzioni all’interno aumenta-no così come anche il numero di persone necessarie al sostenta-mento generale della masseria.In questo modo il manufatto si arricchisce di ulteriori spazi che si orientano attorno allo spazio comune dell’aia, trasformandosi in una struttura a corte.
Per quanto riguarda l’impianto planimetrico, le masserie forticate del salento hanno una struttura molto semplice, nella quale l’edicio-torre assume un ruolo determinante, ponendosi come elemento caratterizzante di tutto il paesaggio agrario e come punto di riferimento delle attività azien-dali.Di norma la torre divideva il giardino dallo spazio lavoro,(aia).Il problema delle incursioni rimase anche dopo la Vittoria di Lepanto, 1571, con la diusione del Brigantaggio, abbligando a man-tenere un carattere difensivo su tutto l’edicio.
1500
1700
Masseria con torre
Dominazione borbonica
Masseria con due torri a corte chiusa
Dominazione aragonese
prima evoluzione
seconda evoluzione
58
Durante il XX sec. il paesaggio agricolo pugliese subì dellemodiche notevoli a cuasa della progressiva deruralizzazione,sostentata dalle innovazioni industriali.La conseguenza principale fu il cambiamento del ruolo dellemasserie, che da fulcro della produzione agricola, iniziarono adentrare in crisi e con il tempo ad essere abbandonate.
Genesi temporale
Masseria con due torri a corte chiusa
prima evoluzione
1900 Rivoluzione industriale
Deruralizzazione
Durante il XX sec. il paesaggio agricolo pugliese subì dellemodiche notevoli a causa della progressiva deruralizzazione,sostentata dalle innovazioni industriali.La conseguenza principale fu il cambiamento del ruolo dellemasserie, che da fulcro della produzione agricola, iniziarono adentrare in crisi e con il tempo ad essere abbandonate.
Masseria con due torri a corte chiusa
prima evoluzione
1900 Rivoluzione industriale
Deruralizzazione
Sistema difensivo
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++
+
+
+
+
+
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+
+
++
++
+ +
+
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++
++
+
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+
++
+
+
+
+
+
++
+
*
**
*
*
*
nord lecce
sud lecce
otranto
capo di leuca
gallipoli / nardò
galatina
Sistema difensivo | Salento
Divisione territoriale del sistema difensivo di
torri costiere del Salento
61
+
+
+
+
+
*
*
*
***
*
Sistema difensivo | Lecce
Rete strategica di difesa della città di Lecce, tra
torri costiere e torri masserie
62
mappa storica 1700
Elementi difensivi
64
Caditoia
65
Garitta
66
Feritoia
67
Camminamento di ronda
68
Scala di vedetta
69
Ponte levatoio
Classificazioni
72
Classificazione architettonica
Torre Masseria
caso studio | Masseria Barone Vecchio
7373
stalla
ovile
fienile
abitazione massaro
recinto animali
deposito
aia
spazio lavoro
abitazione contadino
pozzo
74
Classificazione architettonica
Masseria con torre
caso studio | Masseria Coccioli
Masseria con torre
caso studio | Masseria Coccioli
75
stalla
ovile
fienile
abitazione massaro
recinto animali
deposito
aia
spazio lavoro
abitazione contadino
pozzo
76
Classificazione temporale
Masseria con due torriMasseria con due torri
caso studio | Masseria Mendule
77
stalla
ovile
fienile
abitazione massaro
recinto animali
deposito
aia
spazio lavoro
abitazione contadino
pozzo
78
Classificazione temporale
Corte Chiusa
caso studio | Masseria Giammarino
Classificazione temporale
Corte Chiusa
caso studio | Masseria Giammarino
79
stalla
ovile
fienile
abitazione massaro
recinto animali
deposito
aia
spazio lavoro
abitazione contadino
pozzo
80
Classificazione qualitativa
Masseria da pecore
caso studio | Masseria Cippanocaso studio | Masseria Cippano
81
stalla
ovile
fienile
abitazione massaro
recinto animali
deposito
aia
spazio lavoro
abitazione contadino
pozzo
82
Classificazione qualitativa
Masseria da campo_olivocoltura
caso studio | Masseria Gianpaolocaso studio | Masseria Gianpaolo
83
stalla
ovile
fienile
abitazione massaro
recinto animalirecinto animali
deposito
aia
spazio lavoro
abitazione contadinoabitazione contadino
pozzo
84
Classificazione qualitativa
Masseria da campo_cerealicoltura
caso studio | Masseria Reca (La Greca)
85
stalla
ovile
fienile
abitazione massaro
recinto animali
deposito
aia
spazio lavoro
abitazione contadino
pozzo
Vita nei campi
88
Se de la chianta nasce lu pummadoru,de la zappa nasce lu fiu de lu campagnolu.
Se dalla pianta nasce il pomodoro, dalla zappa nasce il figlio del campagnolo.
89
L’acqua de mare te strince la cigna,l’acqua de cielu te crisce la vigna.
L’acqua del mare ti stringe la cinghia, l’acqua del cielo ti cresce la vigna.
90
Ci de caddhina nasci,terra scarnizzi.
Se nasci gallina, non puoi che beccare per terra.
91
La male annata è guvernata de la sciruccata.
La cattiva annata è governata dallo scirocco.
92
Se vole lu Patreternu,sìmmini a giugnu e mmeti d’invernu.
Se vuole il Padreterno, semini a giugno e mieti d’inverno.
93
Ci voi ‘nna bona annata,Natale siccu e Pasca mmuddhata.
Se vuoi una buona annata, Natale secco e Pasqua bagnata.
94
Cerialicoltura | Scansione temporale
SEMINA
autunno inverno
settembre ottobre novembre dicembre gennaio febbraio marzo
95
MIETITURA
estateprimavera
marzo maggio giugno luglio agosto settembreaprile
96
Aia
Mannocchi
Lu Laure
Raccolto
Mietitura
97
Trebbiatura
Fosse granaieNicchie contenitive Granaio
Trebbiatura
Grano
Raccolta del grano
3 | Fieldwork
101
La ricerca sul campo ha interessato una porzione specifica di territorio nella campagna del capoluogo salentino.Lecce si trova ad una distanza dal mare di circa dieci km, per questo motivo durante le invasioni turche del XV – XVI sec. fu altamente protetta da un network difensivo di complessi masserizi, che facevano capo alle torri distribuite lungo la costa.Da queste premesse si intuisce il cospicuo numero di masserie presenti sul territorio, in particolare lungo il tratto di strada secondaria che collega il comune di Surbo alla frazione di san Ligorio rispettivamente ad nord-est e sud-est di Lecce.L’area campione considerata si trova esattamente lungo questo asse, importante anche per la sua particolare posizione strategica, esso si trova infatti a cavallo tra la città e la litoranea.Già precedentemente evidenziato dall’amministrazione pubblica con l’inserimento di un percorso ciclo-turistico che permettesse al visitatore di addentrarsi nel campagna leccese, questo tracciato può rappresentare il giusto punto di partenza da cui iniziare la strategia condotta.Ma (s)se riabitiamo si pone infatti come obbiettivo di tracciare un metodo di rinnovo di questi addendi del paesaggio, partendo da un caso studio e verificando la fattibilità dal punto di vista economico, architettonico e gestionale.La strada campione, grazie all’alta densità di masserie presenti, potrebbe riuscire a sfruttare il caso studio, una
volta riqualificato, come elemento sinergico per iniziare una riattivazione a largo spettro.Durante l’indagine sono state visitate un numero complessivo di 44 masserie, attraverso un’osservazione partecipante sul campo, per mezzo di interviste e visite in situ, così da poter entrare in contatto direttamente con le comunità che abitano questa realtà e rendersi conto anche di come esse considerano questo fenomeno.Al termine della ricerca, sono state registrate diverse categorie_ utili a delineare un abaco totale delle masserie analizzate:
_ abbandonate- private | residenziali_ agriturismi_ aziende agricole_ presidi naturalistici_ contenenti attività collaterali
Conseguentemente possiamo distinguere gli attori intervistati in tre categorie, i lavoratori agricoli, quindi la generazione di contadini che persiste ancora sul territorio, i quali hanno manifestato sconforto e resa per la situazione attuale nella campagne; i gestori turistici di un età media tra i 40 e i 60 anni di età mediamente soddisfatti nei confronti della loro attività; infine la nuova generazione di under 40. Quest’ ultimi si occupano della gestione di realtà in cui la produzione agricola si unisce ad attività collaterali, culturali e didattiche che ormai sono un fenomeno in crescita sul territorio, a febbraio 2012 è stata confermata la
102
presenza di 70 masserie didattiche presenti su tutto il territorio pugliese.L’aspetto più interessante è stato proprio entrare in contatto con quella parte di comunità rurale under 40, non sempre proprietari diretti della masseria ma ugualmente propensi alla salvaguardia del luogo da loro abitato e gestito.In particolare sono tre i casi in cui, all’interno della struttura, convivono insieme le funzioni di abitazione, azienda agricola biologica e centro nevralgico per attività culturali che richiamano fruitori esterni.
-Masseria Miele_Masseria Liobello_Masseria Ospitale
Mappatura
104
8 km
4 km
masseriemasserie fortificatenodipercorso cicloturisticocollegamenti
Inquadramento della strada campione
105
privato residenziale
azienda agricola
abbandono
agriturismo
attività collaterali
funzione storico naturalistica
106
1
2
7
810
11
1213
14
15
1617
18
1920 21
22
2324
25
26
27
2829
3031
32
33 34
39
9
6
3
45
seminativo abbandonato uliveto
107
masseria provenzani
masseria casa di mosto masseria caretti grande
masseria badessa
/
masseria barone vecchio
masseria badessa nuova
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
35
36
37
3839
40 41
4243 44
masseria coccioli
masseria cerrate grande
masseria rauccio
masseria monacelli
masseria giampaolo
masseria alcaini
masseria virgili
masseria gagliardi
masseria particelli
masseria fasani
/
108
masseria barrera
masseria fragge
/
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
44
masseria mendole
masseria solicara
masseria papa
masseria forte di marello
masseria caputa
masseria strusci
masseria liobello
masseria ospitale
masseria grande
masseria ingrosso
masseria alari
masseria capitolicchio
masseria serraria
masseria lilla
masseria lizza
masseria miele
masseria crocifisso
masseria pisciaconche
masseria tresca
masseria ciccioprete
masseria paladini
masseria paladini
/
masseria gelsi
109
privato residenziale
9
azienda agricola
7
abbandono
16
agriturismo
5
attività collaterali
5
funzione storico naturalistica
2
111
Masseria Caretti Grande
categoria | azienda agricolaclassificazione | masseria senza torreanno | 1700persone | 10ettari | 80
112
Masseria Alcaini
categoria | privato residenzialeclassificazione | torre masseriaanno | 1550persone | 6ettari | 70
113
Masseria Casa di Mosto
categoria | azienda agricolaclassificazione | senza torre anno | 1750persone | 10ettari | 60
114
Masseria Provenzani
categoria | privato residenzialeclassificazione | masseria con torreanno | 1500persone | 6ettari | 50
115
Masseria Cerrate Grande
categoria | funzione storico naturalisticaclassificazione | masseria senza torreanno | 1400persone | 1ettari | 70
116
Masseria Monacelli
categoria | agriturismoclassificazione | masseria con torreanno | 1500persone | 5ettari | 60
117
Masseria Giampaolo
categoria | agriturismoclassificazione | torre masseriaanno | 1400persone | 5ettari | 60
118
Masseria Rauccio
categoria | funzione storico naturalisticaclassificazione | torre masseriaanno | 1650persone | 3ettari | 80
119
Masseria Coccioli
categoria | agriturismoclassificazione | masseria senza torreanno | 1500persone | 8ettari | 120
120
Masseria Fasani
categoria | azienda agricolaclassificazione | masseria senza torreanno | 1750persone | 12ettari | 80
121
Masseria Barrera
categoria | privato residenzialeclassificazione | masseria con doppia torreanno | 1450persone | 4ettari | 50
122
Masseria Mendole
categoria | abbandonoclassificazione | masseria con torreanno | 1500persone | /ettari | 30
123
Masseria Gelsi
categoria | privato residenzialeclassificazione | masseria senza torreanno | 1800persone | 7ettari | 10
124
Masseria Particelli
categoria | abbandonoclassificazione | masseria senza torreanno | 1750persone | /ettari | 30
125
Masseria Ospitale
categoria | attività collateraliclassificazione | masseria senza torreanno | 1550persone | 5ettari | 70
126
Masseria Caputa
categoria | attività collateraliclassificazione | masseria torreanno | 1600persone | 7ettari | 50
127
Masseria Papa
categoria | abbandonoclassificazione | masseria con torreanno | 1700persone | /ettari | 40
128
Masseria Liobello
categoria | attività collateraliclassificazione | masseria senza torreanno | 1750persone | 4ettari | 50
129
Masseria Strusci
categoria | azienda agricolaclassificazione | masseria con doppia torreanno | 1700persone | 8ettari | 70
130
Masseria Serraria
categoria | abbandonoclassificazione | masseria con torreanno | 1650persone | /ettari | 40
131
Masseria Lizza
categoria | agriturismoclassificazione | masseria senza torreanno | 1750persone | 3ettari | 30
132
Masseria Pisciaconche
categoria | azienda agricolaclassificazione | masseria senza torreanno | 1700persone | 7ettari | 20
133
Masseria Lilla
categoria | privato residenzialeclassificazione | masseria con torreanno | 1700persone | 4ettari | 10
134
Masseria Miele
categoria | attività collateraliclassificazione | masseria con torreanno | 1650persone | 4ettari | 20
135
Masseria Alari
categoria | azienda agricolaclassificazione | torre masseriaanno | 1450persone | 10ettari | 40
Landscape
138
masseria in
colto
incolto
incolto
incolto
incolto
incolto
incolto
incolto
incolto
incolto
uliveto
uliveto
uliveto
uliveto
uliveto
uliveto
uliveto
uliveto
uliveto
uliveto
uliveto
uliveto
masseria
masseria
masseria
masseria
masseria
seminativ
oin
sediamento
insediamento
muso a se
cco
muso a se
cco
muso a se
cco
muso a se
cco
muso a se
cco
muso a se
cco
muso a se
cco
muso a se
cco
muso a se
cco
muso a se
cco
muso a se
cco
muso a se
cco
muso a se
cco
muso a se
cco
fotovoltaico
fotovoltaico
fotovoltaico
fotovoltaico
fotovoltaico
1_1
2_2
3_3
139
incolto
incolto
incolto
incolto
incolto
incolto
incolto
incolto
incolto
incolto
incolto
uliveto
uliveto
masseria
masseria
masseria
masseria
masseria
masseria
masseria
seminativ
o
seminativ
o
seminativ
o
seminativ
o
seminativ
o
seminativ
o
seminativ
o
seminativ
o
seminativ
o
insediamento
insediamento
insediamento
muso a se
cco
muso a se
cco
muso a se
ccomuso
a secco
muso a se
cco
muso a se
cco
eolico
eolico
eolico
eolico
eolico
fotovoltaico
fotovoltaico
4_4
5_5
6_6
140
141
144
145
148
149
4 | Riattivare un territorio
153
La strategia di riattivazione del territorio in questione si basa su tre specifiche risposte.
1 | Agricoltura biologica con tutela della biodiversità pugliese
2 | Filiera corta e associazionismo imprenditoriale
3 | Attori under 40
Ogni risposta promossa per la strategia di rinnovo dell’ambiente rurale salentino, da noi delineata, è sostenuta a livello amministrativo dal PSR, Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013.Il PSR mira a favorire la continuità, lo sviluppo dell’attività agricola e agroalimentare, aumentandone la competitività e la diversificazione, garantendo, nel contempo, la salvaguardia dello spazio naturale dell’ecosistema agricolo e del paesaggio naturale.Il programma si presuppone tre macro obbiettivi: competitività, ambiente e qualità della vita/diversificazione; declinati in quattro assi di intervento._ Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale;_Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale;_Miglioramento della qualità di vita nelle aeree rurali e diversificazione dell’economia rurale;_Approccio Leader, per favorire le strategie di sviluppo, promosse da partenariati locali pubblico-privati chiamati Gal.Le risorse finanziarie sono suddivise
in diverse misure, in particolare, prendiamo in esamine la Misura 112 insediamento giovani agricolturi e Pacchetto Multimisura Giovani, il quale si spone come obietivi: _ mantenere e consolidare il tessuto socio-economico nelle zone rurali per garantire il mantenimento di aziende vitali e produttive;_ garantire un ricambio generazionale funzionale al rinnovato quadro di riferimento economico e sociale dell’agricoltura, e al ruolo che questa deve assumere nella società;_ incoraggiare il miglioramento delle capacità professionali dei giovani agricoltori, anche al fine di orientarli verso lo sviluppo di nuovi sbocchi per le produzioni agricole.
I soggetti che possono richiedere il premio di primo insediamento devono avere un’età compresa tra i 18 e 40 anni e non essere mai stati titolari di un’azienda agricola.Automaticamente rientrano nella possibilità di accedere al “Pacchetto Multimisura Giovani”:
_ Misura 111 – Azioni nel campo della formazione professionale e dell’informazione
_ Misura 114 - Utilizzo di servizi di consulenza
_ Misura 121 - Ammodernamento delle aziende agricole
_ Misura 132 - Partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità alimentare
154
_ Misura 311 - Diversificazione in attività non agricole
La Misura 112 prevede un investimento massimale di 550 000 euro con il 60 % a fondo perduto, inoltre si può richiedere un aiuto sotto forma di premio unico, a seconda della zona in cui ci si insedia.Nel caso delle aree definite “Poli Urbani” e “Aree Rurali ad Agricoltura Intensiva Specializzata”, che conincidono con l’area campione da noi esaminata, il premio unico ammonta a 40 000 euro.L’insediamento può avvenire nelle seguenti forme:
_ Impresa individuale
_ Società Agricola di persone o di capitale
_Cooperativa Agricola di conduzione
Un’altra misura che rientra nella nostra analisi è la Misura 214- Pagamenti agroambientali.Essa mira a favorire un utilizzo e una gestione sostenibile dei terreni agricoli della regione, in particolare promuovendo la salvaguardia delle risorse idriche, la tutela dle suolo, la protezione e valorizzazione della biodiversità e del paesaggio agrario, e il miglioramento della qualità dell’aria.
A sostegno della strategia per il rinnovo del territorio salentino, vi è anche un finanziamento a livello comunitario, che arriva dalla PAC, Politica Agraria Comunitaria.
La PAC si impegna a concedere un finanziamento a sostegno degli investimenti nelle aziende agricole; l’obiettivo è di ammodernare le installazioni, le attrezzature e i sistemi agricoli, per migliorare i redditi e le condizioni di vita, di lavoro e di produzione degli agricoltori.Il finanziamento per l’insediamento di giovani agricoltori, a livello comunitario, ammonta a 30 000 euro.
Biologico e biodiversità
156
Agricoltura biologica significa gestire in maniera sostenibile la produzione agricola utilizzando pratiche ambientali che garantiscono il mantenimento di un alto livello di biodiversità, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e la tutela delle risorse territoriali. Il metodo di produzione biologica trova la sua realizzazione attraverso l’operato di produttori e consumatori sensibili a tematiche ambientali e sociali, i quali hanno l’intento di fornire beni che contribuiscono alla tutela della salute, del territorio e allo sviluppo sostenibile. Diversi punti concorrono a delineare il quadro generale di definizione del metodo biologico, prima fra tutti l’esclusione di prodotti chimici di sintesi, che alterano profondamente l’ambiente ed influiscono negativamente sulla salubrità delle produzioni ottenute.In secondo luogo, si prevede l’utilizzo di tecniche agronomiche idonee, come, per esempio, l’impiego di piante resistenti e insetti predatori contro i parassiti e l’incremento e il mantenimento della fertilità naturale del terreno, mediante l’utilizzo di tecniche di lavorazione non distruttive.Inoltre, il punto focale di un approccio biologico è il rispetto per la stagionalità dei prodotti coltivati, adottando quindi la tecnica della rotazione e dei sovesci; quest’ ultimi consistono nell’interrare apposite colture, allo scopo di mantenere o aumentare la fertilità del terreno.
Si prosegue inoltre con l’uso di fertilizzanti naturali e il non utilizzo di radiazioni per aumentare la conservabilità del prodotto e dei suoi ingredienti.Queste norme sono poi mantenute anche durante le azioni di trasformazione dei prodotti in alimenti finiti.Dai dati raccolti emerge una situazione positiva, per quanto riguarda l’agricoltura biologica italiana, prima in Europa come numero di aziende di questo settore e solo seconda per il numero di ettari coltivati con questo sistema.Sommariamente anche l’andamento sembra positivo, fatta eccezione per il periodo attorno al 2004-2005. Gli anni successivi fino ad oggi vedono la produzione biologica italiana in crescita.Per quanto riguarda la situazione regionale, la Puglia è al secondo posto come numero di ettari coltivati e al terzo per numero di azienda, preceduta solo dalla Sicilia e dalla Calabria.A livello amministrativo, l’agricoltura biologica pugliese è sostenuta dal PSR, Programma di Sviluppo Rurale, che sostiene tramite incentivi finanziari il lavoro agricolo.In particolare, attraverso la Misura 214, si incentivano le coltivazione di varietà tradizionali. Dal punto di vista economico, esse rappresentano un patrimonio anche per il futuro, avendo un buon grado di fertilità, robustezza, resistenza ai fattori ambientali ostili e alle malattie.
157
Uso di sostenze chimiche di sintesi
Uso di mangimi OGM
Inquinamento delle acque
Inquinamento del suolo
Uso di energie non rinnovabili
Aumento del riscaldamento globale
Benessere animale
Biodiversità
Tutela animali selvatici e utili
Ecosostenibilità
Uso di coloranti, edulcoranti, esaltatori di sapidità
Residui di sostenze di sintesi sugli alimenti
Sistema di controllo specifico
BIOLOGICO CONVENZIONALE
158
L’agricoltura biologica impegna una superficie di circa 37,2 milioni di ettari nel 2010: un aumento di oltre 2 milioni di ettari (+6,2%) del territorio coltivato a biologico rispetto al 2009. I produttori biologici sono circa 1.800.000 nel 2010, con un incremento del 31% rispetto al 2009 (dovuto soprattutto ad un forte aumento del numero dei produttori in India.Nel 2010 il mercato mondiale di prodotti biologici ha superato il valore di 55 miliardi di dollari, (40 miliardi dieuro, 5% in più sul 2006).
25%
EUROPA
14%
della superficie BIO mondiale
dei produttori BIO nel mondo
51% del mercato BIO mondiale
160 paesi nel 2009
Biologico | Mondo
159
distribuzione per continente dei produttori biologici
250.000
720.0000
distribuzione per continente delle superfici coltivate ad agricoltura biologica
12.000.000 (Ha)
oceania
europa
america Latina
asia
nord Americaafrica
9.250.000
0
asia
oceania
europa
america Latina
nord America
africa
160
Fonte: FiBl/IFOAM, “The World of Organic Agriculture: Statistics and Emerging Trends 2011” (dati relativi alla fine del 2010)
La crescita delle aree coltivate col metodo biologico è costante: a livello europeo nel 2008 esse hanno superato i 7,8 milioni di ettari (una superficie pari a quella di Belgio e Olanda messi assieme), con un aumento del 4,5% rispetto all’anno precedente; anche il numero dei bio-agricoltori è aumentato a oltre 180.000 (dati 2010).Quello biologico non solo è il comparto più in crescita (e meno intaccato dalla crisi finanziaria) dell’intero settore agroalimentare, ma ha anche in sé un grande potenziale di ulteriore
sviluppo, grazie alla scelta dell’Unione Europea di investire in sistemi di produzione ecologici per garantire contemporaneamente sicurezza alimentare e condizioni ambientali sostenibili nel medio e lungo termine.
25%
35%
ITALIA
della superficie BIO europea
dei produttori BIO in europa
34%del mercato BIO in europa
Biologico | Italia
161
Numero dei produttori per stato
44.371
Italia
Grecia
Spagna
Austria
Germania
SpagnaItalia
GermaniaGran Bretagna
Francia
Numero ettari coltivati con sistema biologico
1.002.414
Ha
162
In questo scenario globale, l’Italia riveste un ruolo di primaria importanza: nel settore della produzione biologica, grazie ad oltre un milione di ettari di terreno coltivati da circa 50.000 aziende agricole, il nostro Paese continua ad avere una posizione di rilievo anche in Europa. È il primo produttore al mondo di cereali, ortaggi, agrumi, uva ed olive; il secondo al mondo di riso. Il giro d’affari del settore viene stimato in oltre 3 miliardi di euro (inclusi 900 milioni di export).
È il primo Paese al mondo per le esportazioni di prodotti bio. L’Italia è il primo Paese europeo per numero di produttori biologici (44.371).
Fonte: l’Agricoltura Biologica in cifre, SINAB 2010 (su dati forniti dal MiPAAF e dagli OdC relativi alla fine del 2010)
163
1990
3.023.344
2.593.090
1.679.439
20002007
-15%
-28%
-45%
convenzionale vs bio super�c
50.276
31.118
4.189
+61%
+642%
+1.185%
++ +1990
20002007
++ +
164
Dal 1993 al 2001 si è registrato un incremento progressivo, in termini di aziende operanti nel settore e in termini di superficie destinata alla coltivazione di prodotti biologici. Nei tre anni successivi, si è registrata una diminuzione, sia del numero di aziende impegnato nella produzione sia della superficie utilizzata. Nel 2005 si è verificata, poi, un’inversione di tendenza, con una nuova crescita delle aziende biologiche, che hanno raggiunto circa le 50.000 unità (+20,7% sul 2004) e delle superfici, che hanno oltrepassato l’importante soglia del milione di ettari (+11,8%). Tale crescita è dovuta alla riapertura dei bandi dei PSR che molte Regioni hanno indirizzato quasi esclusivamente al biologico. La crescita è poi proseguita nel 2006, anno in cui si è registrato un nuovo aumento delle aziende biologiche,
che hanno superato le 51.000 unità (+2,4% sul 2005) e delle superfici, che hanno sfiorato gli 1,15 milioni di ettari (+7,6%). Questo ha consentito al nostro Paese di consolidare la leadership inEuropa per numero di aziende ed superfici bio.Nel 2007 si segnala un leggero calo del numero degli operatori pari a 50.276 unità (- 1,55%), a cui però ha corrisposto un aumento dello 0,18% della superficie (1.150.253 ettari).
Fonte: l’Agricoltura Biologica in cifre, SINAB 2010 (su dati forniti dal MiPAAF e dagli OdC relativi alla fine del 2010)
165
Ha
19931995
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
70.000
200.000
400.000
600.000
800.000
1.000.000
1.200.000
1.400.000
19971999
20011994
19961998
20002002
20042003
20052006
20082007
2009
166
Le aziende che si occupano di biologico (produttori, preparatori ed importatori) sono concentrate soprattutto nel Sud del nostro Paese, con tre Regioni (Sicilia, Calabria e Puglia) che vedono la presenza del 41% delle aziende.La leadership delle imprese di trasformazione e distribuzione è detenuta dall’Emilia Romagna, seguita dalla Lombardia, ma va segnalato il terzo posto della Sicilia, prima tra le Regioni del Sud.
Si ha, dunque, una maggiore concentrazione di aziende di produzione al Sud e di trasformatori ed importatori al Nord.
Fonte: l’Agricoltura Biologica in cifre, SINAB 2010 (su dati forniti dal MiPAAF e dagli OdC relativi alla fine del 2010)
12%
11%
PUGLIA
della superficie BIO nazionale
dei produttori BIO nazionali
34% del mercato BIO in europa
Biologico | Puglia
167
Sicilia
Calabria
Puglia
Emilia Romagna
Lazio
Basilicata
Piemonte
Campagna
Toscana
Marche
Umbria
Veneto
Abruzzo
Sardegna
Lombardia
Liguria
Trentino Alto Adige
Friuli Venezia Giulia
Molise
Valle d’Aosta
7000
5371
0
Numero dei produttori
Hasiciliapuglia
basilicatatoscanacalabria
sardegnalazio
emilia romagnamarcheabruzzo
umbriapiemonte
campania
veneto
lombardia
trentino alto adige
liguria
friuli venezia giulia
molise
220.000
130.000
0
Numero dei produttori per stato
Numero ettari coltivati con sistema biologico
168
I principali orientamenti produttivi interessano cereali, foraggi, prati e pascoli, che, nel loro insieme, rappresentano più del 50% della superficie ad agricoltura biologica. Seguono, in ordine di importanza, le superfici investite ad olivicoltura e viticoltura, la cui consistenza è la maggiore al mondo; aumentano di circa 4.400 ettari la superficie orticola, di oltre 9.000 quella a frutta secca, di oltre 7.500 quella ad agrumi e di oltre 3.000 quella a vite.In Puglia si coltiva il 12% della SAU
totale complessivamente investita ad agricoltura biologica sul territorio nazionale. La lettura dei dati relativi ai diversi orientamenti colturali rivela, inoltre, che in Puglia si estende il 31% della superficie nazionale coltivata a fruttiferi (escl. agrumi, vite e olivo),il 30% delle superfici ad olivo, il 17% delle estensioni cerealicole, 14% degli investimenti a vite e il 10% di quelli ad ortaggi.
Fonte: l’Agricoltura Biologica in cifre, SINAB 2010 (su dati forniti dal MiPAAF e dagli OdC relativi alla fine del 2010)
169
52%
17%
24%
30%
11%31%
8%14%
3%10%
2%39%
cereali
185.735
84.025
37.520
27.408
10.891
6.436
olivo
frutta
vite
ortaggi
legumi
Percentuale di superfice utilizzata per le principali categorie di prodotti in Puglia in relazione alla superfice utilizzata in Italiana
170
Nel decennio che volge al termine, dopo una prima fase di crisi terminata nel 2004, il settore biologico pugliese, nel secondo quinquennio, è ritornato a far registrare risultati a sei cifre. I dati riferiti a questa seconda fase mostrano una sostanziale stabilità. Nel 2010, si segnala una tendenza al rialzo per entrambe le variabili:• per gli operatori + 0,3%, cresciuti da 5.357 unità nel 2009 a 5.371 unità nel 2010;• per le superfici + 5%, con un incremento da 113.279 ha nel 2009 a 118.898 nel 2010.
Fonti: 2002-2010: Cardone e Pellegrino (2008); 2008: elaborazioni Osservatorio Regionale sull’Agricoltura Biologica – Regione Pu-glia-IAMB su dati OdC
171
Ha
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
140.000
160.000
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
7.000
8.000
20012000
20022004
20032005
20062008
2007
172
12%
11%
della superficie BIO regionale
dei produttori BIO regionali
LECCE
Gli operatori biologici pugliesi nel 2010 si concentrano per il 41% ed il 27%, rispettivamente, nelle province di Bari (2.210) e Foggia (1.466)Passando all’analisi della distribuzione provinciale delle superfici coltivate in biologico si segnala che il 44% della SAU bio totale, pari a 572.390 ha, ricade nel territorio di Bari, il 27% (9.384 ha) in quello di Foggia, seguono con percentuali decisamente inferiori Taranto, Lecce e Brindisi.
Fonte: Elaborazioni Osservatorio Regionale sull’Agricoltura Bio-logica – Regione Puglia-IAMB su dati OdC
Biologico | Salento
173
Ha
barifoggia
tarantolecce
brindisi594
22100
barifoggia
tarantolecce
brindisi12.378
52.3900
44%8% 13%25%
10%SAU bio tot
41%9% 12%27%
11%Numero operatori bio
Provincia di LecceProvincia di BrindisiProvincia di FoggiaProvincia di TarantoProvincia di Bari
90%
174
La lettura dei dati sulla distribuzione provinciale delle colture nel 2010, evidenzia una forte concentrazione della cerealicoltura biologica in due province: Bari (57%) e Foggia (26%).Anche nel caso degli ortaggi le superfici si estendono prevalentemente in due territori provinciali con una situazione invertita rispetto ai cereali: Foggia detiene la prima posizione (48%) seguita da Bari (25%).La distribuzione delle superfici appare più equilibrata nel caso dell’olivo con il primato di Bari (32%
degli investimenti totali) e un peso decisamente importante anche delle altre province. Infatti, la seconda posizione è occupata da Lecce (22%), seguono Foggia (19%), Brindisi (14%) e Taranto (13%).Infine, la viticoltura bio risulta principalmente diffusa nelle province di Bari, Taranto e Foggia, con, rispettivamente, il 36%, 25% e 22% degli investimenti totali.
Fonte: Elaborazioni Osservatorio Regionale sull’Agricoltura Bio-logica – Regione Puglia-IAMB su dati OdC
175
31%
5%
26%22%
7.5%2%
5%
8%
3%8%
2%4%
cereali
40.600
34.500
9.700
6.500
4.100
3.500
olivo
frutta
vite
ortaggi
legumi
24%6%
31.100
altro
Percentuale di superfice coltivata con metodo biologico delle principali categori di prodotti nel Salento in relazione alla superfice coltivata in Puglia
176
Provincia di LecceProvincia di BrindisiProvincia di FoggiaProvincia di TarantoProvincia di Bari
32%14% 13%19%
22%
36%9% 25%22%
25%9% 10%48%
57%4% 8%26%
8%
8%
5% cereali
ortaggi
vite
olivo
59%7% 20%12%
2% frutta
31%3% 51%11%
4%legumi
177
15%
62%
2%
4%
2%
1%
cereali
1.815
7.600
180
446
260
104
olivo
frutta
vite
ortaggi
legumi
14%1.973
altro
178
regolamento cee 2092/91 primo regolamento comunitario sul metodo di produzione biologica che pone termine alle 15 agricolture biologiche europee che si erano sviluppate in Europa, e stabilì norme di produzione e trasformazione che definiscono un metodo biologico unico, con un sistema di etichettatura univoco e riconoscibile da tutti i consumatori europei, grazie alla definizione di un logo comunitario.
regolamento cee 2078/92 prevede finanziamenti all’agricoltura biologica e le modalità per usufruirne.
PAC agenda 2000riforma per il futuro della politica comunitaria nell'ottica del previsto allargamento.Agenda 2000 ha fornito una solida base per lo sviluppo dell'agricoltura nel UE, ponendosi come obbiettivi una nuova politica dello sviluppo rurale e il miglioramento della qualità dei prodotti alimentari e della loro sicurezza. Con questa riforma si creano le condizioni per lo sviluppo nell'UE di un'agricoltura comunitaria multifunzionale, sostenibile e concorrenziale.
1991
1992
1997
regolamento ce 834/2007abroga i precedenti ed è relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici sia di origine vegetale che animale.
2007
regolamento ue 271/2010definizione del nuovo logo e della modalità di applicazione dell’etichettatura dei prodotti biologici.
2010
PAC post 2013prime proposte e i primi orientamenti sul futuro della politiche agricole comunitarie per il periodo 2014-2020. Il dibattito attuale definisce la necessità di promuovere i modelli agricoli sostenibili e virtuosi.
2012
179
biodiversità a rischio
con conseguente perdita di prodotti tipici in via di estinzione, stagionalità e mancanza di salvaguardia del patrimonio storico territorialeBio
Agricoltura biologica
180
Biodiversità
batata mugnuli
rucola selvatica
pastanaca
carciofo
pomodoro
portulaca
indivia
181
meloncella
arancia vaniglia
melone di gallipoli Paparina
cicerchia
fava di zollino
cicoria all’acquacima di rapa
182
PSR | Programma di Sviluppo Rurale | prevede la misura 214, con la quale si stabilisce un premio verso una serie di coltivazioni che aiutano a preservare la biodiversità regionale
misura 214 | incentivi per biodiversità
86
186
Bio
+
€
€
417 €
premio | ha | anno
orticole
fruttiferi
colture da granella
Finanziamenti
Aziende a filiera corta
184
Attraverso i dati Istat 2010, riguardanti le attività legate alle aziende agricole, si è condotta un’analisi per distinguere diversi trend in atto e delineare un quadro generale.Da questo primo esame è poi conseguito un confronto diretto con le aziende agricole convenzionali e biologiche.In entrambi i casi, il 60 % delle aziende risulta a conduzione familiare, evidenziando una solida struttura gestionale alla base.In media, gli operatori del settore biologico, risultano però di età inferiore e con un grado di istruzione superiore, rispetto al convenzionale.Allo stesso modo, gli operatori biologici, manifestano un alto interesse a collaborare con il settore della ricerca.Questi dati sono generalizzabili su tutto il territorio nazionale; ciò che differisce invece a livello pugliese, rispetto il resto della nazione, è la mancanza di un forte associazionismo, utile alle aziende, per creare un network saldo fra loro, che aiuti ad essere competitivi verso la GDO, (grande distribuzione organizzata).La soluzione, per gli agricoltori biologici della regione, potrebbe essere quella di scegliere un metodo di trasformazione e commercializzazione a filiera corta e l’organizzazione di un sistema funzionante di OP (Organizzazione Operatori) che li aiuti a regolamentarsi e gestirsi attraverso questo metodo.L’insieme di aziende agricole biologiche che prediligono un sistema a filiera corta, è indice prima di tutto
che ognuna di esse riesce a sussistere come caso singolo; se a questo uniamo un forte associazionismo, da casi singoli, diventano un sistema così da diventare una realtà sempre più forte e competitiva.La regione Puglia sostiene ed incentiva questo metodo di gestione aziendale anche a livello amministrativo.Il PSR, Programma di Sviluppo Rurale, prevede al suo interno una misura speciale volta proprio all’ammodernamento delle strutture aziendali. Per poter partecipare al bando della Misura 121, si deve garantire: l’innovazione tecnologica, l’introduzione di impianti, macchine, attrezzature e sistemi che migliorino la qualità dei prodotti e che riducano i costi di produzione; la riconversione varietale e la diversificazione colturale delle produzioni agricole regionali; la realizzazione di interventi mirati al risparmio energetico.La filiera corta consiste in un’organizzazione che prevede il rapporto diretto tra produttore e consumatore; diventa, dunque, indispensabile, anche a livello amministrativo, la relazione paritaria che s’instaura tra gruppi d’offerta e gruppi di domanda.Quest’ultimi permettono di garantire un tipo di domanda aggregata, che facilita il produttore nell’organizzazione delle coltivazioni, evitando sprechi e lavorando nel rispetto della stagionalità.Per quanto riguarda i gruppi di offerta, invece, possono essere cooperative o società agricole, in cui si deve disporre
185
di un locale idoneo per la prima lavorazione che consiste nel lavaggio, selezione e confezionamento dei prodotti.L’eventuale associazionismo tra diversi produttori permette di abbattere i costi del trasporto, incidendo positivamente sui prezzi finali.La filiera corta può avvenire attraverso la vendita diretta, nell’azienda agricola, attraverso i GAS, Gruppi d’Acquisto Solidale, oppure all’intarno di mercatini bio.
186
ALLOGGIO
90 73 7
RISTORAZIONE DEGUSTAZIONE
50
ALTRE ATTIVITA’ TOT
90282 tot Puglia
Aziende Agrituristiche autorizzate per tipo
FINO A 3 MESI
- 28 -
DA OLTRE 3 A 6 MESI OLTRE 9 MESI
62
INTERO ANNO TOT
90230 tot Puglia
Aziende per durata autorizzata dell’attività
SOLA RITORAZIONE
- 73(1.817 coperti)
43(1.021 coperti)
+ALLOGGIO +ATTIVITA’
7(229 coperti)
+DEGUSTAZIONE TOT
73(1.817)243 tot Puglia6.654
Aziende agrituristicheautorizzate
alla ristorazione
SOLO ALLOGGIO
10(209 p.letto)
73(1.816 p.letto)
50(1.433 p.letto)
+RISTORO +ATTIVITA’
7(275 p.letto)
+DEGUSTAZIONE TOT
90(2.194)282 tot Puglia5.519
Aziende agrituristicheautorizzate all’alloggio
ABITAZIONI NON INDIPENDENTI
54(1.064 p.letto)
36(1.130 p.letto)
10(151 piazzole)
TOT
90(2.194)282 tot Puglia5.519
Aziende agrituristicheautorizzate all’alloggioper tipo di sitemazione
INDIPENDENTIINDIPENDENTISPAZI APERTI
EQUITAZIONE
6 22 29
TREKKING MOUNTAIN BIKE
25
ATTIVITA’ VARIE TOT
50141tot Puglia
Aziende agrituristicheautorizzate all’esercizio
di altre attività
MASCHI
56 34
TOTAziende agrituristiche
per genere del conduttore
FEMMINE
ANNO PRECEDENE
81 9
TOT
90282 tot Puglia
Aziende agrituristicheautorizzate
NUOVE AUTORIZZAZIONI
90282 tot Puglia
Aziende convenzionali
187
Manodopera familiare 162.735
AZIENDE AGRICOLE PER FORMA DI CONDUZIONE
Manodopera familiare prevalente 40.523
Manodopera extrafamiliare prevalente 22.350Conduzione con salariati 19.644
Manodopera familiare 550.804 ha
SUPERFICIE TOTALE PER FORMA DI CONDUZIONE
Manodopera familiare prevalente 277.768 ha
Manodopera extrafamiliare prevalente 156.328 haConduzione con salariati 324.656 ha
Meno di 1 83.825
AZIENDE AGRICOLE CON SAU PER CLASSE DI SAU
2-5 47.890
10-20 13.6375o ed oltre 2.877
Meno di 1 46.169 ha
SAU PER CLASSE DI SAU
2-5 144.723 ha
10-20 190.250 ha50ed oltre 294.290 ha
522.911 ha
SAU PER FORMA DI CONDUZIONE
256.673 ha147.069 ha262.932 ha
Manodopera familiare
Manodopera familiare prevalente
Manodopera extrafamiliare prevalente Conduzione con salariati
1.639
TITOLO DI STUDIO DEL CAPO AZIENDA
11.24130.471177.560
Lauera o diploma agrario
Laurea o diplama altro tipo
Diploma superiore Licenza media inferiore-elementare
32.756
COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI
619
15.746
Vendita diretta al consumatore
183
60.185
1.542
Vendita con vincoli ad imprese commerciali
Vendita ad organismi associativi
Vendita con vincoli ad imprese industriali
3.034ATTIVITA’159NO ATTIVITA’
ATTIVITA’
NO ATTIVITA’
ATTIVITA’
NO ATTIVITA’
ATTIVITA’
NO ATTIVITA’
Fonte_Dario StefanoAssessore alle Risorse
Agroalimentari
Reddito per tipologia colturale
Regione Puglia
olivicoltura | 1521 euro/ha
ceralicoltura | 285 euro/ha
188
Aziende biologiche
agriturismi
+ ristorazione
+ attività collaterali
aziende a conduzione familiare
LECCE
594
dei produttori BIO regionali
594
11%
73
50
60 %
15 %
357
90
81 %
55 %
189
mancanza di associazionismo
la la mancanza di un network ben organizzato tra le aziende agricole biologiche che le aiuti a diventare competitive sul mercato
Aziende biologiche
190
Filiera corta
vendita diretta
consumatoreproduttore
G.a.s
mercatini bio
1 | riduzione dei costi generali, con vantaggi sia per i consumatori che per i produttori
2 | riduzione dell’inquinamento, grazie al Km zero
3 | tutela ambiente, attraverso pratiche salvaguardano los viluppo rurale
4| incentivo della biodiversità
punti di forza
191
Luoghi della filiera
Sono quelle organizzazioni di consumatori, informali o dotate di un proprio statuto, che decidono di riunirsi per acquistare i prodotti biologici direttamente dal produttore o da gruppi di produttori organizzati con piccole/medie piattaforme, beneficiando di un taglio importante sul prezzo finale, dovuto appunto all’accorciamento della filiera di vendita.Alcuni gruppi d’acquisto hanno
assunto come obiettivo prioritario la sensibilizzazione del consumatore alle problematiche dello sviluppo sostenibile e l’educazione al consumo critico; per questo hanno assunto la denominazione di GAS (Gruppo di Acquisto Solidale). Solidarietà tra consumatori; solidarietà tra consumatori e ambiente; solidarietà tra consumatori e produttori.
G.A.S. Gruppi d’Acquisto Solidale
Mercatini Bio | Farmer Market
Mercati nei quali si commerciano esclusivamente prodotti locali, dove i piccoli produttori del territorio hanno l’opportunità di vendere direttamente ai consumatori gli alimenti provenienti dalle loro aziende, evitando perciò i passaggi intermedi dei grossisti e delle grandi catene di distribuzione.I vantaggi dei farmers market sono moltepolici, come ad esempio la competitività dei prezzi di alcuni
prodotti, che non subiscono i ricarichi generati dal passaggio di mano fra un intermediario e l’altro. Inoltre, la provenienza locale dei prodotti garantisce la freschezza degli stessi, a differenza di quanto avviene nella grande distribuzione. Il presupposto stesso del “km zero”, fa sì che i cibi vengano trasportati solo su distanze relativamente brevi, il che consente la riduzione dei consumi energetici e inquinamento.
2008220
340
2010
2008185
250
2010
192
Consumatori
78,8%
71,1
perchè bio?
49,5
38,4
maggiore sicurezza
salubrità
qualità superiore
gusto migliore
50%
30%dove bio?
20%
dettaglio specializzato
acquisto diretto
GDO
Consumatori
Indagine condotta da Federbio su un campione di 70 intervistati
193
Yogurt
latte
25%
vino
olio
frutta
verdura
pane e pasta
latte
latticini
5%
5%
10%
17%
18%
25%
Consumatori
Prodotti bio
194
Secondo un indagine condotta da Ismea, Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, la filiera corta, grazie all’eliminazione di alcuni passaggi commerciali, consente di abbattere il prezzo finale, con vantaggi sia per il consumatore che per il produttore.Ques’ultimo ha discreti margini di guadagno più alti rispetto alla vednita ad altri operatori della filiera lunga e il consumatore arriva a risparmiare in media quasi il 100 %.
Confronto
Filiera corta
Filiera lunga
consumatoreproduttore
vendita diretta
guadagno risparmio100 %€
GDO
Dettaglio Specializzato consumatoreproduttore grossista
guadagno risparmio€
industria di
trasformazione
/
patate
cavolfiori
limoni
0.50
0.55
0,55
1.20
1.75
1.35
2.06
2.81
2.26
prezzo all’origine
prezzo vendita diretta
prezzo al consumo
195
PAC | Politica Agricola Comunitaria| concede un finanziamento a sostegno degli investimenti nelle aziende agricole, l'obiettivo è di ammodernare le installazioni, le attrezzature e i sistemi agricoli per migliorare i redditie le condizioni di vita, di lavoro e di produzione degli agricoltori.
finanziamento | Insediamento giovani agricoltori+
+ 30.000 €
ammontare del finanziamento previsto e destinato a facilitare l'insediamento dei giovani agricoltori, concesso ad una azienda agricola che sia gestita da un un attore che abbia meno di 40 anni e che intraprenda per la prima volta l'attività agricola.
Finanziamenti
Attori under 40
198
In Italia il ricambio generazionale dell’agricoltura è ai livelli più bassi d’Europa. Solo 112 mila aziende hanno un conduttore giovane, solo il 16% delle nuove aziende è guidato da un giovane e solo nel 2,3% delle aziende storiche è subentrato un giovane alla conduzione.Medesima situazione per la regione Puglia, in cui il tasso di senilità aziendale è elevatissimo: un solo imprenditore under 35 ogni dieci over 65.Negli ultimi anni, però, l’Assessorato alle Risorse Agroalimentari sta cercando di arrestare questa tendenza, incentivando la presenza di operatori giovani, fondamentali per la progressione del settore agricolo.
Se si tiene conto che il tasso di disoccupazione giovanile a Lecce è del 47,3%, l’offerta di una nuova strada lavorativa rivolta a degli attori di età compresa tra i 18 e i 40, risulta essere più che positiva.
Dunque, il PSR (Programma di Sviluppo Rurale) prevede al suo interno la Misura 112 per l’insediamento di giovani agricoltori under 40.
199
Agricoltura2.8 % Pil
2001 2004
0,2 %
2004 2005
14 %
2006 2009
0,7 %
2010 2014
/
2001 2005
1,9 %
2006 2009
0,8 %
2010 2014
produttività del lavorovalore aggiunto
Settore agricolo | Italia
200
13 % occupati
occupati totali-unità di lavoro
1980
3.7 % occupati
2014 3.1 % occupati
2009
Settore agricolo | Italia
850 000 unità
2010 2011
4,6 %
201
Agricoltura4.46 % Pil
occupati-totale economia occupati-agricoltura
2001 2007
0,8 %
2008 2014
1,2 %
2001 2007
1,8 %
2008 2014
2,9 %
Settore agricolo | Puglia
202
occupati 2009 occupati 2014assunzioni per sostituzione
assunzioni aggiuntive
384.998 343.532
68.093 -41.466
268.649 232.704 195.575
-35.946
2008 2014
10,8 %
occupati 2009 occupati 2014assunzioni per sostituzione
assunzioni aggiuntive2008 2014
13,4 %
Agricoltori e operai agricoli specializzati
occupati domanda di lavoro
Personale non qualificato dell’agricoltura
occupati domanda di lavoro
203
femminemaschi
31.83 %
68.17%
>=40 anni< 40 anni
69.66 %
30.34%
indipendentidipendenti
74.21%
25.79%
Agricoltori e operai agricoli specializzati di coltivazioni legnose agrarie
111.000 occupati
femminemaschi
30.26 %
69.74%
61.000 occupati
femminemaschi
29.46 %
70.54%
>=40 anni< 40 anni
27.14 %
72.86%
Agricoltori e operai agricoli specializzati di ortive protette e orti stabili
104.000 occupati
femminemaschi
15.45 %
84.55%
Agricoltori e operai agricoli specializzati di colture miste
68.000 occupati
Agricoltori e operai agricoli specializzati in colture a pieno campo
indipendentidipendenti
43.23 %
56.77%
>=40 anni< 40 anni
55.78 %
44.22%
indipendentidipendenti
83.16 %
16.84%
>=40 anni< 40 anni
24.74 %
75.26%
indipendentidipendenti
92.56 %
7.44%
204
Occupazione nel settore agricolo in Puglia
LECCE
3,1 %
tasso di occupazione settore agricolo
2001
1,3 %
2007 2008 2014
2,9 %
Agricoltori e operai agricoli specializzati di coltivazioni legnose agrarie
<35
1
>= 65
10 tasso di senilità aziendale
205
bassa percentuale di under 40 nel settore agricolo
dai dati emerge una presenza inferiore di partecipanti under 40, che determina l’assenza di ricambio generazionale, fondamentale nel garantire il progredire di un settore
Aziende biologiche
206
Attori under 40
1 | grado di istruzione più elevato
2 | apertura verso metodi innovativi
3 | maggiore sensibilizzazione verso la sostenibilità
4| riduzione del tasso di disoccupazione
< 40
punti di forza
207
PSR | Programma di Sviluppo Rurale | prevede il pacchetto multimisura giovani, con la quale l’attore in questione, di età compresa tra i 18 e 40 anni, potrà richiedere un aiuto sotto forma di premio unico.Il beneficiario del finanziamento potrà usufruire nello specifico anche della misura 112.
misura 112 | Insediamento giovani agricoltori
+ 40.000 + 40.000 + 40.000 € € €
+
50 %a fondo perduto
+
max 500.000 €
premio unico previsto a tutti i beneficiari della misura 112, ( nel caso si tratti di un azienda composta da più componenti, il premio unico spetta ad un individuo ogni tre componenti )
120.000 €
Finanziamenti
5 | Caso studio Masseria Paladini
211
Durante l’analisi condotta sull’area campione è stata raccolta la presenza di numero 16 masserie abbandonate, tra le quale è stata scelta quella campione che potesse fungere da caso studio.La decisione è ricaduta sulla Masseria Paladini, manufatto risalente al XVI sec, in buone condizioni statiche, la quale si trova al centro della strada campione, vicino a due dei tre complessi masserizi di maggiore interesse per la nostra analisi, ( Masseria Ospitale e Masseria Liobello).L’indagine condotta sul caso studio è iniziata attraverso un rilievo architettonico e fotografico ed è poi proseguita con una storiografica a compimento della quale si è giunti alla formulazione della morfogenesi completa del manufatto e l’individuazione delle sue peculiarità formali.Lo stato di fatto del caso studio è il risultato dell’ evoluzione formale che il manufatto ha ottenuto negli anni, individuando nello specifico quattro soglie storiche.Il primo nucleo originario, interamente fortificato dal muro di cinta, prevedeva l’accostamento di due elementi indipendenti, l’edifico torre a due piani e le stalle con uno sviluppo longitudinale, limitato al solo piano terra.La conformazione interna della torre, prevede al piano terra due vani distinti, voltati a botte, mentre al primo piano si hanno due ambienti comunicanti voltati a botte e a stella; le stalle a loro volta erano e sono tutt’ora voltate interamente a stella.
Il complesso masserizio presenta fin dalle sue origini, un prospetto uniforme dalla simmetria delle aperture e dei parapetti, inoltre elemento caratterizzante è la scala in facciata, disposta longitudinalmente il prospetto principale.Essa rappresenta uno degli stilemi classici presenti in ogni masseria, attraverso cui esse si distinguono le une con l’altre; inoltre non si può dimenticare la funzionale difensiva che svolgeva: consentiva, infatti, di avere due ingressi distinti al primo e al piano terra.Altri elementi peculiari della difesa si possono costatare nella presenza della grande caditoia in posizione centrale sul prospetto principale e una serie di feritoie, lungo tutto il cornicione di copertura.Altro elemento peculiare della Masseria Paladina è la scala di vedetta sempre in copertura, apparsa in secondo memento, insieme all’ accorpamento dei due distinti corpi di fabbrica.La scala di vedetta è elemento protagonista delle terrazze di copertura, spazi abitabili, dal grande potenziale che mettono in comunicazione diretta con il paesaggio rurale circostante, fino a raggiungere la vista del mare.Sostanziale cambiamento durante l’anno 1700, oltre l’introduzione di ulteriori spazi adibiti al lavoro, come ovili e fienili, fu l’ampliamento dell’edificio torre, che vide l’annessione di due nuovi elementi, rispettivamente a destra e a sinistra di esso.L’ultima soglia storica risale al 1755,
212
anno che segna anche il passaggio di proprietà della masseria, la famiglia Paladini le cede ai Palmieri; questo periodo coincide con il progressivo sviluppo della nuova signoria terriera, che fu sempre interessata a donare un carattere di rappresentatività a queste architetture rurali.Risalgono a questo periodo, la torre colombaia, il pozzo e gli stemmi di famiglia; gli ultimi due trafugati in secondo momento. Attualmente sono ancora evidenti i resti al suolo della cinta muraria e gli spazi lavoro, come depositi e fienili, risultano in stato di rudere, probabilmente a causa della loro natura più fragile e vulnerabile, (spesso la copertura di questi spazi era fatta di materiali biodegradabili, come legno o paglia).Il resto del volume architettonico, composto dalla torre, le stalle e gli spazi aggiunti nel tempo, si mostrano rigidi e composti, segno della grande maestria dei costruttori tradizionali salentini, fautori di opere durevoli nel tempo.
213
Masseria Paladini
categoria | abbandonataclassificazione | masseria con torreanno | 1500persone | /ettari | 40
Stato di fatto
0 50 m
1500
Soglie storiche
1500
1700
1755
220
stalla
ovile
dispense
abitazione massaro
recinto animali
deposito
giardino | orto
aia
spazio lavoro abitazione contadino
Distribuzione funzionale
Rilievo fotografico
222
La torre+
L’aia
223
224
225
226
La torre colombaia
227
228
L’ovile
229
230
231
232
Il giardino
233
234
235
236
Le stalle _ 1
237
238
239
240
Le stalle _ 2
241
242
L’abitazione dei contadini
243
244
Il deposito
245
246
Le stanze per il lavoro _ 1
247
248
Le stanze per il lavoro _ 2
249
250
Le dispense _ 1
251
252
Le dispense _ 2
253
254
L’abitazione del massaro _ 1
255
256
257
258
L’abitazione del massaro _ 2
259
260
261
262
La terrazza
263
264
265
266
La vedetta
267
268
269
6 | Concept
273
Masseria, parola che deriva dal latino massa e che sta ad indicare un qualità fisica, ma che durante l’età medioevale è servito anche ad indicare i possedimenti terrieri.Questo duplice significato è perfettamente in linea con l’altrettanta duplice valenza del manufatto architettonico masseria.Essa, infatti, è allo stesso tempo espressione fisica dell’antica organizzazione della produzione agricola del Salento e manifestazione tettonica dell’uso sapiente della massa.Massa quindi intesa come blocco che nel linguaggio architettonico dei complessi masserizi si esplica attraverso l’utilizzo di un unico materiale, il tufo.Osservando queste architetture spontanee sparse lungo la campagna, siano esse ruderi o in buono stato di conservazione, ciò che colpisce è la loro conformazione volumetrica, ortogonale, solida e monolitica, in un’alternanza di forme mai uguali, le quali, nonostante la compostezza, trasmettono movimento ed espressione.Il tufo grazie alla sua facile lavorabilità, ha permesso ai costruttori di arricchirle ogni volta di dettagli, i quali creano effetti chiaroscurali evidenti sulla perfezione geometrica degli elementi.La massa si esprime ad una microscala con il concio strutturale e diventa fortificazione ad una scala più ampia.Nel relazionarsi con la preesistenza si è tenuto in considerazione questo aspetto peculiare dell’estetica delle masserie; esse contengono al loro interno ogni declinazione della pietra,
che parte dal singolo concio, passa per muro di fortificazione e arriva al volume intero, il quale se osservato da lontano torna ad assomigliare al blocco iniziale.Questo rapporto circolare è l’esplicitarsi dell’espressione della massa.Affiancare la Masseria Paladini con un nuovo edificio ha significato rispettare la sua conformazione antica, andando a ricalcare l’antica traccia della fortificazione e ripristinando una conformazione a corte chiusa.IL nuovo muro che diventa edificio stesso, diventa il link tra preesistente e nuovo, pur mostrando un linguaggio estetico differente.Nel passato ha rappresentato un modo per chiudersi e proteggersi dall’esterno, oggi può rappresentare, come elemento connotativo, il criterio con cui rivendicare la ritrovata riattivazione.Riattivazione conforme alla tradizione.
0’
1’
2’
3’
4’
5’
6’
7’
7 | Metaprogetto
285
Ma (s)se riabitiamo giunge a delineare una strategia di intervento con la formulazione di un meta progetto, in cui agricoltura, vita comunitaria e cultura convivono insieme.La formula della strategia si riassume in 1+10+20, rispettivamente una masseria, dieci soci e venti ettari.Questi numeri sono la risposta adeguata al fine di tutelare un manufatto alla volta, creando allo stesso tempo una proposta di vita e di lavoro realizzabile per un numero equo di persone, attraverso una quantità di ettari proporzionata alla scala della comunità.L’espressione numerica è il frutto di una serie di tentavi che si sono susseguiti, in cui modificando alternativamente ciascun addendo si è sempre giunti a proposte che si sono rivelate sproporzionate al conseguimento della strategia. In certi casi si è trattato di considerare un numero di soci troppo elevato, con il conseguente abbassamento delle salario individuale; in altri casi, invece, l’idea di occuparsi di due masserie contemporaneamente, pur aumentando il numero di persone, si è rivelata pretenziosa e inefficace per assicurare dei buoni livelli di gestione, senza considerare i costi eccessivi di partenza.Le interviste raccolte durante il fieldwork, si sono dimostrate utili per valutare le funzioni da inserire all’interno dell’azienda e capire le necessità che un progetto del genere implicasse, stilando anche una media riguardante il numero di possedimenti terrieri presenti nelle masserie.
L’ultimo censimento Istat riguardante la produzione agricola in Puglia, in particolare nella provincia di Lecce, è stato utilizzato per verificare la situazione attuale riguardante il settore convenzionale e da li creare un confronto con quello biologico.A sostegno del meta progetto è stato redatto un business plan che verifichi dal punto di vista economico-finanziario, la fattibilità del progetto, registrando l’evoluzione di esso dall’anno preliminare la realizzazione, fino al decimo anno di vita.
286
1
masseria
Attività collaterali
365 giorni 183 giornin^
n^ giorni
287
Slow food
50 coperti
Si prevede all’interno della Masseria uno spazio ristorante servito con prodotti alimentari coltivati diretta-mente dall’azienda, conferendogli la possibilità di entrare a far parte dei presidi Slow Food.
73 000 €ricavo al netto
288
Turismo sostenibile
6 alloggi
Si sostiene un tipo di turismo che rispetti il paesaggio dell’entroterra, evitando di alimentare la congestio-ne delle realtà balneari.Il visitatore può partecipare in modo attivo alla quotidianità della masse-ria, diventando parte integrante della comunità composta dai dieci soci.
43 800 €ricavo al netto
289
2 alloggi
Artist in residence
Viene prevista la collaborazione con aritisti e artigiani, offrendo loro la possibilità di vivere all’interno della masseria con un affitto limitato, con l’idea che essi possano al contempo creare situzioni favorevoli e sinergici per la comunità.
6480 €ricavo al netto
290
Attività culturali 100 posti
Didattica adulti 20 adulti
Didattica bambini 50 bambini
Workshop
La masseria diventa spazio didattico e ricreativo, prevedendo l’organizzazione di diversi eventi culturali, rivolti ad un pubblico che coinvolge adulti e bambini.
€38.220ricavo al netto
26
291
Attività collaterali | ricavi
UNITA’ /UNITA’ GIORNI / MESI
ristorazione
didattica bambini
didattica adulti
attività Culturali
camere ospiti
artist in residence
TOT
50 20 183 182.500
6 480 183 87.600
2 300 12 7200
50 10 26 13.000
20 30 26 15.600
100 10 26 26.000
€
292
Attività collaterali | costi
TOT COSTI % COSTI TOT
ristorazione 60 % 109.500 73.000
didattica bambini 30 % 3.900 9.100
didattica adulti 30 % 4.680 10.920
attività Culturali 30 % 7.800 18.200
artist in residence 10 % 720 6.480
camere ospiti 50 % 43.800 43.800
€
293
Attività collaterali | reddito netto
161.500 €
294
soci
10
affittuarioturistafruitori esterni
Attori
TOT
295
20
ettari
Agricoltura
365 giorni 183 giornin^
n^ giorni
296
677 mq spazio mercato
Coltivazione | vendita diretta
72.133 €ricavo al netto
Spazio mercato con vendita di prodotti biologici a kilometro zero, derivanti dalla diretta coltivazione nei campi annessi alla massseria, con il rispetto della stagionalità e qualità.
297
frutta
ortaggi
tuberi
legumi
lereali
arance
pesche
batata
frumento
pastinaca
favececi
peperoni
melanzanemeloncella
muguli
carciofi
pomodori
rapaindivia
melone
rucola
10 %
25 %
10 %
50%
5 %
Programma colture
298
Lavorazione | vendita prodotti lavorati
Un quarto del raccolto viene destina-to alla lavorazione di prodotti finiti, quali marmellate, confetture e salse, da vendere direttamente in masseria.
34 mq bioshop
12.091 €ricavo al netto
299
Seminativi
SUPERFICIE (Ha)
frumento duro 22.000 396.000 380.000
PRODUZIONE TOT. PRODUZIONE RACCOLTA
orzo 4.500 81.000 79.000avena 4.000 64.000 63.000
mais 70 4.550 4.550
fava da granella 70 1.050 1.029
fagiolo 40 600 590pisello da granella 40 600 590
cece 45 810 785patata primaticcia 1.800 216.00 211.680
patata comune 50 6.000 6.000
fava fresca 60 3.000 2.960
fagiolino 145 185.125 185.125pisello 120 8.400 8.150
aglio e scalogno 40 2.000 1.960carota e pastinaca 15 1.950 1.950
cipolla 90 10.800
cere
ali
legu
min
ose
e tu
beri
orta
ggi i
n p
ien
a ar
ia
10.800
broccolo rapa 225 45.000 43.000
cavolo cappuccio 60 9.000 9.000cavolo verza 70 11.200 11.200
finocchio 300 66.000 66.000indivia 30 4.500 4.500
lattuga 140 22.400 22.400
radicchio 250 45.000 45.000
cocomero 450 315.000 300.000fragola 7 430 410
melanzana 200 70.000 70.000peperone 240 84.000 84.000
melone 180 36.000 36.000
zuccina 300 75.000 75.000
pomodoro 220 30.800 30.800
pomodoro da industria 400 280.000 280.000
Dati Istat Convenzionale
300
Coltivazioni legnose
SUPERFICIE (Ha)
melo 20 3.000 2.950
PRODUZIONE TOT. PRODUZIONE RACCOLTA
pero 88 12.320 12.050albicocca 47 6.600 6.500
ciliegio 6 170 165
pesco 129 19.350 18.950
nettarina 79 11.850 11.600susino 27 3.645 3.535
mandorle 80 1.440 1.412
arancio 450 67.500 67.500
mandarino 40 5.800 5.800clementina 155 23.250 23.250
limone 50 6.750 6.750
fru
tta
fres
caag
rum
i
uva da tavola 200 46.000 44.620
uva da vino 13.000 1.120.000 1.085.000vino - - 760.300 - -v
ite
e v
ino
olive 89.300 3.125.500 3.125.500oliv
oDati Istat Convenzionale
301
Colt. legnose | vite
superficie tot. 13.200 Ha
Coltivazioni superficie tot. 139.828 Ha
fava fresca
fagiolinopisello
aglio e scalognocarota e pastinaca
cipolla
broccolo rapa
cavolo cappucciocavolo verza
finocchioindivia
lattuga
radicchio
cocomerofragola
melanzanapeperone
melone
zuccina
pomodoro
pomodoro da industria
melo
peroalbicocca
ciliegiopesco
nettarinasusino
cereali
leguminose e tuberiortaggi
fruttaagrumi
viteolivo
mandorle
arancio
mandarinoclementina
limone
uva da tavola
uva da vino
Seminativi | cereali
superficie tot. 30.570 Ha
Colt. legnose | frutta
superficie tot. 476 Ha
Colt. legnose | agrumi
superficie tot. 695 Ha
Seminativi | leguminose e tuberi
superficie tot. 2.045 Ha
Seminativi | ortaggi
superficie tot. 3.542 Ha
frumento duro 71%
3.4%
4.2%18%
10%1.2%
65%6%
22.3%7%
2%
22%
1.5%2.5%
0.3%
9.5%64%
0.5%
98%
27%
16.5%5.6%
17%
1.7%
4%3.4%
1.2%
0.5%2.5%
6.3%
1.7%1.8%
8.5%
0.8%4%
7%
13%0.2%
6%
6.8%5%
8.5%
6.2%11.3%
2%2%2.2%
2.5%88%
14%13%
0.2%
orzoavena
mais
fava da granella
fagiolopisello da granella
cecepatata primaticcia
patata comune
Dati Istat Convenzionale
64%64%64%64%64%64%64%64%9.5%
139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha
olivoolivoolivo
9.5%9.5%9.5%
0.5%0.3%0.5%
9.5%9.5%
0.5%0.5%0.3%0.5%
2.5%0.3%0.3%2.5%
0.3%
139.828 Ha139.828 Ha
22%
139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha139.828 Ha
viteolivo
agrumi
viteolivo
agrumi
vite
agrumifrutta
agrumi
viteolivo
agrumi
vite
agrumifrutta
agrumifrutta
agrumi0.3%0.5%agrumi
2.5%0.3%frutta
agrumifrutta
ortaggifrutta 0.3%
2.5%
agrumifrutta
ortaggifrutta
leguminose e tuberiortaggi 2.5%
22%
1.5%2.5%1.5%1.5%
superficie tot.
1.5%2.5%
22%
1.5%2.5%1.5%
superficie tot. 139.828 Ha
22%
139.828 Ha
22%
139.828 Ha superficie tot. 139.828 Ha superficie tot. 139.828 Ha
22%
139.828 Ha
22%
139.828 Ha superficie tot. superficie tot. 139.828 Ha139.828 Ha
fruttaortaggiortaggi
leguminose e tuberileguminose e tuberiortaggi
fruttaortaggi
leguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberiortaggi
cereali
leguminose e tuberiortaggi
cereali
leguminose e tuberi
cereali
leguminose e tuberi
superficie tot.
cereali
leguminose e tuberileguminose e tuberiortaggi
cereali
leguminose e tuberiortaggi
cereali
leguminose e tuberi
cereali
leguminose e tuberi
superficie tot.
cereali
superficie tot. superficie tot.
cereali
superficie tot. superficie tot. superficie tot. superficie tot. superficie tot.
cereali
superficie tot. superficie tot. superficie tot. superficie tot. superficie tot.
leguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberi
superficie tot.
leguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberi
superficie tot. superficie tot. superficie tot. Coltivazioni superficie tot. Coltivazioni superficie tot. Coltivazioni superficie tot. superficie tot. superficie tot. Coltivazioni superficie tot. Coltivazioni superficie tot. Coltivazioni superficie tot. superficie tot. ColtivazioniColtivazioni superficie tot. Coltivazioni
leguminose e tuberi
superficie tot.
superficie tot. superficie tot. superficie tot. Coltivazioni superficie tot. Coltivazioni superficie tot. Coltivazioni superficie tot. superficie tot. superficie tot. Coltivazioni superficie tot. Coltivazioni superficie tot. Coltivazioni superficie tot. Coltivazioni superficie tot. ColtivazioniColtivazioniColtivazioniColtivazioni superficie tot. ColtivazioniColtivazioni superficie tot. superficie tot. Coltivazioni superficie tot. Coltivazioni superficie tot. superficie tot. Coltivazioni superficie tot. ColtivazioniColtivazioni superficie tot. ColtivazioniColtivazioniColtivazioniColtivazioni superficie tot. ColtivazioniColtivazioni
302
Colt. legnose | agrumi
produzione tot. 103.300 q
Colt. legnose | vite
produzione tot. 1.129.620 q
Coltivazioni produzione tot. 6.451.061 q
fava fresca
fagiolinopisello
aglio e scalognocarota e pastinaca
cipolla
broccolo rapa
cavolo cappucciocavolo verza
finocchioindivia
lattuga
radicchio
cocomerofragola
melanzanapeperone
melone
zuccina
pomodoro
pomodoro da industria
melo
peroalbicocca
ciliegiopesco
nettarinasusino
cereali
leguminose e tuberiortaggi
fruttaagrumi
viteolivo
mandorle
arancio
mandarinoclementina
limone
uva da tavola
uva da vino
Seminativi | cereali
produzione tot. 526.550 q
Colt. legnose | frutta
produzione tot. 57.162 q
Seminativi | leguminose e tuberi
produzione tot. 220.674 q
Seminativi | ortaggi
produzione tot. 1.288.255 q
frumento duro 72%
0.5%
5.2%21%
11.4%0.3%
65%5.6%
22.5%6.5%
4%
8%
3.5%20%
1%
17.5%48.5%
1.6%
96%
33%
20%6.2%
2.5%
0.2%
14.4%0.6%
0.1%
0.1%
1%3.4%
0.7%1.2%
5%
0.4%1.7%
3.2%
23%0.1%
5.4%
6.5%
2.3%5.5%
2%21.7%
0.2%0.2%0.3%
2.7%95%
15%12%
1%
orzoavena
mais
fava da granella
fagiolopisello da granella
cecepatata primaticcia
patata comune
Dati Istat Convenzionale
48.5%48.5%48.5%48.5%48.5%48.5%48.5%48.5%48.5%17.5%17.5%17.5%17.5%17.5%17.5%17.5%17.5%17.5%
6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q
olivovite
olivoolivovite
olivo
1.6%1.6%1%
vite
1.6%1.6%1.6%1%
vite
20%
1.6%
20%
1.6%
3.5%
1%20%
1.6%1%
3.5%
1%20%20%
6.451.061 q
20%20%
6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q6.451.061 q
viteolivo
agrumi
vite
agrumiagrumifrutta
agrumi
viteolivo
agrumiagrumifrutta
agrumifrutta
agrumiagrumifrutta
agrumi
ortaggifrutta
leguminose e tuberiortaggi
fruttaagrumifrutta
agrumi
ortaggifrutta
leguminose e tuberiortaggi
frutta
leguminose e tuberiortaggi
frutta
3.5%
8%
3.5%
8%
produzione tot.
leguminose e tuberi 3.5%
8%
3.5%
produzione tot. 6.451.061 q6.451.061 q
8%
6.451.061 q produzione tot. 6.451.061 q produzione tot. 6.451.061 q
8%
6.451.061 q
8%
6.451.061 q produzione tot. produzione tot. 6.451.061 q6.451.061 q
ortaggileguminose e tuberileguminose e tuberi
ortaggileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberi
ortaggi
cereali
leguminose e tuberiortaggi
cereali
leguminose e tuberi
cereali
leguminose e tuberi
produzione tot.
leguminose e tuberileguminose e tuberiortaggi
cereali
leguminose e tuberi
cereali
leguminose e tuberi
cereali
leguminose e tuberi
produzione tot. produzione tot.
cereali
produzione tot.
cereali
produzione tot. produzione tot. produzione tot. produzione tot.
cereali
produzione tot.
cereali
produzione tot. produzione tot. produzione tot. produzione tot. produzione tot.
leguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberi
produzione tot.
leguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberileguminose e tuberi
produzione tot. produzione tot. produzione tot. produzione tot. produzione tot. Coltivazioni produzione tot. produzione tot. produzione tot. produzione tot. Coltivazioni produzione tot. Coltivazioni produzione tot. produzione tot. produzione tot. produzione tot. produzione tot. produzione tot. produzione tot. Coltivazioni produzione tot. Coltivazioni produzione tot. Coltivazioni produzione tot. produzione tot. produzione tot. Coltivazioni produzione tot. Coltivazioni produzione tot. Coltivazioni produzione tot. Coltivazioni produzione tot. ColtivazioniColtivazioniColtivazioniColtivazioni produzione tot. ColtivazioniColtivazioni
produzione tot. produzione tot. Coltivazioni produzione tot. Coltivazioni produzione tot. Coltivazioni produzione tot. produzione tot. produzione tot. Coltivazioni produzione tot. Coltivazioni produzione tot. ColtivazioniColtivazioni produzione tot. ColtivazioniColtivazioniColtivazioniColtivazioni produzione tot. ColtivazioniColtivazioniColtivazioniColtivazioni
6.451.061 q
303
Seminativi
grano duro locale 0.17
unità €/Kg unità €/Kg
orzo locale 0.13avena locale 0.17
mais - -
fava sguscaite 1.03
fagiolo 0.92pisello da granella - -
cece 0.92patata novella 0.5
patata comune 0.65
fava fresca 2.00
fagiolino - -pisello - -
aglio e scalogno - -carota - -cipolla 0.50
cere
ali
legu
min
ose
e tu
beri
orta
ggi i
n p
ien
a ar
ia
broccolo rapa 0.50
cavolfiore 0.55cavolo verza 0.50
finocchio 0.50indivia 2.20
lattuga 1.00
radicchio - -
cocomero nero 1.10fragola - -
melanzana locale 1.00peperone 1.80
melone - -
zuccina locale 0.70
pomodoro 1.20
pomodoro da industria - -
Coltivazioni legnose
melo locali - -pere locali - -albicocche - -
ciliegie - -pesche - -
nettarina - -susine 3.90
mandorle - -
arancie 0.80mandarini 0.65
clementine 0.90limoni locale 0.55
fru
tta
fres
caag
rum
i
Fonte: Camera di commercio Lecce
Fonte: Istat, indagine sui prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori.
I prezzi riportati si riferiscono alla produzione al netto dell’IVA di prodotti agricoli, nel mese di Marzo 2011. La mancata indicazione di alcuni prodotti significa che la merce non è stata quotata.
A cuasa della forte variabilità del mercato dei prezzi ortofrutticoli e della stagionalità di molto colture, è difficile stabilire delle medie annua-li. Dai numeri indici dei prezzi si può però vedere l’andamento del mercato in confronto al 2005 (base 2005 = 100)
Dati Istat Convenzionale
altri ceralifrumento
ortaggi freschipatatefrutta
vinoolio d’oliva
197.5201.7 +101.7%
+97.5%
+76.4%+14.6%
+6.9%
-9%
-4.2%
91.0176.4114.6106.9
95.8
%+76.4%%%+76.4%
+101.7%
%%+101.7%
%+101.7%
+76.4+76.4+76.4+76.4+76.4+76.4+76.4+76.4+76.4
+97.5
+76.4
+97.5+97.5
+101.7%
+97.5+97.5
+76.4
+97.5
+76.4
+97.5+97.5
+101.7%
+97.5
+101.7%
%+101.7%
+97.5
+101.7%+101.7%+101.7%+101.7%
+97.5%+101.7%
+97.5
+101.7%+101.7%+101.7%+101.7%+101.7%
-4.2%-4.2%-4.2%-4.2%+6.9%
-4.2%
+14.6+6.9%
+14.6+6.9%
-4.2%
+14.6+6.9%+6.9%
+14.6+6.9%
-4.2%
+14.6+6.9%
+14.6+6.9%
%%+14.6%+14.6%+14.6%+14.6
+101.7%+101.7%+101.7%+101.7%
+6.9%-4.2%
+6.9%-4.2%
+6.9%-4.2%
+6.9%-4.2%
+14.6+6.9%+6.9%
-9%
+14.6+6.9%
-9%
95.8olio d’olivaolio d’olivaolio d’oliva 95.8106.9
95.8106.9
95.8
114.6106.9114.6106.9
95.8106.9
95.8
114.6106.9
95.8
114.6106.9114.6106.9114.6176.4114.6114.6176.4
-9%-9%-9%-9%-9%
olio d’olivaolio d’olivaolio d’olivaolio d’olivaolio d’olivaolio d’olivavino
olio d’olivavino
olio d’olivavino
olio d’oliva
fruttafruttavino
olio d’olivavino
olio d’oliva
fruttavino
olio d’oliva
fruttafrutta 114.6176.4114.6frutta
176.4patatepatatefrutta
ortaggi freschipatate
vino
176.4114.6frutta
176.4patatepatatefrutta
176.4patatefrutta
ortaggi freschipatate 176.4
91.0176.4
197.5
91.0
197.5
91.0
197.5201.7
91.0176.4
91.0176.4
197.5
91.0
197.5197.5201.7201.7201.7201.7
olio d’olivaolio d’oliva
patatefrutta
patatepatateortaggi freschiortaggi freschi
patatepatateortaggi freschiortaggi freschiortaggi freschiortaggi freschi
patate
altri cerali
ortaggi freschipatate
altri cerali
ortaggi freschi
altri cerali
ortaggi freschi
altri ceralifrumento
ortaggi freschiortaggi freschipatate
altri cerali
ortaggi freschi
altri cerali
ortaggi freschi
altri cerali
ortaggi freschi
altri ceralifrumento
197.5201.7
altri cerali
201.7
altri ceralifrumentofrumentofrumento
altri cerali
201.7
altri cerali
201.7frumentofrumentofrumento 201.7
ortaggi freschi
altri cerali
ortaggi freschi
altri cerali
ortaggi freschiortaggi freschiortaggi freschi
altri cerali
ortaggi freschiortaggi freschi
altri ceralifrumento
altri ceralifrumento
altri ceralifrumentofrumento
altri ceralifrumento
altri ceralifrumentofrumento +101.7%
304
Q KG HA RACCOLTO
117 11.700 1 11.700
53 5.300 1 5.300
48.7 4.870 2.5 12.175
5.8 580 1 580
64 6.400 1 6.400
60 6000 1 6.000
peperoni
melanzane
carciofi
arance
pesche
batata
fave
ceci
pomodori
pastinaca
rapa
indivia
melone
rucola
meloncella
muguli
67 6700 1 6.700
50 5000 1 5.000
43.3 4.330 1 4.330
47 4.700 1 4.700
53 5.300 1 5.300
40 4.000 1 4.000
50 5000 2.5 12.500
73 7.300 1 7.300
83 8.300 1 8.300
117 11.700 1 11.700
Dati raccolto
305
DIRETTA LAVORATO
11.115 292.5
5.035 132.5
11.566,25 304.375
551 14.5
6080 160
5700 150
peperoni
melanzane
carciofi
arance
pesche
batata
fave
ceci
pomodori
pastinaca
rapa
indivia
melone
rucola
meloncella
muguli
6.532,5 167.5
4875 125
4.113,5 108.25
4.465 117.5
5.035 132.5
3.900 100
11.875 312.5
6.935 182.5
8.02,5 207.5
11.115 292.5
Dati raccolto
292.5
132.5
304.375
14.5
160
150
0
0
108.25
117.5
132.5
0
312.5
182.5
0
292.5
PERSONALE
306
2.3
0.8
1.2
1
1.25
0.6
0.9
0.7
0.95
1.35
1.1
0.9
1.5
2
1.2
1.15
Dati raccolto | costi e ricavi
TOT DIRETTA LAVORATO TOT LAVORATO
12 3.510
10 1.325
0 4.565,626
10 145
12 1.920
20 3.000
peperoni
melanzane
carciofi
arance
pesche
batata
fave
ceci
pomodori
pastinaca
rapa
indivia
melone
rucola
meloncella
muguli
0 0
0 0
12 1.299
10 1.175
10 1.325
100 0
15 4.687,5
15 2555
0 0
12 3.510
25.564,5
4.028
13.879,5
551
7.600
3.420
5.879,25
4.412,5
3.907,825
6.027,75
5.538,5
3.510
17.812,5
13.870
9.711
12.782,25
DIRETTA €€
307
Dati raccolto | costi e ricavi
72.132,65 €
12.091 €
Tot 110.973,3
35 % costi ricavo al netto
Tot 24.182,125
50 % costi ricavo al netto
308
Agricoltura | reddito netto
84.224 €
309
meloncella arancia vaniglia melone di gallipoli
cicerchia fava di zollino
Finanziamenti | biodiversità
ETTARI
600 12.000PAC
PSR 4.675
20
TOT
Granella 86 1722
Frutta 417 20855
€
310
batata mugnuli
rucola selvaticapastanaca carciofo pomodoro
paparina
portulaca
indivia
cicoria all’acquacima di rapa
TOT ETTARI TOT
Orticolo 186 241813
Finanziamenti | biodiversità
€
Finanziamenti | reddito netto
TOT
16.675 €Bio
311
Finanziamenti | reddito netto
TOT
16.675 €Bio
312
Situazione preliminare
+
ToT110.000 €capitale iniziale
10.000 €( 1.000 € a testa a fondo perduto )
10 soci
100.000 €1 proprietario
( cifra che viene restituita in 5 anni )
Business Plan
313
- 100.000 €
+ 150.000 €
- 10.000 €
20o.000 €
PSR_40.000 € x 3 soci_120.000 € PAC_30.000 €
mutuo da estinguere in 10 anni con la metà a fondo perduto finanziato dal PSR
1.000 a socio come quota di inizio attività
460.000 €
+
ToTcapitale iniziale
Anno zero
314
/
84.223,7 €
10.000 €
16.675 €
ricavo annuo dalla agricoltura
PSR incentivi biodiversità
quota annuale per estinguere mutuo e finanziamento
75.900 €reddito netto primo anno632 € mensili
15.000 €contributi previdenziali
ToT
+
-
+
-
Primo anno
(10 quote + 1 proprietario)
315
84.223,7 €
10.000 €
16.675 €
ricavo annuo dalla agricoltura
23.854 €entrata annua
PSR incentivi biodiversità
quota annuale per estinguere mutuo e finanziamento
15.000 €contributi previdenziali
262.400 €
1.720 € mensili
reddito netto primo annoToT
ricavo annuo dalle attività161.500 €
+
-
+
-
+
+
Quinto anno
(10 quote + 1 proprietario)
316
245.725 €
16 675 €
15 000 €
1.820 € mensili
ricavo annuo dalla agricoltura e dalle attività
PSR incentivi biodiversità
contributi previdenziali
23.854 €entrata annua
262.400 €reddito netto primo annoToT
+
+
-
+
Decimo anno
1.820 € mensili1.820 € mensili1.820 € mensili1.820 € mensili1.820 € mensili1.820 € mensili1.820 € mensili1.820 € mensili1.820 € mensili1.820 € mensili
262.400 €262.400 €262.400 €262.400 €262.400 €262.400 €reddito netto primo annoreddito netto primo annoreddito netto primo anno 262.400 €reddito netto primo anno 262.400 €reddito netto primo annoreddito netto primo annoreddito netto primo annoreddito netto primo annoToTreddito netto primo annoreddito netto primo annoreddito netto primo annoreddito netto primo annoToTToTreddito netto primo annoreddito netto primo annoreddito netto primo annoreddito netto primo annoToTToT
entrata annuaentrata annua23.854 €entrata annuaentrata annuaentrata annuaentrata annua23.854 €entrata annua
contributi previdenzialicontributi previdenziali
entrata annua23.854 €+ 23.854 €entrata annua
+ 23.854 €entrata annua23.854 €
contributi previdenziali15 000 €contributi previdenziali
23.854 €
contributi previdenzialicontributi previdenziali15 000 €contributi previdenzialicontributi previdenzialicontributi previdenzialicontributi previdenzialicontributi previdenziali15 000 €contributi previdenzialicontributi previdenzialicontributi previdenziali15 000 €
PSR incentivi biodiversità PSR incentivi biodiversità PSR incentivi biodiversità PSR incentivi biodiversità PSR incentivi biodiversità PSR incentivi biodiversità
ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle
15 000 €contributi previdenziali15 000 €-
PSR incentivi biodiversità PSR incentivi biodiversità 16 675 €PSR incentivi biodiversità 16 675 €PSR incentivi biodiversità 16 675 €PSR incentivi biodiversità PSR incentivi biodiversità 16 675 €PSR incentivi biodiversità 16 675 €PSR incentivi biodiversità PSR incentivi biodiversità
ricavo annuo dalla agricoltura e dalle
PSR incentivi biodiversità
ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle ricavo annuo dalla agricoltura e dalle
++
ricavo annuo dalla agricoltura e dalle
245.725 €
ricavo annuo dalla agricoltura e dalle attività
245.725 €
ricavo annuo dalla agricoltura e dalle attività
245.725 €+ricavo annuo dalla agricoltura e dalle attività
245.725 €
ricavo annuo dalla agricoltura e dalle attività
245.725 €
ricavo annuo dalla agricoltura e dalle
245.725 €++
(10 quote + 1 proprietario)
317
Previsione
1.600 €
1.300 €
1.500 €
1.700 €
2.453 €
2.000 €
1.820 €1.800 €
libero professionista
insegnate scuola pubblica
bracciante agricolo
commerciante
ferroviviere
impiegato di posta
socio all’interno della masseria 1.700 €
8 | Proposta progettuale
321
L’intervento architettonico prevede l’annessione alla preesistenza di un nuovo blocco che si sviluppa lungo la traccia dell’antica fortificazione.Questo, attraverso una conformazione ad L, permette di riacquistare la disposizione a corte chiusa, appartenuta alla masseria in precedenza.All’interno del nuovo elemento sono contenute le funzioni private dei diversi alloggi. Al piano terra, sviluppati su due livelli, sono presenti i dieci duplex riservati ai soci dell’azienda, al secondo piano fuori terra invece si trovano sei monolocali per il turismo e due appartamenti destinati all’affitto.I due prospetti principali del nuovo edificio sono trattati diversamente: quello interno, il quale si rivolge verso i giardini privati, presenta grandi aperture vetrate, in alternanza al policarbonato, che garantiscono un’illuminazione continua e sono schermati da oscuramenti in lamiera stirata ossidata.La stessa facciata è ulteriormente filtrata dalla presenza del ballatoio, anch’esso realizzato in lamiera che consente di avere una zona di semiombra e di ventilazione continue di fronte alle residenze.La permeabilità tra interno ed esterno è consentita al piano terra e al secondo grazie a serramenti a libro.A quota zero, gli appartamenti prevedono una zona esterna che diventa uno spazio unico con il soggiorno, mentre al secondo gli spazi interni si estendono direttamente al ballatoio.
Il rapporto con la luce e l’aria è stato determinante anche per la conformazione del secondo prospetto, verso l’esterno, il quale presenta bucature meno estese rispetto al lato opposto ma ugualmente efficaci nel garantire la ventilazione trasversale tra i due fronti, in quanto anch’esse provviste di oscuramenti apribili in lamiera stirata.Il nuovo edificio ospita al suo interno anche le funzioni tecniche e di supporto al lavoro agricolo, posizionate lungo il lato est, quali i garage, i magazzini e il granaio.Questo elemento si differenzia dal resto dell’annessione per la presenza di una copertura a shed e per la mobilità completa dell’ involucro esterno che agevola il lavoro e il passaggio dei macchinari.All’interno della preesistenza è stata rispettata la distribuzione degli spazi originaria, limitando l’intervento alla realizzazione di arredi fissi e mobili ad hoc per le diverse funzioni.La conformazione interna della masseria prevede la successione di diverse nicchie verticali nel muro create dalle strutture a volte di copertura, al loro interno sono stati inseriti gli arredi mobili, giustapposti, sempre per garantire un intervanto meno invasivo.Nel manufatto antico sono inserite le funzioni collettive, diventando il vero cuore dell’intero complesso; ospita, infatti, la cucina e il salotto comune, oltre che gli spazi di lavoro come il ristorante, il Foodshop e l’area accoglienza.Al primo piano dell’edificio torre
322
sono ospitate tutte le aule workshop ricavate all’interno dell’antica dimora del massaro; da questi spazi si ha l’accesso diretto alle terrazze, spazi rimasti intatti con la funzione originaria di belvedere.Il manufatto antico e il nuovo blocco presentano un collegamento diretto proprio in prossimità degli spazi workshop, dove l’antico ballatoio è collegato da un nuovo passaggio che permette di raggiungere l’area centrale dell’edificio annesso, anch’essa ospitante aule lavoro.Tutto il progetto è volto al rispetto della conformazione originaria della masseria, con l’inserimento di un nuovo elemento che pur nascendo morfologicamente dall’antica traccia della fortificazione, acquista poi un’identità propria per quanto riguarda il trattamento formale dei materiali.Materiali ripresi poi nella realizzazione dei piccoli interventi puntuali, riguardanti arredi e serramenti, presenti nella masseria: in tutto il progetto vi è l’utilizzo di legno, policarbonato e lamiera stirata.
Masetrplan
0 50 m
Layout funzionale
329
servizi
toilette
dispensa
lavanderia depositi
attività collaterali
ristorante slow food
workshop
accoglienza
attività agricola
mercato bio
bio shop
spazio esterno attrezzato
spazi esterni
orto verticale
giardino privato
area barbeque
produzione agricola
area collettiva
salotto comune
cucina comune
residenza
alloggi affittuari
alloggi turisti
alloggi soci
attori
affittuario
esterno
turista
socioi
330
giardini 410 mq
orto verticale
residenza
28 mq servizi 94 mq
2423 mqarea collettiva 400 mq
area attività 150 mq
area produzione agricola 500 mq
aia 677 mq
workshop 137 mq
Intervento
331
giardini 410 mq
orto verticale
residenza
28 mq servizi 94 mq
2423 mqarea collettiva 400 mq
area attività 150 mq
area produzione agricola 500 mq
aia 677 mq
workshop 137 mq
salotto comune
workshop
workshop
1 x 4 mq1 x 5 mq
73 mq92 mq
80 mq
330 mq
toilette
aule
archivio
9 mq
1 x 20 mq1 x 36 mq
56 mq
18 mq
interno
area barbeque
giardino privato
esterno
Preesistenza
2 x 10 mq
toilette 20 mq
ristorante slow food
cucina comune
spazio esterno attrezzato
mercato bio 370 mq
bio shop 34 mq
accoglienza 20 mq
dispensa 44 mq
66 mq54 mq
54 mq
50 mq
interno esterno
334
mercato bio
spazio esterno attrezzato
am pm
Aia | spazio pubblico
335
verde non atrezzato
area barbeque
am pm
Giardini | spazio privato
servizi
lavanderia depositi
2 x 30 mq
34 mq
60 mq
residenza
10 x 68 mq680 mqalloggi soci
residenza
2 x 88 mq176mq
residenza
6 x 38 mq228 mqalloggi turisti alloggi affittuari
Ampliamento
workshop
aule
1 x 92 mq1 x 48 mq
4 x 46 mq
140 mq rimessa 128 mq
granaio 45 mq
produzione agricola
produzione agricola
produzione agricola
garage 184mq
338
giorno
servizi | bagno
esterno
connessione
notte
esterno | ballatoio
Alloggio turista | standard
339
esterno
giorno
servizi | bagno cucina
connessione
notte
studio
Alloggio socio | duplex
340
esterno
giorno
servizi | bagno cucina
connessione
notte
studio/atelier
Alloggio affittuario | patio
Preesistenza + Ampliamento
0 10 m
pianta + 0.50
0 10 m
pianta + 5.90
0 10 m
b-b
a-a
0 10 m
d-d
c-c
Attualizzazione del muro
0 10 m
prospetto nord
prospetto est
0 10 m
prospetto sud
prospetto ovest
La residenza
366
rapporto con la luce | il balaltoio
367
La rete metallica staccandosi dalla facciata crea un’intercapedine d’aria,
ambienti interni della residenza.
La rete metallica staccandosi dalla facciata crea un’intercapedine d’aria, che
ambienti interni della residenza.
L’involucro del ballatoio in lamiera stirata ha la fuzione di ombreggiare il collegamento orizzontale , permettendo allo stesso tempo un filtraggio continuo della luce
La ventilazione e il raffrescamento delle parti antistanti la residenza sono garantite dalla presenza del ballatoio, che funge da intercapedine d’aria.
0 5 m
f-f
370
rapporto con la luce | la facciata
371
La rete metallica staccandosi dalla facciata crea un’intercapedine d’aria,
ambienti interni della residenza.
La rete metallica staccandosi dalla facciata crea un’intercapedine d’aria, che
ambienti interni della residenza.
Un secondo sistema di ombreggiamento in lamiera stirata applicato direttamente in facciata, protegge gli ambienti della residenza dalla luce solare diretta.
Il sistema continuo della facciata composto da serramenti in legno e pannelli di policarbonato crea diverse intensità di luce, in relazione degli spazi interni della residenza.
0 5 m
e-e
0 1 m
pianta + 0.50
0 1 m
pianta + 3.20
0 1 m
pianta + 5.90
0 1 m
sezione longitudinale
Elementi e Materiali
384
Residenza | alloggio standard
385
3
4
2
1 | blocco doccia legno
3| copertura servizi policarbonato
4 | blocco letto policarbonato
2| blocco servizi policarbonato
386
Residenza | alloggio duplex
387
1
2
3
4
1 | scala attrezzata legno
3| divisioni interne policarbonato
4 | blocco bagno legno
2| blocco cucina legno
388
Preesistenza | serramenti
389
giustapposizione
390
391
1 | serramento legno
2 | struttura portante legno
3 | oscuramento lamiera stirata
1
2
3
392
Preesistenza | arredi
393
giustapposizione
394
395
1 | seduta legno
2 | cassetto policarbonato
3 | base legno
1
2
3
Dettagli
399
serramento fisso di legno
oscuramento apribile in lamiera stirata
oscuramento fisso in lamiera stirata
serramento mobile di legno
struttura di legno copri imbotto porta
serramento fisso di legno
serramento mobile di legno
struttura di legno copri imbotto porta
struttura di legno copri soglia porta
profilo L metallico portante per oscuramento in lamiera stirata
87
6
4
2
5
3
1
9
10
8
7
6
4
2
5
3
1
9
10
400
401
8
7
6
4
2
5
3
1 9
12
10
11
32
33
29
28
27
25
31
30
20
19
18
17
21
34
22
23 39
40
37
35
38
36
15
13
14
24
26
16
pannello cassero in EPS per sistema solaio
armatura in cls gettato in opera
massetto 100 mm
cordolo in cls gettato in opera
impermeabilizzazione
pavimento di finitura in lengo
rete elettrosaldata
serramento scorrevole a libro di legno
oscuramento in lamiera stirata
isolante 50 mm
profilo L acciaio di ancoraggio per sostegno del sistema di facciata
trave di bordo di legno
serramento scorrevole a libro di legno
sistema di facciata doppiapannello di policarbonato 50 mm
sistema di facciata doppiaintercapedine d’aria
sistema di facciata doppiapannello di policarbonato 50 mm
doppio profilo d’ancoraggio per pannelli di policrabonato
isolante 50 mm
profilo L acciaio di ancoraggio per sostegno del sistema di facciata
pannello cassero in EPS per sistema solaio
armatura in cls gettato in opera
massetto 100 mm
pavimento di finitura in lengo
cordolo in cls gettato in opera
oscuramento in lamiera stirata
isolante 50 mm
profilo L acciaio di ancoraggio per sostegno del sistema di facciata
trave di bordo di legno
serramento scorrevole a libro di legno
isolante 50 mm
pavimento di finitura in lengo
trave di bordo di legno
massetto
oscuramento in lamiera stirata
oscuramento in lamiera stirata
pilastro acciaio Hea 200 mm
profilo C metallico portante per oscuramento in lamiera stirata
trave acciaio Hea 200 mm
profilo doppia C metallico portante per oscuramento in lamiera stirata
rete metallica per piano di calpestio
876
4
2
5
3
1
9
12
10
11
32
33
29
28
27
25
31
30
20191817
21
34
22
23
3940
37
35
38
36
15
13
14
24
26
16
Bibliografia
404
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