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Marta & Sara di Erika Barresi

Marta & Sara - erikabarresi.files.wordpress.com · beauty-case, l’altra, Sara, una valigia rigida molto grande, sembrano fare un trasloco, al ... a quella del Pronto Pizza, e poi

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Marta & Sara

di

Erika Barresi

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Erika Barresi ©1997

In un salotto poco luminoso che mostra un bancone da colazione alle cui spalle, presumibilmente, c’è una cucina; davanti a questo, a circa due metri di distanza, c’è un divano tre posti coperto da un copri-divano dai colori indefinibili, ancora davanti una serie di cuscini che sembrano sostituire un tavolino poggiapiedi, sul lato sinistro c’è un oggetto d’arredamento simile ad un elemento di parete attrezzata in cui è incorporato un televisore. Entrano due donne dall’aspetto stanco una, Marta, ha in mano un faticoso beauty-case, l’altra, Sara, una valigia rigida molto grande, sembrano fare un trasloco, al centro del salotto ci sono una serie di scatole.. Marta : (Guardando l’amica in difficoltà) Certo il tuo ex sarebbe stato utile… lo dovevi

lasciare proprio questa settimana?

Sara : Faccio finta di non aver sentito e, io, continuo a scaricare tutta roba tua!

Marta: Ma… cos‟è successo di quella giovane che ascoltava i consigli della propria

madre?!?

Sara: Se avessi dato, veramente, retta a mia madre in questo momento starei andando

ad abitare con Laura, e suo fratello starebbe tutto il giorno a sbavare sul mio

divano guardando reality dove ci sono tronisti di 80 anni...

Marta: Che malinconia, me lo vedo a grattarsi e fischiare ad ogni tuo passaggio… aveva

un debole per…

Sara: Ogni culo a portata d‟occhio! (Nel frattempo per curiosità ha aperto la valigia per

vedere cosa contiene)

Marta: Non vedo come possa essere una cosa negativa per me… per te - forse!?!

Sara: Non so perché ma… qualcosa mi dice che avrei trovato il modo di fartela pagare!

Marta: Ouh, prenditela con tua madre è lei che ti avrebbe mandata a vivere con Laura, al

limite prenditela con la madre di Laura! E poi… io sono quella che sta male,

ricordatelo… (Pausa – richiude la valigia indispettita)

Sara: Devi allargare gli orizzonti… altro ottimo consiglio di mia madre! (Prova a capire

dove vanno messe le scatole a secondo del contenuto mentre Marta si siede)

Marta: Un altro suo consiglio e potrei diventare Ted Bundy!

Sara: No, io sono vegetariana…

Marta: Da quando?

Sara: Da quando tua madre ha fatto il sugo!

Marta: Era solo un po‟ salato.

Sara: Era un‟arma biologica! A proposito, hai intenzione di aiutarmi o per questo mese è

inutile che pago la palestra?!?

Marta: Era muscoloso il tuo ex…?

Sara: Continuo a non sentire bene…

Marta: E facciamolo un controllino!

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Erika Barresi ©1997

Sara: Non sento da qui!

Marta: Lo sapevo: per fortuna ora ci sono io a prendermi cura di te!

Sara: Ah, aspetta: non sei forse tu che hai divorziato… io ho solo cacciato un tizio che

mi si era inspiegabilmente installato in casa, al quale puzzavano i calzini… tu

invece sei quella che ha fatto vendere la propria casa per pagare gli alimenti a uno

che ti ha fatta cornuta! Somiglia alla trama di un film americano, quelli trasgressivi

low-budget… con Jennifer Aniston prodotti dall‟ex marito che ha 20 figli adottati,

con un‟altra!

Marta: (Cominciando a tremare e a piagnucolare) Ohhh… si scherzava, sai!?! Ma tu ci vai

sempre giù pesante… e poi non è colpa mia se guadagno più io di lui… ah!

Sara : Che c‟è?

Marta: Ah…!!!

Sara: Questa è la parte chiara… poi?

Marta: E‟ uno dei motivi per cui mi ha tradita, vero… ah!

Sara: Non fa una piega…

Marta: Ah!

Entrano due traslocatori con una libreria…

Sara: Sono arrivati, finalmente. (Rivolta a Marta) Tagliala e dirigi il traffico.

Donna: Signora... unn‟a mittemo stu canchero…?

Marta: Cosa?

Donna: Ah, principessa questa sa…? (Dando uno sguardo di intesa all’Uomo)

Marta: Ma non la capisco…

Sara: Aspetta… fidati. (Scansando Marta e avvicinandosi alla Donna) Senta, cala docu!

La donna e il suo aiutante posano la libreria piano

Marta: E poi?

Sara: Poi giochiamo alla piccola arredatrice divorziata!

Marta: Io vado di sotto… il mio computer l‟avranno messo nel micro-onde.

Sara: Io vado a prendere una telecamera…

Marta e Sara escono di scena

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Erika Barresi ©1997

Donna: Posa piano… Prendilo da sotto… tienilo fermo… no posa, piano… prendilo da

sotto… tienilo fermo… (Ripetuto più volte fino a confondere gli ordini) posalo da

sotto, prendilo fermo, tienilo piano… molla… ouh, non devi parlare ma ci devi

sentire!

Uomo: (Segno di scuse)

Donna: (Facendo un segnale perché cominci ad ispezionare la casa, lei gironzola e fa

delle fotografie) Ma chi è casa questa… iu nesciu pazza… nun c‟è na seggia,

n‟armadio – cuscienza… tu ci capisci cosa?

Uomo: (Segno di incomprensione)

Donna: Ma che devi capire… non parli e questo è un vantaggio… (Fa dei gesti, tipo mimo)

che fai gesti fai… che è…?

Uomo: (Gesto tipico del gioco dei mimi)

Donna: Ah… cinque parole? Avanti… la prima… io! Facile… seconda… vuoi mangiare?

Vuoi andare? Che cavolo è… scrivi.

Uomo: (Si volta fronte pubblico come se fosse un ordine) No, questo personaggio non

scrive!

Donna: Ahhhhhh, va bene… allora pazienza… fai quello che dico io e andiamo d‟accordo.

Uomo: (Scrolla le spalle)

Donna: Ora, iu vuole sapere ma chi gente è questa di qua! Unne ama capitato, dove ti

portata me, non parli ma guidi… dico, dove mi hai portato? (Ripete più volte

mentre fa foto)

Uomo: (Indicandosi inquisitorio)

Donna: Dici: tanto ci danno quattrocento euri che dobbiamo portare solo due minsk…

Uomo: (Fermandola)

Sara: (Tornando con la telecamera) Fate, continuate pure, io filmo questi momenti

indimenticabili…

Donna: Faccia come c‟ispira u core ca cane si femmano tutti i pissone!

Sara: Fa la rima, carina…

Marta rientra con una scatola enorme, l’Uomo l’aiuta goffamente

Sara: Mi sono persa l‟entrata… che me la rifate? (Marta le da un’occhiata minacciosa)

Donna: Ca ci vogliono i professioni… signora, si leva prego… (Spostando Marta e

poggiando sulla libreria la parte che tocca a lei mentre l’Uomo tiene tutto il peso e

ancora più in difficoltà ascolta i comandi) piglialo… tienilo… ora poggialo…

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Erika Barresi ©1997

sostieni a destra… compensa a sinistra con il ginocchio fai 97, no 96 gradi… leva

il dito minchio… quello piccolo, ignorato…

Marta: Ma ha intenzione di durare tanto questo spettacolo?

Sara: Non hai sensibilità… vedi che pezzi di film che stiamo vedendo…

Marta: Allora prendo i pop-corn!

Donna: No, io cose „strane non le faccio, signora, mi scusi…grazie… forse lui…

Uomo: (Scrollando le spalle incredulo)

Donna: Andiamo muoviti che ci sono altri tre pacchi e oggi finiamo tardi…

Uomo: (Dopo che lei è uscita, mima la timbrata del cartellino) Part-time! (Esce)

Sara: Li voglio troppo nel prossimo film!

Marta: Ah, così è sicuro che sai perché la sala si svuota!

Sara: Bella acidità… la riservi a me, mi pare giusto, mentre a quelli con cui divorzi paghi

gli alimenti!

Marta: No, non solo a quelli, anche a mia madre, spesso…

Sara: (Cercando di indovinare il motivo) Perché tua madre è una divorziata?!?

Marta: No, perché mi sono rotta di sentirmi in colpa, così ho un‟arma… eppure è strano,

tu credi che possa essere perché avevo più successo di lui?

Sara: Cosa?

Marta: Come cosa… che lui mi ha tradita!

Sara: Ancora siamo a: che cosa ho fatto per non piacergli più?

Marta: Nooooooo… (Pausa) comunque, credi che sia colpa del mio successo?

Sara: No, questo no… perché mai uno che lavora da due anni al Pronto Pizza di un

ristorante cinese dovrebbe sentirsi inferiore rispetto l‟addetto stampa di una

multinazionale?!? Altri due e lo mettono alla consegna degli spaghetti flitti saltati

con veldule! Quello ha prospettive serie… di alto profilo!

Marta: Ma allora ce l‟avete con me?

Sara: (Non avvicinandosi per consolarla) No, tesoro, non io, tu ce l‟hai con te stessa con

tutte queste stronze… ecco: tua madre ce l‟ha con te mentre io, semplicemente,

vorrei mettere fine alla sua vita, a quella del Pronto Pizza, e poi con calma passare

la tua vita a fare battute sarcastiche che, tra l‟altro, dovrei cominciare a segnare

per la prossima sceneggiatura…

Marta: Meraviglioso… (Pausa) allora mi abbracci?

Sara: No … abbraccio con una certa voluttuosità, sempre che non ti dispiaccia, questo

divanetto in pelle di mucca, tanto è tuo!

Marta: Va bene, abbraccia pure il divano, io mi siedo però.

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Erika Barresi ©1997

Sara: (Innervosita) Certo sarai stanca… hai divorziato, firmato per gli alimenti e fatto il

trasloco tutto in 24 ore… ah, dimenticavo: ti sei trasferita a casa mia appena

disinfestata da quello dei calzini!

Marta: La tizia del trasporto assomigliava alla donna delle pulizie di mia madre.

Sara: Certo, cambia discorso…

Marta: No, però forse quella parla più strano ancora, e poi questa usava un volume che in

natura non esiste. Dici che riusciamo a sistemare tutto, che troviamo il posto a

tutto?

Sara: A parte i miei fondati dubbi su quel “riusciamo” dico che bisogno c‟era: io un

arredamento ce l‟ho.

Marta: Si, tutto in servizio da uno!

Sara: Prima era a coppia: distrutta per principio… (Marta sta per intervenire) a

prescindere!

Marta: Meraviglia!

Inventario: con una luce in penombra su una musica di sottofondo Sara porta da un punto

all’altro della casa le scatole che intralciano il passaggio nel salotto mentre Marta mangia

una mela con una penna in mano poggiata sul bancone della cucina.

Sara: (Rientrando) Per favore le cose in bagno te le puoi sistemare tu?

Marta: (Distrattamente e leggera viene fuori dal bancone) Si, certo, ma non c‟è bisogno

che tiri fuori le cose, poi ci pensavo io… (Esce in direzione del bagno)

Sara: Lo dici da due ore. (Si avvicina al bancone e sbirciando il foglio legge ad alta voce

mentre Marta mima a memoria l’elenco) Scarpe: contrassegno arancio, numero 7

scatole – 7.1 estive, 7.2 cerimonia, 7.3 sportive…?!?

Marta: Aspetta, c‟è un errore 7.3 sono gli stivali non le sportive…

Sara: No, guarda…

Marta: Sara, perdonami ma devo insistere… controlla avanti…

Sara: Tu devi…

Marta: Cara, sincronizzati sul problema…

Sara: Senti, ho letto male, scrivi minuscolo… 7.3 sono gli stivali, 7.4 sportive, 7.5

allacciate, 7.6 sandali, 7.7 ballerine – totale scarpe 119… superato il 118!

Marta: (Affacciandosi) Ma Sara… mannaggia allo zelo, io ti ringrazio ma forse non hai

notato il contrassegno viola, che significa… il viola sono parrucco, il fucsia è

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Erika Barresi ©1997

trucco… per fortuna che ho una memoria cromatica perfetta… ora ci penso io…

(Uscendo di scena dal lato camera da letto con una scatola)

Sara: Scusa… (Fra se’) memoria cromatica… mah!

Marta: Non fa niente, è facile confondersi… (Critica) certo il fucsia con il viola, ma

pazienza… per fortuna il trasloco si fa di rado! (Uscendo)

Sara: Si, per fortuna! Per fortuna che questa casa me l‟hanno lasciata i nonni ed ha

camere separate e ognuna ha il suo bagno…

Marta: (Rientrando) Forse dovremmo prendere un altro armadio, magari ne mettiamo uno

più grande in corridoio…

Sara: Dovevo immaginare che: “Sara, è un‟emergenza, puoi ospitarmi per il tempo che

mi sistemo?” TEMPORANEO… ???

Marta: Certo, ma per quanto temporaneo… io ho aperto solo la prima cassa di cappotti

ed è piena, i giubbotti dove li mettiamo…

Sara: Ecco che torna il doloroso plurale… senti, connettiti: camere separate… volendo

possiamo anche non incrociarci per mesi… io scaricherei l‟app…

Marta: (Senza ascoltarla) Ah, certo, comunque ho poggiato i tuoi sul tuo letto, ho visto

che nell‟armadio tuo hai spazio.

Sara: (Arresa) Molto gentile.

Marta: Prego, vado di là a fare la lista di quello che potremmo prendere. Si, di là, qui non

c‟è abbastanza luce, ecco perché senti poco, vedi anche meno, forse questa è la

prima nota: migliorare l‟illuminazione… chiamo l‟elettricista che mi ha fatto i

sensori a riconoscimento vocale… lui è un mago! (Esce)

Sara: Bene, ottimo, meraviglia! Libri: contrassegno blu oltremare. Riviste storico

scientifiche: contrassegno blu. Riviste e quotidiani: contrassegno rosa… e poi non

si spiega l‟insonnia, l‟acidità di stomaco, le crisi di panico, e la… mancanza di

fibre.

Marta: (Rientrando) Sara, hai spostato tu… si certo, hai spostato tutto tu, ma… hai visto,

si, è più corretto dire, hai visto la scatola con il contrassegno grigio-blu dove sono i

vhs prima del 1960?

Sara: No, però credo di aver visto quelli con il grigio-verde…

Marta: Ah, si quelli li ho sistemati nel ripiano, ma sono già dvd, quelli non sono suddivisi

per anni perché ancora non ho una quantità tale… grazie, sei un tesoro…

Sara: Io chiudo la porta a chiave quando faccio la doccia.

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Erika Barresi ©1997

Marta: Meraviglia, io lascio sempre aperto, la maggior parte degli incidenti domestici

avvengono in bagno, e in doccia in particolare… non leggi le statistiche… (La

guarda) certo che no!

Sara: Si, davvero? E quelli provocati?

Marta: Non so… gli incidenti hanno cause fortuite, sciocchina!

Sara: Si, che sbadatella! (Marta esce di scena)

Marta: Non essere dura con te stessa, sono bazzecole…

Sara: Io, per si e per no, mi chiudo anche di notte!

Si spengono le luci, si vede una luce di televisore: fa vedere Marta che con una cartelletta sistema le scatole trascinandole e mettendole in ordine, come fossero un piano rialzato del palco. Parte uno strano suono che dopo qualche secondo sarà identificabile con la sigla iniziale di Star Trek con un volume molto basso, scorrono le immagini e tutti i personaggi sembrano doppiati da Sara.. Sara: Oh, capitano come è muscoloso, invidio il suo cuoio capelluto, mi ci stenderei

come su un materasso ad acqua… oh, oh, capitano… Biondona stammi a

distanza che bastano gli ultimi centimetri per soddisfare le infoiate come te…

E’ notte fonda, Sara sente il rumore della porta che si apre e fa silenzio nascondendosi

bene sotto la coperta del divano, entra Marta nel salotto

Sara : (Emergendo dal divano) Chi è?

Marta : (Spaventata) Che cazzo di paura! (Sara accende la luce) Cosa sei un pastore

tedesco?

Sara : Ma porca la miseria ladra, non hai altro da fare che ritirarti così tardi?

Marta : Sei impazzita?

Sara: Ma lo sai che ora è?

Marta: Cosa sei mia madre?

Sara : Ora calma, andiamo per ordine: no, non sono un pastore tedesco, per quanto mia

madre abbia una vaga somiglianza con un generale a caso delle S.S.!

Marta : Ho capito, sei pazza.

Sara: A‟ pazza… guarda che sei tu che entri in casa mia alle tre del mattino ad un mese

da: “Pronto Sara… l‟ho cacciato… mi tradiva…” e tua madre non sono davvero…

anche se la sua pelle sembra quella del culo di un bambino!

Marta: Ah, va bene, ho capito… vado a letto… (Andando verso la camera da letto)

Sara: Che fai, scappi… torna qui!

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Marta: Dove… a casa tua? Eppure credevo che ormai fosse anche casa mia, dato che

pago l‟affitto per intero!

Sara: Ah…!!

Marta: Che c‟è?

Sara : Niente… volevo vedere che effetto faceva. Anzi no: siamo a questo adesso, mi

rinfacci il vil denaro…

Marta: Il mio denaro non ha niente di vile, serve mi pare…

Sara: Ah!

Marta: Che c‟è?

Sara: Funziona… mi vuoi distrarre… dimmi la verità, perché è molto dubbia questa tua

malsana fretta di andare in un letto vuoto?

Marta : Sei entrata nella Massoneria e mandi messaggi in codice ?!?

Sara : Facciamola più semplice: perché questo non te lo sei portato a letto? Hai

ricominciato con la mania della perfezione… attenta o finisci per sposare Tony

Pronto Pizza… ops, pardon, già fatto!

Marta : Tu sei pazza, ma, credi veramente che io ti racconti una cosa del gene…

Sara: Ah!

Marta: Cosa?

Sara : Va bene, non lo voglio sapere. (Si rimette seduta sul divano e fa per alzare il

volume della tv)

Marta : Eh no, ora ti siedi e mi ascolti! (Sara soddisfatta si risiede mentre anche Marta si

accomoda sul divano) Sai, devo chiederti scusa.

Sara: Che hai fatto!?!

Marta: Niente, per questo… vedi Sara, mi siedo con te, posso?

Sara: Mi sto preoccupando… anzi, mi devo preoccupare?

Marta: No, tu no, credo che sarei dovuta essere più sensibile in questi mesi, perché avrei

dovuto capire come ti senti… tu, Sara, ridotta ad una vita vuota, priva di

sentimenti, relazioni, con queste notti che si ripetono sempre uguali: incontri un

uomo, sesso e poi via prima dell‟alba…

Sara: (Pausa) Ahhhh, sei invidiosa…?

Marta: Sei disgustosa.

Sara: Si, non sempre… anche missionaria a volte… (Pausa) cattolica e riformista che

non sei altro, che fai, racconti o no?

Marta: (Alzandosi) Non lo so, magari per te non è così interessante?

Sara: Tu racconta che poi ti dico io se è o no interessante!

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Erika Barresi ©1997

- Buio – Sara apre la finestra illuminando a giorno il salotto, mette il latte in un pentolino, si sente la sigla del telegiornale del mattino, prende le cose per la colazione, biscotti, cereali, uno yogurt e la frutta, è domenica, guarda di tanto in tanto le notizie, mentre entra in camicia da notte anche Marta. Sara comincia a ridere mentre la saluta. Marta : (Imitando le risa) Buongiorno e vaffanculo!

Sara : Buongiorno a te, non capisco questo risveglio… (Sgranocchiando una fetta

biscottata facendo parecchio rumore – Marta la guarda) scusa, ero sovra pensiero

(Continuando a masticare) stavo ripensando al sogno che ho fatto… c‟eri anche

tu!

Marta : Sei proprio stronza!

Sara: Ma perché… tu non ti fidi di me!

Marta: Perché dovrei: ti conosco!

Sara : Ah, no… giuro, non potrei mai prenderti in giro... non su una tua esperienza che

mi hai dato l‟onore di condividere con me. Io comprendo bene il valore dell‟intimità.

Marta: Si certo…

Sara: Non ti preoccupare…

Marta: Io… e perché mi devo preoccupare, giusto? Ho solo un‟amica stronza… che è

comprensiva come Himmler davanti ad un fiammifero mentre saluta Woody Allen!

Sara: (Sgranocchiando fastidiosamente, quando Marta la guarda) Posso condividere

con te il mio sogno? (Marta annuisce mentre si versa del caffè) Ero al cinema, il

film era iniziato da poco, mi sembrava X-Files hai presente? Mentre pensavo alla

stranezza del fatto che io avessi pagato per vedere Scully svenire ogni volta che

succede qualcosa di saliente… mi rendo conto di essere seduta dentro una

macchina. Una Dodge del 69 – ti ricordi, come in American Graffiti – e anche

questo è strano dato che l‟unico Drive-in che ho visto in italia è a Ostia.

Comunque, mi agitavo per il montaggio che tende a causare pensieri paranoici e

dopo un po‟ mi guardo intorno e ci sono anche altre auto… (Marta le fa cenno se

vuole del caffè nel latte e si siede al bancone per la colazione) nemmeno il tempo

di controllare se ti vedo in un‟altra macchina a limonare con qualcuno, che… arriva

una tipa con i pattini e mi da‟ delle patatine - penso che sono praticamente nel

paradiso: sono dentro una puntata di Happy Days! Poi mi giro verso destra e mi

trovo un bel tipo con sorriso Mentadent, è proprio il paradiso, il dentista mi si

avvicina e… ordina una pepsi sul sarago al sale! (Scoppiando a ridere)

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Marta : Quanto sei stronza, guarda non ti si può raccontare nulla! (Esce di scena)

Sara : Scusa ma che somiglianza c‟è con quello che t‟è successo… il tuo tipo ha ordinato

una coca!?!

Marta: Ah…

Sara: Cosa?

Marta: Vaffanculo!!!

Si attenuano le luci. Sara continua a mangiare senza il minimo senso di colpa canticchia un motivetto con soddisfazione. Si sistema con la tazza davanti ad un computer, mima una telefonata per poi alzarsi ed andare in cucina. Versa il contenuto della tazza nel lavandino, lava la caffettiera, esce qualcosa dal freezer e scartandola la mette nel forno… rientra Marta, ma dalla porta di casa, vestita con un tailleur, sembra appena tornata da lavoro. Sara: Ciao, donna che lavora.

Marta: (Piano) Ciao, artista.

Sara: Disse lei con disprezzo mettendo a nudo la sua disperata quotidianità, ma non

influì minimamente sull‟auto-stima del suo interlocutore…

Marta: Hai visto il mio conto in banca, per quanto disperata la mia quotidianità possa

essere porta diretta in prima classe per le Maldive…

Sara: Scoprendo con i suoi assunti una chiara e borghese nostalgia per la libertà

dell‟artista… e quindi…

Marta: E quindi… Maldive… spiaggia… sole… topless… mi consolo. (Va in camera)

Sara: Sarcastica! Giornata faticosa… (Marta rientra e scrolla le spalle) Va bene, vuoi una

pizza? (Marta scrolla di nuovo le spalle) Sei ancora arrabbiata per stamattina?

(Marta dondola incerta e lanciando uno sguardo frustrato, alzando sempre più la

voce) Oh, ma che è… almeno riprendi con i mono sillabi, non è maturo da parte

tua, sembri una bambina, ma che si fa così, non parliamo più, non scopiamo più,

ci vuole la comunicazione…?!?

Marta: (Urlando) Ohhhhhhhh… ora perché urli, sono io quella offesa… ahhh!

Sara: (Con un sorriso serafico come soddisfatta) Ora ti senti meglio? (Marta alza le

spalle) Allora, si o no, non ricominciamo!

Marta: Si, dipende: fai veramente la pizza?

Sara: No, per finta… è congelata…

Marta: Congelata non mi piace…

Sara: Beh, io sono sensibile… il Pronto Pizza non lo chiamo, (Aspettando la reazione)

giusto…?

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Marta: Hai intenzione di infierire anche stasera? (Pausa) Se lo chiami tu però è diverso,

poi non c‟è solo quello...

Sara: Chiamo… (Digita il numero mentre Marta va fuori scena verso le camere)

Buonasera sono DiGiovanni, vorrei ordinare due pizze da asporto… allora: una

Quattro Stagioni senza olio… hey, bellino l‟olio non ce lo voglio davvero, vedi che

te la rimando e niente battute sul fatto che le donne stanno a dieta, sono cazzi

miei se l‟olio sulla pizza non mi piace… bravo, ciccio, che fai chiudi o prendi il

resto dell‟ordinazione…

Marta: Tutto bene, cosa urli…?

Sara: (Mettendo la mano sulla cornetta) Niente, mi girano… allora, l‟altra pizza è una

margherita con funghi e crudo… no, non una valdostana, una margherita… chi se

ne frega che si chiama valdostana, voglio quello che ho ordinato… l‟indirizzo lo sai

e portami anche due birre piccole, non una grande, due piccole… e il resto di

cinquanta.

Marta: Oh, ma che è?

Sara: Che uomo disgustoso…

Marta: Parlavi con tua madre?

Sara. Se stavo parlando così con mia madre non ci capiva un cacchio e veniva a

dormire qui…

Marta: Perché non cambi pizzettaro, ci guadagni in salute e lui smette di fare battute sulle

donne…

Sara: E poi come mi diverto a fare la stronza quando ordino la pizza a domicilio, anzi

leggerai tutto nella prossima sceneggiatura… Pizzettaro… ma tu che scuola hai

fatto, ti hanno commutato il cervello su un‟altra lingua o non riconosci l‟italiano?

Marta: Ohhhhh! (Rientrando cambiata) Sono io quella arrabbiata!

Sara: Oh, bella calmati. Storia del sogno chiusa; comunque, tu non saresti mai giù per

quella stupidaggine dopo una giornata, tranne che tu voglia farmi sentire in colpa,

ed è solo un vano tentativo: sono sopravvissuta alla mia famiglia… (Marta scrolla

le spalle) Smettila e parla!

Marta: Mi sono vista con i miei a pranzo…

Sara: E allora…?

Marta: E i genitori di Tony.

Sara: Ahhh… che volevano?

Marta: Tony, è depresso, perché…

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Erika Barresi ©1997

Sara: Perché siccome vive a casa della tipa, ha scoperto che gli alimenti non si danno a

chi ha abbandonato il tetto coniugale… vai, gioia, che anche il Papa è dalla tua!

Marta: Vogliono che ci rimettiamo insieme, lui si è lasciato…

Sara: Si, ora cosa fa: consegna a domicilio di massaggiatrici thailandesi?!?

Marta: E‟ una possibilità seria, Sara.

Sara: (Ci pensa un po’) Marta tu sei… stai pensando di…

Marta: Ma che, parlavo delle massaggiatrici… però, poi, mia madre è tornata alla carica,

aveva anche dietro il rosario di Padre Pio.

Sara: Facciamola chiamare dal Papa!

Marta: Io non capisco sai… mio padre è con me, è dalla mia.

Sara: Ma Fulminato è un‟altra storia…

Marta: La smetterai mai di prenderlo in giro… si chiama Illuminato e poi chiamalo Mimmo,

o signore…

Sara: (A mo’ di presa in giro) Si, dottore. (Pausa) Marta sediamoci, vuoi?

Marta: Cosa c‟è?

Sara: C‟è che ti devi convincere che non è una possibilità, e basta… io ti ho vista

quando l‟hai scoperto. Se i tuoi compagni di merende ti volessero veramente bene

non vorrebbero vederti mai più in quelle condizioni.

Marta: Sara, non voglio passarci di nuovo, te lo assicuro… però, poi, ci penso e so che

ormai gli avevo insegnato ogni piccolo trucco. Insomma aveva capito che la

tavoletta da non rialzare era quella del bagno e non ci rideva più…

Sara: Ah, questo si che è eccitante… fino a che si rialza la tavoletta del water.

Marta: Guarda che sono conquiste.

Sara: Si, se non fosse l‟unica cosa a rialzarsi… non so se mi spiego.

Marta: Ah, si... dovrebbe almeno cambiare il rotolo e annaffiare le piante in balcone.

Sara: Ma si, tanto il sesso a trentacinque anni è superato!

Marta: Ah… ecco cosa mancava!?! (Ridono)

- Buio - La scena si trasforma in un bar, le luci fanno capire che dall’altro lato c’è una pista dove qualcuno balla… al bancone si avvicinano Marta e Sara con un ragazzo che sembra essere con loro. Lorenzo : Marta…

Sara: Ahi! Le peggiori storie cominciano per : Marta?

Marta: Spiritosa, fa silenzio. Dimmi?

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Erika Barresi ©1997

Lorenzo: Tesoro, mi ordineresti una coca e rum, mentre vado al bagno?

Marta : Certo, va pure, piccolo! (Lui le da’ un bacio)

Sara : (Avvicinandosi a Marta) Mi viene uno sbocco di sangue!

Marta: Smettila.

Sara: Tanàààà! Riuscirà il nostro eroe a conquistare l‟unica donna al mondo che odia la

coca-cola?

Marta : Spiegami una cosa, sei veramente convinta di starmi simpatica o, il tuo ego è

talmente grande da non contenere le opinioni altrui?

Sara : „Ché, ti ho innervosita?

Marta : Sara cerca di seguirmi: Lorenzo è il primo uomo che trovo abbastanza

interessante da uscirci tre volte di seguito, sai bene che questo non capita da

almeno due anni, matrimonio incluso, poi: sai anche che odio la discoteca più di

ognuno dei miei famigliari messi insieme… credi che sia nervosa?!? Abbastanza,

direi… poi, al solo pensiero che lui sia uno di quegli sfrenati frequentatori del

Sabato Sera… ora, ti prego non farmi pensare a tutte le mie fisse, se no, riesco a

non farmi piacere anche questo!

Sara : Allora è un discorso serio? No, perché bastava rispondessi che avevi le tue

cose…

Marta: Per guardarti fare i conti?

Sara: (Facendo i conti) Il sette: giusto?

Marta: (Facendosi i conti) Ma che mi fai fare!?!

Sara: (Marta fa per andarsene ma Sara la ferma, fa un cenno al barista che somiglia

vagamente a Lorenzo ) Vorrei un rum e coca, un gin lemon e una corona condita,

grazie ! Fidati .

- Buio

- Una musica accompagna gli attori che in penombra riportano la scena al salotto di casa. Marta sistema il divano e poi ci si accomoda, mentre le viene portato il telefono sul lato destro del divano e lei lo prende digitando il numero. La Donna entra in scena come se stesse facendo le pulizie mette in ordine gli ultimi oggetti di scena e sembra interessata alla telefonata, anzi la registra anche…

Marta: Lorenzo… ma gli altri come ti chiamano (?), no perché io odio quelli che

accorciano i nomi, è un brutto vizio che abbiamo al sud, ci hai mai fatto caso… a

volte i miei mi chiamavano Tina, non è disgustoso… mio zio che non ricorda mai il

mio nome mi chiama come mia madre… (Continua a parlare)

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Donna: Ma non vergogna di niente va, non lascia dire niente al povero ragazzo, solo parla

lei, pare che fa‟a‟ finta, poi quello non è telefono che funziona, finto è, come a

teatro, finto… ora chiede mio marito dico… Turi: u „taccasti u tilefono a‟ Sip,

Turiddu? Turi scumpare sempre!

Marta : Scusa Lorenzo ti chiamo più tardi, c‟è la donna delle pulizie, poi ti spiego. (Chiude

il telefono) Scusi si può sapere che vuole e chi è lei?

- Tutto si oscura e una luce illumina solo il Lei/Donna delle pulizie, con una tristissima

musica in sottofondo – E’ in dotazione della scena l’Uomo che mostra i cartelli dei

sottotitoli

Monologo della Donna delle Pulizie :

Mi chiamo Assunta e lavoro al nero sette giorni pi‟ simana

Ma‟ marito è pensionato da‟ regione

Mi sveglio a‟ matina e faccio colazione „nta cucina

Però pulizio chidda da‟ vicina chi ave nu marito e macari nu zio assessore

All‟una spaccata piglio il bus ca mi porta fino a „Rausa

unne c‟è na signora c‟abbitava a Sarausa

idda mi vuole bene, accussì assai ca ma fa fare da‟ città tutta a peri

A Ruminica ca è santa mi susu all‟ora che u‟ gallo canta

Cammino fino a chiese ri Belvedere ie porto omaggio e‟me‟ pene,

pulisco bagno e sagrestia cull‟occhi „i fora, pace all‟anima mia.

- Torna tutto normale e Marta stranita dall’intromissione della donna ripete la domanda

Marta : Lei chi è? Sara non mi ha detto niente di lei… chi la manda…

Donna: Mi scusi signora, fatto è porta aperta e… sua madre….

Marta: Non ci posso credere, mi scusi ma mia madre deve essersi sbagliata a darle

l‟indirizzo, mio fratello abita dall‟altro lato della strada, è lui che…

Donna: Io… sbagliato?!? No, l‟indirizzo è questo sono sicura… perché iu pigghiu u

quarantarui, ah scusa, accento… io prende bus quaranta e due… ca poi nun si

capisce ca n‟avemu quattro ri bus, mah… poi scendo alla stazione, piglio strada di

dritto e arrivo al dieci e otto che è portone come di chiesa, che c‟è pure portiere…

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cerca, signora?... ed io: no, la signora DiGiovanni… prego s‟accomoda di questo

lato…

Marta: Va bene, va bene, ho capito… ok… (Prende il portafoglio) le pago il doppio per

andare da mio fratello… qualsiasi cifra… le faccio un assegno se è necessario.

Donna: (Tendendo la mano per i soldi) No… signora io sono fedele non piange sul piatto

di chi mi mangia…

Marta: Ho detto: qualsiasi cifra…

Donna: No… in contanti, vero?

Marta: Dipende da quant‟è…

Donna: Lei quanto c‟ha?

Marta: (Estraendo i soldi uno ad uno) Venti, trenta, ottanta… centrotrenta…

centocinquanta… duecento… mi spiace, finiti…

Donna: Gli spicci… sa per l‟autobusso…

Marta: Certo, ecco ho due euro e settanta.

Donna: Va bene… allora è stato un piacere… ci saluti tanto alla signorina delle foto, siete

una bella coppia… anche se io pissonalmente nun capisciu chi cosa c‟ana fatto ri

nica pi ssiri accussì, cetto dice la pissicologia dille persone iè tutta strana, chi poi

iu ricu: ma stu ciriveddu… ma chi nu tinemu a fari?

Marta: Senta vada per favore, mio fratello è al ventisette…

Donna: Lo so, ci faccio i subbizza ogni venerdì e martedì… (Uscendo di scena)

Marta: (Prende il telefono e digita il numero) Mamma… saluta a tua sorella… siediti e fatti

il segno della croce, ho intenzione di dirti tutto quello che mi hai insegnato a non

dire che è maleducazione… si è aperto il vaso, mammina cara! …

- Buio

- Gli attori fanno il cambio scena che trasforma il salotto in uno studio medico e si sentono

dei rumori, vengono sorpresi dalla luce che illumina la scena, si fermano imbarazzati come

in un’istantanea, mentre il tecnico luci si avvede dell’errore e torna al buio

- Ora che la scena è pronta… un ufficio, Marta è seduta accanto una scrivania, mentre si

guarda intorno entra un tipo molto elegante che somiglia a Lorenzo e un po’ anche al

barista…

Dottore: Buongiorno signorina Di Paoli, ho letto le sue referenze e mi stupisce che lei sia

interessata a questo lavoro?

Marta: Buongiorno dottore, vede io

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Dottore: No, mi lasci concludere il concetto…

Marta: Prego.

Dottore: Dicevo che mi stupisce che con un curriculum appena accennato e con nessuna

referenza specifica nel settore medico lei si sia pensata idonea a…

Marta: Dottore c‟è un equivoco…

Dottore: Mi lasci concludere… non so cosa pensare, credo che lei si sia fatta una

opinione sbagliata del ruolo: assistente di studio ginecologico non significa futura

moglie, conosco bene, conosco molto bene il fenomeno culturale per cui oggi

molte donne ancora considerino questo un punto di arrivo: questa ossessione

morbosa per il matrimonio, questa idea del successo che passa attraverso al

ruolo sociale del futuro malcapitato… la vedo, signorina, io la vedo, leggo la sua

prostrata disperazione…

Marta: Dottore non prosegua oltre… non sono qui per il lavoro, si fermi prima di

offendermi…

Dottore: Oddio, mi scusi desolato… lei è il mio appuntamento delle nove… (Cercando la

cartella)

Marta: No, non appuntamento…

Dottore: Si ritiro analisi, aspetti, trovata, lei è incinta e il padre sta a Sigonella…

Marta : No, però continui a raccontare questa storia… migliore della prima sicuramente:

a Sigonella che fa il padre?

Dottore: Mi scusi è meglio se mi dice lei perché è qui, da due settimane sono senza

segretaria e non capisco più niente.

Marta : Sono qui per le analisi di mia madre si chiama Dentoni, come mai è rimasto

senza segretaria?

Dottore: (Cercando fra le analisi) Ci siamo lasciati.

Marta: Proiezione… la giovane d‟oggi in cerca di sistemazione…?

Dottore: Mia madre me l‟aveva detto…

Marta: Eh, si le madri...

Dottore: Ah, ecco le sue analisi, prego.

Marta: Grazie… sta bene?

Dottore: Non proprio.

Marta: Si senta libero di… (Lui prende la palla al balzo e Marta fa un gesto di arresa)

Dottore: Dopo esserci lasciati lei si è iscritta al sindacato e mi ha fatto una vertenza, cosa

spiacevole alquanto… sa?

Marta: Alquanto…?

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Dottore: Si mi perdoni, magari la tedio con questo mio racconto…

Marta: Tediarmi… con il racconto… ma no, si figuri… e quindi diceva la vertenza, n‟è

vero?

Dottore: Si, io non le davo lo stipendio da due mesi, ma nel compilare la detta vertenza…

Marta: Si, ricordo, la suddetta.

Dottore: Esatto, nel compilarla, ella trascurava il particolare non trascurabile, mi scusi il

giuoco di parole, che ci saremmo dovuti sposare di lì a poco e a d‟uopo di questo

evento avevamo iniziato di già la nostra convivenza…

Marta: Mi sembra proprio che l‟abbiate fatto erroneamente seppure a d‟uopo…

Dottore: Non le riesco nemmeno a descrivere il seguito… affrontare in tribunale la causa

delle tue tribolazioni che è difesa dalla causa stessa del nostro raffreddamento e

definitivo distaccamento…

Marta: L‟avvocato se la trom…?

Dottore: Non ci sono parole più crude e vere…

Marta: Dottore, mi finirebbe di raccontare la storia di Sigonella? Mi scusi, volevo

sdrammatizzare, forse però posso fare qualcosa, ho un‟amica che cerca lavoro…

Dottore: Spero che sappia battere a macchina…

Marta: Battere, si… diciamo che fa proprio al caso suo.

Dottore: Meraviglia!

Marta: Se non avesse peluria potrebbe essere me, più noiosa…

- Buio –

- In penombra si vede il cambio scena con Marta che racconta a Sara ciò che è appena

accaduto, mentre ricompongono la scena del locale.

Sara: (Con una birra in mano) Marta fermati!

Marta: (Avvicinandosi a Sara) Sono ferma, che c‟è?

Sara: C‟è un tipo che mi sembra di aver già visto che si sbraccia verso di te…

Marta: Si, Lorenzo. Ciao „more!

Sara: Non somiglia neanche lontanamente a Lorenzo, è un bel tipo!

Marta: Non sei divertente…

Sara: Solo per te… guarda continua…

Marta: Allora è di sicuro Lorenzo… (Cerca di girarsi)

Sara: (Bloccandola) Non farlo, ragiona: il tuo ragazzo che si sbraccia per salutarti, non

avrebbe senso… quando ti si struscia addosso cosa significa: deve andare a fare

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la passeggiatina?!? Vuole i croccantini? (Le volta le spalle) Dai, è una bella

battuta… non fare così.

Marta: Lasciamo perdere… (Guardando meglio) so chi è:

Sara: Cosa vuoi una monetina… dimmi chi è?

Marta: E‟ il dottore al quale ho presentato Lidia, vuoi che te lo presento?

Sara: No, preferisco che te lo porti a letto e poi mi racconti com‟è!

Marta: Carina questa…

Dottore: (Avvicinandosi) Buonasera Marta, mi scusi l‟impertinenza…

Sara: (Guardandosi con Marta stranita) Impertinenza?

Dottore: Spero di non aver interrotto la conversazione con la sua amica.

Marta: Prego.

Sara: Si figuri, bazzecole! (Si salutano)

Dottore: Come sta?

Marta: Bene, anzi benissimo. Le presento una mia amica, Sara.

Dottore: Ossequi!

Sara: Ossequi a lei!

Dottore: Vi lascio alla vostra serata di svago.

Marta: La ringrazio e spero si diverta anche lei. (Sara sorride per salutarlo)

Sara: Cos‟è? Che è successo a questo qui, è stato immerso nell‟amido da piccolo?

Marta: Ma no, è solo un po‟ sui generis…

Sara: Modo arcaico di definire un banale sciroccato. Ma parla sempre così?

Marta: Alquanto, sempre a d‟uopo.

Sara: Segno per la sceneggiatura, ce lo metto dentro sicuro… questo è peggio del mio

ex… ti ricordi il prete spogliato?

Marta: Vado a cercare il mio ragazzo.

Sara: Sperando che sia noto anche per lui…

Marta: Smettila. E per la cronaca, glielo ricordo sempre prima di uscire con un bacio

appassionato…

Sara: Ottimo… così è tutto arrapato e pronto per l‟uso.

Marta: (Indispettita) Piantala. Vado a cercarlo! (Esce di scena)

Donna: (Nella veste di cameriera porge un bicchiere sul bancone a Sara e parla con un

accento straniero) Di quel bel picciotto con una scopa su per…

Sara: La ringrazio. (Fa cenno di ringraziamento e invito al Dottore)

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- Le luci si abbassano in penombra mentre il Dottore raggiunge al bancone Sara, si

parlano sempre più confidenzialmente torna Marta che saluta entrambi per congedarsi, i

due rimangono a parlare fino a che la Donna arriva con un secchio ed il mocio mentre si

riaccendono delle luci chiarissime che anticipano la chiusura del locale

Donna: Scusa ma c‟è anche ora di andare a dormire io e voi a… (Fa un gesto)

Sara: (Interrompendola) Forse è ora di andare.

Dottore: Pittoresca la signorina…

Sara: Userei altri termini…

Dottore: Posso chiedere di rivederti?

Sara: Non lo so tu chiedimelo e vediamo che succede…

Dottore: Con te è molto difficile rimanere seri, comunque possiamo uscire…

Sara: Si, prima di rimanere chiusi! Scusa ma è stato più forte di me, mia madre ci ha

messo tre giorni a raccontarmi la storia delle api…

Dottore: E‟ così che hai imparato?

Sara: No, non so perché ma non l‟ha mai finita quella storia…

Dottore: E come hai fatto allora?

Sara: Istinto! Sono molto in contatto con me stessa.

Dottore: Sara, usciresti con me?

Sara: Vuoi un appuntamento vero? No, non rispondere. Hai bevuto?

Dottore: Non abbastanza forse…?

Sara: Ok. Credi che abbia soldi?

Dottore: Non hai detto di fare cinema?

Sara: Già. Perché non sembri più essere caduto nell‟amido?

Dottore: Quale amido?

Sara: Lascia stare.

Dottore: Bene, non hai risposto.

Sara: Ah, si, certo: usciamo.

Dottore: Non farti prendere troppo dall‟entusiasmo! Andiamo? (La precede nell’uscire)

Sara: Non ho sonno, sono stanca ma sto bene anche qui in gonna seduta a gambe

incrociate su uno sgabello, e un uomo interessante mi ha chiesto di uscire pur

avendo parlato con me tutta una sera…

Donna: T‟ha detto culo!

Sara: Prego?

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Donna: Esci che perdi il passaggio! (Sara esce ancora stranita) Questi femmine che non si

capiscono che ci sono gli uomini basta che respiro c‟è e tutto buono…mah!?!

- Buio

Torna la penombra e gli attori ricompongono il salotto mentre la Donna continua il suo

monologo con un sottofondo musicale simile a musiche ucraine anche questo con

sottotitoli

Monologo della badante:

Sono arrivata da Ucraina che ero bambina quasi

Andavo su giù giù su per viali dalla sera alla mattina

Ho servito ballato e lavato ad un prezzo di straccio

Un giorno ho fatto carriera, non messo mutande

Mi ho trovato casa con un anziano per fare da badante

Non parlavo tanto bene stavo sempre su un…

O in ginocchio…

Il servizio non mi fa fatica perché signore dice “che gran…”

Così non lavo non stiro e non faccio nemmeno mangiare

Mi preoccupo solo di spesa passeggio e gli leggo mio giornale

Ha un figlio da sposare che con la casa mi vuole lasciare

Io lo so che crisi c‟è ma l‟Italia è fortuna per me

Anche se non posso scegliere posizione

Sempre più comoda di quando il pane manca

Coreografia della badante in vestaglia con l’Uomo che impersona l’anziano… fino a che

rimarrà sul divano solo Marta in pigiama e plaid.

Marta: Ben tornata!

Sara: (Entrando) Sei sola?

Marta: A parte la squadra di rugby della Nuova Zelanda, si.

Sara: Ah, ho capito… (Accomodandosi sul divano ed entrando sotto la coperta) hai

provato a metterti quel completino tanto sexy mentre lui si addormentava sereno?

Marta: Sai, credo di non averti mai detto che sei …

Sara: Sono ripetitiva e prevedibile, (Provando ad alzarsi) siediti coc-ca che ti racconto una

storia seria.

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Marta: Aspetta un secondo. (Prende una sigaretta)

Sara: Chi è che fuma ?

Marta: Io.

Sara: Ma smettila per due scopate buone in tutta la tua vita!

Marta: Sono comunque in vantaggio!

Sara : Ahia… colpo basso. (Le prende la sigaretta e la accende) Però almeno questa

posso!

Marta: Noooooo… va bene Giulietta ora racconti.

Sara: No, andrò a letto, dato che dovrò essere in forma per il mio appuntamento di

domani. Buonanotte! (Si alza e spegnendo la sigaretta va verso la sua camera)

Marta: Aspetta… non è giusto. Quale appuntamento, dove, che cosa ti metti?

Sara: Ho una mezza idea di cospargermi di bi-adesivo e buttarmi nell‟armadio, quello che

mi rimane attaccato sarà perfetto.

Marta: Ah, beh, quello che fai tutti i giorni.

Sara: Ahi!

Fine Primo Atto

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Intervallo – DA AGGIORNARE!!!

Il palco si illumina sui tecnici che sistemano la scena mentre una voce sulla musica del

carosello segnala l‟intervallo…

PUBBLICITÀ‟

Entra un mimo con una vaschetta di Yogurt e una specie di mezza colonna, la scena è

illuminata a giorno, il mimo posa la colonna al centro della scena e posa lo yogurt su di

essa estrae da una tasca posteriore un foglio, lo dispiega : “ Campione di mimo del 2008”.

Il mimo apre la vaschetta depositando metà del contenuto a terra estrae un cucchiaino dal

fianco e assaggia… dopo aver espresso tutto il suo disgusto gira il foglio di prima : “…già

campione di peti 2006” – fa un… una voce: “Maller svela la tua vera natura !”

STACCHETTO

Entrano dal fondo della platea tre donne che vestite in modo molto casual come fosse

primavera –

Donna 1: Giuliana hai poi fatto il test?

Donna 2: Si certo Miriana.

Donna 3: E allora? Qual è il risultato?

Donna 2: Non vi tengo sulle spine ragazze perché purtroppo non riuscivo a leggere il

risultato.

Donna 1: Oh, che disdetta.

Donna 3: E‟ proprio una disdetta, io e Mariano abbiamo speso un po‟ di più e pagato

un persona che leggesse per noi…

Donna 1: Oh, Floriana siete proprio due sagome

Uomo:Risultato del test: sei incivile… al tuo profilo corrisponde una giovane donna di circa

trentacinque anni che veste come una ventenne e gira tutto il giorno per le

zone commerciali del centro città in cerca del profumo biologico che non

buca l‟ozono compensando poi a casa con una spruzzata di lacca per tenere

fermi i capelli dopo la piastra dinasty che sconfigge ogni riccio.

Donna 2: Ma ti rivedi?

Donna 3: Mi ha proprio descritta.

Donna 1: A volte mi trovo a pensare che i test mi conoscono meglio dei miei fidanzati.

Donna 2: Ma cosa aspetti allora Viviana a farti un lettore di test?

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Donna 3: Si, non vorrai pensarci troppo tardi, non vorrai rimanere l‟unica senza lettore

di test?

Donna 1: Avete ragione… si pensa sempre che si ha così tanto tempo…

Ridono

Uomo:Compra anche tu un lettore di test prima che sia troppo tardi…

Donna 1: Non lasciare passare anche questo treno!

Donna 2: Non rimanere senza…

Donna 3: Mai più senza!

Uomo:Il lettore di test: leggere attentamente le istruzioni non lasciare in campo aperto

sono soggetti socievoli - mantenere lontani dalla portata di ventenni di ogni

sesso – leggere attentamente le istruzioni – richiedere posologia al medico

se superate i cinquant‟anni o cardiopatiche o in assunzione di altri farmaci o

da troppo tempo senza uso… non agitare mai troppo prima dell‟uso!

FINE PRIMO ATTO

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Secondo Atto

Si apre la scena sul salotto di casa

Lorenzo: Ciao!

Sara: (Entra guardando un foglietto che ha in mano) Ciao, chi sei? Ah, scusa non ti ho

visto.

Lorenzo: Ci credo ti guardi le mani, c‟è qualche problema?

Sara: Ci conosciamo? Scusa, sto diventando seria e questa cosa mi preoccupa…

(Lorenzo fa per intervenire) non ho finito… comunque, c‟è il fatto che Doc mi ha

scritto uno strano bigliettino per il mio compleanno. (Gli porge il biglietto) Che fai

mi guardi, oh, scusa sei un uomo, comandi semplici e precisi: leggi, si fa con gli

occhi, hai presente?

Lorenzo: Si, ho presente… letto, che c‟è che non va?

Sara: Lo sapevo, ma è colpa mia, è sempre stato illegale parlare fra uomini e donne.

Lorenzo: Seriamente cos‟è che ti disturba di questo bigliettino?

Sara: Cito: “Ti amo, cuoricino mio” (Aprendo le braccia eloquentemente) Cuoricino

mio, cos‟è uno degli autori di Titanic . Se penso che fino a ieri era perfetto…

Lorenzo: Voi donne siete serie sai…? Io non vi capisco siete ossessionate dalla

possibilità che l‟uomo che vi piace faccia il passo falso. Sembra quasi che lo

aspettate, ci incitate a fare esattamente quello che più odiate e misurate il

vostro innamoramento in base al tipo di fastidio che questo vi suscita, mettete

alla prova la vostra capacità di prestar fede al : “Se fa questo o quello… lo

lascio”. Cos‟è che esattamente vuoi: stare con lui o lamentarti di lui. (Sara

rimane sbalordita)

- Lorenzo si sposta verso il proscenio per il monologo del fidanzato:

Monologo del fidanzato

Sono un uomo e confesso

Parlare non è passione né una nostra tipica espressione

Comunichiamo a fatica ma ora è meglio che dica

Siamo pure disposti a fingere che siete sempre la donna della nostra vita

Basta che poi venite a letto anche solo una sera

Ecco perché lasciamo accettiamo paletti, regole e racconti

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Come se non ce ne fosse un‟altra pronta a braccia aperte… e non solo

Ci vediamo nella nostra piccolezza ma la assecondiamo ancora

Ma quante volte poi capita alla nostra fiducia ed onestà

Di aver prestato fede a quella troia che ti ha fatto cornuto

E poi?

A saperlo prima mi facevo quella figa della cugina!

- Lorenzo torna a sedersi

Sara : Ti vedo sotto un‟altra luce adesso, quella del maschilista, pedofilo, mia cugina

ha quindici anni, egoista, narcisista, figlio di puttana, con tutto il rispetto per la

gentile signora… per fortuna che non mi sei mai piaciuto, almeno mi sono

risparmiata questo errore.

Lorenzo: Facile così… donna!

Sara: Senti coso, finché devi impegnare il letto della mia amica facciamo che rimaniamo

conoscenti: io non voglio sapere nulla e tu non mi chiedi niente, abbiamo già

Marta in comune, credo sia pure troppo per la mia natura gelosa.

- Tutti e due si alzano come usciti dai ruoli e si sorridono mentre sistemano il salotto per la

scena seguente e Donna avvisa da fuori scena : “Questo cambio scena si svolge a vista.”

- Entra anche Marta e porta una giacca a Sara che la mette al Dottore, con molta difficoltà.

Marta: (Sistemando dei piatti che le passano dalle quinte) Mi spiace che Lorenzo non

sia potuto venire all‟ultimo momento, va tutto bene?

Sara : Certo… (Facendo cenno al Dottore)

Dottore: In fondo che problema c‟è, tesorino caro (Rivolgendosi a Marta, entrambe lo

girano verso Sara) ecco staremo benissimo e poi ci raggiungerà, no?

Sara: Ma anche no… (Rivolta a Marta) scusa.

Marta : (Andandosi a sedere sul divano) Bene, allora il cuoco è pronto per stupirci?

Sara : Già, vai ai fornelli che noi abbiamo un sano e raro nulla da fare! (Il Dottore

esegue andando dietro al banco per la colazione)

Marta : Non credi che ci sia qualcosa di strano nel tuo Dottore?

Sara : A parte il fatto che mi chiama cuoricino mio e mi scrive lettere d‟amore minatorie

che trovo nella buca della posta esattamente un minuto dopo esserci salutati?

(Risolino isterico)

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Marta: Precisamente… io non so cosa ti attragga in lui, insomma non è più unto

nell‟amido ma quando si scioglie mi sembra peggio… o no?

Sara: No, mi sembra sia abbastanza normale, non ammazza ma, come ogni persona

sana, vorrebbe farlo; non si droga ma beve come un pazzo davanti le partite di

coppa, sostanzialmente penso che potrei sopportarlo fino a capodanno.

Marta: Perché, voglio dire se è veramente così… perché devi sopportarlo… perché ci

si deve sopportare?

Sara: Perché, mi vuoi dire che Lorenzo va bene?

Marta: Un argomento per volta…

Sara: No, no, affrontiamo anche questo…

Marta: Va bene… allora, vediamo come mi posso spiegare senza che possa essere

equivocata… scopiamo come conigli!

Sara: Trenta botte veloci ogni minuto?

Marta: No… a volte anche all‟ora.

Sara: Beh, meglio di niente.

Marta: Da te non me lo sarei mai aspettata… in linea con la media della popolazione di

sesso femminile, disperata per genetica alla ricerca di questa metà… ti

insegnassero almeno a sapere prima che sono un quarto e l‟altro deve essere

riempito dall‟amore cieco, la rassegnazione razziale…

Sara: Questo che significa?

Marta: Che gli uomini sono come una razza a parte nel sistema animale, non

appartengono ad una specie assimilabile agli altri… dovresti leggere di più!

Sara: Non lo so se mi conviene leggere…

Marta: Insomma almeno sono prevedibili… noi donne…

Sara: Noi donne cosa? Ma da quando sei un‟esperta…? (Marta arrossisce, Sara intuisce)

Non ci posso credere hai tradito Lorenzo… e chi è?

Marta: Intanto calma… non l‟ho tradito, non ha dormito qui mai due notti di fila…

Sara: E quindi dopo sei mesi puoi fare come ti pare?

Marta: … Si…

Sara: Aspetta… noooooooo…

Marta: Si… una volta nella vita bisogna essere aperti alle possibilità di conoscenza.

Sara: Zoccola!

Marta: Invidiosa?

Sara: Da morire…

Marta: Ora tocca a te: il dottore?

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Sara: Preferivo i dettagli…

Marta: Immagino… ma ora tocca a te e se fai la brava ti racconto molto più di quello che

pensi.

Dottore: (Avvicinandosi con due piatti perfetti) Per voi signore, tesorino mio, vuoi che

facciamo boccuccia boccuccia?

Marta: (Girandosi dall’altra parte) Ahhhhhhh…

Sara: No, piccolo, perché non ci vai a comprare un Chateaux Lateaux dell‟87, è perfetto

con quello che ci hai preparato. (Alzandosi e spingendolo verso la porta)

Dottore: Etichetta nera?

Sara: Rossa, grazie.

Dottore: Non sapevo…

Sara: Sono sicura! (Spingendolo in malo modo) E mettiti la giacca! (Gliela tira contro)

Marta: Se vuoi dico a nonna di pregare per te!

Sara: Non è che sia male solo che… non lo sopporto. Dorme pure con i calzini, il fatto è

che è così dolce da desiderare di vederlo volontariamente mettersi una corda

intorno al collo e dare un calcio a quel cacchio di sedia.

Marta: Credo di aver capito, però mi hai detto che parlate bene…

Sara: Il problema non è certo quello, ma il fatto che lui parla prima, durante e dopo, non

riesco a scindere bene le fasi, mi preparo a qualcosa che non so

nemmeno se accade!

Marta : Sara forse è il caso che vi lasciate, vuoi restare sola con lui?

Sara: No! Insomma, il mio desiderio e di non vederlo mai più, così, non potrebbe

scomparire.

Marta: Vado di là! (Si alza per uscire)

Sara: Ti prego no. (Trattenendola, rientra il Dottore) ma come hai fatto così in fretta?

Dottore: Perché ti avevo detto che non esisteva, ho avuto la lucidità di cercare con il mio

iPhone attraverso la ricerca incrociata di google con altri server del web ho

potuto trovare persino un sito diretto della casa vinicola e quindi ho potuto

ricercare inform…

Sara: Basta! Ti prego, smettila. Tutto bene ?

Dottore: Qualcosa non va tesoro ?

Sara: No, e perché… certo se non consideri il fatto che ti… (Sedendosi di nuovo) ti lascio,

puoi spegnere il fuoco prima di uscire?!? (Sorridendo e sperando che non

l’abbia sentita)

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Dottore: (Con un coltello in mano e il giubbotto sopra un grembiulino, la raggiunge sul

divano) Allora…non ho capito, forse tu intendi dire che abbiamo dei problemi,

ne parliamo…

Sara: (Si alza di scatto) No! No, vedi sei tu che hai dei problemi, uno dei quali è pensare

che stiamo bene insieme, e si devi parlarne con qualcuno… un professionista…

(Guardandolo) il fatto è che siamo così (Vedendolo con un barlume di speranza

negli occhi, si gira dall’altro lato per caricarsi) diversi, vogliamo cose differenti

ma abbiamo così bisogno di non restare soli, mi rendo conto però che siamo

due buoni, ottimi amici… (Sperando ci caschi)

Dottore: Sara, ti prego non aggiungere altro… mi si è aperto uno squarcio che lacera il

petto ma… sta tranquilla…

Sara: Ci proverò. (Non potendo credere al fatto che sia così facile)

Dottore: (Alzandosi e voltandole per un attimo le spalle) La verità è che anch‟io era un

po‟ che ti vedevo come… ecco un‟amica, ti voglio un gran bene e non voglio

continuare a mentire a te e a me stesso, hai ragione…

Sara: Ti prego non dire così…

Dottore: Io lo capisco, dev‟essere difficile, noi due abbiamo passato dei momenti

indimenticabili e le notti poi (Sorriso d’intesa che Sara fa finta di raccogliere)

però, per essere sincero fino in fondo, era tempo che sono troppo freddo con te

(Dal disinteresse Sara comincia a prestargli la massima attenzione) è che da

circa tre settimane mi rivedo con la mia vecchia ragazza…

Sara: La segretaria zoccola ed extracomunitaria? (Sollevata, quasi raggiante)

Dottore: Non essere così dura con lei… ho compiuto lo stesso errore in precedenza e

non lo porterò ancora oltre…

Sara: Oh, doc, mi hai tradito! (Rendendosi conto della situazione assume un tono di

disprezzo più adeguato) Mi hai tradito, come…oh, ti prego va via non voglio…

Dottore: T‟assicuro che abbiamo solo parlato !

Sara: (Fra sé) Non ho dubbi! Allora (Tentando di essere indignata più che sollevata) vai a

parlare con lei del fatto che ci lasciamo, lasciami sola e spegni tutte le luci,

voglio stare nel buio e nel silenzio! (Dario un po’ perplesso le porge il coltello ed

il grembiule e uscendo si incrocia con Marta che rientra)

Dottore: Ti prego stalle vicino! (Esce)

Marta: Non temere.

Sara: E‟ uscito ?

Marta: Direi di si.

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Sara: Sono libera, la piovra chiacchierona si è liquefatta come un mollusco, sai che sono

cornuta.

Marta: Quel mollusco ti ha tradito? Ma non sei incazzata?

Sara: Per il momento sono sollevata che me ne sia uscita con qualcosa di meno

demenziale e noioso della scusa che ero riuscita ad inventare io.

Marta: Contenta tu!

- Buio-

- Gli attori ricompongono l’ambiente del locale. Al bancone c’è una barista che sistema il

bancone guardando disgustata i bicchieri sporchi e semivuoti, seduta al bancone c’è Sara

che la guarda sbuffare.

Barista: (Accento romanesco) Staccherei la testa a tutti „st‟ubriaconi che seminano

noccioline e metà di quello che bevono sul bancone. Fracichi tutto il tempo,

spremuti di pasticche e soldi… (Guarda bene Sara) Hai un‟aria familiare, eri

qua con un tipo distinto circa due mesi fa‟, mi ricordo perché non ho potuto

chiudere per quanto parlavate…state ancora insieme, (Sara la guarda) certo

che state… (Un altro sguardo) ops, mi dispiace sembravate così una bella

coppia… capirai!

Sara: Ci conosciamo? (Lei scrolla le spalle) No perché somigli a mia madre.

Barista: Non volevo disturbarti ma è la forza dell‟abitudine, la gente viene qua si sfoga,

mi parlano come se fossi il loro migliore amico, è la figura professionale del

barman… siamo come degli pissicologhi, chi beve trova in chi gli versa quel

veleno inebriante come qualcuno che possa dargli la chiave della loro

sofferenza, dei loro problemi…

Sara: Bella.

Barista: Grazie… modestamente.

Sara: Scusa se ti interrompo Isacc ma non siamo su Love Boat e io non sono

minimamente interessata ai tuoi problemi, fa la brava e non ti interessare ai

miei!

Barista: Che grazia!

Marta: (Sedendosi accanto a Sara) Tutto a posto?

Sara: Io si, ma c‟è qui una barista depressa, parla con lei… mette una tristezza! (La

barista si guarda mentre Sara la guarda schifata che si alza e esce di scena)

Barista: Prende qualcosa?

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Erika Barresi ©1997

Marta: Si, prendo un martini con oliva per favore.

Barista: Scelta interessante...

Marta: Davvero?

Barista: Si, ma anche il modo in cui me l‟ha chiesto…

Sara: (Rientrando) Ma che palle, sei un clichè che ha rotto, prova a farti i cazzi tuoi

vedi come ti sorride la vita! Vogliamo andare?

Marta: Pesante!

Sara: Mi diverto così, che ci posso fare?

- Mentre Marta sta per uscire le luci cambiano e la barista prepara il bancone come fosse

un tavolo operatorio e le porge dei tovaglioli imbevuti per le mani e il camice da sala

chirurgica, poi rientra Sara su una sedia a rotelle spinta dall’Uomo, lei indossa un camice

azzurrino

Uomo:Dottore la paziente è pronta!

Marta: Bene, cosa abbiamo?

Donna: Stiamo per asportare…

Sara: Dottore cos‟ho?

Marta: Infermiera? Perché la paziente non pazienta?

Donna: Non saprei dottore… signorina, pazienti per favore.

Sara: Io paziento pure ma ho letto tutto Buzzati, gli ospedali mi mettono ansia.

Uomo:(Ride forzatamente)

Donna: Non è un ospedale questo, è un allucinazione… pazienti!

Sara: Io paziento, ma cos‟ho?

Marta: Lei esattamente perché è venuta qui?

Sara: Non mi ricordo, ma lei cosa ha trovato?

Uomo:(Ride fragorosamente)

Donna: Noi non facciamo analisi, non servono.

Marta: Infermiera si ricomponga. Noi non abbiamo trovato nulla… (Pausa concertata

con l’infermiera che le parla all’orecchio) ma qui c‟è un‟operazione pagata,

quindi procederemo per un‟ernia al disco.

Sara: Quale disco?

Marta: Domanda legittima: quale disco infermiera?

Donna: Non so‟, ce ne sono tanti che non sarebbero dovuti esistere, ha qualche

preferenza? (La stendono)

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Erika Barresi ©1997

Sara: Comincio a sospettare di star facendo un incubo!

Marta: (L’infermiera le porta delle lastre) Ah, ecco, vede qui nelle lastre è molto

radicato Battiato… procediamo, infermiera!

Sara: Dottore se crede che sia necessario estirpiamolo, però se posso scegliere mi

leverebbe un po‟ di Paola e Chiara, Povia e magari Marco Carta?

Donna: (Da il tempo e con Uomo intonano “Centro di gravità permanente”)

Sara: Che male mi fa Battiato…

Marta: Pensa, con Battiato lei pensa…

Sara: Beh, se mi leva “La cura” magari smetto di aspettare chi mi solleva dai miei sbalzi

d‟umore…

Marta: (Guardando le lastre) Mi spiace ma Marco Carta non sembra causare grandi

danni! Piuttosto ha qualcosa, qui al centro del petto…

Sara: E non è un buon segno che ci sia ancora qualcosa?

Marta: Se non ricordo male qui ci sarebbe dovuta essere quella cosa che batte, ce

l‟hanno cani e porci, quando non vengono i nomi!

(Cantano Laura Pausini)

Sara: (Prendendo lo stetoscopio al dottore) Il cuore, si chiama cuore e questi cantano la

Pausini… cosa posso fare dottore… cosa può fare lei?

Marta: Signorina non so quanto affidarsi a me ma non ha abbastanza soldi, perché

non prova con il mago di Oz…

Si comincia a sentire la musica del film mentre Donna si mette la maschera dell’uomo di

latta, Uomo quella del leone e Marta quella dello spaventapasseri, una parrucca con

treccine da Dorothy per Sara. Si prendono sotto braccio e accennano a “Somewhere over

the rainbow”

Sara: Ecco ora è un incubo. Voglio uscire!

Marta: E‟ facile, basta sbattere contro i tacchi delle tue scarpette rosse tre volte e pensi

al Kansas…

Sara scende dal lettino, le lanciano un paio di scarpe rosse, mentre si levano tutti il camice

che dal risvolto è dorato, vengono lanciati tre cilindri e cambia la musica siamo in “A

Chorus line”, Sara giunge in proscenio, una luce illumina solo lei mentre gli altri passano in

secondo piano, in penombra continuano la coreografia

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Erika Barresi ©1997

Sara: (Con accento latino-americano) Sento avanzare la nube nera del dubbio, mi

immergo con ogni certezza nell‟ignoto, ripasso ossessivamente ogni punto

conosciuto nella mia anima, cerco di orientarmi nell‟enorme abisso dei ricordi,

ma…dove cazzo è il Kansas? E perché non riesco a smettere di seguire la

coreografia di A Chorus Line!?!

Donna: Sgambettate… forza con quelle sforbiciate… ONE… (Continuano a cantare)

Si ricongiunge con la fila e ripetono ancora la coreografia fino a che non cominciano a

spogliarsi degli abiti del sogno, Marta e Sara cadono sopra al divano e così si spengono le

luci della ribalta gli altri attori escono di scena seguendo il ritmo della musica che va…

La luce illumina il salotto, Sara e Marta sono sedute sul divano sconvolte all’apparenza

Marta: E‟ allucinante!

Sara: Hai ragione, non ho neanche mai visto il Mago di Oz, tranne quella puntata di

“Saranno Famosi”…

Marta: Come hai potuto sognarmi mentre canto Laura Pausini? (Dandole una botta)

Sara: Piano! Se è per questo hai pure ballato!

Marta: Non sei divertente! Almeno avrò fatto una bella figura…

Sara: E perché credi?

Marta: Ho fatto danza! Non ci credo che per un tuo sogno c‟è un motivo per ringraziare mia

madre…

Sara: Allora mi devi un grazie.

Marta: No. Mi hai fatto scatenare sulle note di “Marco se n‟è andato…”

Sara: Ti prego di non rovinare le informazioni per la mia futura psicoterapista…

Marta: Cioè?

Sara: Cioè era “Non c‟è” versione remix per la precisione…

Marta: Pure!

Sara: Mamma che stress, era un sogno, non ha senso…

Marta: Freud non sarebbe d‟accordo!

Sara: Allora devo assolutamente scrutare nel mio inconscio, perché forse sono

perversamente attratta dalla Pausini ma non voglio che qualcuno lo scopra e la

faccio ascoltare a te mentre la voglio sul mio letto, immersa nelle lenzuola di

seta dorate con un provocante body verde ospedale…

Marta: Oddio non immaginavo: mi dispiace… e come ti senti?

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Erika Barresi ©1997

Sara: Beh, non è molto grave: se sogno Cher o la Straisand, secondo il tuo Freud sono

lesbica! Anche se è meglio che Paola e Chiara!

Marta: Non è matematica, io sogno di essere Yentl dall‟età dello sviluppo eppure…

Sara: Io non continuerei…

Marta: E se invece il sogno significasse che ti senti una stronza perché non te ne

fregava niente del dottore, che per inciso, non hai mai chiamato per nome?

Sara: No, allora sono lesbica. Vado subito a comprare un Greatest Hits di Paola e Chiara!

Marta: Smettila stupida. Dimmi perché non potrebbe essere…?

Sara: Pensa a come è doc e poi datti una sberla.

Marta: Bene, dimmi come si chiama?

Sara: Certo… si chiama dottor… ecco ora non mi viene, ma che vuoi che significhi…

ammetterai che doc è un bel soprannome…

Marta: Oh, scusa, non c‟è nessun problema dimenticavo: basta che su una cosa ci si

possa trovare una battuta buona allora non ci sono problemi, è tutto normale.

Sara: Non c‟è niente che non va in me!

Marta: Beh, non c‟entrano nemmeno gli uomini? Forse c‟entra tua madre?

Sara: Ecco una cosa che mi turba! Stai insistendo pesantemente sulle mie ovaie!

Marta: (Quasi senza ascoltarla) Sara, dico sul serio. Hai mai notato che tu finché stai bene

vivi ad uso e consumo della marea di amici che hai e poi… e poi al primo

casino diventi impaziente e senti la mancanza di qualcuno che sia lì per te…

sempre a disposizione.

Sara: Si, che c‟è di male: mi serve qualcuno per riempire gli spazi vuoti di magra…

Marta: Faresti prima a prendere una tata!

Sara: Senti smettila… non ho bisogno di un uomo per sentirmi realizzata, cosa c‟è di

male?

Marta: Niente. Nemmeno io ne ho bisogno ma avere qualcuno accanto non significa che ci

sia esclusivamente dipendenza, o bisogno o un triste rituale tribale…

Sara: Senti non sto dicendo questo, dico solo che ogni tanto ti ci fanno pensare e allora…

Marta: Che stronzata. Credi che Lorenzo riempia i miei spazi vuoti…non rispondere! E‟

l‟amore che quando stai male riesce a riscaldarti il cuore, qualcuno a cui puoi

dire cos‟hai senza doverti vergognare, qualcuno che esce se ti va‟ e sta a casa

quando non ci sei tu, non dico sempre ma quanto basta per sembrare tuo,

qualcuno a cui appartenere senza la paura di essere sua mentre senti la libertà

scoppiarti nel petto perché c‟è qualcuno con cui puoi dividerla…

Sara: E‟ molto bello quello che hai detto… veramente toccante…

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Erika Barresi ©1997

Marta: Grazie lo so…

Sara: Sveglia Liala. Le allucinazioni da sesso assicurato non attaccano, quelle stronzate

da bacio per l‟ultimo dell‟anno, ma quante volte l‟hai visto “Harry ti presento

Sally”? Io non posso credere che tu veda tutto su una nuvoletta rosa, è tipico.