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Secondo la Tradizione di Gerusa- lemme, nella Resurrezione l'an- gelo annuncia per primo a Maria l'avvenuto miracolo. Nella Litur- gia bizantina la Notte della "Santa e Grande Domenica" la Madre di Dio riceve dall'angelo l'annuncio del Figlio Risorto. An- che l'antica Liturgia ispanica parla di Maria che a Pasqua, nel riconoscere secondo la fede il Corpo del Figlio Risorto, assume la maternità spirituale dei cristia- ni. Tra i testimoni privilegiati della Resurrezione c'è la Madre. Nel Corpo glorioso del Figlio ella rico- nosce le stesse membra che si erano formate nel suo grembo verginale. Infatti Cristo sulla Cro- ce aveva parlato alla Madre: "Donna, (Domina, Sovrana), ecco il Figlio tuo" (Gv 19, 26), indican- do se stesso vivente nei fedeli. Maria, che aveva vissuto costan- temente con il Figlio, che lo ave- va cercato disperso nel Tempio, che lo aveva ascoltato Vivente accanto al sepolcro, è la testimo- ne e l'annunciatrice privilegiata della Resurrezione e dell'Incarna- zione. Lei è la "Portatrice di Cri- sto" (Christophora), è la prima Fonte dell'Evangelo. Ella informa prima i pastori, poi i discepoli del Signore, gli Apostoli e gli stessi evangelisti. Dopo l'Ascensione del Signore - secondo san Girola- mo - Maria visse in compagnia degli Apostoli come testimone tra i testimoni della Resurrezione. Poteva informare perché fin dall'ini- zio aveva appreso tutto dallo Spirito e ogni realtà aveva visto con i suoi occhi. Tutto Maria ha custodito e trasmesso a noi; dai suoi ricordi preziosi ci viene oggi tanta ricchezza e l'annuncio del Signo- re. 'La Notte di Pasqua Maria partorisce senza dolore i cristiani, come senza dolore aveva partorito Cristo a Betlemme: "Agnoscit Mater membra quae genuit". Il testo è della Liturgia ispanica ed è attribui- to a s. Ildefonso di Toledo. La Donna gloriosa del Mes- sia Salva- tore. La scena della Don- na dell'A- pocalisse (12, 1-6) nelle do- glie del parto e il rapimento del suo Neonato al Trono di Dio, non va certo rife- rito alla nascita storica di Cristo a Betlem- me, ma al Mistero pasquale. Anche qui, come a Cana, come alla Croce, ci si riferisce all'Ora della Pas- sione e Resurre- zione del Figlio di Dio: è questo il motivo conduttore da un capo all'altro dell'Apo- calisse. La Donna che partorisce il Figlio maschio è la Chiesa Madre che, dopo il triduo pasquale, dà alla luce il Salvatore la Domenica di Re- surrezione nella celebrazione e nelle opere del Regno. Ma appunto perché Maria è la Chiesa prima della Chiesa e la Chiesa già perfetta, è legittimo vedere la Madre di Dio nella Donna del grande segno. Maria che ha concepito a Nazaret e partorito a Betlemme il Messia escatologico, lo genera nella fede sulla Croce gloriosa (Gv 19, 25-27; Gal 4, 19). Nel capitolo 12 dell'Apocalisse, senza prescindere dalla Madre vergine, si concentra maggiormente l'attenzione sulla Chiesa: l'Autore mostra qui come la generazione del Verbo di Dio, nato dalla Figlia di Sion, si prolunga nella sacramentalità della Chiesa e nella fede dei singoli cristiani. Ogni fedele che crede, come Maria "concepisce e partorisce" quotidianamente il Verbo del Padre. (Sergio Gaspari, Celebrare con Maria l'anno di grazia del Signore, ed. Monfortane, pp. 109-110). MARIA ANNUNCIA IL RISORTO MARIA ANNUNCIA IL RISORTO Il sangue dei Martiri è seme di nuovi cristiani Maria nella Risurrezione del Signore (commento alla memoria liturgica, dal messa- le della Vergine Maria)) I testi si segnalano per dottri- na e bellezza. La messa cele- bra la risurrezione del Signo- re e la immensa gioia che da essa si diffonde: - in tutto il mondo, a cui Dio Padre « nella gloriosa risurrezione del Figlio ha ridato la gioia » (Colletta; perciò il giorno della risurrezione del Signore fu « il giorno radioso in cui dileguate le tenebre della morte, una luce gioiosa » inondò « il mondo intero » (Prefazio; - nella Chiesa nascente, che «avrebbe con- templato con trepida esultan- za il volto glorioso del suo immortale Signore (Prefazio: cfr Lc 24,41: Gv 20,20); - nella Vergine Madre, che Dio « nella risurrezione di Cristo » colmò « di letizia » (Prefazio. La Chiesa perciò, salutando la Vergine, la invi- ta a gioire: « rallegrati, Ver- gine Madre: Cristo è risorto » (Antifona alla Comunione; «Madre della luce: Gesù, sole di giustizia, vincendo le tene- bre del sepolcro, illumina tutto l'universo » (Antifona d'ingresso); « Ave, santa Maria, che hai portato presso la croce i dolori del tuo Figlio e ora esulti di serenissima gioia » (Alleluia. La Vergine, che per la fede concepì il Figlio e con fede attese la sua risurrezione (cfr Prefazio, è esempio per i discepoli che confessano il Cristo, « Figlio della Vergine, Verbo fatto uomo », ed attendono, « per la potenza della sua risurre- zione », di giungere « al pos- sesso della gioia eterna » (Orazione dopo la Comu- nione. Maggio 2012

MARIA ANNUNCIA IL RISORTOMARIA ANNUNCIA IL RISORTO · 2013. 3. 23. · membra quae genuit". Il testo è della Liturgia ispanica ed è attribui-to a s. Ildefonso di Toledo. La Donna

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Secondo la Tradizione di Gerusa-

lemme, nella Resurrezione l'an-

gelo annuncia per primo a Maria

l'avvenuto miracolo. Nella Litur-

gia bizantina la Notte della

"Santa e Grande Domenica" la

Madre di Dio riceve dall'angelo

l'annuncio del Figlio Risorto. An-

che l'antica Liturgia ispanica

parla di Maria che a Pasqua, nel

riconoscere secondo la fede il

Corpo del Figlio Risorto, assume

la maternità spirituale dei cristia-

ni.

Tra i testimoni privilegiati della

Resurrezione c'è la Madre. Nel

Corpo glorioso del Figlio ella rico-

nosce le stesse membra che si

erano formate nel suo grembo

verginale. Infatti Cristo sulla Cro-

ce aveva parlato alla Madre:

"Donna, (Domina, Sovrana), ecco

il Figlio tuo" (Gv 19, 26), indican-

do se stesso vivente nei fedeli.

Maria, che aveva vissuto costan-

temente con il Figlio, che lo ave-

va cercato disperso nel Tempio,

che lo aveva ascoltato Vivente

accanto al sepolcro, è la testimo-

ne e l'annunciatrice privilegiata

della Resurrezione e dell'Incarna-

zione. Lei è la "Portatrice di Cri-

sto" (Christophora), è la prima

Fonte dell'Evangelo. Ella informa

prima i pastori, poi i discepoli del

Signore, gli Apostoli e gli stessi

evangelisti. Dopo l'Ascensione

del Signore - secondo san Girola-

mo - Maria visse in compagnia

degli Apostoli come testimone tra

i testimoni della Resurrezione. Poteva informare perché fin dall'ini-

zio aveva appreso tutto dallo Spirito e ogni realtà aveva visto con i

suoi occhi. Tutto Maria ha custodito e trasmesso a noi; dai suoi

ricordi preziosi ci viene oggi tanta ricchezza e l'annuncio del Signo-

re.

'La Notte di Pasqua Maria partorisce senza dolore i cristiani, come

senza dolore aveva partorito Cristo a Betlemme: "Agnoscit Mater

membra quae genuit". Il testo è della Liturgia ispanica ed è attribui-

to a s. Ildefonso di Toledo.

La Donna gloriosa

del Mes- sia Salva-

tore. La scena della Don-

na dell'A- pocalisse

(12, 1-6) nelle do-

glie del parto e il

rapimento del suo

Neonato al Trono

di Dio, non va

certo rife- rito alla

nascita storica di

Cristo a Betlem-

me, ma al Mistero

pasquale. Anche

qui, come a Cana,

come alla Croce, ci

si riferisce all'Ora

della Pas- sione e

Resurre- zione del

Figlio di Dio: è

questo il motivo

conduttore da un capo

all'altro dell'Apo-

calisse.

La Donna che partorisce il Figlio maschio è la Chiesa Madre che,

dopo il triduo pasquale, dà alla luce il Salvatore la Domenica di Re-

surrezione nella celebrazione e nelle opere del Regno. Ma appunto

perché Maria è la Chiesa prima della Chiesa e la Chiesa già perfetta, è

legittimo vedere la Madre di Dio nella Donna del grande segno.

Maria che ha concepito a Nazaret e partorito a Betlemme il Messia

escatologico, lo genera nella fede sulla Croce gloriosa (Gv 19, 25-27;

Gal 4, 19). Nel capitolo 12 dell'Apocalisse, senza prescindere dalla

Madre vergine, si concentra maggiormente l'attenzione sulla Chiesa:

l'Autore mostra qui come la generazione del Verbo di Dio, nato dalla

Figlia di Sion, si prolunga nella sacramentalità della Chiesa e nella

fede dei singoli cristiani. Ogni fedele che crede, come Maria

"concepisce e partorisce" quotidianamente il Verbo del Padre.

(Sergio Gaspari, Celebrare con Maria l'anno di grazia del Signore, ed.

Monfortane, pp. 109-110).

MARIA ANNUNCIA IL RISORTOMARIA ANNUNCIA IL RISORTO

Il sangue dei Martiri

è seme di nuovi cristiani

Maria nella Risurrezione

del Signore (commento alla

memoria liturgica, dal messa-

le della Vergine Maria))

I testi si segnalano per dottri-

na e bellezza. La messa cele-

bra la risurrezione del Signo-

re e la immensa gioia che da

essa si diffonde: - in tutto il

mondo, a cui Dio Padre «

nella gloriosa risurrezione del

Figlio ha ridato la gioia

» (Colletta; perciò il giorno

della risurrezione del Signore

fu « il giorno radioso in cui

dileguate le tenebre della

morte, una luce gioiosa »

inondò « il mondo intero

» (Prefazio; - nella Chiesa

nascente, che «avrebbe con-

templato con trepida esultan-

za il volto glorioso del suo

immortale Signore (Prefazio:

cfr Lc 24,41: Gv 20,20); -

nella Vergine Madre, che Dio

« nella risurrezione di Cristo

» colmò « di letizia

» (Prefazio. La Chiesa perciò,

salutando la Vergine, la invi-

ta a gioire: « rallegrati, Ver-

gine Madre: Cristo è risorto

» (Antifona alla Comunione;

«Madre della luce: Gesù, sole

di giustizia, vincendo le tene-

bre del sepolcro, illumina

tutto l'universo » (Antifona

d'ingresso); « Ave, santa

Maria, che hai portato presso

la croce i dolori del tuo Figlio

e ora esulti di serenissima

gioia » (Alleluia. La Vergine,

che per la fede concepì il

Figlio e con fede attese la sua

risurrezione (cfr Prefazio, è

esempio per i discepoli che

confessano il Cristo, « Figlio

della Vergine, Verbo fatto

uomo », ed attendono, « per

la potenza della sua risurre-

zione », di giungere « al pos-

sesso della gioia eterna

» (Orazione dopo la Comu-

nione.

Maggio 2012

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Pagina 2 Visita il nostro sito: www.parrocchiasantalessandro.it

06 41 400 216

Presuppongo, come sfondo sul quale si muovono le mie riflessioni, quanto afferma l’Esortazione Marialis cultus, al nn. 25-28, quando parlan-

do del rinnovamento della pietà mariana alla luce della liturgia, illustra le note trinitaria, cristologica, pneumatologica ed ecclesiale del culto

mariano. Qui mi limiterò a fare qualche riferimento ad alcune caratteristiche della liturgia che possono arricchire la pratica delle diverse forme

di culto mariano e, in qualche modo, interagire con esse.

La qualità della presenza di Maria nell’anno liturgico non dipende tanto dalla quantità delle feste ad essa dedicate, pur essendo essa

consistente, quanto piuttosto dalla loro capacità di mettere in luce il posto che la Madre di Gesù svolge nella storia della salvezza. La pietà

popolare invece, da una parte tende talvolta a protrarsi nelle sue manifestazioni moltiplicando secondo criteri numerici le preghiere e i pii eser-

cizi in onore di Maria; d’altra parte, non sempre la contempla nella cornice storico-salvifica. In particolare, la liturgia, abbeverandosi abbon-

dantemente alla parola di Dio, è partico- larmente sensibile alla cooperazione di Maria quale

nuova Eva, serva del Signore, madre del Redentore e sua generosa compagna nell’opera

salvifica di Cristo. Sono aspetti fonda- mentali del mistero di Maria che la pietà popolare,

dando più spazio alla parola rivelata, do- vrebbe talvolta ricuperare o almeno potenziare. Il

recupero dell’ispirazione biblico-liturgica, dovrebbe portare in qualche modo a rivedere i testi

di preghiera e i canti popolari rivolti alla Vergine; similmente le processioni, gli ex-voto e i

gesti di venerazione che caratterizzano momenti e feste in onore di Maria dovrebbero ri-

sultare espressioni di autentica preghiera che viene dal cuore e incide sulla vita, spogli da

esteriorità, spettacolarità, folclore e super- stizione. E’ un settore in cui la vigilanza dei vesco-

vi e dei pastori in genere non deve cono- scere sosta.

La liturgia, in particolare quella romana, si esprime con un mirabile riserbo e ogget-

tività. La preghiera liturgica non ama effondersi in forme troppo esuberanti, tipiche dei

momenti di entusiasmo o di depressione, ma procede secondo uno stile sobrio ed essenziale

nel proporre i perenni contenuti della fede. I riti e le preghiere liturgiche non scaturiscono dal

sentimento e non si costruiscono sul senti- mento, anche se esso non è assente nelle sue for-

mule, quanto piuttosto dalla verità di Dio che incontra l’uomo nella verità di se stesso, oltre

le apparenze e le situazioni contingenti. Romano Guardini afferma: “la preghiera della

Chiesa non mette in pubblico i misteri del cuore. Essa si trattiene nella sfera del pensiero e del simbolo; suscita certamente profondissimi e

delicatissimi moti e processi spirituali, ma li lascia, però, nello stesso tempo, nella loro segreta intimità” (Lo spirito della liturgia – I santi se-

gni, Morcelliana, Brescia 19967, 27). Anche se è comprensibile che la pietà popolare si esprima con un maggior pathos di quanto non fa la

liturgia ufficiale della Chiesa, è auspicabile che una tale esuberanza non degeneri in un vuoto e sterile sentimentalismo.

Non c’è dubbio che la liturgia romana, nella sua proverbiale sobrietà, è talvolta carente per quanto concerne il posto offerto a Maria

nei diversi cicli dell’anno liturgico. Così, ad esempio, è stata rilevata la mancata attenzione che i libri liturgici romani danno alla presenza di

Maria nel ciclo pasquale. Solo la Raccolta delle Messe della Beata Vergine Maria offre alcuni elementi interessanti nei formulari delle messe

mariane proposte per i Tempi di Quaresima e di Pasqua. In questi casi, sono le altre forme di culto mariano che potrebbero ovviare a colmare

tale lacuna, senza però sovrapporsi o mescolarsi con la celebrazione liturgica.

Il mese, come misura temporale, non ha una grande importanza nelle scadenze e nelle cadenze rituali sia di Israele che della Chiesa.

Sono più rilevanti nell’organizzazione delle celebrazioni liturgiche della Chiesa, in particolare di quella romana[1], l’anno, la settimana e anche

il giorno; tre misure temporali che sono strutturate attorno alla celebrazione del mistero pasquale: la veglia pasquale annuale; la domenica co-

me pasqua settimanale e il giorno con la celebrazione dell’eucaristia, memoriale del mistero pasquale del Signore, e la preghiera delle ore. La

devozione popolare ha creato invece una serie di esercizi di pietà con scadenze mensili; in particolare, per quanto riguarda la pietà mariana,

ricordiamo il mese di maggio dedicato a Maria e quello di ottobre dedicato alla Madonna del Rosario. Paolo VI nella Marialis cultus, pur acco-

gliendo con rispetto l’eredità del passato, anzi rivalutandola, cerca di avvicinare la pietà popolare alla liturgia proponendo, tra l’altro, il tempo

dell’Avvento quale “tempo particolarmente adatto per il culto alla Madre del Signore” (MC, n. 4).

Senza il mistero dell’incarnazione non si sarebbe avuto quello della redenzione e dunque non si sarebbe data nessuna liturgia. Per-

tanto su questo fulcro è costitutivamente presente anche la maternità verginale di Maria, che da evento irripetibile si fa nella liturgia esperienza

ripetibile. Dove Gesù Cristo esercita il suo “ufficio sacerdotale” (cf Sacrosanctum Concilium, n. 7) – l’assemblea liturgica –, là Maria svolge la

sua “funzione materna” senza che ciò oscuri né in alcun modo sminuisca l’unica mediazione di Cristo (cf Lumen Gentium, n. 60). Ciò dovreb-

be aiutare a superare la dicotomia che talvolta si avverte fra pietà popolare, propensa a sottolineare la maternità della Vergine nostra madre, e la

pietà liturgica, che spesso e volentieri mette in luce la maternità della Chiesa, nostra madre e sposa di Cristo.

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In Sicilia, il monaco Epifanio un giorno scoprì un dono del Signore:

sapeva dipingere bellissime ico- ne. Non si dette più pace: voleva ri-

trarre il volto del Cristo. Ma dove trovare un modello adatto che espri-

messe insieme sofferenza e gioia, morte e risurrezione, divinità ed uma-

nità? Epifanio si mise in viaggio; scrutò ogni volto ma nulla. Una sera

si addormentò ripetendo le parole del Salmo: "Il tuo volto Signore io

cerco. Non nascondermi il tuo volto" (Sal 27,8). Fece un sogno: un

angelo lo riportava dalle persone incontrate e gli indicava un particola-

re che rendeva quel volto simile al volto del Cristo: la gioia di una

giovane, l'innocenza di un bam- bino, la forza di un contadino, la sof-

ferenza di un malato, la bontà di una madre...Epifanio tornò al suo

convento e si mise al lavoro. Do- po un anno l'icona era pronta e la pre-

sentò all'abate, che rimase attoni- to: era meravigliosa. Volle sapere di

quale modello si fosse servito. Il monaco rispose:"Non cercare il Cri-

sto nel volto di un solo uomo, ma cerca in ogni uomo un frammento del

volto di Cristo".

In Russia quando entri in una casa trovi di fronte a te l'Angolo della

Bellezza. E' il luogo riservato alle icone di famiglia, in primo luogo

quelle del Cristo e della Madre di Dio. Si chiama della bellezza non

tanto per il valore estetico delle immagini ivi appese quanto per la

presenza di Cristo manifestata attraverso l'icona: il Cristo il Figlio di

Dio, "Bello" per eccellenza se- condo l' interpretazione cristiana del

Salmo che dice: "Tu sei il più bello tra i figli dell'uomo, sulle tue

labbra è diffusa la grazia". I san- ti e in primo luogo la Madre di Dio

diventano belli perché, per gra- zia, partecipano alla bellezza divina.

perché in questo Mese di Mag- gio, dove la Madonna pellegrina pas-

serà nelle nostre Famiglie non organizzare questo luogo che richia-

mi la nostra vita cristiana, il no- stro Battesimo, l’essere inseriti come

pietre vive nel Corpo della Chiesa. Il luogo centro per la nostra

vita di Famiglia che non dimen- tica le sue radici cristiane.

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La Peregrinatio Mariae, farà del tutto per richiama-

re il pellegrinaggio che ciascuno è chiamato a com-

piere per riscoprire la propria fede, costituendo, inol-

tre, un invito concreto per tutte le famiglie a rinno-

vare le proprie promesse battesimali in questo tempo

pasquale.

La Peregrinatio Mariae,tra le case della nostra gen-

te, cercherà di essere un richiamo ad entrare nella

Casa di Maria per riaccogliere gli atteggiamenti di

vita che sono stati vissuti dalla Famiglia di Nazareth.

La Peregrinatio Mariae nelle tre zone pastorali della

parrocchia di Sant’Alessandro ci ricorderà l’appar-

tenza a questo territorio dell’Agro romano, alla sua

bella storia e alla proiezione della comunità che la

compone verso il centenario della vita della nostra

Chiesa che collocata davanti all’Ipogeo catacomba-

le proprio per ridire nel tempo moderno l’annuncio

di Cristo attraverso il valore del martirio.

La Peregrinatio Mariae ridirà la nostra gioia di en-

trare nel mondo, perché la Chiesa è per il mondo.

Compito della Chiesa non è estraniarsi dal mondo

ma entrare nel suo tessuto connettivo, assumendone

la storia e la geografia. Così dice il Concilio nel pri-

mo capitolo della Gaudium et Spes: la Chiesa fa pro-

prie «le gioie e le speranze», i dolori, le ansie, le an-

gosce e le sofferenze, tutto. «Nulla vi è di genuina-

mente umano che sia estraneo al cuore dei credenti».

La Peregrinatio Mariae, ci aiuti ad “Aprire le porte

a Cristo”. Un cammino per riagganciare tante fami-

glie a Gesù Cristo, al suo Vangelo ricordando a tutti

questi nostri fratelli che si arriva a lui attraverso sua

Madre.

La Peregrinatio Mariae apra le porte della nostra Comu-

nità parrocchiale ad accogliere l’annuncio della Missione

popolare che celebreremo negli anni 2013,2014,2015

sulle zone della nostra Parrocchia.

PEREGRINATIO MARIAE 2012PEREGRINATIO MARIAE 2012PEREGRINATIO MARIAE 2012

Pagina 4

INIZIO DEL MESE DI MAGGIO 2012

1 Maggio ore 17.30 S.Rosario,Litanie Cantante.

Offerta dell’Incenso a Maria SS.ma.

INIZIO DELLA PEREGRINATIO 2012 Domenica 6 Maggio ore 10.00

Concelebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Rev.ma James

Thoppil Vescovo di Kohima (India).

ZONA NOMENTANA ORE 16.00

7 MAGGIO FAMIGLIA PINAZARI VIA NOMENTANA

8 MAGGIO FAMIGLIA SPADONI VIA F.GUGLIERMINO

9 MAGGIO SUORE FRANCESCANE

10 MAGGIO SUORE SALESIANE

11 MAGGIO FAMIGLIA M.GRAZIA

12 MAGGIO FAMIGLIA CUSTODE FRATELLI MARISTI

13 MAGGIO FAMIGLIA ASCENSI VIA FICULNEA

ORE 17.00 SANTA MESSA

ZONA CASAL MONASTERO ORE 16.00

14 FAMIGLIA AMADEI VIA ZORZI

15 FAMIGLIA CAPOTOSTI VIA RE ENZO

16 FAMIGLIA RUSSO VIA ZORZI

17 FAMIGLIA MOSCATELLI VIA ORLANDI

18 FAMIGLIA MISTICHELLA VIA PROTONOTARO

19 FAMIGLIA D’ANTONI ,VIA ZORZI

20 FAMIGLIA Delle VEDOVE VIA .DA MAIANO

ORE 17. SANTA MESSA

ZONA COAZZO-CESARINA ORE 16.00

21 FAMIGLIA SISTI (Coazzo) 20.30

22—27 FAMIGLIA VOLPE (Cesarina) 16.00

ORE 17.00 Santa Messa

IN PARROCCHIA OGNI GIORNO

ORE 18.00 VESPRI E SANTA MESSA

AL TERMINE INVOCAZIONE ALLA

VERGINE MARIA.

31 MAGGIO 2012

Ore 18.00 Concelebrazione eucaristica

Atto di consacrazione della Parrocchia

Al Cuore Immacolato di Maria.

PROCESSIONE IN ONORE DI MARIA.

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CALENDARIO MAGGIO 2012CALENDARIO MAGGIO 2012CALENDARIO MAGGIO 2012

Dal 1 al 5 Maggio Conclusa la Celebrazione Eucaristica, Catechesi tratta dal capitolo VIII

della Lumen Gentium.

1 Maggio Catechesi LG cap VIII, 55.

2 Maggio Catechesi LG cap VIII, 56.

3 Maggio Catewchesi LG cap VIII, 57.

4 Maggio Catechesi LG cap VIII, 58.

10 Maggio ore 9.00 Inizio Ritiro Ragazzi Prima Comunione.

Uscita a S.Clemente,S.Giovanni.

11 Maggio ore 9.00 Ritiro Ragazzi Prima Comunione.

12 Maggio ore 9.00 Ritiro Ragazzi Prima Comunione.

13 Maggio ore 9.45 Celebrazione Prima Comunione.

13 Maggio ore 17.00 Via Ficulnea S.Messa Peregrinatio Mariae.

19 Maggio ore 9.00 Ritiro Ragazzi Riconciliazione.

20 Maggio ore 16.00 Celebrazione del Sacramento della Riconciliazione dei Bambini.

20 Maggio ore 17.00 Via Dante da Maiano S.Messa Peregrinatio Mariae.

27 Maggio ore 17.00 S.Giuseppe a Cesarina Santa Messa Peregrinatio Mariae.

28 Maggio ore 17.00 Accoglienza della Madonna in Chiesa

17.30 Adorazione Eucaristica

18.30 Santa Messa

29 Maggio ore 17.00 Adorazione Eucaristica

18.00 Santa Messa

30 Maggio ore 17.00 Adorazione Euicaristica

18.00 Santa Messa.

31 Maggio ore 17.00 Santo Rosario, Litanie cantate.

18.00 Santa Messa

Atto di Consacrazione della Parrocchia

Al Cuore Immacolato di Maria.

19.00 Processione in Onore della B.V.Maria.

3—10 Giugno

Settimana di Sant’Alessandro.