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6 Ambiente Benessere Mungitura per produrre latte di Alta Qualità

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la mungitura il latte

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Alta Qualità6

Ambiente Benessere Mungituraper produrre latte di Alta Qualità

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Indice

Prefazione 5Alcuniriferimentilegislativi 7Premessa 9

Capitolo 1Latte 11Stalla 11

Capitolo 2Localidimungitura 16

Capitolo 3Mammellabovina 24

Capitolo 4Macchinamungitrice 28

• Gruppodimungitura 28• Collettore 29• Lunghitubilatte 30• Pulsatori 31• Guaineotettarelle 33• Ilvuotodimungitura 35• Accessori 36• Backflushing 37

Capitolo 5Manutenzionedellemacchinemungitrici 38

• Struttura,box,leveraggi,epistoni 39• Pompapervuoto 40• Conduttura,intercettori,serbatoi 42• Regolatoredelvuoto 43• Vuotometro 43• Pulsatore 44• Tubidigommadipulsazione 44• Guainaotettarella 45• Coppettedilavaggio 46• Lattodotto 47• Collettori,flussometri,lattometri,terminali 47• Pompalatte 48• Programmatoredilavaggioeaccessori 48• Altriimpianti

Capitolo 6Stoccaggiolatteallastalla 50

• Filtrazionelatte 50

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• Refrigerazionedellatteallastalla 51• Iserbatoirefrigeranti 52• Manutenzioneaiserbatoirefrigeranti 54• Piastrediraffreddamento 54• Laconsegnadellatte 55• Puliziaedisinfezionedeiserbatoirefrigeranti 55

Capitolo 7Tecnicadimungitura 56

• Routinedimungitura 60• Processodimungitura 62

Capitolo 8L’asciuttaelasalutedellamammella 71

• Prelievocampionisterili 75• CaliforniaMastitisTest(CMT) 77• Lactocorder 78

Capitolo 9Puliziaattrezzaturedimungituraestoccaggiolatteinstalla 82

• Proceduradipuliziaedisinfezione 85• Illavaggio 86• Lapuliziadeilocalidimungitura 87• Ambiente 87

Capitolo 10Organizzazionedell’allevamento 91Lagestionedellastalla 91Lagestionedell’allevamento 95

Capitolo 11BenessereAnimale 98Conosciamolebovine 98Alcuniindicatoripervalutareilbenesseredellebovine 101Comprendereilbenesseredellebovine 103

Conclusioni 104

TestiacuradiMauroCodeluppieGiampaoloZanirato

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Prefazione

La qualità in Granlatte è una esperienza collettiva , un obiettivo che è diventata strategia , rinnovandosi di sfide condivise in primo luogo con noi stessi.

La sfida più importante di tutte consiste nel garantire un futuro alla zootecnia da latte in questo paese.

Un grande gruppo come il nostro, la più grande cooperativa italiana, ha una respon-sabilità che va oltre la comunità dei nostri soci. Per dimensione, ma sopratutto per il radicamento capillare nelle campagne, e grazie al marchio Granarolo, nelle nostre città la cooperativa ha messo a punto un modello che costituisce un punto di riferimento per l’intero comparto.

I modelli per essere vincenti vanno testati e codificati e i manuali servono a questo, a codificare e a divulgare le migliori pratiche affinchè sia possibile riconoscere i percorsi di crescita professionale che occorre intraprendere per diventare i produttori del miglior latte italiano.

La collana si arricchisce di un nuovo volume , un contributo prezioso per i nostri soci e un compendio di conoscenze e d competenze declinate nella pratica quotidiana dell’allevamento.

Un ringraziamento sentito a coloro che hanno contribuito a questo importante lavo-ro , ma sopratutto voglio ringraziare i nostri soci che confrontandosi con i nostri tecnici ogni giorno , ci permettono di testare la validità delle nostre procedure.

Il PresidenteGianpiero Calzolari

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Alcuni riferimenti legislativi

Nel 2004 la Comunità Europea ha approvato un gruppo di regolamenti, comu-nemente indicati come ”pacchetto igiene”, che hanno sostituito dal primo gennaio 2006 le disposizioni comunitarie vigenti in materia d’igiene delle produzioni e com-mercializzazione degli alimenti. Gli obiettivi di tali provvedimenti sono:

Aumento del grado di sicurezza degli alimenti con la copertura legislativa di tutte le attività collegate alla produzione, e distribuzione ”dai campi alla tavola”.

Identificazione e definizione delle responsabilità dei soggetti coinvolti nella sicu-rezza alimentare (produttori, fornitori, consumatori).

Semplificazione e armonizzazione della legislazione in vigore.I principi in cui si basano i regolamenti, sono l’individuazione e la separazione

delle responsabilità dei soggetti coinvolti nella sicurezza alimentare, con particolare riferimento a:

Produzione;Commercializzazione;Importazione; di un prodotto alimentare sino al consumatore finale.I regolamenti approvati, prevedono l’istituzione di attività di controllo ufficiale

da parte delle Autorità sanitaria per verificare il rispetto, da parte degli operatori, degli obblighi imposti mediante procedure di controllo.

Riferimenti Normativi Per l’azienda zootecnica che produce latte, i riferimenti normativi da considerare

riguardano la gestione e il controllo delle attività dalla produzione di campagna, la gestione degli animali, degli alimenti zootecnici, dei biocidi, la gestione del prodotto latte in stalla, compresi impianti, attrezzature e strutture. I riferimenti legislativi na-zionali e comunitari riguardano:

Anagrafe Riproduzione AnimaliPolizia veterinaria e MedicinaliLatte e sua CommercializzazioneBenessere e Protezione AnimaliRintracciabilità e Sicurezza Alimentare

Riportiamo i principali riferimenti legislativi che riguardano il latte, la sua com-mercializzazione, la rintracciabilità e la sicurezza alimentare:

D.M. n. 185 del 09/05/1991 ”Regolamento concernente le condizioni di produ-zione zootecnica, i requisiti di composizione e igienico-sanitari del latte crudo desti-nato alla utilizzazione per la produzione di latte fresco pastorizzato di alta qualità”.

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Legge n. 169 del 03/05/1989 “disciplina del trattamento e della commercializza-zione del latte alimentare vaccino”.

Legge 30 maggio 2003, n.119 ”Conversione in legge, con modificazioni, del de-creto legge 28 marzo 2003, n. 49, recante riforma normativa in tema di applicazione del prelievo supplementare nel settore del latte e dei prodotti lattiero - caseari”.

Decreto Legislativo 18 maggio 2001, n. 228 “Orientamento e Modernizzazione del settore agricolo, a norma dell’articolo7 della legge5 marzo2001, n. 57”.

Decreto Legislativo 2 febbraio 2001, n. 31”Attuazione della Direttiva 98/83/CE riguardante la qualità delle acque destinate al consumo umano”.

Regolamento CE n. 178/2002 che stabilisce i principi e i requisiti della legi-slazione alimentare, istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare “.

D.M. 27 maggio 2004 “Rintracciabilità e Scadenza del latte fresco”.Regolamento CE n. 852/2004 “Igiene prodotti alimentari”.Regolamento CE n. 853/2004 “ Norme di Igiene per gli alimenti di origine ani-

male”.Regolamento CE n. 854/2004 “ Organizzazione dei controlli ufficiali sui prodot-

ti di origine animale destinati al consumo umano”.Regolamento CE n. 882/2004 “Organizzazione dei controlli intesi a verificare

la normativa in materia di mangimi e alimenti e alle norme sulla salute e benessere animale”.

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Premessa

Gli appunti del presente opuscolo hanno lo scopo di fornire agli operatori impegnati nell’allevamento della vacca da latte (mungitori, allevatori) alcune indicazioni di carat-tere organizzativo, tecnico e pratico, finalizzate al miglioramento delle qualità del latte.

L’allevamento delle vacche da latte, sempre più esposto alla concorrenza nazionale e internazionale, rischia di mutare il rapporto con l’ambiente agricolo di riferimento. Que-sto comporta la necessità di ridurre i costi di produzione, incrementare la produttività per capo, abbassare il fabbisogno di manodopera, aumentare la consistenza dell’allevamento, ricorrere a tecnologie e attrezzature sempre più complesse. E’ quindi necessaria la presenza di un imprenditore attento, impegnato e preparato a compiere scelte adeguate sia dal punto di vista tecnico che economico. Oltre a queste problematiche s’inseriscono quelle le-gate alla sicurezza per gli addetti e alla salubrità dell’ambiente di lavoro. Occorre quindi considerare la produzione di latte come un sistema di fattori, in cui la variazione di cia-scun elemento influenza positivamente o negativamente gli altri elementi che entrano nel processo produttivo. Le attuali forme di allevamento, caratterizzate da un’impostazione certamente intensiva, devono consentire il miglior benessere per gli animali per favorire una migliore risposta sia qualitativa che quantitativa della produzione del latte. Il for-midabile lavoro di miglioramento genetico ha reso oggi le vacche potenzialmente sempre più produttive a condizione di una corretta e idonea gestione in grado di limitare ogni possibile causa di stress, sociale, ambientale e nutrizionale. Con questi tipi di animali appare quindi contro ogni logica fare dei passi indietro nelle tecniche d’allevamento, in nome di un ritorno alla presunta “ naturalità” nella produzione del latte. Qualsiasi soluzione tecnica proposta per migliorare la produttività e il benessere animale, non ha alcuna efficacia se il personale aziendale è scarsamente motivato nel proprio lavoro. Le vacche “felici” sono le più sane, le più fertili, le più longeve, le più produttive e quindi le più efficienti. Indipendentemente da questi vantaggi, esiste una direttiva comunitaria, la 98/58, che disciplina il rispetto del benessere degli animali da reddito. In questa direttiva sono stabiliti i doveri dell’allevatore nei confronti degli animali che detiene e sono indicati con discreta precisione le attenzioni che egli deve avere: alimentazione, personale, ricoveri ecc. L’uomo, proprio perché in grado di scelte autonome e intelligenti, ha il dovere di eser-citare la sua superiorità secondo la logica del custode della natura praticando tutte quelle attenzioni sul benessere degli animali che consentono, come riscontro, di incrementare il proprio reddito.

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CAPItolo 1

latte

Per definizione, il latte è il prodotto della mungitura regolare completa e ininter-rotta della mammella di bovine che si trovano in buono stato di salute, di nutrizione e di benessere. Il latte è uno dei pochi alimenti completi ed equilibrati dal punto di vista dei micronutrienti, ma deperisce in fretta se non sono rispettate le condizioni igieniche adeguate. Per legge (Reg. 853/04 sez. IX e del D.M. 9 maggio 1991, n.185) sono stati definiti dei parametri per identificare il latte alimentare ed il latte crudo di alta qualità.

tabella 1 - Parametri del latte

Requisiti limite latte crudolimite latte crudoAlta Qualità

C.B.T. ≤ 100.000UFC/ml(*) ≤ 100.000UFC/ml(*)

Cellulesomatiche ≤ 400.000ml(**) ≤ 300.000ml(**)

Residuidisostanzeinibenti < LMR(***) < LMR(***)

Tenoreingrasso Nonfissato Non< al3,50%

Tenorediproteine Nonfissato ≤ 32g/litro

Aflatossine 50ppt 50ppt

(*) Mediageometricamobile,calcolatasuunperiododiduemesi,conalmenodueprelievialmese(**) Mediageometricamobile,calcolatasuunperiododitremesi,conalmenounprelievoalmese

(salvometodologiediversedecisedalleautoritàcompetenti.(***)Limitimassimiresiduali

Le qualità del latte dipendono da molti fattori: razza delle vacche, età, stato di salute e di benessere, alimentazione, stipo di stabulazione, periodo dell’anno, clima, routine e igiene di mungitura, ecc.. Solo un’attenta gestione da parte dell’allevatore può permettere di ottenere latte di qualità con un sapore caratteristico che si possa conservare nei diversi processi, fino alla consegna al consumatore finale. Il latte di alta qualità non è uno slogan commerciale ma una vera e propria categoria merceo-logica di latte definita dalla legge n°169/89. I requisiti necessari affinché il latte sia definito di Alta Qualità sono così rigorosi che solo un impegno costante e l’appli-cazione di tecniche di allevamento all’avanguardia possono permettere di produrre questo tipo di latte.

Stalla

La stalla oltre a proteggere le bovine in modo adeguato dal sole, dalle alte tem-perature e, in certe aree, dal vento, deve anche essere concepita in modo da con-sentire un livello igienico accettabile, facilitando l’allontanamento delle deiezioni (pavimento fessurato o ruspette) o il loro mascheramento (lettiera). Inoltre deve facilitare la movimentazione delle vacche e garantire loro l’accesso alle aree di ali-

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mentazione, abbeverata, riposo. Una stalla moderna che si propone di mantene-re al massimo livello la produzione di latte (ovvero consentire a tutte le bovine di esprimere il massimo potenziale produttivo), non può fare a meno di garantire il benessere delle vacche stesse. Benessere inteso come temperatura, velocità e umi-dità dell’aria, superfici di riposo adeguate con lettimi asciutti che non arrecano fe-rite agli arti, pavimentazioni non scivolose, cuccette dimensionate adeguatamente. Le più recenti tipologie di struttura d›allevamento per bovine da latte sono ormai orientate alla realizzazione dell’area di riposo a cuccette, nettamente distinta dalle corsie impiegate per gli spostamenti.

Con questo tipo di stabulazione i vantaggi per gli animali, rispetto alla stabula-zione a lettiera permanente, consistono essenzialmente in una maggior tranquillità, minori rischi di lesioni da schiacciamento, mammelle più pulite, migliori condizioni igieniche della zona di riposo.

La progettazione delle dimensioni delle cuccette deve necessariamente tener con-to del tipo di animali che le dovranno utilizzare. Non è possibile perciò fornire delle indicazioni “standard”, ma bisogna prendere in considerazione la razza allevata, le sue caratteristiche morfologiche e la mole delle bovine presenti in azienda. Se le dimensioni della cuccetta sono corrette anche il livello di pulizia degli animali sarà maggiore. Le cuccette troppo lunghe permettono che la bovina sporchi all’inter-no delle stesse, se invece sono troppo larghe l’animale può girarsi e sporcare dove dovrebbe invece appoggiare la testa. Le cuccette troppo corte sono sempre negati-ve, poiché obbligano l’animale a movimenti innaturali nell’alzarsi e nello sdraiarsi. La corretta utilizzazione della cuccetta prevede che l’animale assuma una posizione parallela ai battifianchi, e che la vacca si alzi e si corichi con facilità, entrandovi con rapidità e senza esitazioni. Per ottenere questo risultato, in fase di progetto è indi-

Vacche in cuccetta

Struttura stalla vacche da latte aperta Interno stalla, corsia alimentazione. Teli ombreg-gianti frangivento

Raschiatore per la pulizia corsia stalla con pavimento in gomma

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spensabile tener conto di alcuni comportamen-ti tipici dei bovini, che possono influenzare le decisioni da prendere in questa fase.

Per quanto riguarda la frequenza e durata del decubito è bene ricordare che le vacche pre-feriscono rimanere sdraiate (normalmente 10-14 ore il giorno) durante la ruminazione.

Una cuccetta mal dimensionata comporta a una riduzione del tempo trascorso dagli anima-li in decubito per cui quando si notano animali in piedi nella cuccetta senza un buon motivo sono un sicuro indice di errato dimensiona-mento della stessa.

I problemi derivanti da questo comporta-mento si traducono in un maggior stress con aumento della incidenza dei problemi agli arti ed un calo produttivo (il flusso ematico mam-mario è maggiore del 20-25% quando l’anima-le è sdraiato) ed aumento del conteggio delle cellule somatiche nel latte.

Uno scorretto uso della cuccetta determina anche il cosiddetto fenomeno di “ perching ” o appollaiamento, in base al quale la bovina sta con gli arti anteriori dentro la cuccetta (in decubito o in piedi), mentre con il posteriore si dispone in corsia. Questa anomalia compor-tamentale è causa dell’insorgenza di patologie della mammella e del piede e di lesioni per schiacciamento della coda. Le lesioni agli arti posteriori possono essere causate anche in fun-zione del tipo di lettiera utilizzato nel riempi-mento delle cuccette.

Quando la bovina si vuole sdraiare si pie-ga sulle zampe anteriori, s’inginocchia e porta una le gambe posteriori sotto il corpo. Quan-do l’animale vuole rialzarsi, esegue una serie di movimenti inversi ai precedenti. Lo spazio necessario per compiere queste manovre senza costrizioni può arrivare fino a 3 metri (in base anche al peso vivo dell’animale stesso), consi-

Le cuccette devono sempre essere “piene” di lettime pulito e asciutto

Ripartizione delle attività quotidiane di una bovina

Frequenza delle lesioni agli arti riguardo al tipo di lettiera

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derando che la testa e il corpo di una bovina pienamente sviluppata sono spinti in avanti di circa 60-70 cm. Durante questa fase e che l’animale in decubito occupa circa 170 cm di spazio.

La costruzione o trasformazione di una nuova stalla deve tenere come obiettivo principale il benessere delle bovine creando ambienti che limitino il manifestarsi di stress. Ad esempio in alternativa ai pavimenti tradizionali di calcestruzzo nelle stalle per vacche da latte a stabulazione libera stanno riscuotendo interesse da parte di tecnici e allevatori i pavimenti deformabili di gomma. I principali vantaggi della pa-vimentazione di gomma sono una diminuzione dell’incidenza delle lesioni ai piedi, una migliore deambulazione delle vacche, una maggiore evidenza dei calori dato che la vacca si sente più sicura e può manifestare i comportamenti tipici di questa fase del ciclo riproduttivo. La riduzione delle lesioni ai piedi, rispetto ai pavimenti pieni tradizionali di calcestruzzo dal 22 al 33 % (fonte CRPA e DIPROVAL BO). L’utiliz-zo della gomma deformabile rappresenta un costo aggiuntivo non indifferente nella pavimentazione delle stalle, ma uno studio di ricercatori del CRPA ha evidenziato i vantaggi economici che si possono avere con tale scelta (oltre 4.000 E/anno per una mandria di 100 vacche).

Movimenti che il bovino esegue per alzarsi

A) con modalità anormale, detta a “cavallo”

B) con modalità normale

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score descrizione

1,0 andatura normale - con parte posteriore stesso livello dell’anteriore

2,0 lievemente zoppa - in piedi schiena a livello – leggero arco mentre cammina

3,0 moderatamente zoppa –schiena arcuata sia in piedi sia mentre cammina – passo corto

4,0 zoppa – schiena fortemente arcuata sia in piedi sia mentre cammina- un passo alla volta - insicura

5,0 gravemente zoppa – cammina su tre arti - rifiutadi appoggiare il proprio peso su uno o più arti

Indice valutazione “qualità” camminata e postura schiena diuna bovina da latte (indice di benessere)

Pagina 14 2CAPITOLO 2

Indice valutazione «qualità» camminata e postura schiena di una bovina da latte (indice di be-nessere)

Gli operatori di stalla dovrebbero eseguire le diverse attività in un ambiente ben progettato e salubre. Questo facilita l’esecuzione dei compiti assegnati in modo cor-retto permettendo di ridurre gli errori. Una stalla ben progettata deve tener conto anche della la sicurezza degli operatori oltre che delle specifiche previste per rumore, luce, energia elettrica, umidità, temperatura, scivolosità dei pavimenti.

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CAPItolo 2

locali per la mungitura

In un allevamento di vacche da latte circa il 45% del tempo totale di lavoro è impiegato nelle operazioni di mungitura e nelle attività a esse correlate. Il costo della mungitura può arrivare a rappresentare oltre il 25% del costo di produzione del latte anche perché i costi d’investimento per il locale e l’impianto possono essere molto rilevanti. Di conseguenza diventa importante, sia per i progettisti che per allevatori, valutare con molta attenzione tutte le soluzioni possibili, adeguate alle dimensioni e al tipo di allevamento, senza mai dimenticare che la “mungitura” si compie almeno due volte il giorno e che non è la macchina mungitrice a essere spostata per rag-giungere il singolo animale, ma sono le vacche che si devono muovere per andare a farsi mungere. Il sistema (edificio + impianti), nel suo insieme, deve essere semplice, efficiente, accessibile (camion ritiro latte) e facile da pulire. Deve essere garantita la possibilità di allacciamento all’acqua e all’energia elettrica e la facile evacuazione delle acque reflue. Il complesso di mungitura dovrebbe comprendere:

- zona di attesa,- sala di mungitura vera e propria,- locale latte, - locale motori, - locale caldaia, - spogliatoi,- servizi igienici, - ufficio.

Elenchiamo alcune attenzioni, indicazioni e consigli per la costruzione dei locali sopra citati. I dati per il progetto sono già stati ampiamente trattati nei manuali precedenti.

Locali e disposizione componenti macchina mungitrice in sala

Pavimento sala di mungitura regolabilein altezza. Permette ai mungitori di diver-sa altezza di operare con braccia e schiena in posture normali corrette, meno faticose

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Zona di attesaPuò essere circolare (per grandi allevamenti) o rettangolare. Il tipo rettangolare è

maggiormente diffuso in Italia. Gli accorgimenti da adottare in fase di progettazione e realizzazione per il benessere delle vacche e per rendere il lavoro più agevole e con elevate produttività, sono:

A) la dimensione della sala che deve essere calcolata in funzione del numero delle poste e del numero dei mungitori. La sala di attesa deve contenere il numero massimo di vacche che possono essere munte in 60 – 70 minuti di mungitura. Se gli animali rimangono in sala di attesa per più tempo si stressano e soffrono ai piedi a scapito della produzione.

B) La larghezza della sala di attesa non dovrebbe essere superiore ai cancelli di in-gresso delle vacche in sala di mungitura. Se non è possibile bisogna chiudere gli “an-goli “ della sala di attesa verso la sala di mungitura con cancelli inclinati per agevolare l’ingresso delle vacche nella struttura di mungitura. Per la sicurezza degli operatori in sala di attesa bisogna sempre prevedere delle “vie di fuga”.

C) Il pavimento della sala di attesa non dovrebbe essere scivoloso (meglio se rico-perto con gomma morbida) e presentarsi in salita con una pendenza ( 5-7%) verso l’ingresso della sala di mungitura. Durante l’attesa le vacche devono guardare la sala di mungitura.

D) Spingi vacche (o “cane”). Per gli allevamenti medio grandi può essere un aiuto per il mungitore per velocizzare l’ingresso delle vacche in sala di mungitura. L’utilizzo di questo dispositivo è frequente ma spesso viene impiegato in modo errato compro-mettendo la mungitura. In condizioni di normalità il semplice rumore del “cicalino” e l’avanzamento dello spingi vacche a circa 1 metro dagli animali è sufficiente per gestire l’ ingresso in sala di mungitura. L’uso dello spingi vacche a ridosso degli animali e le

scariche elettriche a bassa tensione innervosiscono le vacche che, entrate in sala di mungitura,

scalciano al momento della spinatura dei capezzoli allungando i tempi di mungitura.

Sala di mungituraA) Piano di calpestio. Tutte le diverse configurazioni di sala devono rispettare alcuni parametri ergo-

nomici che rendono meno faticoso il lavoro dell’addetto alla mungitura. Tra di essi il più importante è la posizione dell’operatore che deve essere tale da fargli trovare i capezzoli a circa 120 centimetri di altezza dal suo piano di calpestio e a circa 25 – 30 centimetri dal suo asse verticale. Ciò comporta che le vacche devono essere poste a un livello differente da quello dell’operatore che lavora in una fossa di mungitura pro-fonda da novanta a 100 centimetri, rispetto al piano di calpestio degli animali. Per rendere il lavoro dei mungitori più agevole e meno faticoso è possibile predisporre il piano del mungitore mobile. Questa soluzione permette di variare la differenza di livello tra il piano del mungitore e quello delle vacche. Mungitori di altezze differen-ti, possono lavorare con postura e posizione corrette con un affaticamento minore. Indipendentemente dal tipo di sala di mungitura bisogna ricordare alcuni aspetti importanti come le pavimentazioni, gli scarichi dei reflui e la presenza di un lavabo

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per la pulizia e disinfezione delle mani. B) Pavimentazioni e scarichi. Le pavimentazioni della sala di mungitura oltre ad evitare scivolamenti e cadute

alle vacche (meglio quelle in resina o in gomma) devono avere pendenze tali da ve-locizzare l’allontanamento dello sporco ed una veloce asciugatura. Gli scarichi dei reflui non devono avvenire a cielo aperto ma devono essere accompagnati in condotti appositamente predisposti. In sala di mungitura non devono essere presenti pozzetti dei reflui aperti (sopratutto in prossimità del vaso terminale). La necessità di doversi lavare e disinfettare le mani è frequente. Un piccolo lavabo con comandi rubinetti a pedali in un angolo della fossa del mungitore e la presenza di spazzole lava stivali in ingresso dalla sala di attesa aiuta a ridurre la presenza di sostanza organica in sala di mungitura.

C) Illuminazione e ventilazione. E’ importante predisporre un sistema d’illuminazione che non produca ombre

ma che dia la possibilità di vedere i capezzoli e i primi gatti del latte. Una doppia fila di tubi fluorescenti (circa 200 lux) è da considerarsi sufficiente. La ventilazione dovrebbe essere prevista per circa venti ricambi di aria all’ora nei mesi invernali e di quaranta in estate. Per la miglior comodità dei mungitori, in particolare nei mesi invernali, il riscaldamento dovrebbe avvenire con un getto di aria calda soffiata dal basso.

La disposizione dei punti illuminazione in sala devono permettere di osservare mammelle e getti di latte

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D) Tipi di sala di mungitura:Sala di mungitura a tandem. E’ adatta per una mandria con un numero non elevato di capi che presentano

tempi di mungitura diversi in cui si desidera una cura individuale delle vacche. Oltre al trattamento individuale si ha una visione globale dell’animale e la massima libertà nella routine di mungitura.

Sala di mungitura a spina di pesce. E’ il tipo di sala più diffuso in Italia. La struttura della sala a spina di pesce pre-

vede che le vacche in mungitura siano collocate con un angolo che varia da 25° a 90°, rispetto alla fossa del mungitore. Questo tipo di sala permette produttività del lavoro elevate e semplifica il lavoro del mungitore in quanto le vacche vengono in-trodotte a gruppi in sala di mungitura riducendo i movimenti del mungitore. Nella realizzazione della sala è opportuno dimensionarla (gruppi di mungitura) e dotarla di optional adeguati tali da poter organizzare una routine di mungitura corretta in funzione del numero degli operatori. La sala a spina di pesce può essere con barriere anteriori fisse o mobili. Per le sale di piccole dimensioni,(6-8 gruppi per lato o per linea) la barriera anteriore può essere fissa. Quando il numero di animali aumenta, per evitare rallentamenti eccessivi nello “scarico delle vacche” dalla sala è preferibile la barriera anteriore mobile per velocizzare l’uscita.

Sala di mungitura Tandem

N. poste A l

2+2 6,00 6,00

3+3 8,50 6,00

4+4 11,00 6,00

Misure indicative d’ingombro in metri. Sale tandem (fonte tecnozoo impianti)

*Perlesaledotatedicancelliregolazioneflussovacchefraattesaesala,“A”+0,50

A

L

Sala di mungitura Spina di pesce

A

L

N. poste A l

4+4 7,20 6,00

6+6 9,40 6,00

8+8 11,60 6,50

10+10 13,80 7,00

Misure indicative d’ingombro in metri. Sale Spina di pesce con ritorno esterno (fonte tecnozoo impianti)

Sala di mungitura a pettine (parallela). Le vacche sono disposte perpendicolarmente alla fossa del mungitore. I gruppi di

mungitura vengono applicati dalla parte posteriore. Il vantaggio di questa soluzione è dato dalla compattezza dell’impianto (70 cm/capo),da una migliore movimentazione

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degli animali e da una migliore posizione di lavoro. Tra gli svantaggi occorre conside-rare la scarsa o assente visione delle mammelle e la posizione non ottimale del gruppo di mungitura. Diversi impianti “parallelo o pettine” soffrono di errori di progettazio-ne o di realizzazione. In particolare la mammella delle vacche viene schiacciata dalla barriera posteriore o sulla canalina di raccolta delle feci e urine provocando stress e sofferenza per l’animale. Le operazioni di pulizia e attacco dei capezzoli sono più difficoltose in quanto le mammelle risultano essere distanti in avanti.

Sala di mungitura a giostra.La tipologia di questo tipo di sala di mungitura è diversa a seconda della dispo-

sizione delle vacche rispetto alla fossa del mungitore. Esistono due tipi di giostre: quelle in cui l’operatore è all’interno della fossa e le vacche si posizionano a tandem o a spina sul bordo esterno della giostra e quelle in ci gli operatori sono all’esterno della piattaforma e le vacche sono disposte perpendicolarmente al bordo della fossa (gli animali si guardano).

A

L

N. poste A l

8+8 7,30 11,00

16+16 13,80 13,00

20+20 17,00 14,00

24+24 20,00 14,00

28+28 23,00 15,00

Misure indicative d’ingombro in metri. Sala di mun-gitura “parallela” (fonte tecnozoo impianti)

Sala di mungitura a giostra vacche disposte a spina di pesce con mungitori all’interno.

Sala di mungitura a giostra vacche di-sposte a pettine con mungitura posteriore dall’esterno.

Sala di mungitura Parallelo o a Pettine

N. poste Diametro giostra lunghezza larghezza

24 8,70 35,00 10,00

36 12,50 40,00 15,50

48 16,50 50,00 19,00

60 20,10 55,00 22,00

Misure indicative d’ingombro in metri, locale per contenere una sala di mungitura a giostra “parallelo”

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Robot di mungitura Il robot di mungitura si propone come che permette alla bovina da latte un più

naturale e quindi fisiologico accesso alla mungitura.Tutto ciò è accompagnato da un sistema di registrazione e controllo di parametri

in grado di descrivere il comportamento produttivo, qualitativo e sociale sia del sin-golo capo che dell’intera mandria. La mungitura rappresenta sicuramente il lavoro più oneroso e meno accettato, anche se il più delicato ed importante, per la produ-zione del latte e la sanità della mandria

a. Il robot di mungitura costituisce una innovazione radicale che stravolge l’at-tuale organizzazione aziendale in quanto le bovine si recano autonomamente a farsi mungere in apposite stazioni. La presenza percorsi predefiniti obbliga la bovina a passare dal robot per farsi mungere, (mediamente 2,6 – 2,7 munte per bovina al giorno con un minimo di almeno 2 munte giornaliere anche per le bovine meno pro-duttive). Il robot non risolve i problemi di alta conta cellulare ma anzi può peggiorare la situazione se si introdotto problemi soprattutto in mandrie con presenza di batteri contagiosi. E’ auspicabile che, a seguito della diffusione di tali sistemi di mungitura, la ricerca tecnologica possa migliorarne le funzionalità per risolvere i problemi che ancora presenta tale tecnologia.

Dimensionamento sale di mungitura.La scelta e il dimensionamento della sala e dell’impianto di mungitura devono

essere compiuti con molta razionalità poiché tale impianto diventa il perno dell’in-tera organizzazione aziendale. La scelta va fatta in funzione dei seguenti fattori: con-sistenza delle vacche in mungitura, durata della mungitura, prestazioni delle diverse soluzioni impiantistiche. Importante non dimenticare i tempi di emissione latte delle vacche della mandria, il livello di automazione dell’impianto ed il numero di gruppi compatibili con i tempi di routine e di completa occupazione degli operatori. Prima di decidere il dimensionamento e le caratteristiche dell’impianto di mungitura è op-portuno prevedere le espansioni dell’allevamento nel medio periodo. Nella maggior parte dei casi, per evitare eccessivi affaticamenti agli operatori che compromettereb-bero la corretta routine di mungitura, è opportuno non superare, le 2,5 - 3,0 ore

N. posteDiametrogiostra

lungh. largh.

20 10,20 26,00 11,50

28 13,30 36,00 14,50

32 13,95 38,00 15,50

40 17,20 44,00 19,00

Misure indicative d’ingombro in metri, locale per contenere una sala di mungitura a giostra a “spina di pesce”

Sala di mungitura a giostra a spina di pesce con operatori di mungitura all’interno

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totali di mungitura. E’ inoltre consigliabile mungere ogni gruppo nell’arco di 1-1,5 ore.

Altro parametro importante da tenere in considerazione è il numero delle vacche munte per gruppo di mungitura all’ora per le diverse categorie d’impianto (valori standard) (vedi tabella)

tabella 2 - Valori standard per le diverse categorie d’impianto in sala di mungitura di capi munti per gruppo all’ora

tIPo IMPIANto CAPI /oRA PeR gRuPPo

TANDEM 4,0–5,0

TANDEMAUTOMATIZZATO 6,0–7,0

SPINATRADIZIONALE 3,5–4,0

SPINAAUTOMATIZZATA 4,0–4,5

PETTINEAUTOMATIZZATO 4,5-5,0

ROTATIVA 5,0–6,0

Il numero delle vacche munte per singolo gruppo all’ora dipende dal tempo di emissione del latte, dalla routine di mungitura, dai tempi di ingresso e uscita delle vacche e dalla capacità e velocità dei mungitori

tabella 3 - Produttività teorica massima della manodopera per alcune tipologie d’impianto in sala di mungitura

tIPo IMPIANto gRuPPI ADDetto CAPI/ADDetto oRA

TANDEM 4,0–5,0 24-28

TANDEMAUTOMATIZZATO 5,0-6,0 32-36

SPINATRADIZIONALE 8,0–12 36-56

SPINAAUTOMATIZZATA 12-16 60-72

PETTINEAUTOMATIZZATO 12-16 66-80

GIOSTRA 14-22 80-104

I valori sopra riportati si riferiscono ad impianti dotati di stacco e rimozione au-tomatici dei gruppi di mungitura.

tabella 4 - Produttività (vacche /ora) sale di mungitura a Spina di pesce e a pettine con uscita rapida e con dispositivo di stacco automatico gruppi (Armstrong 1993 modificata Codeluppi 2002)

SAlA A SPINA DI PeSCe

operatori n° 2 x 6 2 x10 2 x 14 2 x 20 2 x 28 2 x 40

1 48 80 110 - - -

2 56* 94 129 160 210 260

3 - - 132* 188 247 310

SAlA A PettINe o PARAllelo

operatori n° 2 x 6 2 x10 2 x 16 2 x 20 2 x 28 2 x 40

1 55 87 119 125 - -

2 - 94* 140 160 230 -

3 - 124* 152* 200 270 360

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tabella 5 - Fabbisogno di lavoro per una mungitura (min/uomo) per tipo di sala e per consisten-za della mandria (Benninger, 1993 modificato Codeluppi, 2002)

tipo Sala Consistenza della mandria (media capi in lattazione)

tandem 40 100 160

3 131 - -

2+2 104 - -

Sala Auto tandem

3+3 82 142 -

4+4 56 129 187

5+5 - 138 173

Spina di pesce

4 125 - -

3+3 98 - -

4+4 85 152 -

5+5 - 135 -

6+6 - 125 208

Parallelo

4 118 - -

3+3 95 - -

4+4 - 131 -

5+5 - 107 202

Vacche in sala d’attesa

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CAPItolo 3

Mammella bovina

Riteniamo utile richiamare alcuni concetti di anatomia e fisiologia della mam-mella per meglio interpretare il funzionamento di alcuni elementi della macchina mungitrice e le tecniche di una corretta mungitura per vacche ad alta produzione di latte.

Con i moderni sistemi intensivi di allevamento le caratteristiche della mammella sono importanti per garantire una corretta mungitura meccanica. Le mammelle con conformazione globosa, cioè sviluppate maggiormente in profondità, possono creare difficoltà all’attacco del gruppo durante le operazioni di mungitura. Tali mammelle sono inoltre più soggette al rischio di traumi. Le mammelle con consistenza carnosa sono le meno produttive perché hanno poco tessuto secernente che è stato sostituito da quello connettivo. Questi tipi di mammelle riducono poco il loro volume dopo la mungitura. Con mammelle con quarti asimmetrici, cioè con quarti di diverso volume e quindi capacità, si rischia la sovra mungitura del quarto più piccolo con conseguenti traumi dello sfintere del capezzolo ed un maggior rischio di mastiti. La selezione genetica deve mirare a ridurre queste differenze attraverso la scelta di vacche con mammelle sviluppate in lunghezza, con un ampio sviluppo dei quarti anteriori, incremento della longevità produttiva, riduzione dei fattori predisponenti le mastiti, per facilitare le operazioni di mungitura con conseguente riduzione dei costi. Da

Caratteristiche mammelle nelle diverse specie

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Mammella di una bovina

questo punto di vista una buona mammella è quella con una conformazione com-patta, sviluppata maggiormente in senso laterale e anteriore. Presentano mammelle di questo tipo vacche con groppa lunga, larga e quasi orizzontale con bacino ampio e orizzontale che favorisce un’estensione più ampia in senso antero - posteriore e latera-le dei legamenti sospensori. Questa conformazione della mammella fa sì che la parte anteriore si sviluppi meglio garantendo il 40% della produzione di latte. Vacche con mammelle di forma compatta hanno carriere produttive più longeve. Il piano della mammella deve trovarsi sopra dei garretti ed essere equilibrato e parallelo al suolo. I capezzoli devono essere impiantati verticalmente al centro di ogni quarto, di uguale dimensione e conformazione. La lunghezza ideale dei capezzoli è di circa 6 cm.

Una mammella ricca di tessuto secretivo deve essere morbida, elastica e spugnosa al tatto e dopo la mungitu-ra deve presentarsi flaccida.

I legamenti sospensori mediani della mammella de-correndo in senso antero - posteriore, dividono la mam-mella in due metà (destra e sinistra), ognuna costituita da due ghiandole (quarto anteriore e quarto posteriore).

I legamenti sospensori laterali, ricchi di fibre elasti-che, si trovano su entrambi i lati della mammella. Quan-do entrambi i legamenti cedono la mammella pende. La forza, la larghezza degli attacchi e la profondità dei lega-menti rappresentano caratteri primari perché indicativi di vacche con carriere produttive lunghe.

La mammella è una ghiandola tipica dei mammiferi, deputata alla produzione del latte. Le mammelle sono presenti in entrambi i sessi, anche se poco sviluppate fino alla pubertà, dopodiché il loro accrescimento è maggiore nella femmina. Il numero, la forma, il volume e la posizione delle mammelle varia nelle diverse specie ed inoltre dipende dallo stato funzionale. La vacca presenta quattro mammelle, due per lato, chiamate anche quarti, separati tra di loro da tessuto connettivo e dai legamenti sospensori mediani. Il corpo ghiandolare della mammella è una struttura tubulo-alveolare composta (lobi), a secrezione apocrina. Le unità secernenti sono gli alveoli il cui lume è delimitato da cellule disposte concentricamente su una lamina basale. Più alveoli costituiscono un lobulo e confluiscono il loro secreto in un dotto intra-lobulare. Più lobuli costituiscono un lobo i cui dotti intralobulari confluiscono in un condotto lattifero. La mammella dei ruminanti è di tipo semplice: più condotti lattiferi confluiscono in un seno lattifero, molto ampio e disposto alla base del capez-zolo che a sua volta afferisce a un unico dotto papillare. Dal dotto papillare il latte fuoriesce all’esterno attraverso il poro lattifero munito di sfintere. La pelle che ricopre il corpo della mammella si presenta fine, coperta da una rada peluria e untuosa al tatto per la presenza di numerose ghiandole sudoripare e sebacee. La pelle che ricopre il capezzolo è invece rugosa. I capezzoli sono dotati di uno stretto canale che si apre dorsalmente in una cisterna più ampia rivestita da un epitelio bi stratificato.

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In condizioni fisiologiche, il canale del capezzolo viene tenuto chiuso attraverso l’azione dello sfintere dotato di fibre muscolari lisce e al tessuto elastico. Il lume in sezione appare come una stretta fessura stellata rivestita di uno spesso strato di epi-telio squamoso e cheratinizzato. Strutturalmente la parete del capezzolo comprende cinque strati di tessuto distinti: l’epidermide superficiale, il derma, lo strato interme-dio, la lamina fibrosa e l’epitelio interno del canale dl capezzolo. Sotto l’epidermide , il derma è dotato di un sistema capillare molto ricco e di numerosi agglomerati di fibre sensoriali che derivano dai nervi lombari. Nonostante il suo spessore relativo la cute del capezzolo è molto sensibile grazie all’azione delle papille dermiche che contengono le terminazioni nervose sensoriali. Questa ricca innervazione accoglie gli stimoli tattili e manda lo stimolo a livello centrale che permette il rilascio dell’ossito-cina che determina l’eiezione del latte. La produzione del latte deve essere sostenuta da un’adeguata circolazione ematica . A livello della ghiandola mammaria circolano dai cinque ai 9 litri di sangue il minuto.

Principali fonti di contaminazione microbica della porzione distale del capezzolo

Le principali difese del capezzolo

L’assenza di latte e il scivolamento dei prendi capezzoli permette alle goccioline di latte inqui-nate di superare la barriera dello sfintere entra-re nella cisterna del capezzolo e in mammella

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La quantità di sangue circolante è correlata con l’entità della secrezione lattea. In generale sono necessari 500 volumi di sangue per la formazione di un volume di latte. Il rendimento del lavoro della mammella è superiore a qualsiasi altro tessuto dell’organismo e raggiunge quasi l’80%. Il livello di secrezione mammaria è influen-zato anche dalla pressione intra-mammaria. L’aumento della frequenza delle mun-giture comporta un incremento della quantità di latte prodotto. Il controllo della lattazione è di natura prevalentemente ormonale (la prolattina, gli ormoni surrenali, tiroidei, somatotropo, gli estrogeni.) L’eiezione del latte è un processo fisiologico di tipo riflesso con meccanismo neuro ormonale. Gli stimoli nervosi (olfattori, tattili uditivi, riflessi di tipo condizionato: sala di mungitura, rumore, della mungitrice, alimento somministrato, eccetera) associati alla distensione mammaria determinano la liberazione e la messa in circolo da parte della neuroipofisi dell’ormone ossitocina. L’ormone ossitocina è sintetizzato a livello dei nuclei ipotalamici ed è trasportata alla neuroipofisi dalle cellule nervose. Quest’ormone è composto di otto amminoacidi ed i suoi livelli massimi di concentrazione ematica durano alcuni minuti dalla secre-zione.

Azione ossitocina in una bovina

L’ossitocina arriva a livello mammario dopo circa 50-80 secondi dallo stimolo e permette un’azione di contrazione delle cellule mio epiteliali. Questa contrazione provoca un’azione di “spremitura” degli alveoli e dei piccoli dotti con conseguente flusso del secreto latteo verso le cisterne dove avviene accumulato. Quest’accumulo associato all’azione pressoria della contrazione delle cellule mio epiteliali determina un netto aumento della pressione intra-mammaria. La pressione intra-mammaria positiva associata alla suzione – aspirazione del vitello e alla mungitura manuale o meccanica determina l’apertura dello sfintere del capezzolo con conseguente fuoriu-scita secreto latteo della mammella. L’eiezione del latte nelle vacche è invece inibita dal rilascio dell’ormone adrenalina che viene liberato in caso di stress o spavento.

Durataazione ossitocina

in una bovina

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CAPItolo 4

Macchina mungitrice

Per quanto riguarda i principi del funzionamento, del dimensionamento, delle caratteristiche delle diversi parti che compongono la macchina mungitrice esistono diversi manuali con ampie e convincenti trattazioni conosciute sia dai progettisti, sia dagli installatori, che dagli allevatori e dai loro tecnici. Nella presente trattazione vor-remmo analizzare le caratteristiche e i parametri dei vari componenti della macchina mungitrice che hanno effetto diretto sui capezzoli e sulle mammelle e che possono causare un innalzamento delle cellule somatiche e/o la mastite alle bovine. La mun-gitura meccanica cerca di imitare quanto in natura fanno i piccoli dei mammiferi; in altre parole una suzione accompagnata dalla pressione esercitata dalla lingua con un leggero massaggio. In realtà la macchina mungitrice non agisce esattamente come il vitello, ma la sua azione può esservi assimilata. All’interno del capezzolo esiste una pressione pari a quella atmosferica esterna (circa 100 KPa), (con la scarica di ossito-cina abbiamo un leggero aumento di circa cinque KPa). Il primo obiettivo, per far fuoriuscire il latte, è quello di realizzare una suzione che garantisca l’apertura dello sfintere del capezzolo. Per imitare la suzione inseriamo il capezzolo in un ambiente sotto vuoto (pressione inferiore a quella atmosferica) in modo da creare un sistema di forze che dall’interno del capezzolo verso l’esterno e provocano il rigonfiamento e l’apertura dello sfintere del capezzolo e la conseguente fuoriuscita del latte presen-te nella cisterna capezzolare. Com’è possibile comprendere una buona mungitura dipende dalle caratteristiche e dai parametri operativi dei componenti dei gruppi di mungitura.

gruppo di mungitura

Il gruppo di mungitura è l’insieme delle parti che permettono di mungere con-temporaneamente più vacche sullo stesso impianto.

Visione di una moderna sala di mungitura parallela (foto: M. Codeluppi)

Gruppo prendicapezzoli con ingresso aria sulla testa guaina

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Collettore con quattro camere separate per pre-venire la contaminazione incrociata.(Fonte: Westfalia Surge)

Per affermare che un gruppo compie una buona mungitura deve:Evitare maltrattamenti chimico fisici e microbiologici al latte;Evitare fluttuazioni di vuoto all’interno della guaina (dovute al latte in transito e

ai movimenti di apertura e chiusura delle guaine;Evitare fluttuazioni di vuoto nel collettore;Evitare cadute dei gruppi di mungitura (il peso del gruppo deve essere distribuito

su tutti i quattro quarti); Eseguire la sgocciolatura in modo completo senza l’intervento del mungitore;Essere pulibile, disinfettabile e smontabile con facilità;Essere costruito con materiali che non necessitano eccessive manutenzioni;Essere accompagnato da istruzioni di uso e manutenzioni sia ordinarie sia straor-

dinarie compresa la durata dei materiali di consumo.

Collettore

La capacità, la forma, il peso, il tipo di chiusura e la portata sono le caratteristiche fondamentali per un collettore.

E’ importante che il collettore abbia una capacità tale da permettere la separazio-ne tra il latte proveniente dai quarti ed il vuoto di mungitura. La capacità è legata al livello produttivo della mandria e alle caratteristiche di mungibilità delle vacche. Capacità eccessive del collettore provocano lo sbattimento del latte che è bene evitare .

La capacità effettiva del collettore, con mungitura con pulsazioni alternate senza suddivisione dei quarti non do-vrebbe essere inferiore 200 cc per mandrie con produzioni medio basse, e tra 250-400 cc per le mandrie con pro-duzioni medio elevate. Un’altra caratteristica importante che incide sulla funzionalità del collettore è il diametro interno dei nippli (connessioni tra guaine e collettori); per mandrie poco produttive e con bassi flussi emissione del latte sono sufficienti 8 -10 mm di diametro mentre per

Il foro ingresso aria nel collettore deve sempre essere presente e mantenuto pulito

Il bravo mungitore, saltuariamente, deve osservare i capezzoli delle vacche, prima e dopo

la mungitura. Se rileva un aumento di diametro tra prima e dopo la mungitura è indice di scelta

del tipo di guaine inadatte e di pulsatori mal funzionanti o tarati male

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mandrie ad elevata produzione ed emissione è meglio arrivare ad un diametro di 14-15 mm. Esistono collettori sprovvisti di nippli, dove la connessione tra guaina e camera del collettore è di 20 mm. Il collettore tradizionale deve essere provvisto di un foro immissione aria di circa che consenta il passaggio di 7-9 litri/minuto. Se la velo-cità di immissione dell’aria risulta superiore aumenta la velocità di deflusso del latte con il pericolo di modificarne le caratteristiche chimiche, fisiche e microbiologiche. I raccordi dei tubi corti del latte devono essere posti con inclinazioni tali da distribuire il peso del collettore su tutti i quarti e da farlo rimanere in parallelo alla mammella. L’errato bilanciamento del collettore compromette la mungitura e innesta fenomeni che predispongono l’aumento del conteggio cellulare delle mastiti. Ultimamente si tende ad alleggerire il peso del collettore per evitare traumi alla mammella e consen-tire un vuoto di mungitura più basso.

E’ buona norma, in occasione dell’acquisto di un nuovo collettore, farsi consegna-re dal venditore la documentazione tecnica comprovante le prove eseguite ai diversi flussi di latte e con diversi tipi d’impianti (lattodotto linea bassa e alta). La lunghezza dei tubi gemellari non deve essere eccessiva per evitare l’aumento delle fluttuazioni del vuoto e il cattivo funzionamento del pulsatore. Una eccessiva lunghezza dei tubi, in particolare negli impianti a linea alta del latte, appesantisce il gruppo prendi ca-pezzoli sui quarti anteriori velocizzandone la mungitura a scapito di quella dei quarti posteriori. Alcune ditte di impianti di mungitura, per rendere il vuoto più stabile nel collettore con elevati flussi di latte, propongono collettori con evacuazione centrale del latte centrale attraverso un tubo che preleva il latte dal fondo del collettore. Al-tre ditte, per limitare il fenomeno di” cross contamination” (impatto), propongono collettori che all’interno presentano una suddivisione per quarti (4 camere separate).

lunghi tubi latte

Il latte, una volta estratto dalla mammella e raccolto nel collettore, deve essere trasferito ai dispositivi di misurazione individuale ( se presenti) o semplicemente al lattodotto. Poi , tramite il gruppo terminale il latte viene trasferito a pressione atmo-sferica nel serbatoio di stoccaggio. Il lungo tubo latte può incidere negativamente sulla stabilità del vuoto in quanto vi è la presenza simultanea sia di latte munto che di aria. Bisogna pertanto rispettare alcune regole basilari. Tra gli errori più comuni riscontriamo spesso, negli impianti di mungitura provvisti di lattodotto con linea alta, un eccesso del diametro e della lunghezza del lungo tubo del latte. Con tali impianti il diametro massimo del lungo tubo del latte deve essere 14 – 14,5 mm. Per quanto riguarda l’altezza del lattodotto non dovrebbe eccedere i170 centimetri dal piano della posta mentre il lungo tubo del latte non deve mai appoggia a terra. Per i lattodotto a linea bassa (posti sotto il piano di calpestio delle vacche) il diametro dei lunghi tubi del latte dovrebbe dai da 15 ai 16 mm. Qualche ditta installa anche tubi con diametro di 18 mm. Minore è lo sviluppo in lunghezza e maggiore sarà la stabilità del vuoto nel collettore. I materiali dei tubi latte sono generalmente la gomma nitrilica che è resistente alla depressione (non si devono schiacciare durante

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la mungitura) o il silicone. Un’altra caratteristica importante dei tubi lunghi del latte è la maneggevolezza ed il peso per evitare di interferire sulla funzionalità del gruppo di mungitura.

Pulsatori

L’invenzione del pulsatore risale al 1895 e la realizzazione nel 1902 (prima mac-china mungitrice con cannelli a doppia camera dove l’aspirazione costante poteva essere interrotta regolarmente dal pulsatore). Con tale componente s’interrompeva l’aspirazione continua verso il capezzolo riducendo i danni provocati dall’azione con-tinua del vuoto sul canale del capezzolo. Nelle diverse fasi di sviluppo della macchina mungitrice l’invenzione del pulsatore ha rappresentato un passaggio decisivo verso le macchine mungitrici utilizzate oggi. Il pulsatore alternando aria atmosferica a vuoto nella camera di pulsazione permette alla guaina di chiudersi e aprirsi ciclicamente. Un movimento completo della guaina (chiusura/apertura) è un ciclo di pulsazione che corrisponde alla fase di massaggio e mungitura. L’andamento delle due fasi all’in-terno della camera di pulsazione viene rappresentato in modo chiaro dal diagramma di pulsazione che indica la variazione del vuoto in funzione del tempo. In altre parole

Fasi ciclo di pulsazione con movimento della guaina. (Fonte: Interpuls s.p.a.)

Schema di funzionamento pulsatore elettronico

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quelli che vengono chiamati cicli di pulsazione. Le fasi di un ciclo del pulsatore sono 4 e vengono indicate con le lettere a,b,c,d:

a incremento del vuoto,b mungitura,c decremento del vuoto, d massaggio. La fase b è caratterizzata da un livello di vuoto pari a quello nominale cui è

regolato l’impianto. La fase d invece avviene a pressione atmosferica e presenta quin-di un livello di vuoto nullo e pari a 0. Il tempo complessivo delle quattro fasi a,b,c,d, costituisce un ciclo di pulsazione che nella maggior parte dei pulsatori per bovini dura un secondo (60 cicli al minuto).

Altro parametro importante è il rapporto di che normalmente si usa esprimere in termini percentuali rispetto alla durata del ciclo complessivo. Si parla di rapporti di pulsazione 50/ 50 , 60/40, 65/35, 70/30, dove il primo numero indica la percentuale di durata della mungitura e il secondo la durata percentuale della fase di massaggio. E’ evidente che quanto maggiore sarà la durata della fase di mungitura tanto maggio-re sarà la velocità di mungitura ed inferiore quella di massaggio. I parametri operativi dei pulsatori sono scelte che dovrebbero essere fatte a livello di allevamento in funzio-ne del tipo d’impianto, delle vacche, della loro sanità e del tipo di guaine impiegate. Il numero ottimale delle pulsazioni per la mungitura delle vacche è di 60 cicli al minuto. Il rapporto di pulsazione utilizzato può variare da 50/50 a 70/. L’esperienza insegna, che il rapporto di pulsazione più favorevole sia il 60/40. In particolari con-dizioni di salute delle vacche e delle mammelle è possibile mungere correttamente con un rapporto di pulsazione 65/35. I pulsatori tarati con rapporto 65/35 devono avere una funzionalità eccellente per garantire sempre un’adeguata fase di massaggio.

Come si può intuire il pulsatore è il cuore della macchina mungitrice. La scelta del tipo di pulsatore e dei suoi parametri di funzionamento sono elementi basilari per l’esecuzione di una corretta mungitura. La maggior parte dei pulsatori è del tipo al-ternato in quanto il movimento di due guaine si alterna con quello delle altre due. La moderna tecnologia dei microprocessori e dell’elettronica permette di programmare i pulsatori e quindi di adattarne i parametri di funzionamento alle caratteristiche della

Effetto del rapporto del pulsatore sui quarti infetti da mastite. (Fonte: Reitsma 1981)

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mandria. La scelta di nuovi pulsatori deve orientarsi verso quelli elettronici o elettrici in quanto l’intensità del livello di vuoto non interferisce sul loro funzionamento. Per garantire il loro corretto funzionamento è opportuno predisporre un’apposita conduttura dell’aria filtrata. Ogni gruppo deve avere il suo pulsatore. Il rapporto di pulsazione va scelto anche in funzione del tipo e della mescola delle guaine utilizzate e del tipo dell’impianto di mungitura.

guaine

La funzione delle guaine è quella di massaggiare il capezzolo allo scopo di favorire la circolazione del sangue, di circoscrivere il vuoto in una zona il più possibile limi-tata ma che consenta ugualmente una rapida mungitura. Deve essere prodotta con adeguati materiali che non cedono al latte sostanze nocive all’uomo e gli animali. Il latte fuoriesce dall’orifizio del capezzolo quando la guaina si trova nella fase di espan-sione e il flusso è brevemente interrotto quando essa si trova nella fase di collasso. Il movimento è una conseguenza della differenza di pressione tra l’interno e l’esterno della guaina. Il livello di vuoto di mungitura dovrebbe rimanere costante mentre il vuoto di pulsazione è ridotto fino al livello di quello della pressione atmosferica. Du-rante la fase di massaggio, il volume del capezzolo è ridotto di circa il 30% rispetto la fase di mungitura (o aspirazione). Se l’apice del capezzolo (sfintere e canale striato) fosse sottoposto a un vuoto costante e senza massaggio si accumulerebbe del liquido costituito da sangue e linfa con conseguente congestione del capezzolo e restrizione del canale tale da ridurre il flusso di lattei. Secondo recenti acquisizioni nel campo della ricerca in merito al funzionamento delle guaine è importante che il massimo collasso della guaina in fase di massaggio avvenga a 25-35 mm sotto il capezzolo

A-GuainainteracontestabombataB-GuainainteracontestabombatatriangolareC-GuainacortacontestabombataD-GuainainteracontestapiattaE-Guainainteracontestasemibombata

Schemi guaine complete tubo corto latte

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(Hammann). Frequentemente, in stalle anche con un numero elevato di vacche in mungitura, si possono trovare guaine con caratteristiche sia fisiche sia chimiche sco-nosciute, oppure montate su prendicapezzoli di diverse misure e forme che provo-cano conseguenti problemi sia sulla salute delle mammelle che sulle caratteristiche qualitative del latte. Spesso è difficile far capire a certi allevatori la differenza che esi-ste tra una guaina studiata, progettata, provata e verificata in campo e con riportato il nome del produttore e una qualsiasi guaina anonima commercializzata solo perché meno costosa. Ogni guaina richiede un proprio porta guaina, di un determinato peso, diametro e lunghezza. Guaine progettate correttamente ed installate su prendi capezzoli adatti dovrebbero evitare, su mammelle normali, i seguenti problemi:• caduta del gruppo di mungitura• arrampicamento della guaina in fase di sgocciolatura• schiacciamento del capezzolo e maltrattamento dello sfintere• strozzatura del capezzolo o presenza di anelli• inquinamento chimici, fisico, biologico del latte• necessità d’intervento manuale sul gruppo nella fase di sgocciolatura

Le guaine con mescole dure con bordo all’imboccatura spesso e rigido e diametro del corpo largo hano la tendenza a provocare minori scivolamenti ma spesso provo-cano lesioni al tessuto del capezzolo. La guaina di gomma con mescola dura necessita di maggiore intensità di vuoto per collassare. Utilizzando guaine con mescole molto morbide su mungitrici con lattodotto alto o medio non sempre producono risultati positivi. Nella scelta delle guaine è importante prestare molta attenzione ai materiali. La guaina installata sul porta guaina deve rimanere tesa (rimanere allungata di circa del 10% della lunghezza a riposo) ed inoltre deve avere uno spazio sufficiente per chiudersi, in fase di massaggio, a 75 mm dalla testa. La larghezza della guaina deve pertanto essere inferiore al diametro del porta guaina in quel punto. Se la larghezza della guaina collassata è uguale o maggiore, sta a indicare che non vi è adeguata fase di massaggio al capezzolo e costantemente rimane sottoposto al vuoto di mungitura. La forma della testa della guaina è molto importante:• quella bombata comporta una mungitura più lenta con meno latte di sgocciolatu-

ra. E’ adatta in allevamenti con animali con mammelle difformi, • quella piatta permette una velocità di mungitura più elevata ma la guaina tende ad

arrampicarsi sul capezzolo in fase di sgocciolatura. E’ adatta in mandrie con mam-melle morfologicamente corrette o con molte vacche giovani,

• quella semi bombata si adatta al maggior numero di vacche.Per quanto riguarda il diametro delle guaine i valori che si adattano alla maggior

parte delle nostre vacche vanno dai 20 mm ai 22 mm.La lunghezza della guaina varia a secondo del suo diametro. Una guaina con diametro di 20 mm all’imboccatura non dovrebbe avere una

lunghezza superiore a 130 mm. Una guaina con diametro testa 21 - 22 mm dovrebbe avere una lunghezza non inferiore a 135 mm. Per guaine di 23 – 24 mm la lunghezza dovrebbe essere maggiore di 140 mm.

Ogni ditta fornitrice di macchine mungitrice ha guaine originali personalizza-te, dove è impresso, sulla testa o sul tubo corto, il nome della ditta e il numero d’identificazione. Questo numero corrisponde a specifiche caratteristiche fisiche e

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Alta Qualità

dimensionali della guaina che vengono usate dai tecnici dell’assistenza per fornire indicazioni di utilizzo corretto. Tra queste indicazioni ricordiamo le dimensioni del porta guaina, le dimensioni (testa, corpo , coda e diametro) , la forma della testa ( piatta, semi-bombata, bombata), i diametri dei nippli di connessione al collettore, il tipo di materiale, l’ indice di scivolamento (basso o alto), le caratteristiche di peso del collettore e del porta guaina, il livello del vuoto di mungitura consigliato, il periodo di utilizzo e le indicazione su tipo di vacca sulle quali si devono usare.

Il vuoto di mungitura

La scelta di questo parametro dovrebbe essere compiuta dall’installatore dell’im-pianto di mungitura in quanto il vuoto operativo di una macchina mungitrice dipen-de da diversi fattori, in particolare:• caratteristiche, dimensioni forma, materiali delle guaine;• tipo lattodotto (alto, medio, basso);• peso del porta guina;• peso e forma del collettore;• disposizione del gruppo durante la mungitura;• conformazione morfologica delle mammelle e dei capezzoli.

Esistono delle indicazioni di massima sui livelli di vuoto indicati per i diversi tipi di macchine mungitrici, ma diventa basilare considerare quanto sopra riportato.

tabella 6 - livello di vuoto operativi per alcuni impianti in funzione del lattodotto

Specie animale

livello di vuoto (KPa)lattodotto

linea Alta linea Media linea Bassa

Vacca 48-50 44-46 40-42

Bufala 49-51 45–47 42–44

Asina 41-43 38–40 36-38

Vaso terminalecon separatore igienico

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Accessori

Le operazioni di mungitura sempre più vengono affidate a personale non qualificato ed inoltre si chiede di mungere un numero di vacche maggiore in minor tempo. Questo induce a commettere errori e a non avere a disposizione tutte quelle informazioni utili per gestire correttamente la stalla. Le nuove tecnologie e gli automatismi introdotti nelle sale di mungitura possono aiutare a risolvere alcune problematiche.

Gli stacchi automatici dei gruppi di mun-gitura sono dispositivi che, al termine della mungitura della bovina, intervengono interrompendo il vuoto a livello dei capezzoli e rimuovendo il gruppo prendicapezzoli. Lo stacco automatico si sostituisce al mun-gitore (che non deve più tornare alle bovine per vedere se la mungitura è terminata) e di conseguenza aumenta notevolmente la produttività del lavoro e riduce i rischi di surmungitura (la surmungitura arreca notevoli danni ai capezzoli e aumenta le cellule e i casi di mastite). Le tecnologie moderne utilizzate per la gestione degli stacchi, basate sui flussi di emissione latte su vacche normali, danno garanzia che lo stacco del gruppo avviene in modo uniforme, su tutte le vacche come da taratura dei dispositivi di comando. La scelta dei parametri di taratura delle fasi di stacco va ese-guita previa analisi di diversi fattori (livello produttivi della mandria, numero delle mungiture giornaliere, tipo di sala, caratteristiche dei mungitori, eccetera) che sono tipici di ogni allevamento. La taratura degli stacchi andrebbe verificata una volta l’anno con specifiche strumentazioni. Nella maggior parte degli allevamenti con produzioni di latte medie per capo si consiglia di iniziare le fasi di stacco quando il flusso del latte scende a 400 g/min.I tempi di stacco devono essere inferio-ri a 15 secondi.

I sistemi di identificazione automatica (a collare, al piede, a orecchio, a boli, eccetera) consentono, se associati alla presenza di latto-metri automatici, il rilevo e la memorizzazio-ne dei valori di produzione e la conseguente allerta dei mungitori l’individuazione di vac-che con problemi di mastite o altro (estro, problemi sanitari ecc.).

Oltre alla misurazione del latte i lattometri di ultima generazione permettono di valuta-re le caratteristiche del latte di ogni vacca e

Dispositivo per il pre e post dipping ad uso dei mungitori

azionato automaticamente

Lavatrice-asciugatrice per tovaglioli in tessuto per la pulizia e asciugatura

capezzoli.

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Alta Qualità

le eventuali anomalie di composizione attraverso la rilevazione della conducibilità elettrica o delle sue caratteristiche ottiche o chimiche.

Negli allevamenti medio – grandi dove le ore di mungitura sono elevate (> 6 ore/ giorno) e gli impianti sono di grandi dimensioni (> 20 gruppi di mungitura) è possi-bile dotare il motore elettrico, che alimenta le pompe dell’impianto di mungitura, di un regolatore di frequenza (inverter) che consente di far variare il numero dei giri del motore/pompa per compensare ingressi di aria anormali. Con tale regolatore la pom-pa del vuoto ruota normalmente a una velocità inferiore del 40-50% rispetto a una pompa non dotata di inverter con conseguente risparmio di energia e riduzione della sua rumorosità. Il controllo del livello di vuoto è affidato a un sensore elettronico posto sulla conduttura principale del vuoto che deve essere collocato possibilmente vicino al gruppo terminale. Dotare la pompa del vuoto di inverter comporta un inve-stimento che per essere ammortizzato deve prevedere diverse ore di funzionamento al giorno. Da ricordare inoltre che non tutte le pompe del vuoto sono adatte per essere gestite dall’inverter.

BackFlushing

Nella mungitura meccanica il passaggio dei gruppi di mungitura da una vacca all’altra può costituire una grave fonte di contaminazione e diffusione di batteri (forme di mastite da contagiose) tra i diversi animali. Una soluzione parziale al problema può essere l’im-mersione del gruppo di mungitura in un secchio con-tenente acqua e disinfettante che in seguito deve essere risciacquato con solo acqua. Una soluzione di questo tipo può essere adottata in allevamenti molto piccoli con personale responsabile che esegue correttamente le diverse operazioni.

Se in allevamento sono presenti mastiti da mi-crorganismi contagiosi per evitarne la diffusione un aiuto potrebbe arrivare dall’in-stallazione, sui gruppi di mungitura, del backflushing che permette la disinfezione automatica dei gruppi di mungitura dopo la mungitura di ogni vacca e la successiva asciugatura interna delle guaine.

In alcuni gruppi di mungitura il tubo di alimentazione del backflushing appesan-tisce e irrigidisce la posizione del gruppo prendi capezzoli compromettendo la mun-gitura. Con il backflushing aumentano consumi idrici e i costi per lo smaltimento.

La soluzione più razionale per evitare il trasferimento di batteri contagiosi tra gli animali è quella di mungere per primi gli animali sani poi quelli dubbi ed infine quelli positivi. In questo modo un buon lavaggio finale della mungitrice permette la disinfezione dell’ impianto mentre l’ordine di mungitura riduce al minimo il rischio di nuove contaminazioni.

Backflushing “risciacquo, di-sinfezione risciacquo, asciuga-tura in automatico tra la mun-gitura di una vacca e l’altra.

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CAPItolo 5

Manutenzione della macchina mungitrice

Per eseguire una buona e corretta mungitura per produrre un latte sano e di qualità, gli elementi e gli aspetti che intervengono sono molteplici. Troppo spesso dimentichiamo che la macchina mungitrice è utilizzata tutti i giorni dell’anno per diverse ore il giorno. Gli interventi di manutenzione vanno quindi programmati per garantire un buon funzione manto della macchina mungitrice.

La cooperativa Granlatte, da sempre sensibile al miglioramento qualitativo del latte, ha svolto un’ indagine sugli aspetti legati alla macchina mungitrice e alle tec-niche di allevamento dei propri soci conferenti latte di Alta Qualità. I dati raccolti da questa indagine sono stati elaborati e presentati a un convegno internazionale (Codeluppi e Sangiorgi, Cork 2007). Sono emersi alcuni aspetti interessanti che do-vrebbero far meditare gli allevatori in merito al ruolo dell’efficienza della macchina mungitrice. Con i dati disponibili è stato possibile quantificare il contributo all’au-mento delle cellule somatiche nel latte di massa in funzione delle anomalie presenti sugli impianti di mungitura.

tabella 7 - Cellule nel latte con differenza in %, con un componente dell’impianto di mungitura mal funzionante e, dopo la messa a punto

Anomalie Componente m.m.(singolo)

Cellule primadel controllo 000

Cellule dopo messaa punto impianto 000

Differenza%

Pompapervuoto 241 216 -10,4

Riservainsufficiente 278 243 -12,6

Variatoregiripompa 288 271 -5,9

Regolatorevuoto 189 161 -14,8

Condutturaaria 299 279 -6,7

Livellovuoto 298 263 -11,7

Pulsatori 288 253 -12,2

Tubiingomma 255 249 -2,4

Collettore 273 242 -11,4

Guaine 252 223 -11,5

Lattodotto 288 279 -3,1

Vasoterminale 234 225 -3,8

Assistenzaprogrammata* 287 254 -11,5**

*L’assistenzaprogrammataall’impiantoeraattivagiàdallaprimavisitadicontrolloimpianto**Ildatocelluleèstatoricavatoconfrontandoiproduttoriconesenzaassistenzaprogrammata

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Alta Qualità

tabella 8 - Cellule nel latte con differenza in %, con due componenti dell’impianto di mungitura mal funzionanti e dopo la messa a punto.

Anomalie di due componentidella macchina mungitrice

Cellule primadel controllo 000

Cellule dopo messa a punto impianto 000

Differenza%

Pompapervuoto/Pulsatori 265 211 -20,4

Pompavuoto/Regolatore 281 212 -24,5

Livellovuoto/Guaine 301 225 -25,2

Livellovuoto/Pulsatori 311 235 -24,4

Lattodotto/Gruppoterminale 247 239 -3,2

Guaine/Pulsatori 270 223 -17,4

Pulsatori/Condutturadell’aria 311 266 -14,5

tabella 9 - Cellule nel latte con differenza in %, con tre componenti dell’impianto di mungitura mal funzionanti e dopo la messa a punto

Anomalie di tre componentidella macchina mungitrice

Cellule prima del controllo 000

Cellule dopo messa a punto impianto 000

Differenza%

Condutturadell’aria/Regolatore/Pompavuoto 321 243 -24,3

Condutturadell’aria/Regolatore/Pulsatori 342 251 -26,6

Regolatore/Livellodivuoto/Pulsatori 313 231 -26,2

Pulsatori/Gruppodimungitura/Lattodotto 279 202 -27,5

L’elaborazione per quantificare l’aumento del contenuto delle cellule somatiche imputabile alla macchina mungitrice è stata valutata con uno, due e tre componenti mal funzionanti. Quando le anomalie di funzionamento della macchina mungitrice sono più di due l’incidenza dell’aumento delle cellule somatiche nel latte diven-ta consistente. In alcuni allevamenti, per ridurre le spese, si tende a non affidarsi a un tecnico specializzato per l’assistenza programmata all’impianto di mungitura. Dall’indagine svolta, a parità di tutte le altre condizioni, si è notato che il latte delle aziende che ha affidano l’assistenza del proprio impianto di mungitura a una ditta qualificata, che compie almeno due visite l’anno, presenta una riduzione delle cellule somatiche del latte di oltre il 10% rispetto alle aziende nelle quali nelle quali non viene impostato un piano di manutenzione programmato.

Analizziamo ora, nel dettaglio, le parti dell’impianto di mungitura che devono essere sottoposte a manutenzione programmata.

Struttura box leveraggi e pistoni

Le strutture delle sale di mungitura possono essere dotate di comandi automatici per la movimentazione dei cancelli e delle strutture. Per mantenerne l’efficienza e

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la funzionalità è necessario, ogni mese, sostituire i filtri sulle valvole di comando pneumatico e verificare la pressione di esercizio nella movimentazione dei cancelli. Lubrificare gli snodi e le parti in movimento. Negli impianti di mungitura provvisti di leveraggi di supporto gruppo di mungitura oltre alla lubrificazione delle parti in movimento, ogni mese, verificarne la permanenza in orizzontale. Ai pistoni pneu-matici di recupero dei gruppi di mungitura nello stacco pulire i filtri e lubrificare la corsa del pistone ogni 6 mesi.

gestione manutenzione box pistoni leveraggi

tabella 10 - Programma manutenzione struttura sala, box – pistoni - leveraggi

Componente Periodicità tipo di intervento

Boxpistonileveraggi Ognimungitura Puliziaesterna

Leveraggi Mensile Lubrificazione

Pistoni Mensile Verificapressionediesercizio

Pistoni Mensile Puliziafiltrivalvole

Pistoni Semestrale Lubrificarecorsapistone

Leveraggi Semestrale Verificafunzionalità

Box Ogni500orelavoro Lubrificarepartiinmovimento

Leveraggi Ogni3000oredilavoro Sostituzionepartiinusura

Pompa per vuoto

Negli impianti di mungitura vengono utilizzate diverse tipologie di pompe per

Struttura sala di mungitura con cancelli soggetti a lavaggi con acqua continuamente in movimento

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Alta Qualità

il vuoto che nella maggior parte dei casi sono lubrificate ad olio che va controllato ad ogni mungitura. Ogni 3000 ore di lavoro è opportuno verificare la portata della pompa, eseguire un lavaggio interno con solventi specifici per eliminare polvere e olio, verificare la tenuta e lo stato dei cuscinetti, pulire il sistema di lubrificazione, il dispositivo di scarico e il silenziatore. Periodicamente,ogni 4000 ore di lavoro, è opportuno verificarne la portata della pompa e se questa presenta valori inferiori del 10%, rispetto a quella nominale, è opportuno interpellare il fornitore per un inter-vento di manutenzione straordinaria.

Negli allevamenti di media/grande dimensione si cominciano a montare pompe del vuoto a con grandi portate, con basso livello inquinamento e bassi costi di manu-tenzione; l’unico inconveniente è il costo abbastanza elevato.

La sensibilità degli allevatori al risparmio energetico e alla riduzione dell’ inqui-namento acustico ha portato in molti impianti di mungitura ad installare variatori dei giri dei motori elettrici o inverter. La presenza di questi dispositivi richiede un maggior controllo e manutenzione della pompa del vuoto. Per i motori elettrici delle pompe del vuoto non dimenticare mai le seguenti manutenzioni:• asportare eventuali depositi di sporcizia che ostacolano il raffreddamento;• nel locale dove sono installate deve circolare aria;• controllare la posizione dell’albero e l’assenza di gioco (che genera vibrazioni du-

rante il funzionamento e può accorciare la vita del motore);• verificare l’esatta posizione e tensione delle cinghie di trasmissione nelle pulegge;• oliare, se necessario, l’albero del motore, senza eccedere.

Pompa per vuoto con quadro comando variatore giri

Regolatore del vuoto servoassistito(foto: M. Codeluppi)

Guaina girata sul portaguaina. Impossibile mungere

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tabella 11 - gestione e manutenzione pompe del vuoto

tipo pompa Periodicità tipo intervento

Lubrificataolio Primadellamungitura Sul vuotometro controllare il livello vuotooperativosiacorretto

Primadellamungitura Senonproducevuoto,spegnereecontrolloreloscaricoedrenaggi

Dopolamungitura Sevaincontro-rotazioneaccertarelecauseeporrerimedio

Dopolamungitura Controllareseentratolattenellacondutturavuoto

Dopolamungitura Verificalivelloolioeportarealivello

Mensile Controllaretensioneeconsumocinghie

Mensile Pulireloscarico

Ogni3000oredilavoro Controlloportata

Ogni3000oredilavoro Puliziainterna

Ogni3000oredilavoro Puliziasistemadilubrificazione

Lobi Primadellamungitura Sul vuotometro controllare il livello vuotooperativosiacorretto

Primadellamungitura Senonproducevuoto,spegnereecontrolloreloscaricoedrenaggi

Dopolamungitura Sevaincontro-rotazioneaccertarelecauseeporrerimedio

Dopolamungitura Controllareseentratolattenellacondutturavuoto

Mensile Pulireesternomotorepompa

Ogni500oredilavoro Verificarecinghie

Ogni1000oredilavoro Pulirefiltrisilenziatore

Ogni4000oredilavoro Sostituireolioecinghie

Ogni4000oredilavoro Verificareportata

Condutture, intercettori, serbatoi

Sono collegati alla pompa per vuoto. Sono componenti ai quali non si dà molta importanza, ma che possono influire sul risultato complessivo della mungitura e sulla qualità del latte. E’ frequente che, per un disguido, possa entrare latte, acqua o vapore che assieme al passaggio di aria e si generi sviluppo di microrganismi. Nelle installazioni recenti, nella maggior parte degli impianti, si utilizzano tubi di acciaio e in PVC rigido tali da garantire una migliore pulizia e la possibilità di utilizzare alcali forti. Negli impianti dove sono presenti condutture di ferro zincato la pulizia diventa difficile per la ruggine che si forma all’interno. La pulizia della conduttura del vuoto va fatta tutte le volte che entra latte all’interno e, di routine, tre volte l’anno negli impianti a lattodotto e due volta l’anno nelle sale di mungitura. Un’accurata manu-tenzione e pulizia va fatta ai rubinetti del vuoto. Se sono provvisti di guarnizioni di tenuta di gomma, annualmente, vanno sostituite. Almeno una volta l’anno lubrifica-re il perno dei rubinetti del vuoto. E’ importante mantenere pulite anche le superfici esterne della conduttura del vuoto che se presenta molta polvere (stabulazione fissa) questa può entrare all’interno dell’impianto durante l’attacco del pulsatore. I serbatoi del vuoto, come i separatori, hanno coperchi provvisti di guarnizioni di gomma. E’ consigliabile sostituirle almeno ogni due anni. Se nel sistema del vuoto è frequente l’ingresso di latte o acqua bisogna accertare la causa per eliminarla.

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tabella 12 - gestione e manutenzione condutture vuoto, intercettori, serbatoi

Componente Periodicità tipo d’intervento

IntercettoriSerbatoi Settimanale Puliziaedisinfezione

Condutturavuotoinstalla Mensile Puliziaesterna

Astegalleggiantidisicurezza Mensile Lubrificare

Condutturavuotoinstalla Quadrimestrale Puliziaedisinfezioneinterna

Condutturavuotoinsala Semestrale Puliziaesterna

Condutturavuotoinsala Annuale Puliziaedisinfezioneinterna

Rubinetti Annuale Lubrificare

Guarnizionipartidigomma Ognidueannidilavoro Sostituire

Regolatore del vuoto

Il suo compito è quello di regolare automaticamente l’ingresso d’aria nella con-duttura del vuoto, in modo che l’intensità della depressione durante la mungitura rimanga costante. Le manutenzioni principali che richiedono sia la valvola sia il sen-sore sono la loro pulizia. Mensilmente bisogna pulire i filtri d’aria, smontarli, pulirli con spazzole, lavare le parti metalliche con straccio imbevuto in tri-cloro-etilene e pulire i forellini e i passaggi mediante spilli. Le membrane e le guarnizioni di gomma dovrebbero essere sostituite ogni due anni. I regolatori servo assistiti che hanno il sensore a distanza e che per il collegamento utilizzano tubetti di gomma o plastica, vanno verificati ogni 2000 ore; se sono logori e non a perfetta tenuta comprometto-no il funzionamento del regolatore.

tabella 13 - gestione e manutenzione sistema di regolazione vuoto

Componente Periodicità tipo d’intervento

Regolatore Mensile Pulirefiltriaria

Semestrale Pulireelavareinterno

Ognidueannidilavoro Sostituirelepartiinusura

Sensore Semestrale Pulirepassaggiaria

Ognidueannidilavoro Sostituirepartiinusura

Tubettoconnessione Mensile Verificareperdite

Tubettoconnessione Ognidueannidilavoro Sostituire

Sistemadiregolazione Ogni2000oredilavoro Controllareconsumoerecuperovuoto

Vuotometro

In prossimità del regolatore, in sala di mungitura, visibile ai mungitori viene in-stallato l’indicatore del vuoto. Non ha necessità di manutenzione se non per mante-nere pulito il vetro e permetterne la lettura. Bisogna evitare di urtarlo violentemente e una volta l’anno verificarne la precisione. Sulla scala del vuotometro normalmente è indicato il vuoto nominale dell’impianto. E’ una prima verifica di funzionamento dell’impianto di mungitura. Negli impianti di recente installazione sono installati vuotometri elettronici digitali, molto più precisi di quelli meccanici a tubo di Bou-rbon.

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tabella 14 - Programma di manutenzione sistema di indicazione vuoto nell’impianto

Componente Periodicità tipo d’intervento

Vuotometro Adognimungitura Verificavuotonominaleconoperativo

Vuotometro Mensile Pulirevetro

Vuotometro Ogni2000oredilavoro Controllareprecisione

Pulsatore

E’ il cuore della macchina mungitrice. Questo delicato componente deve essere protetto il più possibile dalla polvere e dall’umidità. Nei pulsatori di nuova genera-zione sono curati in particolar modo i sistemi d’ingresso d’aria dall’esterno. In tutti i pulsatori ed eventuali amplificatori, devono essere puliti, con frequenza mensile, i filtri e fori d’ingresso dell’aria. I pulsatori con azionamento pneumatico devono esse-re smontati in ogni parte lavati ed eventualmente lubrificati con oli speciali ogni 250 ore di lavoro e controllati ogni 500 ore di lavoro con strumenti elettronici. I pulsatori elettronici installati con tubo dell’aria filtrata dovrebbero dare molto meno problemi. Ogni 5000 ore di lavoro è opportuno sostituire le parti di gomma e ogni 3000 ore è opportuno controllarne il funzionamento con strumento elettronico.

tabella 15 - gestione e manutenzione pulsatori

Componente Periodicità tipo d’intervento

Pulsatorepneumatico Mensile Pulirefiltriaria

Pulsatorepneumatico Ogni250oredilavoro Smontareepulire

Pulsatoripneumatici Ogni500oredilavoro Controllofasi-sostituiremembrane

Pulsatorielettronici Trimestrale Pulireingressiaria

Pulsatorielettronici Ogni2000oredilavoro Sostituirekitmaterialeinusura

Pulsatorielettronici Ogni2000oredilavoro Controllofasi

tubi di gomma di pulsazione

Sia i tubi gemellari che i tubi corti di pulsazione possono compromettere il fun-zionamento dei pulsatori e il risultato della mungitura. Devono essere sostituiti al-meno una volta ogni due anni. Se si forano devono essere immediatamente sostituiti; se si tenta di eliminare il foro accorciando i tubi si va a sbilanciare il gruppo di mun-gitura con gravi conseguenze alla salute della mammella.

tabella 16 - Programma manutenzione tubi in gomma e plastica dove passa solo aria

Componente Periodicità tipo d’intervento

Tubicortidipulsazione Immediata Sostituzioneaogniforodirottura

Tubigemellari Giornaliera Pulireesterno

Tubigemellari Ognidueannidilavoro Sostituzione

Tubidigommavuoto Ognidueannidilavoro Sostituzione

Tubicortipulsazione Ognidueannidilavoro Sostituzione

Il livello di manutenzione dei componenti a contatto con il latte incide diretta-mente sulle caratteristiche qualitative dello stesso e sulla salute della mammella.

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Percalcolareilperiodocorrettodiutilizzodelleguaineinunallevamento,èopportunoragio-

naresuiseguentiparametri:

a)ilnumerodellevaccheinmungitura

b)ilnumerodeigruppidimungiturapresentiinsala

c)ilnumerodellemungituregiornalierecuisonosottopostelevacche(normalmentedue)

d)periodo,ingiorni,diuncorrettoutilizzodelleguainedigommanitrilica(2500).

numeromungituregiornalierexvaccheinlattazione

Durataguaineingiorni=2500:--------------------------------------------------------------------------

numerogruppimungitura

Esempiopraticodicalcoloperdeterminareilperiododisostituzioneguaine.

Allevamentodi150vaccheinmungitura,duemungituregiornaliere,conunasaladi8+8

(16)gruppidimungitura.

2x150

Periodoutilizzoguaine=2500:------------=133giorni

16

Inquestoallevamentocon150vaccheinmungitura,munteduevolteilgiorno,leguainedo-

vrebberoesseresostituiteogni133giorni,trailquartoeilquintomesediutilizzo.Selemungi-

turegiornalierefosserotre,conlastessaproceduradicalcolo,leguaineandrebberosostituite

ogni89giorni(tremesi).

Neipiccoliallevamentidovesonomuntepochevaccheeovviamenteilcalcoloporterebbea

unasostituzioneaoltre180giornidiutilizzoleguainevannocomunquecambiateogni6mesi.

guaina o tettarella

Ha un ruolo preponderante nella trasmissione dei germi patogeni alla mammella. Per ridurre i rischi esse devono essere innanzitutto in buone condizioni. Una guai-na dalla superficie ruvida o screpolata aumenta notevolmente i rischi di contagio. Le guaine vengono a contatto con i prodotti detergenti,disinfettanti, acidi, calore, ossigeno e luce che tendono a velocizzarne l’usura creando delle micro fessure sulle superfici.

Le guaine si aprono e chiudono sessanta volte in un minuto pari a 3600 volte ora. Tutto questo porta a un logorio notevole che nel tempo provoca un peggioramento dell’elasticità della tettarella.

La testa delle guaine deve essere igienizzata manualmente da parte del mungi-tore dopo ogni mungitura. La sostituzione delle guaine, ma anche degli altri tubi o raccordi di gomma, dovrebbe essere eseguita con la seguente tecnica. Dopo aver smontato le vecchie guaine, preparare alcuni recipienti con acqua calda per eseguire un’accurata pulizia, disinfezione e risciacquo del porta guaina che andranno asciu-gate per alcuni minuti. Negli stessi recipienti ma con acqua pulita e (calda almeno a 65°C) s’immergono le nuove guaine dove si lasciano per almeno dieci minuti. Si estraggono ancora calde, si asciugano e immediatamente s’installano sul porta guaina avendo l’accortezza di assicurarsi il corretto allineamento tra la testa, il tubo corto del latte e la giusta tensione. I tubetti corti del latte inseriti nei nippli del collettore, come i tubi corti di pulsazione, non devono creare forze negative sul prendicapezzoli e di conseguenza sul capezzolo della bovina.

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La durata delle guaine di gomma nitrilica (s’intende il numero di vacche munte da ogni set di guaine) è di 2500 mungiture, o, di sei mesi di utilizzo.

Nei gruppi di mungitura presenti in sala parto, infermeria eccetera, che mungono poche vacche, le guaine devono essere ugualmente sostituite ogni sei mesi. In alcuni allevamenti sono installate guaine al silicone. I fornitori affermano che possono es-sere utilizzate per periodi maggiori (5000 mungiture). A oggi, non ci sono ricerche scientifiche che confermano queste indicazioni. Gli allevamenti con guaine di questi materiali devono farsi fornire dal venditore le corrette procedure di pulizia e manu-tenzione.

Le guaine devono essere deterse e disinfettate a ogni fine mungitura con soluzioni contenenti componenti che ne impediscano la corrosione. Nell’intervallo tra le mun-gitura devono rimanere all’asciutto. Prima dell’inizio della mungitura è opportuno verificare la linearità della testa con il tubo corto latte (che non sia girata ) e la giusta tensione della guaina. La “testa “ della guaina può deformarsi a “bocca di pesce”, il corpo diventare ovale; in questo caso, per non compromette la mungitura, bisogna sostituirla immediatamente. Se il cambio guaine viene ritardato, potrebbero iniziare problemi di aumento del contenuto di cellule somatiche nel latte e mastiti e tale problema continuerà, per diverso tempo, anche con le guaine nuove. Meglio quindi rispettare i tempi previsti per la sostituzione delle guaine piuttosto che aspettare che insorgano problemi.

tabella 17 - Programma di manutenzione e gestione delle guaine

Componente Periodicità tipo d’intervento

Guaina* Primadellamungitura Giustaposizionesulportaguaina

Guaina* Primadellamungitura Giustatensionesulportaguaina

Guaina* Primadellamungitura Verificarepuliziainterna

Guaina* Durantelamungitura Tenerlapulitalavare

Guaina* Duranteefinemungitura Puliremanualmentelatestaguaina

Guaina* Finemungitura Detersedisinfettateasciugate

Guaina* Ogni2500mungitureoSemestrale Sostituzione

*Guainaingommanitrilicanera**Guainacoloratainsilicone–inItalia–scarsaesperienza

Coppette di lavaggio e tubi di gomma

Le coppette di lavaggio di gomma, devono essere sostituite ogni due anni. A ogni mungitura devono essere igienizzate manualmente nella parte esterna. Nell’intervallo tra le mungiture devono rimanere asciutte.

Sia i tubi lunghi che quelli corti del latte, i manicotti del vaso terminale, devono essere sostituiti almeno ogni due anni. Qualora, per cause legate all’ utilizzo di pro-dotti detergenti disinfettanti inadeguati, l’interno dei tubi in gomma cedesse nero fumo bisogna sostituire immediatamente tali parti ingomma.

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tabella 18 - Programma di manutenzione e gestione coppette tubi in gomma o plastica a con-tatto con il latte

Componente Periodicità tipo d’intervento

Lunghitubilatte Ognimungitura Lavaggioesterno

Lunghitubilatte Annuale Sostituzione

Coppetteingomma Ognidueanni Sostituzione

Tubicoppettelavaggio Ognidueanni Sostituzione

Manicottoterminale Ognidueanni Sostituzione

Tubidiconnessione Ognidueanni Sostituzione

lattodotto

Pochi allevatori prestano attenzione alle manutenzioni e ai controlli del latto-dotto. Essendo sottoposto al vuoto di mungitura pochi apprezzano ingressi d’aria indesiderati, oppure connessioni non a perfetta tenuta. Nel lattodotto passa il latte per cui è importante che sia realizzato con materiali per uso alimentare che non ceda odori, sapori sgradevoli, che sia resistente alle temperature e che non permetta ingressi d’aria. I raccordi del lattodotto dovrebbero essere di acciaio e mandrinati. Se sono presenti raccordi diversi dall’acciaio con presenza di guarnizioni in gomma queste devono essere sostituite ogni due anni. Le guarnizioni interne ed esterne dei rubinetti latte vanno sostituite ogni due anni. Il lattodotto va deterso esternamente almeno una volta al mese.

tabella 19 - Programma gestione e manutenzione linea del latte “lattodotto” nella macchina mungitrice

Componente Periodicità tipo d’intervento

Lattodotto Allafinediognimungitura Detersione,disinfezione,asciugatura

Lattodotto Mensile Puliziaesterna

Manicottiingomma Ognidueanni Sostituzione

Guarnizionirubinettilatte Ognidueanni Sostituzione

Collettori, flussometri, lattometri, terminali

Sono costituiti da parti in gomma o in plastica dove il contatto con il latte e prodotti per la pulizia e disinfezione porta a usura. Ogni ditta fornitrice in base alle caratteristiche dei materiali utilizzati (gomma, silicone, altro) prevede specifiche ta-belle per la manutenzione e la sostituzione.

E’importante che l’allevatore si attenga ai programmi di manutenzione consigliati e che comunque non superi le 2000 ore di lavoro per eseguire un intervento di ma-nutenzione

Su questi componenti riveste particolare importanza, per il loro corretto funzio-namento, il programma di igienizzazione adottato e perciò diventa importante la verifica della pulizia interna. Molta attenzione deve essere prestata, da parte dei mun-gitori, nel mantenere pulito il foro ingresso dell’ aria nel collettore. Qualora, all’inter-no dei flussometri e lattometri, entri paglia o altro, bisogna pulire immediatamente.

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tabella 20 - Programma gestione e manutenzione collettori, flussometri, lattometri, terminali

Componente Periodicità tipo d’intervento

Foroingressoariacollettore Ognimungitura Pulire

Flussometrielattometri Ognimungitura Verificaposizione*

Sondeterminale Ognimungitura Verificarepulizia

Partiingommacollettore Ognidueanni Sostituire

Partiinplasticainusura Ognidueanni Sostituire

Flussometripartiinusura Ognidueanni Sostituire

Lattometripartigommainusura Ogni2000oredilavoro Sostituire

Partiingommaterminale Ognidueanni Sostituire

Guarnizioniingomma Ognidueanni Sostituire

Pompa latte

In ogni impianto di mungitura dovrebbe essere presente, come ricambio, una pompa del latte. L’applicazione al vaso terminale dovrebbe essere tale da permettere a ogni mungitore la sostituzione rapida in caso di guasto.

Le manutenzioni da eseguirsi ogni sei mesi riguardano: la sostituzione delle guar-nizioni di tenuta, la lubrificazione dei cuscinetti, la verifica tenuta delle boccole e la funzionalità dei comandi.

tabella 21 - Programma manutenzione pompa latte

Componente Periodicità tipo d’intervento

Pompalatte Semestrale Sostituzioneguarnizionetenuta(flap)

Pompalatte Semestrale Lubrificarecuscinetti

Quadrocomando Semestrale Verificafunzionalitàinterruttorisicurezza

Programmatore di lavaggio e accessori

Anche il programmatore del lavaggio dell’impianto di mungitura (lavatrice) va verificato periodicamente. Ad ogni mungitura verificare se il prelievo dei prodotti igienizzanti è stato corretto. Semestralmente verificare la funzionalità delle elettro valvole, delle resistenze, pulire i filtri acqua e controllare i tempi delle fasi di lavaggio.

tabella 22 - gestione e manutenzione programmatore di lavaggio e accessori

Componente Periodicità tipo d’intervento

Pompadosaggiodetersivo Ognimungitura Verificaquantitàprodottoprelevato

TubiinPVCpertrasferimentolatte

Ognimungitura Detergereedisinfettareinternoedesterno

Pompadosaggiodetersivo Semestrale Sostituirepartiusuraacontattoprodotti

Elettrovalvole Semestrale Verificafunzionalità

Connessionerubinettiacqua Semestrale Pulirefiltri

Programmatore Semestrale Verificarefasietempidilavaggio

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Altri impianti

Nelle stalle di vacche da latte, oltre all’impianto di mungitura, esistono altri im-pianti, che possono incidere sulla mungitura e sulla qualità del latte che richiedono manutenzione da parte di specialisti. Gli impianti sono: • elettrico• illuminazione• termico e caldaie• idraulico • ventilazione/condizionamento

Per ottenere latte di qualità non bisogna dimenticare le condizioni igieniche del locale di stoccaggio del latte. In questi locali, al termine di ogni mungitura, bisogna pulire e lavare la sala mungitura, di attesa e i corridoi di uscita delle vacche dalla sala di mungitura. Settimanalmente le pareti della fossa mungitore, l’esterno dei gruppi di mungitura e il pavimento devono essere igienizzati con specifiche soluzioni ( me-glio l’uso di schiume). Ad ogni mungitura bisogna rimuovere, dalla sala di mungi-tura, i fazzoletti di carta usati per pulire le mammelle e quant’altro usato durante la mungitura. Ogni giorno vanno pulite le griglie della fossa del mungitore.

Nella modifica dei locali di mungitura o nella realizzazione di quelle nuove sa-rebbe opportuno adottare soluzioni che permettano il lavaggio e pulizia delle pareti e dei pavimenti in automatico. Questa operazione svincolerebbe gli operatori alla mungitura da queste operazioni e si avrebbe la certezza che verrebbero eseguiti di routine come previsto dalle procedure aziendali.

Ogni mese in occasione delle pulizia esterna delle condutture bisogna eliminare le ragnatele, pulire i vetri, le sorgenti luminose, i ventilatori e sostituire le trappole per le mosche.

In sala latte bisogna mantenere ordine e pulizia.

tabella 23 - gestione e manutenzione locali di mungitura

Componente Periodicità tipo d’intervento

Paretisalamungitura Primadellamungitura Bagnarelepareti

Saladimungitura Ognimungitura Pulire

Saladiattesaecorsie Ognimungitura Pulire

Saladimungitura Ognimungitura Rimuoveretovagliolicontenitorivuotiutilizzati

Paretisaladimungitura Ognimungitura Pulire

Fossamungitoriesternogruppi Settimanale Detersioneedisinfezione(schiuma)

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CAPItolo 6

Stoccaggio del latte alla stalla Il latte conforme proviene dalla mungitura delle vacche idonee che viene sot-

toposto, prima dello stoccato nell a vasca di refrigerazione, al filtraggio mediante l’impiego di appositi filtri mono uso sostituiti ad ogni mungitura. La vasca deve rimanere costantemente chiusa e il latte mantenuto in movimento utilizzando l’agi-tatore automatico.

Compito dell’allevatore, o degli addetti alla mungitura, è la verifica visiva della temperatura di raffreddamento del latte indicata sul serbatoio e la corretta funzio-nalità dell’agitatore che vanno controllati giornalmente. Con cadenza trimestrale verificare i tempi di refrigerazione registrando i minuti intercorsi tra la fine della mungitura ed il raggiungimento della temperatura di 4 ° C del latte gestendo, even-tualmente, le non conformità.

E’ compito del mungitore e degli addetti alla raccolta del latte controllare la quali-tà del latte idoneo al consumo verificando l’assenza di corpi estranei, il colore bianco e l’odore caratteristico del latte.

tabella 24 - Andamento carica microbica nel tempo

temperaturaambientale °C

tempo di conservazione

Dopo la mungitura(x 1000)

24 h (x 1000)

48 h(x 1000)

4 4300 4400 4500

10 4300 14000 127700

16 4300 1600000 33000000

Filtrazione del latte

Il latte proveniente dalla mammella sana della bovina non contiene impurità ma queste possono venire a contatto con il latte a causa di routine di mungitura errate.

Supporto filtro latte a calza inserito tra pompa latte e serbatoio stoccaggio latte.

Supporto filtro latte a calza con possibilità sostituzione durante la mungitura.

A fine mungitura controllare le condizioni del filtro latte.E’ un ottimo indicatore per valutare la routine di mungiturae lo stato sanitario mammelle

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Alta Qualità

Per allontanare eventuale materiale grossolano (paglia, residui di foraggio, frammenti di escrementi, peli, oggetti estranei) bisogna filtrare il latte. Tale operazione è prevista dalla legge e deve essere realizzata facendo passare il latte attraverso un apposito filtro, generalmente di tessuto- non tessuto, di grammatura variabile dai 60 ai 80 grammi /metro quadro che serve a bloccare eventuali impurità presenti nel latte appena mun-to.

La filtrazione del latte avviene principalmente con filtri a calza e a disco.Il filtro a calza è posto tra la pompa del latte e il serbatoio di stoccaggio.Il filtro a disco può essere messo su un supporto a imbuto inserito nell’ apertura

del serbatoio. Il filtraggio del latte con filtri a dischi è adatto per i piccoli allevamenti dove la mungitura si esegue con il secchio.

Il filtro del latte deve essere recuperato dall’impianto di mungitura al termine del-la mungitura, prima dell’inizio fasi lavaggio impianto, con procedure tali da evitare che il contenuto del filtro finisca nel serbatoio di stoccaggio. Prima di ogni mungi-tura deve essere inserito nell’impianto un nuovo filtro. Negli allevamenti di grandi dimensioni è opportuno sostituirlo ogni 3.000 litri di latte munto o circa 200 vacche munte oppure ogni 3 ore di mungitura. Per evitare efficiente il filtro è opportuno che le vacche arrivino in sala di mungitura con mammelle e capezzoli puliti. Se ciò non dovesse verificarsi, i riferimenti sopra indicati per la sostituzione del filtro, vanno ridotti.

Esistono studi (Bailoni, 1999) che dimostrano come la filtrazione non modifichi la composizione chimica del latte (zuccheri grassi, e proteine) mentre le caratteri-stiche microbiologiche (carica batterica) sembrano ridotte del 12-15 % (Disegna 1985).

Il filtro del latte, venendo a contatto con il latte di tutta la mandria, rappresenta un concentrato di varia natura che può essere di aiuto per capire come sono avvenute le operazioni di mungitura. Con specifiche metodologie e procedure può inoltre fornire utili indicazioni per valutare il quadro igienico – sanitario dell’allevamento.

Refrigerazione del latte alla stalla

Abbassando rapidamente la temperatura del latte si riduce drasticamente lo svi-luppo dei microrganismi che sono i principali responsabili delle alterazioni del latte. L’azione batteriostatica del freddo è tanto più efficace quanto minore risulta l’inqui-namento microbico del latte durante le operazioni di mungitura. Errori frequenti sono, per esempio, l’introduzione nel serbatoio refrigerante a ogni mungitura di più latte rispetto alle sue reali capacità di raffreddamento, oppure serbatoi dimensionati per quattro munte e utilizzarli a due, serbatoi con il dimensionamento del compres-sore non sempre adeguato alla quantità del latte che viene introdotta. Queste e tante altre condizioni portano a un aumento del tempo di raffreddamento del latte alla temperatura desiderata con conseguente aumento dello sviluppo della carica micro-bica.

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I serbatoi refrigerati

Altro aspetto da non sottovalutare sono le caratteristiche tecniche del serbatoio refrigerante. Molto spesso ci si sofferma solo sulla quantità di latte contenuto sen-za valutare i materiali utilizzati, le caratteristiche dei compressori, la classe di ap-partenenza del serbatoio refrigerato (come previsto dalla norma internazionale ISO 5708). Spesso sui serbatoi refrigeranti del latte non sono presenti le targhe contenenti almeno i seguenti dettagli:• Nome costruttore o marca commerciale• Tipo e numero di serie• Volume nominale• Classe di prestazioni rappresentata da almeno tre simboli dove il primo indica

il numero delle mungiture, il seconda la classe di temperatura ambiente dove il serbatoio refrigerante può lavorare ed infine la classe del tempo di refrigerazione

• Tipo di liquido frigorigeno (se l’evaporatore fa parte del serbatoio).Questi elementi sono essenziali per capire le caratteristiche del serbatoio del latte.

E’ frequente che le classi non siano adeguate alle caratteristiche climatiche dove viene installato il serbatoio e alla destinazione del latte. In Italia non vi è nessun organismo tecnico ufficiale che indica le classi minime di appartenenza dei serbatoi refrigeranti del latte nelle diverse zone. Nei mesi estivi è frequente superare i 32° C come tempe-ratura ambiente. La maggior parte dei serbatoi refrigeranti del latte commercializzati in Italia, sono di classe B II dove la loro progettazione e collaudo prevede prestazioni ottimali di utilizzo a una temperatura ambiente che non deve superare i 32° C e dove il tempo per portare il latte a 4° C è di 3 ore in prima mungitura.

tabella 25 - Classi temperatura ambiente previste nel progetto parametri del serbatoio, per garantire le prestazioni di raffreddamento latte

Classe temperatura ambiente ° C

A 38

B 32

C 25

Serbatoio refrigerante latte display tempera-tura conservazione, tastiera programmazione e comandi.

Serbatoio refrigerante latte targa con carat-teristiche tecniche previste dalle norme ISO 5708 / EN 13732.

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tabella 26 - tempo impiegato, in minuti primi, al raffreddamento del latte in funzione classi prestazioni serbatoi refrigerazione “norme ISo 5708”

Classe tutte le mungiture da 35° C a 4° C Seconda mungitura da 10° C a 4°C

I 150 48

II 180 90

III 210 105

IV Devonoessereriferitedalcostruttore Devonoessereriferitedalcostruttore

In diversi manuali sono descritti i principi di funzionamento della macchina fri-gorifera e dei sistemi di raffreddamento del latte ( vedi manuale 1e 2 di Granlatte) ed in questa sede riteniamo opportuno non ripeterli ma soffermarci sugli aspetti di maggiore interesse per i produttori di latte. Prima dell’acquisto del serbatoio refri-gerante di stoccaggio del latte basilare calcolare il dimensionamento utile del locale dove installare il serbatoio. Esistono delle tabelle dove è prevista la superficie minima del locale latte in funzione della produzione annua. Nel locale latte attorno al serba-toio deve essere prevista la possibilità di passare con almeno 60-70 cm di spazio. La superficie minima del locale latte anche per chi produce meno di 300 t anno deve essere dai 25 – 30 m quadrati. Ogni 100 t di latte prodotto in più annui circa 4 me-tri quadrati di superficie in più. Non bisogna dimenticare la larghezza delle porte di tale ambiente, l’accesso al serbatoio per chi ritira il latte e il sistema di drenaggio dei pavimenti che deve garantire un locale il più pulito e asciutto. Il dimensionamento del serbatoio refrigerante deve considerare come parametro di base la produzione di latte giornaliera dell’azienda nei periodi di massima produzione (periodo di punta). Devono essere considerati anche altri fattori legati come l’aumento della produzione che può avvenire nell’arco dei prossimi anni dovuto ad es. ad aumento di capi o della produttività degli stessi. La quantità di latte da considerare deve essere riferita a 1 o 2 giorni di produzione in funzione delle periodicità del ritiro. Di conseguenza si calco-lerà il dimensionamento di serbatoi refrigeranti a 2 munte o 4 munte. Il serbatoio a 2 munte dovrà portare il latte da 35 a 4 °C, nel tempo massimo di 2,5 – 3 ore dall’i-nizio della mungitura di una quantità di latte pari alla metà del suo volume, mentre nel serbatoio a 4 munte solo un quarto del volume del serbatoio. La realizzazione del serbatoio a 2 munte a pari capacità del 4 munte, comporta i componenti del gruppo frigorifero più potenti. Per iI calcolo del volume nominale del serbatoio refrigerante usare la seguente formula:

VN = Pgm x 1,10 ________________________

ndove:VN=volumenominaleserbatoiorefrigerantePGm=massimaproduzionegiornalieradilatten=numeromuntedastoccare1,10coefficientedisicurezza

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L’agitatore del serbatoio è di norma costituito da una unica pala installata il più possibile vicino al fondo e con una forma che può essere condizionata da serbatoio stesso. L’agitatore ruota con una velocità che varia da 20 a 40 giri al minuto, non in continuo. Durante la fase di conservazione funziona in modo alternato per 2-3 mi-nuti ad intervalli di 10 – 15 minuti (durante la fase di funzionamento della macchina frigorifera funziona in continuo). All’interno del processo di refrigerazione del latte è possibile recuperare il calore e se tale sistema è realizzato correttamente può portare ad un risparmio energetico.

Manutenzione serbatoi refrigerati stoccaggio latte in azienda

Per avere il massimo rendimento del serbatoio refrigerato del latte è opportuno programmarne la manutenzione. Oltre alla detersione e disinfezione è importante pulire, ogni mese, la vaschetta detersivo, i filtri acqua e le pompe di dosaggio del detersivo. Ogni due mesi pulire le alette condensatore e le presa d’aria, spazzolan-dole verticalmente. Pulire anche l’esterno del refrigeratore. Ogni anno controllare e sostituirla guarnizione dell’albero agitatore ed i tubi di aspirazione della pompa del detersivo. A ogni mungitura verificare la temperatura di raffreddamento del latte.

tabella 27 - Programma di gestione e manutenzione serbatoi refrigeranti stoccaggio latte in azienda

Componente Periodicità tipo d’intervento

Serbatoio Aogniritirolatte Detersioneedisinfezione

Coperchio Ognilavaggio Verificapulizia

Temperaturalatte Giornaliera Verificare

Temporaffreddamento Giornaliera Verificare

Funzionalitàagitatore Giornaliera Verificare

Pompadosaggiodetersivo Mensile Controllarequantitàdetersivo

Serbatoio Mensile Puliziaesterna

Diffusorilavaggio Mensile Pulire

Filtriacqua Mensile Pulire

Vaschettadetersivo Mensile Pulire

Alettecondensatore Mensile Pulire

Compressore Semestrale Controllolivelliliquidi

Compressore Semestrale Controllocaricarefrigerante

Guarnizionealberoagitatore Annuale Sostituire

Pompadosaggiodetersivo Annuale Sostituiretubi

Piastre di raffreddamento

Dove sono presenti vanno aperte, pulite, lavate e rimontate con frequenza annua-le. Il ri montaggio delle piastre è operazione complessa che deve essere eseguita da tecnici specialisti.

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Alta Qualità

la consegna del latte

Il lotto di produzione aziendale è definito come quantitativo di latte ottenuto dalle mungiture di una o due giornate. Il carico e il conferimento del latte all’acqui-rente sono a carico del trasportatore. A norma di legge, la quantità del lotto di latte consegnato è identificata con due tipologie di registrazioni:• Registro di consegna / scontrino di consegna informatico, presente presso l’azien-

da;• Registro del trasportatore che accompagna il latte fino allo stabilimento.

Presso ogni allevamento almeno due volte il mese si preleva un campione rap-presentativo del lotto aziendale per le attività di controllo dei parametri qualitativi, consegnati direttamente agli stabilimenti degli acquirenti per la successiva analisi.

Pulizia e disinfezione dei serbatoi refrigerati

Per la corretta conservazione del latte alla stalla occorre che i serbatoi di stoccag-gio siano detersi e disinfettati dopo ogni ritiro del latte. Per una perfetta pulizia e disinfezione non si può prescindere dall’impiego di prodotti detergenti disinfettanti che, se non usati correttamente, possono essere nocivi alla salute dell’uomo e com-promettere le successive fasi di trasformazione del latte in latte, yogurt, burro o for-maggio. Per queste ragioni le fasi del lavaggio di un serbatoio stoccaggio latte, come del resto altre attrezzature, devono essere considerate un’operazione delicata a tal punto da richiedere una routine e dei dispositivi di lavaggio specifici per garantire l’e-liminazione delle sostanze organiche ed evitare l’inquinamento del latte con sostanze tossiche. Per queste ragioni è consigliabile installare nei serbatoi di stoccaggio latte un programmatore di lavaggio (lavatrice) che ha il compito di garantire le diverse fasi della sanitizzazione secondo un programma predefinito. La macchina lavatrice presente nella maggior parte dei serbatoi è concettualmente costituita da una valvola a tre vie e da un temporizzatore controllati da una scheda elettronica che stabilisce i tempi delle diverse fasi. L’azione meccanica è garantita dal flusso della soluzione sanitizzante, dalla sua velocità e dalla turbolenza. Il programmatore di lavaggio è dotato di contenitori per detergente e disinfettante che sono prelevati direttamente dall’apparecchiatura.

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CAPItolo 7

tecnica di mungitura

La mungitura costituisce una delle operazioni più importanti e critiche nella ge-stione di un allevamento di vacche da latte, è l’unico momento dove l’operatore di mungitura è a contatto e vede da vicino la vacca. Diventa essenziale prendere coscienza dell’importanza della routine di mungitura. Con routine s’intende l’esecu-zione rigorosa e ben definita sequenza di operazioni che permettono di eseguire una mungitura delicata e veloce senza arrecare danni alle mammelle e alle caratteristiche qualitative del latte. La figura operativa che permette di raggiungere tali obiettivi è il mungitore. La tecnica di mungitura è individuale per ogni allevamento. Se non viene applicata correttamente è tra le cause principali di introduzione di problematiche all’interno dell’allevamento che può favorire l’innalzamento delle cellule somatiche e l’aumento delle mastiti. La mungitura è il momento di contatto tra la vacca e la macchina.

Il personale addetto alla mungitura deve essere:• essere calmo, non urlare e che non compiere movimenti bruschi,• avere confidenza con gli animali e conoscere come avvicinarli e toccarli,• avere il senso dell’igiene sia personale che delle attrezzature e dell’ambiente di la-

voro, • saper mungere a mano ed essere in grado di riconoscere le anomalie sia nel latte

Abbigliamento (estivo e invernale) mungitore provvisto di sacche e attrezzi per la mungitura. (Fonte: DeLaval)

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che delle mammelle,• essere in grado di eseguire il CMT e di saperlo interpretare,• essere un attento osservatore delle vacche,• essere in grado di “riferire”.

In base a quanto previsto dal regolamento CE 853/2004 le persone addette alla mungitura devono indossare abiti da lavoro idonei e puliti e curare con grande atten-zione la pulizia personale.

Devono pertanto essere disponibili installazioni idonee, attigue al locale di mun-gitura, per consentire, agli addetti alla mungitura e alla manipolazione del latte cru-do, di lavarsi le mani e le braccia.

Rispettare tutti i giorni l’orario di mungitura

Prima di iniziare le operazioni di mungitura lavarsi correttamente le mani(foto: M. Codeluppi)

Il mungitore deve sempre utilizzare i guan-ti e mantenerli puliti (foto: M. Codeluppi)

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Con la palpazione e controllo, il mungitore si accorge dei quarti “problema”. Se presenti è buona regola “identificare registrare le bovine “ coinvolte.

Le vacche “problema o con antibiotico vanno munte con un gruppodi mungitura a parte (foto: M. Codeluppi

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E inoltre importante tale personale sia in grado di separare il latte non conforme in base alle anomalie riscontrate nei primi getti di latte o in base alla presenza di vac-che segregate, di mungere separatamente il colostro delle vacche che hanno partorito e destinarlo ai vitelli, di riconoscere i principali parametri della macchina mungitrice per verificarne il corretto funzionamento durante l’utilizzo, provvedere all’accurato lavaggio dell’impianto al termine di ogni mungitura e possibilmente usare guanti in lattice o nitrile per ridurre il trasferimento di patogeni contagiosi dalle mani ai ca-pezzoli. L’uso dei guanti da parte dei mungitori ha evidenziato una riduzione dell’in-cidenza di nuove mastiti fino al 44% (Jones, 1998).

I guanti possono essere sostituiti tra un gruppo e l’altro di animali oppure risciac-quati più volte durante la mungitura con una soluzione disinfettante ( Ruegg et al., 2000). La sostituzione dei guanti è obbligatori dopo aver operato con animali affetti da mastite clinica.

In sala di mungitura dovrebbe essere sempre disponibile il materiale per eseguire il CMT per monitorare il latte delle vacche dubbie e per decidere se avviare il latte alla commercializzazione oppure ad altra destinazione.

A fine mungitura la palpazione manuale della mammella, eseguita allo scopo di determinare la presenza eventuale di mastite, sta rapidamente divenendo un’arte del tempo andato. Il mungitore dovrebbe eseguire tale operazione quando nota qualcosa di anomalo sulla produzione o sulle caratteristiche del latte, o un’evidente variazione di volume mediante l’esame comparativo dei quartieri contrapposti. E’ necessario procedere ad un accurato svuotamento della mammella, poiché un eccesso di latte residuo, riduce le probabilità di rilevare la presenza di tessuto cicatriziale. Si procede quindi alla palpazione delle cisterne, raffrontando l’uno con l’altro, sia i quartieri an-teriori sia quelli posteriori. Con una mano si tira il capezzolo verso il basso allo scopo di provocarne la tensione mentre con le dita dell’altra mano sono valutati lo spessore e l’elasticità delle zone corrispondenti alla cisterna mammaria.

L’area della cisterna di una mammella sana appare soffice e flessibile e, sottoposta alla pressione tra le dita, deve presentare uno spessore inferiore ai 2,5 cm. La palpa-zione profonda può anche far rilevare la presenza di noduli duri i quali assumono un preciso significato quando sono rilevabili in uno solo dei quartieri contrapposti. Una certa diffusione di nodosità può essere prevista come struttura normale di alcune mammelle ma, in questo caso, i noduli sono piccoli e rotondeggianti di dimensioni costanti e uniformemente distribuiti nello spessore di entrambi i quartieri contrap-posti. La palpazione può denunciare anche la presenza di un’asimmetria, riscontra-bile ponendo il palmo delle mani sotto ciascun quartiere sollevandolo verso l’alto, allo scopo di valutarne comparativamente le dimensioni ed il peso. E’ questo il me-todo più efficiente per determinare l’estensione dell’edema o il volume del quartiere mammario. In presenza di mastite acuta l’edema risulta evidente senza ricorrere a palpazione. Anche le porzioni terminali del capezzolo devono essere esaminate con riferimento all’eventuale presenza di lesioni o di altre anomalie. Qualora,durante la mungitura, si riscontrino casi di mastite su uno o più quarti della mammella della vacca, il mungitore deve seguire scrupolosamente le indicazioni del veterinario azien-

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dale per quanto riguarda i trattamenti. La bovina colpita da mastite deve essere im-mediatamente identificata con fasce, cordini o vernici colorate. La rilevazione della mastite non è difficile, il quarto si presenta indurito e gonfio. Allo stacco del gruppo di mungitura bisogna insistere per svuotare completamente il quarto con mastite prima di procedere con il trattamento terapeutico prescritto dal veterinario aziendale igieniche più consone.

Routine di mungitura

Le vacche sono animali abitudinari ed esprimono le migliori prestazioni produt-tive (incremento del 5,5%) quando sono gestite allo stesso modo tutti i giorni (Ra-smussen e Frimer, 1990). In sale di mungitura parallele o a spina di pesce i principali schemi di routine applicabili sono:

territoriale, in cui il mungitore esegue le diverse fasi della routine su un numero fisso di vacche entro una porzione definita della sala di mungitura (ad esempio le prime otto poste al primo mungitore e le seconde 8 poste al secondo mungitore ecc.);

sequenziale, in cui il primo operatore è seguito in sequenza da uno o più mungi-tori ciascuno dei quali svolge una o più fasi della routine (ad esempio il primo mun-

Installare filtro latte “nuovo e pulito” prima dell’inizio della mungitura (foto: M. Codeluppi)

Prima dell’inizio mungitura controllare funzio-namento serbatoio stoccaggio latte e collegare linea trasferimento latte (foto: M. Codeluppi)

Preparare prodotti per il pre e post dipping (foto. M. Codeluppi)

Prima di iniziare la mungitura è consigliato di bagnare pavimenti e strutture per rendere più agevole la pulizia (foto. M. Codeluppi)

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gitore esegue la eliminazione dei primi getti di latte e la pulizia capezzoli, il secondo esegue l’ asciugatura dei capezzoli e l’attacco del gruppo di mungitura infine il terzo si occupa del controllo delle mammelle a fine mungitura, esegue il post dipping e fa uscire gli animali dalla sala di mungitura).

Nelle sale di mungitura parallele o a spina i mungitori si muovono verso le bo-vine mentre nelle sale a giostra le vacche vengono trasportate dalla piattaforma di mungitura.

La routine di mungitura è legata all’allevamento, al tipo di sala e dalle caratteristiche dei mungitori. La routine sequenziale presenta maggiori rischi in quanto non ven-gono rispettati i tempi ed inoltre comporta maggiori spostamenti da parte dei mun-gitori. Quella territoriale, una volta messa a punto e assimilata dagli operatori, dà maggiori garanzie nel rispetto dei tempi delle diverse operazioni. La scelta di adottare routine minime, in particolar modo velocizzando le operazioni di preparazione della mammella e dei capezzoli, non porta nessun beneficio alla salute della mammella ed alla qualità del latte. La scelta di ridurre al minimo le operazioni di preparazione della mammella, non pulire e asciugare i capezzoli, non eseguire l’eliminazione primi getti aumenta il rischio di mastite, peggiora la qualità del latte ed esercita effetti ne-

lato A

CoRSIA MuNgItoRe

lato B

lato A:PartendodavaccaA F:eliminazioneprimigettidilatteepredipping-RitornaresuvaccaA F:puliziaeasciugaturaconattaccogruppo-Verso lato B:percontrollomammellefinemungituraepostdipping

Routine territoriale su sei + sei gruppi di mungitura in sala spina di pesce o parallelo

latoA

MuNgItoRe 1 MuNgItoRe 2

latoB

Per le sale a spina di pesce o parallele con due mungitori con routine territoriale ognuno opera nel proprio settore

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gativi sulla produzione e sulla velocità emissione del latte determinando in realtà un incremento dei tempi complessivi di mungitura. Un utile indicatore per verificare la correttezza delle operazioni della routine di mungitura è la valutazione del filtro del latte al termine di ogni mungitura. Se il filtro è sporco o presenta residui di lettiera significa che i capezzoli non sono stati puliti in modo appropriato o si sono verificate molte cadute di gruppi. Se vengono rivenuti coaguli o stoppini significa che l’elimi-nazione dei primi getti di latte non è stata eseguita con regolarità e quindi del latte potenzialmente con mastite è stato convogliato nel serbatoio invece di essere sepa-rato. Negli allevamenti in cui i mungitori sono dei dipendenti è importante chela routine di mungitura venga scritta, consegnata e accettata dal personale.

Sala pronta per inizio operazioni di mungitura (foto: M. Codeluppi)

Dopo aver preparato la sala di mungitura e sala latte radunare le vacche in sala di attesa. Caricare una fila per volta. (foto: M. Codeluppi)

Processo di mungitura La vacca, a differenza di altri mammiferi, ha il 75 – 80 % di latte alveolare e il

25 – 20 % di latte in cisterna. Se il latte in cisterna è pronto per essere munto senza problemi, il latte alveolare è da estrarre e serve l’aiuto dell’ormone ossitocina rilascia-to dalla vacca. La scarica di ossitocina, in condizioni di normalità arriva circa 60 -75 s dopo la stimolazione. Condizioni di stressate e paura allungano i tempi di rilascio dell’ossitocina. L’organizzazione della routine di mungitura deve tener conto di que-sti aspetti e della velocità operativa dei mungitori.

SPeCIe lAtte CISteRNAle % lAtte AlVeolARe %

BUFALA 5 95

VACCA 25 75

PECORA 50 50

CAPRA 80 20

eiezione del latte in alcune specie

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Processo di mungitura

Sequenza movimenti mano e dita per una corretta mungitura a mano

Eliminare almeno tre getti di latte per quarto (foto: M. Codeluppi)

In sala, nella fossa dei mungitori, devono sempre essere presenti, ogni 2 – 3 grup-pi di mungitura, rotoli di carta per la pulizia dei capezzoli ed inoltre gli erogatori ed i prodotti per eseguire il pre e post dipping. Il mungitore essere a conoscenza di quali sono le vacche problema con mastite, con cellule elevate, con colostro, da asciugare. E’ buona regola registrare queste indicazioni in sala di mungitura in modo che siano facilmente visibili da parte dei mungitori.

Per una corretta prassi igienica prevista ogni allevamento deve definire, le proprie procedure di mungitura.

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Si accendono i motori, i dispositivi elettronici e si predispone la sala di mungitu-ra, si fanno i controlli dei parametri di funzionamento della macchina mungitrice, si verifica l’avvenuto lavaggio in modo corretto e quindi si inizia la mungitura.

E’ importante la pulizia dei capezzoli per:• favorire l’emissione del latte attraverso la stimolazione dei recettori neurali localiz-

zati nell’epidermide del capezzolo;• ridurre la presenza di batteri sulla cute dei capezzoli, riducendo il rischi mastite;• impedire al sudiciume (sporco e letame) e ai batteri di miscelarsi al latte.

E’ importante eliminare i primi getti di latte per:• controllare lo stato del latte;• eliminare il latte più inquinato da microrganismi e cellule;• lubrificare lo sfintere del capezzolo;• accelerare la scarica di ossitocina.

Le mammelle devono arrivare alla mungitura in buone condizioni di pulizia; questo dipende dalla gestione aziendale e dalle strutture di stabulazione. Operativa-mente la pulizia dei capezzoli può avvenire in diversi modi. Partendo da mammelle pulite l’intervento del mungitore può limitarsi all’uso di fazzoletti di carta o salviette detergenti monouso. In presenza di mammelle sporche può essere utile procedere al lavaggio dei capezzoli con acqua tiepida avendo cura di usarne il meno possibile, di non bagnare tutta la mammella e concentrare il getto sui capezzoli sporchi. Evitare di lavare i capezzoli con spugne o stracci bagnati anche se preventivamente disin-fettati in quanto questa pratica non garantisce l’eliminazione dei patogeni presenti sugli stracci ma favorisce il trasferimento dei batteri da una vacca all’altra. Se nella procedura di pulizia capezzoli si utilizzano tovaglioli in tessuto è essenziale lavarli, detergerli e disinfettarli in lavatrice con cicli di lavaggio completi. Prima dell’utilizzo devono essere asciugati per limitare lo sviluppo batterico. L’asciugatura dei capezzoli può essere eseguita con tovaglioli di carta monouso per evitare di trasferire patogeni da una vacca all’altra. E’ necessario strofinare il tovagliolo intorno al capezzolo aven-do cura di asciugare correttamente anche lo sfintere.

E’ importante asciugare i capezzoli per:• impedire ai residui di acqua del lavaggio di scolare verso l’estremità dei capezzoli,

raccogliendo batteri e sporco rimasti sulla cute. L’aspirazione di acqua contaminata all’interno del prendicapezzoli durante la mungitura provoca l’innalzamento della carica microbica del latte;

• aumentare l’attrito tra il capezzolo e la guaina riducendo lo scivolamento dei pren-di capezzoli. L’ingresso di aria nei prendi capezzoli, conseguente allo scivolamento, provoca il retro flusso di goccioline di latte dal collettore verso l’estremità distale dei capezzoli ( effetto impatto). La presenza di acqua sporca sui capezzoli o guaine non pulite forma una sorta di aerosol che va ad impattare violentemente contro lo sfintere del capezzolo permettendo ai batteri di penetrare nel canale del capezzolo

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e di dar origine ad innalzamento del conteggio delle cellule somatiche e poi delle mastiti (Jones, 1998 ).

Eseguire pre dipping con prodotto specifico e attrezzatura adeguata (foto: M. Codeluppi)

Munirsi dei tovaglioli di carta neces-sari per il n° vacche in routine (foto: M. Codeluppi)

Per pulire ed asciugare i capezzoli si possono utilizzare tovaglioli in tessuto dopo detersione - disinfezione e asciugatura (foto: M. Codeluppi)

Pulire e asciugare capezzoli con tovagliolo uno per vacca (foto: M. Codeluppi)

Attacco del gruppo di mungitura con l’accortezza di limitare l’ingresso aria (foto: M. Codeluppi)

Verificare la “consistenza” capezzoli a con-ferma avvenuta scarica ossitocina (foto: M. Codeluppi)

In questi ultimi anni sono stati introdotti sul mercato detergenti schiumogeni applicabili, sulla superficie del capezzolo, che facilitano la rimozione dello sporco assicurando una maggiore detersione (pre dipping). La presenza di idratanti ed emol-lienti permette a questi prodotti di manifestare una funzione idratante della cute del

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capezzolo rendendola elastica prima della mungitura. La schiuma del pre dipping deve rimanere sul capezzolo per almeno 25-30 secondi prima di essere tolta con l’a-sciugatura. Gli erogatori del pre dipping devono essere sempre puliti e se all’interno è presente sporco vanno lavati con acqua.

La preparazione e la stimolazione della mammella rappresentano i fondamenti del processo di emissione del latte nella bovina. La stimolazione tattile effettuata con le fasi di preparazione della mammella alla mungitura determina l’invio di un segnale neurale al cervello e il rilascio da parte della ghiandola pituitaria dell’ormone ossito-cina nel sangue. L’incremento della concentrazione sanguigna dell’ossitocina induce le la contrazione delle cellule mio epiteliali che circondano gli alveoli con il conse-guenterilascio del latte alveolare nei dotti principali e quindi nella cisterna da cui può essere rimosso dall’azione della mungitura. La frazione di latte presente nella cisterna risulta maggiore ad inizio lattazione decrescendo verso fine lattazione (Hilger, 2001).

Preparati i capezzoli per la mungitura, vi è la necessità di avere un sincronismo perfetto tra l’emissione di latte cisternale e quello alveolare. In pratica con l’elimina-zione dei primi getti, pulizia e corretta asciugatura (stimolazione) si deve attendere che la bovina si prepari a cedere il latte. In pratica bisogna attendere che arrivi un’a-deguata secrezione di ossitocina a livello di ghiandola mammaria. Secondo Ruegg 2000 e Rasmussen 1992, questi intervalli che intercorrono tra la stimolazione e l’e-missione del latte varia da 60 s a 120 s in funzione dello stadio di lattazione, del riempimento della mammella e dall’intervallo tra due mungiture (per chi esegue la terza mungitura il tempo è più vicino ai 120s).

Prendi capezzolo posizionato per l’attacco

Sono i dettagli che identificano il bravo mungitore (foto: M. Codeluppi)

Tempo minimo tra l’inizio della preparazione della mammella e l’attacco del gruppo prendi capez-zolo. (Fonte: Reneau and Chastain, 1995)

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Il tempo minino che deve intercorrere tra la preparazione della mammella e l’at-tacco gruppo deve essere compreso tra i 60-90 s. Per verificare se il tempo tra la preparazione della mammella e l’attacco del gruppo è corretto bisognerebbe eseguire la verifica con il Lactocorder che è uno strumento che rileva i flussi di emissione e determina la curva di emissione del latte.

tabella 28 - Medie riguardanti sei studi condotti internazionalmente sull’effetto della stimola-zione e della preparazione della mammella sulla mungitura. (Fonte:ReneauandChastain,1995)

Assenzadi stimolazione

Stimolazione e preparazione della mammella (60s)

Produzionemediadilattekg/mungitura

10,37 10,80

Flussomediodilatte(kg/minuto)

1,77 2,13

Tempomediodimungitura(minuti)

6,30 5,50

Il mancato sincronismo tra l’attacco del gruppo e il rilascio dell’ossitocina im-pedisce il trasferimento del latte alveolare alle cavità cisternali determinando una temporanea interruzione di flusso di latte ed esponendo i capezzoli a sovra mungi-tura. Questo fenomeno provoca la penetrazione del vuoto di mungitura all’interno dei capezzoli, determinando alterazioni e danneggiamenti dei tessuti ed un maggior rischio d’infezioni (Wallace et al 2003). Numerosi studi internazionali hanno di-mostrato come una corretta preparazione e stimolazione dei capezzoli eserciti effetti positivi sulla produzione e sulla velocità di emissione del latte contribuendo a ridurre i tempi di mungitura (Sagi e altri, 1980). I mungitori devono prendere atto che il tempo di preparazione della mammella non è “tempo perso” ma anzi riduce il tempo complessivo di mungitura.

Per iniziare una corretta mungitura con una mano si inserisce il gruppo sotto alla mammella tenendolo per il collettore e con l’altra attaccando i prendicapezzoli cominciando dai capezzoli più lontani finendo con quelli più vicini all’operatore. Durante l’attacco i tubi corti latte vanno piegati a Z per limitare gli ingressi di aria (effetto impatto) e quindi fluttuazioni di vuoto nell’impianto di mungitura. Se è presente una vacca con un capezzolo cieco (da non mungere) nella guaina inserire l’apposito tappo opportunamente pulito.

Effettuato l’attacco del gruppo è importante assicurarsi della corretta posizione del gruppo prendi capezzoli in modo che il peso del gruppo sia distribuito equamen-te su tutti i quarti. Quando le mammelle sono piene di latte i capezzoli sono posizio-nati più distanti tra di loro rispetto a una mammella vuota. Se gli scivolamenti delle guaine si verificano su un numero di vacche >5% di quelle in mungitura è impor-tante identificare e correggere la causa in quanto questo è un fattore predisponente la mastite. Lo stacco del gruppo va effettuato con delicatezza chiudendo il vuoto sul collettore attendendo qualche secondo che si riduca l’intensità di vuoto e staccando tutti i prendi capezzoli contemporaneamente. Tale operazione costituisce uno dei momenti cruciali della mungitura in quanto bisogna evitare la mungitura in assenza di latte che comporta danni sanitari ai capezzoli e alla mammella. Oggi tali opera-

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Con la mano sinistra impugnare il collettore Avvicinare il gruppo alla mammella

Con la mano destra prendere il prendi-capezzolo

Provvedere ad inserire, piegando il tubo corto latte a Z il capezzolo nella guaina

Sequenze movimenti attacco gruppo di mungitura

zioni possono essere svolte in automatico misurando i flussi di emissione latte ed intervenendo in 15- 20 secondi quando il flusso del latte scende al di sotto di certi livelli (350-400 gr/min).

Terminati gli attacchi dei gruppi verifi-care la corretta posizione del gruppo prendi-capezzoli

Durante la mungitura verificare il corretto bilanciamento e posizionamento

del gruppo prendicapezzoli (foto: M. Codeluppi)

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Fase tempi Flusso (Kg /min)

1 Lattecisternale 0–15sec 1,0

2a Primafasecrescitaflusso 16–30sec 2,5

2b Secondafasecrescitaflusso 31–60sec 3,2

3 Piccodiflusso 61sec> 4,0

4 Fasediscendente <=120sec 2,0

5 Fasefinale-stacco <=30sec 0,4

1=lattecisternale;2=crescitaflusso;3=piccodelflusso;4=fasediscendente;5=fasefinale

tabella 29 - Dettaglio delle fasi di mungitura e obbiettivi da raggiungere

Ricerche internazionali effettuate in questi ultimi anni hanno dimostrato come variazioni nell’impostazione del valore di soglia del flusso di latte e dei tempi di attesa (rimozione del gruppo), possano ridurre il tempo complessivo di mungitura e mi-gliorare la condizione dei capezzoli. Rasmussen ha evidenziato come incrementando il valore soglia del flusso di latte da 200 a 500 g/min e riducendo il tempo di attesa della rimozione del gruppo da 18 a 10 secondi, il tempo di mungitura complessivo si sai ridotto di circa 0,5 minuti senza registrare cali produttivi ma anzi riducendo lo sviluppo dell’ipercheratosi e dell’ incidenza di estroflessioni del capezzolo. Negli allevamenti ad alta produzione, con mammella di buona morfologia, si possono im-postare valori di stacco con flusso a 500 grammi al minuto e 10 – 12 secondi come tempo di rimozione. Se si effettua la terza mungitura il valore soglia del flusso può salire a 700 grammi al minuto e 10 – 12 secondi di rimozione. Avvenuto lo stacco il mungitore effettua il controllo della mammella ed il post dipping in quanto la super-ficie interna delle guaine sono fonte di diffusione dei batteri tra un animale e l’altro. La disinfezione dei capezzoli post mungitura costituisce la pratica più efficiente per ridurre l’incidenza di nuove infezioni intra mammarie sostenute da patogeni conta-giosi in quanto elimina ed evita il formarsi di colonie di microrganismi sui capezzoli (Nickerson , 2001).La disinfezione dei capezzoli può avvenire per immersione dei capezzoli in una soluzione germicida o mediante nebulizzazione sui capezzoli.

Per verificare la corretta nebulizzazione dei capezzoli bisogna avvolgere, dopo aver spruzzato il disinfettante, il capezzolo con un foglio di carta e osservare quale parte risulta bagnata dal disinfettante .

Terminato il post dipping si fanno uscire le vacche dalla sala di mungitura mentre si provvede a lavare il piano di calpestio delle vacche e l’esterno gruppi prendi capez-zoli. Se presente si attiva il backflushing (lavaggio in controcorrente per il gruppo di

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mungitura). Quindi si ricarica la sala di mungitura di nuovi animali e si riparte. Le sale di mungitura a doppia fila permettono di organizzare la routine di mungitura in modo più efficiente senza eccessivi tempi morti per il mungitore.

Al termine mungitura, rimozione automatica del gruppo(foto: M. Codeluppi)

Interventoa fine mungitura bovinail post dipping (foto: M. Codeluppi)

Capezzoli colorati correttamente da prodotto post dipping(foto: M. Codeluppi)

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CAPItolo 8

Messa in asciutta

L’asciutta e la salute della mammella Il periodo dell’ asciutta è necessario: alla vacca per ripristinare le riserve corporee

e, alla mammella, per la sua rigenerazione. Il periodo iniziale è quello a maggior rischio in quanto manca il flusso del latte che “lava” l’interno della mammella e del capezzolo. Il periodo centrale dell’asciutta presenta bassi rischi in quanto la presenza del tappo di cheratina a livello dello sfintere protegge la mammella. Il terzo e ultimo periodo dell’asciutta (14 gg prima del parto) è quello che presenta i maggiori rischi in quanto è caratterizzato dal deterioramento del tappo di cheratina, dal calo dei fattori immunizzanti, dall’aumento di lipidi e dalla diminuzione dei livelli di antibio-tici somministrati all’inizio dell’asciutta. La durata del periodo di asciutta non deve essere inferiore a 42-45 giorni (ottimale 55 +- 7 giorni). La messa in asciutta delle bovine deve avvenire in modo “drastico” cioè di senza saltare nessuna mungitura. Per le vacche che producono ancora oltre 25 kg di latte al giorno è opportuno metterle in un box a parte riducendo l’energia della dieta. Prima di mettere in asciutta la vacca, se non si hanno a disposizione i dati individuali delle cellule, è opportuno effettuare il CMT per identificare lo stato sanitario della mammella. In base alle analisi batte-riologiche, da eseguire almeno una volta all’anno,il veterinario aziendale dovrebbe indicare i trattamenti da eseguire. Al momento della messa in asciutta bisogna mun-gere completamente la vacca, disinfettare i capezzoli, immettere in ciascun capezzolo il prodotto antibiotico, massaggiare la mammella dal basso verso l’alto per favorire la distribuzione dell’antibiotico, disinfettare nuovamente i capezzoli (eventualmente usare il sigillante) e mettere gli animali nel box delle asciutte. Dopo 5- 6 giorni bi-sogna effettuare il controllo della mammella per verificare se si sta asciugando con normalità. Indipendentemente dal tipo di stabulazione adottato le bovine in asciutta necessitano di lettime pulito e asciutto. La corretta gestione delle bovine in asciutta sia dal punto di vista igienico che nutrizionale è un investimento che porterà al in-crementare la produttività nelle lattazioni successive.

Produzione dopo il parto di bovine messe in asciutta per periodi diversi. Fonte: Church et al, 2008

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Nelle due settimane antecedenti il parto possono crearsi condizioni che aumen-tano il rischio di infezioni alla mammella. I capezzoli iniziano ad aprirsi e se i loro sfinteri sono alterati rimangono maggiormente esposti ai batteri presenti in lettiera. Sempre in questo periodo diminuiscono le difese immunitarie degli animali soprat-tutto se una scorretta gestione porta ad un aumento dello stress (Piccinini ,2005). Nell’ultima fase di asciutta si consiglia di separare le bovine pluripare dalle primipare in quanto le prime presentano maggior rischi infettivi ed una maggiore facilità nel perdere di latte nel pre parto. La zona adibita al parto dovrebbe essere particolarmen-te curata nella pulizia e prevedere ampi spazi per la bovina.

Gli allevatori, analizzando i dati dei controlli funzionali, possono capire se l’a-sciutta della vacca è stata eseguita in modo corretto o meno. La valutazione dell’effi-cienza o meno del trattamento in asciutta può essere eseguita mediante 2 indicatori:

vaccheconcellule>200.000ultimocontrolloprimadell’asciuttae vaccheconcellule<200.000primocontrollodopoilpartoIndice di guarigione=-----------------------------------------------------------------------------------x100(durantel’asciutta)vaccheconcellule>200.000ultimocontrolloprimadell’asciutta

Si valutano le bovine che all’ultimo controllo prima dell’asciutta presentavano conteggi di cellule somatiche > 200.000 e, delle stesse bovine, si considera il primo controllo dopo il parto.

Es.: 10 bovine vanno in asciutta con conteggio cellulare > 200.000; di queste 6 al primo controllo dopo il parto presentano valori < 200.000 (6/10) x 100 = 60%

Tale parametro serve per valutare l’efficacia del trattamento alla messa in asciutta.L’obiettivo è di ottenere valori >75%.La valutazione deve tener conto del numero di animali valutati e quindi per alle-

vamenti di piccole dimensioni le percentuali non sono significative; bisogna sempre ricordare che tale parametro ha significato solo a livello di intera mandria.

vaccheconcellule<200.000ultimocontrolloprimadell’asciuttae vaccheconcellule>200.000primocontrollodopoilpartoIndice di Nuove Infezioni=-----------------------------------------------------------------------------x100(durantel’asciutta)vaccheconcellule<200.000ultimocontrolloprimadell’asciutta

Si valutano le bovine che all’ultimo controllo prima dell’asciutta presentavano

Box bovine asciutte – sempre – paglia pulita e asciutta. Sala parto disinfezione periodica e lettime pulito

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conteggi di cellule somatiche < 200.000 e, delle stesse bovine, si considera il primo controllo dopo il parto.

Es.:10 bovine vanno in asciutta con conteggio cellulare < 200.000; di queste 2 al primo controllo dopo il parto presentano valori > 200.000 (2/10) x 100 = 20%

Tale parametro serve per valutare le nuove infezioni durante l’asciutta. L’obiettivo è di ottenere valori <10%.

score arti mammelle fianchi

Score1 pocoonessunapresenzadiletamenellezoneosservateScore2 leggerispruzziScore3 placchediletame,maancoravisibiliipeliScore4 placchediletamesolidosullepartiosservateIpunteggi3e4mostranoscarsapuliziaeigieneinallevamentoinparticolarelettiere,cuccetteecorsie.Ilrischiocelluleeinfiammazionimammarieèelevato

Sistema di punteggio igiene e pulizia vacche da latte

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E’ inoltre importante valutare la percentuale di primipare che al primo controllo post parto presentano valori di cellule somatiche > 100.000 cellule. Tale dato viene espresso come % di primipare sul totale delle primipare.

manzeconcellule>100.000primocontrollodopoilpartoIndice di Nuove Infezioni nelle manze=----------------------------------------------------------------x100 manzechehannopartorito

Si valutano le primipare che al primo controllo dopo il parto presentavano con-teggi di cellule somatiche >100.000 rispetto al totale delle primipare che hanno par-torito nello stesso periodo.

Es.: al primo controllo dopo il parto presentano 2 primipare presentano conteg-gi cellulare con valori > 100.000; Nello stesso periodo hanno partorito 10 manze (2/10) x 100 = 20%

Tale valore deve essere il più basso possibile e l’obiettivo è di ottenere indici <10%.

Un ulteriore parametro per valutare la sanità delle mammelle dell’allevamento o di un singolo animale è il Linear Score (Ls). Il conteggio cellulare (Scc) del latte dell’allevamento può essere influenzato da pochi animali con elevato conteggio cel-lulare. Il Lenar score rapporta su una scala lineare con valori da 0 a 9 i conteggi cel-lulari dove ogni aumento di un punto dell’Ls comporta un raddoppio del conteggio cellulare. Il Linear score, rispetto al conteggio cellulare presenta i seguenti vantaggi:

Presenta una minore variabilità da mese a mese nell’arco di una lattazioneÈ un metodo semplice per confrontare vari allevamenti in merito alla sanità

dell’allevamento senza essere influenzato da pochi animali o, nel caso di singolo ani-male, da singoli valori (come avviene per il conteggio cellulare)

Presenta una ereditabilità maggiore rispetto al conteggio delle cellule somatiche

tabella 30 - Relazione tra linear score (ls) e Conteggio cellulare (Scc)

linear Score (ls) Conteggio cellulare (Scc) x 1.000

0 0-17

1 18-34

2 35-70

3 71-140

4 141-282

5 283-565

6 566-1.130

7 1.131-2.262

8 2.263-4.525

9 Oltre4.525

Come si esegue l’infusione mammaria (di un quarto colpito da mastite, o per la messa in asciutta)

Per prima cosa bisogna mungere a fondo il quarto da trattare, se necessario con l’ausilio di ossitocina.

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Poi, prima di procedere, è opportuno creare le massime condizioni igieniche sia delle mani del mungitore, del capezzolo, con particolare attenzione per la punta, e della cannula dell’antibiotico da introdurre in mammella.

Messa in asciutta. Fase 1 - Dopo la mungitura completa disinfettare i capezzoli(foto: M. Codeluppi)

Messa in asciutta. Fase 2 - Asciugarei capezzoli (foto: M. Codeluppi)

Messa in asciutta. Fase 3 - Introdurre in ogni quarto il prodotto indicato dal veterinario(foto: M. Codeluppi)

Messa in asciutta. Fase 4 - Chiudendo la punta del capezzolo massaggiare verso l’alto (foto: M. Codeluppi)

Successivamente la punta del capezzolo va asciugata con salvietta specifica e poi si esegue l’infusione inserendo la cannula nello sfintere e nel canale del capezzolo. Una volta introdotto l’antibiotico si toglie delicatamente la cannula e con una mano si stringe la punta del capezzolo e con l’altra mano si massaggia dal basso verso l’alto la cisterna del latte del capezzolo dove è depositato l’antibiotico al fine di farlo arrivare alla ghiandola mammaria.

Prelievo dei campioni steriliAl fine di impostare piani di controllo delle cellule somatiche è opportuno predi-

sporre periodiche campionature del latte quarto per quarto da avviare al laboratorio per le analisi batteriologiche e per l’antibiogramma sui patogeni eventualmente iden-tificati. Le provette da utilizzare sono identificate, oltreche con il numero aziendale

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della bovina, anche con tappo colorato cui corrispondono i diversi quarti. Precisa-mente:

bianco–anterioresinistro=ASblu-anterioredestro=AD

rosso–posterioredestro=PDverde–posterioresinistro=PS

Prelievi di campioni sterili (prestare molta attenzione alla corretta identificazione quarti, identi-ficare le bovine, abbinare i quarti ai colori tappi provette).

Una corretta modalità di prelievo è fondamentale per una buona diagnosi. Il ca-pezzolo deve essere pulito e disinfettato con cotone imbevuto in alcol o con fazzoletti imbevuti in clorexidina con particolare attenzione alla punta. Senza bagnarsi le mani bisogna eliminare i primi getti di latte, aprire la provetta per il prelievo tenendo la provetta inclinata per evitare contaminazioni. Una volta terminato il prelievo le pro-vette devono essere refrigerate a 4°C e a tale temperatura consegnate al laboratorio nell’arco di 24 ore dal prelievo.

Nel caso di animali con mastite è importante campionare il quarto colpito ed in questo caso si può procedere con il congelamento del campione fino all’invio al laboratorio.

Nel caso di analisi di screening bisogna individuare il numero ed il tipo di animali da campionare. Sono sicuramente da evitare i campionamenti di animali con conteg-gi cellulari superiori a 1.500.000 o che abbiano ricevuto trattamenti farmacologici nei 15 giorni precedenti il prelievo. Per quanto riguarda il tipo di animali da preleva-re bisogna avere cura di prevedere il campionamento di animali che hanno partorito nei primi 30-45 giorni (30%), animali a metà lattazione o con conteggi cellulari elevati (20%) ed animali a fine lattazione o prossimi all’asciutta (50%).Il numero di animali da campionare va scelto in base alla dimensione dell’intera mandria secondo il seguente schema:

Dimensione della mandria Numero di animali da campionare

Menodi60vacche 12

60-200vacche 24

Piùdi200vacche 36

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CMt

Un test rapido, utilizzabile direttamente dall’allevatore, per la diagnosi delle ma-stiti subcliniche è il California Mastits Test (CMT). Il CMT dovrebbe essere utiliz-zato per: 1) valutare lo stato sanitario della mammella dopo il parto (dalla quinta-sesta mungitura); 2) controllare le vacche che si apprestano ad andare in asciutta, specialmente quelle con un numero elevato di cellule somatiche (dai controlli APA); 3) valutare l’esito di un trattamento antimastite (da ripetersi dopo due settimane).

Come procedere per l’esame del latte con il CMT:

Il CMT deve essere a disposizione del mungitore, il quale deve essere in grado di utilizzarlo

tabella 31 - California Mastitis test (CMt) score interpretazione reazione

CMt SCoRe DeSCRIZIoNe StIMA Cellule /ml DIAgNoSI MAStIte

Negativo Miscelaliquidasenzaformazioneprecipitatooaddensamento

<200.000 No

Tracce Leggeroaddensamentochescomparealmovimentodelpiatto

Tra150.000-500.000 Sospetto

1 Addensamentomarcatosenzatendenzaaformazionegel

Tra400.000-1500.000 Sospetto

2 Addensamentoimmediatogelalcentroconrotazionepiatto

Tra800.000-5000.000 Mastite

3 Marcatagelificazionechetendeaderirefondodelpiatto

5000.000 Mastite

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Disporre di reagente e paletta – pulire e disinfettare capezzoli – mungere ogni singolo quarto nella coppetta corrispondente.

Inclinare la paletta per far uscire il latte in più – aggiungere la giusta quantità di reagente – mescolare roteando in modo alternato – leggere ed interpretare i dati. Dopo l’uso la paletta va risciacquata.

lactocorder

E’ un lattometro portatile appli-cabile a qualsiasi tipologia di mac-china mungitrice. Tra le sue carat-teristiche spiccano i dati rilevabili sull’andamento dei flussi di emis-sione latte durante la mungitura al fine di valutare la correttezza della routine di mungitura.

Il Lactocorder, utilizzato in de-terminate condizioni e con specifici software, è in grado di evidenziare le metodiche di lavaggio e disinfezio-ne dell’impianto di mungitura. Ese-gue una valutazione dinamica della mungitura con misurazioni ogni 0,7 secondi e le informazioni vengono rappresentate sia graficamente che numericamente.

Il Lactocorder applicato sul lun-go tubo del latte di qualsiasi macchina mungitrice permette di rilevare le informazio-ni riportate nella tabella 32.

Nell’analisi dei flussi di latte di queste due curve emerge come la caduta del grup-po di mungitura dipenda da parametri inadeguati della macchina mungitrice (guaine – vuoto operativo), mentre la curva bimodale è principalmente legata alla prepara-zione della vacca alla mungitura imputabile all’operatore di mungitura. In merito alla sovra mungitura, se la macchina mungitrice è dotata di dispositivi di stacco automatico dei gruppi, bisogna intervenire a rimodulare i flussi minimi d’intervento di inizio fase stacco e il tempo di attesa rimozione del gruppo; se ne è sprovvista bisogna avvertire il mungitore di essere più celere e attento nello staccare il gruppo a fine mungitura. Le principali ditte fornitrici di macchine mungitrici, dove sono provviste di centri di ricerca e sviluppo, sono in grado di installare a bordo dei loro impianti di mungitura hardware e software in grado di monitorare costantemente dati riguardanti la mungitura e la qualità del latte. Questi lattometri collegati a si-stemi d’identificazione delle vacche con i software appositamente studiati, anche se i dati rilevati sono diversi da quelli del Lactocorder, possono evidenziare eventuali

Lactocorder, latto flussometro

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tabella 32 - Informazioni rilevabili sul flusso emissione latte con il lactocorder

Abbreviazione sigla dati strumento

Descrizione significato dato

KNR2 Numerovacca

RM Tipodimisurazione-0nondipulizia–1sidipulizia

SM Presenzadilatte

MGGkg Quantitàdilattekgdall’inizioallafinemungitura

HMFkg/min Massimaquantitàdiflussodurante11,2s

ELHMFmS/cm Conducibilitàelettrica,alflussomassimo

tS500min Tempodiraggiungimentoall’iniziodei0,5kg

tMHGmin Duratadellafasedimungituraprincipale

tPLmin Duratadellafasediplateau

tABmin Duratadellafasedidiscesa

tMBGmin Duratadellafaseinbianco

tMNGmin Duratadellafasepostmungitura

MNGmin Postmungitura

OS Postmungituraprimadellimitedi0,2kg

MFOSkg Flussoall’iniziodelpostmungitura

tMBG2min Duratadellamungiturainbiancodopolostripping

BIMO Bimodalità

DMHGkg/min Flussomedionellamungituraprincipale

SPL% Percentuale(%kg)dischiumanellattemisurato

LE Immissionediaria

t400min Duratadelflussoa0,4kga0,2kg

tAnDmin Differenzatempoperriconoscereplateaunell’ascendente

tAbDmin Differenzatempoperriconoscereplateauneldiscendente

HMGkg/min Flussomassimoperunminuto

2MGkg Quantitàdilatteduranteiprimidueminuti

3MGkg Quantitàdilatteduranteiprimitreminuti

ELAPms/cm Piccoconducibilitàelettricainiziomungitura

tMGGmin Duratamungituratotale

Esempio di curva emissione latte registrata con Lactocorder

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Alta Qualità

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Curvacon corretta preparazione

Curva emissione latte“bimodale “ registrata con Lactocorder durante la mungitura di una vacca

Curva emissione latte“caduta gruppo”registrata con Lactocorderdurante la mungitura di una vacca

Curva emissione latte“Bimodale con surmungiturafinale” registrata con Lactocorder durante la mungitura di una vacca

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Alta Qualità

errori che possono essere commessi durante la mungitura. Oltre alla quantità di latte e a com’è stata munta la singola bovina è possibile rilevare la conducibilità del latte parametro collegato al conteggio cellulare. Negli allevamenti medio grandi queste informazioni sono di valido aiuto per l’allevatore che deve dedicare ogni giorno un po’ di tempo per analizzarle e adottare le strategie per correggere eventuali errori.

Curva emissione latte con preparazione e stimolazione insufficiente

Mantenere pulito pavimento calpestio vacche in sala di mungitura ed esterno gruppi di mungitura (foto M. Codeluppi)

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Alta Qualità

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CAPItolo 9

Pulizia delle attrezzature di mungitura e di stoccaggio del latte in stalla

Per documentare la corretta prassi igienica nella produzione del latte , come pre-visto da regolamento CE 853/2004, ogni allevamento deve dotarsi oltre che di un “programma delle pulizie” generale, anche di un modulo “registro delle pulizie” dove annotare le operazioni eseguite. I comportamenti adottati in sala di mungitura, le tecniche di pulizia-disinfezione e la routine di mungitura, possono modificare le caratteristiche qualitative del latte. I batteri sono tra le cause più importanti che pos-sano influenzare le caratteristiche qualitative del latte.

Sono organismi mono-cellulari che si moltiplicano dividendosi in due cellule. In condizioni ottimali molte specie si duplicano in meno di 20 minuti. Ciò significa che da un singolo batterio si può arrivare a 16 milioni in appena otto ore. Sono così piccoli che in una goccia d’acqua proveniente dal lavaggio della mammella di una vacca ce ne possono essere fino a 30 miliardi. I batteri fanno parte del nostro mondo di tutti i giorni. In base ai loro geni se ne identificano migliaia di ceppi e specie. Molti sono necessari e benefici, giocano ruoli importantissimi nelle fermentazioni e in molti processi vitali mentre altri sono patogeni e, se presenti anche in numero limitato, possono causare malattie e compromettere la qualità dei prodotti. I batteri patogeni sono comunemente presenti sulla pelle, nelle mammelle delle vacche con mastite, nelle ferite, negli ambienti, nelle attrezzature, in sala di mungitura , ecc.. L’eliminazione di residui di latte dalle superfici delle attrezzature, dall’impianto di mungitura, attraverso un’accurata e appropriata pulizia, è la prima misura da adot-tare in quanto questa operazione rimuove anche molti batteri presenti. Il secondo passo è chiamato disinfezione che uccide i batteri residui. Questa fase può essere attuata con utilizzo d’acqua calda e di speciali prodotti chimici. I segnali di mancanza di pulizia sono evidenziati con residui chiamati sedimenti di vario tipo che possono essere classificati in:• organico, appartengono a questa classe le proteine, i grassi, gli zuccheri,il letame,

le macchioline di mosche, i pezzi d’insetto, i peli, le ragnatele, la polvere. Se questi sedimenti non vengono eliminati con rapidità la loro rimozione diventa molto difficile;

• inorganico, sono chiamati sedimenti inorganici i depositi di minerali come il ferro, il calcio o il magnesio dell’acqua, del latte o dei prodotti chimici per la pulizia. Sulle superfici dei componenti dell’impianto con il passare del tempo si accumulano e diventano facilmente visibili. Il termine utilizzato per identificare detti sedimenti è “pietra del latte” mentre con il termine “calcare” generalmente ci si riferisce ai depositi minerali dell’acqua.

Entrambi i tipi di sedimento sono nutrimento per la crescita dei batteri. I deter-genti alcalini sono formulati per rimuovere i sedimenti organici.

Le principali sostanze detergenti sono: alcali, fosfati, tensioattivi, agenti chelanti.

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Alta Qualità

I detergenti alcalini contengono idrossido di sodio, carbonato di sodio e metasilicato di sodio. E’ tipico dei detergenti alcalini, un pH di 12,0 in soluzione all’1%. I po-lifosfati funzionano come agenti emulsionanti e dispersivi. Trattengono i grassi e le proteine nell’acqua, così possono essere trasportati all’esterno dell’impianto di mun-gitura. Gli agenti tensioattivi forniscono un’azione di bagnabilità e in altre parole significa che l’acqua penetra nello sporco da rimuovere.

Gli agenti chelanti interagiscono con i sali minerali di calcio e magnesio e aiutano a prevenire la precipitazione dei sedimenti inorganici.

Tabella33-elenco alcuni tipi di deposito di sporco e i rimedi da adottare per prevernirli

Identificazione del tipo di sporco Causa * Rimozione Prevenzione

Pellicola

Residuo Proteico Pulizia di base con un detergen-te alcalino acqua calda (65° C).

E’ richiesta un’a-zione manuale o meccanica.

1. Adeguato pre-risciacquo con acqua da 35° C.

1. Utilizzo di prodotti inadeguati 2. Uso di detergente alcalino al cloro.

2. Risciacquo inadeguato3. Adeguata tecnica di pulizia con adeguata diluizione chimica e risciacquo dopo ogni uso.

3. Pulizia inadeguata (sporadica o periodica)

4. Pulizia iniziale sui componenti di mungitura inadeguata

Depositoda bianco a giallo

Calcare / calcio Procedura di pulizia base.

Procedure di pulizia regolari e lavaggi acidi.1. Deposito minerale del latte

Lavaggio acido2. Deposito minerale dell’acqua

Trattenimento di goccioline d’acqua

Pellicola di Grasso/Unto

Pulizia di base usando un deter-gente alcalino con temperatura dell’acqua da 65°C

1. Risciacquo con acqua calda da 35° C1. Come per le proteine

2. Temperatura bassa o detergente inade-guato.

2.Procedure di pulizia regolari e adegua-te unite a risciacquo acidificato.3. Uso irregolare di acidi nel lavaggio

4. Spruzzi d’olio sulla superficie componentia contatto con il latte

Depositoda gessoso(calcificazione)a grigio

Accumulo di Calcio o Magnesio

Lavaggio acido

1. Lavaggio acido regolare

1. Risciacquo inadeguato 2. Trattamento dell’ acqua

2. Fuoriuscita di minerali dalla fornitura d’acqua

3. Adeguata selezione dei prodotti3. Scarsi lavaggi acidi

4. lavaggio alcalino non corretto

5. Detergenti acidi di scarsa qualità

Deposito da rosso a marrone/nero

Deposito di ruggine o ferro

Lavaggio acido

1. lavaggio acido regolare

1. Fornitura d’acqua 2. Trattamento dell’ acqua

2. Procedure inadeguate3. Adeguata selezione dei prodotti3. Fornitura aggressiva di ferro dai compo-

nenti del sistema

Aspetto lucido da bianco a grigio sulla superficie dei componenti

Deposito di ruggine o ferro

Lavaggio acido

1. Risciacquo completo

1. Fornitura d’acqua 2 lavaggio acido regolare

2. Procedure inadeguate 3. Trattamento dell’ acqua

3. Forte presenza di ferro dai componenti del sistema 4. Pulizia manuale delle superfici esterne

A. Nero sulleparti di gomma Reazione con cloro o componente al cloro

Lavaggio acido

1. Risciacquo acido

B. Deposito di residuo nero

1. componenti di gomma logori 2. Asciugare correttamente componenti

2 Contatto con prodotti inadeguati 3. Sostituire i componenti di gomma

Aspetto bluastro sulle parti di plastica **

Residuo da agente bagnante Rivedere la pro-cedura di pulizia di base

1. Sostituire il materiale di plastica

1. Risciacquo inadeguato/scarso 2. Adeguato risciacquo finale dopo la pulizia

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Alta Qualità

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Il cloro è utilizzato frequentemente nei detergenti alcalini. Un alcalino clorato è utilizzato per la rimozione di materiale organico. Alcuni composti del cloro accelera-no l’usura del materiale di gomma della macchina mungitrice.

I prodotti detergenti d’acidi inorganici normalmente sono soluzioni d’acido fo-sforico, nitrico, solforico e acido sulfamminico. Per eliminare la contaminazione (sporco) all’interno dell’impianto di mungitura, come nelle altre attrezzature a con-tatto con il latte, è importante eseguire le seguenti fasi del lavaggio:• Pre-risciacquo, dove si rimuovono le parti grossolane dello sporco;• Lavaggio, si rimuove lo sporco visibile e in parte quello non visibile;• Risciacquo intermedio, superficie visivamente pulita;• Disinfezione, con eliminazione dei microrganismi patogeni;• Risciacquo finale, superficie priva di microrganismi;• Drenaggio liquidi e asciugatura con aria pulita.

Un buon prodotto per la pulizia e disinfezione degli impianti di mungitura deve:• Garantire sicuri risultati;• Essere pratico;• Non attaccare le superfici d’acciaio inox perché nettamente alcalino;• Impiegabile sulla plastica, vetro, resine, gomme, neoprene;• Facilmente sciacquabile.

Sull’etichetta del fustino dovrebbero essere indicate le sostanze contenute in par-ticolare:• Agenti emulsionanti, disperdenti, sequestranti (come ad esempio polifosfati)• Agenti tensioattivi, permettono la penetrazione dell’acqua nello sporco• Il cloro da ipoclorito• Silicati, impediscono la corrosione e stabilizzano il pH• Brillantanti• Deodoranti.

Tali prodotti devono essere usati con temperature di ricircolo intorno ai 55 ° C quindi bisogna partire con una temperatura dell’acqua di 65-70 °C che con un ciclo di 12/15 minuti garantirebbe l’attività del cloro per almeno 10 minuti. Almeno una volta la settimana si deve eseguire il lavaggio acido che andrebbe eseguito dopo quel-lo alcalino. La pulizia e disinfezione dell’impianto di mungitura è l’operazione più importante che serve per eliminare completamente ogni traccia di sporco o residuo di latte all’interno dei componenti. Ai fini del corretto dosaggio del detergente da usare è opportuno conoscere la durezza dell’acqua che può essere espressa in gradi francesi (fh°), che corrispondono ai milligrammi (mg) di carbonato di calcio conte-nuti in 100 ml di acqua, o in gradi tedeschi (dh°), che corrispondono ai milligrammi (mg) di ossido di calcio contenuti in 100 ml di acqua.

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Alta Qualità

tabella 34 - Classificazione durezza acqua di lavaggio - Importante per la quantità di prodotto detergente da utilizzare

Durezza acqua Dh° Fh°

Pocodura 0<>10 0<>15

Dura 11<>20 16<>29

Moltodura 21<>25 30<>45

Presenzadimetalli <3ppm–buono <3ppmalto

Procedura di pulizia e disinfezione

Le metodiche e i sistemi di pulizia e disinfezione corrette dell’impianto di mun-gitura devono essere indicate dal fornitore dell’impianto come previsto dalle norme I.S.O. 3918- 2001.

Per avere la certezza che le operazioni di pulizia e disinfezione avvengano con metodo è importante avere installato il programmatore di lavaggio, produrre suffi-ciente acqua calda e pretendere dal fornitore dei prodotti di pulizia e dell’impianto di mungitura che siano resi noti i parametri sotto riportati.

tabella 35 - Parametri della pulizia e disinfezione

-poterelavantedellasoluzioneespressa >…ppm

-poteredisinfettantedellasoluzioneespressa >….ppm

-pHdellavaggioalcalino

-pHdellavaggioacido

-formazionedeicuscinetti numeroalminuto

-temperaturaacquainpartenza °C

-quantitàacquacaldaincaricamento litri

-quantitàprodottodetergentedisinfettante g

-temperaturaacquainricircolo °C

-tempodelricircolo minuti

-temperaturaacquainscarico °C

-temperaturaacquadirisciacquo °C

-quantitàacquarisciacquo litri

-caratteristichedell’acquautilizzataperillavaggio,potabilitàedurezza.

La conoscenza dei parametri sopra esposti permette di scegliere in modo corretto i prodotti che garantiscono pulizia e disinfezione all’impianto di mungitura e di uti-lizzarli nella dose corretta.

Non bisogna dimenticare che i componenti della macchina mungitrice devono essere puliti (detersi e disinfettati e disincrostati) anche all’esterno.

I prodotti detergenti/disinfettanti sono normalmente utilizzati in soluzione all’ 1%. Un buon prodotto dovrebbe avere almeno 500/600 ppm di cloro attivo in so-luzione durante l’impiego. Cause legate ai sistemi e luoghi di stoccaggio non sempre corretti, al tempo d’utilizzo spesso molto lungo la mancanza di una legislazione che obblighi di apporre sui fustini la data di preparazione e di scadenza del prodotto, favoriscono l’utilizzo di prodotti con scarso potere pulente.

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Alta Qualità

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Il lavaggio

Per un corretto lavaggio dell’impianto di mungitura entrano in gioco i seguenti fattori (fra loro combinabili in diverso modo):• Energia meccanica (legata alla turbolenza della soluzione circolante o alla forza

esercitata con una spazzola) bisognerebbe avere almeno 20/25 tappi il minuto;• Energia chimica (per portare in soluzione le particelle rimosse) bisognerebbe ga-

rantire 500/600 ppm di cloro;• Energia termica (facilita lo scioglimento e l’emulsione dei diversi materiali che

costituiscono il deposito) l’acqua deve avere una temperatura di ricircolo di 55°C;• Tempo di contatto (consente all’acqua, ai prodotti chimici e al calore di manifesta-

re la loro azione) 15 minuti primi;• Quantità di acqua (esercita l’azione meccanica e trasporta gli agenti chimici e il

materiale rimosso) 12- 15 litri gruppo.

I fattori che entrano in gioco per il corretto lavaggio sono 4. Come si può dedurre la riduzione di uno o più fattori deve essere compensata con l’aumento degli altri. Ad esempio se viene utilizzata una soluzione ad una temperatura più bassa bisogna compensare con l’effetto meccanico allungando il tempo di lavaggio e/o il dosaggio del detergente.

L’impianto di mungitura va lavato immediatamente dopo il termine della mun-gitura. A tale scopo è necessario:• Svuotare completamente le condutture dell’impianto di mungitura dal latte;• Togliere il filtro latte e verificarne lo stato. Il filtro indica le procedure di mungi-

tura;• Collegare i prendicapezzoli alle coppette di lavaggio e controllarne la posizione;• Togliere il lattodotto di trasferimento dal serbatoio refrigerante e sistemarlo in

posizione di lavaggio;• E’ raccomandabile far funzionare il sistema di pulsazione durante il lavaggio;• Accertarsi del funzionamento dell’iniettore d’aria (serve ad aumentare la turbolen-

za della soluzione di lavaggio);• Eseguire la pulizia esterna dei gruppi di mungitura, dei vasi, dei lattometri, dei

“Cerchio di Sinner” – Fattori che entrano in gioco per il corretto lavaggio. La riduzione di uno o più fattori deve essere compensata con l’aumento degli altri.

1 2

4 3

1=concentrazionedetergente2=temperaturaacqua3=forzameccanica4=tempodicontatto

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Alta Qualità

lunghi tubi latte. Meglio utilizzare una soluzione detergente disinfettante. Questa operazione va eseguita manualmente indossando i guanti. Dopo la detersione e disinfezione eseguire abbondante risciacquo con acqua potabile tiepida.

Le superfici che entrano in contatto con gli alimenti, dopo la sanificazione, de-vono essere risciacquate, con acqua potabile (circolare Ministero della Sanità n° 10 del 05 maggio 1991). Si definisce potabile un’acqua le cui caratteristiche siano quelle espresse nel D.P.R. 236 del 24 maggio 1991.

la pulizia dei locali di mungitura

I locali di mungitura, sala latte, sala d’attesa, devono essere lavati e puliti dopo ogni mungitura.

Una volta alla settimana bisognerebbe intervenire con un’idropulitrice dotata di lancia schiumogena per pulire e disinfettare pareti, pavimenti, griglie ed esterno del-la macchina mungitrice. Utilizzando una comune idropulitrice, corredata di lancia schiumogena, è possibile aspirare direttamente dal canestro il prodotto per formare, a bassa pressione, una schiuma molto consistente che si aggrappa alle superfici da pulire. Nella maggior parte delle strutture un prodotto che può essere utilizzato è un acido – sanificante schiumogeno. Dopo la distribuzione della schiuma attendere 20-30 minuti e quindi eseguire il risciacquo con una normale lancia dell’idropuli-trice ad alta pressione. Durante tali operazioni bisogna prestare molta attenzione a non indirizzare acqua o soluzioni detergenti/disinfettanti verso i quadri elettrici, le tastiere e le centraline elettriche od elettroniche. Per mantenere i locali di mungitura e stoccaggio latte puliti i mungitori, prima dell’inizio d’ogni mungitura, dovrebbero bagnare le superfici in modo da evitare l’adesione dello sporco.

Ambiente

L’ambiente dove vivono le vacche riveste un ruolo determinante per la sanità della mammella. Gli obiettivi da raggiungere per mantenere uno stato di salute delle mammelle ottimale sono:• ridurre la carica microbica ambientale; • ridurre il potenziale contatto tra patogeni e animali;• minimizzare gli effetti negativi dell’ambiente sugli animali e sulle loro difese im-

munitarie.

Questi risultati si possono ottenere curando in particolar modo tutti gli aspetti che intervengono sul benessere animale realizzando un microclima (temperatura e umidità) ideale, evitare traumatismi, riducendo le cause di stress.

Lo stress da caldo rappresenta uno degli handicap più gravi per gli allevamenti da latte soprattutto per quelli a maggiore produttività. In diverse regioni italiane spe-

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cializzate per l’allevamento di vacche da latte, le alte temperature accompagnate da elevati tenori di umidità dell’aria e da scarsa ventosità creano un microclima molto sfavorevole definito, “stress da caldo”. Lo “stress da caldo” è un aspetto del benessere animale, da considerare sin dalla progettazione delle strutture di stabulazione per bo-vine da latte (vedi manuale Granlatte n° 2). Una vacca in lattazione produce 12 litri di vapore acqueo il giorno. Il sistema di ventilazione naturale o forzato deve essere in grado di mantenere l’umidità e la temperatura ideale per le vacche da latte che viene identificato come indice THI (indice temperatura/umidità). Tale indicatore tiene conto della variazione dei due parametri. I valore di THI di 74, è definito come valore limite oltre il quale la vacca comincia a soffrire di stress da caldo.

Calcolo dello stress da caldo tHI(Asabe2006)

ValoridiTHI<75 Assenzadistress

ValoridiTHIda75a79 Stressleggero

ValoridiTHIda75a79 Stressgrave

ValoridiTHI>90 Estremopericolo

Lo stress da caldo nella vacca da latte comporta una riduzione dell’ingestione di alimenti quindi inferiori disponibilità di energia e proteine destinate alla produzione del latte, maggiore difficoltà a dissipare il calore, incremento del ritmo respiratorio, immunodepressione e aumento dei problemi a livello riproduttivo.Per valutare in quale condizione ci troviamo non è quindi necessario misurare solo la temperatura ambientale della stalla, bisogna monitorare, su pochi animali della propria mandria, la frequenza degli atti respiratori e se sono superati gli ottanta atti il minuto si è in condizione di stress da caldo. Nella vacca da latte la “zona di neutralità termica “è compresa tra i 5 e i 20°C. oltre, il limite superiore entra in stress termico.

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Alta Qualità

tabella 37 - Relazione di valori tHI con i cali percentuali del livello d’ingestione e di produzione - Nardone et al. (1999)

Indicatore Stress moderato Stress medio Stress forte

THI 72/75 76/79 >80

Temperaturabovina(°C) 39/39,5 39,5/40 >40

Calolivelloingestione% -5/-10 -10/-20 >20

Calolivelloproduttivo -5 -10/-15 >15

Per contenere lo stress da caldo è opportuno garantire l’acqua di abbeverata. Essa deve essere abbondante (il suo fabbisogno con il caldo può anche raddoppiare) e deve essere disponibile in più punti e di facile accesso. E’ opportuno provvedere all’om-breggiatura delle zone di riposo e dei paddock. Se la stalla non garantisce un THI in-feriore a settantadue, con sistemi di ventilazione naturale, l’unica possibilità rimane installare sistemi di raffrescamento. La riduzione dello stress da caldo può avvenire in due modi: o rinfrescando l’ambiente o rinfrescando direttamente gli animali. Il raffrescamento dell’ambiente può essere efficace nei climi caldo secchi. Nei climi caldo umidi è sicuramente più efficace rinfrescare direttamente le vacche che devono essere bagnate e nel frattempo ventilate, per favorire un’adeguata evapotraspirazione che permette di abbassare la temperatura corporea della vacca.

La prima zona su cui intervenire è la sala di attesa dove, ad intermittenza si devo-no bagnare le vacche dall’alto. Il secondo posto, con lo stesso sistema è all’uscita della sala di mungitura, dove gli animali hanno accumulato molto calore. La terza priorità è deve essere dedicata alla zona di alimentazione.

Sarebbe opportuno raffrescare anche gli animali in asciutta. La sofferenza da cal-do nelle vacche in asciutta è evidenziata sia durante il parto sia nella lattazione suc-cessiva con riduzione delle produzioni e della fertilità.

Calo di produzione delle bovine in relazione ai valori di tHI (Asabe 2006)

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Ventilatore di grande portata con diffusione dell’aria in modo uniforme su tutta la massa corporea della vacca.

Ventilatore a parete indicato per le zone di alimentazione.

Per esaltare l’effetto indotto del sistema di ventilazione integrare sistema di raffrescamento delle vacche con bagnatura ad intermittenza.

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Alta Qualità

CAPItolo 10

organizzazione dell’allevamento

La suddivisione degli animali avviene secondo priorità scelte dall’allevatore in funzione della dimensione della mandria e delle caratteristiche della struttura stalla. Tali suddivisioni possono essere di ordine gestionale , produttivo, sanitario, oppure “miste”. La suddivisione minima degli animali in gruppi dovrebbe essere la seguente:• vitelli fino a sei mesi;• manze da 6 a 12 mesi;• manze da inseminare e gravide; • vacche asciutte;• vacche fase di transizione;• vacche in lattazione.

Negli allevamenti da latte medio grandi, diventa importante effettuare ulteriori sotto gruppi (ad es. vacche in lattazione pluripare e primipare, vacche per livello produttivo o per giorni di lattazione, gravide o non gravide, ecc.). In presenza di animali con microrganismi infettivi contagiosi è buona regola dare la priorità alla suddivisione in base allo stato sanitario da decidere con il veterinario aziendale. Nel dimensionare i gruppi delle vacche in lattazione, per facilitare i mungitori e per evi-tare eccessivo stress alle vacche, tener presente alcuni aspetti:• Il numero di vacche massimo nei gruppi dovrebbe essere pari o inferiore alle vacche

munte in un ora;• Il numero vacche nei gruppi dovrebbe essere un multiplo del numero dei gruppi di

una fila della sala di mungitura;• Evitare di suddividere le vacche in troppi gruppi (si rallentano le operazioni di

mungitura e si rischia di mescolarle). Ulteriori suddivisioni potrebbero essere effettuate sulle asciutte, in particolare tra

primipare pluripare, per evitare il contagio eventuale presenza di microrganismi pa-togeni.

In un allevamento di vacche da latte che si rispetti dovrebbero essere presenti inoltre altre due aree destinate una a box parto ed una a box infermeria. Il primo deve essere collocato vicino al gruppo delle vacche a fine asciutta e l’altro vicino alla sala di mungitura. In questi box devono essere attuate le più rigide regole igieniche sia per quanto riguarda la pulizia che per la disinfezione. Se sono presenti animali la pulizia e la disinfezione devono essere eseguite tutti i giorni.

la gestione della stalla

La stalla deve essere concepita per garantire agli animali, l’alimentazione, il movi-mento ed il riposo ed inoltre questi devono essere facilmente osservati e protetti dalle condizioni climatiche avverse.

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I diversi sistemi di stabulazione possiamo identificarli in:• Posta fissa;• Lettiera permanente;• Cuccette;• Stabulazione solo con tettoia.

La posta fissa con vacche legate è un tipo di stabulazione adottato in piccoli alle-vamenti e in zone dove è necessario proteggere gli animali dal clima freddo. Le nuove direttive comunitarie sul benessere animale vietano nuove realizzazioni di tali strut-ture. Dove ancora sono presenti, per il benessere delle vacche e per evitare infiam-mazioni alle mammelle e peggiorare le condizioni qualitative del latte è opportuno:• Separare sulle poste il lettime asciutto, spingendolo in avanti la paglia asciutta ed

inserendo quella bagnata e sporca nella scolina almeno due volte il giorno;• Vuotare la scolina dal letame e urine almeno due volte il giorno;• Pulire mangiatoia due volte il giorno;• Prima della mungitura, distribuire eventualmente concentrati e avvicinare foraggi

in mangiatoia alle vacche; • Effettuare la mungitura con la posta pulita e asciutta;• Durante la mungitura non movimentare paglia, foraggi e concentrati;• Terminata la mungitura distribuire su tutta la posta paglia pulita e asciutta in par-

ticolare dove si appoggia la mammella;• Almeno una volta la settimana, effettuare disinfezione nella parte posteriore della

posta;• Una volta alla settimana nelle corsie di servizio distribuire calce agricola;• Assicurarsi che il pavimento della mangiatoia non sia rugoso e non siano presenti

buche, ma sia facilmente pulibile; • Tutti i giorni assicurarsi della pulizia delle bacinelle di abbeverata;• I vitelli nati non devono essere collocati nelle corsie di servizio, ma fuori dalla stalla;• Nelle corsie non devono essere stoccate rotoballe di paglia;• Assicurarsi del ricambio di aria adeguato al numero delle vacche e alla giusta tem-

peratura, evitare correnti di aria e la presenza di odore tipico dell’ammoniaca. Se presenti ventilatori pulirli dalla polvere;

• Almeno ogni mese, eliminare ragnatele e polvere, in particolare, pulire esterno condutture del vuoto e del latte dell’impianto di mungitura;

• Adottare un valido programma di lotta alle mosche.

Le stalle con lettiera permanente hanno il vantaggio di permettere alle vacche di comportarsi naturalmente, ma spesso gli spazi vengono utilizzati in modo inefficien-te. Le vacche ad alta produzione dovrebbero avere a disposizione lettiere con almeno 10 metri quadrati a capo.

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Alta Qualità

Come gestire correttamente la stalla con lettiera permanente:• Distribuire paglia almeno una volta il giorno in quantità di 4-5 kg a capo;• Ad ogni mungitura pareggiare la lettiera e coprire le feci con paglia asciutta;• Almeno 3 – 4 volte il giorno (in funzione della larghezza), pulire le corsie di ali-

mentazione, i camminamenti e le zone in prossimità degli abbeveratoi;• Lo svuotamento della lettiera dovrebbe essere effettuato ogni 2-3 mesi. In occasio-

ne dello svuotamento bisogna disinfettare;• Evitare il sovraffollamento di vacche in lettiera;• Verificare che le vacche si sdraino su tutta la superficie della lettiera a loro disposi-

zione . Se ciò non si verifica bisogna intervenire per modificare il sistema di venti-lazione ed i ricambi di aria (naturale o artificiale);

• Almeno una volta l’anno pulire la stalla dalle ragnatele e polvere;• Adottare un valido programma di lotta alle mosche.• Anche la lettiera delle vacche in asciutta deve essere gestita come quella delle vacche

in lattazione.Non bisogna mai dimenticare che mastiti o problemi alle mammelle nelle prime

fasi della lattazione delle vacche possono avere origine proprio nel periodo di asciutta.Un sistema di stabulazione che oggi viene adottato di frequente è rappresentato

dalle cuccette in quanto garantiscono uno sfruttamento più efficiente dello spazio in stalla oltre a garantire maggior pulizia delle mammelle e degli animali. Nel Manuale dell’Allevatore di Granlatte n. 2 sono riportate le dimensioni e i disegni delle cuccette adatte alle tipologia di vacche di oggi. Per garantire la pulizia delle mammelle, per le stalle con cuccette è importante che il lettime che venga a contatto con l’anima-le. Nelle cuccette con materassi di ultima generazione se non viene distribuita una piccola quantità di lettime compaiono frequentemente ferite agli arti con notevoli sofferenze da parte delle vacche. Ruolo importante per la gestione delle cuccette riveste la larghezza e la lunghezza della posta, le caratteristiche delle corsie ed i cam-minamenti. Se la vacca calpesta urine e feci queste verranno portati in cuccetta con aumento della presenza di microrganismi non desiderati. Per gestire correttamente le cuccette è importante:• Se è presente il grigliato nelle corsie questo deve scaricare con facilità feci e urine.

Se ciò non si verifica munirsi di apposite attrezzature per pulire almeno due volte

Evitare il sovraffollamento corsie e paddock bagnati e sporchi.

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Alta Qualità

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la settimana;• Le corsie con pavimento pieno devono essere pulite almeno 3 -4 volte il giorno in

funzione della larghezza;• Nelle cuccette con paglia il lettime và rinnovato 3 volte la settimana. Due volte

il giorno, in contemporanea con la mungitura, si deve togliere dall’interno della cuccetta l’eventuale paglia bagnata, pareggiandola e mettendone di asciutta dove appoggia la mammella.

I materiali che possono essere utilizzati per lettiere e lettimi sono: • Paglia;• Segatura;• Trucioli;• Separato ( deiezioni separate);• Sabbia;• Materassi in gomma o “imbottiti”;• Stocchi, graspi, foglie, eccetera.

Il materiale per lettime preferito dalle vacche è la paglia in quanto è comprimi-bile e soffice. Ha un buon assorbimento (se ne consuma dai 500 ai 600 kg cuccetta all’anno). Se la paglia viene tritata il consumo si riduce del 30%. Nella cuccetta lo strato di paglia dovrebbe essere almeno di 5 cm , se presente il materasso 1 cm. I tru-cioli e la segatura usati come lettiera devono essere di qualità, senza polvere, asciutti e non provenienti da segherie dove si lavora legno già verniciato. In azienda devono essere stoccati in un locale coperto .In qualche azienda, per ridurre i costi, viene usato come lettiera il “separato” (deiezioni essiccate). Il separato, appositamente essiccato e trattato, se ben asciutto può essere paragonato agli altri lettimi. I problemi sorgono quando il separato acquisendo umidità incrementa molto rapidamente raggiungen-do livelli elevatissimi (più elevati del letame in concimaia). Nell’allevamento della vacca da latte l’uso di tale lettime è sconsigliato. La sabbia è un ottimo lettime inorga-nico con un buon grado di assorbimento. In Italia, a differenza degli Stati Uniti, per motivi legati al consumo di pompe e altre attrezzatura, si utilizza in modo limitato.

Le cuccette con materassi devono essere predisposte con le giuste pendenze ed il giusto fondo. Esistono diversi studi internazionali che spiegano i meccanismi di trasferimento dei batteri dalla lettiera alla mammella.

Obiettivo primario nella gestione delle corsie e lettiere è quello di avere sempre vacche e mammelle pulite al momento della mungitura. Questo significa:• lettiera o cuccette in ottimo stato mediante una loro buona gestione quotidiana;• adeguata ventilazione; il ricambio di aria ha un effetto asciugante sulla lettiera e sui

materassi ed una conseguente minor moltiplicazione microbica. Inoltre una buona ventilazione evita che le vacche vadano a coricarsi nelle zone più umide e sporche per cercare refrigerio;

• aumentare, nei periodi caldi, la pulizia di zone particolarmente frequentate o a rischio;

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• attuare un programma preventivo di controllo delle mosche anch’esse veicolo di contagio e disturbo.

Per produrre latte di qualità sono importanti altre operazioni da eseguire con attenzione e metodo.

Senza entrare nella tecnica di razionamento della vacca da latte dove esistono “trattati” tecnico- scientifici, che soddisfano le conoscenze e curiosità di qualsiasi alle-vatore, ci sembra utile richiamare l’attenzione su alcuni aspetti di cui frequentemente ci si dimentica. Questi aspetti dovrebbero entrare nella routine quotidiana delle at-tività da svolgere. Tra queste ci sembra utile ricordare la gestione della mangiatoia, degli abbeveratoi, lo stoccaggio dei concentrati e delle materie prime.

Le mangiatoie devono essere pulite almeno una volta il giorno. La base della mangiatoia deve essere costruita con materiali facilmente pulibili e lavabili oppure ricoperta da un foglio di acciaio (il pH della razione intacca, a lungo andare, il ce-mento creando buche nella mangiatoia). La pulizia si può eseguire a mano con una scopa, oppure utilizzare specifici trattori muniti di scopa rotante. Il materiale raccol-to (dovrebbe essere almeno il 2% ma al massimo il 5%) deve essere raccolto, pesato, registrato, e non deve essere ne ridistribuito di nuovo alle vacche né tantomeno alle manze. Con la mangiatoia pulita si può distribuire la nuova razione che dovrebbe avvenire quando gli animali sono in sala di attesa per la mungitura. In tal modo, alla fine della mungitura, dopo essersi dissetate, le vacche trovano la razione fresca e sono invogliate a mangiare, rimanere in piedi, e permettere agli sfinteri dei capezzoli di chiudersi. Altro aspetto da gestire con metodo è la pulizia e disinfezione degli abbeveratoi. Un bravo mungitore, quando entra in mezzo alle vacche per avviarle alla mungitura, controlla se nelle bacinelle sono entrate delle impurità. Se presenti devono essere immediatamente pulite. Mensilmente tutte le bacinelle della stalla, comprese quelle in sala di attesa, devono essere pulite rovesciando l’acqua contenuta, disinfettate con una soluzione a base di cloro, risciacquate e di nuovo riempite di acqua potabile per l’abbeverata. La pulizia e disinfezione delle bacinelle di abbeverata è importante per evitare lo sviluppo di microrganismi dannosi per le vacche. Non meno importante è evitare lo sviluppo di funghi e muffe all’interno dei contenitori di stoccaggio dei mangimi o magazzini di stoccaggio degli alimenti per gli animali. Nei silos di stoccaggio dei concentrati con le variazioni delle temperature e dell’umi-dità si posso proliferare muffe e funghi per cui andrebbero puliti periodicamente e successivamente disinfettati con apposite candelette disinfettanti.

la gestione dell’allevamento

Il tipo di stabulazione preferito dagli allevatori è senza dubbio quella libera. Come riportato nel capitolo precedente, la stalla per essere funzionale e senza creare stress alle vacche deve essere progettata e realizzata con determinati criteri. Esistono ancora realtà, in particolare nel centro-sud Italia, dove sono presenti grandi paddock spesso privi di protezione dal sole e dalla pioggia, pavimentazioni sconnesse, con difficoltà

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per la pulizia. La stalla, in molti casi è a lettiera permanente, con ricambi di aria scar-si, dove il sovraffollamento di animali è abbastanza frequente. Con queste condizioni spesso le caratteristiche qualitative del latte presentano conteggi cellulari elevati.

In un’indagine, eseguita nel 2006 su dati dei soci di Granlatte, ha evidenziato che il numero delle cellule viene influenzato dal numero di lattazioni medio della man-dria. Le aziende con vacche più giovani producono un latte di migliore qualità con un contenuto cellulare più basso e, di conseguenza, in maggiore quantità.

Correlazione tra produzione media giornaliera intero allevamento e conteggio cellulare

Correlazione tra cellule somatiche e numero medio di lattazioni vacche dell’allevamento

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Bisogna ricordare però che una mandria di vacche giovani (2,2 – 2,5 lattazioni) comporta un aumento dei costi di rimonta difficile da sostenere se tale situazione si ripete per diversi anni. Il costo di mantenimento della rimonta si ammortizza e in-comincia a far guadagnare l’allevatore dal momento in cui la vacca partorisce il terzo vitello e quindi dall’inizio della terza lattazione. Quando l’allevamento ha raggiunto il numero dei capi ospitabili, per ridurre i costi bisogna gestire la mandria incremen-tando la qualità del latte, il livello produttivo ( in funzione delle caratteristiche gene-tiche delle vacche) e la longevità degli animali. Una corretta gestione degli animali inizia dalle fase di allevamento delle vitelle al fine di ottenere manze che al primo parto ( a 22-24 mesi) presentino una morfologia ed una condizione di sviluppo otti-mali per affrontare la lattazione senza problemi. Per una buona gestione riproduttiva bisogna identificare e registrare il primo calore dopo il parto, eseguire sempre le visite ginecologiche post parto ed inseminare, con esito positivo, le vacche entro 60-90 giorni dal parto. Se in allevamento si verificano periodi in cui le gravidanze sono inferiori alle aspettative bisogna attivare subito le verifiche per limitare e risolvere il problema. In questi casi il veterinario ginecologo può dare ottime informazioni al tecnico alimentarista nella formulazione della razione. Obiettivo di ogni allevatore è ridurre costantemente il periodo parto concepimento. I dati dei controlli funzionali eseguiti dalle Associazione Allevatori evidenziano come in molti allevamenti da latte sia possibile ottenere reddito gestendo correttamente la riproduzione delle bovine. Per ottenere nell’arco dell’anno le stesse quantità di latte e qualità soddisfacente bi-sogna programmare il numero dei parti che devono avvenire ogni mese. Questa pro-grammazione dovrebbe portare, in condizioni di normalità, ad avere una lunghezza media della lattazione di 160-180 giorni.

In pratica, dopo una asciutta di 55 +- 5 giorni ogni 13 – 14 mesi (390-400 giorni di interparto), si dovrebbe ottenere il nuovo parto da ogni vacca. La genetica, con la scelta di tori padri delle future vacche, può consentire oltre al miglioramento qualita-tivo del latte alla riduzione delle cellule somatiche, al miglioramento della longevità, della morfologia dell’animale, della mammella e dei capezzoli. Si è cercato di richia-mare queste semplici informazioni, che ogni allevatore piccolo o grande dovrebbe sempre avere ben presente.

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CAPItolo 11

Benessere Animale

Il benessere degli animali viene definito come “lo stato di completa salute, sia fisica, sia mentale, in cui l’animale è in armonia con il proprio ambiente” (Hughes, 1976).

Il British Farm Welfare Council (1979) ha riproposto la definizione delle CIN-QUE LIBERTA’ per la tutela del benessere animale:1. libertà da sete, fame e malnutrizione;2. disponibilità di un riparo appropriato e confortevole;3. prevenzione, diagnosi e rapido trattamento delle lesioni e delle patologie;4. libertà di esprimere comportamenti normali;5. libertà dalla paura e dallo stress.

Conosciamo le bovine

Per valutare il benessere di una bovina è importante conoscere i comportamen-ti naturali al fine di poterli ricreare nelle stalle. Il miglioramento del benessere è determinante per avere elevate performance e quindi un’elevata efficienza aziendale.

tabella 38 - Alcuni comportamenti e ritmi di una bovina da latte

Distribuzione delle attività di una vacca da latte in un giorno

Attività tempo dedicato al giorno

AlimentazioneSocializzazioneRuminazioneRiposoAbbeverataSpostamentiMungitura

3-5ore(da9a14pasti)2a3ore12a14ore30minuti2,5a3,5ore

Fonte:Grant,Rick

Elenchiamo ora alcune cause che possono alterare lo stato di benessere delle bo-vine:

Paura all’isolamentoLe bovine sono abituate a vivere in gruppo e quando vengono separate, si isolano,

si stressano e soffrono. Uno studio ha dimostrato, che isolando una bovina (sola) in una stalla è aumentato il numero delle cellule nel latte. Le bovine devono vivere in gruppo e seguire la vacca dominante.

RumoreLe bovine sono più sensibili al rumore rispetto agli uomini. Le orecchie delle

bovine sono sensibili alle alte frequenze. Lo sfregamento di metalli, come i rumori strani e intermittenti, sono particolarmente stressanti per le bovine. A tal proposito

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è stato dimostrato che mungitori rumorosi, che urlano, che si muovono in modo veloce e non tranquillo, provocano stress alle bovine con conseguente aumento del conteggio delle cellule somatiche nel latte e diminuzione della produzione. Uno stu-dio condotto in Texas su vitelli al pascolo ha dimostrato che lo squillare del telefono cellulare ha provocato un notevole aumento della frequenza cardiaca negli stessi. Le vacche che vivono in un ambiente tranquillo sono molto più sensibili al rumore rispetto ad altre che vivono in un ambiente movimentato e rumoroso. L’ascolto di una radio con un livello sonoro normale e a bassa frequenza rende gli animali più tranquilli.

VisioneLe bovine hanno una visione grandangolare di 300 gradi intorno a loro. Limitare

la loro visione con para occhi, in occasione di trattamenti particolari, riduce il loro livello di stress. Gli oggetti in movimento, come le persone , sono viste dalle bovine in modo sfuocato ed hanno la necessità di maggior tempo per la messa a fuoco. Per evitare stress e spavento bisogna muoversi lentamente e con normalità. Per avvicinare un bovino è buona regola percorrere “l’angolo d’approccio”, identificato a circa a 135° a fianco della direzione del bovino.

Campo visivo panoramico nel bovino.

Percezione dei movimenti nell’uomo e nel bovino “Dimberton 1999”

Le principali posture della testa e il loro significato: “Sholoeth”

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SpazioOgni bovina ha un proprio spazio di rispetto. Se un’altra bovina o persona invade

i confini di questo spazio la bovina risponderà mettendosi in fuga, interrompendo la socializzazione o attaccando. Le dimensioni di questa zona dipendono dal tempera-mento della bovina. Una bovina tranquilla, abituata a essere avvicinata dalle persone, avrà uno spazio di “ rispetto “ più piccolo rispetto alla bovina nervosa spaventata non abituata a vedere persone. Le manze come le vacche più giovani hanno bisogno di uno spazio di rispetto maggiore rispetto alle bovine adulte; queste ultime con l’au-mentare dell’età salgono nella scala gerarchica e hanno meno paura delle altre bovine. Nonostante un addomesticamento di lunga durata gli erbivori hanno bisogno di abituarsi alla presenza dell’uomo per contenere le reazioni di paura in sua presenza.

GerarchiaIn tutti gli allevamenti esistono gerarchie sociali nei diversi gruppi di bovine. Le

bovine più anziane in genere sono quelle dominanti. Le manze allevate assieme sono meno aggressive tra di loro. Infatti, dove è possibile, le primipare giovani e deboli andrebbero tenute in un unico gruppo fino al termine della prima lattazione. Le vacche dominanti si comportano in modo diverso rispetto alle altre e in molti casi diventa difficile identificarle. In un allevamento di bovine da latte la gerarchia nei diversi gruppi va attentamente gestita da parte degli allevatori in occasione dello spostamento delle vacche da un gruppo all’altro. Spostamenti frequenti o gruppi con continue modificazioni portano a maggior stress alle bovine.

Comunicazione tattileLa sensibilità tattile è il risultato di diversi tipi di recettori sensoriali che danno

origine alla percezione meccanica, termica e anche di dolore. Sono distribuiti re-golarmente su tutto il corpo e, in alcune zone ben definite, sono particolarmente sensibili. E’ noto che un contatto persistente sui ciuffi di pelo dorsali ha effetto calmante / immobilizzante sugli animali e ne facilita la conduzione. Numerosi studi hanno dimostrato come il contatto tattile negativo (percosse, spintoni violenti, scari-che elettriche, eccetera) porta l’animale a sviluppare paura verso l’uomo. La torsione della coda dell’animale è meno negativa di una percossa. Il contatto più temuto è la scarica elettrica. Il contatto tattile positivo (ricompensa con del cibo, l’accarezzare o il parlare in modo dolce e gentile eccetera) descritto come piacevole, gentile e tranquil-lizzante aiuta a ridurre la paura verso l’uomo e ciò si manifesta con un rallentamento del battito cardiaco e l’abbassamento del livello di cortisolo.

Il gusto I bovini hanno una diversa percezione dei sapori rispetto all’uomo. Essi apprezza-

no i sapori dolci (bietole, silo mais, melasso), quelli salati (sali minerali, il gusto del latte, della vaniglia e delle mandorle tostate). Per guidare o abituare le bovine (entrata in cuccetta, box del robot di mungitura, raggrupparle), gli allevatori più esperti sfrut-tano la golosità delle vacche.

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EscrezioneLe attività connesse all’escrezione corrispondono all’eliminazione delle feci e delle

urine. Il comportamento delle bovine correlato all’escrezione,alla quantità e alle ca-ratteristiche del materiale eliminato, hanno un effetto non trascurabile sulla gestione aziendale e sullo stato di salute ed emozionale delle bovine. Le bovine defecano e urinano restando in piedi. Dopo l’eliminazione si allontanano dalla zona, per evitare di sporcarsi i piedi. La presenza di feci e urina genera una condizione di malessere per l’animale. Lo stress e la paura generano un aumento delle escrezioni.

Grooming individualeL’attività individuale corrispondente alla pulizia del mantello e all’eliminazione

dei parassiti. Comprende diverse azioni come leccarsi il mantello, strofinarsi, grat-tarsi. Queste attività riguardano solo le aree che l’animale riesce a raggiungere con il musello. Il Grooming sociale è quello effettuato dalla madre sul vitello e tra animali adulti.

MovimentoI bovini in natura tendono a muoversi spostandosi in avanti. I movimenti laterali

o di arretramento sono possibili ma si tratta essenzialmente di risposte alla paura o a restrizioni fisiche. Questo aspetto viene frequentemente dimenticato quando si scelgono particolari tipi di sale di mungitura dove la movimentazione degli animali incide notevolmente sulla produttività della sala e dei mungitori. La più comune al-terazione del movimento è la zoppia che compromette l’attività e il comportamento delle bovine ed il loro benessere (Frazer 1991). Il trotto costituisce un movimento più rapido ed è adottato specialmente per reagire alla paura o al disagio. Il galoppo è ritenuto un atteggiamento forzato. Alcuni movimenti come lo scalciare, movimenti laterali della testa, flessioni delle zampe anteriori, movimenti delle orecchie, possono essere interpretai come segnali di stress, reazione alle costrizioni e al dolore. Produ-zione di bava, narici dilatate, occhi sporgenti o narici dilatate possono essere associati allo stress.

Alcuni indicatori per valutare il benessere delle bovine

Ecco alcuni indici di valutazione del benessere delle bovine:– Interazioni fra animali: Grooming; è un indicatore positivo che indica un buon

stato di benessere– Presenza di stereotipie: Leccatura delle attrezzature, dell’urina, eccetera. E’ una

risposta allo stress da cause diverse e con un’eziologia multifattoriale– Comportamento di disagio alla mungitura: indicatore stato di disagio delle bo-

vine correlate a fattori fisiologici di stress. Espressioni di disagio sono rappresen-tate da difficoltà nel cedere il latte, da minzione e defecazione frequente, durante la mungitura, con tentativi di scalciare. Fotografa il rapporto fra il personale di

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mungitura e le vacche ed il conseguente stress causato da una sala e una routine di mungitura inadeguata.

– Frequentazione e persistenza delle bovine nelle diverse aree della stalla: per-mette di evidenziare i punti critici nella gestione degli spazi della stalla (scarso accesso alla mangiatoia, attesa per abbeverata, microclima inadeguato)

– Comportamento dell’animale nei confronti dell’uomo, all’ingresso dell’uo-mo nel box le vacche possono avere comportamenti diversi: agitazione, curiosità, aggressività, fuga. Sono indicatori del grado di benessere “sociale “ instaurato tra uomo e animale

– Indice di comodità delle bovine: in allevamenti con una buona gestione e da una struttura adeguata almeno il’90 % delle bovine circa un’ora prima della mun-gitura e due ore dopo la stessa, dovrebbero essere in decubito (riposo)

– Tempo occupazione cuccetta: rispecchia il gradimento delle caratteristiche della cuccetta

– Valutazione BCS (body condition score): valuta le condizioni nutrizionali delle bovine e il soddisfacimento dei loro fabbisogni nelle varie fasi del ciclo produttivo per verificare la mobilizzazione delle riserve lipidiche corporee

– Cleanliness score: esprime il grado d’imbrattamento della superficie della mam-mella e del mantello della bovina tramite un punteggio. Diverse ricerche scienti-fiche confermano la correlazione esistente tra imbrattamento della mammella e del mantello bovina con cellule somatiche e mastite

– Fecal score: esprime, con un punteggio, la consistenza delle feci e serve per veri-ficare l’equilibrio della razione, l’attività digestiva e lo stato sanitario degli animali

– Incidenza delle mastiti e zoppie: valori sopra ai valori medi evidenziano la ne-cessità di valutare con specialisti gli aspetti della gestione, il sistema di mungitura, le strutture

– Teat score: attribuisce un punteggio ai capezzoli in base alle lesioni presenti. Evidenzia errate tecniche nel sistema di mungitura, prodotti inadeguati per il pre post dipping, gestione non corretta della lettiera o cuccette

– Foot score trimming score: esprime un punteggio della capacità della bovina di appoggiare correttamente a terra e con regolarità i quattro arti. Le strutture allevamento,le cuccette e le pavimentazioni non adeguate o non gestite corretta-mente, un mancato programma di pareggio unghioni, sono causa di zoppie alle bovine

– Locomotion score: esprime un punteggio come la vacca si pone (linea dorsale diritta o curva) in stazione o come cammina su terreno piano

– Presenza di ferite e lesioni, abrasioni, gonfiori: localizzate su garretti , ginoc-chia, mammelle garrese, sono legate a problemi alle strutture, materassi inadegua-ti gestione lettime

– Gestione, aspetti produttivi e riproduttivi:Produzione giornaliera per vacca Produzione giornaliera per gruppoQualità del latte: % grasso, % proteine, numero cellule somatiche nel latte

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Analisi batteriologiche del latte (forniscono informazioni sullo stato di salute del-le mammelle)

Lunghezza media della lattazioneNumero medio di lattazioniPercentuale vacche in lattazioneTasso di rimontaNumero medio concepimenti per inseminazione Percentuale vacche gravideGiorni parto concepimento

Comprendere il benessere delle bovine

Le cuccette sono confortevoli quando: Elevato uso (> 90% vacche in cuccetta)Basso numero di vacche in piedi in cuccettaBuona pulizia mantello e mammella delle vaccheAssenza di lesioni cutaneeModesta incidenza patologie podaliAssenza d’incidenti e traumi

Un adeguato periodo di riposo giornaliero per le vaccheRiduce lo stress a livello podaleRiduce problemi podaliAumento il flusso ematico alla mammellaAumenta l’attività di alimentazioneAumenta la produzione di latte (1 Kg ogni ora oltre le sette ore di riposo) (Grant 2003)Migliora la salute della mandria

Fattori di limitazione del benessere della vacca da latte:Condizioni climatiche: > 25°C, umidità relativa > 65%Fisico: eccessivo movimento, mancato riposo, malattia , dolore, partoPsicologico – sociale: cambio gruppo, separazione, competizione, rapporto con uomo, nuovo contatto-, nuova esperienzaAmbientale: microclima, pavimenti ,zone di riposo, spazi vitali, attrezzatureAlimentari:modo di somministrazione, trattamento tecnologico, qualità, tipo

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Conclusioni

Da quanto esposto risulta evidente come la responsabilità per evitare paure stress agli animali è legata ai comportamenti dell’allevatore e dei suoi collaboratori. Parlare e muoversi adagio, accarezzare l’animale che si avvicina, lasciarsi succhiare occasio-nalmente le dita dai vitelli contribuiscono a ridurre la tendenza dei bovini a scappare di fronte all’uomo e si lasciano guidare con più facilità. La conoscenza dei com-portamenti delle proprie vacche permette di migliorare il rapporto uomo/ animale. Un ottimo rapporto uomo animale avvantaggia il benessere dell’animale e riduce i problemi all’allevatore con una migliore produttività.