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MANUALE TECNICO OPERATIVO Edizione Giugno 2013 Opera intellettuale di proprietà della Società Italiana per il Gas. É vietata ogni riproduzione anche parziale. La Società tutelerà i propri diritti a termini di legge.

MANUALE TECNICO OPERATIVO - Toscana Energia

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MANUALE

TECNICO

OPERATIVO

Edizione Giugno 2013

Opera intellettuale di proprietà della Società Italiana per il Gas. É vietata ogni

riproduzione anche parziale. La Società tutelerà i propri diritti a termini di legge.

MANUALE TECNICO OPERATIVO Edizione

Giugno 2013

GENERALITA’ Sez. 1

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1. GENERALITA’

1.1. SCOPO

Il presente MANUALE TECNICO OPERATIVO (MTO) contiene prescrizioni tratte dalla

Normalizzazione Tecnica Aziendale e/o dal Capitolato Speciale d’Appalto. Pertanto, non sostituisce tali

documenti, ma fornisce una sintesi delle principali prescrizioni ed informazioni tecniche cui attenersi per

l’esecuzione dei lavori di costruzione e collaudo delle reti gas e degli impianti di derivazione d’utenza

esercite con pressioni 5 bar (0,5 MPa).

Annulla la precedente Edizione del Dicembre 2010.

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Giugno 2013

SEGNALAMENTO CANTIERI STRADALI Sez. 2

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2. SEGNALAMENTO CANTIERI

STRADALI

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Giugno 2013

SEGNALAMENTO CANTIERI STRADALI Sez. 2

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2. PREMESSA

Il segnalamento dei cantieri stradali deve avvenire in ottemperanza alle disposizioni legislative vigenti,

quali:

- D.Lgs. 285/92 Nuovo Codice della Strada (di seguito Codice)

- D.P.R. 495/92 Regolamento attuativo (di seguito Regolamento)

- D.M. 10/7/2002 Disciplinare tecnico degli schemi segnaletici

- D.Lgs. 81/2008 Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro.

Il contesto normativo di riferimento prevede che chiunque esegue lavori sulle aree destinate alla

circolazione o alla sosta di veicoli e di pedoni deve adottare gli accorgimenti necessari per la sicurezza e

la fluidità della circolazione e mantenerli in perfetta efficienza sia di giorno che di notte. Deve inoltre

provvedere a rendere visibile, sia di giorno che di notte, il personale addetto ai lavori esposto al traffico

dei veicoli.

Per lavori che interessano luoghi destinati al transito, s’intendono tutte quelle attività svolte su sede

stradale che interferiscono con la circolazione di veicoli e di persone, quali, ad esempio:

- l’esecuzione di scavi per interventi di posa o manutenzione di tubazioni interrate;

- l’apertura di pozzetti (anche su marciapiedi);

- l’uso di scale;

- l’esecuzione di depositi temporanei di materiali.

Al punto 2.4. della presente sezione si forniscono alcuni esempi di posizionamento della segnaletica

temporanea da utilizzare nei cantieri, a seconda delle diverse tipologie stradali, così come definito dalle

disposizioni legislative vigenti.

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SEGNALAMENTO CANTIERI STRADALI Sez. 2

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2.1. Indicazioni generali

I lavori ed i depositi su strada e i relativi cantieri devono essere dotati di sistemi di segnalamento

temporaneo mediante l'impiego di specifici segnali previsti dal Regolamento attuativo.

I segnali di pericolo o d'indicazione da utilizzarsi per il

segnalamento temporaneo hanno il colore di fondo

giallo.

Essi devono essere resi stabili in qualsiasi condizione

stradale ed atmosferica, mediante l’utilizzo di

zavorramenti morbidi (sacchetti di sabbia): è pertanto

vietato l’utilizzo di materiali rigidi (ad es. sassi o

mattoni) che possono costituire un pericolo per la

circolazione.

Nello svolgimento di lavori in pozzetti (sia su strada che su marciapiede) occorre delimitare l’area

interessata mediante apposite protezioni.

Barriera di recinzione per chiusini

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Nel caso in cui la durata del cantiere venga prolungata nelle ore notturne, oppure in caso di scarsa

visibilità (ad es. per nebbia), le barriere di testata delle zone di lavoro ed il segnale “LAVORI” devono

essere muniti di lampade di colore rosso a luce fissa.

Le barriere sui margini longitudinali delle zone di lavoro devono essere munite di lampade di colore giallo

a luce fissa.

IN NESSUN CASO È AMMESSO L’UTILIZZO DI LAMPADE A FIAMMA LIBERA

(TIPO LANTERNE A PETROLIO)

Nell’approntamento dei segnali temporanei occorre che vi sia coerenza con la situazione in cui vengono

posti ed ovviamente ad uguale situazione deve corrispondere uguale segnalamento. La segnaletica

temporanea va immediatamente rimossa al termine dei lavori temporanei, quando è cessata la situazione

di pericolo. Nella posa di segnali temporanei occorre verificare che questi non siano in contrasto con la

segnaletica permanente: in tale situazione (a cura dell’impresa esecutrice dei lavori), questi ultimi devono

essere schermati (ad es. con sacchi neri) ed immediatamente ripristinati (se del caso) al termine dei lavori.

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Nel caso in cui i lavori su sede stradale siano previsti per un tempo superiore a sette giorni

lavorativi o il cantiere rientri nel campo di applicazione del D.Lgs. 81/2008 ( sono esclusi i cantieri

in cui opera un’unica impresa la cui entità presunta di lavoro sia inferiore a 200 uomini-giorno),

sulla testata del cantiere temporaneo o mobile occorre apporre un cartello indicante:

(a) ente proprietario o concessionario della strada (in alto al “cartello lavori”);

(b) estremi dell’ordinanza d’autorizzazione ad eseguire lavori stradali;

(c) descrizione sintetica dei lavori in esecuzione;

(d) committente dei lavori;

(e) - (f) nominativi dei Coordinatori per la progettazione e per l’esecuzione dei lavori nominati dalla

committente (art.90 – comma 7 del DLgs.81/08);

(g) durata dei lavori con date previste d’inizio e fine;

(h) denominazione dell’impresa affidataria dei lavori;

(i) recapito telefonico dell’impresa .

Cartello lavori

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Nel caso di apertura di cantieri stradali per lavori programmati è necessario richiedere il preventivo

permesso all’Ente proprietario o concessionario della strada e, solo dopo il rilascio dello stesso, è

possibile procedere ai lavori.

Inoltre, se tali lavori rientrassero nell’ambito del D.Lgs. 81/2008, deve essere inviata all’Azienda Sanitaria

Locale e alla direzione provinciale del lavoro territorialmente competente, la “notifica preliminare”

elaborata conformemente al D.Lgs. 81/08 stesso.

Tale notifica deve essere affissa in maniera visibile presso il cantiere e custodita a disposizione

dell’organo di vigilanza territorialmente competente. (art.99 – comma 2 del DLgs.81/08);

In caso di apertura di cantieri stradali per interventi urgenti è necessario inviare previamente un

telegramma o fax all’Ente proprietario o concessionario della strada, indicando con precisione il luogo

(numero o nome strada, numero civico o indicazione chilometrica, città, ecc.) sede dell’intervento.

Analoga autorizzazione deve essere richiesta all’Ente proprietario o concessionario della strada

quando, nell’istituire un senso unico alternato, a causa della lunghezza della strettoia o della non

visibilità reciproca tra le due estremità della stessa, non è possibile ricorrere al transito alternato a

vista o da movieri e si rende necessario regolare il flusso di traffico con un impianto semaforico

portatile. L’Ente proprietario o concessionario della strada ha altresì la facoltà di stabilire o

modificare il periodo d’esecuzione dei lavori.

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2.2. Visibilità del personale.

Gli operatori che intervengono nella zona di strada interessata dai lavori devono essere costantemente

visibili, tanto agli utenti della strada che ai conducenti di macchine operatrici circolanti sul cantiere.

Devono essere indossati capi d’abbigliamento ad alta visibilità, di classe 3 o 2 (giubbetti, giacconi), come

da fascicolo Italgas “Prescrizioni di sicurezza per le attività operative – rete gas”. Per interventi

occasionali di breve durata può essere ammesso l’utilizzo del dispositivo appartenente alla classe 1

(bretelle).

giubbetto bretelle

Si ricorda che l’utilizzo dei suddetti dispositivi è reso obbligatorio, per chiunque si trovi ad operare

su strada, in tutti i momenti della giornata, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche o di

visibilità

2.3. Veicoli operativi

Sui veicoli operativi deve essere posto, sul lato posteriore un pannello a strisce bianche e rosse, integrato

dal segnale di “PASSAGGIO OBBLIGATORIO” orientato verso il lato dove il veicolo può essere

superato.

Passaggio obbligatorio per veicoli operativi

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2.4. Tavole rappresentative degli schemi segnaletici temporanei

Di seguito sono riportati alcuni esempi di schemi segnaletici, allegati al Disciplinare Tecnico,

differenziati per tipologia di strade, come previsto dal nuovo Codice della Strada.

Le strade prese in considerazione sono del tipo C, F (extraurbane secondarie e locali extraurbane) ed E, F

(urbane di quartiere e locali urbane); sono state escluse le tipologie A, B e D (autostrade, strade

extraurbane principali e strade urbane di scorrimento) poichè raramente interessate da interventi di posa

tubazioni gas.

Si fa presente che la rappresentazione grafica non é in scala e che nelle tavole non é mai riportata la “

tabella lavori” che diventa obbligatoria per lavori che hanno una durata superiore a 7 giorni lavorativi.

Si ricorda inoltre che tutti i segnali devono essere visibili ad una distanza non inferiore a 100 m.

2.4.1 Schemi per strade di tipo C e F extraurbane

2.4.1.1 Lavori a fianco della banchina

2.4.1.2 Cantiere mobile assistito da moviere su strada ad unica carreggiata

2.4.1.3 Lavori su carreggiata

Lavori su margine della carreggiata senza senso unico alternato

Lavori sulla carreggiata con transito a senso unico alternato con cartelli

Lavori sulla carreggiata con transito a senso unico alternato regolato da movieri con palette

Lavori sulla carreggiata con transito a senso unico alternato regolato da impianto semaforico

Lavori a bordo carreggiata in corrispondenza di una intersezione

2.4.1.4. Deviazione di un senso di marcia su altra strada

2.4.1.5. Cantiere non visibile dietro una curva

2.4.2. Schemi per strade tipo E e F urbane

2.4.2.1 Interventi su portelli o tombini.

Apertura di portello o tombino sul margine della carreggiata per lavori di durata non superiore a 7 giorni.

Apertura di portello o tombino al centro della carreggiata.

Apertura di portello o tombino a ridosso di una intersezione.

2.4.2.2. Lavori su carreggiata.

Veicolo al lavoro al centro della carreggiata. Cantiere edile che occupa anche il marciapiede, delimitazione e protezione del percorso pedonale.

Cantiere di breve durata con deviazione di uno dei due sensi di marcia.

Cantiere che occupa l’intera semicarreggiata, transito nei due sensi di marcia sull’altra semicarreggiata.

Scavi profondi presso un edificio con percorso pedonale protetto e transito a senso unico alternato.

Cantiere su un tratto di strada rettilineo tra auto in sosta.

Cantiere a ridosso di una intersezione con auto in sosta

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2.4.1 SCHEMI PER STRADE TIPO C ed F EXTRAURBANE

2.4.1.1 Lavori a fianco della banchina

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2.4.1.2 Cantiere mobile assistito da moviere su strada ad unica carreggiata

NOTA:

questo tipo di cantiere mobile è ammesso solo

in caso di strade interessate da traffico

modesto, tale da non richiedere l’istituzione

di sensi unici alternati. La distanza fra il

moviere ed il veicolo operativo è funzione

della velocità massima ammessa sulla strada.

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2.4.1.3 Lavori su carreggiata

Lavori su margine della carreggiata senza senso unico alternato

NOTA:

se la sezione disponibile è superiore

a 5,60 m è possibile il transito nei

due sensi di marcia.

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Lavori su carreggiata con transito a senso unico alternato con cartelli

NOTA:

se la sezione disponibile è

inferiore a 5,60 m richiede la

segnalazione di senso unico

alternato.

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Lavori su carreggiata con transito a senso unico alternato regolato

da movieri con palette

NOTA:

la sezione disponibile inferiore a

5,6 m richiede la segnalazione di

senso unico alternato.

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Lavori su carreggiata con transito a senso unico alternato regolato da impianto semaforico

NOTA:

la sezione disponibile inferiore

a 5,6 m, richiede la

segnalazione di senso unico

alternato.

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Lavori a bordo carreggiata in corrispondenza di una intersezione.

NOTA:

con larghezza della carreggiata

residua maggiore o uguale a

metri 5,60 non è richiesto il senso

unico alternato.

Segnaletica orizzontale temporanea

solo per lavori di durata > 7 gg.

<=2 gg. Coni

Per lavori

di durata >2 gg. Delineatori

Flessibili

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2.4.1.4. Deviazione di un senso di marcia su altra strada

NOTA: Con larghezza della

carreggiata residua maggiore o uguale

a metri 5,60 non è richiesto il senso

unico alternato.

<=2 gg. Coni

Per lavori

di durata >2 gg. Delineatori

flessibili

Segnaletica orizzontale temporanea solo

per lavori di durata > 7 gg.

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2.4.1.5. Cantiere non visibile dietro una curva

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2.4.2 SCHEMI PER STRADE TIPO E ED F URBANE

2.4.2.1 Interventi su portelli o tombini

Apertura di portello o tombino sul margine della carreggiata per lavori di durata non superiore a

7 giorni

NOTA:

con larghezza della carreggiata residua

maggiore o uguale a metri 5,60 non è

richiesto il senso unico alternato.

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Apertura di portello o tombino al centro della carreggiata

NOTA:

con larghezza della carreggiata

residua maggiore o uguale a metri

5,60 non è richiesto il senso

unico alternato.

In questo caso non è necessario applicare le luci rosse fisse sulla barriera.

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Apertura di portello o tombino a ridosso di una intersezione

Barriera di recinzione

dei chiusini

NOTA :

dispositivi luminosi da

impiegarsi in caso di cantiere

aperto nelle ore notturne o in

condizioni di scarsa visibilità

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2.4.2.2. Lavori su carreggiata

Veicolo al centro della carreggiata

NOTA:

- con larghezza della carreggiata

residua maggiore o uguale a metri

5,60 non è richiesto il senso unico

alternato;

- dispositivi luminosi da impiegarsi

in caso di cantiere aperto nelle ore

notturne o in condizioni di scarsa

visibilità.

-

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Cantiere edile che occupa anche il marciapiede, delimitazione e protezione del percorso

pedonale

NOTA :

- con larghezza della carreggiata

residua maggiore o uguale a m

5,60 non è richiesto il senso

unico alternato;

- se la larghezza residua della

corsia di destra è inferiore a m

2,75 adottare la stessa

deviazione della mezzeria

prevista a pag. 17 (p.to 2.4.2.1.)

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Cantiere di breve durata con deviazione di uno dei due sensi di marcia

NOTA :

se nella zona lavori sono eseguiti

scavi, al posto dei coni occorre

posizionare barriere di protezione.

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Cantiere che occupa l’intera semicarreggiata, transito nei due sensi di marcia sull’altra

semicarreggiata

NOTA:

con larghezza della carreggiata

residua maggiore o uguale a metri

5,60 non è richiesto il senso unico

alternato

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Scavi profondi presso un edificio con percorso pedonale protetto e transito a senso unico

alternato

NOTA:

con larghezza della carreggiata

residua maggiore o uguale a metri

5,60 non è richiesto il senso unico

alternato.

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Cantiere su un tratto di strada rettilineo tra auto in sosta

NOTA:

dispositivi luminosi da impiegarsi

in caso di cantiere aperto durante

le ore notturne o in condizioni di

scarsa visibilità

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Cantiere a ridosso di una intersezione con auto in sosta

NOTA:

dispositivi luminosi da impiegarsi

in caso di cantiere aperto durante

le ore notturne o in condizioni di

scarsa visibilità

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LAVORI DI SCAVO Sez. 3

Pag. 1 / 3

3. LAVORI DI SCAVO

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LAVORI DI SCAVO Sez. 3

Pag. 2 / 3

3. SCAVO PER POSA TUBAZIONI STRADALI GAS

Di seguito, sono indicate le prescrizioni cui attenersi per l'esecuzione degli scavi per la posa di condotte

gas.

3.1. SCAVO A CIELO APERTO

3.1.1. FASI PRELIMINARI

Come fase preliminare all’attività di scavo occorre:

individuare e segnare sul terreno i servizi sotterranei esistenti che possono interferire con i lavori,

consultando le cartografie degli Enti proprietari/gestori dei sottoservizi e/o facendo scavi d’indagine sulla

zona di lavoro; ulteriori controlli devono essere effettuati utilizzando adeguati strumenti (cercatubi e

cercacavi elettronici) per localizzare e definire eventuali impianti interrati non indicati dalle cartografie;

individuare l'eventuale presenza di altre strutture che potrebbero essere interessate dai lavori, nonché

la presenza di cavità sotterranee;

eseguire il tracciato dello scavo sia come larghezza sia come andamento dell'asse in modo da

interessare il meno possibile i sottoservizi esistenti.

3.1.2. SCAVI A SEZIONE TIPO

La profondità d'interramento della tubazione, misurata dalla generatrice superiore del tubo, deve rispettare

almeno quanto indicato nella seguente tabella:

Profondità minima d’interramento in relazione alla specie della condotta (m)

Materiale della

condotta

4a e 5

a specie

M.P.B

0,5 bar<P5 bar

6a specie

M.P.A

0,04 bar<P 0,5 bar

7a specie

B.P.

P 0,04 bar

Polietilene 0,90 0,60 0,60

Acciaio 0,90 0,60 0,60

Qualora sussistano prescrizioni, da parte di Enti concedenti, che impongono profondità maggiori, queste

devono essere rispettate fatto salvo l’ottenimento di opportune deroghe.

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LAVORI DI SCAVO Sez. 3

Pag. 3 / 3

Le dimensioni indicative della larghezza dello scavo, sia su strada che su terreno naturale, sono indicate in

funzione del De/DN del tubo, nella seguente tabella:

PE /ACCIAIO

De / DN Profondità d’interramento tubazione (m)

0,60 0,90 1,00

Sez

ion

i ti

po

De 63

DN 50

0,25

0,25

0,30

0,30

0,35

0,35

De da 90 a 125

DN da 80 a 100

0,30

0,30

0,35

0,35

0,40

0,40

De da 180 a 225

DN da 150 a 200

0,40

0,40

0,45

0,45

0,50

0,50

De 315

DN da 250 a 300

0,50

0,50

0,55

0,55

0,55

0,55

La presente tabella riporta le larghezze dello scavo, riferite alle profondità d’interramento più usuali.

Qualora siano eccezionalmente realizzati scavi con larghezze maggiori di quelle indicate in tabella, gli stessi devono

essere giustificati ed autorizzati dalla Committente.

Il sostegno delle pareti dello scavo deve essere realizzato secondo le prescrizioni riportate nella

SEZ. 4 “Sostegno degli scavi a cielo aperto”.

Le pareti e il fondo dello scavo devono essere ripuliti da sassi, radici, spuntoni e ogni altro genere di

materiale caduto all'interno dello scavo stesso.

Tutti i materiali di risulta, ove previsto, devono essere collocati ad una distanza di sicurezza dal ciglio

dello scavo tale da non costituire rischio d’eventuali franamenti, pertanto potranno essere depositati in

luogo opportunamente scelto per essere ripresi e utilizzati a tempo opportuno.

MANUALE TECNICO OPERATIVO Edizione

Giugno 2013

SOSTEGNO DEGLI SCAVI A CIELO APERTO Sez. 4

Pag. 1 / 4

4. SOSTEGNO DEGLI SCAVI A CIELO

APERTO

MANUALE TECNICO OPERATIVO Edizione

Giugno 2013

SOSTEGNO DEGLI SCAVI A CIELO APERTO Sez. 4

Pag. 2 / 4

4. PRECISAZIONI

La protezione degli scavi si applica a tutte le attività che comportano la discesa di personale

all’interno di uno scavo a cielo aperto, ed in particolare per le attività che comportano la presenza di

personale aziendale, quali:

riparazione dispersioni da tubazioni stradali;

collegamento tubazioni stradali;

inserimento pezzi speciali su tubazioni stradali;

foratura tubazioni stradali a seguito di costruzione prese.

4.1. MODALITÁ DI ESECUZIONE DELLA ATTIVITÁ

Il sostegno delle pareti deve essere realizzato ogni qualvolta lo scavo abbia profondità 1,50 metri e

quando per la particolare natura del terreno o per causa di piogge, di infiltrazione, di gelo o disgelo, o

per altri motivi, siano da temere frane o scoscendimenti del terreno. (vedi articoli 118 ÷ 120 D. Lgs. 9

Aprile 2008, n° 81).

Fermo restando il divieto di costituire depositi di materiali presso il ciglio degli scavi, qualora, in via

del tutto eccezionale, per particolari condizioni di lavoro, ciò fosse necessario, devono essere messe in

opera opportune puntellature secondo quanto prescritto dall’articolo 120 del D. Lgs. 9 Aprile 2008, n°

81.

Figura 1

MANUALE TECNICO OPERATIVO Edizione

Giugno 2013

SOSTEGNO DEGLI SCAVI A CIELO APERTO Sez. 4

Pag. 3 / 4

Il sistema di sostegno deve essere realizzato mediante idonee assi di legno (ad esempio abete, larice,

pino) di spessore sufficiente a sopportare la spinta del terreno e comunque non inferiore a 3 cm.

Le assi devono essere disposte verticalmente, per tutta la lunghezza delle pareti dello scavo, affiancate

in modo che costituiscano una parete continua.

Le estremità superiori devono sporgere per almeno 30 cm dal bordo dello scavo (cfr. art 119 del D.

Lgs. 9 Aprile 2008, n° 81).

Gli elementi verticali devono essere continui; non sono ammessi all’uso elementi ottenuti per

giunzione di più parti di assi.

Su ciascuna parete devono essere poste in opera almeno due traverse di collegamento degli elementi

verticali, in funzione della profondità dello scavo:

superiormente ad una distanza ottimale di 25 cm dal bordo dello scavo;

inferiormente ad una distanza ottimale di 10 cm dal fondo dello scavo.

In corrispondenza delle traverse superiori delle pareti affacciate, deve essere realizzato un contrasto,

mediante puntoni collocati a non più di 1,5 m l’uno dall’altro.

Nella parte inferiore del sistema di sostegno deve essere valutata l’esistenza di un’adeguata azione

di contrasto e quindi di un efficace contenimento.

Nel caso di notevoli profondità di scavo, devono essere posti in opera dei contrasti intermedi, posti

quanto più possibile in basso, al di sopra del tubo, qualora presente.

Gli elementi devono essere mantenuti in stato di conservazione ottimale. E’ allo scopo opportuno

che le assi siano state trattate in modo da renderle imputrescibili e ferrarle alle estremità laterali e a

quella superiore come indicato nella figura 2.

Figura 2

MANUALE TECNICO OPERATIVO Edizione

Giugno 2013

SOSTEGNO DEGLI SCAVI A CIELO APERTO Sez. 4

Pag. 4 / 4

In alternativa ai sostegni in legno, possono essere utilizzati sistemi di contenimento costituiti da

elementi prefabbricati, che garantiscano lo stesso livello di protezione. Tale modalità di armatura è

preferibile per la protezione di scavi di profondità rilevante.

In ogni caso, il sistema di sostegno deve essere messo in opera contestualmente all’avanzamento

dello scavo ed essere rimosso solo dopo che lo scavo stesso è stato riempito, ed il materiale di

rinterro costipato, all’incirca sino alla quota di interramento della tubazione (cfr. UNI 10576 p.to

7.1.2.).

Le modalità esecutive sopra riportate non sono esaustive, ma evidenziano solo alcune indicazioni di

carattere generale per il sostegno degli scavi a cielo aperto.

Un utile supporto per la realizzazione di tali opere è dato dalla “GUIDA ISPESL per l’esecuzione

in sicurezza delle attività di scavo”, la quale ha lo scopo di fornire i criteri di esecuzione e le

misure di sicurezza da adottare per lo svolgimento delle attività di scavo, con particolare

approfondimento di quelli effettuati a cielo aperto non stabilizzati a mezzo di opere di sostegno

permanenti, i cui dispositivi di protezione collettiva e di accesso agli scavi sono costituiti da opere

di contrasto e di sostegno temporanee.

L’individuazione del sistema collettivo di protezione più adatto ad una realtà lavorativa dipende

dalle sue caratteristiche intrinseche e dal tipo di attività che vi si andrà ad esercitare.

4.2. RIFERIMENTI

D. Lgs. 9 Aprile 2008, n° 81 “Attuazione dell’articolo 1 della Legge 3 Agosto 2007, n° 123, in

materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Norma UNI 10576 “Protezione delle tubazioni gas durante i lavori nel sottosuolo”.

GUIDA ISPESL per l’esecuzione in sicurezza delle attività di scavo (D. Lgs. 9 aprile 2008, n. 81

Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della

sicurezza nei luoghi di lavoro)

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LAVORI DI RINTERRO Sez. 5

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5. LAVORI DI RINTERRO

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LAVORI DI RINTERRO Sez. 5

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5. RINTERRO

Le operazioni di rinterro degli scavi devono seguire immediatamente quelle di posa delle tubazioni nello

scavo.

Le terre di risulta, se non contaminate, possono essere riutilizzate, compatibilmente con le specifiche

tecniche Italgas e con i vari regolamenti locali, come riempimento nello scavo da cui provengono, senza

per questo configurarsi come rifiuto.

Le terre di risulta non riutilizzate nello scavo di provenienza costituiscono un rifiuto prodotto

dall’impresa appaltatrice e sono soggette alle prescrizioni inerenti la gestione del rifiuto.

Si precisa che il riutilizzo delle terre di risulta presuppone la separazione di queste dall'asfalto del manto

stradale e/o da altri possibili inquinanti.

I rinterri devono essere eseguiti in modo tale da evitare futuri cedimenti.

5.1. RINTERRO CON UTILIZZO DI MATERIALE ARIDO

5.1.1. MATERIALE DI RIEMPIMENTO

Si definiscono due classi di materiale di riempimento:

a) Materiale di riempimento di tipo A

E’ costituito prevalentemente da sabbia, pozzolana o materiale fine, deve essere esente da detriti,

materiale organico, pietre o qualsiasi altro materiale estraneo.

b) Materiale di riempimento di tipo B

Viene posato sopra il materiale di tipo A, fino alla quota del piano campagna o alla quota d’inizio della

sottofondazione della pavimentazione e, in ogni caso, non a contatto con la tubazione.

Se non in contrasto con i disciplinari degli Enti competenti, é ammesso l’utilizzo dello stesso materiale

di risulta, opportunamente vagliato, purché esente da detriti, argilla, materiali alterabili che possono

rigonfiare a contatto con l’acqua, pietre di grosse dimensioni.

Il materiale di riempimento di tipo B può essere costituito, in alternativa, da sabbia, misto sabbio-

ghiaioso e ciottoli o pozzolana, onde precostituire un buon sottofondo per le pavimentazioni stradali.

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5.1.2. MODALITÀ' DI RIEMPIMENTO

La posa in opera del materiale di riempimento va effettuata nel seguente modo:

a) Posa in opera del materiale tipo A

Il materiale tipo A deve essere posto sul fondo dello scavo in modo da formare il letto di posa della

tubazione.

Detto materiale deve coprire tutta la larghezza dello scavo, deve essere compattato (non con intervento

dei mezzi di scavo o trasporto), e deve essere posto a lato e sopra la tubazione stessa secondo quanto

esposto nella figura seguente:

Note: quote in cm

(1) Nel caso di copertura di 90/100 cm

(2) Nel caso di copertura di 60 cm

b) Posa in opera del materiale tipo B

La posa in opera del materiale tipo B deve sempre avvenire in modo da evitare che venga meno lo

spessore di ricoprimento minimo indicato per il materiale tipo A, prevedendo una compattazione.

Durante la fase di rinterro dovrà essere sistemato a 4050 cm dalla generatrice superiore dello stesso il

nastro segnaletico “ATTENZIONE TUBO GAS”, TAB. M 4193006 (vedi norma UNI 9165).

Il materiale va posato in strati di spessore non superiore a 30 cm e compattato dopo la posa d’ogni

strato, laddove è previsto l'uso di materiale granulare grossolano al disotto delle pavimentazioni

stradali.

35 – 25 (1) (2)

Piano di campagna

manto d’usura

rete segnaletica

massicciata

tipo B

tipo A

15

10

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5.2. RINTERRO CON UTILIZZO DI MISCELE CEMENTIZIE

5.2.1. MATERIALE DI RIEMPIMENTO

La malta cementizia deve essere utilizzata, ove richiesta, in sostituzione del materiale tipo B e della

sottofondazione. La miscela cementizia deve avere caratteristiche controllate e tali da rendere il

materiale idoneo a sostituire la risulta o l'arido per l’operazione di rinterro.

La miscela è costituita dai seguenti componenti:

COMPONENTI TIPO DOSE

Cemento 325 Portland S - 3 90 kg/m³

Sabbia fine granulometria 0 - 2 600 kg/m³

Sabbione granulometria 0 - 5 600 kg/m³

Ghiaietto granulometria 5 - 8 200-250 kg/m³

Acqua 100 l/m³

Additivo DARAFILL o EQUIVALENTE1 1 capsula da 90 ml/m³

Qualora il materiale dello scavo risultasse idoneo, può essere utilizzato al posto degli inerti sopra

descritti, per un massimo del 50% del volume totale del materiale inerte.

5.3. MANUTENZIONE DEI RINTERRI

Deve essere curata la manutenzione continua dei rinterri, mantenendoli senza avvallamenti o convessità

in modo tale da garantire la viabilità e la sicurezza della sede stradale fino al ripristino della

pavimentazione, fatte salve diverse prescrizioni degli Enti concedenti.

5.4. MODALITA’ DI RIEMPIMENTO SCAVO PER COSTRUZIONE BASAMENTO GR IN

PROSSIMITA’ DELLE TUBAZIONI D’INGRESSO / USCITA AL GR.

Una volta posate le tubazioni di ingresso/uscita del gruppo, per garantire la stabilità del manufatto

costituente il basamento in calcestruzzo, occorre:

compattare con apposito compattatore vibrante, il terreno dell’area dello scavo aperto per

l’installazione del G.R.;

riempire lo scavo, fino alla quota di sottofondazione della pavimentazione, con l’utilizzo di

miscele cementizie opportunamente confezionate secondo specifiche aziendali e per tutta la

lunghezza dello scavo;

attendere il consolidamento della miscela cementizia, rispettando i tempi prescritti dal fornitore;

procedere al riempimento delle restanti parti di scavo con materiale costituito da pietrisco e sabbia

(misto) opportunamente assestato mediante cilindrature.

1 Per “equivalente” s’intende un prodotto costituito da una miscela cementizia che, anche con dosi diverse da quelle su indicate,

garantisca comunque la stessa idoneità a sostituire il materiale di risulta o l’arido.

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LAVORI DI RIPRISTINO DELLA

PAVIMENTAZIONE

Sez. 6

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6. LAVORI DI RIPRISTINO DELLA PAVIMENTAZIONE

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LAVORI DI RIPRISTINO DELLA

PAVIMENTAZIONE

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6. RIPRISTINO

Deve essere eseguito secondo le prescrizioni imposte dagli Enti competenti, anche per quanto riguarda i

termini d’esecuzione ed il rispetto delle norme di sicurezza.

6.1. RIPRISTINO NEL CASO DI RINTERRO ESEGUITO CON METODO TRADIZIONALE

(utilizzo di risulta o materiale arido)

L'esecuzione del ripristino, nel caso di rinterro eseguito utilizzando la risulta dello scavo o materiale

arido, prevede, tutte o in parte, le seguenti operazioni:

esecuzione del cassonetto

posa della sottofondazione

posa della massicciata

esecuzione del manto d'usura

a) Cassonetto

Si ottiene mediante scavo del materiale di riempimento, nella quantità necessaria, per consentire

l'esecuzione del ripristino.

Deve avere, di norma, una profondità pari a quella della pavimentazione esistente e/o a quella stabilita

dalla Committente e/o dagli Enti concedenti in caso di rinterro con materiale arido. Nel caso di rinterro

con materiale di risulta il cassonetto deve avere una profondità tale da consentire l’esecuzione della

sottofondazione e della massicciata.

La rifilatura dei bordi della pavimentazione esistente deve essere eseguita con idonea macchina

tagliasfalto, in modo che la larghezza del ripristino risulti la minore possibile.

b) Sottofondazione

Costituisce la base del corpo del ripristino; può essere specificatamente costruita o essere già risultante dal

particolare rinterro.

I tipi impiegati sono:

sottofondazione in ghiaia o pietrisco e sabbia (misto), anche quando costituita con materiale di risulta

I lavori relativi a tale sottofondazione devono essere svolti secondo le seguenti modalità operative:

- posa del materiale in modo da formare uno strato di spessore uniforme e d’altezza proporzionale sia alla

natura del sottofondo, sia alle caratteristiche del traffico;

- assestamento dello strato mediante cilindratura.

Il materiale, se di scarso potere legante deve essere corretto con materiale adatto favorendone la

penetrazione mediante leggero innaffiamento.

sottofondazione in pozzolana stabilizzata con calce idrata

I lavori relativi a tale sottofondazione devono svolgersi secondo la seguente modalità operativa:

- distribuzione uniforme della calce idrata sullo strato di pozzolana, nella quantità precisata di volta in

volta dalla Committente, in rapporto di almeno 100 kg/m³ di pozzolana, e solamente su quella parte di

terreno che si prevede di completare nella giornata.

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LAVORI DI RIPRISTINO DELLA

PAVIMENTAZIONE

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c) Massicciata o tout-venant

Costituisce la parte del corpo del ripristino atta a trasmettere i carichi superiori alla sottofondazione.

d) Manto d’usura

Costituisce lo strato direttamente soggetto all’azione dei carichi viari.

Se non diversamente prescritto dalla Committente e/o dagli Enti competenti, deve avere di norma una

larghezza pari alla massicciata sottostante, più 40 cm totali (20 cm per parte) per raccordarsi alla

pavimentazione esistente.

I tipi di norma impiegati sono i seguenti:

a) Tappeto superiore di pietrischetto bitumato

b) Manto superiore di conglomerato bituminoso.

Piano di campagna

(d) manto d'usura(c) massicciata

(b) sottofondazione

riempimento

(a) cassonetto

Sezione tipo di uno scavo

6.2. MARCATURA

I materiali bituminosi impiegati per il ripristino della pavimentazione dovranno essere marcati “CE”.

La marcatura deve essere conforme alle prescrizioni contenute nel REGOLAMENTO (UE) N. 305/2011

DEL CONSIGLIO del 9 marzo 2011 (in GUUE del 04/04/2011, n. L 88), ed in particolare alla norma di

riferimento per le miscele bituminose UNI EN ISO 13108:2006.

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CRITERI PER DEFINIRE IN MODO

UNIVOCO UNA TUBAZIONE STRADALE

Sez. 7

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7. CRITERI PER DEFINIRE IN

MODO UNIVOCO UNA

TUBAZIONE STRADALE

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CRITERI PER DEFINIRE IN MODO

UNIVOCO UNA TUBAZIONE STRADALE

Sez. 7

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7. CRITERI PER DEFINIRE IN MODO UNIVOCO UNA TUBAZIONE STRADALE

Sono da considerarsi tubazioni stradali di distribuzione (TSD) le condotte aventi le

caratteristiche seguenti:

B.P (P 0,04 bar) M.P (0,04 bar < P 5 bar) T.S.D di PE T.S.D di altri

materiali

T.S.D di PE T.S.D di altri

materiali

De 50 DN 50 De 50 DN 40

e per le quali risulti verificata almeno una delle seguenti condizioni:

- percorrenza prevalentemente longitudinale rispetto all’asse stradale e capacità superiore

alla richiesta degli utenti da esse serviti;

- percorrenza dalla quale si staccano ulteriori diramazioni interrate;

- percorrenza con previsioni di futuro prolungamento della tratta per alimentazione nuove

utenze.

Con l’obiettivo di definire modalità di comportamento univoche da parte dei progettisti o

degli addetti tecnici sul territorio, sono di seguito evidenziate le principali casistiche che si

presentano per le nuove realizzazioni.

Qualora siano presenti utenti potenziali, a valle del punto da allacciare, si deve progettare una

Tubazione Stradale di Distribuzione (TSD) anziché un IDU; la TSD deve essere dimensionata

tenendo conto dei potenziali consumi previsti.

Nota

La durata della prova a pressione del tratto (D+d) delle seguenti soluzioni, da eseguire prima

di effettuare il foro del Ti di presa, deve essere almeno di 4h a condizione che il volume

geometrico della condotta da sottoporre a collaudo non superi i 4 m³.

d

D

TSD

Utenti da

allacciare

D + d < 5 m

D + d IDU

IDU SENZA UTENTI POTENZIALI IN PROSECUZIONE

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CRITERI PER DEFINIRE IN MODO

UNIVOCO UNA TUBAZIONE STRADALE

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d 1

TSD + IDU CON UTENTI POTENZIALI IN PROSECUZIONE

D TSD d IDU

d

D

TSD

Utenti da

allacciare

Utenti

potenziali

Utenti

potenziali

Utenti

potenziali

Utenti

potenziali E

ven

tual

e T

SD

futu

ra

TSD + IDU SENZA UTENTI POTENZIALI IN PROSECUZIONE

D + d > 5 m

d < 5 m

d 1 > 5 m

D TSD

d, d 1 IDU

d 1 IDU

Utenti da

allacciare

D

d

TSD

Utente da

allacciare

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COSTRUZIONE RETE Sez. 8

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8. COSTRUZIONE RETE

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COSTRUZIONE RETE Sez. 8

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8. COSTRUZIONE RETE

8.1. TUBI

8.1.1.TUBI DI POLIETILENE

Diametri standard in funzione del campo d’impiego:

De

(mm)

Tipo di materiale Fornitura

B.P. M.P.A M.P.B

50 S5 S5 S5 In barre di lunghezza 6 m o in rotoli (L max=100 m)

63 S5 S5 S5

90 S8 S8 S5 In barre della lunghezza di 12 m, oppure se utilizzato

in rotoli impiegare, indipendentemente dalla classe di

pressione, solamente la serie S5 (SDR11)

(L max 50m)

125 S8 S8 S5

180 S8 S8 S5 In barre della lunghezza di 12 m

225 S8 S8 S5

315 S8 --- ---

- i terminali dei tubi devono essere forniti di tappi di plastica.

- l’impiego del tubo deve avvenire entro due anni dalla data di fabbricazione. Scaduto tale termine

il lotto dei tubi in giacenza, per essere impiegato, deve essere sottoposto a prove che ne

confermino le caratteristiche di conformità alle norme vigenti (prove di resistenza idrostatica a

80° per 165 ore e allungamento a rottura). Superate tali prove l’intero lotto dovrà essere

utilizzato entro i quattro anni dalla data di fabbricazione.

- l’impiego dei raccordi deve avvenire entro sei anni dalla data di fabbricazione a condizione che i

raccordi stessi siano protetti contro le azioni dei raggi UV e in ogni modo mantenuti

singolarmente in confezione originale opaca sigillata.

8.1.2. TUBI D’ACCIAIO

Per condotte di nuova posa in B.P. il diametro minimo standard ammesso è il DN 50; per quelle

esercite in M.P.A e in M.P.B è il DN 40. Per tutte le classi di pressione il diametro massimo standard

ammesso è il DN 600.

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8.1.2.1. SOSTITUZIONE TUBAZIONI D’ACCIAIO CON TUBAZIONI DI POLIETILENE

Qualora si sostituiscano parzialmente tubazioni d’acciaio con tubazioni di polietilene è necessario

garantire la continuità della protezione catodica alle restanti parti d’acciaio, ad esclusione dei tratti di

tubazione di lunghezza non superiore a 12 m, sui quali occorre, in ogni modo, valutare l’efficacia della

protezione passiva esistente.

Le varie necessità devono essere valutate tecnicamente in funzione della

lunghezza delle parti d’acciaio restanti a valle dell’interruzione, del relativo assorbimento di corrente e

della lunghezza dell’interruzione elettrica stessa.

E’ possibile optare per impianti supplementari con anodi/celle fotovoltaiche/alimentatori oppure per la

posa di un cavo da posizionarsi in parallelo alla tubazione di polietilene per estendere la protezione

catodica alla parte di acciaio che altrimenti ne rimarrebbe priva. In quest’ultimo caso, il cavo deve essere

conforme alla Specifica Tecnica di Valutazione S.T.V. IE – 1 /501, con sezione 10 mm2.

8.2. MOVIMENTAZIONE

Durante il trasporto dei tubi i piani d’appoggio devono essere privi d’asperità.

Le imbracature per il fissaggio del carico possono essere realizzate con bande di canapa, di nylon o

similari. In caso di movimentazione con mezzi meccanici di sollevamento, i tubi devono essere sollevati

con idonei attrezzi ed imbracati nella zona centrale. Se queste operazioni sono effettuate manualmente,

purché nel rispetto delle prescrizioni del D.Lgs. 81/08 e successive modifiche, ed interessare la

“Movimentazione manuale dei carichi”, i tubi non devono strisciare sulle sponde del mezzo di trasporto o

in ogni caso su oggetti che possono provocare incisioni al tubo stesso.

I tubi in rotoli non devono essere fatti rotolare; devono essere imbracati singolarmente e sollevati con

mezzi idonei.

8.3. ACCATASTAMENTO

I tubi sono generalmente immagazzinati a catasta su più strati paralleli.

Lo strato inferiore, per tubazioni di PE, deve appoggiare su file di tavole posate sul terreno in modo da

costituire un piano d’appoggio orizzontale con superficie uniforme che mantenga i tubi in condizioni tali

da evitare il contatto con il terreno.

Ogni catasta deve essere costituita da tubi d’identico DN e possibilmente d’uguale lunghezza.

L'altezza d’accatastamento non deve essere superiore a 1,5 m per tubi in barre e 2 m per tubi in rotoli, per

qualunque diametro di tubo.

I tubi di polietilene accatastati all'aperto devono essere protetti dai raggi solari con mezzi adeguati. I tubi

d’acciaio devono essere accatastati separando gli strati con traverse di legno e fissati con cunei. Deve

essere mantenuto in posizione il tappo di plastica di chiusura alle estremità su tutti i tubi accatastati.

8.4. SFILAMENTO

Consiste nel disporre, lungo il tracciato degli scavi, il materiale da impiegare nella posa in opera.

Le barre di tubi devono essere allineate lungo il tracciato su appositi sostegni e sistemate in modo da

impedirne il rotolamento; deve essere mantenuto in posizione il tappo di plastica a chiusura delle

estremità.

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8.5. PULIZIA TUBI

Per evitare la possibile introduzione di materiali e corpi estranei, i tappi di chiusura di plastica devono

essere mantenuti sulle estremità fino al momento dell’esecuzione della giunzione. I tubi prima

dell'allineamento per le giunzioni, devono essere puliti sia all'interno sia all'esterno delle estremità.

In fase di costruzione, durante le sospensioni dei lavori, le estremità dei tubi posati nello scavo devono

essere chiuse con fondello saldato a tenuta oppure con tappo ad espansione.

8.6. POSA DELLA CONDOTTA

Allo scopo di evitare la formazione di frane dalle pareti dello scavo che possono danneggiare la nuova

tubazione, devono essere adottate particolari precauzioni operative.

I tubi devono essere posati nello scavo avendo cura di evitarne il trascinamento.

I tubi in rotoli devono essere utilizzati con i seguenti accorgimenti:

1) srotolamento: è da eseguire, per evitare danneggiamenti, con l’utilizzo di un apposito aggancio a

rulli;

2) appoggi a rullo: sul fondo dello scavo devono essere depositati, ad un intervallo di circa 8-10 m,

appositi appoggi a rullo per garantire lo scorrimento veloce del tubo senza danneggiamenti;

3) attrezzo raddrizzatore delle estremità dei tubi: è necessario il suo utilizzo, a basse temperature,

per facilitare l’operazione di allineamento e la realizzazione della giunzione delle estremità del tubo

soggette a curvatura residua.

7.6.1. Procedimento di posa con T.O.T. (Trivellazione Orizzontale Teleguidata)

Indicato per tubazioni normalmente di PE e con diametro esterno di norma non superiore a 225 mm.

Le fasi operative di posa con T.O.T. sono orientativamente le seguenti:

1. Fase preparatoria

Consiste nella rilevazione di tutti i sottoservizi esistenti in prossimità del sentiero di posa della

tubazione, al fine di minimizzare i rischi di danneggiamento degli stessi durante i lavori.

Il tracciato di posa definitivo deve essere stabilito prevedendo la minima interferenza con gli impianti

esistenti.

Le informazioni necessarie per la definizione del tracciato provengono da ricerche cartografiche e

sopralluoghi in campo; in alcuni casi può essere necessario integrarle con “scavi d’indagine”, carotaggi

o con ricerche strumentali (cercaservizi, georadar, ...).

2. Esecuzione del foro pilota

Deve seguire l’andamento del tracciato stabilito nella fase preparatoria.

Se l’operazione è svolta con macchine a fluido bentonitico, si deve impedire l’eventuale allagamento

delle fosse con fanghi di perforazione o la dispersione di questi nell’ambiente (p.e. a fronte di fenomeni

di sifonamento).

I fanghi di perforazione devono essere raccolti e smaltiti presso discariche autorizzate con modalità

prescritte dalle vigenti normative.

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3. Posa della tubazione

Avviene nella fase di recupero delle aste già infisse nel terreno con la trivellazione per realizzare il foro

pilota.

Il tubo, normalmente di PE, deve essere fornito di norma in rotoli sino al De 90 o in barre per diametri

superiori. In quest’ultimo caso si devono preparare sezioni di lunghezza adeguata alla tratta da posare, (da

scavo di partenza a quello d’arrivo), realizzando le stesse mediante saldatura di testa delle barre, evitando

di creare intralcio alla normale circolazione veicolare e l’accesso alle proprietà.

Le sollecitazioni meccaniche sulla tubazione, nel corso dell’operazione di posa, devono essere mantenute

sempre al disotto dei limiti di snervamento del materiale mediante l’adozione d’idonei accorgimenti o

sistemi di controllo.

4. Giunzione delle tratte

Nel caso di tubazioni di polietilene fornite in rotoli, può essere necessario ricorrere a strumenti specifici

che riportino l’ovalizzazione delle estremità entro i limiti prescritti dalle norme vigenti. Inoltre, per

ridurre i rischi di giunzioni difettose, occorre eliminare o minimizzare l’eventuale curvatura residua delle

estremità da collegare per mezzo d’apposita attrezzatura (strumenti raddrizzatori) ed eseguire la giunzione

con metodii idonei per la riduzione, per quanto possibile, delle tensioni residue interne.

8.6.2. Cambiamenti di direzione

Realizzati con impiego di curve a 45° e 90°.

Sono ammessi, per tubazioni d’acciaio, cambiamenti di direzione mediante curve ricavate a freddo con

macchina piegatubi a condizione che:

il raggio di curvatura sia minore di 38 volte il diametro esterno del tubo;

la differenza tra i diametri massimi e minimi misurati su tutto lo sviluppo della curva non sia

superiore al 4% del DN.

Sono ammessi, per tubazioni di PE, cambiamenti di direzione che sfruttino le caratteristiche di flessibilità

del tubo purché il raggio di curvatura non sia inferiore a 20 volte il diametro del tubo stesso.

8.7. MARCATORI PER LA RILEVAZIONE DELLE CONDOTTE DI PE

In casi eccezionali, in cui non fosse possibile rappresentare il tracciato della condotta sul sistema

cartografico informatico aziendale, per mancanza di riferimenti cartografici certi, deve essere previsto,

nella fase di posa della stessa, uno specifico marcatore (Tab. M. 4193052) come di seguito indicato:

- lungo il tracciato della rete: un marcatore ogni 3050 metri su percorsi rettilinei (a distanza inferiore in

caso di curva a raggio ampio);

- un marcatore ad ogni cambio di direzione della condotta o in corrispondenza d’ogni Ti di linea.

In tutti gli altri casi non è prevista la posa di marcatori per la rilevazione delle condotte.

Per individuare le tubazioni posate con tecnica T.O.T. (Trivellazione Orizzontale Teleguidata), devono

essere installate, lungo sentiero di posa, targhette segnaletiche esterne, posate in maniera fissa ed evidente

(es. in corrispondenza di fabbricati e recinzioni).

Le indicazioni sulla targhetta segnaletica devono riportare in modo indelebile: GAS METANO, materiale

tubo, DN, distanza e profondità dalla tubazione.

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8.8. PROFONDITÁ D’INTERRAMENTO

La condotta gas deve essere posata alla profondità minima indicata al p.to 3.1.2. “SCAVI A SEZIONE

TIPO” compatibilmente con:

- il permesso di posa in deroga al Codice della Strada, ottenuto dall’Ente proprietario/gestore della

strada in ottemperanza a quanto disposto dalla Direttiva del Ministero LL. PP. 3 marzo 1999; in caso

di diniego la profondità dovrà essere di almeno 1,00 m.

- Eventuali diverse disposizioni di Convenzione e Regolamenti locali;

- La presenza d’eventuali ostacoli nel sottosuolo.

E’ consentita la posa a profondità (p) inferiore nei seguenti casi:

- in terreni di campagna in corrispondenza di fossi di scolo, cunette e simili: p ≥ 0,50 m;

- in presenza di terreni rocciosi: p ≥ 0,40 m.

Nel caso in cui non sia possibile posare alle profondità minime suddette, è necessario che la posa della

tubazione sia integrata da opportune protezioni che salvaguardino la tubazione stessa da eventuali

danneggiamenti.

La protezione di cui sopra è costituita da piastra in c.a. o controtubo o altro manufatto equivalente (vedere

p.to 8.12 e I.M. 2.1.1.0. e 2.1.3.0.). Le piastre in c.a. possono essere sostituite da getto continuo di cls armato eseguito in opera; in entrambi i casi

l’armatura deve essere dimensionata tenendo conto di quanto indicato in I.M. 2.1.3.0., oppure dimensionata

secondo la tipologia di traffico veicolare come segue:

Traffico pesante (120kN Autocarro): Tipologia di pavimentazione stradale: Asfalto

Copriferro: cm 2,5; Calcestruzzo: C25/30 (RcK= 30 MPa); Acciaio: fyk 430 MPa

Armatura a taglio: staffe f 8 passo cm 10;

Armatura longitudinale: n° 2 reti elettrosaldate f 8 maglia cm 10x10 oppure n° 10 tondini f 10

Dimensioni piastra di c.a.(cm): 100 x 80 (L) x 15(h).

Traffico leggero (30kN Autoveicolo): Tipologia di pavimentazione stradale: Asfalto

Copriferro: cm 2,5; Calcestruzzo: C25/30 (RcK= 30 MPa); Acciaio: fyk 430 MPa

Armatura longitudinale: n° 1 rete elettrosaldata f 8 maglia cm 10x10 oppure n° 7 tondini f 10

Dimensioni piastra di c.a.(cm): 100 x 80 (L) x 8(h).

Traffico pesante (120kN Autocarro): Tipologia di pavimentazione stradale: Basole

Copriferro: cm 2,5; Calcestruzzo: C25/30 (RcK= 30 MPa); Acciaio: fyk 430 MPa

Armatura a taglio: staffe f 8 passo cm 10;

Armatura longitudinale: n° 2 reti elettrosaldate f 8 maglia cm 10x10 oppure n° 12 tondini f 10

Dimensioni piastra di c.a.(cm): 100 x 80 (L) x 15(h).

Traffico leggero (30kN Autoveicolo): Tipologia di pavimentazione stradale: Basole

Copriferro: cm 2,5; Calcestruzzo: C25/30 (RcK= 30 MPa); Acciaio: fyk 430 MPa

Armatura longitudinale: n° 1 rete elettrosaldata f 8 maglia cm 10x10 oppure n° 10 tondini f 10

Dimensioni piastra di c.a.(cm): 100 x 80 (L) x 8(h).

Non è ammessa la posa di tubazioni stradali di polietilene fuori terra.

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8.9. DISTANZE DAI FABBRICATI

Dai fabbricati o dalle proprietà private deve essere rispettata la distanza minima di 1,00 m per le condotte

in B.P e M.P.A Per le condotte in M.P.B, le distanze dai fabbricati sono definite in funzione della natura

del terreno in cui è posata la tubazione e del tipo di manufatto di protezione previsto (Vedasi alla pag.19

della presente Sezione e la Norma UNI 9165).

8.10. ATTRAVERSAMENTI DI STRADE DI GRANDE COMUNICAZIONE (AUTOSTRADE,

STRADE STATALI, REGIONALI E PROVINCIALI)

Si devono realizzare mediante inserimento della condotta gas in tubo guaina d’acciaio corredato di

distanziatori, sigilli d’estremità, sfiato convogliato e spurgo.

La profondità rispetto al piano stradale dell’estradosso del tubo guaina deve essere precedentemente

concordata ed approvata dall’Ente proprietario della strada, in relazione alla morfologia dei terreni e alle

condizioni del traffico. Salvo diverso accordo disciplinare, la profondità minima misurata dal piano

viabile di rotolamento non deve essere inferiore a 1,00 m.

Il materiale impiegato è costituito da:

- tubo di polietilene, per la condotta gas;

- tubo d’acciaio per condotte gas, con estremità lisce e rivestimento esterno rinforzato di polietilene,

per il tubo guaina posato in scavo a cielo aperto;

- tubo d’acciaio di qualità con spessore maggiorato in funzione della natura del terreno, grezzo, per il

tubo guaina posato con spingitubo.

Il tubo gas di PE deve essere inserito nel tubo guaina d’acciaio corredato di distanziatori a collare e dopo

l’esecuzione delle giunzioni saldate del tubo guaina d’acciaio.

Se progettati con l’esecuzione della tecnologia T.O.T. (Trivellazione Orizzontale Teleguidata), gli

attraversamenti devono essere eseguiti come descritto al p.to 8.6.1.

8.11. ASPETTI AMBIENTALI

Durante le varie fasi lavorative, al fine di minimizzare gli impatti sull’ambiente, devono essere osservate

scrupolosamente le prescrizioni divulgate in azienda in materia di tutela ambientale.

Nell’ambito di questa attività occorre porre particolare attenzione agli impatti ambientali dovuti ai

rifiuti speciali, sia pericolosi che non pericolosi, che si possono generare dalle fasi di costruzione,

manutenzione, sostituzione, potenziamento.

Si possono altresì produrre i seguenti impatti ambientali minori:

- Scarichi di combustione in atmosfera da macchine operatrici;

- Emissioni di polveri durante scavo e ripristino;

- Fumi e vapori generati dal taglio di tubazioni esistenti;

- Emissioni sonore da automezzi ed apparecchiature da cantiere;

- Disagi alla circolazione.

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8.12. PARTICOLARI COSTRUTTIVI

Elenco dei particolari costruttivi rappresentati Pagina

Protezione della condotta di PE con guaina d’acciaio nel caso di insufficiente profondità di posa 9

Protezione della condotta di ACCIAIO con guaina d’acciaio nel caso d’insufficiente profondità di

posa 10

Protezione della condotta di PE con piastra in C.A nel caso d’insufficiente profondità di posa 11

Protezione della condotta di ACCIAIO con piastra in C.A nel caso di insufficiente profondità di

posa 12

Condotta gas in M.P.B di PE o di ACCIAIO in tubo di protezione di PVC 13

Condotta gas in M.P.B di PE o di ACCIAIO in tubo di protezione d’acciaio 14

Sfiato per tubo di protezione di PVC o d’acciaio su condotte di PE in M.P.B 15

Sigillatura testate tubo di protezione di PVC o di ACCIAIO per condotte di POLIETILENE e di

ACCIAIO esercite in M.P.B 16

Attraversamento sub-alveo di corsi d’acqua naturali o di canali artificiali 17

Particolare attraversamento di strade di grande comunicazione con tubazioni di PE 18

Distanze minime dai fabbricati in funzione delle condizioni di posa per condotte di PE e di ACCIAIO

in M.P.B 19

Particolare costruttivo punti d’intercettazione di linea e scarico per condotte di PE in M.P.B con

De 50225 - soluzione con valvola di POLIETILENE 20

Particolare costruttivo punti d’intercettazione di linea e scarico per condotte in M.P.B di PE con

De 50225 - soluzione con valvola di ACCIAIO 21

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PROTEZIONE DELLA CONDOTTA DI PE CON GUAINA DI ACCIAIO

NEL CASO D’INSUFFICIENTE PROFONDITA' DI POSA

**

Note:

- quote indicate in cm;

- per profondità inferiori a 35 cm inglobare il tubo guaina in trave armata di c.a. (part. “A”);

- le giunzioni saldate di eventuali tronchi di guaina d’acciaio devono realizzarsi senza tubo di PE all'interno;

* posizionare due distanziatori sul tubo di PE all’estremità della guaina per evitare il reciproco contatto;

** vedere par 6.8;

*** vedere par 6.8.

PARTICOLARE “A” - Trave armata -

De DNp

mm

Trave armata di c.a

(cm) S5

mm

S8

mm b h

50 - 100 40 30

63 - 150 40 30

90 90 150 40 30

125 125 200 45 35

180 180 250 50 40

225 225 300 55 45

- 315 500 70 60

Note:

- De :diametro esterno della tubazione di PE;

- DNp :diametro nominale del tubo di protezione;

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Per De 90: Tubo di polietilene per condotte metano Serie S8 G.16270/1

Per De 50 e De 63:Tubo di polietilene per condotte metano Serie S5 G.16270/1

2 Per De 90: Curva a 45 di polietilene serie S8 G.18/A….

Per De 50 e De 63:Curva a 45° elettrosaldabile di polietilene per tubo gas B.P. e M.P. G.188….

3 Tubo d’acciaio, con estremità lisce e rivestimento di polietilene G.151/2..

4 Distanziatore isolante a collare M.10700..

5 Piastra di c.a. --

***

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PROTEZIONE DELLA CONDOTTA DI ACCIAIO CON GUAINA DI ACCIAIO

NEL CASO D’INSUFFICIENTE PROFONDITÀ' DI POSA

(*)35

Note:

- quote indicate in cm;

- per profondità inferiori a 35 cm inglobare il tubo guaina in trave armata di c.a. (part. “A”);

- le giunzioni saldate di eventuali tronchi di guaina d’acciaio devono realizzarsi senza tubo di PE all'interno;

* vedere par 6.8;

** vedere par 6.8.

PART. A "TRAVE ARMATA"

DN

mm

DNp

mm

trave armata di c.a

(cm)

b h

40 100 40 30

50 150 40 30

80 150 40 30

100 200 40 30

150 250 45 35

200 300 50 40

250 400 55 45

300 500 70 60

350 500 70 60

400 500 70 60

500 600 80 70

600 700 90 80

Note:

- De :diametro esterno della tubazione di PE;

- DNp :diametro nominale del tubo di protezione;

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Tubo d’acciaio con estremità lisce e rivestimento esterno rinforzato di PE G. 151/2….

2 Gomito di acciaio a 45, (R=5 DN) G. 177/A….

3 Tubo d’acciaio con estremità lisce e rivestimento esterno rinforzato di PE G. 151/2….

4 Distanziatore isolante a collare M. 10700..

5 Piastra in cls armato -

**

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PROTEZIONE DELLA CONDOTTA DI PE CON PIASTRA IN C.A.

NEL CASO D’INSUFFICIENTE PROFONDITA' DI POSA

La presente soluzione è da adottare quando:

- la protezione è limitata a brevi tratti;

- non è possibile proteggere la tubazione con guaina d’acciaio o trave armata.

50

60

35

10

X

X

Piano stradale

A

L

B

15

10

sezione X X

3 3

241

Note:

- quote indicate in cm;

- le piastre possono essere sostituite da getto continuo di cls armato eseguito in opera; per il loro

dimensionamento vedere p.to 8.8.

- A: larghezza dello scavo per posa tubazioni gas;

- B: larghezza dello scavo per posa piastra in c.a.;

- L: larghezza della piastra;

* vedere paragrafo 6.8.

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Tubo di polietilene per condotte metano serie S8 G.16270/1..

Tubo di polietilene per condotte metano serie S5 G.16270/1..

2 Per De 90 : Curva a 45 di polietilene serie S8 per B.P ed S5 per MPB G.18/A….

Per De 50 e De 63 : Curva a 45 elettrosaldabile di PE per tubazioni gas in B.P e M.P G.188….

3 Piastra in c.a. -

4 Materiale fine di tipo “A” (pezzatura 0 15 mm) -

*

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PROTEZIONE DELLA CONDOTTA DI ACCIAIO CON PIASTRA IN C.A

NEL CASO DI INSUFFICIENTE PROFONDITÀ' DI POSA

La presente soluzione è da adottare quando:

- la protezione é limitata a brevi tratti;

- non è possibile proteggere la condotta gas con guaina d’acciaio o trave armata.

50

60

35

10

X

X

Piano stradale

A

L

B

15

10

sezione X X

3 3

241

Note:

- quote indicate in cm;

- A: larghezza dello scavo per posa tubazione gas;

- B: larghezza dello scavo per posa piastra in c.a.;

- L: lunghezza della piastra: per DN 40 350 (Piastra A)

per DN 400 e 500 L = 150 cm (Piastra B)

- le piastre possono essere sostituite da getto continuo di cls armato eseguito in opera; per il loro

dimensionamento vedere p.to 8.8.

* vedere paragrafo 6.8.

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Tubo d’acciaio con estremità lisce e rivestimento esterno rinforzato di PE G.151/2….

2 Gomito d’acciaio a 45 (R = 5 DN) G.177/A…

3 Piastra in c.a. -

4 Materiale fine di tipo “A” (pezzatura 0 15 mm) -

*

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CONDOTTA GAS IN M.P.B DI PE O D’ACCIAIO IN TUBO DI PROTEZIONE DI PVC

PARTICOLARE “A”

Note:

- quote indicate in m.

L’indicazione dei diametri di tubazione di PVC da utilizzare per il corrispondente DN di tubazione gas è

riportata alla pag.16. Nel caso di percorrenza in strade a traffico pesante (pari a 18 t/asse max)) e/o in

presenza d’altri servizi interrati il tubo di PVC deve essere protetto con piastra di cls armato oppure annegato

in getto di cls.

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Tubo di polietilene per condotte metano serie S5 o Tubo d’acciaio rivestito di PE -

2 Tubo rigido di PVC (per guaina) con giunto a bicchiere M.16201..

3 Distanziatore isolante a collare M.10700..

4 Mastice isolante plastico (per isolamento) -

5 Nastro di poliuretano con sezione 50 x 50 mm -

6 Collare di presa, di ghisa sferoidale, con derivazione filettata, per prese in B.P. M.17803..

7 Manicotto a due bicchieri per incollaggio UNI EN 1401-1 -

8 Tubo d’acciaio con estremità lisce e rivestimento esterno rinforzato di PE G.151/2….

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CONDOTTA GAS IN M.P.B di PE O DI ACCIAIO IN TUBO DI PROTEZIONE DI ACCIAIO

Note:

- quote indicate in m;

- per dimensioni del tubo di PE e del tubo di protezione d’acciaio fare riferimento alla tabella di pag. 15 della

presente sezione;

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Tubo d’acciaio con estremità lisce e rivestimento esterno rinforzato di PE

Tubo di polietilene per condotte metano Serie S5

G.151/2….

G.16270/1.

2 Tubo di protezione (guaina) di acciaio con estremità lisce e rivest. esterno rinforzato di PE G.151/2….

3 Tubo d’acciaio con estremità lisce e rivest. esterno rinf.di PE (per la parte ad interrare) -

4 Tubo d’acciaio con estremità lisce grezzo DN 2" (in esec. fuori terra) G.151/2….

5 Distanziatore isolante a collare M.10700..

6 Mastice isolante plastico (per isolamento) -

7 Nastro di poliuretano con sezione 50 x 50 -

8 Blocco in cls dim. 0,50 x 0,35 x 0,30 (h) -

3

84

5

7

6 2 1

saldatura

30 3030 30 30

PARTICOLARE “A”

part. A

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SFIATO PER TUBO DI PROTEZIONE DI PVC O DI ACCIAIO SU CONDOTTE DI PE IN M.P.B

10

presa segnalatore dispersione gas

9

14

Note:

- quote indicate in cm;

- le giunzioni saldate poste all’interno di un tubo guaina non sono considerate sorgente di emissione (Norma CEI

EN 60079-10 – p.to 4 Procedimenti di classificazione dei luoghi). Non sono pertanto prescritte distanze di

rispetto intercorrenti tra esalatore del palo sfiato e alloggiamenti contenenti apparecchiature elettriche.

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Tubo di polietilene per condotte metano serie S 5 G.16270/1.

2 Tubo rigido di PVC (per guaina) con giunto a bicchiere M.16201..

G.151/2…. - (In alternativa) Tubo d’acciaio (per guaina)

3 Tubo d’acciaio, per condotte metano con estremità lisce, grezzo DN 2" G.151/2….

4 Esalatore per terminale di sfiato, di lega leggera, DN 2" M.2264014

5 Manicotto filettato, d’acciaio, grezzo, UNI EN 10241, DN 1/2" -

6 Tappo maschio, fig. 290, di ghisa malleabile, zincato, DN 1/2" M.176..

7 Blocco di cls, dim. 0,30 x 0,30 x 0,20 (h) m -

8 Collare di presa, di ghisa sferoidale, con derivazione filettata, per prese in B.P. M.17803…

- - (In alternativa) su tubo guaina d'acciaio si esegue direttamente la giunzione saldata

9 Tubo d’acciaio con estremità lisce e rivestimento esterno rinforzato di PE DN 2” G.151/2….

10 Spezzone di tubo d’acciaio filettato con estremità liscia da saldare, DN 2" M.178640/1

Sigillatura testata

Presa segnalatore dispersioni gas

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SIGILLATURA TESTATE TUBO DI PROTEZIONE DI PVC O DI ACCIAIO PER CONDOTTE DI

POLIETILENE E ACCIAIO ESERCITE IN M.P.B

allo sfiato

Tubazione Tubazione guaina

PE

De

mm

Acc.

DN

DNp

(con distanziatore)

Note:

- quote indicate in cm;

- De: diametro esterno della tubazione;

- DN: diametro nominale della tubazione;

- DNp: diametro nominale tubo protezione

- i: interasse max fra i distanziatori.

Acc.

mm

PVC

mm

i

m

50 40 100 110 2

-- 50 150 160 2

63 -- 150 160 2

-- 80 150 160 2

90 -- 150 160 2

-- 100 200 200 2

125 -- 200 200 2

-- 150 250 315 3

180 -- 250 315 3

-- 200 300 315 3

225 -- 300 315 3

-- 250 400 400 3

-- 300 500 500 3

-- 350 500 500 3

-- 400 500 630 3

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Tubo di polietilene per condotte metano serie S5 o Tubo d’acciaio rivestito di PE -

2 Tubo guaina d’acciaio rivestito di PE o Tubo rigido di PVC con giunto a bicchiere -

3 Distanziatore isolante a collare M.10700..

4 Soffietto di gomma per sigillatura estremità tubo di protezione M.17860..

5 Fascette di serraggio M.28660..

6 Tubo d’acciaio con estremità lisce e rivestimento esterno rinforzato di PE, DN 2" G.151/2….

7 Collare di presa con derivazione filettata (da utilizzare solo su tubo guaina di PVC) M.17803..

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ATTRAVERSAMENTO SUB-ALVEO DI CORSI D'ACQUA NATURALI O DI CANALI ARTIFICIALI

Note:

- quote indicate in m.

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Tubo di polietilene per condotte metano serie S5 G.16270/1

2 Getto di cls armato -

3 Materiale di risulta -

4 Tubo rigido di PVC con giunto a bicchiere M.16201..

5 Soffietto di gomma per sigillatura estremità tubo di protezione M.17860

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PARTICOLARE ATTRAVERSAMENTO DI STRADE DI GRANDE COMUNICAZIONE

CON TUBAZIONE DI POLIETILENE

1 4

3

1 3

3

1 5

1 , 0 00 , 3 0 x 0 , 3 0 x 0 , 2 0( h )

Note:

De DNp

mm

I

m S5

mm

S8

mm

50 - 100 2

63 - 150 2

90 90 150 2

125 125 200 2

180 180 250 3

225 225 300 3

- 315 500 3

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Tubo di polietilene per condotte metano serie S5 G. 16270/1.

Tubo di polietilene per condotte metano serie S8 G. 16270/1.

2 Tubo d’acciaio con estremità lisce e rivestimento esterno rinforzato di PE G. 151/2….

3 Idem come rif. 2 di DN 2" G. 151/2….

4 idem come rif. 2 di DN 1" G. 151/2….

5 Soffietto di gomma per sigillatura estremità tubo di protezione M. 17860..

6 Distanziatore isolante a collare M. 10700..

7 Fascetta di serraggio per soffietti di gomma M. 28660..

8 Tappo femmina a dado quadro lungo, d’ottone, per pescanti di sifoni M. 1792675

9 Pozzetto per chiusino tronco conico "CR 20P" -

10 Esalatore per terminale di sfiato di lega leggera, DN 2" M. 2264014

11 Tappo maschio di ghisa malleabile, zincato, DN 1/2" M. 176..

12 Manicotto filettato, d’acciaio, grezzo, UNI EN 10241, DN 1/2" -

13 Tubo d'acciaio per condotte metano, con estremità lisce , grezzo, DN 2" G. 151/2….

14 Spezzone di tubo d’acciaio filettato con estremità liscia da saldare, DN 2" M. 178640/1

15 Spezzone di tubo d’acciaio filettato con estremità liscia da saldare, DN 1" M.178640/1

- quote indicate in m;

- le giunzioni saldate di eventuali tronchi di guaina d’acciaio devono essere effettuate senza

tubo di polietilene all'interno;

- lo spurgo del tubo è previsto solo in terreni con rilevante presenza d’acqua;

De: diametro esterno della tubazione;

DNp: diametro nominale del tubo di protezione;

i: interasse max fra i distanziatori;

* eventuali distanze minime da mantenere devono essere definite direttamente con l'Ente

interessato durante l'espletamento della pratica di concessione;

** posizionare due distanziatori sul tubo di polietilene in corrispondenza delle estremità della

guaina onde evitare il reciproco contatto;

*** vedere paragrafo 6.10;

**** vedere paragrafo 6.8;

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DISTANZE MINIME DAI FABBRICATI IN FUNZIONE DELLE CONDIZIONI DI POSA PER CONDOTTE DI

PE E DI ACCIAIO IN M.P.B

Figura 5

categoria di posa A

Tronchi posati in terreno con manto

impermeabile

Figura 5a

categoria di posa B

Tronchi posati in terreno con manto

superficiale permeabile con larghezza

minima di 2,00 m

Figura 5b

categoria di posa D

Tronchi contenuti in tubo guaina di

PVC od acciaio

Vedere inoltre paragrafo 6.9.

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PARTICOLARE COSTRUTTIVO PUNTI D’INTERCETTAZIONE DI LINEA E SCARICO PER CONDOTTE

DI PE IN M.P.B CON De 50 ÷ 225 SOLUZIONE CON VALVOLA DI POLIETILENE

CONDOTTA

GAS di PE

De

VALVOLA

SCARICO

DN (“)

TUBO DI SCARICO

Acc.

DN (“)

PE

De

50 1 1/2 1 1/2 50

63 1 1/2 1 1/2 50

90 1 1/2 1 1/2 50

125 1 1/2 1 1/2 50

180 1 1/2 1 1/2 50

225 2 2 63

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Tubo di polietilene per condotte metano serie S5 G.16270/1.

2 Tubo d’acciaio con estremità lisce e rivestimento esterno rinforzato di PE G.151/2....

3 Valvola di polietilene serie S5 G.20719..

4 Valvola a sfera flottante d’acciaio, estremità saldare di testa, flangiata ANSI 150 G.20/A....

5 Flangia cieca, d’acciaio, ANSI 150 R.F. M.174970/1.

6 Gomito di acciaio a 90°, (R = 1,5 DN) G.177/A….

7 Raccordo di transizione con estremità a saldare G.17/A….

8 Curva a 90° elettrosaldabile di polietilene per tubo gas B.P. e M.P. G.188….

9 Manicotto elettrosaldabile di polietilene per tubo gas B.P. e M.P. G.188….

10 Manicotto di presa con deriv. elettrosald. di polietilene per tubi gas M.P.B. G.188….

11 Pozzetto tipo “D” in muratura 60 x 60 cm per chiusino “CQR 60” -

12 Materiale fine (pezzatura 0 15 mm) Tipo “A” -

13 Malta cementizia -

*

Note: - quote indicate in cm;

* vedere paragrafo 6.8.

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PARTICOLARE COSTRUTTIVO PUNTI D’INTERCETTAZIONE DI LINEA E SCARICO PER

CONDOTTE DI PE IN M.P.B CON De 50 225 SOLUZIONE CON VALVOLA DI ACCIAIO

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Tubo di polietilene per condotte metano serie S5 G.16270/1.

2 Tubo d’acciaio, con estremità' lisce e rivestimento esterno rinforzato di polietilene G151/2….

3 Idem come posizione 2 G151/2….

4 Valvola a sfera flottante, d’acciaio da saldare di testa, per interramento direttoANSI 150 G.20/A….

5 Valvola a sfera flottante, d’acciaio estremità da saldare di testa e flangiata ANSI 150 G.20/A….

6 Flangia cieca, d’acciaio, ANSI 150 R.F M.174970/1.

7 Gomito a 90° (R = 1,5 DN) G.177/A….

8 Raccordo di transizione a saldare (per De 50 inserire lato acciaio riduzione acciaio 2” x 1” ½) G.17/A….

9 Manicotto elettrosaldabile di polietilene per tubi. gas B.P. e M.P. G.188….

10 Pozzetto tipo “D” in muratura 60 x 60 cm per chiusino “CQR 60” -

11 Misto naturale di ghiaia e sabbia Tipo “B” -

12 Materiale fine (pezzatura 0 15 mm) Tipo “A” -

Note:

- quote indicate in cm;

- in condizioni d’esercizio le valvole di scarico devono essere

chiuse e corredate di flange cieche

* vedere paragrafo 6.8.

Montaggio organo d’intercettazione:

- eseguire la saldatura con valvola in posizione aperta

- durante la saldatura raffreddare il corpo valvola e i raccordi di

transizione con stracci bagnati

Rivestimento protettivo della valvola:

- eseguire il rivestimento isolante con ciclo di rivestimento a

freddo

- controllare l'isolamento dielettrico con rivelatore a scintilla

CONDOTTA

GAS di PE

De

CONDOTTA

GAS di ACC.

DN

VALVOLA

INTERC.

DN (")

VALVOLA

SCARICO

DN (“)

TUBO

SCARICO

DN (")

50 50 2 1 1/2 1 1/2

63 50 2 1 1/2 1 1/2

90 80 3 1 1/2 1 1/2

125 100 4 1 1/2 1 1/2

180 150 6 x 4 1 1/2 1 1/2

225 200 8 x 6 2 2

* *

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9. INTERFERENZE SERVIZI

INTERRATI

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TUBAZIONI ESERCITE CON PRESSIONE 5 bar ( 0,5 MPa)

PROTEZIONE DELLA CONDOTTA IN PRESENZA D’ALTRI SERVIZI

9.1. FOGNATURE 9.1.1. Attraversamenti:

non consentiti

9.1.2. Sovrappassi

per tubazioni in B.P. e M.P.A

per tubazioni in M.P.B

Sono ammessi, in casi eccezionali, in B.P., quando non

sia possibile evitare comunque l'attraversamento, previa

autorizzazione dell'Ente proprietario del manufatto e del

Responsabile dell'Unità Operativa. In tal caso devono

essere realizzati in modo tale da non ostruire la sezione

di passaggio del manufatto per un valore superiore al

20% e comunque tale da non impedire il regolare

deflusso delle acque.

A tale scopo la guaina deve essere posta nella parte

superiore del tubo fognario.

La condotta deve essere inserita in tubo d’acciaio con

rivestimento rinforzato di polietilene, corredata di

distanziatori, sigilli di testata e sfiati all'atmosfera e

sporgente, all'esterno del manufatto attraversato, di

almeno 50 cm per parte (v. tabella d’impiego al p.to

9.1.2). Il manufatto deve essere sigillato con malta di

cemento nei punti dell'attraversamento.

- per B.P. e M.P.A: distanza reciproca minima: 30 cm

-sono ammesse distanze reciproche inferiori e tali

comunque da consentire gli eventuali interventi di

manutenzione su entrambi i servizi (rif. p.to 1.2.4 – Decr.

16/04/08) solo nel caso d’assoluta impossibilità di

rispettare la minima distanza prescritta.

- per M.P.B : distanza reciproca minima: 50 cm;

- per distanze reciproche inferiori proteggere la tubazione

gas con tubo guaina di PVC sulle condotte d’acciaio e di

PE (v.tabella d’impiego a pag. 3), aperto, senza sfiati,

prolungato dalle estremità del manufatto per una

lunghezza pari ad almeno 100 cm

NOTE:

- quote indicate in cm

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TUBI GUAINA PER CONDOTTE DI

ACCIAIO

TUBI GUAINA PER CONDOTTE

DI POLIETILENE

DN DNp (2)

mm

De

mm

DNp (1)

mm

DNp (2)

mm

80 160 50 100 75

100 160 63 150 90

150 200 90 150 160

200 315 125 200 160

250 315 180 250 250

300 400 225 300 315

315 500 400

NOTE :

- DN: diametro nominale della condotta

- De: diametro esterno della condotta

- DNp: diametro nominale del tubo di protezione

- (1): tubo d’acciaio con estremità lisce e rivestimento esterno rinforzato di P, Tab. G.151/2….

- (2): tubo rigido di PVC, con giunto a bicchiere,Tab. M. 16201

- I distanziatori s’impiegano solo per tubi di protezione d’acciaio, Tab. M. 10700..

9.1.3. Sottopassi

per tubazioni in B.P e M.P.A

3 0

per tubazioni in M.P.B

- per B.P. e M.P.A: distanza reciproca minima :30 cm

- sono ammesse, distanze reciproche inferiori e tali

comunque da consentire gli eventuali interventi di

manutenzione su entrambi i servizi (rif. p.to 1.2.4 –

Decr. 16/04/08) solo nel caso d’assoluta

impossibilità di rispettare la minima distanza

prescritta

- per qualsiasi distanza reciproca proteggere la

tubazione con tubo guaina di PVC (v. tabella

d’impiego al p.to 9.1.2), aperto, senza sfiati,

prolungato da una parte e dall'altra dell'incrocio per

una lunghezza almeno pari alla profondità

d’interramento della tubazione.

- per MPB: distanza reciproca 50 cm

- per distanze reciproche inferiori a 50 cm,

proteggere la tubazione con tubo guaina di PVC,

aperto, senza sfiati, prolungato dalle estremità del

manufatto per una lunghezza di almeno 300 cm.

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9.1.4. Parallelismi

9.2. CUNICOLI E CAMERETTE DI SERVIZI VARI (cavi elettrici, telefonici ........)

9.2.1. Attraversamenti: non consentiti

9.2.2. Sovrappassi

per condotte in B.P. e M.P.A

per condotte in M.P.B

- per distanza reciproca inferiore a 50 cm, nel caso di

condotte in M.P.B , proteggere la condotta gas con

tubo guaina di PVC, aperto, senza sfiati, prolungato

dalle estremità del manufatto per una lunghezza

pari a 100 cm. (vedi tabella d’impiego al p.to 9.1.2)

- distanza reciproca minima senza protezione:

per B.P. e M.P.A: 30 cm

per M.P.B: 50 cm

- sono ammesse, per B.P e M.P.A, distanze reciproche

inferiori e tali comunque da consentire gli eventuali

interventi di manutenzione su entrambi i servizi (rif.

p.to 1.2.4 – Decr. 16/04/08), solo nel caso d’assoluta

impossibilità di rispettare la minima distanza

prescritta

- per M.P.B e per distanza reciproca inferiore a 50 cm,

proteggere la condotta gas con tubo guaina di PVC;

per parallelismi superiori a 150 m la protezione sarà

corredata di sigilli all’estremità, di sfiati convogliati e

setti separatori.

- distanza reciproca minima:

per B.P e M.P.A: 30 cm

per M.P.B : 50 cm

- sono ammesse per B.P. e M.PA distanze

reciproche inferiori e tali comunque da consentire

gli eventuali interventi di manutenzione su

entrambi i servizi (rif. p.to 1.2.4 – Decr. 16/04/08),

solo nel caso d’assoluta impossibilità di rispettare

la minima distanza prescritta

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9. 2.3. Sottopassi

9. 2.4. Parallelismi

- distanza reciproca minima:

per B.P. e M.P.A: 30 cm

per M.P.B: 50 cm

- sono ammesse per B.P. e M.P.A distanze reciproche

inferiori e tali comunque da consentire gli eventuali

interventi di manutenzione su entrambi i servizi (rif. p.to

1.2.4 – Decr. 16/04/08), solo nel caso d’assoluta

impossibilità di rispettare la minima distanza prescritta

- per qualsiasi distanza reciproca inferiore, in B.P. e

M.P.A, proteggere la tubazione con tubo guaina di PVC

(v. tabella d’impiego al p.to 9.1.2 ), aperto, senza sfiati,

prolungato da una parte e dall'altra dell'incrocio per una

lunghezza almeno pari alla profondità d’interramento

della tubazione.

- per qualsiasi distanza reciproca inferiore, in M.P.B,

proteggere la tubazione con tubo guaina di PVC (v.

tabella d’impiego al 9.1.2) aperto, senza sfiati,

prolungato da una parte e dall'altra dell'incrocio per una

lunghezza almeno pari a 300 cm.

- distanza reciproca minima:

per B.P. e M.P.A: 30 cm

per M.P.B: 50 cm - sono ammesse, per B.P e M.P.A, distanze

reciproche inferiori e tali comunque da

consentire gli eventuali interventi di

manutenzione su entrambi i servizi (rif. p.to

1.2.4 – Decr. 16/04/08), solo nel caso

d’assoluta impossibilità di rispettare la minima

distanza prescritta

- in M.P.B, per distanza reciproca inferiore a 50

cm, proteggere la condotta gas con tubo guaina

di PVC; per parallelismi superiori a 150 m la

protezione sarà corredata di sigilli alle

estremità, di sfiati convogliati e setti separatori,

inoltre la condotta gas dovrà essere provvista di

distanziatori.

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9. 3. CONDUTTURE ACQUA 9.3.1. Sovrappassi e sottopassi

9.3.2. Parallelismi

9.4. CAVI ELETTRICI NON IN CUNICOLO (Rif.to Norme CEI 11-17 punti 6.3.1 – 6.3.2 – 6.3.3 )

9.4.1. Sovrappassi e sottopassi

- distanza reciproca minima ammessa senza

protezioni: 30 cm per B.P., M.P.A, M.P.B

- nel caso di sovrappassi e sottopassi con tubazioni

di PE e con distanza inferiore a 30 cm, proteggere

la condotta gas con guaina di PVC da una parte e

dall'altra dell'incrocio per almeno 30 cm (vedi

tabella d’impiego al p.to 9.1.2 ).

- nel caso di sovrappassi e sottopassi con tubazioni

d’Acciaio e con distanza inferiore a 30 cm,

interporre setto separatore con precise

caratteristiche di rigidità dielettrica ( PVC,....) avente

lato almeno pari a 3 DN del servizio con DN

maggiore e spessore non inferiore a 3 cm

- distanza reciproca minima ammessa senza

protezioni: per B.P., M.P.A, M.P.B :30 cm

- nel caso di parallelismo orizzontale, per tubazioni

d’acciaio, con distanza inferiore a 30 cm,

interporre setti separatori con precise caratteristiche

di rigidità dielettrica (PVC, ....)

distanza reciproca minima ammessa per B.P., M.P.A,

M.P.B

- senza protezione: 50 cm

- con protezione: 30 cm. La protezione è realizzata,

con tubo guaina di PVC sulla condotta gas, oppure,

nel caso di tubazioni d’acciaio, con interposizione di

setto separatore, (lastra di cls o materiale isolante

rigido) prolungati da una parte e dall'altra

dell'incrocio per almeno 30 cm

- in caso di presenza di giunto sul cavo la distanza

minima ammessa è di 100 cm

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9. 4.2. Parallelismi

9. 5. CAVI TELEFONICI E TELEGRAFICI NON IN CUNICOLO (Rif.to Norme CEI 11-17 punti 6.1.1- 6.1.2 - 6.3.3 come prescritto all'art. 95 del D.Lgs 1/8/2003 n° 259)

9.5.1. Sottopassi

- distanza minima misurata in proiezione orizzontale tra

le superfici esterne senza protezione per B.P., M.P.A,

M.P.B: 30 cm per condotte di PE e Acciaio

- è ammessa una distanza inferiore a 30 cm, previo

accordo fra gli Enti interessati, quando la differenza

di quota fra le superfici esterne è superiore a 50 cm

- quando tale differenza è compresa fra 30 e 50 cm

occorre proteggere la condotta gas con manufatti non

metallici, oppure interponendo fra le due strutture

elementi separatori (lastre di cls o materiali isolanti

rigidi per le tubazioni d’acciaio e tubo guaina di PVC

per tubazioni di PE vedi tabella d’impiego al p.to

9.1.2 )

- distanza reciproca minima ammessa con protezione

meccanica del cavo con cassette o tubazioni metalliche

(preferibilmente in acciaio zincato a caldo od

inossidabile) di lunghezza non inferiore a 100 cm e

spessore minimo 2 mm: 30 cm.

- è ammessa una distanza inferiore a 30 cm con la

protezione di entrambe le opere.

Sono ammessi, solo per le tubazioni d’acciaio,

involucri protettivi differenti da quelli sopra descritti

purché presentino adeguata resistenza meccanica e

siano protetti contro la corrosione.

Per le tubazioni di PE proteggere la condotta gas con

tubo guaina di PVC o di polietilene (vedi tabella

d’impiego al p.to 9.1.2)

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9. 5.2. Sovrappassi

9.5.3. Parallelismi

- distanza minima misurata in proiezione orizzontale

tra le superfici esterne senza protezione: 30 cm per

B.P., M.P.A, M.P.B

- per le opere di protezione valgono le disposizioni

del p.to 9.5.1.

- è ammessa una distanza reciproca inferiore a 30

cm quando la differenza di quota tra le superfici

esterne è maggiore di 15 cm con protezione del

cavo o quando la differenza di quota tra le

superfici esterne è minore di 15 cm con protezione

di entrambi i servizi.

- non consentiti

- nei casi eccezionali, previa autorizzazione

dell'Ente proprietario del cavo, valgono le

disposizioni del punto 9.5.1. applicate sulla

condotta gas

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9.6. LINEE ELETTRICHE AEREE ESTERNE E SOSTEGNI SORREGGENTI

ANCHE LAMPADE DELL’ILLUMINAZIONE PUBBLICA (Rif.to D.M. 21 Marzo 1988)

La protezione della condotta gas di PE deve essere realizzata con tubo guaina di PVC (vedi tabella

d’impiego al p.to 9.1.2).

Per tubazioni d’acciaio la distanza minima ammessa "d" é rilevabile nella tabella sottoindicata e le

modalità da osservare sono stabilite in funzione della tensione nominale e del tipo di linea e delle

protezioni applicate sul tubo.

Distanze di rispetto in caso d’interferenza con linee elettriche aeree:

Tipo della linea

Prescrizione in relazione alla distanza

Distanza

minima

ammessa Con protezione

d

m

d

m

tipo di

protezione

d1

m

Linee telegrafiche e telefoniche **

2 1,5 d 2 (A) 2,5

Linee di trasporto o di distribuzione

energia elettrica

Linee in cavo aereo per illuminazione

pubblica fino a 5 kV

Cabine di trasformazione a palo

Linee di trazione (Norma CEI 9-2)

** Solo se relative a sistemi di segnalazione e comando a distanza a servizio d’impianti elettrici, ed hanno tutti

o parte dei loro sostegni in comune con linee elettriche di trasporto o di distribuzione. Nei casi di tratti di

tubazione fuori terra con organi accessori di rete e giunzioni, raccordi o pezzi speciali, deve essere valutata

l’applicabilità della norma CEI EN 60079-10 e CEI 31-30. Per i sostegni delle linee elettriche sorreggenti

anche lampade d’illuminazione pubblica la distanza sopra indicata, può essere ridotta previa autorizzazione

dell’Ente interessato.

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NOTE:

- d : distanza orizzontale minima ammessa tra tubazione gas e sostegni dei conduttori,

fondazioni, dispersori per la messa a terra;

- d1: distanza orizzontale minima ammessa tra le estremità delle protezioni applicate sulle

tubazioni gas e i sostegni dei conduttori, le fondazioni, i dispersori per la messa a terra.

- TIPO DI PROTEZIONE:

(A) : tubo rigido di PVC (Tab. corredato di distanziatori, sigilli di testata e sfiati all'atmosfera

e ricoperto da uno strato di calcestruzzo dello spessore minimo di 5 cm, gettato in

opera.

9.7. LINEE TRANVIARIE

9.7.1. Sottopassi

9.7.2. Parallelismi

Per B.P., M.P.A, M.P.B:

distanza minima consentita, misurata tra la

generatrice superiore del tubo e il piano di ferro: 100

cm

tale distanza, può essere ridotta a 50 cm solo per B.P.

e M.P.A purché si protegga la tubazione con tubo

guaina d’acciaio aperto, senza sfiati, corredato di

distanziatori e prolungato da una parte e dall’altra

dell’incrocio di almeno 100 cm rispetto alle rotaie

esterne.

Per tubazioni in M.P.B deve sempre essere comunque

protetta la tubazione gas con guaina d’acciaio come

sopra indicato.

Per B.P.,M.P.A, M.P.B

distanza orizzontale minima consentita: 50 cm

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9.8. CONDOTTE GAS

9.9. DISTANZA DAI SERBATOI INTERRATI DI DEPOSITI PETROLIFERI

9.10. DISTANZA DA FONTI DI CALORE (SOLO PER TUBAZIONI DI POLIETILENE) (Rif.to UNI 9165 p.to 6.7.3)

NOTA:

Qualora si verifichino contemporaneamente due o più condizioni tra quelle indicate ai punti 9.1 9.10,

dovrà essere unicamente applicata la protezione corrispondente al caso più gravoso, purché risponda a

tutti i requisiti richiesti dai singoli casi.

La distanza di posa tra condotte gas nel caso

d’interferenze deve essere tale da:

- evitare ogni contatto diretto tra le condotte;

- consentire eventuali interventi di manutenzione su

entrambe le condotte

Non è consentita la posa in parallelismo di condotte

esercite in B.P. con condotte esercite in M.P. Le condotte

non devono in ogni modo essere posate a distanza

ravvicinata. Non è consentita la posa di condotte sullo

stesso asse verticale.

Distanza minima consentita misurata fra le superfici

affacciate del tubo e del serbatoio: 100 cm

E' da evitare la posa dei tubi nelle immediate vicinanze di

fonti di calore o tubazioni con temperatura superiore a 30C.

In ogni caso la distanza minima misurata tra le superfici

affacciate del tubo gas e del conduttore di calore non deve

essere inferiore a 100 cm.

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SCHEMI COSTRUZIONE I.D.U. Sez. 10

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10. SCHEMI COSTRUZIONE I.D.U.

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10.1. SOLUZIONI IMPIANTISTICHE. SCHEMI COSTRUZIONE I.D.U.

Per facilitare la realizzazione degli impianti di derivazione d’utenza (I.D.U.), di seguito, sono riprodotti

alcuni schemi d’installazione che rappresentano la maggioranza dei casi.

La scelta tra le soluzioni proposte deve tener conto, tra l’altro, dell’esistenza o meno di una recinzione che

delimita la proprietà privata da quella pubblica, del rischio di un eventuale danneggiamento accidentale

dell’impianto (parte emergente dal terreno) e delle condizioni esistenti del fabbricato da servire (edifici

storici o edifici con facciate di pregio architettonico).

SOL. 1 É da adottare, sempre, quando esiste la recinzione che delimita la proprietà.

E’ applicabile per I.D.U. eserciti in B.P. (vedasi p.to 10.3); M.P.A (vedasi p.to 10.7); M.P.B (vedasi p.to

10.8).

SOL. 2 É da adottare quando non esiste la recinzione ed il muro perimetrale del fabbricato non

consente l’esecuzione della traccia per il tubo e/o della nicchia per il contatore a condizione che

l’ingombro del gruppo misura e del suo basamento non crei ostacoli alla circolazione stradale.

E’ applicabile per I.D.U. in B.P e M.P.A, inguainando la tubazione nell’attraversamento del basamento

sottostante l’armadio; in M.P.B l’inguainamento deve terminare a 2 m dal filo fabbricato.

SOL. 3 É da adottare quando non esiste la recinzione. E’ applicabile per I.D.U. in B.P e M.P.A, con

guaina posta al limite del fabbricato e in M.P.B, con guaina terminante a 2 m dal filo fabbricato.

SOL. 4 (Solo per B.P. e M.P.A):

É da adottare solamente nel caso in cui la facciata dell’edificio non consenta l’esecuzione sia della traccia,

sia della nicchia per alloggiare il gruppo di riduzione e misura.

(Per M.P.B vedasi p.to 10.8.):

E’ da eseguire quando l’allacciamento fuoriesce su marciapiede e/o in prossimità di una recinzione, in

ogni modo in posizione defilata rispetto al traffico veicolare.

SOL. 5 (Per B.P. e M.P.A):

É da adottare quando l’allacciamento fuoriesce sul marciapiede e/o in ogni caso in posizione defilata e/o

si prosegua con una colonna montante in facciata.

Il tubo di protezione di PVC potrà essere sostituito con il tubo corrugato a doppia parete per realizzare la

fuoriuscita dal terreno. Il tubo corrugato deve essere impiegato esclusivamente per usi interrati o in traccia

chiusa in modo tale da non essere direttamente esposto ai raggi U.V.; inoltre nella parte interrata deve

essere ricoperto, per uno strato pari ad almeno 10 cm, con miscele cementizie o getto di calcestruzzo.

Nota: nella realizzazione di nuovi I.D.U. non è ammessa la realizzazione dei gruppi in posizione non

accessibile (es: interno alloggio, su balconi, ecc.).

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Il tubo guaina d’acciaio zincato, Tab. G.151/2.. da utilizzarsi come protezione del tubo di PE emergente dal

terreno, deve essere avvitato nel bicchiere predisposto al di sotto della valvola d’ottone e deve estendersi al

di sotto del piano calpestio per almeno 10 cm.

Prima d’inserire il tubo gas di PE all’interno del tubo guaina, deve essere rimosso l’eventuale bordo

tagliente e/o sbavatura metallica esistente all’estremità. E’ inoltre necessario formare, con nastro di

protezione meccanica, Tab. M. 10960.., all’estremità inferiore, un anello tra tubo di PE e tubo guaina

acciaio in modo tale da evitare qualsiasi eventuale incisione o taglio del tubo di PE stesso.

Solo nel caso in cui l’allacciamento interrato abbia uno sviluppo e/o un tracciato particolarmente

complesso, è opportuna la posa di marcatori di posizione (Tab. M. 4193052) al fine di facilitarne

l’eventuale localizzazione.

10.1.1. PROFONDITÁ D’INTERRAMENTO

Per le prese e gli allacciamenti di utenza interrati in derivazione da condotte stradali, occorre evitare per

quanto possibile la formazione di profili a “collo d’oca”, fermo restando la necessità di rispettare le

indicazioni previste per le tubazioni stradali alla Sezione 6.

La profondità d’interramento, riferita alla generatrice superiore della derivazione, deve essere

compatibile con la profondità d’interramento della tubazione stessa.

In casi particolari, per le prese in PE, al fine di evitare “colli d’oca” o profondità non compatibili con quanto

indicato è possibile eseguire la derivazione in “pancia”, utilizzando Ti di presa particolari (vedere fig.

riportata di seguito).

** vedasi p.to. 10.1.1.

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10.2. SCELTA DEI MATERIALI E DEI SISTEMI DI GIUNZIONE

10.2.1. MATERIALI E GIUNZIONI

Gli schemi nel seguito rappresentati costituiscono lo standard di riferimento. In caso di batterie di contatori

(> 3, più eventuale GRU), per limitare i punti di possibile dispersione dalle giunzioni filettate, è consentito

l’utilizzo di giunzioni saldate; in tal caso il riferimento materiale al tubo zincato, Tab. G.151/2…. deve

essere sostituito da tubo acciaio nero, Tab. G. 151/2….

Si precisa che la foratura di Ti di presa in carico di PE deve essere praticata con le seguenti azioni:

1. rimuovere il tappo a ghiera corredato di guarnizione di tenuta o-ring;

2. avvitare la fresa, utilizzando la chiave idonea, in senso orario fino alla completa foratura del tubo,

avvertibile da una notevole diminuzione dello sforzo;

3. al termine dell’operazione di foratura ruotare la fresa in senso antiorario fino a riportarla nella posizione

originale, vale a dire a filo della parte superiore della torretta del Ti (non estrarre mai completamente la

fresa);

4. estrarre la chiave ed avvitare il tappo a ghiera, rimosso all’inizio delle operazioni.

Nella messa in opera di tubazioni aeree d’acciaio zincato filettato, Tab. G. 151/2…., corredate di manicotto

d’acciaio zincato a protezione dell’estremità filettata, detto manicotto deve essere rimosso e deve essere

utilizzato il manicotto di ghisa malleabile zincato filettato, Tab. G. 176….

10.2.2. RACCORDO FLESSIBILE D’ACCIAIO INOX

E’ un elemento costitutivo del gruppo di misura ritenuto non obbligatorio dallo standard nazionale. Il suo

impiego non è più previsto dalla Normalizzazione Aziendale tranne in alcuni casi di lavori

manutentivi.

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10.3. ALLACCIAMENTI INTERRATI DI PE SU TUBAZIONI STRADALI DI PE IN B.P.

(P 0,04 bar = 0,004 MPa)

Esempi di esecuzioni allacciamenti a filo recinzione o fabbricato

SOL.1 SOL.2

**

1

recinzione

1

5

4

6

32

traccia chiusa

SOL.3 SOL.4

traccia chiusa

2

**

1

5

1

3 4

6

**

1

8

1

2 7 9 10

1211

Basamento

3

6

5

Note: - quote indicate in metri

- la rete segnaletica non è rappresentata nello schema

- su ogni allacciamento interrato deve essere posato il nastro segnaletico

(Tab. M. 4193006)

** vedasi p.to. 10.1.1.

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SOL. 5

Soluzione da adottare quando non è possibile eseguire la traccia ed il tubo d’allacciamento fuoriesce in

aderenza al muro di recinzione o del fabbricato.

**

0.100.100.10

1

7

3 16 14

13

La tabella sotto indicata include anche l’elenco dei materiali degli schemi delle soluzioni 1 5.

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Ti di presa -

2 Gomito elettrosaldabile di polietilene G.188….

3 Tubo di polietilene per condotte metano serie S5 G.162701/1

.

4 Tubo rigido di PVC, con giunto a bicchiere

Tubo corrugato

M.16201..

-

5 - 6 Vedi normativa I.M. 3.1.3.2 (“Schema costruttivo gruppi di misura”) -

7 Valvola a sfera d’ottone, estremità filettata femmina e raccordo a compressione corredata di

bicchiere filettato

G.2061….

8 Spezzone tubo d’acciaio filettato con estremità liscia da saldare M.178640/1

.

9 -10 Tubo d’acciaio per condotte metano, con estremità lisce, grezzo G.151/2….

11 Pozzetto in muratura 35 x 35 (vedi I.M. 4.6.0.0) -

12 Chiusino CQ25 G. 1080…

13 Zanca a collare con tassello ad espansione M.28650..

14 Tubo guaina di acciaio, zincato filettato G.151/2….

- Tubo gas commerciale, saldato, con estremità filettate o in alternativa acc. nero

16 Nastro di protezione meccanica -

Note:

- quote indicate in metri

- su ogni allacciamento interrato posare il

nastro di segnalazione Tabella M. 4193006 ** vedasi p.to. 10.1.1.

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10.4 ALLACCIAMENTO IN PE PER B.P.

- PARTICOLARE TRATTO FUORIUSCITA DAL TERRENO -

(Schema indicativo dell’ancoraggio tubazione)

Note:

- quote indicate in metri

- il tratto d’allacciamento in fuoriuscita dal terreno deve essere eseguito di norma in traccia chiusa con pareti

impermeabili al gas, proteggendo il tubo di PE con tubo guaina di PVC o tubo corrugato. Si deve utilizzare

il tubo guaina d’acciaio zincato, come rappresentato in figura, quando il tratto di tubo fuoriesce dal terreno

in aderenza al muro del fabbricato o della recinzione e non è quindi posto in traccia chiusa. La colonna

montante può essere supportata dallo staffaggio applicato sulla diramazione d’utenza se quest’ultima è

ubicata a pochi metri dalla fuoriuscita della colonna dal terreno.

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Tubo di Polietilene, per condotte metano serie S5 G.16270/1.

2 Nastro protezione meccanica -

3 Tubo gas commerciale, saldato, con estremità filettate, zincato G.151/2….

4 Valvola a sfera d’ottone con estr. filettata. femmina e raccordo a compressione corredata di

bicchiere filettato

G.2061….

5 Tubo gas commerciale, saldato, con estremità filettate, zincato G.151/2….

6 Gomito a 90° FF di ghisa malleabile, zincato G.176….

7 Zanca a collare con tassello ad espansione M.28650..

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10.5. INSTALLAZIONE SINGOLA

Note:

- l'alloggiamento in armadio di vetroresina rappresentato nello schema è indicativo; per altre

tipologie di armadi si deve comunque fare riferimento, in merito all'assemblaggio dei

componenti interni, agli schemi rappresentati in figura.

- l’organo d’intercettazione generale dell’impianto coincide con la valvola del gruppo di

misura, purché alimenti un unico punto gas e sia facilmente accessibile.

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1

Armadio di vetroresina, 310x200x450 (h)

Vano ricavato nella muratura - nicchia 310x200x450(h) avente pareti impermeabili

al gas e corredato di sportello di chiusura con luci d'aerazione

Armadio di lamiera zincata o cls 310 x 200 x 450 (h)

M.1073455

-

-

2

Tubo guaina di PVC, con giunto a bicchiere (De 50)

Tubo guaina corrugato (vedi p.to 10.1.)

Tubo guaina di acciaio, saldato, con estremità filettate, zincato

M.16201..

-

G.151/2….

3 Tubo di Polietilene, per condotte metano serie S5 (De 32) G.16270/1.

4 Raccordo d’ottone con estr. filettata maschio e a compressione.(De 32 x 1”) G.17/A…..

5 Gomito a 90° FF di ghisa malleabile, zincato (DN 1”) G.176….

6 Nipplo MM 1” di ghisa malleabile, zincato (un’estremità tornita) -

7 Nipplo ridotto MM G.176….

8 Mensola unificata per contatore G4 interasse 110 mm corredata di valvola M.249005

9 Contatore “Classe G4” interasse 110 mm G.24010..

N.B Il raccordo d'ottone con estremità filettata maschio (Rif. 4) dovrà essere corredato di bicchiere filettato

nel caso sia utilizzata la guaina di protezione di acciaio zincato sul tubo di PE in uscita dal terreno.

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10.6. CONTATORI G4/110 IN BATTERIA ALLOGGIATI IN ARMADIO DI VETRORESINA

Installazione in batteria (max 5 contatori).

NOTE: - quote indicate in mm

- sia la staffa reggi tubo, sia le mensole devono essere fissate alla parete di fondo

degli alloggiamenti.

- per gli alloggiamenti contenenti i gruppi di misura vedasi nota al p.to 8.5

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1

Armadio di vetroresina, 310x200x450 (h)

Vano ricavato nella muratura - nicchia 310x200x450(h) avente pareti impermeabili al gas e

corredato di sportello di chiusura con luci d'aerazione

Armadio di lamiera zincata o cls 310 x 200 x 450 (h)

M.1073455

-

-

2 Tubo rigido di PVC, con giunto a bicchiere (De 50)

Tubo corrugato (vedi p.to 10.1.)

M.16201..

-

3 Tubo di Polietilene, per condotte metano serie S5 (De 32) G.16270/1.

4 Valvola a sfera d’ottone con estr. filettata femmina e raccordo a compressione G.2061….

5 Gomito a 90° MF di ghisa malleabile, zincato (DN 1”) G.176….

6 Nipplo MM G.176….

7 Ti di ghisa malleabile, zincato (DN 1”) G.176….

8 Nipplo ridotto MM G.176….

9 Tubo gas commerciale, saldato, con estremità filettate, zincato (DN 1”) G.151/2….

10 Mensola unificata per contatore G4 interasse 110 mm corredata di valvola M.249005

11 Contatore unificato “Classe G4” interasse 110 mm G. 24010..

12 Gomito a 90° FF di ghisa malleabile, zincato (DN 1”) G.176….

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10.7 ALLACCIAMENTI INTERRATI DI PE SU TUBAZIONI STRADALI DI PE IN M.P.A.

(PORTATE DA 10 m³/h A 25 m³/h, Pe 0,5 bar = 0,05 MPa).

Esempi di esecuzioni allacciamenti a filo recinzione o fabbricato

SOL.1 SOL.2

**

1

recinzione

1

5

4

7 6

32

traccia chiusa

SOL.3 SOL.4

**

1

5

1

3 4

7

traccia chiusa

6

2

**

1

9

1

2 8

6

10 11

1312

Basamento

3

7

5

Note: - quote indicate in metri

- le pareti interne della nicchia e della traccia devono essere rese impermeabili al gas

- su ogni allacciamento interrato deve essere posato il nastro segnaletico (Tab. M. 4193006)

** vedasi p.to. 10.1.1.

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SOL.5

Soluzione da adottare quando non è possibile eseguire la traccia ed il tubo

d'allacciamento fuoriesce in aderenza al muro di recinzione o del fabbricato.

**

0.100.100.10

1

8

3 15 4

5

6

7

14

Note:

- quote indicate in metri

- su ogni allacciamento interrato deve essere posato il nastro segnaletico (Tab. M. 4193006)

** vedasi p.to. 10.1.1.

La tabella sotto indicata include anche l’elenco dei materiali degli schemi delle soluzioni 1 5

Rif. Descrizioni materiali prescritti Tabella

1 Ti di presa G.188….

2 Gomito elettrosaldabile di polietilene G.188….

3 Tubo di polietilene serie S5 G.16270/1..

4

Tubo rigido di PVC con giunto a bicchiere

Tubo corrugato

Tubo gas commerciale, saldato, con estremità filettate, zincato

M.16201..

-

G.151/2….

5-6-7 Vedasi schemi costruttivi su Normativa I.M. 3.1.2.1 per G.R.U. e gruppi di misura -

8 Zanca a collare con tassello ad espansione M.28650..

9 Nastro protezione meccanica -

10 Tubo d’acciaio per condotte metano con estremità lisce, grezzo G.151/2…

.

11 Tubo d’acciaio per condotte metano con estremità lisce, grezzo (guaina) G.151/2…

.

12 Pozzetto in muratura 35 x 35 (vedi I.M. 4.6.0.0.) -

13 Chiusino “CQ 25” G.1080…

14 Zanca a collare con tassello ad espansione M.28650..

15 Nastro di protezione meccanica M.10960..

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10.8 Allacciamenti interrati di pe su tubazioni stradali di PE in M.P.B.

(Pe max 5 bar = 0,5 MPa).

SOL.1 SOL.2

recinzione

1

6

4

8 7

32

traccia chiusa

2

5

**

1

2

SOL.3 SOL.4

traccia chiusa

7

2

2

5

**

1

6

1

3 4

8

3

6

10 4

7

9

8

2

**

1

recinzione

1

2

Note:

- quote indicate in metri

- le pareti interne della nicchia e della traccia devono essere rese impermeabili al gas

- su ogni allacciamento interrato deve essere posato il nastro segnaletico (Tab. M. 4193006)

** vedasi p.to. 10.1.1.

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Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Ti di presa, elettrosaldabile, di polietilene con dispositivo d’intercettazione automatico (solo

per De 20 e De 32)

M. 18801..

2 Manicotto elettrosaldabile di polietilene PE serie S5 G. 188….

3 Tubo di polietilene per condotte di metano serie S5 G16270/1.

4

Tubo guaina di PVC, con giunto a bicchiere

Tubo guaina corrugato

Tubo guaina d'acciaio, saldato, con estr. filettate zincato (solo per sol. 4)

M.16201..

-

G.151/2….

5 Protezione meccanica (*) -

6-7-8 Vedere p.to 10.10 -

9 Zanca a collare con tassello ad espansione M. 28650..

10 Nastro di protezione meccanica -

* - Condotta con De 50 mm:

nessuna distanza da rispettare a condizione che il tubo non entri nel fabbricato e sia

adeguatamente protetto da sollecitazioni meccaniche nella parte interrata (ad es.: con

controtubo di materiale plastico, con malte cementizie o con tubo corrugato) nell’ambito

di una fascia di rispetto posta ad una distanza 2 m dal filo fabbricato.

- Condotta con De > 50 mm: 2 m

i GRU (10 m3/h – 25 m3/h – 50 m3/h – 70 m3/h), di nuova posa, non devono essere

utilizzati per servire piccole reti in antenna. In questi casi si deve posare la media

pressione fino ai fabbricati posizionando poi, secondo i casi specifici, il GRU idoneo. Se

non è possibile rispettare le distanze di sicurezza dai fabbricati (2 m per M.P.B su strade

pavimentate) si può posizionare il GRU a ridosso del fabbricato da servire, classificando

il tratto di monte e di valle come IDU, cioè sfruttando la prescrizione introdotta dal

D.M. 16.11.99 che permette l’avvicinamento al fabbricato con DE 50 per il PE e DE

48,3 per l’ACCIAIO RIVESTITO DI PE.

Organo d'intercettazione previsto per

tubazioni d'allacciamento di PE:

Diametri Allacciamenti Utilizzati

Ti di presa, elettrosaldabile, di polietilene

con dispositivo d’intercettazione

automatico incorporato

(Tab. G. 188….)

20 32

Ti di presa, elettrosaldabile, di

polietilene S5 per GRU > 70 m3/h

(Tab. G. 188….)

+

organo d’intercettazione di PE

(Tab. G. 20719..)

50

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10.9. ALLACCIAMENTI INTERRATI DI PE SU TUBAZIONI STRADALI D’ACCIAIO IN M.P.B

(max 5 bar = 0,5 MPa )

Schema costruttivo:

- Soluzione da realizzare solo nel caso di derivazioni DN 25 da reti d’acciaio.

Per derivazioni di DN 50 deve essere utilizzato, come organo di presa, il Ti Valvola (Tab. M. 190200) con

costruzione pozzetto sullo stesso.

traccia chiusa

9

4

2

7

2 3

**

1

8

1

5 6

10

Note:

- quote indicate in metri

- le pareti interne della nicchia e della traccia devono essere rese impermeabili al gas

- su ogni allacciamento interrato deve essere posato il nastro segnaletico (Tab. M. 4193006)

** vedasi p.to. 10.1.1.

Organo d’intercettazione previsto

per allacciamenti derivati da T.S

d’acciaio Diametri Allacciamenti Utilizzati

Ti di presa, d’acciaio con

estremità a saldare per B.P,

M.P.A, M.P.B (Tab. G.

1773….)

dispositivo d’intercettazione

automatico in adattatore (Tab.

M. 207198.)

25

Ti valvola, d’acciaio, per

condotte in M.P.B (Tab. M.

190200.) 50

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Ti di presa d’acciaio con estremità a saldare M.177312

- Calotta a dado per Te di presa d’acciaio G.176….

2 Raccordo di transizione polietilene-acciaio M.17862..

3 Dispositivo d’intercettazione automatico M. 207198.

4 Manicotto elettrosaldabile di polietilene serie S5 G.188….

5 Tubo di polietilene, per condotte metano, serie S5 G.16270/1

6 Tubo guaina di PVC, con giunto a bicchiere

Tubo guaina corrugato

M.16201..

-

7 Protezione meccanica -

8-9-10 Vedere p.ti 10.10, 10.11 e 10.12 -

Rimangono valide anche le

soluzioni rappresentate per

allacciamenti di PE in M.P.B:

GRU posizionato alla recinzione

GRU addossato al fabbricato.

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10.10. SCHEMI D'INSTALLAZIONE DEL RIDUTTORE DI PRESSIONE.

- SOLUZIONE PREVISTA PER M.P.A e M.P.B

10.10.1 RIDUTTORE ASSEMBLATO SU CONTATORE G4/110

Installazione in batteria (max 5 contatori -primo alloggiamento di larghezza 450 mm).

Note:

- quote indicate in mm;

- se la guaina (rif. 3) è di acciaio non necessita di staffa, se invece è di PVC o tubo corrugato la staffa reggitubo deve essere

posizionata direttamente sul tubo gas di PE; in tal caso la guaina termina appena prima della staffa;

- sia la staffa reggitubo, sia le mensole devono essere fissate alla parete di fondo degli alloggiamenti;

- se l’IDU, esercito in M.P.B, é provvisto di organo d’intercettazione automatico è prevista l’installazione di apposito segnale

sul tubo d’ingresso al GRU.

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Armadio di vetroresina, 450x200x450 (h)

Armadio di protezione ( di lamiera zinc. o cls)

M. 1073450

2 Tubo di Polietilene, per condotte metano serie S5 (De 20 e De 32) G.16270/1.

3

Tubo guaina di PVC, con giunto a bicchiere (De 50)

Tubo guaina corrugato

Tubo guaina d'acciaio, saldato, con estremità filettate zincato

M. 16201..

-

G.151/2….

4 Valvola a sfera d’ottone con estremità sfero-conica e raccordo a compressione corredata di

bicchiere filettato

G.2061…

5 Riduttore regolatore di pressione per utenza: GRU 25 m3/h G.23211..

6 Nipplo ridotto, d’ottone, MM, 1” x 1”¼ M. 179224.

7 Ti di ghisa malleabile, zincato (DN 1”) G.176….

8 Nipplo ridotto MM G.176….

9 Gomito a 90° MF di ghisa malleabile, zincato (DN 1”) G.176….

10 Tubo gas commerciale, saldato, con estremità filettate, zincato (DN 1”) G.151/2….

11 Mensola unificata per contatore G4 interasse 110 mm corredata di valvola G. 2409…

12 Contatore unificato “Classe G4” interasse 110 mm G. 24010..

13 Armadio di vetroresina 310x200x450 (h)

Armadio di protezione (di lamiera zinc. o cls)

M. 1073455

14 Gomito a 90° FF di ghisa malleabile, zincato (DN 1”) G. 176….

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0.10.2 RIDUTTORE INSTALLATO A PARTE IN APPOSITO ALLOGGIAMENTO

SOLUZIONE PREVISTA PER M.P.A e M.P.B

Installazione in batteria (max 5 contatori - primo alloggiamento di larghezza < 450 mm).

Note:

- quote indicate in mm;

- sia la staffa reggitubo, sia le mensole devono essere fissate alla parete di fondo degli alloggiamenti; - se la guaina (rif.3) è di acciaio non necessita di staffa, se invece è di PVC o tubo corrugato la staffa reggitubo deve essere

posizionata direttamente sul tubo gas di PE, in tal caso la guaina termina appena prima della staffa;

- se l’IDU, esercito in M.P.B è provvisto di organo d’intercettazione automatico è prevista l’installazione di apposito segnale sul

tubo di ingresso al GRU. (vedi p.to 10.11).

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Armadio di protezione ( di lamiera zinc. o cls) -

2 Tubo di Polietilene, per condotte metano serie S5 (DE 20 - De 32) G.16270/1.

3

Tubo guaina di PVC, con giunto a bicchiere (De 50)

Tubo guaina corrugato

Tubo guaina d'acciaio, saldato, con estremità filettate zincato

M. 16201…

-

G. 151/2…

4 Valvola a sfera d’ottone con estr. sfero-conica e raccordo a compressione corredata di

bicchiere filettato

G. 2061….

5 Riduttore regolatore di pressione per utenza da M.P.B con portata 25 m3/h G. 23211..

6 Nipplo ridotto di ottone, MM 1” x 1”¼ M. 1792724

7 Gomito a 90° FF di ghisa malleabile, zincato (DN1") G. 176….

8 Gomito a 90° MF di ghisa malleabile zincato (DN 1") G. 176….

9 Tubo gas commerciale, saldato, con estremità filettate, zincato (DN 1") G. 151/2…

10 TI di ghisa malleabile, zincato (DN 1") G. 176….

11 Nipplo ridotto MM G. 176….

12 Mensola unificata per contatore G4 interasse 110 mm corredata di valvola G. 2409…

13 Contatore unificato “Classe G4” interasse 110 mm G. 24010..

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10.11. RIDUTTORE DELLA PRESSIONE PER Q 25 Stm3

/h

Note:

- se l’IDU è provvisto di organo d’intercettazione automatico è prevista l’installazione di apposito segnale sul tubo d’ingresso

al GRU;

- all’esterno dello sportello deve essere installato un segnale autoadesivo riportante ”materiale infiammabile” e “vietato fumare

o usare fiamme libere” e “Area in cui può formarsi atmosfera esplosiva (Ex)”;

- all’interno dello sportello il segnale “Qualsiasi manovra sulle apparecchiature di riduzione deve essere effettuata da personale

ITALGAS o autorizzato”.

I GRU devono essere scelti tenendo conto delle portate di gas necessarie all’utenza in base alla potenzialità termica e tipologia

delle apparecchiature da servire nonché ai fattori di contemporaneità. In relazione alla portata di gas richiesta dall’utenza e ai

valori di pressione di monte dell’impianto, i riduttori da installare sono i seguenti:

GRUPPO DI RIDUZIONE D’UTENZA Portate in m

3/h

Pressioni d’alimentazione

Designazione 0,1 bar (0,01 MPa) 0,3 bar (0,03 MPa) 0,5 bar ( 0,05 MPa)

GRU 10 m3/h (Tab. M. 2321115) 6 9 10

GRU 25 m3/h (Tab. M. 2321117) 10 20 25

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Armadio di vetroresina, 310x200x450 (h)

Armadio di protezione (lamiera zincata o cls)

M. 1073455

-

2

Tubo guaina di PVC, con giunto a bicchiere (De 50)

Tubo guaina corrugato (vedi p.to 10.1.)

Tubo guaina d'acciaio, saldato, con estremità filettate , zincato

M. 1620106

-

G. 151/2….

3 Tubo di Polietilene, per condotte metano serie S5 (De 20 - De 32) G. 16270/1

4 Valvola a sfera d’ottone con estr. sfero-conica e raccordo a compressione corredato di bicchiere con

filettatura interna

G. 2061….

5 Riduttore regolatore di pressione per utenza da M.P.B con portata 25 m3/h G. 23211..

6 Nipplo ridotto di ottone, MM 1” x 1”¼ M. 1792724

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10.12. RIDUTTORE DELLA PRESSIONE DA 50 Stm3

/h

Note:

- è possibile l’installazione del riduttore nello stesso vano con uno o più contatori .

- se l’IDU è provvisto di organo d’intercettazione automatico è prevista l’installazione di apposito segnale

sul tubo d’ingresso al GRU;

- all’esterno dello sportello deve essere installato un segnale autoadesivo riportante ”materiale

infiammabile” e “vietato fumare o usare fiamme libere” e “Area in cui può formarsi atmosfera esplosiva

(Ex)”;

- all’interno dello sportello il segnale ”Qualsiasi manovra sulle apparecchiature di riduzione deve essere

effettuata da personale ITALGAS o autorizzato.

Nella tabella seguente sono riportate le portate erogate dal GRU (in m3/h) al variare della

pressione di alimentazione.

GRUPPO DI RIDUZIONE

D’UTENZA

Portate in m3/h

Pressioni d’alimentazione Designazione 0,1 bar (0,01 MPa) 0,3 bar (0,03 MPa) 0,5 bar ( 0,05 MPa)

GRU 50 m3/h (Tab. G. 2321121) 16 40 50

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Armadio (misure minime interne:450x250x450 (h) ) N.C.

2

Tubo guaina di PVC, con giunto a bicchiere (De 50)

Tubo guaina corrugato (vedi p.to 10.1)

Tubo guaina d'acciaio, saldato, con estremità filettate zincato

M. 1620106

-

G. 151/2….

3 Tubo di Polietilene, per condotte metano serie S5 (De 32) G. 16270/1

4 Valvola a sfera d’ottone con estr. sfero-conica e raccordo a compressione corredato di

bicchiere con filettatura interna

G. 2061….

5 Riduttore-regolatore di pressione da 50 m3/h G. 23211..

6 Nipplo ridotto di ottone, MM 1 ½ ” x 1 ½ ” M. 1792740

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10.13. RIDUTTORE DELLA PRESSIONE COMPATTO DA 70 Stm3

/h

Note:

- quote in mm/pollici.

GRUPPO DI RIDUZIONE D’UTENZA Portate in m

3/h

Pressioni d’alimentazione

Designazione 0,1 bar (0,01 MPa) 0,3 bar (0,03 MPa) 0,5 bar ( 0,05 MPa) GRU 70 m

3/h (Tab. G. 2321123) 20 50 70

Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella o

Cod. mat.

1 Armadio (misure minime interne: 500x500x300 (h) ) N.C.

2 Tubo di Polietilene, per condotte metano serie S5 (De 32) G. 16270/1

3 Tubo guaina d’acciaio, saldato, con estremità filettate zincato G. 151/2….

4 Valvola a sfera d’ottone con estremità sfero-conica e raccordo a compressione corredato di

bicchiere con filettatura interna

G. 2061….

5 Filtro a cartuccia GRU 70 Stm³/h compatto (vedi S.T.V. 2261300) 2321122

6 Riduttore-regolatore di pressione per utenza da M.P.B. con portata 70 Stm

3/h

Compatto

2321123

7 Nipplo ridotto di ottone, MM 1 ½ ” x 1 ½ ” M. 1792740

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10.14. GRUPPO DI RIDUZIONE D’UTENZA PER Q = 70 Stm3/h su ribalte

N.B.

Per eventuali problemi di manutenzione o di anomalia del GRU è possibile sostituire la parte del

gruppo compresa tra la flangia in uscita dal filtro fino alla flangia a monte della valvola

d’intercettazione generale di valle (cod. materiale 1779315)

Nella tabella seguente sono riportate le portate erogate dal GRU (in m3/h) al variare della pressione di

alimentazione:

GRUPPO DI RIDUZIONE

D’UTENZA

Portate in m3/h

Pressioni d’alimentazione

Designazione 0,1 bar

(0,01 MPa)

0,3 bar

(0,03 MPa)

0,5 bar

(0,05 MPa)

1,5 bar

(0,15 MPa)

3 bar

(0.03 MPa)

GRU.70 m3/h

(Tab. M. 1779314) 25 57 70 80 100

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Rif. Rif. Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Tubo di polietilene per condotte metano, serie S5 (De 32) G.16270/1

2 Raccordo elettrosaldabile di polietilene serie S5 G.188....

3 Raccordo di transizione polietilene-acciaio (De 32) G.17/A….

4 Tubo di acciaio, con estremità lisce e rivestimento esterno rinforzato di polietilene G.151/2….

5 Riduzione concentrica di acciaio (DN 1”x3/4”) G.177/A....

6 Curva a 90° di acciaio (DN 3/4”) (R = 1,5 DN) G.177/A….

7 Tubo di acciaio, con estremità lisce e rivestimento esterno rinforzato di polietilene G.151/2….

8 Gruppo di riduzione d’utenza con portata fino a 70 m3/h G. 23211..

9 Armadio in lamiera di acciaio, per gruppi di riduzione, 650 x 400 x 700 (h) M.1080400

10 Basamento armadio conforme alle dimensioni indicate nella Figura 15 -

10.15. DISTANZE DA OSSERVARE QUANDO L’ALLOGGIAMENTO

CONTENENTE IL GRU ALIMENTATO A GAS NATURALE E’ POSTO IN

PROSSIMITA’ DI IMPIANTI ELETTRICI

L’alloggiamento contenente il GRU con potenzialità termica non maggiore di 1200 kW deve

essere posizionato ad una distanza minima di 0,20 m rispetto a componenti elettrici (vedasi

norma UNI 8827). Per GRU con potenzialità termica maggiore di 1200 kW attenersi alle

prescrizioni contenute nella norma CEI-EN 60079-10 (CEI 31 – 30)

10.16. MESSA IN ESERCIZIO DEI RIDUTTORI-REGOLATORI DI PRESSIONE

D’UTENZA A DOPPIO SALTO DI PRESSIONE DOTATI DI DISPOSTIVO DI

BLOCCO PER SOVRAPPRESSIONE DI VALLE

Le disposizioni di seguito elencate sono da applicarsi sia all’atto della prima messa in servizio del

riduttore sia in conseguenza dell’intervento di uno dei dispositivi di blocco dello stesso.

10.16.1. MODALITÀ’ OPERATIVE DI MESSA IN SERVIZIO

Precauzioni da adottare per tutti i tipi di riduttore

Ogni manovra deve essere sempre eseguita molto lentamente per non generare l’immediato

aumento della pressione a valle del riduttore che potrebbe produrre l’intervento del dispositivo di

blocco per massima pressione.

Prima di procedere all’intervento sul riduttore si deve intercettare sempre l’impianto posto a valle,

intervenendo sull’organo di intercettazione:

posto immediatamente a monte del contatore, oppure su quello:

posto a valle della ribalta preassemblata costituente il GRU, oppure su quello:

secondario, posto alla base della colonna montante o della sottocolonna.

Dove il riduttore é già installato, si deve accertare che la valvola d’intercettazione posta a monte

sia chiusa e che non ci sia pressione tra questa ed il GRU, allentando e successivamente

richiudendo il raccordo d’entrata. Occorre, quindi, svitare leggermente il raccordo a girello posto

in uscita del riduttore stesso, eliminando le eventuali sovrappressioni a valle e facilitando, inoltre,

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l’operazione di riarmo generando una piccola portata.

Per evitare possibili danneggiamenti, è tassativamente vietato utilizzare utensili (tipo pinze e/o

cacciaviti) per intervenire sui leverismi e questi devono sempre essere rilasciati, molto lentamente,

al fine di consentire il riempimento della tubazione a valle del riduttore.

Il rilascio completo dello stelo, della leva o del pulsante di riarmo deve sempre avvenire quando la

tubazione a valle del riduttore è completamente carica.

Messa in servizio:

(1 a

operazione)

- per tutti i riduttori:

Aprire lentamente la valvola d’intercettazione di monte. Riarmare il blocco di sovrappressione,

tirando lentamente lo stelo apposito (per mod. Tartarini B30 utilizzare l’apposita leva) avendo

cura di non farlo ruotare. La corsa dello stelo é di circa 10mm e rimane in tale posizione a riarmo

avvenuto. Si precisa che per i modelli Samgas RSS10, DSR 10-25, DKR 50, Fiorentini MS10,

FEX 50 e Tartarini R50, provvisti di un unico blocco di sovrappressione e di minima pressione,

l’anzidetta operazione permette la completa messa in servizio del riduttore.

( 2a operazione ) :

- per riduttori Fiorentini serie F:

tirare lentamente lo stelo del 2° stadio e, senza farlo ruotare, portarlo a fine corsa.

- per riduttori Tartarini B30-I:

tirare il pomello del dispositivo antiripristino in modo da liberare la leva e,mantenendo in

trazione il pomello, tirare lentamente lo stelo del 2° stadio, evitando di farlo ruotare.

- per riduttori Mesura tipoBVSI e tipoB50; Fiorentini tipoFE, Francel BSV, provvisti e

non di dispositivo antiripristino:

premere l’apposito pulsante per qualche secondo e poi rilasciarlo lentamente o azionare

l’apposito leverismo ruotandolo di circa 45° e poi rilasciandolo lentamente; questa

operazione determinerà contemporaneamente lo sgancio del dispositivo antiripristino, ove

esistente, ed il riarmo del secondo stadio di riduzione della pressione.

(3a operazione) :

- per tutti i tipi di riduttori :

assicurato l’esito positivo della messa in servizio, ripristinare la tenuta del raccordo a girello

posto in uscita dal GRU ed aprire lentamente l’organo d’intercettazione di valle.

10.16.2. GRUPPO DI RIDUZIONE CON DUE RIDUTTORI INSTALLATI IN

PARALLELO (ex TAB. M. 1779334)

Il riarmo del dispositivi di blocco deve attuarsi su entrambi i riduttori prima d'aprire l’organo

d’intercettazione di monte. La differenza massima della pressione di regolazione dei due

riduttori non deve essere superiore a 1 1,2 mbar.

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Modalità d’impiego del dispositivo

d’intercettazione automatico su IDU eserciti

in M.P.B (P 5 bar ≤ 0,5 MPa)

Sez. 11

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11. MODALITÀ D’IMPIEGO DEL

DISPOSITIVO

D’INTERCETTAZIONE

AUTOMATICO SU IDU ESERCITI

IN M.P.B (P 5 bar ≤ 0,5 MPa)

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Modalità d’impiego del dispositivo

d’intercettazione automatico su IDU eserciti

in M.P.B (P 5 bar ≤ 0,5 MPa)

Sez. 11

Pag. 2 / 3

11. MODALITÀ D’IMPIEGO DEL DISPOSITIVO D’INTERCETTAZIONE

AUTOMATICO SU IDU ESERCITI IN M.P.B (P 5 bar = 0,5 MPa)

11.1.1. GENERALITÀ

Occorre precisare che non é più utilizzabile il TI-VALVOLA (TAB G.188....), quale organo di

presa da tubazioni stradali in MPB di polietilene, così come il TI-VALVOLA (TAB

M. 190200.) DN 1” per l’acciaio. In sostituzione dei suddetti TI-VALVOLA (con rimando in

pozzetto) é previsto l’impiego del dispositivo automatico d’intercettazione da utilizzare con le

seguenti modalità:

per IDU interrati di PE (per i De 20; De 32) derivato da tubazione stradale di PE, il

dispositivo automatico d’intercettazione é incorporato al Ti di presa di PE vedi TAB

G. 188....

per IDU interrati di PE derivato da tubazione stradale d’acciaio con Ti di presa d’acciaio

TAB M.177312. DN25 il dispositivo automatico d’intercettazione è fornito a parte in

apposito adattatore di PE De 32 (TAB G.20719..). Deve essere installato immediatamente a

valle del giunto di transizione Acciaio/PE. La sua installazione deve essere realizzata

mediante raccordi elettrosaldabili.

11.1. INSTALLAZIONE

Occorre:

1. verificare che il modello di dispositivo sia conforme alle vigenti TABELLE MATERIALI

aziendali in funzione della pressione d’esercizio prevista.

2. preparare le estremità attenendosi alle prescrizioni della Normalizzazione Tecnica

Aziendale (I.M. 4.2.5.2.), ponendo particolare attenzione durante la fase di raschiatura

delle estremità dell’adattatore cilindrico contenente il dispositivo in modo da evitare che il

materiale asportato possa introdursi accidentalmente al suo interno e comprometterne il

buon funzionamento.

3. posizionare e congiungere le estremità dell’adattatore o del Ti di presa attenendosi alle

prescrizioni della Normalizzazione Tecnica Aziendale (I.M. 4.2.5.2).

4. posizionare l’etichetta autoadesiva, fornita a corredo del dispositivo ed indicante il numero

di serie, all’interno dell’alloggiamento contenente il GRU. L’etichetta, così posizionata,

segnala la presenza del dispositivo d’intercettazione automatico.

Dato che, al momento dell’installazione, il dispositivo automatico d’intercettazione si trova in

apertura, occorre prestare attenzione, dopo aver eseguito il foro nel Ti di presa, che non si

generi un eccesso di flusso nell’impianto che ne provochi la chiusura.

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Modalità d’impiego del dispositivo

d’intercettazione automatico su IDU eserciti

in M.P.B (P 5 bar ≤ 0,5 MPa)

Sez. 11

Pag. 3 / 3

11.2. RIARMO

Si realizza immettendo azoto nell’allacciamento, attraverso la valvola posta a monte del GRU

nel caso di gruppi con Q 25 m3/h o dall’attacco predisposto per il by-pass nel caso di GRU

da 70 m3/h. Il riarmo avviene quando la pressione immessa nell’allacciamento raggiunge un

valore prossimo alla pressione di rete; l’avvenuto riarmo é percettibile dall’indicatore

manometrico che subisce una lieve oscillazione.

Per realizzare il riarmo occorre, quindi dotarsi di:

1. una bombola d’azoto corredata di riduttore di pressione;

2. un gruppo di riarmo assemblato a tre vie, due delle quali (derivazione del manometro e

quella del collegamento alla manichetta per l’azoto) devono essere dotate d’organo

d’intercettazione; il gruppo deve essere corredato di manometro a molla per il controllo

immediato della pressione immessa nell’IDU;

3. una apposita manichetta di collegamento tra la bombola d’azoto ed il raccordo posto in

uscita della valvola d’intercettazione di monte del GRU o l’attacco predisposto per il by-

pass (nel caso di GRU da 70 m3

/h), da cui s’immette, in modo graduale, azoto in

pressione.

Dopo aver chiuso la valvola, scollegato la manichetta di collegamento alla bombola d’azoto e

rimosso il gruppo di riarmo, si effettua lo spurgo parzializzando, in apertura, l’organo

d’intercettazione a monte del GRU, ponendo attenzione a non generare un eccesso di flusso e

la successiva conseguente chiusura del dispositivo automatico.

Seguono il montaggio del riduttore di pressione e la messa in gas dello stesso. Per il gruppo di

riduzione da 70 m3/h occorre porre in chiusura la valvola predisposta sul by-pass assicurando

la tenuta della stessa con l’apposito tappo.

Il punto da cui s'effettua lo spurgo deve:

essere situato a distanza di sicurezza da eventuali punti di possibile innesco (ad es. lampade);

essere posto in modo tale che il flusso del gas non possa entrare all’interno d'edifici.

11.3. CHIUSURA

Per realizzare la chiusura del riduttore, al fine di consentire eventuali interventi manutentivi

sull’IDU, occorre:

chiudere la valvola posta a monte del GRU (anche quella di valle nel caso di gruppi che ne

siano provvisti);

scollegare e rimuovere il riduttore di pressione dalla valvola anzidetta (nel caso in cui il

riduttore sia singolo; nel caso di GRU da 70 m3/h agire sulla valvola predisposta per il by-

pass lato entrata);

aprire completamente la valvola realizzando l’eccesso di flusso.

Nel caso si debba realizzare l’annullamento della presa stradale é necessario fondellare

sempre immediatamente a valle del dispositivo stesso.

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MATERIALI Sez. 12

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12. MATERIALI (Tubi e contatori)

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MATERIALI Sez. 12

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12.1. TUBI AMMESSI ALL’IMPIEGO SINO AL DE 315 PER POLIETILENE E DN 300 PER ACCIAIO

Pressione

Max d’esercizio 0,5 bar (0,05 MPa) 5 bar (0,5 MPa)

12 bar (1,2 MPa) 12 bar (1,2 MPa)

Descrizione

Materiale

Polietilene

UNI EN 1555 Serie S8

Polietilene

UNI EN 1555 Serie S5

Acciaio rivestito

UNI EN 12008/1

Acciaio grezzo

UNI EN 12008/1

Rivestimento - - - - Polietilene UNI 9099-R3R

Tabella G.16270/1.. G.16270/1.. G.151/2.. G.151/2..

De S Di De S Di De DN S Di De S1 De1 S Di De

mm mm mm mm mm mm mm mm mm mm mm mm mm mm mm mm

20 * 3 14 20 20 2,3 22,3 26,9 1,8 30,5 2,3 22,3 26,9

25 2,9 27,9 33,7 1,8 37,3 2,9 27,9 33,7

32 3 26 32

40 2,9 42,5 48,3 1,8 51,9 2,9 42,5 48,3

50 4,6 40,8 50 50 2,9 54,5 60,3 1,8 63,9 2,9 54,5 60,3

63 5,8 51,4 63

80 3,2 82,5 88,9 1,8 92,5 3,2 82,5 88,9

90 5,2 79,6 90 8,2 73,6 90

100 3,2 107,9 114,3 1,8 117,9 3,2 107,9 114,3

125 7,1 110,8 125 11,4 102,2 125

150 4 160,3 168,3 2 172,3 4 160,3 168,3

180 10,3 159,4 180 16,4 147,2 180

200 5 209,1 219,1 2 223,1 5 209,1 219,1

225 12,8 199,4 225 20,5 184 225

250 5,6 261,8 273 2 277 5,6 261,8 273

315 ** 17,9 279,2 315 300 5,6 312,7 323,9 2,2 328,3 5,6 312,7 323,9

S: spessore tubo, Di: diametro interno, De: diametro esterno, S1:spessore rivestimento, De1:diametro esterno con rivestimento.

*: da non utilizzare in B.P (P 0,04 bar); **: da utilizzare solo in B.P

Sono ammessi all’utilizzo aziendale, in alternativa ai tubi di PE di colore nero con bande gialle anche i tubi di colore giallo (UNI EN 1555/2); la marcatura del materiale è rimasta

invariata.

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PRINCIPALI OCCASIONI D’IMPIEGO

Tab. G. 151/2…. TUBO DI ACCIAIO ESTREMITA' LISCE E RIVESTIMENTO ESTERNO DI POLIETILENE

- tubazioni stradali in B.P, M.P, (P 12 bar / 1,2 MPa)

- protezione per condotte gas

- prese di pressione per tubazioni stradali in B.P, M.P (attraversamenti ferroviari)

- scarichi su tubazioni stradali in M.P.B (P 5 bar / 0,5 MPa)

- attraversamenti di ferrovie e altre linee di trasporto assimilate con tubazioni stradali in B.P, M.P, P 5 bar / 0,5 MPa (DN 200 sp. 5 mm)

- allacciamenti interrati in B.P e M.P.

Tab. G. 151/2…. TUBO DI ACCIAIO PER CONDOTTE METANO, CON ESTREMITA' LISCE, GREZZO

- sottocolonna, colonne montanti, diramazioni d'utenza in B.P (esecuzione saldata)

- sottocolonna in M.P.A (esecuzione saldata)

- allacciamenti fuori terra da tubazioni stradali in B.P, M.P.A, M.P.B

- allacciamenti da tubazioni stradali in B.P, in attraversamento di locali interrati

- costruzione pali di sfiato, parte fuori terra

- tubazioni stradali in B.P, M.P.A, M.P.B con P 5 bar / 0,5 MPa, in caso di percorrenze aeree

- protezione di condotte gas (guaina) in caso di:

- attraversamento locali non aerati e/o non accessibili (cantine, intercapedini)

- attraversamento muri e solette

- attraversamento androni

NB: i tubi non sono filettabili; in casi di utilizzo “in esecuzione filettata” deve essere saldato uno spezzone

di tubo già filettato.

Tab. G. 16270/1.. TUBO DI POLIETILENE (PE), PER CONDOTTE METANO SERIE S 8

- tubazioni stradali in B.P e M.P.A (per tubazioni in M.P.A con De 90 impiegare tubo serie S5)

- allacciamenti interrati in B.P (per De 90 impiegare tubo serie S5)

Tab. G. 16270/1.. TUBO DI POLIETILENE (PE), PER CONDOTTE METANO SERIE S 5

- tubazioni stradali in M.P.B (P 5 bar / 0,5 MPa)

- tubazioni stradali e allacciamenti interrati in B.P-M.P.A solo per De50 e De 63

- allacciamenti interrati in M.P.B (P 5 bar / 0,5 MPa)

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MATERIALI Sez. 12

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12.2. TUBI AMMESSI ALL'IMPIEGO PER SOTTOCOLONNE E COLONNE MONTANTI

Pressione max d’esercizio 0,5 bar (0,05 MPa)

Descrizione Tubo zincato filettato Spezzone d’acciaio

Riferimento normativo UNI EN 10255 UNI EN 10255 - UNI ISO 7/1

Tipo di Rivestimento Zincatura per immersione a caldo

UNI EN 10240 - -

Tabella G. 15131.. G. 178640/1.

DN S

mm

Di

mm

De

mm

S

mm

Di

mm

De

mm mm "

25 1 2,9 27,9 33,7 2,9 27,9 33,7

40 1½ 2,9 42,5 48,3 2,9 42,5 48,3

50 2 3,2 53,9 60,3 3,2 53,9 60,3

80 3 3,6 81,7 88,9 3,6 81,7 88,9

S: spessore tubo, Di: diametro interno, De: diametro esterno

PRINCIPALI OCCASIONI D’IMPIEGO

Tab. G. 15131.. TUBO GAS COMMERCIALE, SALDATO, CON ESTREMITÁ FILETTATE E

MANICOTTO DI GIUNZIONE, ZINCATO

- sottocolonna, colonne montanti, diramazioni d'utenza in B.P (esecuzione filettata);

- sottocolonna in M.P.A (esecuzione filettata);

NB: Il manicotto di acciaio fornito a corredo del tubo di acciaio zincato filettato deve

essere rimosso e quindi non utilizzato nella costruzione delle colonne montanti.

Tab. G. 178640/1.. SPEZZONE DI TUBO D’ACCIAIO FILETTATO CON UNA ESTREMITÁ LISCIA

DA SALDARE

- inserimento d’organi filettati su impianti di derivazione d’utenza in B.P e M.P.A

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12.3. CONTATORI GAS DI NORMALE UTILIZZO AZIENDALE

NOTE:

(A) PCS - Potere Calorifico Superiore (valore convenzionale);

(B) PCI - Potere Calorifico Inferiore (valore convenzionale);

(C) - Per queste classi di contatori, si devono adottare gli stessi criteri d’installazione previsti per i contatori

di tipo analogo di classe G100, G160 e G250;

(D) - Utilizzabile solo per GAS METANO;

(E) - Utilizzabile solo per GPL.

Il contatore da installare all’utenza deve essere scelto in funzione della portata prevista o prevedibile, corrispondente alla potenzialità

massima degli apparecchi di utilizzazione da servire.

I criteri di scelta dei contatori, in funzione del loro campo di impiego, sono:

- Contatori a membrana: impiegati per tutti i tipi di funzionamento.

- Contatori a Pistoni Rotanti: devono essere impiegati quando l’utenza ha consumi intermittenti con impianti a

funzionamento on-off.

Per un corretto funzionamento è indispensabile:

- prevedere cicli di manutenzione periodica (lubrificazione);

- evitare l’insorgenza di tensioni meccaniche assiali sulla tubazione immediatamente a monte e a valle del contatore;

- prevedere un adeguato supporto atto a sostenere il peso del contatore;

- prevedere un tratto rettilineo di tubazione a monte del contatore pari ad almeno 3 DN e a valle per almeno 2

DN;

Nel caso in cui l’utenza richieda l’impiego di contatori di calibro superiore alla classe G 650 dovranno essere impiegati

contatori a turbina adatti all’utilizzo come indicato nella SEZ.13.

- Contatori a Turbina: devono essere impiegati preferibilmente quando l’utenza ha consumi continuativi e costanti.

Per un corretto funzionamento è indispensabile:

- prevedere un tratto rettilineo di tubazione a monte del contatore pari a 5 DN e a valle per almeno 2 DN;

- evitare l’insorgenza di tensioni meccaniche assiali sulla tubazione immediatamente a monte e a valle del contatore.

CODICE

MATERIALE

CLASSE

CEE

TIPO DI

CONTATORE

CALIBRO

Amministrativo

(SAP)

PORTATA (Q)

GAS NATURALE

PCS (A) = 38.500 kJ/ m3

PCI (B) = 34.900 kJ/ m3

Qmin m3/h Qmax m3/h

Potenzialità massima

kW (kcal/h)

2401012 G2,5(E)

Membrana 9 0,00625 4 102 87.800

2401025 G4(D)

Membrana 26 0,040 6 58 50.000

2401032 G6 Membrana 28 0,060 10 97 83.000

2401042 G10 Membrana 31 0,100 16 155 133.000

2401052 G16 Membrana 35 0,160 25 242 208.000

2401062 G25 Membrana 38 0,250 40 388 333.000

2401072 G40 Membrana 44 0,400 65 630 542.000

2401082

G65

Membrana

46

0,650

100 969 834.000 2401601 P.Rotanti 5

2401901 Turbina 5

2401092

G100

Membrana

59

1

160 1.551 1.334.000 2401611 P.Rotanti 8

2401911 Turbina 8/16

2401621 G160

P.Rotanti 61

13 250 2.424 2.085.000

2401921 Turbina 13

2401631 G250

P.Rotanti 62 20 400 3.878 3.336.000

2401931 Turbina

2401641 G400 (C) P.Rotanti

53 32 650 6.301 5.421.000 2401941 Turbina

2401651 G650 (C)

P.Rotanti 64 50 1000 9.694 8.340.000

2401951 Turbina

2401661 G1000 (C)

P.Rotanti 65 80 1600 15.551 13.344.000

2401961 Turbina

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DISPOSIZIONI PER L’INSTALLAZIONE

DEI CONTATORI

Sez. 13

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13. DISPOSIZIONI PER

L’INSTALLAZIONE DEI

CONTATORI

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Giugno 2013

DISPOSIZIONI PER L’INSTALLAZIONE

DEI CONTATORI

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13. DISPOSIZIONI PER L’INSTALLAZIONE DEI CONTATORI

Le seguenti indicazioni integrano quanto già richiamato nella Normativa Tecnica Aziendale (N.T.A.), in

circolari e note sull’argomento, in attesa che la Normativa Nazionale Italiana venga pubblicata.

La scelta del contatore deve tenere conto della portate termiche degli apparecchi di utilizzazione serviti, in

quanto un eventuale sovradimensionamento dei contatori può influenzare negativamente l'accuratezza di

misura a bassa portata.

Qualunque tipologia e classe di contatore vengano scelte, in caso di utilizzi diversificati (ad esempio “cottura

+ riscaldamento”, “cottura + riscaldamento + produzione acqua calda sanitaria”, “riscaldamento +

tecnologico”, ecc.), si deve anche verificare che la portata minima dell’apparecchio utilizzatore ricada nel

campo di misura del contatore stesso.

Qualora ciò non sia riscontrato (ad esempio la portata minima non è misurabile dal contatore scelto) si deve

prevedere lo sdoppiamento dell’impianto con l’istallazione di due contatori distinti.

Il prospetto n. 1 riporta il profilo delle caratteristiche dei contatori di gas più comunemente utilizzati; esso

non deve essere utilizzato come procedimento rigido per scegliere un contatore di gas per una certa

applicazione, ma serve come elenco di elementi da tenere in considerazione nel valutare l’installazione di un

impianto di misurazione del gas. In particolare, per i contatori a turbina devono essere prese in

considerazione le indicazioni del prospetto n. 2.

Possono essere utilizzati altri tipi di contatori purché conformi alle disposizioni vigenti.

Nota:

Gli allegati non sono presenti in quanto già contenuti nell’Istruzione I55 “INTERVENTI SUI GRUPPI

DI MISURA GAS”.

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Prospetto 1

Nota:

La portata termica degli apparecchi di utilizzazione è riferibile alla portata del contatore di gas

mediante la seguente formula:

P = Qcont x P.C.I.

Dove:

P = Portata termica degli apparecchi di utilizzazione espresso in Kw/h

Qcont = Portata del contatore espressa in m3/h

P.C.I. = Potere calorifico inferiore del gas metano espresso in kW/m3 (es.: P.C.I. medio ≈ 34,77

MJ/m3 – rif. UNI EN 437, valore medio calcolato considerando i gas limite G21 e G222)

Fattori

applicabili

Contatori a

parete

deformabile

Contatori

massici

Termici Contatori a rotoidi

Contatori a turbina

(**)

Contatori massici

ad effetto coriolis

Contatori a

ultrasuoni

Norma di

prodotto di

riferimento in

vigore

UNI EN 1359 -- UNI EN 12480 UNI EN 12261 ISO 10790

ISO 17089

(industriali)

UNI ENV 14236

(≤ 10m3/h)

Rapporto tipico

Qmax/Qmin

150:1

150:1

o

maggiore

30:1

20:1

Più alta è la densità

più grande è il

rapporto di

attenuazione

30:1

Più alta è la

densità più grande

è il rapporto di

attenuazione

(Industriali)

> 50:1

UNI ENV 14236

150:1

Limitazioni

Tecniche

Portate contatore

Qmax ≤ 160 m3/h

(1)

Qmax ≤ 160 m3/h

(4)

16 m3/h > Qmax ≤ 1000

m3/h

(4)

Qmax > 65 m3/h

(4)

Qmin > 0,5 m3/h

(4)

(Industriali)

Qmin > 1,3 m3/h

UNI ENV 14236

Qmax ≤ 10 m3/h

Limitazioni

Tecniche

Potenzialità

termiche

apparecchi di

utilizzazione

≤ 1550 kW

≤ 1550 kW

160 kW > P ≤ 9700 kW > 630 kW > 5 kW

(Industriali)

> 13 kW

Per UNI ENV

14236

≤ 100 kW

Pressione max

consentita ≤ 0,5 bar ≤ 0,5 bar

Limite consentito dalla

presente norma

Limite consentito dalla

presente norma

Limite consentito

dalla presente

norma

(Industriali)

Limite consentito

dalla presente

norma

UNI ENV 14236

≤ 0,5 bar

Densità del gas

in condizioni di

esercizio

Nessuna influenza

Inalterabile su

intervalli di

densità

specificati.

Rischio aumentato.

All’aumento della

densità del fluido

riduzione della portata

minima

All’aumento della

densità del fluido

riduzione della

portata minima.

Inalterabile su

intervalli di densità

specificati.

1 Le portate sono espresse alle condizioni di esercizio

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Fattori

applicabili

Contatori a

parete

deformabile

Contatori

massici

Termici Contatori a rotoidi

Contatori a turbina

(**)

Contatori massici

ad effetto coriolis

Contatori a

ultrasuoni

Presenza di

particelle solide

nel gas (residui

di saldatura,

trucioli, polveri

ecc…)

Inalterato

Rischio

aumentato. In

particolare per

particelle molto

piccole.

Raccomandato

filtro.

Possibile bloccaggio

delle giranti

Consigliabile filtro

tenuto conto anche delle

pressioni di esercizio e

delle raccomandazioni

del costruttore

Possibili depositi.

Possibili danni alle

giranti con

conseguenze

sull'accuratezza di

rotazione

Consigliabile filtro

tenuto conto anche

delle pressioni di

esercizio e delle

raccomandazioni del

costruttore

Possibili depositi

ed erosione del

corpo. Necessario

filtro.

Normalmente

inalterabile: se le

sonde del

trasduttore sono

interessate da

sporcizia la

funzione del

contatore può

risultare disturbata.

Raccomandato

filtro.

Presenza di

liquidi nel gas

(residui di gas

manifatturato,

acqua, ecc…)

Inalterato in

quantità minime

Possibile deposito

di liquidi nei

condotti di

misurazione. Ciò

influenza i valori

misurati.

Possibile corrosione.

Possibile congelamento.

Possibile influenza sul

materiale da

costruzione.

Possibile corrosione,

possibile

congelamento.

Possibile diluizione

del lubrificante e

sbilanciamento del

rotore.

Possibile deposito

di liquidi nei

condotti di

misurazione. Ciò

influenza i valori

misurati.

Può causare

problemi

funzionali: se le

sonde del

trasduttore si

intasano la

funzione del

contatore può

risultare disturbata.

Silenziosità di

funzionamento

Moderatamente

rumoroso Silenzioso

Particolarmente

rumoroso Silenzioso Silenzioso Silenzioso

Variazioni di

pressione e

variazioni di

portata

Inalterato Inalterato

Variazioni rapide

possono causare danni.

L'inerzia delle giranti

può causare modifiche

improvvise ed ampie nel

flusso che portano ad

una pressione

momentaneamente alta

o bassa nella tubazione

a monte o a valle.

Variazioni di

pressione repentine

possono causare

danni.

Nessun danno ma

possibili errori di

misurazione.

Inalterato.

Portata pulsante

(Intermittente) Inalterato.

Inalterato fintanto

che il ciclo di

lavoro della

pulsazione è più

grande del ciclo di

acquisizione della

misura

Inalterato.

Modifiche cicliche

repentine del flusso

possono causare

risultati di misurazione

troppo alti. Gli effetti

dipendono dalla

frequenza e

dall'ampiezza dei

cambiamenti di flusso,

dalla densità del gas e

dall'inerzia della

turbina.

Accuratezza

alterata.

L'ampiezza

dipende dalla

frequenza e

dall'ampiezza della

variazione di

flusso.

Inalterato fintanto

che il ciclo di

lavoro della

pulsazione è più

grande del ciclo di

acquisizione della

misura

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Fattori

applicabili

Contatori a

parete

deformabile

Contatori

massici

Termici Contatori a rotoidi

Contatori a turbina

(**)

Contatori massici

ad effetto coriolis

Contatori a

ultrasuoni

Funzionamento

oltre il limite

della portata

dichiarata

Possibile

funzionamento

per un breve

periodo e

limitatamente ad

un massimo di 1,2

Qmax

Possibile

funzionamento

Possibile funzionamento

per un breve periodo.

Possibile

funzionamento per un

breve periodo.

Possibile

funzionamento

Possibile

funzionamento

Aumento della

capacità

nominale

L’aumento della

portata massima

richiede contatori

più grandi o flussi

supplementari o

pressione più

elevata.

L’aumento della

portata massima

richiede contatori

più grandi o flussi

supplementari o

pressione più

elevata.

L’aumento della portata

massima richiede

contatori più grandi o

flussi supplementari o

pressione più elevata.

L’aumento della

portata massima

richiede contatori più

grandi o flussi

supplementari o

pressione più elevata.

L’aumento della

portata massima

richiede contatori

più grandi o flussi

supplementari o

pressione più

elevata.

L’aumento della

portata massima

richiede contatori

più grandi o flussi

supplementari o

pressione più

elevata.

Continuità di

erogazione

Un guasto del

contatore non

interrompe

completamente il

flusso di gas

Un guasto del

contatore non

interrompe

l’erogazione di

gas

Un guasto del contatore

può interrompere

l'erogazione di gas.

Un guasto del

contatore non

interrompe

l’erogazione di gas

Un guasto del

contatore non

interrompe

l’erogazione di gas

Un guasto del

contatore non

interrompe

l’erogazione di gas

Prescrizioni per

l’installazione

del contatore

Nessun requisito

particolare per

tubazioni a monte

e a valle.

Prescrizioni di

installazione in

base alla norma

UNI 9036

Nessun requisito

particolare per

tubazioni a monte

e a valle.

Nessun requisito

particolare per tubazioni

a monte e a valle.

Seguire le istruzioni del

costruttore. Per

garantire l'erogazione

continua di gas può

essere necessario un by-

pass.

Richieste lunghezze

per le tubazioni

rettilinee a monte e a

valle. Le lunghezze

devono essere prese

dalle istruzioni di

installazione in base

alla norma applicabile.

Richieste

lunghezze per le

tubazioni rettilinee

a monte e a valle.

Le lunghezze

devono essere

prese dalle

istruzioni di

installazione in

base alla norma

applicabile.

Richieste

lunghezze per le

tubazioni rettilinee

a monte e a valle.

Le lunghezze

devono essere

prese dalle

istruzioni di

installazione in

base alla norma

applicabile.

Lunghezza tipica

del tubo

rettilineo

- a monte DN

- a valle DN

(in base alla

configurazione)

-

-

(in base alla

configurazione)

-

-

4

2

5

2

20

5

10 (*)

3 (*)

(*) In base ai requisiti indicati dal costruttore potrebbe anche non essere necessario disporre di tratti di tubazione rettilinea

(**) Ad impiego. Vedi indicazioni riportate nelle DISPOSIZIONI AGGIUNTIVE PER L’INSTALLAZIONE DI CONTATORI A

TURBINA in calce alla presente Sezione.

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Prospetto 2 - Prescrizioni per l’impiego dei contatori a Turbina

Le condizioni di portata interrotta o portata pulsante possono essere causa di significativi vizi di

funzionamento (errori sistematici) e pertanto occorre un’attenta valutazione delle variabili in gioco

per la scelta del contatore

Rif. Tipologia apparecchi termici

Schema tipo funzionamento

in % della potenzialità

termica di utilizzo

Prescrizioni per l’impiego dei

contatori a Turbina

A Singolo bruciatore atmosferico

0% - 30% ÷ 100% - 0% Possibile utilizzo su specifiche indicazioni del

costruttore sull’idoneità del contatore

B Singolo bruciatore a premiscelazione 0% – 20% ÷ 100% ÷ 20% - 0% Possibile utilizzo su specifiche indicazioni del

costruttore sull’idoneità del contatore

C Singolo bruciatore monostadio

0% – 100% - 0% Possibile utilizzo su specifiche indicazioni del

costruttore sull’idoneità del contatore

D Singolo bruciatore bistadio 0% – 50% - 100% - 50% - 0% Possibile utilizzo su specifiche indicazioni del

costruttore sull’idoneità del contatore

E Singolo bruciatore bistadio progressivo

0% – 25% ÷ 100% ÷ 25% - 0%

Utilizzabile

In caso di impiego su installazioni

caratterizzate da frequenti variazioni di

portate attenersi alle indicazioni del

costruttore sull’idoneità del contatore

F Singolo bruciatore modulante

0% – 25% ÷ 100% ÷ 25% - 0%

Utilizzabile

In caso di impiego su installazioni

caratterizzate da frequenti variazioni di

portate attenersi alle indicazioni del

costruttore sull’idoneità del contatore

G

Gruppi termici con più bruciatori

(indipendentemente dalla tipologia sopra esposta)

Funzionamento pressoché

continuativo (senza spegnimento

totale degli impianti di utilizzo), per il fattore di contemporaneità in

questo caso il fenomeno delle

portate interrotte o pulsanti viene notevolmente minimizzato

(indicativo 20 ÷100%)

Utilizzabile senza prescrizioni

H Motore a combustione interna a gas Funzionamento continuativo

(0 - 100%) Utilizzabile senza prescrizioni

I Turbina a gas Funzionamento continuativo

(0 - 100%) Utilizzabile senza prescrizioni

J Compressori gas volumetrici e

Turbocompressori gas

Funzionamento continuativo o

discontinuo (0 -100%-0)

Possibile utilizzo su specifiche indicazioni del

costruttore sull’idoneità del contatore in

quanto il compressore è soggetto a generare

pulsazioni di pressione e da frequenti

interruzioni di portate

Nota: Nello schema tipo il simbolo “-“ è da intendersi come possibile gradino di passaggio repentino da un

valore all’altro; mentre il simbolo “÷” è da intendersi come passaggio graduale da un valore all’altro.

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Legenda:

A) Per bruciatore atmosferico si intende un componente dell’impianto di combustione con accensione

della fiamma che può avvenire in modo progressivo e relativo spegnimento totale.

Condizioni operative: 0% - 30% 100% - 0%

B) Per bruciatore a premiscelazione si intende un componente dell’impianto di combustione ad aria

soffiata con sistema di miscelazione proporzionale del gas e dell’aria comburente, in grado di

mantenere in ogni condizione (con modulazione nel campo di circa il 20% ÷100% della potenzialità

termica dell’ apparecchio di utilizzazione) il giusto rapporto aria/gas e minimizzare le emissioni

inquinanti.

Condizioni operative: 0% – 20% 100% 20% - 0%

C) Per bruciatore monostadio si intende un componente dell’impianto termico con funzionamento

on/off.

Condizioni operative: 0% – 100% - 0%

D) Per bruciatore bistadio si intende un componente dell’impianto termico con funzionamento a

potenza ridotta (indicativamente 50% della potenzialità termica dell’apparecchio di utilizzazione), o

alla massima potenza termica. Da questa posizione, mediante un sistema automatico di regolazione,

il bruciatore può tornare a funzionare con potenza ridotta e successivamente spegnersi.

Condizioni operative: 0% – 50% - 100% - 50% - 0%

E) Per bruciatore bistadio progressivo si intende un componente dell’impianto termico con

funzionamento a potenza ridotta (indicativamente 20-30% della potenzialità termica

dell’apparecchio di utilizzazione), o a potenza termica massima con passaggio progressivo

modulante. Da questa posizione mediante un sistema automatico di regolazione può tornare in

modo progressivo modulante in posizione ridotta e successivamente spegnersi.

Condizioni operative: 0% – 25% 100% 25% - 0%

F) Per bruciatore modulante si intende un componente dell’impianto termico con funzionamento a

potenza ridotta (indicativamente 20-30% della potenzialità termica dell’apparecchio di

utilizzazione), o a potenza termica massima richiesta in modo progressivo modulante mediante un

sistema automatico di regolazione. Da questi portato alla posizione ridotta e successivamente

spento.

Condizioni operative: 0% – 25% 100% 25% - 0%

G) Per gruppi termici con più bruciatori si intende un sistema composto da 2 o più apparecchi rientranti

tra le tipologie di cui ai punti A), B), C), D), E), F.

Condizioni operative: funzionamento pressoché continuativo solitamente senza spegnimento

completo degli impianti di utilizzo (indicativo 20 ÷100%)

H) Per motore a combustione interna si intende un sistema di cogenerazione. Si tratta di motori simili

a quelli utilizzati nelle automobili in cui l’energia meccanica dell’albero motore alimenta un

generatore che produce energia elettrica e inoltre dotato di un sistema di recupero del calore

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utilizzato sotto forma di acqua calda o di vapore, a seconda delle necessità. Il tipo di funzionamento

una volta acceso l’impianto è di tipo pressoché continuativo, oltre un valore minimo pari a circa il

25%.

Condizioni operative: 0% – 25% 100% 25% – 0%

I) Per turbina a gas (detta anche turboespansore o turbogas), si intende un motore a combustione

interna, costituito da un compressore calettato sullo stesso albero di una turbina e da una camera di

combustione situata tra questi due componenti. L’energia meccanica dell’albero alimenta un

generatore che produce energia elettrica. Il tipo di funzionamento una volta acceso l’impianto è di

tipo pressoché continuativo, oltre un valore minimo pari a circa il 30%.

Condizioni operative: 0% – 30% 100% 30% – 0%

J) Per compressore gas si intende un modulo di compressione ad alta pressione (circa 250 bar)

tipicamente per stazioni di rifornimento gas metano (e GPL). Il tipo di funzionamento è costituito

da un elevato numero di avviamenti di motore/compressore e da pulsazioni di pressione.

Condizioni operative: 0% –100%-0%

Per il calcolo della portata massima teorica si deve utilizzare la seguente formula convenzionale:

dove:

Qmaxt è la portata massima teorica in m3/h;

Qero è la portata erogata in m3/h ora alle condizioni standard, ovvero in m

3/h a 15°C e 1,01325 bar

assoluti;

1,05 è il coefficiente di maggiorazione;

P è la pressione relativa di misura, in bar;

Pb è la pressione barometrica.

La portata minima Qmin è riportata sullo strumento, in alcune tipologie di strumento ricondotta alle

condizioni termodinamiche di riferimento. Per definire la portata minima (Qmin) in m3/h alle

condizioni di esercizio si procede come segue:

Contatori volumetrici a pareti deformabili

( )

Contatori volumetrici a rotoidi

( )

( )

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Contatori massici termici

( )

Contatori massici ad effetto coriolis

( )

( )

Contatori a turbina

( )

√( )

Contatori ad ultrasuoni – UNI ENV 14236 (≤ 10m3/h)

( )

Contatori ad ultrasuoni – Impiego industriale

( )

( )

dove:

Qmin(p) è la portata minima in m3/h alla pressione di esercizio "p";

Qmin è la portata minima indicata sulla targa del contatore (metrologicamente

approvata);

1,32 = √

dove d è la densità relativa (0,57392);

P è la pressione di misura espressa in bar;

Pb è la pressione barometrica.

Potenzialità massima richiesta fino a 1552 kW

Con pressioni di fornitura ≤0,04 bar (BP) si devono impiegare preferibilmente contatori a

membrana ed in subordine contatori a pistoni rotanti, secondo gli schemi costruttivi indicati in

N.T.A.

Con pressioni di fornitura ≤0,5 bar (MPA) si devono impiegare preferibilmente contatori a pistoni

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rotanti ed in subordine contatori a membrana, secondo gli schemi costruttivi indicati in N.T.A.

Con pressioni di fornitura >0,5 bar (MPB) si devono impiegare preferibilmente contatori a pistoni

rotanti e, nei casi ammessi dal prospetto n. 2, contatori a turbina, secondo gli schemi costruttivi

indicati in N.T.A.

Potenzialità massima richiesta oltre 1552 kW

Per i casi in cui vengano impiegate le tipologie di apparecchi termici “G – H - I” riportate nel

prospetto n. 2, si possono installare contatori a turbina (senza limitazioni) ed a pistoni rotanti (a

meno di utenze NON INTERROMPIBILI).

In tutti gli altri casi riportati nel prospetto n. 2 collocare contatori a pistoni rotanti ed in sub ordine

contatori a turbina purché le installazioni non siano caratterizzate da frequenti variazioni di portate

e pressione e l’idoneità all’impiego sia prevista dal costruttore

Potenzialità massima richiesta oltre 9698 kW

Per queste potenzialità le tipologie di apparecchi termici sono tali da non presentare variazioni

repentine di portata e pressione, con funzionamento pressoché continuativo (es.: tipologie H – I). In

tali condizioni è prevista l’installazione di contatori a turbina, in quanto non esistono alternative

consolidate da un punto di vista tecnico.

13.1. DISPOSIZIONI PER CONSUNTIVAZIONE DELL’INSTALLAZIONE DI

CONTATORI A TURBINA

13.2. CAMPO DI APPLICAZIONE

Le presenti disposizioni si applicano:

ai nuovi impianti, che richiedono l’installazione di un contatore a turbina;

agli impianti già esistenti dotati di contatore a turbina per i quali viene richiesta l’attivazione del

servizio o eseguita la sostituzione del contatore a turbina con uno della medesima tipologia;

agli impianti in esercizio che hanno un contatore a turbina di qualsiasi classe.

In Allegato 1 sono descritti i criteri di istallazione dei contatori, in relazione alla tipologia di

utilizzo, alla pressione di fornitura ed alla potenzialità massima richiesta

13.3. MODALITÀ OPERATIVE

Nuovi impianti

In sede di sopralluogo per la preventivazione dei lavori per la realizzazione di un nuovo impianto, il

tecnico incaricato dell’Unità Operativa, qualora la potenzialità richiesta comporti l’istallazione di un

contatore maggiore di G1002, consegna al Cliente finale, oltre alla documentazione prevista

2 Per potenzialità per cui è possibile istallare un contatore di calibro fino a G100 si deve collocare un contatore di

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dall’istruzione sulla preventivazione, anche la “Scheda di rilevazione dati impianto utilizzatore3”

unitamente all’informativa . La stessa debitamente compilata e firmata, deve essere restituita dal

Cliente finale all’Unità Operativa tramite fax, e-mail o lettera. Il preventivo dovrà quindi essere

tenuto in evidenza, sollecitando al Cliente finale – se necessario - la consegna della scheda.

Ricevuta la “Scheda” compilata, l’Unità Operativa:

verifica i contenuti e definisce la tipologia di contatore da istallare applicando i criteri descritti

in allegato 1;

valorizza ed invia il preventivo;

archivia la “Scheda”, per eventuali controlli e/o comunicazioni successivi allegandola in

formato PDF all’OdS di preventivazione in SAP/R3.

Impianti già esistenti dotati di contatore a turbina per i quali viene richiesta l’attivazione del

servizio o eseguita la sostituzione del contatore

In sede di esecuzione dell’attività finalizzata all’attivazione o alla sostituzione di un contatore a

turbina con uno della medesima tipologia, l’addetto incaricato dell’Unità Operativa consegna al

Cliente finale, oltre alla documentazione prevista dall’istruzione I55, anche la “Scheda” e

l’informativa per le attivazioni o l’informativa per le sostituzioni. La stessa debitamente compilata e

firmata, deve essere restituita dal Cliente finale all’Unità Operativa tramite fax, e-mail o lettera.

Ricevuta la “Scheda” compilata, l’Unità Operativa procede come per il punto successivo (Impianti

in esercizio).

Impianti in esercizio con contatore a turbina

Se le informazioni presenti nei sistemi informativi riportano l’utilizzo “riscaldamento”,

“produzione di acqua calda sanitaria” oppure combinato (“riscaldamento e produzione di acqua

calda sanitaria”), l’Unità MISURA invia al Cliente finale la “Scheda” insieme con la lettera,

tramite Raccomandata AR.

Per i Punti di Riconsegna con contatore a turbina e tipologie di utilizzo diverse a quelle di cui al

paragrafo precedente, l’Unità MISURA invia al Cliente finale la “Scheda”, insieme con la lettera,

tramite Raccomandata AR.

Ricevuta la “Scheda” compilata, l’Unità Operativa:

analizza la scheda per valutare la coerenza con quanto in essa contenuta e le informazioni

registrate nei sistemi informativi in relazione a:

potenzialità complessiva installata;

utilizzo del gas.

tipologia a membrana (vedi allegato 1)

3 Di seguito “Scheda”

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quando necessario, integra la stessa ”Scheda” nel campo “note del distributore” con

l’informazione circa l’eventuale presenza di un gruppo di riduzione a monte o a valle del gruppo

di misura, che – se presente – svolge anche la funzione di “stabilizzatore di pressione”4:

per i casi in cui rileva delle discordanze tra le informazioni dichiarate dal Cliente finale e le

registrazioni nei sistemi informativi e che quindi richiedono attività di aggiornamento, segnala

le necessità all’unita Commerciale ASERE mediante l’invio di e-mail a

[email protected] e ne conserva una copia informatizzata sul PdR.

archivia la “Scheda”, per eventuali controlli e/o comunicazioni successive inserendone una

copia informatizzata allegata al PdR in SAP/R3.

4 La presenza di uno stabilizzatore di pressione è tra le informazioni richieste dalla Delibera VIS 138/10

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SOSTITUZIONE DEI CONTATORI A

MEMBRANA E SIGILLATURA GRUPPI DI

MISURA

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14. SOSTITUZIONE DEI CONTATORI

A MEMBRANA E SIGILLATURA

GRUPPI DI MISURA

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SOSTITUZIONE DEI CONTATORI A

MEMBRANA E SIGILLATURA GRUPPI DI

MISURA

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14. SOSTITUZIONE DEI CONTATORI A MEMBRANA E SIGILLATURA GRUPPI DI

MISURA

In occasione di attivazioni e/o lavori di spostamento impianto, già programmati presso il punto di

riconsegna, deve essere prevista la sostituzione sistematica dei contatori a membrana (calibro G4-G6),

con età di fabbricazione superiore ai 20 anni o comunque indicata dalla Committente.

La sostituzione, nel caso di contatori a membrana aventi interasse 250mm, può avvenire con adattatore

mensola unificata 110/250 (Tab. M. 2409025)

14.1. SIGILLATURA MENSOLE E GRUPPI MISURA

Lo scopo di questo paragrafo è di regolamentare le attività operative circa la sigillatura, presso un

punto di riconsegna (PdR), del Gruppo Misura incluso l’eventuale contatore gas.

14.1.1. MODALITA’ OPERATIVE DI SIGILLATURA

L'attività di sigillatura del gruppo misura/contatore è prevista ogni qualvolta sia effettuato un

intervento tecnico da parte del personale aziendale sul punto di riconsegna del gas (es. colloca e/o

attivazione contatore, chiusura contatore, sostituzione contatore, etc.).

Le operazioni previste per l’applicazione del sigillo prevedono:

il passaggio del filo metallico attraverso le scanalature/asole previste ad esempio sui girelli, sul

corpo della mensola, e sul contatore. Particolare attenzione dovrà essere posta affinché il filo di

acciaio, al termine delle operazioni, risulti ben tes;

l’inserimento e bloccaggio del sigillo con apposita pinza punzonatrice affidata nominativamente

al singolo addetto. Le modalità di utilizzo della pinza punzonatrice sono riportate nel manuale

d’uso e manutenzione a corredo.

Occorre sempre verificare che l’impronta della pinza sia stata riprodotta in maniera chiara e completa

(6 caratteri) sul sigillo.

14.1.1.1. Sigillatura mensole

Nel caso di punto gas costruito, in gas o non in gas, la sigillatura della mensola dovrà avvenire

seguendo i percorsi indicati nelle Figure 1 e 2 (percorso 1-2-3-2-1) ed intrecciando su se stesso il

cordino di acciaio.

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SOSTITUZIONE DEI CONTATORI A

MEMBRANA E SIGILLATURA GRUPPI DI

MISURA

Sez. 14

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3

1 2

Sigillo di

sicurezza

Figura 1 – sigillatura PdR (in gas)

3

1 2

Sigillo di

sicurezza

Tappo di tenuta

Figura 2 – sigillatura PdR (non in gas)

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SOSTITUZIONE DEI CONTATORI A

MEMBRANA E SIGILLATURA GRUPPI DI

MISURA

Sez. 14

Pag. 4/ 7

2

1

Fori di passaggio

filo per metallico

Particolare "A"

Sigillo di

sicurezza

Vedere

particolare "A"

Disco cieco

1

2

Figura 3 – Sigillatura PdR a seguito rimozione contatore a membrana (attacchi flangiati)

14.1.1.2. Sigillatura contatori non flangiati

Nel caso di attivazione/cessazione/interruzione fornitura o di sostituzione contatori (non flangiati) la

sigillatura della gruppo misura dovrà avvenire seguendo il percorso indicato nelle figure 4, 5 e 6

(percorso 1-2-3-4-3-2-1) avendo cura di intrecciare su se stesso il cordino di acciaio.

2

1

43

Sigillo di

sicurezza

Figura 4 – Sigillatura Gruppo Misura con mensola unificata e contatore provvisto di asola

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SOSTITUZIONE DEI CONTATORI A

MEMBRANA E SIGILLATURA GRUPPI DI

MISURA

Sez. 14

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2

1

3

Sigillo di

sicurezza

Figura 5 – Sigillatura Gruppo Misura con mensola unificata e contatore sprovvisto di asola

2

1

43

Sigillo di

sicurezza

Figura 6 – Sigillatura Gruppo Misura con adattatore e contatore provvisto di asola

14.1.1.3. Sigillatura misuratori con accoppiamento flangiato

Nel caso di attivazione/cessazione/interruzione fornitura o di sostituzione contatori flangiati la

sigillatura della gruppo misura dovrà avvenire seguendo le indicazioni riportate nelle figura 6, 7 e 8

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SOSTITUZIONE DEI CONTATORI A

MEMBRANA E SIGILLATURA GRUPPI DI

MISURA

Sez. 14

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avendo cura di intrecciare su se stesso il cordino di acciaio in corrispondenza dei due bulloni

evidenziati.

Per i contatori a turbina o pistoni rotanti i bulloni di sigillo dovranno essere non in asse tra loro,

onde evitare la rotazione del gruppo di misura.

Fori di passaggio

filo per metallico

Particolare "A"

Sigillo di

sicurezza

1

2

1

2 3

Vedere

particolare "A"

Figura 6 – Sigillatura contatori a membrana con accoppiamenti flangiati

2

1

Fori di passaggio

filo per metallico

Particolare "A"

Sigillo di

sicurezza

2

1 Vedere particolare "A"

Vedere particolare "A"

Figura 7 - Sigillatura misuratori a Pistoni Rotanti

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SOSTITUZIONE DEI CONTATORI A

MEMBRANA E SIGILLATURA GRUPPI DI

MISURA

Sez. 14

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2

1

Fori di passaggio

filo per metallico

Particolare "A"

Sigillo di

sicurezza

2

1 Vedere particolare "A"

Vedere particolare "A"

Figura 8 - Sigillatura misuratori a Turbina

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RIVESTIMENTI Sez. 15

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15. RIVESTIMENTI

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RIVESTIMENTI Sez. 15

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15. RIVESTIMENTI APPLICATI IN OPERA

Questo rivestimento può essere applicato a macchina o a mano su tubazioni d’acciaio interrate e/o

parti metalliche esistenti di reti di PE.

Di norma questo rivestimento é costituito nel modo seguente:

primer, solitamente di colore nero costituito da gomma e resine che aumentano l’adesione tra i

materiali. Ha la funzione di assicurare un adeguato ancoraggio del rivestimento al metallo.

nastro per la protezione contro la corrosione, è costituito da un film plastico di supporto,

composto da una mescola adeguata d’omopolimeri o copolimeri dell'etilene e da una massa

adesiva a base di resine ed elastomeri.

nastro di protezione meccanica, costituito da un supporto di polietilene, composto da una

mescola adeguata d’omopolimeri o copolimeri dell'etilene e da una massa adesiva a base di

resine ed elastomeri, identici a quella del nastro di protezione contro la corrosione.

mastice: è utilizzato per modellare le parti più irregolari in modo da consentire l’applicazione dei

nastri a regola d’arte.

La superficie su cui applicare il rivestimento deve sempre essere sottoposta a spazzolatura per

eliminare l'ossido superficiale, la sporcizia e/o le porzioni di vernici che tendano eventualmente a

staccarsi.

Il primer, prima dell’applicazione, deve essere travasato in recipienti più piccoli forniti di coperchio

in quanto un'evaporazione, anche parziale, del solvente potrebbe renderlo inutilizzabile.

I nastri sono normalmente applicati ad elica, sovrapponendo i bordi delle spire del 50%, senza

provocare formazioni di pieghe, vuoti o bolle (in corrispondenza delle quali non vi è aderenza).

15.1. RILIEVO DEI DIFETTI DEL RIVESTIMENTO

Prima della posa deve essere eseguito il controllo dell'integrità e dell'aderenza del rivestimento su

tutta la superficie della condotta, che deve essere pulita e asciutta.

I difetti eventualmente messi in luce, devono essere subito riparati. Nel caso di rivestimenti eseguiti

in cantiere, il controllo e le riparazioni sono effettuate immediatamente prima che il tubo sia posato

nello scavo.

La prova d’integrità deve essere eseguita con appositi apparecchi (scintilloscopio) con una tensione

di 10 12 kV; può essere eseguita su barre di tubo isolate da terra (cioè poste su sostegni di legno

asciutti o di materiali isolante) o su tubazioni non isolate (ad esempio appoggiate a terra o collegate

a tratti di condotta posati).

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Nel primo caso un morsetto dell'apparecchio deve essere collegato con il metallo del tubo, mentre

l'altro è collegato alla spazzola o all'anello.

Nel secondo caso un morsetto deve essere collegato ad un pezzo di ferro fatto strisciare sul terreno,

mentre l'altro morsetto è collegato alla spazzola.

15.2. PULIZIA DELLE TUBAZIONI

Le superfici metalliche devono essere esaminate per accertare:

- la presenza di asperità, quali spruzzi di saldatura o simili, che devono essere eliminate con gli

opportuni attrezzi;

- l'assenza d’inquinamento da parte di oli e grassi, che devono essere asportate mediante lavaggio

con solventi adatti o con detersivi.

Per l'asportazione dei rivestimenti di polietilene si deve per prima cosa riscaldare il tratto interessato

con una torcia a G.P.L. con fiamma “ morbida” fino ad una temperatura di circa 60 ÷ 70 °C;

successivamente si deve effettuare l'incisione del rivestimento mediante coltello. Non è ammesso

l'uso d’attrezzi (seghetti, tagliatubi, ecc.) che potrebbero incidere la superficie del tubo

danneggiandola.

Per l'asportazione di rivestimento a base di bitume o di pitture in fase di distacco si deve ricorrere

all'impiego d’attrezzi manuali, quali raschietti, picchetti o martelli.

15.3. PREPARAZIONE DELLE ZONE DI SOVRAPPOSIZIONE FRA RIVESTIMENTI

DIVERSI.

Due rivestimenti si differenziano sia quando sono costituiti da materiali diversi, sia quando, pur

essendo costituiti da materiali simili o uguali, sono applicati in modi e tempi diversi.

Due rivestimenti possono essere sovrapposti solo quando sono compatibili tra loro.

Le estremità di un rivestimento esistente sul tubo, quando hanno spessore uguale o superiore a 2

mm, devono essere smussate con spazzola metallica meccanica, con un angolo di ca.15° rispetto

l'asse del tubo.

Il nuovo rivestimento, completo dello strato d’aderenza (primer), deve essere applicato, oltre che

sulle superfici nude, anche sul tratto smussato. Il rivestimento deve essere direttamente sovrapposto

per un tratto di 10 ÷ 15 cm alla protezione esistente, previa pulizia della superficie suddetta.

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RIVESTIMENTI Sez. 15

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15.4. ASPORTAZIONE DEL RIVESTIMENTO ESISTENTE

Quando necessario, il rivestimento deve essere asportato come segue:

- riscaldamento del tratto interessato, con torcia a G.P.L. con fiamma "morbida", fino ad una

temperatura di 60÷70°C;

- incisione, taglio e rimozione del rivestimento mediante coltello. Non è ammesso l'uso d’attrezzi

(seghetti, mole, tagliatubi) che potrebbero incidere la superficie del tubo. Nel caso d’installazione di

un Ti di presa è sufficiente asportare un tassello il cui lato sia pari al diametro esterno del Ti più

un'eccedenza di circa 10 cm per parte;

- ripristino dello smusso con un angolo di ca. 15° rispetto all'asse del tubo. Tale operazione, da

eseguire con spazzola metallica meccanica, può essere contemporanea della pulizia del tubo.

15..5. RIVESTIMENTO DI UN TI DI PRESA IN B.P

15.5.1. Applicazione del mastice

()

()()

In figura sono indicati i punti dove occorre applicare il mastice (*) (che deve essere spalmato a mano per assicurare una

buona adesione ed un corretto riempimento dei vuoti )

15.5.2. Applicazione del nastro isolante

E' l'operazione più delicata in quanto la conformazione del Ti di presa ne rende difficoltosa l'esecuzione. Iniziare applicando

segmenti di nastro come indicato in figura.

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- Proseguire la fasciatura della derivazione, avendo cura di sovrapporre il rivestimento esistente di 10 cm.

Mantenere per tutto il tratto, una sovrapposizione del 50%.

- Senza interrompere la continuità del nastro, fasciare la parte centrale del Ti verso il tappo, facendo in modo che

la fasciatura avvenga in modo uniforme, senza grinze e bolle d'aria.

- Incrociare il nastro intorno alla tubazione principale e terminare la fasciatura del Ti verificando di non lasciare

zone scoperte.

- Proseguire la fasciatura del tubo principale fino a sovrapporre il rivestimento esistente per almeno 10 cm.

Curare molto l'applicazione, sfruttando l'elasticità del nastro, per garantire una buon’adesione a favore di un

corretto isolamento.

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SALDATURA POLIETILENE Sez.16

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16. SALDATURA POLIETILENE

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SALDATURA POLIETILENE Sez.16

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16. GIUNZIONI

Devono essere realizzate mediante saldatura per fusione del materiale: - con esecuzione testa/testa, per De ≥ 90; - con raccordi di PE elettrosaldabili per De ≤ 63. E' ammesso l’impiego di raccordi elettrosaldabili per De maggiore o uguale al 90 unicamente nei casi di: a) giunzioni per interventi di manutenzione su tubazioni esistenti.

b) utilizzo di tubi in rotoli (solo per De ≤ 90) c) giunzioni di tubi o elementi di spessore diverso. I collegamenti a condotte di materiali diversi devono essere realizzati mediante raccordo di transizione.

Durante la costruzione di una rete di polietilene, nei casi in cui è possibile sfruttare la

flessibilità/scorrimento del tubo (non ancora interrato), la ripartenza deve essere effettuata sempre mediante saldatura di testa, posizionando la saldatrice al di fuori dello scavo su idonee piastre d’acciaio. Se non fosse possibile lasciare scoperto lo scavo (obbligo di rinterro da parte dell’Ente concedente o Gestore della rete viaria) la ripartenza deve essere realizzata utilizzando un manicotto elettrosaldabile.

16.1. PREPARAZIONE DELLE ESTREMITÀ 16.1.1 Saldatura di testa

Deve essere eseguita tra elementi aventi De e spessori uguali e deve essere realizzata la perfetta coassialità dei tubi curando che le superfici di saldatura siano tra loro parallele. Queste ultime devono essere fresate, con la fresa di bordo della macchina, immediatamente prima di effettuare la saldatura, avendo cura di asportare completamente gli strati ossidati; prima della fresatura le superfici dei tubi da collegare devono essere sempre e accuratamente pulite con liquido detergente. Eventuali ovalizzazioni

1 delle estremità maggiori dell’1,5% devono essere eliminate

utilizzando le ganasce della macchina saldatrice. 16.1.2. Per saldatura con raccordo elettrosaldabile

Le parti frontali dei tubi da unire devono essere piane e ortogonali al proprio asse. Le superfici da collegare devono essere lavorate in prossimità della zona di saldatura per mezzo d’apposito attrezzo raschiatore meccanico, approvato dalla Committente, al fine di asportare le ossidazioni esistenti sul tubo. Per tali operazioni è vietato l’impiego del raschietto manuale, di carta vetrata o di tela smeriglio. L'impiego del raschietto manuale è ammesso unicamente per raschiatura di giunzioni di Ti presa e sulla derivazione delle stesse. I raccordi elettrosaldabili devono essere liberati dall’involucro protettivo solo al momento del loro utilizzo. L'interno del raccordo elettrosaldabile e le superfici dei tubi da collegare devono essere accuratamente pulite con liquido detergente (ad esempio alcool isopropilico). Eventuali ovalizzazioni dell’estremità del tubo maggiori dell’1,5% devono essere eliminate mediante l'utilizzazione d’apposito attrezzo a collare.

1 Ovalizzazione = 100minmax

De

DeDe; Demax e Demin sono da misurarsi sull’estremità da saldare.

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SALDATURA POLIETILENE Sez.16

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16.1.3. Allineamento e accoppiamento tubi

Nel caso di saldatura di testa, la coassialità dei tubi è garantita dalle ganasce della macchina saldatrice mentre nel caso di saldatura con raccordi elettrosaldabili devono essere utilizzati attrezzi allineatori a doppio bloccaggio per ogni estremità da saldare. Eventuali tagli devono essere eseguiti a freddo mediante tagliatubi; dopo il taglio occorre verificare che le superfici delle testate da saldare siano tra loro parallele ed ortogonali all'asse (nel caso di saldature di testa ciò è garantito dalla fresatura).

16.2. SALDATURA

L'operazione di saldatura deve essere effettuata rispettando i parametri indicati nelle norme di riferimento. Per la saldatura di tubi e/o raccordi di polietilene tipo PE 100 per il trasporto di gas combustibile fare riferimento alla norma UNI 10967. Durante l'esecuzione della saldatura e per tutto il tempo di raffreddamento della stessa - minimo 15 minuti (vedi norme UNI 10520 e UNI 10521)- la zona interessata deve essere protetta dagli agenti atmosferici (pioggia, neve, vento, ecc.). Durante le operazioni di saldatura la temperatura, misurata sulla condotta, deve essere compresa tra 0C e + 40C. Si devono evitare bruschi raffreddamenti delle saldature e qualsiasi tensione meccanica sulle giunzioni durante il periodo di raffreddamento. A tale scopo i morsetti posizionatori o le ganasce di accoppiamento devono essere mantenute in posizione fino all'avvenuto raffreddamento. Tutte le saldature devono essere contrassegnate con scritte indelebili che permettono di accertare l’identificazione del saldatore, la data e l'ora di esecuzione della saldatura. Per quanto riguarda la saldatura del Ti di presa con dispositivo di intercettazione automatico incorporato (GAS-STOP), occorre prestare particolare attenzione nella fase di raschiatura a non fare entrare i trucioli al suo interno per non comprometterne il buon funzionamento.

16.2.1. Prove e controlli delle saldature

Si deve assicurare la correttezza delle varie operazioni di preparazione e di saldatura attraverso: - l’impiego di personale in possesso di idonea qualifica per saldatori di polietilene UNI

9737; - l'utilizzo di attrezzi previsti e delle macchine saldatrici idonee tra quelle ammesse

all’impiego; Le saldatrici devono essere sottoposte alla revisione completa almeno ogni due anni come prescritto dalle norme UNI 10565 e 10566. Nel caso di prelievo per controlli, oltre a quanto detto al punto precedente si deve indicare anche il luogo di provenienza e il numero progressivo di prelievo. Controlli distruttivi Devono essere prelevati 2 campioni di saldatura ogni 1.000 m di tubazione posata (di cui almeno il 50% eseguite con raccordi elettrosaldabili, ove esistenti), da sottoporre a prove distruttive. Per le singole tratte inferiori a 1.000 m si dovranno sommare le lunghezze delle medesime, assicurando i 2 controlli relativamente alla lunghezza totale, anche nel caso in cui questa fosse ancora inferiore a 1.000 m.

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SALDATURA POLIETILENE Sez.16

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Nel caso di tubazione in rotoli, il numero dei campioni sarà ridotto a n.1 ogni 1.000 m, o frazione, calcolata con il criterio sopra stabilito. Controlli non distruttivi In alternativa potranno essere effettuati controlli non distruttivi con metodologie approvate da istituti riconosciuti, garantendo in ogni modo un numero di controlli distruttivi pari ad almeno il 50% delle quantità sopra riportate

16.2.2. QUALIFICHE DEI SALDATORI

Le operazioni di saldatura devono essere effettuate unicamente da personale qualificato in conformità alle norme UNI 9737, UNI 10520 e UNI 10521. La qualifica dei saldatori viene effettuata presso i Centri di addestramento riconosciuti.

Sono riconosciute le qualifiche rilasciate dai seguenti organismi:

- Istituto Italiano della Saldatura (I.I.S.)

- ISPESL

- Registro Navale Italiano (RINA)

Possono, inoltre, essere prese in considerazione le qualifiche rilasciate da altre società o Enti

purché le prove di qualifica per il loro rilascio siano analoghe a quella prevista dalla succitata

norma.

La qualificazione rimane valida per un periodo di due anni purché siano soddisfatte tutte le

seguenti condizioni:

- il saldatore deve operare con continuità nell'ambito della classe di qualificazione

conseguita;

- non è ammesso un periodo d’interruzione maggiore di sei mesi

- non devono esistere specifiche ragioni per le quali la conoscenza e l'abilità del saldatore

siano messe in discussione;

- annualmente il datore di lavoro deve stabilire che la qualità del lavoro del saldatore è in

accordo con le condizioni tecniche sotto le quali il certificato di qualificazione è stato

ottenuto.

Il prolungamento è consentito solamente se, prima della scadenza, è formalizzata la richiesta

all'organismo di certificazione.

Il prolungamento è permesso solamente quando è data evidenza documentale all'organismo di

certificazione di quanto richiesto ai punti a), b) e c). In questo caso la qualificazione iniziale è

estesa per altri due anni.

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SALDATURA ACCIAIO Sez. 17

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17. SALDATURA ACCIAIO

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SALDATURA ACCIAIO Sez. 17

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17. ESECUZIONE DEI COLLEGAMENTI SALDATI SU TUBAZIONI ACCIAIO

17.1. PULIZIA E PREPARAZIONE DELLE SUPERFICI

Le superfici da saldare devono essere pulite internamente ed esternamente, per una

lunghezza di circa 10 cm dalle estremità, con spazzole metalliche, smerigliatrice, lima e

solventi per eliminare ruggine, scorie, bave, catrame, sostanze grasse ed altre impurità.

17.2. CONTROLLO E PREPARAZIONE DEI LEMBI

Prima della saldatura deve essere eseguita l’ispezione visiva per accertare la corretta

pulizia e l’assenza di difetti.

Ammaccature, fessurazioni, difetti di laminazione, incisioni o altri piccoli danni in

prossimità dei lembi, se non possono essere eliminati mediante molatura, devono essere

eliminati asportando il tratto di tubo contenente i difetti.

Il taglio può essere effettuato con tagliatubi o con apposito cannello da ossitaglio; per tutte

le operazioni di taglio si deve eseguire una successiva molatura per la rettifica dei lembi.

I lembi delle tubazioni devono essere preparati, in funzione del diametro e dello spessore,

nel modo seguente:

retti, per spessore inferiore o uguale a 3,2 mm

smusso a V, per spessore superiore a 3,2 mm con angolazione di 30° o 35° con la spalla

di spessore da 1,5 a 2 mm;

smusso a 1/2 V, per innesto a T con angolazione di 50 ° con spalla di spessore 1 mm.

17.3. DISTANZA O LUCE FRA I LEMBI

Per la saldatura di testa, la distanza fra i lembi deve essere da 2 a 3 mm, a discrezione del

saldatore, in funzione dello spessore dei materiali da saldare.

17.4. DISTANZA O LUCE FRA LEMBO E PARETE DEL TUBO

Per la saldatura ad angolo (innesto a T) la distanza fra lembo e parete del tubo deve essere

di 2 mm

17.5. PREPARAZIONE DELLA RASTREMATURA

In caso di testate di tubi o pezzi speciali con diametri interni diversi fra loro, deve essere

eseguita un’operazione di rastremazione, asportando dall’interno della circonferenza la

parte di materiale eccessiva in modo che la differenza interna fra lo spessore dei due lembi

non superi 1,6 mm su tutta la circonferenza, l’angolo di rastrematura dovrà essere di 18°.

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SALDATURA ACCIAIO Sez. 17

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Le operazioni devono essere eseguite con ossitaglio e smerigliatrice (o sola smerigliatrice).

17.6. PRERISCALDO

Nel caso di acciai ordinari, se la temperatura esterna è compresa tra +5°C e –0° C occorre

“preriscaldare” i lembi a 50°C. Il preriscaldo deve interessare, su ciascuna testata rispetto al

punto di giunzione, una striscia larga 8 cm e deve essere eseguito con cannello da

preriscaldo a GPL.

Il preriscaldo dei lembi a temperatura di circa 100°120° C deve essere eseguito, nei

seguenti casi:

- per spessori 12 mm, indipendentemente dalla temperatura esterna;

- con temperatura esterna compresa fra +10°C e 0°C nel caso di tubi per Alta Pressione

(UNI EN 10208-2);

- con temperatura esterna inferiore a 0°C e fino a - 10°C, in ogni caso;

- nel caso di saldature di collegamento, di valvole, di pezzi speciali, oppure quando si

eseguono saldature di tubi con spessori molto diversi fra loro (differenza ≥ 3 mm);

- quando tra una passata e l’altra trascorre un intervallo di tempo superiore ai 5 minuti.

Per ogni intervento di riparazione delle saldature, il preriscaldo deve essere eseguito prima

dell’inizio, durante e sino alla fine dell’operazione.

17.7. ACCOPPIAMENTO

L’accoppiamento deve essere eseguito per mezzo d’accoppiatore esterno per DN fino a

600. L’accoppiatore non deve essere rimosso prima di avere eseguito segmenti di saldatura

equidistanti tra loro che coprano almeno il 50% della 1^ passata.

Per tubi con DN inferiore o uguale a 80 mm possono essere impiegati calastrelli saldati alle

estremità, avendo l’accortezza d’asportare con molatura i punti di saldatura durante la

prima passata.

17.8. ESECUZIONE DELLA SALDATURA

La corrente di saldatura deve sempre essere continua. La massa di contatto deve essere

realizzata mediante pinze o morsetti metallici e va applicata sul metallo preventivamente

pulito.

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SALDATURA ACCIAIO Sez. 17

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17.9. PROCEDIMENTI ESECUTIVI Saldatura di testa di tubazioni

De

[mm]

Spessore

[mm]

Tecnica di

Saldatura

Tipo di

Elettrodo (*)

elettrodo

[mm]

1ª 2ª e riemp.

< 60,3 < 3,2

PF C

E 38 0 C 11 2,5 2,5 PC C

> 60,3 ÷ < 114,3

< 3,2 PF C E 38 0 C 11

2,5 2,5

PC C 3,25 3,25

> 3,2 ÷ < 4,8 PF C

E 38 0 C 11 3,25 3,25 PC C

> 114,3 ÷ < 323,9

> 3,2 ÷ < 4,8 PF C

E 38 0 C 11 3,25 3,25 PC C

> 4,8 ÷ < 19

PF C

E 38 0 C 11 3,25 3,25 PF C + PG C

PC C

PF C + PF B**

E 38 0 C 11

E 42 4 B 3 2 H5

3,25

-

-

3,25

>323,9

> 4,8 ÷ < 19

PF C

E 38 0 C 11 3,25 3,25 PF C + PG C

PC C

PF C + PF B**

E 38 0 C 11

E 42 4 B 3 2 H5

3,25

-

-

3,25

Saldatura di testa tra tubo e raccordo

De

[mm]

Spessore

[mm]

Tecnica di

saldatura

Tipo di

elettrodo (*)

Ø elettrodo

[mm]

1ª 2ª e riemp.

< 60,3

< 3,2

PF C

E 38 0 C 11

2,5

2,5 PC C

>60,3 ÷ < 114,3

< 3,2

PF C

E 38 0 C 11

2,5 2,5

PC C 3,25 3,25

> 3,2 ÷ < 4,8

PF C

E 38 0 C 11

3,25

3,25 PC C

>114,3÷ < 323,8

> 3,2 ÷ < 19

PF C + PF B E 38 0 C 11 3,25 -

PC C + PF B E 42 4 B 3 2 H5 - 3,25

> 323,8

> 4,8 ÷ < 19

PF C + PF B E 38 0 C 11 3,25 -

PC C + PF B E 42 4 B 3 2 H5 - 3,25

Note:

(*) Ove sono previsti due diversi tipi di elettrodi, l’utilizzo del tipo cellulosico si intende per la 1a

passata.

(**) Da utilizzare per casi particolari come attraversamenti FS, ponti

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SIMBOLOGIA:

PF asse orizzontale fisso, saldatura con tecnica ascendente;

PG asse orizzontale fisso, saldatura con tecnica discendente;

PC asse verticale fisso;

C elettrodo cellulosico;

B elettrodo basico;

PF C asse orizzontale fisso, saldatura con tecnica ascendente, elettrodo cellulosico;

PC C asse verticale fisso, saldatura con elettrodo cellulosico;

PG C asse orizzontale fisso, saldatura con tecnica discendente ed elettrodo cellulosico;

PF B asse orizzontale fisso, saldatura con tecnica ascendente elettrodo basico;

PF C + PF B saldatura con prima passata con elettrodo cellulosico, tecnica ascendente e

riempimento con elettrodo basico;

PF C + PG C saldatura con prima passata con elettrodo cellulosico, tecnica ascendente e

riempimento con elettrodo cellulosico e tecnica discendente; in nessun punto il

cordone di saldatura deve essere sotto la superficie esterna del tubo, ne deve superare

tale superficie di 1,6 mm; la superficie di saldatura finita deve essere circa 3,2 mm

(1,6 mm per parte) superiore alla larghezza della scanalatura originale.

NUMERO MINIMO DELLE PASSATE DI SALDATURA

Sono stabilite in funzione del diametro, dello spessore e della tecnica di saldatura.

Tubazione acciaio Numero delle passate di saldatura

De mm

s mm

PFC PF C + PG C PF C + PF B PC C

48,3 2,9 2 --- 2 2

60,3 2,9 2 --- 2 2

88,9 3,2 2 --- 2 2

114,3 3,2 2 --- 2 2

168,3 4,0 2 2 2 3

219,1 5 3 3 2 4

273,- 5,6 3 3 3 4

323,9 5,6 3 3 3 4

355,6 6,3 3 3 3 3

406,4 6,3 4 4 3 4

508 6,3 4 3 3 3

610 6,3 4 3 3 4

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SALDATURA ACCIAIO Sez. 17

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- PER I PEZZI SPECIALI (VALVOLE, GIUNTI DIELETTRICI, TI, RIDUZIONI, FLANGE E CURVE):

la prima passata va eseguita con elettrodo cellulosico e con tecnica ascendente (PFC+ PFB), mentre

le passate di riempimento devono essere eseguite con elettrodi basici; i pezzi speciali inferiori o

uguali al DN 80 devono essere saldati con elettrodo cellulosico e tecnica ascendente (PFC).

- PER GLI INNESTI A ”T” ESEGUITI SIA IN POSIZIONE VERTICALE CHE ORIZZONTALE RISPETTO

ALLA CONDOTTA:

si deve eseguire la prima passata di saldatura con elettrodi cellulosici mentre le altre passate si

eseguono con elettrodi basici per tutte le passate, con tecnica ascendente

(PF C + PF B).

17.10. TUBISTERIA

Le principali prescrizioni riguardanti la preparazione degli elementi da saldare sono:

le curve si possono sezionare;

i tubi si possono “spicchiare” 6° per testata (max. 12° su due testate);

è ammessa la saldatura di tasca limitatamente a giunzioni di valvole d’acciaio UNI 9734 con

DN 50.

17.11. SALDATURA OSSIACETILENICA

Le saldature di tubi con DN 80 mm, per reti esercite in B.P. e in M.P.A e con DN 50, per reti

esercite in M.P.B, possono essere eseguite, in alternativa alla saldatura elettrica, con saldatura

ossiacetilenica secondo le prescrizioni della Committente.

La prima passata di saldatura deve essere eseguita con idonee bacchette conformi alla UNI EN 12536

diametri 2 mm e 3 mm, d’acciaio dolce, con % di manganese compresa tra 0,35% e 0,65%; la

seconda passata ed il riempimento devono essere eseguite con bacchette dello stesso tipo di acciaio di

diametro 2 e 3 mm; tutte le passate devono essere eseguite con tecnica ascendente. I collegamenti

degli innesti e dei Ti di presa sulla tubazione devono essere eseguiti esclusivamente con saldatura

elettrica ad arco.

17.12. CONTROLLI DELLE SALDATURE

Hanno lo scopo di verificare il conseguimento delle caratteristiche fisiche e meccaniche dei giunti

saldati. Possono essere di tipo distruttivo o non distruttivo.

17.12.1. Controlli distruttivi

Possono essere eseguiti su produzioni abbastanza consistenti, in quanto prevedono il prelievo di

campioni di saldatura ed il loro esame secondo prove di piegamento, come previsto dalla norma EN

15614-1.

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La Committente può effettuare controlli distruttivi, prelevando campioni di saldatura, nella misura

massima di uno ogni 500 m di tubazione saldata.

17.12.2 Controlli non distruttivi (gammagrafie e ultrasuoni)

Consistono in:

- esame visivo secondo le prescrizioni della norma EN 25817;

- esame radiografico secondo la norme UNI EN 1435;

- esame ad ultrasuoni secondo la norma UNI EN 1714.

-

La scelta dei giunti da controllare deve essere fatta in modo da verificare l’operato di tutti i saldatori.

Al punto 12.16 è descritto il numero in percentuale delle verifiche dei giunti saldati da effettuare.

Le saldature da controllare sono scelte di volta in volta a discrezione della Committente.

Ciascuna saldatura controllata deve essere opportunamente identificata con numero o lettera

alfabetica. Questo riferimento deve essere riportato sullo schizzo (libretto delle misure) in modo che

risulti univoca la localizzazione, sulla tubazione, della saldatura.

I controlli con ultrasuoni possono essere impiegati nei casi in cui, per insufficiente distanza di

sicurezza fra sorgente radioattiva e aree popolate, non fosse possibile impiegare il controllo

gammagrafico.

17.13 QUALIFICA DEI SALDATORI

Le operazioni di saldatura devono essere effettuate unicamente da personale qualificato in conformità

alla norma UNI EN 287/1 per saldatura elettrica e ossiacetilenica.

La qualifica dei saldatori viene effettuata presso i Centri di addestramento riconosciuti.

Sono riconosciute le qualifiche rilasciate dai seguenti Enti:

- Istituto Italiano della Saldatura (I.I.S.):

- ISPESL;

- Registro Navale Italiano (RINA)

Possono, inoltre, essere prese in considerazione le qualifiche rilasciate da altre società o Enti purché

le prove di qualifica per il loro rilascio siano analoghe a quella prevista dalla succitata norma.

Il saldatore qualificato, per essere ammesso ad eseguire interventi su reti ITALGAS, deve comunque

essere sottoposto ad una prova di qualifica prima dell’inizio dei lavori (in cantiere, presso CFP, etc.).

La qualifica del saldatore è valida per un periodo di 2 anni purché il datore di lavoro confermi alla

Committente, ogni 6 mesi, la continuità di impiego del saldatore nell’ambito della classe di

qualificazione conseguita.

Il prolungamento della qualifica del saldatore è consentito solamente se, prima della scadenza, viene

formalizzata la richiesta all’Organismo di Certificazione.

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SALDATURA ACCIAIO Sez. 17

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17.14 VERIFICHE DA EFFETTUARE SUI GIUNTI SALDATI

La verifica viene effettuata mediante controlli non distruttivi, (gammagrafia o ultrasuoni, ove la

gammagrafia non fosse consentita) durante il corso dei lavori, nelle quantità seguenti:

- su reti BP o MPA in quantità compresa tra 2 e 4 ogni 1.000 m di tubazione posata;

- su reti in M.P.B in quantità compresa tra 5 e 8 ogni 1.000 m di tubazione;

Per le singole tratte inferiori a 1.000 m si devono sommare le lunghezze delle medesime; in caso di

lunghezza totale ancora inferiore a 1.000 m, si deve comunque effettuare un numero di controlli pari

alla quantità minima sopra riportata, riferita alla tratta totale (n.2 per la BP e M.P.A, n.5 per la

M.P.B).

La scelta delle saldature su cui effettuare il controllo è totalmente a discrezione della Committente,

che, qualora lo ritenesse opportuno per la particolarità e l’importanza delle opere, può effettuare

controlli in misura superiore alle suddette quantità.

Inoltre, su tubazioni esercite in M.P.B, devono essere effettuati controlli non distruttivi in tutti i casi

di:

- collegamento di tronchi di tubazione già sottoposti a prova idraulica di tenuta con esito positivo;

- inserimento d’accessori, organi d’intercettazione e di sezionamento elettrico su tubazioni di nuova

costruzione, già sottoposte a prova di tenuta con esito positivo;

- collegamento tubazioni d’entrata e uscita di IPRM;

-collegamento di tubazioni posate in subalveo e sublagunare.

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COLLAUDI – PROVE DI TENUTA A

PRESSIONE

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18. COLLAUDI

PROVE DI TENUTA A PRESSIONE

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PRESSIONE

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18.1. PROVE DI TENUTA A PRESSIONE PER CONDOTTE GAS IN B.P, M.P.A E M.P.B

Classificazione

condotta

Materiale

condotta

Esecuzione

prova

Condizione della

condotta

Lunghezza

condotta Fluido di prova

Pressione di

prova

Durata della

prova

Documentazione

da redigere

BP

(P≤0,04 bar)

MPA

(0,04< P ≤0,5 bar)

Polietilene

Acciaio

Ghisa

Per tronchi Interrata e

completa di pezzi

speciali

Max 2.500 m

Aria 1 bar1 Min 24 h

2

Verbale di prova

di tenuta e

diagramma

registrato

dell’andamento di

pressione

(controfirmato) Finale

3 Totale

MPB

(0,5<P≤5 bar)

Acciaio Per tronchi

DN>300 interrata

e priva di

accessori e Ti di

presa

Max 4.000 m Acqua

7,5 bar Min 24 h2

Verbale di prova

di tenuta e

diagramma

registrato

dell’andamento di

pressione

(controfirmato)

Polietilene

Acciaio

Per tronchi

DN≤300 interrata

e priva di Ti di

presa

Max 2.000 m

Aria

Finale3

Interrata,

completa di pezzi

speciali e con le

derivazioni

inserite

Totale

1 Ad eccezione dei tratti interessati dagli attraversamenti ferroviari che dovranno avere una pressione minima di prova di 5 bar e come fluido di prova l’acqua nel caso di tubazioni di acciaio. 2 Nel caso di tronchi costituiti da condotte fuori terra di breve lunghezza, impianti ed apparecchiature d’intercettazione e simili, la durata della prova può essere ridotta fino a 4 h e la prova può essere eseguita fuori opera. 3 La prova finale sarà omessa ove tutte le giunzioni siano già state verificate nel corso delle prove per tronchi o qualora le eventuali giunzioni non verificate durante le prove per tronchi siano verificate con controlli non distruttivi.

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PRESSIONE

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18.1.1. PROVE DI TENUTA A PRESSIONE PER DERIVAZIONE D’UTENZA IN B.P, M.P.A E M.P.B

Classificazione

condotta

Classificazion

e impianto Condizione dell’impianto al collaudo

Lunghezza

impianto

Fluido di

prova

Pressione di

prova

Durata della

prova Documentazione da redigere

Presa e allacciamento

da BP

(P≤0,04 bar)

Acciaio

Presa con Ti

DN≤4”

Presa con Ti

4”<DN≤6”

Allacciamento

Scoperta, con tappo

serrato e foro da

eseguire

Scoperta, con foro

eseguito e organo

d’intercettazione chiuso

Posato e completo di

valvola

Intero Aria 1 bar Minimo 30 min Schizzo tecnico controfirmato

della prova di tenuta

Polietilene

Presa con Ti

DN≤90

Presa con Ti

DN>90

Allacciamento

Scoperta, con tappo

serrato e foro da

eseguire

Scoperta, innesto a Ti

da eseguire

Posato e completo di

valvola

Intero Aria 1 bar Min 30 min Schizzo tecnico controfirmato

della prova di tenuta

Presa e allacciamento

da MPA

(0,04<P≤0,5 bar)

Polietilene

Acciaio

Presa

Allacciamento

Scoperta, con tappo

serrato e foro da

eseguire

Posato e completo di

valvola

Intero Aria 1 bar Minimo 4 h4

Schizzo tecnico e diagramma

registrato dell’andamento della

pressione; entrambi controfirmati

Presa e allacciamento

da MPB

(0,5<P≤5 bar)

Polietilene

Acciaio

Presa

Allacciamento

Scoperta, con tappo

serrato e foro da

eseguire

Posato e completo di

valvola

Intero Aria 7,5 bar Minimo 4 h4

Schizzo tecnico e diagramma

registrato dell’andamento della

pressione; entrambi controfirmati

4 A condizione che il volume geometrico della condotta da sottoporre a collaudo non superi i 4 m³.

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Sottocolonna e

colonna montante in

BP

Acciaio

In tutte le sue

parti

L’impianto completo di

organo

d’intercettazione, del

gruppo di misura chiuso

e bloccato Intero

Aria 0,1 bar Minimo 30 min Schizzo tecnico controfirmato

della prova di tenuta

Gruppo di misura in

BP

In tutte le sue

parti

Con o senza

collegamento

all’impianto interno

Aria 25 mbar Minimo 10 min Schizzo tecnico controfirmato

della prova di tenuta

Per interventi di modifica e/o adeguamento IDU esistenti non è previsto il collaudo delle opere realizzate, bensì una prova di tenuta con manometro ad acqua alla pressione di rete per

almeno 10 minuti o, in alternativa, una verifica con soluzione saponosa di tutte le giunzioni realizzate e delle eventuali giunzioni filettate immediatamente a monte e a valle della zona

interessata dai lavori.

L’esito della prova deve essere riportato sul MAP-Schizzo tecnico (ex libretto misure) nel caso di lavori affidati ad impresa o nell’Ordine di servizio nel caso di lavori eseguiti da personale

Italgas.

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18.1.2. CARATTERISTICHE E CAMPO D’IMPIEGO DEGLI STRUMENTI DI

CONTROLLO PER L’ESECUZIONE DI PROVE DI TENUTA A PRESSIONE IN B.P,

M.P.A E M.P.B

Campo d’impiego Strumento da utilizzare

- Tubazioni stradali in B.P. – M.P.A – M.P.B

- Prese e allacciamenti interrati in M.P.A - M.P.B

Manometro indicatore e manografo registratore a

disco

- Prese e allacciamenti interrati in B.P. Manometro indicatore

18.1.3. Le caratteristiche degli strumenti da utilizzare per le prove di tenuta a pressione sono:

MANOGRAFO: Manografo registratore a disco con equipaggio rilevatore tipo

Bourdon, di fondo scala tale che il valore della pressione di prova

cada tra il 25% e il 75% del valore di fondo scala e che in ogni modo

rientri nei valori consigliati dal costruttore.

Classe di precisione : 1 % del valore di fondo scala

Diametro del disco : 200 mm

Velocità di rotazione del disco: 1 giro ogni 24 ore

Pennino scrivente : provvisto di serbatoio

Nastro diagrammale : con suddivisione del campo in %

MANOMETRO: Manometro indicatore tipo Bourdon con fondo scala tale che il valore

della pressione di prova cada tra il 25% e il 75% del valore del fondo

scala.

Classe di precisione : 1 % del valore di fondo scala

Diametro quadrante : di 100 mm

Divisioni : secondo norme UNI EN 837-1/2

Fondo scala : secondo campo d’impiego

Nota

Gli strumenti di misura utilizzati per le prove di tenuta devono essere forniti dall’impresa appaltatrice dei

lavori e devono essere tutti certificati.

Altri strumenti (anche di tipo elettronico) possono essere impiegati previa approvazione della

Committente.

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18.1.4.CAMPO D’IMPIEGO E FONDO SCALA DEGLI STRUMENTI DI CONTROLLO

Campo d’impiego

Classe

condotta

Pressione di

prova

bar

Fondo

manografo

bar

Scala

manometro

bar

Prova idraulica di tubazioni Acciaio > 300 M.P.B 7,5

(0,75 MPa)

10

(1 MPa)

10

(1 MPa)

Prova pneumatica di tubazioni di Polietilene e di

Acciaio 300 M.P.B

7,5

(0,75 MPa)

10

(1 MPa)

10

(1 MPa)

Prova pneumatica di tubazioni M.P.A 1

(0,1 MPa)

2

(0,2 MPa)

2,5

(0,25 MPa)

Prova pneumatica di tubazioni B.P 1

(0,1 MPa)

2

(0,2 MPa)

2,5

(0,25 MPa)

Prova pneumatica allacciamenti M.P.B 7,5

(0,75 MPa)

10

(1 MPa)

10

(1 MPa)

Prova pneumatica allacciamenti M.P.A 1

(0,1 MPa)

2

(0,2 MPa)

2,5

(0,25 MPa)

Prova pneumatica allacciamenti B.P 1

(0,1 MPa) --

2,5

(0,25 MPa)

Prova pneumatica sottocolonne, colonne,

diramazioni

B.P

0,1

(0,01 MPa)

-- 1

( 0,1 MPa)

18.1.5. SCARICO DI CONDOTTE (M.P.B) SOTTOPOSTE A COLLAUDO PNEUMATICO.

Al termine delle operazioni di collaudo deve essere eseguito lo scarico delle condotte; in particolare,

lo scarico della pressione di prova (7,5 bar) da impianti in M.P.B (0,5 bar < P 5 bar) costituiti da

tubazioni stradali e da tubazioni d’allacciamento, non deve assolutamente avvenire attraverso organi

di presa con dispositivi di intercettazione automatica (GAS-STOP).

In tal caso, lo scarico dell’aria deve essere effettuato attraverso, in alternativa:

la tubazione da cui è stato immesso il fluido (presa in carico);

la tubazione da cui si compie lo sfiato d’aria al termine della tubazione stradale (presa di sfiato).

Nota

Prima d’eseguire qualsiasi intervento, su tubazione in precedenza sottoposta a prova di tenuta in

pressione d’aria, si deve preventivamente accertare (anche senza uso di manometro di controllo) che

la pressione relativa all’interno della tubazione sia nulla (tubazione a pressione atmosferica).

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18.2. PROVE DI TENUTA SU FEEDERS IN M.P.C

18.2.1. Attività preliminari

Prima di iniziare la prova di tenuta, sarà cura di Italgas informare gli Enti interessati (V.F. o F.S.),

concordando gli eventuali sopralluoghi, ed inviare copia del verbale e relativa documentazione allegata

agli Enti per i quali è prevista la richiesta (V.F. o F.S.).

Lo stesso dicasi per gli attraversamenti ferroviari che sono, di norma, provati separatamente, data la

particolare documentazione richiesta.

18.2.2. PROVA PER TRONCHI

18.2.3. FLUIDO DI PROVA

Acqua: dovrà essere dolce non aggressiva e pulita, priva di limo e di materiali in sospensione.

18.2.4. CONDIZIONI DI PROVA DELLA CONDOTTA

Il tronco interessato dalla prova idraulica dovrà essere:

- completamente interrato comprese le testate di chiusura;

- di diametro costante;

- privo di accessori di rete (organi di intercettazione, derivazioni di linea).

Le aree circostanti alle testate, dovranno essere opportunamente delimitate e dovrà essere impedito

l'accesso agli estranei dall'inizio del riempimento fino al termine dello svuotamento del tronco di prova.

E' inoltre vietata l'esecuzione di qualsiasi lavoro lungo il tronco in prova.

18.2.5. LUNGHEZZA DELLA CONDOTTA

La lunghezza massima deve essere inferiore a : 15 Km

Il tronco collaudato dovrà, di norma, iniziare e terminare in corrispondenza del punto di inserimento di

uno dei pezzi speciali (organo di intercettazione, derivazione di linea) al fine di ridurre al minimo le

saldature non sottoposte a prova idraulica di tenuta.

18.2.6 PRESSIONE DI PROVA

La pressione di prova dovrà essere pari ad almeno: 1,5 volte la pressione massima di esercizio.

La pressione di prova non dovrà, in nessuna sezione del tronco, superare il 90% della pressione di prova

idraulica in officina eseguita sui tubi e sui pezzi speciali.

18.2.7. DURATA DELLA PROVA

La prova deve durare almeno 48 ore.

Nel caso di tronchi costituiti da condotte fuori terra di breve lunghezza, impianti ed apparecchiature di

intercettazione e simili, la durata della prova può essere ridotta fino a un minimo di 4 h e la prova può

essere eseguita anche fuori opera.

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18.2.8. TOLLERANZE AMMESSE

Il collaudo è considerato favorevole se la pressione si è mantenuta costante a meno delle variazioni

dovute all'influenza della temperatura.

18.2.9. STRUMENTAZIONE

Manometro tipo Bourdon con fondo scala tale che il valore della pressione di prova cada tra il 25% e il

75% del valore di fondo scala.

Diametro del quadrante > 100 mm

Divisione secondo norme UNI EN 837

Classe di precisione: + 1% del valore di fondo scala

Manografo registratore a disco con equipaggio rilevatore tipo Bourdon, di fondo scala tale che il valore

della pressione di prova cada tra il 25% e il 75% del valore di fondo scala e che comunque rientri nei

valori consigliati dal costruttore.

Diametro del disco 200 mm

Velocità di rotazione del disco: 1 giro ogni 24 h.

Classe di precisione: + 1% del valore di fondo scala

N.B. Gli strumenti di misura adottati per le prove di tenuta dovranno essere tutti certificati secondo

quanto riportato nella norma UNI EN ISO 9001 al p.to 4.11..

18.2.10. MODALITÀ DI ESECUZIONE

18.2.10.1. Operazioni preliminari

L'installazione dei dispositivi di chiusura alle estremità dei tronchi, deve essere eseguita tramite saldature

di testa (vedere Sezione 17 “Saldatura acciaio”), o comunque in modo tale da garantire la sicurezza del

collegamento e la sua perfetta tenuta.

Il collegamento tra manografo registratore e la tubazione potrà essere o diretto o con interposizione di

organo di intercettazione; ove esista tale organo dovrà essere in acciaio, del tipo a sfera, adatto alla

pressione di prova, con l'indicazione della posizione di "Aperto" e di "Chiuso" e mantenuto sigillato in

posizione di apertura durante la prova di tenuta.

Prima di iniziare la prova, va controllato l'azzeramento dello strumento registratore e sulla carta diagrammale,

va segnata la data, l'ora di inizio nonché la firma dell’Impresa e del Direttore Lavori quando previsto. Lo

strumento deve rimanere chiuso e sigillato per tutta la durata della prova.

18.2.10.2. Riempimento della condotta

Prima di chiudere la testata a quota inferiore (dalla quale verrà effettuata l’immissione del fluido di prova)

deve essere introdotto nella tubazione un pig (scovolo) idoneo, che, avanzando per la spinta dell'acqua,

serva da tampone evitando così la formazione di sacche d'aria.

La portata di riempimento deve essere tale che la velocità del pig nella condotta non superi 2 Km/h. Sulla

testata opposta a quella dove avviene l’immissione del fluido di prova, gli sfiati dovranno rimanere aperti

per tutta la durata del riempimento e verranno chiusi solamente quando si sarà accertato l'arrivo del pig.

Prima di iniziare la prova di tenuta bisognerà attendere il periodo di stabilizzazione della temperatura,

valutato convenzionalmente in 12 ore.

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18.2.10.3. Prova di tenuta

La strumentazione, va inserita in modo che la registrazione di pressione avvenga all'estremità più alta

della condotta. Occorrerà comunque prevedere l’inserimento, nel punto più basso della condotta, di un

altro strumento (manometro) al fine di verificare che la pressione di prova si mantenga entro i limiti

riportati al p.to 18.5.4.

Sulla registrazione dovrà risultare il tratto ascendente del diagramma.

Quando la pressione avrà raggiunto un valore pari a circa la metà della pressione di prova, si dovrà

controllare che non vi siano gocciolamenti o trasudazioni dagli organi di raccordo, dalle flange, dai

premistoppa delle valvole, ecc. lasciate scoperte e nel caso eliminarli.

Raggiunta la pressione di prova si prende nota dell’ora e si controlla dopo 12 ore. Nel caso che la

pressione sia diminuita oltre il 10% si riporta al valore iniziale. Dopo ogni aggiustamento della pressione,

la prova va ripresa per un nuovo periodo di 48 ore.

Terminata la prova, la pressione va scaricata dal punto più alto. Sul diagramma deve risultare il tratto

discendente, e deve essere segnata la data e l'ora della fine della prova nonché la firma del rappresentante

della Direzione Tecnica.

18.2.10.4. Svuotamento e pulizia della condotta

L'acqua dovrà essere completamente eliminata, in ottemperanza a quanto stabilito per legge sulle

modalità di smaltimento delle acque reflue (D. Lgs. n.152 del 3 aprile 2006 e successive modifiche) e la

condotta interamente ripulita facendo passare almeno una volta un pig idoneo in senso inverso a quello

percorso dal pig nella fase di riempimento e in ogni caso fino al raggiungimento del completo

svuotamento.

Le suddette acque sono assimilate a reflui industriali ed in quest’ottica sarà cura del personale preposto

attuare quanto previsto dalla normativa vigente.

É comunque vietato lo scarico di queste acque nel sottosuolo e nelle acque sotterranee. Gli scarichi sul

suolo, acque superficiali e fognature, sono ammessi in funzione delle disposizioni regionali o del gestore

della rete fognaria.

18.2.11. DOCUMENTAZIONE

Verbale di prova di tenuta (All. 14 della Istruzione IOP 018 “Gestione documentazione di cantiere”) e

diagramma registrato dell'andamento della pressione.

Il verbale deve contenere tutte le indicazioni necessarie per individuare il tronco di condotta (località,

diametro, lunghezza, eventuali riferimenti topografici, ecc.), i dati relativi alla prova (data e ora di inizio e

di fine, pressione iniziale e finale, pressione di prova raggiunta nel punto più basso, esito della prova e i

dati relativi agli strumenti utilizzati e all’eventuale documentazione allegata).

Deve essere firmato dai rappresentanti dell'impresa e dal direttore dei lavori quando previsto. Le stesse

firme dovranno comparire sul diagramma registrato delle pressioni allegato al verbale.

18.2.12. CONTROLLI NON DISTRUTTIVI OBBLIGATORI

Tutte le giunzioni che non sono state sottoposte alla prova idraulica per tronchi dovranno essere

sottoposte a controlli non distruttivi (radiografici o ultrasuoni).

18.2.13. ASPETTI AMBIENTALI

Durante le varie fasi lavorative, al fine di minimizzare gli impatti sull’ambiente, devono essere osservate

scrupolosamente le prescrizioni, divulgate in azienda in materia di tutela ambientale (Rifiuti, Emissioni

sonore, Emissioni in atmosfera).

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COLLAUDI – PROVE DI TENUTA A

PRESSIONE

Sez. 18

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Vengono di seguito riportati gli “Impatti Ambientali significativi” relativi al presente capitolo:

Scarichi liquidi da prove di tenuta.

18.3. PROVE DI TENUTA SU FEEDERS IN A.P

18.3.1. Attività preliminari

Prima di iniziare la prova di tenuta, sarà cura di Italgas informare gli Enti interessati (V.F. o F.S.),

concordando gli eventuali sopralluoghi, ed inviare copia del verbale e relativa documentazione allegata

agli Enti per i quali è prevista la richiesta (V.F. o F.S.).

Lo stesso dicasi per gli attraversamenti ferroviari che sono, di norma, provati separatamente, data la

particolare documentazione richiesta.

18.3.2. PREPARAZIONE E PROVA PRELIMINARE

18.3.2.1. PREPARAZIONE

Prima della prova devono essere pianificate le attività previste per realizzare il collaudo idraulico con

appositi schemi comprendenti:

1) la sezione da sottoporre a prova di pressione idraulica;

2) la quantità di fluido di prova (acqua) necessaria per l’esecuzione della prova;

3) la pressione di prova cui sarà sottoposta la tubazione;

4) il luogo in cui è installata la tubazione da sottoporre a prova;

5) la proprietà della strumentazione di misura da utilizzare per la prova

18.3.2.2. PROVA PRELIMINARE

É prescritta, prima dell’effettiva prova a pressione, una prova preliminare nel caso in cui le conseguenze

di un danno che si verifichi durante una prova a pressione la giustifichino.

La prova preliminare è inoltre prescritta sugli:

attraversamenti di autostrade;

attraversamenti di canali pensili;

attraversamenti di strade statali, eseguiti senza tubo di protezione, oppure con tubo di protezione

maggiore di 30 m;

attraversamenti di particolare importanza, come ad esempio acquedotti che alimentano centri abitati,

gasdotti con pressioni superiori a 24 bar e con diametro maggiore a DN 300, gasdotti con qualsiasi

pressione che alimentano centri abitati o utenze industriali importanti, oleodotti ed altre condotte di

trasporto per GPL, GNL, ossigeno ed altri fluidi di particolare pericolosità.

La prova preliminare non sostituisce, in ogni modo, la prova effettiva di tenuta.

É da eseguire prima d’interrare la condotta e, nel caso di tubazioni fuori terra, prima di effettuare i cicli di

verniciatura prescritti sulle giunzioni saldate. Il tratto, di lunghezza pari alla produzione giornaliera e, in

ogni modo < a 500 m, deve essere chiuso alle estremità da apposite apparecchiature che diano le

necessarie garanzie di tenuta e di sicurezza (tappi ad espansione, teste di prova, calotte o fondelli).

La prova, eseguita con aria o gas inerte ad una pressione massima di 0,5 bar, è da ritenersi superata se

nell’arco delle 12 ore non si notano cadute di pressione e se la tenuta delle giunzioni, eseguita con acqua

saponosa, ha dato esito positivo.

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18.3.3. PROVA PER TRONCHI

18.3.3.1 FLUIDO DI PROVA

L’acqua costituente il fluido di prova deve essere dolce, non aggressiva e pulita, priva di limo e di

materiali in sospensione; in caso di necessità, qualora la condotta svuotata del fluido, dopo la prova

idraulica, rimanga inutilizzata per molto tempo o sia prevista una permanenza dell’acqua nella condotta

stessa per una durata superiore a 30 giorni, deve essere aggiunto al fluido di prova un inibitore della

corrosione; se la temperatura del suolo nella zona circostante la tubazione è minore di 2° C, deve essere

aggiunto dell’antigelo.

18.3.3.2. CONDIZIONI DI PROVA DELLA CONDOTTA

Prima del collaudo di una tronco devono essere verificate, la pulizia mediante passaggio d’apposito pig

(raschiatore), e, se necessario, le dimensioni interne. Devono essere rilevate eventuali deformazioni

geometriche (ammaccature ed ovalizzazioni) mediante il passaggio d’appositi pig dotati di sistemi

meccanici o elettromagnetici. Per evitare che nella tubazione penetrino corpi estranei, le sezioni di

tubazione a monte e a valle dei punti sottoposti ai cicli di pulizia/raschiatura devono essere

opportunamente chiuse. La velocità di avanzamento del pig deve essere regolata e monitorata con un

apparecchio per la misurazione della pressione.

Il tronco interessato dalla prova idraulica deve essere:

- completamente interrato, comprese le testate di chiusura;

- di diametro costante;

- privo di accessori di rete (organi d’intercettazione, derivazioni di linea, giunti dielettrici ecc.).

Le aree circostanti alle testate, devono essere opportunamente delimitate e deve essere impedito l'accesso

agli estranei dall'inizio del riempimento fino al termine dello svuotamento del tronco di prova.

E' inoltre vietata l'esecuzione di qualsiasi lavoro lungo il tronco in prova.

18.3.3.3. LUNGHEZZA DELLA CONDOTTA

La lunghezza d'ogni tronco deve, in ogni modo, essere inferiore a :

6 Km per tubazioni con pressioni d’esercizio nel campo di pressione 12 bar < P 24 bar;

10 Km per tubazioni con pressioni d’esercizio nel campo di pressione P > 24 bar;

Il tronco collaudato deve, di norma, iniziare e terminare in corrispondenza del punto di inserimento del

pezzo speciale (organo di intercettazione, derivazione di linea) al fine di ridurre al minimo le saldature

non sottoposte a prova idraulica di tenuta.

18.3.3.4. PRESSIONE DI PROVA

La pressione di prova deve essere pari ad almeno:

- 1,3 volte la pressione massima d’esercizio per condotte esercite tra 12 bar < P 24 bar;;

- 1,2 volte la pressione massima d’esercizio per condotte esercite a P > 24 bar;

La pressione di prova non deve, in nessuna sezione del tronco, superare il 90% della minore delle

pressioni di prova idraulica in officina eseguite sui tubi e sui pezzi speciali.

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18.3.3.5. DURATA DELLA PROVA

La prova deve durare almeno 48 ore.

Nel caso di tronchi costituiti da condotte fuori terra (per le quali è quindi possibile effettuare un’ispezione

visiva di tutti i punti) e se il tronco é di breve lunghezza (con un volume inferiore a 20 m3), la durata della

prova può essere ridotta fino a un minimo di 4 h e la prova può essere eseguita anche fuori opera.

18.3.3.6. TOLLERANZE AMMESSE

Il collaudo è considerato favorevole se la pressione si è mantenuta costante a meno delle variazioni

dovute all'influenza della temperatura, per tutta la durata della prova.

18.3.3.7. STRUMENTAZIONE

Per la prova si utilizzano:

Manometro tipo Bourdon con fondo scala tale che il valore della pressione di prova cada tra il 25% e il

75% del valore di fondo scala.

Diametro del quadrante > 100 mm

Divisione secondo norme UNI EN 837-1-2-3

Classe di precisione: + 1% del valore di fondo scala.

Manografo registratore a disco con equipaggio rilevatore tipo Bourdon, di fondo scala tale che il valore

della pressione di prova cada tra il 25% e il 75% del valore di fondo scala e che comunque rientri nei

valori consigliati dal costruttore.

Diametro del disco 200 mm

Velocità di rotazione del disco: 1 giro ogni 24 h.

Classe di precisione: + 1% del valore di fondo scala

Dispositivo di misurazione temperatura (*) : precisione minima = 1K

(*): si utilizza per tenere conto delle variazioni della temperatura che possono influenzare la pressione di

prova.

Gli strumenti di misura adottati per le prove di tenuta devono essere tutti certificati.

La strumentazione deve essere installata in luogo sicuro.

18.3.3.8. MODALITÀ DI ESECUZIONE

18.3.3.8.1. Operazioni preliminari L'installazione dei dispositivi di chiusura alle estremità dei tronchi, deve essere eseguita per mezzo di

saldature di testa (vedere Sezione 17 “Saldatura acciaio”), o comunque in modo tale da garantire la

sicurezza del collegamento e la sua perfetta tenuta.

Il collegamento tra manografo registratore e la tubazione può essere diretto o con interposizione di organo

di intercettazione di acciaio, del tipo a sfera, adatto alla pressione di prova, con l'indicazione della

posizione di "Aperto" e di "Chiuso" e mantenuto sigillato in posizione di apertura durante la prova di

tenuta.

Prima di iniziare la prova, va controllato l'azzeramento dello strumento registratore e, sulla carta

diagrammale, va riportata la data, l'ora di inizio nonché la firma della Direzione Tecnica (rappresentante

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la Committente), dell’Impresa e del Direttore Lavori quando previsto. Lo strumento deve rimanere chiuso

e sigillato per tutta la durata della prova.

18.3.3.8.2. Riempimento della condotta Prima di chiudere la testata a quota inferiore (dalla quale sarà effettuata l’immissione del fluido di prova)

deve essere introdotto nella tubazione un pig (raschiatore) idoneo, che, avanzando per la spinta dell'acqua,

serva da tampone, evitando così la formazione di sacche d'aria.

La portata di riempimento deve essere tale che la velocità del pig nella condotta non superi 2 Km/h. Sulla

testata opposta a quella dove avviene l’immissione del fluido di prova, gli sfiati devono rimanere aperti

per tutta la durata del riempimento e possono essere chiusi solamente una volta accertato l'arrivo del pig.

Prima di iniziare la prova di tenuta è necessario attendere il periodo di stabilizzazione della temperatura

della condotta, valutato convenzionalmente in 24 ore e avrà inizio dopo essersi assicurati che al termine

del riempimento, nella sezione più alta della tratta in prova, la pressione sia almeno di 1 bar.

18.3.3.8.3. Prova di tenuta La strumentazione, va inserita in modo che la registrazione di pressione avvenga all'estremità più alta

della condotta. Occorre comunque prevedere l’inserimento, nel punto più basso della condotta, di un altro

strumento (manometro) al fine di verificare che la pressione di prova si mantenga entro i limiti riportati al

p.to 18.7.4.

Sulla registrazione deve risultare il tratto ascendente del diagramma.

Quando la pressione ha raggiunto un valore pari a circa la metà della pressione di prova, occorre

controllare che non vi siano gocciolamenti o trasudazioni dagli organi di raccordo, dalle flange, dai

premistoppa delle valvole, ecc. lasciate scoperte e, nel caso, eliminarli.

Raggiunta la pressione di prova si prende nota dell’ora e si controlla dopo 12 ore. Nel caso che la

pressione sia diminuita oltre il 10% si riporta al valore iniziale. Dopo ogni aggiustamento della pressione,

la prova va ripresa per un nuovo periodo di 48 ore.

Terminata la prova, la pressione va scaricata dal punto più alto. Sul diagramma deve risultare il tratto

discendente, e deve essere riportata la data e l'ora della fine della prova nonché la firma del rappresentante

della Direzione Tecnica.

18.3.3.8.4. Svuotamento e pulizia della condotta L'acqua deve essere completamente eliminata, in ottemperanza a quanto stabilito per legge sulle modalità

di smaltimento delle acque reflue (D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006) e la condotta interamente ripulita

facendo passare almeno una volta un pig idoneo in senso inverso a quello percorso dal pig nella fase di

riempimento e in ogni caso fino al raggiungimento del completo svuotamento.

Le suddette acque sono assimilate a reflui industriali ed in quest’ottica sarà cura del personale preposto

attuare quanto previsto dalla normativa vigente.

É comunque vietato lo scarico di queste acque nel sottosuolo e nelle acque sotterranee. Gli scarichi sul

suolo, acque superficiali e fognature, sono ammessi in funzione delle disposizioni regionali o del gestore

della rete fognaria.

E’ in ogni modo vietato lo scarico di queste acque nel sottosuolo e nelle acque sotterranee. Gli scarichi sul

suolo, acque superficiali e fognature, sono ammessi in funzione delle disposizioni emesse a livello

regionale e/o dal gestore della rete fognaria.

Se la messa in servizio della tubazione non è prevista immediatamente dopo la raschiatura – pulizia, la

tubazione stessa deve essere riempita con un mezzo che impedisca il formarsi della corrosione del

metallo.

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18.3.4. DOCUMENTAZIONE

La documentazione comprende il verbale di prova di tenuta (All. 14 della Istruzione IOP 018 “Gestione

documentazione di cantiere”), ed il diagramma registrato dell'andamento della pressione.

Il verbale deve contenere tutte le indicazioni necessarie per individuare il tronco di condotta (località,

diametro, lunghezza, eventuali riferimenti topografici, ecc.), ed i dati relativi alla prova (data e ora di

inizio e di fine, pressione iniziale e finale, pressione di prova raggiunta nel punto più basso, esito della

prova e i dati relativi agli strumenti utilizzati e all’eventuale documentazione allegata).

Deve essere firmato dai rappresentanti della Committente, dell'impresa e, ove previsto, dal direttore dei

lavori. Le stesse firme devono comparire sul diagramma registrato delle pressioni allegato al verbale.

18.3.5. MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE PER IL PERSONALE

INTERESSATO

Per ogni fase operativa relativa alla prova idraulica di tenuta su feeders in AP deve essere predisposto

idoneo piano di sicurezza contenente le misure di prevenzione e protezione previste per la salvaguardia

del personale interessato.

18.3.6. CONTROLLI NON DISTRUTTIVI OBBLIGATORI

Tutte le giunzioni che non sono state sottoposte alla prova idraulica per tronchi devono essere sottoposte a

controlli non distruttivi (radiografici o ultrasuoni).

Il controllo radiografico delle saldature deve essere effettuato in accordo alla norma UNI EN 1435, quello

ad ultrasuoni alla norma UNI EN 1714.

Per quanto riguarda l'accettabilità delle imperfezioni delle giunzioni saldate è prescritto

un esame visivo e la valutazione dev'essere effettuata in accordo al livello "C" d'accettazione prescritto

dalla norma UNI EN 25817;

un esame radiografico e la valutazione dev'essere effettuata in accordo al livello d'accettabilità "2"

prescritto dalla norma UNI EN 12517;

un esame ad ultrasuoni e la valutazione dev'essere effettuata in accordo al livello "3" di accettazione

prescritto dalla norma UNI EN 1712.

18.3.7. ASPETTI AMBIENTALI

Durante le varie fasi lavorative, al fine di minimizzare gli impatti sull’ambiente, devono essere osservate

scrupolosamente le prescrizioni, divulgate in azienda in materia di tutela ambientale (Rifiuti, Emissioni

sonore, Emissioni in atmosfera, ecc.).

Vengono di seguito riportati gli “Impatti Ambientali significativi” relativi al presente capitolo:

Scarichi liquidi da prove di tenuta.

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COLLEGAMENTI GHISA CON ACCIAIO

E POLIETILENE

Sez. 19

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19. COLLEGAMENTI GHISA CON

ACCIAIO E POLIETILENE

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COLLEGAMENTI GHISA CON ACCIAIO

E POLIETILENE

Sez. 19

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Nel seguito si descrivono le soluzioni alternative di realizzazione dei collegamenti di nuove

tubazioni in acciaio o polietilene o tubazioni stradali esistenti in ghisa.

Le soluzioni rappresentate nelle pagine seguenti si applicano a tubi e raccordi di:

Polietilene (PE) di DE ≤ 315 , vedasi Figura 1 e Figura 2, per collegamenti da tubazioni di

ghisa DN 100 - DN 150 – DN 200 – DN 300;

Acciaio di DN 250 – 400, vedasi Figura 3 e Figura 4, per collegamenti da tubazioni di ghisa

DN 250 - DN 350 – DN 400.

In caso d’impiego di tubazioni e/o collegamenti d’acciaio di lunghezza non superiore a 12 m devono

essere realizzate opere di protezione catodica.

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COLLEGAMENTI GHISA CON ACCIAIO

E POLIETILENE

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Soluzioni alternative di collegamento tubazioni ghisa

Rif Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Tubo, di ghisa sferoidale, con bicchiere M. 15021..

2 Raccordo di transizione ghisa/PE a serraggio meccanico G. 17/A

3 Tubo di polietilene per condotte metano serie S8 G.16270/1..

Rif Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Tubo, di ghisa sferoidale, con bicchiere M.15021..

2 Raccordo di transizione ghisa/PE a serraggio meccanico G. 7/A

3 Tubo di polietilene serie S8 G.16270/1..

4 Ti di linea elettrosaldabile G 188....

5 Manicotto elettrosaldabile G 188....

Nota

L’estremità del raccordo (Rif. 2) è adatta per saldatura con manicotto elettrosaldabile per tutti i De e per

saldatura di testa per De ≥ 90 mm. Per De 315 utilizzare il raccordo di transizione acciaio/PE con estremità a

saldare codice mat. 1786299 DN 315/300, collegando la sua estremità anziché con il raccordo indicato al rif. 2

Figura 2 con quello utilizzato al rif. 2 Figura 3 se ritenuto economicamente valido.

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COLLEGAMENTI GHISA CON ACCIAIO

E POLIETILENE

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Rif Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Tubo, di ghisa sferoidale, con bicchiere M 15021..

2 Giunto elastico a serraggio meccanico* M 17320..

3 Tubo d’acciaio con estremità lisce e rivest. est rinforzato di PE G 151/2….

Rif Descrizione materiali prescritti Tabella

1 Tubo, di ghisa sferoidale, con bicchiere M 15021..

2 Giunto elastico a serraggio meccanico* M 17320..

3 Tubo, di acciaio, con estremità lisce e rivest. est rinforzato di PE G 151/2….

4 Ti di linea di acciaio G 177/A..

* Per DN 350-400 utilizzare il giunto elastico zoppo a serraggio meccanico TAB M 17321oppure, in

alternativa, inserire un tronchetto d’acciaio per collegamento estremità tubo d’acciaio con tubo ghisa vedasi

TAB M 178632. e l’impiego di un giunto elastico a serraggio meccanico normale.

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MESSA IN ESERCIZIO E FUORI

ESERCIZIO DI CONDOTTE GAS

Sez. 20

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20. MESSA IN ESERCIZIO E FUORI

ESERCIZIO DI CONDOTTE GAS

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MESSA IN ESERCIZIO E FUORI

ESERCIZIO DI CONDOTTE GAS

Sez. 20

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20. MESSA IN ESERCIZIO E FUORI ESERCIZIO DI CONDOTTE GAS

La data e le modalità di messa in esercizio di una nuova condotta devono essere

concordate tra Committente e Appaltatore, nel rispetto della legislazione vigente e

secondo quanto previsto dalla Normalizzazione Tecnica Aziendale vigente.

L’Appaltatore deve essere dotato di apposita strumentazione a sonda per la rilevazione

della presenza di gas (esplosimetro), che deve essere impiegata in ciascun cantiere;

inoltre deve essere opportunamente tarata e sottoposta a debita manutenzione secondo le

normative vigenti.

Le operazioni di foratura tubazioni (inserimento manicotti, ecc.) devono essere eseguite

utilizzando attrezzature e metodologie che consentono l’esecuzione del foro senza

fuoriuscita di gas.

L’attività di messa in servizio delle tubazioni stradali deve essere eseguita sotto la

supervisione di personale della Committente.

20.1. DEFINIZIONI

Spurgo della condotta:

insieme delle operazioni mediante le quali s'elimina dalla condotta (per spostamento) un

fluido per mezzo di un altro, in condizioni controllate di sicurezza. Sono incluse, quindi,

sia le operazioni di svuotamento della condotta dall’aria per la messa in esercizio, sia

quelle di svuotamento della tubazione dal gas distribuito, per la messa fuori esercizio.

Spurgo diretto:

tecnica di spurgo che prevede il contatto diretto dell’aria con il gas distribuito.

Spurgo indiretto:

tecnica di spurgo nella quale il gas distribuito e l’aria non sono posti direttamente in

contatto.

Si distingue in:

spurgo indiretto totale con gas inerte, in cui si effettua lo spostamento totale del

fluido da eliminare mediante immissione continua di gas inerte;

spurgo indiretto con cuscinetto d'inerte, in cui il gas distribuito e l’aria sono separati

mediante un cuscinetto di gas inerte.

20.2. MODALITÀ OPERATIVE

Sia per la messa in esercizio che per la messa fuori esercizio di tratte di rete, le modalità

operative devono essere di volta in volta accuratamente ed appropriatamente scelte in

funzione:

della pressione d’esercizio;

del volume, ramificazione ed ubicazione della rete;

del grado d'interconnessione della rete;

Le operazioni devono essere adeguatamente programmate e segnalate con sufficiente

anticipo agli eventuali clienti interessati. Nei casi in cui le operazioni non sono

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MESSA IN ESERCIZIO E FUORI

ESERCIZIO DI CONDOTTE GAS

Sez. 20

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programmabili, la comunicazione agli eventuali utenti interessati deve avvenire seguendo

le indicazioni riportate sulle specifiche Procedure / Istruzioni aziendali.

In occasione della messa in esercizio o della messa fuori esercizio di un tratto di rete può

essere impiegata sia la tecnica di spurgo diretto, sia quella di spurgo indiretto.

Al riguardo valgono i seguenti criteri orientativi.

Possono essere spurgate e messe in esercizio direttamente con gas, o spurgate e messe

fuori esercizio direttamente con aria, le condotte fino al De 315 compreso (polietilene) o

DN 300 compreso (altri materiali). Per diametri maggiori è opportuno l’impiego della

tecnica di spurgo indiretto. Lo spurgo indiretto con cuscino d'inerte é considerato idoneo,

come alternativa a quello totale con gas inerte, per condotte senza diramazioni.

Utilizzando la tecnica dello spurgo indiretto occorre impiegare un volume d'inerte

(segnatamente azoto) adeguato, ed in particolare:

nel caso di spurgo totale con gas inerte a circa 1,5 volte quello del gas da spostare;

nel caso di spurgo con cuscino d'inerte a circa il 10% di quello da spostare.

A titolo informativo una bombola da 15 Kg e 200 bar contiene circa 10 Stm3

di azoto e

deve essere dotata di riduttore per consentirne l’immissione nelle condotte alla pressione

opportuna.

Durante tutte le operazioni di spurgo occorre attenersi a quanto segue:

devono essere adottati opportuni accorgimenti per evitare scintille dovute a differenze

di potenziale tra parti metalliche od a scariche d'elettricità statica (ad esempio su

tubazioni di PE). Per quanto riguarda il primo aspetto, occorre in particolare eseguire,

o mantenere se già in opera, collegamenti per la continuità elettrica tra le condotte

metalliche separate interessate dalle operazioni di spurgo;

in prossimità dei punti di spurgo non devono essere presenti fiamme libere né altre

fonti d'ignizione, (anche i telefoni cellulari devono essere tenuti spenti) e devono

essere esposte idonee segnalazioni (in particolare di “Vietato Fumare” e di “Non usare

fiamme libere”) conformemente alle norme vigenti;

devono essere disponibili idonee protezioni per l’udito ed un numero sufficiente di

dispositivi di protezione per le vie respiratorie e devono essere impiegati adeguati

indumenti protettivi; sul posto deve inoltre essere disponibile idonea attrezzatura

antincendio pronta per l’uso. Al riguardo costituisce riferimento la “Normalizzazione

Interna” di prevenzione e protezione, capitolo “Dispositivi di protezione individuale e

mezzi di sicurezza”;

devono essere adottate le dovute precauzioni affinché i volumi di gas o d'inerte

rilasciati non siano tali da provocare asfissia;

l’accesso all’area di cantiere deve essere consentito al solo personale autorizzato;

le operazioni di spurgo, una volta iniziate, devono essere portate a termine senza

interruzioni. Se si verifica qualsiasi interruzione, lo spurgo deve essere abbandonato e

l’intera operazione ripetuta;

lo spurgo deve essere effettuato in modo progressivo a partire dal punto d’immissione

ed ogni diramazione di lunghezza superiore indicativamente a 3 m deve essere

completamente spurgata alla sua estremità prima di procedere più a valle;

la velocità di spurgo deve essere tale da evitare turbolenze e trascinamento di polvere;

é particolarmente importante, nel caso di spurgo indiretto con cuscino d'inerte,

mantenerla costante per tutta la durata dell’operazione.

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MESSA IN ESERCIZIO E FUORI

ESERCIZIO DI CONDOTTE GAS

Sez. 20

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Il terminale di spurgo deve:

1. essere di materiale metallico;

2. scaricare verticalmente all’aria libera ad un’altezza normalmente non inferiore a 2,5 m

dal livello del suolo;

3. essere situato a distanza di sicurezza da possibili punti d’ignizione (ad es. lampioni

stradali);

4. essere posizionato in modo tale che il flusso del gas non possa entrare all’interno

d’edifici;

5. essere corredato di valvola, preferibilmente a passaggio pieno, e di presa di controllo

della concentrazione di gas in aria;

6. essere adeguatamente messo a terra, qualora posizionato su tubazione di PE;

7. preferibilmente non includere una rete taglia-fiamma; in ogni caso, se ritenuta

necessaria, deve essere considerata la conseguente riduzione di velocità del gas.

Le operazioni di spurgo si ritengono terminate quando, a seguito di misurazioni eseguite

con adatti strumenti in corrispondenza d’ogni punto di sfiato, risulta:

nel caso di spurgo, diretto o indiretto, con tecnica a “cuscinetto d’inerte”, per almeno

due letture successive, una concentrazione di gas inerte superiore o uguale al 90% ;

nel caso di spurgo diretto od indiretto con aria o nel caso di spurgo indiretto totale

d’aria, l’assenza del gas sostituito.

20.3. MESSA IN ESERCIZIO

Le tratte di nuova posa possono essere messe in esercizio solo dopo aver superato il

collaudo. Se si prevede di effettuare tale operazione a distanza di tempo, le tratte devono

essere mantenute in pressione e prima della loro messa in esercizio, occorre verificarne la

tenuta mediante rilievi dei valori di pressione, per accertare che non abbiano nel

frattempo subìto danneggiamenti.

Nel caso di condotte sottoposte a collaudo idraulico, prima della messa in esercizio,

occorre verificare con particolare attenzione, la completa espulsione dell’acqua.

A seguito d’interventi di manutenzione, la messa in esercizio di tratte di rete esistenti

esercite a pressioni 5 bar ( 0,5 MPa) può avvenire anche senza prove a pressione,

avendo comunque cura di accertare la tenuta delle giunzioni realizzate nel corso dei

lavori.

La tratta da mettere in esercizio deve essere a pressione atmosferica ed occorre accertarsi

che non esistono punti di spurgo aperti diversi da quelli predeterminati; i punti di spurgo

devono essere costantemente presidiati durante le operazioni.

Nel caso di messa in esercizio di una condotta che termina all’interno di un edificio, per

lo spurgo deve essere impiegato un tubo flessibile che scarichi all’aria aperta. Tale tubo

flessibile deve essere provvisto di terminale metallico ed essere adeguatamente vincolato.

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MESSA IN ESERCIZIO E FUORI

ESERCIZIO DI CONDOTTE GAS

Sez. 20

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Occorre porre attenzione, durante la messa in esercizio di una tratta, che la pressione

nella rete esistente da cui si preleva il gas non scenda al di sotto del valore preesistente

l’operazione.

20.4. MESSA FUORI ESERCIZIO

Prima di mettere fuori esercizio una tratta occorre sincerarsi d’averla completamente

scollegata dal resto della rete. Allo scopo può essere opportuno ridurre preventivamente

la pressione nella condotta da isolare ad un valore inferiore a quello delle rete circostante

e verificare che essa non aumenti.

Particolare attenzione deve essere posta per ridurre al minimo l’emissione di gas in

atmosfera.

Per la messa fuori esercizio di una tratta, sia con metodo diretto sia con metodo indiretto

con cuscino d’inerte, può essere utilizzato un compressore per spingere il gas

all’atmosfera attraverso il terminale di spurgo, oppure può essere utilizzato un eiettore per

aspirare il gas dalla tratta. A titolo indicativo, l’impiego del compressore é idoneo per

condotte di diametro nominale DN 300 per TS acciaio e De 315 per TS di PE, mentre

per diametri nominali maggiori l’eiettore risulta più efficace.

Quando é necessario scollegare una tratta di condotte dalla rete, occorre accertarsi che

tale operazione non modifichi oltre i limiti d’accettabilità il regime di pressione in rete

nell’intorno del punto d’intervento.

Qualora le condotte siano messe fuori esercizio, occorre chiudere tutte le aperture ed

eventualmente immettere del gas inerte. In funzione della lunghezza della condotta

abbandonata deve essere inoltre valutata l’opportunità di porre in opera sigillature

intermedie, per ridurre il volume libero.

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ATTREZZATURE PER LA GESTIONE

DELLE RETI IN GAS Sez. 21

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21. ATREZZATURE PER LA GESTIONE

DELLE RETI GAS

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ATTREZZATURE PER LA GESTIONE

DELLE RETI IN GAS Sez. 21

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21. MODALITÀ OPERATIVE D’IMPIEGO DELL’ATTREZZO SCHIACCIATUBI

Per un maggior dettaglio di quanto specificato al volume AM-SI04 della Normativa Aziendale,

si evidenziano le principali modalità operative e prescrizioni di sicurezza da adottare per

l’intercettazione e la riattivazione di tratti di tubazione di PE.

Nel capitolo si fa riferimento a tratte di tubazioni magliate o in antenna, sulle quali é stata

preventivamente realizzata una linea di by-pass al fine di garantire, per quanto possibile e per

tutta la durata dell’intervento operativo, la continuità d’erogazione del gas all’utenza servita.

21.1. Tubazioni di PE in B.P.

Valgono le prescrizioni operative e di sicurezza riportate in Normalizzazione Tecnica

Aziendale AM-SI04.

21.2. Tubazioni di PE in MPA (50 De 180) o in MPB (50 De 110)

Intercettazione del flusso del gas:

a) predisporre l’attrezzo schiacciatubo (Fig.A pos.1) ed effettuare lo schiacciamento della

tubazione nel punto prestabilito, seguendo le prescrizioni riportate nel volume AM-SI04;

b) predisporre l’attrezzo schiacciatubo (Fig.A pos.2) ed effettuare lo schiacciamento della

tubazione, nel punto prestabilito, seguendo le stesse prescrizioni di cui sopra;

c) solo nel caso in cui dovesse registrarsi un significativo trafilamento di gas nella zona

d’intervento, saldare (Fig.A pos.3), ad una distanza minima di 3De dal punto di

schiacciamento, il Ti di presa (De32); quindi forare la tubazione avendo preventivamente

provveduto a realizzare il sistema di convogliamento del gas, eventualmente presente nel

tratto intercettato, in luogo aperto lontano da centri di pericolo o d’incendio1;

d) eseguire l’intervento sulla tubazione nel rispetto delle prescrizioni in materia di sicurezza

adottate in azienda.

Messa in esercizio del tratto intercettato:

1. agire sull’attrezzo schiacciatubo (Fig A pos.1) allentando lentamente e con cura le barre

di schiacciamento onde consentire un lieve trafilamento del gas tale da favorire lo spurgo

del tratto intercettato attraverso la presa di sfiato ( Fig.A pos.3). Valgono le prescrizioni

operative e di sicurezza riportate nel volume AM-SI04;

2. posizionare in chiusura il perforatore del Ti di presa, quindi scollegare la manichetta/tubo

di sfiato, applicare successivamente la calotta (elettrosaldabile) in corrispondenza della

1 Es. Collegamento del Ti di presa con manichetta flessibile o tubo di PE con attacco a serraggio meccanico (rif.

Tab. M 17928)

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derivazione del Ti , quindi il tappo esterno di tenuta;

3. smontare completamente l’attrezzo schiacciatubo (Fig.A pos.1) e successivamente

l’attrezzo (Fig.A pos.2) nel rispetto delle prescrizioni operative e di sicurezza riportate

nel volume AM-SI04;

4. riarrotondare ciascuna sezione soggetta a schiacciamento al fine di consentire

l’applicazione del collare di rinforzo (tab. M 178210/1 e 178213/4);

5. applicare i collari di rinforzo.

21.3. Tubazioni di PE in M.P.A (De225) o in M.P.B (De125)

Intercettazione del flusso del gas:

a) predisporre l’attrezzo schiacciatubo in posizione (Fig.B pos.1) ed effettuare lo

schiacciamento della tubazione nel punto prestabilito, seguendo le prescrizioni riportate nel volume AM-SI04;

b) predisporre l’attrezzo schiacciatubo in posizione (Fig.B pos.2) ed effettuare lo

schiacciamento della tubazione, nel punto prestabilito, seguendo le stesse prescrizioni di cui sopra;

c) saldare in corrispondenza delle posizioni (Fig.B pos.3) e (Fig.B pos.4), ad una distanza

minima di 3 volte il De da ciascun punto di schiacciamento, un Ti di presa (De32); quindi forare la tubazione avendo preventivamente provveduto a realizzare ad una distanza minima di 1,5 m dal punto di schiacciamento il convogliamento del gas eventualmente presente e/o trafilato nel tratto intercettato in luogo aperto lontano da centri di pericolo o incendio;

d) saldare in corrispondenza dei punti (Fig.B pos.5) e (Fig.B pos.6) indicati, due manicotti

(tab. M 1885…) per l’inserimento dei palloni otturatori adeguati al diametro della tubazione, quindi gonfiare i palloni stessi nel rispetto delle operazioni e modalità d’uso indicati nel volume AM-SI03 al paragrafo ‘Inserimento dei palloni otturatori’;

e) eseguire l’intervento sulla tubazione nel rispetto delle prescrizioni in materia di sicurezza

adottate in azienda.

Messa in esercizio del tratto intercettato:

1. sfilare, nel rispetto delle prescrizioni riportate nel volume AM-SI03 i palloni otturatori (Fig.B pos.5) e (Fig B pos.6) applicando successivamente il tappo interno di tenuta e la calotta di protezione in corrispondenza dei due raccordi;

2. portare in chiusura il perforatore del Ti di presa (Fig.B pos.3), quindi scollegare la

manichetta/tubo di sfiato, applicare successivamente la calotta (elettrosaldabile) in corrispondenza della derivazione, quindi il tappo esterno di tenuta a protezione del perforatore;

3. agire sull’attrezzo schiacciatubo (Fig.B pos.1) allentando lentamente e con cura le barre

di schiacciamento onde consentire un lieve trafilamento del gas al fine di favorire lo

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spurgo del tratto intercettato attraverso la presa di sfiato (Fig.B pos.4);

4. completata l’operazione di spurgo portare in chiusura il perforatore del Ti di presa (Fig.B pos.4), quindi scollegare la manichetta/tubo di sfiato, applicare la calotta (elettrosaldabile) in corrispondenza della derivazione del Ti e successivamente il tappo esterno di tenuta;

5. smontare completamente l’attrezzo schiacciatubo (Fig B pos.1) e successivamente

l’attrezzo (Fig. B pos.2) nel rispetto delle prescrizioni operative e di sicurezza riportate nel volume AM-SI04;

6. riarrotondare ciascuna sezione soggetta a schiacciamento al fine di consentire

l’applicazione del collare di rinforzo (tab. M 178210/1 e 178213/4); 7. applicare i collari di rinforzo.

Schema d’intercettazione tubazione di PE

Pressione max. d’esercizio

bar

Serie spessori Range di diametri

0,5 S8 (*) 50 De 180

5 S5 50 De 110

(*) S5 per tubi aventi De 63

Figura A

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Schema d’intercettazione tubazione di PE

Pressione max.

d’esercizio

bar

Serie spessori Range di diametri

0,5 S8 De 225

5 S5 De 125

Figura B

Nota

Per tubi De 315 (S8) l’utilizzo dello schiacciatubi deve essere oggetto di valutazione tecnico-

economica; nel caso si intervenga devono essere previsti due punti di schiacciamento, per ogni

lato di intervento, distanti tra loro 1m.

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21.4. IMPIEGO DELL’ATTREZZO SCHIACCIATUBI SU TUBAZIONI STRADALI

ED ALLACCIAMENTI DI PE

Nella tabella seguente si riassume l’utilizzo dell’attrezzo schiacciatubi su tubazioni stradali

ed allacciamenti di PE per pressioni ≤ 5 bar.

Pressione

massima

di

esercizio

Serie di

spessore

tubi

Diametro tubazione (De)

≤ 63 90 110 125 160 180 225 315

0.04 S8 (*) A

0.5 S8 (*) B C D

5 S5 B C D

Note

(*) Serie S5 per De 63

A Utilizzo dell’attrezzo schiacciatubi.

B Utilizzo dell’attrezzo schiacciatubi + realizzazione di una presa di sfiato a valle del

punto di schiacciamento (cfr. nota 1). Per tubazioni esercite in MPA, in alternativa, è

possibile realizzare il convogliamento del gas, in luogo aperto lontano da fonti di

pericolo e d’incendio, scollegando il gruppo di riduzione di un impianto IDU interessato

dai lavori.

C Utilizzo dell’attrezzo schiacciatubi + inserimento pallone otturatore (a valle del punto di

schiacciamento) + realizzazione di uno sfiato intermedio tra i due sistemi.

D Diametro non utilizzato per il campo di pressione.

Nel caso di sistemi in antenna o quando è previsto di non realizzare una linea di by-pass è

sufficiente una sola postazione di intercettazione.

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21.5. ATTREZZATURE PER INTERCETTAZIONE DEL FLUSSO SENZA FUORI USCITA DI GAS SU TUBAZIONI STRADALI E

ALLACCIAMENTI

POLIETILENE

B.P. M.P.A M.P.B M.P.C

RIFERIMENTO

DOCUMENTAZAZIONE

AZIENDALE

a) Attrezzo Schiacciatubi

FIVER (ex FUSION

EQUIPMENT) :

Mod. S (De 16 ÷ 32)

Mod. S1 (De 20 ÷ 63)

Mod. S2 (De 63 ÷ 180)

Mod. S3 (De 180 ÷ 250)

Mod. S4 (De 250 400)

F.I.E.L. (ex HAXEY FUSION

LMD.) :

Mod. SQ30-63I (De 20 ÷ 63)

Mod. SQ63-180I (De 63 180)

Mod. SQ180-250I (De 180 250)

Mod. SQ315-400I (De 315 400)

FISHER :

Mod. A25 (De 160 250)

a) Attrezzo Schiacciatubi

FIVER (ex FUSION

EQUIPMENT):

Mod. S (De 16 ÷ 32)

Mod. S1 (De 20 ÷ 63)

Mod. S2 (De 63 ÷ 180)

Mod. S3 (De 180 ÷ 250)

Mod. S4 (De 250 400)

F.I.E.L. (ex HAXEY FUSION

LMD.) :

Mod. SQ30-63I (De 20 ÷ 63)

Mod. SQ63-180I (De 63 180)

Mod. SQ180-250I (De 180 250)

Mod. SQ315-400I (De 315 400)

FISHER :

Mod. A25 (De 160 250)

b) Macchina tamponatrice

T.D. WILLIAMSON :

Mod. P2000 (De 110 ÷ 160)

Per i raccordi vedere Tabb. M.

189101/2. e 189105/6.

a) Attrezzo Schiacciatubi

FIVER (ex FUSION

EQUIPMENT):

Mod. S (De 16 ÷ 32)

Mod. S1 (De 20 ÷ 63)

Mod. S2 (De 63 ÷ 180)

Mod. S3 (De 180 ÷ 250)

F.I.E.L. (ex HAXEY FUSION

LMD.) :

Mod. SQ30-63I (De 20 ÷ 63)

Mod. SQ63-180I (De 63 180)

Mod. SQ180-250I (De 180 250)

FISHER :

Mod. A25 (De 160 250)

b) Macchina tamponatrice

T.D. WILLIAMSON :

Mod. P2000 (De 110 ÷ 160)

Per i raccordi vedere Tabb. M.

189101/2. e 189105/6.

Non ammesso

a) Attrezzo Schiacciatubi (Rif. AM-

SI04)

b) Macchina tamponatrice:

T.D. WILLIAMSON P2000

(Rif. AM-SI05)

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ACCIAIO

B.P. M.P.A M.P.B (*) M.P.C (**)

RIFERIMENTO

DOCUMENTAZIONE

AZIENDALE

a) Macchina per l’inserimento

palloni otturatori

T.D. WILLIAMSON :

Mod. M.A.B. (DN 80 ÷ 400)

Per i raccordi vedere Tab. G.

4051…

RAVETTI :

Mod. INTROBAG IB3 (DN 80 ÷

300)

Mod. INTROBAG IB4 (DN 350-

400)

Per i raccordi vedere Tab. G.

4051…

c) Macchina per intercettazione

gas su colonne montanti e

allacciamenti

RAVETTI :

Mod. MICROSTOP (DN 1” ‚ 3”)

Per i raccordi vedere AM-SI09

b) Macchina tamponatrice

RAVETTI :

Mod. MINISTOP (DN 3/4” ‚ 2”)

Per i raccordi vedere Tab. G.

19023..

RAVETTI :

STOP/SYSTEM DUE:

Mod. SS1 (DN 50 ÷ 80)

Mod. SS2 (DN 100-125)

Mod. SS3 (DN 150)

Mod. SS4 (DN 200)

Mod. SS5 (DN 250)

Per i raccordi vedere Tab. G.

19023..

Mod. SS6 (DN 300) (1)

Mod. SS8 (DN 400) (1)

b) Macchina tamponatrice

RAVETTI :

Mod. MINISTOP (DN 3/4” ‚ 2”)

Per i raccordi vedere Tab. G.

19023..

RAVETTI :

STOP/SYSTEM DUE:

Mod. SS1 (DN 50 ÷ 80)

Mod. SS2 (DN 100-125)

Mod. SS3 (DN 150)

Mod. SS4 (DN 200)

Mod. SS5 (DN 250)

Per i raccordi vedere Tab. G.

19023..

Mod. SS6 (DN 300) (1)

Mod. SS8 (DN 400) (1)

MÜELLER (2) :

Mod. 3SW (DN 100-150-200)

Mod. 4SW (DN 250-300)

Per i raccordi vedere Tabb. M.

190214. e 190204/5.

b) Macchina tamponatrice

MÜELLER (2) :

Mod. 3SW (DN 100-150-200)

Mod. 4SW ( DN 250-300)

Per i raccordi vedere Tabb. M.

190214. e 190204/5.

a) Macchina per l’inserimento

palloni otturatori:

T.D WILLIAMSON M.A.B.

(Rif. AM-SI06)

RAVETTI INTROBAG IB3 e

IB4 (Rif. AM-SI07)

b) Macchina tamponatrice:

RAVETTI MINISTOP (Rif.

AM-SI08)

RAVETTI STOP SYSTEM

DUE (Rif. AM-SI02)

MÜELLER 3SW e 4SW (Rif.

AM-SI01)

c) Macchina per intercettazione gas

su colonne montanti e

allacciamenti:

RAVETTI MICROSTOP (Rif.

AM-SI09)

(*) Qualora si debba intervenire su condotte esercite in M.P.B, con abbassamento della pressione a P ≤ 0,04 bar, le attrezzature T.D. WILLIAMSON mod. M.A.B. e RAVETTI mod. Introbag

IB3 e IB4 devono essere utilizzate solo su tubazioni di DN ≥ 150 in quanto i raccordi di acciaio da saldare a sella per i DN 80 - DN 100 non garantiscono la tenuta alla pressione di esercizio a 5

bar. Per i DN 80 e DN 100 i palloni otturatori devono essere inseriti (vedere AM-SI03) attraverso i tradizionali manicotti d’acciaio a saldare (vedere Tab. M. 17867..).

(**) Intervento oggetto di ACCORDO QUADRO per prestazioni specialistiche con fornitura di specifici materiali di consumo e con idonee attrezzature (NARDIELLO, RAVETTI, T.D.

WILLIAMSON).

(1) Attrezzatura in fase di ammissione all’utilizzo aziendale.

(2) Attrezzature disponibili in azienda c/o NORD OVEST (C.O. Novara) e AREA METROPOLITANA ROMA (Roma).

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GHISA

B.P. M.P.A M.P.B M.P.C

RIFERIMENTO

DOCUMENTAZIONE

AZIENDALE

a) Macchina per l’inserimento

palloni otturatori

T.D. WILLIAMSON :

Mod. M.A.B. (DN 80 ÷ 400)

Per i raccordi vedere Tab. G.

4051…

RAVETTI :

Mod. INTROBAG IB3 (DN 80 ÷

300)

Mod. INTROBAG IB4 (DN 350-

400)

Per i raccordi vedere Tab. G.

4051…

b) Macchina tamponatrice

RAVETTI :

STOP/SYSTEM DUE:

Mod. SS1 (DN 80)

Mod. SS2 (DN 100 ÷ 125)

Mod. SS3 (DN 150)

Mod. SS4 (DN 200)

Mod. SS5 (DN 250)

Per i raccordi vedere Tab. G.

19023..

Mod. SS6 (DN 300) (1)

Mod. SS8 (DN 400) (1)

Non ammesso

Non ammesso

a) Macchina per l’inserimento

palloni otturatori:

TD WILLIAMSON M.A.B.

(Rif. AM-SI02)

RAVETTI INTROBAG IB3 e

IB4 (Rif. AM-SI07)

b) Macchina tamponatrice:

RAVETTI STOP SYSTEM

DUE (Rif. AM-SI02)

(1) Attrezzatura in fase di ammissione all’utilizzo aziendale.

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21.6. ATTREZZATURE PER LA REALIZZAZIONE DI PRESE – FORI IN CARICO – SENZA FUORIUSCITA DI GAS

B.P. M.P.A M.P.B M.P.C

RIFERIMENTI

DOCUMENTAZIONE

AZIENDALE

POLIETILENE

(*)

Per i Ti di presa vedere Tab. G.

188….

(*)

Per i Ti di presa vedere Tab. G.

188….

(*)

Per i Ti di presa vedere Tab. G.

188….

Non ammesso I.M. 3.1.1.1.

I.M. 3.1.2.1.

I.M. 3.1.3.1.

ACCIAIO

a) Foratubi per Ti di presa

RAVETTI : Mod. Art. 30 con kit aggiuntivo

per DN 1” 3” (vedere I.M.

3.1.3.2.)

Per i Ti di presa vedere Tab. G.

1773...

c) Macchina per intercettazione

gas su colonne montanti e

allacciamenti

RAVETTI :

Mod. MICROSTOP (DN 1” ‚

3”)

Per i raccordi vedere AM-SI09

a) Foratubi per Ti di presa

RAVETTI : Mod. Art. 250 (DN da 1” ‚ 2”)

Per i Ti di presa vedere Tab. G.

1773...

a) Foratubi per Ti di presa

RAVETTI : Mod. Art. 250 (DN 1” ‚ 2”)

Per i Ti di presa vedere Tab. G.

1773... e Tab. M 190200.

b) Macchina tamponatrice

MÜELLER (1) :

Mod. 3SW (DN 100-150-200)

Mod. 4SW (DN 250-300)

Per i raccordi vedere Tabb. M.

190214. e 190204/5.

b) Macchina tamponatrice

MÜELLER (2) :

Mod. 3SW (DN 100-150-200)

Mod. 4SW ( DN 250-300)

Per i raccordi vedere Tabb. M.

190214. e 190204/5.

a) Foratubi per Ti di presa:

RAVETTI art. 30 (Rif.

AM-AV04) + kit aggiuntivo

(Rif. lettera prot. n.

99119PRO0485 del

29/04/99)

RAVETTI art. 250 (rif.

AM-AV02)

b) Macchina tamponatrice:

MÜELLER (rif. AM-SI01)

c) Macchina per intercettazione

gas su colonne montanti e

allacciamenti:

RAVETTI MICROSTOP

(Rif. AM-SI09)

GHISA

a) Foratubi per Ti di presa

RAVETTI : Mod. Art. 30 con kit aggiuntivo

per DN 1” 3” (vedere I.M.

3.1.3.3.)

Per i collari di presa vedere

Tab. M. 17803..

Per i Ti di presa vedere Tab. G.

1773...

a) Foratubi per Ti di presa

RAVETTI : Mod. Art. 250 (DN 1” ‚ 2”)

Per i collari di presa vedere

Tab. M. 17803..

Per i Ti di presa vedere Tab. G.

1773...

Non ammessa Non ammessa

a) Foratubi per Ti di presa:

RAVETTI art. 30 (Rif.

AM-AV04) + kit aggiuntivo

(Rif. lettera prot. n.

99119PRO0485 del

29/04/99)

RAVETTI art. 250 (rif.

AM-AV02)

(*) Per la foratura del tubo di PE viene utilizzata la fresa contenuta nei Ti di presa.

(1) Attrezzature disponibili in azienda c/o NORD OVEST (C.O. Novara) e AREA METROPOLITANA ROMA (Roma)

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METODI DI RIPARAZIONE DISPERSIONI Sez. 22

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22. METODI DI RIPARAZIONE

DISPERSIONI

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METODI DI RIPARAZIONE DISPERSIONI Sez. 22

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22. METODI DI RIPARAZIONE DISPERSIONI

22.1 PREMESSA

A maggior dettaglio di quanto riportato nella Normalizzazione Tecnica Aziendale e rinviando alle

specifiche sezioni le istruzioni operative pertinenti l’individuazione e l’accertamento delle

dispersioni sul sistema distributivo gas, si descrivono nel seguito le principali modalità operative,

tecnologie e materiali da adottare per la messa in sicurezza e la riparazione delle dispersioni gas su

condotte di polietilene, di acciaio e di ghisa.

Le informazioni riportate non sono esaustive, ma sono da intendersi quale riferimento di massima,

da integrare con le indicazioni che scaturiscono dal continuo rapportarsi tra le funzioni tecniche

responsabili sul territorio e quelle di riferimento per la Committente nel caso di lavori affidati in

appalto.

Si evidenzia, innanzi tutto, che qualsiasi intervento tecnico eseguito dal personale della

Committente o dall’Appaltatore deve essere condotto utilizzando:

i Dispositivi di Protezione Individuali (DPI) riportati sul documento “Prescrizioni di sicurezza

per le attività operative – Identificazione dei pericoli e prescrizioni di sicurezza nelle attività

lavorative”, nonché le attrezzature e mezzi antincendio previsti (es. estintore portatile) ed a

corredo dell’automezzo di pronto intervento;

l’apposita strumentazione idonea al rilevamento della presenza di gas (esplosimetro) nel luogo di

intervento, che deve essere portato a tracolla e pronto all’uso;

l’attrezzatura d’intervento (es. macchine d’intercettazione, palloni otturatori) idonea per le

situazioni che possono presentarsi ed approvata preliminarmente dalla Committente (nel caso di

lavoro affidati in appalto);

i materiali di consumo per la riparazione, compresi i pezzi speciali, raccorderia, spezzoni di tubo,

indicati e ammessi all’utilizzo aziendale e/o prescritti dalla Committente (nel caso di lavori

affidati in appalto).

La dispersione gas deve essere annullata1 nel più breve tempo possibile; in ogni modo devono

essere monitorate, con l’apposita strumentazione di rilevazione gas metano, le condizioni di

sicurezza dell’impianto adottando tutte le precauzioni ed azioni volte ad evitare il formarsi di

atmosfere esplosive o comunque di situazioni di pericolo (es. aerando l’ambiente attraverso

l’apertura di porte, finestre, spioncini o creando in vari modi una ventilazione dell’aria presente).

Punti di attenzione nel caso di lavori affidati in appalto:

Quando lo si ritiene opportuno e comunque sempre nel caso di dispersioni gas da condotte o sezioni

d’impianto esercite in media pressione (Pe ≥ 40 mbar) è fatto obbligo all’Appaltatore ( nel caso di

lavori affidati in appalto) di informare prontamente la Committente (tecnico reperibile) della

situazione riscontrata in modo da ricevere specifiche e di appropriate istruzioni operative.

1 Riparazione della condotta gas sia essa interrata che aerea.

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METODI DI RIPARAZIONE DISPERSIONI Sez. 22

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Una volta concluso l’intervento di riparazione della parte d’impianto coinvolta e, se necessario

pianificare un successivo intervento di manutenzione, l’eventuale scavo eseguito può rimanere

aperto, salvo specifiche istruzioni dell’ente gestore della strada, per tutto il tempo necessario avendo

in ogni modo cura di rimuovere e portare in discarica autorizzata tutto il terreno di scavo

contaminato dalla dispersione gas.

22.2 RIPARAZIONE DISPERSIONI ACCERTATE SU TUBAZIONI INTERRATE

Riportiamo di seguito, quale sintesi di quanto più in dettaglio descritto nella Normalizzazione

Tecnica Aziendale, le metodologie operative, i sistemi ed i materiali da adottare per la messa in

sicurezza o la riparazione delle dispersioni gas accertate sul sistema distributivo, valide come linee

guida sia per il personale aziendale che nel caso di lavori affidati in appalto.

22.2.1 TUBAZIONI DI POLIETILENE (PE)

22.2.1.1 TUBAZIONI IN BASSA PRESSIONE

Intervento di messa in sicurezza e di riparazione dispersione da punti isolati

Si realizza generalmente senza intercettare il flusso del gas nella tubazione, mediante le seguenti

soluzioni alternative:

applicazione di apposita fascia paraffinosa (benda grassa) sulla superficie della condotta

danneggiata, con l’accorgimento di farla ben aderire alla superficie del tubo, di sovrapporla a più

strati e di fissarla avvolgendo sulla sua superficie uno spezzone di spago sufficientemente lungo;

a tale operazione deve seguire un successivo intervento programmato di manutenzione

consistente nella sostituzione del tratto di tubazione interessato e nell’inserimento di uno

spezzone di tubo (normalmente di polietilene) saldato con manicotti elettrosaldabili;

applicazione di manicotto di tenuta d’acciaio inox dotato, internamente, di guarnizione in

gomma (cfr. fig. 1). Questo intervento risulta efficace solo se l’estensione longitudinale della

zona danneggiata della tubazione non supera della metà la lunghezza complessiva del manicotto

stesso. Tale intervento, su valutazione della Committente, può essere considerato conclusivo

ovvero non richiedere un successivo intervento programmato di manutenzione.

Figura 1: Esempio di manicotti a due pezzi o avvolgente per riparazione dispersione

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METODI DI RIPARAZIONE DISPERSIONI Sez. 22

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Se a causa della dimensione dell’area di tubazione danneggiata o della deformazione subita dalla

superficie della condotta, non risulta possibile applicare la fascia paraffinosa o il manicotto di

tenuta, l’intervento di riparazione della tubazione deve prevedere:

l’intercettazione del tratto di tubazione danneggiata con le attrezzature previste (es. attrezzo

schiacciatubi – figura 2) nel rispetto delle prescrizioni contenute nel manuale di utilizzo e delle

istruzioni impartite dalla Committente (in caso di lavori affidati in appalto);

la sostituzione del tratto di tubazione interessato con uno spezzone di tubo di polietilene, saldato

con manicotti elettrosaldabili.

Figura 2 (schema indicativo)

Nel caso di reti in antenna, al fine di consentire la continuità di fornitura alle utenze poste a valle del

tratto danneggiato, deve essere fatto ricorso, ogni qualvolta possibile e comunque su indicazione

della Committente, alla predisposizione ed installazione preliminare di una linea provvisoria di by-

pass.

Intervento di messa in sicurezza e di riparazione dispersione da Ti di presa di PE

In funzione del punto in cui si è accertata la dispersione di gas, l’intervento di riparazione

dell’allacciamento si attua applicando idoneo mastice, in quantità adeguate, per appianare le

discontinuità di superficie specifiche dell’organo di presa, che impedirebbero una efficace

applicazione della fascia paraffinosa di tenuta (benda grassa). Tale fascia deve essere ben aderente,

sovrapposta a più strati e fissata in maniera adeguata.

La successiva sostituzione del Ti di presa danneggiato è realizzata con inserimento di un nuovo

tronchetto di tubo di polietilene saldato con manicotti elettrosaldabili, previa intercettazione del gas

mediante l’impiego di attrezzo schiacciatubi ed inserimento di un nuovo Ti di presa elettrosaldabile.

La lunghezza minima del tratto da sostituire non deve essere inferiore a 1m.

Nel caso di reti in antenna, al fine di consentire la continuità di fornitura alle utenze poste a valle del

tratto danneggiato, devono essere date indicazioni circa l’eventuale predisposizione ed installazione

preliminare di una linea provvisoria di by-pass.

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22.2.1.2 TUBAZIONI IN MEDIA PRESSIONE

Intervento di messa in sicurezza e di riparazione dispersione da punti isolati

Nel caso di tubazioni stradali l’intervento di messa in sicurezza si realizza2, mediante applicazione di

collari di tenuta d’acciaio inox (a due o tre pezzi) corredati internamente di apposita guarnizione di

gomma, e compatibili con la classe di pressione della condotta interessata (cfr. fig. 1).

Se a causa della dimensione dell’area di tubazione danneggiata o la deformazione subita dalla

superficie della condotta, non risulti possibile applicare il suddetto collare di tenuta, l’intervento di

messa in sicurezza della tubazione deve prevedere:

l’intercettazione del tratto di tubazione danneggiata3 con le attrezzature di intercettazione

previste (es. attrezzo schiacciatubi – figura 2) nel rispetto delle prescrizioni contenute nel

manuale di utilizzo e delle istruzioni impartite dalla Committente (nel caso di lavori affidati in

appalto);

la sostituzione del tratto di tubazione interessato, mediante l’inserimento di uno spezzone di tubo

di polietilene, saldato con manicotti elettrosaldabili.

Per gli allacciamenti interrati danneggiati sprovvisti di dispositivo automatico d’intercettazione,

l’intervento di messa in sicurezza dell’impianto consiste nell’intercettazione del flusso del gas, a

monte della dispersione, impiegando apposite attrezzature d’intercettazione (es. attrezzo

schiacciatubi) e seguendo le prescrizioni e modalità d’impiego indicate dalla Committente (nel caso

di lavori affidati in appalto).

Il successivo intervento programmato di riparazione della dispersione prevede la sostituzione del

tratto di tubazione interessato, mediante inserimento di uno spezzone di tubo di PE .

Intervento di messa in sicurezza e di riparazione dispersione da Ti di presa di PE

In funzione del punto in cui si è accertata la dispersione del gas e della possibilità di portare in

chiusura il perforatore incluso nel Ti di presa, l’intervento di messa in sicurezza dell’allacciamento

comporta:

l’abbassamento preliminare, ove il caso, della pressione all’interno della condotta interessata con

intervento tecnico a cura della Committente (nel caso di lavori affidati in appalto);

la realizzazione, in caso di tratte di rete in antenna e su indicazione della Committente, di una

linea provvisoria di by-pass che garantisca la continuità di fornitura alle utenze poste a valle del

Ti di presa danneggiato;

l’intercettazione di un tratto di condotta sufficientemente esteso che, ovviamente, comprende il

Ti di presa danneggiato;

l’inserimento di un nuovo tratto di tubazione di polietilene su cui realizzare un nuovo organo di

presa secondo le indicazioni della Normativa Tecnica Aziendale. Lo spezzone di tubo di

2 Previo abbassamento, ove il caso, della pressione del gas nella tubazione con un intervento tecnico da parte

della Committente; intervento non necessario per condotte di VI^ specie (Pe ≤ 0,5 bar). 3 Nel caso di reti in antenna, al fine di consentire la continuità di fornitura alle utenze poste a valle del tratto

danneggiato, la Committente da indicazioni circa l’eventuale predisposizione ed installazione preliminare di una linea provvisoria di by-pass.

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polietilene che sostituisce il tratto di condotta deve avere una lunghezza minima di 1 m;

il ricollegamento del nuovo organo di presa con la parte interrata dell’allacciamento interessato;

la messa in esercizio del nuovo tratto di tubazione ed il ripristino della fornitura di gas agli utenti

serviti.

22.2.2. TUBAZIONI DI ACCIAIO

22.2.2.1. TUBAZIONI IN BASSA PRESSIONE

Intervento di messa in sicurezza e di riparazione dispersione da punti isolati

Si realizza generalmente senza intercettare il flusso del gas nella tubazione mediante le seguenti

soluzioni alternative:

applicazione di apposita fascia paraffinosa (benda grassa) sulla superficie della condotta

danneggiata con l’accorgimento di farla ben aderire alla superficie del tubo, di sovrapporla a

più strati e di fissarla avvolgendo sulla sua superficie uno spezzone di spago sufficientemente

lungo;

applicazione di manicotto di tenuta d’acciaio inox/ghisa (collare a due o tre pezzi) dotati,

internamente, di guarnizione in gomma (rif. fig.1 e fig. 3).

Figura 3: Manicotto a tre pezzi per la riparazione delle dispersioni

Se non risulta possibile, data la dimensione dell’area di tubazione danneggiata o la deformazione

subita dalla superficie della condotta, applicare la banda paraffinosa o il suddetto manicotto di

tenuta. L’intervento di riparazione della tubazione è realizzato mediante:

predisposizione ed installazione di una condotta di by-pass in grado di garantire la continuità di

fornitura del gas alle utenze poste a valle del tratto danneggiato (solo nel caso di tratte in

antenna);

intercettazione del tratto di tubazione danneggiata mediante le attrezzature previste (es. macchina

per l’inserimento palloni otturatori) nel rispetto delle prescrizioni di sicurezza e modalità

d’impiego indicate dalla Committente (in caso di lavori affidati in appalto);

sostituzione del tratto di tubazione interessato mediante l’inserimento di uno spezzone di tubo di

acciaio saldato testa a testa.

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Nota: qualsiasi intervento su tubazioni di acciaio che comporti il taglio della tubazione stessa o

comunque la messa a nudo di un tratto richiede, in via preliminare, l’esclusione del sistema di

protezione catodica attiva esistente e la realizzazione di un sistema equipotenziale di messa a terra

della tubazione nei tratti a monte e a valle della zona d’intervento.

Intervento di messa in sicurezza e di riparazione dispersione da Ti di presa di acciaio

Dopo aver determinato l’entità del deterioramento che ha provocato la dispersione gas è possibile,

in alternativa:

riprendere la saldatura di collegamento del Ti di presa sul tubo (ad esempio nel caso di soffiature

o criccature di limitata dimensione);

applicare apposito mastice per appianare le asperità ovvero le discontinuità di superficie

dell’organo di presa, che altrimenti impedirebbero l’applicazione successiva della fascia

paraffinosa di tenuta (benda grassa) sulla superficie stessa. La fascia paraffinosa deve essere

disposta ben aderente, sovrapposta a più strati e fissata in modo adeguato;

applicare, mediante giunzione saldata, a sovrapposizione sul tubo e di spigolo sul Ti, una corazza

forata in due pezzi. In caso di lavori affidati in appalto, questo intervento è da realizzare solo

previa approvazione da parte della Committente.

Nel caso si adotti la soluzione 2 occorre concludere l’intervento, programmando la saldatura di un

nuovo Ti di presa sulla tubazione, analogo a quello irreparabilmente danneggiato. Il Ti di presa

messo in sicurezza deve essere rimosso inserendo direttamente nel foro di presa un tappo ad

espansione e saldando sullo stesso e di spigolo un manicotto nero fondellato.

22.2.2.2. TUBAZIONI IN MEDIA PRESSIONE

Intervento di messa in sicurezza e di riparazione dispersione da punti isolati

Nel caso di tubazioni stradali l’intervento di riparazione si realizza4, mediante applicazione di

collari di tenuta d’acciaio inox dotati, internamente, di guarnizione in gomma, e compatibili con la

classe di pressione della condotta interessata (cfr. fig. 1, fig.3).

Se non risulta possibile, data la dimensione dell’area di tubazione danneggiata o la deformazione

subita dalla superficie della condotta, applicare il suddetto collare di tenuta, l’intervento di messa in

sicurezza della tubazione prevede:

la predisposizione ed installazione di una condotta di by-pass in grado di garantire la continuità

di fornitura del gas alle utenze poste a valle del tratto danneggiato (solo nel caso di tratte in

antenna);

l’intercettazione del tratto di tubazione danneggiata, mediante le attrezzature previste, nel

rispetto delle prescrizioni di sicurezza e modalità d’impiego indicate dalla Committente (in caso

di lavori affidati in appalto);

la sostituzione del tratto di tubazione interessato, mediante l’inserimento di uno spezzone di tubo

di acciaio, saldato testa a testa, previa intercettazione del flusso di gas.

4 Previo abbassamento, ove il caso, della pressione del gas nella tubazione con un intervento tecnico da parte

della Committente; intervento non necessario per condotte di VI^ specie (Pe ≤ 0,5 bar).

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Nota

Qualsiasi intervento su tubazioni di acciaio che comporti il taglio della tubazione stessa o

comunque la messa a nudo di un tratto richiede, in via preliminare, l’esclusione del sistema di

protezione catodica attiva esistente e la realizzazione di un sistema equipotenziale di messa a terra

della tubazione nei tratti a monte e a valle della zona d’intervento.

Intervento di messa in sicurezza e di riparazione dispersione da Ti di presa di acciaio

In funzione del punto di dispersione del gas e laddove non sia possibile riprendere la saldatura di

collegamento del Ti di presa sul tubo (ad esempio nel caso di soffiature o criccature di limitata

dimensione), l’intervento di messa in sicurezza dell’allacciamento comporta:

l’abbassamento, ove il caso, della pressione all’interno della condotta interessata mediante

modifiche alla taratura degli impianti di riduzione a cura della Committente (in caso di lavori

affidati in appalto);

la realizzazione, nel caso di tratta di rete in antenna (su indicazione della Committente), di una

linea provvisoria di by-pass che garantisca la continuità di fornitura alle utenze a valle del Ti di

presa danneggiato;

l’intercettazione, mediante le attrezzature previste, di un tratto di condotta sufficientemente

esteso, che ovviamente comprenda il Ti di presa danneggiato;

l’inserimento di un nuovo tratto di tubazione di acciaio (almeno 1 metro di lunghezza) su cui

realizzare un nuovo organo di presa con materiali e metodi di lavoro riportati nella Normativa

Tecnica Aziendale;

il ricollegamento del nuovo organo di presa con la parte interrata dell’allacciamento interessato;

la messa in esercizio del nuovo tratto di tubazione e quindi il ripristino della fornitura di gas agli

utenti serviti (qualora questa sia stata sospesa senza aver provveduto alla realizzazione di by-

pass).

22.2.3. TUBAZIONI DI GHISA GRIGIA O SFEROIDALE

Intervento di messa in sicurezza e di riparazione dispersione da giunti canapa piombo

Si realizza senza intercettare il gas nella tubazione mediante i seguenti interventi alternativi che non

necessitano di successivi interventi di manutenzione sulla tubazione:

l’iniezione, all’interno del giunto a bicchiere, di sigillante anaerobico indicato dalla Committente

(in caso di lavori affidati in appalto), modalità e condizioni d’impiego contenute nel libretto

d’istruzioni a corredo di ciascuna confezione (cfr. fig. 4).

Tale intervento comporta:

l’accurata pulizia del giunto a bicchiere, con spazzola di metallo antiscintilla, per una

lunghezza sufficientemente estesa per consentire l’intervento agevole di riparazione;

la realizzazione con trapano, ad aria compressa o a batteria, di uno o più fori sulla superficie

esterna del bicchiere, in funzione del diametro della tubazione interessata e dello stato di

consistenza della canapa all’interno del bicchiere; la profondità di foratura deve essere

adeguata allo spessore del bicchiere e non raggiungere la superficie esterna del tubo inserito al

suo interno (rif. fasi: a, b, c);

l’avvitamento della siringa sul raccordo predisposto per l’iniezione del sigillante, l’iniezione

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del sigillante anaerobico e la chiusura del foro praticato con apposito dado filettato. Il tempo

di iniezione dipende dall’entità della dispersione e dalla grandezza del giunto (rif. fasi: d, e, f).

l’applicazione di una guaina termorestringente (fig. 5), tipo Raychem, approvato dalla

Committente, avendo provveduto anche in questo caso a ribattere preventivamente il piombo

all’interno del bicchiere e ad applicare nella giusta misura il mastice sigillante, nello spazio tra

giunto e tubo, per consentire il buon adattamento e tenuta della guaina.

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Figura 5 : Fascia termorestringente tipo Raychem

Nel caso in cui, per tubazioni con DN ≤ 100, non sia possibile effettuare subito gli interventi

sopraccitati, è possibile eseguire l’intervento di riparazione della tubazione applicando su tutta la

superficie del bicchiere ed a più strati la benda paraffinosa (benda grassa), ovviamente dopo aver

ribattuto il piombo all’interno del bicchiere ed applicato mastice in giusta quantità nello spazio tra

giunto e tubo per consentire il buon adattamento e tenuta della benda grassa.

L’intervento conclusivo di manutenzione della tubazione può essere eseguito con uno dei seguenti

interventi in alternativa:

iniezione di sigillante anaerobico secondo quanto sopra indicato oppure su indicazione specifica

della Committente (nel caso di lavori affidati in appalto);

sostituzione del giunto con un tratto di tubazione di polietilene collegata con giunti di transizione

alla condotta di ghisa esistente (fig. 6). Per tale soluzione deve essere valutata, nel caso di

condotte in antenna, l’opportunità di installare preventivamente una condotta di by-pass in grado

di garantire la continuità di fornitura del gas alle utenze poste a valle del tratto danneggiato.

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Figura 6 : Giunto di transizione PE-Ghisa

Intervento di messa in sicurezza e di riparazione dispersione da giunti Gibault o da manicotti

meccanici

L’intervento di messa in sicurezza della tubazione prevede una semplice azione di tiraggio della

bulloneria esistente. Nel caso in cui ciò non sia possibile, date le condizioni del giunto, occorre in

ogni modo ridurre prontamente la dispersione accertata, applicando a ridosso delle possibili vie di

fuga(fig. 7), un quantitativo sufficiente di mastice di tenuta ricoperto da sovrapposti strati di fascia

paraffinosa. Fondamentale in questo caso una pulizia accurata di tutte la superfici di contatto tra la

ghiera, tubo e corpo del giunto.

Figura 7 : Giunto Gibault

Rif. Descrizione materiale

1 Corpo di ghisa sferoidale o d’acciaio

2 Guarnizione in elastomero NBR

3 Bullone completo di rosetta

4 Flangia mobile di compressione di ghisa sferoidale o di

acciaio

5 Tubo di polietilene serie S8

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Una volta riparata la dispersione, verificando con soluzione saponosa l’assenza di fuoriuscita di gas,

si programma l’intervento di manutenzione, consistente nella sostituzione del giunto riparato con

inserimento di un tratto di tubazione di polietilene collegato alla condotta esistente a mezzo giunti

di transizione approvati dalla Committente (fig. 6).

Nel caso di reti in antenna, al fine di consentire la continuità di fornitura alle utenze poste a valle del

tratto danneggiato, devono essere date indicazioni circa l’eventuale predisposizione ed installazione

preliminare di una linea provvisoria di by-pass.

Intervento di messa in sicurezza e di riparazione dispersione da punti isolati o rotture trasversali

In funzione della tipologia ed estensione della superficie fugante, l’intervento di riparazione della

tubazione si realizza, generalmente senza intercettare il flusso del gas nella tubazione, mediante

l’applicazione, in alternativa di:

apposita fascia paraffinosa (benda grassa) sulla superficie della condotta danneggiata, con

l’accorgimento di farla ben aderire alla superficie del tubo, di sovrapporla a più strati e di fissarla

in modo adeguato;

guaina termorestringente (fig. 5) tipo Raychem;

manicotto di tenuta d’acciaio inox (collare avvolgente o a due pezzi) dotato, internamente, di

apposita guarnizione di gomma (cfr. fig. 1). Questa soluzione risulta essere efficiente solo se

l’estensione della zona danneggiata, in senso longitudinale, della tubazione non supera della

metà la lunghezza complessiva del manicotto stesso. Tale intervento, a seguito di una

valutazione della Committente (in caso di lavori affidati in appalto), non richiederà successivi

interventi programmati di manutenzione.

Se non risulta possibile, data la dimensione dell’area di tubazione danneggiata o la deformazione

subita dalla superficie della condotta, applicare la benda paraffinosa o il suddetto manicotto di

tenuta, l’intervento di messa in sicurezza della tubazione prevede:

la predisposizione ed installazione di una condotta di by-pass in grado di garantire la continuità

di fornitura del gas alle utenze poste a valle del tratto danneggiato (solo nel caso di tratte in

antenna);

l’intercettazione del tratto di tubazione danneggiata mediante le attrezzature previste, nel rispetto

delle prescrizioni e modalità d’impiego indicate dalla Committente (nel caso di lavori affidati in

appalto);

la sostituzione del tratto di tubazione interessato, mediante l’inserimento di uno spezzone di tubo

di acciaio, saldato testa a testa, previa intercettazione del flusso di gas.

Intervento di messa in sicurezza e di riparazione dispersione da Ti di presa

Dopo aver determinato l’entità del deterioramento che ha provocato la dispersione un primo

intervento di messa in sicurezza può essere eseguito:

applicando l’apposito mastice di tenuta in modo da appianare le asperità ovvero le discontinuità

di superficie specifiche dell’organo di presa;

utilizzando la fascia paraffinosa di tenuta (benda grassa) per avvolgere completamente l’organo

di presa fugante, applicata in modo ben aderente, sovrapposta a più strati e fissata in modo

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adeguato. L’esito dell’operazione deve essere verificato con soluzione saponosa.

L’intervento successivo di manutenzione programmata comporta, nel caso in cui non sia possibile

ripristinare le condizioni di tenuta meccanica della presa (es. sostituzione raccorderia esistente):

la sostituzione dell’organo di presa, mediante l’inserimento di un tratto di tubazione di

polietilene o di acciaio5 su cui viene installato il nuovo organo di presa, secondo quanto

prescritto sulla Normativa Tecnica Aziendale. In caso di interventi su tratte in antenna, è

necessario valutare la possibilità di installare, preventivamente, una condotta di by-pass del tratto

da intercettare, in grado di garantire la continuità di fornitura del gas alle utenze poste a valle

della presa da annullare;

il ricollegamento del nuovo organo di presa con la parte interrata dell’allacciamento interessato;

la messa in esercizio del nuovo tratto di tubazione e quindi il ripristino della fornitura di gas.

22.3. RIPARAZIONE DISPERSIONI ACCERTATE SU TUBAZIONI AEREE

Intervento di messa in sicurezza e di riparazione dispersione da punti isolati

L’intervento di messa in sicurezza dell’impianto si realizza senza intercettare il flusso di gas nella

tubazione mediante l’applicazione, in alternativa di:

apposita fascia paraffinosa (benda grassa) sulla superficie della condotta danneggiata, con

l’accorgimento di farla ben aderire alla superficie del tubo, di sovrapporla a più strati e di fissarla

in modo adeguato;

manicotto di tenuta d’acciaio inox (collare avvolgente o a due pezzi) dotato, internamente, di

guarnizione in gomma. Questa soluzione risulta efficiente solo se l’estensione della zona

danneggiata, in senso longitudinale, della tubazione non supera della metà la lunghezza

complessiva del manicotto stesso. Tale intervento non richiede di norma un successivo

intervento programmato di manutenzione.

Nel caso della benda grassa segue un successivo intervento programmato di sostituzione del tratto

di tubazione interessato e l’inserimento di uno spezzone di tubo di acciaio, saldato o filettato, previa

intercettazione e messa fuori servizio del tratto di tubazione (colonne montante, sottocolonna) a

valle della sezione danneggiata o da bonificare.

Nota: qualsiasi intervento su tubazioni di acciaio che comporti il taglio della tubazione stessa deve

comportare la realizzazione di un sistema equipotenziale di messa a terra della tubazione nei tratti a

monte e a valle della zona d’intervento.

Intervento di messa in sicurezza e di riparazione dispersione da giunto filettato

Nel caso di dispersione accertata da giunti filettati dei raccordi in ghisa malleabile, se non è stato

ritenuto necessario od opportuno bonificare un più ampio tratto di impianto aereo oppure se non é

possibile ripristinare in modo agevole le condizioni di tenuta del giunto applicando canapa e pasta

5 Solo nel caso in cui la tubazione risulti essere anch’essa di acciaio.

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kolmat, si utilizza il sistema di iniezione sigillante per la riparazione delle dispersioni.

Le fasi operative da seguire in questi casi prevedono:

la pulizia della superficie esterna del giunto per eliminare ogni possibile incrostazione o residui;

la foratura del raccordo in corrispondenza del bordo rialzato, impiegando un idoneo trapano a

batteria con una punta da 4 mm (fig. 8). La profondità di foratura deve essere adeguata allo

spessore del raccordo in oggetto, per non intaccare il filetto del tubo. Un volta eseguito il foro

deve essere eliminato lo sfrido della lavorazione di foratura per evitare eventuali impedimenti in

fase di iniezione del sigillante;

l’iniezione del sigillante accostando la siringa, pronta all’uso, nel foro appena realizzato; il

tempo di iniezione, compreso fra 3 e 15 minuti, dipende dalla entità della dispersione e dal tipo

di giunto;

l’inserimento di apposito rivetto in alluminio, dopo aver iniettato la quantità di sigillante

necessaria (fig. 9).

Figura 8 : Foratura del raccordo di ghisa malleabile

Figura 9 : Inserimento rivetto di alluminio

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