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Azienda Ospedaliera FATEBENEFRATELLI E OFTALMICO LA SICUREZZA NEL LAVORO CON RADIAZIONI IONIZZANTI MANUALE INFORMATIVO - ALLEGATO 2 DATA: 03/06/2014 Rev. 0 Pag. 1 di 15

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LA SICUREZZA NEL LAVORO CONRADIAZIONI IONIZZANTI

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LA SICUREZZA NEL LAVORO CONRADIAZIONI IONIZZANTI

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SOMMARIO:

1. PRESENTAZIONE.......................................................................................................................3

2. EFFETTI BIOLOGICI DELLE RADIAZIONI.............................................................................3

Effetti graduati...................................................................................................................4

Effetti statistici o stocastici................................................................................................4

3. PROTEZIONE DEI LAVORATORI............................................................................................5

4. NORMATIVA..............................................................................................................................7

5. CLASSIFICAZIONE DEI LAVORATORI..................................................................................7

6. DISPOSIZIONI PARTICOLARI PER LE LAVORATRICI........................................................8

7. LIMITI DI DOSE EFFICACE PER GLI INDIVIDUI DELLA POPOLAZIONE........................8

8. LIMITI DI DOSE EQUIVALENTE PER PARTICOLARI ORGANI O TESSUTI PER GLIINDIVIDUI DELLA POPOLAZIONE........................................................................................8

9. PRINCIPI GENERALI DI PROTEZIONE CONTRO LE RADIAZIONI IONIZZANTI............9

Rischio da irradiazione esterna.................................................................................................9

Rischio di contaminazione (esterna e interna)......................................................................................9

10. RADIOPROTEZIONE NEGLI AMBIENTI IN CUI VENGONO UTILIZZATI I RAGGI X ASCOPO DIAGNOSTICO.............................................................................................................9

10.1 IL RISCHIO IN ATTIVITÀ RADIOLOGICA................................................................10

Radiologia tradizionale....................................................................................................10

Esami su pazienti allettati................................................................................................10

Tomografia Computerizzata............................................................................................10

Mammografia...................................................................................................................10

11. MEZZI DI PROTEZIONE......................................................................................................12

12. FLUOROSCOPIA...................................................................................................................12

13. FORMAZIONE.......................................................................................................................13

14. RADIOPROTEZIONE NELL’ASSISTENZA A PAZIENTI CHE HANNO EFFETTAUTOESAMI DIAGNOSTICI O TERAPIE CON l’IMPIEGO DI SOSTANZE RADIOATTIVENON SIGILLATE....................................................................................................................13

14.1 RISCHIO DA IRRADIAZIONE ESTERNA...................................................................14

14.2 RISCHIO DA IRRADIAZIONE INTERNA...................................................................15

15. FORMAZIONE.......................................................................................................................15

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1. PRESENTAZIONE

Per radiazioni ionizzanti si intendono le radiazioni elettromagnetiche (raggi X e g), le particellecariche (elettroni, protoni, alfa, ioni, ecc.) e neutre (neutroni) emesse dagli atomi di alcuneparticolari sostanze, dette per ciò radioattive, o prodotte da apparecchi o impianti ideati dall'uomo(tubi a raggi X, acceleratori, reattori), capaci di penetrare nella materia e di crearvi delleionizzazioni, cioè di strappare elettroni agli atomi.

La ionizzazione prodotta dalle radiazioni all’interno della materia vivente induce vari processichimici, responsabili della formazione di radicali liberi (H+ e OH-), i quali possono attaccare lemolecole complesse che compongono le cellule e dare luogo, quindi, ad alterazioni cellulari, qualimorte della cellula stessa, arresto o rallentamento del suo processo di divisione, oppuremodificazione cromosomica permanente che viene trasmessa alle cellule figlie (mutazione).

Poiché il danno biologico finale dipende dalla ionizzazione locale prodotta nel tessuto, ovvero dallaquantità di energia ceduta dalla radiazione per unità di massa di tessuto, tale danno dipende dallagrandezza fisica “dose assorbita”, definita come l'energia assorbita per unità di massa, la cui unità dimisura è il gray (1 Gy = 1 joule/kg). Inoltre poiché l'effetto biologico dipende non solo dalla “doseassorbita”, ma anche dalle modalità con cui la radiazione cede energia al tessuto, ai finiradioprotezionistici si introduce la grandezza “dose equivalente”, data dalla dose assorbitamoltiplicata per un fattore di ponderazione wR, che tiene conto del diverso effetto biologico prodottodai vari campi di radiazione e che dipende dal tipo e dall'energia della radiazione.Ad esempio, il fattore di ponderazione wR è pari ad uno per la radiazione elettromagnetica (raggi Xe g) e gli elettroni ed è invece pari a 5 per i protoni. L'unità di misura della dose equivalente è ilsievert (Sv).

Nel caso delle attività sanitarie, avendo a che fare normalmente con radiazioni elettromagnetiche odelettroni, per cui wR = 1, la dose equivalente corrisponde numericamente alla dose assorbita (1 Sv =1 Gy).

Inoltre, poiché non sempre viene irradiato tutto il corpo, ma possono essere irradiati solo alcuniorgani, occorre tenere conto di quanto ciascun organo è sensibile alle radiazioni: per esempio, legonadi sono più sensibili delle ossa e queste sono più sensibili della pelle.Per tenere conto di questo, si utilizza la grandezza “dose efficace”, ottenuta moltiplicando la doseequivalente per un opportuno fattore (minore di 1 se non è irradiato il corpo intero).

2. EFFETTI BIOLOGICI DELLE RADIAZIONI

L'effetto biologico è la risultante di una serie di processi attivati dallo stimolo fisico dellairradiazione; la sua manifestazione può richiedere un intervallo di tempo più o meno lungo dopol'esposizione alle radiazioni ionizzanti. Questo intervallo di tempo può essere brevissimo (effettiprecoci) o lungo, con un periodo di latenza variabile da mesi ad anni (effetti differiti o tardivi).

Per alcuni degli effetti biologici esiste una proporzionalità tra l'entità dell'effetto e la dose fisica(effetti graduati), per altri non esiste invece una proporzionalità tra dose fisica e frequenza dicomparsa dell'effetto (effetti stocastici).

Sono effetti graduati l'eritema cutaneo, la radio necrosi, la cataratta da radiazioni.Sono invece effetti stocastici, ovvero statistici, le mutazioni genetiche e l'induzione di tumori e

leucemie.

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Effetti graduatiPer gli effetti di tipo graduato il meccanismo di produzione del danno consiste nellacompromissione di un numero elevato di cellule che compongono un sistema organico. Quando ladose assorbita nella unità di tempo in un sistema è molto limitata, pur avendosi ugualmente ildanneggiamento di un certo numero di cellule, può accadere che le capacità di restaurazione deldanno, proprie del sistema, siano in grado di mantenere ugualmente le condizioni di equilibrio alivelli normali. In questo caso, non si avranno alterazioni macroscopicamente rilevanti ma si avrà lariparazione completa del danno. Solo se la dose supera un certo valore (dose soglia) vengono menole capacità di compensare le maggiori perdite indotte dalla irradiazione, con conseguente perditadell'equilibrio ed evidenziazione di effetti macroscopici.

Effetti statistici o stocasticiLe stime di rischio relative agli effetti stocastici indotti dall'azione delle radiazioni ionizzantisull’uomo sono state ricavate dai dati relativi agli effetti osservati su alcuni gruppi di individuiirradiati ad alte dosi, in quanto gli studi epidemiologici eseguiti su popolazioni o gruppi di individuiirradiati a livelli bassi di dose, dell'ordine di quelli di interesse radioprotezionistico, non hannofinora portato ad alcuna conclusione statisticamente significativa. I dati su cui si basano pertanto lestime di rischio sono quelli relativi a:

popolazione giapponese esposta alle radiazioni a seguito dei bombardamenti nucleari diHiroshima e Nagasaki;

lavoratori a contatto con vernici contenenti sali di radio;

minatori impiegati nell'industria estrattiva di sostanze radioattive;

pazienti sottoposti a radioterapia;

pazienti sottoposti a indagini radiologiche con mezzo di contrasto contenente sali di torio;

animali da esperimento.

Per quanto riguarda le basse dosi, alcuni dati sembrerebbero addirittura mostrare un'azione beneficastimolante delle radiazioni (effetto ormesi): già ai tempi dei Romani e tutt’oggi le terapie termalicon acque radioattive sono reputate benefiche.

Cautelativamente, però, si ipotizza che le radiazioni siano comunque dannose e che non esista unadose soglia, ovvero, che qualsiasi dose di radiazione possa aumentare l'incidenza delle malattiemaligne sopra i livelli di spontaneità. E’ inoltre dimostrato che l'effetto delle radiazioni è maggioresugli individui più giovani della popolazione.

Per quanto riguarda invece il rischio genetico tutti gli studi relativi all'uomo, compresi quelli suisopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, non hanno mai messo in evidenza danni geneticisicuramente attribuibili alle radiazioni.

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3. PROTEZIONE DEI LAVORATORI

Il valore raccomandato di dose efficace come limite di dose per i lavoratori è di 20 mSv per anno.Tale limite è sufficiente a prevenire l’insorgere di effetti deterministici in tutti i tessuti e gli organidel corpo umano. La Commissione Internazionale per la Protezione Radiologica raccomanda,pertanto, oltre al limite sopra indicato per quanto riguarda la dose efficace, i seguenti limiti di doseequivalente:

20 mSv per anno per il cristallino, come media su un periodo di 5 anni, (Pubblicazione del21/4/2011);

500 mSv per anno per le mani ed i piedi;

500 mSv per anno per la pelle, valore medio su 1 cm2, indipendentemente dalla superficieesposta.

(L’International Commission on Radiological Protection (ICRP) ha recentemente approvato epubblicato (21/4/2011) uno Statement (ICRP ref. 4825-3093-1464) sul tema delle ReazioniTissutali. Il documento prende avvio da considerazioni, già contenute nelle più recentiraccomandazioni della Commissione, riguardo alla dinamica del detrimento alla salute prodottodagli effetti non cancerogeni delle radiazioni ionizzanti. Si prende atto che è sempre piùriconosciuto che questi effetti, fino ad ora definiti come deterministici, possono dimostrareevoluzioni nel tempo anche molto oltre il momento dell’esposizione alle radiazioni ionizzanti. Siconferma quindi il suggerimento di riferirsi a questi effetti con il termine di “Reazioni Tissutali” esi riconosce che, sulla base delle recenti evidenze epidemiologiche, le dosi soglia di tali effetti sonoo possono essere inferiori rispetto a quelle fin qui considerate, anche nei documenti ICRP(Pubblication 85, ICRP 2000). In particolare nel documento la Commissione indica quale dosesoglia per il cristallino 0,5 Gy e raccomanda di adottare, per le esposizioni lavorative, il limiteannuale di 20 mSv di dose equivalente, come media su un periodo di 5 anni, senza tuttavia superaremai il valore di 50 mSv in ogni singolo anno.)

I limiti di dose raccomandati dalla Commissione devono intendersi come il livello di dose, al disopra del quale il rischio è da ritenersi non più tollerabile, ovvero come il limite superiore daraggiungere solo in casi particolari.In ambiente ospedaliero le modalità di lavoro sono tali per cui è possibile garantire livelli diesposizione per cui la dose efficace massima risulti essere dell'ordine di 5 mSv, che, comunque, siriferisce a realtà particolari poco diffuse.Per una valutazione più completa del rischio di esposizione alle radiazioni ionizzanti è, inoltre,opportuno considerare, per confronto, l'esposizione degli individui della popolazione alla radiazionedovuta al fondo naturale. Nella tabella riportata sono mostrati i contributi all'esposizione di unindividuo della popolazione a causa del fondo naturale di radiazioni, che è, tra l’altro, fortementevariabile da luogo a luogo. Proprio questa forte variabilità del fondo naturale rende impossibileeffettuare studi attendibili sugli effetti delle basse dosi.

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Esposizione media di un individuo dovuta a fonti di irradiazione presenti nell'ambiente

Fonte Esposizione media*(mSv/anno)

Raggi cosmici 0,355Radionuclidi presenti in natura prodottidalla radiazione cosmica

0,015

Radionuclidi primordialiirradiazione esterna 0,4140K 0,18famiglie radioattive (238U e 232Th) 1,42 (**)

Totale 2,4

(*) dose efficace

(**) estremamente variabile (dipende dal contributo dovuto alla inalazione di radon, gasradioattivo naturale emesso sia dal terreno, sia dai materiali di costruzione, soprattutto granitoo tufo)

Per un più diretto confronto fra il rischio dovuto all'esposizione alle radiazioni ionizzanti ed ilrischio dovuto ad altre attività lavorative nella tabella successiva è mostrata la riduzione media delladurata di vita dovuta ad incidenti in diverse attività lavorative.Riduzione media della durata di vita dovuta ad incidenti in diverse attività lavorative.

Attività lavorativaRiduzione media della durata di vita

(giorni)

Commercio 27

Industria manifatturiera 40

Servizi 27

Trasporti 160

Agricoltura 320

Costruzioni 227

Valor medio 60

Esposizione alle radiazioni (5 mSv/anno) 40

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4. NORMATIVA

In Italia l'impiego delle radiazioni ionizzanti è regolamentato dal Decreto Legislativo n. 230/95 eda successive modifiche ed integrazioni e da relativi decreti applicativi.

La protezione sanitaria dei lavoratori è, in particolare, regolamentata dal Capo VIII del suddettodecreto.

Per una migliore comprensione si riportano alcune definizioni di legge:

Zona Controllata: ambiente di lavoro, sottoposto a regolamentazione per motivi di protezionedalle radiazioni ionizzanti, in cui sussiste per i lavoratori in essa operanti il rischio di superamentodi uno qualsiasi dei valori di dose per cui è prevista la classificazione dei lavoratori esposti incategoria A.

Zona Sorvegliata: ogni area di lavoro in cui sussiste per i lavoratori in essa operanti il rischio disuperamento di uno dei limiti di dose fissati per le persone del pubblico.

Medico autorizzato: medico responsabile della sorveglianza medica dei lavoratori esposti, la cuiqualificazione e specializzazione sono riconosciute secondo le procedure e le modalità stabilite perlegge.

Esperto qualificato: persona che possiede le cognizioni e l'addestramento necessari sia pereffettuare misurazioni, esami, verifiche o valutazioni di carattere fisico, tecnico oradiotossicologico, sia per assicurare il corretto funzionamento dei dispositivi di protezione, siaper fornire tutte le altre indicazioni e formulare provvedimenti atti a garantire la sorveglianzafisica della protezione dei lavoratori e della popolazione.

I medici autorizzati e gli esperti qualificati sono iscritti in appositi elenchi nominativi tenutidall'Ispettorato Medico Centrale del Lavoro.

5. CLASSIFICAZIONE DEI LAVORATORI

I criteri di classificazione. ai fini della radioprotezione, dei luoghi di lavoro e dei lavoratori sonodemandati ad un successivo decreto interministeriale, che dovrà essere emanato dal Ministeri delLavoro e della Sanità ai sensi dell’art. 82 del D.Lgs. 230 del 17 marzo 1995. Nelle more delprovvedimento assumono valore di legge gli allegati III e IV dello stesso D.Lgs.I lavoratori sono pertanto distinti in:

lavoratori esposti

lavoratori non esposti.

Sono classificati lavoratori esposti i soggetti che, in ragione della attività lavorativa svolta perconto del datore di lavoro, sono suscettibili di superare in un anno solare uno o più dei seguentivalori:

a. 1 mSv di dose efficace;b. 15 mSv di dose equivalente per il cristallino;c. 50 mSv di dose equivalente per la pelle, calcolato in media su 1 cm2 qualsiasi di pelle,

indipendentemente dalla superficie esposta;d. 50 mSv di dose equivalente per mani, avambracci, piedi, caviglie.

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Sono considerati lavoratori non esposti i soggetti sottoposti, in ragione dell'attività lavorativasvolta per conto del datore di lavoro, ad una esposizione che non sia suscettibile di superare unoqualsiasi dei limiti fissati per le persone del pubblico (allegato IV medesimo D.Lgs.)

Tra i lavoratori esposti vi è una ulteriore suddivisione in due categorie: A e B.Sono classificati in categoria A i lavoratori esposti che, sulla base degli accertamenti compiutidall'esperto qualificato, sono suscettibili di una esposizione superiore, in un anno solare, ad uno deiseguenti valori:

6 mSv di dose efficace

i tre decimi di uno qualsiasi dei seguenti limiti di dose equivalente:

150 mSv per il cristallino

500 mSv per la pelle; se l'esposizione risulta da una contaminazione radioattiva cutanea,tale limite si applica all'equivalente di dose medio su qualsiasi superficie di 1 cm2;

500 mSv per mani, avambracci, piedi, caviglie.

I lavoratori esposti non classificati in categoria A sono classificati in categoria B.

6. DISPOSIZIONI PARTICOLARI PER LE LAVORATRICI.

Ferma restando l'applicazione delle norme speciali concernenti la tutela delle lavoratrici madri,le donne gestanti non possono svolgere attività in zone classificate o, comunque, ad attività chepotrebbero esporre il nascituro ad una dose che ecceda un millisievert durante il periodo dellagravidanza.

È fatto obbligo alle lavoratrici di notificare al datore di lavoro il proprio stato di gestazione, nonappena accertato.

È altresì vietato adibire le donne che allattano ad attività comportanti un rischio dicontaminazione.

7. LIMITI DI DOSE EFFICACE PER GLI INDIVIDUI DELLA POPOLAZIONE

Il limite di dose efficace per gli individui della popolazione è stabilito in 1 mSv per anno solare.

8. LIMITI DI DOSE EQUIVALENTE PER PARTICOLARI ORGANI O TESSUTI PERGLI INDIVIDUI DELLA POPOLAZIONE

Fermo restando il rispetto del limite di cui sopra, per gli individui della popolazione devonoaltresì essere rispettati in un anno solare i seguenti limiti di dose equivalente:

a) 15 mSv per il cristallino;b) 50 mSv per la pelle, calcolato in media su 1 cm2 di pelle, indipendentemente dalla superficie

esposta.

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9. PRINCIPI GENERALI DI PROTEZIONE CONTRO LE RADIAZIONIIONIZZANTI

Rischio da irradiazione esternaSi applicano tre principi fondamentali:

tempo

distanza: la dose di radiazione segue la legge dell’inverso del quadrato della distanza rispettoal punto di emissione, cioè raddoppiando la distanza l’intensità scende a ¼.

schermature: la radiazione viene attenuata a seguito dell’interazione con il materiale con cuiviene a contatto; pertanto, la dose di radiazione in un punto viene ridotta interponendo delmateriale tra la sorgente e il punto d’interesse;

Lo spessore di materiale necessario dipende dal tipo di radiazione, in particolare:

le particelle alfa vengono schermate facilmente, basta un sottile foglio di carta,

le particelle beta (elettroni) sono più penetranti e richiedono schermature dell’ordine di 1 cmdi plexiglas;

le radiazioni X e sono molto più penetranti e, nel caso di energie elevate, richiedono spessoriconsiderevoli di piombo.

Rischio di contaminazione (esterna e interna)E’ ridotto sostanzialmente operando secondo modalità operative corrette.

10. RADIOPROTEZIONE NEGLI AMBIENTI IN CUI VENGONO UTILIZZATI IRAGGI X A SCOPO DIAGNOSTICO

L’erogazione dei raggi X da un’apparecchiatura è segnalata mediante luci di sicurezza, postesull’apparecchio (per apparecchi mobili) o sull’apparecchio e all’esterno dei locali (per apparecchifissi). I segnali luminosi poste all’esterno della diagnostica si compongono di due tipi di segnaliluminosi: luce bianca, indica che il generatore è sotto tensione, cioè sta per essere comandatal’erogazione dei raggi; luce rossa lampeggiante indica l’erogazione dei RX.Per dare una indicazione dell’entità del rischio di irradiazione esterna che si ha quando si impieganoapparecchi per radiodiagnostica si riportano tabelle e grafici:

Dose dovuta alla radiazione diffusa dal paziente a diverse distanze dallo stesso

distanza GRAFIA

mGy per radiografia(90 kV, 100 mAs)

SCOPIAmGy per minuto di scopia

(90 kV, 1,6 mA)

In vicinanza del fascio 200 idem

a 30 cm 40 "

a 65 cm 20 "

a 1 m 10 "

a 2 m 2 "

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10.1 IL RISCHIO IN ATTIVITÀ RADIOLOGICA

Radiologia tradizionaleUn progetto ottimizzato di una sala radiologica garantisce che la dose efficace assorbita da unTecnico Sanitario di Radiologia Medica, al tavolo di comando entro un cabinato schermato, èmediamente minore di 10 mSv per settimana.

Esami su pazienti allettatiPer esami su pazienti allettati si può stimare un campo di radiazioni a 1 m variabile da 0,5 a 3mGy/radiografia, tenuto conto che il TSRM può allontanarsi ad una distanza di almeno 2 m dalpaziente, il campo radiante si riduce ad ¼.

Tomografia ComputerizzataIn tomografia computerizzata le dosi al paziente possono essere elevate (dipendentemente dallospessore dello strato e dal numero di strati) ma le dosi efficaci assorbite dal personale in salacomandi sono di solito estremamente basse.

Per il personale alla console la tomografia computerizzata non rappresenta una significativa fonte dirischio. Solo in esami particolari, in cui è necessario lo stazionamento di personale nelle vicinanzedel paziente, il personale è interessato a campi di radiazioni rilevanti (da 5 a 20 mGy/strato).

MammografiaCon apparecchiature dedicate, le esposizioni lavorative dovute ad esami mammografici sono diassoluta irrilevanza radioprotezionistica.Si riportano le curve di isolivello di radiazione tipiche relative all’esecuzione di un radiogramma, inuna Sala di Diagnostica, in sala T.C. e in alcune procedure radiologiche comportanti l’utilizzo dellafluoroscopia.

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11. MEZZI DI PROTEZIONE

SCHERMATURE: Barriere fisse e mobili, indumenti protettivi

Fattori di attenuazione della radiazione x per diversi spessori di piombo e diverse tensioni dilavoro

50 kV 75 kV 100 kV0.25 mm Pb 250 20 100.50 mm Pb 10000 200 501 mm Pb >10000 3000 3002 mm Pb >>10000 >>10000 5000

L’uso di un grembiule in gomma piombifera di spessore equivalente a 0.25 mm, riduce da 10 a20 volte la dose assorbita e conseguentemente il rischio professionale.

12. FLUOROSCOPIA

L'uso di Intensificatori di Brillanza (I.B.) rappresenta la maggiore fonte di esposizioneprofessionale in ambito sanitario. La riduzione delle dosi assorbite dagli operatori in fluoroscopiapuò essere ottenuta:

Con l'uso di tempi di scopia brevi

In cine-fluoroscopia usando velocità non superiori a 25 fotogrammi/secondo e riprese di soli 3- 5 secondi

Con l'uso di stop di immagine o di sistemi “a memoria”

Con l'uso del sistema automatico di controllo della luminosità

E’ inoltre importante sapere che:

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Se il Tubo Rx è posizionato in alto l'esposizione professionale può aumentare di un fattore 3.

Se il Tubo Rx è posizionato in alto aumenta la possibilità di esposizione degli arti superiori al fascio diretto.

Pertanto è importante, ogni volta che è possibile, tenere il tubo Rx al di sotto del tavolo.

13. FORMAZIONE

Il personale esposto a radiazioni ionizzanti che impiega apparecchi a RX è:- tenuto a partecipare ai corsi di formazione ed informazione (art. 61 del D.Lgs. 230/95 e s.m.i.)

organizzati in azienda; - conoscere ed applicare durante l’attività lavorativa le indicazioni contenute nella PROCEDURA

DI SICUREZZA PRAOS 12 “Norme interne di radioprotezione nell’uso di apparecchi diradiodiagnostica”

14. RADIOPROTEZIONE NELL’ASSISTENZA A PAZIENTI CHE HANNOEFFETTAUTO ESAMI DIAGNOSTICI O TERAPIE CON l’IMPIEGO DISOSTANZE RADIOATTIVE NON SIGILLATE

Vi è la possibilità che pazienti degenti siano inviati, presso Enti esterni, ad effettuare esamiscintigrafici di Medicina Nucleare o più raramente ad effettuare terapie metaboliche conradioisotopi e quindi rientrino presso il reparto di degenza con una attività residua ancora in corpo.

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Al fine di limitare il rischio da esposizione a radiazioni ionizzanti per il personale di assistenza apazienti portatori di radioattività e di ridurre la produzione di rifiuti radioattivi sia liquidi che solidicontaminati con gli escreti dei pazienti stessi, il personale di assistenza dovrà adottare tutte lenormali procedure igieniche prima di effettuare qualsiasi tipo di pratica assistenziale, in particolare:

a) Indossare guanti a perdere.

b) Togliersi i guanti, alla fine di ogni intervento assistenziale, avendo cura di rovesciarli inmodo da non venire a contatto con le loro superfici esterne, quindi gettarli nel contenitoreper rifiuti speciali assieme ai rifiuti solidi potenzialmente contaminati da inviare in localidi deposito .

c) Lavarsi accuratamente le mani con sapone neutro non abrasivo.

d) Fare uso di fazzoletti di carta a perdere.

Il paziente portatore di radioattività può comportare un pericolo di irradiazione esterna ed unpericolo di contaminazione degli ambienti di lavoro e personale (irradiazione interna).

14.1 RISCHIO DA IRRADIAZIONE ESTERNA

Il rischio di irradiazione esterna dipende dalla distanza e dal tempo di stazionamento inprossimità del paziente.

In tabella si riportano alcuni esempi di livelli di dose medi intorno ad un paziente cui sia statasomministrata una sostanza radioattiva.

attività diagnostica:

esame Radio-

farmaco

attività mSv/h mSv/h mSv/h

(MBq) a contatto a 0,3 m a 1 m

Scintigrafiaossea

99mTc

MDP 555 15 7,2 2,2

Scintigrafiaepatica

99mTc

colloide 150 4 2 0,6

Angiocardio-scintigrafia

99mTc

RBC 740 20 10

Scintigrafiamiocardica 201Tl 110 4 2

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14.2 RISCHIO DA IRRADIAZIONE INTERNALa contaminazione interna può avvenire attraverso l'ingestione e l'inalazione di radionuclidi

presenti sulle superfici contaminate o sospesi nell'aria.Per valutare il rischio occorre considerare:

A) Incorporazione per inalazione

I radiofarmaci normalmente impiegati in ambito sanitario sono prevalentemente in forma nonvolatile.

In generale i dati in letteratura riportano valori della frazione di attività inalata, rispettoall’attività impiegata, molto piccoli. Per la stima del rischio si valuta, normalmente, che vengainalata una quantità di radioattività pari ad un milionesimo dell’attività impiegata, con l’eccezionecostituita dall’impiego di sostanze marcate con iodio radioattivo, in particolare ioduri, data lamaggior volatilità di questi composti.

B) Incorporazione per ingestione

L'incorporazione per ingestione di sostanze radioattive da parte del personale operatore è dovutaalla eventuale contaminazione radioattiva delle mani, pelle e vestiti. In letteratura viene riportatoche la più importante via di incorporazione è quella mani-bocca. Le frazioni di attività ingerite,qualora si adottino gli opportuni accorgimenti operativi, sono, comunque, molto piccole.

15 FORMAZIONEIl personale che assiste pazienti portatori di radioattività è:- tenuto a partecipare ai corsi di formazione ed informazione (art. 61 del D.Lgs. 230/95 e s.m.i.)

organizzati in azienda; - conoscere ed applicare durante l’attività lavorativa le indicazioni contenute nella PROCEDURA

DI SICUREZZA PRAOS 32 “Norme operative per l’assistenza a pazienti che hanno effettuatoesami di medicina nucleare”- conoscere ed applicare durante l’attività lavorativa le indicazioni contenute nella PROCEDURA

“gestione dei rifiuti radioattivi prodotti da pazienti che hanno effettuato esami di medicinanucleare”

Simbolo di pericolo per sorgenti emittenti radiazioni ionizzanti